Comune di Modena Assessorato alle Politiche per la Salute … · ogni esigenza non solo nutritiva,...

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Comune di Modena Assessorato alle Politiche per la Salute NASCERE A MODENA Domande e risposte ai dubbi più frequenti foto di copertina: www.elenaromani.it A cura dell’Ufficio Grafica del Comune di Modena - Germano Bertoncelli Distretto 3 http://www.comune.modena.it/pps

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Comune di ModenaAssessorato alle Politiche per la Salute

NASCERE A MODENADomande e risposte ai dubbi più frequenti

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A cura dell’Ufficio Grafica del Comune di Modena - Germano Bertoncelli

Distretto 3

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PremessaLa presente pubblicazione è il frutto del lavoro di tanti operatori educa-tivi, sociali e sanitari che hanno raccolto la sollecitazione a confrontarsi sui diversi significati e sui diversi bisogni della donna in primo luogo e della coppia più complessivamente, rispetto ad un momento tra i più significativi della vita: diventare genitori.

In questo ambito si concentrano, sul nostro territorio, gli sforzi di tanti servizi nonché di una fitta rete di associazioni. L’obiettivo comune è stato quello di mettere insieme e condividere i diversi saperi perché ogni operatore potesse arricchire la propria professionalità e la propria capacità di attivare in maniera appropriata tutte le risorse del nostro territorio, per rispondere al meglio ai complessi bisogni del bambino nel suo primo anno di vita e dei suoi genitori.

L’auspicio è che questo opuscolo possa rappresentare, per la ricchezza degli argomenti trattati, seppure in maniera non esaustiva, una prima ri-sposta ai tanti dubbi e alle tante domande dei neogenitori supportandoli nei percorsi di accesso e orientamento alla rete dei servizi.

Diventare genitori e crescere coi propri figli è anche un percorso di ap-prendimento sociale che deve trovare nei servizi un supporto integrato. Il lavoro di cura nei confronti del bambino va infatti oltre lo svolgimento delle sole funzioni assistenziali ma deve sempre più privilegiare l’inve-stimento relazionale e affettivo.

Il supporto alle responsabilità familiari è parte integrante delle politiche per il benessere della comunità modenese, che l’Amministrazione Co-munale sostiene convinta che rappresentino prima di tutto un investi-mento sul futuro.

Un vivo ringraziamento va pertanto a pediatri, pedagogisti, ostetriche, volontarie delle associazioni, mamme che hanno contribuito alla realiz-zazione di questo strumento.

L’assessore alle Politiche per la SaluteSimona Arletti

RingraziamentiLa realizzazione di questo opuscolo è stata coordinata dall’Ufficio Politiche per la Salute del Comune di Modena.

I contenuti sono stati definiti e concordati all’interno del gruppo promotore–sostegno alla neogenitorialità composto da:Fiorella Balli Pediatra- Pediatria- Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di ModenaClaudio Barbari Pediatra di Libera SceltaMaria Grazia Catellani Pediatra di Libera SceltaSimona Cristoni Pedagogista Coordinamento Pedagogico - Settore Istruzione- Comune di ModenaMaria Ferrari Pedagogista Coordinamento Pedagogico - Settore Istruzione - Comune di ModenaMaria Angela Ferrari Ostetrica- Nido - Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di ModenaMaria Cristina Galli Ostetrica- Ostetricia- Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di ModenaElisa Gandolfi Pedagogista - Educatore Centro per le Famiglie - Comune di ModenaAngela Fedora Latorraca Pediatra di Libera SceltaGiovanna Marzullo Pediatra di Libera SceltaAlessandra Morselli Medico - Direzione Sanitaria- Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di ModenaPier Luigi Olivieri Pedagogista - Educatore Centro per le Famiglie - Comune di ModenaM. Cristina Pagliani Ostetrica - Consultorio Familiare- Azienda Unità Sanitaria Locale di ModenaLucia Pederzini Medico - Direzione Sanitaria - Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di ModenaGiulio Sighinolfi Pediatra- Pediatria di Comunità - Azienda Unità Sanitaria Locale di ModenaElena Trevisani Assistente Sanitaria - Pediatria di Comunità - Azienda Unità Sanitaria Locale di ModenaPatrizia Venturi Pediatra - Pediatria di Comunità - Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena

I testi sono stati redatti da: Maria Grazia CatellaniSimona CristoniGiovanna MarzulloMaria Cristina PaglianiPatrizia Venturi

Si ringraziano inoltre, per avere contribuito alla fase di validazione dei contenuti: Dott.ssa M. Monica Daghio - Laboratorio Cittadino Competente - AUSL ModenaDott. Marco Turci e l’Ostetrica M. Cristina Pagliani - Consultorio Familiare - AUSL Modena Associazione Differenza Maternità Associazione Mamme per le MammeAssociazione Spazio Nascita Associazione La Tribù dei Ma-PI Le mamme volontarie che hanno partecipato ai focus groups

Il latte materno è l’alimento normale e fisiologico per i neonati; suffi-ciente da solo e senza bisogno di alcuna altra aggiunta a soddisfare ogni esigenza non solo nutritiva, dalla nascita fino al 6° mese di vita. Successivamente quando il bimbo comincerà a mangiare anche altri alimenti, il latte materno continuerà a rappresentare un’importante fonte di nutrienti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ne raccomandano l’assunzione, affiancata da altri cibi, semisolidi prima e solidi poi, fino ai 2 anni di vita ed oltre, nel rispetto delle scelte della coppia madre-bambino.

?Allattamento al seno

DOMANDE E RISPOSTE AI DUBBI PIù FREQUENTI

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Non esiste una posizione ideale, ogni donna tro-verà da sè la posizione più comoda. E’ importan-te che tu abbia un buon appoggio per la schiena così da ottenere una posizione confortevole per te e il bambino.

Fai succhiare il tuo bambino quando lo desidera e consenti poppate a richiesta; insieme ad una persona esperta in allattamento controlla che l’attacco sia adeguato e la suzione corretta.

Cerca di riconoscere e di assecondare i segnali di fame manifestati dal bambino, lascialo succhiare più frequentemente al seno per stimolare il tuo organismo così da aumentare la produzione di latte.

Meglio entrambi soprattutto nella fase di calibra-zione, cioè nella fase iniziale in cui la produzione di latte non si è ancora adeguata alle richieste del bambino; comincia sempre dal seno con cui

La prime poppate Produzione di latte Attacco/Posizione

Qual è la posizione migliore che dovrei assumere per allattare?

Come aumentare la produzione di latte nei primi giorni dopo il parto?

Cosa fare quando la produzione di latte diminuisce e/o non è sufficiente per il bambino?

Devo offrire solo un seno per poppata o meglio entrambi?

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nehai terminato la poppata precedente, poi quando l’allattamento sarà ben avviato valuterai cosa è meglio per te e per il bambino.

No. Quando allatti a richiesta, la produzione di latte si aggiusta sulle richieste del tuo bambino; il seno appare più morbido perché il bimbo diventa più efficiente nel drenarlo.

Parla con una persona esperta in allattamento: chiedi informazioni su come avviene la produzio-ne del latte e sulle differenze tra il “primo e se-condo latte”. Considera che la fame non è l’unica ragione del pianto del bambino: è importante anche soddisfare il bisogno di suzione e sapere che la cavità orale è organo di esplorazione e di piacere.

