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CM\1003100IT.doc PE519.441v01-00 IT Unita nella diversità IT PARLAMENTO EUROPEO 2009 - 2014 Commissione per gli affari esteri Commissione per lo sviluppo Sottocommissione per i diritti dell'uomo 12.9.2013 COMUNICAZIONE AI MEMBRI Oggetto: PREMIO SAKHAROV PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO 2013 Si trasmette in allegato ai membri l'elenco dei candidati in ordine alfabetico, unitamente alle motivazioni e alle biografie pervenute all'Unità Azioni in materia di diritti umani, per il premio Sakharov per la libertà di pensiero 2013. Ogni candidatura è stata proposta, come previsto dallo statuto del premio Sakharov, da almeno 40 membri del Parlamento europeo o da un gruppo politico. DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE ESTERNE

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CM\1003100IT.doc PE519.441v01-00

IT Unita nella diversità IT

PARLAMENTO EUROPEO 2009 - 2014

Commissione per gli affari esteriCommissione per lo sviluppo

Sottocommissione per i diritti dell'uomo

12.9.2013

COMUNICAZIONE AI MEMBRI

Oggetto: PREMIO SAKHAROV PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO 2013

Si trasmette in allegato ai membri l'elenco dei candidati in ordine alfabetico, unitamente alle motivazioni e alle biografie pervenute all'Unità Azioni in materia di diritti umani, per il premio Sakharov per la libertà di pensiero 2013. Ogni candidatura è stata proposta, come previsto dallo statuto del premio Sakharov, da almeno 40 membri del Parlamento europeo o da un gruppo politico.

DIREZIONE GENERALE

DELLE POLITICHE ESTERNE

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PREMIO SAKHAROV PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO 2013

Candidati in ordine alfabetico proposti dai gruppi politici e dai singoli deputati

Candidato Attività Proposta di

1Reeyot Alemu

edEskinder Nega

Reeyot Alemu ed Eskinder Nega sono giornalisti etiopi che stanno scontando una pena detentiva con l'accusa di terrorismo per aver criticato il governo.

Durante la detenzione, a Reeyot Alemu è stata offerta la grazia qualora avesse accettato di testimoniare contro i suoi colleghi giornalisti. Il suo rifiuto è stato punito con la reclusione in cella di isolamento. Anche dopo aver subito un intervento per un cancro al seno, è stata immediatamente ricondotta nel sudicio carcere di Kality.

Eskinder Nega è stato arrestato nel 2011 e incriminato ai sensi della legge antiterrorismo del paese, che egli aveva criticato in quanto utilizzata per perseguire giornalisti e dissidenti. Giornalista indipendente, autore di numerosi articoli e noto critico del governo, Eskinder Nega ha anche scritto molto sulla possibile nascita inEtiopia di un movimento democratico analogo alla Primavera araba.

Ana Maria Gomes e altri 40 deputati al Parlamento europeo

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Ales Bialatski, Eduard Lobau e

Mykola Statkevich a nome

di tutti i prigionieri politici

bielorussi

Quasi tre anni dopo la manifestazione pacifica di massa svoltasi il 19 dicembre 2010 in piazza dell'Indipendenza a Minsk, contro i brogli alle elezioni presidenziali in Bielorussia che hanno confermato il regime dittatoriale di Alexander Lukashenko, attivisti e politici dell'opposizione sono ancora in carcere o godono di libertà limitata. Tra i detenuti figurano il candidato alla presidenza nel 2010 Mykola Statkevich, l'attivista del "Malady Front" Eduard Lobau e Ales Bialiatski, presidente del centro per i diritti umani "Viasna", che aveva tentato di aiutarli.

Essi subiscono pressioni fisiche e mentali, non possono incontrare le loro famiglie o legali e sono isolati al punto di non poter ricevere né lettere né giornali. Nonostante tutto, resistono in quanto credono nella validità della loro lotta per una Bielorussia libera e democratica.

