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Comunicazione digitale per il turismo

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Perché non possiamo non dirci databaseSe c’è una categoria di applicativi assolutamente vitale per la “Web turistica” – ma oramai per la Web in quanto tale – questa categoria è quella dei database.

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Che cosa c’è in comune fra la raccolta di gusti, preferenze. bisogni presso i visitatori di un sito web, la gestione dei dati nelle procedure di e-commerce e la possibilità che gli operatori turistici intervengano direttamente sui propri dati nel sito ufficiale del loro territorio?Dietro queste opportunità sicuramente diverse tra loro, ma solo apparentemente distanti, sta un’unica soluzione digitale: il ricorso alle basi di dati (o data base, più spesso database o semplicemente db).

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Wikipedia: Il termine Database, tradotto in italiano con base di dati o anche basedati e, con sempre meno frequenza, banca dati, indica un insieme di dati riguardanti uno stesso argomento, o più argomenti correlati tra loro, strutturata in modo tale da consentire che i dati possano venire utilizzati per diverse applicazioni e, normalmente, possano evolvere nel tempo. La base di dati, oltre ai dati veri e propri, deve contenere anche le informazioni sulle loro rappresentazioni e sulle relazioni che li legano. Spesso, ma non necessariamente, una base dati contiene le seguenti informazioni:

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• Strutture dati che velocizzano le operazioni frequenti, tipicamente a spese di operazioni meno frequenti.• Collegamenti con dati esterni, cioè riferimenti a file locali o remoti non facenti parte del database.• Informazioni di sicurezza, che autorizzano solo alcuni profili utente ad eseguire alcune operazioni su alcuni tipi di dati.• Programmi che vengono eseguiti, automaticamente o su richiesta di utenti autorizzati, per eseguire elaborazioni sui dati. Un tipico automatismo costituisce nell’eseguire un programma ogni volta che viene modificato un dato di un certo tipo.

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I siti web turistici rilevanti sono tutti dinamici. Il loro contenuto sostanziale, cioè, è generato da database, e proprio a questa condizione è aggiornabile anche in remoto via browser.Quest’ultimo punto dell’aggiornabilità del dato in remoto via browser merita una considerazione attenta ai nostri fini del territorio turistico.

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Significa infatti che sui contenuti di un sito turistico dinamico può intervenire non soltanto il gestore centrale,ma chiunque – tipicamente, un singolo operatore nel quadro di un sistema turistico – disponga di un computer in rete, di un browser e delle credenziali informatiche (in inglese si dice Permission) necessarie e sufficienti (di solito la normale accoppiata UserId + password) per intervenire sul database.

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Un albergatore può aggiornare i suoi prezzi,un organizzatore di mostre i suoi orari,un museo i suoi orari e la sua nuova mostra,un ristoratore il suo giorno di chiusura, etc.e l’intero sistema ne terrà di per ciò stesso conto ai fini della propria comunicazione, delle informazioni che gestisce e che rende pubbliche su Web.

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Dei diversi metodi (o linguaggi di programmazione) più comuni per la generazione di pagine web dinamiche, una sommaria rassegna ha consentito di distinguere, interpretando il tipo di estensione dei file evidenziati a browser,asp – linguaggio proprietario Microsoftaspx – linguaggio proprietario Microsoft .netcfm – linguaggio proprietario Cold Fusionphp – linguaggio open source.

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Forse oggi il prodotto più utilizzato per siti professionali, anche piuttosto complessi purché di dimensioni non gigantesche, è Adobe Dreamweaver.(È l’applicativo utilizzato anche per le pagine web dell’Università di Studi di Bergamo in gestione al Cestit, Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio, dove si trovano fra l’altro strumenti didattici relativi all’insegnamento di Comunicazione digitale per il turismo.)Si può provare Dreamweaver in regime shareware per un breve periodo (attualmente un mese), trascorso il quale il programma cessa di funzionare.

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D’altra parte, si possono creare siti web anche facendo ricorso a vere e proprie piattaforme di gestione contenuti (CMS, Content Management System) già predisposte, in regime open source comeDrupal o Joomla, oppure proprietarie ma meglio ottimizzate come QuickFly o mWeb. Soluzioni del genere sono spesso le migliori per siti web gestiti in condivisione da territori turistici – o gruppi di operatori turistici – che non possano contare su competenze capaci di far fruttare in autonomia applicativi a pagamento del genere di Dreamweaver.

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Destination Management System (DMS)Ricalca la sigla, popolare fra gli addetti ai lavori, di Destination Management Organization – o Destination Marketing Organization (DMO) – per indicare le agenzie per la gestione o la promozione turistica di quel genere che in Italia, fino agli ultimi sviluppi legislativi, erano note come APT o IAT, e che ora dovrebbero corrispondere agli enti di gestione dei sistemi turistici.

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Destination Management System (DMS) secondo Umberto Martini del gruppo eTourism.

Un DMS può essere definito come un sistema informativo integrato di località, che consente di raccogliere in modo centralizzato tutte le informazioni inerenti alle attrattive turistiche e ai servizi offerti, rendendoli disponibili per la promozione e la commercializzazione attraverso un sito web.

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Un DMS è una struttura nello stesso tempo tecnologica ed organizzativa, che presuppone• da una parte, la creazione di una rete ad accesso riservato (protetto da login e password) per gli operatori locali, attraverso la quale è possibile inserire e modificare in tempo reale i dati relativi all’offerta di servizi (data-base dell’offerta);• dall’altra, la creazione e la gestione di un sito web, liberamente accessibile al cliente via browser, nel quale sono rappresentati i prodotti acquistabili in rete e le informazioni relative alla località.