Il tuo bambino si regola da sé: occorre solo se-guire i suoi ritmi, gradualmente riconoscerai i segnali che ti invia e capirai le sue richieste. Se il bambino sta bene ed è reattivo, non è necessario svegliarlo se dorme.

Durante i primi mesi, sono rari i casi in cui il bam-bino non richieda almeno un pasto nell’arco della notte e le poppate notturne nelle prime settimane di vita sono fondamentali per la calibrazione del-l’allattamento. Comunque prima di scegliere se svegliarlo per alimentarlo si prenderanno in con-siderazione elementi importanti come la curva di crescita, il comportamento e le scariche (minzio-ni ed evacuazioni) del bambino.

La suzione è un bisogno e un piacere per il bim-bo ed è importante soddisfarla. L’allattamento materno previene l’obesità.

Mi sento il seno meno teso di qualche tempo fa, pare “svuotato”, ho meno latte?

Si stacca dal seno e piange, si succhia le manine, non c’è più latte!

Devo osservare orari precisi per le poppate, quanto tempo deve trascorrere tra una poppata e l’altra e per quanto tempo deve succhiare al seno?

Il mio bambino ha pochi giorni di vita, dorme 10-12 ore la notte e mangia solo 4-6 volte di giorno; è un bimbo “buono” o devo preoccuparmi e svegliarlo?

Vuole succhiare in continuazione, diventerà obeso? 3

Il tempo varia a seconda dell’età e della fame del bambino, inoltre la poppata non serve solo per nutrirsi. Se ti sembra che le poppate durino trop-po a lungo parlane con una persona esperta.

Tieni il bambino accanto a te per più tempo, au-menta il contatto fisico “pelle a pelle” e chiedi aiuto ad una persona esperta. Nel frattempo, non usare in alternativa tettarelle/biberon.

È sconsigliato nelle prime 4-6 settimane di vita (fase della calibrazione del latte) in quanto po-trebbe ostacolare la capacità del bambino di at-taccarsi al seno, favorire la comparsa di ragadi, ecc... Quando l’allattamento è ben avviato saran-no i genitori a valutare l’opportunità dell’utilizzo di questo ausilio.

Considerando la fisiologia dell’allattamento e i bisogni del neonato non è naturale non mangia-re la notte. Durante le fasi di avvio e calibrazione dell’allattamento (prime 6 settimane circa) sono importanti le poppate notturne in quanto la notte è maggiormente favorito il rilascio di prolattina (ormone dedicato alla produzione di latte). Inoltre il bambino ha bisogno di tempo (alcuni mesi) per adeguarsi all’ambiente extrauterino nel quale vie-ne a trovarsi dopo la nascita, che è differente dal precedente dove non aveva ritmi alimentari e non avvertiva il bisogno di “chiedere” per soddisfare la fame.

Nelle prime settimane di vita è un atteggiamento fisiologico; ti potrà rassicurare il confronto con una persona esperta su posizione, attacco e mo-dalità di suzione che, se non corretti ed adeguati potrebbero essere causa di una scarsa alimenta-zione. Nel bambino più grande questo atteggia-mento potrebbe corrispondere ad uno scatto di

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ne È normale che la poppata duri un’ora e anche di più?

Rifiuta di attaccarsi al seno, cosa fare?

Piange spesso, posso usare il ciuccio?

Vuole mangiare sempre, ogni 2 ore... è naturale

Come posso abituarlo, fin dai primi giorni, a non mangiare la notte?

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necrescita o ad un bambino definito “ad alto biso-gno” cioè bimbi che richiedono spesso il seno (ricorda l’allattamento ha funzione nutritiva e re-lazionale).

Mediamente la produzione è di circa 600-800 ml. al giorno, quantità e numero di poppate sono va-riabili e regolate dalla fame e dalle necessità del bambino.

Il latte materno contiene già una componente liquida sufficiente a dissetare il bambino (87 % del latte è composto da acqua); l’introduzione di liquidi potrà avvenire con lo svezzamento.

Durante la fase di allattamento materno esclusi-vo, tisane e bevande non sono utili al bambino, al contrario possono interferire e compromettere l’allattamento e la crescita del bambino.

Quanto latte posso produrre al giorno, quanto ne deve assumere il bambino a poppata e per quante poppate/dì?

Il lattante ha bisogno di bere acqua?

Posso somministrargli tisane o bevande rilassanti?

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Accrescimento e latte maternoDiverse possono essere le cause del pianto. L’ipo-galattia, cioè il poco latte e l’incapacità di produr-re il quantitativo necessario, è una sensazione materna, non una reale patologia. L’aggiunta di latte artificiale aumenta l’ipogalattia. E’ consigliabi-le valutare insieme al pediatra l’accrescimento del bambino secondo le nuove curve di crescita OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e il suo stato di salute generale. Insieme ad una persona esperta di allattamento puoi rivedere la posizione di allattamento, le modalità di attacco e suzione, il numero di poppate.

Le poppate notturne favoriscono il rilascio della prolattina, fondamentale nella fase di calibrazione per l’autoregolazione fisiologica nella produzione di latte, mentre soddisfano il bisogno del neona-to di contatto fisico così come veniva soddisfatto quando era nel tuo ventre. Quando è un pò più grande l’allattamento notturno compensa l’assen-za materna diurna, la paura della separazione e dell’abbandono.

Ho paura che il mio latte non sia sufficiente, piange spesso, non cresce abbastanza, posso dare l’aggiunta?

Mangia ogni 3/4 ore, ma la notte vorrei dormire e saltare la poppata, come fare? Mangia già le pappe ma la notte si veglia per succhiare, potrebbe crescere troppo? Ormai è grande ma la notte si sveglia più volte e vuole succhiare…

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oCon l’aiuto di un esperto imparerai ad osservare come succhia, che la suzione avvenga in modo corretto e a sentirlo deglutire. Continuerai ad allattarlo fino al momento in cui appare soddi-sfatto.La doppia pesata dovrebbe essere evitata in quanto è inutile e genera solo ansia.

Per prima cosa è importante che tu valuti lo stato di benessere generale del bambino (vivacità, in-terazione con l’ambiente, ecc.), quindi la crescita attraverso la pesatura mensile e/o settimanale del neonato nei primi tempi.L’ O.M.S. definisce standard minimi corrispon-denti a 500 gr. mensili (o 125 gr. a settimana) nei primi 4-6 mesi.

I bambini allattati al seno spesso hanno un’ab-bondante crescita nelle prime settimane che ral-lenterà poi nei mesi successivi in quanto hanno una perfetta autoregolazione. Non dovresti valu-tare la crescita di una sola settimana ma rappor-tarla al peso alla nascita e all’accrescimento nelle settimane successive al parto.

Come faccio a capire se il mio bambino è sazio?

Quanto dovrebbe crescere il mio bambino ogni settimana?

Se il bambino cresce 300-400 gr. a settimana sono troppi? Se nell’ultima settimana è cresciuto solo 100 gr. sarà poco?

