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COMUNICATO STAMPA Documentario come Opera d'Arte -DOA Rassegna cinematografica Teatro dell'Accademia di Belle Arti via Belle Arti 54 – Bologna – Italia Bologna, 16 e 17 Aprile 2015 L’Accademia delle Belle Arti di Bologna è lieta di presentare anche quest'anno per la sua terza edizione la Rassegna di cinema, “Documentario come Opera d'Arte - DOA 2015”, promossa dal triennio di Fotografia , Cinema e Televisione. Festival di cinema d'arte, non competitivo a cura di Piero Deggiovanni e Patrizia Roppo, con la collaborazione nella direzione artistica di Caucaso (www.caucaso.info ), si propone come una manifestazione la cui mission è quella di promuovere e celebrare i linguaggi universali del cinema d'Arte privilegiando opere fuori dai tradizionali circuiti di distribuzione commerciali. Una chance per offrire visibilità ad un cinema d'eccezione che, pur disponendo di scarse risorse economiche è dotato di grandi capacità inventive, incoraggiando l’accostamento di un numero sempre maggiore di persone ai principi cinematografici nella convinzione che, tra le giovani generazioni, si rafforzi ancora di più la sensibilità verso la creatività e la produzione della “Settima Arte”. A tal proposito quest'anno saranno proiettati nella seconda ed ultima giornata di rassegna, i Documentari degli studenti dei tre anni del corso di Fotografia, Cinema e Televisione, realizzati durante il workshop “Visioni Reali” a cura di Federica Gallone, in collaborazione e col sostegno di Caucaso e il Laboratorio Media Education E-learning “MELA” del Dipartimento di Scienze dell'Educazione Unibo (www.mela.scedu.unibo.it ). L'evento, ad ingresso gratuito, aperto a tutti, avrà luogo dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Ogni proiezione è seguita da un dibattito con gli autori aperto ai temi ed ai metodi di ricerca. Con il patrocinio del Quartiere S.Vitale: www.comune.bologna.it/quartieresanvitale Media Partner: MELA - Media Education E-learning - www.mela.scedu.unibo.it Rifrazioni - www.rifrazioni.net Radio Città Fujiko - www.radiocittafujiko.it Associazione Documentaristi Emilia Romagna - www.dder.org

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COMUNICATO STAMPADocumentario come Opera d'Arte -DOA

Rassegna cinematografica

Teatro dell'Accademia di Belle Artivia Belle Arti 54 – Bologna – Italia Bologna, 16 e 17 Aprile 2015

L’Accademia delle Belle Arti di Bologna è lieta di presentare anche quest'annoper la sua terza edizione la Rassegna di cinema, “Documentario come Operad'Arte - DOA 2015”, promossa dal triennio di Fotografia , Cinema e Televisione. Festival di cinema d'arte, non competitivo a cura di Piero Deggiovanni ePatrizia Roppo, con la collaborazione nella direzione artistica di Caucaso(www.caucaso.info), si propone come una manifestazione la cui mission èquella di promuovere e celebrare i linguaggi universali del cinema d'Arteprivilegiando opere fuori dai tradizionali circuiti di distribuzione commerciali. Una chance per offrire visibilità ad un cinema d'eccezione che, pur disponendodi scarse risorse economiche è dotato di grandi capacità inventive,incoraggiando l’accostamento di un numero sempre maggiore di persone aiprincipi cinematografici nella convinzione che, tra le giovani generazioni, sirafforzi ancora di più la sensibilità verso la creatività e la produzione della“Settima Arte”. A tal proposito quest'anno saranno proiettati nella seconda edultima giornata di rassegna, i Documentari degli studenti dei tre anni del corsodi Fotografia, Cinema e Televisione, realizzati durante il workshop “VisioniReali” a cura di Federica Gallone, in collaborazione e col sostegno di Caucaso eil Laboratorio Media Education E-learning “MELA” del Dipartimento di Scienzedell'Educazione Unibo (www.mela.scedu.unibo.it). L'evento, ad ingressogratuito, aperto a tutti, avrà luogo dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Ogni proiezione è seguita da un dibattito con gli autori aperto ai temi ed aimetodi di ricerca.

Con il patrocinio del Quartiere S.Vitale:www.comune.bologna.it/quartieresanvitale

Media Partner:

MELA - Media Education E-learning - www.mela.scedu.unibo.it

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PROGRAMMAGiovedì 16 Aprile 2015

