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OGGETTO TIPOLOGIA : ESAME PAESISTICO DEL PROGETTO d.g.r. 11045 del 08/11/20002 OGGETTO: SISTEMAZIONE IDRAULICO FORESTALE LOCALITA’ CA’ FRAGO DITTA : ELABORATO N° DATA : VERIFICA COMMITTENTE : SCALA : N° PAGINE: ........ REDAZIONE REV. N° LIVELLO PROG. : PROGETTO DEFINITIVO IL PROGETTISTA 2 09/06/2017 Comunità Montana Valle Imagna Provincia di Bergamo Via Vittorio Veneto 24038 Sant’Omobono Terme Tel. 035851382 fax 035851533 COMMITTENTE: Comunità Montana Valle Imagna

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OGGETTO

TIPOLOGIA:

ESAME PAESISTICO DEL PROGETTO d.g.r. 11045 del 08/11/20002

OGGETTO: SISTEMAZIONE IDRAULICO FORESTALE LOCALITA’ CA’ FRAGO

DITTA :

ELABORATO N° DATA :

VERIFICA

COMMITTENTE:

SCALA:

N° PAGINE: ........

REDAZIONE REV. N°

LIVELLO PROG. :

PROGETTO DEFINITIVO

IL PROGETTISTA

2 09/06/2017

Comunità Montana Valle Imagna Provincia di Bergamo

Via Vittorio Veneto 24038 Sant’Omobono Terme Tel. 035851382 fax 035851533

COMMITTENTE: Comunità Montana Valle Imagna

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1 INTERVENTO OGGETTO DI AUTORIZZAZIONE PAESISTICA I lavori oggetto di richiesta d’autorizzazione riguardano la realizzazione di un opera di Sistemazione Idraulico Forestale lungo la valle detta dell’Af in comune di S.Omobono Terme Censuario di Valsecca I lavori prevedono la costruzione di una scogliera in massi ciclopici e calcestruzzo, il consolidamento del fondo dell’alveo mediante la realizzazione di tre selciatoni in pietrame e calcestruzzo, la realizzazione di una gabbionata in pietrame, il rinverdimento e la piantumazione con salici del versante interessato da un movimento franoso .

2 VINCOLO PAESISTICO ESISTENTE SULL’AREA Gli ambiti oggetto di intervento risultano assoggettati a vincolo paesaggistico per effetto dell’articolo 142 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n° 42 “ Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n° 137” ,. Nello specifico le aree rientrano nella categorie geografiche indicate come : Boschi e foreste (comma 1 lettera g – articolo 142 d.lgs. 42/2004): una parte dell’area interessata dalle opere è coperta da bosco , così come definito dalla vigente normativa regionale di cui ala legge regionale 31 dicembre 2004 n° 31. Sulle aree in questione non sussistono altri elementi rilevanti ai fini dell’attribuzione del vincolo paesaggistico. In particolare non vi sono ambiti assoggettati a tutela in forza di specifici provvedimenti ai sensi dell’articolo 136 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n° 42 e non si opera in “ zone di interesse archeologico”

3 INDICAZIONI E CONTENUTI DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ESISTENTI 3.1 Il Piano territoriale Paesistico della Regione Lombardia (P.T.P.R.) definisce una suddivisione dei paesaggi lombardi in Ambiti geografici e in unità tipologiche .

La zona di intervento appartiene all’ambito geografico 3.9 VALLI BERGAMASCHE Le valli Bergamasche corrispondono all’ambito prealpino ben circoscritto, diviso in vallate di escavazione fluviale (Imagna, Brembilla, Taleggio, Brembana, Seriana, Cavallina per citare le principali), che pur conservando una loro individualità vengono per tradizione associate gravitando, in relazione alla loro disposizione, verso Bergamo. Le più importanti di queste vallate hanno ben evidenti punti di separazione fra parti alte, intermedie e basse con connotati ambientali e, talvolta, storici distinti (p.e. la ‘stretta della Goggia’ in Val Brembana). Sotto il profilo paesaggistico le vallate bergamasche presentano mutevoli aspetti, dipendenti non solo dalle variazioni altimetriche ma anche dal grado di antropizzazione delle diverse parti. Tutti gli innesti delle vallate principali (Brembana, Seriana) risentono degli sviluppi insediativi del capoluogo provinciale, coagulatisi attorno a preesistenze urbane di per sé già significative per tradizione industriale o agricola (Seriate, Almé, Alzano Lombardo, Albino, Zogno, almeno San Salvatore e San Bartolomeo ). Pertanto i connotati ambientali del fondovalle sono fortemente compromessi da un’urbanizzazione diffusa e non priva di elementi problematici quali ad esempio la grande estensione di aree in via di riconversione industriale. Gli effetti di uno sviluppo distorto sono evidenti: accrescimento edilizio dei centri maggiori nei limiti della disponibilità di aree edificabili; degrado della qualità ambientale dei fondovalle (Sant’Omobono Terme); abbandono dei nuclei di versante o loro utilizzo saltuario come residenze fine-settimanali; riduzione dell’attività agricola e forestale con accentuata rinaturalizzazione dei pascoli e dei boschi. Occorre superare le prime soglie vallive per riconoscere l’essenza del paesaggio prealpino, dove l’immagine dei borghi, specie quelli di versante, riassume in sé ancora molto del tradizionale impianto insediativo d’origine colonica (ne sono conferma le innumerevoli attribuzioni famigliari dei nuclei stessi). Inquadrati entro uno schema tipologico qualche volta discutibile, i centri turistici delle alte valli preludono agli ambienti più conservati delle alte quote, all’interno del Parco naturale regionale delle Orobie Bergamasche. Qui la parziale tenuta dell’agricoltura di montagna mantiene vivo il quadro d’ambiente che in alcune sue parti, come nelle solitarie vallate dell’Enna (Val Taleggio) e della Stabina (Valtorta) si qualifica come fra i più conservati e intatti della Lombardia. Se consideriamo la Valle Imagna come modello per l’identificazione dei caratteri e delle mutazioni locali del paesaggio delle valli bergamasche, potremo riconoscere la seguente successione: paesaggio della bassa valle (Almenno san Salvatore e San Bartolomeo, Palazzago,) punto d’incontro tra la zona del paesaggio della Brianza, del Lecchese e della pianura Bergamasca, zona di transizione tra il paesaggio della pianura bergamasca, e quello delle Valli bergamasche; paesaggio del fondo valle (Strozza, frazione di Ponte Giurino, Sant’Omobono Terme ) secondo un’alternanza di forre (Lagrate, Ponte giurino) e conche (in queste ultime si collocano i maggiori abitati: Strozza, Ponte Giurino , Sant’Omobono), versanti poco acclivi con dispersione di prati e nuclei di mezzacosta su terrazzi morfologici ( Berbenno, Bedulita, Capizzone); paesaggio dell’alta valle (da Sant’Omobono Verso Fuipiano, Rota, Brumano, Valsecca, Costa Imagna e Roncola), con versanti ad ovest verso Costa Imagna e Roncola Ripidi e coperti essenzialmente da boschi di faggio e carpino, con notevoli affioramenti rocciosi ; ad est più dolci e contraddistinti da un alternanza di prati e boschi, gli abitati allineati lungo i terrazzi di mezzacosta, E’ possibili riconoscere come la parte dell’alta valle risulta contraddistinta dalla presenza di nuclei abitati concentrati attorno ai capoluoghi di comune, e più precisamente dal punto di vista storico ai “campanili”; paesaggio del crinale orobico, boschi di faggio e resinose (impiantate), alpeggi e relative ‘casere’.

