Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani...

77
Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA DI LEUCA A cura degli Organismi pastorali diocesani Progetto Pastorale Diocesano 2003/2004 Anno IV

Transcript of Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani...

Page 1: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Comunicare il Vangeloai giovani d’oggi,

dono di Dio per la Chiesae per il mondo

DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA DI LEUCA

A cura degli Organismi pastorali diocesani

Progetto Pastorale Diocesano 2003/2004Anno IV

Page 2: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA
Page 3: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

L’ADULTO RISCOPRE L’INIZIAZIONE CRISTIANA

PER UNA IDENTITA’ COMUNITARIA E MISSIONARIA

DELLA FEDE

A - IL TEMA

IL PIANO PASTORALE GENERALE DELLA DIOCESI

Le linee essenziali e le istanze del Piano pastorale diocesanoper i prossimi anni sono contenute nel titolo:

Il Piano risponde a diverse esigenze riconosciute comedirompenti anche nelle nostre comunità e messe a fuoconel Consiglio presbiterale del gennaio 2000. Tale pianoè ideato come un percorso pluriennale in grado di offrire,in modo graduale e consequienziale, le tematiche pastoralipiù decisive nella sfida della nuova evangelizzazione.

1. Processo di scristianizzazione (che ci sta investendo)soprattutto dell’adulto e, in particolare, delle famiglie;

2. Prevalenza del cultualismo rispetto al primatodell’Annuncio;

3. Relativismo morale dei giovani e degli adulti nellescelte decisive e pratiche;

4. Riduzione della fede a puro “sentire” soggettivo ea una relazione privata con Dio, indipendentementedalla Comunità cristiana dove nasce e dove conducela fede battesimale.

5P ianoastorale Diocesano

Page 4: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

B - OBIETTIVI

Gli obiettivi partono dalla riscoperta della

PAROLAche è all’origine, “in principio” di tutto, per poi considerare la

FEDEcome risposta positiva all’annuncio della Parola.Per riscoprire i

SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

che accostano l’uomo, che accetta di credere, all’esperienza salvifica

di Gesù Cristo e costruiscono la dimensione comunitaria della fede

cristiana.

Per arrivare ad annunciare il

REGNO DI DIO

il quale rimane l’orizzonte ultimo, verso cui la Comunità cristiana

sa di dover guardare con simpatia missionaria.

6 P ianoastorale Diocesano6

Page 5: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

ICONE BIBLICHE DEL PROGETTO

Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui?E come potranno credere, senza averne sentito parlare ?E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?E come lo annunzieranno, senza essere prima invitati ?Come sta scritto: quanto sono belli i piedi di coloro che recanoun lieto annunzio di bene!

Ma non tutti hanno obbedito al vangelo. Lo dice Isaia: Signore,chi ha creduto alla nostra predicazione? La fede dipende dunquedalla predicazione e la predicazione, a sua volta, si attua per laparola di Cristo. Ora io dico: non hanno forse udito? Tutt’altro:per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino ai confini del mondole loro parole.

Rm 10,14 -18

Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le paroledella donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto di lui, lo pregaronodi fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni».

Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna:«Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noistessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatoredel mondo».

Gv 4,39-42

7P ianoastorale Diocesano

Page 6: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

A conclusione del Convegno desidero innanzitutto ringraziare il Signore peraverci dato la possibilità di ritrovarci insieme come Chiesa a riflettere e dialogaresul tema a Lui e a noi tanto caro del “pianeta giovani” e poi ringraziare DonDomenico Sigalini per l’entusiasmo, l’esperienza e le tante provocazioni checi ha offerto.Desidero sottolineare alcuni punti e suggerire delle indicazioni pastorali cheservano per la programmazione del prossimo anno pastorale nelle parrocchiee nelle diverse realtà ecclesiali..

Innanzitutto è necessario porsi nei confronti del “pianeta giovani” conatteggiamento di amore, vedendo in essi una grande risorsa e un dono di Dioalla comunità più che un problema. Amare i giovani con il cuore di Cristo, questigiovani concreti, i giovani di oggi, così come sono, tenendo sempre presentel’atteggiamento di Gesù nei confronti del giovane ricco: “Lo fissò e lo amò”.S.Giovanni Bosco diceva “Basta che voi siate giovani perchè io vi ami”. Amarliperciò senza pregiudizi, senza farsi condizionare o farsi ingannare dalle apparenze,senza pretendere che siano come noi li vogliamo o come “i giovani di ieri”.

Se c’è l’amore per loro allora ci sarà uno sguardo attento alla loro vita, unatteggiamento di ascolto vero e sincero, non finto, un porsi “accanto” a loronon come chi ha già la risposta pronta su tutto ma come chi cerca con loro,chi trova insieme con loro le motivazioni delle scelte, dei comportamenti ponendodomande e nello stesso tempo facendo emergere le domande più profonde presentiin loro al di là di una apparente superficialità ed esteriorità ed offrendo consemplicità la testimonianza di una vita che ha incontrato Gesù proponendoLoalla loro libertà come “Colui che cercano” senza saperlo.

La prima preoccupazione quindi non è quella di “portare i giovani in Chiesa”o nei gruppi, ma quella di occuparsi della loro vita, dei loro problemi, delle loroansie, del loro divertimento, della loro felicità, sapendo attendere, ma mai trascurare,la proposta di Gesù e dell’incontro con Lui nella sua Chiesa viva, la Chiesa cheprega, che ama, che serve, quale son chiamate ad essere le nostre comunità inmodo particolare gli adulti.

INDICAZIONI PASTORALI PER L’ANNO 2003-2004A CONCLUSIONE DEL CONVEGNO PASTORALE DIOCESANO

(Acquarica 16-18 giugno 2003)

Convegno Pastorale Diocesano8

Page 7: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Seguire l’esempio di Gesù. Egli certamente “come il suo solito” pregava einsegnava nella sinagoga, ma non è rimasto nella sinagoga ad “attendere quellidi fuori” lamentandosi degli “assenti”, ma è uscito nelle piazze, nelle strade, sullaspiaggia, nelle case ove si banchettava (pensiamo al banchetto nella casa di Matteo“con i pubblicani e i peccatori”) ad incontrare la gente e non certo in primo luogoper invitarli ad andare nella sinagoga (c’erano certamente anche al tempo di Gesùi “non praticanti” o “i lontani”), ma soprattutto per parlare al loro cuore, perparlare della loro vita e alla loro vita e annunciare loro il Regno di Dio “che ègiustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm, 14, 17) e insegnare poi a pregaree invitarli a “spezzare il pane” con Lui. In una parola è l’annuncio o primo annuncioo Kerigma che deve essere proposto o riproposto ai giovani rispondendo alle lorodomande e con il loro linguaggio e i loro tempi. E in questo sono oltremodonecessari adulti-giovani che amino “perdere tempo” con i giovani più che parlareo discutere dei giovani o peggio giudicarli o guardarli dall’alto. Ed è necessarial’amichevole testimonianza e vicinanza dei giovani che frequentano i gruppiparrocchiali, le Associazioni, i Movimenti, i quali devono rimanere “in parrocchia”il tempo necessario alla loro formazione (ascolto della Parola legata alla vita,preghiera, celebrazione della Penitenza e dell’Eucarestia) con un metodo adattoa loro, e poi uscire, andare, e stare con gli altri giovani perchè è lì il loro postoe la loro missione tenendo conto che “si ha la fede che si dona”.

Desidero richiamare quanto ho detto al Convegno ultimo dei catechisti sultema della catechesi per adulti:

“Non si tratta certo di trascurare l’iniziazione cristiana dei fanciulli, purchéla si imposti in maniera adatta ai tempi e ai ragazzi di oggi come ho indicatonegli orientamenti pastorali di quest’anno, ma di fare delle scelte prioritarie ecoraggiose che affrontino senza scoraggiarsi, ma con una “missionarietà fiduciosa,intraprendente e creativa” la pastorale degli adulti e dei giovani a cominciaredalla formazione degli operatori e catechisti. Troppo spesso vedo giovani e adultiscegliere sempre e soltanto il settore dei fanciulli ritenendolo più semplice e menoimpegnativo e con molta facilità, e direi senza porsi seriamente il problema dicosa il Signore chieda veramente, scartare il campo dei giovani e degli adulti,certo più impegnativo, ma ineludibile e fondamentale per la Chiesa di oggi e didomani”.

Si pone allora il problema del reperimento e della formazione degli “animatori”.In ogni parrocchia è urgente ed indilazionabile, se si vuole avere un futuro, la“pre-occupazione” in questa direzione. Come è necessario il collegamento degli

9Convegno Pastorale Diocesano

Page 8: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

animatori e operatori di pastorale giovanile tra loro, a livello cittadino, foranialee diocesano, per ricevere aiuto, incoraggiamento, suggerimenti, per scambiarsiesperienze e difficoltà e aiutarsi vicendevolmente. L’isolamento, il “fare da sè”,l’autosufficienza, tentazioni molto forti e sempre presenti nelle nostre parrocchie,anche in questo campo, sono oltremodo deleteri e rendono miope ed inefficacel’azione pastorale soprattutto se si tiene conto della forte mobilità presente ogginel mondo giovanile.

Accoglierà la nostra Chiesa la sfida che viene dal mondo giovanile e virisponderà adeguatamente? Sono convinto di sì.

INDICAZIONI PASTORALI

1) “Per una fede adulta e pensata”. E’ bene e necessario continuare nelcammino tracciato negli anni precedenti ed in particolare nello scorso anno.Chiedo perciò ai carissimi Parroci e ai Consigli pastorali di riprendere leindicazioni pastorali dello scorso anno e, tenendo conto della verifica fattaa fine anno, dare un maggiore impulso ai tentativi avviati proponendoeventualmente altre vie.

2) Per la reiniziazione cristiana degli adulti o, come ha detto il Papa, per “ilrisveglio della fede” negli adulti invito, come ho suggerito anche nella Visitapastorale, a valorizzare la richiesta del Battesimo dei figli da parte dei genitoriper impostare con loro un vero cammino di fede che non si riduca a qualcheincontro o peggio ad un solo incontro per parlare del rito e “delle cose pratiche”,ma sia un percorso sufficientemente lungo per aiutarli a riscoprire la fede,le ragioni della fede, che non sono scontate, in cui il primo annuncio occupiil primo posto, per pregare con e nella famiglia, per inserirli nella comunitàeucaristica, per aprirli ai bisogni della comunità. Non importa se per questoil Battesimo si rimanderà di qualche mese. Ed è molto importante se in questocammino al parroco si affiancherà una coppia di coniugi.A questo proposito sarà di grande aiuto il sussidio preparato dalla C.E.I.

3) Comunicare la fede ai giovani. L’impegno maggiore di quest’anno dovràporsi nella pastorale giovanile. Ogni Consiglio pastorale metta al centrodell’attenzione i giovani, avvertendo la grande responsabilità di “comunicarela fede” non solo ai fanciulli ma ancora di più ai giovani e si interroghisull’atteggiamento e sulle iniziative da adottare nei loro confronti coinvolgendoi giovani stessi e le famiglie.

Convegno Pastorale Diocesano10

Page 9: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

4) Tre appaiono i percorsi educativi fondamentali da compiere ponendosiaccanto ai giovani, così come è emerso dall’indagine, dalle riflessioni svoltenel convegno e dai tanti incontri con i giovani avuti anche durante la Visitapastorale: l’educazione al valore della vita, l’educazione all’amore, l’educazioneal volontariato.

a) Educare al valore della vita. Aiutare i giovani a porsi seriamente ladomanda del perchè o del senso della vita e quindi dello studio, del lavoro,del divertimento, domande che all’apparenza sembrano assenti nei giovani,ma che invece sono avvertite nel profondo ed emergono in tante occasioni.E’ la domamda di senso alla quale Gesù di Nazareth si propone comerisposta piena, affascinante, coinvolgente, liberante e gioiosa e chiedeun’adesione libera e personale. In questo contesto va data grande importanzaalla vita come vocazione con la proposta delle varie “vocazioni”, in modoparticolare della vocazione al Matrimonio e alla famiglia, al sacerdozioministeriale e alla vita consacrata. In quest’anno si darà più importanzae impegno alla pastorale vocazionale non solo con gli incontri in Seminarioper i ragazzi e ragazze ministranti e per il gruppo “Samuel”, ma ancheper i giovani. Ne ho visto la necessità e l’opportunità durante la Visitapastorale incontrando tanti giovani molto sensibili ad un approfondimentovocazionale. Quest’anno il Rettore del Seminario si impegnerà a venirein tutte le parrocchie per incontrare i ragazzi, in particolare quelli chesi preparano alla Cresima, e i giovani, prendendo accordi con i Parroci,e guiderà, insieme all’equipe educativa, gli incontri vocazionali sia deiragazzi sia dei giovani.

b) Educare all’amore. All’amore come “dono sincero di sè”, frutto deldominio di sè, orientando ad esso emozioni, affetti, istinti, riscoprendoil valore, la verità ed il senso della sessualità umana, educando alla castitànon come rifiuto o disistima della sessualità, ma come “custodia dell’amoreautentico” come l’ha definita Giovanni Paolo II nel Discorso all’Angelusdello scorso 6 luglio, festa di S. Maria Goretti, discorso che invito a leggere.Valorizzare quindi, prendere sul serio e nello stesso tempo relativizzaree mettere in discussione con loro, in funzione di una crescita e maturazioneaffettiva, le “prime esperienze” dei giovani in questo campo.Un iter di educazione all’amore messo in atto fin dalla adolescenza eportato avanti nelle fasi successive della maturazione umana è urgente

11Convegno Pastorale Diocesano

Page 10: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

e necessario. In questo il Consultorio familiare diocesano con la sua equipeè a disposizione per offrire un aiuto competente agli educatori e ai giovani.Anche qui è importante la scoperta o riscoperta, che i giovani possonofare, di Dio-Amore manifestato in Gesù che ha amato fino a donare lavita ed ha dato come suo comandamento fondamentale quello di amarecome Lui. Potranno vederLo e viverLo come Colui che non è estraneo

al bisogno e al desiderio di amare ed essere amati presente in modo

prepotente nei giovani, al bisogno di comunicare, di avere l’altro o l’altra

a cui stare di fronte (come dice la Genesi a proposito della creazione

dell’uomo e della donna) ma anzi come Colui che vuole valorizzarlo

liberandolo da ogni egoismo, da ogni inquinamento, per renderlo autentico

e fonte di vera gioia.

c) Educare al volontariato. E’ fondamentale in un iter serio ed efficace

di educazione all’amore. In questo vi è una grande carenza nella nostra

Diocesi perciò è necessario dare un forte impulso all’educazione dei

giovani al volontariato: negli Oratori, negli Ospedali (Tricase e Gagliano),

nelle famiglie ove vi sono anziani, ammalati o portatori di handicap, nei

centri di accoglienza e nella case famiglia (penso al Villagio Arcobaleno

di Tricase e alle divere case dell’Adelfia, al Centro di prima accoglienza

per tossicodipendenti di Ugento, ai diversi Centri di recupero per

tossicodipendenti presenti in Diocesi, ecc.). Nella visita agli ammalati

durante la Visita pastorale ho incontrato, tra gli altri, anche diversi bambini

e giovani portatori di handicap. Ho chiesto loro se i giovani della parrocchia

andavano a trovarli con una certa costanza: la risposta è stata negativa.

Non nascondo le difficoltà in questo come nei due ambiti precedenti.

Perciò si parla di “educazione” che non è mai facile e che richiede pazienza,

amore, costanza granitica, gradualità, speranza fondata sulla parola di

Gesù che più e prima di noi “vuole che tutti i giovani siano salvi”.

5) Gli Oratori. Un grande aiuto nel rilancio della pastorale giovanile possono

darlo certamente gli Oratori, “ponti tra la strada e la chiesa”. Purchè formulino

e adottino una chiara proposta educativa, con mete, attività, e presenze ben

definite. La Diocesi intende investire nella formazione degli animatori sia

Convegno Pastorale Diocesano12

Page 11: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

con corsi in loco sia con la partecipazione alla settimana nazionale degli

operatori degli Oratori, molto utile e interessante per un aggiornamento e

uno scambio di esperienze. E’ necessaria, nel campo della formazione, una

maggiore sensibilità da parte delle Parrocchie, se non si vogliono ridurre gli

Oratori a sole strutture sportive e ricreative.

6) I giovani facenti parte dell’Azione Cattolica, dell’AGESCI e degli Scoutcattolici d’Europa, del Movimeto Giovanile Missionario e delle altreassociazioni, gruppi e movimenti presenti in Diocesi, tutti preziosi donidello Spirito. Grande fiducia nutro nella formazione “missionaria” di questicarissimi giovani, perchè “uscendo” dai loro gruppi si facciano apostoli trai loro coetanei, senza “spirito di crociata”, ma anche senza paura e senzacomplessi di inferiorità sapendo di esere portatori di un messaggio di veralibertà e di vera gioia anche se certamente controcorrente.

7) Gli Insegnanti di Religione cattolica. Un grande apporto ad una pastoralegiovanile aperta e missionaria sono chiamati ad offrirlo gli Insegnanti diReligione cattolica nelle Scuole superiori. Desidero ricordare che la loropresenza è ed intende essere una presenza di Chiesa e un segno della suaattenzione al mondo giovanile nel rispetto certo della loro specifica funzioneculturale e delle finalità proprie della Scuola di Stato, ma senza dimenticareche sono inviati dalla Chiesa, per la quale la loro azione si pone nel quadrodella cosiddetta “pre-evangelizzazione”. Il nulla osta che viene rilasciatodall’Ordinario e che è il titolo valido per l’insegnamento della religione nonè qualcosa di puramente formale o secondario, ma è l’espressione dell’invioufficiale da parte della Chiesa per un ufficio da compiere in nome dellaChiesa. Favoriranno perciò un approccio serio e competente al Cristianesimoe alla sua proposta globale di vita, alle sue risposte alle sfide culturali dioggi, alle problematiche religiose e scientifiche del tempo di oggi, tenendovivo il rapporto con la Chiesa locale e con il territorio per aiutare i giovania leggere in modo critico la realtà dentro la quale vivono: si pensi all’artein tutte le sue articolazioni, alla devozione popolare, alle cosiddette “tradizioni”,alle mille impronte che la fede ha lasciato nei nostri paesi. Il loro compitoformativo, come il rapporto personale con i giovani, in quanto educatori etestimoni della fede, può giungere anche a proporre, per i giovani che lodesiderassero, esperienze più profonde e significative anche al di fuori della

13Convegno Pastorale Diocesano

Page 12: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

scuola. E ciò non solo è augurabile, ma è da favorire sia da parte degliinsegnanti laici che degli insegnanti Sacerdoti, in stretta collaborazione traloro e con l’Ufficio di pastorale scolastica che opererà in sintonia con l’Ufficiodi pastorale giovanile. La presenza dei Sacerdoti, almeno nelle Scuole superiori,sarà, per parte mia, sempre assicurata.

L’approvazione definitiva della legge sullo stato giuridico impegna ancora

di più tutti gli insegnanti di Religione cattolica ad un continuo aggiornamento

nei contenuti e nel metodo, ad una testimonianza di fede vissuta più limpida

e coraggiosa, ad un impegno culturale e formativo più incisivo.

8) Gli Uffici diocesani al lavoro. Affido all’Ufficio di pastorale giovanile,

comprendente anche il Delegato per gli Oratori e il Direttore dell’Ufficio

della pastorale del lavoro, all’Ufficio catechistico e all’Ufficio di pastorale

familiare in collaborazione tra loro, coordinati dal Vicario per la Pastorale,

di predisporre un programma per la formazione degli animatori dei giovani

da realizzare nelle forme e nei tempi più idonei, sentiti i Vicari foranei, e

di predisporre inoltre dei sussidi, con suggerimenti concreti, per aiutare gli

animatori a realizzare i tre percorsi educativi sopra ricordati (alla vita, all’amore,

al volontariato).

