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COMUNE DI SERAVEZZA Provincia di Lucca Settore Gestione e tutela del territorio Variante al vigente Regolamento Urbanistico per l’estensione dell’area “F4_Spazi e attrezzature di interesse generale privato “ della Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Ripa finalizzata alla creazione di un polo multifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla casa canonica parrocchiale DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI V.A.S. (articolo 22, legge regionale n° 10/2010 e s.m.i.) Il Funzionario Responsabile Arch. Andrea Tenerini Marzo 2012

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COMUNE DI SERAVEZZA

Provincia di Lucca Settore Gestione e tutela del territorio

Variante al vigente Regolamento Urbanistico per l’estensione

dell’area “F4_Spazi e attrezzature di interesse generale privato “ della Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Ripa finalizzata alla creazione di un polo multifunzionale a

carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla casa canonica parrocchiale

DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI V.A.S.

(articolo 22, legge regionale n° 10/2010 e s.m.i.)

Il Funzionario Responsabile

Arch. Andrea Tenerini

Marzo 2012

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INDICE 1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1.1. Riferimenti normativi nazionali e regionali 4 1.2. La verifica di assoggettabilità a VAS della variante al Regolamento Urbanistico 4 1.3. Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale 5 1.4. La valutazione del Regolamento Urbanistico vigente 5 1.5. L’autorità procedente e l’autorità competente 6 2 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’AREA OGGETTO DI VARIANTE URBANISTICA 2.1. Ubicazione 7 2.2. Individuazione catastale della proprietà 9 2.3. Individuazione urbanistica della proprietà 10 2.4. Uso attuale della superficie oggetto di progetto e contorno dell’area 10 3. PREVISIONI DEL PIANO STRUTTURALE 14 4 MOTIVAZIONE E SINTESI DELLA VARIANTE URBANISTICA 4.1.Motivazione variante urbanistica 16 4.2. Sintesi della variante cartografica al Quadro di dettaglio delle previsioni di Ripa (2) 17 4.3. Perequazione Urbanistica 18 4.4. Sintesi della variante alle norme tecniche di attuazione 18 4.5. Dimostrazione Parcheggi 22 4.6. Effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera e relative opere di mitigazione 23 5. COERENZA DELLA VARIANTE CON LE PRESCRIZIONI E GLI INDIRIZZI DEI PIANI SOVRAORDINATI

5.1. Il Piano di Indirizzo Territoriale 24 5.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca 25 5.3. Il Piano Strutturale del Comune di Seravezza 25 5.3.1. Coerenza con le risorse essenziali del territorio (Art. 39 c.1 del PS) 26 5.4. Il Piano Regionale di Azione Ambientale 26 5.5. Il Piano Regionale della mobilità e della logistica 27 5.6. Coerenza con gli indirizzi e prescrizioni della l.r. 1/05 e dei regolamenti attuativi in

merito alla sostenibilità ambientale degli interventi 27

5.7. Normative vigenti in tema ambientale pertinenti la variante al regolamento urbanistico

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5.7.1. Risorsa acqua 29 5.7.2. Risorsa aria 30 5.7.3. Risorsa suolo 31 5.8. Il paesaggio e i beni architettonici 32 5.9. Il sistema rifiuti 32 5.10. Inquinamento acustico 33 5.11. Sistema energia e cambiamenti climatici 34 5.11.1. Cambiamenti climatici 34 5.11.2. Energia 36 5.12. Inquinamento elettromagnetico (radiazioni non ionizzanti) 38 6. LE PREVISIONI DELLA VARIANTE NORMATIVA ALLE NORME DI ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO URBANISTICO E LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

6.1. la risorsa acqua 39 6.1.1. Azioni previste 39 6.2. La risorsa aria 39 6.2.1. Azioni previste 39 6.3. La risorsa suolo 39 6.3.1. Azioni previste 40 6.3.2. La fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica 40 6.4. Paesaggio e beni architettonici 41 6.4.1. Azioni previste 41 6.5. Sistema rifiuti 41 6.5.1. Azioni previste 41 6.6. Inquinamento acustico 41 6.6.1. Azioni previste 41 6.7. Energia 41

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6.7.1. Azioni previste 42 6.8. Inquinamento elettromagnetico 42 6.9. Inquinamento luminoso 42 6.9.1. Azioni previste 42 7. QUALITÀ DELLA VITA E SALUTE UMANA 42 8. ASPETTI SOCIOECONOMICI 43 9. SINTESI DEGLI EFFETTI AMBIENTALI 43 10. ANALISI DEGLI EFFETTI CUMULATIVI E SINERGICI 44

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1. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1.1 Riferimenti normativi nazionali e regionali La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) indica un processo volto ad assicurare che nella formazione e approvazione di una variante o di un programma, siano presi in considerazione gli impatti significativi sull’ambiente che potrebbero derivare dall’attuazione dello stesso. La VAS serve per:

• capire se nella definizione dei contenuti del programma siano stati tenuti in piena considerazione gli effetti ambientali prevedibili;

• definire le scelte dello stesso programma; • individuare preventivamente gli effetti che deriveranno dall’attuazione della variante e del

programma; • selezionare tra varie possibili soluzioni alternative quella maggiormente rispondenti agli

obiettivi dello sviluppo sostenibile; • individuare le misure volte a impedire, mitigare o compensare l’incremento delle eventuali

criticità ambientali già presenti e i potenziali impatti negativi delle scelte operate. La procedura di VAS serve a fornire gli elementi conoscitivi e valutativi per la formulazione delle

decisioni e consente di documentare le ragioni poste a fondamento delle scelte strategiche, sotto il profilo della garanzia della coerenza delle stesse con le caratteristiche e lo stato dell’ambiente. La VAS è regolata dalle seguenti disposizioni legislative:

• Direttiva 2001/42/CE. La direttiva pone l’obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali durante l'elaborazione di piani o programmi;

• Normativa statale. In Italia la normativa di attuazione della direttiva comunitaria è costituita dal D.lgs 152/06 "Norme in materia ambientale" come modificato dal D.lgs. 4/08, dal D.Lgs 128/10 e dal D.Lgs 129/10;

• Normativa regionale. In Toscana la VAS è parte integrante degli strumenti di pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio, così come previsto all’Art. 11 della l.r. 1/05 che, al comma 1, prevede che “gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio sono assoggettati al procedimento di valutazione ambientale strategica (VAS) nei casi e secondo le modalità indicati dalla l.r. 12/02/10 n. 10 (…)”.

La variante ha per oggetto 1.2 La verifica di assoggettabilità a VAS della variante al Regolamento Urbanistico Il comma 3 del art. 5 della l.r. 10/10 stabilisce che “l’effettuazione della VAS è subordinata alla preventiva valutazione (…) della significatività degli effetti ambientali” anche per i “piani e programmi che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e le relative modifiche che definiscano o modifichino il quadro di riferimento per la realizzazione dei progetti”. La variante del Regolamento Urbanistico modifica il Quadro di dettaglio delle previsioni di Ripa (2) inserendo in zona “F4” (Spazi e attrezzature di interesse generale privato) porzione della proprietà della Parrocchia di S.Antonio abate in Ripa attualmente ricadente in zona con destinazione “B2” (Insediamenti prevalentemente residenziali) oltre ad inserire un nuovo comma 12 quater all’articolo 67, per disciplinare nello specifico l’area oggetto della variante. Il presente documento preliminare illustra i contenuti della variante al Quadro di dettaglio delle previsioni di Ripa (2) del Regolamento Urbanistico ed alle norme e regole del medesimo fornendo le informazioni e i dati necessari alla verifica dei possibili impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione della stessa ai sensi all’articolo 22 della l.r. 10/10 e s.m.i., secondo i criteri individuati nell’allegato 1 della citata l.r. 10/10. Il documento preliminare va quindi a costituire una “fase preliminare” indispensabile per indagare l’eventuale necessità di approfondimento degli effetti ambientali e per consentire l’attivazione di forme di consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione

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della variante, tra l’autorità “procedente” e l’autorità “competente” oltre che con gli altri soggetti competenti in materia ambientale. L’allegato 1 della l.r. 10/10 definisce i criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e

programmi. Essi sono: 1. Caratteristiche del progetto di variante urbanistica tenendo conto dei seguenti elementi:

• in quale misura il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti e altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse;

• in quale misura il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati;

• la pertinenza del programma per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

• problemi ambientali relativi al programma; • la rilevanza del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore

dell’ambiente; 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto, in

particolare, dei seguenti elementi: • probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti; • carattere cumulativo degli impatti; • natura transfrontaliera degli impatti; • rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti); • entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione

potenzialmente interessate); • valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa:

- delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; - del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; - dell’utilizzo intensivo del suolo; - impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale,

comunitario o internazionale. 1.3 Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale I soggetti e gli enti con competenze ambientali individuati per il confronto e la concertazione,

sono i seguenti: a) Enti territorialmente interessati:

• Regione Toscana - Dipartimento politiche territoriali e ambientali; • Provincia di Lucca - Settore Ambiente; • Provincia di Lucca – Settore Urbanistica; • Autorità di Bacino Toscana Nord; • Genio Civile / Ufficio regionale per la tutela delle acque e del territorio di Lucca e Massa

Carrara; b) Strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello

istituzionalmente interessati: • ARPAT Dipartimento Provinciale di Lucca – Settore Versilia; • AUSL 12 Versilia - Igiene e sanità pubblica; • Autorità Idrica Toscana - Sede della Conferenza territoriale N° 1 Toscana Nord; • GAIA SpA; • ATO - Rifiuti.

1.4 La valutazione del Regolamento Urbanistico vigente

Il RU del Comune di Seravezza, approvato nel 2009, contiene uno specifico elaborato dedicato

alle attività di valutazione integrata attraverso il quale: • si dà conto della coerenza del regolamento urbanistico con il Piano Strutturale;

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• le trasformazioni degli assetti ambientali, insediativi e infrastrutturali previste dal regolamento urbanistico sono assoggettate a specifica valutazione di coerenza, verifica di compatibilità, bilancio ambientale e a valutazione degli effetti territoriali e ambientali;

• in combinato con i contenuti perequativi stabiliti dal regolamento urbanistico, viene effettuato un bilancio per sistemi territoriali, sistemi funzionali, invarianti strutturali e UTOE;

• sono indicate forme diverse di perequazione e compensazione per l’attribuzione a carico dei soggetti attuatori degli interventi di trasformazione di oneri (monetari, di realizzazione di opere, di cessione d’area) finalizzati alla qualità insediativa, ambientale, territoriale e più in generale per la tutela del paesaggio.

Per l’attuazione dei progetti di trasformazione il regolamento urbanistico dispone che vengano eseguite delle verifiche in ordine a:

• la compatibilità con il piano di classificazione acustica; • la verifica dell’impatto prodotto da emissioni inquinanti in atmosfera ed acustiche (…);

laddove l’intervento produca incremento di traffico, preveda l’adeguamento della viabilità o realizzazione di viabilità (…) nonché una articolazione multifunzionale del sistema della mobilità anche tramite la creazione di piste ciclabili e percorsi pedonali (…);

• la disponibilità della risorsa idrica; • l’allaccio alla rete della fognatura pubblica dando anche atto, sentite le competenti

Autorità, dell’adeguatezza della rete fognaria; • il ricorso alle fonti rinnovabili di energia ai fini del risparmio energetico; • la previsione di eventuali aree necessarie a soddisfare le esigenze di raccolta,

differenziata e non, dei rifiuti prodotti; • la valutazione sull’esposizione in caso di presenza di campi elettromagnetici.

Sempre all’interno delle aree di trasformazione, il regolamento urbanistico prevede specifiche direttive per la qualità degli spazi e degli interventi pubblici, per la promozione della bioedilizia e dell’uso di fonti energetiche rinnovabili. Queste ultime nel rispetto delle “Linee guida per la valutazione della qualità energetica ed ambientale degli edifici in Toscana di cui alla DGRT 322/05 come modificata dalla DGRT 218/06”. Il “Rapporto di valutazione integrata” del regolamento urbanistico ha verificato i livelli di compatibilità e di coerenza delle trasformazioni, stabilendo delle prescrizioni operative che sono vincolanti e non derogabili per la realizzazione degli interventi. Tali prescrizioni sono riferite a:

• la fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica, con indicazioni e prescrizioni volte a evitare la vulnerabilità delle risorse eventualmente interessate;

• le modalità operative per la realizzazione degli spazi pubblici e altre misure di compensazione a carico dei proponenti (quali la cessione gratuita di aree per standard urbanistici e la contestuale realizzazione delle opere di urbanizzazione, la costruzione e cessione gratuita di alloggi, ecc.);

• le eventuali misure di perequazione da realizzare a carico dei proponenti anche in partizioni spaziali esterne;

• le misure di mitigazione da realizzare a carico dei proponenti e le eventuali ulteriori indicazioni tipologiche e morfologiche di dettaglio.

