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COMMITTENTE: Comune di Jesolo

OGGETTO: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

PIANO DI MANUTENZIONE

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)

SAICO INGEGNERIA Srl Via Triestina 52/10,- Favaro Veneto - VE

MANUALE DI MANUTENZIONE

COMUNE DI JESOLO Provincia di Venezia

Favaro Veneto, Venezia, 15/10/2009

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA Il Ponte della Vittaria è il manufatto di collegamento tra le vie Piave Vecchio e Nazario Sauro e le vie Drago e S. Antonio a Jesolo Paese. Le esigenze legate al traffico autoveicolare urbano e ciclo-pedonale impongono spazi adeguati e rispettosi delle piùrecenti normative e nuovi standard di sicurezza. Il carattere storico/testimoniale del manufatto esistente impongono nel contempo una particolare attenzione all'invasività dell'intervento. Da preservare altresì è la mobilità del nucleo centraledel manufatto, dovendosi garantire anche oggi la percorribilità dell'asta dal Sile. Il progetto prevede l'utilizzo dell'impalcato esistente esclusivamente per il traffico veicolare, mentre la realizzazione di due passerelle ciclopedonaliesterne consentirà l'attraversamento in sicurezza anche a ciclisti e pedoni. La nuova configurazione in pianta assunta dal manufatto di progetto è perciò la medesima: corsie centrali destinate al traffico veicolare, adeguate ai requisiti odierni, episte ciclo/pedonali laterali, anch'esse rispettose degli attuali parametri dimensionali. La connessione alle travi in calcestruzzo esistenti avverrà in prossimità delle pile di appoggio, mantenendo laseparazione sia funzionale che strutturale con l'impalcato attuale.Le nuove strutture saranno realizzate in acciaio e dotatedi piano di calpestio rifinito in tavolato in legno. Saranno caratterizzate da ottime doti di percorribilità, garantendo unalarghezza utile di m. 1.5, pur risultando molto leggere e permeabili alla vista. L'utilizzo accorto dei materiali consentiràinoltre di non gravare in modo rilevante sugli esistenti meccanismi di apertura/chiusura del ponte e sulle strutture difondazione esistenti. L'accesso veicolare sarà reso più agevole dall'ampliamento notevole della carreggiata, ora pari a 2corsie da m. 2.75 ciascuna, cui si sommano 2 banchine laterali di 35 cm.

Manuale di Manutenzione

Comune di: Provincia di:

COMUNE DI JESOLO Venezia

Oggetto: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Elenco dei Corpi d'Opera:

° 01 ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

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Manuale di Manutenzione

ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELPONTE DELLA VITTORIA Unità Tecnologiche:

° 01.01 Strutture in sottosuolo

° 01.02 Strutture di elevazione

° 01.03 Rampe e scale

° 01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

° 01.05 Impianti elettromeccanici

° 01.06 Impianto di illuminazione

° 01.07 Impianto elettrico

° 01.08 Impianto di messa a terra

Corpo d'Opera: 01

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.01

Insieme degli elementi tecnici orizzontali aventi la funzione di trasmetterne al terreno il peso della struttura e delle altre forze esterne.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.01.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità

Le strutture in sottosuolo dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).

Le strutture in sottosuolo, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza. Prestazioni:

Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Strutture di fondazione

Strutture in sottosuolo

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Distacchi murari; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Non perpendicolarità del fabbricato; 6)Umidità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.01.01 Strutture di fondazione

Unità Tecnologica: 01.01

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.01.01.A01 Cedimenti Dissesti dovuti a cedimenti di natura e causa diverse, talvolta con manifestazioni dell'abbassamento del piano di imposta della fondazione.

01.01.01.A02 Distacchi murari

01.01.01.A03 Fessurazioni Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamentoreciproco delle parti.

01.01.01.A04 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.

01.01.01.A05 Non perpendicolarità del fabbricato Non perpendicolarità dell'edificio a causa di dissesti o eventi di natura diversa.

01.01.01.A06 Umidità Presenza di umidità dovuta spesso per risalita capillare.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllare l'integrità delle pareti e dei pilastri verificando l'assenza di eventuali lesioni e/o fessurazioni. Controllare eventualismottamenti del terreno circostante alla struttura che possano essere indicatori di cedimenti strutturali. Effettuare verifiche e controlli approfonditi particolarmente in corrispondenza di manifestazioni a calamità naturali (sisma, nubifragi, ecc.).

Tipologia: Controllo a vista

01.01.01.C01 Controllo struttura

Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e dellealtre forze esterne.

Strutture in sottosuolo

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.01.01.I01 Interventi sulle strutture

In seguito alla comparsa di segni di cedimenti strutturali (lesioni, fessurazioni, rotture), effettuare accurati accertamenti per la diagnosi e la verifica delle strutture , da parte di tecnici qualificati, che possano individuare la causa/effetto del dissesto edevidenziare eventuali modificazioni strutturali tali da compromettere la stabilità delle strutture, in particolare verificare la perpendicolarità del fabbricato. Procedere quindi al consolidamento delle stesse a secondo del tipo di dissesti riscontrati.

Cadenza: quando occorre

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.02

Si definiscono strutture di elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.02.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Protezione elettrica

Le strutture di elevazione dovranno in modo idoneo impedire eventuali dispersioni elettriche.

Tutte le parti metalliche facenti parte delle strutture di elevazione dovranno essere connesse ad impianti di terra mediante dispersori.In modo che esse vengano a trovarsi allo stesso potenziale elettrico del terreno.

Prestazioni:

Essi variano in funzione delle modalità di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.02.R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

Le strutture di elevazione non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.

Le strutture di elevazione dovranno conservare nel tempo, sotto l'azione di agenti chimici (anidride carbonica, solfati, ecc.) presenti in ambiente, le proprie caratteristiche funzionali.

Prestazioni:

Nelle opere e manufatti in calcestruzzo, il D.M. 9.1.1996 prevede che gli spessori minimi del copriferro variano in funzione delle tipologie costruttive, in particolare l'art.6.1.4 del D.M. recita: “ […] La superficie dell'armatura resistente, comprese le staffe, devedistare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e rispettivamente portate a 2 cm per le solette e a 4 cm per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina, di emanazioni nocive, od in ambiente comunque aggressivo. Copriferri maggiori possono essereutilizzati in casi specifici (ad es. opere idrauliche).”

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.02.R03 Resistenza agli attacchi biologici Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

Le strutture di elevazione, a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi), non dovranno subire riduzioni di

Le strutture di elevazione costituite da elementi in legno non dovranno permettere la crescita di funghi, insetti, muffe, organismi marini, ecc., ma dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali anche in caso di attacchi biologici. Gli elementi in legno dovranno essere trattati con prodotti protettivi idonei.

Prestazioni:

I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio,delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. DISTRIBUZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI PER CLASSI DI RISCHIO (UNI EN 335-1)

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

Strutture di elevazione

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Manuale di Manutenzione

CLASSE DI RISCHIO: 1; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (secco); Descrizionedell’esposizione a umidificazione in servizio: nessuna; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: -; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 2; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, al coperto (rischio di umidificazione);Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: occasionale; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 3; Situazione generale di servizio: non a contatto con terreno, non al coperto; Descrizione dell’esposizione a umidificazione in servizio: frequente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -; CLASSE DI RISCHIO: 4; Situazione generale di servizio: a contatto con terreno o acqua dolce; Descrizionedell’esposizione a umidificazione in servizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: -. CLASSE DI RISCHIO: 5; Situazione generale di servizio: in acqua salata; Descrizione dell’esposizione a umidificazione inservizio: permanente; Distribuzione degli agenti biologici: a)funghi: U; b)*insetti: U; c)termiti: L; d)organismi marini: U. DOVE: U = universalmente presente in Europa L = localmente presente in Europa * il rischio di attacco può essere non significativo a seconda delle particolari situazioni di servizio.

01.02.R04 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio

La resistenza al fuoco rappresenta l'attitudine degli elementi che costituiscono le strutture a conservare, in un tempo determinato, la stabilita (R), la tenuta (E) e l'isolamento termico (I). Essa è intesa come il tempo necessario affinché la struttura raggiunga uno deidue stati limite di stabilità e di integrità, in corrispondenza dei quali non è più in grado sia di reagire ai carichi applicati sia di impedire la propagazione dell'incendio.

Gli elementi delle strutture di elevazione devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello determinabile in funzione del carico d'incendio, secondo le modalità specificate nella C.M. dell'Interno 14.9.1961 n.91.

Prestazioni:

In particolare gli elementi costruttivi delle strutture di elevazione devono avere la resistenza al fuoco indicata di seguito, espressa in termini di tempo entro il quale le strutture di elevazioni conservano stabilità, tenuta alla fiamma, ai fumi ed isolamento termico: Altezza antincendio (m): da 12 a 32 - Classe REI (min): 60; Altezza antincendio (m): da oltre 32 a 80 - Classe REI (min): 90; Altezza antincendio (m): oltre 80 - Classe REI (min): 120.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.02.R05 Resistenza al gelo Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

Le strutture di elevazione non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio.

Le strutture di elevazione dovranno conservare nel tempo le proprie caratteristiche funzionali se sottoposte a cause di gelo e disgelo.In particolare all’insorgere di pressioni interne che ne provocano la degradazione.

Prestazioni:

I valori minimi variano in funzione del materiale impiegato. La resistenza al gelo viene determinata secondo prove di laboratorio su provini di calcestruzzo (provenienti da getti effettuati in cantiere, confezionato in laboratorio o ricavato da calcestruzzo già indurito) sottoposti a cicli alternati di gelo (in aria raffreddata) e disgelo (in acqua termostatizzata). Le misurazioni della variazione del modulo elastico, della massa e della lunghezza ne determinano la resistenza al gelo.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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01.02.R06 Resistenza al vento Classe di Requisiti: Di stabilità

Le strutture di elevazione debbono resistere alle azioni e depressioni del vento tale da non compromettere la stabilità e lafunzionalità degli elementi che le costituiscono.

Le strutture di elevazione devono resistere all'azione del vento tale da assicurare durata e funzionalità nel tempo senzacompromettere la sicurezza dell'utenza. L'azione del vento da considerare è quella prevista dal D.M.12.2.1982, dal D.M. 16.1.1996, dalla C.M. 24.5.1982 n.22631 e dalla norma CNR B.U. 117 (che dividono convenzionalmente il territorio italiano in quattro zone),tenendo conto dell'altezza della struttura e del tipo di esposizione.

Prestazioni:

I valori minimi variano in funzione del tipo di struttura in riferimento ai seguenti parametri dettati dal D.M. 12.2.1982 e dal D.M. 16.1.1996: AZIONI DEL VENTO Il vento, la cui direzione si considera di regola orizzontale, esercita sulle costruzioni azioni che variano nel tempo provocando, in generale, effetti dinamici. Per le costruzioni usuali tali azioni sono convenzionalmente ricondotte alle azionistatiche equivalenti. Peraltro, per costruzioni di forma o tipologia inusuale, oppure di grande altezza o lunghezza, o di rilevante snellezza e leggerezza, o di notevole flessibilità e ridotte capacità dissipative, il vento può dare luogo ad effetti la cui valutazione richiede l'applicazione di specifici procedimenti analitici, numerici o sperimentali adeguatamente comprovati. AZIONI STATICHE EQUIVALENTI Le azioni statiche del vento si traducono in pressioni e depressioni agenti normalmente allesuperfici, sia esterne che interne, degli elementi che compongono la costruzione. L'azione del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione più gravosa della pressione agente sulla superficie esterna e della pressione agente sullasuperficie interna dell'elemento. Nel caso di costruzioni o elementi di grande estensione, si deve inoltre tenere conto delle azioni tangenti esercitate dal vento. L'azione d'insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante delle azioni sui singolielementi, considerando di regola, come direzione del vento, quella corrispondente ad uno degli assi principali della pianta della costruzione; in casi particolari, come ad esempio per le torri, si deve considerare anche l'ipotesi di vento spirante secondo ladirezione di una delle diagonali. PRESSIONE DEL VENTO La pressione del vento è data dall'espressione: P = Qref · Ce · Cp · Cd dove: Qref è la pressione cinetica di riferimento; Ce è il coefficiente di esposizione; Cp è il coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento. Il suo valore può essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione o da prove sperimentali in galleria del vento; Cd è il coefficiente dinamico con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni strutturali. AZIONE TANGENTE DEL VENTO L'azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento è datadall'espressione: Pf = Qref · Ce · Cf dove: Cf è il coefficiente d'attrito funzione della scabrezza della superficie sulla quale il vento esercita l'azione tangente. PRESSIONE CINETICA DI RIFERIMENTO La pressione cinetica di riferimento Qref (in N/m^2) è data dall'espressione: Qref = Vref ^2 / 1,6 nella quale Vref è la velocità di riferimento del vento (in m/s). La velocità di riferimento Vref è il valore massimo, riferito ad un intervallo di ritorno di 50 anni, della velocità del vento misurata a 10 m dal suolo su un terreno di II categoria (vedi Tabella 2) e mediata su 10 minuti. In mancanza di adeguate indagini statistiche èdata dall'espressione: Vref = Vref,0 per As <= A0 Vref = Vref,0 + Ka (As - A0) As per As > A0 dove: Vref,0 , A0, Ka sono dati dalla Tabella 1 in funzione della zona, ove sorge la costruzione; As è l'altitudine sul livello del mare (in m)del sito ove sorge la costruzione.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

