Comunicato stampa gruppo di intervento giuridico 13 dicembre 2014

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO 13 DICEMBRE 2014 LA PROVINCIA DI PADOVA LA SMETTA DI FARE FAVORI AI CACCIATORI. APOLOGIA DEI CORVIDI Troppi Corvidi nel padovano? Sì, ma solo nell’immaginazione di alcune persone. Il Gazzettino di Padova del 10 dicembre 2014, a pagina VIII, riporta la notizia che la Provincia di Padova ha speso altri quattromila euro per acquistare gabbie-trappola anti-corvidi, con l’intenzione di aumentare le uccisioni di Cornacchie e Gazze nelle zone di ripopolamento e cattura (zrc), nelle aree di rispetto e all’interno del territorio provinciale dove le specie sono accusate di creare danni alle produzioni agricole. La strage di Cornacchie e Gazze, di per sé, non è una novità, visto che alla Polizia provinciale viene ordinato di uccidere ogni anno varie migliaia di Corvidi in tutte le province del Veneto. A dispetto di quanto sostenuto da molti amministratori, cacciatori, imprenditori agricoli e comuni cittadini, i Corvidi in Veneto ci sono sempre stati e non sono in soprannumero. A dirlo è nientedimeno che il noto ornitologo e naturalista padovano Ettore Arrigoni degli Oddi che, agli inizi del Novecento, scriveva come la Gazza fosse “comune in provincia di Padova, soprattutto al colle” intendendo pertanto i Colli Euganei! Ancora Ettore Arrigoni degli Oddi raccontava che tra la prima e la seconda guerra mondiale la Gazza, e con lei anche i Rapaci (!), furono oggetto di una durissima persecuzione nel padovano da parte dei cacciatori, fino a causarne una momentanea “scomparsa” da alcune zone. La ripresa della Gazza nel territorio padovano, legata anche alla presenza di discariche (siti da cui poi i Corvidi, in special modo la Cornacchia grigia, diffondono sul territorio), è stata percepita come un fatto recente, ma come abbiamo visto non è in realtà una novità. D’altro canto, i dati scientifici smentiscono la tesi secondo cui, negli ultimi trent’anni, Cornacchia grigia e Ghiandaia siano aumentate in modo smisurato. Ma allora, qual è il senso di questo massacro di fauna selvatica autoctona sistematicamente operato dalla Provincia di Padova e in generale dalle province di tutto il Veneto? La risposta è: solo ed esclusivamente in favore dei cacciatori. Sull’albo pretorio on-line della Provincia di Padova, in una nota introduttiva alla determinazione riguardante il “piano di controllo delle specie gazza e cornacchia” si legge, senza troppi giri di parole, che gazze e cornacchie vengono uccise per “limitare i danni causati ai nidi di galliformi e alle giovani lepri”. Fagiani e lepri quindi! Guarda caso le due specie tanto agognate dai cacciatori padovani.

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LA PROVINCIA DI PADOVA LA SMETTA DI FARE FAVORI AI CACCIATORI. APOLOGIA DEI CORVIDI

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO 13 DICEMBRE 2014

LA PROVINCIA DI PADOVA LA SMETTA DI FARE FAVORI AI CACCIATORI.

APOLOGIA DEI CORVIDI

Troppi Corvidi nel padovano? Sì, ma solo nell’immaginazione di alcune persone.

Il Gazzettino di Padova del 10 dicembre 2014, a pagina VIII, riporta la notizia che la Provincia di Padova ha

speso altri quattromila euro per acquistare gabbie-trappola anti-corvidi, con l’intenzione di aumentare le

uccisioni di Cornacchie e Gazze nelle zone di ripopolamento e cattura (zrc), nelle aree di rispetto e

all’interno del territorio provinciale dove le specie sono accusate di creare danni alle produzioni agricole.

La strage di Cornacchie e Gazze, di per sé, non è una novità, visto che alla Polizia provinciale viene ordinato

di uccidere ogni anno varie migliaia di Corvidi in tutte le province del Veneto.