La verifica di assoggettabilità tiene conto delle valutazioni già fatte dal piano strutturale e dal regolamento urbanistico ed ha provvedendo ad integrare tali studi alle mutate condizioni legislative nel frattempo pervenute, in specifico al nuovo piano di indirizzo territoriale (PIT) della Regione Toscana. 1.5 L’autorità procedente e l’autorità competente In osservanza di quanto disposto con il citato D.Lgs. n. 152/2010 in coerenza con gli indirizzi applicativi e in analogia con gli atti deliberativi della regione Toscana (D.G.R.T. n. 87/2009, Allegato A, Parte A), con deliberazione del Consiglio Comunale n. 17 del 10 Febbraio 2010 erano stati individuati il Consiglio Comunale e la Giunta Comunale rispettivamente quale autorità procedente e quale autorità competente per i piani e i programmi da assoggettare a VAS. La definizione di “autorità competente” e “autorità procedente” contenuta all’art. 4, lett. h) e i),

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della legge regionale n° 10/2010 è stata successivamente modificata dalla legge regionale n° 6 del 17 febbraio 2012 nei termini che seguono:

• “autorità competente: è la pubblica amministrazione o l’organismo pubblico individuati all’art. 12, cui compete l’adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità, l’espressione del parere motivato e che collabora con l’autorità precedente o con il proponente il programma nell’espletamento delle fasi relative alla VAS”;

• “autorità procedente: la pubblica amministrazione che elabora ed approva il programma soggetto alle disposizione della legge regionale n°10/2010 e s.m.i., ovvero, ove il programma sia elaborato dal soggetto di cui alla lettera l) dell’art. 4 della legge regionale n°10/2010 (proponente) la Pubblica Amministrazione che approva il programma medesimo”;

la medesima legge regionale n° 6 del 17 febbraio 2012 ha chiarito, con il novellato, articolo 12 che l’Autorità competente è individuata nel rispetto dei principi generali stabiliti dalla normativa statale e che la stessa deve possedere i seguenti requisiti:

a) separazione rispetto all’autorità procedente; b) adeguato grado di autonomia; c) competenza in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo

sostenibile. Sulla base di ciò con Delibera della Giunta Comunale n° 93 dell’11 Luglio 2012 è stato individuato quale autorità competente un apposito gruppo tecnico costituito da tre membri interni all’Amministrazione Comunale composto da:

• l’ingegnere responsabile del Settore Lavori Pubblici e Ambiente; • un ingegnere istruttore dei Lavori Pubblici e Ambiente; • un Geometra responsabile del procedimento delle Autorizzazioni Paesaggistiche del

Settore Lavori Pubblici e Ambiente. 2 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’AREA OGGETTO DI VARIANTE URBANISTICA 2.1 Ubicazione La Parrocchia di S.Antonio Abate in Ripa è situata nel Comune di Seravezza, al centro della frazione di Ripa ed ha accesso diretto dalla strada di collegamento Provinciale. La proprietà della Parrocchia di Ripa interessa una superficie di circa 2000 mq disposta in due aree divise, non collegate su cui insistono chiesa parrocchiale e casa canonica. Le proprietà fanno parte del medesimo comparto urbano e sono di fatto legate dalla piazzetta posta tra Chiesa e casa che pur essendo di proprietà pubblica rappresenta l’area scoperta di congiunzione della vita parrocchiale, e sociale del luogo. Si accede al fondo oggetto della proposta di intervento dalla Piazza posta tra Chiesa e Canonica passando per Piazza Europa. Inoltre l’accesso all’area di intervento è possibile anche dalla strada Via del Popolo.

Veduta aerea prospettica Chiesa Parrocchiale - Canonica di Ripa e contorno dell’area (fonte Bing Maps)

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Veduta aerea Chiesa Parrocchiale - Canonica di Ripa evidenziate Proprietà Parrocchia di S.Antonio Abate – Ripa (fonte Bing Maps)

Veduta aerea con evidenziata Proprietà Comune di Seravezza

facente parte del Comparto F4 (fonte Bing Maps)

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2.2 Individuazione Catastale del comparto (unità minima di intervento) 1. Individuazione Catastale della Proprietà della Parrocchia di Ripa Ai fini dell’identificazione catastale della proprietà della Parrocchia di S.Antonio Abate in Ripa si riporta di seguito elenco e schema grafico: •••• Comune di Seravezza (LU) I622, Fg. 31 Part. A sup. 06 are 80 ca (Chiesa + resede); •••• Comune di Seravezza (LU) I622, Fg. 31 Part. B sup. 00 are 14 ca (Campanile); •••• Comune di Seravezza (LU) I622, Fg. 31 Part. 170 sup. 03 are 60 ca (casa canonica +

resede); •••• Comune di Seravezza (LU) I622, Fg. 31 Part. 151 sup. 01 are 30 ca (appezzamento di terra

contiguo al resede della casa canonica;

1. Individuazione Catastale della Proprietà privata

2. Individuazione Catastale della Proprietà pubblica del Comune di Seravezza

L’intervento in progetto insisterà sulle particelle catastali 170 e 151 di proprietà della Parrocchia di S.Antonio Abate in Ripa (nello specifico su porzione della Part. 170 e sulla particella 150)

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anche se, ai fini di alcune verifiche urbanistiche l’intervento riguarderà l’intero comparto F4 in quanto unità minima di intervento. 2.3 Individuazione Urbanistica della Proprietà della Parrocchia di Ripa e del

comparto di intervento Ai fini della individuazione delle destinazioni d’uso delle superfici interessate dall’intervento e dalla variante è stato preso in considerazione lo strumento urbanistico vigente. L’intervento in progetto pur ricadendo ricade all’interno del PRG Vigente [carta “Quadro di dettaglio delle previsioni - RIPA (2)”] nel seguente modo:

• La particella 151 ricade in area “B2” Insediamenti prevalentemente residenziali con tessuti

ad alta elevata complessità e/o basso gradiente verde; • Le altre proprietà della Parrocchia di S.Antonio Abate in Ripa che concorreranno alla verifica

degli indici (part. 170 casa canonica + resede, part. A Chiesa e part. B Campanile) ricadono interamente in area “F4” Spazi e attrezzature di interesse generale per servizi pubblici, attrezzature amministrative, religiose, sociali, culturali, circoli associativi, sanitarie, assistenziali e ricreative.

• Il resto delle particelle riportate nel capitolo 2.2 ricadono all’interno del medesimo comparto F4

2.4 Uso attuale della superficie oggetto di progetto e contorno dell’area La superficie che sarà oggetto della variante per l’attuazione della proposta di progetto si presenta attualmente in parte come resede esterno a sevizio delle casa canonica delimitato

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perimetralmente da muretto ed in parte come area piana che collega a raso la Piazza (posta tra canonica e chiesa) e la strada Via del Popolo. Sulla proprietà non sono presenti alberi o piantagioni varie. 01 02

Il contesto paesaggistico di riferimento in cui ricade l’area oggetto della proposta di intervento è di tipo urbano-extraurbano. Tale area pur trovandosi in posizione leggermente marginale (sul lato Ovest dopo Via Garibaldo Alessandrini si apre un’estesa superficie a verde), rappresenta uno dei centri della vita del paese in quanto attorno alla piazza Europa sono presenti piccole attività commerciali, la scuola primaria di Ripa, la Chiesa e la casa Canonica. Tra la casa canonica e la schiera attestante Piazza Europa e via del Popolo si trova il terreno oggetto della proposta di progetto. Tale costruzione in progetto diverrebbe un elemento di ricucitura urbana e di riorganizzazione degli spazi e dei volumi colmando l’attuale vuoto non edificato. Per quanto riguarda il contesto edificato al contorno dell’area oggetto di progetto si individuano: - Sul lato nord del terreno troviamo una piazza chiusa al traffico posta tra la Chiesa di Ripa e la

casa Canonica divisa da Via Garibaldo Alessandrini da Monumento esistente - Sul lato Est si sviluppa lungo l’asse Ovest-Est una schiera che affaccia sulla Piazza Europa e

sulla Strada Via del Popolo; - Sul lato Ovest del terreno si trova la casa canonica con il proprio resede perimetrale. Si

accede alla casa canonica dalla Piazzetta antistante predetta; - Sul lato Sud. parallelamente alla schiera delle costruzioni cui confina troviamo la strada Via

del Popolo. Il comparto su cui proporre il progetto si trova circoscritto all’interno di una maglia pressoché regolare di strade che costituiscono un rettangolo all’interno del quale si trova la Piazza Principale (Piazza Europa), la Chiesa, il blocco edificato con negozi a piano terra e la casa canonica oltre la piazzetta posta tra quest’ultima e la Chiesa. Due strade (Via Rinascita e Via Garibaldo Alessandrini) si innestano perpendicolarmente alla viabilità principale Via Alcide dei Gasperi che collega Ripa a Seravezza mentre le altre due strade (Via Iacopi, e Via del Popolo) rappresentano viabilità secondaria ortogonale alle precedenti. Le quattro strade (Via Rinascita, Via Iacopi, Via Garibaldo Alessandrini e Via del Popolo) permettono quindi una viabilità di contorno scorrevole e direttamente accessibili ai posteggi pubblici esistenti. Infatti altre alla grande piazza Centrale (P.zza Europa) lungo Via Garibaldo Alessandrini sono stato costruiti di recente dei posteggi auto pubblici abbastanza capienti. Via Garibaldo Alessandrini rappresenta lo spartiacque tra l’edificato ed il verde che si estende verso Ovest fono all’argine del fiume.

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Punti di Presa Fotografica del contorno

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3. PREVISIONI DEL PIANO STRUTTURALE

Nel quadro conoscitivo del PS si descrive il comparto edificato di cui l’area Parrocchiale di Ripa fa parte come una zona di valenza urbana. Le due strade ortogonali viabilità principale per Seravezza racchiudono al suo interno l’area urbana posta a cuneo tra aree seminative e oliveto.

Stralcio tav. 8 ps – uso del suolo

L’area oggetto della Variante o meglio per il comparto di cui fa è indicata nel quadro progettuale del PS come area che dal punto di vista della vulnerabilità idrogeologica ricade in zona depositi alluvionali particolarmente permeabili (vedi stralcio TAV sintesi interpretativa – criticità e degrado) Ai fini delle Criticità, nella medesima tavola del PS sono evidenziati gli incroci tra la Strada Provinciale e Via Foccola e tra Via Foccola e Via Alessandrini come incroci critici da risolvere e riqualificare. L’area inoltre è posta al limite dell’ Alveo di naturale Conduzione del Versilia (vedi stralcio TAV sintesi interpretativa – criticità e degrado)

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Sintesi interpretative del PS – criticità e degrado

Stralcio della tavola 3 del quadro progettuale del PS

Stralcio di norme significative della disciplina dell’UTOE 2 attinente l’area in cui ricade il comparto F4 di cui fa parte l’area oggetto di varianti: • l’ Art. 29 delle Nta del PS – Sub-sistema Funzionale dei “Servizi al cittadino e alle

associazioni”:

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1. Il sub-sistema funzionale è costituito dall’insieme delle prestazioni a sostegno della popolazione, singoli e gruppi associati, ed ha come obiettivo prioritario il miglioramento della qualità della vita da un punto di vista di relazione ed assistenza socio-sanitaria, nonché quello di promuovere ed agevolare le forme di aggregazione nel territorio comunale.

2. Sono obiettivi specifici di sub-sistema: - favorire l’adesione di tutta la cittadinanza alla tutela e gestione attiva del

patrimonio pubblico e collettivo anche al fine di superare la rigida separazione tra le funzioni pubbliche e la popolazione, dei singoli, dei gruppi e delle famiglie;

- garantire adeguate strutture e politiche comunali che favoriscano la valorizzazione, la crescita el’efficienza delle associazioni di volontariato esistenti, anche con il supporto di adeguate strutture;

• l’ Art. 44 delle Nta del PS, Misure per il contenimento dell’impermeabilizzazione del territorio (…) ogni trasformazione comportante nuova edificazione, deve rispettare le disposizioni dell’art. 25 del P.T.C., in attuazione dell'art. 78 del P.I.T. al fine di contenere gli effetti di impermeabilizzazione dei suoli. In particolare ogni trasformazione di nuova edificazione deve garantire il mantenimento di una superficie permeabile, cioè tale da consentire l'assorbimento anche parziale delle acque meteoriche, pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria di pertinenza del nuovo edificio;

4. MOTIVAZIONE E SINTESI DELLA VARIANTE URBANISTICA 4.1 Motivazione variante urbanistica

La verifica di assoggettabilità della variante cartografica (inserimento in zona “F4” di porzione della proprietà della Parrocchia di S.Antonio abate in Ripa attualmente ricadente in zona con destinazione “B2”) e normativa (inserimento di nuovo comma 12 quater all’articolo 67 del RU, per disciplinare nello specifico l’area) si rende necessaria in quanto viene modificata la previsione di destinazione urbanistica di porzione della proprietà della Parrocchia con estensione della zone "F" oltre modificare le norme e le regole del regolamento urbanistico attraverso l’inserimento di specifico comma che disciplini l’intervento oggetto della richiesta di variante. La scelta del Comune di modificare la previsione di destinazione urbanistica dell’area deriva da una serie di valutazioni emerse nella fase di presentazione della proposta di realizzazione di un nuovo intervento di edilizia di interesse sociale nell’area limitrofa la casa Canonica di Ripa (nel comparto tra via Mignano, Via Garibaldo Alessandrini e Via del Popolo). Ai fini della fattibilità del progetto proposto si elencano di seguito le principali caratteristiche e peculiarità che rendono l’area suscettibile di tale variante: 1. L’area d’intervento del progetto ricade prevalentemente all’interno del vigente strumento

urbanistico in zona F4 destinata Spazi e attrezzature di interesse generale confermando quindi la vocazione dell’area insistente in zona B2 alla destinazione F4 per la quale viene prevista la variante;

2. L’area oggetto di variante è già di proprietà della Parrocchia; 3. L’area oggetto di variante e comunque tutta la proprietà della Parrocchia risulta essere libera

da vincoli; 4. Non si rilevano servitù che limitino la realizzazione del progetto proposto; 5. L’area oggetto della previsione di intervento risulta, da indagine geologica, permettere

l’intervento di progetto proposto 6. I parcheggi pubblici limitrofi esistenti sono sufficienti a garantire il carico aggiunto dal nuovo

insediamento (vedere dettaglio dimostrazione); 7. Le adduzioni dalla rete idrica, elettricità e gli scarico delle acque reflue risultano

immediatamente fattibili in quanto l’area circostante dispone dell’urbanizzazione primaria e secondaria.

8. il contorno dell’area di progetto, risulta ben urbanizzata con viabilità ed illuminazione esistente discreta e sufficiente a servire il comparto.

Le sopradette caratteristiche intrinseche dell’area e l’interesse sociale del tipo di progetto proposto, la posizione centrale della struttura rispetto alla frazione di Ripa e le dotazioni

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urbanistiche esistenti al contorno (strade, parcheggi, piazza ecc..) hanno indotto l’Amministrazione Comunale a ritenere fattibile l’intervento proposto e modificare la cartografia e le norme tecniche di attuazione del Regolamento urbanistico. La nuova disciplina dovrà infatti prevedere: • L’espansione del comparto “F4”, (Spazi e attrezzature di interesse generale privato)

inglobando la piccola porzione della proprietà della Parrocchia di S.Antonio abate in Ripa attualmente ricadente in zona con destinazione “B2” (Insediamenti prevalentemente residenziali);

• L’inserimento di un nuovo comma 12 quater all’articolo 67 del Regolamento Urbanistico, per disciplinare nello specifico l’area oggetto della variante.

Nella proposta di variante sono inoltre valutati gli aspetti di impatto dell’opera di progetto e le relative opere di mitigazione previste.

4.2 Sintesi della variante cartografica al Quadro di dettaglio delle previsioni di Ripa La previsione di piano così come variata dovrà inglobare la piccola porzione della proprietà della Parrocchia di S. Antonio abate in Ripa attualmente ricadente in zona con destinazione “B2” (Insediamenti prevalentemente residenziali). Per disciplinare in dettaglio l’intervento da fare sulla proprietà della parrocchia si prevede che venga individuata graficamente (con perimetro tratteggiato rosso) la porzione del comparto interessata dalla proposta di intervento. La presente proposta di variante permetterà di ottenere un’area a destinazione omogenea “F4” aumentando così la funzionalità del comparto.