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Per quanto riguarda gli ambiti , i siti ed i beni paesaggistici esemplificativi del paesaggio locale , il P.T.P.R. riconosce , limitatamente alla zona in esame : Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: In valle Imagna le energie di rilievo delle Alpi Orobie con pareti con evidenza di motivi strutturali e tettonici (Albenza,) terrazzi di valle, orli e scarpate; gradini di valle o valli sospese, cascate, testate di valle, versanti di raccordo; affioramenti rocciosi o ‘morfosculture’; orridi e forre; pianalti del piano montano (Fuipiano Imagna e Roncola ) ; rilievi e dossi pedemontani (gli Almenno); laghi d’alta quota; fenomeni carsici vedute, belvedere (Roncola, Albenza,); zone alpinistiche (Monte Resegone); luoghi dell’identità locale (santuario della Cornabusa,) trovano coacervo in una realta territoriale paesistica unica. Componenti del paesaggio fisico: terrazze di valle, orli e scarpate; pareti con evidenza di motivo strutturali ed architettonici (albenza), pianali del piano montano (Fuipiano Imagna); Componenti del paesaggio agrario: Ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati (colline di palalazzago), roccoli, partizioni dei coltivi, terrazzi, ronchi, ciglioni, muri a secco, siepi, recinzioni in legno, e altre delimitazioni naturali, sistemi di irrigazione tradizionali, dimore tradizionali, fienili e stalle . Componenti del paesaggio storico-culturale: antichi tracciati, castelli, residenze nobiliari, loro parchi e giardini , impianto e struttura dei borghi di origine medievale , chiese parrocchiali di particolare dominanza percettiva (San Tomè, San Giorgio, Chiesa di Fuipiano), santuari (Corna Busa), oratori campestri, piastrelli, luoghi votivi e rituali, archeologia industriale. Componenti e caratteri percettivi del paesaggio : i luoghi dell’isdentità locale, belvedere (Albenza, monte canto, monte tesoro, passo del pertus, passo della passata, passo delle forbesette, passo del canto ecc.) Componenti del paesaggio urbano: centri e nuclei storici ( Fuipiano, Sant’Omobono Almeno san Salvatore e San Bartolomeo) Nella lettura del paesaggio attraverso le sue caratteristiche tipologiche , il P.T.P.R. fa rientrare l’area in esame nei paesaggi della montagna di questa tipologia si qualifica sia per la morfologia di rilievo caratteristica, sia per le sue peculiarità geologiche. Il paesaggio antropico è segnato dall’azione dell’uomo, che si esplica nella particolarità dei parti e prati pascoli, nella presenza di aree a copertura boschiva con delimitazioni rigide delle proprietà ( chiudende, recinzioni e muri in pietrame “Caref”; aree anticamente ben coltivate e dalla presenza di strade di comunicazione (mulattiere) in pietrame. Nel presente l’attività agricola risulta residuale, ai prati ed alle aree boschive si affiancano complessi residenziali con la tipologia edilizia del “Villino” e aree occupate da costruzioni a condominio, spesso a ridosso del nucleo storico, non in continuità ed armonia con le case sparse tradizionali ed i nuclei storici; presenza di vie di comunicazione carrabili che intersecano e si sovrappongono alla viabilità storica ( mulattiere) . Per quanto riguarda gli indirizzi di tutela il P.T.P.R. evidenzia come questi debbano essere volti alla tutela della viabilità storica e di interesse paesistico, conservazione dei coni di visuale e dei bel vedere, contenimento dell’edilizia diffusa al fine di preservare la peculiarità naturalistica residua dell’area .

3.2 Il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale il piano territoriale di coordinamento della provincia di Bergamo di seguito indicato PTCP, suddivide il territorio in sottoambiti corrispondenti a contesti significativi sotto l'aspetto paesistico”. Si tratta di luoghi di facile percezione, spesso racchiusi entro aree geografiche ben identificate, in cui sussistono connotazioni forti e riconosciute dalla memoria colletiva e dove il paesaggio costituisce una omogenea realtà ambientale. Secondo il PTCP l'area oggetto della presente relazione ricade nell'unità di paesaggio n° 8 VALLE IMAGNA L'unità ambientale appartiene al paesaggio montano

