Comunicazione e innovazione nella P.A.

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Laurea magistrale Comunicazione pubblica e d’impresa Comunicazione e innovazione nella Pubblica Amministrazione Fondamentali: evoluzione normativa Anno accademico 2011/2012 Prof. Eugenio Iorio

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Lezione sulla evoluzione normativa della comunicazione pubblica nel corso di insegnamento "Comunicazione e innovazione nella P.A." - Università Suor Orsola Benincasa Napoli - AA 2011/2012

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Fondamentali: evoluzione normativa

Anno accademico 2011/2012Prof. Eugenio Iorio

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Evoluzione normativa

La Costituzione Italiana

DIFFERENZA DI TUTELA TRA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE (ART. 15 COST.) ED ESPRESSIONE DEL PENSIERO ATTRAVERSO OGNI MEZZO DI DIFFUSIONE (ART. 21 COST.)

Il diritto alla comunicazione interpersonale viene compreso all’interno dell’articolo 15, ovver quello della libertà, della segretezza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.Il diritto all’informazione viene compreso all’interno dell’articolo 21, quello della libertà di espressione e di pensiero

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Prima degli anni novanta

LEGGE N.93/1983 “ASSETTO DELLA DISCIPLINA DEL PUBBLICO IMPIEGO”

LEGGE N.816/1985 “STATO GIURIDICO DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI”

Proclamano il diritto del cittadino a prendere visione dei provvedimenti e nonché degli atti degli enti locali. Queste primissime disposizioni nascono da provvedimenti che avrebbero dovuto fornire un indirizzo per la contrattazione collettiva del settore, ma concretamente non sono state mai attuate.

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Prima degli anni novanta

LEGGE N.349/1986 “NORMA ”IN MATERIA DI DANNO AMBIENTALE”

Riconosce il diritto di accesso del cittadino a tutte le informazioni relative allo stato dell’ambiente. Il provvedimento è rivolto agli uffici della Pubblica Amministrazione.

LEGGE N.67/87 “RINNOVO DELLA LEGGE 5 AGOSTO 1981, N. 416, RECANTE DISCIPLINA DELLE IMPRESE EDITRICI E PROVVIDENZE PER L’EDITORIA”

La prima regolamentazione della pubblicità per la P.A. si ha con la legge 416/81. Istituisce un capitolo specifico per le spese pubblicitarie.

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Le leggi del cambiamento

LEGGE 8 GIUGNO 1990, N. 142, “ORDINAMENTO DELLE AUTONOMIE LOCALI”, IN G. U. N. 135 DEL 12 GIUGNO 1990

La legge introduce, per la prima volta, una disciplina sulla trasparenza amministrativa, per la regolamentazione dell’attività delle istituzioni. Più precisamente, essa detta i principi dell’ordinamento dei comuni e delle province, determinandone le funzioni. Per la cultura amministrativa che si ha intenzione di avviare per le istituzioni dello Stato, in funzione del neo diritto d’accesso agli atti della pubblica amministrazione, che richiede appunto una disciplina giuridica che ne garantisca la tutela, la disposizione 142/90 rappresenta un fondamentale punto di riferimento, soprattutto attraverso la definizione dei contenuti degli “istituti di partecipazione” in ambito locale e attraverso la promozione e la valorizzazione della partecipazione del cittadino alla gestione della cosa pubblica e della costruzione dello Stato (viene favorita, per questo fine, la libera costituzione di forme associative e di organismi di partecipazione a livello locale). Tutti presupposti per una effettiva tutela del diritto d’accesso all’informazione, alla documentazione, ai servizi e alle strutture pubbliche, che assume una posizione fulcro intorno alla quale la legge si sviluppa.

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Le leggi del cambiamento

LEGGE 7 AGOSTO 1990, N. 241, “NUOVE NORME IN MATERIA DI PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E DI ACCESO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI”, IN G. U. N. 192 DEL 18 AGOSTO 1990*

Nei fatti, essa si limita a specificare ed a estendere a tutti gli enti pubblici i contenuti relativi alla trasparenza amministrativa, che la 142/90 aveva già introdotto con riferimento all’attività delle autonomie locali. Nonostante la norma riprenda dei temi già argomentati, essa è considerata altamente innovativa, individuando nei criteri di economicità, efficacia e pubblicità quelli attraverso i quali l’attività amministrativa deve perseguire i fini definiti dalla legge; detta, inoltre, i principi generali per la disciplina del procedimento amministrativo.