Ore 10.00 - Presentazione a cura di Piero Deggiovanni, Patrizia Roppoe Caucaso

Ore 10.30 - I promessi sposi di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti,Italia 2007, 73', colore. Produzione: Suttvuess. Soggetto, Sceneggiatura,Montaggio e Foografia: Massimo D'Anolfi e Martina Parenti. Musiche: MassimoMariani. Produttore: Federico Schiavi. Un documentario commedia in cui siincrociano i destini e le storie di alcune persone alle prese con il periodo cheprecede il giorno del matrimonio. I protagonisti sono le coppie in procinto disposarsi, gli impiegati degli uffici matrimoniali dei comuni italiani e un prete diprovincia. Ognuno di loro ci restituisce un aspetto del matrimonio: gli uffici,grazie alla molteplicità dei luoghi e alla varietà delle persone, ci raccontano lesfumature di un paese che attraverso il matrimonio si mescola, si consolida,mutua e invisibilmente pone le basi per il suo futuro; mentre le lezioni del corsoprematrimoniale di Don Emilio Lonzi educano i credenti alla sacralità delmatrimonio, mescolando fede e scienza, liturgia penitenziale e aspetti legali,sacramenti e sessualità. L'accostamento di questi due aspetti del matrimoniorivela degli individui che, malgrado la ricchezza e la specificità delle situazioni,dei volti, delle espressioni, delle richieste, delle convinzioni, rimarranno semprepersi tra le regole dello Stato e i dogmi delle Chiesa. “I promessi sposi”,selezionato al Locarno Film Festival nel 2007, ha vinto il Filmmaker Film Festivala Milano e la Menzione Speciale al Festival dei Popoli a Firenze, entrambi nel2007.

SEGUE DIBATTITO CON GLI AUTORI

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Biofilmografia degli autori: Massimo D’Anolfi (1974) è nato a Pescara ed è videomaker dal 1993. Hascritto la sceneggiatura del film "Angela" di Roberta Torre, presentato allaQuinzaine des Realizateurs a Cannes nel 2002. Nel 2003 ha realizzato cinquedocumentari radiofonici per Radio RAI3. Si torna a casa, "Appunti per un Film"(2003) è stato selezionato al Torino Film Festival e “Play” (2004) al Festival deiPopoli di Firenze.

Martina Parenti (1972) lavora per il cinema e la televisione comedocumentarista. Nel corso degli ultimi anni ha realizzato documentari proiettatie premiati in vari festival. Tra i quali "L’Estate di una Fontanella" (2006),selezionato al Bellaria Film Festival e "Animol" (2003), presentato al FilmmakerFilm Festival. Ha realizzato programmi televisivi tra cui "School in Action"(2006) e "L’Apprendista Stregone" (2002). Nel 2006 ha diretto un episodio delfilm collettivo "Checosamanca". Martina e Massimo scrivono, producono egirano i propri film: assieme hanno realizzato, “Grandi speranze”, girato traItalia e Cina, selezionato al Locarno Film Festival nel 2009; “Il castello” del 2011ha partecipato a moltissimi festival in tutto il mondo e ha vinto, tra gli altri, ilPremio Speciale della Giuria agli Hot Docs di Toronto, il Premio Speciale dellaGiuria agli EIDF di Seoul, il Premio come Migliore Fotografia agli IDA Awards aLos Angeles e molti altri; “Materia Oscura” del 2013, presentato al Festival diBerlino, e tra i premi già ricevuti segnaliamo il premio come Miglior Film diDiritti Umani al BAFICI – Buenos Aires Festival Internacional de CineIndependiente, e come Miglior Documentario a Terra di Cinema – Festival deTremblay-en-France.

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Ore 14.00 - SINAI - un altro passo sulla terra di Alberto Gemmi e EnricoMasi, Croazia/Italia, 2014, 29'. Soggetto e Sceneggiatura: Alberto Gemmi &Enrico Masi. Prodotto da Stefano Migliore e Caucaso. Supervisione artistica:Stefano Croci. Traduzioni: Ramona Ruggeri, Sandra Ramic, Kristina Kovac, JuliaHart. Supervisione al montaggio: Diego Berrè. Post-produzione: GiuseppePetruzzellis. Missaggio: Jacopo Bonora. Contributo scientifico: AlessandroMontanari, direttore OGC. Colonna sonora originale: Zende Music. Supervisionescientifica: Laura Corazza. Grafiche: Tana Garrido In collaborazione con: Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, UniversitàCa’ Foscari – Venezia e Università di Zara.

INTRODUZIONE DEGLI AUTORI AL FILM: Sarebbe dovuto essere un progetto dinatura scientifica, nella successione di piani e icone che avrebbero potutocreare una struttura coerente, un film sulle condizioni di vita dell'isola croata diHvar, antica Lesina veneziana. Ma qualcosa è mutato in maniera imprevista.Quello che abbiamo visto è apparso come un miraggio spirituale rispetto allaprova dell'esistenza di un uomo. Il villaggio di Velo Grablje quasi disabitato ciha permesso di spingerci oltre, verso un sentimento universale. A questo puntosi sente un'urgenza di contrasto, l'isola si intravede come una prigione,immaginata nel suo novembre terribile, tra le piogge. Ci è stato detto che nelvillaggio restano solo case vuote e rovine. Proprio loro mantengono il