TABELLA 1 ZONA: 1 - Descrizione: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia (con l'eccezione della Provincia di Trieste); Vref,0 (m/s) = 25; A0 (m) = 1000; Ka (1/s) = 0.012 ZONA: 2 - Descrizione: Emilia-Romagna Vref,0 (m/s) = 25; A0 (m) = 750; Ka (1/s) = 0.024 ZONA: 3 - Descrizione: Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria (esclusa la Provincia di Reggio Calabria) Vref,0 (m/s) = 27; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.030 ZONA: 4 - Descrizione: Sicilia e provincia di Reggio Calabria Vref,0 (m/s) = 28; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.030ZONA: 5 - Descrizione: Sardegna (zona a oriente della retta congiungente Capo Teulada con l'isola di La Maddalena) Vref,0 (m/s)= 28; A0 (m) = 750; Ka (1/s) = 0.024 ZONA: 6 - Descrizione: Sardegna (zona occidente della retta congiungente Capo Teulada conl'isola di La Maddalena) Vref,0 (m/s) = 28; A0 (m) = 500; Ka (1/s) = 0.030 ZONA: 7 - Descrizione: Liguria Vref,0 (m/s) = 29; A0 (m) = 1000; Ka (1/s) = 0.024 ZONA: 8 - Descrizione: Provincia di Trieste Vref,0 (m/s) = 31; A0 (m) = 1500; Ka (1/s) = 0.012ZONA: 9 - Descrizione: Isole (con l'eccezione di Sicilia e Sardegna) e mare aperto Vref,0 (m/s) = 31; A0 (m) = 500; Ka (1/s) =0.030 COEFFICIENTE DI ESPOSIZIONE Il coefficiente di esposizione Ce, dipende dall'altezza della costruzione Z sul suolo, dallarugosità e dalla topografia del terreno, dall'esposizione del sito ove sorge la costruzione. È dato dalla formula: Ce(Z) = K^2 • Ct • Ln (Z / Z0) • [7 + Ct • Ln (Z / Z0)] per Z >= Zmin dove: Kr, Z0, Zmin sono assegnati in Tabella 2 in funzione della categoria di esposizione del sito ove sorge la costruzione; Ct è il coefficiente di topografia. In mancanza di analisi che tengano in conto sia della direzione di provenienza del vento sia delle variazioni dì rugosità del terreno, la categoria di esposizione è assegnata in funzione della posizione geografica del sito ove sorge la costruzione e della classe di rugosità del terreno definita in Tabella 3. Il coefficiente di topografia Ct è posto di regola pari a 1 sia per le zone pianeggianti sia per quelle ondulate, collinose, montane. Nel caso di costruzioni ubicate presso la sommità di colline o pendii isolati il coefficiente di topografia ci deve essere valutato con analisi più approfondite. TABELLA 2 CATEGORIA DI ESPOSIZIONE DEL SITO: I - Kr = 0.17; Z0 (m) = 0.01; Zmin (m) = 2 CATEGORIA DIESPOSIZIONE DEL SITO: II - Kr = 0.19; Z0 (m) = 0.05; Zmin (m) = 4 CATEGORIA DI ESPOSIZIONE DEL SITO: III -Kr = 0.20; Z0 (m) = 0.10; Zmin (m) = 5 CATEGORIA DI ESPOSIZIONE DEL SITO: IV - Kr = 0.22; Z0 (m) = 0.30; Zmin (m) = 8 CATEGORIA DI ESPOSIZIONE DEL SITO: V - Kr = 0.23; Z0 (m) = 0.70; Zmin (m) = 12 TABELLA 3 CLASSE DI RUGOSITÀ DEL TERRENO: A Descrizione: Aree urbane in cui almeno il 15% della superficie sia coperto da edifici la cui altezza media superi i 15 m. CLASSE DI RUGOSITÀ DEL TERRENO: B Descrizione: Aree urbane (non di classe A), suburbane, industriali e boschiveCLASSE DI RUGOSITÀ DEL TERRENO: C Descrizione: Aree con ostacoli diffusi (alberi, case, muri, recinzioni,...); aree conrugosità non riconducibile alle classi A, B, D CLASSE DI RUGOSITÀ DEL TERRENO: D Descrizione: Aree prive di ostacoli ocon al più rari ostacoli isolati (aperta campagna, aeroporti, aree agricole, pascoli, zone paludose o sabbiose, superfici innevate oghiacciate, mare, laghi,...) NOTA: L'assegnazione della classe di rugosità non dipende dalla conformazione orografica e topografica del terreno. Affinché unacostruzione possa dirsi ubicata in classe di rugosità A o B è necessario che la situazione che contraddistingue la classe permanga intorno alla costruzione per non meno di 1 km e comunque non meno di 20 volte l'altezza della costruzione. Laddove sussistano dubbi sulla scelta della classe di rugosità, a meno di analisi rigorose, verrà assegnata la classe più sfavorevole.

01.02.R07 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

Le strutture di elevazione dovranno essere in grado di contrastare le eventuali manifestazioni di deformazioni e cedimenti rilevanti dovuti all'azione di determinate sollecitazioni (carichi, forze sismiche, ecc.).

Le strutture di elevazione, sotto l'effetto di carichi statici, dinamici e accidentali devono assicurare stabilità e resistenza. Prestazioni:

Per i livelli minimi si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. Livello minimo della prestazione:

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

° 01.02.02 Strutture spaziali

° 01.02.03 Strutture verticali

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Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

Unità Tecnologica: 01.02

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.01.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.01.A02 Bolle d'aria Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.01.A03 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.01.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.02.01.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.02.01.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.02.01.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.01.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.02.01.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie delmanufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.01.A10 Erosione superficiale

Le strutture orizzontali o inclinate sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere orizzontalmente i carichi agenti,trasmettendoli ad altre parti strutturali ad esse collegate.

Strutture di elevazione

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Manuale di Manutenzione

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (causechimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.01.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.01.A12 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.02.01.A13 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.01.A14 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.01.A15 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.01.A16 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. Lapatina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.01.A17 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.01.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.02.01.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.01.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.01.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllare l'integrità delle strutture individuando la presenza di eventuali anomalie come fessurazioni, disgregazioni, distacchi,riduzione del copriferro e relativa esposizione a processi di corrosione dei ferri d'armatura. Verifica dello stato del calcestruzzo e

Tipologia: Controllo a vista

01.02.01.C01 Controllo struttura

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Depositosuperficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Esposizione dei ferri di armatura; 13) Fessurazioni; 14) Macchie e graffiti; 15) Mancanza; 16) Patina biologica; 17) Penetrazione di umidità; 18)Polverizzazione; 19) Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

controllo del degrado e/o eventuali processi di carbonatazione.

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.02.01.I01 Interventi sulle strutture

Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.02.02 Strutture spaziali

Unità Tecnologica: 01.02

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.02.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.02.A02 Bolle d'aria Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.02.A03 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.02.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

Le strutture di elevazione spaziale sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti mediante unsistema strutturale caratterizzato da parametri geometrici-morfologici di tipo spaziale. Le strutture di elevazione spaziale a loro voltapossono essere suddivise in: strutture tridimensionali; strutture a grigliato piano o curvo; strutture a superficie curva continua.

Strutture di elevazione

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Manuale di Manutenzione

01.02.02.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.02.02.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.02.02.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.02.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.02.02.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie delmanufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.02.A10 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.02.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.02.A12 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.02.02.A13 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.02.A14 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.02.A15 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.02.A16 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. Lapatina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.02.A17 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.02.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza al fuoco; 3) Resistenza al vento; 4) Resistenza meccanica.Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Depositosuperficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Esposizione dei ferri di armatura; 13) Fessurazioni; 14) Macchie e graffiti; 15) Mancanza; 16) Patina biologica; 17) Penetrazione di umidità; 18)Polverizzazione; 19) Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

01.02.02.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.02.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Benriconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.02.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllare l'integrità delle strutture individuando la presenza di eventuali anomalie come fessurazioni, disgregazioni, distacchi,riduzione del copriferro e relativa esposizione a processi di corrosione dei ferri d'armatura. Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o eventuali processi di carbonatazione.

Tipologia: Controllo a vista

01.02.02.C01 Controllo struttura

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.02.02.I01 Interventi sulle strutture

Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difettoaccertato.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.02.03 Strutture verticali

Unità Tecnologica: 01.02

Le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente adaltre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture di elevazione verticali a loro volta possono essere suddivise in:

Strutture di elevazione

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Manuale di Manutenzione

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.03.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.03.A02 Bolle d'aria Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.03.A03 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.03.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.02.03.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.02.03.A06 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.02.03.A07 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.03.A08 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricatidalla loro sede.

01.02.03.A09 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.03.A10 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.03.A11 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.03.A12 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

strutture a telaio; strutture ad arco; strutture a pareti portanti.

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Bolle d'aria; 3) Cavillature superficiali; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Depositosuperficiale; 7) Disgregazione; 8) Distacco; 9) Efflorescenze; 10) Erosione superficiale; 11) Esfoliazione; 12) Esposizione dei ferri di armatura; 13) Fessurazioni; 14) Macchie e graffiti; 15) Mancanza; 16) Patina biologica; 17) Penetrazione di umidità; 18)Polverizzazione; 19) Presenza di vegetazione; 20) Rigonfiamento; 21) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Manuale di Manutenzione

01.02.03.A13 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.03.A14 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.03.A15 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.03.A16 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. Lapatina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.03.A17 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.03.A18 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.02.03.A19 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.03.A20 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.03.A21 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllare l'integrità delle strutture individuando la presenza di eventuali anomalie come fessurazioni, disgregazioni, distacchi,riduzione del copriferro e relativa esposizione a processi di corrosione dei ferri d'armatura. Verifica dello stato del calcestruzzo e controllo del degrado e/o eventuali processi di carbonatazione.

Tipologia: Controllo a vista

01.02.03.C01 Controllo struttura

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

01.02.03.I01 Interventi sulle strutture

Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.

Cadenza: quando occorre

Pagina 19

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.03

Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: rampe a piano inclinato (con una pendenza fino all'8%); rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.). Le scale possonoassumere morfologie diverse: ad una o più rampe; scale curve; scale ellittiche a pozzo; scale circolari a pozzo; scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e in materiali diversi. Si possono averestrutture in acciaio; strutture in legno; strutture in murature; strutture in c.a.; strutture prefabbricate, ecc.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.03.R01 Reazione al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio

Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti le scale.

Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali, si fa riferimento al decreto ministeriale 26 giugno 1984 (supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 234 del 25 agosto 1984): a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; b) in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazioni compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure impianti dispegnimento automatico asserviti ad impianti di rivelazione incendi. I rivestimenti lignei possono essere mantenuti in opera, tranne che nelle vie di esodo e nei laboratori, a condizione che vengano opportunamente trattati con prodotti vernicianti omologati di classe1 di reazione al fuoco, secondo le modalità e le indicazioni contenute nel decreto ministeriale 6 marzo 1992 (Gazzetta Ufficiale n. 66 del 19 marzo 1992); c) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al fuoco debbono essereposti in opera in aderenza agli elementi costruttivi, di classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini; d) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce (tendaggi, ecc.) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1. di classe 2 se in presenza di materiali di rivestimento di scale e gradini per androni e passaggi comuni, devono essere di classe 0 (zero), secondo la classificazione prevista dal D.M. 26.6.1984. Sono ammessi anche i materiali di classe 1 (uno) per gli edifici aventi un'altezza antincendio non superiore a 32 m.

Prestazioni:

Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali, si fa riferimento al decreto ministeriale 26 giugno 1984 (supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 234 del 25 agosto 1984): a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali diclasse 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; b) in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazionicompresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure di classe 2 se in presenza di materiali di rivestimento di scale e gradini per androni e passaggi comuni, devono essere di classe 0 (zero), secondo laclassificazione prevista dal D.M. 26.6.1984. Sono ammessi anche i materiali di classe 1 (uno) per gli edifici aventi un'altezza antincendio non superiore a 32 m.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.03.R02 Regolarità delle finiture Classe di Requisiti: Visivi

I rivestimenti costituenti le scale devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolaturesuperficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale.

Le superfici i rivestimenti costituenti le scale non devono presentare sporgenze e/o irregolarità superficiali. I rivestimenti e gli altri Prestazioni:

Classe di Esigenza: Aspetto

Rampe e scale

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Manuale di Manutenzione

elementi accessori dovranno essere conformi alle normative vigenti per favorire il superamento e l’eliminazione delle barrierearchitettoniche negli edifici.

I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc..

Livello minimo della prestazione:

01.03.R03 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

I materiali di rivestimento delle scale non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.

I materiali costituenti i rivestimenti delle scale non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia.

Prestazioni:

I rivestimenti dei gradini e dei pianerottoli devono avere una resistenza ai prodotti chimici di uso comune corrispondente alla classe C2 della classificazione UPEC.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.03.R04 Resistenza agli urti Classe di Requisiti: Di stabilità

I materiali di rivestimento delle scale devono essere in grado di resistere agli urti prodotti dalla caduta di oggetti di impiego comunesenza che si manifestino fessurazioni, deformazioni, ecc..

Sottoposte alle azioni di urti gli elementi delle scale (corrimano, balaustre, materiali di rivestimento, ecc.) non devono manifestare segni di rottura e/o deterioramenti delle finiture che possono costituire pericolo per l'utenza.

Prestazioni:

Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.03.R05 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio

Gli elementi strutturali delle scale devono presentare una resistenza al fuoco espressa in termini di tempo entro il quale tali elementi conservano stabilità.

I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali vanno valutati secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite dalla circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14 settembre 1961,prescindendo dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione degli elementi medesimi (calcestruzzo, laterizi, acciaio, legno massiccio, legno lamellare, elementi compositi). Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare, per i vari tipi di materiali suddetti, nonché la classificazione degli edifici in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata, tenendo conto delledisposizioni contenute nel decreto ministeriale 6 marzo 1986 (Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo 1986) per quanto attiene il calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture portanti in legno.

Prestazioni:

Le strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti) e REI 60 (strutture separanti) per edifici con altezza antincendi fino a 24 m; per edifici di altezza superiore deve essere garantita una resistenza al fuoco almeno di R 90 (strutture portanti) e REI 90 (strutture separanti). Il vano scala, tranne quello a prova di fumo o a prova di fumo interno, deve avere superficie netta di aerazione permanente in sommità non inferiore ad 1 m. Nel vano di areazione èconsentita l'installazione di dispositivi per la protezione dagli agenti atmosferici. Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico devono applicarsi le disposizioni emanate nelle relative normative. NORME PER LA SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE: CARATTERISTICHE DEL

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

VANO SCALA NEGLI EDIFICI DI NUOVA EDIFICAZIONE O SOGGETTI A SOSTANZIALI RISTRUTTURAZIONI (D.M. 16.5.1987 n.246) TIPO DI EDIFICIO: A - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da 12 a 24; MASSIMA SUPERFICIE DEL COMPARTIMENTOANTINCENDIO (m^2): 8000; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Nessunaprescrizione; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno protetto (I); - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 550; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 600; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: A prova di fumo; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi disuddivisione tra compartimenti: 60 (II); TIPO DI EDIFICIO: B - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 24 a 32; MASSIMASUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 6000; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Nessuna prescrizione; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno protetto (I); - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 550; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almenoa prova di fumo interno; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 600; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: A prova di fumo; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi disuddivisione tra compartimenti: 60 (II); TIPO DI EDIFICIO: C - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 32 a 54; MASSIMASUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 5000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi di suddivisione tra compartimenti: 90; TIPO DI EDIFICIO:D - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 54 a 80; MASSIMA SUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO(m^2): 4000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno con zona filtro avente un camino di ventilazione di sezione non inferiore a 0,36 m^2; Larghezza minima della scala (m): 1,20 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi di suddivisione tra compartimenti: 90; TIPO DI EDIFICIO: E - ALTEZZA ANTINCENDI (m): oltre 80; MASSIMA SUPERFICIE DELCOMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 2000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 350; Tipodei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno con zona filtro avente un camino di ventilazione disezione non inferiore a 0,36 m^2; Larghezza minima della scala (m): 1,20 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi di suddivisione tra compartimenti: 120. NOTE (I) Se non è possibile l’accostamento dell’Autoscala dei VV.FF. ad almeno una finestra o balcone per piano. (II) Nel caso in cui non è contemplata alcuna prescrizione, gli elementi di suddivisione dei compartimenti vanno comunque considerati di classe REI 60.