Marek Migalski, Filip Kaczmarek, Jacek Protasiewicz e altri 39 deputati al Parlamento europeo

3 Mikhail Khodorkovsky

Mikhail Khodorkovsky ha scontato 10 dei 14 anni di pena detentiva in Russia. È stato iniquamente processato dopo aver promosso lo sviluppo della democrazia e della società civile e aver invitato pubblicamente, nel 2003, il presidente Putin a rendere conto della corruzione sistemica. A differenza di altri oligarchi, Khodorkovsky si è rifiutato di sottomettersi o di fuggire, presentandosi al contrario in tribunale e chiedendo un sistema giudiziario indipendente e il rispetto dello Stato di diritto.

Werner Schulz e altri 40 deputati al Parlamento europeo

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4 Edward Snowden

L'informatore Edward Joseph Snowden (nato nel 1983 negli Stati Uniti) ha rivelato molte informazioni riservate relative ai programmi di sorveglianza di massa delle comunicazioni. Tramite tale azione, Snowden ha rivelato diffuse e sistematiche violazioni dei diritti fondamentali, in particolare della libertà di espressione e del diritto alla riservatezza, da parte di questi programmi di spionaggio e ha dato il via a un dibattito senza precedenti a livello mondiale su questioni quali la sorveglianza di massa, la segretezza governativa e la riservatezza delle informazioni.

Gruppo Verde/Alleanza libera europeaeGruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

5Proteste "Standing Man" in Turchia

Le proteste pacifiche contro la crescente limitazione dei diritti civili e delle libertà fondamentali hanno assunto la forma di proteste silenziose, in piedi, inizialmente realizzate da Erdem Gündüz. Queste proteste, inizialmente nate contro un progetto di costruzione previsto, rappresentano un ampio movimento in Turchia di persone che si battono per una società libera e liberale che rispetti i diritti umani, le libertà fondamentali e le minoranze.

Marietje Schaake e altri 40 deputati al Parlamento europeo

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Il Freedom Project: Ending Modern-day Slavery della CNN

"Freedom Project: Ending Modern-day Slavery" è una campagna mediatica mondiale contro la tratta degli schiavi, la tratta degli esseri umani, il lavoro coatto e minorile. Con oltre 400 reportage, il progetto ha illustrato le sofferenze delle vittime dallaMauritania all'India, fino alle Filippine. Esso conferisce autorità e protegge le organizzazioni locali che promuovono la lotta per la libertà e ha obbligato i governi nazionali e le istituzioni mondiali ad agire.

Boris Zala e altri 40 deputati al Parlamento europeo

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7 Malala Yousafzai

Malala Yousafzai, 16 anni, si batte per il diritto all'istruzione femminile, alla libertà e all'autodeterminazione nella Swat Valley in Pakistan, dove il regime talebano ha proibito alle ragazze di andare a scuola. Nel 2012, un talebano armato è salito sul suo scuolabus, l'ha cercata per nome e ha poi sparato a lei e alle due ragazze che le sedevano accanto, nel tentativo di ucciderla "dando una lezione" a chiunque fosse collegato a lei e alla sua lotta. Malala Yousafzai è sopravvissuta e continua la sua campagna.

Gruppo PPE: José Ignacio Salafranca, Elmar Brok, Michael Gahler, Arnaud Danjean, Joseph Daul, GayMitchell, Mairead McGuinness;Gruppo S&D: Hannes Swoboda, Véronique de Keyser; Gruppo ALDE: Guy Verhofstadt, Sir Graham Watson, Annemie Neyts-Uyttebroeck; Jean LambertGruppo ECR

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Reeyot Alemu ed Eskinder Nega

Proposta di Ana Maria Gomes e altri 40 deputati al Parlamento europeo

Reeyot Alemu è una giornalista etiope che sta scontando una condanna di cinque anni nella prigione di Kality per infondate accuse di terrorismo ricevute dopo aver scritto articoli critici nei confronti del governo. Reeyot Alemu in precedenza è stata autrice di numerosi articoli di critica per diverse pubblicazioni indipendenti tra cui Feteh, Awramba Times e l'ormai scomparsa rivista Change, in cui a volte ha criticato le politiche del partito al governo, compreso il suo piano quinquennale di crescita e trasformazione, secondo quanto riportato dalla stampa.

