COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E ...1996 – 2000 5 10 25 30 180 260 680 800...

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 26.11.2002 COM(2002) 656 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO relativa ad un piano di azione comunitario inteso a ridurre i rigetti in mare

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 26.11.2002COM(2002) 656 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E ALPARLAMENTO EUROPEO

relativa ad un piano di azione comunitario inteso a ridurre i rigetti in mare

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INDICE

1. Portata e oggetto della presente comunicazione .......................................................... 4

2. Entità del problema ...................................................................................................... 4

2.1. Stima dei quantitativi rigettati complessivamente da tutte le flotte di pesca, per areageografica..................................................................................................................... 5

2.2. Altre stime dei rigetti ................................................................................................... 5

3. Motivi dei rigetti .......................................................................................................... 7

3.1. Motivi di ordine legislativo.......................................................................................... 7

3.2. Motivi di ordine economico......................................................................................... 7

4. Conseguenze dei rigetti ................................................................................................ 8

4.1. Conseguenze di ordine biologico ................................................................................. 8

4.2. Conseguenze di ordine economico............................................................................... 8

4.3. Conseguenze a livello di valutazione degli stock ittici e di gestione della pesca ........ 8

5. Possibilità di ridurre i rigetti ........................................................................................ 9

5.1. Approccio generale ...................................................................................................... 9

5.1.1. Miglioramento generale delle condizioni degli stock ittici.......................................... 9

5.1.2. Abbandono volontario di fondali di pesca ................................................................. 10

5.1.3. Valorizzare meglio il pesce con scarso valore commerciale ..................................... 10

5.1.4. Riduzione dei rigetti correlati ai TAC o alle quote .................................................... 10

5.1.5. Progetti pilota destinati a ridurre i rigetti durante le operazioni di pesca .................. 11

5.1.6. Sorvegliare i livelli dei rigetti .................................................................................... 11

5.2. Miglioramento delle misure tecniche......................................................................... 12

5.2.1. Struttura delle reti....................................................................................................... 12

5.2.2. Taglie minime allo sbarco.......................................................................................... 14

5.2.3. Revisione delle regole connesse all'impiego di determinate dimensioni di maglia ... 14

5.2.4. Zone chiuse o controllate ........................................................................................... 15

5.2.5. Chiusure temporanee in tempo reale.......................................................................... 15

5.3. Istituzione di un divieto di rigetto .............................................................................. 15

6. Sintesi e conclusione.................................................................................................. 17

ALLEGATO I: Stime dei rigetti totali internazionali .............................................................. 19

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ALLEGATO II: Rigetti da parte della flotta o di segmenti della flotta ................................... 21

ALLEGATO III: Calendario delle azioni ................................................................................ 23

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1. PORTATA E OGGETTO DELLA PRESENTE COMUNICAZIONE

La presente comunicazione affronta i problemi connessi ai rigetti di pesce in mare da partedelle flotte comunitarie da pesca in tutte le zone di sfruttamento, tuttavia con particolareriferimento alle acque comunitarie dell'Atlantico nordorientale, del Mar Baltico e delMediterraneo.

Essa si propone di:

– fornire un quadro generale dell'entità dei rigetti in mare,

– analizzare i motivi dei rigetti,

– indicare le loro conseguenze di ordine biologico ed economico,

– indicare le possibilità di ridurre i quantitativi di rigetti in mare e le azioni future da partedella Commissione e del Consiglio .

I rigetti possono essere definiti come pesce 1 catturato da un attrezzo da pesca, tratto a bordodi un peschereccio e quindi ributtato in mare .

La Commissione affronta il problema delle catture accessorie e del rigetto di organismidiversi dal pesce nel Piano di azione sull'integrazione della politica ambientale nella politicacomune della pesca, che fa parte della prima serie di proposte di riforma della politica comunedella pesca2.

2. ENTITÀ DEL PROBLEMA

Le stime delle quantità di pesce rigettate in mare si basano su programmi di campionamentoscientifici che esistono fin dagli anni 30. In quell'epoca le stime riguardavano un numero difondali limitato e molto localizzato ed indicavano che di norma veniva rigettato in mare finoal 20% delle catture, in termini di numero. Nelle acque comunitarie il campionamentosistematico dei rigetti è iniziato nel 1973 in Scozia, in particolare per l'eglefino e il merlano,ma anche per molte altre specie, e nel Mare del Nord e nel 1975 nei fondali a ovest delle costescozzesi. Da allora la Commissione ha erogato finanziamenti sempre più consistenti per ilcampionamento scientifico dei rigetti.

I programmi di campionamento scientifico di norma si concentrano sulle specie demersalispesso catturate nell'ambito della pesca multispecifica, ossia nella quale vengono catturatesimultaneamente diverse specie ad ogni immersione dell'attrezzo da pesca. In questo tipo dipesca, ad ogni azionamento dell'attrezzo quasi sempre si cattura pesce che viene ributtato inmare. Anche altri modi di pesca, compresa la pesca di pesci pelagici, comportano rigetti cheperò non sono stati oggetto di un campionamento così sistematico, in quanto ad ogni uscitadelle navi tendono ad essere soltanto episodici e spesso inesistenti.

1 Nel presente documento il termine "pesce" comprende anche i crostacei, i molluschi e qualsiasi altro

organismo sfruttato commercialmente dai pescatori.2 Comunicazione della Commissione sull'istituzione di un piano d'azione comunitario volto a integrare le

esigenze di tutela dell'ambiente nella politica comune della pesca, COM (2002) 186 def., 28.5.2002.

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Il programma di campionamento in atto in Scozia indica che la percentuale di pesce rigettatoogni anno per quanto riguarda l'eglefino e il merlano di tutte le classi di età non ha subitovariazioni significative dall'inizio degli anni 70, nonostante l'aumento delle dimensioni dimaglia delle reti demersali a strascico e la grande panoplia di misure supplementari intese aridurre le catture di pesce giovane, spesso di novellame.

2.1. Stima dei quantitativi rigettati complessivamente da tutte le flotte di pesca, perarea geografica

Il Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM) ha proceduto a stime deiquantitativi complessivi di eglefino e merlano rigettati nel Mare del Nord (sottozona CIEMIV) e dei fondali a ovest della Scozia (divisione CIEM VIa) e per quanto riguarda il merluzzonel Mar Baltico orientale ed occidentale. Tali stime sono inserite nei dati utilizzati nellavalutazione sistematica degli stock e vengono aggiornate ogni anno. Per l'eglefino e ilmerlano, i programmi di campionamento sono stati avviati a metà degli anni 70. Le primestime per il merluzzo del Baltico risalgono al 1996 e solo recentemente sono state inseritenelle valutazioni sistematiche degli stock. I rigetti di merluzzo nel Baltico orientale sonolimitati e nel presente documento non vi sarà fatto riferimento.

I dati cronologici disponibili in merito ai rigetti per queste specie ittiche sono riassunti nellatabella che segue.

