Primo Maggio Fascismo, Guerra e...

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I PRINCIPII ANARCHICI. 11 Congresso riunito a Saint-Irnier dichiara : i° Che la distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato ; a° Che ogni organizzazione d'un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario per giungere a tale distruzione non può essere che un inganno di più e sarebbe così pericolosa pel proletariato come tutti i governi oggi esistenti. 3° Che, respingendo ogni compromesso per giun- gere al compimento della .Rivoluzione sociale, i pro- letari di tutti i paesi devono stabilire, all' infuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell' azione rivoluzionaria. Primo Maggio Il prossimo numero avrà la data del Primo Maggio e sarà, invece che di quattro, di do- dici pagine riccamente illustrate, al prezzo di 20 cent, per la Svizzera e di un franco per la Francia, il Belgio ed il Lussemburgo. I compagni curino in simile occasione la maggior rivendita possibile di pubblicazioni nostre : libri, opuscoli, quadri, cartoline, ecc., facendoci subito le ordinazioni. Nei cortei e nei comizi, si provveda con cartelli, manifestini ed accenni in discorsi e risoluzioni a ricordare Sacco e Vanzetti, i confinati italiani e le vittime politiche del mondo intero. E sopratutto tralasciamo dal lagnarci di non potere far molto, facendo ciascuno tutto il poco che gli è possibile. Disprezzare 11 Primo Maggio, perchè non è ciò che dovrebbe essere, o deridere la data fissa, senza prepararsi sui serio ad una data propria, per vivere in un isolamento altez- zoso e ozioso, non ci è mai parso cosa degna di anarchici. Regola generale, il miglior modo di rimproverare il meno è di tentare il più, e se non si trova bene una cosa, di far- ne una migliore, che non può mai essere l'astensione passiva. E ai «nostri» domiciliati coatti..* e alle loro famiglie chi ci pensa? Perchè molti di essi sono poveri e le loro famiglie sono ancor più povere essendo venuto a mancar loro chi a casa portava, poco o molto, il pane di tutti i giorni. Perchè, e non importa dove e da chi (che sono doppiamente stupide, in simili casi, le ostilità di ten- denza) non si costituisce un comitato destinato a provvedere da solo o d'accordo, il che sarebbe meglio per evitare sperequazioni, con quelli già esistenti, all' assistenza delle famiglie bisognose dei nostri compagni al domicilio coatto, le quali famiglie, alla lor volta, potrebbero far pervenire qualche aiuto ai loro cari con maggiore possibilità ? Certamente si presenteranno difficoltà non poche da superare e che bisogna superare. Crispi non impedì che ai condannati politici perve- nissero aiuti ; non lo impedirono i governi borbo- nici, czaristi, napoleonici e teocratici. Mussolini ci tiene invece a superare in raffinata crudeltà tutti i passati governi reazionari d'Italia e d'altrove. Forse per imitare e superare il governo della Russia bolsce- vica ; forse per dimostrare, fedele... al proprio tem- peramento, la sua gratitudine a coloro che lo hanno sfamato quando faceva la vittima politica, brontolo- na e pitocca, in qualità di antilibico e di disertore. I rinnegati sono tutti così e si rassomigliano do- vunque li andiate ad ammirare. Ma non per questo noi dobbiamo trascurare di ri- trovare tutta la nostra attività di un tempo; l'attività vera che sa raggiungere in silenzio le sue diverse mete. E non lasciamoci prendere in giro dalle solite voci di una sempre imminente amnistia. Ora se ne pro- mette un'altra per il si aprile 1 Si tratta di burle atroci che vorrebbero perpetuare il solito ricatto che fa parte del machiavellismo que- sturino, ed anche fifone, del fascismo. Non lasciamoci fuorviare per nessuna ragione o voce che corre. Lavoriamo a sviluppare tutte le nostre iniziative e tra queste diamo un posto di precedenza a quella per l'aiuto ai nostri compagni condannati al domicilio coatto, così come fanno gli altri elementi politici che hanno anch'essi e numerosi i loro colpiti. (La commemorazione del i° Maggio, per esempio, potrebbe offrire un'ottima occasione per una protesta internazionale contro il fascismo e per una raccolta di fondi per le vittime del fascismo.) g. d. Fascismo, Guerra e Rivoluzione Dicono : ringraziamo il Signore, anche questa è passata, o è in via di passare. Il fascismo ita- liano, bontà sua. rimanda ad altra occasione il suo losco e fosco tentativo di pescare nel sangue una sanatoria alle sue tantissime malefatte, al suo mastodontico succhionismo, a tutti i suoi delitti o di scomparire coli'Italia immiserita e un'altra volta sbrandellata. Scomparire come massa di appetiti e di ribalderie in movimento di... resurrezione nazionale ; che i capi emigre- ranno soltanto ; il loro gruzzolo essendo già stato posto al sicuro quando, da ignoti, si facevano rilevanti acquisti di divise straniere che restava- no all'estero avvilendo, come mai fu avvilita, la lira carta italiana. Ma se l'occasione di appena ieri e che ancora fermenta è passata, o sta passando, un'altra oc- castone non mancherà perchè alla gestazione di quella, il fascismo, lavora aggiungendo pretesti a pretesti e intrighi ad intrighi. Forse la precipi- terà con qualche colpo di mano, stile d'annun- ziano ; o con qualche attentato, tipo Sarajevo. Questa volta è passata... indubbiamente per- chè l'Inghilterra ha fatto capire al governo ita- liano, anche se gli italiani ne sanno un bel cavolo, che nel concedergli una certa libertà di azione nei Balcani, come primo paese... balcanizzato, non ad altro mirava che a servirsi dell'Italia co- me nucleo principale di una specie di fronte unico antirusso e di pressione sulla Turchia, dando, al governo italiano, in compenso... deco- roso, il necessario appoggio finanziario per la rivalutazione della lira. Ma in quanto ad accom- pagnare. l'Italia, alla ricostruzione del regno del Montenegro, primo Stato tributario dell'Impero Romano Mussoliniano e Sabaudo ; in quanto ad appoggiarla in una guerra balcanica e che diver- rebbe fatalmente un'altra volta europea, anzi intercontinentale... la cosa è ben diversa e, Mus- solini, grande statista... equatoriauo, ha fatto male i suoi conti. Ad un'altra guerra mondiale, oggi, l'Inghilterra non ci pensa affatto e nessun altro governo in Europa, oggi, vi pensa. Troppe ferite sanguinano ancora e troppe ro- vine sono ancora lì per impedire le marce trion- fali. Oggi, l'unico a volere la guerra, una guerra qualsiasi, è il fascismo italiano o lo afferma tra- cotantemente (gli irresponsabili sono sempre tracotanti) anche quando giura il contrario. La vuole, anzitutto, perchè gli altri non la vogliono e fa perciò ia voce grossa per strappare, se non altro quattrini ; ma anche perchè con tutti i suoi tentativi, fino ad oggi abortiti, di complotti in- ternazionali, colle sue agitazioni interne imperia- liste e guerraiuolo, e colle sue solenni promesse di annate napoleoniche e di restaurazioni del sa- cro romano impero, si è cacciato per un vicolo che non ha altri sbocchi se non quello del con- flitto internazionale, e nel quale vicolo lo sospin- gono anche tutti gli interessi inconfessabili di plutocratici e industriali, e di cricche di agenti provocatori che nella guerra vedono una favore- vole occasione per realizzare ottimi affari ; non importa chi vinca, chi perda, o chi vada in ro- vina. Naturalmente, il popolo italiano ignora verso quale tracollo l'Italia viene dal fascismo condotta a marce forzate. Il fascismo governa senza con- trollo di specie alcuna ; e nessun giornale, dei superstiti che si pubblicano in Italia, può pub- blicare cosa che al fascismo dispiaccia. Non vi sono stati forse giornali fascisti sequestrati per aver riportato, da giornali esteri, quanto lo stesso Mussolini aveva dichiarato in interviste concesse per uso esterno? Il popolo italiano ignora ancora le scuse chieste da Mussolini alla Francia dopo il complotto Garfbaldi-La Polli ; anzi la gioventù fascista è persuasa che è stata la Francia a calarsi giù le mutande smerlettate... Oggi stesso, per il non riuscito colpo attraverso l'Albania, basta leg- gere i giornali fascisti, sapendoli leggere, per ri- levare la faccia tosta colla quale il fascismo- governo si dichiara vittima d'intrighi... masso- nici. E c'è chi dice che la massoneria non serve più a niente I Il popolo italiano viene tutti i santi giorni sot- toposto ad un imbonimento — che costa milioni e che dà da vivere a qualche centinaio di palto- nieri della penna — per mezzo del quale lo si vuol convincere che le gelosie di tutte le nazioni congiurano contro l'Italia risorta a nuovi splen- dori economici... perchè s'indebita sempre di più. Ora bisognerebbe cercare tutti i mezzi per ren- derlo edotto che invece tutte le diffidenze stanno accerchiando l'Italia che viene considerata un elemento di perturbamelito internazionale. E del valore di tali e tante diffidenze.il popolo italiano si accorgerà, quando il fascismo tenterà influe il suo gran colpo... Si vedranno allora anche le ra- gioni vere di certi prestiti, dati... ipotecando il patrimonio nazionale degli italiani. I supposti amici e ammiratori, di oggi, del fascismo si ri- veleranno quelli che sono : avveduti usurai, che si approfittano di mentecatti e scialacquatori per stendere l'artiglio su quanto a tempo opportuno sono sicuri di avere ottenuto a buon mercato. Altro che impero romano risorto ! Ma, si dirà, non è preferibile che ciò avvenga? che tutto vada alla malora e che l'Italia torni ad essere quella che era un secolo fa ? No, perchè ritorneremmo al punto di partenza, al ciclo delle guerre nazionali ; no perchè la guerra non risolverebbe niente ; no perchè l'av- vilimento del popolo italiano, l'asservimento economico del popolo italiano — anche se puni- zione meritata — sarebbe un'altra ingiustizia di quelle che favoriscono il mondo dell'ingiustizia e perpetuano lotte inconcludenti. 11 fascismo, con tutti i suoi pericoli nazionali e internazionali, va colpito, oggi e continuamen- te, con mezzi rivoluzionari e con scopi rivolu- zionari, anteponendogli un ideale di libertà che irradi dentro e fuori i confini della-penisola. Anzitutto perchè la guerra, chiunque la pro- vochi, nei suoi mezzi e nei suoi fini, non può essere efficacemente annientata dalla guerra. Solo la rivoluzione può spezzare le reni all'idra maledetta. G. DAMIANI. Abbiamo deciso di farci editori del nuovo libro di MAX NETTLAU Bakunin e l'Internazionale in Italia dal 1864 al 1872 con Prefazione di ERRICO MALATESTA Proprio di questi giorni essendo uscito a To- rino un nuovo libro sullo stesso soggetto del D r Nello Rosselli : Mazzini e Bakunin Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860 lS72)i p. VIII-4/14. il compagno Netllau ha deciso d, aggiungere al suo libro un capitolo appendice, che rilleverà nel libro del Rosselli quanto contie- ne di nuovo e ne esaminerà il tutto, come una specie di controprova all'opera propria. Il prezzo del volume, così uotevolmente accresciuto, è fissato a Fr. a.5o per la Svizzera Fr. ia.— per la Francia Fr. i5.— pel Belgio 2 scellini per l'Inghilterra 6o cents per l'America. Per gli altri paesi, il prezzo deve corrispondere a fr. 2.50 svizzeri al cambio. Sença aspettare speciali liste di sottoscrizione, gruppi o compagni ne facciano una per proprio conto, indicandogli indirizzi dei singoli sotloscrit- , tori. I compagni isolati ci mandino l'importo a ' mezzo vaglia, scrivendo sul talloncino « per libro Nettlau ». L'opera uscirebbe tre mesi dopo rag- giunta la sottoscrizione delle prime 5L0 copie.