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Puoi conservare il latte che hai prelevato in recipienti resistenti, come quelli in plastica dura o vetro, sono contenitori da prediligere per una conserva-zione a lungo termine del latte materno. Il bambino può bere il latte fresco, a temperatura ambiente o riscaldato.Il latte può essere mantenuto a temperatura ambiente (fino 25°C) per 6 - 8 ore. Puoi tranquillamente refrigerare il latte (4°C) fino a 5 giorni; conserva il latte sul retro del corpo principale del frigorifero, in una zona lontana dallo sportello, dove la temperatura rimane più fredda e costante. Il tipo di freezer in cui viene mantenuto determinerà la tabella di conserva-zione per il latte congelato. Viene garantita la sicurezza se si conserva il latte per periodi di tempo di seguito elencati:> Compartimento del freezer ubicato all’interno del frigo (- 15°C): 2 settimane;> Frigorifero/freezer con sportelli separati (- 18°C): 3 – 6 mesi;> Freezer a pozzetto a scongelamento manuale, che non venga aperto di frequente e mantenga la temperatura ideale (–20°C): 6 – 12 mesi;Scrivere sempre la data e la quantità di latte sul contenitore. Scongelare il latte materno lentamente nel frigorifero o a temperatura am-biente ma non nel microonde, consumarlo entro 24 ore conservandolo nel frigorifero. Dopo il decongelamento non è possibile ricongelarlo. Queste indicazioni sono da applicarsi esclusivamente a lattanti in salute e nati a termine.Per bambini ospedalizzati o pre-termine ci sono linee guida diverse.

Conservare il latte materno

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Sì, è possibile il ritorno ad un allattamento esclu-sivo, occorre valutare la quantità di latte artificia-le somministrato giornalmente. Dovrai diminuire gradualmente la quantità di “aggiunta” che offri ad ogni pasto mentre aumenti il numero e la du-rata delle poppate. Ti potrà aiutare lo stare più vicina al tuo bambino favorendo il contatto pelle a pelle.

Dovrai utilizzare la strategia sopra indicata, ser-viranno più tempo e pazienza. Occorre valutare il tempo di sospensione, l’età del bambino; ti sarà utile il sostegno di una persona esperta in allat-tamento.

Sto facendo un allattamento misto, è possibile tornare ad un allattamento esclusivo e come fare?

Ho sospeso l’allattamento al seno, vorrei riprendere, come fare?

Riallattamento

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Allattamento e fertilitàSolo in alcuni casi e per pochi giorni il ciclo può influire sulla quantità del latte materno ma non sulla qualità, è un fenomeno transitorio.

Allattando, in molti casi, il ciclo ricompare a svez-zamento avanzato o alla sospensione dell’allatta-mento.

Nei primi 6 mesi puoi assumere la “pillola per l’allattamento”, quella col solo progesterone; quando inizierai lo svezzamento passerai a quella tradizionale, che contiene anche estrogeni, potrai informarti in Consultorio dall’ostetrica o dal tuo medico.

Se allatti in gravidanza non danneggerai il bam-bino che arriverà e non sarà alterata la qualità del latte che offri a tuo figlio.

È ricomparso il ciclo mestruale, potrò continuare a produrre latte e sarà di buona qualità?

Continuo ad allattare e dopo sei mesi non ricompare il ciclo mestruale, è normale?

Posso assumere la pillola anticoncezionale?

Aspetto un altro bambino, posso continuare ad allattare?

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L’organismo materno è in grado, se stimolato dalla suzione, di adeguare la produzione di latte alle necessità di due bimbi; sarà forse un pò più difficoltoso, occorreranno più tempo ed energie. Una volta avviato l’allattamento e superata la fase della calibrazione (circa 6 settimane) sarai tu a decidere e a valutare fin quando ti sarà possibile continuare.

Potrò allattare i miei bambini e per quanto tempo?

Gemelli

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Benessere della mammaSì, l’allattamento previene le complicanze emor-ragiche nel post-parto e aiuta il recupero della forma fisica; avrà inoltre minori probabilità di avere disturbi legati all’osteoporosi in età peri-menopausale e di contrarre il cancro del seno e dell’ovaio.

No, dovresti evitare. Se proprio non ne puoi fare a meno, non dovresti farlo negli ambienti dove è presente il bambino.

La decisione di interrompere l’allattamento al seno non comporta problemi strettamente sani-tari, ma riguarda sostanzialmente la relazione con il tuo bambino e la vita familiare.Il momento dell’interruzione avviene con moda-lità e in momenti diversi, secondo le condizioni e le esigenze di ogni mamma e degli impegni fa-miliari.E’ importante che serenamente tu valuti quello che è meglio per te e per il tuo bimbo.

La donna che allatta al seno avrà benefici per la propria salute?

Posso fumaredurante l’allattamento?

Sono molto stanca, vorrei smettere di allattare e devo tornare al lavoro, quando e in che modo posso sospendere?

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È possibile allattare con le ragadi e come farlo senza sentire dolore?È consigliabile continuare ad allattare e con la modalità giusta se si riesce a farlo senza avver-tire dolore, così puoi anche prevenire l’ingorgo mammario. Per migliorare la sintomatologia sarà necessaria una posizione corretta per te e il bambino, l’attacco e la suzione dovranno essere adeguati e può essere opportuno iniziare dal lato che duole meno. All’occorrenza si utilizzano anti-dolorifici.

Come curare le ragadi?Mantieni il seno asciutto, se possibile esposto al-l’aria/sole per brevi periodi, puoi trattarlo con po-che gocce di latte spremuto. Sono invece pratiche sconsigliate e/o dannose: l’uso dei paracapezzo-li, saltare le poppate e/o lasciare riposare i seni, l’uso di detergenti o saponi aggressivi.

I capezzoli piatti o introflessi possono essere un problema, come trattarli?I capezzoli piatti o introflessi non compromettono l’allattamento possono renderlo un po’ difficolto-so all’inizio, la suzione avviene tramite l’attività della lingua sull’areola e non quando viene affer-

Problemi del capezzolo

Patologie durante l’allattamento

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rato solo il capezzolo. Chiedi che ti vengano inse-gnate le tecniche per estroflettere il capezzolo da attuare già alla prima poppata dopo il parto.

Si attacca solo con i paracapezzoli, potrebbe essere un problema?Sì, i paracapezzoli potrebbero, nel tempo, indurre un decremento della produzione di latte.

Come attaccare il bambino ad un seno ingorga-to e come trattare il seno?Può dare sollievo e facilitare la suzione al bimbo fare, prima della poppata, un bagno caldo con massaggio del seno e una parziale spremitura manuale. Dopo la poppata un impacco freddo ri-duce l’edema e l’infiammazione. Se noti solo una parte del seno ingorgata dovresti posizionare il bambino con il mento e la lingua in corrispon-denza della zona mammaria più tesa. Al bisogno si possono utilizzare antidolorifici.

Come allattare con la mastite?Con la modalità e la frequenza solite, mentre po-sizioni il bambino con il mento e la lingua in cor-rispondenza della zona infiammata. Il latte resta comunque di ottima qualità.

Posso allattare anche se c’è febbre?Continuando l’allattamento ti aiuta a risolvere tempestivamente l’infiammazione e la febbre.