Zona Riferimento Percentuale rigettata Peso medio in grammiSpecie

Periodo in peso in numero rigetti sbarchi

min max min max min max min max

Eglefino Mare del Nord 1963 – 1999 20 50 20 60 150 220 380 550

Eglefino Scoziaoccidentale

1978 – 1999 10 20 30 80 150 210 480 650

Merlano Mare del Nord 1960 – 1999 20 63 15 55 150 220 250 350

Merlano Scoziaoccidentale

1978 – 1999 15 60 20 80 100 190 280 320

Merluzzo Balticooccidentale

1996 – 2000 5 10 25 30 180 260 680 800

Nell'allegato I figura una descrizione più particolareggiata di questi dati.

2.2. Altre stime dei rigetti

Ulteriori stime dei quantitativi rigettati in mare figurano in rapporti di studi spessocofinanziati dalla Commissione. Negli ultimi due anni il CIEM ha tenuto tre riunioni di ungruppo di studio sui rigetti3 4 5 in cui sono state discusse le risultanze di studi condotti nelle

3 Rapporto dello Study Group on Discard and By-Catch Information, CIEM CM 2000/ACFM:114 Rapporto dello Study Group on Discard and By-Catch Information, CIEM CM 2001/ACFM:135 Rapporto dello Study Group on Discard and By-Catch Information, CIEM CM 2002/ACFM:09 Ref.

D,G

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acque comunitarie dell'Atlantico settentrionale e del Baltico. Esistono inoltre numerosirapporti sui rigetti di pesce nel Mediterraneo, che vengono illustrati dettagliatamentenell'allegato II.

Tali rapporti non sono tuttavia esaustivi, in quanto si riferiscono ai rigetti di una o più speciead opera della flotta di un solo Stato membro o più comunemente soltanto di un settore dellaflotta di una Stato membro. Se si estrapolano le stime esistenti rapportandole al livellointernazionale totale si potrebbe concludere che vengono rigettati sistematicamente in marequantitativi considerevoli di pesce. Nella pesca al traino nel Mediterraneo, ad esempio, aquanto pare viene rigettato in mare almeno il 20% della biomassa catturata, percentuale chepuò arrivare al 40-70% in funzione della profondità di pesca (vedi allegato II).

I rapporti sui rigetti nell'Atlantico settentrionale confermano che vengono rigettati in mare piùche altro pesci piccoli che non raggiungono la taglia minima.

I risultati dei programmi di campionamento sono riassunti nella tabella che segue.

Percentuale rigettataSpecie

Lunghezza media (cm)

del pesce rigettato in peso in numero

min max min max min max

Ranapescatrice

19 24 1 13 - -

Merluzzo 20 38 1 97 3 44

Eglefino 11 33 3 10 9 99

Nasello 18 26 3 12 11 35

Rombogiallo

17 30 - - - -

Passera 19 29 100 100 100 100**

Merluzzocarbonaro

22 46 1 77 5 -***

Sogliola 20 24 4 25 16 28

Merlano 17 30 13 100 36 100

** Solo due campioni danno informazioni sulle percentuali in peso e in numero.*** Solo un campione dà informazioni sulla percentuale in numero.

È chiaro che esiste una correlazione tra la selettività degli attrezzi da pesca e la percentualedelle catture rigettate. L'uso di attrezzi a maglia larga comporta una percentuale minore dirigetti (10-15% in peso) rispetto ad attrezzi a maglie di dimensioni più piccole (50% o più incerti casi). Vi sono inoltre variazioni considerevoli dei quantitativi rigettati in funzione dellezone geografiche e dei periodi (nell'allegato II sono riportati esempi di tali variazioni).

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3. MOTIVI DEI RIGETTI

I rigetti sono praticati per due ordini di motivi, legislativo ed economico, che spesso entranoin gioco simultaneamente.

3.1. Motivi di ordine legislativo

In una serie di casi il rigetto è obbligatorio per legge, sia per quanto riguarda il novellame cheper i pesci adulti.

La normativa comunitaria prevede l'obbligo del rigetto di pesci, molluschi e crostacei neiseguenti casi :

(i) esemplari di dimensioni inferiori alle taglie minime allo sbarco autorizzate;

(ii) quantità che superano una data composizione percentuale di catture realizzate con reti diuna data dimensione di maglia;

(iii) catture che superano le quote stabilite.

Anche le normative nazionali possono prevedere l'obbligo di rigetto. Alcuni Stati membriripartiscono la loro quota nazionale tra i diversi segmenti della loro flotta da pesca o tra lediverse organizzazioni di produttori. Tali quantitativi possono essere ulteriormente ripartiti trai singoli pescherecci. Qualora un dato segmento della flotta o un singolo peschereccio abbiaesaurito la sua quota e non disponga di quote supplementari, le catture che eccedono la quotanon possono essere sbarcate e devono essere rigettate, anche nel caso in cui non sia stataesaurita la quota nazionale.

In rari casi uno Stato membro può anche proibire la vendita di determinate specie per motividi salute pubblica (ad esempio i molluschi bivalvi) e in tal caso le catture di tali speciesaranno rigettate.

I rigetti praticati da pescherecci comunitari che pescano nelle acque dei paesi terzi possonoinoltre essere motivati dalla normativa di tali paesi o determinati dalla mancanza didisponibilità o dall'esaurimento di quote per determinate specie in virtù di accordi di pesca.

3.2. Motivi di ordine economico

I motivi di ordine economico entrano in gioco in due casi tipici:

(a) sono rigettati in mare esemplari di specie accettabili sul mercato, che hanno però un valorecommerciale minore, in modo da far spazio a pesce più pregiato e

(b) sono rigettati in mare esemplari con un valore commerciale bassissimo o inesistente,perlomeno sul mercato di destinazione del peschereccio.

Gli esemplari di grossa taglia di una data specie di solito spuntano un prezzo di mercatosuperiore agli esemplari di piccola taglia: per questo può succedere che i pesci più piccolivengano rigettati in mare e siano conservati di preferenza i pesci più grandi (rigetto selettivo).

Anche la grande diversità dei gusti che caratterizzano i vari mercati possono influenzare irigetti. A livello locale certe specie non sono accettabili per i consumatori, ad esempio in certiStati membri il merlano non incontra il favore dei consumatori e perciò i pescherecci di tali

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Stati membri lo rigettano tutto in mare. La stessa cosa avviene in altri Stati membri per lesardine che vengono rigettate sistematicamente in mare.

Talvolta il rigetto selettivo è praticato anche verso la fine della bordata, quando il pescecatturato può superare la capacità residua di magazzinaggio della nave e viene quindiselezionato e rigettato.

Nel corso di lunghe bordate, che possono durare parecchie settimane, può succedere che ilpesce conservato a bordo si deteriori al punto tale da dover essere rigettato.

4. CONSEGUENZE DEI RIGETTI

4.1. Conseguenze di ordine biologico

La maggior parte degli esemplari rigettati sono morti o moribondi. Tuttavia i molluschi, icrostacei e gli esemplari di pesce piatto rigettati sopravvivono più a lungo dell'altro pesce("tondo").