Secondo quanto riportano i giornalisti locali, Alemu è stata condannata nel gennaio 2012 e multata per un importo di 33 000 birr (1 500 dollari americani) ai sensi della radicale legge antiterrorismo etiope per aver pianificato e cospirato atti terroristici; per il possesso di proprietà per atti terroristici; e per aver partecipato alla promozione e comunicazione di un atto terroristico. Un tribunale d'appello ad Addis Abeba, la capitale etiope, ha ridotto la condanna da 14 anni di detenzione a cinque anni e ha fatto cadere due delle accuse di terrorismo nei suoi confronti, confermando l'ultima.

Durante la detenzione, a Reeyot Alemu è stata offerta la grazia qualora avesse accettato di testimoniare contro i suoi colleghi giornalisti. Essendosi rifiutata, è stata messa in cella di isolamento per 13 giorni come punizione per non aver cooperato. Alemu è attualmente detenuta nella prigione di Kality, nota per le sue pessime condizioni igieniche. Nel 2012, si è ammalata ed è stata sottoposta a un intervento chirurgico presso un vicino ospedale per rimuovere un tumore al seno, è stata in seguito ricondotta in carcere senza alcun periodo di convalescenza.

Reeyot Alemu ha vinto il premio Courage in Journalism 2012 della International Women's Media Foundation e il Premio mondiale per la libertà di stampa UNESCO-Guillermo Cano 2013. La giornalista etiope è stata scelta da una giuria indipendente internazionale composta da professionisti del mondo dei media in riconoscimento del suo "eccezionale coraggio, resistenza e impegno per la libertà di espressione."

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Eskinder Nega, 43 anni, è un famoso giornalista etiope condannato a 18 anni di carcere con l'accusa di terrorismo. Prima della detenzione, Nega era un giornalista indipendente autore di numerosi articoli e un noto critico del governo del defunto primo ministro Meles Zenawi. Nega è sposato e padre di un figlio.

Eskinder Nega ha iniziato la sua carriera come giornalista indipendente nel 1993 quando ha fondato il giornale Ethiopis. Anche se Ethiopis e molte delle altre pubblicazioni in cui Nega ha in seguito lavorato sono stati banditi, egli ha continuato a scrivere articoli di critica sugli abusi di potere del regime etiope. A causa della sua scrittura critica, il governo lo ha trattenuto in otto occasioni differenti.

Prima dell'ultima detenzione, Nega ha pubblicato un articolo online in cui criticava il perseguimento di giornalisti e dissidenti per effetto della legge antiterrorismo etiope del 2009, eccessivamente ampia, e in cui esortava a porre fine alle persecuzioni per motivi politici. Nei mesi precedenti l'arresto, Nega aveva anche scritto molto sulla possibile nascita in Etiopia di un movimento democratico analogo alla Primavera araba.

Il 14 settembre 2011, le autorità hanno arrestato Nega e lo hanno infine incriminato ai sensi della legge antiterrorismo del paese, accusandolo di far parte del partito politico vietato Ginbot 7.

L'arresto e il processo di Nega sono stati condannati da autorevoli organizzazioni per i diritti umani in quanto politicamente motivati. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha stabilito che l'Etiopia ha violato il diritto internazionale arrestando Eskinder Nega per il "pacifico esercizio del diritto alla libertà di espressione".

Eskinder Nega è stato riconosciuto colpevole di terrorismo il 27 giugno 2012 e il tribunale lo ha condannato a 18 anni di carcere il 13 luglio 2012. Dopo aver posticipato il suo ricorso in appello ripetute volte, la corte suprema federale etiope ha confermato la condanna e la sentenza per Nega il 2 maggio 2013. Una delle accuse nei suoi confronti, "di operare come leader di un gruppo terroristico", è caduta, senza tuttavia avere alcun effetto sulla sentenza.

A maggio 2012, l'associazione internazionale degli scrittori PEN gli ha conferito il premio Freedom to Write 2012, per il suo ruolo quale difensore della libertà di stampa e di espressione in Etiopia.