A dispetto di quanto sostenuto da molti amministratori, cacciatori, imprenditori agricoli e comuni cittadini, i

Corvidi in Veneto ci sono sempre stati e non sono in soprannumero.

A dirlo è nientedimeno che il noto ornitologo e naturalista padovano Ettore Arrigoni degli Oddi che, agli

inizi del Novecento, scriveva come la Gazza fosse “comune in provincia di Padova, soprattutto al colle”

intendendo pertanto i Colli Euganei! Ancora Ettore Arrigoni degli Oddi raccontava che tra la prima e la

seconda guerra mondiale la Gazza, e con lei anche i Rapaci (!), furono oggetto di una durissima persecuzione

nel padovano da parte dei cacciatori, fino a causarne una momentanea “scomparsa” da alcune zone. La

ripresa della Gazza nel territorio padovano, legata anche alla presenza di discariche (siti da cui poi i Corvidi,

in special modo la Cornacchia grigia, diffondono sul territorio), è stata percepita come un fatto recente, ma

come abbiamo visto non è in realtà una novità.

D’altro canto, i dati scientifici smentiscono la tesi secondo cui, negli ultimi trent’anni, Cornacchia grigia

e Ghiandaia siano aumentate in modo smisurato.

Ma allora, qual è il senso di questo massacro di fauna selvatica autoctona sistematicamente operato dalla

Provincia di Padova e in generale dalle province di tutto il Veneto?

La risposta è: solo ed esclusivamente in favore dei cacciatori.

Sull’albo pretorio on-line della Provincia di Padova, in una nota introduttiva alla determinazione riguardante

il “piano di controllo delle specie gazza e cornacchia” si legge, senza troppi giri di parole, che gazze e

cornacchie vengono uccise per “limitare i danni causati ai nidi di galliformi e alle giovani lepri”. Fagiani

e lepri quindi! Guarda caso le due specie tanto agognate dai cacciatori padovani.

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Infatti essendo i Corvidi onnivori, possono predare anche uova, pullus e juvenes di altri animali selvatici, tra

cui piccoli di lepre e fagiano, con il rischio di sottrarre potenziali vittime ai cacciatori.

I cittadini contribuenti, ancora una volta, stanno in pratica pagando la caccia ai cacciatori e subendo

ogni tipo di nefandezze, manomissioni ambientali ed ecosistemiche, solo per assecondare la prepotenza

e i capricci degli sparatori.

Non basta, nel rapporto ambientale sulla valutazione ambientale strategica (VAS) funzionale al Piano

faunistico venatorio regionale 2014 – 2019, a pagina 103, c’è l’istogramma dei danni alle attività agricole

causati dalla fauna selvatica con l’incidenza delle diverse specie nel totale dei danni suddivisi per provincia

(somma degli importi periziati in € negli anni 2006 – 2010)

Stando a questo istogramma sembrerebbe che l’ammontare dei danni alle produzioni agricole causati dai

Corvidi sia del tutto equivalente all’ammontare dei danni economici causati dai Fasianidi.

Non solo, il primato dei danni spetterebbe addirittura alle lepri.

Fagiani e lepri di allevamento o catturate chissà dove che vengono costantemente immessi nel territorio

come “ripopolamento faunistico” o animali pronta – caccia (li libero il giorno prima, li sparo il giorno dopo:

gran soddisfazione!).

Ma allora, quale diavolo sarebbe il criterio usato dalla Provincia per stabilire che i Corvidi devono essere

sterminati, mentre lepri e fagiani devono essere costantemente re-immessi a decine e centinaia di migliaia?

Una sola risposta: solo ed esclusivamente in favore dei cacciatori.

Gli animali? Muoiono.

I cittadini? Pagano.

I cacciatori? Godono.

Gruppo di Intervento Giuridico sez. Veneto

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Gabbie trappola “Larsen” per Corvidi nella campagna padovana