La maggior parte del pesce rigettato è costituito da esemplari molto più piccoli della tagliamassima che possono raggiungere crescendo e di solito si tratta di pesci sessualmenteimmaturi. Il fatto che vengano uccisi si traduce in una costante diminuzione della biomassariproduttiva potenziale. Con l'eliminazione di un elevato numero di esemplari piccoli, labiomassa riproduttiva può ridursi al punto da non poter più garantire la ricostituzione deglistock.

Si assiste anche al rigetto di esemplari adulti, il che equivale alla loro eliminazione direttadalla biomassa riproduttiva.

I rigetti restituiscono la biomassa direttamente all'ecosistema, ma non si conoscono bene glieffetti di tale pratica. Si ritiene che alcune specie di uccelli marini siano abbondatementeaumentate grazie all'incremento del cibo a loro disposizione costituito dai rigetti.

4.2. Conseguenze di ordine economico

La perdita del potenziale di crescita imputabile alla cattura di pesci piccoli,indipendentemente dal fatto che siano poi rigettati o no, riduce la resa potenziale della pesca.La naturale conseguenza economica è che i profitti sono molto inferiori a quelli che siotterrebbero se il pesce fosse lasciato in mare a crescere e riprodursi per poi essere catturatoad un'età matura. Nel breve termine, la riduzione delle rese può essere compensataeconomicamente da un aumento dei prezzi. Ma a lungo termine, se gli stock ittici non sono ingrado di ricostituirsi a causa di una riduzione della biomassa riproduttiva, si rischia la perditadefinitiva di qualsiasi possibilità di profitto.

4.3. Conseguenze a livello di valutazione degli stock ittici e di gestione della pesca

Poiché generalmente le quantità reali dei rigetti non sono note, non si può nemmenodeterminare con certezza il tasso di mortalità subita dagli stock all'atto della pesca, inparticolare dal novellame. Le ripercussioni sono numerose, in particolare a livello dellavalutazione delle misure intese a migliorare la selettività della pesca in modo da ridurre lecatture di novellame. Avranno la meglio sempre e in ogni caso almeno alcune delle ragionidei rigetti indicate nel capitolo 3. Pertanto sarà necessario portare avanti e possibilmenteinasprire la sorveglianza scientifica sui rigetti.

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5. POSSIBILITÀ DI RIDURRE I RIGETTI

La Commissione è convinta che nella gestione comunitaria della pesca occorra perseguirel'obiettivo di una pesca responsabile e sostenibile e "fare il miglior uso possibile delle risorsecatturate ed evitare gli sprechi"6.

Non sarà certo possibile ridurre i rigetti in misura significativa applicando solo un paio disemplici regole. La complessità del problema richiede interventi su vari fronti. In questocapitolo la Commissione individua le vie più promettenti che consentono di ridurre i rigetti edescrive le azioni che intende avviare per il conseguimento di tale obiettivo. Per alcuni puntisarà inoltre necessaria l'adozione di decisioni da parte del Consiglio in merito alle attualiproposte della Commissione. Nell'allegato III figura un calendario per l'attuazione di taliazioni.

5.1. Approccio generale

La Commissione può prevedere una serie di misure che in linea di massima si possonoapplicare a tutti gli stock ittici, ma riconosce che certe pratiche di pesca o misure di gestionepossono dar luogo a rigetti consistenti, mentre altre possono causare problemi poco gravi. LaCommissione avvierà un dibattito con gli Stati membri per definire le zone più problematiche,alle quali darà la priorità nell'ambito delle proposte di modifica o di rafforzamento deiregolamenti in vigore.

5.1.1. Miglioramento generale delle condizioni degli stock ittici

Il primo e il più importante contributo che può dare la Comunità per conseguire una riduzionedei rigetti in mare è il miglioramento generale delle condizioni degli stock ittici. Attualmentemolti stock ittici comunitari sono composti prevalentemente da pesci piccoli e novellame, chenecessariamente costituiscono la componente principale delle catture. È quindi necessarioridurre lo sforzo di pesca sui tali stock e attuare misure tecniche appropriate per permetterealla biomassa riproduttiva di svilupparsi. La limitazione dello sforzo di pesca costituisce unelemento chiave della gestione dei grandi stock ittici: essa forma tuttavia l'oggetto di un'altraproposta della Commissione7 e non sarà pertanto trattata nel presente documento. I capitoli5.2 e 5.3 contengono ulteriori osservazioni relativamente alle misure tecniche e al divieto dirigetto.

Per quanto riguarda le misure tecniche, è chiaro che per ogni metodo di pesca per cui si possapensare ad un miglioramento della selettività degli attrezzi utilizzati, spesso il margine dimiglioramento è limitato. Questo vale in particolare per i metodi di pesca utilizzati nella pescamultispecifica, in cui il grado di miglioramento della selettività occorrente per ridurre manierasignificativa i rigetti di una delle specie catturate è tale da ridurre significativamente oazzerare del tutto le catture di altre specie. In questi casi, la selettività può essere migliorata attraverso le misure tecniche e condurreeffettivamente ad una riduzione dei rigetti, ma l'obiettivo che ne è corollario, ossia quello dimigliorare sufficientemente le condizioni degli stock ittici considerati, può essere raggiuntosoltanto attraverso un controllo dello sforzo di pesca esercitato su questi stock.

6 Comunicazione della Commissione sulla riforma della politica comune della pesca (“Calendario”),

capitolo 3.1.7 Proposta di regolamento del Consiglio che istituisce misure per la ricostituzione degli stock di merluzzo

bianco e nasello, COM (2001) 724 def.; proposta di regolamento del Consiglio sulla conservazione e losfruttamento sostenibile delle risorse di pesca nel quadro della politica comune della pesca, COM(2002) 185 def.

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5.1.2. Abbandono volontario di fondali di pesca

La legislazione di alcuni paesi, tra cui la Norvegia, fa obbligo ai pescatori di abbandonare ifondali di pesca in cui vengano catturati grossi quantitativi di pesce piccolo. La Commissionevaluterà l'opportunità di applicare lo stesso principio nelle acque comunitarie.

All'atto pratico, un simile obbligo giuridico è difficile da far applicare e la sua efficaciadipende dalla buona volontà dei pescatori. La Commissione ha già invitato il comitatoconsultivo per la pesca e l'acquacoltura ad elaborare, entro la fine del 2002, un codice dicondotta per la pesca responsabile, nel cui ambito si potrebbe integrare e sviluppare taleconcetto.

Azione proposta: la Commissione inviterà il comitato consultivo ad inserire questo punto nelcodice di condotta in preparazione.