Modifica cartografica al Quadro di dettaglio delle previsioni di Ripa - proposta

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4.3. Perequazione Urbanistica L’intervento previsto riguarderà ai soli fini della verifica degli indici l’intero comparto F4 i cui proprietari come sopra descritto sono la Parrocchia di Ripa e d il Comune di Seravezza. Relativamente alla verifica dell’indice di permeabilità a seguito del progetto previsto, si specifica che il comparto F4 costituito dalle proprietà della parrocchia di Ripa e del Comune di Seravezza sarà considerato come unità minima di intervento. Il coinvolgimento della proprietà pubblica (area giardino retro chiesa e piazzetta tra canonica e Chiesa) è giustificata dalla seguente perequazione: • Comune = concede la verifica degli indici di superficie permeabile. • Parrocchia = con la realizzazione del progetto ci sarà un ritorno ed una utilità sociale.

Inoltre la Parrocchia si farà carico della riqualificazione del verde pubblico esistente del comparto di cui il progetto fa parte.

4.4. Sintesi della variante alle norme tecniche di attuazione La modifica della norme tecniche di attuazione del RU prevede l’integrazione dell’art. 67 (spazi e attrezzature di interesse generale esistenti e di progetto “F”) del Titolo V – Disciplina delle dotazioni Territoriali, Capo I - Attrezzature per la qualità e l’efficienza del territorio. Tale integrazione interesserà gli articoli che disciplinano le zone “F” e consisterà nell’inserimento di nuovo comma 12 quater che prescriverà l’area di intervento, gli indici e le deroghe al comma 11 del medesimo articolo 67 Nella scheda di seguito sono riportate le disposizioni generali, le caratteristiche e gli indici urbanistici attualmente disciplinati per la zona “F4” nel RU (non esistente ma redatta appositamente per far vedere le modifiche che si apportano) e quella che sarà la nuova disciplina specifica per tale area nella zona F4 a seguito della Variante proposta.

Sviluppo superfici per riferimenti verifiche urbanistiche

ZONA F4 – servizi Pubblici, attrezzature e

spazi per la comunità Art. 67 del RU STATO ATTUALE

ZONA F4 – servizi Pubblici, attrezzature e spazi per la comunità Art. 67 del RU

STATO MODIFICATO

Disposizioni generali:

- Ambito territoriale di riferimento: U.T.O.E. 2 “Ripa”; - Tipo di zona e identificazione:

Disposizioni generali:

- Ambito territoriale di riferimento: U.T.O.E. 2 “Ripa”; - Tipo di zona e identificazione:

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• La particella 151 ricade in area “B2” Insediamenti prevalentemente residenziali con tessuti ad alta elevata complessità e/o basso gradiente verde

• Le altre proprietà della Parrocchia di

S.Antonio Abate in Ripa che concorreranno alla verifica del rispetto degli indici (part. 170 casa canonica + resede, part. A Chiesa e part. B Campanile) oltre l’area pubblica di proprietà del Comune di Seravezza, ricadono in area “F4” Spazi e attrezzature di interesse generale per servizi pubblici, attrezzature amministrative, religiose, sociali, culturali, circoli associativi, sanitarie, assistenziali e ricreative

- Denominazione e localizzazione: Area privata posta facente parte di un comparto edificato inscritto all’interno di una maglia pressoché regolare di strade che costituiscono un rettangolo dove si trova la Piazza Principale (Piazza Europa), la Chiesa, il blocco edificato con negozi a piano terra e la casa canonica oltre la piazzetta posta tra quest’ultima e la Chiesa; - Obiettivo e finalità: La conformazione dell’area di proprietà, in considerazione della presenza di corpi di fabbrica esistenti sul confine, oltre la differente destinazione urbanistica implica, allo stato attuale, la sola possibilità di poter eseguire interventi di ampliamento della casa parrocchiale lungo il lato Sud. Intervento questo che, per la sua entità non può configurarsi come azione con ritorno sociale in quanto, l’eventuale ampliamento, si limiterebbe al soddisfacimento di esigenze strettamente private legate ad un bisogno specifico (es. necessità di un locale aggiuntivo, piccole modifiche, ecc..). - Modalità di attuazione: Intervento edilizio diretto convenzionato - Interventi ammessi: L’intera area di proprietà della Parrocchia di Ripa, risultando promiscua (in parte F4 ed in piccola porzione B2), prevederà interventi diversificati sulle due aree in base alla loro destinazione urbanistica. Per l’area “B2” sono ammissibili gli interventi

L’intera proprietà della Parrocchia di S.Antonio Abate in Ripa (Part. 151 terrno, part. 170 casa canonica + resede, part. A Chiesa e part. B Campanile) ricadrà, assieme alla restante proprietà del Comune di Seravezza, in area “F4” Spazi e attrezzature di interesse generale per servizi pubblici, attrezzature amministrative, religiose, sociali, culturali, circoli associativi, sanitarie, assistenziali e ricreative. - Denominazione e localizzazione: Area privata posta facente parte di un comparto edificato inscritto all’interno di una maglia pressoché regolare di strade che costituiscono un rettangolo dove si trova la Piazza Principale (Piazza Europa), la Chiesa, il blocco edificato con negozi a piano terra e la casa canonica oltre la piazzetta posta tra quest’ultima e la Chiesa; - Obiettivo e finalità: il Progetto prospettato alla base del quale si propone la variante consiste nella costruzione di un nuovo polo multifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla casa canonica parrocchiale. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura che si sviluppa su due piani fuori terra collegata ed integrata all’edificato esistente. Funzionalmente il nuovo plesso prevederà al piano terreno un aula polifunzionale con servizi mentre il piano primo ospiterà dei vani da dedicare ad attività ricreativa e di supporto per la parrocchia il tutto completo di servizi. Grazie alla variante cartografica e normativa che si propone, l’immobile in progetto impegnerà l’area posta tra la casa canonica e la schiera dei fabbricati posti tra Piazza Europa e Via del Popolo - Modalità di attuazione: Intervento edilizio diretto convenzionato - Interventi ammessi: A seguito della modifica introdotta dalla variante (modifica cartografica e dell’art. 67) grazie all’omogeneità della destinazione urbanistica ottenuta ed alle specifiche prescrizioni introdotte nel RU per tale area,

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descritti all’art. 29 del RU; Per l’area “F4” sono ammissibili gli interventi più compiutamente descritti all’art. 67 del RU secondo gli indici di cui al comma 11 del medesimo articolo;

Parametri urbanistici ed edilizi:

- Superficie fondiaria (Sf): mq. 1.156: È la superficie totale delle aree di proprietà della Parrocchia di S. Antonio Abate di Ripa sulle quali insiste anche la Chiesa e la Canonica oltre le superfici scoperte. - Interventi consentiti: Per l’area “B2” sono ammissibili gli interventi descritti all’art. 29 del RU; Per l’area “F4” sono ammissibili gli interventi più compiutamente descritti all’art. 67 del RU secondo gli indici di cui al comma 11 del medesimo articolo di seguito descritti: … per gli edifici esistenti, ad esclusione di quelli indicati di interesse storico – architettonico per i quali gli interventi ammessi sono fino alla ristrutturazione edilizia (articolo 79 comma 2 lettera d L.R. 1/2005), di cui all’articolo 17 comma 4 delle presenti norme,, sono ammessi tutti gli interventi fino alla ristrutturazione urbanistica (articolo 78 comma 1 lettera f L.R. 1/2005), di cui all’articolo 18 comma 4 delle presenti norme, con la possibilità dell’ampliamento delle strutture presenti fino ad un massimo del 30% della volumetria esistente. per i nuovi interventi (articolo 78 comma 1 lettera a L.R. 1/2005), di cui all’articolo 18 comma 1 delle presenti norme, i progetti devono essere estesi a tutta l’area ed è ammessa l’attuazione da parte di privati (singoli o Enti) mediante con la stipula di una convenzione con il Comune che stabilisca le modalità della gestione con il mantenimento dell’uso e dell’interesse pubblico. Nei terreni di proprietà pubblica possono essere consentite opere avente fine sociale. - Indice Fondiario (comma 11): 1,80 mc/mq di S.f.

potrà essere costruito un edificio polifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla Comunità Parrocchiale.

Parametri urbanistici ed edilizi:

- Superficie fondiaria (Sf): mq. 2020: È la superficie totale del comparto F4 unità minima di intervento costituita dalle proprietà della Parrocchia di S.Antonio Abate di Ripa e delle proprietà del Comune di Seravezza. (Sf1): mq. 1.156: È la superficie totale delle aree di proprietà della Parrocchia di S. Antonio Abate di Ripa sulle quali insiste anche la Chiesa e la Canonica oltre le superfici scoperte. - Interventi consentiti: Per l’area “F4” sono ammissibili gli interventi più compiutamente descritti all’art. 67 comma 12 quater del RU: “Per il comparto F4 ubicato nell’area su cui insiste la Chiesa e la Casa Canonica della Parrocchia di Ripa (tra via Mignano, Via Guglielmo Alessandrini e Via del Popolo) relativamente e limitatamente alla porzione di terreno posta tra la casa Canonica e la schiera attestante Piazza Europa e via del Popolo, di proprietà della Parrocchia, è consentita nell’ambito dei permessi a costruire convenzionati, la costruzione di un edificio polifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla Comunità Parrocchiale. La costruzione dell’edificio multifunzionale è consentita all’interno dell’area individuata con perimetro tratteggiato in rosso nella cartografia “Quadro di dettaglio delle previsioni - RIPA (2)” interno al comparto F4, - Indice Fondiario: (comma 12 quater): 10 mc/mq di S.f. calcolata sul rapporto dell’intero volume (Chiesa + casa canonica + nuovo progetto) rispetto all’intera superficie

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- Rapporto di copertura (Rc) (comma 11): 0,50 mq/mq di S.f. - Altezza massima consentita (comma 11): ml. 10,00; - Destinazioni d’uso ammesse: (comma 10) I servizi pubblici, attrezzature e spazi aperti per la comunità, comprendono gli edifici e gli spazi aperti di pertinenza destinati alle attrezzature amministrative, religiose e sociali, culturali, circoli associativi, sanitarie, assistenziali, ricreative e, in genere, le attrezzature pubbliche e di uso pubblico, corrispondenti a quelle indicate con la lettera b) dell’art. 3 del D.M. 1444/1968. Su di esse è vietata qualsiasi costruzione con destinazione diversa. - Superficie Permeabile Scoperta: 0.25 mq/mq di S.f. Prescrizioni, spazi pubblici e misure di

compensazione:

- Parcheggi pubblici (comma 11) …. Dovranno essere previste adegiate aree di parcheggio, oltre ai minimi di legge, commisurate alle specifiche funzioni da svolgere e alle peculiarità del territorio comunale. - Viabilità pubblica: Nessuna prescrizione, si utilizzeranno per l’accesso all’ area ed al nuovo edificio le strade esistenti - Altri spazi pubblici: nessuna prescrizione

fondiaria di proprietà della Parrocchia di Ripa (Chiesa + casa canonica + nuovo progetto) e del Comune - Rapporto di copertura (Rc) (comma 12 quater) 0,50 mq/mq di S.f. calcolata sul rapporto dell’intera superficie coperta (Chiesa + casa canonica + nuovo progetto) rispetto alla superficie fondiaria di proprietà della Parrocchia di Ripa (Chiesa + casa canonica + nuovo progetto) e del Comune - Altezza massima consentita: (comma 12 quater): ml. 10,00; - Destinazioni d’uso ammesse: (comma 10) I servizi pubblici, attrezzature e spazi aperti per la comunità, comprendono gli edifici e gli spazi aperti di pertinenza destinati alle attrezzature amministrative, religiose e sociali, culturali, circoli associativi, sanitarie, assistenziali, ricreative e, in genere, le attrezzature pubbliche e di uso pubblico, corrispondenti a quelle indicate con la lettera b) dell’art. 3 del D.M. 1444/1968. Su di esse è vietata qualsiasi costruzione con destinazione diversa. - Superficie Permeabile Scoperta: 0,25 mq/mq di S.f. calcolata sulla superficie scoperta del’intero comparto F4 al netto della costruzione di progetto.

Prescrizioni, spazi pubblici e misure di

compensazione:

- Parcheggi pubblici: (comma 12 quater): per i posti auto a servizio della struttura di progetto (nuovo polo multifunzionale) potranno essere utilizzati gli spazi a parcheggio pubblico esistenti posti al contorno dell’area in quanto dimostrata l’ adeguatezza degli stessi alle funzioni da svolgere nel nuovo plesso (vedi dimostrazione parcheggi cap. 4.4) - Viabilità pubblica: Nessuna prescrizione, si utilizzeranno per l’accesso all’ area ed al nuovo edificio le strade esistenti - Altri spazi pubblici: nessuna prescrizione

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Ulteriori misure della valutazione integrata:

- Misure di mitigazione: non previste Indicazioni tipologiche e morfologiche:

- Pericolosità: Sismica S2; Geomorfologica 2G (bassa); Idraulica 2I (bassa); - Fattibilità geologica-tecnica: F2 - fattibilità con normali vincoli; - Vulnerabilità acquifero: EE - Molto Elevata (classe 1 Rocce permeabile per porosità) - Aree di pertinenza fluviale: Prescrizioni inerenti la fattibilità e la compatibilità degli interventi: vedi specifica scheda della Relazione Geologico-tecnica a supporto del R.U..

Ulteriori misure della valutazione integrata:

- Misure di mitigazione: (vedi effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera e relative opere di mitigazione cap. 4.6) Indicazioni tipologiche e morfologiche:

- Pericolosità: Sismica S2; Geomorfologica 2G (bassa); Idraulica 2I (bassa); - Fattibilità geologica-tecnica: F2 - fattibilità con normali vincoli; - Vulnerabilità acquifero: EE - Molto Elevata (classe 1 Rocce permeabile per porosità) - Aree di pertinenza fluviale: Prescrizioni inerenti la fattibilità e la compatibilità degli interventi: vedi specifica scheda della Relazione Geologico-tecnica a supporto del R.U..

