COMUNISTA ANARCHICO. -...

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\nn\j XXIì. N" 597 11» Il ffll il I "■*»' *—j MI Mil m «iiji 13 Settembre 1922 COMUNISTA ANARCHICO. «a»ww m m w > ^ 1 SVIZZERA ED ITALIA Abbonamento : annuo, fr. 5 ; semestrale, fr. 2.50 Un numero separato : io cent. PERIODICO QUINDICINALE Indirizzare lettere e vaglia : IL RISVEGLIO Rue des Savoises, 6, GINEVRA (Svizzera) PAESI DELL%NIONE POSTALE abbonamento : annuo, fr. 5; semestrale, fr. 2.50 Un numero separalo : io cent. Le Origini dell' Internazionale antiautoritaria Dal libro del compagno Neltlau : Errico Malatesta, Vita e Pensieri togliamo queste pagine riferentisi a quegli avvenimenti che i compagni in [svizzera si preparano a comme morare : La Conferenza di Rimini (6 agosto 1872) degli internazionalisti italiani, in un ordine del gior no ben nolo aveva protestato contro i tentativi da parte del Consiglio generale di Londra d'im porre all'Internazionale una speciale teoria auto ritaria, quella cioè del Partito comunista tede sco ; respinse.linoltre, ogni solidarietà con detto Consiglio, confermando invece la sua solidarietà economica con tutti i lavoratori, e convocò un Congresso generale antiautoritario da tenersi in Isvizzera il giorno stesso del Congresso Interna zionale all'Aja. Mentree Marx considerò questa decisione come il supremo tenta tivo di Bakunin per rimpiazzare l'Inter nazionale, essa non fu in realtà che un colpo di testa indipendente dei giovani italiani, cui riè Bakunin i suoi amici di altri paesi diedero mai la loro appro vazione e che non venne attuata. Gli ita liani non parteciparono al Congresso dell'Aja.cui assistè soltanto Cafiero come spettatore. Essi, Malatesta compreso, at tesero il ritorno dei loro compagni stra nieri dall'Aja ed insieme si recarono in Isvizzera per discutere. E' impossibile narrare qui con esattez za sia pure approssimativa la storia degli interni dissensi dell'Internazionale e del l'eco ch'ebbero in Italia. Non si tratta già di vecchie, dimenti cate quisquilie di partito, ma di dibattiti, mosse e contromosse molto somiglianti a quelle dei nostri giorni. Purtroppo, pochi soltanto, e fra essi Malatesta, sono in grado di riferire questo capitolo della storia del socialismo, mentre altri 0 lo ignorano completamente, o quel che è peggio, lo conoscono sotto una versione parziale e inesa tta, da lungo tem smen tita, ma di continuo riesumala con de plorevole leggerezza. Uno dei fatti principali nelle intime lotte dell'Internazionale in quel tempo era la ognor crescente inutilità dell'amministrazione centrale di fronte alla vita locale nuova ed indi pendente che fioriva dappertutto ; i funzionari permanenti, invece d'andarsene quando consta tarono che non erano più desiderati, divennero furibondi nel vedersi trascurati. Il 19 dicembre 1871, Garibaldi scriveva a Celso Cerretti: «Noi siamo un ramo dell'Interna zionale. Ciò non deve toglierci però il diritto di regolarci internamente come vogliamo. » Questo atleggiamento incoraggia i Fasci ope rai (società operaie locali miste aderenti all'In ternazionale) a non tenere alcun conto del rego lamento di Londra, tanto che lo Statuto del Con gresso di Bologna (1719 marzo 1872, a5 pp.; dichiara solidarietà perfetta con l'Internazionale, ma non fa la minima menzione del Consiglio generale. Bakunin, come già sappiamo, non approvò mai questa attitudine, come rilevasi da una let tera del 3 gennaio 1872, scritta ai compagni di Romagna, in cui dice : «Vedo bene che voi siete tutti internazionalisti nel cuore, ma non avete ancora il coraggio di dichiararvi apertamente sezioni dell'Internazionale. » Garibaldi, dal cauto suo, scriveva da Caprera a Cerretti il 3o dicembre 1871 : « Io credo quindi che per dominare il bizantinismo che affligge la democrazia mondiale, il solo rimedio sia la dit tatura onesta e temporaria»—idea che Bakunin non cessò mai di combattere. Infatti, nella suc citata lettera, egli dice : « la sua [di Garibaldi] idea fìssa è la dittatura e niente è così contrario alla rivoluzions sociale come la dittatura... » L'opera di propaganda più notevole compiuta da Bakunin in questo tempo, è la sua lunga let tera a Celso Cerretti, scritta dal 13 al 27 marzo 1872, dopo avere avuto notizia della morte di Mazzini, lettera pubblicata dalla rivista La Société Nouvelle nel numero di febbraio 1896. In essa egli tratta dei partiti avanzati esistenti e dei loro capi, delle condizioni per una rivoluzione sociale in Italia, della parte da attribuirsi alla popola zione rurale, ecc. Egli prevede la persecuzione dell'Internazio nale ed esorta a premunirsi creando un'organiz zazione segreta entro le sezioni. « Anche suppo MICHELE BAKUNIN (181A1876) nendo che le associazioni pubbliche siano desti nale a continuare, io credo che prima o dopo voi incomincerete a comprendere la necessità di formare nell'ambito di esse dei nuclei composti dei membri più fidali, più devoti, più intelli genti ed energici, degli intimi, in una parola. » Questi nuclei da costituirsi dappertutto e da mantenere in stretti rapporti fra loro, in Italia e all'estero, dovevano essere l'anima inspiratrice e vivificatrice di quell'immenso organismo che è l'Internazionale, e trattare le questioni che non possono essere trattate in pubblico. « Essi for meranno il ponte necessario fra la propaganda delle teorie socialiste e la pratica rivoluziona ria... » Quantunque nel 1872 non vi fosse alcun mo vimento rivoluzionario in imminente prepara zione, nondimeno la situazione e lo spiri lo allora prevalenti non erano permeati dalla sorda di sperazione che afflisse i partiti socialisti per tanti anni prima della guerra e li rese impotenti di fronte agli avuenimenti che precedettero il 1914 ed i giorni attuali. L'Internazionale italiana fu al suo principio, nelle sue attive personalità, una forza decisa all'azione in un ragionevole lasso di tempo. Essa aveva dinanzi agli occhi l'esèmpio di Garibaldi, della Comune di Parigi, della rivoluzione spagntiola del 1868, i cui moti non erano per anco sopiti. A questo si aggiunga il malconteelo sociale dovuto al nuovo regime borghese, che dal 1860 aveva intensificato la precedente oppressione feudale. La rivoluzione non sombrava all'atto utopistica ad uomini i quali, sotto questo riguardo, non facevano che continuare a seguir la via tracciata dal Risor gimento. Tali considerazioni possono aiutare a for marsi uu'idea dell'intensità, dell'ardore, delle speranze che animavano gl'internazionalisti al l'inizio del loro movimento. Dopo questo anno di attività, il consolida mento del lavoro tracciato a Rimini e gli avve nimenti nel seno dell'Internazionale, il Con gresso dell'Aja che doveva abbattere Bakunin e bandire Lutti i suoi principi! contribuì a spin gerei più avanzati elementi italiani a contatto personale diretto coi Hvblilzibtìati di al tri paesi. Intendo alludere al lóro viaggio in Isvizzera del Settembre del 1872. Bakunin, col qinUe risiedeva alltira il giovane Pezza di Milano, assai sofferente e morto cinque mesi dopo, si ola trasfe rito a Zurigo sin dal 25 agoslo. Belichè occupatissimo nella sua corrispondenza internazionale e negli affari russi,scrisse nei giorni 3o agosto, 3, k e ó settembre la « Costituzione dei Fratelli » e lo « Sta tuto dell'Alleanza », vale a dire il rego lamento del suo gruppo segreto nella forma in cui doveva essere proposto ai compagni coi quali stava per abboccarsi. Dal suo diario : l\ settembre : lettera da Beniamino [Malatesta] ; 5. Beppe e Gia como [Fanelli e Nabruzzi] sono arrivati ; 6. Discussione e lettura dello statuto pro posto ; 7. Arriva Malatesta questo il giorno in cui Malatesta s'incontra perla prima volta cori Bakunin] ; 8. Bakunin mattìrra e sera con gli italidtìi ; 9. Dalla 1 1/2 alle 6 si légge e si [irliscutë lo Sta tuto ; io. Arrivano dall'Aja Cafiero, i.Schwitzguebel [Giura svizzero], quattro ^delegati spagnuoli : Morago. FargaPelli Scer, Marselau ed Aldini ; ri. Arriva Co sta; statuto letto e discusso mattina e sera; 12. « Accettato, bacio fraterno e .stretta di mano ; la sera si discute del 101 inente Congresso di SaintImier. Il il\, tutti costoro, compresi un giovane fran cese di Lione, Camillo Carnet, ed un gruppo di studenti russi, uomini e donne, partono da Zu rigo per la ChauxdeFonds, dove trovano altri russi e Pindy, membro della Comune di Parigi. i5 settembre. Congresso regionale prima ed in ternazionale poi a SaintImier ; James Guillau me e Lefrançais, altro membro della Comune, vi partecipano pure. 16. Fine del secondo Con gresso e partenza per Neuchàtel, dove il 17 ha luogo una seduta dei membri dell'Alleanza, con la partecipazione di Guillaume. Il 18 di nuovo seduta a Zurigo; 19. Discussio ne sui mezzi ; « platonismo dottrinario di Mar seleau » ; 20. Spiegazioni con Marselau ; conci liazione generale ; 21. Si decide il sistema di cor rispondenza; 22. Gli spagnuoli partono.; 23. Ca fiero, Pezza, Fanelli, Nabruzzi e Malatesta par tono da Zurigo. Lo Statuto creò fratelli internazionali, nazio nali, provinciali, ecc. ; in Italia gli unici fratelli internazionali furono Cafiero, Costa, Nabruzzi, Fanelli e Malatesta. Il nome dato all'organizza zione fu probabilmente Alleanza Socialista Ri voluzionaria [veggasi Malatesta in La Questione sociale, Paterson, N. J., 25 novembre 1899]. Lo Statuto venne copiato dai membri di Zurigo e porlato in Italia ; di una traduzione in italiano furono fatte seio sette copie, di cui una, scritta da Costa ed intitolata Programma ed oggetto l