Cosa fare al seno?Bagno caldo, massaggio ed eventuale spremitu-ra manuale o meccanica. L’antinfiammatorio o l’analgesico si usano solo se servono ad alleviare la sintomatologia materna. Dopo 24 ore, mentre continui con poppate frequenti e drenanti per il seno, se la febbre non si abbassa consulta il tuo medico.

Problemi del capezzolo

Ingorgo mammario e dotto ostruito

Mastite

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oÈ vero che allattando non posso assumere far-maci?Non è vero. In allattamento è fondamentale il benessere materno, dunque in caso di malattia utilizzerai farmaci appropriati prescritti dal medi-co (medico di famiglia, ginecologo, ecc.). Pochi sono i farmaci realmente controindicati, spesso si invita la madre a sospendere l’allattamento senza un’adeguata valutazione.

Quali farmaci o sostanze posso assumere per aumentare la produzione di latte?I farmaci che producono questo effetto (galatto-goghi) di dimostrata efficacia sono essenzialmen-te due: il domperidone e il fieno greco, ma sono sconsigliate le autoprescrizioni. Queste sostanze sono utilizzabili solo su indicazione medica e dopo un’attenta valutazione dell’effettiva necessità. In generale comunque non esiste alcun prodotto che da solo sia in grado di aumentare la produzio-ne di latte se non vengono contemporaneamente rimosse le cause della scarsa produzione, quali lo stress, l’ansia e un cattivo attacco del neonato al seno o un numero troppo basso di poppate.

Farmaci

Quale dieta seguire in allattamento? Quali alimenti possono cambiare sapore al latte?Quali alimenti possono far male al bambino?

Se un alimento disturba il bambino, devo toglierlo dalla mia dieta?

Dieta maternaNessuno se le normali abitudini alimentari della mamma prevedono cibi semplici, naturali e vari.

Spesso si tratta di semplici coincidenze, puoi pro-vare più volte a distanza di 10/20 giorni prima di decidere se eliminare temporaneamente un ali-mento dalla tua dieta.

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Sì, le tinture per capelli non sono controindicate in gravidanza nè durante l’allattamento.

Non esistono evidenze mediche che dimostrino che l’allattamento possa influire negativamente sulle diverse forme di miopia.

Sì, può soddisfare questo desiderio che non ha controindicazioni, potrebbe essere un’occasione per ritrovare un pò di tempo per sé stessa.

Ogni forma di attività sportiva è consentita, non deve preoccupare la produzione di acido lattico che può solo lievemente cambiare il sapore, ma non altera la qualità del latte materno.

Credenze popolari sostengono che l’allattamento al seno sia responsabile dell’aumento di peso del-la neo-mamma, invece allattare aiuta a smaltire l’eccesso di peso accumulato durante la gravi-danza. Eventualmente si può associare una legge-ra attività fisica ad un adeguato regime dietetico normo-calorico.

L’allattamento “in tandem” sarà adeguato alle esigenze di entrambi anche se i fratelli hanno età differenti. Se avrai desiderio di allattare tutti e due i bambini potrai farlo senza controindicazioni.

Allatto: posso tingermi i capelli?

Falsi problemi

Sono fortemente miope: posso allattare ?

Faccio sport: posso allattare?

Posso allattare dopo attività sportiva anche intensa?

E’ vero che l’allattamento fa ingrassare?

Posso continuare ad allattare il primogenito anche quando ci sarà il fratellino?16

Disagio post partoMalgrado la gioia che si prova dopo la nascita di un figlio, è facile sentirsi qualche volta oppressa o sola, per questo merita particolare attenzione il tuo benessere emotivo nel primo anno di vita del bambino. E’ importante che i professionisti sanitari, che incontrerai nei mesi successivi al parto, si accertino del tuo stato emotivo, dei tuoi supporti familiari e/o sociali e di come risolvi le difficoltà quotidiane. E’ sempre bene parlare con un sanitario di riferimento, capace di farti sentire a tuo agio, con cui confrontarti su pos-sibili cambi di umore, tristezza o comportamento inusuale.

Tante mamme (fino all’85%) avvertono una for-ma di disagio definita “baby blues” che compare solitamente nella prima settimana dopo il parto e si risolve entro il primo mese dopo il parto. Si manifesta con malinconia, sbalzi d’umore, facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, sensazione di dipendenza. Può essere provocato da più fat-tori: rapidi cambiamenti ormonali, stress psico-fisico conseguente a travaglio del parto, fatica fisica o ansia legate all’aumento di responsabi-lità, eventuale insorgenza di contrasti con fami-liari e/o parenti.

Quali possono essere i disturbi emotivi della mamma legati alla fase post-parto?

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Per aiutarti a stare emotivamente meglio dedica un po’ di tempo a te stessa: prendi tempo per ri-posare, fai una leggera attività fisica, fatti aiutare nella cura del bambino dal tuo compagno o da familiari, parla a qualcuno delle tue emozioni e cerca reti sociali di sostegno alla maternità come i gruppi di auto-aiuto tra mamme, continua a par-larne con un sanitario di tua fiducia.

Si può pensare ad una depressione se le emozio-ni negative si prolungano oltre un mese dal parto o se, nelle prime settimane, sono particolarmen-te intense. In alcune donne (circa il 10-15% dei casi) possono manifestarsi forme di depressione post-parto quando il baby blues persiste oltre un mese dal parto. Sono più esposte le donne con storia personale o familiare di depressione, inte-ressate da recenti eventi negativi (lutti), con con-flitti coniugali, in condizioni socioeconomiche sfavorevoli o di isolamento sociale, con patologia tiroidea.

Con la depressione si avvertono eccessiva preoc-cupazione o ansia, forte irritabilità, ci si sente sot-to pressione o oberate di lavoro e con difficoltà nel prendere decisioni. Si possono inoltre avere sentimenti di colpa, perdita di speranza nel futuro o di interesse e/o piacere nel fare le cose.Sintomi specifici riguardano la relazione mamma – bimbo e incutono sentimenti di colpa, vergo-gna e incapacità di essere madre come ad esem-pio: sentire il bimbo come un peso e non provare emozioni nei suoi confronti, sentirsi inadeguata ed incapace come madre e come donna.

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Come posso contrastare questo fenomeno?

E’ possibile anche andare incontro a forme di depressione legate alla fase post-parto?

Quali sono i sintomi della depressione?

Perché scoprirai che non è un’esperienza rara di cui vergognarsi e soprattutto, intervenendo, evi-terai che la depressione post-parto si cronicizzi andando poi, veramente, ad intaccare lo scambio affettivo col tuo bambino.

E’ importante che un sanitario possa valutare se è presente un vero e proprio stato depressivo. Quando non è presente una vera e propria malattia dovrebbe venirti offerto il sostegno dei professio-nisti, delle organizzazioni sociali o di volontariato delle associazioni si sostegno alle neo mamme. In caso di depressione vengono proposte anche psi-coterapia e, al bisogno, una terapia farmacologi-ca. In ogni caso un costante e fiducioso rapporto con il medico rimane comunque un punto di forza nella gestione e nel superamento dei sintomi.

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Perché chiedere aiuto?

A chi posso rivolgermi?