9) Un Sacerdote dedicato alla pastorale giovanile. Accogliendo volentieri la

proposta avanzata al Convegno dal gruppo dei Sacerdoti presenti, che avalla

un’idea da me coltivata soprattutto dopo la Visita pastorale, farò il possibile

perchè nei paesi con più parrocchie, o per un gruppo di paesi vicini, ci sia

un Sacerdote giovane, Vicario cooperatore in una parrocchia, ma con l’incarico

specifico di curare la pastorale giovanile di tutto il paese o del gruppo di

paesi, in sintonia con l’Ufficio diocesano di pastorale giovanile e in collaborazione

con i Parroci interessati, i quali offriranno tutto il loro appoggio. Essi troveranno

certamente un aiuto nella formazione comune degli animatori e nel coordinamento

delle iniziative ed attività.

10) Il tempo libero del sabato sera. Più di un gruppo di partecipanti al Convegno,

prendendo spunto dalla pista di riflessione sul progetto educativo della Diocesi

Convegno Pastorale Diocesano14

Page 13: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

di Lodi per il tempo libero di fine settimana denominato “M’interessi”,

incluso in cartella, ha proposto di prendere in seria considerazione il problema

del sabato sera-notte che costituisce un tempo significativo e incisivo nella

vita dei giovani di oggi, il cosiddetto “popolo della notte”, di cui come Chiesa,

attenta ai giovani, non ci si può disinteressare facendo finta che non esiste

o ponendosi in atteggiamento di sterile condanna o passivo e rassegnato. In

più di qualche Diocesi è stato fatto qualche tentativo anche ben riuscito. In

margine al Convegno ho avuto un approfondito scambio di idee sull’argomento

con don D. Sigalini insieme al Direttore dell’Ufficio di pastorale giovanile,

don Gerardo, qualche altro Sacerdote e alcuni laici, i quali tutti hanno manifestato

molto interesse. A mio avviso è una sfida che dobbiamo cogliere. Non certo

improvvisando, ma avviando un tentativo in Diocesi dopo un serio

approfondimento da compiere insieme ai Sacerdoti più interessati, agli animatori

(giovani adulti) degli Oratori e dei gruppi giovanili e rappresentanti dei genitori.

Nelle pagine seguenti sono pubblicate tutte le Relazioni del Convegno. Invito

caldamente tutti, Sacerdoti, Religiosi e Religiose, Operatori pastorali, Laici

appartenenti alle Associazioni, ai Movimenti e gruppi ecclesiali, a leggerle

attentamente, soprattutto quelle di don Sigalini, che condivido in pieno e costituiscono

l’orizzonte culturale ed ecclesiale in cui si collocano queste mie indicazioni

pastorali che affido al Signore e alla Vergine Maria pregando perché vengano

seriamente accolte e approfondite nei Consigli pastorali parrocchiali.

Affido al Signore e alla Vergine Maria soprattutto tutti i nostri giovani, futuro

della nostra Chiesa, da Loro e da noi amati, con le loro ansie, le loro esigenze,

le loro attese, i loro problemi, la loro vita, perchè siano al centro della nostra

attenzione e del nostro lavoro pastorale, in modo particolare in quest’anno che

deve segnare un rilancio nella pastorale giovanile in tutta la nostra Diocesi.

Con grande affetto ed un augurio di buon lavoro.

Il vostro Vescovo+ Vito De Grisantis

Ugento, 21 luglio 2003.

15Convegno Pastorale Diocesano

Page 14: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano16

16 giugno - Giovani: un universo da scoprire

Lettura della realtà e delle possibilità che i giovani offrono allacomunità cristiana e civile.

Siamo invitati tutti a leggere con fiducia i dati dell’inchiesta insistendosulle possibilità e le domande vere che i giovani sono, analizzandole disponibilità che già offrono e tutto l’impianto pastorale cheattualmente viene messo a loro disposizione (parrocchie, associazioni,progetto Policoro, esperienze di spiritualità, iniziazione cristiana…).Se ne può ricavare una maggior conoscenza dell’esistente e una setepiù motivata di quello che serve.

Piste per i lavori di gruppo

1. Quale rilevanza hanno, sia in termini di numero che di protagonismo,i giovani che frequentano l’Eucarestia domenicale e le attivitàparrocchiali?

2. Cosa cercano i giovani nelle nostre comunità parrocchiali?La parrocchia che cosa mette a disposizione apposta per i giovani?

PROGRAMMA

COMUNICARE IL VANGELO AI GIOVANI D’OGGI:DONO DI DIO PER LA CHIESA E PER IL MONDO

Convegno Pastorale Diocesano16 - 18 giugno 2003

Tre giorni di riflessione ecclesiale

Page 15: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

17Convegno Pastorale Diocesano

3. L’amministrazione comunale investe per il mondo giovanile? In checampo?Che cosa manca nella parrocchia e nella vita cittadina importante peri giovani?

Alla fine raccogliere le risposte senza dare soluzioni.

17 giugno - Gesù Cristo è la felicità che i giovani cercano

La Chiesa diocesana si spende perché i giovani si innamorino di GesùCristo e decidano di mettersi a disposizione della civiltà dell’amore.

Elementi fondamentali che la comunità cristiana non deve far mancareai giovani: fiducia, accoglienza senza condizioni, la centralità di Gesù,ideali alti, cammini di formazione, ponti tra la strada e la chiesa, adultisignificativi, attenzione ai momenti determinanti della loro vita…

Relazioni dei lavori di gruppo

Relazione di don D. Sigalini

Dibattito in aula:

1. L’iniziazione cristiana, il catechismo, la vita della comunità cristianaaiuta i giovani a giungere al centro della proposta cristiana o comunicasolo appartenenza sociologica?

2. La celebrazione eucaristica domenicale è un momento in cui si comunicala fede ai giovani? Che cosa dovrebbe maturare per essere decisiva?

3. Esistono spazi che intercettano il tempo libero dei giovani, dei pontitra strada e chiesa? Quali? Le parrocchie collaborano? Su che cosa?E’ sufficiente per i giovani d’oggi?

Page 16: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano18

18 giugno - Giovani in missione: la sfida del terzo millennio

I giovani soggetti della comunicazione della fede nella vita quotidianae nel mondo.

I giovani non sono solo e soprattutto destinatari della cura di una comunitàdiocesana, ma soggetti di annuncio del vangelo, giovani che voglionodiventare adulti della fede e che la offrono per le strade della vita quotidianae nei luoghi della costruzione della vita civile.

Relazione di don D. Sigalini

Lavoro di gruppo:

1. Che cosa fanno i giovani per la comunità cristiana e per l’annunciodel vangelo (che fanno in parrocchia, che proposte offrono a tutti igiovani a scuola, hanno presenza cristiana nel mondo del lavoro,formano circoli culturali cristianamente ispirati….)?

2. Come devono essere aiutati a crescere nella vita cristiana? (Esistonotirocini di maturazione delle varie vocazioni ecclesiali…Come è vistal’Azione Cattolica? Partecipano a esperienze forti di vita spirituale?)

3. Quali spazi sono più urgenti da raggiungere per annunciare il vangelotra i giovani?

Conclusioni dei gruppi presentate al Vescovo.

Page 17: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

19Convegno Pastorale Diocesano

Come sempre, ma ancor più negli ultimi decenni, il nostro mondo corre inmodo vertiginoso e incontrollabile. L’Italia in generale, e il Salento in particolare,vivono una crisi acuta nei processi di trasformazione. Il lavoro, la famiglia, lascuola, le istituzioni, la vita quotidiana si diversificano. La vita cambia, e cambiail modo di viverla. Anche i giovani cambiano: e non solo cambiano più di tutti, maci fanno cambiare tutti. Questo cambiamento, per tanti aspetti, è positivo e costruttivo.

Eppure, al di là del nostro, certamente accresciuto e seppur relativo, benesseremateriale, avvertiamo tutti un diffuso malessere, una specie di vuoto inquietantedel cuore, e - nei giovani soprattutto, ma non solo in loro - un senso di incertezzae di smarrimento. La libertà di ciascuno è diventata ingovernabile, senza bussolané punti fissi. Il desiderio è diventato selvaggio: vuole tutto, subito. Il corpo vuolesalute, benessere, bellezza, ricchezza, piacere; la mente vuole prestigio, successo,potere. Sono cose che tutti cercano, ma troppo pochi raggiungono: la vita diventapiù dura, aspra e impietosa. E i giovani tentano di sfuggire in mille modi a questaasprezza della vita: chi nel divertimento, chi nel privato, chi nell’apatia e neldisimpegno, chi nell’alcool e nelle droghe. Al di là dei tanti concerti, pubs ediscoteche, la nostra società pubblica riviste, celebra convegni, apre studi medicie cliniche per curare i malesseri dell’anima. Senza parlare delle provviste di medicine,presenti in ogni farmacia domestica: con calmanti di ogni tipo, sonniferi, e poivitamine, energizzanti, stimolanti.

In tanto male di vivere, c’è chi si rivolge ancor più alla religione; alle religioni.Molti avvertono confusamente che bisogna cercare le risposte più in alto, o piùin profondità, ben oltre i trucchi e gli sforzi umani. Ma anche il desiderio religiosoappare impulsivo o disperato, disordinato e selvaggio. Se ne va in tutte le direzioni.E Dio non lo si conquista; non sta nelle forze misteriose dell’io; non è la protesiper le nostre zoppie.

La Chiesa stessa, Madre e Maestra, avverte la grandezza e le difficoltàdel tempo presente; percepisce i grandi valori e i rischi terribili, presenti nelmondo giovanile; considera, ancor più, il peso delle sue accresciute-urgentiresponsabilità missionarie.

Convegno Pastorale DiocesanoAcquarica, 16 giugno 2003 - Prof. L. Ruggeri

GIOVANI: UN UNIVERSO DA SCOPRIRE

Page 18: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano20

È su questo sfondo che il nostro Vescovo, con forza e lucidità pastorale, hadeciso un’indagine, per conoscere e scandagliare l’universo dei giovani: perscoprire in quale presente vivono e verso quale futuro si orientano; e in particolare,per conoscere quale fede vivono e quali convinzioni morali esprimono nei lorocomportamenti. Perché, se la crisi e i cambiamenti della società ci inquietano; sele vere risposte scarseggiano, e le bussole impazziscono, per noi cristiani -ancora e sempre – c’è Gesù Cristo, il Figlio di Dio morto e risorto “affinchègli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Perché, ancora e sempre,”non c’è sotto il cielo altro Nome in cui possiamo essere salvati”. Perché agliApostoli e alla Chiesa, come ieri e come sempre, i giovani chiedono: “Vogliamovedere Gesù”. E, se Lo incontrano, come noi e meglio di noi, i giovani sono capacidi esserne sedotti, diventandone discepoli, apostoli e testimoni, “fino a che EgliVenga”: diventano cioè, essi stessi, per i coetanei e per tutti, la nuova “Chiesa”,confessante e professante il Signore.

Eppure, per la società e per la Chiesa, i nostri giovani sono un universocomplesso: da scoprire, con interesse, emozione e meraviglia; da ascoltare, conattenzione, intelligenza e simpatia; da incontrare, con speranza e amore; daaccompagnare: verso Cristo,Via Verità e Vita, e verso gli uomini del nostrotempo, bisognosi di salvezza e di bene.

Qui vedremo, brevemente, quattro punti:

A. Chi sono i giovani di cui parliamo

B. Come si pongono di fronte ai problemi religiosi:

1. la fede in Dio2. la fede in Gesù Cristo3. la fede nella Chiesa4. conclusioni sulla fede

C. Come si pongono di fronte ai problemi morali

1. il Decalogo2. gli insegnamenti di Gesù Cristo3. la vita sacramentale4. il peccato5. la vita sociale e politica6. conclusioni sulla morale

D. Considerazioni e prospettive pastorali

Page 19: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

21Convegno Pastorale Diocesano

A. Chi sono i giovani di cui parliamo

Il nostro campione risulta composto da 2.977 studenti: ossia dal 43,74%di ragazzi (1.302) e dal 55,63% di ragazze (1.656); 23 non indicano sesso onon rispondono. La loro età è compresa tra i 14 e i 18 anni. Si tratta, quindi,di persone che vivono nella piena adolescenza e nella prima giovinezza.

Tenendo conto che

* il passaggio all’età adulta avviene quando si varcano cinque soglie:a) si sono terminati gli studib) si è entrati stabilmente nel mondo del lavoroc) si vive per conto propriod) ci si può sposaree) si è potuti diventare genitore

* i nostri giovani, poichèa) finiscono più tardi di un tempo gli studib) entrano più tardi di un tempo nel mondo del lavoroc) lasciano più tardi la casa dei genitorid) si sposano in età più avanzatae) hanno figli più tardi che in passato

si deve affermare che attualmente, il periodo in cui si è considerati “giovani”si è allungato, e che la fascia dei giovani è molto estesa, in quanto fannol’esperienza della “giovinezza e della famiglia lunga”. La nostra inchiesta siferma ai diciottenni, ossia alla prima soglia del passaggio.

Dei nostri studenti

il 24% frequenta l’Istituto Magistrale-Liceo Linguistico

il 22,5% » il Liceo Classico-Scientifico

il 25% » il Tecnico Commerciale-Industriale

il 22% » gli Istituti Professionali

Il 78% dei nostri giovani vive in famiglie con due (38%) o tre (40%) figli;il 18% in famiglie numerose, con quattro figli e oltre.

Per il 43% delle famiglie, il loro reddito è costituito dallo stipendio-salario del padre; che risulta artigiano (11,5%), bracciante (4%), commerciante (3,5%),pensionato(3,5%), esercita una libera professione (12,5%) o è imprenditore (4%).

Page 20: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano22

Nel nucleo familiare, le madri non casalinghe sono il 32%; le madri casalinghesono il 68%, di cui il 28% lavorano anche fuori.

Nel tempo libero, i giovani* per il 91,5% frequentano un gruppo di amici

* per il 51,5% » » sportivo

* per il 18% » » parrocchiale

* per il 14% » » musicale

* per l’ 8,5% » » di volontariato

Tra le attività preferite dai giovani durante il tempo libero spiccano1. l’ascoltare musica 91,5 %2. stare col ragazzo/a 82 %3. guardare la TV 77 %4. giocare al computer 57,5 %5. navigare in Internet 56,5 %6. stare a fantasticare 53 %7. leggere un libro 31,5 %

Riguardo all’uso dell’alcool e delle droghe da parte dei giovani, abbiamoi seguenti indicatori:

hanno usato droga, almeno una volta, 856 giovani, ossia il 30% = 348 femmine (21%)508 maschi (39%)

di questi 856 giovani, hanno usato droghesolo leggere, 112 giovani 14% = 66 femmine (19 %)

46 maschi (9 %)

leggere + alcool, 500 giovani 58% = 195 femmine (56 %)305 maschi (60 %)

leggere + alcool + pesanti, 82 giovani 9% = 21 femmine (9 %)61 maschi (6 %)

leggere + pesanti, 4 giovani 1% = 4 femmine (1 %)

solo alcool, 144 giovani 17% = 63 femmine (18 %)81 maschi (16 %)

Dopo aver delineato una specie di “foto istantanea” dei nostri giovani, analizziamocome questi giovani si pongono di fronte ai problemi religiosi.

Page 21: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

23Convegno Pastorale Diocesano

B. I giovani e i problemi religiosi

1. La fede in Dio

2315 giovani (78%) affermano di credere in Dio600 » (21%) dubitano della sua esistenza e non sanno che è Padre650 » (22,5%) non sanno che Dio è onnipotente671 » (26,5%) non sanno che Dio è creatore del mondo

Dei 2315 giovani, che affermano di credere in Dio

939 giovani (31,5%) non sanno che Dio è Spirito600 » (21%) non sanno che Dio è Trinità526 » (20%) non sanno che Dio parla all’uomo nella coscienza576 » (16%) non sanno che Dio ama ogni uomo e lo vuole salvare362 » (12,5%) non sanno che Dio parla attraverso la Bibbia

2. La fede in Gesù Cristo

2307 giovani (77,5%) affermano che i Vangeli raccontano fatti realmente accaduti2218 » (74,5%) » che Gesù, morto in croce, è davvero risorto2188 » (73,5%) » che Gesù è il Figlio di Dio vissuto tra noi1801 » (60,5% che Gesù è nato da Maria Vergine2024 » (68%) » che nell’Eucarestia riceviamo il Corpo di Cristo1474 » (49,5%) » che come Cristo, anche noi risorgeremo1815 » (61%) » chiunque segue Cristo uomo perfetto, diventa

anche lui più uomo

3. La fede nella Chiesa

2575 giovani (86.5%) affermano che Cristo ha fondato la Chiesa per santificare gli uomini1950 » (65,5%) » il Papa è voluto da Cristo per guidare gli uomini2545 » (85,5%) » come Cristo è bene che i preti non si sposino1920 » (64,5%) » la Chiesa può raccogliere denari per darli ai poveri1771 » (59,5%) » i vescovi e i preti devono essere e vivere poveri

Page 22: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano24

2888 giovani (97%) affermano che i cattolici devono contribuire al sostentamento del clero

2947 » (99%) » di aver ricevuto il Battesimo e l’Eucarestia

2798 » (94%) » di essere stati educati alla fede in famiglia

2903 » (97,5%) » di aver seguito la catechesi parrocchiale e l’IRCnella scuola

2798 » (94%) » di aver ricevuto la Confermazione

1058 » (35,5%) » di partecipare alla Messa ogni domenicao quasi

893 » (30%) » ogni tanto

447 » (15%) » solo a Pasqua e a Natale

581 » (19,5%) » quasi mai o mai

4. Conclusioni sulla fede in Dio, in Cristo e nella Chiesa

a. la fede in Dio

* la fede in Dio rivelata da Gesù Cristo esiste nella grandissima maggioranza(78%) dei nostri giovani, che la ritengono un aiuto per affrontare le difficoltàdella vita. Per essi Dio è spirito, è Padre, Onnipotente e Creatore dell’universodel nostro mondo e dell’uomo;

* nel 1990, un’inchiesta europea (EVSSG) indicava che il 79,9% dei giovaniitaliani credeva in Dio. Dieci anni dopo, manteniamo quasi lo stesso indicedi credenza, ma sappiamo che la secolarizzazione avanza rapidamente ancheda noi;

* circa il 20% dei nostri giovani credenti ignora alcune caratteristichefondamentali della fede cristiana nel Dio-Trinità; sia la prima educazionein famiglia, sia la catechesi parrocchiale per l’iniziazione cristiana, sia l’IRCnella scuola elementare, media e superiore, non sono riuscite a far percepirequesta verità, né a colmare questa carenza.

Page 23: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

25Convegno Pastorale Diocesano

b. la fede in Gesù Cristo

* seppure un po’ meno che per la fede in Dio, anche qui possiamo affermare

che nella notevole maggioranza i nostri giovani credono nella divinità

di Gesù Cristo, Figlio di Dio, morto e risorto: si tratta di un fatto assai

rilevante, poiché proprio questa fede è il cuore del cristianesimo;

* molto alta risulta l’adesione al Vangelo come fonte storica della vita di

Gesù; quasi universale appare l’ammirazione per l’altissima dottrina del

Signore sul perdono dei nemici; ma l’esempio e la sequela di Cristo, uomo

perfetto, non strappano l’adesione, né il desiderio d’imitazione;

* per altre importanti verità cristiane (verginità di Maria, Eucarestia) il livello

di credenza è assai più basso di quello della fede in Gesù; altrove, in Italia

e in Europa, la crisi religiosa sembra più profonda: ma anche qui da noi col

succedersi delle generazioni, sembra progressivo il declinare della fede;

* sembra si debba riflettere molto, in particolare, sul fatto/paradosso per cui,

mentre il 73% dei giovani crede nel paradiso e nell’inferno (e dunque

nella vita eterna), oltre la metà di essi (50,5%) non crede nella risurrezione

dai morti, o è profondamente incerta in proposito!

c. la fede nella Chiesa

* i giovani considerano positivamente la Chiesa e i suoi Pastori: ne accettano

la presenza e l’azione religiosa; sono dispostissimi a sostentarli, ma vogliono

che vivano poveri e per i poveri, e che non si sposino, per essere disponibili

a tutti;

* nella quasi totalità, i giovani sono stati educati alla fede in famiglia e

in parrocchia e vi hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana;

Page 24: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

* solo 140 giovani (4,5%) non si sono avvalsi dell’IRC nella scuola superiore;

la maggior parte di coloro che lo hanno scelto, lo hanno giudicato ottimo,

buono e sufficiente;

* il 65% dei nostri giovani, battezzati e cresimati a 13 anni, partecipa allaMessa ogni domenica o quasi, e ogni tanto; il 15% di essi, solo a Pasqua

e a Natale; uno su cinque di essi (circa il 20%), quasi mai o mai.