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11» Il ffll i l ­I ­ " ■ * » ­ ' „ * — j M I M i l m «iiji

13 Settembre 1922

COMUNISTA ­ ANARCHICO. «a»ww — m m m» w > ^ 1

SVIZZERA ED ITALIA Abbonamento : annuo, fr. 5 ; semestrale, fr. 2.50

Un numero separato : io cent.

PERIODICO QUINDICINALE Indirizzare lettere e vaglia : IL RISVEGLIO

Rue des Savoises, 6, GINEVRA (Svizzera)

PAESI DELL%NIONE POSTALE abbonamento : annuo, fr. 5; semestrale, fr. 2.50

Un numero separalo : io cent.

Le Origini dell' Internazionale antiautoritaria Dal libro del compagno Neltlau : Err ico

Malatesta, Vita e Pensier i — togliamo queste pagine riferentisi a quegli avvenimenti che i compagni in [svizzera si preparano a comme­

morare :

La Conferenza di Rimini (6 agosto 1872) degli internazionalisti italiani, in un ordine del gior­no ben nolo aveva protestato contro i tentativi da parte del Consiglio generale di Londra d ' im­porre all 'Internazionale una speciale teoria auto­ritaria, quella cioè del Partito comunista tede­sco ; respinse.linoltre, ogni solidarietà con detto Consiglio, confermando invece la sua solidarietà economica con tutti i lavoratori, e convocò un Congresso generale antiautoritario da tenersi in Isvizzera il giorno stesso del Congresso Interna­zionale all'Aja. Mentree Marx considerò questa decisione come il supremo tenta­tivo di Bakunin per rimpiazzare l ' Inter­nazionale, essa non fu in realtà che un colpo di testa indipendente dei giovani italiani, cui riè Bakunin nò i suoi amici di altri paesi diedero mai la loro appro­vazione e che non venne attuata. Gli ita­liani non parteciparono al Congresso dell'Aja.cui assistè soltanto Cafiero come spettatore. Essi, Malatesta compreso, at­tesero il ritorno dei loro compagni stra­nieri dall'Aja ed insieme si recarono in Isvizzera per discutere.

E' impossibile narrare qui con esattez­za sia pure approssimativa la storia degli interni dissensi dell 'Internazionale e del­l'eco ch'ebbero in Italia.

Non si tratta già di vecchie, dimenti­cate quisquilie di partito, ma di dibattiti , mosse e contromosse molto somiglianti a quelle dei nostri giorni. Purtroppo, pochi soltanto, e fra essi Malatesta, sono in grado di riferire questo capitolo della storia del socialismo, mentre altri 0 lo ignorano completamente, o quel che è peggio, lo conoscono sotto una versione parziale e inesa tta, da lungo tem pò smen­tita, ma di continuo riesumala con de­plorevole leggerezza.

Uno dei fatti principali nelle int ime lotte dell 'Internazionale in quel tempo era la ognor crescente inutilità dell 'amministrazione centrale di fronte alla vita locale nuova ed indi­pendente che fioriva dappertutto ; i funzionari permanent i , invece d'andarsene quando consta­tarono che non erano più desiderati, divennero furibondi nel vedersi trascurati.

Il 19 dicembre 1871, Garibaldi scriveva a Celso Cerretti: «Noi siamo un ramo dell ' Interna­zionale. Ciò non deve toglierci però il diritto di regolarci internamente come vogliamo. »

Questo atleggiamento incoraggia i Fasci ope­rai (società operaie locali miste aderenti all ' In­ternazionale) a non tenere alcun conto del rego­lamento di Londra, tanto che lo Statuto del Con­gresso di Bologna (17­19 marzo 1872, a5 pp . ; dichiara solidarietà perfetta con l 'Internazionale, ma non fa la minima menzione del Consiglio generale.

Bakunin, come già sappiamo, non approvò mai questa att i tudine, come rilevasi da una let­tera del 3 gennaio 1872, scritta ai compagni di Romagna, in cui dice : «Vedo bene che voi siete tutti internazionalisti nel cuore, ma non avete ancora il coraggio di dichiararvi apertamente sezioni dell 'Internazionale. »

Garibaldi, dal cauto suo, scriveva da Caprera a Cerretti il 3o dicembre 1871 : « Io credo quindi che per dominare il bizantinismo che affligge la democrazia mondiale, il solo r imedio sia la dit­tatura onesta e temporar ia»—idea che Bakunin

non cessò mai di combattere. Infatti, nella suc­citata lettera, egli dice : « la sua [di Garibaldi] idea fìssa è la dittatura e niente è così contrario alla rivoluzions sociale come la dittatura. . . »

L'opera di propaganda più notevole compiuta da Bakunin in questo tempo, è la sua lunga let­tera a Celso Cerretti, scritta dal 13 al 27 marzo 1872, dopo avere avuto notizia della morte di Mazzini, lettera pubblicata dalla rivista La Société Nouvelle nel numero di febbraio 1896. In essa egli tratta dei partiti avanzati esistenti e dei loro capi, delle condizioni per una rivoluzione sociale in Italia, della parte da attribuirsi alla popola­zione rurale, ecc.