* (Modificata da Legge n. 15/2005, dal D.L. 35/2005, dalla Legge 40/2007 e dalla Legge 69/2009)

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Le leggi del cambiamento

D.LGS. 3 FEBBRAIO 1993, N. 29, “RAZIONALIZZAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E REVISIONE DELLA DISCIPLINA IN MATERIA DI PUBBLICO IMPIEGO, A NORMA DELL’ART. 2 DELLA LEGGE 23 OTTOBRE 1992, N. 421”, IN G.U. 6 FEBBRAIO 1993, N. 30.Il decreto ha come fine quello di perfezionare l’organizzazione degli uffici amministrativi e i rapporti interni di lavoro tra i dipendenti. Il decreto è la massima testimonianza dell’importanza che, nell’esercizio dell’attività dei pubblici uffici, viene odiernamente tributata dallo Stato alla comunicazione e alla trasparenza, principi che sono entrambi richiamati ed esaltati attraverso l’imposizione dell’obbligo, esteso a tutte le istituzioni, di costituire appositi Uffici per le relazioni con il pubblico (U.R.P.).

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Le leggi del cambiamento

UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO

L'introduzione degli Uffici per le Relazioni con il Pubblico (URP) avviene con l'art. 12 del dlgs. 3 febbraio 1993, n. 29 (ora art.11, del dlgs. 30 marzo 2001, n. 165), quale risposta ad una duplice esigenza, già messa in luce dalle precedenti leggi 7 agosto 1990, n. 241, e 8 giugno 1990, n. 142:• da un lato, dare veste istituzionale alla emergente cultura della

trasparenza amministrativa e della qualità dei servizi; • dall'altro, fornire uno strumento organizzativo adeguato alle

esigenze di attuazione delle funzioni di comunicazione istituzionale e contatto con i cittadini.

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DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 27 GENNAIO 1994, “PRINCIPI SULL’EROGAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI”, IN G.U. N. 43 DEL 22 FEBBRAIO 1994.

La Direttiva ha come obiettivo quello di favorire una sempre migliore qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, attraverso tutta una serie di principi, strumenti e obblighi nuovi. Tra questi vi è la Carta dei Servizi pubblici: può essere pensata come una sorta di “contratto”, che fissa lo standard di qualità del servizio, dell’informazione, delle occasioni di incontro (comunicative), della tutela dei diritti del cittadino che l’ente si impegna a disporre. E’ una sorta di “patto”, di condizione a cui l’amministrazione, proprio per la volontà di venire incontro alla società, si subordina, anche se per coercizione legislativa, predefinendo già a priori la natura e il livello del servizio che si ripropone di erogare.

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Le leggi del cambiamento

LEGGE 7 GIUGNO 2000, N. 150, “DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI COMUNICAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”, IN G.U. N. 136 DEL 13 GIUGNO 2000.

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Le leggi del cambiamento

IL LIBRO BIANCO SU UNA POLITICA EUROPEA DI COMUNICAZIONE, COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, BRUXELLES, 1 FEBBRAIO 2006.

La Commissione della Comunità Europea nel “Libro Bianco su una politica europea di comunicazione”, pubblicato in data 1 febbraio 2006, pone con grande forza la necessità di caratterizzare i principi comuni e le norme che dovrebbero servire da orientamento per le attività di informazione e di comunicazione, non solo sulle tematiche e sulle attività dell’UE ma della pubblica amministrazione in generale.

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Le leggi del cambiamento

IL LIBRO BIANCO SU UNA POLITICA EUROPEA DI COMUNICAZIONE, COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, BRUXELLES, 1 FEBBRAIO 2006.

Gli obiettivi della Comunità Europea nelle politiche di comunicazione dei suoi Stati membri, pertanto, sono: 1. mettere la comunicazione al servizio dei cittadini e considerarla come una politica a pieno titolo; 2. potenziare il dibattito e il dialogo; 3. potenziare il diritto all’informazione e la libertà di espressione; 4. migliorare l’educazione civica costruendo strategie di democrazia partecipata; 5. mettere i cittadini in comunicazione tra loro; 6. collegare i cittadini e le istituzioni pubbliche.