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I PRINCIPII ANARCHICI. 11 Congresso riunito a Saint-Irnier dichiara : i° Che la distruzione di ogni potere politico è il

primo dovere del proletariato ;

a° Che ogni organizzazione d'un potere politico sedicente provvisorio e rivoluzionario per giungere a tale distruzione non può essere che un inganno di più e sarebbe così pericolosa pel proletariato come tutti i governi oggi esistenti.

3° Che, respingendo ogni compromesso per giun­gere al compimento della .Rivoluzione sociale, i pro­letari di tutti i paesi devono stabilire, all' infuori di ogni politica borghese, la solidarietà dell' azione rivoluzionaria.

Primo Maggio Il p ros s imo n u m e r o avrà la data del P r i m o

Maggio e sarà, invece che di q u a t t r o , di do­dici pag ine r i c c a m e n t e i l lus t ra te , al prezzo di 20 cent , per la Svizzera e di u n franco per la F ranc ia , il Belgio ed il L u s s e m b u r g o . I c o m p a g n i c u r i n o in s imi le occas ione la m a g g i o r r ivend i ta possibi le di pubbl icaz ion i nos t re : l ibr i , opusco l i , q u a d r i , ca r to l ine , ecc. , facendoci sub i to le o r d i n a z i o n i .

Nei cortei e nei comiz i , si p rovveda con cartel l i , mani fes t in i ed accenn i in discorsi e r i so luz ioni a r i co rda re Sacco e Vanzet t i , i confinati i t a l ian i e le v i t t ime po l i t i che del m o n d o i n t e r o . E sopra tu t to t r a l a sc iamo dal lagnarc i di n o n potere far mo l to , facendo c iascuno tu t to il poco che gli è possibi le .

Disprezzare 11 P r i m o Maggio, p e r c h è n o n è ciò che dovrebbe essere, o der idere la data fissa, senza p repa ra r s i su i ser io ad u n a data p ropr i a , per vivere in u n i s o l a m e n t o altez­zoso e ozioso, n o n ci è mai parso cosa degna di a n a r c h i c i . Regola gene ra le , il m i g l i o r m o d o di r i m p r o v e r a r e il m e n o è di t en ta re il p iù , e se n o n si t rova bene u n a cosa, di far­ne u n a mig l io re , che n o n p u ò m a i essere l 'as tensione pass iva .

E ai «nostri» domiciliati coatti..* e alle loro famiglie chi ci pensa? Perchè molti di essi sono poveri e le loro famiglie sono ancor più povere essendo venuto a mancar loro chi a casa portava, poco o molto, il pane di tutti i giorni.

Perchè, e non importa dove e da chi (che sono doppiamente stupide, in simili casi, le ostilità di ten­denza) non si costituisce un comitato destinato a provvedere da solo o d'accordo, il che sarebbe meglio per evitare sperequazioni, con quelli già esistenti, all' assistenza delle famiglie bisognose dei nostri compagni al domicilio coatto, le quali famiglie, alla lor volta, potrebbero far pervenire qualche aiuto ai loro cari con maggiore possibilità ?

Certamente si presenteranno difficoltà non poche da superare e che bisogna superare.

Crispi non impedì che ai condannati politici perve­nissero aiuti ; non lo impedirono i governi borbo­nici, czaristi, napoleonici e teocratici. Mussolini ci tiene invece a superare in raffinata crudeltà tutti i passati governi reazionari d'Italia e d'altrove. Forse per imitare e superare il governo della Russia bolsce­vica ; forse per dimostrare, fedele... al proprio tem­peramento, la sua gratitudine a coloro che lo hanno sfamato quando faceva la vittima politica, brontolo-na e pitocca, in qualità di antilibico e di disertore.

I rinnegati sono tutti così e si rassomigliano do­vunque li andiate ad ammirare.

Ma non per questo noi dobbiamo trascurare di ri­trovare tutta la nostra attività di un tempo; l'attività vera che sa raggiungere in silenzio le sue diverse mete.

E non lasciamoci prendere in giro dalle solite voci di una sempre imminente amnistia. Ora se ne pro­mette un'altra per il si aprile 1

Si tratta di burle atroci che vorrebbero perpetuare il solito ricatto che fa parte del machiavellismo que­sturino, ed anche fifone, del fascismo.

Non lasciamoci fuorviare per nessuna ragione o voce che corre. Lavoriamo a sviluppare tutte le nostre iniziative e tra queste diamo un posto di precedenza a quella per l'aiuto ai nostri compagni condannati al domicilio coatto, così come fanno gli altri elementi politici che hanno anch'essi e numerosi i loro colpiti. (La commemorazione del i° Maggio, per esempio, potrebbe offrire un'ottima occasione per una protesta internazionale contro il fascismo e per una raccolta di fondi per le vittime del fascismo.) g. d.