4.5. Dimostrazione Parcheggi Questa nuova struttura, per la destinazione a cui verrà adibita (nuovo polo multifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività religiose, sociali e di servizio alla casa canonica 42 parrocchiale) necessiterà di posteggi auto per ospitare le vetture delle persone che giornalmente ed occasionalmente frequenteranno la struttura. Analizzando il contesto in cui il comparto si trova si evidenzia come siano presenti numerosi spazi dedicati a parcheggio pubblico, nello specifico troviamo: •••• P 1 – parcheggio esistente di grandi dimensioni che si sviluppa su tutta l’intera Piazza Europa

dalla quale si accede immediatamente all’area oggetto di progetto. •••• P 2 – parcheggio esistente di medie dimensioni che si sviluppa lungo il lato Est della Strada

Garibaldo Alessandrini. Il parcheggio in questione si trova immediatamente dietro la Chiesa e la casa canonica permettendo così l’accesso all’area di progetto semplicemente attraversando la strada e passando dalla Piazzetta posta tra canonica e Chiesa;

•••• P 3 – parcheggio esistente di medie dimensioni che si sviluppa lungo il lato Ovest della

Strada Garibaldo Alessandrini. Il parcheggio in questione si trova immediatamente dietro la casa canonica (lato Sud). da qui, semplicemente attraversando la strada Via del Popolo si raggiunge il si può accedere al retro dell’area di progetto e la Piazzetta posta tra canonica e Chiesa;

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Mappa Parcheggi

Tutti i posteggi esistenti menzionati permettono di raggiungere l’ingresso principale del manufatto in progetto con percorrenza pedonale non superiore a 50/60 metri. Per quanto riguarda i posteggi per portatori di Handicap, al fine di garantire una maggior copertura si rileva la possibilità di aumentare il numero di tali stalli nel parcheggio di Piazza Europa dal quale, già da ora, si può raggiungere comodamente la Piazzetta tra Chiesa e Canonica per poi poter accedere alla nuova struttura. 4.6. Effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera e relative opere di mitigazione

Al fine di consentire una valutazione di compatibilità e adeguatezza della soluzione progettuale nei riguardi del contesto esistente si rimanda alle illustrazioni della descrizione che simulano l’ipotesi di progetto. Tali illustrazioni anche se non foto-inserite permettono di valutare il carattere dell’opera. L’intervento inoltre rappresenta la ricucitura e l’integrazione dello spazio vuoto attualmente esistente tra la casa canonica e la schiera posta a Ovest. (vedi foto 01) L’intervento rappresenta la ricucitura e l’integrazione dello spazio esistente. La nuova struttura si collegherà alle realtà esistenti attraverso due “filtri” che permetteranno di evidenziare il corpo centrale dell’edificio in progetto e la sua autonomia architettonica ma, nello stesso tempo, sarà sottolineata la separazione di funzione rispetto all’edificio per civile abitazione sul lato Ovest e, dall’altro lato, l’integrazione ed il collegamento con le attività parrocchiali. Relativamente all’integrazione della struttura ai diversi piani della Piazzetta fronteggiante e del marciapiede posto su Via del popolo sono previsti in progetto seguenti interventi:

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- Formazione di gradinata per raccordare il piano del Nuovo complesso con la piazzetta ed il marciapiede esistente che risultano in leggera pendenza da Est verso Ovest (dal Monumento verso Piazza Europa) Vedi prospetto Nord;

- Formazione di due rampe a pendenza 8% (e comunque tali da soddisfare la normativa contro l’abbattimento delle Barriere architettoniche) sull’attuale marciapiede corrente lungo Via del Popolo per permettere la continuità del percorso pedonale e contemporaneamente garantire una via di esodo sicura verso l’esterno. Tale rampa è comunque stata studiata ed integrata con il prospetto e con il contesto nel quale deve essere inserita (vedi prospetto Sud).

5. COERENZA DELLA VARIANTE CON LE PRESCRIZIONI E GLI INDIRIZZI DEI PIANI SOVRAORDINATI 5.1 Il Piano di Indirizzo Territoriale

ARTICOLO CONTENUTI PERTINENTI Coerenze

NOTE

Percorsi

- assicurare, in corrispondenza dei principali accessi ai centri urbani, la dotazione di spazi di parcheggio all'esterno della sede stradale, con funzione di interscambio con i servizi di trasporto collettivo, evitando la localizzazione di attrezzature e insediamenti residenziali, commerciali o produttivi direttamente accessibili dalla sede stradale e, tramite adeguate infrastrutture o barriere e misure di fluidificazione del traffico veicolare , perseguire la riduzione degli inquinamenti acustici ed atmosferici; - incrementare la rete dei percorsi dedicati ai pedoni, promuovendo l'accessibilità pedonale ai principali nodi di interscambio modale ed alla rete dei servizi di trasporto pubblico locale;

☺☺☺☺

- a servizio del comparto e della struttura di progetto proposta verranno utilizzati gli spazi a parcheggio esistenti come da dimostrazione 4.4. in quanto tali aree esistenti sono sufficienti a soddisfare l’attuale ed il futuro fabbisogno dell’abitato e delle attività della piccola frazione di Ripa;

Infrastrutture - la Regione promuove la massima diffusione delle fonti rinnovabili di energia. Ai fini del conseguimento della piena efficienza produttiva degli impianti necessari alla produzione di fonti energetiche rinnovabili e della tutela delle risorse naturali e dei valori paesaggistici del territorio toscano, la localizzazione e la realizzazione degli impianti stessi avrà luogo ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della l.r. 1/05, sulla base delle determinazioni del Piano di Indirizzo Energetico Regionale previa specifica valutazione integrata a norma del piano paesaggistico regionale di cui al presente PIT e dei vincoli previsti dalla normativa nazionale e regionale; - gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, nonché gli atti regolamentari specifici dei comuni, disciplinano l'installazione di impianti solari termici (…).

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- la disciplina del Regolamento Urbanistico prevede l’impiego delle fonti rinnovabili di energia per la produzione di energia quali fotovoltaico e solare termico;

Art. 19 Prescrizioni correlate all'art. 18

(…) e) ai sensi del regolamento emanato con DPGR 9 febbraio 2007 n. 2/R (Regolamento di attuazione dell’articolo 37,comma 3, della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio) Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli insediamenti), devono essere adottate soluzioni progettuali di qualità funzionale, estetica e paesaggistica in grado di assicurare il più congruo inserimento di insediamenti relativi ad attività produttive e ad attività correlate nei contesti paesaggistici circostanti con specifica attenzione alla qualità architettonica e tipologica, agli arredi urbani e vegetazionali nei comparti interessati e alla riduzione del fabbisogno energetico e idrico, all’incremento dell’utilizzazione di energie e risorse idriche rinnovabili, alla più efficace e sostenibile gestione dei rifiuti inclusi la riduzione dei medesimi, il recupero e il riciclaggio interno dei materiali e degli imballaggi e la

☺☺☺☺

- l’intervento previsto nell’area della Parrocchia di Ripa prevede soluzioni progettuali di qualità estetica e paesaggistica in grado di assicurare l’inserimento del nuovo insediamento nel contesto paesaggistico e nell’edificato esistente;

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5.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca

ARTICOLO CONTENUTI PERTINENTI Coerenze

NOTE

Art. 2

Tutela delle risorse naturali, del paesaggio e del sistema insediativo di antica e consolidata formazione. La difesa del suolo in riferimento sia agli aspetti idraulici che a quelli relativi alla stabilità dei versanti. Il potenziamento e l’interconnessione funzionale delle reti dei servizi e delle infrastrutture.

☺☺☺☺

Il Regolamento Urbanistico prevede specifiche norme per la tutela del paesaggio e dell’ambiente. All’interno del PdiR sono previste specifiche azioni per la tutela del paesaggio dell’olivo e per garantire il mantenimento dei coni visuali verso le Alpi Apuane. La difesa del suolo e, in particolare, delle acque sotterranee sono garantite attraverso specifiche norme di tutela. Il Regolamento Urbanistico garantisce il potenziamento dei servizi e infrastrutture. Nell’area ex Olimpia è prevista la realizzazione di una importante opera pubblica per soddisfare la domanda di servizi sociali, sportivi e ricreativi (il Palapalio) e la redazione di uno specifico studio sulla mobilità al fine di garantire l’esecuzione di quelle opere necessarie a garantire l’interconnessione funzionale delle stesse.

Obiettivi specifici: (…) a) il recupero, in raccordo con le competenti autorità di bacino, delle situazioni di degrado connesse alla fragilità degli acquiferi; d) il riconoscimento, la riqualificazione e la valorizzazione dei diversificati tessuti insediativi riconoscibili nel territorio di pianura della campagna urbanizzata e in quello della fascia costiera, attraverso la individuazione dei limiti urbani al cui interno attivare azioni di riqualificazione e ridisegno degli ambiti urbani; g) la riqualificazione e il riordino del sistema insediativo lineare pedecollinare attraverso l’individuazione degli episodi urbani da riorganizzare e riqualificare e l’arresto del processo di saldatura degli insediamenti lineari lungo la viabilità statale e provinciale;

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- sono previste specifiche norme di tutela per la protezione degli acquiferi; - il Regolamento Urbanistico nell’ex area Olimpia, costituita da un insediamento industriale dismesso, prevede un intervento di riqualificazione urbanistica anche al fine di valorizzare i tessuti insediativi esistenti, anche allo scopo di ridisegnare i limiti del margine urbano di Querceta; - il Regolamento Urbanistico da un lato prevede un progetto di riqualificazione e riordino dell’area ex Olimpia e, attraverso le funzioni assegnate, si pone anche come obiettivo quelli di

previsione di strutture per un’efficiente raccolta differenziata.

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evitare la saldatura degli insediamenti lineari posti lungo la Via Aurelia.

5.3 Il Piano Strutturale del Comune di Seravezza Le interazioni e la compatibilità con la disciplina statuaria del PS sono:

• Sistema territoriale di appartenenza: Sistema della Piana Versiliese; • Sub- sistema territoriale: Sub sistema della Pianura; • Utoe: n° 2; • Invarianti Strutturali: l’intervento non interagisce con le invarianti strutturali.

5.3.1 Coerenza con le risorse essenziali del territorio (Art. 39 c.1 del PS)

Elemento Descrizione Azioni previste dal P di R Risorse essenziali del territorio (Art. 39 c.1) - Insediamenti recenti: Insediamenti prevalentemente abitativi Coerenza con le aree e beni di rilevanza ambientale (Art. 39 c.2) - Territorio aperto: Oliveti e corrispondenti sistemazioni agrarie Coerenza con gli elementi per la mitigazione delle criticità territoriali (Art. 40) Vulnerabilità idrogeologica dell’acquifero

- Uno degli obiettivi del PS riguarda il recupero morfo-tipologico e la riqualificazione funzionale delle aree produttive dismesse o poste in contesti non pertinenti (…). Nel caso di incompatibilità di destinazione, il nuovo uso deve garantire l’integrazione tra interesse pubblico e interesse privato nonché il generale e globale miglioramento della qualità ambientale dei contesti interessati. - Uno degli obiettivi specifici del PS è il riconoscimento, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio dell’olivo. - In relazione alla consultazione della Carta Idrogeologica del Piano Strutturale, l’area in esame ricade in zone a vulnerabilità elevata (falda freatica priva di una qualsiasi protezione).

- L’area ex Olimpia rientra all’interno di questi indirizzi fatti propri dal Regolamento Urbanistico e che il P di R ha definito nel dettaglio operativo, in particolare per quanto attiene i rapporti pubblico-privato al fine di raggiungere obiettivi condivisi di sostenibilità ambientale e socioeconomica. - All’interno del comparto è stata perimetrata l’area occupata dal bosco di oliveto da mantenere. - La norma del P di R prevede inoltre che nell’area verde di nuova formazione vengano reimpiantati gli olivi allo scopo di mantenere/rafforzare il principio dell’invariante del paesaggio dell’olivo. - Le principali azioni previste riguardano lo smaltimento dei reflui. Dal momento che la zona è servita dalla fognatura comunale il progetto prevede l’allaccio alla fognatura comunale.

5.4 Il Piano Regionale di Azione Ambientale

Con Delibera n.1176 del 28 dicembre 2010 la Giunta regionale ha approvato il Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2010-2012. Il documento si allinea a quanto previsto dal Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, emanato con Intesa Governo-Regioni-Province autonome del 29/04/2010. A livello regionale i contenuti del Piano hanno un diretto collegamento con quanto stabilito dal Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010 ed in particolare con due obiettivi in esso contenuti: integrazione dell’ambiente con altre politiche regionali e relazione tra ambiente e salute. Il Piano regionale di azione ambientale 2007-2010 risulta strumento attuativo delle scelte strategiche del PSR 2006-2010 e contribuisce a perfezionare il processo di convergenza tra gli strumenti della programmazione e dello sviluppo e quelli del governo del territorio, che hanno nella sostenibilità ambientale il denominatore comune. La finalità del Piano regionale di azione

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ambientale è pertanto di tendere da un lato alla conservazione delle risorse ambientali e dall’altro a valorizzare le potenzialità locali di sviluppo. Nell’ambito della programmazione regionale, il PRAA promuove l’integrazione con le principali politiche regionali in grado di incidere in maniera rilevante sulle risorse ambientali, e in particolare: le politiche sanitarie; le politiche industriali; le politiche della mobilità; le politiche agricole e forestali; le politiche del mare e della costa; le politiche della montagna; le politiche del turismo; le politiche dell’istruzione. In accordo con questi indirizzi, l’intervento della Regione nell’economia toscana è volto a coniugare dinamismo e competitività favorendo lo sviluppo di politiche innovative e collegamenti con il contesto nazionale ed europeo, in una prospettiva di sviluppo sostenibile. 5.5 Il Piano Regionale della mobilità e della logistica Il Piano regionale dei trasporti (PRIT) risale individua le strategie di sviluppo così riassumibili: 1. assicurare una mobilità di persone e merci ambientalmente sostenibile

• riequilibrando e integrando i vari modi di trasporto; • ottimizzando l’uso delle infrastrutture ed eliminandone le strozzature; • promuovendo l’innovazione tecnologica;

2. porre i cittadini al centro della politica dei trasporti • assicurando adeguate condizioni di accessibilità alle funzioni distribuite sul territorio ed ai

servizi pubblici di trasporto; • rendendo l’utente consapevole dei costi; • migliorando la sicurezza;

3. sviluppare una governance efficace • promuovendo la cooperazione di tutti gli attori decisivi ai fini del successo delle politiche

nel campo della mobilità. Il Piano stabilisce inoltre una serie di obiettivi qualificanti che presuppongono, per essere pienamente conseguiti, un coordinamento e una sinergia con le politiche generali e di settore che concorrono al governo del territorio: la mobilità è infatti in larga misura determinata dalla distribuzione delle funzioni sul territorio. A tal fine assume particolare rilievo una integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) per raccordare gli obiettivi delle politiche della mobilità con i contenuti degli atti di governo del territorio degli enti locali, definendo indirizzi, direttive e prescrizioni con le finalità di:

• garantire interrelazioni e raccordi tra le direttrici infrastrutturali individuate dal presente Piano e la rete infrastrutturale di interesse provinciale e comunale allo scopo di assicurare la continuità del sistema generale della mobilità;

• considerare i Piani Urbani della Mobilità e i Piani Urbani del Traffico come elementi essenziali degli strumenti urbanistici comunali e con loro funzionalmente integrati per ambiti caratterizzati da maggiore criticità in termini di modalità;

• individuare, attraverso gli strumenti di governo del territorio, azioni finalizzate a liberare da funzioni impropriamente localizzate le direttrici stradali urbane esistenti ritenute essenziali per il potenziamento del servizio di trasporto collettivo, per la mobilità ciclabile e per la fluidificazione del traffico;

• implementare il sistema dei parcheggi pubblici e pertinenziali per recuperare le sedi viarie esistenti alla loro primaria funzione;

• contenere la ulteriore crescita della mobilità privata indotta da uno squilibrato rapporto fra servizi diffusi a scala locale negli insediamenti e grandi strutture polarizzanti;

• promuovere l'uso delle reti immateriali di servizi; • definire criteri per valutare la sostenibilità ambientale e di relazione con gli insediamenti

delle nuove previsioni infrastrutturali; • salvaguardare la potenzialità di trasporto delle infrastrutture a valenza sovracomunale

anche in relazione di carichi indotti da nuove funzioni ed insediamenti; • salvaguardare i valori territoriali, ambientali e paesaggistici fruiti dagli utenti delle

infrastrutture di trasporto;

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• individuare le metodologie da applicare per l'analisi e la valutazione degli effetti indotti dalle trasformazioni del territorio in generale e degli sviluppi insediativi in particolare per verificarne la compatibilità con il livello di servizio delle infrastrutture.