Egli prevede la persecuzione dell ' Internazio­nale ed esorta a premunirs i creando un'organiz­zazione segreta entro le sezioni. « Anche suppo­

MICHELE BAKUNIN (181A­1876)

nendo che le associazioni pubbliche siano desti­nale a continuare, io credo che prima o dopo voi incomincerete a comprendere la necessità di formare nell 'ambito di esse dei nuclei composti dei membri più fidali, più devoti, più intelli­genti ed energici, degli in t imi , in una parola. »

Questi nuclei da costituirsi dappertutto e da mantenere in stretti rapporti fra loro, in Italia e all'estero, dovevano essere l 'anima inspiratrice e vivificatrice di quel l ' immenso organismo che è l 'Internazionale, e trattare le questioni che non possono essere trattate in pubblico. « Essi for­meranno il ponte necessario fra la propaganda delle teorie socialiste e la pratica rivoluziona­ria. . . »

Quantunque nel 1872 non vi fosse alcun mo­vimento rivoluzionario in imminente prepara­zione, nondimeno la situazione e lo spiri lo allora prevalenti non erano permeati dalla sorda di­sperazione che afflisse i partiti socialisti per tanti anni prima della guerra e li rese impotenti di fronte agli avuenimenti che precedettero il 1914 ed i giorni attuali . L'Internazionale italiana fu al suo principio, nelle sue attive personalità, una forza decisa all'azione in un ragionevole lasso di tempo. Essa aveva dinanzi agli occhi l 'esèmpio di Garibaldi, della Comune di Parigi, della rivoluzione spagntiola del 1868, i cui moti non erano per anco sopiti. A questo si aggiunga

il malconteelo sociale dovuto al nuovo regime borghese, che dal 1860 aveva intensificato la precedente oppressione feudale. La rivoluzione non sombrava all'atto utopistica ad uomini i quali, sotto questo r iguardo, non facevano che continuare a seguir la via tracciata dal Risor­gimento.

Tali considerazioni possono aiutare a for­marsi uu' idea dell ' intensità, dell 'ardore, delle speranze che animavano gl ' internazionalisti al­l ' inizio del loro movimento.

Dopo questo anno di attività, il consolida­mento del lavoro tracciato a Rimini e gli avve­nimenti nel seno dell 'Internazionale, il Con­gresso dell'Aja che doveva abbattere Bakunin e bandire Lutti i suoi principi! contribuì a spin­g e r e i più avanzati elementi italiani a contatto

personale diretto coi Hvblilzibtìati di al­tri paesi. Intendo alludere al lóro viaggio in Isvizzera del Settembre del 1872.

Bakunin, col qinUe risiedeva alltira il giovane Pezza di Milano, assai sofferente e morto cinque mesi dopo, si ola trasfe­rito a Zurigo sin dal 25 agoslo. Belichè occupatissimo nella sua corrispondenza internazionale e negli affari russi,scrisse nei giorni 3o agosto, 3, k e ó settembre la « Costituzione dei Fratelli » e lo « Sta­tuto dell'Alleanza », vale a dire il rego­lamento del suo gruppo segreto nella forma in cui doveva essere proposto ai compagni coi quali stava per abboccarsi. Dal suo diario : l\ settembre : lettera da Beniamino [Malatesta] ; 5. Beppe e Gia­como [Fanelli e Nabruzzi] sono arrivati ; 6. Discussione e lettura dello statuto pro­posto ; 7. Arriva Malatesta [è questo il giorno in cui Malatesta s ' incontra per l a prima volta cori Bakunin] ; 8. Bakunin mattìrra e sera con gli italidtìi ; 9. Dalla 1 1/2 alle 6 si légge e si [irliscutë lo Sta­

t u t o ; io. Arrivano dall 'Aja Cafiero, i.Schwitzguebel [Giura svizzero], quattro ^delegati spagnuoli : Morago. Farga­Pelli­Scer, Marselau ed Aldini ; r i . Arriva Co­sta; statuto letto e discusso mattina e sera ; 12. « Accettato, bacio fraterno e

.stretta di mano ; la sera si discute del­1 0 1 inente Congresso di Saint­Imier. Il il\, tutti costoro, compresi un giovane fran­

cese di Lione, Camillo Carnet, ed un gruppo di studenti russi, uomini e donne, partono da Zu­rigo per la Chaux­de­Fonds, dove trovano altri russi e Pindy, membro della Comune di Parigi. i5 settembre. Congresso regionale pr ima ed in­ternazionale poi a Saint­Imier ; James Guillau­me e Lefrançais, altro membro della Comune, vi partecipano pure. 16. Fine del secondo Con­gresso e partenza per Neuchàtel, dove il 17 ha luogo una seduta dei membr i dell'Alleanza, con la partecipazione di Guillaume.

Il 18 di nuovo seduta a Zurigo; 19. Discussio­ne sui mezzi ; « platonismo dottrinario di Mar­seleau » ; 20. Spiegazioni con Marselau ; conci­liazione generale ; 21. Si decide il sistema di cor­rispondenza; 22. Gli spagnuoli partono.; 23. Ca­fiero, Pezza, Fanelli, Nabruzzi e Malatesta par­tono da Zurigo.

Lo Statuto creò fratelli internazionali, nazio­nali, provinciali, ecc. ; in Italia gli unici fratelli internazionali furono Cafiero, Costa, Nabruzzi, Fanelli e Malatesta. Il nome dato all'organizza­zione fu probabilmente Alleanza Socialista Ri­voluzionaria [veggasi Malatesta in La Questione sociale, Paterson, N. J., 25 novembre 1899]. Lo Statuto venne copiato dai membr i di Zurigo e porlato in Italia ; di una traduzione in italiano furono fatte seio sette copie, di cui una, scritta da Costa ed intitolata Programma ed oggetto

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2 IL RISVEGLIO

dell'Associazione, fu sequestrata a Firenze con le carte di F. Natta ; il pubblico ministero ne rivelò al processo di Firenze alcuni brani [Dibat­timenti, 1870, pp . 333-35], ma le discussioni di Zurigo rimasero per molti anni segrete, finché non divennero materiale storico. Malatesta me ne parlò francamente, ed il diario di Bakunin conferma meravigliosamente l'esattezza dei suoi r i co rd i .

Nel 190/1 udii Malatesta riepilogare cosi l'atti­vità sua e dei suoi compagni in Italia : Tutti noi eravamo pr ima di ogni altra cosa membri del­l'Alleanza segreta e come tali fondammo sezioni dell' Internazionale, allo scopo di creare un cen­tro di lavoro per le idee ed i fi ni dell'Alleanza. L' Internazionale in Italia non era una federa­zione di società di lavoratori, ma una società puramente politica per gli scopi dell'Alleanza.

Si noti che Bakunin non annotò la partenza di Costa, il quale rimase in Isvizzera alcune settimane per attendere alla pubblicazione di un foglio segreto La Rivoluzione sociale [Neuchà-tel, set tembre 1872],che non mi è stato mai pos­sibile vedere ; oltre al resto il foglio conteneva : « Programma e Regolamento della Federazione Italiana » e « Situazione e Programma 0.

Per tal modo Malatesta vide in quell 'anno a Zurigo, dove fioriva il movimento socialista de­gli studenti russi, gli internazionalisti del Giura svizzero, i profughi della Comune, i delegati anarchici spaglinoli, ecc. Non so quando egli abbia incominciato a leggere lo spagnuolo, ma io stesso ho veduto dei brani di giornali spa-gnuoli inviati in quel tempo in Italia, la Fede-radon di Barcellona, un giornale di Maiorca.

ecc., e sono convinto che ques te letture eia co-

JEAN-LOUlS PINDY (1840-1917) Membro della Comune, Comandante del Palazzo di città

Delcgaato francese a Sainl-Imier nel 187%.

noscenza dei delegati — fra i quali T. G. Morago gli fece pjobabilmente la maggiore impressione — abbiano destai;, fin da allora in Malatesta un interesse vivissimo pel movimento spagnuolo.