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Ales Bialatski, Eduard Lobau e Mykola Statkevich a nome di tutti i prigionieri

politici bielorussi

Proposta di Marek Migalski, Filip Kaczmarek, Jacek Protasiewicz e altri 39

deputati al Parlamento europeo

Il 19 dicembre 2010, in piazza dell'Indipendenza a Minsk si è svolta una manifestazione pacifica contro i brogli nelle elezioni presidenziali in Bielorussia. I rappresentanti dell'opposizione pro-democratica e migliaia di cittadini bielorussi, stanchi e scoraggiati di fronte al regime di Alexander Lukashenko, si sono riversati nelle strade di Minsk per opporsi alla dittatura, alle continue violazioni dei diritti umani e delle libertà civili manifestando il proprio desiderio di un cambiamento democratico nel paese.

Quasi tre anni dopo questi eventi, alcuni attivisti e politici dell'opposizione sono ancora in carcere oppure godono di libertà limitate. Sono stati puniti dalle autorità bielorusse per il loro desiderio di cambiamento democratico nel paese e per la loro battaglia in nome dei valori fondanti dell'Unione europea: libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani. Essi hanno sacrificato la propria libertà per il sogno di una Bielorussia libera e democratica.

Tra coloro che sono ancora in carcere a causa degli eventi in piazza dell'Indipendenza figura il candidato alle presidenziali del 2010 Mykola Statkevich. Poiché le repressioni sono iniziate già prima del 19 dicembre, alcuni giovani attivisti sono stati arrestati il giorno prima della grande manifestazione e alcuni di loro, come un membro del "Malady Front", Eduard Lobau, sono tuttora agli arresti. Le autorità bielorusse hanno punito anche gli attivisti per i diritti umani che stavano aiutando le persone detenute in quanto sospettate di aver partecipato alla manifestazione in piazza dell'Indipendenza e le loro famiglie. Tra questi ultimi figura Ales Bialiatski, presidente del centro per i diritti umani "Viasna" e vicepresidente della Federazione internazionale per i diritti dell'uomo, che ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti umani e per le libertà civili in Bielorussia. È stato condannato a 4,5 anni in una colonia penale.

Sono trascorsi quasi tre anni e non si devono dimenticare i fatti avvenuti in piazza dell'Indipendenza: la repressione brutale di manifestanti pacifici, arresti di massa e prigionieri politici che sono ancora tenuti in carcere dall'ultimo dittatore europeo. Mykola Statkevich, Ales Bialatski, Eduard Lobau e molti altri sono sottoposti a dure prove ogni giorno. Sono soggetti a pressioni psichiche e fisiche, non possono vedere le loro famiglie e i loro legali. Spesso non sono

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loro consegnati giornali e lettere al fine di isolarli dal mondo esterno. Essi, tuttavia, resistono in quanto credono nella validità della loro lotta. Hanno fede negli ideali e nei valori che li hanno condotti in piazza dell'Indipendenza e sono convinti che la Bielorussia, grazie alla loro lotta e al loro sacrificio, sarà infine libera e democratica.

Il loro atteggiamento si contraddistingue per la straordinaria devozione, la determinazione nella lotta per una Bielorussia libera e il coraggio nell'opporsi al regime. Sono eroi silenziosi che combattono per gli ideali e i valori democratici e che sono stati incarcerati dal regime di Lukashenko. Ciononostante, la loro lotta continua e noi dovremmo apprezzarla, sostenerla e onorarla.

Conferire ai prigionieri politici bielorussi il prestigioso premio Andrei Sakharov onorerebbe non solo la loro lotta ma anche altri membri della società civile bielorussa che sognano un paese libero.

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Mikhail Khodorkovsky

Proposta di Werner Schulz e altri 40 deputati al Parlamento europeo Un indomito combattente per la democrazia, lo Stato di diritto e l'economia sociale di mercato"Sono ben lungi dall'essere una persona ideale, ma sono una persona con un'idea. Per me, per tutti, è difficile vivere in prigione e non voglio morire qui. Ma se devo farlo, non esiterò. Vale la pena morire per quello in cui credo." (Dichiarazione conclusiva di Khodorkovsky, 2 novembre 2010)

Mikhail Khodorkovsky è in prigione da 10 anni. È stato condannato a un totale di 14 anni di carcere in due processi politicamente motivati. Il noto esperto legale e osservatore in tribunale prof. Otto Luchterhandt ha scritto: "La seconda sentenza contro Khodorkovsky è nettamente superiore alla prima in termini di arbitrarietà e malignità. Si tratta di un'allarmante testimonianza della perversione cinica della legge e di una chiara presa in giro." La Corte europea dei diritti dell'uomo ha decretato che il primo processo nei suoi confronti non è stato equo; deve ora pronunciarsi in merito al secondo.