01.03.R06 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

I rivestimenti costituenti le scale, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.

A contatto con acqua di origine diversa (di pulizia, meteorica, ecc.) i rivestimenti delle scale non devono manifestare deterioramenti di alcun tipo nei limiti indicati dalla normativa.

Prestazioni:

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

I rivestimenti dei gradini e pianerottoli devono possedere una resistenza all'acqua corrispondente alla classe E2 della classificazione UPEC.

01.03.R07 Resistenza all'usura Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica

I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura.

I materiali di rivestimento di gradini e pianerottoli dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura dovute al traffico pedonale, alle abrasioni, agli urti, a perdite di materiale, a depositi, macchie, ecc..

Prestazioni:

I rivestimenti dovranno possedere una resistenza all'usura corrispondente alla classe U3 (ossia di resistenza all'usura per un temponon inferiore ai 10 anni) della classificazione UPEC.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Durabilità

01.03.R08 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, odeformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni.

Gli elementi strutturali costituenti le scale e quelli accessori devono essere idonei a contrastare in modo efficace eventuali rotture e/o deformazioni rilevanti in seguito ad azioni e sollecitazioni meccaniche, garantendo la durata e la funzionalità nel tempo senza compromettere la sicurezza degli utenti. Si considerano le azioni dovute a: carichi di peso proprio e carichi di esercizio,sollecitazioni sismiche, dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle scale devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti.

Prestazioni:

Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alleprescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.03.R09 Sicurezza alla circolazione Classe di Requisiti: Protezione antincendio

Le scale devono avere uno sviluppo con andamento regolare che ne consenta la sicurezza durante la circolazione da partedell'utenza.

Le scale devono avere un andamento regolare ed omogeneo per tutto lo sviluppo con andamento regolare che ne consenta lasicurezza durante la circolazione da parte dell'utenza. Ogni rampa dovrà contenere lo stesso numero di gradini e dotata di apposito segnale a pavimento, in materiale diverso rispetto al resto, ad almeno 30 cm dal primo gradino (inizio rampa) e dall'ultimo gradino (fine rampa). I gradini devono essere preferibilmente rettangolari o a profilo continuo con gli spigoli arrotondati.

Prestazioni:

La larghezza delle rampe deve essere proporzionata al numero di persone (e comunque in funzione di multipli di 60 cm) cui èconsentito il transito, e comunque non inferiore ad 1.20 m al fine di consentire il passaggio di due persone. Nel caso di larghezze superiori a 2.50 m è necessario provvedere ad un corrimano centrale. Va comunque calcolata come larghezza utile quella al netto di corrimano o di altri eventuali sporgenze (nel caso di larghezze riferite ad usi non pubblici, queste devono essere minimo di 80 cm e la pedata dei gradini non inferiore a 25 cm). Le rampe delle scale devono essere rettilinee, dotate di pianerottoli di riposo, di gradini con pedata non inferiore a 30 cm ed alzata di circa 17 cm. È opportuno che per ogni rampa non vengono superate le 12 alzate intervallandole con ripiani intermedi dimensionati pari almeno alla larghezza della scala. I pianerottoli interpiano vanno realizzati con larghezza maggiore di quella della scala e con profondità del 25-30% maggiore rispetto ai ripiani. L'inclinazione di una rampa è direttamente riferita al rapporto fra alzata (a) e pedata (p), la cui determinazione si basa sull'espressione: 2a + p = 62-64 cm. L'altezza minima fra il sottorampa e la linea delle alzate deve essere di almeno 2.10 m. I parapetti devono avere un'altezza di 1.00 m misurata dallo spigolo superiore dei gradini e devono essere dimensionati in modo da non poter essere attraversati da una sfera di 10 cm di diametro. Il corrimano va previsto in funzione dell'utenza (se il traffico è costituito da bambini occorre un corrimano supplementare posto ad altezza adeguata e comunque deve prolungarsi di almeno 30 cm oltre il primo e l'ultimo gradino e deve

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

essere posizionato su entrambi i lati per scale con larghezza superiore a 1.80 m. Le scale a chiocciola vanno dimensionate inconsiderazione che per ogni giro il numero dei gradini è condizionato dal diametro della scala che varia da 11-16 gradini in corrispondenza dei diametri di 1.20-2.50 m. La pedata va dimensionata in modo da evitare che i punti di partenza e di smontoabbiano sfalsamenti. SCALE A CHIOCCIOLA: ALZATE DI INTERPIANO N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 9 + 1; Altezze di interpiano al finito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 2,10 - 2,30; - Scale rotonde integralmente in legno: - ; - Scale in metallo: 2,14 - 2,34; - Scale a pianta quadrata: - ; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 10 + 1; Altezze di interpiano al finito per:- Scale rotonde misto legno-metallo: 2,31 - 2,53; - Scale rotonde integralmente in legno: 2,31 - 2,51; - Scale in metallo: 2,35 - 2,57; - Scale a pianta quadrata: 2,31 - 2,51; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 11 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 2,54 - 2,76; - Scale rotonde integralmente in legno: 2,52 - 2,68; - Scale in metallo: 2,58 - 2,81; - Scale a pianta quadrata: 2,52 - 2,68; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 12 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 2,77 - 2,99; - Scale rotonde integralmente in legno: 2,69 - 2,89; - Scale in metallo: 2,82 - 3,04; - Scale a pianta quadrata: 2,69 - 2,89; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 13 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 3,00 - 3,22; - Scale rotonde integralmente in legno: 2,90 - 3,11; - Scale in metallo: 3,05 - 3,28; - Scale a pianta quadrata: 2,90 - 3,11; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 14 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 3,23 - 3,45; - Scale rotonde integralmente in legno: 3,12 - 3,33; - Scale in metallo: 3,29 - 3,51; - Scale a pianta quadrata: 3,12 - 3,33; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 15 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 3,46 - 3,68; - Scale rotonde integralmente in legno: 3,34 - 3,54; - Scale in metallo: 3,52 - 3,74; - Scale a pianta quadrata: 3,34 - 3,54; N. DI ALZATE PIÙ ALZATA DEL RIPIANO DI ARRIVO: 16 + 1; Altezze di interpiano alfinito per: - Scale rotonde misto legno-metallo: 3,69 - 3,91; - Scale rotonde integralmente in legno: 3,55 - 3,75; - Scale in metallo: 3,75 - 3,98; - Scale a pianta quadrata: 3,55 -3,75; NOTE: Per diametri fino a 1.20 m sono previsti 12 gradini per giro; oltre il diametro di 1.40 m sono previsti 13 gradini per giro Gli edifici residenziali o per uffici con altezza di gronda compresa fra 24 e 30 m possono prevedere una singola scala fino a 350 -400 m^2 di superficie coperta; oltre tale valore è necessaria una scala ogni 350 m^2 prevedendo sempre una distanza massima di fuga pari a 30 m; oltre i 600 m^2 deve essere prevista una scala in più ogni 300 m^2 o frazione superiore a 150 m^2. Per gli edificiresidenziali oltre i 24 m di altezza di gronda e per quelli pubblici, le scale devono presentare requisiti di sicurezza tali che:

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Manuale di Manutenzione

- l'accesso ai piani avvenga attraverso un passaggio esterno o attraverso un disimpegno che almeno su un lato sia completamenteaperto o comunque vada ad affacciare su uno spazio a cielo libero; - le pareti che racchiudono la scala in zona di compartizione antincendio siano di classe REI 120 con valori minimi per le strutture apareti portanti in mattoni o in c.a. rispettivamente pari a 38 e 20 cm; - porte almeno di classe REI 60, con dispositivo di chiusura automatica o di autochiusura a comando; - scala aerata mediante apertura ventilata di almeno 1 m^2, situata all'ultimo piano e al di sopra dell'apertura di maggiore altezza prospettante sul vano scala. Le scale esterne di sicurezza devono essere del tutto esterne all'edificio e munite di parapetto con altezza di almeno 1.20 m; inoltre le scale dovranno essere lontane da eventuali aperture dalle quali potrebbero sprigionarsi fumi e fiamme. Se a diretto contatto con muri perimetrali questi dovranno essere realizzati con una adeguata resistenza al fuoco. NORME PER LA SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE: CARATTERISTICHE DELVANO SCALA NEGLI EDIFICI DI NUOVA EDIFICAZIONE O SOGGETTI A SOSTANZIALI RISTRUTTURAZIONI (D.M. 16.5.1987 n.246) TIPO DI EDIFICIO: A - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da 12 a 24; MASSIMA SUPERFICIE DEL COMPARTIMENTOANTINCENDIO (m^2): 8000; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Nessuna prescrizione; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno protetto (I); - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 550; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almenoa prova di fumo interno; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 600; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: A prova di fumo; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi disuddivisione tra compartimenti: 60 (II); TIPO DI EDIFICIO: B - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 24 a 32; MASSIMASUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 6000; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Nessuna prescrizione; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno protetto (I); - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 550; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno; - Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 600; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: A provadi fumo; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi disuddivisione tra compartimenti: 60 (II); TIPO DI EDIFICIO: C - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 32 a 54; MASSIMA SUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 5000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano(m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno; Larghezza minima della scala (m): 1,05 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi di suddivisione tra compartimenti: 90; TIPO DI EDIFICIO: D - ALTEZZA ANTINCENDI (m): da oltre 54 a 80; MASSIMA SUPERFICIE DEL COMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 4000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 500; Tipo dei vani scala e di almeno un vanoascensore: Almeno a prova di fumo interno con zona filtro avente un camino di ventilazione di sezione non inferiore a 0,36 m^2; Larghezza minima della scala (m): 1,20 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte, elementi di suddivisione tra compartimenti: 90; TIPO DI EDIFICIO: E - ALTEZZA ANTINCENDI (m): oltre 80; MASSIMA SUPERFICIE DELCOMPARTIMENTO ANTINCENDIO (m^2): 2000; Massima superficie di competenza di ogni scala per piano (m^2): 350; Tipodei vani scala e di almeno un vano ascensore: Almeno a prova di fumo interno con zona filtro avente un camino di ventilazione di sezione non inferiore a 0,36 m^2; Larghezza minima della scala (m): 1,20 Caratteristiche REI dei vani scala e ascensore, filtri, porte,elementi di suddivisione tra compartimenti: 120. NOTE (I) Se non è possibile l’accostamento dell’Autoscala dei VV.FF. ad almeno una finestra o balcone per piano. (II) Nel caso in cui non è contemplata alcuna prescrizione, gli elementi di suddivisione dei compartimenti vanno comunqueconsiderati di classe REI 60.

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Manuale di Manutenzione

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Strutture in acciaio

° 01.03.02 Strutture in c.a.

° 01.03.03 Strutture prefabbricate

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Lesioni. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Lesioni._ 

Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.03.01 Strutture in acciaio

Unità Tecnologica: 01.03

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.01.A01 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.03.01.A02 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi principali, travetti, gradini di lamiera edeventuali irrigidimenti e nervature) o comunque non più affidabili sul piano statico.

01.03.01.A03 Lesioni Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.

01.03.01.A04 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.

Tipologia: Controllo a vista

01.03.01.C01 Controllo balaustre e corrimano

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..

Tipologia: Controllo a vista

01.03.01.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

Le scale e le rampe in acciaio possono essere realizzate con molteplici conformazioni strutturali impiegando profilati, sezioniscatolari, tubolari o profili piatti assemblati mediante saldature e/o collegamenti tramite chiodatura, bullonatura, ecc.

Rampe e scale

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Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore.  

Requisiti da verificare: 1) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Lesioni. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Ditte specializzate: Pittore.  

Ditte specializzate: Pavimentista, Muratore.  

Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.).

Tipologia: Controllo a vista

01.03.01.C02 Controllo strutture

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.03.01.I01 Ripresa coloritura

Ritinteggiature delle parti previa rimozione delle parti deteriorate mediante preparazione del fondo. Le modalità di ritinteggiatura, iprodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti.

Cadenza: quando occorre

01.03.01.I02 Ripristino puntuale pedate e alzate

Ripristino e/o sostituzione degli elementi rotti delle pedate e delle alzate con elementi analoghi.

Cadenza: quando occorre

01.03.01.I03 Ripristino stabilità corrimano e balaustre

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Cadenza: quando occorre

01.03.01.I04 Sostituzione degli elementi degradati

Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi.

Cadenza: quando occorre

01.03.01.I05 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti.Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici

Cadenza: ogni 2 anni

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Elemento Manutenibile: 01.03.02 Strutture in c.a.

Unità Tecnologica: 01.03

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.02.A01 Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.03.02.A02 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.03.02.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie

01.03.02.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.03.02.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.03.02.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.03.02.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie delmanufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.03.02.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche qualisolette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio.

Rampe e scale

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11)_

Manuale di Manutenzione

01.03.02.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.03.02.A10 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.03.02.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.03.02.A12 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.03.02.A13 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.03.02.A14 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.03.02.A15 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.03.02.A16 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.03.02.A17 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.03.02.A18 Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.03.02.A19 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.

Tipologia: Controllo a vista

01.03.02.C01 Controllo balaustre e corrimano

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Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Muratore._ 

Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Muratore._ 

Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Alveolizzazione; 2) Cavillature superficiali; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5)Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11)Fessurazioni; 12) Penetrazione di umidità; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Polverizzazione; 17) Presenza di vegetazione; 18) Rigonfiamento; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Ditte specializzate: Pittore.  

Ditte specializzate: Pavimentista, Muratore.  

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventualepresenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..

Tipologia: Controllo a vista

01.03.02.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.).

Tipologia: Controllo a vista

01.03.02.C02 Controllo strutture

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.03.02.I01 Ripresa coloritura

Ritinteggiature delle parti previa rimozione delle parti deteriorate mediante preparazione del fondo. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti.

Cadenza: quando occorre

01.03.02.I02 Ripristino puntuale pedate e alzate

Ripristino e/o sostituzione degli elementi rotti delle pedate e delle alzate con elementi analoghi.

Cadenza: quando occorre

01.03.02.I03 Ripristino stabilità corrimano e balaustre

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Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Cadenza: quando occorre

01.03.02.I04 Sostituzione degli elementi degradati

Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi.