Dei giorni piacevoli trascorsi nel Giura sviz­zero, dove tutti si adoperarono a cancellare me­diante una rinvigorita solidarietà la sfavorevole impressione lasciala dal Coagresso dell'Aja, Ma­latesta ricorda l'episodio dei fanciulli che scam­biarono Bakunin per Garibaldi. Di Malatesta i calmi svizzeri r iportarono la migliore impres­sione, per il fatto che egli si dichiarò per l'at­tacco deciso, diretto, non per le vie tortuose. In Costa notarono una mollezza che se poteva sem­brare innocua e divertente allora, non gli per­mise di mantenersi a lungo al livello cui la sua pronta intelligenza lo aveva rapidamente innalzato. '

Per tal modo, sotto gli auspici più favorevoli, Malatesta penetrò nal cuore del movimento più avanzato di quel t empo; era il più giovane ed era amato da tutti, come Bakunin volle proba­bilmente rilevare designandolo nel suo diario col nome di Beniamino.

M. NETTLAU.

MICHELE BAKUNIN

L'Idea anarchica e l'Internazionale Volume di a56 pagine : 1 fr. 60.

Tristi note A San Gallo, la Società di Mutuo Soccorso Ita­

liana festeggiò il 26 scorso agosto il venticinque­simo anno di sua fondazione con programma vario che ai lettori può essere r isparmiato.

Mi preme però rilevare la dolorosa incompren­sione della posizione che occupano operaie ed operai qui emigrati dall' Italia, secondo un no­stro concetto che purtroppo i più non paiono condividere ancora.

Grande è l'amarezza che risulta dal fatto di avere abbandonato il paese natio, tanti cari ri­cordi e profondi all'etti, per essere costretti a stare fra gente e costumi che contribuiscono a rendere la nostra vita penosa e imbarazzata, sia pei rapporti ristretti che ci legano agli indigeni, sia per la continua preoccupazione del domani in balìa d'eventi che, sopratutto nel momento critico attuale, possono serbare sgradite sor­prese agli operai ritenuti stranieri e quei eh 'è peggio... italiani ! Proprio così, illustri patriot-toni per interesse e crocesignati tutori dell ' ita­lica stirpe all'esero !

Francamente confesso che non fu poca la mia indignazione al vedere un numero rilevante di operai autentici fare sfoggio di coccarda tricolo­re, mentre usano posare a tavoliuo — tra i fumi di Bacco, tabacco e Venere ed i passatempi di eia che dovrebhcro essere sorpassate — a grandi uomini seri e all'occasione impartiscono lezioni di austerità, dirittura di carattere, saldezza di propositi , avversione) contro tutte le ingiustizie.

Operai che non hanno un soldo da dare per venire in aiuto ai caduti nella cruenta ed impari lolla della risurrezione proletaria, —lavoratori ° lavoratrici che non hanno lempo da spendere nello studio dalla loro situazione morale e ma­teriale e neanche per la trattazione dei loro in­teressi, — tutti insomma coloro che ovunque troverete nei bagordi, nelle osterie, negli svaghi abbietti, e che nella Festa di otto giorni prò vit-iime politiche, organizzata dal solerte e disin­teressato Circolo Filodrammatico E. P. bril laro­no per la loro assenza, adducendo prelesti e mo­tivi ipocriti con la loro sposa, amante, sorella — bambini esclusi, essendo tutti serafini, sulle cui testoline innocenti vegliava l'angelo custode in mancanza delle mamme che sgambettavano e sculacciavano sotto l'egida dei saccomanni italici — sì, tutti e... tutte fecero pompa del loro in­sano orgoglio, dando alla festa uno spettacolo meraviglioso e un esile promettente per. . . lor signori !

Guardando dal basso in alto, il mio pensiero rievocava le stridente contrasto tra il simbolo che copre tutte le peggiori turpitudini e proteg­ge, per non dire perpetra, le più infami violenze a vantaggio di poche migliaia d ' insigniti banca­rottieri, ladri, briganti dai lombi più o meno magnanimi e l 'ombra dei sepolti vivi nelle ita­liche galere, degli esiliati in terre ostili, dei col­piti mentre accanto alla sposa tessevano il sogno d'un prospero avvenire ai loro pargoletti, di lutti insomma i forti e i pionieri di un divenire sociale sensa soprusi, violenze ed angherie, mi si stringeva il cuore e l ' ira a fiore di labbra pro­nunciava la sua innocua maledizione.

Vergogna a voi, 0 lavoratori italiani in San Gallo, che così male dimostrate la vostra soli­darietà alle vittime della delinquenza tricolorata e dello schiavismo! Mar/ut.

Pro Vittime Politiche Somma precedente in cassa Fr. a4o 70

Ai compagni carcerati in Russia 05 55 Per 5o copie Processo del Diana (3oo lire) 69 —

Rimanenza Fr. ioli io

PEI COMPAGNI CARCERATI IN RUSSIA L'American Relief Administration spedisce per la

somma di iodollari(53 franchi svizzeri), all'indirizzo della Croce Nera della Federazione degli anarchici-comunisti di Russia, a Mosca,Tverscaia. Nastawiinsky per., d. 5, 2, le seguenti merci :

50 libbre di farina bianca — 2ó libbre di riso — 20 scatole di latto — IO libbre di grasso — IO libbre di zucchero — 3 libbre di thé.

Somma precedente p3 45 Prelevato sul fondo prò vittime politiche 05 55

Totale i5p — Con questa somma abbiamo fatto eseguire all'Uf­

ficio centrale di Londra tre nuovi versamenti (quarto quinto e sesto) di io dollari.

Salviamo SACCO e VÂNZETTI !

LoUeria del Cinquantenario Necessità impellenti ci hanno determinati ad

organizzare una nuova lotteria prò stampa e propaganda. La maggior parte dell 'ut i le , cioè 5ooo lire, saranno versate ad Umanità Nova, perchè possa presto ridiventare quotidiana ; il resto servirà a coprire le spese della manifesta­zione pel cinquantenario e parte del disavanzo del nostro Risveglio.

I b ig l ie t t i i n v e n d u t i c o n l ' i m p o r t o di que l l i v e n d u t i d e v o n o e s s e r e s p e d i t i a G i n e v r a , a l l ' i n d i r i z z o de l g i o r n a l e , pe l G i o v e d ì 1 4 S e t t e m b r e , o r i m e s s i al no ­s t r o c o n v e g n o .

Ecco i premi già avuti : Basilea : 20 franchi. Berna : due quadretti — ricco calamaio in

marmo rasoio. Chaux-de-Fonds : binoccolo da turista — oro­

logio Roskopf. Ginevra : quadro La Marsigliese con cornice

— orologio-braccialetlo da donna — tappeto da tavola — quadro artistico Ouchy — mobile per biblioteca vetraio — orologio Roskopf — snella — sedia Enrico IL

Lugano : giuoco costruzioni meccaniche — panorama luganese — giuoco ferrovia.

Neuhausen : cinque bicchieri d 'alluminio — paio pantaloni d'estate — casetta giapponese (traforo) — sveglia.

Thalwil : quattro cravatte — calamaio in legno (traforo) — porta-fotografìa (traforo).

Wàdenswil : sveglia — tre metri di seta. Zurigo : chitarra francese —calamaio in mar­

mo — cappello per signora — servizio da caffè — vestito di seta per signorina — quadro Si vis pacem — blouse di seta — calamaio in marmo.

La lista ordinata dei premi verrà data pr ima di procedere all'estrazione, irrevocabilmente fissata al ifi settembre.

LA S U P E R S T I Z I O N E . Stiamo in guardia di non trasporre in formule

unove i vecchi dogmi da cui ci crediamoemancipati, non ci figuriamo d'essere entrati in una via nuova, perdio abbiamo sbattezzata quella vecchia che se­guiamo da secoli. La superstizione dei nostri padri ci perseguita ; a forza d'essere stalo piegalo in quel senso, lo spiriio vi si piega da sé ; abbiamo tanto contato sugli dei che non sappiamo più contare su noi stessi. La superstizione non consiste essenzial­mente nel seguire una processione o nel bruciare un cero, ma nel domondare ad una potenza straniera o nell'aspeltare da essa cièche non si senle il coraggio o la forza di fare da se.Il Dio personale, fatto ad im­magine dell'uomo, non avendoci soddisfatti, come il selvaggio spezza il suo feticcio, lo piantiamoin asso; noi ci fabbrichiamo un Dio tutto nuovo, lo vogliamo cieco, senza intelligenza, senza libertà, ehenon possa andare se non dove vogliamo vada. La vecchia Prov­videnza diventa la giovane Evoluzione, e certi oramai che quanto è necessario non può non avvenire, aspettiamo che la natura, in virtù delle sue sole leg­gi, faccia per noi domani quel che non ha fatto ieri e produca infine fatalmente la felicità dell'uomo.