Fascismo, Guerra e Rivoluzione Dicono : ringraziamo il Signore, anche questa

è passata, o è in via di passare. Il fascismo ita­liano, bontà sua. r imanda ad altra occasione il suo losco e fosco tentativo di pescare nel sangue una sanatoria alle sue tantissime malefatte, al suo mastodontico succhionismo, a tutti i suoi delitti o di scomparire coli'Italia immiserita e un'altra volta sbrandellata. Scomparire come massa di appetiti e di ribalderie in movimento di . . . resurrezione nazionale ; che i capi emigre­ranno soltanto ; il loro gruzzolo essendo già stato posto al sicuro quando, da ignoti, si facevano rilevanti acquisti di divise straniere che restava­no all'estero avvilendo, come mai fu avvilita, la lira carta italiana.

Ma se l'occasione di appena ieri e che ancora fermenta è passata, o sta passando, un'altra oc-castone non mancherà perchè alla gestazione di quella, il fascismo, lavora aggiungendo pretesti a pretesti e intrighi ad intrighi. Forse la precipi­terà con qualche colpo di mano, stile d'annun­ziano ; o con qualche attentato, tipo Sarajevo.

Questa volta è passata... indubbiamente per­chè l ' Inghil terra ha fatto capire al governo ita­liano, anche se gli italiani ne sanno un bel cavolo, che nel concedergli una certa libertà di azione nei Balcani, come pr imo paese... balcanizzato, non ad altro mirava che a servirsi dell 'Italia co­me nucleo principale di una specie di fronte unico antirusso e di pressione sulla Turchia, dando, al governo italiano, in compenso. . . deco­roso, il necessario appoggio finanziario per la rivalutazione della lira. Ma in quanto ad accom­pagnare. l 'Italia, alla ricostruzione del regno del Montenegro, pr imo Stato tributario del l ' Impero Romano Mussoliniano e Sabaudo ; in quanto ad appoggiarla in una guerra balcanica e che diver­rebbe fatalmente un 'a l t ra volta europea, anzi intercontinentale.. . la cosa è ben diversa e, Mus­solini, grande statista... equatoriauo, ha fatto male i suoi conti. Ad un'altra guerra mondiale, oggi, l 'Inghilterra non ci pensa affatto e nessun altro governo in Europa, oggi, vi pensa.

Troppe ferite sanguinano ancora e troppe ro­vine sono ancora lì per impedire le marce trion­fali. Oggi, l 'unico a volere la guerra, una guerra qualsiasi, è il fascismo italiano o lo afferma tra­cotantemente (gli irresponsabili sono sempre tracotanti) anche quando giura il contrario. La vuole, anzitutto, perchè gli altri non la vogliono e fa perciò ia voce grossa per strappare, se non altro quattrini ; ma anche perchè con tutti i suoi tentativi, fino ad oggi abortiti, di complotti in­ternazionali, colle sue agitazioni interne imperia­liste e guerraiuolo, e colle sue solenni promesse di annate napoleoniche e di restaurazioni del sa­cro romano impero, si è cacciato per un vicolo che non ha altri sbocchi se non quello del con­flitto internazionale, e nel quale vicolo lo sospin­gono anche tutti gli interessi inconfessabili di plutocratici e industriali , e di cricche di agenti provocatori che nella guerra vedono una favore­vole occasione per realizzare ottimi affari ; non importa chi vinca, chi perda, o chi vada in ro­vina.

Naturalmente, il popolo italiano ignora verso quale tracollo l'Italia viene dal fascismo condotta a marce forzate. Il fascismo governa senza con­trollo di specie alcuna ; e nessun giornale, dei superstiti che si pubblicano in Italia, può pub­blicare cosa che al fascismo dispiaccia. Non vi sono stati forse giornali fascisti sequestrati per aver riportato, da giornali esteri, quanto lo stesso Mussolini aveva dichiarato in interviste concesse per uso esterno? Il popolo italiano ignora ancora le scuse chieste da Mussolini alla Francia dopo il complotto Garfbaldi-La Polli ; anzi la gioventù fascista è persuasa che è stata la Francia a calarsi giù le mutande smerlettate. . . Oggi stesso, per il

non riuscito colpo attraverso l'Albania, basta leg­gere i giornali fascisti, sapendoli leggere, per ri­levare la faccia tosta colla quale il fascismo-governo si dichiara vittima d ' intr ighi . . . masso­nici. E c'è chi dice che la massoneria non serve più a niente I

Il popolo italiano viene tutti i santi giorni sot­toposto ad un imbonimento — che costa milioni e che dà da vivere a qualche centinaio di palto­nieri della penna — per mezzo del quale lo si vuol convincere che le gelosie di tutte le nazioni congiurano contro l'Italia risorta a nuovi splen­dori economici... perchè s'indebita sempre di più.

Ora bisognerebbe cercare tutti i mezzi per ren­derlo edotto che invece tutte le diffidenze stanno accerchiando l 'Italia che viene considerata un elemento di perturbamelito internazionale. E del valore di tali e tante diffidenze.il popolo italiano si accorgerà, quando il fascismo tenterà influe il suo gran colpo... Si vedranno allora anche le ra­gioni vere di certi prestiti, dati. . . ipotecando il patrimonio nazionale degli italiani. I supposti amici e ammirator i , di oggi, del fascismo si ri­veleranno quelli che sono : avveduti usurai, che si approfittano di mentecatti e scialacquatori per stendere l'artiglio su quanto a tempo opportuno sono sicuri di avere ottenuto a buon mercato.

Altro che impero romano risorto ! Ma, si dirà, non è preferibile che ciò avvenga?

che tutto vada alla malora e che l'Italia torni ad essere quella che era un secolo fa ?

No, perchè r i torneremmo al punto di partenza, al ciclo delle guerre nazionali ; no perchè la guerra non risolverebbe niente ; no perchè l'av­vilimento del popolo italiano, l 'asservimento economico del popolo italiano — anche se puni­zione meritata — sarebbe un'altra ingiustizia di quelle che favoriscono il mondo dell ' ingiustizia e perpetuano lotte inconcludenti.

11 fascismo, con tutti i suoi pericoli nazionali e internazionali, va colpito, oggi e continuamen­te, con mezzi rivoluzionari e con scopi rivolu­zionari, anteponendogli un ideale di libertà che irradi dentro e fuori i confini della-penisola.

Anzitutto perchè la guerra, chiunque la pro­vochi, nei suoi mezzi e nei suoi fini, non può essere efficacemente annientata dalla guerra.

Solo la rivoluzione può spezzare le reni al l ' idra maledetta. G. DAMIANI.

Abbiamo deciso di farci editori del nuovo libro di MAX NETTLAU

Bakunin e l'Internazionale in Italia dal 1864 al 1872

con Prefazione di ERRICO MALATESTA Proprio di questi giorni essendo uscito a To­

rino un nuovo libro sullo stesso soggetto del Dr Nello Rosselli : Mazzini e Bakunin — Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860 lS72)i p. VIII-4/14. il compagno Netllau ha deciso d, aggiungere al suo libro un capitolo appendice, che rilleverà nel libro del Rosselli quanto contie­ne di nuovo e ne esaminerà il tutto, come una specie di controprova all'opera propria. Il prezzo del volume, così uotevolmente accresciuto, è fissato a Fr. a.5o per la Svizzera

Fr. ia .— per la Francia Fr. i 5 .— pel Belgio

2 scellini per l ' Inghilterra 6o cents per l'America.

Per gli altri paesi, il prezzo deve corrispondere a fr. 2.50 svizzeri al cambio.

Sença aspettare speciali liste di sottoscrizione, gruppi o compagni ne facciano una per proprio conto, indicandogli indirizzi dei singoli sotloscrit-

, tori. I compagni isolati ci mandino l'importo a ' mezzo vaglia, scrivendo sul talloncino « per libro

Nettlau ». L'opera uscirebbe tre mesi dopo rag­giunta la sottoscrizione delle prime 5L0 copie.