Vediamo ora come si pongono i nostri giovani di fronte ai problemi morali.

C. I giovani e i problemi morali

1. Il Decalogo

2888 di essi (97%) ritiene che bisogna obbedire ai genitori e aiutarli nel bisogno

2813 » (94,5%) » non si deve recare scandalo ai bambini

2709 » (91%) » bisogna rispettare e proteggere le piante e gli animali

2680 » (90%) » » » gli embrioni

2516 » (84,5%) » » non uccidere e non uccidersi, non abortire

1935 » (65%) » » dire la verità: no a menzogna e maldicenza.

2. Gli insegnamenti di Gesù Cristo

2813 di essi (94,5%) concorda di dover “amare i nemici e pregare per i persecutori”

2158 » (72,5%) » che ogni cittadino debba pagare le tasse

1593 » (53,5%) » che non si possa guadagnare denaro con qualsiasi mezzo

1488 » (50%) » che bisogna praticare il Vangelo nelle azioni quotidiane

1206 » (40,5%) » che bisogna lasciare il mondo meglio di come trovato.

Convegno Pastorale Diocesano26

Page 25: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

27Convegno Pastorale Diocesano

3. La vita sacramentale

2098 di essi (70,5%) concorda che nell’Eucarestia si riceve il Corpo stesso di Cristo491 » (16,5%) » che a chi si pente Dio perdona i peccati con la confessione1027 » (34,5%) » che il vero matrimonio cristiano è indissolubile2664 » (89,5%) » che se due coniugi non si amano, è bene che si separino.

4. Il peccato

2098 giovani (70,5%) affermano che i peccati sono il vero male del mondo

1503 » (50,5%) » che il peccato è cosa scorretta, cattiva e controle regole

759 » (25,5%) » che peccato è agire contro la Parola di Dioe di Gesù, male fatto a Dio, a sé e agli altri

149 » (5%) » offendere Dio, disonorarlo, allontanarsi da Lui

149 » (5%) » cosa grave, ma perdonabile con/o senza laconfessione

179 » (6%) » niente; niente di male; rompere i tabù dellaChiesa.

5. Vita sociale e politica

2636 giovani (88,5%) condividono che nessuno possa imporre ciò che va controla dignità della persona umana;

2843 » (95,5%) » con il voto ogni cittadino deve costruire unasocietà più giusta;

2039 » (68,5%) » che i cittadini devono rispettare-onorare leautorità civili

2545 » (85%) » guerra e terrorismo siano sempre da condannare

1639 » (46%) » razzismo, schiavitù e sottosviluppo dei paesipoveri sono inaccettabili;

447 » (15%) » un giovane responsabile non deve interessarsidi politica.

Page 26: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

6. Conclusioni sulla morale

a. sul Decalogo

* i giovani sono convinti della bontà dei rapporti con i genitori;dell’esempiocorretto da offrire ai bambini; del rispetto della natura, dellepiante, degli animali, degli embrioni e della vita umana, in sé stessi e neglialtri. Si fa semprepiù strada, invece, la convinzione che dire la verità nonsia un bene, ma siamolto meglio tacerla e farsi i fatti propri. Altrettanto sidiffonde la convinzione che i rapporti prematrimoniali siano buoni.

b. sugli insegnamenti di Gesù Cristo

* l’altissima dottrina del Signore sul perdono dei nemici appare quasiplebiscitaria: come sempre, i giovani sono affascinati dai sublimi idealiproposti da Gesù;

* anche l’alto consenso dei giovani a “pagare il tributo a Cesare”, ossiale tasse allo Stato, è indice di adesione alla giustizia e ai doveri imposti dalBene Comune: forse perché a pagare le tasse non sono ancora loro, ma gliadulti;

* il 53,5% dei nostri giovani è convinto che, quando si tratta di guadagnaredenaro, non bisogna farsi molti scrupoli: qualsiasi mezzo è buono;

* altra convinzione dei nostri giovani (50%) è che il Vangelo sia destinato apreti e monache, o ad essere ascoltato solo in Chiesa, ma esso non riguardatutti, e non riguarda la vita di tutti, né tutta la vita: il 36,5% di essi pensache i cristiani normali non debbano vivere il Vangelo nelle azioni quotidiane;

* per molti nostri giovani - 45,5% -, non è un dovere lasciare questo mondomigliore di come lo si è trovato! E qui affiorano superficialità, irriflessionee menefreghismo, ma anche tanto pessimismo, calo di speranza e fugadal futuro!

Convegno Pastorale Diocesano28

Page 27: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

29Convegno Pastorale Diocesano

c. conclusioni sulla vita sacramentale

* certamente a livello di fede, ma anche di pratica domenicale, c’è nella grandemaggioranza dei nostri giovani, una convinzione personale consolante versol’Eucarestia e la comunione eucaristica, in cui si riceve il Corpo di Cristo;

* c’è, invece, la conferma del gravissimo distacco dalla confessione sacramentale:solo un giovane su sei si dice convinto del perdono dei peccati attraversoquesto sacramento; 2486 giovani (83,5%) sono convinti del contrario;

* altrettanto negativa risulta la visione cristiana del matrimonio: solo 1030giovani sono convinti che esso sia indissolubile; 1280 non lo sanno (nonostanteanni di catechismo e d’IRC); 2664 giovani sono d’accordo sul fatto che,qualora non ci sia amore tra i coniugi è bene che essi si separino.

d. conclusioni sul peccato

* in teoria, per due su tre dei nostri giovani, il peccato è il vero male delmondo: non è chiaro se si tratta solo di una memoria catechistica infantile,di una convinzione vitale e reale, o di un’abitudine verbale;

* nei più, e al meglio, di fronte al male, c’è un senso di colpa, non unachiara coscienza del peccato: soltanto uno su quattro riferisce il peccato aDio e alla sua Legge, alla parola di Cristo, al male fatto a sé e agli altri;

* del peccato, nei casi migliori, domina la percezione soggettiva, ossia individualee personale; manca la percezione della sua gravità sociale, collettiva edecclesiale.

e. conclusioni sulla vita sociale e politica

* i giovani sono sensibilissimi sull’intoccabile libertà e dignità della coscienzapersonale; sulla partecipazione al voto; sul rispetto delle autorità civili; suldovere di pagare le tasse; sull’opporsi alla guerra e al terrorismo;

Page 28: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

* purtroppo, circa il 40% dei nostri giovani dichiara di essere in qualche modod’accordo col razzismo, l’antisemitismo, la schiavità e il sottosvilupo deipaesi poveri;

* nei nostri giovani c’è, soprattutto, una pessima considerazione - fatta disfiducia e di delusione - verso la politica: ben lungi dall’apparire lorouna delle forme più alte della carità sociale, appena 447 di essi ne intuisconola validità e il dovere dell’impegno per costruire una società migliore;gli altri scappano via...

D. Considerazioni e prospettive pastorali

Giovanna d’Arco affermava che “la Chiesa è Gesù Cristo stesso, continuatonel tempo e diffuso nello spazio”: in questo nostro tempo e in questo nostrolembo di terra, come deve esistere la Chiesa, per trasmettere alle attuali giovanigenerazioni, affinchè lo portino come fiaccola nel futuro, il Vangelo di GesùCristo?

Nati e cresciuti in questo nostro mondo, i giovani - come noi, e con noi- respirano e vivono il primato dell’individuo, l’autonomia della coscienza, ildominio della ragione, la libertà assoluta, il progresso accelerato delle scienzee delle tecnologie, un più alto livello di benessere materiale. I giovani vivonola democrazia sociale e politica, la separazione tra Stato e Chiesa, la privatizzazionedella religione, l’uguaglianza almeno teorica dei diritti, il peso della legge. Igiovani vivono la mobilità e il cambiamento continui; il superamento dellementalità e dei modi di vita ereditati dal passato; la cultura, la moda, la musicadi massa (mediante la diffusione capillare e gigantesca degli strumenti dellacomunicazione sociale: stampa di tutti i tipi, radio di tutte le frequenze, tv ditutti i canali, cinema di tutte le nazioni, attraverso elettronica, cellulari e Internet).I giovani vivono le rivoluzioni femminile, sessuale e omosessuale; la dissoluzionedella stessa famiglia nucleare; la riduzione della fecondità; il passaggio dallaciviltà rurale e contadina alla società industriale, dei servizi e del terziario avanzato,con la foresta vergine delle mille professioni e degli infiniti mestieri. I giovani,

Convegno Pastorale Diocesano30

Page 29: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

31Convegno Pastorale Diocesano

come noi e con noi, vivono i cicli dei processi economici, delle democrazie edelle rappresentanze politiche; le crisi dei processi industriali, delle forme aggregatricie associative, delle grandi agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, formazioneprofessionale, leva militare, istituzioni civili e religiose).

Diciamocelo chiaramente: il mondo in cui viviamo pone noi cristiani in unasituazione difficile: in una società pagana e paganeggiante, alquanto simile aquella dell’antico impero romano, stiamo diventando minoritari. Ma, soprattutto,la fede e la morale cristiane devono affrontare (con la forza dello Spirito, manella debolezza degli uomini!) le sfide e i rischi di questa società, mondiale,globale e globalizzata.

Oggi – per noi adulti, e per i giovani - la fede cristiana è diventata più difficile:

* la gente, tendenzialmente sospettosa, incerta e scettica, dinanzi alle possibilitàdella verità, rifiuta tutto ciò che viene imposto dall’alto e dall’autorità.Perciò è portata a sospettare della fede (certezza assoluta e “rivelata”) e dellesue pretese, che da tanti sono ritenute un po’ insensate ed eccessive;

* oggi la gente respira le proprie opinioni e le proprie assolute pretese di libertàindividuale. E così contrasta con le affermazioni della fede, imposte per vereda Dio che si rivela, ma che tanti ritengono poco ragionevoli, ingiudicabilie non modificabili;

* tra mille cose disponibili, oggi la gente sceglie ciò che ritiene utile al propriobenessere fisico, psicologico e spirituale – ed è meno disposta ad accogliereuna fede che ingloba tutto ed ha conseguenze su tutti gli aspetti della vita;la gente è portata a respingere ciò che non collima con i propri convincimentie ad accogliere ciò che risponde ai propri gusti personali, costruendosi cosìuna propria fede “su misura”;

* la gente oggi, se accetta le aggregazioni, le vuole spontanee, libere, nondipendenti da altri. Perciò è portata a staccarsi lentamente dalla fede, cheè certamente personale, ma non è solitaria. La fede si vive nella Chiesa,ossia in comunione con gli altri. La gente di oggi si percepisce sempre menocome parte di una comunità, avverte crescente distacco ed estraneità, vive

Page 30: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

un’ appartenenza debole e non definitiva. Oggi, per noi adulti e per i giovani,anche la morale cristiana è diventata più difficile:

* oggi per la gente, il bene e il male non sembrano più dipendere da principichiari, validi per tutti e per sempre. Il bene e il male sembrano ormai legatialle situazioni e al mutare delle esperienze soggettive. E ciò contrasta coni comandamenti di Dio, con gli insegnamenti di Cristo, con i precetti, lenorme e gli insegnamenti della Chiesa, che si pretendono universali e assoluti;

* oggi, nell’offuscamento progressivo dei valori e del senso morale, anche glistessi cristiani delle associazioni e dei movimenti cattolici (specie se adolescentie giovani, ma non solo) ridimensionano qualsiasi norma, anche se dettatadall’autorità suprema, la cui non-osservanza, ancora in tempi non lontani,veniva avvertita come peccato.

Ecco alcune luci ed alcune ombre del nostro tempo! Eppure questo nostrotempo non genera solo paure difficoltà e rischi! Esso offre a tutti i credentinuove possibilità. Bisogna separare il buon grano dalla zizzania:

* se è vero che sono crollati i miti della felicità e del benessere universaliprocurabili dal Progresso, dallo Sviluppo Mondiale delle scienze e delletecnologie, e ci rimangono gran senso di vuoto e di smarrimento, e l’immensaingiusta povertà di miliardi di persone nel mondo, oggi lo spirito umanoappare finalmente sgombro dai sospetti e dalle preclusioni di fondo controil Cristianesimo, diffusi dalle passate ideologie, e che lo facevano apparirecome un residuo ormai superato, come una religione mitica, irrazionale enemica dell’uomo;

* proprio oggi - dopo la caduta dei miti mortali -, nello smarrimento e nelgenerale naufragio delle utopie, la fede cristiana appare più che mai comepunto di riferimento stabile e sicuro, non illusorio e irragionevole, maautenticamente umano e liberante, davvero aperto su un futuro di speranzaper l’uomo e per il mondo.

Proprio oggi, anzi oggi più che mai, insieme al santo papa Giovanni XXIII,a noi pare di dover dissentire da tanti profeti di sventure, che anticipano terribilie distruttive visioni del mondo! Oggi nel mondo, la fede cristiana e la Chiesa

Convegno Pastorale Diocesano32

Page 31: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

33Convegno Pastorale Diocesano

degli Apostoli e dei Martiri, si sono poste e rimangono le promotrici più convintee tenaci dei valori, che sono alla base di ogni vero umanesimo: esse difendonola dignità della persona e dei suoi diritti inviolabili, il valore sacro della vita,il valore incommensurabile della libertà, della famiglia, del matrimonio, dell’esercizioresponsabile della sessualità, i diritti dei più poveri contro le ingiustizie e leonnipresenti sopraffazioni dei potenti, la promozione della solidarietà e delvolontariato, il no alle guerre e ai conflitti, il sì alla concordia e alla pace universali,nella verità, nella giustizia e nell’ordine internazionale.

Agli Apostoli e alla Chiesa, come ieri e come sempre, i nostri giovani chiedono:“Vogliamo vedere Gesù!”. E ai nostri giovani, oggi ancora, - oggi come ierie come sempre - gli Apostoli e la Chiesa di questa diocesi di Ugento, possonoe debbono rispondere solo in un modo: “Venite e vedrete!”. Solo nell’azioneeducativa primaria delle famiglie; nella presenza viva e vivente della parrocchia,con la sua catechesi specifica, celebrata nella liturgia e testimoniata nella carità;ma, soprattutto in uno spazio specifico dove la fede si vive insieme - nel corsoestivo di formazione giovanile, nei gruppi ecclesiali di catecumenato, nelle attivitàdi volontariato, negli oratori aperti gioiosi e polimorfi - insomma, qui ed ora,solo nelle specifiche comunità ecclesiali giovanili parrocchiali i nostri giovaniposssono incontrare Gesù Cristo, e fare le esperienze di fede nelle vicendedell’esistenza quotidiana, condividendola tra “uguali”, con l’accompagnamento-guida fraterno e premuroso di adulti, anch’essi maturi testimoni della fede.

Insomma oggi, anzi oggi più che mai, proprio quando ci si interroga sulsenso della nostra vita e della nostra storia sulla terra; proprio quando, ancheda parte dei giovani, si guarda al futuro con paura ed angoscia, la Chiesa e lafede dei cristiani, a tutti, e soprattutto ai più giovani, ripropongono ancora esempre Gesù Cristo Morto e Risorto, l’Unico salvatore del mondo e dell’uomo,l’Unico che sappia offrire un senso nobile e grande alla vita e alla storia, e alnostro presente per il nostro futuro! Mai come oggi la fede cristiana è apparsacosì carica di certezze e di promesse, mai così umanamente valida e profonda,mai così debole eppure così forte, perché suscitatrice di energie e di sinergie,adatte a costruire una società universale, più umana, giusta e fraterna! Una fedee una Chiesa, con i giovani e grazie ai giovani, mai così portatrici di speranza,in questo nostro inquieto, oscuro, difficile - eppure entusiasmante e straordinario- Terzo Millennio di Gesù Cristo.

Page 32: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano34

1. Laici: ragazzi e giovani che credono in modo nuovo, da testimoni.Sono giovani che non vanno collocati dentro una logica strumentale ai bisognidi una parrocchia, ma che sono provocati a verificare di continuo la qualità dellapropria esperienza di fede e non l’efficienza nell’assolvimento di eventualifunzioni. Sono chiamati a farsi carico della non - fede di tanti loro amici: dell’esplicitorifiuto della fede, ma anche della fatica di credere, delle domande che moltirivolgono alla fede e alla vita. Sono giovani che si prendono carico della propriastessa fatica di credere e della rigenerazione della propria fede: ogni giovaneper primo infatti ha bisogno di una cura nuova per la propria fede, di mettersidavanti al mistero del Signore e al Vangelo in modo nuovo, ritrovando il saporedella fede e delle parole con cui la si può esprimere.In questa prospettiva allora la missione non è qualcosa di più o di diverso dafare; non sono in primo luogo nuove iniziative o nuove strategie, ma un modonuovo di credere:una fede che si comunica è qualitativamente diversa da quella destinata a rimanerenel chiuso della mia vita.Una fede che si comunica non sopporta compiacimenti narcisistici, ma ha alproprio interno, come tratto costitutivo, l’attenzione all’altro.Una fede che si comunica deve vigilare sul proprio carattere gratuito: “avetericevuto gratuitamente, date gratuitamente…” Dobbiamo condividere per gratuità,vigilando sul rischio che la missione si trasformi in quell’esperienza mondanadi portare gli altri dalla propria parte, di convincerli per rendere più forte ilproprio punto di vista…Una fede che si comunica si pensa sempre in relazione: all’altro, oltre che aDio. Dunque una fede che fa i conti con le domande; con i bisogni, con i dubbi…dei nostri fratelli. Per farsi comunicabile, conosce la fatica della ricerca di pensieri,

Giovani in missione: la sfida del terzo millennio.I giovani soggetti della comunicazione della fede nella vita quotidiana e nel mondo

Che figure di giovani laici vogliamo formare per una parrocchia missionaria?

Convegno Pastorale Diocesano17 giugno 2003 - Don Domenico Sigalini

Page 33: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

35Convegno Pastorale Diocesano

di categorie culturali, di parole… adatti a creare la relazione; per rendersicomunicabile, si mette in relazione con le domande; e nel rispondere alle domande,si ridefinisce. Credo che si possa dire anche per la fede: essa cresce con chila interroga; cresce con chi la condivide; si fa più ricca con chi la pensa; si favia via più capace di dire il cuore di Dio a un’umanità che si lascia illuminaredal Vangelo. Non annunciamo la fede che abbiamo, ma abbiamo la fede cheannunciamo.