Gabriel Séailles.

PIETRO KROPOTKINE La Grande Rivoluzione (due vol., 700 pag.) Fr. 3 — La Conquista del Pane 1 So La Scienza moderna e l'Anarchia (3ao pag.) . 1 — Parole d'un Ribelle (3oo pag.) 1 — La Guerra . 010

P. Gori. Alla conquista dell'avvenire o 20 F. Grippiola. Povero popolo! dramma in a alti o io Conli e Gallien. Lo sciopero rosso, in un atto o i5 H. Hanriot. // reduce, da Tripoli, in un alto o io G. Eckhoud. La buona lezione (a Sante Caserio) o 10 Giuseppe Ferrari. Del Deismo o io Fr. Ferrer e A. Lorenzo. Lo sciopero generale o io E. Leverdays. La Banca e la Rivoluzione o io

CARTOLINE ILLUSTRATE a 5 centesimi La Scuola Ferrer di Losanna (4 cartoline). I martiri giapponesi. - Bakunin Michele. - Bresci

Gaetano. - Caserio Sante. - D'Alba Antonio. - Ma-setti Augusto. - Orsini Felice. - Rapisardi Mario.

L'Anarchico. - La Marsigliese di Doré. - Il Trionfo della Libertà di Walter Grane. - Il Padrone di casa (Le 'Vautour). In vendita presso il Risveglio. Unire all'ordinazione

l'importo in francobolli svizzeri. Avvertano i compagni in Italia che il franco sviz­

zero vale ormai più di quattro lire italiane e che se non abbiamo aumentalo i prezzi, non possiamo nep­pure diminuirli.

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IL RISVEGLIO 3

LUIGI FABBRI

La Contro-Rivoluzione preventiva Saggio di un anarchico sul fascismo

Volume in vendita presso il Risveglio, al prezzo di Ifr. 50. Si spedisce per posta in tutta la Svizzera dietro invio anticipato di / fr. 60.

Far presto È stato detto che « è particolarmente penosa

la situazione del proletariato di quel paese che ha al suo passivo una rivoluzione mancata e una reazione in atto ». Penosa sì, penosa sopra­tutto in quanto che gli errori, le ragioni che principalmente ciò favorirono e determinarono — falsa interpretazione dei fenomeni sociali, equivoca e confusa concezione dei metodi e del fine del movimento proletario — non riescono che lentamente e con grande pena a districarsi nell'ottenebrato cervello di coloro che di quelle ragioni, di quegli errori furono artefici e parte­cipi. Diamone un esempio.

L'editoriale del l 'Odine nuovo del a3 u. s., sotto il titolo suggestivo di Bisogna far presto, dopo aver detto delle responsabilità confederali­stiche in merito ai recenti avvenimenti e di far sì che non si propaghino fra la massa malefiche ripercussioni ; dopo aver giustamente detto di non perder tempo a raccoglierci per non farci sorprendere ancora impreparati dagli avveni­menti che stanno celeremente maturando, pas­sando all'enunciazione del da farsi invoca la con­vocazione dei Congressi dei maggiori organismi del proletariato, frai quali la Fiom. il Sindacato Ferrovieri e, particolarmente, la Confederazione Generale del Lavoro, indi così si esprime :

Oggi la situazione è tale che non si può più oltre permettere ai dirigenti che continuino a parlare in nome di quella massa che più non interpretano e rappresentano. Bisogna spezzare — con ogni mezzo — la dittatura di quattro funzionari che stanno alla testa della massima Organizzazione operaia italiana, n che con la loro tattica fatta di viltà e di bassi com­promessi hanno ridotto il proletariato alle presenti condizioni disperate... Fino a quando il proletariato italiano resterà legato al cadavere social-riformista, esso sarà paralizzalo nalla lotta contro il fascismo, di cui il riformismo è il maggiore alleato, la causa prima del successo.

Come è facile scorgere, i recenti passati avve­nimenti e la visione di quelli futuri poco o nulla suggeriscono ai comunisti autoritari italiani, i quali continuano imperterri t i a navigare nel mare dell 'illusione di rimpiazzare i dittatori ri­formisti alla direzione degli organismi economici del proletariato e della Confederazione in specie. Questo falso metodo dell 'unione dei contrari, seguito dagli attuali comunisti per battere il ri­formismo iu seno alPartitosocialista e scacciarlo, ha avutol i risultato più catastroficamente nega­tivo che immaginar si possa, in quanto che col­tivando, accentuando fra la massa la confusione delle idee e dei programmi, ha sbocciato nella duplice impotenza, rivoluzionaria e riformista, e nel sopravvento della reazione. . Ed ora, dopo simili risultati nel campo poli­

tico, si è ripreso, si vuol protrarre lo stesso espe­rimento in quello economico? Noi siamo i più decisi avversari del metodo riformista, in quanto Io crediamo illusorio ed esiziale al movimento di emancipazione proletaria, ma non crediamo buon metodo il nascondere, manomettere la ve­rità pensando che, al contrario, affrontandola, meglio si provvede a risolvere la situazione. Perciò diciamo che parlare oggi di dittatura di quattro funzionari dirigenti riformisti nella Con­federazione sia per lo meno esagerato. Basta in­fatti dare uno sguardo ai risultati del recente Consiglio Generale Confederale tenutosi a Geno­va, e si vedrà come sul tolale di i milione ao5 mila voti i riformisti-collaborazionisti ne hanno ottenuti 537 mila, vale a dire circa la metà effet­tiva, mentre i comunisti ne hanno ottenuti 2/Ì9 mila. La verità è che i rifo-collaborazionisti han­no forti posizioni nella Confederazione, e che quand'anche una coalizione d' intransigenti riu­scisse a formarsi e a mettere in minoranza i da-ragoniani, questi, più logici degli altri, attue­rebbero la scissione, mettendo le loro forze al servizio del loro programma.

Ciò è del resto quanto si è prodotto in ogni paese, in cui questa situazione si è verificata. Certo, noi non crediamo che i 537 m ' ' a voti ri­formisti siano l ' immagine esatta eli una volontà, di un indirizzo di masse, ma piuttosto il portato di quella situazione di crisi e di reazione, di I scetticismo e di tormento che i rivoluzionari

hanno coutribuito a creare e che i riformisti sfruttano abilmente ma inut i lmente. Suvvia, egregi redattori dell'Ordine nuovo, non scherzia­mo ; non scorgete dunque tutto il lavoris di scis­sione e di selezione, che si va producendo in tutti gli organismi economici e politici del pro­letariato, specialmente dopo lo sciopero generale e iu previsione di quegli avvenimenti che cele­remente maturano? Questa è l'ora delle scissioni. Bisogna far presto sì, non a scacciare, bensì a separarsi da chi vuol procedere per vie opposte, a darsi una strut tura e un programma e ad avvi­cinarsi lealmente a chi per la medesima via vuol raggiungere sia pure distanze diverse. Bisogna far presto, sì, egregi cugini, ad abbandonare l ' i l lusione di creare il partito rivoluzionario, cosa impossibile in Italia dove esistono già dei parliti rivoluzionari, qualcuno dei quali anche saranno sorpassati dai prossimi eventi, ma che non è agevole, e forse è impossibile, assorbirli, can­cellarli, fin quando persistono le ragioni stori­che e sentimentali che li produssero e li alimen­tano. Repubblica, socialismo, comunismo, auar-chia, ordini che si integrano per susseguenza, solo così saranno.