5.6 Coerenza con gli indirizzi e prescrizioni della l.r. 1/05 e dei regolamenti attuativi in merito alla sostenibilità ambientale degli interventi

Come prescritto dal DPGR 9 febbraio 2007, n. 2/R (Regolamento di attuazione dell’articolo 37, comma 3, della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 – Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli insediamenti) al Capo V - Salubrità degli immobili e del territorio, l’edilizia sostenibile ed il contenimento energetico, “i comuni incentivano l’edilizia sostenibile, nel rispetto delle linee guida tecnico-costruttive emanate dalla Regione ai sensi dell’articolo 145, comma 1 della l.r. 1/05, che individuano e definiscono uno standard di valutazione della qualità ed i regolamenti edilizi comunali individuano soluzioni tecnologiche volte a favorire l’uso razionale delle risorse ambientali”.

DPGR n. 2/R

Titolo Articolo CONTENUTI PERTINENTI Coerenza

Note

Art. 1 Disposizioni per la tutela e la valorizzazione degli insediamenti.

(…) 2. I parametri e gli indirizzi di cui al c. 1 sono diretti a garantire che tutti gli interventi di trasformazione del territorio siano compiuti nel rispetto dei requisiti di qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità al fine di prevenire e risolvere i fenomeni di degrado. Essi riguardano, in particolare: a) la dotazione di infrastrutture per la mobilità, parcheggi, verde urbano e di connettività urbana, percorsi pedonali e ciclabili, infrastrutture per il trasporto pubblico, arredo urbano ed altre opere di urbanizzazione primaria; b) la qualità e la quantità degli interventi realizzati per il contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo, il risparmio idrico, la salvaguardia e la ricostruzione delle riserve idriche anche potenziali; c) la dotazione di reti differenziate per lo smaltimento e per l’adduzione idrica, nonché il riutilizzo delle acque reflue; d) la salubrità degli immobili e del territorio, il contenimento energetico, il rispetto dei requisiti di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli insediamenti per ogni tipologia di utenza.

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Le norme generali del Regolamento Urbanistico ed il Progetto del Polo multifunzione prevedono che l’intervento di trasformazione sia compiuto nel rispetto dei requisiti di qualità urbana, ambientale, edilizia e di accessibilità. In particolare è previsto: a) la struttura risulta servita dalle opere di urbanizzazione primaria e secondaria esistenti. In particolare per quanto riguarda il sistema dei parcheggi pubblici si utilizzeranno quelli esistenti come da dimostrazione punto 4.4.; b) la tutela delle acque attraverso il contenimento dei suoli impermeabili; c) il risparmio idrico; d) la salubrità degli edifici.

Art. 3 Disposizioni e criteri generali per la qualità degli insediamenti.

1. Nella definizione degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti di governo del territorio, i comuni individuano quale obiettivo strategico l’incremento della qualità del patrimonio insediativo, tenendo conto delle esigenze e delle dotazioni necessarie a riequilibrare e qualificare gli insediamenti esistenti, con particolare riferimento alle nuove previsioni, agli interventi di trasformazione o di riqualificazione urbanistica. 2. L’obiettivo di cui al c. 1 è perseguito attraverso la definizione di indicatori del livello di qualità, da conseguire attraverso progetti specifici o più ampi programmi di intervento per l’incremento della qualità urbana e assicurando, in ogni caso, il rispetto delle disposizioni del regolamento emanato ai sensi dell’art. 75 della l.r.1/2005 ed, altresì, degli standard previsti dal DM 2/04/1968, n.1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di

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Le previsioni insediative del Regolamento Urbanistico pongono particolare attenzione alla qualità del patrimonio insediativo e alle esigenze delle dotazioni necessarie a qualificare gli insediamenti. Nello specifico il progetto del nuovo polo multifunzione della Parrocchia di Ripa prevede un insediamento che non provoca trasformazione urbanistica. Al fine di colmare il deficit urbanistico dato dall’area su cui insisterà la nuova struttura, si considereranno ai fini del calcolo di tutti gli indici l’intera proprietà della Parrocchia ed i relativi

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altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, di verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della L. 6/08/1967, n.765), individuati quali livelli minimi inderogabili della qualità del patrimonio insediativo.

resedi di proprietà sono previste specifiche.

Art. 9 Componenti essenziali della qualità degli insediamenti.

1. Sono componenti essenziali della qualità degli insediamenti: a) le opere di urbanizzazione primaria di cui all’art. 37, c. 5 della l.r.1/2005; b) le opere per la difesa del suolo e la regimazione delle acque; c) gli impianti di smaltimento delle acque reflue.

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il progetto del nuovo polo multifunzione della Parrocchia di Ripa prevede specifiche azioni ai fini della tutela degli acquiferi, per la riduzione della impermeabilità del suolo.

Art. 16 Contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo nella costruzione di nuovi edifici.

1. Si definisce superficie permeabile di pertinenza di un edificio la superficie non impegnata da costruzioni fuori terra o interrate che consenta l’assorbimento almeno parziale delle acque meteoriche. 2. Nella realizzazione di nuovi edifici e negli ampliamenti di edifici esistenti comportanti incremento di superficie coperta, è garantito il mantenimento di una superficie permeabile di pertinenza pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria.

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L’intervento garantisce una superficie permeabile del terreno superiore al 25% anche attraverso l’utilizzo di materiali che consentono l’assorbimento delle acque meteoriche (vedi verifica punto 4.5)

Art. 17 Interventi per il contenimento dell’impermeabilizzazione del suolo negli spazi urbani.

1. I nuovi spazi pubblici o privati destinati a viabilità pedonale o meccanizzata sono realizzati con modalità costruttive idonee a consentire l’infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque, salvo che tali modalità costruttive non possano essere utilizzate per comprovati motivi di sicurezza igienico-sanitaria e statica o di tutela dei beni culturali e paesaggistici. 2. E’ vietato il convogliamento delle acque piovane in fognatura o nei corsi d’acqua, quando sia tecnicamente possibile il loro convogliamento in aree permeabili, senza determinare fenomeni di ristagno.

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Non sono previsti interventi che interessino od alterino gli spazi urbani

Art. 19 Ricostituzione delle riserve idriche nelle aree costiere.

Al fine di contrastare e ridurre i fenomeni di ingressione delle acque salmastre, nonché favorire la ricarica degli acquiferi costieri nelle aree di pianura, i comuni incentivano la progressiva riduzione dei prelievi delle acque di falda.

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Non sono previsti prelievi dalle acque di falda.

5.7 Normative vigenti in tema ambientale pertinenti la variante al regolamento urbanistico

Di seguito si riportano in sintesi le principali normative di riferimento per le diverse risorse

ambientali di interesse e i relativi piani e i programmi di settore che interessano il territorio in cui si colloca l’area interessata dalla variante al R.U.. Attraverso questa analisi è possibile evidenziare anche eventuali problemi ambientali esistenti nella zona. 5.7.1 La risorsa acqua

Livello Atto Titolo

Comunitario Dir 2008/1057CE Direttiva Parlamento europeo e Consiglio UE – standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque. Modifica e successiva

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abrogazione delle direttive del Consiglio 82/176/CEE, 85/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 82/280/CEE nonché modifica della Dir 2000/60

Dir 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento

Dir 00/60/CEE direttiva quadro per l'azione comunitaria in materia di acque Dir 98/837CE Concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano Dir 92/271/CEE Concernente il trattamento delle acque reflue urbane Direttiva 91/271/CEE trattamento delle acque reflue urbane

Direttiva 78/659/CEE qualità delle acque dolci che richiedono protezione o miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci

Dir 76/464/CEE inquinamento provocato da alcune sostanze pericolose scaricate nell'ambiente idrico

DM Ambiente 17/07/2009 Attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque- predisposizione rapporti conoscitivi

DM Ambiente 14/04/2009 n° 56

Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici- art. 75, D.Lgs 152/06 e s.m.i.

D.Lgs 30 del 16/03/2009 Protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento

L. 13 del 27/02/2009 Conversione in legge, con modificazioni, del DL 30/12/2008 n° 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente

DM Ambiente n° 131 del 16/06/2008

Criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici- Attuazione articolo 75 D.Lgs 152/06 e s.m.i.

D.lgs 152/06 e s.mi. Norme in materia ambientale

D.Lgs 195/2005 Attuazione della Dir 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale

Nazionale

L.183/1989 norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo DPGR n° 46/R del 08/09/2008

Regolamento di attuazione della L.R. n° 20 del 31/05/2006 ”Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento”

DPGR n° 29/R del 26/05/2008

Regolamento di attuazione dell’art. 8 bis della L.R. 81/95 “Norme di attuazione della L. 36/94”. Disposizioni per la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal gestore del servizio idrico integrato

DPGR 17/R del 21/04/2008

Modifiche al Regolamento emanato con DPGR 13/07/2006 n° 32/R (Regolamento recante definizione del programma d’azione obbligatorio per le zone vulnerabili di all’art. 92, c.6 del D.Lgs 152/06 “Norme in materia ambientale” in attuazione della Direttiva del Consiglio 91/976/CEE el12712/1991)

Del C.R. n° 6 /2005 Piano di Tutela delle Acque della Toscana L.R. n° 20/2006 Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento

L.R. 81/1995 Norme di attuazione della L. 5/01/1994 n° 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche”

Regionale

L. R. 14/ 2007 PRAA 2007-2010 Piano Regionale di Azione Ambientale

Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 29/R del 26 maggio 2008, sono state definite norme generali finalizzare a promuovere comportamenti tendenti al risparmio idrico e sono stati precisati obblighi e divieti atti a limitare usi impropri della risorsa destinata al consumo umano. L’area di intervento è posta nel Comune di Seravezza che rientra: - nel Bacino Regionale Toscana Nord che non è un vero bacino idrografico ma comprende un

insieme di corsi d’acqua che si originano dalla catena delle Alpi Apuane con recapito diretto a mare; - nell’Autorità Idrica Toscana; - nel Comprensorio di Bonifica Versilia Massaciuccoli.

Nel piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana (Bacino Toscana Nord, Vol. 4) sono state evidenziate le principali criticità che caratterizzano le acque sotterranee del bacino:

1. l’inquinamento di origine antropica arricchisce le falde del bacino soprattutto in nitrati e solfati; la maggiori concentrazioni di tali inquinanti sono state registrate in corrispondenza delle zone urbane e industriali;

2. la salinizzazione della falda freatica della pianura costiera dovuta prevalentemente a 2 cause:

a) l’intrusione di acqua marina nella falda libera contenuta nelle sabbie e ghiaie della fascia costiera conseguente a eccessivi prelievi della stessa;

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b) l’ingresso di acqua di mare nei canali di bonifica e nelle foci dei corsi d’acqua che, non essendo impermeabilizzati, le ricedono all’acquifero superiore.

5.7.2 Risorsa aria

Livello Atto Titolo COM (2005) 446 Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico Direttiva 2008/50/CE

relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa.

Direttiva 2005/78/CE

Provvedimenti contro l'emissione di inquinanti gassosi e del particolato emessi dai motori dei veicoli.

Direttiva 2005/55/CE

Provvedimenti contro l'emissione di inquinanti gassosi e del particolato emessi dai motori dei veicoli.

Comunitario

Dec. 2001/744/CE Modifiche alla dir1999/30/CE sui valori limite di qualità dell'aria ambiente D.lgs 152/06 e s.mi.

Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera.

Del. n.14/2009 del MATT

Disposizioni di attuazione nazionale della Decisione della Commissione europea 2007/589/CE del 18 luglio 2007 inerenti il monitoraggio delle emissioni di CO2 per il periodo 2008-2012.