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2 IL RISVEGLIO

Alcune spiegazioni I compagni del Circolo Operaio di Cultura So­

ciale di New York City ci domandano di dichia­rare che noi siamo opposti alla « politica dell'al­leanzismo sistematico », perchè c'è chi vorrebbe far credere, che si tratta di un orientamento pro­prio alla nostra tendenza organizzatrice.

Premesso che noi ci rifiutiamo assolutamente a pigliar parte a qualsiasi polemica americana, sia perchè ne abbiamo basta di quelle europee, sia perchè ignari dell 'ambiente e delle sue possi­bilità e necessità, cerchiamo di spiegarci.

Lo scopo dell'organizzazione è anzitutto di creare un ambiente nostro per una propaganda ed un'azione nostra. Gli antiorganizzatori quel che fanno lo debbono organizzare a uu dipresso come noi, e più un'organizzazione è individuale, più evidentemente è autoritaria, non lasciando ai cooperatori indispensabili che di fornire de­naro e attività in una evidente posizione di di­pendenza, volontaria fin che si vnole. ma che non sopprime perciò la realtà stessa della dipen­denza.

Come e p u r a metafisica il considerare l ' indi­viduo a sé e in sé — si sa infatti che i metafisici han perso secoli interi a studiare vanamente le cose in sé e non nelle loro infinite manifestazioni e relazioni — così va considerato l 'uomo come membro di una data società e in tutti i suoi rap­porti con essa. L'isolato si troverà a non contare par nulla o a subire suo malgrado dei successivi assorbimenti d'altri ambienti in mancanza d'un proprio. Più gli anarchici sono capaci di coope­razione e di solidarietà fra loro e più potranno salvaguardare la loro individualità e caratteri­stica d'anarchici, senza contare che l 'unione — unione attiva, intendiamoci bene — fa la forza non solo materialmente, ma ancor più moral mente.

L'aggruppamento nostro, non è chi non lo ve­da, è quindi la migliore salvaguardia contro l 'assorbimento altrui.

C'è chi traccia un figurino del perfetto anar­chico che da solo — da solo, capite bene ! —deve tutto osare, iniziare, tentare, fare! Viceversa poi. non appena si abbia da far sul serio i più vari concorsi diventano necessari.

La nostra posizione in Isvizzera è ben chiara e semplice. Noi abbiamo cooperato anche con lo Alleanze, ben distinto restando il nostro peusiero in materia di prinoipii e di tattica. Quel che non comprendiamo affatto è l 'accanimento speciale contro queste Alleanze. Dopo tutto hanno dato o no battaglia al fascismo, hanno tenuto confe­renze, preparato manifestazioni, diffuso stampa­ti, sì o no ? Voi credete di poter fare più e meglio? Datene esempio. Non varrebbe forse di più una emulazione simile che la sterile polemica la quale avvelena gli animi, scava divisioni ed ac­cende odii ?

Ci si domandano sconfessioni. Ma noi eviden­temente sconfessiamo tutto quel che non è anar­chico, pur sapendo peiò che sopratutto un'agi­tazione di piazza non può essere esclusivamente anarchica. Ed è proprio così diffìcile il compren­dere che ove gli anarchici rimanessero sempre soli a combattere, la loro disfatta sarebbe eter­namente inevitabile, con la sola magra soddisfa­zione di dirsi vinti ma non domi ?

Del resto, a rendere possibile una sempre più vasta opera anarchica, bisognerebbe sapere cat­tivarsi le simpatie intorno a noi, con la serietà e la dignità, evitando o per lo meno non esaltando i contorcimenti pazzeschi, gli insulti bestiali, le vuole declamazioni e sopralutto non imitando gli autoritari nel loro spirito di sopraffazione.

Il male non sono soltanto le Alleanze o gli alleanzisti che hanno potuto farlo, sopratutto se l 'hanno compensato con un po' d'azione. Certi astii e corte divisioni son venuti assai prima. I salvatori brevettati dell 'anarchismo troveranno sempre motivo a vilipendere, mezzo mondo, e noi non vediamo altro rimedio che di muovere ciascuno per la propria via. Non sono pochi pur­troppo fra gli anarchici quei che si dilettano di grosse parole, d'autoesaltazioni, di pose eroiche. Noi non possiamo servirli.­ ■

L'anarchia l 'abbiamo sempre compresa come una forma semplice, schietta, cordiale di vita, e i nostri migliori e maggiori così l ' intesero essi pure. A preparare grandi cose ci vogliono grandi convinzioni, che male si conciliano coi perpetui s t amburamene . 1 governi provvedevano ad una previa semiubbriacatura degli uomini chiamati ad uscire dalle trincee per muovere ad un assal­to ; noi non ci siamo mai figurato che così debba essere anche pei militi dell 'anarchismo nella loro dura battaglia.

Programma tattico Non sappiamo perchè un certo Ego bolscevico

crede di doversela prendere con noi per quel che non lo riguarda. Ecco cosa scrive in Falce e Martello :

« La costituzione del Partito Volontista ha dato » occasione ai più svariati e sballati commenti , « ma la critica che muove il Risveglio è priva ili « obbiettività e nel suo insieme povera, scevra » di oggettività.

» Se Mariani non conclude nulla (non perque­» sto siamo qui ad approvarlo), gli antiautoritari « non ci hanno mai, fino ai giorni nostri, trac­« ciato un sia pure minimo programma tattico.

» Ciò per la realtà. » In fatto di commenti sballati, eccone davvero

uno. malgrado si pretenda uon privo di obbiet­tività, riè scevro di oggettività! L'obbiettivo og­gettivo cosa avrà mai inteso dire ?!

Questione di difficile soluzione. Noi supponia­mo che Ego è sopratutto ipdispettito di vederci r imanere semplicemente e fermamente anarchi­ci, perchè in ogni tempo rivoluzionari non ab­biamo a ravvederci d'errori denunciati da noi pei primi. L'anarchismo è per definizione volon­tismo, eliminata ogni antipatica velleità di suc­cessione al potere­ed ogni odiosa imitazione del fascismo stesso.

Ma perchè prendersela con noi, invece di ri­spondere al Mariani per quel che dice contro di loro bolscevichi ? Forse perchè vedono in noi i più fieri e temibili oppositori ad ogni aspirazione dittatoriale? Basta, non insistiamo per a\er ri­sposta.

Ego forse non sa che se noi evidentemente non abbiamo un "programma tattico parlamentare, fummo spinti dai nostri principii stessi a porre ed approfondire le questioni di tattica rivolu­zionaria. Il fatto d'ignorare la nostra letteratura non gli dà però diritto a fare in merito afferma­zioni contrarie alla verità. Sino al 1917, in Italia solo in pubblicazioni anarchiche si era seria mente preconizzata una rivoluzione sociale. La realtà di Ego è dunque semplicemente quella della sua ignoranza se non della sua malafede.

Certo gli anarchici non possono formulare per la contraddizione che noi consente programmi rigidi, ma nessuno ha tracciato più di loro linee generali di condotta e d'azione.

Discorsi per via — D u n q u e noi a n a r c h i c i a n d r e m m o a

perderc i nelle n u b i , d i m e n t i c a n d o la real tà per r i n c o r r e r e delle i l l u s i o n i . . .

— Non potrest i di r megl io .. — T a n t o per c o m i n c i a r e , bada che n o n ci

facciamo la m i n i m a i l lus ione sopra u n a vita u l t r a t e r r ena dopo m o r t i . . .

— Sarebbe il m e n o dei mal i , p e r c h è an­

che que i che ci c redono o d icono di crederci n o n t r a s c u r a n o all'atto i loro affari di ques to m o n d o .

— Perfe t tamente vero pei r i cch i , n o n lo è p u r t r o p p o pei pover i , che nella speranza dei beni al di là. si r a s segnano t r oppo so­

vente alle miser ie al di q u a . C o m u n q u e ani mett i che n o n ci p e r d i a m o nelle nub i d iv ine .

— Sì, ma per s m a r r i r v i nella concez ione d ' u n a bontà u m a n a che sarebbe poco m e n che d i v i n a . . .