5.1.3. Valorizzare meglio il pesce con scarso valore commerciale

Poiché è inevitabile che sia catturata una certa quantità di specie attualmente poco richiestesul mercato, se il valore commerciale aumenta è probabile che i rigetti diminuiscano. Esistonogià esempi interessanti di questo tipo: i pescatori comunitari di tonno che usano il ciancioloscaricano gratuitamente le catture di pesce diverso dal tonno nei paesi in via di sviluppo dovequesto pesce è destinato al consumo umano diretto. In Spagna, invece di essere rigettato inmare, il pesce poco pregiato catturato dalle reti a traino locali viene utilizzato perl'allevamento dei polipi.

Inoltre, i pesci rigettati da alcuni pescherecci a causa dell'assenza di domanda sul mercatolocale sarebbero invece altamente apprezzati su altri mercati. Ad esempio, i pescatori italianiselezionano le acciughe e rigettano sistematicamente in mare le sardine, le quali sarebberoinvece molto apprezzate sui mercati spagnoli.

Azione della Commissione: entro la fine del 2003 la Commissione avvierà uno studio sulpossibile impiego del pesce rigettato per il consumo umano, diretto o indiretto, e sullepossibili conseguenze ai fini della conservazione delle specie interessate.

5.1.4. Riduzione dei rigetti correlati ai TAC o alle quote

Per ridurre i rigetti imputabili all'esaurimento delle quote esistono varie possibilità, come adesempio:

– in certi casi giustificati, fissare quote di catture accessorie, in base alle quali gli Statimembri che non detengono quote per tali specie, ma detengono diritti di pesca per altrespecie nella stessa zona, sono autorizzati a sbarcare quantitativi limitati di pesce chealtrimenti sarebbe stato rigettato;

– consultare gli Stati membri per stabilire se sia possibile rendere più elastico il sistemanazionale di ripartizione delle quote in modo da evitare i rigetti;

– rivedere periodicamente le chiavi di ripartizione delle quote per tenere conto in misuramaggiore delle attività di pesca recenti, prevedendo un sistema di ripartizione dinamiconell'ambito del quale le chiavi di ripartizione, invece di essere fisse, vengono adattatetenendo conto dell'utilizzo recente delle quote;

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– attuare un sistema per cui lo sforzo di pesca diventa l'elemento principale di contenimentodella pressione sulle risorse ittiche e nell'ambito del quale, col tempo, l'importanza deiTAC e delle quote diminuisce gradualmente;

– fissare TAC multispecie: in linea di massima è possibile stabilire limiti alle catture pergruppi di specie diverse catturate nell'ambito della pesca multispecifica, anziché TAC persingole specie.

Sul piano politico, alcune di queste possibilità sono più sensibili di altre e molte di essepresentano inconvenienti. Ad esempio, la creazione di quote delle catture accessorie potrebbeindurre certi pescherecci a pescare deliberatamente pesce che rientra nelle quote di cattureaccessorie; sarebbe in ogni caso necessario garantire che i quantitativi delle catture accessorieautorizzate rimangano limitati per ogni bordata. Analogamente, se a prima vista i TACmultispecie possono sembrare una buona idea, non necessariamente la loro fissazioneimpedirebbe ai pescatori di continuare a rigettare le specie di scarso valore commerciale(come il nasello) e di tenere soltanto quelle più pregiate (come il merluzzo e l'eglefino).Tuttavia, la Commissione considera che le misure intese a ridurre i rigetti debbano esserestudiate partendo da un approccio diverso da quello della semplice fissazione di limiti dicattura.

Azione proposta: entro giugno 2003 la Commissione consulterà gli Stati membri sullapraticabilità e l'opportunità di mettere in vigore una combinazione di alcune delle suddettemisure.

5.1.5. Progetti pilota destinati a ridurre i rigetti durante le operazioni di pesca

Per incoraggiare un cambiamento nelle tattiche di pesca la Comunità dovrebbe promuovere esorvegliare tattiche di pesca innovative, destinate a ridurre i rigetti. Ad esempio, laCommissione potrebbe offrire incentivi finanziari per le bordate in cui siano presenti a bordoosservatori del mondo scientifico, nelle quali i pescatori avrebbero la possibilità di praticarequalsiasi tattica di pesca che ritengano idonea a ridurre in modo significativo i rigetti,salvaguardando nel contempo la redditività economica della pesca, anche se tali tattiche nonsiano conformi alle condizioni imposte dalla normativa in vigore.

La Commissione offrirà inoltre incentivi finanziari per incoraggiare la partecipazione deipescatori a progetti pilota, con la presenza di osservatori a bordo. Tali progetti prenderanno ilvia nel 2003 e nel loro ambito sarà riportato a terra tutto il pesce che altrimenti sarebberigettato in mare.

Azione della Commissione: nel corso del 2003 la Commissione avvierà progetti pilota diquesto tipo in consultazione con gli operatori del settore della pesca.

5.1.6. Sorvegliare i livelli dei rigetti

Azione proposta: nel quadro del regolamento (CE) n. 1543/2000 del Consiglio8 e delregolamento (CE) n. 1639/2001 della Commissione9, la Commissione continuerà a

8 Regolamento (CE) del Consiglio n. 1543/2000 che istituisce un quadro comunitario per la raccolta e la

gestione dei dati essenziali all'attuazione della politica comune della pesca, GU L 176, 15.7.20009 Regolamento (CE) n. 1639/2001 della Commissione che istituisce un programma minimo e un

programma esteso per la raccolta dei dati nel settore della pesca e stabilisce le modalità di applicazionedel regolamento (CE) n. 1543/2000 del Consiglio

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incoraggiare la raccolta di dati sui rigetti, in particolare per quei tipi di pesca attualmente noncoperti o coperti in modo inadeguato.

5.2. Miglioramento delle misure tecniche

L'obiettivo principale delle misure tecniche previste è la tutela del novellame. Esse copronoquattro aspetti principali:

– Struttura delle reti

– Taglie minime allo sbarco

– la composizione delle specie da catturare con reti di una determinata dimensione di maglia;

– le zone o i periodi di chiusura o controllo della pesca.

5.2.1. Struttura delle reti

I rigetti saranno automaticamente ridotti grazie all'impiego di attrezzi da pesca costruiti inmodo da evitare o da ridurre la cattura di pesce che non si vuole pescare. La Comunità deveadottare misure intese a migliorare ulteriormente la selettività degli attrezzi da pesca, al di làdelle recenti modifiche significative adottate nell'ambito di misure di emergenza per laricostituzione degli stock di merluzzo e nasello.

Le possibilità di migliorare la struttura delle reti dipende dal tipo di rete. Passiamo adanalizzarne tre esempi.

Reti demersali a strascico

Le recenti modifiche delle misure tecniche nel quadro dei piani di ricostituzione degli stock dimerluzzo e nasello hanno migliorato in misura considerevole la selettività degli attrezzi dapesca, in particolare per quanto riguarda le reti demersali a strascico. Tali misure prevedonoun aumento generale delle dimensioni di maglia, l'inserimento nelle reti a strascico di pannellia maglie quadrate e pannelli di maglie a diamante di grandi dimensioni, la definizione dellospessore massimo del filo di cui è fatta la rete e la definizione della forma delle maglie di cuiè ammesso l'impiego. La Commissione presenterà ben presto una proposta di un testoriveduto di regolamento del Consiglio riguardante le misure tecniche per l'Atlanticonordorientale, nel quale saranno inserite tutte le innovazioni di recente adozione.