Milano, 3 settembre. Numitore.

ERRICO MALATESTA

A | O f l f l F ì P C o n v e r s a z i o n i V > a . U C s u l l ' a n a r c h i s m o V o l u m e di 120 p a g i n e : 1 franco.

Principii anarchici Le q u a t t r o r i so luz ion i , p rose dagl i ana r ­

chic i c i n q u a n t a n n i or sono a Sa in t l m i e r , r i a s s u m o n o a n c o r oggi m i r a b i l m e n t e i no ­stri p r i n c i p i i , e tut t i gli a v v e n i m e n t i da al­lora in poi sono venu t i a d i m o s t r a r n e la p rofonda ver i tà .

Non li si r i p e t e r a n n o mai abbas tanza in ques to pe r iodo d ' equ ivoc i , di deviaz ioni e di s m a r r i m e n t i , a cui p u r t r o p p o a n c h e par te dei nos t r i v e n n e r o t r a sc ina l i , in m a n c a n z a d ' u n a l u m i n o s a conoscenza delle r ag ion i d 'essere s to r iche , m o r a l i , sociali e p r a t i che d e l l ' a n a r c h i s m o .

Sarà bene soprat.ut.to n o n d i m e n t i c a r e che la nos t ra idea da tutti p r o c l a m a t a b u o n a c o m e teoria, lo è a l t res ì c o m e pratica, p e r c h è non vi fu mai pratica v e r amen te po ten te , feconda e favorevole agii oppress i e ai dise­redat i che non fosse in realtà anarchica.

Invece , d o v u n q u e si ha il t r ionfo d ' u n a au to r i t à , d 'una ardua vecchia o n u o v a , non ne consegue s e m p r e da u l t i m o che p r e p o ­tenza dei poch i e a s s e r v i m e n t o dei m o l t i .

La vita stessa è a n a r c h i c a , po iché ha in sé le sue leggi , a cui con fo rmar s i a n c h e nei suoi r appo r t i e s te rn i . Coloro che vaneggia ­no di legis lazione e di d i sc ip l ina un ive r sa l i , t en tano i n v a n o di g a b b a r e per r i vo luz iona r i a la p iù i n f ame e te r r ib i le pretesa delle an t i ­che teocrazie. Chi n o n ha fiducia nel la l iber­tà, a che a l t ro po t r ebbe mai t endere se non a m a n t e n e r e u n a se rv i tù , m e n t e n d o così al­l ' ideale d ' e m a n c i p a z i o n e che dice di se rv i re .

Né Dio né p a d r o n e , né s ignore del cielo o della ter ra ; ma tu t t i gli u m a n i d o v u n q u e s e m p r e liberi ed egual i !

Principii di Ubero accordo. Considerando che l'autonomia e l'indipendenza

delle federazioni e sezioni operaie sono la prima con­dizione dell'emancipazione dei lavoratori ;

Che ogni potere legislativo e regolamentare ac­cordato ai Congressi sarebbe una negazione flagrante di quella autonomia e di quella libertà ;

Il Congresso nega in principio il diritto legislativo di tutti i Congressi generali o regionali, non ricono­scendo loro altra missione che quella di mettere in presenza le aspirazioni, i bisogni e le idee del prole­tariato di differenti località e paesi, affinchè ne ri­sulti per quanto ò possibile la loro armonia e la loro unione ; ma in nessun caso la maggioranza di un Congresso qualsiasi non potrà imporre le sue risolu­zioni alla minoranza.

Principio cfunità. La grande unità dell'Internazionale è fondata non

sull'organizzazione artificiale e sempre dannosa d'un potere accentratoro qualsiasi, ma sull'identità reale degli interessi e delle aspirazioni del proletariato di

tutti 1 paesi, da una parte, e dall'altra sulla federa­zione spontanea e assolutamente libera delle federa­zioni e sezioni libere di tutti i paesi. LU»_„_;

Principii in materia politica. Il Congresso riunito a Saint-Imier dichiara : i° Che la distruzione di ogni potere politico è il

primo dovere del proletariato ; a0 Che ogni organizzazione d'un potere politico

sedicente provvisorio e rivoluzionario per giungerea tale distruzione non può essere che un inganno di più e sarebbe così pericolosa pel proletariato come tutti i governi oggi esistenti ;

3° Che, respingendo ogni compromesso per giun­gere al compimento della Rivoluzione sociale, i pro­letari di tutti i paesi devono stabilire, all'infuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell' azione rivoluzionaria.

Principii in materia sindacale. La liberrà e il lavoro sono la base della morale,

della forza, della vita e della ricchezza dell'avvenire. Ma il lavoro, se non è liberemente organizzato, di­venta oppressivo ed improduttivo per il lavoratore ; ed è perciò che l'organizzazione del lavoro è la con­dizione indispensabile della vera e completa emanci­pazione dell'operaio.

Nondimeno il lavoro non può esercitarsi libera­mente senza la possessione delle materie prime e di tutto il capitale sociale, e non può organizzarsi se l'operaio, emancipandosi dalla tirannia politica ed economica, non conquista il diritto di svilupparsi completamente in tutte le sue facoltà. Ogni Stato, ossia ogni governo ed ogni amministrazione delle masse popolari dall'alto al basso, essendo necessa­riamente fondato sulla burocrazia, sugli eserciti, sullo spionaggio, sul clero, non potrà mai stabilire la società orgauizzata sul lavoro e sulla giustizia, poiché è fatalmente spinto ad opprimere quello ed a negare questa per la natura stessa del suo organismo.

Secondo noi, l'operaio non potrà mai emanciparsi dall' oppressione secolare, se a questo corpo assor­bente e demoralizzante non sostituisce la libera fede­razione di tutli i gruppi produttori fondata sulla solidarietà e sull'eguaglianza.

Infatti, già in parecchi luoghi si è tentato d'orga­nizzare il lavoro per migliorare la condizione del proletariato, ma il minimo miglioramento è stato bentosto assorbito dalla clssse privilegiata che tenta continuamente, senza freno e sanza limite, di sfrut­tare la classe operaia. Nondimeno il vantaggio di si­mile organizzazione è tale che, anche nello stato attuale di cose, non si potrebbe rinunciarvi. Essa affratella sempre più il proletariato nella comunanza degli interessi,l'esercita alla vita collettiva,lo prepara per la lotta suprema. Ben più,l'organizzazione libera e spontanea del lavoro, essendo destinata a sostituire l'organizzazione privilegiala e autoritaria dello Stato politico, sarà, una volta stabilita, la garanzia perma­nente del mantenimento dell'organismo economico contro l'organismo politico.

Per cui, lasciando alla pratica della Rivoluzione sociale i particolari dell'organizzazione positiva, noi intendiamo organizzare e solidarizzare la resistenza su larga scala. Lo sciopero è per noi un mezzo pre­zioso di lolla, ma non ci facciamo alcuna illusione sui suoi risultati economici.

Resipiscenza? Sten t i amo a c redere che i socialist i s t iano

per r i fo rmars i , m a l g r a d o tu t to il loro r i for­m i s m o ; n o n d i m e n o nei loro g io rna l i si l eggono scrit t i che sono la m i g l i o r e giustif i­cazione di tut te le nostre p o l e m i c h e c o n t r o la loro tatt ica e la loro p r o p a g a n d a .

D i a m o n e q u a l c h e e s e m p i o .