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paesaggio in equilibrio dall'affondare nell'incertezza della natura. L'isola comeprigione per chi la abita, o in altre parole, la nostra gabbia d'oro così amata.Qui tutti i movimenti, nella loro natura sistematica, hanno un peso specificodifferente, e questo peso definisce la vita. Ecco perchè siamo alla ricerca diqualcosa legato all’esistenza su questa isola. Forse solo perchè qui è più ovviotrovarlo. Come un El Dorado per il pensiero che diventa direzione, per il gestopiù semplice che arriverà al potere dell’azione. Il valore della scoperta dell’Altroda sè, con la geografia a conferma del nostro bisogno di conoscenza, nonlontani dall'arcipelago dove Ulisse mosse il suo viaggio. Sinai (il protagonistadel film) è nato in Egitto, figlio di rifugiati. Lo abbiamo seguito durante il giornonelle sue azioni, seguendo la sua visione del mondo ricca di rimandi verso altrimondi; quello orientale, quello veneziano, forse mai realmente incontrati, mavissuti nella fantasia. Questo rituale quasi ascetico per noi, è diventato comeun dovere. Lui è l'esponente di una civiltà che sta scomparendo, o lentamenterinascendo, al momento dell'ingresso formale della Croazia in Europa.Finalmente, si compie ancora uno sforzo, questa volta narrativo. Una vocecelebrerà la sublimazione di questo enigma, la creazione di un mondo perduto,e sarà la voce femminile dell'oracolo di Delfi, forse comparabile ad una agenziadi viaggi dell'epoca, attiva proprio tra oriente e occidente. Il film è statoproiettato per la sua prima mondiale al Torino Film Festival.

SEGUE DIBATTITO CON GLI AUTORI

Biofilmografia degli autori: Alberto Gemmi (1984) è un regista italiano. Dopo aver conseguito la laureaspecialistica in cinema all’Università di Bologna, procede con un Master inFilmmaking a Parigi. Si interessa di teoria estetica, focalizzandosisull’interazione tra immagine e suono. I suoi esperimenti partono dal filmd’archivio verso la relazione tra spazio urbano e individuo. Nel 2010 realizza aParigi il cortometraggio “Stuck Within”, proiettato in Francia e in Italia. Nel 2012il documentario “I Colonnelli di Roma” è selezionato al Rome Independent FilmFestival e il suo ultimo lavoro “Go Burning Atacama Go” ha vinto come migliorfilm sperimentale al Festival di Lucca e proiettato in vari festival internazionali.Dal 2013 lavora nel laboratorio di restauro Immagine Ritrovata della Cinetecadi Bologna. Enrico Masi (1983) è un musicista e regista italiano. Dopo una laureatriennale in lettere moderne, si concentra sul cinema dal 2006 con un progettodi ricerca sullo spazio postmoderno. Conseguita la laurea specialistica inCinema all’Università di Bologna frequenta un master di Filmmaking a New Yorkdove realizza alcuni filmati sperimentali “Modern Tale” e “Yorkville”. Fondatoredi Caucaso nel 2004, gruppo con il quale ha musicato, prodotto e direttonumerosi film, happening e concerti in Europa, dal 2008 lavora stabilmente alDipartimento di Scienze dell'Educazione – Alma Mater Studiorum, come registae antropologo visuale. E' coinvolto in vari progetti di ricerca con le universitàParis-Nanterre, University City of London, School of Oriental and Asian Studies-London, University of Surrey, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino,sempre mantenendo un interesse per lo spazio tematico e obbligatorio nelconflitto globale. Vive a Londra nel periodo 2010 – 2013 dove realizza “TheGolden Temple”, primo capitolo della trilogia dei grandi eventi. Il film vienepresentato alle Giornate degli Autori nel 2012. Lavora attualmente a Berlinoalla tesi finale di dottorato sull'impatto pedagogico e sociale del mega evento.

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Ore 15.30 - Prospekt Lenina di Mirco Marmiroli, Russia/Italia, 2013, 53',Colore. Prodotto da: LORO, PROSPEKT9, FOLK, THESLOWBREAKFAST, lingua:russo (sottotitoli italiano), italiano. Regia, Riprese: Mirco Marmiroli, EmilioBarbieri; Fotografie: Emiliano Barbieri, Emanuele Paganelli; Montaggio: MircoMarmiroli; Traduzioni: Tatiana Boulytcheva (Reggio Emilia), Andrei Barmashov(Volovo) , Katia Kalinina, Federico Picerni; Disegni: Andrea Bovaia; Musiche: ThePerri, Galaverna.