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L’unità ambientale appartiene al paesaggio della valle prealpina , e coincide con il bacino idrografico dell’Imagna; è morfologicamente definita da un grande catino con andamento longitudinale prevalente, e delimitata da cime, crinali e passi di notevole significato paesistico. A nord-ovest si staglia il gruppo del Resegone in parte compreso nella vicina provincia di Lecco, di rilevante valore naturalistico e paesistico con visuali significative di grande distanza. Dal Resegone attraverso la Corna Camozzera, passi, selle e cime di minore rilevanza visiva, si giunge al Monte Albenza che chiude con una piega verso est la valle. In questo punto, dopo il nucleo della Roncola e la cima del Botto, le pendici del Monte Castra e del contrapposto monte Ubione si uniscono nella profonda incisione del t orrente Imagna . Risalendo verso nord il bacino è inizialmente fortemente connotato dalla presenza del Monte Ubione che si presenta come uno degli elementi morfologici più importanti che caratterizza, sotto l’aspetto percettivo, la Valle sia dall’interno che dall’esterno, grazie alla particolare forma conica che accentua l’emergenza delle incisioni del Brembo e dell’Imagna. Il crinale prosegue con piccole cime passi e selle di rilievo meno importanti, caratterizzate peraltro nella parte centrale, dal consistente insediamento urbano quasi sommitale di Berbenno. Di qui il crinale prende a risalire decisamente verso cime e passi più caratterizzati fino ai Canti e alla Costa del Pallio che si richiude con una importante testata di valle verso il Resegone. All’interno di questo sistema di cime e crinali si riconosce un paesaggio fortemente e diffusamente umanizzato, dove anche i boschi e le aree in quota sono caratterizzate da un consistente reticolo di sentieri e presenze edificate a testimonianza della tendenza storica a sfruttare in senso produttivo ogni spazio possibile. Il versante ovest caratterizzato dai pianori in quota di Roncola e Costa, e dai contrafforti boscati che si connettono con i nuclei di fondovalle (Strozza, Capizzone, Bedulita, Cepino e Mazzoleni di S. Omobono), degrada verso valle con una morfologia più dolce definita da prati e pascoli modellati, raramente sostenuti da muri di pietra di cava locale, che viceversa segnano più marcatamente, con un fitto reticolo di rilevante importanza paesistica, tutto il versante est e nord-est a partire da Berbenno fino a Valsecca. Permane in tutta la Valle e fin dentro le aree urbanizzate una penetrazione profonda del paesaggio agrario e naturale Il sistema insediativo è stato condizionato fin dal passato dall’ essere una valle appartata; ciò favorì la diffusione di piccoli nuclei compatti situati in posizione favorevole e dimensionati secondo criteri di autonomia economica e con un’organizzazione su base familiare. Si dovrà attendere il 1927 perchè tre comuni posti al centro della Valle(Cepino, Selino, Falghera e Mazzoleni) vengano aggregati a formare un nuovo comune con funzioni di capoluogo, S. Omobono, oggi sede della Comunità Montana. I nuclei risultano compromessi da grosse espansioni edilizie, favorite dalla scomparsa del fenomeno emigratorio e dalla nuova mobilità consentita dal reticolo stradale più recente. La via carrozzabile di fondovalle, fino a S. Omobono, fu costruita alla metà dell’Ottocento e soltanto nel 1959 venne realizzato il collegamento tra Locatello e Fuipiano. Storicamente, mentre la valle fu sottoposta con Almenno S. Salvatore, capoluogo storico di valle e sede di pieve cristiana, corte longobarda poie residenza del Vicario veneto, al dominio veneto, la zona alta di Brumano rimase sotto l’influenza del Ducato di Milano, provocando spesso problemi a confine e insediamenti per guarnigioni, come Arnosto Sono assenti esempi di edilizia nobile, fatto salvo le chiese che costituiscono emergenze visuali rilevanti: basti citare il Santuario della Cornabusa, centro religioso di Valle, le parrocchiali fuori di Rota e Fuipiano, la Chiesa di S. Pietro posta sul crinale tra la Valle Imagna e la Valle Brembilla. La presenza edilizia più significativa è comunque costituita dalle “Cà”, che offrono esempio ammirevole di insediamento storico sul territorio bergamasco perchè testimonianze di una realtà economica sociale ormai estinta, per la tipologia dei materiali impiegati (pareti, coperture) e per l’inserimento ambientale (a mezza costa, in ambiti agrari di versante). Sostanzialmente il sistema insediativo si adegua all’impianto di paesaggio, attraverso insediamenti ben individuabili sui versanti nord e ovest sia in quota che in fondovalle separati da ampie pause di territorio agricolo e naturalistico. Nel fondovalle e sui versanti più idonei per morfologia e/o esposizione all’insediamento urbano, si verifica altresì una urbanizzazione senza soluzione di continuità, inglobando la miriade di piccoli nuclei storici diffusi. Il paesaggio antropizzato risulta anche compromesso da frequenti episodi di edilizia produttiva di discutibile impatto ambientale, nell’area di fondovalle di S. Omobono pressoché saldata con l’abitato di Locatello e nell’area di Berbenno sviluppatasi compatta attorno al reticolo viario verso le aree di crinale e le selle di comunicazione con la Val Brembilla. In linea generale i percorsi in quota consentono ampie vedute sull’area e sugli orizzonti delle Prealpi Orobiche, mentre sul fondovalle le vedute sono condizionate dalla profondità della incisione valliva. I principali siti di percettività si trovano sulla strada di collegamento tra Roncola e Costa e sul tratto di accesso al valico di Valcava ove sono consentite ampie visuali su tutto il versante nord e nord-est della valle e sul sistema prealpino limitrofo. Alcuni tratti della strada di collegamento tra Brumano e Fuipiano consentono visuali di lunga distanza sulla valle, attraverso il varco tra il Monte Ubione ed il Monte Castra sottostante. Di particolare rilevanza ambientale risulta il paesaggio legato ai corsi d’acqua laddove scorre in profonde grotte e strette fenditure scavate nella roccia a formare orridi inaccessibili. Inoltre i caratteri diffusi di zona carsica, specie sul versante ovest, hanno dato origine a numerosissime grotte di cui alcune di notevole importanza, concentrate in particolare nel versante boscato in cui è ubicato il Santuario della Cornabusa e verso Rota-Brumano. Particolarità vegetazionali (endemismi botanici) sono rilevabili sul versante occidentale che fa capo al Resegone-Monte Ocone-Cornabusa-Valsecca. E’ da segnalare infine che la Legge 86/83 relativa alle aree regionali protette, ha individuato l’ambito del Resegone tra le aree di particolare rilevanza ambientale, mentre tra gli ambiti di interesse faunistico sono individuate l’Oasi di protezione del Resegone ed i passi protetti a silenzio venatorio del Pertus e della Passada. Le situazioni che ingenerano invece un impatto negativo sotto il profilo ambientale e della percezione visiva sono legate allo sfruttamento delle risorse minerali (cava di quarzite in Strozza sulle pendici del Monte Castra, con consistente immissione di residui di lavaggio nell’Imagna, e cava di quarzite abbandonata sul versante del Monte Ubione), alla utilizzazione di ripetitori e antenne di forte impatto visivo (concentrate in particolare sul crinale tra Costa Imagna e Valcava) ed alla presenza di una frana di consistenti dimensioni (Pagafone di Fuipiano) che ha stravolto il tipico ambiente fluviale del tratto iniziale dell’Imagna.

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Tavole tematiche Il PTCP evidenzia i caratteri peculiari del paesaggio in una cartografia tematica dalla quale è possibile desumere gli elementi ritenuti significativi e le eventuali indicazioni, prescrizioni e direttive dettate dal piano. Con riferimento specifico all'area interessata dalla realizzazione della nuova strada agro silvo pastorale delle tavole tematiche porta alle seguenti osservazioni:

TAVOLA E.1.e : suolo ed acque: l'ambito risulta in ricompresso nelle aree fluviali. Come tutte le aree a margine

dei torrenti in special modo quelle molto acclivi l’area risulta in forte stato di abbandono con presenza di vegetazione degradata , a seguito del mancato esbosco delle piante sradicate o deperienti .

TAVOLA E.2.2.e : paesaggio e ambiente-tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del

territorio: l’area oggetto di intervento si pone al limite tra l’ambito del paesaggio agrario delle aree coltivate, paesaggio montano debolmente antropizzato ed il paesaggio della naturalità, versanti boscati.