D.M. n. 60/2002 Limiti per emissioni di S02, NO2, CO, PM10

DLgs 59/ 2005 Attuazione integrale della Dir. 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento

L. 58/05 Conversione in legge del D.Lgs. n. 16 del 21/2/2005

D.Lgs 59/05 Attuazione integrale della Dir. 96/61/CE relativa alla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento

D.Lgs. 183/04 Attuazione della Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria

D.Lgs. 171/ 04 Limitazioni nazionali di emissioni di alcuni inquinanti atmosferici

Nazionale

DM 60/02

Recepimento della Direttiva 199/30/CE del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della Direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene e il monossido di carbonio

DGRT 21/2008 Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM2,5 Del. C.R.T. n° 44/2008

Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria (PRRM) 2008-2010

Del C.R. 32/2007 PRAA (Piano Regionale di Azione Ambientale) 2007-2010

DGRT 27/2006 Determinazione della struttura regionale di rilevamento per l’ozono ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs. 183/2004

DGRT 377/2006 Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM10 ai sensi del DM 60/2002

L.R. n 33/1994 Norme per la qualità dell'aria

L.R. 63 1998 Norme in materia di zone a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico e modifiche alla L.R. 5/5/1994 n. 33

DGRT n. 381/1999

Approvazione del Piano regionale di rilevamento della qualità dell'aria

DGRT n. 1325/2003

Presa d’atto della valutazione della qualità dell’aria e dell' ambiente ed adozione della classificazione del territorio regionale

DGRT n. 377/2006

Determinazione della struttura regionale di rilevamento per il PM10 ai sensi del DM 60/02

Regionale

DGRT 1327/ 2002 Incarico della R.T. all'Arpat per la costituzione del Centro Regionale di riferimento per il controllo dati sulla qualità dell'aria

Con Del. C.R.T. n° 44 del 25 giugno 2008, la Regione Toscana ha approvato il Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della qualità dell’aria (PRRM) 2008-2010 che attua le priorità del Programma Regionale di Sviluppo (PSR) per quanto concerne la sostenibilità, l’ecoefficienza, il rispetto del protocollo di Kyoto e i macrobiettivi del Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) connessi all’inquinamento atmosferico e alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti (macrobiettivo C1 “Ridurre la percentuale di popolazione esposta a inquinamento atmosferico”). Per affrontare le varie problematiche ambientali, tra cui quella dell’inquinamento atmosferico, il PRAA mantiene le Zone di criticità ambientale previste dal precedente Piano, intese come ambiti territoriali nei quali sono presenti uno o più fattori di pressione ambientale che determinano impatti sull’ecosistema particolarmente significativi, e che richiedono interventi integrati per la risoluzione degli stessi. Per tutte le zone, il PRAA prevede l’aggiornamento del

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quadro conoscitivo delle criticità in occasione dell’aggiornamento del Piano stesso e l’eventuale indicazione di obiettivi territoriali da raggiungere, al momento individuati solo per quattro di esse. Nella Provincia di Lucca le aree a forte criticità ambientale sono rappresentate da: il Parco delle Alpi Apuane, il lago di Massaciuccoli e il Distretto Cartario. 5.7.3 Risorsa suolo

Livello Atto Titolo

COM (2006) 231 strategia tematica per la protezione del suolo COM (2006)232 Proposta di direttiva quadro per la protezione del suolo Comunitario Dir 96/61/CE Relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento D.Lgs. 152/ 2006

Norme in materia ambientale

D.Lgs. 59/2005 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento

D.M. 23-2-2004 Approvazione dei metodi ufficiali di analisi biochimica del suolo.

DM 4-2-1999 Attuazione dei programmi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico, di cui gli articoli 1, comma 2, e 8, comma 2, del D.Lgs. n. 180, convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto 1998, n. 267

DM 14-2-1997 Direttive tecniche per l’individuazione e la perimetrazione, da parte delle Regioni, delle aree a rischio idrogeologico

Nazionale

L. 183/1989 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo Approvazione Piano di Bacino stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I) Regionale L.R. 27/2005 Modifica alla legge regionale 11/12/1998, n. 91 (Norme per la difesa del suolo).

5.8 Il paesaggio e i beni architettonici In Toscana il paesaggio trova ampia attenzione negli strumenti della pianificazione territoriale ovvero nel Piano di Indirizzo Territoriale, nei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP), nei Piani Strutturali a livello comunale (PS). Il PIT come modificato e integrato con Del. C.R. n° 32 del 16 giugno 2009 (Implementazione del Piano di indirizzo territoriale con valore di Piano Paesaggistico) assume la funzione di piano paesaggistico in adempimento ai dettami del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Articolo 143) e a quelli dell’articolo 33 della l.r. 1/05. Il PIT individua 38 specifiche realtà territoriali connotate da elementi e profili paesaggistici tali per cui ciascuna di esse da essere considerata un insieme determinato, unitario e irripetibile. Il territorio comunale di Seravezza rientra nell’ambito di paesaggio n° 21 Versilia. 5.9 Il sistema rifiuti

Livello Atto Titolo Dir 2008//98/CE del 19/11/2008

Direttiva del parlamento Europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive (testo rilevante ai fini SEE)

Direttiva 2006/12/CE del 5 aprile 2006

Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti Comunitario

Direttiva 2004/35/CE del 21 aprile 2004

Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale

D.lgs 152/06 e s.m.i. Norme in materia ambientale- Parte IV “Gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati” Nazionale

DM 248 del 29/07/2004

Rifiuti contenenti amianto

L.R. 25/1998 “Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati” L.R. 01/05 Norme per il governo del territorio L.R. 61 del 22/11/2007

Modifiche alla L.R. 25 del 18/05/1998 e norme per la gestione integrata dei rifiuti

L.R.16/2006 Modifiche alla L.R. 31/94 (Norme in materia di bonifica) e alla L.R. 25/1998 (Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati)

Regionale

L.R. 14/2007 PRAA 2007-2010 Piano Regionale di Azione Ambientale

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L.R. n° 30 /2006 Funzioni amministrative di competenza comunale in materia di bonifica di siti contaminati

Il Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010 nell’ambito del macrobiettivo D1 “ridurre la produzione totale di rifiuti e la percentuale conferita in discarica e migliorare il sistema di raccolta aumentando il recupero e il riciclo”, pone i seguenti obiettivi specifici, prevedendo puntuali misure di sostegno a favore:

• degli interventi di prevenzione e minimizzazione della produzione di rifiuti; • dell’implementazione della raccolta differenziata, del recupero e del riciclo; • dell’incentivazione del riutilizzo del materiale recuperabile; • dello sviluppo del sistema impiantistico (innovazioni impiantistiche e interventi sinergici e

integrativi tra piani. La Provincia di Lucca è dotata esclusivamente del Piano provinciale di gestione dei rifiuti – 1° stralcio relativo ai rifiuti solidi urbani, approvato con delibera del Consiglio provinciale n° 178 del 17 novembre 1999. tale piano sarà ancora valido fino all’approvazione del piano interprovinciale attualmente in fase di elaborazione. Nel Comune di Seravezza il servizio di raccolta degli RSU ed assimilati è svolto dalla soc. ERSU Spa. Lo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani Indifferenziati avviene tramite il sistema integrato della Versilia presso l’impianto di Pioppogatto a Massarosa. L’altro impianto utilizzato - quello di Falascaia a Pietrasanta – è stato chiuso, pertanto il CDR prodotto nell’impianto di Pioppogatto viene bruciato in altri impianti posti sul territorio nazionale, a cura e spese di Veolia Spa società gestore degli impianti. I Rifiuti Solidi Urbani Differenziati vengono raccolti e selezionati da Ersu Spa presso l’impianto dello Statutario a Pietrasanta, per la plastica e per il multimateriale leggero, e quindi indirizzati al riciclaggio, mentre sono avviati direttamente al riciclaggio e al recupero altri materiali come vetro, metalli, legno, etc. Il rifiuto compostabile verde è smaltito da Ersu Spa nell’impianto collocato a Pietrasanta, in Via Olmi. A Querceta, in Via Ciocche, da alcuni anni è stato realizzato un centro di raccolta dei RSU assimilati quali vetro, plastica, metalli, legno, ingombranti, etc. Nel centro è possibile il conferimento diretto dei materiali da parte degli utenti residenti a Seravezza; dal centro i materiali vengono successivamente avviati allo smaltimento e/o al recupero presso gli impianti specifici. Nell’impianto di Falascaia è presente una piazzola di conferimento di ERSU Spa dove vengono raccolti e selezionati tutti gli ingombranti raccolti sul territorio. I rifiuti speciali inerti vengono raccolti e riciclati presso i due impianti presenti sul territorio e nelle sue vicinanze quello di “Varia Versilia e Ambiente” a Pietrasanta e quello de “La Quintavalle” a Querceta. I rifiuti speciali pericolosi non rientrando nel ciclo dei RSU ed assimilati vengono raccolti a cura e spese degli utenti da operatori specializzati e smaltiti o recuperati presso un impianto collocato fuori dal territorio comunale. 5.10 Inquinamento acustico

Livello Atto Titolo

COM (2001) 580 Libro verde sul rumore Raccomandazione 2003/613/CE del 06/08/03

concernente le linee guida relative ai metodi calcolo aggiornati per il rumore dell'attività industriale, degli aeromobili, del traffico veicolare e ferroviario, e i relativi dati di rumorosità.

Dir 2003/10/CE del 06/02/2003

sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore) - (diciassettesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE).

Dir 2002/49/CE Direttiva sulla valutazione e gestione del rumore ambientale

Comunitario

Dir 2000/14/CE del 08/05/00

sul ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri concernenti l'emissione acustica ambientale delle macchine e attrezzature destinate a funzionare all'aperto.

D. Min. A e T.M. Del 24/07/2006

Modifiche dell’allegato I – Parte b, del D.Lgs 4/9/2002, n° 262, relativo all’emissione acustica ambientale delle macchine e attrezzature destinate al funzionamento all’esterno

Nazionale

D. Lgs. 19/8/2005, n.19

Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale

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Livello Atto Titolo

Circolare MATT del 6 /7/2004

Interpretazione in materia di inquinamento acustico: criterio differenziale e applicabilità dei valori limite differenziali. pubblicata in G.U. n° 217 del 15/09/ 2004

L. 9.12.98 n° 426 Nuovi interventi in campo ambientale

DPR 18.11.98 n° 459 Regolamento recante norme di esecuzione dell'art. 11 della L 447/95 in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario

DM Ambiente 16.3.98 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico DPCM 5.12.97 Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici DPCM 14.11.97 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore L. 26.10.95 n° 447 Legge quadro sull'inquinamento acustico

DPCM 01.03.91 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno

L.R. 67 del 29/11/2004

Modifiche alla Legge Regionale n. 89 del 1.12.98

Del C.R. 77/00 Criteri e indirizzi della pianificazione degli enti locali ai sensi dell’art. 2 della L.R. 89/98

Del.G.R. 398/00 Modifica e integrazione della Del. 13/7/99, n. 788 "Definizione dei criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico e della relazione previsionale di clima acustico ai sensi dell'art. 12, comma 2 e 3 della L.R. n. 89/98".

D.C.R. N. 111 del 08/02/1999

Ambiti di competenza dei Dipartimenti Provinciali per la Protezione Ambientale e dei Dipartimenti di Prevenzione

D.G.R. N. 788/99 Definizione dei criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico e della relazione previsionale di clima acustico ai sensi dell'art. 12 c. 2 e 3 della L.R. n° 89/98

Regionale

L.R. 89 del 01/12/1998

Norme in materia di inquinamento acustico

La Legge Quadro sull’inquinamento acustico del 26 ottobre 1995 attribuisce ai Comuni la responsabilità di zonizzare il proprio territorio, secondo specifiche classi di destinazione d’uso, indicate nella seguente tabella:

Tabella A del DPCM 14/11/97

CLASSE I – Aree particolarmente protette:

rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici ecc.

CLASSE II – Aree destinate a uso prevalentemente residenziale:

rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali e assenza di attività artigianali.

CLASSE III – Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

CLASSE IV – Aree di intensa attività umana:

rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

CLASSE V – Aree prevalentemente industriali:

rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

CLASSE VI – Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate esclusivamente da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Il Comune di Seravezza, in ottemperanza alla Legge 447/95 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e al DPCM 14/11/97 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore e altre

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norme e regolamenti sul rumore” e alle norme regionali, ha approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 37 del 30 giugno 2010 il Piano di Classificazione Acustica. 5.11 Sistema energia e cambiamenti climatici 5.11.1 Cambiamenti climatici

Livello Atto Titolo COM (2001) 580 Piano di azione del Programma europeo sul cambiamento climatico Direttiva 2009/29/CE

Modifica della dir 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra

Dir 2009/30/CE Direttiva Parlamento Europeo e Consiglio UE- specifiche sui combustibili e riduzione emissioni di gas serra-Modifica direttive 1998/70/CE, 1999/32/CE e 93/12/CE

Dir 2009/28/CE Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE

Decisione 2009/406/CE

Sforzi degli Stati membri per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra al fine di adempiere agli impegni della Comunità in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020.

2007 Libro verde sull’adattamento ai cambiamenti climatici in Europa- quali possibilità di intervento per l’UE

Comunicazione 10/01/2007

della Commissione- Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici a +2 gradi Celsius- la via da percorrere fino al 2020 e oltre”

CPM (2008) 30 Due volte 20 per il 2020, l’opportunità del cambiamento climatico per l’Europa

Dec. 2006/944/Ce Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla Comunità e a ciascuno degli Stati membri nell'ambito del protocollo di Kyoto ai sensi della decisione 2002/358/CE.

Dec. 2005/166/CEE

Del Consiglio relativa a un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto

Dec. 2002/358/CE

Approvazione del protocollo di Kyoto

Dec. 2002/215/CE

Approvazione del quarto emendamento al protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono

Dec. del 29/01/2004

Della Commissione che istituisce le linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della Dir 2003/87/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio

Dec. 280/2004/CE

Del Parlamento e del Consiglio relativa a un meccanismo per monitorare le emissioni di gas serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto

Dir. 2004/101/CE

Dir. Parlamento Europeo e Consiglio recante modifica della dir. 2003/87/CE che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, riguardo ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto. Pubblicata nella G.U.U.E. 13/11/2004, n. L 338.

Dir. 2003/87/CE

Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio. Pubblicata nella G.U.U.E. 25/10/2003, n. L 275. Entrata in vigore il 25/10/ 2003.

Dec.2002/358/CE

Decisione del Consiglio riguardante l'approvazione, a nome della Comunità europea, del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'adempimento congiunto dei relativi impegni. Pubblicata nella G.U.C.E. 15/05/2002, n. L 130

Dir. 2002/3/CE Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'ozono nell'aria. Pubblicata nella G.U.C.E. 9/03/2002, n.L67. Entrata in vigore il 9/03/2002.

Reg. (CE) 2493/2000

Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a misure volte a promuovere la totale integrazione della dimensione ambientale nel processo di sviluppo dei paesi in via di sviluppo. Pubblicato nella G.U.C.E. 15 novembre 2000, n. L 288. Entrato in vigore il 18 novembre 2000

Comunitario

Dec. 94/69/CE Decisione del Consiglio concernente la conclusione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Pubblicata nella G.U.C.E. 7 febbraio 1994, n. L 33

D.Lgs. n. 216/2006

Attuazione delle Direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto

D.lgs 152/06 e s.mi.

Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera.