Prospekt Lenina è una strada. Una delle grandi arterie della città di Mosca. Lastrada principale di molte città russe porta quel nome. Per molti, ProspektLenina però non è soltanto una via di comunicazione, ma è "La strada”. Lastrada che ha intrapreso Mirco Marmiroli in compagnia di Emiliano Barbieri edEmanuele Paganelli, che da Mosca sono partiti alla volta di Volovo, piccolopaese di 3.000 abitanti a 300 chilometri a sud di Mosca, che per un qualsiasirusso equivale alla periferia (o quasi) della capitale, ma che per uno straniero ècome entrare in una realtà parallela ferma in un punto imprecisato del passato.Documentario che indaga il cambiamento che sta vivendo la Russia attraversolo sguardo di quattro generazioni a confronto rappresentate da Viktor, Pavel,Rustam e Andrei che dalla Rivoluzione d'Ottobre a Putin, passando perChernobyl e la perestrojka, narrano le proprie differenti visioni legate da uncomune denominatore: la convinzione di essere un grande popolo ed esserefieri anche, e soprattutto, degli errori passati. “C'è una premessa da fare a tuttoquello che ho documentato in Russia – spiega il regista Mirco Marmiroli – gliabitanti non sanno o non vogliono sapere (o fanno finta di non sapere) chesono stati culturalmente, ideologicamente e socialmente padroni incontrastatiper cinquanta anni di metà del mondo. La difficoltà che c'è statanell'approcciare il tema del passato della Russia con Andrei, il ragazzo diventidue anni, ne è la prova: non vuole sbilanciarsi su giudizi o pareri personaliriguardanti la società sovietica, ma sa benissimo di cosa si tratta e sia nei suoidiscorsi personali che nella visione di ciò che lo circonda, sa che quello èancora comunismo. E' infine unanime il coro che considera Putin come unica

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via per tenere in mano una nazione così vasta e ciò che ne risulta è che primal'uomo era il partito (quindi di tutti), ora l'uomo ha il partito (quindi solo per lui).L'unica voce ‘dissidente’ che ho ascoltato mi ha detto: nessuno capisce chenon ci vuole un uomo forte, ci vuole un governo forte. Ma la telecamera eraspenta”. Il film è stato presentato in anteprima nazionale sabato 2 febbraio2013 presso la sala centrale dell’Officina delle Arti di via Brigata Reggio 29 aReggio Emilia.

SEGUE DIBATTITO CON L'AUTORE

Biofilmografia dell'autore: Mirco Marmiroli (1983) si laurea alla triennale nel 2006 a Reggio Emilia inScienze della Comunicazione al corso Mass Media, e nel 2009 conclude lalaurea specialista in Cinema, televisione e produzione multimediale al DAMS diBologna. Nel 2010 diventa libero professionista nel campo della produzionevideo. Nel 2011 organizza YesWeTen, concorso per cortometraggi di 10”. Nel2012 vince il bando Officina delle Arti con il progetto Folk legato allaproduzione multimediale ed entra nell’organizzazione del FestivalInternazionale del Cortometraggio “Yasujiro Ozu Film Festival” giunto alla suaXX edizione, come responsabile della comunicazione.

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Venerdì 17 Aprile 2015

Ore 10.30 - Ritratti di {movimentomilc}, Italia 2012, 11' – Colore/BN,Sottotitoli: Italiano.

L'emigrazione come un viaggio. Il viaggio l'esatto contrario di una comunitàche rimane chiusa nei propri luoghi, una costante interazione con posti eculture diverse, il collegamento immaginario tra luoghi differenti, ma uguali nelloro isolamento, che sia una scelta o una costrizione. Ritratti di donne,interlocutrici privilegiate come riferimento per una vita possibile.Sono le immagini celate negli archivi storici e in quelli della mente cheriportano in vita dinamiche nascoste che la parola o un suono rinnovano allaluce del movimento. Con queste immagini analizziamo il significato di spazio,migrazione, viaggio, vite possibili, sottolineano gli autori. Un film di montaggioche mescola non solo vite reali ma anche percorsi immaginari creati dallepossibilità del viaggio. Proiettato al Torino Film Festival, nella sezione ItalianaCorti Competition, nel 2012; al Torino Visioni di Cine(ma) Indipendente, nel2013; allo SpazioTeatro di Reggio Calabria, nella sezione Vite Impossibili, nel2012; al Cinema Aurora di Reggio Calabria.

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Ore 11.00 - Méduses di {movimentomilc}, Italia, 2012, 4' 55” – Colore.

ll viaggio dei migranti come il movimento delle meduse. Movenze sinuose inalto mare divengono pericolo e goffo agire in acque basse. La linea di confine èl'orizzonte del mare, ambiente naturale senza confini, libero da sovrastrutture epreconcetti, lontano dal 'nero oceano' dell'immonda città. Il mare, il vastomare, consola i nostri affanni!Il film è stato proiettato nel 2012 all'Expo Art c/o Venice DOC Festival a Oderzoe al 2° Intimalente Film Festival a Riace. Il Festival del Cinema Africano d'Asia eAmerica Latina di Milano li seleziona con l'opera “Méduses” in concorso nellasezione Extr'A, a Reggio Calabria nel 2013, anno in cui partecipano anche all'8°International Streaming Festival. Il film vince il premio come Miglior Film al 4°Riace in Festival nel 2013.