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TAVOLA E.5.4.e : paesaggio ed ambiente-ambiti ed elementi di rilevanza paesistica: l’area appartiene ai versanti

boscati del piano montano ed è attraversata dall torrente Valle dell’Af , immediatamente a monte si sviluppa il nucleo storico di Cà Frago e nella parte sovrastante l’intervento è presente un fabbricato di recente costruzione il cui primo impianto risale presumibilmente agli anni 70 .

TAVOLA E.5.6.e:centri e nuclei storici-elementi storico architettonici. L'area oggetto d’intervento non comprende

elementi di carattere storico. La contrada di Cà Frago risulta non interessata dai lavori previsti.

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4 ANALISI DEL CONTESTO PAESAGGISTICO GLI ELEMENTI AMBIENTALI

Aspetti geologici: L'area di intervento si localizza su una zona interessata da coperture geologiche di tipo

detritico , proveniente dalla disgregazione delle argilliti .

Nella carta geologica della provincia di Bergamo l’area è situata tra le aree con affioramento delle “32 -Argillite di Riva di Solto” e le aree afferenti al “ 77 - Unità di Fuipiano” . 32 -Argillite di Riva di Solto: Quest’unità, istituita da Gnaccolini nel 1965, costituisce nelle Prealpi Bergamasche occidentali una vasta area estesa in senso meridiano dai Piani d’Artavaggio sino a gran parte della Valle Imagna; è presente inoltre nei dintorni di S. Pellegrino e in Val Serina-Valle Ambriola. Nel settore orientale l’Argillite di Riva di Solto affiora alla base del M. Cavlera, nella Val Seriana inferiore e in Valle Cavallina sino al Lago d’Iseo, ove è sita la località tipo. In Val Brembilla e in tutto il settore ad oriente del F. Serio l’unità poggia sui calcari neri ben stratificati del Calcare di Zorzino; nei dintorni di S. Pellegrino e in Val Imagna inferiore, Val Serina-Selvino il limite inferiore è in corrispondenza di dolareniti/ruditi stratificate riferibili alle Dolomie Zonate; ai Piani d’Artavaggio, in Valle Imagna-Albenza, Catramerio, Terme di S. Pellegrino e al M. Cavlera infine si ha passaggio diretto alle dolomie chiare in grossi banchi della Dolomia Principale o a pochi metri di Dolomie Zonate. In tutti questi casi il limite è netto, segnato dalla improvvisa comparsa di argilliti e argilliti marnose nere. A Catramerio, Terme di S. Pellegrino e in alcuni settori del Pizzo Formico-Pizzo di Casnigo, al contatto stratigrafico sono presenti croste (hard ground) e/o filoncelli-cavità con fosfato di calcio (Jadoul et alii, 1994) (Fig. 2.21). Superiormente l’unità fa transizione al Calcare di Zu. Lo spessore dell’ Argillite di Riva di Solto è difficilmente valutabile, a causa dell’estrema plasticità dei litotipi che la costituiscono, e quindi delle frequenti deformazioni, elisioni o raddoppi di natura tettonica. Esso comunque varia, in senso ovest-est, da valori attorno ai 40-80 m lungo il versante occidentale della Valle Imagna - M. Albenza e M. Molinasco - M. Zucco sino a oltre 400 m nelle valli Taleggio e Brembilla; si riduce a non più di un centinaio di m al M. Cavlera, per poi crescere verso est a 600-700 m in Valle Cavallina e a circa 1000 m nella località tipo (Gnaccolini, 1965). L’ Argillite di Riva di Solto è stata distinta in due unità informali (Jadoul, 1986; Jadoul et alii, 1994): una litozona inferiore prevalentemente argillosa, e una litozona superiore costituita da alternanze cicliche di litotipi argilloso-marnosi e carbonatici; quest’ultima dà luogo al limite transizionale con il Calcare di Zu. a) Litozona inferiore (ARS1). E’ un’unità informale caratterizzata da argilliti e argilliti marnose nere fogliettate, spesso con laminazioni parallele, ricche di materia organica soprattutto alla base, organizzate in pacchi sino a plurimetrici con base planare. Subordinati sono i livelli di marne e calcari marnosi neri, laminati e con patina d’alterazione ocracea in grossi noduli o singoli strati decimetrici a superficie ondulata. Sono localmente presenti, con frequenza maggiore verso il tetto della successione, intercalazioni da metriche sino a raramente pluridecametriche (10-30 m in Val Imagna) di calcari micritici neri sovente con laminazioni parallele e una discontinuità al tetto caratterizzata da paraconglomerati (slump scars). Nella porzione basale (30-60 m dalla base) della successione possono essere presenti livelli paraconglomeratici (Fig. 2.27) di spessore sino metrico, a clasti in genere intrabacinali annegati in abbondante matrice micritico argillosa. Sono frequenti gli slumping e le deformazioni sinsedimentarie. L’analisi delle microfacies ha inoltre rivelato la presenza di sottili orizzonti con fosfati e hard grounds in un carotaggio effettuato presso S. Pellegrino Terme. La litozona inferiore è particolarmente sviluppata nelle aree di massimo spessore dell’unità (depocentri dei bacini) e dove generalmente è presente una potente successione del Gruppo dell’Aralalta. Dove gli spessori sono minori l’incremento nel contenuto in carbonati è più rapido e si osservano cicli asimmetrici marne - calcari di spessore 5-9 m, simili a quelli descritti da Masetti et alii (1989) in Valle Imagna. b) Litozona superiore (ARS2). Salendo nella successione si assiste ad un generalizzato incremento nel contenuto di CaCO3, con intercalazioni più regolari nelle peliti degli orizzonti carbonatici micritici con associati alla base calcari marnosi. L’ incremento della frazione carbonatica avviene ciclicamente con formazione di numerosi cicli in genere di tipo asimmetrico e con spessori da 7-8 m sino a 30 m (Fig. 2.28). Ciascun ciclo è caratterizzato da una porzione inferiore argillitico-marnosa laminata; una porzione mediana a contenuto di carbonato crescente, organizzata in strati decimetrici piano-paralleli a base netta entro cui si assiste ad un passaggio graduale da marne a calcari; e una superiore quasi completamente carbonatica, ben stratificata, con prevalenti mudstones ricristallizzati in microspariti e, raramente, nelle parti superiori dell’unità, wackestones-packstones a peloidi, intraclasti e bioclasti. Nella porzione mediana possono essere presenti livelli ricchi di bioclasti rimaneggiati ad opera di tempeste (Masetti et alii, 1989) (Fig. 2.29). Nelle Valli Brembilla, Imagna e Taleggio sono frequentemente associati, al tetto dei banchi carbonatici, lenti di spessore sino a plurimetrico di paraconglomerati intraformazionali (Jadoul & Gnaccolini, 1992). In Valle Imagna sono inoltre segnalati cicli di tipo shallowing upward, con frequenti tempestiti e grainstone-packstone peloidali con laminazioni incrociate (Masetti et alii, 1989). In alcuni settori marginali al bacino della Valle Imagna (Ponte della Grata), al tetto dei cicli asimmetrici, sono presenti superfici di discontinuità con bioturbazioni e/o sottili croste di Fe (Jadoul et alii, 1994) (Fig. 2.28). Il contenuto faunistico dell’Argillite di R. di Solto varia in funzione del contenuto in carbonato. Gli intervalli argillosi si presentano in genere sterili, ad eccezione di alcune località in Valle Imagna dove è stata raccolta una ricca fauna a Pesci, Vertebrati, Crostacei, Libellule (Paganonicom. pers.; Jadoul et alii, 1994). Nella litozona superiore, associati ai sottili orizzonti bioclastici (tempestiti) (Fig. 2.29), sono presenti strati fossiliferi con piccoli Lamellibranchi endobionti nelle marne e forme epibionti nei carbonati.