2. Giovani laicamente maturi nella loro vocazione e nella consapevolezza diessa; laici capaci di spendere la maturità della loro fede nei loro normali ambientidi vita e dunque voce della loro comunità dove la comunità con le sue strutturenon può giungere. Certo se la parrocchia, nella persona del parroco, si sentemissionaria solo delle attività che riesce a tenere sotto il suo stretto controllo,allora questa missionarietà dei giovani laici la farà sentire impotente e inefficace.Ma se una comunità ha imparato a credere che ciò che si realizza non è soloquello che passa attraverso la strutturazione delle proprie attività, ma attraversola maturità della fede dei propri figli, attraverso la loro capacità di condividereil cammino di vita e le inquietudini delle persone di oggi, attraverso la capacitàdi parole semplici e quotidiane pronunciate davanti alle situazioni e agli interrogatividella vita… allora questa comunità ha enormemente ampliato le sue possibilitàmissionarie, le ha moltiplicate, ha posto accanto alle persone che fanno partedella comunità senza saperlo o senza volerlo la forza di fratelli che sanno camminarea fianco. Questa è la forza di una comunità missionaria, di una comunità di oggi.Una parrocchia che affida il suo essere missionaria alla maturità di fede dei suoigiovani laici è una comunità che allarga indefinitamente le proprie potenzialitàmissionarie: è una comunità che può raggiungere le famiglie; gli ambienti dilavoro; gli spazi della cultura, della vita amministrativa, della scuola, del tempolibero, della stessa trasgressione e sballo. Che cosa dà consistenza ad una comunitàcosì? Il credere che il suo tesoro è la fede dei suoi figli più giovani molto piùe prima delle proprie iniziative; il costruire dei momenti di unità in cui siapossibile raccontare la bellezza e la fatica di questa testimonianza solitaria edispersa nel mondo (anche i discepoli, dopo essere stati inviati, tornano e raccontanoa Gesù che cosa hanno fatto, che cosa è accaduto, com’è andata la missione…);il ritrovarsi attorno all’Eucaristia domenicale come attorno al cuore del proprioessere Chiesa. E questo ovviamente chiede di verificare la qualità delle celebrazionidella domenica.

Page 34: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Giovani così non hanno bisogno solo di scuole, ma di una esperienza continuativadi riflessione e di partecipazione, hanno da sperimentare la disciplina di unconfronto comunitario, devono essere attivati a guardare alla realtà dall’angolaturadi ideali ispiratori, dalla esperienza di comunione semplice tra amici, in unaassociazione o in un movimento.

3. Giovani laici che vivono la fede in un territorio.L’esperienza associativa è assolutamente necessaria per creare responsabilità inproprio e per decentrare, destrutturare la parrocchia verso la vita della gente nelterritorio, oggi, soprattutto che il territorio è diventato ancora più determinanteper la vita anche di una piccola comunità. Per territorio non si intende solol’insieme degli spazi geografici, ma il ricco mondo di relazioni che vi si sviluppa.Il termine territorio è troppo povero per esprimere il nuovo mondo di relazioni,le reti di interazione tra le persone e le istituzioni, i nuovi comportamenti dellagente, dei ragazzi, dei giovani, degli adulti, gli spostamenti di persone e cose,i tessuti comunicativi, le sfide economiche che caratterizzano uno spazio geografico,umano e spirituale. Non si tratta solo di spazi geografici, ma di modi di vita,di mentalità. Le nostre parrocchie così come sono distribuite e organizzate inquesto territorio non sono più in grado di rispondere al bisogno di Vangelo chec’è tra la gente e non riescono più ad essere quel segno levato tra le genti.L’impianto con cui la Chiesa fino ad oggi si è fatta casa di comunione, laboratoriodella Fede, scuola di Santità, quale è la parrocchia, non regge a tale trasformazione,a meno che non nasca e venga preparato un laico diverso e un modo di viverela comunione diverso. Le domande degli uomini sono tante e molto articolate,così che non è possibile rispondere a tutte e bene se non in una nuova comunionecomunitaria. Non abbiamo bisogno di altro dalla parrocchia, ma una vita parrocchialerinnovata, che non distrugge le piccole appartenenze, le comunità più piccoledi cui è formata, ma le mette in una comunione evangelizzatrice. Questa operazionenon è di tipo organizzativo, ma un vero ripensamento dell’essere comunitàcristiana.

4. Giovani che non hanno paura di diventare adulti nella fede, di camminareverso quella maturità di fede che permette loro di stare in piedi da soli neiluoghi ordinari della vita; che permette loro quella maturità di dialogo per

Convegno Pastorale Diocesano36

Page 35: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

affrontare con le persone di oggi, con coloro che sono più chiaramente inricerca… un dialogo aperto e credente sui grandi temi della vita. Credo cheoggi una delle forme dell’evangelizzazione sia, oltre che quella della testimonianzadella propria personale esistenza e della qualità della propria umanità, quelladella capacità di dialogo sui grandi problemi della vita. Faccio qualche esempio:con un amico o un’amica che vive una difficile esperienza affettiva, la cosapiù importante non è quella di saperle dire quali sono i principi della vitacristiana sulla sessualità, quanto piuttosto quella di fare una riflessione aperta,problematica… sul progetto di famiglia, sulle relazioni di coppia, sull’amore…senza ricorrere al linguaggio codificato dell’imparato a memoria, ma piuttostoragionando in termini umani, sapendo narrare il proprio modo di credenti diaffrontare le stesse situazioni… Questo richiede una competenza umana chesolo un giovane che vuol diventare adulto o un adulto nella fede può avere;richiede una amicizia capace anche di assumersi la responsabilità delle sueposizioni nel momento in cui attraversa con l’altro le inquietudini della suavita. Per noi che spesso abbiamo ricevuto le risposte senza esserci poste tantedomande; per noi che abbiamo ricevuto le risposte del catechismo senza aversofferto la fatica della ricerca… questo può essere oggi molto difficile. Maquesta è una delle più significative sfide per una fede di giovani laici impegnatie motivati ad essere missionari.Ma qui occorre chiederci: qual è la qualità della nostra riflessione sulla vitae sulla fede da giovani e adulti laici credenti di oggi. E se questa costituiscela chiave per entrare in comunicazione per le persone di oggi, io mi immaginouna parrocchia che si impegna a preparare questi giovani, più che ad organizzaregrandi iniziative missionarie alle quali parteciperanno sempre le solite persone,e forse anche meno delle solite! E’ necessario non dare per scontata la fede,non nel senso - anche, ma non solo! - che è necessario coltivare di continuola propria vita cristiana, ma anche e soprattutto nel senso che occorre un modonuovo, più problematico e più aperto, di dare profondità, maturità e attualitàal proprio cammino spirituale alla propria esperienza di fede. Per tutti, unafede come ricerca, come impegno a mettere di continuo in relazione la fedee la vita quotidiana. Da questa ricerca di maturità e di fede adulta può nascerela decisione di consacrarsi a Dio per la missione, si scopre che è bello esserei sostenitori della fede della comunità.

37Convegno Pastorale Diocesano

Page 36: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

La comunità cristiana coi giovani si fa più missionaria

• ridare a tutte le iniziative che si fanno con i giovani e che i giovani stessi

propongono il carattere di laboratori della fede

Il Papa a Tor Vergata ci ha proposto di dare vita a laboratori della fede,spazi in cui la fede viene proposta con decisone, ma entro una interrogazioneprofonda delle tentazioni di incredulità, delle difficoltà a credere, quasi cattedredei non credenti. I giovani devono essere aiutati a leggere nella tenacia diTommaso nel Cenacolo che rifiuta di accodarsi agli altri nella fede del risortole proprie difficoltà, le proprie riserve, i dubbi persistenti, le involuzioni delproprio egoismo; ma devono anche essere aiutati a esprimere quella decisionetotale, senza tentennamenti e senza ritorni del “Signore mio e Dio mio” e lacelebrazione di essa con tutta la comunità. Lo stile del laboratorio della fedeè decisamente missionario, perché non mette tra parentesi nessun interrogativoumano del giovane, anzi lo scava in profondità, non è un lavoro per iniziati,per gente che si è abituata a vocaboli clericali, capiti solo all’interno di unagruppo dopo un faticoso tirocinio. E’ uno spazio in cui non si possono faresconti sul non detto, non approfondito, sia esso il più stupido dubbio di fede(si può ancora dire con il mondo giovanile di oggi che c’è qualche stupidodubbio di fede?!) o la più sconcertante scelta di vita che non viene mai messain discussione per non offendere orecchie pudiche. Ma è missionario ancheperché non fa mancare un annuncio esplicito, un invito a coinvolgersi nell’avventuradella fede nella persona di Gesù e in una comunità che lo celebra.

• programmare iniziative esplicitamente estroverse, possibilmente condotte

dalle associazioni collegate in filiera, sia negli ambienti sia nella comunità

cristiana (cfr. la cura dei giovani che tornano alla comunità, che cercanolavoro o alloggio per l’università, che vivono bighellonando fuori sede…)

Diceva il Papa ai giovani di AC: “Voi stessi siete i testimoni singolari diquesto nostro tempo in permanente evoluzione: il mondo giovanile, i vostriamici, gli ambienti nei quali vi muovete sono in continuo cambiamento. Impegnatevi,perciò, a comunicare il Vangelo in questo contesto di mutamenti profondi,

Convegno Pastorale Diocesano38

Page 37: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

(1) Educare i giovani alla fede, in Notiziario della CEI 2/1999, p. 51

imparando a “superare i confini abituali dell’azione pastorale, per esplorarei luoghi, anche i più impensati, dove i giovani vivono, si ritrovano, dannoespressione alla propria originalità, dicono le loro attese e formulano i lorosogni” (1) Educare i giovani alla fede, in Notiziario della CEI 2/1999, p. 51.Da soli è difficile, insieme si può: è proprio questo il sostegno che può giungervidalla vostra Associazione”.A Castelgandolfo il 27 agosto 2000 aveva detto: Abbiate premura anche deitanti giovani che non frequentano la comunità ecclesiale e che si riunisconosulle strade e nelle piazze, esposti a rischi e pericoli. La Chiesa non puòignorare o sottovalutare questo crescente fenomeno giovanile! Occorre cheoperatori pastorali particolarmente preparati si accostino ad essi, aprano loroorizzonti che stimolino il loro interesse e la loro naturale generosità e gradatamenteli accompagnino ad accogliere la persona di Gesù Cristo”.Se guardiamo le forze che una associazione o un movimento o un gruppohanno si direbbe che non è il caso di aggiungerne altre. Talvolta però vediamoche rimaniamo sempre in meno. Possiamo metterci assieme per progettare unainiziativa di missionarietà all’anno fatta assieme, dove si possono unire le forzeeccezionali di tutti per fare un servizio nuovo, una cattedra per i non credenti,un percorso di fede del tutto originale in occasione della preparazione almatrimonio che dura un anno, una attenzione agli studenti che vagano in cittàtutto il pomeriggio in attesa del bus per tornare a casa, un informagiovani sullavoro, sulla ricerca di alloggi, dove le persone vengono incontrate non schedate,sulla musica come linguaggio espressivo di sé, sulla conoscenza seria dellaParola di Dio, magari via Internet, sulla possibilità di offrire un giudizio moralesui fatti più importanti e shoccanti che capitano.Difficoltà: ma noi dobbiamo prima formarci! Occorre far diventare formativoquesto tragitto, a partire dai punti di vista originali che ogni associazione siporta dentro.

• ripensare figure nuove di animatori o operatori di pastorale giovanile

Non solo per provocare, ma perché ne sono convinto, io abolirei tutti i corsi

per animatori di gruppo e li chiamerei corsi per animatori tout court, senza

39Convegno Pastorale Diocesano

Page 38: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

portafoglio. È troppo comodo pensare di finire in un gruppo e isolarsi lì afare l’educatore: i luoghi di ritrovo dei giovani sono sfidati a diventare inuovi spazi educativi. Se lì costruiscono i loro ideali, maturano le loro scelte,rispondono alle loro domande anche profonde, con spontaneità, possibilmentelontani dagli occhi degli adulti e di qualsiasi organizzazione, è importante chegiovani e adulti che abitano questi spazi siano all’interno di essi capaci dioffrire ragioni di vita e di speranza, farsi punti di riferimento informali. Nonsi fa un buon servizio ai giovani come comunità cristiana se prepariamo soloanimatori di gruppo. Se i giovani che si vogliono incontrare non sono solonei gruppi e nelle associazioni, ma sono anche quelli delle piazze e dei pub,della strada e del muretto, della festa e dell’incontro straordinario, dello spaziodi aggregazione (leggi: oratorio o centro giovanile) e dello sport, del giornoe della notte, se si è allargata l’esperienza di contatto deve moltiplicarsi anchela figura dell’animatore. Si deve andare in cerca di una nuova generazionedi animatori che non sognano immediatamente di “finire” in un gruppo, mache devono star vivi su tutto il territorio, se vogliono intercettare i giovanie offrire loro ragioni di vita: si tratta allora di genitori, di professori, di professionisti

(baristi, musicisti, cantautori, gestori di discoteca, giornalai), di religiosi e

religiose, di presbiteri che vogliono riprendere a dialogare coi giovani, di

assessori alle politiche giovanili, di datori di lavoro, di responsabili di associazioni

professionali, di allenatori sportivi, di proprietari di palestre, di personale

scolastico non docente, di operatori nel settore non - profit, conduttori di consultori…

Solo che il corso per animatori è ancora fermo a preparare giovani per l’animazionedi gruppo.Sicuramente non si intende abbassare il tono di una proposta forte sia culturaleche religiosa, non si intende fare il verso alle mode, nemmeno però pensareche tutto quanto viene dalla cultura della notte, dai muretti, dai concerti, daipub in cui si fa musica dal vivo, da squadre di calcio, da compagnie del tempolibero, da gruppi e band musicali, da bande di motorini, da gruppi folcloristicisia tutta zizzania da evitare e da dimenticare quando si prega, quando si facatechesi, quando si educa a rispondere con generosità alla vocazione al matrimonio,alla vita consacrata, alla vita tout court. In questa affermazione ci sta sia lanecessità di un intervento educativo non formale, sia la consapevolezza cheogni discorso che si fa per intercettare i giovani sulle strade della vita quotidiana

Convegno Pastorale Diocesano40

Page 39: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

non può fare a meno di una struttura istituzionale alle spalle che da una parte

prepara e sostiene l’azione.

I nostri spazi aggregativi devono diventare ambienti di progettazione, di preghiera,

di invio e di accoglienza assolutamente attenti e ben impostati. Se la parrocchia

o il suo centro giovanile si impegna per gli spazi informali, non può essere

uno spazio chiuso. Deve organizzarsi in maniera che la missione sia pratica

quotidiana, sia scritta nel progetto delle sue attività. La missione cambia lo

stesso stile interno dell’oratorio. I giovani che vanno oltre i confini devono

poter contare su una parrocchia ben definita e viva, che li aiuta, li sostiene,

crea interazioni con l’esterno, raccordi con il pubblico; devono avere alle spalle

una comunità che prepara e accompagna.

L’associazione può tentare anche qualcosa di più: essere ponte tra l’istituzionale

e l’informale, cioè deve essere in grado di farsi spazio di aggregazione spontanea

che vive rapporti con altri spazi aggregativi non ecclesiali e soprattutto con

i giovani nei loro molteplici spazi.

• creare spazi di aggregazione ecclesiali per dialogare con i giovani

Richiamo l’intervento del Papa alla Chiesa di Albano: “Investite, dunque, valide

energie pastorali a favore della gioventù, promuovendo luoghi di aggregazione

dove i giovani, dopo aver ricevuto la prima iniziazione cristiana, possano

sviluppare in un gioioso clima comunitario i valori autentici della vita umana

e cristiana…”(2)

Ai giovani di Roma, riuniti per la celebrazione della XVI GMG del 2001 in

Piazza S. Pietro ha detto espressamente: “Rilanciate gli oratori, adeguandoli

alle esigenze dei tempi, come ponti tra la Chiesa e la strada, con particolare

attenzione per chi è emarginato e attraversa momenti di disagio, o è caduto

nelle maglie della devianza e della delinquenza”.

Da qui si deduce che una comunità cristiana non può offrire ai giovani solo

l’aula della celebrazione eucaristica o di catechismo, non farebbe il suo dovere

con i giovani di oggi.

(2) Castelgandolfo, 27 agosto 2000

41Convegno Pastorale Diocesano

Page 40: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano42

Certo, spazio aggregativo è prima di tutto non una costruzione, ma un tessutodi relazione e voi lo offrite anche molto bene, ma molti giovani non riesconoa entrare nel vostro giro e invece si sentono di frequentare ambienti menoesigenti dal punto di vista affettivo, ma necessari per fare i primi passi di unascelta alternativa alla vita consumistica, allo sballo, alla devianza. La comunitàcristiana deve poter essere una casa abitabile. Ridare volto accogliente e dialogicoal vostro oratorio. E’ un vero spazio di aggregazione o una compagnia chepermette solo a qualcuno di goderne?

• favorire interazioni con il territorio

Da qualche tempo la vita giovanile è oggetto di attenzione e di cura da partedi molte amministrazioni comunali, la stessa scuola si attrezza meglio peroffrire spazi di aggregazione e progetti di formazione. In certe città le famigliesi aggregano per offrire spazi protetti ai figli preadolescenti. Alcune amministrazioniistituiscono Centri di Aggregazione Giovanile, centri sportivi…. Noi non possiamotirarci fuori perché abbiamo il fine di evangelizzare. Il rapporto tra educazioneed evangelizzazione è molto stretto e nessuno è autosufficiente nell’offrire algiovane una visione globale della vita. Si tratta di partecipare ai tavoli di tutti,con la nostra identità, ma anche con la consapevolezza che dobbiamo offrirela nostra competenza educativa per far crescere giovani più consapevoli dellagrandezza della vita e capaci di rispondere anche alla domanda di Dio chesi portano dentro, non per nostra iniziativa, ma perché Dio ce l’ha messa enessuno la fa emergere.

2. Una sfida pastorale: la Chiesa punto di riferimento nello stile della missionarietà(3)

* La necessità di avere un animatore capace di collegare la vita di gruppoal contesto pastorale, comunitario e sociale necessario per ogni seria formazionedei giovani. Nessuna forma educativa può pretendere per sè l'autosufficienza.* La compresenza nel panorama degli animatori di gruppo di diverse figuredi animatore capaci ciascuna di operare un rapporto con la realtà ecclesialee sociale con diverse modalità, secondo una sorta di ministerialità.

(3) Una diversa figura di animatore - educatore.

Page 41: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

43Convegno Pastorale Diocesano

Questo esige che la non autosufficienza dell'animatore non sia superata solodalla qualificazione dell'animatore, ma anche da un "gioco di squadra" traanimatori che formano un team affiatato e il più possibile capace di risponderea tutte le sfide di una educazione alla missione.

* La prima qualità di uno stile educativo aperto è quella di essere là dovesono i giovani, nei luoghi informali di mediazione, nei "corridoi", con l'atteggiamentodell'ascolto che avvia l'attività educativa come un lavoro di scenografia piuttostoche di regia, un incaricato dei consensi, come operatore di mediazioni cheha la possibilità di contattare risorse e favorire sintesi. L'animatore è apertose offre condizioni per costruire possibili cammini di felicità per i giovani.

* Occorre che l'animatore intervenga sui meccanismi di transazione dal mondovitale (il gruppo, l'appartenenza calda e intimista) al sistema sociale. La transazioneè attuata col codice dell'alterità, con la scoperta dell'altro da me, che aiutaa trovare i sistemi di valore e a manifestare l'adesione ad essi. E' un codicepotente che scatta quando si creano le condizioni del confronto tra progettidi vita. L'educazione in rete, in modo integrato, non è portare alla omogeneità,ma individuare alcuni obiettivi da condividere con tutti.

* Per superare l'isolamento l'animatore deve restituire al gruppo spazi di gratificazionee capacità di essere soggetto estroverso. L'animatore non può non rendereprotagonista di questa operazione tutto il gruppo, nelle sue varie fasi, finoallo sbocco.

* Il gruppo e quindi l'animatore non devono presumere di essere l'unica propostaformativa, ma collocarsi tra le altre come risposta parziale e valorizzare lestrutture di aggregazione o di vita dei giovani già esistenti, come la scuola.

* La relazione dell'animatore con i vari operatori pubblici deve tenere in contoche si sviluppa su due spessori di competenza ben diversi. Gli animatori dellapastorale giovanile sono spesso dei precari, nel senso che si devono ritagliarespazi per il loro compito dentro la vita normale e pluriimpegnata, mentre glioperatori di altre agenzie sono professionisti a tempo pieno e qualificati.