SEGUE DIBATTITO CON GLI AUTORI

Biofilmografia degli autori: {movimentomilc} è un duo di artisti visivi composto da Michele Tarzia(1985) e Vincenzo Vecchio (1984) che lavora in stretta relazione traimmagini in movimento e installazioni. Usa il linguaggio del cinema comemezzo di sperimentazione verbale, in continua indagine sulle forme diespressione artistica, si addentra negli archivi storici come in quelli della menteper scoprire dinamiche nascoste che la parola o un suono rinnovano alla lucedel movimento. Presentano le loro opere in diverse sedi espositive, Maca –Museo d'Arte Contemporanea di Acri nella mostra Young at Art a cura di A. Rodi

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e M. Garofalo, alla Galleria Nazionale di Cosenza con la collettiva Open Space 2- Incursioni Figurative a cura di F. De Chirico e C. Cipriani, a Castel dell'Ovo conla mostra Vuoto Ciclo e Pronti via!, Garage 21 a cura di L. Madaro a CeglieMessapica. Nel 2012 vengono selezionati al 30° Torino Film Festival con l'opera“Ritratti”, e nello stesso anno vincono il concorso per le migliori sceneggiaturedi artisti under 35 indetto dal Mibac - Direzione generale per il cinema. Nel2013 partecipano alla mostra d'arte contemporanea Echi dal Ghetto a cura diA. Carelli a Cosenza. Partecipano a Shingle22J IV Biennale d' ArteContemporanea di Anzio e Nettuno e alla collettiva Oltre il Ponte a cura di F. DeChirico presso gli spazi della Fondazione Orestiadi di Gibellina. Sempre nellostesso anno partecipano ai workshop Il Flaneur tra i pieni e i vuoti della cittàcontemporanea e La creazione dei luoghi di partecipazione come interventoartistico, rispettivamente di L. Vitone e M. Airò a cura di G. Battaglia per ilprogetto Via Artis, e a Euclide, per la divulgazione scientifica di un guantocibernetico, di S. Roveda (Studio Azzurro) e G. Verde a cura della FondazioneHorcynus Orca. Nel 2014 partecipano alle collettive O - Come occuparsi dellasostanza delle cose a cura di Galleria Occupata presso la Farm Cultural Park aFavara, Kraino, 25 giovani artisti italiani a cura di L. Madaro e S. Caramiapresso gli spazi del MUST - Museo Storico Città di Lecce e Artsiders a cura di F.De Chirico e M. Mattioli presso la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia.

Ore 12.00 - MASSE NELLA GEOMETRIA RIVELATA DELLO SPAZIO-TEMPOdi Ilaria Pezone Italia, 2011-2012, 22' 44’’ - Colore. Regia/Riprese/Montaggio:Ilaria Pezone. Produzione: Ilaria Pezone, Angelo Airoldi, Associazione DinamoCulturale Lecco. Assistenti alla regia: Angelo Airoldi, Marco Bartesaghi, GaiaBazzi, Giulio Sangiorgio, Arianna Scola. Assistenti al montaggio: Angelo Airoldi.Fotografia: Davide Berri, Ilaria Pezone, Flavio Torre. Consulente sperimentazionivocali: Elio Dattero. Musica originale: “Artaud” di Elio Dattero. Altri branimusicali liberamente tratti da: “Ninna Gaia” di Alfredo Ferrario, “Postlude” -“Bella by Barlight” di John Lurie, “Drunken Tune” di Amon Tobin. Postproduzioneaudio: Silverlining. Sottotitoli: Le tre effe Studio 53. Foto Backstage: Gaia Bazzi,Gian Maria Garuti, Flavio Torre. Materiale d’archivio: Mariella Acerboni.

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Documentario su Salvatore de Gennaro, giovane cantante e attore di origininapoletane trasferitosi a Varenna (LC). L'incontro tra l'autrice e Salvatore ènato casualmente a Calolziocorte (LC), durante un concerto di musica sacrapresso la chiesa del Lavello. Affascinata dal virtuosismo canoro datodall'ambivalenza vocale di Salvatore (voce maschile e femminile in una solapersona), Ilaria ha subito pensato di voler catturare a sua volta, in un video,questo personaggio "soprannaturale". Inizialmente nato come video disperimentazione vocale incentrata sull'interpretazione dei brani "introspettivi"del Novecento (Berio, Cage, Ligeti) e sull'improvvisazione, il progetto si èpresto trasformato in un documentario su Salvatore, protagonista-matrioskache al suo interno contiene la più diversificata varietà di personaggi. La ricercaintrapresa nel documentario diviene così il sondare (e rivelare) l'altruiinteriorità, espressa attraverso l'arte vocale, per indagare altresì un modo dirapportarsi all'arte e alla vita più o meno condivisibile. La ripresa in soggettiva,osservativa, seminascosta ma anche interattiva si alterna a situazioni costruitead hoc e altre di sperimentazione video, di cui si accenna in qualche tranche didiscorso, per palesare l'operazione allo spettatore del film. L'obiettivo è anchequello - forse un po' presuntuoso - di offrire una possibilità al protagonista (inquanto attore), concedendogli una possibilità alternativa di personaleespressione e presa di coscienza di se stesso nello spazio filmico. Il progettoassume quindi aspetti metafilmici riflettendo sulla funzione stessa deldocumentario rispetto al soggetto "catturato". In questa fase costruita,Salvatore appare come un'entità, poco terrena, in contrapposizione rispetto aimomenti di dialogo e a quelli di osservazione in soggettiva, più spontanei,quotidiani, terreni. In questi ultimi dovrebbe infatti emergere il mio distaccodall'azione e dal personaggio, inserendo la soggettiva come co-protagonista,che attraverso il montaggio diviene narratrice. Selezionato all'Arcipelago FilmFestival di Roma nel 2012, e nello stesso anno al Faito Doc Festival di VicoEquense, al Filmmaker Film Festival di Milano, e al Melzo Film Festival di Melzo.Ha vinto il primo premio come Miglior Cortometraggio al Festival Terra diCinema di Tremblay-en-France.