Per quanto l’allattamento al seno abbia poche vere controindicazioni (infezione da HIV, assun-zione di farmaci che escludono in maniera asso-luta l’allattamento, neonato con intolleranza totale al lattosio) ci sono mamme che non ci riescono e che rischiano di interpretare questa difficoltà come senso d’inadeguatezza materna. Alcuni so-stengono che in questi casi un maggior supporto dei professionisti potrebbe evitare questo incon-veniente.Il perseguimento del benessere mentale e fisico della mamma è comunque alla base di ogni scelta.La produzione ed escrezione del latte materno è fenomeno complesso ed ancora non completa-mente compreso. La condizione comunemente nota come ipogalattia, cioè la mancata o scarsa produzione di latte, non trova riscontri nella let-teratura medica. Esiste poi una situazione di ipogalattia “indotta” che si verifica quando la donna, non è opportu-namente supportata dai professionisti o dall’am-biente che la circonda e non riesce ad allattare il proprio bambino. Su questo equivoco che confonde i veri e raris-simi problemi di mancata o scarsa produzione

Alimentazione con latte artificiale

Quando è necessario il latte artificiale?

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di latte con i più frequenti problemi di mancato supporto alla donna, si basa l’erronea percezione dell’ipogalattia come condizione frequente fra le donne italiane.Ci sono casi in cui il non allattamento al seno non dipende da indicazioni mediche o cause patolo-giche, ma rappresenta una scelta della donna o della coppia; questi casi sono difficilmente quan-tificabili e risentono della cultura e dell’ambiente in cui la coppia vive.

L’allattamento materno è la modalità naturale di alimentare il proprio figlio, altre modalità non sono fisiologiche; da tempo gli esperti concorda-no sul fatto che il latte artificiale è svantaggioso rispetto al latte materno, sia sul piano della salute di madre e bambino che su quello nutrizionale, affettivo, relazionale ed anche economico, visti i costi di questi prodotti. Quando la mamma non allatta al seno può di-sporre del latte artificiale, questo è un prodotto dell’industria dietetica a partenza dal latte vaccino per venire poi modificato. È un alimento prezioso che garantisce al bambino che non dispone del latte materno una crescita adeguata nel rispetto dei principali indici metabolici. E’ un derivato del latte vaccino. Viene prodotto in forma liquida già pronto all’uso con una compo-sizione più stabile, ma ha una conservazione più limitata e costi più elevati. La forma più comu-nemente usata è quella in polvere che verrà poi “ricostruita” con l’aggiunta di acqua; non è steri-le, ha costi variabili ma più contenuti rispetto alla formulazione liquida.

L’allattamento materno è meglio di quello artificiale?

Che cosa è il latte artificiale per neonati?

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In commercio esistono sostanzialmente due tipi di latte artificiale: latte di tipo 1 o di partenza (da 0 a 6 mesi) e latte di tipo 2 o di proseguimento (da 6 mesi all’anno di vita). Per la maggioranza dei neonati non allattati al seno, questi due tipi di latte sono quelli più indicati. Non occorrono pre-scrizioni da parte del pediatra e possono essere acquistati presso i più comuni punti vendita (iper-mercati, negozi specializzati, farmacie, ecc. ecc.). Accanto a questi esistono anche dei veri “latti speciali”, indicati dal medico dopo attenta valuta-zione. Sono indicati nei rari casi di:- bambini gravi pretermine non allattati al seno (latti addizionati di micronutrienti e componenti specifiche);- neonati con intolleranze gravi alle proteine del latte vaccino non allattati al seno;- neonati affetti da galattosemia, una rara malat- tia congenita in cui il neonato non può assu- mere latte materno.Esiste poi un altro gruppo di latti, commercializ-zati come “speciali”, che in realtà sono diversi dai veri “latti speciali”. Fra questi c’è il latte di soia, il latte AR (antireflusso, ispessiti), il latte HA (ipoal-lergenico a base di idrolisati proteici). Gli studi hanno mostrato che la loro efficacia è dubbia e, se usati impropriamente, possono comportare problemi per il bambino. Si tratta di latti artificiali arricchiti con sostanze, quali nucleotidi, acidi grassi polinsaturi a lunga catena (LC PUFA), probiotici e prebiotici. Queste sostanze sono presenti naturalmente nel latte ma-terno. Finora però nessuno studio ha dimostrato che l’aggiunta di queste sostanze ai latti artificiali abbia dei vantaggi per il neonato: non ci sono dati sui possibili effetti collaterali, tanto che in alcuni casi sono sconsigliati.

I latti artificiali sono tutti uguali?

Che cosa sono i latti arricchiti?

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Il latte materno è l’alimento fondamentale quando il bimbo presenta problemi di allergie. Tuttavia nel caso in cui la mamma non può allattare è consi-gliabile dare il latte ipoallergenico.

No, il latte vaccino intero non lo devi sommini-strare a tuo figlio prima dei 12 mesi in quanto non fornisce tutti i nutrienti essenziali nelle giuste quantità e può causare disturbi nutrizionali. Il latte scremato invece non devi darlo prima dei 24-36 mesi perchè i grassi presenti nel latte favoriscono un corretto sviluppo del bambino nei primi anni di vita.

Prima di preparare il biberon lavare le mani con acqua e sapone. Versare nel biberon preceden-temente pulito e sterilizzato, l’acqua di rubinetto bollita per 5 minuti. Nel caso si voglia utilizzare acqua in bottiglia ricordarsi di far bollire anche questa, dal momento che non è sterile. Aspettare non oltre 30 minuti, per far scendere la tempera-tura dell’acqua a non meno di 70°C e aggiungere la polvere del latte artificiale agitare fin quando questa non sia sciolta. Se il latte artificiale vie-ne ricostituito con acqua a temperatura inferiore a 70°C c’è il rischio di non uccidere i germi che possono essere presenti nel latte in polvere (es. E. Sakazakii), che ricordiamo non è sterile. Una volta ricostituito, il latte deve essere rapidamente reso tiepido, adatto al bambino, mettendo il bi-beron sotto l’acqua fredda del rubinetto o in un contenitore con acqua fredda e ghiaccio. Prepa-rare il latte secondo le indicazioni: concentrarlo o diluirlo potrebbe essere dannoso alla salute del bambino. I latti in forma liquida sono già pronti all’uso. Scaldare il latte a bagnomaria oppure nel forno a microonde, ma attenzione alle differenze di temperatura e capovolgere diverse volte il bibe-ron prima di offrirlo al bimbo.

Se il latte artificiale è di derivazione vaccina posso sostituirlo con il latte fresco detto “latte della centrale”?

Come preparare il biberon?

Se il mio bimbo avrà allergie o intolleranze dovrò adottare un latte artificiale particolare?

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La quantità di latte necessaria per ogni bambino è variabile, dunque il numero e la quantità delle poppate non devono essere rigidamente definite ma puoi cercare di soddisfare le richieste di tuo figlio. Insieme al pediatra stabilirete delle dosi medie indicative che varieranno con l’età e la cre-scita del bimbo.