Durante il processo di privatizzazione che stava a cuore al presidente Yeltsin e attuato ad una velocità mozzafiato, Mikhail Khodorkovsky ha avviato con successo l'azienda petrolifera YUKOS, moderna e gestita in maniera trasparente. Khodorkovsky ha attirato per la prima l'attenzione del presidente Putin quando ha iniziato a promuovere lo sviluppo della democrazia e della società civile in Russia tramite l'attivismo politico e sociale, i suoi progetti - la Open Russia Foundation, il movimento New Civilisation, la Federation of Internet Education e le Schools of Public Policy - e il suo sostegno ai partiti democratici. A differenza di altri oligarchi, non ha voluto accettare le alternative disponibili: sottomissione o fuga all'estero. A febbraio 2003 ha pubblicamente chiesto al presidente Putin e al suo entourage di rendere conto della corruzione sistemica del paese. In seguito, Khodorkovsky è stato arrestato, la sua azienda chiusa e acquisita dalla ROSNEFT del Cremlino.

Khodorkovsky non considera le sbarre e il filo spinato uno strumento di confinamento e reclusione, al contrario, alla stregua di Solzhenitsyn e Sakharov, li vede come un'esperienza di allargamento. Dalla sua cella in carcere ha prodotto una grande quantità di articoli, lettere e interviste, elementi che indicano la strada verso una Russia democratica e sociale. Una

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Russia fondata sui valori fondamentali dell'UE. Ha risposto alla vana promessa di modernizzazione del presidente Medvedev con il saggio "Generazione M" (M=modernizzazione), in cui sottolineava che, per garantire il successo della tanto necessaria modernizzazione, sono necessarie riforme sociali nonché progressi tecnici e scientifici. Tutto questo si fonda su una popolazione libera in grado di formulare un pensiero indipendente, condizione che a sua volta richiede il rispetto della costituzione e la garanzia dei diritti civili e si oppone alla cosiddetta "democrazia guidata". Nel suo programma 2020, ha realizzato un progetto per un paese europeo moderno caratterizzato sia da uno Stato costituzionale democratico che da un'economia sociale di mercato. Libero da oppressione, despotismo burocratico, corruzione e assenza di diritto. Al centro della sua visione si trova la legittimazione della privatizzazione, in generale concepita come sleale, tramite l'introduzione di una tassa sui proventi straordinari, cui si collega la creazione di un sistema di previdenza sociale che rifletta le tradizioni storiche e psicologiche russe.

Khodorkovsky è un prigioniero politico di Putin, che lo ha recentemente accusato pubblicamente di omicidio. Putin sta facendo attualmente preparare una terza causa penalecontro Khodorkovsky, al fine di mandarlo in prigione definitivamente.

Il rifiuto di Khodorkovsky di sottomettersi o di cedere lo ha da tempo liberato dall'immagine negativa dell'oligarca. Agli occhi della società civile russa si è convertito al bene. Ciò è comprovato da una lettera dei vincitori del premio Sakharov 2009 che ci chiedono di conferire tale premio a Khodorkovsky per il suo costante attivismo politico. Egli rappresenta una speranza per l'opposizione e per la società civile in via di sviluppo. Una figura chesimboleggia la lotta comune contro l'autocrazia al potere, la repressione e il despotismo, che aspira a una Russia moderna, europea, pacifica e democratica. Conferirgli tale premio dovrebbe imprimere un notevole slancio agli sforzi in questa direzione e ridurre la probabilità che Khodorkovsky resti in prigione.

Perché il Parlamento europeo dovrebbe conferire il premio Sakharov a Mikhail Khodorkovsky?

Perché ha promosso lo sviluppo della democrazia e della società civile in Russia attraverso numerose attività e progetti sociali, per i quali ha utilizzato il suo patrimonio privato.

Perché ha avuto il coraggio di denunciare la corruzione dilagante sotto la presidenza Putin, senza tener conto delle conseguenze personali, ed è così finito in prigione dietro false accuse.

