Comune di Venezia: Ercole e la nuova guida dei boschi di Mestre

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Ciao! Io sono Ercole, la mascotte dei Boschi di Mestre, che rappresentano uno dei

maggiori programmi con cui il Comune di Venezia sta valorizzando la terraferma. L’idea di un grande bosco periurbano era nata già nel 1984 per volontà di un vasto movimento ambientalista che si opponeva all’edificazione di un nuovo ospedale in prossimità del bosco di Carpenedo. Da quel momento in poi l’impegno di mantenere e rivalutare le aree verdi della nostra zona si è sviluppato in un intervento sistematico, con il progressivo ripristino dei boschi planiziali, di specie arboree ed arbustive tipiche della pianura, e con la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua.

Anche grazie alla recente costituzione dell’Istituzione Bosco e Grandi Parchi

dedicata per l’appunto alla progettazione, realizzazione e gestione dei boschi, oggi i Boschi di Mestre fanno parte a pieno titolo del tessuto urbano. Una realtà di ben 230 ettari, di cui 120 aperti al pubblico.

Seguitemi,Vi faccio strada...

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Allora, giusto per orientarci: i Boschi di Mestre sono quattro e si trovano tutti negli

immediati dintorni della città. Guardando la piantina a lato, li individuate subito: c’è il Bosco del Dese, il più esteso di tutti, lambito dal fiume omonimo; il Bosco dell’Osellino, vicino al Parco di San Giuliano; il Bosco di Campalto, in prossimità della gronda lagunare un vero gioiello di architettura di paesaggio, e infine, il Bosco di Carpenedo sito di interesse comunitario e di tutela delle specie in via di estinzione.

Differenti tra loro per superfici, scenari e ambienti, rappresentano tutti delle vere

e proprie riserve d’ossigeno. I boschi, infatti, depurano l’aria attraverso l’assorbimento di carbonio che viene trattenuto nel legno e nel suolo, filtrando così le immissioni provenienti dalla fitta rete stradale e dal vicino aeroporto. Le aree umide assolvono una funzione di disinquinamento dell’acqua mediante fitodepurazione, contribuiscono alla stabilità idraulica del territorio, funzionano come riserva d’acque durante i periodi di siccità.

Purezza dell’aria e dell’acqua, ma non solo! I Boschi di Mestre rappresentano anche e soprattutto dei piacevoli luoghi di svago e di divertimento, da frequentare con gli amici e la famiglia.

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Volete vivere piacevolmente i Boschi di Mestre? Non avete che l’imbarazzo del-

la scelta: potete passeggiare tranquillamente, praticare jogging o nordicwalking, allenarvi alla corsa per mantenervi in forma, oppure girare a cavallo o in bicicletta.Se invece non siete degli sportivi nati, potete andare alla scoperta della fauna e della flora, comprese quelle delle zone umide. E perché non organizzare un picnic domenicale in fa-miglia? O un pomeriggio tra amici, per chiac-chierare e divertirsi all’aria aperta? O magari preparare un esame estivo studiando all’om-bra degli alberi? Ricordatevi che ogni stagione presenta colori, profumi e suoni diversi, caratterizzando ogni area di un aspetto sempre nuovo, che merita di essere ammirato e, perché no, fotografato.Qualsiasi sia la vostra attività preferita, tutto quello che vi si chiede è di attenervi alle nor-me comportamentali del regolamento esposto all’ingresso e riportato anche nell’ultima pagi-na di questo opuscolo.

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Il Bosco del Dese, nei pressi di Favaro Veneto e lambito a nord dal fiume omonimo,

identifica tre aree boscate: il Bosco Ottolenghi, il Bosco di Franca, il Bosco Zaher. Con una superficie totale di circa 96 ettari. È il più esteso dei quattro Boschi di Mestre.Nel corso del 2012 sono stati realizzati due importanti interventi di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica; si sono create due zone umide artificiali con l’obiettivo di ridurre il carico di nutrienti veicolati dalle acque alla Laguna.Si tratta della Zona Umida Forte Cosenz e la Zona Umida Ottolenghi.