— Niente affatto. Noi n o n c r e d i a m o Tuo mo as so lu t amen te b u o n o 0 cat t ivo . Lo pi­

g l i a m o p r o p r o qua le è con le sue qua l i t à ed i suoi difetti . Così è a p p u n t o n o n per credere , ma per n o n crede te alla sua bontà che n o n vog l i amo g o v e r n a n t i . I qua l i , per non a b u ­

sare d 'una s i tuaz ione di pr iv i l eg io , dovreb ­

bero a p p u n t o esser dotat i di que l l a bon tà d iv ina cui hai a l lu so .

— Non esage r i amo . A n c h e al g o v e r n o ve­

d i a m o u o m i n i e non s e m p r e b r u t i . . . — C o m e sp ieghi al lora la tua fiducia per

u o m i n i messi spec i a lmen te in g r a d o di fare il male , m e n t r e la n e g h i a ch i n o n pot rebbe con ta re che sul la prop r i a forza i n d i v i d u a l e per sopraffare a l t ru i ?

— E d o m a n d i c o m e ti pe rd i nelle n u b i ? Ma prec i samen te coi tuoi sotti l i r a g i o n a r i . Il g o v e r n o è d ' u n o o di poch i e s a r a n n o p u r s e m p r e costret t i ad a t t e n e r s i ' a d u n a regola , m e n t r e tu vorres t i lasciare m i l i o n i d ' u o m i n i

l iberi affatto di sopraffarsi r e c i p r o c a m e n t e .. — Anzi tu t to noia che la sopraffazione mi­

ra s e m p r e a voler sfrut tare e d o m i n a r e al­

t ru i , in al t re parole sta in quel la possibi l i tà a p p u n t o di d iven t a r padron i e g o v e r n a n t i , i n cui ti ost in i a vedere la m a g g i o r garanz ia d 'o rd ine sociale .

— In quel g o v e r n o che tu d e n u n c i , vole­

re o volare , sta p u r s e m p r e u n p r i n c i p i o di prova ta sicurezza.

— Pei r i cch i ce r t amen te , ma è sop ra lu t l o la sicurezza del pr iv i leg io con t ro la r iven dicaz ione della gius t iz ia .

— Lascia le p a r o l o n e a par te . Sicurezza c'è a n c h e pei beni della povera gen te .

— Sicurezza di c h e ? Di restare ancora e s e m p r e in u n a s i tuaz ione d ' in fe r io r i t à . E poi se si cons ide ra che i magg io r i beni pel pove ro sono il lavoro e la sa lute , chi gli g a r a n ­

tisce e u n ' o c c u p a z i o n e regolare e mezzi ade­

gua t i per curars i e v e n t u a l m e n t e ? — Ed ecco a n c o r a una volta c o m e li pe rd i

nel le n u b i col sognare u n a perfezione che n o n sarà mai di ques to m o n d o .

— La c h i a m i perfezione te la sempl ice si­

curezza di poter l avorare per m a n g i a r e e di poter curars i a dovere in caso di mala t t ia ?

— Ma non è cer to il g o v e r n o che i m p e d i ­

sce o voglia i m p e d i r ques to . — No, ma è Io stato di cose che il g o v e r n o

vuo l m a n t e n u t o ad ogn i costo e che t u sei fe­

lice possa m a n t e n e r e . — C o n t r o u n pegg iore d i so rd ine certa

m e n t e , m a ciò non esclude che dei progress i sian già stati c o m p i u t i ed al t r i si lavori a c o m p i e r n e .

— Già, q u a n d o n o n viene la g u e r r a od il fascismo a tu t to sconvo lgere e d i s t rugge re .

— Non p a r l i a m o più di que l che è passa to . — Il fascismo i n t a n t o ci resta e la g u e r r a

p u ò t o rna re a n c o r a . — E se così è, non è p r o p r i o al lora per­

ders i nel le n u b i il pa r l a r e d ' a n a r c h i a . — Forse che g u e r r a e fascismo sono con­

cepibi l i a l t r i m e n t i che c o m e prodo t t i gover na t iv i , e di fronte a s imil i effetti perchè n o n si r i sa l i rebbe alla causa del g o v e r n o e del pr iv i leg io che difende per s o p p r i m e r l a ?

— Gira e r ig i ra , si perde s e m p r e di vista il prec iso p u n t o in discuss ione pe r par la re di t u t t o .

— C o m u n q u e , m i son t enu to terra a terra , ben l o n t a n o da tu t te le n u b i .

— Bada che vi son n u b i del cielo e n u b i del ce rve l lo . . .

— Lasc iamo in pace le u n e e le a l t r e . Noi n o n ci r i f e r i amo mai che alle più dolorose real tà , d i n t o r n o alle qua l i fugh iamo a p p u n ­

to ogni n u b e p e r c h è nessuno possa più fin­

gere d ' i g n o r a r l e . Certo che codeste realtà ci r i f iu t iamo a creder le i m m u t a b i l i e mostr ia­

m o q u i n d i col male il r i m e d i o , che n o n ha n e p p u r esso n ien t e di nebu loso . Si t rat te­

rebbe s e m p l i c e m e n l o di opra re per la pace c o m e si è opra to per la g u e r r a , senza lesina­

re sui mezzi e sul le spese. E nota che men­

tre in g u e r r a , tu t to era dis t ru t t ivo e si per­

deva, in pace tu t to sarebbe p r o d u t t i v o e si r i t rove rebbe c o n t i n u a m e n t e accresc iu to . Ba­

sterebbe dare per la vita q u a n t o si è dato per la m o r t e , perchè il p r o b l e m a comin­

ciasse a v e n i r se r i amen te r i so l to .

D'accordo coi compagni ed i gruppi del Can­ton Ticino abbiamo deciso di fondere il numero unico

Ticino Libertario col numero del PRIMO MAGGIO, che invece di quattro avrà dodici pagine illustrate e sarà ven­duto al prezzo di 20 centesimi la copia, 4 franco per la Francia, il Belgio ed il Lussemburgo.

Gruppi, rivenditori e compagni isolali sono pregati di affrettare le ordinazioni per fissarne la tiratura.

Ecco le somme ricevute perTICINO LIBEQTARIO: Agno 27, Bellinzona G6, Biasca 38, Castano i5,

Lugano &i.80, Minusio 6, Sciàffusa, Gruppo Liber­tario i5. Zurigo 27. Totale, fr. a35.8o più ic fr. francesi da Montbéliard, fra compagni italiani emigrati.

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IL RISVEGLIO X

Epurazione Tutti i grandi movimenti della storia che hanno

■vaticinato un'era nuova, nella prima fase, hanno avuto delle minoranze forti solo della potenza dell'i­dea, capace di resistere all'urto delle vecr­hie coalizio­ni. Il sacrificio e la prova dei forti ha poi ingrossato l'ardimentosa falange iniziale.

11 verbo nuovo annunziato dai precursori, durante il vaticinio, ha conquiso non solo coscienze, ma ha anche trascinato con se elementi fanatici, quelli che si lasciano trasportare dal momento d'entusiasmo, •e tante volte senza la minima convinzione dell'idea che hanno abbracciato ; insieme a questi ci sono an­che le figure losche che cercano di speculare col tra­dimento, alla prima occasione.

Così tutti i grandi movimenti hanno avuto il loro Giuda che tradisce ; il loro Pietro che rinnega, e To­maso che dubita. Questi elementi si fanno conoscere al momento della prova, quando durante la lotta si presentano casi di sconfìtta o di olocausto. Poi, pas­sata la raffica, i valori ritornano sulla posizione di prima e allora le mezze coscienze vorrebbero ritor­nare con l'animo compunto dal tradimento.

Giuda non ritorna, perchè il rimorso non l'ha fat­to sopravvivere a se stesso e lo ha spinto a impiccarsi. Ritorna Pietro e ritorna Tomaso: i deboli ehe furono vili solo per debolezza. Questi non vendettero come Giuda, ma recriminarono sull'idea, e trovarono a ridire sui loro compagni, coi quali avevano prima •diviso il pane della lotta quotidiana. L'idea, quando il pericolo non minacciava, era luminosa, vivificatri­ce, pura, incommensurabile : certa ed attesa dagli uomini come la Nemesi giustiziera.

1 compagni erano degli animi forti, dalla fede di­­sinteressata ; superiori ad ogni sospetto, al di sopra •di ogni bassezza, erano i reprobi degni della grande idea. Ma ora che la raffica miete, i Pietro rinnegano, i Tomaso dubitano con la speranza di placare il ne­mico, il quale sui temerati si mostra più implacabile.