Perché ha presenziato in tribunale chiedendo con determinazione e persuasione un sistema giudiziario indipendente e il rispetto dello Stato di diritto.

Perché ha dimostrato di essere un vero patriota che attribuisce maggiore importanza al futuro del proprio paese piuttosto che alla propria ricchezza e benessere, in netto contrasto con la retorica nazionalista di governo e parlamento.

Perché ha criticato le condizioni dello Stato russo in innumerevoli scritti realizzati in prigione e ha proposto riforme efficaci.

Perché ha riempito la vuota promessa di modernizzazione fatta dal presidente Medvedev con idee appropriate e mirate e mobilitando le forze della società civile.

Perché ha affrontato la questione della privatizzazione fortemente sleale dell'economia sovietica e ha proposto lo sviluppo di un sistema di previdenza sociale per colmare

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l'estremo divario sociale tra ricchi e poveri, imponendo una tassazione sui proventi straordinari agli oligarchi.

Perché nel suo programma 2020 ha delineato un percorso che porta a una Russia europea, pacifica, moderna e democratica.

Perché il suo atteggiamento integerrimo ed esemplare ha trasmesso agli altri il coraggio di far sentire la propria voce di protesta contro il sistema autocratico.

Perché rappresenta una fonte di orientamento e autorità all'interno dell'opposizione russa.

Perché l'Unione europea non può restare silenziosamente in disparte e assistere alla sua terza condanna.

Perché è un fervente sostenitore della comprensione tra la Russia e l'Occidente e di una Russia orientata verso l'Europa.

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Edward Snowden

Proposta del Gruppo Verde/Alleanza libera europea e del Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

EDWARD SNOWDEN - informatore che difende il diritto alla riservatezza e alla libertà di espressione

L'informatore Edward Joseph Snowden (nato nel 1983 negli Stati Uniti) ha rivelato molte informazioni riservate relative ai programmi di sorveglianza di massa delle comunicazioni. Tramite tale azione, Snowden ha rivelato diffuse e sistematiche violazioni dei diritti fondamentali, in particolare della libertà di espressione e del diritto alla riservatezza, da parte di questi programmi di spionaggio e ha dato il via a un dibattito senza precedenti a livello mondiale su questioni quali la sorveglianza di massa, la segretezza governativa e la riservatezza delle informazioni.

Ex collaboratore dell'Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) degli Stati Uniti, Snowden ha divulgato migliaia di documenti della NSA rivelando programmi estremamente segreti e invasivi di intercettazioni Internet e telefoniche di massa nel maggio 2013, prima di fuggire a Hong Kong e ottenere in seguito asilo temporaneo in Russia.

Le rivelazioni relative alla NSA hanno avuto clamorose ripercussioni a livello mondiale, compresa la nascita di un intenso dibattito pubblico in materia di riservatezza, protezione dei dati, complicità aziendale, limiti della sorveglianza nazionale ed estera e l'avvio di inchieste parlamentari. Le informazioni rivelate da Snowden interessano direttamente tutti i cittadini dell'UE vista la natura sistematica e l'enorme portata dei programmi di sorveglianza. Inoltre, è stato rivelato che diversi Stati membri e uffici dell'UE sono stati spiati. Il commissario Reding ha inviato un questionario a Washington esigendo spiegazioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sui programmi di sorveglianza della NSA a luglio 2013 e ha avviato un'indagine.

Snowden ha dichiarato: "il pubblico deve conoscere il tipo di azioni che un governo compie a suo nome, altrimenti il 'consenso dei governati' non ha senso." Amnesty International ha dichiarato che "quanto rivelato è palesemente nell'interesse del pubblico e in quanto informatore le sue azioni sono giustificate. Snowden ha smascherato illeciti programmi di sorveglianza che senza ombra di dubbio interferiscono con il diritto alla riservatezza dei cittadini. Gli Stati che tentano di impedire a una persona di smascherare un simile

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comportamento illecito violano il diritto internazionale. La libertà di espressione è un diritto fondamentale".