* L'animatore dipende nel suo stile da quello ecclesiale che ancora troppospesso è di fuga o paura del mondo, di difesa nei confronti, per es., dei mass-media; il fatto che sia la comunità ecclesiale il luogo in cui cresce comecristiano adulto e non un insieme di "master" specializzati, obbliga la stessacomunità ecclesiale a proporsi come spazio di ascolto, accoglienza, apertura.

Page 42: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano44

IL LAVORO IN RETE

* Entrare in rete senza filtri esige di mantenersi soggetti di proposte, con unasolidità e sicurezza interiore.* La collaborazione con le varie agenzie educative crea più di un problema:- che obiettivi comuni è possibile stabilire?- un minimo comun denominatore è sufficiente a trovare convergenza? Oppuretraduce ancora una introversione della Chiesa che pur di tener dentro di sè,nel suo giro di attività, solo quelli che condividono tutto abbassa il livellodella proposta?- una convergenza di azioni si crea anche rispondendo all'ottica del resisterea un male comune.* Si parla di seduzione nei confronti dei giovani, non per indicare il plagioo la dipendenza, ma per esprimere un momento di proposta capace di mostrarsisignificativo tout court, senza costringere a eccessive elucubrazioni o saltimortali per capire che nella comunità cristiana abita la felicità.La pastorale postula che nel territorio si sviluppino sempre più delle politichegiovanili, si qualifichino sempre meglio rispetto alla assistenza o conduzionedi giovani a rischio, si definiscano meglio nel confronto dei giovani tout court,come tali. Elementi dello stato odierno delle politiche giovanili, sviluppi einteressanti esperienze come i centri di aggregazione giovanile.

Nell'arco di questi ultimi anni o mesi si è andata sempre più delineando nellecomunità cristiane, tra gli operatori di pastorale giovanile e tra i giovani stessiuna esigenza tipica: quella di uscire, di andare, di accostarsi ai cosiddettilontani. Sull'obiettivo della missione si scatena tutta la voglia o la frustrazione,il desiderio o la velleità, l'angoscia o lo slancio dell'andare ai lontani.

0. C'è un punto zero che è necessario chiarire immediatamente di fronte alledomande dei giovani. La Chiesa è sfidata ad essere se stessa, a dare rispostaalle domande profonde di spiritualità, di religiosità. se non facesse questoverrebbe meno alla sua missione e la società non se ne avvantaggerebbe. Dettoin altri termini ciò significa che se non avessimo nient'altro che il vangeloda offrire ai giovani d'oggi, avremmo già tutto quello che possiamo dare, perchésiamo convinti che il vangelo è più di una consolazione o di un aiuto, è unadimensione radicale che sprigiona in ogni giovane che lo accoglie energie

Page 43: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

45Convegno Pastorale Diocesano

impensate, voglia di vivere, gioia di collaborare, prospettive di futuro, orizzontinuovi di vita e riferimento indispensabile all'assoluto.

1. La comunità cristiana è chiamata ad essere luogo accogliente per ognigiovane; è chiamata a diventare, e non solo o soprattutto a inventare, una taskforce di accoglienza, per poter essere casa abitabile da tutti, dove tutti possonotrovare gente attenta alle domande che vengono dalla solitudine dei giovani.Le nostre parrocchie spesso offrono solo la chiesa, luogo del culto, come spaziodi relazione e spesso anch'essa non disponibile negli orari della loro vita diaggregazione. Fossero anche solo il luogo in cui si possono rifugiare dopoi fallimenti, sarebbe appunto il volto di Dio misericordioso. Le nostre comunitànon sono purtroppo una spalla su cui si può piangere, ma una organizzazionesu cui poter contare. Molti giovani hanno spesso bisogno di accoglienza emisericordia, quando hanno sfruttato tutte le organizzazioni.

2. La comunità cristiana deve trovare la forza e la determinazione di mettersial servizio della cultura della vita per tutti i giovani, e non solo per chifrequenta, in termini gratuiti, senza sperare ingrossamento delle proprie filae senza condizionare il proprio interessamento per loro alla appartenenza alproprio mondo. Il diritto all'educazione, a sentirsi proporre con passione ragionidi vita, è un diritto sacrosanto come il diritto alla vita, all’istruzione, al lavoro.La comunità cristiana si spende per i giovani perché per tutti ci siano spazidi crescita in dignità e responsabilità. Spesso il nostro interesse per i giovanideve poter portare a messa qualcuno di più, farlo entrare nei nostri gruppi,portarlo a diventare uno dei nostri. Diventa più importante la conquista cheil bene personale. Siamo solo noi che cogliamo l’equazione tra il loro benee l'appartenenza ai nostri gruppi o mondi. Loro spesso lo vedono come uncontributo da pagare, un intervento lontano dall'essere disinteressato. Per questola comunità cristiana si deve aprire a tutte le possibili collaborazioni col territorio,a tutte le stimolazioni e i richiami necessari per rendere la società propositivadi valori per il mondo giovanile, fino a dare vita a una sorta di costituenteeducativa, per stabilire le basi di una educazione diffusa.

3. I nostri modelli formativi vanno orientati maggiormente alla missionarietàche per molti è ancora vista come una preparazione intellettuale nel chiusodi un ambiente asettico in attesa di ulteriori non mai sufficienti motivazioni

Page 44: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano46

ad andare. Probabilmente occorre ripensare a fondo il concetto di formazione,uscire dallo slogan e vederlo a prova di missionarietà. I giovani e gli adultisono operatori di annuncio e di proposte educative a tutto il vasto mondogiovanile solo se vengono educati a una vita cristiana aperta. Non annunciamola fede che abbiamo, ma abbiamo la fede che annunciamo. L'annunciorigenera le comunità giovanili e ogni comunità cristiana. Che esperienza diGesù, di Chiesa, che spiritualità, che accoglienza del vangelo deve avere ungiovane o un adulto cristiano per essere formatore alla fede dei giovani dioggi? Non è certo un Gesù oggetto da possedere o una Chiesa che si esauriscenel perimetro delle dinamiche di gruppo o una spiritualità consolatoria, o unvangelo affrontato a macchia di leopardo per trovare conferme alle precomprensionianziché inviti alla conversione. Occorre una formazione centrata sul vero esserecristiani, cioè aperti a tutto il mondo giovanile, alla missione.

4. Il servizio ai poveri è via privilegiata alla fede, come criterio anche perla pastorale giovanile. Il servizio alla sofferenza e ai poveri è efficace pedagogiaperché libera l'amore come capacità di donarsi all'altro, persona, società ocomunità cristiana; educa all'amore, rende concreta e potenzia la formazionealla solidarietà, sviluppa la coscienza su valori come pace, giustizia, non violenza;educa alla fatica, come esperienza necessaria del crescere, aiuta ad assumersianche gli smacchi che i giovani subiscono e accogliere chi ha sbagliato, dàuna forte dimensione missionaria e spinge all'altruismo e alla corresponsabilità.

La missionarietà è presente come slancio, anche se deve essere molto benridisegnata e approfondita per non incorrere in sentimenti più di conquista chedi servizio del vangelo, di colonizzazione che di conversione. I contributioffrono alcuni elementi utili ad impostare correttamente la missionarietà.

1. Maggior accoglienza, anche esperimentata in forme nuove, vivibilità ecredibilità della comunità cristiana. La stessa comunicazione coi lontani dipendedalla comunione all'interno. L'appartenenza alla comunità cristiana non fa daconfine tra fedeltà o infedeltà al vangelo. La distinzione vicini-lontani è dasuperare sia perché ci sono vicini che sono tentati di trasgressione e lontanidesiderosi di santità, sia perché la frontiera passa attraverso le stesse coscienze.Occorre uno stile diverso sia con i vicini che con i lontani, più essenziale epiù coraggioso, più centrato sull'essenziale e sulle scelte radicali della fede.Occorre scegliere tra la nostalgia della cristianità e una opzione di missionarietà.

Page 45: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

47Convegno Pastorale Diocesano

2. Domandarsi se la spiritualità che proponiamo (incontro con Cristo, esperienzadi Chiesa, servizio di carità...) è funzionale a star bene nel gruppo o nellacomunità o in se stessi o se invece apre alla missione. Se l'incontro con Cristoè consolatorio, se la comunione nella chiesa è confusa con la dinamica digruppo, se la spiritualità è un insieme di sforzi e di attività non si cresce certonella missione. Se manca una accoglienza totale della vita del giovane nonsarà mai educato alla missionarietà. L'educazione alla fede se non tiene contodegli ambienti di vita non sarà mai missionaria. Superare il clericalismo e ilpaternalismo per rendere i giovani soggetti di vita credente

3. La pastorale giovanile si ridefinisce nella missione universale della Chiesaaperta a tutte le genti, come la chiesa ritrova se stessa fuori di sè nellamissione. Proprio perché nessun giovane nel mondo non è adatto al vangelodella carità, ogni giovane vicino è raggiungibile dal servizio della nostra testimonianza.Questo slancio di missione universale dà fiato alla missionarietà nel nostroambiente, fa superare la lagna di tanti giovani che muoiono di inedia nellenostre aggregazioni asfittiche. A tal riguardo è importante lo scambio con legiovani chiese.

4. La missione è servita pure dal fatto che esiste un progetto, perché dàil coraggio di scommettere su possibilità nuove di incontro. In un progettosi prevede di preparare giovani promotori dell'annuncio senza stereotipi, dipreparare nuove figure di educatori, di pensare a profili ministeriali nuovi, diesprimere orientamenti nuovi tutti sul versante della missione, di proporre ilvolontariato in termini seri come via alla scoperta della fede, perché aiuta ascoprire il volto di Dio nell'uomo.

Soltanto dopo aver approfondito alcuni principi è possibile inventare metodologienuove, perché non si tratta di novità, ma di approfondimento.

* sul versante della relazioneAscoltare i giovani e stare con loro in una condivisione intelligente e amorevoledelle loro domande e attese, incontrare le domande a partire dalle domandenon dalle risposte, accogliere le provocazioni, suscitare domande, non offrirerisposte; imparare non a rispondere, ma a scommettere, valorizzare la relazionalità.Tutto questo esige anche spazi educativi di accoglienza, in cui si superano

Page 46: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano48

atteggiamenti di muro contro muro e ci si mette in condizione di non diremolto ai pochi e poco ai molti, ma a ciascuno tutto il vangelo.

* sul versante dei linguaggi e della comunicazione

Occorrono metodologie nuove, nuove mediazioni culturali, accogliere la sfidadei linguaggi musicali, massmediali, dei computer, delle esperienze ecologiche,dei segni nuovi, aprirsi a strumenti nuovi: tv, radio, giornali, missioni popolaririnnovate. Dove la parola insistita "nuovo" indica più l'urgenza e forse ladecisione che la concretezza progettuale. Non abbiamo grandi possibilità difar giungere le nostre proposte ai giovani, perché siamo fissi a vecchi metodida mondo chiuso.È un fatto che ci pone non poche difficoltà sia per l'evoluzione vertiginosadei linguaggi e dei modi di vita, sia perché l'adulto in genere crede che sitratti solo di strumenti, sia perché si è stancato di stare ad ascoltare. In unmondo di comunicatori, vogliamo stare con i giovani per una comunicazionealternativa.

* Non vogliamo solo ascoltarli per acquisire dei bonus che ci danno il dirittodi rovesciargli addosso le nostre parole, non vogliamo fare i mercanti deimestieri affettivi. Nelle nazioni ad avanzata tecnologia esistono agenzie cheoffrono zie, zii, nonni, sorelle, fratelli a ore per riempire la solitudine di tantepersone.

* Non ci basta nemmeno entrare in concorrenza con il cumulo di informazioniche hanno, per fare i difensori dello status quo e gli stigmatizzatori icasticidei loro insuccessi; spesso la massa delle informazioni è un solvente chedisintegra la comunicazione;

* nemmeno ci basta interpretarli, se poi li lasciamo nelle loro immagini diansie, paure e difficoltà; avere audience tra i giovani è una bella cosa perchésignifica che riusciamo a stabilire un dialogo, un feeling, un contatto, masignifica anche che siamo coinvolti in una invocazione che esige ragioni divita e di speranza.

* È invece una comunicazione che sa giocare sull'ironia verso di sé e versoloro, che sa ascoltare e farsi coinvolgere, ma che arriva dritta alla spiritualità.Molti giovani lasciano l'anima sul comodino la mattina quando si alzano perriprenderla a notte fonda quando rincasano. Noi vogliamo stabilire una comunicazioneche gli faccia prendere e tenere in mano l'anima tutto il giorno.

Page 47: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

49Convegno Pastorale Diocesano

* È una comunicazione che toglie dalla solitudine, perché vi scorge una domandadi spiritualità; guarda i giovani con amore disinteressato e nello stesso tempoesigente, senza discriminazioni e strumentalizzazioni; sa che i giovani nonentrano in comunicazione con chi non decide prima di tutto di stare dalla loroparte.* E' una comunicazione che vuole offrire la possibilità di un incontro "personale"con Cristo nell'ambito di una appartenenza fraterna, dove ciascuno è aiutatoa sviluppare la propria identità, a scoprire e seguire la propria vocazione.

* sul versante degli spazi, degli ambienti e degli operatori

Certe parrocchie vanno destrutturate perché non permettono l'ascolto dei giovani:i giovani sono aperti sul territorio, le parrocchie sono fisse sul campanile; altrevanno definite meglio perché diventino spazi di incontro. L'impegno missionarioprima di essere dei movimenti e delle associazioni è della parrocchia.Ma il problema è soprattutto di persone: i giovani devono essere evangelizzatoridegli altri giovani e la vita dei cristiani è la prima comunicazione della fedenegli ambienti di vita fuori dai comodi rifugi dei gruppi. I passi necessari dellamissione possono essere: gruppo, chiesa, città, mondo.Con questa priorità si cercano poi animatori del tempo libero, adulti che sipongono in modo gratuito tra i giovani, si esce dal caldo dell'oratorio e delleassociazioni per incontrare i giovani nei loro luoghi di vita.

* sul versante di alcune categorie da privilegiare, perché molto dimenticate

Da varie diocesi si lamenta la scarsa capacità di dialogare con i giovani lavoratori,di collaborare con chi lavora nella marginalità, di esprimere attenzione progettuale,non episodica ai giovani del disagio. Certe opera di misericordia classichesono ancora lontane dall'essere patrimonio comune: vedi l'accoglienza degliex detenuti, la cura e non il rifiuto dei giovani difficili, l'attenzione ai giovaniimmigrati.

Page 48: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano50

Appendice

Una esperienza che diventa sempre più problematica: la notte dei giovani

La notte.Per molti giovani, per un periodo anche non lungo della propria vita, il tempo

e di conseguenza gli spazi in cui giocano il senso, ridefiniscono identità,

impostano la vita, inventano relazioni che rischiano di diventare definitive,

è la notte.

Per molti, significa che la percentuale di giovani che oltre il 17 esimo anno

in almeno una notte del fine settimana non rientra prima delle 3 del mattino

è oltre il 70/80 %.

Per un periodo non lungo della propria vita, significa che questa abitudine

normalmente il giovane la mantiene per tre quattro anni a cavallo del 18 esimo

anno, soprattutto se ci si riferisce alla discoteca.

Dire notte non significa solo parlare di contenitore asettico, come fosse la

strada o la piazza, il campo di calcio o la spiaggia, di tempo-spazio insignificante,

di un tema che è indifferente alla vita della persona, ma significa:

1. Chiamare in causa e toccare significati antropologici e religiosi costitutividella vita dell’uomo che incidono sul senso profondo della vita umana.

• Quasi a dire (cfr. relazione prof. Pollo): Attenzione! Non si può impunemente

scambiare il giorno con la notte pena il perdere il senso del tempo, necessario

per costruire il senso della vita.

• Inoltre è in atto, ai fini di una razionalità produttiva, un azzeramento di

ogni differenza tra locale e generale, tra individuale e sociale, tra giorno

e notte, festivo e feriale. Siamo in presenza di una sfida economico-finanziaria

che per i propri fini cancella ogni differenza e quella tra notte e giorno

è tra le più determinanti, perché la scansione del tempo è necessaria perché

si produca senso nella vita.

Da qui deriva un impegno serio per ridare al tempo, al calendario, alla scansione

del giorno e della notte la sua linearità.

Page 49: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

51Convegno Pastorale Diocesano

2. Richiamare la inscindibilità tra notte e giorno, che non possono maiessere letti separatamente.

Molti comportamenti giovanili della notte sono il risultato di un giorno vuoto,senza senso. La lettura di tanti comportamenti devianti, da sballo o di altripiù di ricerca, di espressività, di libertà, di spontaneità nascono da una fortecompressione cui i giovani sono soggetti di giorno. La fotografia fatta attraversol’ascolto degli operatori della notte, la constatazione personale, l’esperienzavissuta da molti di noi sulla nostra pelle, prima di metterci al servizio di unatteggiamento educativo della comunità civile o cristiana ci ha permesso dileggere la vita notturna dei giovani con disincanto senza demonizzazioni esenza esaltazioni. La notte dei giovani è anche un insieme di tentativi fallitidi risolvere frustrazioni, di scrollarsi di dosso un presente invivibile.

Da qui emergono almeno due scelte: la necessità di intervenire nella notte deigiovani anche solo per curare i feriti e lavorare sui sintomi e la decisione diassumere con maggior decisione il “giorno” della famiglia, della scuola, dellasocietà, della parrocchia, della vita quotidiana.

3. Scoprire che la notte è anche un tempo di vita, non necessariamentecontrapposto al giorno.

Anche essa fa parte di un nuovo calendario che i giovani si fanno: scandiscele loro settimane come le feste, i riposi. La notte è capace di offrire ai giovanispazi ulteriori di vita oltre a quelli del giorno. La cultura della notte non èla somma dei tempi passati nei locali notturni, ma anche prendersi in manola vita, sentirsi protagonista di un tratto della propria esistenza per esserlo ditutta. Qui si scoprono quelle molteplici isole di senso che sono un bene dell’umanitàe che vanno approfondite, fatte emergere, collegate, orientate a una propostadi senso definitivo. I contatti avuti con molti giovani della notte, le esperienzedi volontariato che in essa molti vivono, gli spazi di solitudine che si creano,la possibilità di sentirsi responsabili di se in prima persona, la scalata dellavita in free climbing, senza la protezione della rete sociale o parentale, macon le dita d’acciaio della propria ostinazione e le scarpette leggere della voglia

di rischiare, ci aiutano a vedere anche nella notte un tempo per il vangelo.

Page 50: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano52

Ne consegue che la comunità cristiana può progettare una presenza in questitempi articolata come comunità e come insieme di proposte. Nella notte emergonodomande inespresse che vanno interpretate e accostate con la saggezza secolaree la passione educativa che ha da sempre caratterizzato il mondo ecclesiale.

4. Il tempo della notte è per i giovani forse l’unico tempo in cui possonosperimentare la libertà di crescere.

È il tempo di cui vogliono essere protagonisti. Si tolgono le cuffie, perchénon ci sono più le insopportabili osservazioni degli adulti, le costrizioni diun tempo superorganizzato, i ritmi di una vita decisa da altri. E’ uno spaziodi libertà forse troppo isolato dalla realtà, ma capace di far vivere sogni diqualcosa di nuovo, di più bello, di più imparentato con il mondo dei valoriinteriori che molti tengono per sé Qui vogliono finalmente uno spazio loroper provare a vivere in prima persona. Sono stati scippati dello sport, delgioco, reso commerciale e competitivo, dei tempi dello stare a guardarsi, delcontatto con la natura, di un futuro, degli spazi che sono dati ad ogni uomoper poter sperimentare relazioni senza pagarne gli sbagli che si compiono, perpoter sperimentare bellezza e serenità e di notte se ne appropriano, guardandomagari le stelle per ore.

Ne deriva che nei confronti della loro notte non va messa in atto una occupazione,ma una compagnia per far crescere un vero protagonismo.

5. L’esperienza della Bibbia ci aiuta a guardare alla notte anche come atempo di liberazione, di grazia e di intimità con Dio.