Non tutti questi miglioramenti sono tuttavia compatibili con i pareri scientifici più aggiornatie sarà necessario prevedere un ulteriore aumento delle dimensioni di maglia allo scopo dimigliorare la selettività.

A breve termine esiste un certo margine di miglioramento per certe zone, ad esempioattraverso l'introduzione di dimensioni di maglia superiori per certi tipi di pesca, come lapesca multispecifica che ricorre a reti a strascico con dimensioni di maglia di 80 mm nellaparte meridionale del Mare del Nord e attraverso l'ulteriore sviluppo di reti da traino selettiveo di attrezzi simili per altri tipi di pesca.

Nel medio termine è tuttavia troppo presto per valutare gli effetti dell'aumento generale delledimensioni di maglia recentemente adottato per la ricostituzione degli stock di merluzzo enasello. La Commissione ritiene che probabilmente sarà necessario un ulteriore aumento delle

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dimensioni di maglia e intende rivedere la situazione nel 2004, presentando adeguateproposte.

Azione proposta: la Commissione esaminerà come sia possibile migliorare ulteriormente laselettività, in particolare eseguendo prove in mare di attrezzi più selettivi. Nella prima metàdel 2003 la Commissione esaminerà inoltre i risultati disponibili della ricerca in merito adattrezzi da pesca alternativi.

La Commissione continuerà a incoraggiare la ricerca in materia di selettività degli attrezzi dapesca, che sarà una delle priorità del sesto programma quadro di ricerca comunitaria, edesaminerà l'opportunità di proporre modifiche alla normativa comunitaria non appena sarannodisponibili i risultati di tali ricerche.

Nel corso del 2004 la Commissione redigerà un rapporto sull'impatto delle misure tecniche invigore ed esaminerà in quell'occasione se sia necessario un ulteriore aumento generalizzatodelle dimensioni di maglia per la pesca demersale.

Reti fisse

Se correttamente usati, tali attrezzi sono molto selettivi e producono pochi rigetti. Può esseretuttavia utile incoraggiare un uso più diffuso delle reti fisse a condizione che siano dotate didispositivi idonei a prevenire le catture accessorie di cetacei e uccelli marini.

Anche gli attrezzi fissi, tuttavia, possono presentare problemi. Se lasciati in mare incustoditiper troppo tempo, il pesce da essi trattenuto viene attaccato da organismi necrofagi odanneggiato in altro modo e successivamente rigettato. Le reti fisse perdute continuano apescare anche se rimangono incustodite (pesca fantasma).

Le misure comunitarie in vigore sulle reti fisse devono essere rivedute. Anche se gli attrezzifissi in generale sono molto più selettivi di quelli a traino, sarà tuttavia necessario limitare edin certi casi ridurre lo sforzo di pesca esercitato da questa fonte nell'ambito di un interventogenerale a favore della ricostituzione degli stock ittici depauperati. Recentemente sono staticompiuti progressi per quanto riguarda le reti fisse nel Baltico in quanto la Commissioneinternazionale per la pesca nel mar Baltico - e pertanto la Comunità - hanno deciso di limitareil tempo di immersione e le dimensioni fisiche di questi attrezzi. Nel Mediterraneo in certicasi sono state adottate normative nazionali che prevedono condizioni simili. Tuttaviapotrebbe essere opportuno dare il via a ulteriori miglioramenti nel Mar Baltico e inserirecondizioni analoghe nella normativa comunitaria per il Mediterraneo.

Azione proposta: nell'ambito della prossima proposta di revisione delle misure tecnichecomunitarie per l'Atlantico nordorientale, sarà rivisto l'impiego di reti fisse di dimensione dimaglia inferiore a 100-120 mm. La Commissione proporrà il divieto dell'uso di reti fisse didimensioni di maglia inferiori, salvo che in determinati periodi e in zone geografichedelimitate.

Tale divieto sarà progressivamente esteso, se auspicabile e opportuno, alle misure tecnichepreviste per il Baltico e il Mediterraneo.

La Commissione proporrà di limitare le dimensioni massime delle reti fisse.

La Commissione consulterà anche il settore della pesca e le autorità nazionali sulle possibilitàdi limitare il tempo di immersione degli attrezzi fissi.

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Altri attrezzi da pesca

Per determinati attrezzi da pesca, come ad esempio le reti a cianciolo, una modifica dellastruttura probabilmente non può di per sé migliorarne la selettività. Considerazioni analoghevalgono per le reti a traino pelagiche, salvo forse per certi tipi di pesca specializzata. Per averemaggiori probabilità di ridurre le catture, con questi attrezzi, di pesci piccoli chesuccessivamente vengono rigettati in mare, occorrebbe invece mettere in atto misure dicontrollo delle stagioni e/o delle zone geografiche in cui è permesso l'uso di tali attrezzi eincoraggiare i pescatori, attraverso l'elaborazione di codici di condotta, a migliorare i relativimetodi di impiego.

Per altri attrezzi, come lenze e nasse, esistono invece maggiori possibilità di migliorare laselettività.

Azione proposta: nella prima metà del 2003 la Commissione organizzerà riunioni conscienziati e rappresentanti del settore della pesca per discutere e chiarire le diverse possibilitàe presenterà in seguito idonee proposte legislative.

5.2.2. Taglie minime allo sbarco

L'imposizione di taglie minime allo sbarco costituisce un'efficace linea di difesa nei confrontidelle catture di pesce piccolo e da molte parti si sostiene che occorre mantenere o addiritturaaumentare le taglie minime attualmente in vigore.

Dai programmi di campionamento scientifico risulta, tuttavia, che il pesce rigettato ècostituito per la maggior parte da pesce sottomisura. La regolamentazione in materia di taglieminime può pertanto influenzare grandemente il volume dei rigetti.

La Commissione considera che, in linea di massima, le strade da percorrere siano due: o sistabiliscono taglie minime allo sbarco in funzione di una selettività degli attrezzi da pescaprestabilita, oppure si adatta la selettività degli attrezzi da pesca a taglie minime di sbarcoprestabilite. In entrambi i casi, le taglie minime di sbarco e la selettività devono esserecoerenti tra loro.

In molti casi le taglie minime attualmente in vigore non sono coerenti con la selettività degliattrezzi utilizzati per catturare il pesce, anche tenendo conto della maggiore selettività che siconseguirà prevedibilmente grazie alle modifiche delle misure tecniche recentemente adottate.Gli attrezzi da pesca continuano a catturare pesci di taglia inferiore alla taglia minima disbarco. Se la Comunità non migliora ulteriormente la selettività rispetto ai livelli attuali, ilmantenimento delle taglie minime in vigore continuerà a incoraggiare la pratica del rigetto, incerti casi su ampia scala. Solo una maggiore coerenza tra le taglie minime allo sbarco e ledimensioni delle maglie, vale a dire una riduzione delle taglie minime, sarà in grado di ridurrei quantitativi di pesce rigettati per questo motivo.