Cadenza: quando occorre

01.03.02.I05 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti.Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di verniciprotettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Cadenza: ogni 2 anni

Elemento Manutenibile: 01.03.03 Strutture prefabbricate

Unità Tecnologica: 01.03

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.03.03.R01 Resistenza meccanica per strutture prefabbricate Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi strutturali costituenti le scale devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, odeformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Prestazioni: Gli elementi strutturali costituenti le scale e quelli accessori devono essere idonei a contrastare in modo efficace eventuali rotture e/o deformazioni rilevanti in seguito ad azioni e sollecitazioni meccaniche, garantendo la durata e la funzionalità nel tempo senza compromettere la sicurezza degli utenti. Si considerano le azioni dovute a: carichi di peso proprio e carichi di esercizio,sollecitazioni sismiche, dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle scale devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi variano in funzione delle prove di laboratorio eseguite secondo le seguenti norme: - UNI 10804 (Dimensioni e prestazioni meccaniche); - UNI 10810 (Determinazione della resistenza meccanica ai carichi statici distribuiti); - UNI 10811 (Determinazione della resistenza meccanica ai carichi dinamici);

Classe di Esigenza: Sicurezza

Si tratta di scale o rampe costituite da elementi montati in corso d'opera.

Rampe e scale

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Manuale di Manutenzione

- UNI 10812 (Metodo di prova alla flessione dei gradini).

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.03.A01 Cavillature superficiali Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.03.03.A02 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.03.03.A03 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.03.03.A04 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.03.03.A05 Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.03.03.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricatidalla loro sede.

01.03.03.A07 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso ildistacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.03.03.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.03.03.A09 Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.03.03.A10 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.03.03.A11 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.03.03.A12 Lesioni Presenza di lesioni dovute a scollegamenti di parte dell'edificio dall'insieme.

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica per strutture prefabbricate. Anomalie riscontrabili: 1) Cavillature superficiali; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6)Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Lesioni; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Polverizzazione; 18)Presenza di vegetazione; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Muratore._ 

Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica per strutture prefabbricate. Anomalie riscontrabili: 1) Cavillature superficiali; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Lesioni; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Polverizzazione; 18) Presenza di vegetazione; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Muratore._ 

Manuale di Manutenzione

01.03.03.A13 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.03.03.A14 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.03.03.A15 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.03.03.A16 Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.03.03.A17 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.03.03.A18 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo la superficie.

01.03.03.A19 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici delle balaustre e dei corrimano (macchie, sporco, abrasioni, ecc.). Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio.

Tipologia: Controllo a vista

01.03.03.C01 Controllo balaustre e corrimano

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventualepresenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..

Tipologia: Controllo a vista

01.03.03.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza agli agenti aggressivi; 2) Resistenza meccanica per strutture prefabbricate. Anomalie riscontrabili: 1) Cavillature superficiali; 2) Crosta; 3) Decolorazione; 4) Deposito superficiale; 5) Disgregazione; 6) Distacco; 7) Efflorescenze; 8) Erosione superficiale; 9) Esfoliazione; 10) Esposizione dei ferri di armatura; 11) Fessurazioni; 12) Lesioni; 13) Macchie e graffiti; 14) Mancanza; 15) Patina biologica; 16) Penetrazione di umidità; 17) Polverizzazione; 18) Presenza di vegetazione; 19) Scheggiature. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Ditte specializzate: Pittore.  

Ditte specializzate: Pavimentista, Muratore.  

Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Ditte specializzate: Specializzati vari, Muratore.  

Manuale di Manutenzione

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazioni, scaglionature, fessurazioni, distacchi, esposizione dei ferri d'armatura, processi di carbonatazione del cls, ecc.).

Tipologia: Controllo a vista

01.03.03.C02 Controllo strutture

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.03.03.I01 Ripresa coloritura

Ritinteggiature delle parti previa rimozione delle parti deteriorate mediante preparazione del fondo. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti.

Cadenza: quando occorre

01.03.03.I02 Ripristino puntuale pedate e alzate

Ripristino e/o sostituzione degli elementi rotti delle pedate e delle alzate con elementi analoghi.

Cadenza: quando occorre

01.03.03.I03 Ripristino stabilità corrimano e balaustre

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione dei corrimano e delle balaustre e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di eventuali parti mancanti. Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Cadenza: quando occorre

01.03.03.I04 Sostituzione degli elementi degradati

Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi.

Cadenza: quando occorre

01.03.03.I05 Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti.

Cadenza: ogni 2 anni

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Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Manuale di Manutenzione

Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di verniciprotettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.04

Le attrezzature esterne costituiscono, da una parte l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di dividere e conformare gli spazi esterni , (ringhiere, passerelle, scale e rampe, ecc.) e dall'altra tutti quegli elementi che caratterizzano l'ambiente circostante (strade, aree a verde, ecc.).

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.04.R01 (Attitudine al) controllo della regolarità geometrica Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture

I rivestimenti delle attrezzature esterne (come balconi, logge e rampe) devono assicurare gli aspetti di planarità e di regolarità geometrica.

I rivestimenti delle attrezzature esterne (come balconi, logge e rampe) devono assicurare i valori minimi di planarità locale e generale.

Prestazioni:

Nel rispetto della planarità generale delle pavimentazioni, gli strati costituenti devono essere contenuti entro lo 0,2 % di scostamentorispetto ad un piano teorico di pavimento; mentre per la planarità locale lo scarto ammissibile sotto un regolo di 1 m non deve superare i 3 mm e sotto un regolo di 2 m i 4 mm.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Fruibilità

01.04.R02 Resistenza agli agenti aggressivi Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

I materiali di rivestimento degli elementi costituenti le attrezzature esterne come balconi, logge e passerelle non devono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.

I materiali utilizzati per i rivestimenti degli elementi di protezione esterna e di separazione esterna devono conservare sotto l'azionedegli agenti chimici, normalmente presenti nell'aria o provenienti dall'utilizzazione degli ambienti, inalterate le caratteristiche chimico-fisiche.

Prestazioni:

I materiali, per i rivestimenti da pavimentazione, devono avere una resistenza ai prodotti chimici di uso comune corrispondente a quella richiesta dalla classe C2 della classificazione UPEC. Inoltre le membrane a base elastomerica per l'impermeabilizzazione di balconi e logge non devono deteriorarsi sotto l'azione di una concentrazione di ozono di 0,5 p.p.m.. Le parti metalliche, nel caso di esposizione diretta in atmosfera aggressiva, devono essere protette con vernici con resistenza alla corrosione in nebbia salina per almeno 1000 ore, e di almeno 500 ore nel caso di impiego in altre atmosfere.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.04.R03 Resistenza agli urti di sicurezza Classe di Requisiti: Di stabilità

I materiali di rivestimento di elementi delle attrezzature esterne (in particolare elementi di protezione) devono essere in grado di resistere agli urti prodotti dalla caduta di oggetti di impiego comune senza che si manifestino fessurazioni, deformazioni, ecc..

Sottoposte alle azioni di urti i materiali costituenti elementi delle attrezzature esterne (in particolare elementi di protezione) devono conservare la loro integrità strutturale senza manifestare deterioramenti della finitura né deformazioni permanenti, anche limitate, ofessurazioni, senza pericolo di cadute di frammenti, anche leggere.

Prestazioni:

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

Nel caso in cui gli elementi di protezione e di separazione siano prospicienti dislivelli superiori a 1 m devono resistere all'urto di un corpo molle di grandi dimensioni che produca un'energia di impatto 700 J.

01.04.R04 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne e devono presentare una resistenza al fuoco espressa in termini di tempo entro il quale tali elementi conservano stabilità.

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne devono presentare una resistenza al fuoco espressa in termini di tempo entro il qualetali elementi conservano stabilità alla fiamma in funzione del carico d'incendio.

Prestazioni:

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne (in particolare balconi e logge) devono presentare una resistenza al fuoco espressa in termini di tempo entro il quale tali elementi conservano stabilità alla fiamma in funzione del carico d'incendio con un valore minimo R = 60 minuti primi, aldilà del tipo di materiale previsto per la realizzazione degli stessi.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.04.R05 Resistenza al vento Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne (in modo particolare di protezione e separazione) devono essere idonei a resistere all'azione del vento.

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne (in modo particolare di protezione e separazione) devono assicurare durata e funzionalità tali da non pregiudicare la sicurezza degli utenti. In particolare l'azione del vento incide in base all'altezza e alla forma degli elementi.

Prestazioni:

Gli elementi devono essere idonei a resistere all'azione del vento secondo le norme CNR - BU 117, la CNR - BU117, il D.M. 12.2.1982 che prevede la suddivisione del territorio italiano in 4 zone.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.04.R06 Resistenza all'acqua Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

I rivestimenti costituenti elementi ed attrezzature esterne come balconi, logge e passarelle, a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche.

Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti di attrezzature esterne come i balconi, logge e passerelle, nei limiti indicati dalla normativa.

Prestazioni:

Non devono verificarsi deterioramenti di alcun tipo dei rivestimenti di attrezzature esterne come i balconi, logge e passerelle, nei limiti indicati dalla normativa.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.04.R07 Resistenza all'usura Classe di Requisiti: Durabilità tecnologica

I materiali di rivestimento di elementi di attrezzature esterne come balconi, logge e passerelle dovranno presentare caratteristiche di resistenza all'usura.

In particolare materiali di rivestimento come balconi, logge e passerelle dovranno resistere nel tempo alle azioni dovute al trafficopedonale e di sedie a rotelle, più in particolare alle abrasioni, a perdite di materiale, a depositi, macchie, ecc. non eliminabili con i normali sistemi di manutenzione.

Prestazioni:

Classe di Esigenza: Durabilità

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Manuale di Manutenzione

La resistenza all'usura deve essere corrispondente alla classe U2 della classificazione UPEC per i rivestimenti di estradosso dibalconi e logge ad uso individuale mentre per l'uso collettivo deve corrispondere alla classe U3.

Livello minimo della prestazione:

01.04.R08 Sicurezza alla circolazione Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi costituenti le attrezzature esterne ( in particolare balconi, logge e passerelle devono avere uno sviluppo con andamento regolare che ne consenta la sicurezza durante la circolazione da parte dell'utenza.

In particolare balconi, logge e passerelle devono avere pavimenti orizzontali e complanari con quelli degli ambienti interni. Prestazioni:

In caso di dislivelli e/o soglie e traversi inferiori questi devono essere contenuti entro 2,5 cm o poter essere superati mediante raccordi inclinati o rampe con una pendenza adeguata non superiore all'8% nel rispetto delle barriere architettoniche. Se nellapavimentazione vi sono grigliati questi devono avere una maglia i cui vuoti impediscono il passaggio di una sfera dal diametro di 2 cm.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

° 01.04.02 Arredo urbano

° 01.04.03 Cancelli e barriere

° 01.04.04 Recinzioni

° 01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

° 01.04.06 Segnaletica stradale verticale

° 01.04.07 Segnaletica di sicurezza

° 01.04.08 Strade

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Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

Unità Tecnologica: 01.04

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.01.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

Le aree pedonali ed i marciapiedi devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essere raggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: Le aree pedonali ed i marciapiedi devono assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. Livello minimo della prestazione: Si prevedono, in funzione dei diversi tipi di strade, le seguenti larghezze minime: - nelle strade primarie: 0,75 m; 1 m in galleria; - nelle strade di scorrimento: 3 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; - nelle strade di quartiere: 4 m; 1,50 m nei tratti in viadotto; 5 m nelle zone turistiche e commerciali; - nelle strade locali: 3 m; 1,50 m nelle zone con minima densità residenziale; FABBISOGNO DI SPAZIO PER PERCORSI PEDONALI IN AREE RESIDENZIALI TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona; Larghezza (cm): 60; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 90; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone; Larghezza (cm): 120; Note: passaggioagevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 3 persone; Larghezza (cm): 187; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 persona con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 100; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con doppio bagaglio; Larghezza (cm): 212,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con ombrello aperto; Larghezza(cm): 237,5; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: carrozzina; Larghezza (cm): 80; Note: -; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 1 carrozzina e 1 bambino; Larghezza (cm): 115; Note: con bambino al fianco; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 carrozzine o 2sedie a rotelle; Larghezza (cm): 170; Note: passaggio agevole; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazionilaterali; Larghezza (cm): 220; Note: passaggio con difficoltà; TIPOLOGIA DEL PASSAGGIO: 2 persone con delimitazioni laterali;

Classe di Esigenza: Funzionalità

Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolarioppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole,attrezzature di interesse comune, ecc.).

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

Larghezza (cm): 260; Note: passaggio agevole. - le larghezze minime vanno misurate al netto di eventuali aree erbose o alberate, di aree occupate da cabine telefoniche, chioschi o edicole, ecc.; - i marciapiedi prospicienti su carreggiate sottostanti devono essere muniti di parapetto e/o rete di protezione di altezza minima di 2,00 m; - gli attraversamenti pedonali sono regolamentati secondo la disciplina degli attraversamenti: DISCIPLINA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI (BOLLETTINO UFFICIALE DEL CNR N. 60 DEL 26.04.1978) -STRADE PRIMARIE Tipo di attraversamento pedonale: a livelli sfalsati Attraversamenti pedonali - ubicazione e distanza: - -STRADE DI SCORRIMENTO Tipo di attraversamento pedonale: sfalsati o eventualmente semaforizzati Attraversamenti pedonali:ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE DI QUARTIERE Tipo di attraversamento pedonale: semaforizzati o eventualmente zebrati Attraversamenti pedonali: ubicazione e distanza: all’incrocio -STRADE LOCALI Tipo di attraversamento pedonale: zebrati Attraversamenti pedonali: ubicazione e distanza: 100 m - negli attraversamenti il raccordo fra marciapiede e strada va realizzato con scivoli per permettere il passaggio di carrozzine; - i marciapiedi devono poter essere agevolmente usati dai portatori di handicap; - in corrispondenza di fermate di autobus adiacenti a carreggiate, i marciapiedi devono avere conformazione idonee alla forma delle piazzole e delle aree di attesa dell'autobus senza costituire intralcio al traffico standard veicolare e pedonale: CARATTERISTICHE PIAZZOLE PER AUTOBUS -A LATO DELLE CORSIE DI TRAFFICO PROMISCUO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m): 16* Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO Lunghezza totale (m): 56 Lunghezza della parte centrale (m):26** Profondità (m): 3,0 -A LATO DELLE CORSIE RISERVATE AL MEZZO PUBBLICO CON ALTA FREQUENZA VEICOLARE Lunghezza totale (m): 45 Lunghezza della parte centrale (m): 5,0 Profondità (m): 3,0 * fermata per 1 autobus ** fermata per 2 autobus

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.01.A01 Buche Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).

01.04.01.A02 Cedimenti Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).

01.04.01.A03 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

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Requisiti da verificare: 1) Accessibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Mancanza; 2) Rottura; 3) Usura manto stradale. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Manuale di Manutenzione

01.04.01.A04 Deposito Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.

01.04.01.A05 Difetti di pendenza Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.

01.04.01.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.01.A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.04.01.A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.

01.04.01.A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.01.A10 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.

01.04.01.A11 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.01.A12 Sollevamento Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.

01.04.01.A13 Usura manto stradale Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo dell'integrazione delle aree di scivolo dei marciapiedi con la segnaletica stradale orizzontale (attraversamenti pedonali). Verifica dell'assenza di eventuali ostacoli che possono intralciare il passaggio ai pedoni ed in modo particolare a carrozzine e portatori di handicap.