È preferibile preparare ogni pasto al momento in cui serve, se il latte non viene consumato lo puoi conservare in frigorifero ed utilizzare entro le 24 ore successive. Se avanza del latte da una poppata è bene eliminarlo in quanto non manter-rebbe le condizioni igieniche ottimali per il pasto successivo.Quando apri la bottiglia di latte liquido devi con-servarla in frigorifero e utilizzare il latte entro 48 ore. La scatola di latte in polvere aperta devi con-sumarla nei 10-15 giorni seguenti.

I biberon e le tettarelle devono essere sciacquati poi lavati bene con acqua calda e detersivo, ri-muovendo ogni residuo di latte che sarebbe di facile contaminazione batterica. La sterilizzazione per bottiglie e tettarelle puoi farla come preferisci, a caldo o freddo ed è necessaria durante i primi 3 mesi di vita del bimbo.

Quali sono le frequenze e le quantità dei pasti con il latte artificiale?

Come si conserva il latte artificiale?

È sufficiente il lavaggio o serve anche la sterilizzazione del biberon?

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed evidenze medico scientifiche sottolineano i bene-fici dell’allattamento materno esclusivo sino al 6° mese di vita, solo dopo è necessario introdurre altri alimenti nella dieta del bambino. Prima del 6° mese inoltre il bambino non ha maturato tutti quei meccanismi che gli permettono di accettare senza difficoltà il cibo semisolido, fra i quali ad esempio: tenere la testa ben dritta, stare agevolmente in posizione seduta, non tirare più fuori (protrudere) la lingua quando gli si presenta il cucchiaino.

Non c’è un tempo definito per smettere di allatta-re il proprio bambino, la sospensione dipende da vari fattori come ad esempio la tua motivazione, la situazione famigliare, ecc...L’allattamento al seno fornisce un nutrimento emotivo per la madre e il bambino che è prezioso e può essere piacevole anche ben oltre i primi 6 mesi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi, poi invita le madri, quando lo desidera-no, a proseguire fino a 2 anni ed oltre.

È già grandino, posso fargli assaggiare la frutta o qualche pappa?

Alimentazione e divezzamento

Fino a quando posso continuare ad allattare mio figlio?

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Non esiste una risposta unica sempre valida per tutte le coppie allattanti, la mamma ed il suo bam-bino troveranno la loro modalità più adeguata.

Se rifiuta il biberon puoi provare ad offrire il latte vaccino con il bicchiere. Alla sospensione del-l’allattamento se tuo figlio per un certo periodo non assume latte non è un problema, potrebbe momentaneamente assumere anche solo i suoi derivati (yogurt, formaggi, ecc...).

Il latte materno è sempre qualitativamente nu-triente, anche dopo l’anno di vita è in grado di fornire importanti elementi nutrizionali.

Spesso i bambini ammalati rifiutano gli alimenti e preferiscono essere allattati al seno.Durante la malattia puoi offrire tranquillamente solo il tuo latte che sarà nutriente, consolante e terapeutico. Il bambino riprenderà a mangiare gli altri alimenti dopo la fase acuta.

Fatte salve situazioni particolari da esaminare sin-golarmente insieme al pediatra, evidenze mediche indicano che solo dopo i 6 mesi di vita i bambini avranno bisogno di altri cibi, in aggiunta al latte, per soddisfare le loro esigenze nutrizionali. Non è indicato dunque svezzare prima del 6° mese (sia i bambini allattati al seno che quelli con alimentazione artificiale).

No, non devono esserci modalità e tempi defini-ti ma dovrebbe avvenire con amore, premura e pazienza. Solitamente è un evento spontaneo che avviene nel momento in cui il bambino sceglie di

Quando deciderò di smettere è meglio sospendere le poppate in un unico momento o con gradualità?

Il mio bambino ha ormai 12 mesi e vorrei offrirgli il latte vaccino ma rifiuta il biberon, cosa succederà se smetterò di allattare?

Il mio latte ora è ancora nutriente o è solo un capriccio e un suo desiderio?

E’ ammalato, rifiuta le pappe e vuole solo il mio latte, come posso fare?

Quando posso cominciare il divezzamento?

Il divezzamento deve avere modalità e tempi definiti?

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allargare i propri interessi e va oltre il semplice succhiare. Il divezzamento può essere un momento per am-pliare e rafforzare il rapporto con il tuo bambino creatosi con l’allattamento al seno, e quest’ ulti-mo non deve essere necessariamente sospeso.

No, non serve insistere si può temporeggiare ma alcuni semplici suggerimenti possono venirti in aiuto come ad esempio: tenere il bambino a tavo-la con gli altri familiari appena è in grado di stare seduto, aspettare che sia lui a richiedere il cibo (se tenta di raggiungerlo con le mani o esprime uno sguardo sostenuto ed eccitato), puoi soddi-sfare le sue richieste quando si tratta di cibo adat-to e non cambiare i ritmi e la durata dei pasti degli altri familiari.

Se rifiuta categoricamente il cucchiaino riprendi a dare solo latte e riprova dopo qualche giorno, come tanti bambini avrà necessità di adeguarsi gradualmente al cucchiaino, (considera anche se non sia troppo presto per l’inizio dell’alimentazio-ne complementare o svezzamento).Se non ha mangiato abbastanza pappa puoi inte-grare con un po’ di latte dal seno o dal biberon; se allatti puoi offrire il seno a tuo figlio dopo la pappa, può servire per dissetarlo.

No, perchè solitamente il bambino recupera le poppate “perse” quando la mamma torna, po-tranno stare insieme per tutto il tempo utile a compensare la separazione mantenendo così an-che la lattazione.

Non servono tentativi preparatori, soprattutto se fatti da te stessa mentre alimenti il bambino con un’altra modalità. Lo potrà fare chi ti sostituisce quando non ci sarai e nel momento in cui serve.

Ha difficoltà a mangiare la pappa, devo insistere?

Rifiuta il cucchiaino posso mettere la pappa nel biberon? Non ha mangiato tutta la pappa, posso dare un po’ di latte?

Se, a causa della mia assenza, la suzione sarà meno frequente potrebbe diminuire la produzione di latte?

Se lo allatto al seno, come e chi abituerà mio figlio all’uso del biberon per i pasti che assumerà quando io non ci sarò?

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Nella maggioranza dei casi non c’è un problema di salute alla base di questi risvegli, ma un ritmo sonno-veglia non ancora perfettamente acquisi-to. A volte ci possono essere motivi più specifici, anche di carattere medico, da valutare singolar-mente di volta in volta. Puoi cercare di capire con l’aiuto del pediatra.

Questo comportamento è alla base del bisogno di contenimento e di contatto corporeo.La tua funzione di “contenimento” consiste nelle cure che fornisci a tuo figlio, sia per proteggerlo da eventi traumatici, sia per soddisfare i suoi bi-sogni.Nell’ambito della relazione di attaccamento, la ma-dre offre la sua disponibilità affettiva ed emotiva, mentre il bambino cerca la vicinanza, il contatto fisico o conforto, quando ne sente la necessità.

Non ci sono rischi documentati fatto salvo per casi particolari come madri fumatrici o che assu-mono farmaci sedativi.

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Si sveglia spesso di notte, piange oppure vuole giocare, perchè si comporta così? Posso dare qualche farmaco?