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Significativa è la presenza di Miophoriopsis isoscele (Stoppani), Corbula azzarolae (Stoppani), Laternula rhaetica (Gumbel), Promathildia hemes (D’Orbigny), Rhaetavicula contorta (Portlock), Modiolus ervensis (Stoppani), tutte specie ritenute, in vari studi degli anni 50-60 (Vecchia, 1950; Belloni, 1960, altre referenze in Gnaccolini, 1965) esclusive del Retico. La presenza di livelli ricchi in Bactrillium è nota sin dal secolo scorso. In base al contenuto faunistico l’unità è stata in passato attribuita al Retico; più recentemente gli studi sui vertebrati (Wild, 1989; Tintori e Renesto com. pers.) e soprattutto le associazioni delle palinofacies (Cirilli in Jadoul et alii, 1994) attribuiscono questa unità al Norico superiore. Il sistema deposizionale dell’Argillite di Riva di Solto è rappresentato da depressioni ereditate dalla paleogeografia del Gruppo dell’Aralalta (Fig. 2.26), relativamente poco profonde, con fondali in prevalenza anossici e in prevalenza nel raggio d’azione delle tempeste. La sedimentazione mista sarebbe in gran parte di origine extrabacinale: il terrigeno fine proverrebbe da aree emerse, i fanghi carbonatici da un sistema di piattaforme-rampe carbonatiche non affioranti nelle Prealpi Bergamasche. I processi sedimentari sarebbero stati controllati da elevati tassi di subsidenza e di sedimentazione in un contesto geodinamico di rifting. La variabilità laterale dello spessore e delle litofacies riflette inoltre l’influenza e la persistenza delle zone di alto strutturale individuatesi nel Norico medio (Jadoul et alii, 1994) e del controllo strutturale. L’incremento verso l’alto della successione degli apporti carbonatici viene interpretato come una maggiore prossimalità delle piattaforme carbonatiche-rampe in quanto progradanti su alcuni margini del Bacino Lombardo. L’evoluzione paleogeografica registrata dall’Argillite di Riva di Solto evidenzia il graduale passaggio da un ambiente ancora batimetricamente articolato, con circolazione ristretta al fondo ed inquinato da terrigeni, ad un ambiente di baia subtidale a circolazione più aperta, meno profonda e a sedimentazione mista argilloso-carbonatica. La sedimentazione ciclica argille - marne - calcari risente di pulsazioni ad alta frequenza, correlabili a variazioni climatico-eustatiche che hanno condizionato gli apporti terrigeni fini da terre emerse in un contesto climatico relativamente umido. Questo tipo di ciclicità si manifesta a scala diversa con cicli ad alta frequenza di V e IV ordine sino alle sequenze deposizionali (III ordine) e alla supersequenza Norico superiore-Hettangiano (II ordine). La ciclicità di III e IV ordine delle facies è stata interpretata come risposta del sistema deposizionale a fluttuazioni climatico-eustatiche controllate

da cause orbitali (Masetti et alii, 1989; Burchell et alii, 1990). 77 - Unità di Fuipiano: Definizione - Diamicton massivi a ciottoli e blocchi da spigolosi a subarrotondati, matrice limoso argillosa, supporto clastico: depositi di versante. Diamicton con blocchi fino a decine di metri cubi nei depositi di frana evoluti dai rilasci di versante. I corpi sedimentari presentano profili di alterazione variabili. Morfologie in erosione. Sinonimi - Unità di nuova istituzione. Litologia - L’Unità di Fuipiano comprende: - Depositi di versante: diamicton a ciottoli e blocchi spigolosi, con matrice fine anche abbondante, supporto di matrice o clastico. Diamicton a blocchi spigolosi con volume fino a molte decine di metri cubi. Diamicton con scarsi ciottoli spigolosi, abbondante matrice sabbioso limosa, clasti isoorientati paralleli al pendio, in letti clinostratificati (essenzialmente facies Tipo 3, clast-supported, e Tipo 4, matrix-supported). La litologia dei clasti e dei blocchi è riferibile a quella dei versanti sovrastanti, costituiti da unità carbonatiche di età tardo triassica e giurassica: Calcare di Sedrina, Dolomia a Conchodon e Calcare di Zu. I grandi blocchi slittati lungo il pendio hanno conservato i caratteri e la stratigrafia di queste formazioni, così che in precedenza sono stati cartografati come substrato in posto con complicazioni tettoniche. - Depositi lacustri: sabbie da fini, limose, fino a sabbie grossolane, in strati spessi sino a 10 cm, talora lenticolari, a laminazione pianoparallela, cui sono intercalate lenti di conglomerati fini e medi a clasti moderatamente arrotondati, supporto clastico e matrice arenacea grossolana. La cementazione è molto scarsa, quasi assente, nelle sabbie, e discreta nelle facies più grossolane. Sezione a NE di Galzaniga, impluvio a q. 1120 m, dal basso: - 200 cm; facies tipo 2 (partially open-work): clasti eterometrici spigolosi fino a 20 - 30 cm, supporto clastico, matrice sabbiosa fine che riempie parzialmente solo alcuni interstizi. I clasti sono carbonatici del versante. Limite superiore netto, erosivo. - 50 cm; livello come il sottostante, clasti debolmente gradati: gradazione da normale a inversa. Limite superiore graduale. - 60 cm; facies tipo 2 (partially open-work): conglomerato a clasti spigolosi fino a 40 cm, supporto clastico, matrice sabbiosa fine scarsa. Concrezioni calcitiche irregolarmente distribuite. Limite superiore erosivo. - 100 cm: come il livello sottostante, ma con limite superiore netto, erosivo. - 30-40 cm; facies tipo 3 (clast-supported): ghiaia a supporto clastico, con clasti eterometrici da spigolosi a debolmente arrotondati, matrice limosa abbondante. Alla base ciottoli alterati. Limite superiore netto, erosivo. - 500 cm; facies tipo 2 (partially open-work): conglomerato a clasti eterometrici molto grossolani a spigoli vivi o debolmente arrotondati, supporto clastico, scarsa matrice sabbiosa fine. Gradazione inversa. Limite superiore netto, erosionale. - 200 cm; facies tipo 1 (open-work): conglomerato a supporto clastico, con clasti spigolosi e blocchi metrici. I clasti sono carbonatici dei versanti, e presentano in superficie fenomeni di corrosione di tipo carsico molto evidenti. Interpretazione: successione di depositi di versante e di frana. Area di Affioramento - L’Unità di Fuipiano è distribuita in tutta la Valle Imagna, la Val Brembilla ed l’alta Val Taleggio. Morfologia - I depositi di versante dell’Unità di Fuipiano sono caratterizzati da morfologie tipiche degli accumuli di frana, con nicchie e fronti di distacco, ed accumuli al piede con contropendenze; su alcuni versanti (ad esempio a monte di Fuipiano Imagna) sono molto evidenti e numerose le contropendenze, avvallamenti e dossi che evidenziano