Nello stesso tempo se ci lasciamo illuminare dall’esperienza biblica della nottevediamo che oltre alla classica contrapposizione tra luce e tenebre, bene emale emerge nella notte del popolo credente uno spazio di liberazione, unanotte di risurrezione, un tempo di grazia e di intimità con Dio che la riscattadal peccato e dalla tenebra. Quando l’uomo smette di essere lui che determinala sua vita, ma abbandonandosi al riposo lascia che sia Dio a condurlo, siaLui a prendere in mano l’intera esistenza, la notte perde il suo significato di

Page 51: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

53Convegno Pastorale Diocesano

tenebra, di buio, di male, di oscurità e diventa notte di salvezza, spazio deisogni che permettono di intercettare il nuovo che Dio propone.La stessa vita liturgica della Chiesa è popolata da veglie che scandiscono itempi della salvezza, che preparano il giorno del Signore, che aiutano a ricostruirele differenze fondamentali per dar senso al tempo e trovare il senso della vita.E’ rivalutazione della ritualità che tanta parte ha nella notte dei giovani, dellafesta come tempo dedicato agli altri, tempo della gratuità.

La conseguenza educativa più immediata è che la notte dei giovani deve costringerela comunità cristiana a celebrare il giorno del Signore con maggiore attenzioneagli elementi sostanziali di una liturgia, ai riti e ai significati profondi dellafesta.

Linee di intervento pastorale.Se questa è in estrema sintesi è lo sguardo sulla fenomenologia e sull’antropologiadella notte ne possiamo trarre alcune linee di intervento pastorale che le comunitàcristiane possono intraprendere.

1. Ricomposizione dei significati del tempo, della sua linearità e rifondazionedella differenza tra giorno e notte.E’ una operazione culturale che va dal far esperimentare gli archetipi delsilenzio, del buio, della solitudine, dell’attesa della luce, del riposo al costruirela memoria attraverso la narrazione. E’ aiuto a vivere il presente come collegatolinearmente al passato e al futuro, a sperimentare il giorno e la notte nellasua alternanza. E’ aiutare i giovani a “contare” i propri giorni come dice ilsalmo per avere la saggezza del cuore.

2. Operare tutte le scelte educative nella unità inscindibile tra notte e giorno.La cura del giorno, delle proposte che vengono fatte ai giovani nella vitaquotidiana, deve sporgersi con maggior decisione verso una accoglienzaincondizionata della comunità nei confronti dei giovani, con volti di parrocchieaccoglienti, mondo adulto più attento, spazi di lavoro vivibili, speranze diimpiego nutrite e fatte crescere con prospettive vere, vita da studenti motivata,

Page 52: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano54

proposta di fede impegnativa e personalizzata. La notte dei giovani ci impegnaprima di tutto a curare la vita del giorno. Molti giovani hanno un ricordo dellaparrocchia o dell’oratorio, ma l’hanno abbandonato quando non si sono piùsentiti rappresentati in essi. Resta una sana nostalgia di spazi personalizzatidi fede, interrotti purtroppo o per superficialità dei giovani o per incuria deglieducatori.Le esperienze positive che possono nascere di notte vanno collegate al giornoperché diventino scelte della società, spazi di protagonismo giovanile nellavita quotidiana, apporti originali alla società degli adulti.

3. Curare i sintomi dopo aver impostato la cura delle cause.Molti giovani sono vittime della notte. I locali notturni, soprattutto certe discoteche,spesso si popolano di feriti nella indifferenza della società. L’esagerato usodi alcool, l’assunzione delle nuove droghe, la solitudine, l’esasperazione deiballi e dei rumori provoca nei giovani stati di perdita del controllo delleproprie aspirazioni, desideri, progetti. La comunità cristiana può prepararegruppi di animatori che entro progetti costruiti e condotti in collaborazionecon tutte le forze vive della società fanno compagnia ai giovani, li aiutanoa superare queste involuzioni, li orientano a impostare una vita in terminidecisamente alternativi. Esistono al riguardo iniziative intelligenti portate avantida animatori di strada, cooperative, gruppi.

4. Valorizzazione dei significati, delle scoperte di senso, della magia della notte.Proprio perché la notte non è tutto sballo, ma anche espressione positiva disé, la comunità cristiana può essere attiva nella sua proposta di annuncio, diaggregazione, di provocazione cristiana. Sa che i giovani di fronte a proposteimpegnative reagiscono sempre con molta generosità, solo che spesso nonvengono raggiunti dalle nostre proposte. La notte può anche diventare unmomento in cui si aprono a decisioni di volontariato, di impegno per gli altri.L’espressività giovanile può inoltre trovare canali culturali anche più profondie veri se si ha il coraggio di offrire modi alternativi di esprimerla. La possibilitàche alcuni oratori imbocchino questa strada non è scandalosa, anzi utile, sesi ha il coraggio di progettare assieme tra diverse comunità cristiane, di collaborarecon le famiglie, le autorità pubbliche, i giovani stessi.

Page 53: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Non secondaria, come conferma l’esperienza, è la proposta di luoghi di silenzioe di preghiera che sono l’alternativa più radicale a tanti modi consumisticidi passare la notte. Chiese, monasteri, conventi, santuari possono essere disponibilicon maggiore generosità, sempre entro un progetto che mobilita giovani ededucatori su mete ben definite.Insomma quello che nessuno vorrebbe è l’automatismo anonimo e impersonaledell’apertura di qualche nostro ambiente come risolutore o interlocutore dellanotte dei giovani.

5. Stile educativo che favorisce il protagonismoSe la notte è rimasta l’unico spazio libero perché alcuni giovani possanoprendersi in mano la loro vita, la possano giocare in piena libertà, non nellibertinaggio, non saremo noi ad andare a occupargliela. “Giù le mani dallanostra notte” potrebbero dirci. Importante però offrire spazi di protagonismovero, che sono non solo spazi di libero girovagare, ma luoghi di espressivitàpositiva, di produzione di senso, di comunicazione della propria carica di vita,di coltivazione e proposta dei propri sogni, di crescita in amicizia e di apprendimentodi relazioni. A noi adulti tocca vincere le dinamiche della paura e offrire pattidi collaborazione, aiutare a collegare al “nostro giorno” il bene che vieneprodotto dai giovani durante la “loro notte”

Per concludere.Il soggetto di questo progetto pastorale non è il prete che si interessa deigiovani nell’abbandono in cui spesso è lasciato, non è un gruppetto di giovanipur generosi, ma è una comunità che dialoga col territorio, che sa chiamaregli adulti alla loro responsabilità verso il loro futuro, che collabora con leautorità locali, che sa esprimere figure professionali di laici maturi umanamentee nella vita cristiana.

In sintesi le nostre sceltePossiamo sintetizzare le conclusioni del seminario così:1. il modo di pensare e di vivere il tempo e la notte da parte dei giovani

tocca significati antropologici e religiosi che incidono sul senso della vita.L’annullamento delle differenze tra notte e giorno, indotto anche da spinteeconomiche potenti, non può essere accolto come un dato di fatto ineluttabile,

55Convegno Pastorale Diocesano

Page 54: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano56

ma deve essere contrastato e aiutato a evolvere verso una ricostruzione deisignificati fondamentali della memoria, del futuro, del calendario, dellafesta, del giorno feriale.

2. È inscindibile per ogni prospettiva pastorale la coppia notte-giorno. Nonsi può isolare uno dei due momenti ignorando l’altro. Il modo di viverela notte dei giovani dipende da come vivono il giorno. Non si può pensaredi interessarsi dei giovani nella notte se non si mettono in atto proposteeducative coinvolgenti e serie durante il giorno, se la comunità cristiananon è accogliente, fortemente motivata e progettuale, se i giovani non sonoaiutati a vivere la quotidianità del lavoro, dello studio, delle prospettivedi futuro, spesso negate.

3. La notte dei giovani spesso si popola di “feriti”, di esperienze negative,di fallimenti. E’ necessario che la comunità cristiana metta in atto interventicalibrati, generosi, di cura dei sintomi, di accoglienza incondizionata, dicompagnia per uscire da situazioni negative, di accompagnamento allaricostruzione di sé come cittadino e come credente.

4. La notte dei giovani non è solo sballo, ma anche espressione di una ricercadi felicità, di senso, di identità, di impegno, di libertà. E’ uno spazio incui vengono alla coscienza tutte le domande che spesso il giorno comprime.La comunità cristiana inventa luoghi, spazi, percorsi, presenze, propostealternative, collaborazioni con la società civile per non far mancare ragionidi vita, motivi di speranza, lo stesso annuncio della fede e il dialogo,esperienze di preghiera e di accompagnamento. Collega al “giorno” tuttoil bene che emerge nella notte, perché diventi patrimonio della vita quotidianae dono per tutti.

5. Il tempo della notte è per molti giovani il tempo in cui con responsabilitàsi prendono in mano la vita e vogliono sperimentare la libertà di cresceree di vivere. E’ uno spazio loro. Noi non vogliamo occupare la loro notte,ma aiutarli ad esserne veramente gli artefici, i protagonisti contro tutte lecontraffazioni, ad approfondire gli spazi di libertà verso la formazione diuna coscienza matura.Sicuramente è un intervento pastorale che esige convergenza di energie,progettualità, collaborazione con gli adulti, le famiglie, le amministrazionicomunali, i soggetti interessati al mondo giovanile, un contesto ecclesialedi compagnia e di responsabilità.

Page 55: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

• Non stiamo a guardarci l’ombelico, a guardare i nostri gruppi, le nostreorganizzazioni, come possiamo collaborare, le riunioni del consiglio, le assembleee le presidenze, le attività stabili della vita della parrocchia come se fosseroil fine della nostra esistenza o della nostra presenza nella chiesa, ma i giovani,le loro domande, la loro sete di Dio, i tradimenti che si perpetrano nei loroconfronti, le involuzioni e le aspirazioni, i sogni di mondo pulito e in pacee le frustrazioni… A questo orientiamo tutto il resto. Per loro avete fattoquesto oratorio, per loro avete inventato tante strutture.Ricentrare tutta la nostra attenzione (pensiero, azione, sentimenti, progetti…)sul giovane vivo, sulla sua vita con lo stile con cui il Concilio guardòall’uomo (cfr. discorso di Paolo VI in chiusura).

• Facciamo di tutto per contemplare il volto di Dio in Gesù e lo supplichiamodi concederci la grazia di innamorarci perdutamente di Lui; vogliamo diventaredegli specialisti, conoscitori della sua vita, della sua parola, della sua decisioneradicale di donare la vita; vogliamo mettere il naso nei suoi affari peggiodelle iene, non vogliamo solo curiosare a casa sua, ma stare con Lui,dimorare. Sentiamo rivolto a noi pressantemente quell’invito del vangelo:venite e vedrete. E’ Gesù che motiva ogni nostra fatica, ogni tempo chededichiamo a questo ambiente.Ritrovare il centro del nostro essere credenti e la passione per Gesù Cristo,come sorgente del nostro operare, pensare, essere.

• Ci appassioniamo ai giovani sia più piccoli, sia coetanei, quale che siala loro scelta di vita o di fede; non smettiamo di pedinarli nei loro percorsi,di amarli nei loro pregi e difetti, non abbiamo paura di correre il rischio

Quando si parla di giovani e di pastorale giovanile siamo tesi a offrire atutti i giovani la bellezza della fede.

Gesù Cristo è la felicità che i giovani cercano.La Chiesa diocesana si spende perché i giovani si innamorino di

Gesù Cristo e decidano di mettersi a disposizione della civiltà dell’amore.

Convegno Pastorale Diocesano17 giugno 2003 - Don Domenico Sigalini

57Convegno Pastorale Diocesano

Page 56: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano58

di perderci per non perderli. Non ci dividiamo mai tra vicini e lontani,non diremo mai: noi e loro, siamo convinti che tanti messaggi di Dio perla nostra salvezza sono stati deposti solo nella loro vita. Noi non ci percepiamomeglio di loro, ma con loro vogliamo farci salvare da Dio.

L’avventura della salvezza è una avventura che condividiamo, che otteniamoper noi mentre ne facciamo dono a loro. Non ci salviamo senza di loro, laChiesa non è chiesa se lascia perdere i giovani.

• Amiamo senza condizioni la chiesa, come la strada unica e vera per incontrareGesù, per avere il suo perdono, il suo corpo e il suo sangue, la sua parola,la sua grazia. Non ci interessa se ha qualche ruga di troppo; è quella chele abbiamo procurato noi, come a nostra madre. Non vogliamo costruircidelle comunità gruccia, cui appendere le nostre attese, in cui possiamoanche star bene tra di noi, ma vogliamo dedicarci a lei anche nelle contradepiù impossibili e le famiglie più ostinate.

Nessuno è un outsider, un isolato, un single in cerca di anime solitarie,ma siamo una comunità. E’ solo la Chiesa che può donare salvezza, felicitàpiena, anche se entro fragilità impensabili.

• Vogliamo rendere disponibile la gioia di vivere per tutti i giovani non soloentro appartenenze confessionali, ma nei percorsi della vita quotidiana, dallascuola allo sport, dal lavoro alla notte, dal volontariato allo stare a fareniente tutta sera. Non siamo preoccupati di portarli a messa, ma di renderlifelici e di aiutarli a conoscere la vera fonte della felicità che per noi èil Signore della vita, Gesù.Non siamo né talebani, né anonimi, ma portatori di una esperienza checonvince per quello che riusciamo a viverne e a farne percepire la grandezza.

• Sentiamo irresistibile il desiderio di condividere con altri questa passione.Da soli non riusciamo nemmeno a immaginare di essere in grado di risponderea noi stessi, alle provocazioni di tutti, alle nostre crisi quotidiane, alle nostrepigrizie, alle lune che ci assalgono periodicamente, ai nostri stupidiabbarbicamenti, agli orsacchiotti di pelouche, che ancora popolano le nostrestanze. Sentiamo il bisogno di metterci assieme tra giovani, adulti, ragazzi,educatori, preti, suore, genitori… nessuno è autosufficiente nel sostenereil rischioso mestiere di vivere.

Page 57: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Ogni pastorale giovanile è convergenza di carismi, di qualità, di doni, gammadiversificata di provocazioni, proposte, spinte, competenze e intuizioni.

Come ci si attrezza strategicamente per questo?

Leggere fuori

La conoscenza delle domande profonde dei giovani è una occupazione continuafatta di: fotografie, dialoghi, confronti, rischi, compromissioni, riflessioni, studi,esperienze, contatti. Purtroppo spesso capita che chi fa pastorale giovanileimpara presto l’ecclesialese che non è solo fatto di parole, ma anche di spazidi vita, di linguaggi, di stili, di modi di pensare che sembrano avere moltodi evangelico, e invece è solo un circuito da iniziati, chiuso, autosufficiente.La laicità della vita va continuamente rimessa a fuoco, pena il non capire piùi propri coetanei e soprattutto il non essere più capaci di dire Dio con le paroledi chi ne ha sete.I livelli di questa attitudine sono tanti, vanno dalla vita quotidiana ai sondaggi,alle inchieste, alle mailing list, alle provocazioni in pub e discoteche, nellestrade della vita di ogni giorno nelle relazioni interpersonali.A questo riguardo occorre farsi una immagine positiva del mondo giovanile,degli adolescenti, dei ragazzi. La moda che vuole che i giovani siano sempreincapaci, disimpegnati, superficiali, non all’altezza della situazione, un problema…va contrastata.Non solo, ma occorre cogliere proprio nella loro vita le invocazioni, i doniche Dio ha già posto per poterci mettere in sintonia e crescere assieme. Igiovani non sono bottiglie vuote da riempire di contenuti, ma vite aperte chesanno accogliere una Parola, che non si riduce alla loro esperienza, che invecela provoca, è qualcosa di nuovo, di inaudito, di impensato. Solo che questaParola è salvezza per loro solo se si esprime con la loro carne, se le loro viteoffrono elementi originali per esservi incarnata.

Crescere dentroLe ragioni di vita non si depositano mai, o sono vive o non ci sono, non sonomai archiviabili, non esistono in biblioteca, non le puoi trovare neanche suInternet, te le devi sempre costruire, cercare, attendere, invocare, aspettare.Ti devi prendere in mano la vita ogni giorno, tu con la tua ingenuità e la tuadebolezza. Gesù è una persona che ti invade la vita, che vuoi ascoltare eseguire, con cui lottare e stare in compagnia.

59Convegno Pastorale Diocesano

Page 58: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano60

C’è una vita di preghiera, di ascolto della Parola; ci sono momenti importanti

in cui ti “ritiri sul monte a pregare”, ad affidare al Padre la tua vita. C’è una

esperienza di salvezza che sta solo nella chiesa e che devi accostare.

Condividere

È forse l’esperienza che spesso fa scattare le precedenti. Tutti dobbiamo a

qualcun altro, a un bel clima di amicizia, a una condivisione, a un gruppo,

a una congrega l’aver posto attenzione ad alcune cose serie della vita. C’è

stato qualcuno che ha fatto scatenare dapprima un interesse, poi una voglia

di capire, poi una voglia di fare, poi una decisione personale più profonda.

E’ un gruppo, una comunità, un movimento, un insieme di persone con relazioni

vere, con rapporti oltre il politicamente corretto, con esperienze collaudate di

scambio, di sopportazione, di amore. E’ una rete più ampia che offre slancio

nei tempi difficili.

Formulare strategie e non progetti

È il momento di dare gambe ai sogni, di offrire alle intuizioni qualche canale

per orientarsi in qualche direzione. Oggi la parola progetto è troppo indicativa

di statiticità, di casella in cui far entrare, di predeterminazione da cui non si

può più tornare indietro se si vede qualcosa di meglio… Dire strategie significa

forse avere ancora del progetto:

• l’intenzionalità che ci risparmia dal procedere navigando a vista, di essere

vittima di tutti i cambiamenti anche quelli che artatamente la superficialità

mette in circolo, ma nello stesso tempo una più acuta lettura delle sfide del

tempo;

• una caratterizzazione forte di conversione al vangelo ogni giorno, sempre

capace di stanarci dalle consuetudini del torpore e dalla assuefazione al politicamente

corretto;

• la capacità di rifocalizzare diversamente le risposte o le proposte, di inventare

nuove vie.

Page 59: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Il fragile rapporto con la Chiesa di tanti giovani più o meno praticanti, l’insignificanzache riveste per molti la fede professata, esige un impegno di primo annuncio.La media delle nostre comunità cristiane è capace di offrire buoni spazi diformazione a chi cresce legato quasi naturalmente alla vita della parrocchia.E’ il caso della catechesi settimanale, dei gruppi di oratorio, di Azione Cattolicae di altre associazioni, dei gruppi di adolescenti e di giovani. La fatica dell’educareè sempre grande, ma con un buon impianto progettuale e una conversionedella comunità si possono ancora crescere bene dei cristiani. Non sono d’accordocon chi butta a mare tutta l’attività educativa delle nostre parrocchie, dei nostrioratori e delle nostre associazioni. La nostra debolezza però si evidenzia quandodobbiamo fare proposte a cristiani che vengono a chiedere di ricominciare avivere la fede. I giovani, almeno la maggior parte li colloco in questa categoria,come vedremo anche in seguito. Per loro non siamo sufficientemente attrezzati.Si direbbe che facciamo ancora una pastorale di conservazione e non di missione.Già nella comunità cristiana esistono esperienze di movimenti che affrontanoquesto tema, ma senza “tirarsi dietro” la comunità cristiana, creando cioè delleappartenenze parallele. Affrontiamo allora con la voglia di approfondire primae non di dare facili soluzioni il tema del primo annuncio.Nei documenti che hanno orientato la pastorale italiana dal dopo Concilio adoggi sta crescendo la consapevolezza del bisogno di un primo annuncio. Visi possono intuire le prospettive che lentamente si delineano. L’assemblea deivescovi italiani del maggio scorso ha appunto trattato il tema del primo annuncio,l’ufficio catechistico nazionale dopo il seminario sul ripensamento della prassiordinaria di iniziazione cristiana tenuto nell’aprile scorso ha già tenuto un altroseminario specificatamente sul primo annuncio. L’Azione Cattolica stessa, cheè una associazione di base, appassionata all’esperienza diocesana e parrocchialesta studiando modelli formativi che vadano oltre la catechesi e che si sporganosul versante della prima evangelizzazione.Non siamo all’anno zero circa l’attenzione ai non praticanti. Esistono parecchieesperienze già avviate a livello parrocchiale e interparrocchiale, che vannodalla assolutizzazione del primo annuncio, alla rinnovata evangelizzazione, allaattenzione progettuale agli adulti per una fede adulta e pensata in occasionedella iniziazione cristiana dei bambini, alla proposta radicale di alcuni movimenti.Un oratorio medio che vuol fare progetti di attenzione ai non praticanti entro

Alcune strategie

1. Annunci prima che Catechesi

61Convegno Pastorale Diocesano

Page 60: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano62

la prospettiva di un primo annuncio deve ristrutturarsi. Quali sono le sceltepossibili che si possono sperimentare?• scelte radicali di azzeramento di qualsiasi esperienza precedente, creando

non poca difficoltà in quelli che praticano quotidianamente,• iniziative straordinarie, ma conservando tutto come prima (cfr. la classica

suddivisione dei tre cerchi: vicini, ai cancelli, lontani),• lento orientamento della vita di un oratorio nella direzione di nuova

evangelizzazione, con alcune esperienze ripensate (iniziazione cristianarinnovata, anno di esperienza di vita in comune…).È importante delineare alcune scelte indispensabili e possibili; provare aimmaginare come un oratorio entro una parrocchia gradualmente, oggi, puòavviare dei cambiamenti se vuol mettersi sulla strada indicata nei documentidella Chiesa, pronto a ridefinirsi concretamente senza fratture e senza abbandonarenella solitudine nessun giovane.

