Comunicato stampa Sappe 19.02.2012

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Ristretti Orizzonti - www.ristretti.org Giustizia: Sappe; bisogna avvicendare periodicamente Provveditori e Direttori penitenziari Comunicato stampa, 19 febbraio 2012 “Se c’è un dato che sconcerta, nell’attuale quadro del sistema penitenziario nazionale in cui 67mila ristretti sovraffollano più di 200 carceri nonostante una capienza regolamentare pari a circa 43mila posti, con decine e decine di eventi critici ogni giorno nelle carceri di tutta Italia, è la pressoché generale assenza sul territorio e negli istituti di competenza di buona parte dei Provveditori regionali dell’Amministrazione penitenziaria, dirigenti generali dello Stato lautamente stipendiati, che per la legge sono - o meglio, dovrebbero essere - i referenti regionali dell’Amministrazione centrale del Dap. Dovrebbero diramare disposizioni per contenere le criticità ed invece sono del tutto assenti. Basti pensare alla Toscana, dove in poche settimane abbiamo visto agenti aggrediti, risse, proteste, tentativi di suicidio, evasioni!. I protagonisti delle violenze di ieri a Lucca, ad esempio, avrebbero dovuto essere trasferiti da tempo dal Provveditore regionale per avere creato analoghe situazioni di tensione e violenza, ma inspiegabilmente erano sempre lì! Tanto nella prima linea delle sezioni detentive ci stanno le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria, mica loro”. Duro atto di accusa di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, in relazione ai gravi fatti accaduti ieri nel carcere di Lucca. Capece aggiunge: “Il Dipartimento penitenziario da anni non da corso ad un piano nazionale di mobilità di tutti gli attuali Provveditori Regionali penitenziari, per buona parte senza più stimoli professionali nelle attuali sedi di servizio e ben integrati nel più impiegatizio e redditizio ruolo di burocrati. Dovrebbero occuparsi di calare sul territorio le politiche penitenziarie dell’Amministrazione centrale, con particolare riferimento all’ordine ed alla sicurezza degli Istituti vista la contingente critica situazione, ed invece non fanno alcunché per gli istituti di pena territorialmente da loro dipendenti. Ma è del tutto evidente che anche molti direttori non hanno più stimoli professionali, visto che taluni dirigono lo stesso Istituto di pena da più di quindici anni”. Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Registro Stampa del Tribunale di Padova (n° 1964 del 22 agosto 2005) Phoca PDF

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Giustizia: Sappe; bisogna avvicendare periodicamente Provveditori e Direttori penitenziari

Comunicato stampa, 19 febbraio 2012

 

“Se c’è un dato che sconcerta, nell’attuale quadro del sistema penitenziario nazionale in cui67mila ristretti sovraffollano più di 200 carceri nonostante una capienza regolamentare pari acirca 43mila posti, con decine e decine di eventi critici ogni giorno nelle carceri di tutta Italia, è lapressoché generale assenza sul territorio e negli istituti di competenza di buona parte deiProvveditori regionali dell’Amministrazione penitenziaria, dirigenti generali dello Statolautamente stipendiati, che per la legge sono - o meglio, dovrebbero essere - i referenti regionalidell’Amministrazione centrale del Dap.

Dovrebbero diramare disposizioni per contenere le criticità ed invece sono del tutto assenti.Basti pensare alla Toscana, dove in poche settimane abbiamo visto agenti aggrediti, risse,proteste, tentativi di suicidio, evasioni!. I protagonisti delle violenze di ieri a Lucca, ad esempio,avrebbero dovuto essere trasferiti da tempo dal Provveditore regionale per avere creatoanaloghe situazioni di tensione e violenza, ma inspiegabilmente erano sempre lì! Tanto nellaprima linea delle sezioni detentive ci stanno le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria,mica loro”.Duro atto di accusa di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo PoliziaPenitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria, in relazione aigravi fatti accaduti ieri nel carcere di Lucca.Capece aggiunge: “Il Dipartimento penitenziario da anni non da corso ad un piano nazionale dimobilità di tutti gli attuali Provveditori Regionali penitenziari, per buona parte senza più stimoliprofessionali nelle attuali sedi di servizio e ben integrati nel più impiegatizio e redditizio ruolo diburocrati. Dovrebbero occuparsi di calare sul territorio le politiche penitenziariedell’Amministrazione centrale, con particolare riferimento all’ordine ed alla sicurezza degliIstituti vista la contingente critica situazione, ed invece non fanno alcunché per gli istituti di penaterritorialmente da loro dipendenti. Ma è del tutto evidente che anche molti direttori non hannopiù stimoli professionali, visto che taluni dirigono lo stesso Istituto di pena da più di quindicianni”.

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