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la presenza di superfici di movimento anche entro i depositi stessi. Nelle più vaste aree di dissesto la deformazione complessiva sembra ridursi verso monte, e gli ammassi rocciosi conservano evidenze di movimenti minori, quali scivolamenti gravitativi con rotazione scarsa o nulla dei blocchi; in vicinanza delle creste si osservano comunemente semplici rilasci di versante impostati su linee strutturali. Queste aree non sono mai state glacializzate, e così il territorio non ha mai subito azione erosiva da parte dei ghiacciai, evolvendosi quindi in funzione della gravità dopo l’incisione dei solchi vallivi. La presenza di alternanze di litotipi competenti (Calcare di Sedrina, Dolomia a Conchodon, Calcare di Zu) e litotipi plastici (Calcare di Moltrasio, Marne del Calcare di Zu, Argillite di Riva di Solto) e di lineamenti strutturali recenti ha favorito questo tipo di evoluzione. L’Unità di Fuipiano è costituita da differenti corpi sedimentari; le facies di versante presentano geometrie grossolanamente cuneiformi alla scala del versante, con accumuli al piede che si raccordano al pendio verso le nicchie di distacco. Rapporti Stratigrafici - Il limite inferiore coincide sempre, nei depositi di frana, con la superficie di distacco e di scivolamento. Eta’ - L’età di questi depositi è incerta, in quanto una valutazione relativa può essere basata solo sull’analisi dello stato di alterazione dei materiali; l’unico dato certo è che tutti gli accumuli di frana sono comunque posteriori all’incisione degli attuali solchi vallivi. I singoli corpi sedimentari sono certamente di età differenti (è possibile infatti riconoscere una serie di eventi) per cui si è ritenuto opportuno considerarli Pleistocenici in senso lato, osservando che il profilo di alterazione è variabile, ma raramente spinto. L’evoluzione di queste aree è proseguita nell’Olocene, e quindi i corpi sedimentari relativi sono stati cartografati nell’Unità Postglaciale (esempio frana di Fuipiano, 1974).

Estratto carta geologica provinciale

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Aspetti vegetazionali: Essendo una sintesi fra i caratteri geolitologici, climatici e fitogeografici, le regioni

forestali sono la prima chiave di interpretazione della vegetazione di un dato territorio. In “I tipi forestali della Lombardia” DEL FAVERO suddivide la lombardia in sei regioni forestali dalla pianura ai massici montuosi: 1 appenninica; 2 planiziale (bassa pianura, alta pianura e planalti); 3 avanalpica; 4 esalpica (centroorientale estera e centroorentale interna) 5 mesalpica; 6 endalpica. Il territorio del comune di Roncola si trova nella Regione esalpica: è la regione che s'incontra successivamente alla fascia collinare e comprende i primi rilievi prealpini di una certa rilevanza altitudinale. In questa regione prevalgono nettamente le latifoglie anche se non mancano formazioni di conifere costituite prevalentemente da pinete di pino silvestre. Gli abeti, pur talvolta presenti, sono stati spesso introdotti dall'uomo anche se successivamente possono essersi diffusi spontaneamente. La loro caratteristica differenziale principale, rispetto a quelli presenti nella regione mesalpica, è la rapida crescita e il precoce invecchiamento (l'abete rosso a 70-80 anni mostra già fenomeni d'invecchiamento, l'abete bianco in età ancora relativamente giovane ha, in genere, il nido di cicogna), fatto che ha notevoli ripercussioni selvicolturali. Altro carattere peculiare di questa regione, rispetto a quelle più interne, è che le formazioni altitudinalmente terminali, che spesso ricoprono anche la sommità dei rilievi, sono ancora costituite prevalentemente da latifoglie.

IL P.I.F. Le Tipologie desunte dal piano d’indirizzo forestale della Comunità montana Valle Imagna fanno rientrare l’area boscata tra le superfici coperte da “CASTAGNETO DEI SUBS. CARB.DEI SUOLI MESICI”

estratto P.I.F. Comunità Montana Valle Imagna

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Aspetti geografici : Il comune di S.Omobono Terme si è fuso recentemente con il Comune di Valsecca è un comune compreso nella Comunità Montana Valle Imagna e dista circa 30 km da Bergamo. Ha una superficie di 15 kmq e circa 3000 abitanti. Il territorio del comune ha un discreto gradiente altimetrico in quanto si passa dai 400 m s.l.m. del capoluogo ad una quota prossima a circa 1800 m s.l.m. in corrispondenza della “Serrata” cima del Resegone . Il comune si compone di un nucleo principale (Selino Basso) ed alcune Frazioni tra cui la frazione “Selino alto, Cepino, Mazzoleni e Valsecca . Lo sviluppo edificatorio ha trasformato profondamene il paese che ha conosciuto un notevole sviluppo urbanistico nel corso degli anni 70 e 80 . Lo sviluppo della rete stradale ha permesso di collegare tutte le frazioni anche quelle poste al di fuori dei tracciati principali ( ad esempio i Carevi, Cà Morone ecc. ) . L’area oggetto d’intervento è posta ad una quota compresa tra i 500 ed i 600 m.slm. .

estratto CTR scala 1:10.000

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Il paesaggio : Il paesaggio della zona è facilmente leggibile dalla ortofotocarta. L’area d’intervento è composto da un susseguirsi di boschi, prati e prati pascoli, ancora coltivati, e con numerosi fabbricati sparsi e stalle ora trasformate in abitazioni, immediatamente a sud della zona d’intervento si scende all’interno della Valle e l’area risulta completamente coperta da boschi tutti in forte stato di abbandono.