Non riesco a far dormire mio figlio nella culla, si addormenta durante la poppata e appena lo appoggio piange, se lo ignoro arriva a farsi mancare il respiro, cosa posso fare?

Far dormire il bambino nel lettone con i genitori può essere pericoloso quando è molto piccolo? 29

Nel lettone hanno più risvegli ma brevi in quanto il bambino viene tranquillizzato dalla mamma e ri-prende a dormire a volte senza neanche raggiun-gere lo stadio di veglia vera e propria.

No, avranno uno sviluppo normale, non manife-steranno problemi di sonno e nemmeno problemi di identità sessuale.

Diversi studi hanno dimostrato che la quantità glo-bale di sonno della mamma non cambia (ci sono più risvegli ma di minor durata rispetto a chi deve alzarsi per andare in un’altra stanza a controllare il bambino), mentre la qualità è considerata dalle mamme soddisfacente.

Se sono lattanti, sembra che verso i 3 anni avran-no la stessa probabilità degli altri bambini di dor-mire ancora nel lettone; se invece iniziano dopo l’anno, magari in risposta a problemi di sonno, è più probabile che continuino anche nella seconda infanzia, proprio per la persistenza dei problemi.

È vero che nel lettone i bimbi non riescono a dormire tranquilli?

I bambini che dormono insieme ai genitori avranno problemi psicologici?

Se il bambino dorme nel lettone la mamma potrà riposare bene?

I bambini che dormono nel lettone vengono viziati?

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Il pianto esprime diversi bisogni e le sensazioni più varie. Il tempo aiuta ad interpretare meglio le richieste del bambino. Non sempre il pianto è un segnale di fame, spesso è una richiesta/bisogno di attenzione e conforto. Tutti, bambini e adulti, ci esprimiamo non solo con le parole ma anche con il corpo; allo stesso modo i bambini piccoli par-lano con il loro corpo: con il pianto prima di tutto e poi man mano che crescono e acquisiscono il controllo dei loro movimenti si esprimono con gli occhi, con il sorriso, con i gesti.È importante valutare che il pianto non sia la manifestazione di un problema di salute (coliche gassose, reflusso gastro-esofageo, otalgia, etc...) o di altri bisogni come: freddo, caldo, sonno, igie-ne personale; stare insieme al bambino ti aiuterà a comprendere i suoi bisogni.

Qualunque sia il motivo del pianto non è bene ignorarlo, anche se non riesci a capirne le ragioni.Il bambino ha bisogno di essere “con-solato”, che significa stare vicino a chi è solo, non viziarlo; ha bisogno di attenzione e considerazione. Lo puoi cullare favorendo il contatto corporeo, passeggia-re, attaccarlo al seno. La suzione al seno fornisce sicurezza e piacere al bambino e può essere un valido aiuto per risolvere il pianto, se non lo gra-disce te lo indicherà lui stesso.Quando sei stanca cerca l’aiuto di qualche fami-liare oppure lascialo nella sua culla, ma è impor-tante comunque dedicargli attenzione far si che il suo pianto venga ascoltato e considerato, potrai parlargli, dondolarlo, accarezzarlo.

PiantoIl mio bambino piange spesso, è sempre fame?

Cosa fare quando il bimbo è disperato?

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Non ci sono evidenze mediche a sostegno di un medicamento rispetto ad altri; solitamente viene indicata la pulizia del moncone ombelicale con acqua e sapone, tenendolo poi asciutto fino alla sua caduta.

La fimosi (cute che ricopre il glande), è fisiologica nel neonato e serve a proteggere il glande dal con-tatto con feci ed urine. Solitamente si risolve con la crescita e non è necessaria alcuna manipolazio-ne, che anzi può creare aderenze cicatriziali, oltre che causare fastidio fino al dolore al neonato

Dipende dall’età del lattante, ci sono bimbi che evacuano ogni volta che mangiano altri solo una/due volte al giorno.

Come posso medicare il moncone ombelicale?

Piccoli problemi di salute del lattante

Se è maschio devo tirare giù la pelle del pisellino per pulirlo? E’ vero che se non lo farò poi da grande verrà operato di fimosi?

L’intestino del lattanteQuante volte al giorno evacua il bambino allattato al seno?

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Se il tuo bambino sta anche diversi giorni senza evacuare, non occorre preoccuparsi, riuscirà da solo al momento giusto a liberare l’intestino; puoi consultare il pediatra se si mostra molto irrequie-to e con addome teso.

Consolarlo, cullarlo, favorire il contatto corporeo, passeggiare, adottare posizioni antalgiche (per esempio a pancia in giù), questo fenomeno tran-sitorio scompare verso il 3° mese di vita. Si ma-nifesta di meno quando tu ed il contesto familiare siete maggiormente tranquilli. Se la situazione è troppo difficile da gestire puoi parlarne con il pe-diatra per valutare la prescrizione di farmaci.

Si perchè la suzione al seno fornisce sicurezza e piacere al bambino, può essere un valido aiuto per risolvere la colica, se non gradisce ce lo indi-cherà lui stesso.

Non ci sono evidenze mediche sufficienti a soste-gno di diete “anticolica” per la mamma, mangia cibi vari e sani scegliendo ciò che preferisci.

Sono più giorni che il bambino non evacua, devo preoccuparmi e cosa posso fare?

Cosa fare quando è disperato e soffre per le coliche?

Attaccarlo al seno riduce i disturbi da colica?

Che dieta seguire per prevenire le coliche?

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La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per proteggere i bambini da alcune gravi malat-tie.I benefici che ne derivano sono di gran lunga su-periori ai possibili rischi, e oltre a proteggere il tuo bambino, con la vaccinazione contribuisci a ridurre la diffusione di batteri o virus responsabili di diverse patologie infettive. Infatti, se il numero delle persone vaccinate è sufficientemente eleva-to, molte malattie non riescono più a diffondersi fino a scomparire del tutto: così è successo per il Vaiolo e così potrebbe accadere tra breve per la Poliomielite, la Rosolia e il Morbillo.

E’ vero che alcune malattie, come il Morbillo o la Rosolia, in molti casi vengono superate senza che si sviluppino gravi problemi. Ma tutte le malattie per le quali viene offerta la vaccinazione possono causare gravi complicanze, a volte danni perma-nenti fino alla morte. Le vaccinazioni vengono quindi raccomandate proprio con l’intenzione di evitare tali rischi.

Perché è bene che il mio bambino sia vaccinato?

Vaccinazioni

Piuttosto che la vaccinazione non è meglio la malattia ?

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Molte vaccinazioni, come quella contro la Polio-mielite, la Rosolia, il Morbillo e l’Epatite B confe-riscono una protezione che dura per tutta la vita, per cui, dopo avere completato il ciclo di base, non sono necessarie ulteriori dosi. Per il tetano invece sono consigliati periodici richiami. Anche per la Pertosse la protezione tende a ridursi nel tempo, ma non sono necessari richiami dal mo-mento che è importante proteggere il bambino nei primi anni, quando la malattia può avere un decorso più grave.