Tipologia: Controllo

01.04.01.C01 Controllo aree di scivolo

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.01.C02 Controllo canalizzazioni

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Requisiti da verificare: 1) Accessibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Difetti di pendenza; 3) Presenza di vegetazione; 4) Rottura. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Difetti di pendenza; 3) Presenza di vegetazione. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Requisiti da verificare: 1) Accessibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Corrosione; 4) Deposito; 5) Difetti di pendenza; 6) Distacco; 7) Esposizione deiferri di armatura; 8) Fessurazioni; 9) Mancanza; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura; 12) Sollevamento; 13) Usura mantostradale. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Requisiti da verificare: 1) Accessibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deposito; 3) Difetti di pendenza; 4) Presenza di vegetazione; 5) Rottura. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Controllo dello stato di usura e di pulizia delle canalizzazioni, dei collettori e degli altri elementi ispezionabili. Controllo strumentale (endoscopia) delle parti non ispezionabili.

Tipologia: Controllo

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze. Controllo dell'assenza di depositi,detriti e di vegetazione in eccesso.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.01.C03 Controllo cigli e cunette

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale al fine di verifica l'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (mancanza di elementi, sollevamenti,difetti di pendenza, fessurazioni, presenza di vegetazione ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumità delle persone. Controllo dello stato dei bordi e dei materiali lapidei stradali. Controllo dello stato di pulizia e verificare l'assenza di depositi e di eventuali ostacoli.

Tipologia: Controllo

01.04.01.C04 Controllo pavimentazione

Cadenza: ogni 2 anni

Controllo dello stato di usura e verifica del dispositivo di chiusura-apertura. Controllo del normale scarico di acque meteoriche. Controllo degli elementi di ispezione (scale interne, fondale, superfici laterali, ecc.).

Tipologia: Controllo

01.04.01.C05 Controllo tombini d'ispezione

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.01.I01 Riparazione pavimentazione

Riparazione delle pavimentazioni e/o rivestimenti dei percorsi pedonali con sostituzione localizzata di elementi rotti o fuori sedeoppure sostituzione totale degli elementi della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione dei vecchi elementi, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa dei nuovi elementi con l'impiego di malte, colle, sabbia, bitumi liquidi a caldo. Le tecniche di posa e di rifiniture variano in funzione dei materiali, delle geometrie e del tipo di percorso pedonale.

Cadenza: ogni 12 mesi

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Generico.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

01.04.01.I02 Ripristino aree di scivolo

Riparazioni di eventuali difformità nei raccordi tra le aree di scivolo dei marciapiede e le aree carrabili. Rimozione di eventuali ostacoli.

Cadenza: quando occorre

01.04.01.I03 Ripristino canalizzazioni

Ripristino delle canalizzazioni, con integrazione di parti mancanti relative a collettori e ad altri elementi. Pulizia e rimozione di depositi, detriti e fogliame. Sistemazione degli elementi di evacuazione e scarico acque meteoriche.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.01.I04 Ripristino tombini d'ispezione

Ripristino ed integrazione degli elementi di apertura-chiusura. Trattamento anticorrosione delle parti metalliche in vista. Sostituzione di elementi usurati e/o giunti degradati. Pulizia del fondale da eventuali depositi.

Cadenza: ogni 2 anni

01.04.01.I05 Pulizia percorsi pedonali

Pulizia periodica delle superfici costituenti i percorsi pedonali e rimozione di depositi e detriti. Lavaggio con prodotti detergenti idonei al tipo di materiale della pavimentazione in uso.

Cadenza: quando occorre

01.04.01.I06 Sistemazione cigli e cunette

Sistemazione e raccordo delle banchine con le cunette per mezzo di un ciglio o arginello di larghezza variabile a secondo del tipo di strada. Pulizia e rimozione di detriti e depositi di fogliame ed altro.

Cadenza: ogni 12 mesi

Elemento Manutenibile: 01.04.02 Arredo urbano

Unità Tecnologica: 01.04

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

Si tratta di tutti quegli elementi ed accessori e/o manufatti necessari per la fruizione ed il godimento degli spazi aperti tra i quali: panchine o sedute all'aperto; le fioriere e i pergolati; le pavimentazioni; le alberature; gli apparecchi per l'illuminazione esterna; lefontane e le sculture; i supporti per segnaletica, pubblicità, cartellonistica, ecc..

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Requisiti da verificare: 1) Attrezzabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deposito superficiale; 3) Instabilità ancoraggi; 4) Macchie e graffiti; 5)Rottura; 6) Scheggiature. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Manuale di Manutenzione

01.04.02.R01 Attrezzabilità Classe di Requisiti: Adattabilità degli spazi

Gli arredi urbani devono essere realizzati con materiali e modalità tali da consentire agevolmente l'installazione negli spazi urbani.

Prestazioni: Le panchine, i manufatti e gli altri arredi devono consentire comodamente la loro collocazione negli spazi in ambito urbano. Dovranno inoltre poter essere facilmente montati e smontati in tempi brevi ed avere superfici agevolmente pulibili. Livello minimo della prestazione: Le caratteristiche ed i livelli minimi prestazionali devono rispondere alle norme vigenti alle quali si rimanda.

Classe di Esigenza: Fruibilità

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.02.A01 Alterazione cromatica Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore dei manufatti.

01.04.02.A02 Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie manufatto.

01.04.02.A03 Instabilità ancoraggi Perdita di stabilità degli ancoraggi fissati al suolo relativi a manufatti (panchine, pali per cartellonistica, ecc.).

01.04.02.A04 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale del manufatto.

01.04.02.A05 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.02.A06 Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli dei manufatti.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 7 giorni

Controllo periodico dell'integrità delle parti costituenti le panchine e ricerca di eventuali anomalie (depositi, macchie, rottura, ecc.) e/o causa di usura.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.02.C01 Controllo integrità panchine

01.04.02.C02 Controllo integrità manufatti

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Requisiti da verificare: 1) Attrezzabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Alterazione cromatica; 2) Deposito superficiale; 3) Instabilità ancoraggi; 4) Macchie e graffiti; 5)Rottura; 6) Scheggiature. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Generico.  

Ditte specializzate: Generico.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni mese

Controllo periodico dell'integrità delle parti costituenti i manufatti in genere (fioriere, statue, targhe, ecc.) e ricerca di eventualianomalie (depositi, macchie, rottura, ecc.) e/o causa di usura.

Tipologia: Controllo a vista

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.02.I01 Pulizia manufatti

Pulizia accurata di manufatti e/o altri accessori di arredo urbano con prodotti specifici ed idonei al tipo di materiale.

Cadenza: ogni 7 giorni

01.04.02.I02 Pulizia panchine

Pulizia accurata delle panchine con prodotti specifici e idonei al tipo di materiale e/o comunque degli accessori annessi.

Cadenza: ogni 7 giorni

01.04.02.I03 Sostituzione elementi usurati

Sostituzione degli elementi in vista usurati e/o rotti di panchine, manufatti, fioriere, ecc. con altri analoghi e con le stesse caratteristiche di aspetto e funzionalità.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.03 Cancelli e barriere

Unità Tecnologica: 01.04

Si tratta di insiemi di elementi mobili con funzione di apertura-chiusura e separazione di locali o aree e di controllo degli accessilegati al sistema edilizio e/o ad altri sistemi funzionali. Le barriere mobili invece sono dispositivi di delimitazione di aree o di vie diaccesso. Esse non costituiscono una totale chiusura ma sono un'indicazione di divieto di accesso o di transito a cose, mezzi o personenon preventivamente autorizzati. Gli elementi costituenti tradizionali possono essere in genere in ferro, legno, materie plastiche,ecc.; la struttura portante dei cancelli deve comunque essere poco deformabile e garantire un buon funzionamento degli organi diguida e di sicurezza. In genere sono legati ad automatismi di controllo a distanza del comando di apertura-chiusura.

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.03.R01 Resistenza a manovre false e violente Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso

Prestazioni: Sotto l'azione di sollecitazioni derivanti dalle manovre errate e/o violente, i cancelli e barriere, compresi gli eventuali dispositivi complementari di movimentazione, devono conservare inalterate le proprie caratteristiche meccaniche e dimensionali, nonevidenziando rotture, deterioramenti o deformazioni permanenti. Livello minimo della prestazione: Si considerano come livelli minimi le prove effettuate secondo la norma UNI 8612.

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.04.03.R02 Sicurezza contro gli infortuni Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso

I cancelli e le barriere devono essere realizzati con materiali e modalità di protezione atti a prevenire infortuni e/o incidenti a cose e persone. Prestazioni: I cancelli e le barriere e i dispositivi di movimentazione devono assicurare il perfetto funzionamento, in particolare nelle fasi di movimentazione, e garantire i criteri minimi di sicurezza. Livello minimo della prestazione: - Le superfici delle ante non devono presentare sporgenze fino ad una altezza di 2 m (sono ammesse sporgenze sino a 3 mm purchécon bordi smussati e arrotondati). - Per cancelli realizzati in ambiti industriali sono tollerate sporgenze sino a 10 mm. - Per gli elementi dotati di moto relativo deve essere realizzato un franco <= di 15 mm. - Nella parte corrispondente alla posizione di chiusura va lasciato un franco meccanico di almeno 50 mm fra il cancello e il battente fisso. - Per cancelli con elementi verticali si deve provvedere ad applicare una protezione adeguata costituita da reti, griglie o lamieretraforate con aperture che non permettano il passaggio di una sfera di diametro di 25 mm, se la distanza dagli organi mobili è >= a 0,3 m, e di una sfera del diametro di 12 mm, se la distanza dagli organi mobili è < di 0,3 m. I fili delle reti devono avere una sezionenon < di 2,5 mm2, nel caso di lamiere traforate queste devono avere uno spessore non < di 1,2 mm. - Il franco esistente fra il cancello e il pavimento non deve essere > 30 mm. - Per cancelli battenti a due ante, questi devono avere uno spazio di almeno 50 mm tra le due ante e ricoperto con profilo in gomma paraurto-deformante di sicurezza sul frontale di chiusura, per attutire l'eventuale urto di un ostacolo. - La velocità di traslazione e di quella periferica tangenziale delle ante girevoli deve risultare <= a 12m/min; mentre quella didiscesa, per ante scorrevoli verticalmente, <= 8m/min. - Gli elementi delle ante, che possono trovarsi a contatto durante tra loro o con altri ostacoli durante le movimentazioni, devono essere protetti contro i pericoli di schiacciamento e convogliamento delle persone per tutta la loro estensione con limitazione di 2 m per l'altezza ed una tolleranza da 0 a 30 mm per la parte inferiore e 100 mm per la parte superiore. - Per cancelli a battente con larghezza della singola anta <= 1,8 m è richiesta la presenza di una fotocellula sul filo esterno deimontanti laterali, integrata da un controllo di coppia incorporato nell'azionamento, tale da limitare la forza trasmessa dal cancello in caso di urto con un ostacolo di valore di 150 N (15 kg) misurati sull'estremità dell'anta corrispondente allo spigolo di chiusura. - Per cancelli a battente con larghezza della singola anta >= 1,8 m è richiesta l'applicazione di due fotocellule, una esterna ed una interna alla via di corsa, per la delimitazione dell'area interessata alle movimentazioni. - Per cancelli scorrevoli con <= 300 kg è richiesta la presenza di una fotocellula sulla parte esterna alla via di corsa, integrata da uncontrollo di coppia incorporato nell'azionamento. Nel caso non sia possibile l'utilizzo del limitatore di coppia va aggiunta una protezione alternativa come la costola sensibile da applicare sulla parte fissa di chiusura ed eventualmente di apertura od altraprotezione di uguale efficacia. - Per cancelli scorrevoli con massa > di 300 kg vanno predisposte 2 fotocellule di cui una interna ed una esterna alla via di corsa. Occorre comunque applicare costole sensibili in corrispondenza dei montanti fissi di chiusura, ed eventualmente di apertura, quando vi può essere un pericolo di convogliamento. - Le barriere fotoelettriche devono essere costituite da raggi, preferibilmente infrarossi, modulati con frequenza > di 100 Hz ecomunque insensibili a perturbazioni esterne che ne possono compromettere la funzionalità. Inoltre vanno poste ad un'altezzacompresa fra 40 e 60 cm dal suolo e ad una distanza massima di 10 cm dalla zona di convogliamento e/o schiacciamento. Nel casodi ante girevoli la distanza massima di 10 cm va misurata con le ante aperte. - Deve essere installato un segnalatore, a luce gialla intermittente, con funzione luminosa durante il periodo di apertura e chiusuradel cancello e/o barriera.

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

- E' richiesto un dispositivo di arresto di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto.

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.03.A01 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità e rigetto degli strati di pittura.

01.04.03.A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.

01.04.03.A03 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.03.A04 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.04.03.A05 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere.

01.04.03.A06 Deposito Accumulo di materiale e detriti lungo le superfici di scorrimento con relativo ostacolo alle normali movimentazioni delle parti.

01.04.03.A07 Difficoltà di comando a distanza Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose.

01.04.03.A08 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essereutilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.04.03.A09 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.

01.04.03.A10 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione del legno.

01.04.03.A11 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.03.A12 Non ortogonalità La non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta generalmente per usura eccessiva e/o per mancanza diregistrazione periodica delle parti.

01.04.03.A13 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.

01.04.03.A14 Scagliatura, screpolatura

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Requisiti da verificare: 1) Sicurezza contro gli infortuni. Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Deposito; 3) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Azzurratura; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Decolorazione; 5) Deformazione; 6) Erosione superficiale; 7)Fratturazione; 8) Infracidamento; 9) Mancanza; 10) Non ortogonalità; 11) Perdita di materiale; 12) Scagliatura, screpolatura; 13) Scollaggi della pellicola. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Requisiti da verificare: 1) Sicurezza contro gli infortuni. Anomalie riscontrabili: 1) Difficoltà di comando a distanza. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Manuale di Manutenzione

Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità.

01.04.03.A15 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 2 settimane

Controllo periodico dell'efficienza di cerniere e guide di scorrimento con verifica durante le fasi di movimentazioni delle parti. Controllare l'assenza di depositi o detriti lungo le guide di scorrimento atti ad ostacolare ed impedire le normali movimentazioni.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.03.C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie (corrosione, bollatura, perdita di materiale, ecc.) e/o causa di usura.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.03.C03 Controllo elementi a vista

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo periodico delle fasi di apertura-chiusura a distanza. Verifica efficienza barriere fotoelettriche e prova sicurezza di arrestodel moto di chiusura, con ripresa o meno del moto in senso contrario, nel caso di intercettamento al passaggio di cose o persone dopo il disimpegno della fotocellula. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo lampeggiante-intermittente ad indicazione delmovimento in atto. Controllo del perfetto funzionamento del dispositivo di emergenza da azionare in caso di necessità per l'arresto del moto. Inoltre i dispositivi di comando motorizzato e manuale devono controllarsi reciprocamente in modo che non sia possibile l'azione manuale se risulta inserito ancora quello motorizzato e viceversa.