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Ore 12.30- ANDARETORNANDO A RILIEVI DOMESTICI di Ilaria Pezone,Italia, 2009-2010, 20'.

Il progetto riguarda una selezione di 12 ore di riprese amatoriali familiari (informato Super8, Hi8, MiniDv e video da cellulari), e di 4 ore di audio su nastromagnetico, dagli anni Settanta al 2010, il tutto organizzato seguendo unpercorso più autoritrattistico che autobiografico. La finalità non è pertanto néquella di raccontare un periodo storico, né quella di presentare una narrazionelineare e discorsiva della propria autobiografia. Attraverso l'autoritratto,ordinato secondo criteri formali di accostamento di immagini in fase dimontaggio, è invece possibile evocare il susseguirsi di una 'narrazione'evanescente ma fortemente presente nella logica del video. Esso è compostoda frammenti isolati tra loro, ma unificati da un filo logico che conduceall'aprirsi di più di un discorso esistenziale, che quindi non riguarda soltanto ilsoggetto dell'autoritratto, ma anche i suoi potenziali spettatori, che vivono,hanno vissuto o vivranno le stesse situazioni emotive. Gli argomenti deidiscorsi sono infatti questioni basilari e semplici, connesse tra loro: l'identità el'appartenenza a una famiglia, a un ambiente o una città; la questione del'come' vivere, in conformità rispetto a che cosa o a chi; rapportare la propriaesistenza a ciò che esisterà sempre; legarsi a persone estranee alla propria vitae che improvvisamente ne diventano parte; l'impossibilità di comunicare tuttoquesto entro una forma. L'autoritratto non è quindi concepito come unautoriprendersi, ma presuppone l'idea di trasmettere una condizioneesistenziale (di sé e di chi guarda) disponendo attorno alle proprie riprese dellepersone e dei luoghi cari, le riprese realizzate da queste altre persone,concepite per uno scopo diverso e qui ricontestualizzate. Data la complessitàdella struttura tematica del progetto, ho inoltre pensato a una tripartizione delvideo secondo una struttura logica e spaziale: STARE; ANDARE; RESTARE sono itre capitoli entro cui si suddivide il video. La scelta è principalmente in base ailuoghi che caratterizzano le tre diverse macro-scene: in 'stare' l'ambiente èquello domestico, tra le montagne del mio paese, viste dal balcone di casa, lamia camera da letto, le stanze di casa; in 'andare' dalle prealpi lombarde –domestiche - si passa alle prealpi giulie, estranee al mio vissuto, inquadrate daun altro balcone. Dal lago di Como si passa al mare, aperto e sconfinato, chenon ha limiti come il lago; in 'restare' si torna agli ambienti di 'stare', conl'aggiunta di una possibile apertura: alcune persone della famiglia sono in unaltro luogo, un'altra casa. Un orizzonte quasi monocromatico molto raccolto elimitato si intravede dalle nuove finestre.

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SEGUE DIBATTITO CON L' AUTRICE

Biofilmografia dell'autrice: Ilaria Pazone (1986), assistente presso l'Accademia di Brera dove si èlaureata conseguendo la laurea specialistica in Cinema e Video. È tra iselezionati al Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) a Roma e a Milano,nel 2008. Il suo lavoro riceve premi e menzioni ed è recensito sulla rivistaSegnocinema, a cura di D.Monetti, sul portale MUBI “The Auteurs”, a cura di L.Alguera, e sul settimanale "Io Donna", in allegato al Corriere della Sera a curadi S.Pirovano.

Ore 14.00 - Zima di Cristina Picchi; Russia, Mosca 2013, Colore, 11' 27''. Scritto e Diretto da Cristina Picchi; Direttore di Fotogragia/Operatore di ripresa:Saulius Lukoševičius; Direttore del Suono: Henri D'Armancourt; Musica: Shoefiti;Direttore di Produzione: Katerina Okhonko; Produttori: Tanya Petrik & GuillaumeProtsenko, Mirumir Studio.