Conferendo il premio Sakharov a Snowden il Parlamento: esprimerebbe il proprio sostegno a Snowden nelle sue attuali traversie sottolineando la

necessità di protezione adeguata per informatori e giornalisti d'inchiesta; riconoscerebbe che gli informatori possono avere un impatto significativo sul

godimento dei diritti umani rivelando, a proprio rischio e pericolo, la verità su pratiche governative o aziendali inaccettabili e che possono pertanto essere considerati difensori dei diritti umani;

sottolineerebbe che i programmi statali di sorveglianza possono compromettere il diritto alla riservatezza, la libertà di Internet e la libertà di espressione, nonché la necessità di adottare azioni correttive.

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Proteste "Standing Man" in Turchia

Proposta di Marietje Schaake e altri 40 deputati al Parlamento europeo

Il movimento pacifico di protesta in reazione alla crescente limitazione dei diritti civili e delle libertà fondamentali in Turchia ha assunto la forma di silenziose proteste svolte stando in piedi immobili.

Una modalità dapprima realizzata dal coreografo Erdem Gündüz e in seguito divenuta simbolo delle proteste pacifiche contro le violente azioni di polizia.

Lo scorso giugno, in Turchia, sono esplose le proteste contro un progetto di costruzione previsto nel centro di Istanbul. Il primo ministro Erdogan era uno dei promotori del progetto.

Oltre alla rabbia diffusa per il progetto di costruzione, le vere ragioni alla base delle massicce proteste erano la crescente erosione dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti umani in Turchia.

L'UE ha ripetutamente espresso forti preoccupazioni in merito alla libertà di stampa e dei media in Turchia; è il paese con il maggior numero di giornalisti detenuti.

Milioni di turchi hanno detto basta e hanno deciso di battersi per i propri diritti e libertà e il Parlamento europeo dovrebbe sostenerli concedendo loro il premio Sakharov.

Le proteste silenziose rappresentano il vasto movimento di persone che in Turchia si battono per una società libera e liberale, che si fondi sul rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e delle minoranze.

Essi meritano pieno sostegno e approvazione da parte nostra.

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Il Freedom Project: Ending Modern-day Slavery

Proposta di Boris Zala e altri 40 deputati al Parlamento europeo

"Freedom Project: Ending Modern-day Slavery" è una campagna a livello mondiale contro la tratta degli schiavi, la tratta degli esseri umani, il lavoro coatto e minorile.

Con la realizzazione di oltre 400 reportage, il Freedom Project non ha precedenti nella storia del giornalismo e della difesa civica: esso sfrutta il potere dei media mondiali per affrontare sistematicamente una forma di ingiustizia unica.

Dalla Mauritania all'India, fino alle Filippine, il progetto presenta le sofferenze delle vittime della schiavitù, la crudeltà delle bande criminali e l'avidità degli schiavisti moderni (tra di loro alcune aziende degli Stati Uniti e dell'UE). Tali reportage di grande impatto sono riusciti a mobilitare un'ampia coalizione di attori sociali e politici, costringendo così i governi nazionali e le istituzioni mondiali ad agire.

Cosa altrettanto importante, il "Freedom Project" conferisce autorità e protegge leorganizzazioni locali che promuovono la lotta per la libertà nei paesi coinvolti.

Attraverso questa combinazione innovativa di reportage d'inchiesta, media sociali e altri strumenti interattivi, il "Freedom Project" introduce un nuovo modello di campagna in difesa dei diritti umani per il mondo interconnesso del XXI secolo.

Per la sua originalità, senso di finalità morale e determinazione a portare una tragedia dimenticata al centro dell'attenzione mondiale, si propone il "Freedom project" come destinatario del premio Sakharov 2013.

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Malala Yousafzai

Proposta di José Ignacio Salafranca, Elmar Brok, Michael Gahler, Arnaud Danjean, Joseph Daul, Gay Mitchell, Mairead McGuinness a nome del Gruppo del Partito popolare europeo; Hannes Swoboda e Véronique deKeyser a nome del Gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo; Guy Verhofstadt, Graham Watson, Annemie Neyts-Uyttebroeck a nome del Gruppo dell'Alleanza dei democratici e dei liberali per l'Europa; Jean Lambert; e del Gruppo dei Conservatori e riformisti europei

Malala Yousafzai (nata il 1° luglio 1997) è una studentessa della città di Minora nel distretto di Swat, Khyber Pakhtoonkhwa, in Pakistan, nota per il suo impegno a favore dei diritti delle donne nella Swat Valley, dove il regime talebano ha proibito alle ragazze di andare a scuola. Il 9 ottobre 2012, mentre tornava a casa su uno scuolabus, le sono stati sparati dei colpi di pistola alla testa e al collo in un tentativo di omicidio da parte di un talebano armato.