1. Lui, lo possono incontrare

Ogni uomo cerca sostanzialmente di essere felice. Tutti vogliono stare bene. Sec’è qualcosa che interessa a tutti è di poter essere contenti, di dare risposta atutte le domande che salgono dall’esistenza, dal mangiare al bere, al sentirsi diqualcuno, alla soddisfazione dei propri desideri o istinti. La vita è un gioco didomande, di esigenze, di desideri, di passioni, di sete e di fame di qualcosa, disogni e di visioni positive per la propria vita. Si inizia da bambini con un forteistinto della sopravvivenza, poi si cresce con l’istinto della conservazione e dellaidentità, poi si comincia a ragionare e si diventa più esigenti, si scopre che lanostra umanità non ha bisogno solo di soddisfazioni materiali, ha bisogno diprogetti, di relazioni, poi nelle relazioni scoppia l’amore che scombina tutti glialtri desideri e crea una nuova unità, una nuova idea di felicità e così si continua.

Ma, “la vita non è una nave tranquilla che scivola da sola verso il porto dellafelicità”. Su di essa in ogni momento siamo impegnati noi come timonieri, conla responsabilità di definire la rotta. A noi tocca decidere quale esperienza faredell’amore, come affrontare i giorni della solitudine, che tipo di felicità ricercare,che senso dare ai nostri insuccessi, come investire le nostre qualità a favore dellavita di tutti, che direzione dare all’economia, alla scienza, alla politica. Anche

Page 61: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

quando incrociamo le braccia e ci lasciamo portare dalla corrente, non smettiamodi essere noi i responsabili della nostra vita. Tante persone ci possono aiutare,nessuno ci può sostituire nel rischioso mestiere di vivere. (5)

Molti hanno incontrato Gesù e si sono lasciati affascinare da Lui. Qualcuno hafatto il Nicodemo, è andato di notte da lui. Era assillato da domande profonde sullavita. Incapace di trovare qualcuno che lo aiutasse, molto chiuso nella sua posizionesociale, da non osare mettersi come tutti alla ricerca. Nicodemo non riesce più atenersi dentro tutto; è stufo marcio, non ce la fa più a vivere da solo e va da Gesù.

Dove sta il segreto della vita? Come posso avere vita piena? C’è ancora unapossibilità di non lasciarci morire il cuore? A chi posso alzare lo sguardo peravere davanti qualcosa, qualcuno per cui vivere? La vita è proprio fatta dicontinui adattamenti? Mi hai messo in cuore un desiderio così grande e nonmi posso adattare alle luci artificiali. I laser che vedo penetrare la notte, indicanocon precisione una direzione, ma si perdono nel nulla. C’è qualcuno che sapuntare il laser non solo nella direzione giusta, ma anche su un obiettivo giusto?Ma che direzione indica il laser di Cristo? Indica la croce. Sembra un controsenso,ma se guardi alla croce trovi la strada della vita. Se nei tuoi sogni apparela croce, non cancellarli stanno diventando realtà. A queste parole i due pellegrinidi Emmaus non avevano fatto molto caso e credevano che dopo aver scopertoGesù, dopo aver provato entusiasmo per Lui, la strada sarebbe stata in discesa.Invece Lui l’han fatto fuori come tutti i nostri sogni. Noi sappiamo solo sognare,per noi è una condizione essenziale per rendere sempre più umana la società.In una società disillusa e scettica che non crede ai sentimenti, che educa alnarcisismo, che punta tutto sul successo e sulla carriera, qualcuno crede ancoraall'amore, al voler bene.

Hanno con sé telefonini con cui si mettono in contatto con tutti gli amicilasciati a Gerusalemme. Ogni tanto lanciano un messaggio a Giovanni, ilpiù giovane degli apostoli, che li informa di tutte le novità che compaionoin Internet, alla TV. Continua a rimandare lo stesso messaggio: nella tombanon c’è più, le donne insistono nel dire che l’hanno visto, ma chi ci crede?

Tra un messaggio e l’altro si aggiunge al loro cammino un pellegrino un po’strano. Colto, comunicativo, attento, curioso. Hanno le cuffie e il walkman,hanno registrato tutto di Gesù con il loro DM1 e gli fanno ascoltare le paroleche li aveva entusiasmati. Lui ascolta, si toglie le cuffie, loro spengono il

(5) cfr. CEI, Catechismo dei Giovani, vol. 1

63Convegno Pastorale Diocesano

Page 62: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano64

cellulare e si appassionano alla sua pazienza nell’aiutarli a capire il significatodella vita. Si scalda loro il cuore. La parolaccia più brutta, che non avevanomai voluto dire e che ora continuano a ripetere brucia dentro le loro anime.Non si deve più dire “ormai”. Basta usare l’imperfetto. Che è questo speravamo?

Da una pagina del CDG2

Il misterioso pellegrino li aiuta a leggere con occhi nuovi la loro vita. Sonofinalmente in grado di vedere la nuova e definitiva verità: ciò che agli uominipare stoltezza e debolezza - Gesù morto per amore - è sapienza e potenza diDio. Egli libera i suoi figli dalla paura che morte e tristezza, sempre misteriosamentelegate al peccato, rappresentino le ultime parole sulla vita e sulla storia.Si può smarrire per diversi motivi il senso di vivere o la speranza perché spessola vita promette e non mantiene, delude e in ogni caso è segnata dalla morte,oppure se ne constata che lo sforzo di liberazione è costantemente contraddettodal peccato. Si direbbe che il male riesca ad annullare lo stesso disegno di Dioe vanifichi ogni sforzo di liberazione dell’uomo. In più, veniamo a contatto conuna storia dominata da falsi valori e da idolatrie. Comprendere il significatopasquale della croce vuol dire leggere con occhi nuovi e pieni di speranza tuttele esperienze umane che costituiscono, lo si voglia o no, la trama della nostravita. Gesù risorto apre l’intera umanità ad una vita nuova, che è vittoria sulpeccato e partecipazione alla vita di lui, il Figlio unigenito. Cristo risuscitatoè principio e sorgente della nostra risurrezione futura.La vita dei credenti è dentro la complessità e povertà della storia, come per ogniuomo, ma cambia completamente il modo di viverla e osservarla. Se incontriil dolore, ti ricordi delle parole di Gesù: «Se il chicco di grano caduto in terranon muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24).Se sei perseguitato, sai che il discepolo non può essere trattato diversamentedal Maestro, e sai che attraverso la croce si giunge alla risurrezione. Se il tuosforzo fallisce e sembra inutile, ti viene in mente la parabola del seminatore:il seme, gettato con abbondanza, sembra sprecato, ma non lo è, perché è certoche in qualche modo e da qualche parte, già ora e non solo in un lontano futuro,frutta abbondantemente (Mc 4,3-9). Quando si ha l’impressione che il male, laprepotenza e la stupidità soffochino la verità, l’amore e la giustizia, si sa chequalcosa di simile è già accaduto nei confronti di Gesù. La malvagità degliuomini lo ha inchiodato alla croce, pensando in tal modo di toglierlo di mezzo;ma Dio lo ha risuscitato e la storia di Gesù continua a salvare l’uomo.

Page 63: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

2. Riconsegna della nuova vita intuita alla propria coscienza verso una comunitàabitabile ancora prima che accogliente.

Il tratto fondamentale della proposta è di riconsegnare alla dignità della coscienzadel giovane una risposta credibile alle domande della vita, un incontro personalecon il Signore, una riconduzione di ogni riflessione alla personale capacità diaccogliere, far diventare propria, oltre ogni appartenenza di comodo o coperturadi altri. In questo momento la comunità deve essere abitabile, non invasiva,attenta a creare condizioni, non a soffocare, a togliere libertà di ricerca, a massificare.Ogni cammino di nuovo incontro con Cristo, soprattutto dopo una appartenenzaalla chiesa nella fanciullezza piuttosto sociologica e poco personale, da cui cisi è allontanati e che non si vuol più ritrovare, deve far emergere il massimodi attenzione alla libertà della persona, una nuova ricollocazione nella Chiesada persona responsabile, all’altezza della nuova posizione sociale e relazionaleche un giovane si è nel frattempo creato.

3. Radicalità e trasgressione, come proposta esigente e che contrasta con ilpoliticamente corretto. Uso della categoria del sogno. È necessario vincere atentazione di fare sconti, di ridurre al minimo, di adattare, sia nel proporreil vangelo, sia nel presentare la vita sacramentale, sia nell’indicare le grandimete, sia nell’offrire passi calibrati per raggiungerle, sia nel proporre la bellezzadella vocazione al matrimonio, sia nell’offrire spazi di ricerca e di decisioneper la verginità per il Regno, sia nel chiamare al servizio esigente della carità,sia nel proporre impegni e responsabilità sociali. Occorre sporgersi verso visioniutopiche della vita, la chiesa deve imparare a sognare di più con gli uominid’oggi come ha fatto Cristo. Il Papa ce lo ha riconfermato. Il sogno è il primoapproccio alla radicalità delle scelte. La radicalità è imparentata con la trasgressività,cioè con quell’atteggiamento che soprattutto il giovane prova nel sentirsi quasibraccato dalla vita, dall’adulto, dalle strutture, da volerle infrangere per desideriodi libertà, di vita più autentica. E’ un atteggiamento che spesso non è capito,sotto cui si nascondono anche debolezze e ingenuità, ma va colto nella suatensione positiva, capace di ridare al vangelo la sua forza dirompente, chespesso nella vita concreta è stata mortificata. In questo senso Gesù è un “trasgressivo”,un giovane che non si adatta all’idea di Dio che i benpensanti del tempoimponevano, al tempio come borsa valori, all’uomo come strumento della leggee non soggetto di un dialogo con Dio. Tante decisioni controcorrente di Gesù

65Convegno Pastorale Diocesano

Page 64: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano66

sono apprezzate dai giovani, come boccate di ossigeno in una società delpoliticamente corretto.La categoria del sogno è forse la più indicata nell’aiutare un giovane, soprattuttonella fase adolescenziale per aprigli nuove prospettive. La proposta religiosaè più legata al sogno, alla poesia che alla pura razionalità. Il sogno è sinonimodi libertà, di intuizione, di vedere prima e lontano, di tenacia contro ogniavversità o difficoltà, di non adattamento, di superamento della gravità dell’essere,di superamento dei paletti, di speranza, di vocazione, di progetto, avere labocca fino alle orecchie dalla meraviglia, l’amore e le sue sorprese.

4. Un annuncio a cerchi concentrici, sempre orientato al centro, senza dareniente per scontato, ma tendente a dare un quadro generale di tutta la vita.

L’annuncio può essere esaurito troppo in fretta, può essere pensato come unabella predica entusiasta, che si può fare solo una volta nella vita, che si pensasia utile solo per iniziare, poi, piuttosto presto ricomincia la routine. Occorreinvece applicarsi ad articolarlo. Non è un intervento a puntate, nemmeno laripetizione estenuante delle stesse cose, ma la rivisitazione del nucleo dellafede ridetto in forme nuove e che ha come componenti fondamentali esperienzenuove di vita e le varie figure di credenti della Bibbia o i molteplici incontridi Gesù nel vangelo.Per tutto il primo quarantennio dopo il Concilio, ci si è dedicati a rinnovarela catechesi e questo ha lasciato un segno positivo nella Chiesa Italiana; nonè forse oggi tempo, proprio per come sta cambiando il mondo, di applicarsia dare configurazione corretta a diversificate forme di annuncio in manieraprogettuale, corale, spendendo le migliori energie, facendo studi, approfondimenti?

5. L’annuncio deve avere la dignità di tutti i linguaggi e gli spazi del suo vivere.

I modi comunicativi ed espressivi dei giovani sono molteplici: musica, arte,poesia, linguaggio della corporeità, sport, natura, immagini, sequenze narrative,relazioni amicali, affettività, ritualità, razionalità, studio, ricerca, servizio,sogno… Sono altrettante strade che devono essere abitate, aiutate a esprimereil meglio di sé anche nella esperienza religiosa.Ogni luogo è adatto ad essere teatro o scenario dell’annuncio e ciascuno conla sua modalità specifica e la sua originalità.

Page 65: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

6. I momenti più decisivi della vita del giovane.

Elenco qui di seguito alcuni momenti tipici della vita di un giovane che possono

essere anche le esperienze più interessanti in cui incarnare l’annuncio.

- la ricerca di lavoro: rimettergli in mano le decisioni della vita e

offrire motivi di speranza

L’esperienza del periodo di incertezza per il proprio futuro vede il giovane

piuttosto adattato al consumismo, incapace di osare, in attesa degli avvenimenti.

È il periodo più felice per aiutarlo a prendersi in mano la vita

- la vita affettiva e la decisione di costruire una famiglia: offrire linee

di sicurezza e una visione più profonda del vivere.

La prospettiva del matrimonio è occasione di grande ripensamento del proprio

vivere. La lenta transizione all’età adulto è più segno di una difficoltà che

acquiescenza all’andazzo generale o decisione di non impegnarsi. Il fatto

religioso è visto come una chance nuova nella propria progettualità.

- il confronto con il limite e la finitezza della vita

L’esperienza del dolore e della morte è fin troppo presente nel mondo giovanile,

ma manca assolutamente la capacità di elaborare il dolore. L’esperienza di fede

non è un risposta automatica, ma ha qualcosa di importante da dire al riguardo.

- la solitudine e la novità in nuove situazioni di vita (emigrazione per

lavoro, per studio…)

Esistono momenti nella vita di un giovane in cui perde le sue fasciature, le

stampelle su cui si reggeva. E’ costretto a uscire dal branco e ad affrontare

la vita da solo. Spesso questo tempo si consuma nella solitudine, che può

diventare l’anticamera della disperazione o l’inizio di una vera formazione

della coscienza.

- l’impegno per le situazioni di bisogno, povertà, solidarietà (volontariato)

Molti giovani acquisiscono profondità di riflessione a contatto con il bisogno

degli altri, assunto come misura anche solo di una stagione della propria vita.

È un momento privilegiato di invocazione anche religiosa.

67Convegno Pastorale Diocesano

Page 66: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano68

2. Contemplazione prima che etica: la fede deve dare gusto al vivere.

Gesù è prima di tutto vita in abbondanza, ha preso sul serio i bisogni dell’umano,il desiderio di star bene con la propria corporeità, con la propria mente, nelvasto mondo delle relazioni, nelle esperienze affettive. Sa che cosa c’è nelcuore dell’uomo, il suo desiderio di sentirsi riconciliato con il proprio essereprofondo, spesso frantumato, senza che tutto questo sia frutto di un merito,ma solo per bontà e tenerezza. Gesù conosce il bisogno del cuore dei giovani.Allora la missione prima della comunità ecclesiale è esistenziale prima chekerigmatica, deve andare al cuore della vita prima che pronunciare assiomi.Se i giovani di oggi chiedono una spiritualità più incarnata, più “palpabile”,più legata alla vita non sono individualisti, egocentrici, materialisti, ma unostimolo che ci fa giungere l’invito di Dio a rimetterci continuamente in statodi iniziazione.Evangelizzare non è ricondurre a delle credenze, fare entrare in un sistema,ma dare pace alla vita complessiva nella sua globalità, così da poter dire: “vain pace”. Queste parole le abbiamo costrette a fare da conclusione ai funerali,ma sono invece il mandato di ogni giorno per ogni uomo.La domanda che i giovani di oggi hanno di Cristo esige che ci siano testimoniveri che non recitano, ma che raccontano che portare lo zaino della vita, nonda eroi, ma in compagnia di un Salvatore• non è una assicurazione contro gli infortuni, ma toglie sicuramente dalla

disperazione• non sazia, ma al contrario scava ancora più in profondità dentro la fame e

la sete• non fa del cristiano uno che ha qualche merito in più nell’amore, nell’essere

cittadino, nel comportamento, ma un povero diavolo che si rimette in sellasolo perché si sente un povero diavolo, guarito dal sogno della autorealizzazione.

In una società del merito, Cristo è la chiave di volta del sentirsi figli di Dioe del vivere da fratelli. E’ insomma il richiamo a dare alla fede la caratteristicadella contemplazione. Siamo chiamati ad offrire il gusto della vita con la stessaforza e impegno con cui proponiamo l’amore tra i fratelli. Questo esige di vivereal cospetto di Gesù, prima di inventare regole.Gesù non è un talismano o qualcuno che dobbiamo mettere sulla bilancia pervedere che vantaggi mi possono venire dalla fede in lui, dalle preghiere, dallavita cristiana.

Page 67: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Qualche sparata giornalistica supportata da ricerche ancor più serie ci avverteche la preghiera fa bene al cuore, che se vai a messa tutte le domeniche abbassila percentuale di morte per infarto, che chi segue un codice morale ha piùsalute. Abbiamo proprio ridotto la fede in Gesù alla pubblicità di un prodotto:ti allunga la vita.Ma Gesù è bello perché è lui, è affascinante perché è lui. Non è un talismanoportafortuna, non è una vetrina da rompere in caso di incendio o di pericolo,non è strumentale a nessuna nostra piccola o grande pretesa. Si può star beneanche senza andare a messa alla domenica, si può essere buoni anche senzaessere cristiani, si può campare fino a cent’anni senza pregare, si può viveredi ingiustizia tutta la vita e farla franca.Ma la bellezza di Gesù è un’altra cosa, il suo amore è al di sopra di ogniimmaginazione, la gioia che dà non è paragonabile a nessuna cosa al mondo,la sua Parola è una spada che penetra in profondità, la sua vita è pienezza,i suoi sogni sono l’eternità, il suo sguardo è forza, i suoi sentimenti unacompagnia, il suo volto è uno squarcio di cielo, le sue mani sono sostegno.