Di f r o n t e a l le a u t o r i t à . Tut t i r i c o r d a n o le nos t re c r i t i che i nd i ­

gna t e pel malvezzo di cert i d i r i gen t i d ' an­dare s e m p r e in q u e s t u r a , in prefe t tura o da u n ' a l t r a au to r i t à b o r g h e s e qua l s i a s i . Ed ecco quel che s t ampa ['Avanti ! del 12 scorso agosto :

Gli avversari e i nemici nostri ci hanno fatto una nomea di furberia ; noi siamo stati invece sempre dei grandi ingenui. E forso anche in parte la nostra in­genuità e quella che ci ha perduto. Vedete ad esem­pio il nostro contegno di fronte alle autorità — mini­stri, prefetti e compagnia. Per principio noi avrem­mo dovuto considerarli come nemici e trattarli di conseguenza, quindi limitare i rapporti con loro al puro indispensabile e tenero con loro il contegno più riservato. Abbiamo visto invece ottimi compagni de­putati, consiglieri, segretari di leghe, di cooperative, ecc. versare in seno ai rappresentanti dell'autorità tutte le loro confidenze, farli partecipi delle cose no­stre, chiodare consiglio ed aiuto, porre nelle loro mani a volto gli stessi interessi del Partito. E quei prefetti e quei questori sembravano compagni nostri I E ci fu infatti un certo periodo in cui per convenien­za o per vigliaccheria tutta questa gente bolscevizza­va. Ma ora è passata all'altra riva e nelle repressioni e la più decisa, nello opere di distruzione contro dt noi la più subdola. Almeno anche questo esempio

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k IL RISVEGLIO

servisse, almeno valesse ad aprire gli occhi circa l'opportunità di non soffregarsi troppo spesso con le signore autorità e non salire con troppa fiducia le scale dei pubblici uffici.

Via non si t ra t ta t an to d ' i n g e n u i t à , q u a n ­to di sisternâ vo lu to ad ogn i costo, ma lg ra ­do i r i su l ta t i nega t iv i , pe r met te r s i al r i p a r o e gode re le p r e b e n d e in pace .

Ora n o n p iù col fascismo, v e n u t o a scre­d i t a re le au to r i t à cosi accredi ta te dal socia­l i smo !

L ' a r m a del v o t o . Pe r q u a n t i a n n i n o n la si è esaltata a di­

spet to degli a n a r c h i c i catastrofici ! P e r c h è a forza di vo ta re , n o n si è g i u n t i ad u n a cata­strofe, ma alla g u e r r a m o n d i a l e . Ora pe rò , g l i e le t tor i rossi c o m i n c i a n o a fare tr is t i r i ­flessioni. Ecco, pe r e sempio cosa l e g g i a m o ne l Lavoratore Comasco :

Palazzo Marino è stato violentemente strappato al proletariato milanese. Colla stessa violenza con cui tutte le amministrazioni comunali furono dimesse dai ricostruttori.

Già, i sovversivi avevano fatto le loro conquiste coll'arma terribile... della scheda.

E gli uomini d'ordine fanno la loro rivincita col manganello e colle bombe a mano.

Quei ma t t i di a n a r c h i c i avevan s e m p r e det to che a n c h e u n a c o n q u i s t a legale biso­g n a poter la d i fendere da l l ' i l legal i tà e con l ' i l l ega l i tà . Già, p e r c h è il d i r i t t o , legale od a l t ro , n o n sta che ne l la forza di d i f ende r lo .

L 'a rma del voto n o n h a p i ù va lore della car ta s t raccia delle schede v inc i t r i c i ! Al mondezza io !

L ' i l l u s i o n e l ega l e . Giul io Destrée , m i n i s t r o socialista be lga

di g u e r r a , aveva ben detto u n g i o r n o che la legal i tà è senza via d 'usc i ta , ma i scientifici si o s t i n a r o n o ad essere lega l i ta r i , t r a t t a n d o ch i pensava d i v e r s a m e n t e d'agenti provoca­tori. E le esper ienze c o n t r a r i e e r a n o vane . Per cui n o n è senza merav ig l i a che abbia­m o letto ne l mani fes to de l l 'Al leanza del Lavoro a Genova pe r la cessazione dello sc iopero gene ra l e :

L'ora è torbida. Chi s'illluse di vivere e di avan­zare nell'ambito della legatità borghese, nella possi­bilità di una convivenza sociale, sa da oggi quale è la via.

Alla violenza che uccide gli inermi e gli innocenti, che stronca le donne ed i fanciulli, opponiamo, com­pagni lavoratori d'ogni partito e senza partito, uo­mini onesti senza preconcetti,la nostra coscienza, la nostra solidarietà,la nostra forza morale, chedomani sarà la forza vigile operante, travolgente, vendica-toria.

Là legal i tà è u n ' i l l u s i o n e ! P r o p r i o c o m e si legge ne i g i o r n a l i a n a r c h i c i da c i n q u a n ­t a n n i in q u a . E b i s o g n e r à che la forza m o ­rale sia a l t res ì ma te r i a l e pe r v ince r e . Beno­ne ! Ma c 'è da s c o m m e t t e r e che i social is t i genoves i h a n già d i m e n t i c a t o il lo ro m a n i ­festo !

V o l o n t à e l e t t o r a l e . Se t t an t adue a m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l i

social is te , salvo e r ro r e , del C r e m o n e s e si so­n o d imesse in massa , s p i e g a n d o così la lo ro dec is ione :

Noi sappiamo di rappresentare la volontà della maggioranza del corpo elettorale, ma dobbiamo di­metterci perchè l'autorità non solo non ci difende, ma favorisce le violenze colle quali ci si vuol impe­dire l'esercizio del mandato.

Volere è po te re , m a la vo lon tà e le t tora le è di que l le che n o n pos sono n i e n t e ! Ed il la­m e n t o social is ta è fe r rav i l l i ano ! Per i n v o ­g l ia re a c o n q u i s t a r e i c o m u n i , i l P a r t i t o n e pre tese che si av rebbe ro così tan t i fortil izii con cu i a t taccare lo Stato ! Ed o ra gl i asse­d i a n e l a m e n t a n o la m a n c a t a p ro tez ione del­l 'assediato ! Certe bel le frasi al l u m e dei fatti d i v e n t a n o c o l m i d ' i n s i p i e n z a .

Al t ro che fortil izii ! Sono vo lga r i s s ime t r appo le in cui sono pres i g l i i n g e n u i !

R i c o r d i a m o s e m p r e le v i t t i m e p o l i t i c h e e p r e p a r a n d o l ' o r a d i d e m o l i r e t u t t e l e c a r c e r i , d i a m o il n o s t r o obo lo ai r e c l u s i e al le l o r o f a m i g l i e .

Per Sacco e Vanzetti p r o s e g u i a m o c o n m a g g i o r i e n a e d e c i s i o n e il m o v i m e n t o di p r o t e s t a , s e n z a d i r c i c h e o r m a i p e r s a l v a r l i è so lo u n a q u e s t i o n e di t e m p o , p e r c h è è t e m p o c h e p a s s a n o in g a l e r a !

Vecchio dissenso L'emancipazione economica dei lavoratori è

il grande scopo al quale deve essere subordi­nato ogni movimento politico.

L'Alleanza, Sezione del l ' I n t e r n a z i o n a l e a Ginevra , aveva t radot to e c o m m e n t a t o q u e ­sto paragrafo dei considerando in ques t i ter­m i n i :

« L'Alleanza r i p u d i a ogn i azione pol i t ica che n o n avesse a scopo i m m e d i a t o e d i re t to il t r ionfo dei l avora tor i con t ro il capi tale »; in conseguenza di che essa si p r o p o n e a scopo l ' abol iz ione del lo Slato, di tut t i g l i Stat i , e l 'o rganizzaz ione del l ' associaz ione u n i v e r s a l e di tut te ie associazioni locali ne l la l i be r t à .

Invece il Pa r t i t o del la democraz i a social i ­sta degl i opera i tedeschi , fonda to ne l lo stesso a n n o — 18G9 — sotto gl i auspic i del s i gno r Marx, dai s ignor i L i e b k n e c h t e Bebel, an­n u n c i a v a ne i suo p r o g r a m m a che la con­qu is ta del po te re po l i t i co era la cond iz ione p r i m o r d i a l e del la e m a n c i p a z i o n e e c o n o m i c a del p ro le t a r i a to , e che pe r conseguenza l 'ob­b ie t t ivo i m m e d i a t o di ques to pa r t i to dovea essere l 'o rganizzaz ione di u n a la rga agita­z ione legale per la conqu i s t a del suffragio u n i v e r s a l e e di tutti g l i a l t r i d i r i t t i pol i t ic i ; il suo scopo finale è lo s t ab i l imen to di u n g r a n d e Siato p a n g e r m a n i c o e sedicente* de­m o c r a t i c o .