Oggi, che raffica miete. Domani, quando la tempesta sarà passata e l'idea,

­squarciate le nubi, comparirà baciata dal sole nella sua immacolata bellezza, allora i Pietro e i Tomaso •vorranno ritornare, con la coscienza di non aver tra­dito, ma di essersi semplicemente adattati alle cir­costanze.

Vorranno tornare anche le Maddalene, quelle che nella maggior parte dei casi agiscono per isterismo.

Così è stato sempre, così è oggi, così sarà domani. Le reazioni sono la penosa prova, ma sono anche

il crogiuolo dove si cerne la materia impura. Oggi il fascismo dal crogiuolo dei partili ha preso

la feccia, per formare le sue legioni che mietono il campo da loro in altri tempi sfruttato per crearsi una nomea.

Domani i Giuda penzoleranno dal ramo della ■quercia ; ai Pietro, ai Tomaso, alle Maddalene isteri­che, consiglieremo una vita tranquilla lontano dalla lotta, che avendo le sue inevitabili sorprese, ha bi­sogna di individui coi nervi d'acciaio.

L'ESULE.

IN MARGINE ALLA POLEMICA. Dei compagni ci scrivono per lamentarsi che,

mentre abbiamo fatto posto ad un'esauriente difesa p e r i i caso Ustori, non abbiamo inserito le loro rettifiche e difese neppure riassumendole Quei compagni paiono insomma aver ragione, ma noi non vediamo la possibilità di polemiche coi dementi . Solo se ci fosse dimostrato che sono sani di cervello si avrebbe motivo di rispondere.

Questo per le questioni personali. In quanto a •quelle di principio, le polemiche giovano soltan­to se il contraddittore non svisa il vostro ragio­namento. Così in Volontà, per avere noi detto che a preparare armi ed armati non bisogna gri­darlo sui tetti, perchè sarebbe per finire un tra­dire sé stessi, ci si risponde che facciamo come i socialisti di vecchia maniera, che siamo dei panciafichisti, ecc. Evidentemente non è più il caso di rispondere, tanto più che si invocano stati di servizio, ai quali ci parrebbe puerile op­porne altri o farli comunque oggetto di pubblico esame; Limitiamoci a constatare che. tutto quanto i volontisti pretendono insegnarci ad un tratto, è da più di mezzo secolo che gli anarchici lo dico­no e lo stampano, senza brigare però nessuna successione a quel potere politico che noi voglia mo invece distrutto.

Per finire, non domandiamo di meglio che venga ampiamente dimostrato che noi siamo poveri teoreti in confronto d'altri che sapranno fare molto di più e di meglio. Ma questo si rife­risce purtroppo ad una prova futura, perchè pel momento i nostri critici non potrebbero invocare, •Jtro che d'averle prese e d'essersi messi in salvo, ■cose ormai comunissime.

Lotteria prò propaganda Col concorso della Filodrammatica Aurora di Ba­

silea, abbiamo organizzato una lotteria con più di 1200 franchi di premi, che verrà estratta irrevocabil­mente la domenica i5 maggio 1917.

Il prezzo d'ogni biglietto è di 5o cent. Attualmenle la lista dei premi comprende già : Primo premio: Camera da letto, comprendente

letto a due posti, due sedie, tavolino da notte e arma­dio a specchio con due porte.

Mantello impermeabile, apparecchio Kodak, due orologi d'argento, taglio di stolTa per uomo, sacco da montagna, quadro con cornice, chitarra, ecc.

Ai compagni noti che volessero incaricarsi della rivendita spediremo libretti da cinquanta biglietti.

I compagni isolati, che volessero due o più bigliet­ti, ce ne spediscano con l'ordinazione l'importo in francobolli, più a*; cent, per l'invio a mezzo lettera

I libretti appena venduti vanno pagati, data l'ur­genza dei bisogni.

A v v e r t a n o i c o m p a g n i c h e n o n r i m a n e più c h e u n m e s e p e r la r i v e n d i t a dei b ig l i e t t i , p e r cu i b i s o g n a o c c u p a r s e n e s u b i t o , se v o g l i a m o e s a u r i r l i ne l t e r m i n e f i s sa to . Non a s p e t t a r e a l l ' u l t imo m o m e n t o a r i n v i a r e gli i n v e n d u t i .

Sacco e Vanzetti S A D I S M O DI BOIA.

Scritto due mesi dopoché il diattito davanti alla Corte Suprema aveva avuto luogo, ma tre giorni prima che essa pronunciasse il suo rifiuto alla revisione del processo, per cui Sacco e Van­zetti rimangono condannati a morte, questo arti­colo ha trovato una dolorosa conferma nei fatti.

La decisione della Corte Suprema per quanto riguarda il mostruoso processo si fa ancora at­tendere. E' già da un pezzo che i termini sono scaduti, e la parola decisiva è di là da venire.

Per i due anarchici il tempo non conta: ci son voluti sei anni per manipolare e ribadire la mo­struosità giudiziaria ; per distruggerla non c'è premura. Intanto il giudice Thayer. il boia mas­simo, ha il tempo di soddisfare il suo sadismo torquemadesco, facendo oscillare la lama di morte sul capo delle due vittime.

E poi, dopo tutto, trattandosi di due italiani, e per di più anarchici, non c'è da scandalizzarsi. Ormai tutti sanno il poco che vale la vita degli individui in Italia per il fascismo.

Lo sanno purtroppo i dollarai della Repubblica federale che impinguano la cassa della Ceka fa­scista, perchè il danno e la vergogna duri , che permette a loro dei buoni affari. Gli affari son gli affari !

Ed il grande Edison non tesse forse l'elogio al Duce invitto? Noi, poveri illusi, che credevamo di salutare la scienza col poeta :

Salve, o scienza, che redimi i cuori! non ci siam dovuti ricredere col constatare che il cuore del secolo ventesimo è impetri to, come i timpani del grande Edison?

La sua lampada che doveva servire a squarciare le tenebre, non serve forse ad incenerire le cer­vella ?

Ecco perchè il vecchio sordo trova nel Duce il teorizzatore dello schiavismo per plaudire ; il vindice che della patria ha fatto bordello. Pian­gi, ancor piangi,

... che ben hai donde, Italia mia ! Ed allora, quale scandalo può suscitare un giu­

dice che impugua il falso per aiutare i masna­dieri in camicia nera a sopprimere, colla stessa indifferenza, come si sopprime in Italia?

Cosa domandano, in fiu dei conti, i rappresen­tanti della Ceka del Viminale all'autocrazia nord­americana ? Oro, oro. oro, in cambio di quello che r imane alla sussistenza economica del popolo italiano.

Cosa può interessare a simili mercanti intrisi di sangue la vita di due innocenti ?

Questo è il complesso della situazione che mi­naccia la vita dei due condannati. E loro sono abbastanza intelligenti per capirlo, e domandano l 'a iuto dei loro fratelli di fede e di fatica.

Scrive Sacco : « Si attende di giorno in giorno la risposta

« della Corte Suprema, ma stai pur certo che la « domanda di rinnovo sarà respinta. E se la pro­ie testa proletaria arriverà in tempo, avremo « probabilmente la libertà. Da parte mia, per « non vedere più soffrire la mia famiglia, mi « auguro una prossima fine. »

Giudice Thayer, avete figli voi ? E potete ab­

bracciare i vostri figli, pensando che la vostra perfidia sta per colpire due creature, che da sette anni attendono il ritorno del padre loro? Se in quell'atto potete r imanere tranquillo, voi perso­nificate la figura dello scimione con un cuore da sciacallo. Siete la degenerazione dell 'essere umano I

Ma il proletariato non è Thayer, perchè possa avallare col silenzio una simile infamia.

Ginevra proletaria, che ospita i rappresentanti della politica internazionale, è chiamata a dire la sua parola, se i (ghiacci del Monte Bianco non hanno atrofizzato gli organi che fanno vibrare le nobili sensibilità individuali.

Si domandi la libertà dei due innocenti. Ma presto, prima che il delitto venga consumato.

Nino dal Vespro.

MANROVESCI E BATTIMANI COSE D'ITALIA E D'ALBANIA.