Oggi, terminata l’opera, il paesaggio è tornato ad assumere un aspetto naturale:

i corsi d’acqua di origine irrigua, artificiali e rettilinei, sono diventati sinuosi, alternando sponde ripide a sponde più dolci dove sono state messe a dimora piante erbacee igrofile idonee ad assorbire e trasformare le sostanze ricche di fosforo e azoto, derivanti dai prodotti utilizzati in agricoltura, che sono disciolte nell’acqua. Sono state piantate piante erbacee

igrofile come canna palustre, tifa di Laxmann e varie specie di carice capaci di depurare l’acqua.

Il progetto è particolarmente importante ai fini del miglioramento naturalistico.

Gli ambienti umidi (come ad esempio gli stagni, le zone paludose, le torbiere, ecc.) sono infatti l’ambito ecologico che nel secolo scorso ha subito il maggiore deterioramento, sia a livello qualitativo che quantitativo. Un fenomeno legato prevalentemente al bisogno crescente di terreni coltivabili ed edificabili, che è stato accelerato dall’estrema vulnerabilità di questi ecosistemi.

In Italia il problema è facilmente riscontrabile in tutta la pianura padana, dove un

tempo l’acqua occupava ampie superfici e contribuiva in modo determinante a preservare un’elevata diversità ambientale e biologica. L’impoverimento degli habitat acquatici e umidi è quindi una delle cause che ha influito maggiormente sulla riduzione del numero di specie animali e vegetali presenti negli ambienti di pianura.

Gli interventi di riqualificazione del reticolo idrografico si sono prefissi quindi di aumentare la capacità di invaso dell’intera area, di estendere le superfici di contatto acqua-vegetazione e di rallentare il deflusso delle acque verso la Laguna di Venezia, con l’obiettivo più generale di accrescere in modo diffuso la diversità ambientale lungo i corsi d’acqua e di migliorare la qualità delle acque della Laguna di Venezia.

Fiume Dese

BOSCO DEL DESE

ForteCosenz

Boscodi Franca

Favaro

BoscoOttolenghi

AreeQuerini

BoscoZaher

A

A

B

B

C

C

Area umida Ottolenghi nord

Area umida Ottolenghi sud

Area umida Cosenz

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Il bosco Ottolenghi misura circa 30 ettari di superficie, di proprietà della Fondazione

Querini Stampalia ora in usufrutto al Comune di Venezia, questa importante porzione boschiva è stata piantata nel 1997 con fondi dell’Unione Europea e nel 2007 era già pronta per essere utilizzata.La realizzazione di attrezzature - percorsi pedonali e ciclabili, aree di sosta, passerelle, parcheggio, segnaletica…- ne permettono una piacevole frequentazione per più occasioni: dallo sport al tempo libero.

Il bosco è dedicato alla memoria di Adolfo Ottolenghi, uomo di dialogo e cultura,

Rabbino della comunità ebraica durante la Shoah, deportato e ucciso ad Auschwitz assieme a tanti suoi concittadini.All’interno del bosco un luogo della Memoria lo ricorda con un monumento disegnato dall’architetto Guido Zordan.Il bosco diventa così anche un’occasione di riflessione: per mantenere vivo il valore di un uomo di pace e per promuovere una politica del ricordo che ha come obiettivo quello di tramandare alle giovani generazioni la memoria della catastrofe nazifascista.

P

versovia Ca’Solaro

versovia Altinia

via Forte Cosenz

legenda

percorsi

percorsi

strada c

piazzola

luogo d

corsi d’a

ippovia

entrata

100 50metri

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Il bosco di Franca si affianca al bosco Ottolenghi e rappresenta la sua estensione fino

all’ingresso di via Altinia. È dedicato ai ragazzi desaparecidos durante la dittatura militare argentina degli anni settanta. Franca Jarach, uccisa a diciotto anni durante la dittatura militare che ha colpito tanti studenti del Liceo National di Buenos Aires, simbolicamente li rappresenta tutti.Nell’ambito del progetto didattico sui diritti umani e la memoria dei Desaparacidos argentini promosso dall’Associazione rEsistenze, con la partecipazione di alcune scuole superiori veneziane e delle rappresentanti delle “Madres de Plaza de Mayo”, è stata loro dedicata una siepe arborea.Gli alberi si fanno così un vero e proprio monumento vivente, efficace più della pietra, per ricordare coloro dei quali si era voluta distruggere anche la loro stessa memoria.Dal punto di vista naturalistico quest’area, che ha un’estensione di circa 22 ettari, è particolarmente interessante in quanto vi interagiscono tre diversi ecosistemi: il bosco, le aree umide e il prato. Il bosco è stato realizzato tra il 2003 e il 2006, secondo le specifiche del Querco Carpineto Planiziale, la formazione tipica dei boschi della pianura padana.