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L’affresco di una stagione – un viaggio attraverso la Russia del nord e laSiberia, tramite i sentimenti e i pensieri delle persone che devono fare i conticon uno dei climi più impietosi al mondo: una realtà in cui il limite fra la vita ela morte è così impalpabile, che qualche volta pare non esistere affatto – e laciviltà non smette mai di lottare e di arrendersi alla natura, alle sue leggi senzatempo, ai suoi riti. Siamo in zone della Russia fra le più impervie e menoospitali. Le temperature sono gelide, proibitive. Qui l’inverno è come se fosseun inferno, ma di ghiaccio: quantomeno è così che racconta la voce fuoricampo di un immigrato africano all’inizio del film, in raccordo — quasi inassociazione — con l’arrivo di un treno. La sua è (stata) una lotta per lasopravvivenza. Di seguito, il film tocca tutta una serie di situazioni — attivitàlavorative e riti sociali — lungo l’itinerario percorso. Sono situazioni in grado dialludere – come sorta di correlativi oggettivi – a quella che si potrebbe definirel’ «esperienza del limite» intrinseca alla vita delle popolazioni in loco. C’è peresempio la stazione meteorologica di Uzhur, nel Krasnoyarsk Krai, e latestimonianza di un addetto alle rilevazioni. C’è il cantiere navale di Murmanske la testimonianza di un lavoratore del posto. Ci sono poi sequenze dedicate: albagno ghiacciato per la ricorrenza dell’Epifania ortodossa, una tradizionereligiosa (celebrata anche da non credenti); al Lago Baikal ghiacciato, allapesca lì possibile (un frammento di prossimità tra vita e morte). C’èsuccessivamente una seconda voce fuori campo, accompagnata da unasoggettiva che ci pone su un treno, di nuovo. È in movimento. Un momentospeculare — nella forma e complementare — nel significato — a quellointroduttivo. Tra i premi vinti ricordiamo Pardino d'argento Swiss Life for the InternationalCompetition al Locarno Festival 2013; Il Pianifica Prize al Locarno's EuropeanFilm Award nominato come Miglior Cortometraggio 2013, al 66° Locarno. Havinto il premio Best Italian Wine Book e ha ottenuto la seconda posizione comeBest World Wine Book al Gourmand Award 2010 Lucca Wine Treasures.

SEGUE DIBATTITO CON L' AUTRICE

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Biofimografia dell'autrice: Cristina Picchi (1981) cineasta e scrittrice italiana, vive a Londra. Laureata inletteratura all’Università di Pisa, ha concluso un Master in DocumentarioCinematografico alla Goldsmiths University di Londra. Ha diretto diversicortometraggi documentari, tra cui Under Your Skin (2011), Fragments of aDream (2011) e Il Disassociato (2013). I suoi film sono stati esibiti in festival egallerie di tutto il mondo.

14.30- Da una terra di cenere e nebbia di Fabio Scacchioli, Italia, Aquila2009, 22''. Diretto da Fabio Scacchioli, Musica originale e Suono: VincenzoCore, Produzione: HOME MOVIES.

A partire da 50 bobine di pellicola super8 e 8mm recuperate a L’Aquila edintorni dopo il terremoto del 6 Aprile 2009, molte delle quali letteralmentestrappate alle macerie grazie al coraggio dei cineamatori che le avevano giratenei decenni precedenti, si è cercato di partire dal disastro del terremoto perarrivare a una riflessione generale sulla memoria e le sue stratificazioni. Ilmateriale audiovisivo utilizzato è piuttosto eterogeneo: oltre agli home movies,sono presenti infatti immagini girate da gente comune con videocamere,fotocamere o cellulari durante gli attimi, i giorni e i mesi successivi alla scossa,oltre che immagini girate a più riprese da me a L’Aquila e dintorni. La differenzatra i supporti audiovisivi non è solo un dettaglio tecnico, ma assume unavalenza estetica e sostanziale, soprattutto nell’evidenziare lo scorrere del

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tempo e il suo “lavoro” sulla memoria individuale e collettiva. Attraversol’alternarsi, il sovrapporsi, il fondersi di immagini private di vita familiare con leimmagini drammatiche di quegli stessi luoghi dopo il terremoto, la cittàdell’Aquila diviene metafora della fragilità della memoria e, al contempo, uninvito a coltivarne il valore privato e comunitario. Una voce ci guida tra lerovine di oggi e i ricordi di ieri, è la voce dei racconti, delle storie, delleesperienze ascoltate durante questi mesi trascorsi a L’Aquila, in particolare diquelle persone che, nelle settimane successive alla scossa, gravitavano intornoa un luogo chiamato “cimitero delle case”, in cui venivano accumulate lemacerie degli edifici crollati. La gente vagava per questa immensa pianaadibita a raccogliere rovine, alla disperata ricerca di qualche piccolo ricordo darecuperare. Fotografie, lettere, oggetti quotidiani. Questo film è per loro.