Ha ricevuto assistenza medica nel Regno Unito ed è ora tornata a scuola in questo paese.Numerose organizzazioni mondiali hanno chiesto di sostenere la causa di Malala. In particolare l'associazione PEN e la sua attivista Mariela Baeva, ex deputato al Parlamento europeo, che ci ha segnalato questo caso, si stanno battendo per il messaggio espresso dalla lotta di Malala, dicendo "no" a qualsivoglia regime che privi un giovane del valore dell'istruzione.

VitaL'influenza talebana è aumentata in Pakistan; nel 2007 i talebani hanno consolidato il loro potere nel distretto di Swat. Nel 2008, il fallimento di una campagna militare volta a riconquistare la Swat Valley si conclude in un'ondata di terrore in cui i talebani colpiscono gli edifici governativi e le scuole femminili che, secondo il leader talebano Maulana Fazlullah, erano contro gli insegnamenti islamici.

A settembre 2008, l'undicenne Malala Yousafzai tiene il suo primo discorso pubblico dal titolo "Come osano i talebani privarmi del diritto fondamentale all'istruzione".

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A gennaio 2009, Mullah Fazlullah, il leader talebano, annuncia la chiusura di tutte le scuole femminili. Malala ha creato un blog per la BBC Urdu sotto lo pseudonimo di Gul Makai, un'eroina della tradizione popolare. Il blog ha reso famosa Malala e la sua lotta. Sono seguite interviste televisive in cui dichiarava: "Tutto ciò che voglio è un'istruzione. Non ho paura di nessuno". Le minacce alla sua famiglia sono iniziate non appena il padre di Malala ha rivelato che era lei l'autrice del blog della BBC.

Tentativo di omicidioIl 9 ottobre, un talebano armato è salito a bordo del suo scuolabus, l'ha cercata per nome e ha sparato a lei e alle due ragazze che le sedevano accanto. Si è trattato di un tentativo di uccidere Malala e "dare una lezione" a chiunque fosse collegato a lei e alla sua lotta per il diritto all'istruzione, alla libertà e all'autodeterminazione delle giovani ragazze e donne in Pakistan.

Malala è stata gravemente ferita, con colpi di pistola al collo e alla testa, ma è sopravvissuta. Dopo aver ricevuto le prime cure in Pakistan, è stata trasferita nel Regno Unito. Ha reagito bene alle cure e la sua famiglia l'ha raggiunta nel Regno Unito. Tuttavia, la sua causa e le vite della sua famiglia e delle persone a lei collegate in Pakistan sono ancora in pericolo.

RisultatiIn seguito alle sue apparizioni in pubblico quale attiva sostenitrice del movimento anti-talebano dall'età di undici anni, Malala ha conquistato il riconoscimento mondiale di combattente per i diritti umani. È stata una candidata al Premio internazionale dei bambini per la pace. Ha vinto il National Youth Peace Prize del Pakistan, che ora porta il suo nome. È attualmente in lizza per il premio Nobel per la pace.

Il presidente Zardari ha annunciato la creazione di un fondo per l'istruzione di 10 milioni di dollari a nome di Malala.

È attualmente in fase di produzione un film sulla sua vita. Tuttavia, gli attori e il team di produzione temono per la loro sicurezza e quella delle loro famiglie. Le ripresedovrebbero iniziare a luglio.

Malala pubblicherà un libro dal titolo "Io sono Malala" alla fine di quest'anno.

Diverse organizzazioni internazionali stanno si stanno battendo per Malala e per i 32 milioni di ragazze come lei a cui è negato l'accesso all'istruzione dal regime talebano.

Nel tentativo di mettere a tacere la voce di questa giovane coraggiosa, il regime talebano l'ha amplificata trasformandola in un simbolo che passerà alla storia.