I vaccini sono forse tra i farmaci più studiati e sicuri. Infatti prima di essere ammesso all’uso il vaccino viene sperimentato con studi che ini-zialmente coinvolgono poche decine di soggetti e arrivano nelle fasi finali fino a diverse centinaia o migliaia di persone. Ma anche dopo la immissione in commercio continua la sorveglianza attraverso il sistema di Farmacovigilanza che raccoglie gli eventi avversi che si verificano dopo la sommi-nistrazione dei vaccini, così da potere evidenziare anche quelli più rari.

Il tuo bambino incontra continuamente un nume-ro molto elevato di sostanze estranee attraverso l’aria, il cibo o le bevande: il suo sistema immu-nitario è quindi in grado di confrontarsi con tutte queste nello stesso momento. Inoltre la sommi-nistrazione contemporanea di più vaccini viene autorizzata solo dopo studi che ne garantiscono l’efficacia e la sicurezza.

Sebbene il latte materno sia ricco di anticorpi, da solo non è sufficiente a proteggere i lattanti da malattie molto gravi come ad esempio il tetano o la pertosse. L’allattamento non modifica l’efficacia dei vaccini somministrati.

Sarà protetto per tutta la vita?

Ma i vaccini sono sicuri?

Somministrare tanti vaccini assieme non farà male?

L’allattamento materno può interferire con le vaccinazioni?

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Queste sono reazioni locali frequenti. Compaiono entro 12 - 24 ore dalla vaccinazione ed in genere hanno una rapida risoluzione spontanea.Se compaiono, per alleviare il fastidio puoi fare ricorso a rimedi come:> impacchi con cotone imbevuto di Alcool;> impacchi con ghiaccio (il ghiaccio non deve essere applicato a diretto contatto della cute ma avvolto in un telino di tessuto);> somministrazione di un antidolorifico, su consiglio del pediatra.

A volte può succedere che compaia un rialzo ter-mico dopo la vaccinazione.In tal caso, puoi seguire gli stessi consigli che il pediatra ti ha dato in caso di febbre

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Cosa fare se compaiono rossore, gonfiore o dolore nella sede di iniezione?

Cosa fare, se dopo la vaccinazione, compare febbre?

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Scegliere il nido è una decisione importante che deve fare i conti con sensi di colpa, incertezze, pareri discordi, timori di tradire il rapporto con il figlio o di spezzare un delicato equilibrio. Ma accanto a tutto ciò, c’è anche la disponibilità a co-struire gradualmente la fiducia verso le educatrici e l’ambiente in generale, la consapevolezza - più o meno accentuata - che per crescere è neces-sario il distacco dai genitori e il contatto con gli altri. Poi nascono le prime certezze: bambini cu-riosi che si muovono a proprio agio, il rispetto dei tempi individuali, le educatrici che si presentano tranquille, sicure e premurose, interessate e pre-parate; infine viene molto apprezzata la bravura delle cuoche.

L’inserimento al nido è il primo passo di un’espe-rienza educativa che si svolge fuori dal contesto familiare e che prevede la condivisione della cura del bambino, in modo non occasionale, con un servizio organizzato per gestire in condizioni ot-timali le prime esperienze di separazione tra ge-nitori e figli. L’inserimento prevede: tempi lunghi di presenza dei genitori al nido, gradualità di fre-quenza quotidiana del bambino, delicatezza nel rapportarsi, la possibilità di capirsi, di osservar-si. Durante il periodo dell’inserimento senti che mentre affidi, l’altro sa accogliere, ti senti sicuro

Separarsi per crescere...il nido d’infanziaDevo tornare al lavoro, sarà meglio che lasci mio figlio al nido o insieme ai nonni?

Come farò quando dovrò separarmi da mio figlio e lo lascerò senza di me?

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in quanto l’educatore si assume la responsabilità di proporre percorsi flessibili e adatti a te e a tuo figlio ed è in grado di indicarti “quando è il mo-mento di allentare la rete di protezione e di allar-gare l’orizzonte”.

Una volta superati i primi momenti ed acquisita maggiore tranquillità, tutto appare sotto un’altra luce. Il bambino ha fiducia nel tuo ritorno e rivol-ge il suo sguardo verso i giocattoli, l’educatrice, con la quale ha stabilito un forte rapporto di fi-ducia, mentre sorride ai compagni. Il tempo e la frequenza al nido aiutano a capire che i momenti di distacco da tuo figlio non implicano traumi. I bambini mostrano con i loro comportamenti e le loro reazioni la capacità di stabilire nuove distanze dai genitori, di costruire legami significativi con altre figure di riferimento e di essere attratti dalla novità dell’ambiente.

Il nido d’infanzia ti offre la possibilità di venire per allattare il bambino secondo le sue abitudini, in ogni sezione dei piccoli è allestito un angolo dedicato a questo momento dove madre e figlio possono ritrovare la loro intimità. Se lo desideri, seguendo le indicazioni sanitarie, puoi lasciare al nido d’infanzia il latte materno da somministrare al tuo bambino; oppure puoi concordare insieme alle educatrici orari e ritmi diversi di allattamento più confacenti alle esigenze tue e della tua famiglia.

No, se lo desideri ed hai l’opportunità potrai ini-ziare lo svezzamento, o l’introduzione di alimenti diversi dal tuo latte, oltre il 6° mese di vita. Fino ad allora, ma anche successivamente, per la durata di tutto il tuo allattamento sarà possibile concor-dare con le educatrici le modalità delle poppate e/o la somministrazione del latte materno.

Al nido sentirà la mia mancanza?

Posso continuare ad allattare quando riprenderò il lavoro e mio figliofrequenterà il nido?

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Con l’inserimento del mio bimbo al nido dovrò accelerare il divezzamento?

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No, la cucina del nido è attrezzata a rispondere a tutte le esigenze di svezzamento dei bambini. Inoltre, durante il primo anno di vita il menù del servizio è personalizzato per ognuno di loro.

Abitualmente gli educatori chiedono alla mamma di portare da casa un oggetto, familiare per il bam-bino, che possa fare “le veci di…”. Nello stesso tempo, si creano le condizioni che possano favo-rire e distendere il sonno del bambino, magari le stesse che accompagnano l’addormentamento a casa (la ninna nanna, la vicinanza dell’adulto, il dondolio…).

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Dovrò iniziare lo svezzamento, ci sono particolari esigenze o richieste da parte del nido?

Mio figlio si addormenta solo con il seno, come faranno le educatrici del nido?

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INDICE

Allattamento al seno....................................................................................1

Le prime poppate - produzione di latte - attacco/posizione.........................2

Accrescimento e latte materno....................................................................6

Conservare il latte materno.........................................................................8

Riallattamento.............................................................................................9

Allattamento e fertilità................................................................................10

Gemelli.......................................................................................................11

Benessere della mamma............................................................................12

Patologie durante l’allattamento.................................................................13

Dieta materna.............................................................................................15

Falsi problemi........................................................................................... 16

Disagio post parto.....................................................................................17

Alimentazione con latte artificiale ..............................................................21

Alimentazione e divezzamento...................................................................26

Sonno........................................................................................................29

Pianto........................................................................................................31

Piccoli problemi di salute del lattante........................................................32

L’intestino del lattante................................................................................32

Coliche.......................................................................................................33

Vaccinazioni...............................................................................................34

Separarsi per crescere...il nido d’infanzia...................................................37