D.Lgs 216/2006 Piano Nazionale di Allocazione dei permessi di emissione 2008-2012

Nazionale

Decreto RAS/74/2006 del

Piano Nazionale di Allocazione dei permessi di emissione 2005-2007

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Livello Atto Titolo 23/02/2006 D.Lgs. n. 192/2005

Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia

Legge n. 239/2004

Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia

L. 273/04 Attuazione della Dir 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione di gas ad effetto serra; testo coordinato con la L. 316/04

L. 185/04 Ratifica ed esecuzione dell’Emendamento al Protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono

L. 36/04 Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/04 sulle quote di emissione dei gas serra

L. n. 316/2004 Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/2004, recante disposizioni urgenti per l’applicazione della Dir 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità europea

L. 01/06/2002 n. 120

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11/12/1997. Pubblicata nella G.U 19/06/2002, n. 142, S.O.

DM 11/11/1999 Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 del D. Lgs. 16/03/1999, n. 79. Pubblicato nella G. U. 14/12/1999, n. 292

Del CIPE 19-11-1998

Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra.

L. 15-1-1994 n. 65

Ratifica ed esecuzione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con allegati, fatta a New York il 9/05/1992. Pubblicata nella G.U. 29/01/1994, n. 23, S.O.

5.11.2 Energia

Livello Atto Titolo

COM (2008) 782

Libro verde “Verso una rete energetica europea sicura, sostenibile e competitiva”

Dir 2009/28/CE Del Parlamento europeo e del Consiglio- promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili

Dir 2007/72/CE Parlamento Europeo e Consiglio UE. Norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica - abrogazione della Dir 2003/54/CE

COM (2007) 723

UN piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (piano SET). Verso un futuro a bassa emissione di carbonio

COM (2007) 1 Una politica energetica per l’Europa Dec 2006/500/CE

Del consiglio relativa alla conclusione da parte della Comunità europea del trattato della Comunità dell’energia

COM (2006) 848

Tabella di marca per le energie rinnovabili. Le energie rinnovabili nel 21° secolo: costruire un futuro più sostenibile

COM (2006) 847

Verso un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche

COM (2006) 545

Piano di azione per l’efficienza energetica 2007-2012

COM (2006) 105

Libro verde “una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura”

Dir 2006/32/CE Direttiva concernente l’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici COM (2005) 265

Libro verde sull’efficienza energetica: fare di più con meno

Dir 2003/30/CE Direttiva sulla promozione dell’uso di biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti

Dir 2002/91/CE Sul rendimento energetico nell’edilizia

Dir 2001/77/CE Sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità (ABROGATA)

Dir 96/92/CE Concernente norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica Dec 98/181/CE, CECA e Euratom

Del. Consiglio e della Commissione concernente la conclusione da parte delle Comunità europee del Trattato sulla Carta dell’energia e del protocollo della carta dell’energia sull’efficienza energetica e sugli aspetti ambientali correlati

COM (97) 599 Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili-Libro bianco per una strategia e un piano di azione della Comunità

Comunitario

COM (2000)769

Libro verde “verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico

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Livello Atto Titolo

Decreto Ministro dello Sviluppo Economico del 10/09/2010

Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili

Decreto Ministro dello Sviluppo Economico del 06/08/2010

Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare

L. 13/2009 Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 30/12/2008 n° 208 recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente)

D.Lgs 115 /2008

Attuazione della Di 2006/32/CE relativa al’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici a abrogazione della Dir 93/76/CEE

L. 244/2007 Legge finanziaria 2008 D.lgs 152/06 e s.mi.

Norme in materia ambientale. Parte V- Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera.

D.Lgs. n. 192/2005

Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia

Legge n. 239/2004

Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia

DM 20/07/2004

Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili

L. n. 316/2004 Conversione in legge, con modifiche, del D.Lgs. n. 273/2004, recante disposizioni urgenti per l’applicazione della Dir 2003/87/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità europea

D.Lgs. 387/2003

Attuazione della dir. 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. Pubblicato nella G.U 31/01/2004, n. 25, S.O.

L. 01/06/2002 n. 120

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11/12/1997. Pubblicata nella G.U 19/06/2002, n. 142, S.O.

D.Lgs. n. 79/1999

Attuazione della Direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica

DM 11/11/1999

Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 11 del D. Lgs. 16/03/1999, n. 79. Pubblicato nella G. U. 14/12/1999, n. 292

L. 15-1-1994 n. 65

Ratifica ed esecuzione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con allegati, fatta a New York il 9/05/1992. Pubblicata nella G.U. 29/01/1994, n. 23, S.O.

L.n°10/1991 Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale, di energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Pubblicato nella G.U. 16/01/1991, n.13.

Nazionale

Legge n. 9/91 Norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali

L.R. 11/2011 Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia. Modifiche alla L.R. 39/2005 e alla L.R. 01/2005

L.R. 71/2009 Modifiche alla L.R. 39/2005 Del CR 47/2008

PIER 2007-2010, Piano di Indirizzo Energetico Regionale

LR n. 39/2005 Disposizioni in materia di energia

Regionale

LR n. 45/1997 Norme in materia di risorse energetiche

Il settore energetico riguarda tutti i settori dell’economia (agricoltura, trasporti, industria, terziario e domestico) ed esercita significativi impatti sull’ambiente, in particolare sull’inquinamento dell’aria e sui cambiamenti climatici. Infatti esso è responsabile dell’emissione della maggior parte della CO2 in atmosfera e di quantità significative di altri gas serra di natura antropica, come il metano, il protossido di azoto, gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi, l’esafluoruro di zolfo. La ripartizione delle competenze in materia di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia (in attuazione della legge 3/2001 di revisione del titolo V della Costituzione) è stata normata, in Toscana, dalla l.r. 24 febbraio 2005, n° 39 (Disposizioni in materia di energia). Con questa legge vengono ridefinite le funzioni della Regione nelle diverse attività energetiche e

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delineati i nuovi strumenti di programmazione in materia di energia (il PIER 2007-2010, Piano di Indirizzo Energetico Regionale); viene anche istituita l’Agenzia Regionale dell’Energia (REA). Il motto del nuovo Piano di Indirizzo Energetico Regionale 2007-2010 è “consumare di meno, produrre di più” e ciò si realizza mediante 3 azioni: • Più efficienza. Meno Sprechi; • Più rinnovabili. Meno emissioni; • Uscire dal fossile per salvare il clima. Ai sensi dell’art. 8 della l.r. 39/05 e nel rispetto del PIER, i Comuni, negli strumenti di pianificazione territoriale e negli atti di governo del territorio:

a) tengono conto delle linee e impianti esistenti al fine di garantire il rispetto permanente delle norme e delle prescrizioni poste, anche ai sensi del titolo II della legge regionale 11 agosto 1999, n. 51 (Disposizioni in materia di linee elettriche e impianti elettrici);

b) individuano ambiti territoriali relativi alle reti, al loro sviluppo o risanamento, anche attraverso l'eventuale determinazione di appositi corridoi infrastrutturali per il trasporto e la distribuzione dell'energia.

Nel rispetto della normativa statale (D.Lgs 387/03) e delle linee guida del settembre 2010, la Regione Toscana, con la l.r. 11/2011, intende promuovere lo sviluppo degli impianti di produzione da fonti rinnovabili attraverso il migliore contemperamento delle esigenze di sviluppo economico e sociale e delle esigenze di tutela dell’ambiente, del paesaggio, del territorio e di conservazione delle risorse naturali e culturali. 5.12 Inquinamento elettromagnetico (radiazioni non ionizzanti)

L’inquinamento elettromagnetico (altrimenti detto elettrosmog) è provocato dalle radiazioni non ionizzanti, comprese nel range di frequenza 0-300 GHz, emesse da impianti per le radiotelecomunicazioni e dal sistema di produzione, distribuzione e utilizzo finale dell’energia elettrica (linee elettriche, cabine di trasformazione, elettrodomestici).

Livello Atto Titolo

ICNIRP 1998,2002 Guidelines for limiting exposure tot time-varying electric, magnetic and electromagnetic fields

Dir. 2000/40/CE Dir sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici)

Dir 2008/46/CE Dir del Parlamento europeo e del Consiglio - Campi elettromagnetici: rischi per lavoratori dall' esposizione

Comunitario

Raccomandazione 1999/519/CEE

Sollecitazione agli Stati membri perché adottino misure efficaci di protezione dai campi elettromagnetici, indicando i limiti di esposizione da osservare per la tutela della salute dei cittadini.

D.M. 29/05/2008 Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell’induzione magnetica

D.M. 29/05/2008 Approvazione della metodologia d calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti

L. 36/01 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”

DPCM 08/08/2003

“Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti (G.U. n° 200 del 29-08-2003).

D.P.C.M. 08/07/03

“Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz”

D. Lgs. 259/03 Codice delle comunicazioni elettroniche D.P.C.M. 28/089/1995

Norme tecniche procedurali di attuazione del DPCM 23/04/1992 relativamente agli elettrodotti

Nazionale

D.P.C.M. 23/04/1992

Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50Hz) negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno

L.R. 54/00 “Disciplina in materia di impianti di radiocomunicazione DPGR 9/2000 Regolamento attuazione L.R. 51/99

Regionale

L.R. 51/99 Disposizioni in materia di linee elettriche e impianti elettrici

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Livello Atto Titolo

Decreto R.T. 29/06/2008

Approvazione delle procedure di misura e valutazione dell’induzione magnetica sulla base di quanto disposto dal D.P.C.M. 98/97/93 e del rapporto tecnico APAT- ARPAT

I gestori delle infrastrutture elettriche, nella predisposizione di nuovi impianti o di modifica o ristrutturazione di impianti esistenti, garantiscono una qualità di progettazione corrispondente agli standard stabiliti dal Titolo II della l.r. 11 agosto 1999 n° 51 e alle altre leggi di settore.

6. Le previsioni della variante normativa alle norme di attuazione del regolamento urbanistico e la valutazione degli effetti ambientali 6.1 Risorsa acqua

Dal punto di vista idrogeologico, la natura dei terreni di pianura dove si colloca il progetto del Polo multifunzione della Parrocchia di Ripa, è caratterizzata da depositi di riporto di natura sabbiosa (0-0.60 m), Materiale di Riporto di natura varia (0.60 – 1.70 m), Ghiaie sabbiose addensate (1.7 0 – 2,20 m), permeabili per porosità (Classe 1). La ricarica dell’acquifero è garantita dal fiume Versilia, dagli altri corsi d’acqua superficiali, da infiltrazioni dal substrato profondo e dall’infiltrazione zenitale delle acque di pioggia. L’area è ubicata al di fuori dell’ambito di pericolosità idraulica elevata ed è inserita in classe 2I. Per le suddette classi non sono indicate limitazioni e/o prescrizioni di sorta. La falda nella zona in oggetto è da considerare a quote prossime al piano di campagna e mediamente a circa 20 metri di profondità (15 m s.l.m). L’area è servita dalle reti pubbliche di acquedotto e di fognatura. 6.1.1 Azioni previste per la risorsa acqua

Le principali azioni previste riguardano lo smaltimento dei reflui e il risparmio idrico: • i nuovi edifici dovranno prevedere la realizzazione di una canalizzazione per il passaggio

della rete dell’impianto delle acque bianche e nere, allacciate alla rete comunale; • le reti saranno realizzate con tutte le garanzie di sicurezza per evitare sversamenti

accidentali o dispersione in falda di eventuali sostanze inquinanti; Per quanto concerne i consumi acquedottistici e il risparmio idrico il progetto edilizio dovrà prevedere:

a) l’installazione di sistemi di ottimizzazione e limitazione delle portate prelevate al rubinetto quali ad esempio limitatori di flusso, diffusori, limitatori di pressione, vaporizzatori, ovvero di sistemi di interruzione di flusso quali temporizzatori, pedivella, fotocellula;

b) l’installazione di sistemi per la riduzione e ottimizzazione dei flussi idraulico per il risciacquo degli apparecchi igienico-sanitari quali ad esempio limitatori di scarico, pulsanti per l'interruzione dello scarico, doppia pulsantiera per la cassetta di scarico.

Per ciò che concerne i consumi idropotabili le nuove previsioni insediative non prevedendo impieghi a fini produttivi dell’acqua e, pertanto, non implicheranno un significativo aumento dei consumi rispetto alla attuale dotazione idrica garantita dall’Ente gestore. Dai rilievi eseguiti all’interno dell’area risulta che la superficie permeabile attuale del suolo dell’intera proprietà della Parrocchia è pari a circa il 53%. Rispetto a questa situazione il Progetto previsto porterà ad una diminuzione della superficie permeabile fino a circa il 26.3% garantendo comunque il rispetto delle condizioni di invarianza idraulica richieste e prescritte dalle normative urbanistiche vigenti (art. 16 DPGR 2/R del 2007).

6.2 La risorsa aria Non sono segnalati siti di emissione e, quindi, la principale fonte di emissione è legata al riscaldamento della struttura e ai gas di scarico delle automobili dei fruitori dell’edificio.