Azione proposta: la Commissione proporrà adeguate modifiche delle taglie minime allosbarco in concomitanza di ogni futura proposta di miglioramento della selettività gli attrezzida pesca.

5.2.3. Revisione delle regole connesse all'impiego di determinate dimensioni di maglia

Per ogni classe di dimensione di maglia ammessa in una data area geografica, le misuretecniche comunitarie fissano una percentuale minima di specie il bersaglio (o una percentualemassima di specie non bersaglio) che può essere detenuta a bordo perché catturata con la

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dimensione di maglia specificata. Alcune di queste condizioni relative alla composizione dellecatture comportano l'obbligo di rigetto di una parte delle stesse.

Occorre riesaminare tali condizioni, tenendo presente che una loro abrogazione o un loroallentamento potrebbe favorire la cattura con maglie di piccole dimensioni anche di quei pesciche crescendo possono raggiungere taglie molto più grandi.

Azione proposta: le suddette le condizioni saranno riesaminate parallelamente all'adozionedella proposta di regolamento relativo alle misure tecnicheda parte del Consiglio.

5.2.4. Zone chiuse o controllate

Vietare la pesca in zone ad alta concentrazione di novellame può contribuire a ridurre i rigetti.

In virtù della normativa comunitaria esistono già zone chiuse o controllate ai fini dellaprotezione del novellame. Inoltre, la Commissione considera che sia opportuno aggiungerealtre zone ove esistano motivi di ordine biologico. Inoltre, la maggior parte delle zone chiusenon lo sono completamente: spesso infatti esistono deroghe che autorizzano certi tipi di pescache possono comportare la cattura di novellame che meriterebbe invece di essere protetto.

Azione proposta: entro giugno 2003 la Commissione procederà ad un riesame critico dellederoghe relative all'accesso alle zone chiuse e valuterà l'opportunità di fissare zone chiusesupplementari o di estendere quelle esistenti.

5.2.5. Chiusure temporanee in tempo reale

Occorre mettere immediatamente in vigore la chiusura temporanea della pesca all'interno diuna data zona, per un periodo di tempo limitato, se vi si verificano imprevedibilmente alteconcentrazioni di novellame.

La Commissione ha proposto l'adozione di una simile chiusura temporanea della pescanell'ambito della normativa comunitaria relativa alla ricostituzione degli stock di merluzzo enasello.

Azione proposta: si invita urgentemente il Consiglio a pronunciarsi sulla proposta diregolamento della Commissione che istituisce misure per la ricostituzione degli stock dimerluzzo bianco e nasello, che comprende disposizioni relative alle chiusure temporanee intempo reale. Dopo l'entrata in vigore di detto regolamento, la Commissione sorveglieràl'applicazione e l'efficacia di tali misure.

5.3. Istituzione di un divieto di rigetto

La Norvegia ha vietato i rigetti per legge. Spesso si è proposto l'introduzione di un divietoanalogo da parte della Comunità o del divieto di rigetto di pesca che supera la taglia minimalegale. La Commissione ritiene che si debba analizzare seriamente tale possibilità comeobiettivo da raggiungere nel medio periodo e che occorra fissare un programma di lavoro alivello comunitario per esaminare le implicazioni pratiche di tale misura.

Benché a prima vista il divieto dei rigetti possa sembrare interessante, non da ultimo perchélancia un segnale preciso nel senso di un cambiamento delle pratiche di pesca allo scopo dievitare catture di ingenti quantità di pesce piccolo, i problemi che pone e che dovrebberoessere risolti dopo la sua imposizione sono numerosi.

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– L'esistenza di un divieto di rigetto sancito dalla legge può semplicemente occultare ilproseguimento indisturbato di tale pratica. Un divieto simile è molto difficile da farrispettare. Nessun pescatore ributterà in mare del pesce in presenza di osservatori a bordo odi un altro battello di controllo nelle vicinanze, ma troverà di sicuro un altro momento perfarlo.

– Il divieto di rigetto si limita ad impedire che il pesce venga ributtato in mare. Un vantaggiopotenziale è tuttavia che il pesce piccolo catturato può essere oggetto di sorveglianzascientifica che permette una migliore conoscenza dei tassi di mortalità, in particolare delnovellame.

– Se il rispetto del divieto di rigetto implica che tutto il pesce potenzialmente rigettato siariportato a terra, i quantitativi sbarcati saranno enormi. Il problema è a questo punto cosafare di questo pesce. In molti casi si tratterà di pesce sottomisura. Per poter sbarcare ovendere tale pesce si dovrebbe modificare la legislazione comunitaria sulle taglie minimeallo sbarco. Si potrebbe autorizzarne la vendita per il consumo umano, permettendo divendere alle fabbriche che producono farina o olio di pesce il pesce non adatto al consumoumano. In certi Stati membri, però, le fabbriche di questo tipo sono poche.

– Nell'ambito del divieto di rigetto attualmente in vigore in Norvegia, gli sbarchi dei rigettipotenziali vengono dedotti dalle quote per le rispettive specie. La stessa procedurapotrebbe essere seguita dalla Comunità. Tuttavia, i quantitativi facenti parte di un TAC,"totale delle catture ammesse", nella maggior parte dei casi corrispondono in realtà ad un"totale degli sbarchi ammessi", in cui non si tiene minimamente conto dei rigetti. Prima diistituire un divieto di rigetto sarebbe necessario fissare un vero e proprio TAC (inclusi irigetti) con riferimento al quale occorrerebbe contabilizzare i rigetti. A tal fine sarebbenecessario disporre di una stima scientifica dei rigetti potenziali. Se in teoria ciò èpossibile, occorre tener presente che i dati necessari per farlo esistono soltanto per i pochiesempi citati nel capitolo 2.1., che sono desunti dalle stime dei rigetti relative all'interaflotta internazionale.

I miglioramenti delle misure tecniche recentemente adottati e le misure supplementari chesaranno introdotte nei prossimi tre anni permetteranno forse di ridurre le catture di pescesottomisura e non ricercato e di risolvere almeno in parte alcuni dei problemi sopra descritti.La Commissione ritiene tuttavia che, benché sia possibile ridurre nei prossimi anni l'entitàdelle catture di novellame, sarà comunque necessario esaminare attentamente i problemi dicui sopra prima di passare ad un divieto generalizzato dei rigetti.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario avviare un dibattito approfondito con gli Statimembri e i rappresentanti del settore della pesca ed elaborare progetti pilota nell'ambito deiquali i pescatori si impegnano a riportare a terra tutto il pesce che altrimenti sarebbe rigettatoin mare.

La Commissione consulterà inoltre la Norvegia in merito al funzionamento pratico del divietoda essa istituito.