ESTRATTO ORTOFOTOCARTA

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5 LO STATO ATTUALE DEL BENE OGGETTO DI TUTELA PAESAGGISTICA Lo stato attuale del bene oggetto di tutela paessaggistica Come già evidenziato in precedenza gli ambiti oggetto di intervento risultano assoggettati a vincolo paesaggistico per effetto dell’articolo 142 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n.137”. Nello specifico le aree rientrano nelle categorie geografiche indicate come: “Boschi e foreste(comma 1, lettera g – art. 142 d. lgs. 42/2004): L’area oggetto d’intervento per la realizzazione dell’intervento è coperta bosco, così come definito dalla vigente normativa regionale, trattasi di aree di scarso valore paesaggistico, presentando forte grado di acclività,vegetazione di scarso valore e di difficile raggiungimento. Il bosco non risulta curato da svariate decine di anni anche a acausa dell’eccessiva acclività dei luoghi e soprattutto della difficoltà di raggiungimento degli stessi con macchine operatrici . A seguito del movimento franoso, l’area risulta ulteriormente degradata ed abbandonata,come testimoniato dalla documentazione fotografica allegata.

Elementi significativi di valore paesaggistico e impatto delle trasformazioni proposte Piano Territoriale Paesistico Regionale Alla luce di quanto esposto in merito alla lettura paesaggistica dell’area e alle indicazioni degli strumenti di pianificazione sovracomunale si può dire che le opere in oggetto non interessano elementi puntuali di importante pregio paesaggistico. La realizzazione dell’opera non avrà impatto sulla percezione paesaggistica visibile dai coni di visuale lontani dall’area di realizzazione non essendo previsto un massiccio taglio della vegetazione presente lungo il tracciato . L’impatto maggiore si avrà nel contesto micro paesaggistico visibile solo attraverso un accesso diretto all’area o percorrendo il greto del torrente Af . L’intervento così realizzato appare compatibile con le indicazioni del PTPR sia per la localizzazione (unica possibile), sia per le caratteristiche proprie delle opere. Gli oggetti di significato all’origine del paesaggio, i siti o i luoghi sensibili non vengono alterati in modo significativo. In particolare l’intervento non determina significativi effetti fisici o percettivi su: Componenti del paesaggio fisico: terrazzi di valle, orli e scarpate; pareti con evidenza di motivi strutturali ed architettonici, pianalti del piano montato; Componenti del paesaggio naturale: ambiti naturalistici e faunistico. Componenti del paesaggio agrario: ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati, roccoli, partizioni dei coltivi, terrazzi, ronchi, ciglioni, muri a secco, siepi, recinzioni in legno e altre delimitazioni naturali, sistemi di irrigazione tradizionali, dimore tradizionali e fienili… Componenti del paesaggio storico-culturale: antichi tracciati, castelli, residenze nobiliari, loro parchi e giardini, impianto e struttura dei borghi di origine medievale, chiese parrocchiali di particolare dominanza percettiva, santuari, oratori campestri, luoghi votivi e rituali, archeologia industriale. Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: i luoghi dell’identità locale, belvedere,ecc.

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6 ELEMENTI SIGNIFICATIVI DI VALORE PAESAGGISTICO E IMPATTO DELLE TRASFORMAZIONI PROPOSTE ESAME IMPATTO PAESISTICO DEL PROGETTO Tabella 1A – Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica del sito oggetto di intervento.

Modi di valutazione

Chiavi di lettura SI NO

1. Morfologico/ Strutturale

• APPARTENENZA O CONTIGUITÀ A SISTEMI PAESISTICI:

- di interesse naturalistico elementi naturalistico-ambientali significativi per quel luogo: alberature, monumenti naturali, fontanili o zone umide che non si legano a sistemi più ampi, aree verdi che svolgono un ruolo nodale nel sistema del verde; - di interesse storico agrario filari, elementi della rete irrigua e relativi manufatti (chiuse, ponticelli), percorsi poderali, nuclei e manufatti rurali; - di interesse storico-artistico centri e nuclei storici, monumenti, chiese e cappelle, mura storiche; - di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica) percorsi (anche minori) che collegano edifici storici di rilevanza pubblica, parchi urbani, elementi lineari (verdi o d’acqua) che costituiscono la connessione tra situazioni naturalistico-ambientali significative, “porte” del centro o nucleo urbano, stazione ferroviaria;

• APPARTENENZA O VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN ELEVATO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DI IMMAGINE

- quartieri o complessi di edifici; - edifici prospicienti una piazza compreso i risvolti; - edifici su strada aventi altezza in gronda non superiore alla larghezza della via;

• APPARTENENZA O VICINANZA AD UN LUOGO CONTRADDISTINTO DA UN SCARSO LIVELLO DI COERENZA SOTTO IL PROFILO TIPOLOGICO, LINGUISTICO E DEI VALORI DI IMMAGINE MERITEVOLE DI RIQUALIFICAZIONE

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2. Vedutistico

• Interferenza con punti di vista panoramici

il sito interferisce con un belvedere o con uno specifico punto panoramico o prospettico;

• Interferenza/contiguità con percorsi di fruizione paesistico-ambientale il sito si colloca lungo un percorso locale di fruizione paesistico-ambientale (il percorso-vita nel bosco, la pista ciclabile lungo il fiume, il sentiero naturalistico, o altro);

• Interferenza con relazioni percettive significative tra elementi locali di interesse storico, artistico e monumentale

il sito interferisce con le relazioni visuali storicamente consolidate e rispettate tra punti storicamente consolidate e rispettate tra punti significativi di quel territorio;

• Interferenza/contiguità con percorsi ad elevata percorrenza adiacenza a tracciati stradali anche di interesse storico, tracciati ferroviari;

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X

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X

X

3. Simbolico

• Interferenza/contiguità con luoghi contraddistinti da uno status di rappresentatività nella cultura locale.

- luoghi che pur non essendo oggetto di celebri citazioni rivestono un ruolo rilevante nella definizione e nella consapevolezza dell’identità locale (luoghi celebrativi o simbolici). - luoghi connessi sia a riti religiosi (percorsi professionali, cappelle votive) sia ad eventi o ad usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali, luoghi rievocativi di leggende e racconti popolari, luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata).

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Tabella 1B – Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica del sito oggetto di intervento.