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La creazione di detta struttura comporterà un incremento minimo di traffico che quindi non avrà effetti sulla qualità dell’aria. 6.2.1 Azioni previste per la risorsa aria Non sono previste azioni per la risorsa aria in quanto il progetto non prevede emissioni alcune. 6.3 La risorsa suolo L’area che ospiterà la nuova struttura si trova ad una quota di circa ml. 35 s.l.m., in zona di conoide del Fiume Versilia, caratterizzata da materiali alluvionali a prevalente granulometria grossolana e subordinatamente fine, disposta su morfologia tipicamente pianeggiante, con deboli ondulazioni e con pendenza compresa tra 0 e 2%. 6.3.1 Azioni previste per la risorsa del suolo

La fattibilità dell’intervento è condizionata con normali vincoli (F2). In fase di progetto esecutivo, gli approfondimenti in materia geologica e geotecnica, dovranno attenersi strettamente ai parametri indicati nelle indagini geologico-tecniche e nella relazione Geologica: Dovrà, inoltre, essere realizzata una campagna di indagini geofisiche e geotecniche che definisca spessori, geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l'entità del contrasto di rigidità sismica dei terreni tra alluvioni e bedrock sismico. La gestione delle terre derivanti dai lavori di scavo verrà effettuata, conformemente alle norme vigenti (articolo 186, capo I, parte IV del Dlgs 152/2006 e s.m.i.), secondo un piano che verrà redatto contestualmente al progetto esecutivo degli interventi. Si stima la produzione di circa 900 mc. di terreno naturale. La disamina storica delle attività svolte presso l’area di intervento non ha individuato elementi tali da presupporre che il sito sia da ritenersi potenzialmente inquinato, tuttavia qualora si ravvisassero le condizioni di cui al Titolo V della parte quarta del Dlgs 152/2006, si provvederà alla caratterizzazione ed alla eventuale bonifica delle matrici ambientali, secondo le direttive di legge. Sono, infine, previsti specifici interventi per la regimazione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale. 6.3.2 La fattibilità idraulica, geomorfologica e sismica a) Fattibilità idraulica L’area è ubicata fuori dall’ambito di pericolosità idraulica elevata ed è inserita parzialmente in classe I.1 e in classe I.2. Per le suddette classi non sono indicate limitazioni e/o prescrizioni di sorta. La quota di imposta della fondazione della costruzione prevista sarà a non più di ml. 3,50 dal p.c., in tal modo non ci sarà interferenza tra il sistema fondazionale e la falda idrica più superficiale, riscontrata ad una profondità di ml. 20,00. Gli interventi previsti sono stati sviluppati coerentemente con il contesto geologico-geomorfologico, idraulico e sismico determinato. Pertanto, in relazione a tali aspetti, non si ritiene necessario adottare particolari misure o soluzioni progettuali atte alla mitigazione del rischio, fatte salve le opere relative alla rigenerazione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale. b) Fattibilità geologica-geomorfologica Il sito dell’opera in progetto si trova ad una quota di circa ml. 35 s.l.m., in zona di conoide del Fiume Versilia, caratterizzata da materiali alluvionali a prevalente granulometria grossolana e subordinatamente fine, disposta su morfologia tipicamente pianeggiante con deboli ondulazioni e con pendenza compresa tra 0 e 2%. Non si rilevano elementi di criticità di tipo geologico-geomorfologico e la pericolosità risulta essere di tipo “2G-bassa”. c) Fattibilità sismica

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Le indagini di tipo geofisico hanno consentito di individuare una categoria di suolo di fondazione di tipo B: “depositi di sabbie e ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs3o compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec (ovvero resistenza penetrometrica Nspt > 50, o coesione non drenata cu > 250 kPa”. La classe di pericolosità sismica è di Tipo S2-media. Sulla base delle ricognizioni geologico, geomorfologiche, stratigrafiche ed idrogeologiche eseguite non si evidenziano elementi in grado di generare amplificazione dell’onda sismica. I suoli di fondazione sono stati simicamente classificati mediante opportune indagini in sito eseguite secondo modalità e criteri del Programma VELL d) Fattibilità idrogeologia L’area ricade in zona a vulnerabilità idrogeologica elevata. Tenendo conto della vulnerabilità dell’acquifero il progetto si articola compatibilmente con gli obiettivi di tutela degli acquiferi sotterranei. 6.4 Paesaggio e beni architettonici

L’area che ospiterà la nuova struttura multifunzionale si trova nel cuore di Ripa a diretto contatto con la casa canonica parrocchiale e fronteggiante la Chiesa di S. Antonio Abate. 6.4.1 Azioni previste

L’intervento rappresenta la ricucitura e l’integrazione dello spazio vuoto attualmente esistente tra la casa canonica e la schiera posta a Ovest. La nuova struttura si collegherà alle realtà esistenti attraverso due “filtri” che permetteranno di evidenziare il corpo centrale dell’edificio in progetto e la sua autonomia architettonica ma, nello stesso tempo, sarà sottolineata la separazione di funzione rispetto all’edificio per civile abitazione sul lato Ovest e, dall’altro lato, l’integrazione ed il collegamento con le attività parrocchiali 6.5 Sistema rifiuti La zona dove si colloca l’intervento di costruzione del nuovo plesso è coperta dal servizio pubblico di raccolta e smaltimento rifiuti, gestito dalla società Ersu SpA. 6.5.1 Azioni previste sistema rifiuti Nell'area non sono stati rilevati depositi di materiali di risulta da precedenti attività industriali. Il materiale di risulta dallo scavo dovrà essere avviato a discarica. Importante la differenziazione di materiali pericolosi e potenzialmente tossici eventualmente presenti. 6.6 Inquinamento acustico L’area ricade in Zona IV del Piano di Classificazione Acustica approvato dal Comune con deliberazione del Consiglio comunale n° 63/2009 La Classe IV comprende, infatti, le “aree di intensa attività umana” ovvero:

• le aree interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali;

• le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; • le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

L’intervento è quindi compatibile con la previsione del vigente Piano di Classificazione Acustica comunale. 6.6.1 Azioni previste inquinamento acustico

Le cause di rumore saranno generate principalmente da: •••• la nuova struttura, per la natura della destinazione per la quale è stata concepita e verrà

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realizzata comporterà un aumento del rumore causato delle attività sociali che la coinvolgeranno, quali: conferenze, meeting, zona ricreativa, attività complementari alla vita parrocchiale, punto di riferimento per i pellegrini nel passaggio sulla Via Francigena; in tal senso, il progetto da realizzare a seguito dell’ attuazione della variante prevede una serie di misure per consentire una significativa riduzione delle emissioni: a) la costruzione sarà eseguita con particolare cura all’abbattimento dei rumori utilizzando

strutture opache e vetrate con caratteristiche acustiche rilevanti ai fini del contenimento dell’inquinamento verso l’esterno;

b) Idoneo sistema fonoassorbente interno all’aula multifunzione principale. 6.7 Energia La struttura di approvvigionamento energetico del Comune consiste nei seguenti elementi:

• Energia elettrica: reti ENEL; • Gas naturale: rete SNAM e struttura distributiva da parte della CoinGas; • Prodotti petroliferi: rete di distribuzione commerciale e provenienze dei singoli vettori.

L'area in oggetto è servita da rete ENEL. La variante non prevede la realizzazione di impianti per l’energia e l'installazione di ripetitori. 6.7.1 Azioni previste per energia L'edificio dovrà essere progettato nell'ottica di raggiungere i seguenti obiettivi:

a) assicurare condizioni ottimali di utilizzo delle strutture; b) assicurare la massima durabilità, manutentibilità e sostenibilità dei componenti

impiantistici; c) ottimizzare e contenere i fabbisogni energetici durante l'utilizzo dell’opera mediante

l’introduzione di sistemi atti a sfruttare fonti rinnovabili di energia. A tal fine si sottolinea che, per orientamento e struttura, esiste la possibilità di utilizzare le falde del tetto per l'installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici; in sede di progettazione dovranno essere predisposti gli impianti in modo tale da rendere possibile ricorrere all’uso di tali forme di produzione di energia in coerenza con quanto disposto dal DPGR 9 febbraio 2007, n° 2/R.

Le reti elettriche a servizio del fabbricato saranno interrate e verrà promosso l’impiego della bioedilizia in applicazione alle “Linee guida per la valutazione della qualità energetica e ambientale degli edifici in Toscana” di cui alla DGRT 322/2005 e s.m.i.. 6.8 Inquinamento elettromagnetico Nella zona interessata dalla variante non risultano presenti impianti RTV. 6.9 Inquinamento luminoso Attualmente la presenza di strade di scorrimento importanti come la Strada Provinciale e gli insediamenti residenziali, direzionali e di servizio, determina la presenza di una diffusa illuminazione sia in orario crepuscolare che notturno. Relativamente agli effetti sull’inquinamento luminoso conseguenti il progetto, non si prevede un significativo incremento delle emissioni luminose in orario serale e notturno. 6.9.1 Azioni previste per inquinamento luminoso Le attività insediate rispetteranno comunque i limiti imposti dalla legge regionale n° 37/2000 (“Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”) tenendo conto delle misure minime di protezione dall’inquinamento luminoso degli Osservatori Astronomici.

7. QUALITÀ DELLA VITA E SALUTE UMANA

L'intervento non esercita, anche potenzialmente o indirettamente, impatti significativi sull'ambiente ma ha una positiva ricaduta sullo stesso per quanto concerne l’aumento di servizi. Conseguentemente quindi, si ravvisa un effetto positivo sulla salute umana con le presone che

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dovranno spostarsi meno e fare meno percorso per raggiungere strutture della medesima categoria. La variante ed il progetto eviteranno che si producano effetti (anche in senso cumulativo) sulla qualità dell’aria, sul clima acustico e sull’inquinamento luminoso che potrebbero incidere sulla qualità della vita dei residenti. 8. ASPETTI SOCIOECONOMICI

L’intervento è interamente di natura privata. Il progetto prevede la costruzione una nuova struttura di interesse sociale nell’area limitrofa la casa Canonica di Ripa (nel comparto tra via Mignano, Via Garibaldo Alessandrini e Via del Popolo). Il progetto prevede la realizzazione di un polo multifunzionale a carattere ricreativo destinato ad attività sociali e di servizio della comunità Parrocchia di Sant'Antonio in Ripa. Da un punto di vista sociale va ricordato il ruolo sinergico dell’area posta nel centro della Frazione di Ripa, e molto vicina al centro del Comune di Seravezza. L’intervento prevede che il soggetto attuatore realizzi a sua cura e spese una struttura da destinare alle attività sociali e ricreative, in risposta ad un problema sociale rilevante per il Comune. Il nuovo polo multi funzione avrà come compito principale quello di offrire un luogo per lo svolgimento di alcune attività quotidiane ed occasionali legate alle attività parrocchiale e sociale. 9. SINTESI DEGLI EFFETTI AMBIENTALI

Dall’analisi emerge che uno degli elementi di maggiore criticità per la zona è l’inquinamento del suolo e delle acque sotterranee. Si dettano pertanto specifiche prescrizioni a difesa delle acque sotterranee.

Risorsa suolo: qualità chimico-fisica ☺☺☺☺ Per quanto riguarda il consumo di suolo si andranno ad interessare nuove zone ad oggi non edificate attualmente a destinazione verde privato e quindi prive di edificazione

Risorsa suolo: consumo ���� L’area si presenta con suolo ampiamente permeabile. Con il nuovo progetto si andrà ad aggravare la permeabilità di zona pur rimanendo all’interno della verifica degli indici di permeabilità.

Risorsa suolo: permeabilità ���� L’intervento andrà a ridurre l’attuale spazio destinato a verde in quanto la costruzione andrà a ricucire il vuoto urbano tra la schiera dell’edificato esistente e la casa canonica. Lo spazio a verde che rimarrà sarà quello di posto attorno alla casa canonica (di cui il progetto rappresenta un ampliamento) e quello esistente attorno alla Chiesa.

Risorsa suolo: aree a verde ���� Il progetto, pur rappresentando elemento di cucitura del vuoto edificato e quindi aumentare la schermatura dalla piazza principale mantiene i varchi visuali verso le Apuane.

Visuali paesaggistiche ����

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E’ raccomandato e prescritto un uso sostenibile delle acque attuando tecniche e impianti che consentano il massimo risparmio idrico e che permettano la tutela qualitativa della risorsa.

Risorsa acqua: tutela qualitativa ☺☺☺☺ L’insediamento non prevede impatti sulla risorsa energia e, comunque, è previsto che si debba ricorrere all’uso di Fonti Energetiche Rinnovabili quali solare termico e fotovoltaico.

Risorsa energia ☺☺☺☺ Per la risorsa aria non si rilevano miglioramenti o peggioramenti a livello generale in quanto a seguito delle previsioni sul sistema della mobilità non si rilevano significativi aumenti del traffico. Inoltre, la destinazione di progetto, non prevede elementi che alterino ed interferiscano con la qualità attuale dell’aria.

Risorsa aria: qualità ☺☺☺☺ Per l’impatto acustico, dato dal maggior rumore creato dall’attività stessa per al quale viene costruito il fabbricato si prevedeono l’utilizzo di strutture opache idonee a garantire l’abbattimento acustico previsto per legge per queste strutture.

Clima acustico: qualità ���� Per quanto riguarda l’inquinamento luminoso sono da attuare tutte le misure utili a limitare il disturbo, soprattutto nei riguardi della zona residenziale. A tal fine, a parte l’utilizzo di fonti di illuminazione opportune (si tenga conto anche delle disposizioni della legge regionale n° 37/2000 in merito alla salvaguardia degli Osservatori Astronomici), risulta importante ridurre la luminosità nelle ore crepuscolari e notturne a quanto necessario per ragioni di sicurezza e di operatività.

Inquinamento luminoso ☺☺☺☺ Anche se le pressioni su inquinamento acustico, luminoso e potenzialmente sulla qualità dell’aria sono irrilevanti bisogna rammentare che possono esercitare (anche se per limitati periodi) limitati effetti sulla salute umana e sulla qualità della vita dei residenti. Quindi qualunque azione di mitigazione volta a ridurre tali impatti risulta comunque opportuna.

Salute umana ☺☺☺☺ Il nuovo complesso rappresenta un elemento di riferimento per l’aggregazione giovanile e non solo, offrendo quindi una struttura base per lo svolgimento di attività socio-ricreative dell’area offrendo occasioni di socializzazione e crescita culturale.

Sviluppo socio-ricreativo ☺☺☺☺

10. ANALISI DEGLI EFFETTI CUMULATIVI E SINERGICI

La variante alle norme di attuazione del Regolamento Urbanistico per dettagliare nello specifico il comparto F4 in cui il progetto ricade, inserendo specifico comma 12 quater all’articolo 67 determina nuovo consumo di suolo in quanto si interviene su un’area urbana attualmente non edificata utilizzata come resede privato. La superficie interessata totalmente permeabile subirà una variazione della permeabilità

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nel rispetto comunque delle normative regionali che prevedono almeno il 25% di superficie drenante. Per quanto riguarda gli effetti indotti come il traffico, non si rilevano particolari interventi necessari alla mitigazione e riduzione. È ipotizzabile un effetto cumulativo sui consumi energetici, sui consumi idrici, sulle reti (fognatura e depurazione) e sul clima acustico. Le attività previste non comportano un adattamento delle reti di fornitura elettrica e di fornitura gas metano nell’area. Sono previsti interventi progettuali che vedono la presenza di pannelli fotovoltaici sulle coperture e l’utilizzo di tecniche di risparmio e a basso consumo di risorse. Come evidenziato dall’analisi degli effetti ambientali, è possibile una interazione cumulativa sul clima acustico che potrebbe ripercuotersi sull’edificato residenziale esistente; a tal proposito risultano importanti le misure che saranno attuate per la mitigazione. Conclusioni: I contenuti della norma risultano coerenti con le prescrizioni e gli indirizzi derivanti dalle analisi valutative. Seravezza, 8 marzo 2013

Il Funzionario Responsabile (Arch. Andrea Tenerini)