ainitlA aiv via Forte Cosenz

Entrata

Favaro Veneto

Dese

bosco Franca

ForteCosenz

LEGENDA

bosco e radura di Franca

aree umide

percorso ciclopedonale

piazzola di sosta

entrata

ippovia

la siepe-dedica

radura bosco Ottolenghi

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Le aree umide sono state realizzate nel 2012. Si tratta di due grandi bacini che hanno lo

scopo di depurare l’acqua dei canali che sfociano in Laguna grazie all’azione delle specie vegetali igrofile piantate. Un simile ambiente attrae anfibi e uccelli acquatici, incrementa la biodiversità e migliora significativamente il paesaggio naturale. Il terzo ambiente è la radura, che si estende per circa 3 ettari ed è attraversata da un percorso ciclo-pedonale.Nella parte centrale dell’area è stata conservata una siepe boscata preesistente come testimonianza della gestione tradizionale dei terreni agricoli: platani, robinie, olmi campestri e pioppi venivano mantenuti, specialmente lungo i fossi, per ricavarne legname da ardere e per la produzione di utensili necessari alle lavorazioni agricole. Con l’obiettivo di migliorare il paesaggio e aumentare la biodiversità è inoltre stato seminato un miscuglio di sementi costituito da specie erbacee annuali (principalmente papavero e fiordaliso) e perenni (tra cui margherita, salvia dei prati, centaurea minore, vulneraria) tipiche dei prati delle nostre latitudini. Le annuali fioriranno nel primo anno vegetativo e poi andranno progressivamente a scomparire, mentre le perenni le sostituiranno dal secondo anno vegetativo. (poesia di Franca Jarach)

Lugar di Franca Jarach

A la mañana pasocerca de un sitio rodeado de murosaltos grices tristes suciosde carteles, de vote lista azulun día miro adentroes una villa miseria.Gentemás gente.Vestida de tela baratadesnuda de felicidad.Una chica me ofrece limones“cien la docena, compremé”.Tiene trece años, más o menosmi edad.Un almacén ruinoso,con ratas, con suciedadcon microbios funestos.Es un sitio rodeado de murossucios de crímines humanosque son sólo nuestros.

Al mattino passovicino a un luogo circondato da murialti grigi tristi sporchidi manifesti, di vota lista azzurraun giorno guardo dentrouna favela.Genteancora gente.Vestita a buon prezzonuda di felicità.Una ragazza mi offre dei limoni“cento lire per una dozzina, me li compra?”.Ha tredici anni, più o menola mia età.Un magazzino rumorosocon topi, sporciziacon microbi funesti.È un luogo circondato da murisporchi di crimini umaniche sono soltanto nostri.

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P

a i n i t l A a i v

z n e s o C e t r o f a i v

Entrata Ca’ Colombara verso il terminal del tram

Ca’Abbondanza Ent r a ta

via Altinia Ent r a ta

a c n a r F i d e i h g n e l o t t O i h c s o b

fontana

LEGENDA

piaz

percorso ciclopedonale

z ola di so s ta

c orsi d’a c qua

area umida

semaforo a chiamata ent r a ta

quaderno di Zaher

ippovia

bosco di Zaher

verso Dese

verso Favaro Veneto

Il bosco Zaher ha un’estensione di 44 ettari ed è stato aperto al pubblico nel 2010. Per renderlo

maggiormente fruibile è stato attrezzato con arredi e percorsi ciclopedonali. L’Istituzione tra il 2003 e il 2009 ha svolto le operazioni di impianto forestale. Al suo interno sono evidenti le preesistenti siepi boscate di platani, robinie, olmi campestri e salici bianchi che sono state conservate e valorizzate per essere testimonianza della gestione agricola tradizionale che da queste ricavava vimini, fascine e legname. Per aumentare la diversità ecologica sono state mantenute alcune zone a prato e sono state creati piccoli invasi di acqua per consentire lo sviluppo di comunità igrofile, creando così un ambiente relativamente umido.