Azione della Commissione: nel 2003 la Commissione consulterà gli Stati membri e irappresentanti del settore della pesca per esaminare in che modo sia possibile ovviare aiproblemi sopra descritti, nella prospettiva dell'introduzione di un divieto comunitario deirigetti che la Commissione potrebbe proporre nel 2005 perché entri in vigore nel 2006. LaCommissione consulterà inoltre la Norvegia in merito al funzionamento pratico del divieto daessa istituito.

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6. SINTESI E CONCLUSIONE

Esiste tutta una gamma di azioni che si potrebbero adottare per la riduzione delle cattureaccessorie e dei rigetti. Per un dato tipo o metodo di pesca può essere necessaria unaparticolare combinazione di azioni, ma non tutte le azioni si adattano a tutti tipi di pesca. LaCommissione prevede che sia necessario elaborare azioni per tutti i principali tipi o metodi dipesca per i quali i rigetti costituiscono o sono percepiti come un problema, probabilmente nelquadro delle prossime misure di gestione pluriennali. Tali azioni dovranno essere elaborate instretta cooperazione con il settore e le parti interessate e anche nell'ambito dei comitaticonsultivi regionali, come si è proposto.

Esse potrebbero comprendere:

– l'elaborazione di una regola che preveda l'abbandono volontario dei fondali di pesca dove equando si verifichino rigetti di ingenti quantitativi;

– l'elaborazione di condizioni che permettano di incrementare il valore commerciale delpesce attualmente poco pregiato;

– l'adozione di misure volte a ridurre i rigetti indotti dai TAC o dalle quote;

– lo sviluppo di progetti pilota per sperimentare tattiche di pesca innovative, destinate aevitare o ridurre i rigetti;

– il sostegno a favore del proseguimento della raccolta di dati sulle quantità di pesce rigettatoin mare;

– il miglioramento di misure tecniche quali:

– misure atte a garantire il miglioramento della struttura degli attrezzi da pesca;

– revisione delle taglie minime allo sbarco;

– revisione delle condizioni che definiscono la composizione delle catture darealizzare con reti di una data dimensione di maglia;

– revisione o estensione delle zone o stagioni chiuse o controllate, comprese lechiusure temporanee;

– esaminare l'opportunià di istituire un divieto di rigetto secondo il processo di consultazioneindicato nel capitolo 5.2.2.

Il problema dei rigetti, in particolare nella pesca multispecifica, è un problema annoso e didifficile soluzione. Nonostante le diverse strade esplorate sia all'interno che all'esterno dellaComunità, per ora non è stata trovata alcuna soluzione soddisfacente. La Comunità ha tuttaviail compito di affrontare tale sfida nell'ambito dell'impegno assunto per conseguire una pescasostenibile in Europa. Insieme possiamo e dobbiamo migliorare la situazione attuale.

Con la presente comunicazione la Commissione invita gli Stati membri, i rappresentanti delmondo scientifico e i professionisti del settore della pesca ad unirsi in un'iniziativa comunevolta a conseguire la riduzione dei rigetti.

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ALLEGATO I: Stime dei rigetti totali internazionali

Esistono stime dei quantitativi complessivi di pesce rigettato a livello internazionale solo perquanto riguarda l'eglefino e il merlano nel Mare del Nord e nei fondali delle coste occidentalidella Scozia e per gli stock occidentali di merluzzo nel mar Baltico.

Eglefino

Mare del Nord

In base alle stime i quantitativi assoluti, in peso, dei rigetti, sono scesi dal 1975. Nel periododal 1976 al 1998 sono state rigettate in mare ogni anno da 50.000 a 100.000 tonnellate dipesce. Questi quantitativi rappresentano dal 20 al 50%, in peso, e dal 20 al 60%, in numero,delle catture totali. Dal 1981 si assiste invece ad una tendenza all'aumento della percentualedei rigetti, sia in peso che in numero. Il peso medio dei pesci rigettati è oscillato da 150 a 220grammi dal 1963, mentre il peso medio degli sbarchi è compreso tra 380 e 550 grammi.

Scozia occidentale

Dal 1978 sono state rigettate in mare da 5.000 a 20.000 tonnellate di pesce all'anno, cherappresentano dal 10 al 20%, in peso, e dal 30 al 80%, in numero, delle catture totaliinternazionali. In tale periodo il peso medio dei pesci rigettati è oscillato da 150 a 210 grammie il peso medio degli sbarchi è compreso tra 480 e 650 grammi.

Merlano

Mare del Nord

Tra il 1960 e il 1987 il peso dei rigetti è oscillato da 50.000 a 100.000 tonnellate all'anno. Inanni più recenti i rigetti ammontano al massimo a 50.000 tonnellate all'anno. La percentualein peso del pesce sbarcato è aumentata rispetto al 20% del 1962 e nel periodo dal 1995 al2000 è oscillata tra il 50 e il 63%. Dal 1960, il peso medio dei pesci rigettati è oscillato da 150a 220 grammi, mentre il peso medio degli sbarchi è compreso tra 250 e 150 grammi.

Scozia occidentale

Tra il 1978 e il 1999 il peso dei rigetti è oscillato tra 25.000 e 12.000 tonnellate all'anno. Lapercentuale in peso è passata dal 15% del 1979 a oltre il 60% nel 1999. Il numero dei pescirigettati è stato spesso superiore a quello dei pesci sbarcati e le percentuali rigettate, innumero, sono passate dal 20% del 1979 a oltre l'80% nel 1999. Il peso medio dei singoli pescirigettati è oscillato da 100 a 190 grammi, mentre il peso medio dei singoli pesci sbarcati ècompreso tra 280 e 320 grammi.

Merluzzo

Baltico occidentale

Dal 1996 sono state rigettate in mare al massimo 5.000 tonnellate all'anno. Nello stessoperiodo la percentuale dei rigetti, in peso, ha superato appena il 10% nel 1998 mentre lapercentuale dei rigetti, in numero, è oscillata dal 20 al 32%. Il peso medio di un esemplarerigettato varia da 180 a 220 grammi.

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I dati che seguono riassumono le tendenze recenti nelle percentuali, in numero, di pesci rigettati degli stocksuccitati e indicano il peso medio degli esemplari rigettati e sbarcati.