Non a b b i a m o la più l on tana i n t e n z i o n e d i p r e n d e r e le difese del g o v e r n o j u g o s l a v o . Tut t i i g o v e r n i , c o m p r e s o que l lo della famo­

sa di t t a tu ra del pro le ta r i a to , li m e t t i a m o ne l lo stesso sacco. Ma n o n è fuor di l u o g o i n s i s t e re su l l ' i d io t a incoerenza del fascismo i t a l i a n o .

Le prelese del l ' I ta l ia alla d o m i n a z i o n e su l ­

l 'Albania sono di vecchia data , t an to c h e Eliseo Reclus ne par lava già nel la sua o p e r a L'Uomo e la Terra. L' I ta l ia aveva , del res to , già m a n d a t o u n corpo di occupaz ione in Al­

b a n i a , ma colpi to dal le febbri e c o m b a t t u t o dal le t r i bù insor te , dove t te r i t i ra rs i verso la costa e q u i n d i i m b a r c a r s i pel r i m p a t r i o , p r o ­

tetto da u n a squad ra nava le venu t a da B r ì n ­

d is i . Si era ben par l a to a q u e l m o m e n t o d i m a n d a r e dei r inforz i per m a n t e n e r e l 'occu­

paz ione m a l ' i n s u r r e z i o n e del p o p o l o e dei soldat i di A n c o n a cos t r inse il g o v e r n o d 'a l ­

lora a r i n u n c i a r v i . L'Alban ia fu p r o c l a m a t a i n d i p e n d e n t e ed a m m e s s a a far pa r t e del la Società delle Nazioni .

Ma il fascismo — d ' acco rdo i n ciò , del r e ­

sto, con Don Sturzo — n o n cessò da l p r o ­

testare c o n t r o i r i n u n c i a t a r i . La pro t e s t a v e n n e r ipe tu ta d u e a n n i fa alla C a m e r a m u s ­

so l in iana , p r o v o c a n d o u n a d i c h i a r a z i o n e di Gioli t t i , che affermò avere a b b a n d o n a t o Val­

Iona , p e r c h è sprovvis ta d'hinterland e di co ­

m u n i c a z i o n i , cos icché sarebbe r i m a s t a u n p u n t o i sola to , cos tos i ss imo a fortificare e m a n t e n e r e , con u n a s s o r b i m e n t o d ' u o m i n i e di mezzi, s p r o p o r z i o n o t o a l l ' u t i l e da r ica­

v a r n e . Questa d ich i a r az ione v e n n e acco l ta però nel più glaciale anzi ost i le s i lenzio .

Tut t i sapendo che così s t a n n o le cose, q u a l e p i ù id io ta incoerenza di que l l a di p r o ­

c l a m a r e che l ' I ta l ia n o n h a n e s s u n a m i r a su l l 'A lban ia e che ne vuole ass icura ta la pie ­

na i n d i p e n d e n z a ? Bisognerebbe che i l fasci­

s m o fosse d iven ta to a sua vol ta r i n u n c i a t a r i o , m e n t r e si p u ò star cert i che ove ci sia u n a poss ib i le i n famia da c o m m e t t e r e , cer to n o n vi r i n u n c i a m a i .

Si dirà che l 'Albania i n s o m m a è p o c a cosa , m a le g r a n d i carnef ic ine ebbe ro q u a s i s e m ­

pre il lo ro pretes to in piccol i fatt i .

VERSO LA GUERRA. A v r e m o 0 n o n a v r e m o a n c o r a la g u e r r a ,

e n o n so l tan to i n a l t r i c o n t i n e n t i o i n l on t a ­

ne co lon ie , m a i n E u r o p a stessa ? Ecco l 'e­

ven to poss ib i le , di cui si par la u n p o ' d a p ­

p e r t u t t o con u n a indifferenza c h e pa re i n c r e ­

d ib i l e . C'è bens ì chi dice che pel m o m e n t o n o n crede possibi le u n a tan ta catas t rofe , m a n o n l ' esc lude r ec i s amen te . Ad o g n i m o d o n o n si nota a n c h e nel la massa opera ia u n o r r o r e i nv inc ib i l e per u n n u o v o mace l lo e tu t to lascia t emere che si a v r e b b e la stessa fatale passivi tà del l ug l io io , i4 , t a n t o p i ù c h e ' p a r t e dei pro le t a r i p o t r e b b e r o vole re la g u e r r a al fianco della d i t t a tu ra russa pe r u n c o m u n i s m o i m m a g i n a r i o e par t e ne l le file d e m o c r a t i c h e c o n t r o il fasc ismo, c o s i c c h é si r i n n o v e r e b b e il m o s t r u o s o i n g a n n o d ' u n a g u e r r a statale pe r il d i r i t t o e la l ibe r tà .

Sarebbe p r o p r i o vero che n e p p u r e c i n q u e a n n i di massac ro u n i v e r s a l e n o n son bas ta t i a far esecrare per s e m p r e la g u e r r a ?

.

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4 IL RISVEGLIO

Attenti al boia ! P e r S A C C O e V A N Z E T T I .

Com'era da prevedere, la Corte Suprema di Boston ha respinto ancora una volta la domanda d'un nuovo processo pei nostri due compagni inuocenti.

Ora, la situazione è questa : Un ul t imo licorso può essere presentato alla

Corte federale degli Stati Uniti por violazione dei diritti costituzionali della difesa, ma senza nes­suna speranza di vederlo accolto. Non servirebbe che a prolungare ancora l'attesa angosciosa di Sacco e Vanzetti. D'altronde — e l 'abbiamo già detto da mesi — bisogna rinunciare ad ogni spe­ranza d'ottenere un nuovo processo, che dure­rebbe parecchie settimane e rivelerebbe il lavo­rìo infame di poliziotti, magistrati , governanti e plutocratici americani, complici tutti da sette anni di una spaventosa iniquità o per dir meglio di un vero delitto giudiziario, freddamente or­dito e consumato.

Resta l ' intervento del governatore dello Stato del Massachusetts stesso, al quale la legge accor­da più che il diritto di grazia, quello di rifare ogni processo, per pronunciare in ultima istanza l'assoluzione e la liberazione d'ogni condannato.

E' l 'estrema soluzione in cui sia permesso di sperare, perchè non necessita un dibattito pub­blico con testimouianze e rivelazioni schiaccianti per tutte le autorità indistiutamente.

La parola è dunque al detto governatore, ma è da prevedere che non si deciderà a prenderla, se gli uomini di buona volontà di tutti i paesi non elevano prima la loro protesta veemente.

Non c'è un minuto da perdere per ottenere tale scopo con una larga agitazione.

P e r il N O N M O L L I A M O . Alcuni compagni, dopo uno scambio d'idee con

altri compagni di varie regioni e di diverse tendenze, hanno, fin dallo scorso décembre, costituito un co­mitato di azione antifascista in Italia ; comitato che fin dal gennaio ha inizialo il suo lavoro, distribuen­do, per vie diverse e con una relativa larghezza, gra-tuitamentp. in Italie, un piccolo giornaletto: il NON MOLLIAMO. È poca cosa, ma data l'attuale situazio­ne di completo soffocamento d'ogni qualunque pub­blicazione legale, antifascista, quegli stampati, insie­me ad altre modeste pubblicazioni, fatte anch'esse alla macchia, costituiscono, nondimeno, sempre un veicolo di propaganda e di eccitamento, che il perpe­tuarsi dell'attuale stato di cose, in Italia, rende neces­sario. La diffusione però, di tali stampati e di altri in progetto, esige non lieve disposizione di fondi. Fin ad oggi tutte le spese necessarie sono state soste­nute da pochi compagni, al corrente dell'iniziativa, e col contributo, quasi che totale, del fondo residuale di altra pubblicazione nostra, oggi, soppressa.

Si rende però indispensabile, sia per intensificare quella diffusione, variarne i tipi e i mezzi; sia per provvedere ad altre eventuali iniziative concordanti nello stesso fine, un maggiore concorso finanziario che solo potrà esser dato da compagni nostri, ai quali detta iniziativa non dispiaccia, ritenendola utile. Chi pensasse il contrario logicamente, niente è invitato a dare. Delle somme già raccolte, ne! prossimo nu­mero, il quarto del NON MOLLIAMO, verrà dato scarico, naturalmente abbreviando i nomi delle loca­lità e dei sottoscrittori. Delle uscite sarà data detta­gliata informazione ai contribuenti, a noi noti, non essendo opportuna la pubblicazione di particolari che potrebbero ostacolare lo svolgimento della nostra azione.