Raggiungibile anche con il bus 84 (seconda fermata in via Altinia appena passato l’abitato di Favaro)

e con il tram, questo bosco urbano vuole essere anche una infrastruttura per la “mobilità morbida”. Al suo interno, infatti, passano 1,7 km dell’Ippovia Litoranea Mestre-Jesolo e un percorso ciclopedonale di 3,2 km. Quest’ultimo, dall’uscita di via Ca’ Colombara, prosegue per le aree dell’Istituto Santa Maria della Pietà e per via del Lazzaretto, collegando così il bosco al terminal del tram di via Monte Celo: un accesso sicuro per chi proviene dalla città e un’alternativa alla viabilità più pericolosa.

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Questi versi sono stati trovati in una pagina del quaderno di Zaher Rezai, un ragazzo di 13 anni fuggito dalla guerra in Afghanistan.Zaher si mise in viaggio da solo alla ricerca della libertà, di una nuova vita e di un futuro migliore di quello che avrebbe potuto avere nel suo Paese. Il 10 dicembre del 2008, dopo essere sbarcato dalla nave nel porto di Venezia, si aggrappò sotto un camion per eludere la frontiera, ma poi cadde stremato e concluse la sua breve vita in Via Orlanda a Mestre.Nel suo zainetto furono trovati ildiario e alcuni oggetti, tra cui un leoncino di plastica.

All’interno del Bosco dedicato a lui è stata realizzata una scultura installazione del Maestro Luigi Gardenal che raccoglie le parole e le immagini del suo quaderno e il suo leoncino, unico compagno del suodrammatico viaggio.

Il quaderno di Zaher

Giardiniere, apri la porta del giardino;io non sono un ladro di fiori,io stesso mi sono fatto rosa,non vado in cercadi un fiore qualsiasi

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Alcuni dei Boschi di Mestre si possono attraversare anche a cavallo. Nel Bosco

del Dese, per esempio, è stata realizzata un’ippovia che, snodandosi su un sentiero sterrato realizzato ad hoc, rende le passeggiate agevoli, praticabili e sicure anche per i cavalieri meno esperti. Un’opportunità in più per praticare un’attività che, oltre a vivere a tu per tu con il proprio cavallo, consente di stare a stretto contatto la natura e di scoprirla da un’angolazione nuova.

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IngressoVia Altinia

Ingresso Cà Colombara

IngressoBosco Franca

Ingresso Canale Scolmatore

Ingresso Parcheggio Ferrovia

Forte Cosenz

P

P

Ingresso Bosco Zaher

Ingresso BoscoOttolenghi Nord

FiumeDese

P

FAVARO

MP

Ingresso BoscoOttolenghi Sud

M

BoscoZaher

BoscoFranca

BoscoOttolenghi

Ingresso Fiume Dese

TOTALE LUNGHEZZA PERCORSICICLO-PEDONALI BOSCHI: Km 9,8

TOTALE LUNGHEZZA IPPOVIANEI BOSCHI: Km 5,2

M

BOSCO ZAHER: Ippovia itinerario n° 2 Km 1,9 Bosco Zaher

Percorso ciclopedonale Km 3,2 Bosco Zaher

BOSCO OTTOLENGHI: Ippovia itinerario n° 1 Km 3,3 Bosco Ottolenghi e Bosco Franca

Percorso ciclabile Km 2,3 Bosco Ottolenghi

Percorso pedonale Km 2,7 Bosco Ottolenghi

BOSCO FRANCA: Ippovia itinerario n° 1 Km 3,3 Bosco Ottolenghi e Bosco Franca

Percorso ciclopedonale Km 1,6 Bosco Franca

Aree umidebassurecorsi d’acqua

Semaforoa chiamataFontana

Parcheggio

Ingresso Ippovia

Area di sosta

Monumento

Bosco

P

Ingresso Via Forte Cosenz

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PERCORSOCICLOPEDONALE E IPPOVIA

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Il Bosco dell’Osellino si estende per circa 8 ettari lungo il Canale omonimo;

l’Istituzione ne ha progettato un’estensione per altri 11 ettari in direzione di Mestre.