VIa Eglefino-Peso medio

0

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

0.7

1978 1983 1988 1993 1998

kg

Totale Rigetti Consumo umano

Mare del Nord-EglefinoComposizione relativa delle catture in numero

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

1963 1968 1973 1978 1983 1988 1993 1998

%

Rigetti Industria Consumo umano

Mare del Nord-Eglefino-Peso medio

0

0.1

0.2

0.3

0.4

0.5

0.6

1963 1968 1973 1978 1983 1988 1993 1998

kg

Totale Rigetti Industria Consumo umano

Mare del Nord-MerlanoComposizione relativa delle catture in numero

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

Consumo umano Rigetti Industria

Mare del Nord-Merlano-Peso medio

0

0.05

0.1

0.15

0.2

0.25

0.3

0.35

0.4

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

Totale Consumo umano Rigetti Industria

VIa EglefinoComposizione relativa delle catture in numero

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

1978 1983 1988 1993 1998

%

Rigetti Consumo umano

VIa MerlanoComposizione relativa delle catture in numero

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

1978 1983 1988 1993 1998

%

Rigetti Consumo umano

VIa Merlano-Peso medio

0

0.05

0.1

0.15

0.2

0.25

0.3

0.35

1978 1983 1988 1993 1998

kg

Totale Rigetti Consumo umano

Baltico occidentale-MerluzzoComposizione relativa delle catture in numero

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

1996 1997 1998 1999 2000 2001

%

Rigetti Consumo umano

Baltico occidentale-Merluzzo-Peso medio

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

1.2

1996 1997 1998 1999 2000 2001

kg

Totale Rigetti Consumo umano

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ALLEGATO II: Rigetti da parte della flotta o di segmenti della flotta

Atlantico settentrionale

Le informazioni presentate dal gruppo di studio del CIEM di cui al capitolo 2.2. confermanoche la maggior parte del pesce rigettato è composto da esemplari piccoli, nella stragrandemaggioranza dei casi inferiori alla taglia minima imposta per lo sbarco.

Le informazioni riguardano le specie sotto elencate. Sono riportate anche la lunghezza mediadel pesce rigettato e, nella maggior parte dei casi, le stime della percentuale rigettata, in peso ein numero, sul totale delle catture per ogni specie.

Percentuale rigettataSpecie

Lunghezza media (cm)

del pesce rigettato in peso in numero

min max min max min max

Ranapescatrice

19 24 1 13 - -

Merluzzo 20 38 1 44 3 97

Eglefino 11 33 3 10 9 99

Nasello 18 26 3 12 11 35

Rombogiallo

17 30 - - - -

Passera 19 29 100 100 100 100**

Merluzzocarbonaro

22 46 1 77 5 -***

Sogliola 20 24 4 25 16 28

Merlano 17 30 13 100 36 100

**Solo due campioni danno informazioni sulle percentuali in peso e in numero.

***Solo un campione dà informazioni sulla percentuale in numero.

Mediterraneo

La pesca nel Mediterraneo è tipicamente multispecifica e praticata con una varietà di attrezzi.Il numero delle specie commercializzate è elevatissimo.

Pesca con reti da traino

Le stime della percentuale del totale della biomassa catturata e successivamente rigettata daun gran numero di pescherecci che usano reti da traino nel Mediterraneo variano dal 15 al70%.

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La percentuale della biomassa totale rigettata dai pescherecci che usano reti da traino dipendedalla profondità alla quale vengono trascinate le reti. La percentuale dei rigetti di biomassacatturata da tali pescherecci a profondità inferiore a 150 metri varia da un minimo del 20% aun massimo del 70%. A profondità comprese tra 150 e 350 metri, dal 20 al 60% dellabiomassa è rigettata, mentre a profondità superiori a 350 metri i rigetti variano dal 20 al 40%.

Pesca artigianale

Uno dei principali tipi di pesca artigianale è quello che si avvale di reti fisse da imbrocco perle quali le principali specie bersaglio sono la sogliola (Solea vulgaris), le razze (Rajaasterias), i caponi (Trigla lucerna) e altri crostacei (Squilla mantis). Circa l'8-9% del totaledella biomassa catturata è rigettato.

Le reti da imbrocco vengono impiegate anche per catturare esemplari di grandi dimensioni dinasello (Merluccius merluccius), specie che costituisce circa il 6-8% della biomassa totalecatturata.

Un altro importante metodo di pesca è il tramaglio, la cui principale specie bersaglio è laseppia (Sepia officinalis). I quantitativi rigettati variano dal 16 al 35% e sono formatiprevalentemente da esemplari danneggiati di specie commerciali. La maggior parte dei rigettiè costituita da sgombri (Trachurus trachurus).

Piccola pesca pelagica

Gli attrezzi impiegati sono le reti da traino a coppia e il cianciolo, abbinati all'uso di lampareper attirare il pesce. Le catture sono costituite prevalentemente da acciughe (Engraulisencrasicolus) e sardine (Sardina pilchardus) che spesso si presentano in banchi misti.

I rigetti possono raggiungere l'80% soprattutto se nella pesca all'acciuga vengono catturatemolte sardine.

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ALLEGATO III: Calendario delle azioni

2002Regole connesse all'impiego di determinate dimensioni di maglia: possibili modifiche(previa consultazione degli Stati membri) nell'ambito del dibattito sul nuovo regolamentorecante misure tecniche.

Abbandono volontario di fondali di pesca: regola da inserire nel codice di condotta che saràelaborato dal comitato consultivo per la pesca e l'acquacoltura della Commissione.

2003Valorizzare il pesce con scarso valore commerciale: avviare uno studio sul loro usopotenziale.

Reti demersali a strascico: rivedere le conoscenze attuali sulla selettività, organizzareincontri con i rappresentanti del settore e del mondo scientifico, avviare eventualmente provedi attrezzi più selettivi.

Reti fisse: proposte sulle dimensioni di maglia ammesse, sulle aree geografiche in cui essepossono essere utilizzate e sulle dimensioni fisiche delle reti. Dibattito con gli operatori delsettore in merito alla limitazione del tempo di immersione.

Altri attrezzi da pesca: incontri con rappresentanti del mondo scientifico e professionisti delsettore, seguiti da proposte legislative e/o da prove di attrezzi più selettivi.

Estensione delle zone chiuse o controllate: riesame critico delle deroghe ed esame dellapossibilità di aumentare la superficie o il numero delle zone chiuse.

Rigetti indotti dai TAC o dalle quote: consultazione degli Stati membri in meritoall'adattamento delle norme esistenti allo scopo di minimizzare le conseguenze dei rigetti.

Progetti pilota sulla riduzione dei rigetti: avviare un dibattito con gli operatori del settore, ilmondo scientifico e gli Stati membri.

Raccolta di dati sui rigetti: da incoraggiarsi attraverso l'attuazione di programmi nazionalinell'ambito del regolamento (CE) n. 1543/2000 del Consiglio e del regolamento (CE) n.1639/2001 della Commissione.

Ripercussioni di un divieto generale dei rigetti: consultazione degli Stati membri e deiprofessionisti del settore della pesca per tentare di ridurre i problemi potenziali connessi ad undivieto generalizzato dei rigetti.

2004Rapporto sull'impatto dell'aumento generale delle dimensioni di maglia istituito nel 2001nell'ambito delle misure di emergenza per il merluzzo e il nasello. Eventualmente, proposte diun nuovo aumento generalizzato a partire dal 2005.

2005Eventuale proposta di istituire un divieto generalizzato di rigetto da applicare a partire dal2006.

Altre possibili azioni dopo il 2003Chiusure temporanee: estenderne l'applicazione.

Modifica delle taglie minime allo sbarco: eventualmente insieme alle proposte previste peril 2004 relative ad un ulteriore aumento delle dimensioni di maglia.