Le offerte possono essere inviate al Risveglio, che troverà il mezzo di farle avviare a destinazione. Se altre pubblirazioni nostre vorranno riportare questo comunicato e ricevere anch'esse le eventuali offerte, faranno cosa buona : ma niente esigiamo.

N. B. Trattandosi di pubblicazioni che riguardano soltanto la situazione interna italiana e che si diri­gono, di sorpresa e a caso, al pubblico italiano (non vengono inviate a compagni o ad altri sevversìvi co­munque noti per evitare loro rappresaglie e processi). Unto il giornaletto che gli altri stampati, vengono diffusi all'estero soltanto in un ristretto numero di copie, ed a un ristretto numero di compagni. Questo per non far doppioni di altre pubblicazioni nostre che ail'eslero regolarmente si pubblicano, e perchè il Comitato di azione antifascista in Italia, si è prefisso uno scopo che resta limitato alla propaganda insur­rezionale, in Italia.

In vend i t a presso IL RISVEGLIO: G. D a m i a n i . La palla e il galeotto 0.70 Lu ig iGa l l ean i : La/me dell' Anarchismo? 1.5o Sébas t ien F a u r e : L'impostura religiosa i . 5o i<jetro K r o p o t k i n : Il mutuo appoggio a.5o Ca r lo D a r w i n : L'origine delle specie 3.5o Ca r lo D a r w i n : E'origine dell'uomo 3 5o

In vendita presso il Risveglio. Unire all'ordinazione l'importo in francobolli svizzeri.

Ai Compagni. Malgrado la nostra infinita ripugnanza ad oc­

cuparci ancora di garibaldinismo, vogliamo dare una risposta aperta a quei compagni che conti­nuano a scriverci in merito.

Essi ci dicono in sostanza : Noi siamo calunniati nel modo più pazzesco

e bestiale, e per giunta minacciati alla fascista di spedizioni punitive E tu che sai come stanno le cose non rispondi e non vuoi neppure dar po­sto alle nostre risposte. Così facendo, noi man­chiamo d'ogni difesa e si finisce col mentire im­punemente sul nostro conto, con un danno mo­rale che può risolversi anche in danno materiale per la causa comune.

Il male purtroppo è di vecchia data, e se una colpa abbiamo noi, non è di non voler oggi discu­tere con un pazzoide— che tanto non servirebbe a nulla — ma di non avere protestalo nel pas­sato e precisamente fin da quando il povero Et­tore Molinari e Nella Giacomelli (che mori erano punto unionisti e non lo divennero mai) veni­vano ignobilmente aggrediti essi pure. Certo, al pari di oggi, non era allora il caso di far posto a una polemica, ma non dovevamo tacere senz'al­tro e dire altamente la nostra simpatia pei ca­lunniati e il nostro disprezzo pel calunniatore. Noi serbammo il silenzio appunto per non allar­gare una polemica odiosa, mentre sarebbe stato meglio far tutti una manifestazione di solidarietà pei diffamati.

Si ha oggi una situazione umiliante di fronte agli avversari, sia perchè possono sogghignare dell ' infermo di mente che certi anarchici hanno preso per vessillifero, sia perchè possono spas­sarsela col leggerne il turpiloquio.

Altri pmliti , assai più degli anarchici, si com­promisero col garibaldinismo. ma d'un comune accordo io liquidarono e se ne parlarono ancora non fu certo come d'un male proprio, ma d 'una infamia fascista. Ci voleva un ' incredibi le stupi­dità (ogni altra considerazione a parte), per favo­rire un demente nel suo tentativo di lasciar cre­dere che i compagni più noti avessero appog­giato e non combattuto il garibaldinismo. E non meno stupido era il fare dei generosi che vi ave­vano aderito — fra cui Gino Lucetti — altrettante canaglie da gettare nel « pozzo dei traditori ».

Ma coi dementi non si discute, cari compagni, e sono anche per definizione irresponsabili. I re­sponsabili sono coloro che ben conoscendo quel di Collesano per quel che è, e parlandone a quat­tr'occhi con un sorrisetto assai significativo, l 'hanno gabellato in Europa ed in America per il supremo salvatore dell 'anarchismo.

Se però si vuole accettare un mio consiglio, insisto presso i compagni perchè non sprechino tempo e quattrini a seguire i contorcimenti d'un pazzo. Quando si pensa al momento che si attra­versa, ai più vari bisogni di assistenza, di propa­ganda e di preparazione, si freme al peusare ad una qualsiasi spesa per aggiungere alla biblio­grafia anarchica uno scritto che denunci i delirii e le bassezze d'un disgraziato che ignari e diso­nesti sostengono in un'opera deleteria per l'anar­chia. Con quale risultato poi ? Sappiamo benis­simo che parecchi i quali alle opere utili non sanno interessarsi in alcun modo, si divertireb­bero assai ad una polemica tristissima per forza di cose, ma siamo più che mai del parere che chi ha del cervello ne usi e non si lasci trasci­nare nel brago da chi vi si compiace per demenza o perversione. E in fatto di risposta, chi ne ha l 'animo pensi a darla coi fatti.

E' la migliore. L. B.

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» dai potenti del mondo, rappresentati dal finan­ziere (il Capitale) e dal prete (la Chiesa), davanti a cui stanno Mussolini e il suo re. Mussolini con la destra sanguinante toglie la corona al reuccio e Io macchia orribilmente, con la sinistra strin­ge il manganello, dopo di aver respinto nel tra­gico fiume il corpo della caduta Libertà. In un angolo, dalla parte del popolo, il medaglione dell ' indimenticabile mart ire Matteotti.

Pro vittime politiche R i c o r d i a m o s e m p r e le v i t t i m e p o l i t i c h e

e p r e p a r a n d o l ' o r a di d e m o l i r e t u t t e l e c a r c e r i , d i a m o il n o s t r o obo lo ai r e c l u s i e alle l o r o f a m i g l i e .

In cassa Fr. 27 35 Bellinzona : Franz Moser 1 — Berna : fra compratori Risveglio a mezzo

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Comitato prò figli dei Carcerati politici d'Italia. — Inviare fondi e tutto ciò che riguarda il Comitato a Léopold FAURE, rue Jean Dolfus. 9, La Capelette, MARSEILLE.

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13.10. Chaux-de-Fonds, Jordi 6.5o, Esch, Mucci (5o) 7, Flémalle Grande (70) 10, Lausanne, Sch. 5, Long-lavillc (a5) fi.10, Marseille. B. (5r ) 10.a5, Montecaras-so,E.M.7, Saint-Claude, Poggiali 7, Saint Imier 7.50, J. C. i5.65, Schaffhausen, Gigino 6.75, Thalwil, B. 10, Valencia 27.50. Total 176 75 ABONNEMENTS — ABBONAMENTI

Bellinzona, Cr. C. 5, Fr. M. 5. Ch. 5, Biasca, R.Teo-5, Chiesa Anselmo 5, Bienne, J. D. io, Genève, H. Br. 5. H. Forestier 5, Tacca 5, Zanotti 5, Montecaras-so, Martinelli P. 5, Marcionetti E. 10, Villeret, Kauf-mann ro, Zurich, L. Cop. 7. Total 87 — SOUSCRIPTIONS —SOTTOSCRIZIONI

Bern. Sala 3, Bonetti 3. Genève. Jeanquimarche 5, Vaglio 5, Hurley. WÌ9c, C. Taraboi 7, Saint-Nazaire,. Mozza (ao)4.10, Villeret. Kaufmann 2. Total 39 io

Total des recettes au i3 avril 39a 85

Dépenses — Uscite Déficit du numéro précédent 349 Se-Journal n* 716 390 Frais de poste 96 go Brochures LibrePensée et Exoria (127.50) 36 i5

Total des dépenses 763 55

Déficit 46g 70 Il disavanzo del nostro giornale è ancora di

470 franchi. I compagni se ne ricordino in occa­sione di feste, conferenze e r iunioni. Tutti coloro che sono in ritardo nei pagamenti si affrettino a mettersi in regola.

Genève. — Irnp. 23, Bue des Baioa