Comunicazioni di massa e società di massa Sociologia delle comunicazioni 22/03/2011.

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Comunicazioni di massa e società di massa

Sociologia delle comunicazioni22/03/2011

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La comunicazione di massa (1890-1960)

I nuovi media della comunicazione di massa:Fotografia (dalla seconda metà dell’800)Cinema (primi film 1895)Radio (dagli anni ‘20)Televisione (dal 1950)

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La comunicazione di massa e la modernità (1890-1960)

Economia/società: Industrializzazione, urbanizzazione, società dei consumi e dello spettacolo, semiotizzazione dell’economia

Eventi storici e geopolitici: guerre mondiali, totalitarismi, rivoluzioni

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Scuola di FrancoforteInstitut für Sozialforschung (1923)

Walter Benjamin (1892-1940)

Theodor Adorno (1903-1969)

Max Horkheimer (1895-1973)

Jurgen Habermas (1929-)(Wilhelm Reich, Leo

Lowenthal etc)

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Walter BenjaminL’opera d’arte nell’epoca

della sua riproducibilità tecnica (1936)

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1. L’opera d’arte è sempre stata riproducibile tecnicamente, ma nella società di massa moderna la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte è diventata la modalità principale di produzione e fruizione dell’esperienza estetica (litografia, fotografia, cinema)

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2. La riproducibilità tecnica dell’opera d’arte comporta la perdita dell’hic et nunc o aura dell’opera d’arte. “La sua esistenza unica è irripetibile nel luogo in cui si trova.”l’ ’autenticità e l’originalità dell’opera d’arte tradizionale. Nel caso della fotografia e del cinema è proprio è il concetto di ‘autentico’ che viene a mancare’

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3. Una volta liberatasi da questo legame con l’originale e l’autentico, l’opera d’arte può essere appropriata dalle masse, che possono fruirne dove e come vogliono.

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Un’altra caratteristica importantissima delle nuove tecnologie della riproduzione tecnica dell’opera d’arte è l’aprirsi di un inconscio ottico.

Cf Eadweard Muybridge che per la prima volta mostra all’occhio umano la sequenza della corsa del cavallo (Il cavallo in movimento 1878 preannuncia il cinema); e il fucile fotografico del fisiologo Etienne Jules Marey (Il volo degli uccelli del 1890).

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• (siti: primo film uscita dalla fabbrica: http://www.youtube.com/watch?v=HI63PUXnVMw&feature=fvsr; arrivo del treno http://www.youtube.com/watch?v=2cUEANKv964&feature=related; Vertov: L’uomo con la macchina da presa (1929) http://www.youtube.com/watch?v=zfvkCgkZjQ8

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4. Ambivalenza degli esiti politici della riproducibilità: politicizzazione dell’arte o esteticizzazione della politica?

(cf Lewis Hine 1910, St Louis, Missouri)

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Theodor W. AdornoIl carattere di feticcio in

musica e la regressione del raccolto (1938)

Theodor W. Adorno e Max Horkheimer

L’industria culturale. Illuminismo come mistificazione di massa (1947)

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1. Le società nazi-fasciste, socialiste e capitaliste sono ugualmente caratterizzate dal dominio della razionalità strumentale:

“Adorno è fuggito dalla Germania nazista e viene a contatto diretto con l’altra faccia della società di massa: dal totalitarismo della violenza del nazismo a un’altra forma di totalitarismo quello fondato sull’onnipotenza del mercato. Mentre il primo riduce la società ad una caserma, spinge un’intera nazione all’autodistruzione della guerra totale e insieme progetta l’eliminazione fisica di un intero popolo, il secondo agisce sulle emozioni, gli affetti, gli impulsi, soprattutto quelli latenti, per fare della società un grande supermercato.” (Ricciardi p. 147)

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2. La cultura prodotta dall’industria culturale è caratterizzata dall’esportazione dei principi della produzione industriale nell’ambito della cultura (standardizzazione, pseudo-individualità etc)

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3. Il consumatore dei prodotti dell’industria culturale è alienato, atomizzato e infantilizzato:

‘…ciò che è più conosciuto ha maggior successo e per questo viene continuamente eseguito e dunque sempre meglio conosciuto…

L’attuale tipi di ascolto è quello di individui regrediti inchiodati a uno stadio di sviluppo infantile… Ma essi non sono infantili, bensì infantilistici..,

[…]gli ascoltatori regrediti si comportano come i bambini, e continuano a desiderare ostinatamente sempre la stessa pappa che gli hanno messo davanti una volta.”

(Adorno Il carattere di feticcio della musica e il regresso dell’ascolto cit p. 144)