La decisione-radicalità per il Regno

La vita è proprio un fiume lento che scorre, al centro ci siamo noi, una barcaportata dalla corrente. Non è detto che vada automaticamente verso il portodella felicità, anche se la direzione è quella. Ogni barca segna con la sua stazzale onde, colora il fiume, gli obbedisce, ricama con originalità il suo percorso,si aggrega, si accompagna o cozza contro le altre. È una festa o una battaglia,una regata o un ingorgo a seconda della volontà di convivere o di dominare.Sulla sponda di questo fiume mi piace pensare Gesù, che dopo aver fattoanch’egli il suo percorso nel grande fiume della vita sta a guardare le nostrevite che scorrono.A Gerusalemme, Gesù un giorno siede a guardare un fiume di persone chepassano davanti al tesoro del tempio. È un punto obbligato. Quando vai allapresenza di Dio non puoi andare a mani vuote; certo porti te stesso, ti vai adaffidare a lui. Sai che la tua vita è nelle sue mani, hai un cuore, una intelligenza,un progetto: lo metti lì perché lui ne sia il custode, ma vuoi esprimere questodono, questo amore con un segno. Davanti al tesoro passa il ricco commerciantedi pecore: ha guadagnato molto e non può non far cadere nei grandi vassoimonete d’oro sonanti: è una sorta di investimento per i prossimi commerci ocontratti. Arriva l’esattore delle imposte, firma un assegno e lascia cadere in

69Convegno Pastorale Diocesano

Page 68: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano70

maniera visibile: tutti devono vedere ondeggiare questa ricca “piuma” di soldiche va ad arricchire il tempio; arriva l’agricoltore che ha da poco venduto ilraccolto e fa risuonare anche lui le sue monete. Arriva l’industriale, ha un codazzodi televisioni, che lo riprendono nel gesto solenne di aprire un portafoglio; tuttidevono vedere: lui lo fa solo per dare esempio. La gente ha bisogno di immaginisane, di fotografie esemplari, di vedere dove sta e chi è il benefattore. Primadi andar via lascia una piccola lapide, a perenne memoria.

Nel trambusto spunta una vecchietta, le televisioni spengono i riflettori, fa dueo tre passi incerti e lascia cadere due spiccioli: non si vedono, non fannorumore, nessuno li nota: per lei sono tutto quello che ha e lo dona a Dio,lo mette a sua disposizione. È povera, è sola, non ha futuro: il suo solo futuroè Dio, la sua vita è tutta in lui e per lui. Domani? È nelle sue mani. Dio nonle farà mancare niente.Gesù è li che guarda, non s’è lasciato incantare dalle televisioni, dal numerodi zeri, dalle cifre dei ricchi, dal suono ammaliante dell’oro. Di fronte a Dionon ci si fa rappresentare dal superfluo, ma solo dal necessario. Non vuolestabilire un contatto con le tue cose, ma con te. Non devi fare offerte, maessere una offerta.

Comunicazione e relazione, prima che organizzazione.

In genere quando si parla di linguaggi relativamente a cose di fede si pensa diessere giunti finalmente alla concretezza e quindi alla soluzione del problema.Il ragionamento è di questo tipo: oggi è difficile parlare di fede ai giovani, lafede è questo e quest’altro, noi ci siamo convinti che bisogna tornare a proporlae ci siamo preparati, ora c’è il problema del come, cioè dei linguaggi. Ridottocosì il problema sembra a quello che deve affrontare una mamma quando devefar ingoiare la medicina al figlio. Gli fa solletico sotto la gola, quello apreistintivamente la bocca e lei, con un guizzo felino, gli infila in bocca una cucchiaiatadi medicina. La trasmissione della fede purtroppo è ancora vista secondo ilmodello idraulico della bottiglia e dell’imbuto e i linguaggi sono questione diimbuto o d’intorni. Proviamo a dare invece alla parola trasmissione, piuttostoinfelice come termine nella cultura contemporanea, il significato di un grandedono che Dio, tramite la comunità cristiana, fa ad ogni giovane e a non caricarlodi nessuna valenza metodologica. Il problema dei linguaggi si colloca correttamentetra due domande importanti che ci si devono fare sempre: che cosa offre di

Page 69: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

grande, di determinante, di significativo la Parola di Dio alla vita del giovane?Che cosa offre di bello, di concreto, di genuino, di nuovo la vita del giovanealla Parola di Dio perché possa farsi carne nella sua vita? E’ evidente che sela Parola è vista come non importante o significativa per la vita di un giovanela ricerca dei linguaggi è la banalizzazione, l’adattamento alle mode, la ricercadi indice di gradimento, la selezione di quello che secondo l’educatore si pensache interessi al giovane. Se invece la vita del giovane è vista solo come unvuoto da riempire, un indifferente cui non interessa minimamente la bellezzadi Gesù, un materialista che sa solo affogarsi nel cibo o nello sballo, uno chesi affoga nel presente, senza una minima capacità di sogno o di domanda allorail linguaggio deve rimanere difficile, in un certo senso punitivo, ma soprattuttoselettivo e impositivo.

Dopo aver contemplato a lungo il volto di Gesù, dopo aver dato con grandeimpegno alla nostra vita una dimensione mistica, dopo essersi lasciati cambiareda Dio, il passo successivo è di leggere tutto quello che nella vita del giovaneè offerto alla grazia di Dio come strumento di comunicazione. Questo lo possodire linguaggio.

Allora colgo che i giovani sono innamorati della bellezza e vedo nel linguaggioartistico una grande possibilità di cui l’Italia è largamente dotata. Ogni comunitàcristiana ha i suoi volti di Cristo su cui le generazioni che ci hanno precedutohanno puntato sguardi di gioia, di paura, di implorazione, ha le opere chehanno detto la semplice fede e la stessa conversione in essi provocata. Il campodell’arte è molteplice, va dalla pittura, alla scultura, al teatro, al film, allamusica, alla danza, alla espressione artistica della corporeità. I giovani amanola musica, la musica è un veicolo di contenuti, di esperienze, di modi di pensaree vivere, di messaggi profondi e coinvolgenti. I giovani la usano sempre peresprimere la loro vita, la potrebbero usare per esprimere la fede, purché nonsia sempre aborrita, ignorata, disprezzata, ma accolta e promossa con discernimento.

I giovani sanno sognare, coi loro sogni sanno pensare un futuro diverso, nonè vero che sono appiattiti sul presente. Hanno il dono della immaginazionee l’immaginazione crea in loro visioni di umanità più giusta, più solidale. Sel’adulto non confondesse la trasmissione della fede con il tenere i piedi perterra, ma con la capacità di intercettare i sogni di Dio, avremmo a disposizioneun altro linguaggio, imparentato con le vite dei santi, con i gesti coraggiosicontrocorrente di Gesù e di tanti che lo hanno seguito.

71Convegno Pastorale Diocesano

Page 70: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano72

I giovani esprimono una forte accentuazione personale della fede, non diventanocristiani per tradizione o per trattamenti di massa. La personalizzazione nonè l’anticamera del relativismo, ma della formazione della coscienza.

I giovani riescono a dare sentimento anche al ghiaccio, a strappare emozionianche dalla disgrazia. La strada dei sentimenti e delle emozioni non è oppostaal linguaggio della fede.

I giovani hanno una forte sete anche di razionalità, non vanno abbandonatial fondamentalismo o al “se ci stai bene, altrimenti libero di fare quel chevuoi”. Alla componente razionale della fede non si arriva soprattutto con lezioni,ma con il linguaggio della scelta educativa.

Il linguaggio della radicalità è quello che il papa usa più spesso. Non faremai sconti sul vangelo, soprattutto se chi lo annuncia si fa misurare ogni giornoda questa buona notizia.

Page 71: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Appendice

1. La svalutazione del luogo geografico e la continua mobilità

La necessità di una prossimità fisica per avere comunione spirituale o solidarietàamicale o riconoscimento attraverso simboli e linguaggi non c’è più: vienesuperata proprio grazie a tutti i nuovi strumenti di comunicazione. Lo spazionon ha più l’importanza di prima. Non esiste più luogo separato. Ieri capitavache un legame tra i giovani fosse costituito da alcune convenzioni che sistabilivano in un certo spazio (piazzetta, pub, birreria, discoteca…), da alcuneconvenzioni comportamentali caratteristiche di quel luogo, da un certo mododi vestire o da informazioni e modi di pensare che erano intercettati solo entroquegli spazi, oggi invece la TV e la rete di Internet rompono questo legametra collocazione fisica e situazione sociale. I sistemi simbolici vengono comunicatia tutti e c’è una sorta di omologazione. Immaginate come perde potere chifaceva di alcuni luoghi separati come il collegio lo strumento automatico diformazione. La stessa soglia, cioè l’insieme dei gruppetti che stanno sempreai cancelli o ai bordi del sagrato, quindi non è definita o limitata dalla piazzettain cui gli adolescenti e i giovani vivono. Sono sempre un piccolo mondo conorizzonti più vasti di quanto pensiamo. L’oratorio non potrà essere un luogoseparato, ma sarà uno dei tanti spazi che il giovane farà passare nei suoimolteplici giri. La mobilità c’è anche nella vita, nella scelta del lavoro, nellastessa discoteca…, ma soprattutto nella costruzione della propria identità: Inuna società dell’incertezza, che si chiama anche società liquida, la prima sicurezzache ne risente è quella della identità per la costruzione della quale la faticaè improba. L’identità propria che ogni persona ha cercato di costruire a fatica,quando si vede che non è più spendibile o nel lavoro o nel campo degliaffetti, diventa un peso e serve di più avere agilità per cambiarla, che forzadi resistere. “ La principale e più snervante delle preoccupazioni non è quelladi trovare posto all’interno della solida struttura della classe o della categoriasociale e, una volta trovatolo, di difenderlo e scongiurare lo sfratto; ciò chepreoccupa è invece il sospetto che questa struttura faticosamente conquistatapossa venire repentinamente lacerata o dissolta”.(6)

(6) Z. Bauman, La società individualizzata, il Mulino, Bologna, 2002

73Convegno Pastorale Diocesano

Page 72: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Convegno Pastorale Diocesano74

Se questo è vero, esiste una data che può dire conclusa l’iniziazione? Oppure

dice solo che inizia un cammino di confronto progettuale con i dati di fede?

Consegno il credo perché è una acquisizione definita o perché sia la traccia

identificabile e progettuale di un cammino di crescita, sempre da percorrere,

senza decisioni irrevocabili? Esistono e quali sono i punti di non ritorno?

2. La domanda religiosa (personale, insindacabile, diffusa, presente,emotiva, educabile..). Il problema della esperienza di una fede “oggettiva”

Il quadro della religiosità giovanile degli italiani è abbastanza stabile(7) in questi

20 anni, anche se diminuisce di qualche punto la frequenza alle pratiche religiose.

Siamo ancora all’80% di giovani che credono in Dio e che si rifanno alla

esperienza del cattolicesimo, al 41% di pratica religiosa almeno una volta la

mese, al 18% di partecipazione ad aggregazioni religiose. Poco meno della

metà dei giovani cattolici partecipa a qualche attività parrocchiale.

La cosa che forse emerge meglio è la estrema personalizzazione del rapporto

con Dio e con il fatto religioso. Oggi, contrariamente a qualche decennio fa,

i giovani sono tornati a porsi domande religiose. Non è imbarazzante per

nessuno dire di credere in qualcosa, di avere una religiosità, di essere curiosi

per il trascendente. Non si deve spendere tempo a dire che la religiosità è

un fatto positivo per la vita. Non è ancora domanda di fede o di cristianesimo,

ma apertura al desiderio di Dio che deve essere ancora educato per divenire

esperienza del Dio di Gesù Cristo.

La domanda religiosa non esige di avere riferimenti istituzionali per essere

soddisfatta. Il che significa che fa parte del loro modo di sentire, è tollerata

entro tutte le aggregazioni, è perseguita in tutti i modi possibili. I giovani rispondono

all’impulso religioso cercando in tutte le direzioni, con la consapevolezza che

è un diritto nativo non controllabile. Non si tratta del famoso “Cristo sì, Chiesa

no”, quasi ci sia alla base un rifiuto positivo della istituzione, ma della coscienza

di navigare in un campo, che, essendo spesso coinvolgente per la insistita e non

(7) cfr. Giovani del nuovo secolo, quinto rapporto Iard, il Mulino, Bologna 2002. cap VI

Page 73: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

facilmente eliminabile ricerca di senso, è ritenuto di competenza personale,

privata, insindacabile e quindi appartenente alla vita “parallela” rispetto alla

società, che ogni giovane si scava per il suo benessere. E’ una domanda che

esige di essere orientata al Dio di Gesù Cristo, come è accolto nella Chiesa,

la vera “oggettività” che si invoca. Non è necessariamente l’oggettività che

invoca un mondo adulto preoccupato di relativismo e che non si accorge spesso

di ritenere oggettivo solo l’ingessamento in cui ha bloccato il vangelo e la vita

credente.

3. La lenta transizione all’età adulta

Se per passaggio all’età adulta si intende avere acquisito almeno questi cinque

elementi: fine del percorso formativo, acquisizione di un lavoro, indipendenza

economica dai genitori, creazione di una propria famiglia, esperienza della

paternità o maternità, nel mondo giovanile di oggi tale acquisizione diventa

ancora più lenta. Non è un fenomeno solo di oggi. È da tempo che si parla in

Italia di famiglia lunga. Oggi però siamo in grado di chiarire che il fenomeno

non è dovuto principalmente a mancanza di lavoro o di alloggio, o ad allungamento

di percorsi scolastici, ma a un condensato di motivazioni psicologiche, sociologiche,

famigliari, personali, di identità e di immagine di sé, che caratterizzano la nostra

società (8) e che influiscono sulla decisione del singolo in termini di modo di

pensare, di cultura. Non c’è uno slittamento globale di tutte le tappe, ma una

vera dilazione anche tra l’una e l’altra. Per esempio non è detto che terminati

gli studi o trovato il lavoro, l’indipendenza economica e abitativa si decida di

fare la nuova famiglia.

I passaggi sono più lenti tra gli scolarizzati; questo secondo me indica anche

che tutto l’impianto formativo è separato dalla vita, dal gusto di vivere, dalla

dimensione più umana e coinvolgente dell’esistenza, è astratto, è senza

concretezza. Non è l’ignoranza che fa decidere di più di buttarsi nella vita,

ma l’astrattezza che fa stare guardinghi e sfiduciati di fronte alle qualità della

bellezza dell’esistenza.

(8) ibid. pag. 27

75Convegno Pastorale Diocesano

Page 74: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

L’influsso dei genitori in questo prolungamento non è secondario, anzi è piuttosto

complice.

4. I due momenti decisionali della vita di un giovane: l’adolescenzae il 25esimo annoIl sentimento prevalente di molti giovani è di sentirsi inadeguato col bagaglio

che ciascuno ha ad affrontare la vita e di vedere sempre nell’adulto un giudizio

impietoso che lo aspetta. Questo incide molto sulle decisioni che ciascuno

deve prendere. Si sa che gli adolescenti vivono in maniera particolare e delicata

la stagione delle decisioni in autonomia, la desatellizzazione dai genitori, la

lotta per una propria autonomia e libertà. Proprio per questo si affiancano loro

educatori, adulti, insegnanti, famiglia…. Oggi però non è detto che passata

la classica età dell’adolescenza i giovani siano più autonomi e definiti. A mano

a mano che i giovani crescono si sentono più sicuri emotivamente, ma crescendo

aumenta una sensazione di solitudine che ha il punto critico sui 25 anni, dopo

questa età aumenta il numero di coloro che sentono di non poter contare

sull’aiuto di qualcuno, di non essere apprezzati. Potrebbe essere la volta buona

per decidersi, ma questo avviene senza sentimenti di soddisfazione o di felicità.(9)

Se uno intorno ai 25 anni non ha ancora deciso che cosa fare nella vita farà

molta più fatica a prendersi responsabilità; chi invece ci è arrivato prima si

sente più responsabile. È una sorta di punto di svolta dell’esistenza. Se a 25

anni il bilancio è negativo, aumenta la sensazione di essere poco capace, poco

potente e aumentano i sentimenti di inadeguatezza. A questa età occorre ancora

di più avere a disposizione adulti-guida. Sono giovani responsabili, ma soli.

Percentuale dei giovani che non hanno ancora raggiunto nessuna tappa che

introduce all’età adulta:

15-17 anni 93%

18-20 67%

21-24 44%

25-29 19%

30-35 5%

(9) cfr. ibid. pag. 61

Convegno Pastorale Diocesano76

Page 75: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

Pensando che il superamento di almeno tre tappe indichi un buon avvio allostatus di adulto, le percentuali che seguono dicono quanti non le hanno ancoraraggiunte:

15-17 non si pone il problema18-20 98%21-24 94%25-29 73%30-34 35%

Senza assolutizzare il 25esimo anno, una cosa è chiara: dopo l’adolescenzaesiste un altro periodo della vita che ha bisogno di una ulteriore presa dicoscienza della propria responsabilità, che fa emergere la necessità di prendersiin mano la vita, che funge da salto qualitativo nel mondo delle decisioni eche sembra fungere da ultima spiaggia, almeno per una visione progettualedella vita. Spesso per i giovani coincide con il ritorno all’esperienza di fedeo ecclesiale, sia per la fine degli studi universitari, sia per una eventualedecisione affettiva. La comunità cristiana offre una catechesi in gruppi stabilio è costretta a proporre una nuova evangelizzazione, perché non può contareanche su cammini ben fatti nell’adolescenza?

5. La vita parallela, gli spazi informali come luoghi di formulazionee condivisione della speranza e della decisione

In questo contesto però il fenomeno più rilevante di questi tempi è che i ragazzi

e i giovani sono disposti a concedere all’adulto e alle sue istituzioni, inventate

per farli crescere e inserire nella vita pubblica come scuola, parrocchia, catechismo,

famiglia, parte della loro vita, spesso in forma un po’ passiva, tutto il tempo

richiesto, ma non certo tutto il loro sentire e la loro carica di energie necessarie

per decidersi. Queste energie e questo feeling vengono spostati quasi con una

operazione di bonifico bancario sulla vita parallela che si ritagliano nei loro

spazi: gruppi, muretti, pub, corsi, spiagge, discoteche, centri commerciali,

pizzerie, ville comunali, corridoi delle scuole, cancelli degli oratori, gite scolastiche…

77Convegno Pastorale Diocesano

Page 76: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

e soprattutto la notte. Qui vengono collocate tutte le energie necessarie perdecidersi, tutti i tentativi di trovare felicità, tutte le stesse domande di ulterioritàe di religiosità.La casa del senso è la vita quotidiana con il suo insieme di relazioni, esperienzeaffettive, attività del tempo libero. Il senso lo va scoprendo entro i luoghidell'invenzione della speranza e della constatazione delle delusioni, nel ricamodi percorsi che inventa con la sua motoretta o la sua macchina, nella progettazionedelle risposte alle sue aspirazioni che avviene spesso nel gruppo del muretto,nella passeggiata sul corso, ai bordi dei campi da gioco o nei parchi, suitediosissimi spostamenti in bus per andare a scuola o al lavoro, nelle amiciziedi una stagione... Qui nascono e si formulano le ricerche e i primi tentatividi risposta al vivere. Qui affondano in strati impensati della coscienza individualei perché della vita che non risparmiano nemmeno i più superficiali e distratti.Qui, tra la sopportazione del caos del traffico e la fuga nel proprio mondoveicolato dalle cuffie si affacciano le inevitabili domande di ulteriorità. Cheparentela ha tutto questo con il luogo solenne di una celebrazione liturgicao col gruppo troppo ristretto di amici che in parrocchia o nel movimento hafatto quadrato attorno a se concentrandosi e difendendosi dagli estranei? Assumemolta rilevanza quella battuta di Andreoli che dice che i giovani sono in crisidi astinenza da fede e che occorre spacciare la fede, cioè fargliela incontrarenei meandri della vita quotidiana (ritornano i luoghi più impensati di cui parlail documento CEI).Gli spazi informali abitati dai giovani possono essere luoghi di annuncio, primipercorsi di evangelizzazione, spazi collegati a una comunità giovanile e adultache si sbilancia per le proposte forti?

Convegno Pastorale Diocesano78

Page 77: Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per ... · Comunicare il Vangelo ai giovani d’oggi, dono di Dio per la Chiesa e per il mondo DIOCESI DI UGENTO - S. MARIA

TIPOGRAFIA MARRA - UGENTO

AGOSTO 2003