La comunità vegetale del Bosco dell’Osellino, un Querco-Carpineto

Planiziale le cui principali specie arboree sono la farnia ed il carpino bianco, è caratterizzata da un elevato numero di specie arboree e arbustive autoctone: un totale di 13.000 piante di ben 35 specie diverse. Oltre a una significativa presenza dell’ontano nero, del frassino ossifillo e del pioppo nero, tra gli alberi

sono presenti anche il melo e il pero selvatico, il pioppo bianco e l’olmo

campestre. Tra le piante arbustive spiccano il prugnolo, la rosa di macchia,

il sambuco nero, il nocciolo, la frangola e il pado.

Nel bosco sono state mantenute le siepi e le scoline preesistenti, così come

un’area umida, in modo da garantire una maggiore biodiversità dell’ecosistema.

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27entrate da via Pertini

entrata da viale San Marco

entrata dall’argine dell’Osellino

entrata da Rione Pertini

anfiteatro

servizi

torre

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lana

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2

1

3

4

5

6

7legenda

percorsi pedonali

percorsi ciclabili

piazzola di sosta

n° ingresso al boscocorsi d’acqua

3

zone umide

luogo della memoria

Lungo l’intero perimetro dell’area boscata si sviluppa un agevole sentiero, mentre percorsi su tavolati in legno attraversano il fitto bosco all’interno.

Una struttura in ferro, la torre di avvistamento, lo domina dall’alto,

spaziando a 360° sulla laguna e la terraferma veneziana.Nel 2012 è stato realizzato a cura dell’architetto Giovanna Mar il monumento o meglio “luogo”, dedicato a Gaetano Zorzetto, per ricordare il suo impegno ambientalista per dare a Mestre un volto nuovo. L’opera rappresenta l’indissolubile legame tra uomo e natura nel riconoscimento, da parte dell’uomo, del valore immenso della preservazione della natura.Anche questo bosco urbano è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici: bus 31, 32 e 24 con fermate in Viale Pertini; bus 12 e 84 con fermata in Viale Vespucci.

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Bosco di Carpenedo

Il toponimo Carpenedo indica la presenza di boschi di carpino bianco, documentati in

questo territorio fin dal 1300. Questo bosco ne rappresenta l’ultimo residuo arrivato fino a noi.L’area è protetta dall’Unione Europea che l’ha classificata come SIC (Sito d’Interesse Comunitario), per la qualità e la rarità degli ambienti che vi si trovano: il bosco planiziale misto di querce insediatesi nell’ultimo post glaciale e i prati mesofili. Inoltre, per le caratteristiche dell’avifauna presente, l’area è stata definita anche come ZPS (Zona a Protezione Speciale) e fa quindi parte della Rete Natura 2000.Il Bosco di Carpenedo, difeso negli anni Ottanta dal movimento ambientalista locale che si opponeva alla costruzione nella sua area di un nuovo ospedale, è costituito da quattro ambienti ben distinti fra loro per un totale di 10 ettari: • il bosco storico, residuo dell’antico Querco

Carpineto che in origine ricopriva l’entroterra veneziano

• i nuovi impianti boschivi realizzati tra il 1990 e il 1998-99

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legenda

percorsi pedonalipercorso riservatoa visite guidatestrada carrabile

piazzola di sosta

corsi d’acqua

zone umide

entrata

prato protettovietato calpestare

P

Potnit l ed ai v

hcsob led aiv

etto

bosco storico area proprietà Provincia di Venezia

50 25 5metri

• i prati stabili, eredità dell’antica sistemazione agraria dell’area

• gli ambiti umidi delle bassure presenti nei prati e nei fossati.

Adiacente, esiste un’area di circa 3 ettari di proprietà della Provincia di Venezia, riforestata alla fine degli anni Novanta.