Tra ques te due tendenze — lo si vede — esiste la stessa differenza, lo stesso abisso c h ' è t ra il p ro le t a r i a to e i a bo rghes i a . Biso­g n a d u n q u e merav ig l i a r s i se essi s iansi i n ­con t r a t i i iell ' I n t e rnaz ioua l e c o m e avversar i i nconc i l i ab i l i , e ch 'ess i c o n t i n u i n o a c o m ­bat te rs i , sotto tu t te le fo rme ed in tu t te le occas ioni poss ib i l i , a n c o r a oggi ? L 'Alleanza, p r e n d e n d o sul ser io il p r o g r a m m a d e l l ' I n ­t e rnaz iona le , aveva r e sp in to s d e g n o s a m e n t e qua ls ias i t r ansaz ione con la po l i t i ca b o r g h e ­se, sia r ad ica le ch 'essa si dica, sia social is ta ch 'essa si a t teggi , r a c c o m a n d a n d o al p ro le ­tar ia to c o m e la sola via d ' u n ' e m a n c i p a z i o n e reale , c o m e la sola pol i t ica pe r lui v e r a m e n ­te sa lu ta re , la pol i t ica e sc lu s ivamen te nega­tiva del la d e m o l i z i o n e del le i s t i tuz ion i po l i ­t iche, del potere po l i t i co , del g o v a r n o in ge­nera le , del lo Stato, e, c o m e conseguenza necessar ia , l 'o rganizzazione i n t e rn az io n a l e delle forze sparse del p ro le t a r i a to in u n a po ­tenza r i v o l u z i o n a r i a d i re t ta c o n t r o tu t t e le potenze cos t i tu i te del la b o r g h e s i a .

Michel Bakounine (1872). N. d. R. Stesso d issenso dopo c i n q u a n ­

t a n n i ! E sì che i l fascismo h a ch i a r i t o a m o d o suo la q u e s t i o n e !

Comunicati I compagni di GINEVRA sono caldamente invitati

ad assistere alle riunioni che hanno luogo tutti i giovedì al solito locale.

NEUHAUSEN. — Rendiconto della festa teatrale a Feuerthalen, Restaurant Adler : Entrata, fr. 47i.5o; uscita, fr. 3oi.5o futile netto, fr. 170, divisi in parti eguali tra la Sezione comunista ed il nostro Gruppo Trionfo dei Liberi, che ha così ripartita la propria parte : i6.45 (70 lire) per libri della Biblioteca Ferrer, a5 per conferenza prò Sacco e Vanzetti, 12.90 per Scuola Moderna di Clivio, 16 al Risveglio, 13.75 per propaganda locale, 90 cent, per spese postali.

Sentiti ringraziamenti alla Filodrammatica ed al suo maestro R. Fumagalli che gentilmente isi pre­starono.

SAN GALLO. — Meteore rosse è stafo il dramma recitato dal Circolo Filodrammatico E. P. a favore delle vittime politiche nella Festa famigliare, data il

iG agosto. Ringraziamo attrici e attori che fecero del loro meglio per interpretare degnamente il dramma. Gli applausi che coronarono ogni calata del sipario, testimoniarono loro tutta la nostra profonda ricono­scenza, che avremmo voluto materiare con qualche regalo, se l'assenza dei più non avesse compromesso la riuscita della serata. Siamo tanto più grati agli intervenuti, il cui concorso ci permise di far fronte agli impegni assunti.

I conti della festa sono depositati presso la sede del Sindacato M. e M., Restaurant Frick, e si riassu­mono così : Entrate totali per ingresso, posta umo­ristica, tombola, oblazioni, ecc., fr. 429.60;— uscite totali per musica, oggetti per la tombola, tassa di lusso, programmi, ecc., fr. 869.80. — Utile versato a destinazione, fr. 5g.8o. Q. F. E. P.

SCIAFFUSA. — La Biblioteca Francisco Ferrer ri­lascia libri e romanzi storici da leggere a domicilio, ogni giorno dalle 6 alle S di sera, il sabato dalle 2 alle 6.

Agli A b b o n a t i e R i v e n d i t o r i in I ta l ia Per l'Italia l'abbonamento annuale è di 20 lire,

da spedirci a mezzo lettera. Il giornale deve essere venduto 20 cent, la copia ed i rivenditori ci spedi­ranno pure in carta italiana il ricavato ogni tre mesi.

Dato l'enorme disavanzo del giornale, preghia­mo tutti i compagni in ritardo nei pagamenti, a. mettersi in regola con la nostra Amministrazione.

C O N F E R E N Z E B E R T O N I Una sot toscr iz ione per u n n u o v o g i r o t r i ­

mes t ra le di conferenze è ape r t a . La q u o t a da spedi re pe r l ' a b b o n a m e n t o fe r roviar io r i ­m a n e fissata a 2 0 f ranchi pe r conferenza.

I c o m p a g n i isolat i che vedessero la pos ­sibi l i tà d ' i n d i r e u n a conferenza nel la p r o ­pr ia local i tà , ci s c r ivano s e n z ' a l t r o .

Neuhausen 25.

Umanità Nova Amministrazione : Casella postale 4 u , ROMA Redaz. : Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 4g

Abbonamenti per l'Estero: Anno, lire 96 —Semest re , 5o — Trimestre, 27

PIETRO KROPOTKINE Abbiamo edito in due cartoline postali l'ul­

tima fotografia (novembre 1920), di Pietro Kropolkine. Prezzo : 10 centesimi ciascuna.

B I L A N — B I L A N C I O R e c e t t e s — E n t r a t e

VENTE — VENDITA Albisrieden 3, Genève 3.20, Limeil-Brévannes 1.20

(3), St. Gallen 9.55, Schlieren 8.5o, Thalwil 7.75, Vi-ganello, L. A. 5, Wadenswil 19.45, Zurich 10.20, B. n .5o. Total 78 35 ABONNEMENTS — ABBONAMENTI

Bellinzona, B. A. 2, Chicago, 111. E. I. 20, Davos, V. P. 3, Genève, Ch. II. 10, M"" J. 2.5o, Loc. 5, Mar­seille, L. B. 5, St. Gallen, S.M.e M.5, SchafThausen, J. N. 20, Thalwil, G. P. 1.26, Tett. 5, Zurich, Bax. 5.

Total 83 75 SOUSCRIPTIONS — SOTTOSCRIZIONI

Genève, E. St. 5, Litt. 5, Sav. 1, Giord. 1, Infirnu 5.5o, Lud. 1, Mm° J. 1, Jeanquimarche 10, Limeil-Brévannes, entre camarades 4-10(10), Neuhausen, fra compagni 16, Paris, Mozz. 8.20 (20), St. Gallen, Z.C. 1, Schlieren, Tronchi 3, Thalwil, Dom. 5, Zurich, B. i, F. M. 2, Gruppo libertario 20, Pezzar. 2, Chiesi 2, I .B. i.5o. ' £Total 95 3o

Total des recettes au i3 septembre

Dépenses — Uscite Déficit Journal n° 597 Frais de poste

Total des dépenses

257 4o

913 i5 3oo — 99 3o

l3l2 45

io55 o5 Déficit Ricevuto in valuta italiana : Avanzo precedente 28,

Brescia, Pezzotti 70, Cleveland, Ohio, Pistillo 45, Mi­lano, C. B. 20, Palermo, N. N. 5, Roma, Luce e Li­bertà 16, Sampierdarena, Paolo 5o, Varese, G.C. 3i. ry, :„ : :C"®'- ; . 'Totale L. 266

Per trenta volumi Tormento 120 L. i46-

Imp.ïBuzzi-Macherel.