Modi di valutazione Valutazione ed esplicazione sintetica in relazione alle chiavi di lettura

Classe di sensibilità

1. Morfologico-strutturale

Non sono presenti significativi elementi naturalistici, storico artistico

�Molto bassa X Bassa

� Media

� Alta

� Molto alta

2. Vedutistico

Non si rilevano importanti elementi significativi dal punto di vista vedutistico

� Molto bassa X Bassa

� Media

� Alta

� Molto alta

3. Simbolico

Non si rilevano importanti elementi significativi dal punto di vista simbolico

�Molto bassa X Bassa

� Media

� Alta

� Molto alta

Giudizio complessivo

Il giudizio complessivo si traduce nell’attribuzione alla classe 3 Grado di sensibilità paesistica MEDIA

�1 �2 X 3 �4 �5

Valori di giudizio complessivo da esprimersi in forma numerica secondo la seguente associazione tenendo conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai tre modi di valutazione (tab. 1B), alle chiavi di lettura (tab. 1A) e in base alla rilevanza assegnata ai diversi fattori analizzati: 1 = Sensibilità paesistica molto bassa 2 = Sensibilità paesistica bassa 3 = Sensibilità paesistica media 4 = Sensibilità paesistica alta 5 = Sensibilità paesistica molto alta N.B. Nella colonna centrale indicare sinteticamente le motivazioni che hanno portato alla determinazione della classe di sensibilità.

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DETERMINAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO Tabella 2A – Criteri e parametri per determinare il grado di incidenza di un progetto

Criteri di valutazione Rapporto contesto/progetto: parametri di valutazione

Incidenza : si No

1. Incidenza morfologica e tipologica

• ALTERAZIONE DEI CARATTERI MORFOLOGICI DEL LUOGO: - altezza e allineamento degli edifici - andamento dei profili - profili di sezione urbana - prospetti pieni/vuoti: rapporto e/o allineamenti tra aperture (porte, finestre, vetrine) e superfici piene tenendo conto anche della presenza di logge, portici, bow-window e balconi. - articolazione dei volumi • ADOZIONE DI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE NON AFFINI A QUELLE PRESENTI NELL’INTORNO PER LE MEDESIME DESTINAZIONI FUNZIONALI: - tipologie di coperture prevalenti (piane, a falde, etc.) e relativi materiali. - tipologia di manufatti in copertura: abbaini, terrazzi, lucernari, aperture a nastro con modifica di falda e relativi materiali. • ALTERAZIONE DELLA CONTINUITÀ DELLE RELAZIONI TRA ELEMENTI ARCHITETTONICI E/O TRA ELEMENTI NATURALISTICI •CARATTERIZZAZIONE DEL PROGETTO QUALE ELEMENTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL SITO.

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2. Incidenza linguistica: stile, materiali, colori

• CONFLITTO DEL PROGETTO RISPETTO AI MODI LINGUISTICI PREVALENTI NEL CONTESTO, INTESO COME INTORNO IMMEDIATO

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3. Incidenza visiva • INGOMBRO VISIVO • OCCULTAMENTO DI VISUALI RILEVANTI • PROSPETTO SU SPAZI PUBBLICI

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X

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4. Incidenza simbolica

• INTERFERENZA CON I VALORI SIMBOLICI ATTRIBUITI DALLA COMUNITÀ LOCALE AL LUOGO

X

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Tabella 2B – Criteri e parametri per determinare il grado di incidenza di un progetto Criteri di valutazione Valutazione sintetica in relazione ai

parametri di cui alla tabella2A Classe di incidenza

Incidenza morfologica e tipologica

� Molto bassa X Bassa

� Media

� Alta

Incidenza linguistica: stile, materiali, colori

Il linguaggio progettuale si uniforma a quello del contesto

X Molto bassa

� Bassa

� Media

� Alta

Incidenza visiva X Molto bassa

� Bassa

� Media

� Alta

Incidenza simbolica Non si rilevano interferenze con i luoghi simbolici

X Molto bassa

� Bassa

� Media

� Alta

Giudizio complessivo X 1 � 2 � 3 �4 � 5

Il giudizio complessivo da esprimersi in forma numerica secondo la seguente associazione tenendo conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai criteri di valutazione della tabella 2B e ai parametri di valutazione della tabella 2 A: 1 = Incidenza paesistica molto bassa 2 = Incidenza paesistica bassa 3 = Incidenza paesistica media 4 = Incidenza paesistica alta 5 = Incidenza paesistica molto alta N.B. Nella colonna centrale occorre indicare sinteticamente le motivazioni che hanno portato alla determinazione della classe di incidenza.

Determinazione del livello di impatto paesistico del progetto La tabella che segue, viene compilata sulla base dei “giudizi complessivi”, relativi alla classe di sensibilità paesistica del sito e al grado di incidenza paesistica del progetto, espressi sinteticamente in forma numerica a conclusione delle due fasi valutative indicate.

DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI IMPATTO PAESISTICO : Sensibilità del sito determinato tab. 1B : 1 Incidenza del progetto determinato tab 2B: 1

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1 Tabella 3 – Determinazione dell’impatto paesistico dei progetti Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito x incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito

1 2 3 4 5

5 5 10 15 20

25

4 4

8 12 16

20

3

3 6 9 12

15

2 2 4 6 8

10

1 1 2 3 4 5

Soglia di rilevanza: 5 Soglia di tolleranza: 16 Da 1 a 4: impatto paesistico sotto la soglia di rilevanza Da 5 a 15: impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza Da 16 a 25: impatto paesistico sopra la soglia di tolleranza Quando il risultato è considerato di impatto paesistico inferiore alla soglia di rilevanza, il progetto per definizione normativa, è automaticamente giudicato accettabile sotto il profilo paesistico. Qualora il risultato risulti superiore alla soglia di rilevanza o di tolleranza, il progetto dovrà essere esaminato dalla Commissione per il Paesaggio al fine di determinarne il “giudizio di impatto paesistico”. Gli elaborati progettuali devono essere corredati da specifica relazione paesistica che chiarisca il percorso di valutazione seguito e le motivazioni che hanno portato alla determinazione della classe di sensibilità del sito e del grado di incidenza del progetto. La relazione argomenterà le valutazioni fornite sulla base delle verifiche in loco (sopralluoghi) e della documentazione e degli studi di interesse paesistico disponibili, a partire dal Piano Territoriale Paesistico Regionale.

RISULTANZE CONCLUSIVE : L’intervento, interessa un’area boscata di scarso valore paesaggistico, mira al consolidamento del versante ed al reimpianto di vegetazione più consona alla litologia dei suoli . Gli scavi ed i riporti di terra andranno a riprofilare il versante cercando di mantenere elementi di naturalità dello stesso. Il taglio delle piante sarà limitato allo stretto necessario per la realizzazione dell’opera e per consentire il consolidamento generale dell’area. Le scarpate saranno tutte rinverdite e consolidate prontamente con tecniche d’ingegneria naturalistica.