Tipologia: Controllo

01.04.03.C01 Controllo automatismi a distanza

Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista

01.04.03.C04 Controllo organi apertura-chiusura

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Requisiti da verificare: 1) Sicurezza contro gli infortuni. Anomalie riscontrabili: 1) Non ortogonalità. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Pittore.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Controllo periodico degli organi di apertura e chiusura con verifica delle fasi di movimentazioni e di perfetta aderenza delle partifisse con quelle mobili. Controllo dei dispositivi di arresto e/o fermo del cancello al cessare dell'alimentazione del motore. Controllo dell'arresto automatico del gruppo di azionamento nelle posizioni finali di apertura-chiusura. Verifica dell'efficienza d'integrazione con gli automatismi a distanza.

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.03.I01 Ingrassaggio degli elementi di manovra

Pulizia ed ingrassaggio-grafitaggio degli elementi di manovra (cerniere, guide, superfici di scorrimento) con prodotti idonei e nonresiduosi.

Cadenza: ogni mese

01.04.03.I02 Revisione automatismi a distanza

Sostituzione delle batterie energetiche dai telecomandi. Pulizia schermi barriere fotoelettriche (proiettori e ricevitori). Sostituzione di parti ed automatismi usurati e/o difettosi.

Cadenza: quando occorre

01.04.03.I03 Ripresa protezione elementi

Ripresa delle protezioni e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodottiidonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali.

Cadenza: quando occorre

01.04.03.I04 Sostituzione elementi usurati

Sostituzione degli elementi in vista di cancelli e barriere e di parti meccaniche ed organi di manovra usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.04 Recinzioni

Unità Tecnologica: 01.04

Si tratta di strutture verticali aventi funzione di delimitare e chiudere le aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico. Possonoessere costituite da recinzioni opache in muratura piena a faccia vista o intonacate; recinzioni costituite da base in muratura e

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.04.R01 Sicurezza contro gli infortuni Classe di Requisiti: Sicurezza d'uso

Le recinzioni devono essere realizzati con materiali e modalità di protezione atti a prevenire infortuni e/o incidenti a cose e persone.

Prestazioni: Le recinzioni vanno realizzate e manutenute nel rispetto delle norme relative alla distanza dal ciglio stradale, alla sicurezza del traffico e della visibilità richiesta dall'Ente proprietario della strada o dell'autorità preposta alla sicurezza del traffico e comunque del codice della strada. Livello minimo della prestazione: Le caratteristiche e le tipologie ammissibili nel rispetto del requisito di Sicurezza contro gli infortuni sono da ritenersi indicative ed esaustive soltanto in riferimento a regolamenti edilizi e strumenti urbanistici locali ed al Nuovo Codice della Strada: - recinzioni opache in muratura piena a faccia vista o intonacate: 3,00 m => altezza >= 2,00 m; - recinzioni costituite da base in muratura e cancellata in ferro, eventualmente intercalate da pilastrini in muratura: fino a m 1,00 per la base in muratura e m 2,50 per il complesso della recinzione; - recinzione in rete a maglia sciolta con cordolo di base e/o bauletto non superiore a cm 50 e altezza totale 2,50; - recinzioni in legno, costituite da pali infissi nel terreno, senza nessun tipo di fissaggio con malta, corrente orizzontale ed eventuali traversi inclinati o a croce all'interno delle specchiature tra i montanti: m 1,00, H max = m 1,00; - recinzioni in siepi vegetali con rete metallica: H max = m 2,50.

Classe di Esigenza: Sicurezza

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.04.A01 Azzurratura Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità e rigetto degli strati di pittura.

01.04.04.A02 Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.

01.04.04.A03 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.04.A04 Crosta Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.04.04.A05 Decolorazione Alterazione cromatica della superficie.

01.04.04.A06 Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere.

01.04.04.A07 Deposito Accumulo di materiale e detriti lungo le superfici di scorrimento con relativo ostacolo alle normali movimentazioni delle parti.

01.04.04.A08 Deposito superficiale

cancellata in ferro; recinzione in rete a maglia sciolta con cordolo di base e/o bauletto; recinzioni in legno; recinzioni in siepivegetali e/o con rete metallica, ecc..

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Manuale di Manutenzione

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.04.04.A09 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.04.A10 Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.04.04.A11 Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.04.04.A12 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.04.04.A13 Fratturazione Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.

01.04.04.A14 Infracidamento Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione del legno.

01.04.04.A15 Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.04.04.A16 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.04.A17 Non ortogonalità La non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta generalmente per usura eccessiva e/o per mancanza diregistrazione periodica delle parti.

01.04.04.A18 Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.04.04.A19 Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.

01.04.04.A20 Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.04.04.A21 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.04.04.A22 Scagliatura, screpolatura

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Requisiti da verificare: 1) Sicurezza contro gli infortuni. Anomalie riscontrabili: 1) Azzurratura; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deformazione; 7) Deposito; 8)Deposito superficiale; 9) Distacco; 10) Efflorescenze; 11) Erosione superficiale; 12) Fessurazioni; 13) Fratturazione; 14) Infracidamento; 15) Macchie e graffiti; 16) Mancanza; 17) Non ortogonalità; 18) Patina biologica; 19) Perdita di materiale; 20) Polverizzazione; 21) Presenza di vegetazione; 22) Scagliatura, screpolatura; 23) Scollaggi della pellicola. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Requisiti da verificare: 1) Sicurezza contro gli infortuni. Anomalie riscontrabili: 1) Azzurratura; 2) Bolla; 3) Corrosione; 4) Crosta; 5) Decolorazione; 6) Deformazione; 7) Deposito; 8)Deposito superficiale; 9) Distacco; 10) Efflorescenze; 11) Erosione superficiale; 12) Fessurazioni; 13) Fratturazione; 14)Infracidamento; 15) Macchie e graffiti; 16) Mancanza; 17) Non ortogonalità; 18) Patina biologica; 19) Perdita di materiale; 20) Polverizzazione; 21) Presenza di vegetazione; 22) Scagliatura, screpolatura; 23) Scollaggi della pellicola. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Giardiniere.  

Ditte specializzate: Pittore.  

Manuale di Manutenzione

Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità.

01.04.04.A23 Scollaggi della pellicola Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 2 anni

Controllo periodico del grado di finitura e di integrità degli elementi in vista. Ricerca di eventuali anomalie (corrosione,deformazione, perdita di elementi, bollatura, perdita di materiale, ecc.) e/o causa di usura.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.04.C01 Controllo elementi a vista

Cadenza: ogni 2 anni

Controllo periodico dell'integrità e della tesatura delle reti e delle maglie costituenti. Controllo dell'integrità di tralicci e/o paletti edegli ancoraggi relativi. Ricerca di eventuali anomalie (corrosione, deformazione, perdita di elementi, bollatura, perdita di materiale, ecc.) e/o causa di usura.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.04.C02 Controllo tralicci e reti a vista

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.04.I01 Potatura siepi vegetali

Potatura e diradazione delle siepi vegetali formanti le recinzioni. Conservazione delle sagome e delle geometrie costituenti le siepi. Estirpazione delle piante esaurite e pulizia delle zone adiacenti le siepi. Innaffiaggio e concimazione appropriati a secondo delle qualità e varietà delle vegetazioni.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.04.I02 Ripresa protezione elementi

Ripresa delle protezioni, dei rivestimenti e delle coloriture mediante rimozione dei vecchi strati, pulizia delle superfici ed applicazioni di prodotti idonei (anticorrosivi, protettivi) al tipo di materiale ed alle condizioni ambientali.

Cadenza: quando occorre

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

01.04.04.I03 Sostituzione elementi usurati

Sostituzione degli elementi in vista di recinzioni usurati e/o rotti con altri analoghi e con le stesse caratteristiche.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

Unità Tecnologica: 01.04

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.05.R01 Colore Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

Rappresenta la consistenza della cromaticità che la segnaletica orizzontale deve possedere in condizioni normali.

Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. Irequisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga obreve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspettirelativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Il fattore di luminanza Beta deve essere conforme alla tabella 5 per quanto riguarda la segnaletica orizzontale asciutta. Le coordinate di cromaticità x, y per segnaletica orizzontale asciutta devono trovarsi all'interno delle regioni definite dai vertici forniti nella tabella 6 (UNI 1436). TABELLA 5 - CLASSI DEL FATTORE DI LUMINANZA Beta PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA

Classe di Esigenza: Funzionalità

La segnaletica orizzontale può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada e da inserti catarifrangenti . Lasegnaletica orizzontale comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili,iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di trafficoo di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasportopubblico di linea, ecc. La segnaletica orizzontale può essere realizzata mediante l’applicazione di pittura, materiali termoplastici,materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaleticaorizzontale è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. La segnaletica orizzontale può esserepermanente o provvisoria. La durata di vita funzionale della segnaletica orizzontale provvisoria è limitata alla durata dei lavoristradali. Per ragioni di sicurezza, invece, è preferibile che la durata di vita funzionale della segnaletica orizzontale permanente sia lapiù lunga possibile. La segnaletica orizzontale può essere applicata con o senza l’aggiunta di microsfere di vetro. Con l’aggiunta dimicrosfere di vetro, si ottiene la retroriflessione della segnaletica nel momento in cui questa viene illuminata dai proiettori deiveicoli. La retroriflessione della segnaletica orizzontale in condizioni di pioggia o strada bagnata può essere migliorata con sistemispeciali, per esempio con rilievi catarifrangenti posti sulle strisce (barrette profilate), adoperando microsfere di vetro di dimensionimaggiori o con altri sistemi. In presenza di rilievi, il passaggio delle ruote può produrre effetti acustici o vibrazioni.

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: BIANCO Tipo di manto stradale: ASFALTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; Tipo di manto stradale: CEMENTO; - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; - Classe: B4 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,50; - Classe: B5 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,60; COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe: B0 - Fattore minimo di luminanza Beta: Nessun requisito; - Classe: B1 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,20; - Classe: B2 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,30; - Classe: B3 - Fattore minimo di luminanza Beta: Beta >= 0,40; NOTE: La classe B0 si applica quando la visibilità di giorno siottiene attraverso il valore del coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. TABELLA 6 - VERTICI DELLE REGIONI DI CROMATICITÀ PER SEGNALETICA ORIZZONTALE BIANCA E GIALLA SEGNALETICA ORIZZONTALE: BIANCA - Vertice 1: X=0.355 - Y=0.355; - Vertice 2: X=0.305 - Y=0.305; - Vertice 3: X=0.285 - Y=0.325; - Vertice 4: X=0.335 - Y=0.375; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y1) - Vertice 1: X=0.443 - Y=0.399; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.389 - Y=0.431; SEGNALETICA ORIZZONTALE: GIALLA (CLASSE Y2) - Vertice 1: X=0.494 - Y=0.427; - Vertice 2: X=0.545 - Y=0.455; - Vertice 3: X=0.465 - Y=0.535; - Vertice 4: X=0.427 - Y=0.483; NOTE: Le classi Y1 e Y2 di segnaletica orizzontale gialla si riferiscono rispettivamente allasegnaletica orizzontale permanente

01.04.05.R02 Resistenza al derapaggio Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

Qualità della resistenza al derapaggio (SRT) della superficie stradale bagnata misurata sulla base dell’attrito a bassa velocitàesercitato da un cursore di gomma sulla superficie stessa, abbreviata nel seguito in SRT. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. Irequisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga obreve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspettirelativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Il valore della resistenza al derapaggio, espresso in unità SRT, deve essere conforme a quello specificato nella tabella 7 (UNI 1436).L'apparecchiatura di prova è costituita da un pendolo oscillante provvisto di un cursore di gomma all'estremità libera. Vienemisurata la perdita di energia causata dall'attrito del cursore su una lunghezza specificata della superficie stradale. Il risultato è espresso in unità SRT.

Classe di Esigenza: Funzionalità

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Manuale di Manutenzione

TABELLA 7 - CLASSI DI RESISTENZA AL DERAPAGGIO -Classe: S0 - Valore SRT minimo: Nessun requisito; -Classe: S1 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 45; -Classe: S2 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 50; -Classe: S3 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 55; -Classe: S4 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 60; -Classe: S5 - Valore SRT minimo: S1 SRT >= 65;

01.04.05.R03 Retroriflessione Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. I requisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Per misurare la retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli si deve utilizzare il coefficiente di luminanza retroriflessa R L. La misurazione deve essere espressa come mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 2, mentre, in condizioni di bagnato, deve essere conforme alla tabella 3 e, in condizioni di pioggia, alla tabella 4. Nota: il coefficiente di luminanza retroriflessa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita daiconducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori dei propri veicoli (UNI 1436). TABELLA 2 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA Tipo e colore del segnale orizzontale:PERMANENTE BIANCO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 100; - Classe: R4; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; Tipo e colore del segnale orizzontale: PERMANENTE GIALLO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 80; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 200; Tipo e colore del segnale orizzontale: PROVVISORIO - Classe: R0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: R3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 150; - Classe: R5; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 300; NOTE: La classe R0 si applica quando la visibilità della segnaletica orizzontale è ottenuta senza retroriflessione in condizioni di illuminazione con i proiettori dei veicoli. TABELLA 3 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI BAGNATO CONDIZIONI DIBAGNATO: Come si presenta 1 min. dopo l’inondazione della superficie con acqua (*) - Classe: RW0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RW1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RW2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RW3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RW0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (*) Tale condizione di prova deve essere creata versando acqua chiara da un secchio di capacità pari a circa 10 l e da un'altezza di circa 0,5 m dalla superficie. L'acqua deve essere versata in modo uniforme lungo la superficie di prova in modo tale che l’area dimisurazione e l'area circostante siano temporaneamente sommerse da un'ondata d'acqua. Il coefficiente di luminanza retroriflessa R

Classe di Esigenza: Funzionalità

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Manuale di Manutenzione

L in condizioni di bagnato deve essere misurato alle condizioni di prova 1 min dopo aver versato l'acqua. TABELLA 4 - CLASSI DI R L PER SEGNALETICA ORIZZONTALE IN CONDIZIONI DI PIOGGIA CONDIZIONI DI BAGNATO: Come si presenta dopo almeno 5 min. di esposizione durante una precipitazione uniforme di 20mm/h (**) - Classe: RR0; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: Nessun requisito; - Classe: RR1; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 25; - Classe: RR2; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 35; - Classe: RR3; Coeff. Min. di luminanza retroriflessa RL [mcd·(m^-2)·(lx^-1)]: RL >= 50; NOTE: La classe RR0 riguarda situazioni in cui questo tipo di retroriflessione non è richiesta per ragioni economiche o tecnologiche. (**) Tali condizioni di prova devono essere create utilizzando acqua chiara e simulando una cascata senza foschia né nebbia di intensità media pari a (20 ± 2 ) mm/h su un'area due volte più larga del campione e non meno di 0,3 m e il 25% più lunga dell’areadi misurazione. Lo scarto fra l'intensità minima e l'intensità massima della cascata non deve essere maggiore del rapporto di 1 a 1,7. Le misurazioni del coefficiente di luminanza retroriflessa R L in condizioni di pioggia devono essere effettuate dopo 5 min dipioggia continua e durante la precipitazione di quest'ultima.