Nel 2009 sono stati eseguiti alcuni interventi di manutenzione: un taglio selettivo

di alberi adulti (diradamento) nell’area del “bosco storico” per favorire la crescita e l’affermazione delle giovani piantine di farnia ed una riduzione della densità (sfollo) degli alberi nei giovani impianti per governarne l’evoluzione boschiva. Per impedire il progressivo interramento di bassure e fossati ed aumentarne il valore ecologico, è stato anche ripristinato il sistema idraulico dell’area.Infine, per rendere più piacevole la fruizione dei visitatori, sono stati realizzati più percorsi, aree di sosta e una cartellonistica didattica.

Il bosco è aperto al pubblico con accesso limitato (nei giorni festivi in primavera ed in

autunno); per tutelarne la fragilità ambientale, le porzioni di prato mesofilo non sono calpestabili e visibili da percorsi perimetrali.

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Il Bosco di Campalto è un riuscito esempio di bosco naturalistico usato come parco urbano.

Il progetto dell’arch. Andreas Kipar, realizzato nel 2007, è stato aperto al pubblico solo un anno dopo grazie ad un’impostazione che ne ha consentito l’immediata fruizione: la realizzazione di ampi prati, l’uso di alberi “a pronto effetto” messi a dimora in scenografici filari e l’impianto di macchie arbustive dalle spiccate caratteristiche ornamentali nelle zone perimetrali.Nell’ambito dell’ecosistema “bosco” si sono conser-vati alcuni spazi aperti (radure e corridoi verdi) per garantire un migliore grado di biodiversità; è stata realizzata un’area a prato alberato, attrezzata con sedute di vario tipo, come elemento di dialogo e di transizione tra il tessuto urbano e quello agricolo.

Uno degli interventi più interessanti è sicura-mente la rinaturalizzazione delle

sponde della Fossa Pagana con l’impianto di una fascia di vegetazione ripariale con funzioni di fitode-purazione.Questa esperienza dimostra che un bosco può essere usato anche come verde di quartiere, svolgendo i suoi benefici effetti sull’ambiente e con costi di ma-nutenzione inferiori a quelli necessari al manteni-mento di un parco pubblico tradizionale.

5

legendapercorsi pedonali

percorsi ciclabili

piazzola di sosta

corsi d’acqua

fermata dell’autobus

entrata

P

Cimitero

Via Cimitero di Campalto

5Via O

rlanda

Albero di Giulia

85

Verso Forte Bazzera

lungo l’argine

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L’albero di GiuliaAll’interno del bosco di Campalto c’è l’albero di Giulia, un tiglio che sostiene alcune formelle in terracotta realizzate dagli studenti della scuola media Gramsci, guidati dal prof. Sabbadin, che ricorda Giulia Abbadir e tutte le vittime del traffico a Campalto. Il bosco, ancora una volta, rappresenta uno strumento di riqualificazione urbana importante anche per il suo alto valore simbolico, oltre che per il suo essere un elemento di cambiamento della gestione del territorio finalizzato all’aumento della qualità di vita dei cittadini.Il progetto del Bosco di Campalto sarà veramente concluso solo quando si riuscirà a realizzare un collegamento ciclabile sicuro fino al centro abitato di Campalto, da cui già oggi è possibile raggiungere il Parco S. Giuliano e quindi il centro di Mestre percorrendo una pista ciclabile lungo la gronda lagunare.

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Il Bosco della Campagnazza: l’impianto è stato realizzato nel 2007 si estende su

un’area di circa 25 ettari posta alla periferia dell’abitato di Favaro Veneto, in località Campagnazza.

È accessibile da via Ca’ Colombara, a sud, e da via Litomarino, a nord. L’area è immersa in un contesto prevalentemente agricolo e si presta alla didattica agroforestale: mostra, come in un museo all’aperto, le possibili forme di utilizzo agro-forestale del territorio rurale.

La presenza di aree con siepi e coltivi, di radure estese, di un arboreto dimostrativo

e di una lunga zona boscata.