SEGUE DIBATTITO CON VINCENZO CORE

Biofilmografia dell'autore: Fabio Scacchioli (1979), attualmente vive e lavora a Roma. La sua ricerca siconcentra sulle relazioni tra memoria, percezione e pensiero, e sui concetti diaudiovisione e cinema espanso; i suoi lavori hanno partecipato a festival emostre personali e collettive in tutto il mondo; l’opera audiovisiva “MissCandace Hilligoss’ flickering halo”, co-diretta con Vincenzo Core, è stataselezionata per la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2011 (sezioneOrizzonti, in concorso) e ha vinto, tra i numerosi riconoscimenti, l’ICMAEuropean Award all’ICMC 2012. L’opera audiovisiva “No More Lonely Nights” havinto il Premio Speciale della Giuria al 31° Torino Film Festival, nel 2013. Dal2013 è docente di “Composizione audiovisiva integrata” e “Ambientimultimediali e interattivi” al Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia.

Vincenzo Core (1982) è un compositore e artista multimediale. Diplomatocon lode in musica elettronica nel conservatorio “L. Refice” di Frosinone, le sueopere installative, performative e audiovisive hanno ottenuto numerosiriconoscimenti tra cui l'International Computer Music Association EuropeanAward 2012; Premio Speciale della Giuria al 31esimo Torino Film Festival;Migliore Opera Audiovisiva al Premio Nazionale delle Arti 2013; MigliorCortometraggio al Lausanne Underground Film Festival 2011, e importantiselezioni come alla 68ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diVenezia; al 58mo London Film Festival; all'Asolo Art Film Festival; al Curtas Vilado Conde, e alla 1a e 2a Maker Faire di Roma. La sua ricerca espressiva siconcentra sulle relazioni tra i molteplici materiali compositivi per tracciarepercorsi di senso. Percorsi che possano esprimere la complessità e la vitalitàdel Sé.

Nel pomeriggio dalle ore 15.30 alle ore 17.00 saranno proiettati i lavori deglistudenti del corso triennale di Fotografia, Cinema e Televisione, realizzati dur-ante il workshop “Visioni Reali” a cura di Federica Gallone, in collaborazionecon Caucaso e il Mela Media e-learning del Dipartimento di Scienze dell'Edu-cazione dell'Università degli studi di Bologna.

“Radici Resistenti” di Alice Gangemi, Chiara Lista, Mirco Miotto, Am-bra Iride Sechi e Michela Tauriell. Italia, 2015, 16'30”.

Un documentario che racconta la realtà di Campi Aperti, associazione per la

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sovranità alimentare che riunisce consumatori, piccole aziende e produttori diagricoltura biologica e biodinamica presenti nel territorio dell'Emilia Romagna.In una società come la nostra, in cui la grande industria alimentare ha assorbitoanche il settore biologico, da sempre esclusiva peculiarità del mondo conta-dino, Campi Aperti getta le sue radici per dimostrare che alle logiche di profittoesiste unʼ alternativa e resistere non solo é necessario ma é anche possibile.

“SEI (IM)PERFETTO” di Francesca Susca, Jessica Colleluori, JessicaRonca e Sara Porfidio. Italia, 2015, 11'30”.

Il documentario si concentra sull’analisi dell’essere umano e della ricerca dellaperfezione dell’individuo attraverso l’uso di modificazioni fisiche. Tutto parte dauna domanda molto semplice: La perfezione dell’essere umano è nascosta di-etro ad una protesi o esso stesso è già perfetto? Il documentario analizza variargomenti riguardanti le mutazioni del corpo , partendo da un analisi delle var-ie metamorfosi fisiche più comuni che si sono evolute nel tempo (utilizzo deltatuaggio e dei piercing), osservando in seguito l’ evoluzione della concezionedi perfezione dell’ essere umano attraverso le correnti artistiche e filosofichedel posthumanesimo e dello zoomorfismo , concludendo infine con un interess-ante viaggio alla scoperta delle protesi mediche ed estetiche, che nel corso de-gli anni, hanno contribuito al miglioramento della qualità della vita di moltepersone con svariate patologie.

“FIRES, HIDE YOUR STARS” di Chiara Mancini, Piero Piccioli, Asia Gian-nelli, Alessandro Carnevali e Annachiara Failla. Italia, 2015, 8'.

Il Documentario vuole evidenziare un problema che interessa tutte le città:l'inquinamento luminoso. Il documentario narra del rapporto tra l'uomo e ilcielo, di come via via lo stiamo perdendo, chiudendoci sempre più in una cu-pola luminescente che non ci permette di vedere oltre i lampioni sopra lenostre teste. Attraverso le testimonianze di chi ha passato la vita a guardare ilcielo, e di chi non ha più la possibilità di farlo, il documentario mette a con-fronto la città che non dorme mai con i luoghi dove a regnare è ancora la lucedelle stelle. L'uomo è pronto a ritrovare l'oscurità perduta? O si è ormai arresoa vivere una vita, dove tutto è illuminato?

“TRANSAZIONE” di Davide Mastrangelo, Bianca Peruzzi, Luca Trivel-lato, Andrea Lopetrone, Lisa Sofia Freda e Lisa Barbieri. Italia, 2015,10'37”.

Hostess, operai di sottobordo, guardie giurate: le forze motrici dell'aeroportodanno voce alle loro riflessioni sullo spazio che per eccellenza si avvale deiprincipi che secondo il sociologo francese Marc Augé definiscono il "nonluogo".