01.04.05.R04 Riflessione alla luce Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

Rappresenta la riflessione espressa in valori, per gli utenti della strada, della segnaletica orizzontale bianca e gialla in condizioni di luce diurna e di illuminazione artificiale. Prestazioni: I requisiti specificati riguardano principalmente le prestazioni della segnaletica orizzontale durante la sua durata di vita funzionale. Irequisiti sono espressi attraverso diversi parametri che rappresentano diversi aspetti prestazionali della segnaletica orizzontale e, per alcuni di questi parametri, in termini di classi di prestazioni crescenti. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga obreve della segnaletica orizzontale, dalla frequenza del passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici in alcuni Paesi. Le classi prevedono l’attribuzione di priorità diverse ai vari aspetti delle prestazioni della segnaletica orizzontale a seconda di particolari circostanze. Non sempre è possibile ottenere classi di prestazioni alte per due o più parametri contemporaneamente. Livello minimo della prestazione: Per misurare la riflessione alla luce del giorno o in presenza di illuminazione stradale si deve utilizzare il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa Qd. La misurazione deve essere espressa in mcd·(m^-2)·(lx^-1). In condizioni di superficie stradale asciutta, la segnaletica orizzontale deve essere conforme alla tabella 1 (UNI 1436). Il coefficiente di luminanza in condizioni di illuminazione diffusa rappresenta la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli alla luce del giorno tipica o media o in presenza di illuminazione stradale. TABELLA 1 - CLASSI DI Qd PER SEGNALETICA ORIZZONTALE ASCIUTTA COLORE DEL SEGNALE ORIZZONTALE:BIANCO Tipo di manto stradale. ASFALTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130; Tipo di mantostradale. CEMENTO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q3; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 130; - Classe Q4; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 160; COLORE DELSEGNALE ORIZZONTALE: GIALLO - Classe Q0; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Nessun requisito; - Classe Q1; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 80; - Classe Q2; Coeff. di luminanza min. in condizioni di illuminazione diffusa Qd [mcd·(m^-2)·(lx^-1]: Qd >= 100; NOTE: La classeQ0 si applica quando la visibilità diurna si ottiene attraverso il valore del fattore di luminanza Beta.

Classe di Esigenza: Funzionalità

ANOMALIE RISCONTRABILI

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Requisiti da verificare: 1) Colore; 2) Resistenza al derapaggio; 3) Retroriflessione; 4) Riflessione alla luce. Anomalie riscontrabili: 1) Usura segnaletica. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

01.04.05.A01 Usura segnaletica Le strisce, le bande segnaletiche e le simbologie perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità delle linee e della simbologia costituita da: linee longitudinali, frecce, linee trasversali, messaggi e simboli posti sulla superficie stradale. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza.

Tipologia: Controllo

01.04.05.C01 Controllo dello stato

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.05.I01 Rifacimento delle bande e linee

Rifacimento delle bande e linee mediante la squadratura e l'applicazione di materiali idonei e/o altri sistemi: pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.05.I02 Sostituzione elementi

Sostituzione degli elementi della segnaletica con elementi analoghi.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.06 Segnaletica stradale verticale

Unità Tecnologica: 01.04

I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre ilformato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche deisostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari,devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.06.R01 Percettibilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili dagli utenti della strada.

Prestazioni: Le prestazioni della segnaletica verticale, relativamente al requisito di percettibilità, sono strettamente legate allo spazio diavvistamento “d”, alla velocità degli autoveicoli “V” e ad altri parametri dimensionali (altezze, distanza dal ciglio stradale, ecc.). Livello minimo della prestazione: Salvo prescrizioni particolari: POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 140 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 170 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 200 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 150 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni con corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 30 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 40 -Velocità (km/h): 130 - Spazio di avvistamento (m): 50 POSIZIONAMENTO DEI SEGNALI DI INDICAZIONE IN FUNZIONE DELLE VELOCITÀ - (Intersezioni senza corsia di decelerazione) -Velocità (km/h): 50 - Spazio di avvistamento (m): 60 -Velocità (km/h): 70 - Spazio di avvistamento (m): 80 -Velocità (km/h): 90 - Spazio di avvistamento (m): 100 -Velocità (km/h): 110 - Spazio di avvistamento (m): 130 -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono essere posizionati a distanza <30 cm e non > 100 cm dal ciglio del marciapiede e/o della banchina; -I paletti di sostegno dei segnali devono essere posizionati a distanza non inferiore a 50 cm dal ciglio del marciapiede e/o dellabanchina; -I segnali da ubicare lateralmente alla sede stradale devono avere un'altezza minima di 60 cm e massima di 220 cm; -I segnali da ubicare lungo le strade non devono essere posizionati ad altezze >450 cm; -I segnali da ubicare lungo i marciapiedi devono essere posizionati ad altezza minima di 220cm; -I segnali posizionati al di sopra della carreggiata devono avere un'altezza minima di 510 cm.

Classe di Esigenza: Funzionalità

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.06.A01 Usura segnaletica I cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti. I paletti di sostegno perdono stabilità per la disgregazione del basamento di fondazione.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire lastabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).

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Requisiti da verificare: 1) Percettibilità. Anomalie riscontrabili: 1) Usura segnaletica. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei cartelli segnaletici e dei relativi paletti di sostegno nonché gli ancoraggi e fissaggi annessi. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina di circolazione dell'utenza.

Tipologia: Controllo

01.04.06.C01 Controllo dello stato

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.06.I01 Ripristino protezione supporti

Ripristino delle vernici protettive ed anticorrosive dei supporti (paletti, staffe, ecc.) dei cartelli segnaletici e delle altre parti costituenti il segnale.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.06.I02 Sostituzione elementi usurati

Sostituzione degli elementi usurati della segnaletica con elementi analoghi così come previsto dal nuovo codice della strada. Rimozione del vecchio segnale (palo, cartello, ecc.) e del relativo basamento e ricostituzione dello stesso. Riposizionamento del nuovo segnale e verifica dell'integrazione nel sistema della segnaletica stradale di zona.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.07 Segnaletica di sicurezza

Unità Tecnologica: 01.04

La segnaletica di sicurezza trova il suo impiego nella prevenzione degli infortuni, nella tutela della salute e per affrontare situazionidi emergenza negli ambienti di lavoro. La segnaletica di sicurezza trasmette mediante un segnale di sicurezza (di avvertimento, dipericolo, di divieto, di obbligo, di prescrizione, antincendio, di emergenza, di salvataggio, di informazione, ecc.), tradotto insimbologie e colori appropriati, delle indicazioni in rapporto alle probabili situazioni di pericolo determinabili da attività connessealle varie attività lavorative. La segnaletica di sicurezza può suddividersi in: a)segnaletica aziendale; b) segnaletica per trasporti; c)segnaletica segnaostacoli; d) segnaletica navale; e) segnaletica per la casa; f) segnaletica bordo macchina per automazioni;g)segnaletica per impiantistica; h) segnaletica da cantiere; ecc.. La segnaletica di sicurezza può essere realizzata mediantel’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici (PVC); prodotti luminescenti; prodotti rinfrangenti; indurenti afreddo, lastre di alluminio, adesivi, pellicole o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi i colori utilizzati per la segnaleticadi sicurezza corrispondono al: rosso - blu - bianco - giallo - verde - nero; in casi particolari, vengono usati anche altri colori.

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Requisiti da verificare: 1) Percettibilità._ 

Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.07.R01 Percettibilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere ben visibili dagli operatori sui posti di lavoro.

Prestazioni: I segnali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da essere visibili in funzione della distanza di percezione “S” secondo la UNI 7543/1. Livello minimo della prestazione: Le dimensioni dei segnali di sicurezza devono essere tali che l'area “S” del segnale e la distanza massima “L”, dalla quale il segnaledeve essere ancora percepibile, soddisfino la relazione: S>= (L^2) / 2000 (applicabile per distanze L < di 50 m) esprimendo S in m^2 ed L in m. _ Segnale di divieto _ Segnale di avvertimento _ _ Segnali di: antincendio - salvataggio - informazione. _ Segnale di prescrizione

Classe di Esigenza: Funzionalità

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.07.A01 Usura segnaletica cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllare periodicamente le condizioni e l'integrità dei cartelli segnaletici e dei relativi sostegni nonché gli ancoraggi e fissaggiannessi. Controllare l'aspetto cromatico ed in particolare la consistenza dei colori corrispondenti alle diverse simbologie (colore disicurezza; colore di contrasto; ecc.) anche in funzione del grado di visibilità. Controllare l'efficienza della segnaletica ed in particolare la visibilità in condizioni diverse (diurne, notturne, con luce artificiale, con nebbia, ecc.). Controllare la disposizione dei segnali in funzione della logica e disciplina delle attività lavorative.

Tipologia: Controllo

01.04.07.C01 Controllo dello stato

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Anomalie riscontrabili: 1) Usura segnaletica. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.07.I01 Ripristino protezione supporti

Ripristino delle vernici protettive ed anticorrosive dei supporti (paletti, staffe, ecc.) dei materiali costituenti i cartelli segnaletici (pittura, materiali termoplastici, materiali plastici (PVC); prodotti luminescenti; prodotti rifrangenti; indurenti a freddo, lastre di alluminio, adesivi, pellicole) e delle altre parti costituenti il segnale.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.07.I02 Sostituzione elementi usurati

Sostituzione degli elementi usurati della segnaletica di sicurezza con elementi analoghi così come previsto dalle norme diriferimento. Rimozione del vecchio segnale (palo, cartello, ecc.) e del relativo basamento e ricostituzione dello stesso. Riposizionamento del nuovo segnale e verifica dell'integrazione nell'ambiente di lavoro.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.04.08 Strade

Unità Tecnologica: 01.04

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.04.08.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Funzionalità tecnologica

Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono essere dimensionati ed organizzati in modo da essereraggiungibile e praticabile, garantire inoltre la sicurezza e l'accessibilità durante la circolazione da parte dell'utenza. Prestazioni: Le strade, le aree a sosta e gli altri elementi della viabilità devono assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto essere conformi alle norme sulla sicurezza e alla prevenzione di infortuni a mezzi e persone. I tipi di strade possono essere distinti in:

Classe di Esigenza: Funzionalità

Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimentopedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: A)Autostrade;B)Strade extraurbane principali; C)Strade extraurbane secondarie; D)Strade urbane di scorrimento; E)Strade urbane di quartiere;F)Strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: la carreggiata;la banchina; il margine centrale; i cigli e le cunette; le scarpate; le piazzole di sosta, ecc..

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Manuale di Manutenzione

- I° (strada a carreggiata separata) con intervallo di velocità 110<Vp<=140 - II° (strada a carreggiata separata) con intervallo di velocità 90<Vp<=120 - III° (strada a carreggiata separata) con intervallo di velocità 80<Vp<=100 - IV° (strada a carreggiata unica) con intervallo di velocità 80<Vp<=100 - V° (strada a carreggiata unica) con intervallo di velocità 60<Vp<=80 - VI° (strada a carreggiata unica) con intervallo di velocità 40<Vp<=60 - A con intervallo di velocità (km/h) 60<Vp<=80 - B con intervallo di velocità (km/h) Vp<=40 - C con intervallo di velocità (km/h) Vp<=40 Livello minimo della prestazione: CARREGGIATA: larghezza compresa fra i 3,00 e i 3,75 m; deve essere dotata di sovrastruttura estesa per una larghezza di 0,30 m da entrambi i lati della carreggiata; STRISCIA DI SEGNALETICA di margine verso la banchina: può essere omessa nelle strade ditipo B e C; deve avere larghezza => a 0,10 m nelle strade di tipo IV, V e VI, deve avere larghezza => a 0,15 m nelle strade di tipo I, II, IIIA; la striscia di separazione tra una corsia di marcia e una eventuale corsia supplementare per veicoli lenti deve avere larghezza => a 0,20 m; BANCHINA: larghezza compresa fra 1,00 m a 3,00-3.50 m; nelle grande arterie la larghezza minima è di 3,00 m; CIGLI E CUNETTE: hanno profondità compresa fra 0,30 e 0,50 m e larghezza compresa fra 1,00 e 2,00 m; PIAZZOLE DISOSTE: le strade di tipo III, IV, V e VI devono essere dotate di piazzole di sosta con dimensioni minime: larghezza 3,00 m;lunghezza 20,00 m + 18,00 m + 20,00 m; PENDENZA LONGITUDINALE: nelle strade di tipo B e C = 12%; nelle strade di tipo VI = 10%; nelle strade di tipo V e A = 7%; nelle strade di tipo IV e III = 6%; nelle strade di tipo II e I = 3-5%; PENDENZA TRASVERSALE: nei rettifili 2,5 %; nelle curve compresa fra 2,5 e 7 %. CARATTERISTICHE GEOMETRICHE MINIME DELLA SEZIONE STRADALE (BOLL. UFF. CNR N.60 DEL 26.4.1978) STRADE PRIMARIE Tipo di carreggiate: a senso unico separate da spartitraffico Larghezza corsie: 3,50 m N. corsie per senso dimarcia: 2 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: 1,60 m con barriere Larghezza corsia di emergenza: 3,00 m Larghezza banchine: - Larghezza minima marciapiedi: - Larghezza minima fasce di pertinenza: 20 m STRADE DI SCORRIMENTO Tipo dicarreggiate: Separate ovunque possibile Larghezza corsie: 3,25 m N. corsie per senso di marcia: 2 o più Larghezza minimaspartitraffico centrale: 1,10 m con barriere Larghezza corsia di emergenza: - Larghezza banchine: 1,00 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 15 m STRADE DI QUARTIERE Tipo di carreggiate: a unica carreggiata in doppio senso Larghezza corsie: 3,00 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più con cordolo sagomato o segnaletica Larghezza minima spartitraffico centrale: 0,50 m Larghezza corsia di emergenza: - Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 4,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza: 12m STRADE LOCALI Tipo di carreggiate: a unica carreggiata indoppio senso Larghezza corsie: 2,75 m N. corsie per senso di marcia: 1 o più Larghezza minima spartitraffico centrale: - Larghezza corsia di emergenza: - Larghezza banchine: 0,50 m Larghezza minima marciapiedi: 3,00 m Larghezza minima fasce di pertinenza:5,00 m

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Manuale di Manutenzione

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.08.A01 Buche Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).

01.04.08.A02 Cedimenti Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).