(Prossima apertura al pubblico)

INGRESSOBosco naturaliforme

Sistemi agro-forestali

Siepi campestri

Prato arborato

Arboreto

Prato

LEGENDA

Percorso ciclopedonale

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Quercus Robur - Farnia Carpinus betulus - Carpino bianco Acer campestre - Acero campestre

Tilia cordata - Tiglio selvatico Alnus glutinosa - Ontano nero Populus alba - Pioppo bianco

Malus silvestris - Melo selvatico

Prunus avium - Ciliegio

Fraxinus angustifolia - Frassino o. Ulmus minor - Olmo campestre Populus nigra - Pioppo nero Salix alba - Salice bianco

Alb

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Prunus spinosa - Prugnolo Rosa canina – Rosa canina Viburnum opulus - Pallon di neve

Euonymus europaeus - Fusaggine

Salix cinerea - Salice cenerino Corylus avellana - Nocciolo Sambucus nigra - Sambuco nero Rubus fruticosus - Rovo turchino

Viburnum lantana - Lantana

Ligustrum vulgaris - LigustrelloCrategus monogyna - Biancospino Cornus mas - Corniolo

Arb

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CinciallegraParus major

ScriccioloTroglodytes troglodytes Pettirosso

Erithacus rubecula

Balia neraFicedula hypoleuca

PasseroPasser domesticus

CardellinoCarduelis carduelis

GazzaPica pica

Picchio verdePicus viridis Picchio rosso

Dendrocopos major

CuculoCuculus canorus

Gufo comuneAsio otus

CivettaAthene noctua

Rospo smeraldinoBufo viridis

Rana agileRana Dalmatina

Rospo comuneBufo bufo

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Raganella italicaHyla intermedia

Tartaruga palustreEmys orbicularis

RamarroLacerta bilineata

Tritone crestatoTriturus carniflex

BiaccoHierophis viridiflavus

MoscardinoMuscardinus avellanarius

ScoiattoloSciurus vulgaris

Lepre comuneLepus europaeus

TassoMeles meles

Talpa europeaTalpa europaea

Riccio europeoErinaceus europaeus

VolpeVulpes vulpes

FainaMartes foina

DonnolaMustela nivalis

Pipistrello albolimbatoPipistrellus kuhlii

disegni: Daniela Gerometta

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Regolamento

Nei Boschi di Mestre si deve osservare il Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con Delibera 141/2007; il soggetto gestore è l’Istituto Bosco e Grandi Parchi.

In tutti i Boschi di Mestre è vietato:• costruire capanne sugli alberi, appendervi

corde e inchiodarvi tavole;• abbandonare rifiuti al di fuori degli appositi

contenitori;• danneggiare piante o attrezzature;• asportare piante o terriccio;• raccogliere funghi;• abbandonare animali;• accendere fuochi;• l’accesso ai mezzi motorizzati anche con

motore spento;• entrare nei canali e negli specchi d’acqua o

farvi accedere animali;• disturbare la quiete con attività rumorose,

intense o prolungate.

Tutti i cani devono essere condotti al guinzaglio, i loro escrementi devono essere

rimossi dai sentieri; quelli aggressivi o di altezza al garrese superiore ai 60 cm devono indossare la museruola.

Le biciclette e i cavalli possono transitare esclusivamente sui percorsi indicati e comunque devono dare la precedenza ai pedoni.

Chi esce dai sentieri lo fa a proprio rischio e pericolo.

La mancata osservanza del regolamento è punita con una sanzione amministrativa da 25 euro a 500 euro.

Eventuali danni dovranno essere risarciti.I visitatori sono invitati a segnalare eventuali trasgressioni.

La vigilanza è esercitata dalla polizia locale(tel. 041 27 47 070).

È vietata la caccia.

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Istituzione Bosco e Grandi ParchiV.le Garibaldi, 44/a - 30173 Mestre (VE) T +39 041 5352224 - F +39 041 5352209

[email protected] www.boscoegrandiparchi.it

Seguici su:

Immagine Ercole: G. CavazzanoIllustrazioni: D. GeromettaFoto di: D. Gerometta, L. Tiriticco, L. VitaRealizzazione grafica: pallino.it

Partners

Associazione Bosco di Mestre

Museo di Storia Naturale di Venezia

LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli)

Ve.Ca.

Associazione micologica Bruno Cetto

Servizio Educazione Ambientale Comune di Venezia

F.I.A.B. (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

Oikos

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