01.04.08.A03 Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.08.A04 Deposito Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.

01.04.08.A05 Difetti di pendenza Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.

01.04.08.A06 Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.08.A07 Esposizione dei ferri di armatura Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.04.08.A08 Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.

01.04.08.A09 Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.08.A10 Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.

01.04.08.A11 Rottura Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.08.A12 Sollevamento Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.

01.04.08.A13 Usura manto stradale Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

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Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Difetti di pendenza; 3) Presenza di vegetazione; 4) Rottura. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Difetti di pendenza; 3) Presenza di vegetazione; 4) Rottura. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Corrosione; 4) Deposito; 5) Difetti di pendenza; 6) Distacco; 7) Esposizione deiferri di armatura; 8) Fessurazioni; 9) Mancanza; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura; 12) Sollevamento; 13) Usura mantostradale. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Corrosione; 4) Deposito; 5) Difetti di pendenza; 6) Distacco; 7) Esposizione deiferri di armatura; 8) Fessurazioni; 9) Mancanza; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura; 12) Sollevamento. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Difetti di pendenza; 3) Presenza di vegetazione. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllo visivo dello stato e verifica dell'assenza di depositi e fogliame atti ad impedire il normale deflusso delle acque meteoriche.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C01 Controllo canalette e bordature

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo dello stato di usura e di pulizia delle canalizzazioni, dei collettori e degli altri elementi ispezionabili. Controllo strumentale (endoscopia) delle parti non ispezionabili.

Tipologia: Controllo

01.04.08.C02 Controllo canalizzazioni

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali buche e/o altre anomalie (cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.). Controllo dello stato dei giunti. Controllo dell'integrità della striscia di segnaletica di margine verso labanchina.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C03 Controllo carreggiata

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale. Verifica della perfetta visibilità in relazione allo stato del rivestimento delle pareti e del sistema di illuminazione artificiale se presente. Controllo della transitabilità dei marciapiedi di servizio. Controllo delle canalette e del perfetto deflusso delle acque meteoriche. Controllare l'assenza di eventuali anomalie nelle pareti (fessurazioni, esposizione dei ferri di armatura, presenza di vegetazione, ecc.). Controllo generale degli impianti di areazione. Controllo dell'efficienza dei sistemi di sicurezza. Controllo della segnaletica stradale.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C04 Controllo gallerie

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo dello stato di cigli e cunette. Verifica del corretto deflusso delle acque e delle pendenze. Controllo dell'assenza di depositi,detriti e di vegetazione in eccesso.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C05 Controllo cigli e cunette

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Anomalie riscontrabili: 1) Deposito; 2) Presenza di vegetazione. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Buche; 2) Cedimenti; 3) Corrosione; 4) Deposito; 5) Difetti di pendenza; 6) Distacco; 7) Esposizione dei ferri di armatura; 8) Fessurazioni; 9) Mancanza; 10) Presenza di vegetazione; 11) Rottura; 12) Sollevamento; 13) Usura mantostradale. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Presenza di vegetazione. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deposito; 3) Difetti di pendenza; 4) Presenza di vegetazione; 5) Rottura. Ditte specializzate: Specializzati vari._ 

Anomalie riscontrabili: 1) Distacco; 2) Deposito; 3) Rottura. Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore._ 

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo dello stato delle fosse biologiche e asettiche. Controllo della vasca di decantazione e dei collettori di collegamento. Porre particolare attenzione alla presenza di eventuali gas nelle vasche e nel caso adoperare maschere idonee per l'ispezione.

Tipologia: Controllo

01.04.08.C06 Controllo fosse biologiche

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie della pavimentazione (buche, cedimenti, sollevamenti, difetti di pendenza, fessurazioni, ecc.).

Tipologia: Controllo

01.04.08.C07 Controllo manto stradale

Cadenza: ogni mese

Controllo delle scarpate e verifica dell'assenza di erosione. Controllo della corretta tenuta della vegetazione.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C08 Controllo scarpate

Cadenza: ogni 2 anni

Controllo dello stato di usura e verifica del dispositivo di chiusura-apertura. Controllo del normale scarico di acque meteoriche. Controllo degli elementi di ispezione (scale interne, fondale, superfici laterali, ecc.).

Tipologia: Controllo

01.04.08.C09 Controllo pozzetti d'ispezione

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllo e verifica dell'assenza di fessurazioni e di degrado dei giunti. Controllo dello stato di pulizia delle feritoie.

Tipologia: Controllo a vista

01.04.08.C10 Controllo muri di sostegno

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.04.08.I01 Ripristino canalette e bordature

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Tecnici di livello superiore, Specializzati vari.

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

Ripristino delle canalette mediante pulizia ed asportazione di detriti, depositi e fogliame. Integrazione di parti degradate e/o mancanti. Trattamenti di protezione (anticorrosivi, ecc.) a secondo dei materiali d'impiego.

Cadenza: ogni 6 mesi

01.04.08.I02 Ripristino canalizzazioni

Ripristino delle canalizzazioni, con integrazione di parti mancanti relative a collettori e ad altri elementi. Pulizia e rimozione di depositi, detriti e fogliame. Sistemazione degli elementi di evacuazione e scarico acque meteoriche.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.08.I03 Ripristino carreggiata

Riparazioni di eventuali buche e/o fessurazioni mediante ripristino degli strati di fondo, pulizia e rifacimento degli strati superficiali con l'impiego di bitumi stradali a caldo. Rifacimento di giunti degradati.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.08.I04 Ripristino gallerie

Rifacimento dei rivestimenti con vernici a tinta bianca conformi al codice della strada. Sostituzione di eventuali corpi illuminanti non funzionanti con altri analoghi. Pulizia dei marciapiedi di servizio e rimozione di eventuali depositi. Rimozione di materiali efogliame accumulati nelle canalette di deflusso. Integrazione della segnaletica stradale e di sicurezza esistente nel rispetto del codice della strada.

Cadenza: ogni 6 mesi

01.04.08.I05 Ripristino manto stradale

Rinnovo del manto stradale con rifacimento parziale o totale della zona degradata e/o usurata. Demolizione ed asportazione del vecchio manto, pulizia e ripristino degli strati di fondo, pulizia e posa del nuovo manto con l'impiego di bitumi stradali a caldo, o a secondo dei casi, di pavimentazioni lastricate.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.08.I06 Ripristino muri di sostegno

Ripristino degli elementi murari ed integrazione delle parti deteriorate. Pulizia delle feritoie e rimozione di depositi, detriti e fogliame. Sistemazione degli elementi di drenaggio acque meteoriche.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.08.I07 Sistemazione cigli e cunette

Sistemazione e raccordo delle banchine con le cunette per mezzo di un ciglio o arginello di larghezza variabile a secondo del tipo distrada. Pulizia e rimozione di detriti e depositi di fogliame ed altro.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.04.08.I08 Sistemazione scarpate

Taglio della vegetazione in eccesso. Sistemazione delle zone erose e ripristino delle pendenze. Nel caso che la pendenza della

Cadenza: ogni 3 mesi

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Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Ditte specializzate: Specializzati vari.  

Manuale di Manutenzione

scarpata sia >= 2/3 oppure nel caso che la differenza di quota tra il ciglio e il piede della scarpata sia > 3,50 m e non sia possibile realizzare una pendenza < 1/5, la barriera di sicurezza va disposta sullo stesso ciglio.

01.04.08.I09 Spurgo fosse biologiche

Spurgo delle fosse biologiche e pulizia con getti di acqua a pressione. Aggiunta di solventi o prodotti di disinfestazione a secondo delle necessità.

Cadenza: ogni 2 anni

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.05

Gli impianti elettromeccanici di servizio hanno l afunzione di permettere la movimentazione delle parti di impalcato mobili.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.05.R01 Affidabilità Classe di Requisiti: Adattabilità delle finiture

Gli elementi dell'impianto di trasporto verticale devono funzionare senza causare pericoli sia in condizioni normali sia in caso di emergenza.

In caso di mancanza dell’alimentazione elettrica principale o in caso di mancanza dell’alimentazione del circuito di manovra ilsistema di frenatura deve essere capace di arrestare da solo il macchinario.

Prestazioni:

In caso di mancanza dell’alimentazione elettrica principale o in caso di mancanza dell’alimentazione del circuito di manovra ladecelerazione della cabina non deve superare quella che si ha per intervento del paracadute o per urto sugli ammortizzatori. Devono essere installati due esemplari di elementi meccanici del freno in modo da garantire l'azione frenante di almeno un freno qualora unodi detti elementi non agisca.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Fruibilità

01.05.R02 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica

Gli elementi costituenti i conduttori dell'impianto elettrico posto a servizio dell'impianto ascensore devono essere in grado resistere al passaggio di cariche elettriche.

I conduttori ed i cavi devono essere realizzati con materiali idonei e montati in opera nel pieno rispetto della regola dell'arte. Prestazioni:

Devono essere garantiti i livelli minimi richiesti dalla normativa di settore. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.05.01 Macchinari elettromeccanici

° 01.05.02 Macchinari oleodinamici

Impianti elettromeccanici

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Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.05.01 Macchinari elettromeccanici

Unità Tecnologica: 01.05

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.05.01.R01 (Attitudine al) controllo della velocità Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso

I macchinari e gli elementi che li costituiscono devono essere in grado di controllare i valori della velocità di discesa della cabina, sia nel normale funzionamento sia in caso di emergenza. Prestazioni: In caso di mancanza dell’alimentazione elettrica principale o in caso di mancanza dell’alimentazione del circuito di manovra ilsistema di frenatura deve essere capace di arrestare da solo il macchinario. Livello minimo della prestazione: La velocità della cabina deve essere misurata nella zona mediana del vano corsa e non deve superare velocità nominale di oltre il5%.

Classe di Esigenza: Funzionalità

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.05.01.A01 Difetti degli ammortizzatori Difetti degli ammortizzatori ad accumulo di energia.

01.05.01.A02 Difetti dei contatti Difetti di apertura o di chiusura dei contatti.

01.05.01.A03 Difetti dei dispositivi di blocco Difetti dei dispositivi di blocco.

01.05.01.A04 Difetti del limitatore di velocità Difetti del limitatore di velocità per cui la velocità di intervento del limitatore di velocità deve essere verificata.

01.05.01.A05 Difetti del paracadute Difetti del paracadute della cabina per cui deve essere verificata di conseguenza l’energia che il paracadute è in grado di assorbire al momento della presa.

01.05.01.A06 Difetti di alimentazione di energia elettrica Difetti di alimentazione di energia elettrica di alimentazione delle parti elettriche dei macchinari e dei relativi accessori.

Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto.

Impianti elettromeccanici

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Requisiti da verificare: 1) Affidabilità; 2) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti degli ammortizzatori; 2) Difetti dei contatti; 3) Difetti dei dispositivi di blocco; 4) Difetti dellimitatore di velocità; 5) Difetti del paracadute; 6) Difetti di alimentazione di energia elettrica; 7) Difetti di isolamento; 8)Diminuzione di tensione. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Ditte specializzate: Ascensorista.  

Ditte specializzate: Ascensorista.  

Manuale di Manutenzione

01.05.01.A07 Difetti di isolamento Difetti di isolamento delle apparecchiature verso massa o verso terra.

01.05.01.A08 Diminuzione di tensione Diminuzione della tensione di alimentazione delle apparecchiature.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Verificare il corretto funzionamento di tutte le apparecchiature elettromeccaniche, delle cinghie e delle pulegge. Verificarel'efficienza del paracadute, del limitatore di velocità e degli apparati di sicurezza.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.01.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.05.01.I01 Lubrificazione

Effettuare una lubrificazione del paracadute e del limitatore di velocità.

Cadenza: ogni mese

01.05.01.I02 Sostituzione

Sostituire quando usurate le apparecchiature elettromeccaniche.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.05.02 Macchinari oleodinamici

Unità Tecnologica: 01.05

Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto.

Impianti elettromeccanici

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Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.05.02.R01 (Attitudine al) controllo della tenuta Classe di Requisiti: Di stabilità

Le tubazioni ed i relativi accessori del sistema idraulico di un ascensore devono essere adatti al fluido idraulico utilizzato ed essereprogettati ed installati in modo da evitare ogni sollecitazione anormale. Prestazioni: Le tubazioni ed i loro accessori devono essere protetti contro i danneggiamenti ed essere fissati in modo appropriato in modo daevitare perdite del fluido circolante. Livello minimo della prestazione: Le tubazioni rigide ed i loro accessori devono essere progettati in modo che sotto la pressione pari a 2,3 volte la pressione statica massima, sia assicurato un coefficiente di sicurezza di almeno 1,7 rispetto al limite convenzionale di elasticità R p0,2. Nel caso di gruppi cilindro-pistone telescopici che utilizzano dispositivi di sincronizzazione idraulica, si deve adottare uncoefficiente di sicurezza addizionale di 1,3 per il calcolo delle tubazioni. La tubazione flessibile fra il cilindro e la valvola di nonritorno o la valvola di discesa deve essere scelta con un coefficiente di sicurezza di almeno 8 tra la pressione statica massima e la pressione di scoppio. La tubazione flessibile ed i suoi raccordi, tra il cilindro e la valvola di non ritorno o la valvola di discesa,devono resistere senza danni ad una pressione pari a 5 volte la pressione statica massima; questa prova deve essere effettuata da parte del fabbricante dell’insieme tubazione-raccordi.

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.05.02.R02 (Attitudine al) controllo della velocità Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso

I macchinari e gli elementi che li costituiscono devono essere in grado di controllare i valori della velocità di discesa della cabina,sia nel normale funzionamento sia in caso di emergenza. Prestazioni: In caso di mancanza dell’alimentazione elettrica principale o in caso di mancanza dell’alimentazione del circuito di manovra il sistema di frenatura deve essere capace di arrestare da solo il macchinario. Livello minimo della prestazione: La velocità della cabina deve essere misurata nella zona mediana del vano corsa e non deve superare velocità nominale di oltre il 5%.

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.05.02.R03 Resistenza a compressione Classe di Requisiti: Di stabilità

I macchinari e gli elementi che li costituiscono devono essere in grado di resistere a sforzi di compressione senza causare pericoli sia durante il normale funzionamento sia in caso di emergenza. Prestazioni: Il cilindro ed il pistone devono essere progettati con un coefficiente di sicurezza di almeno 1,7 tra il limite convenzionale dielasticità R p0,2 e le forze che si determinano con una pressione uguale a 2,3 volte la pressione statica massima. Livello minimo della prestazione: Per i calcoli degli elementi dei gruppi cilindro-pistone telescopici, con sistema idraulico di sincronizzazione, si deve assumere ilvalore più alto della pressione che si può riscontrare in un elemento. Per determinare lo spessore degli elementi si deve aggiungere 1,0 mm per le pareti e per il fondello del cilindro e 0,5 mm per le pareti dei pistoni cavi di gruppi cilindro-pistone semplici e telescopici. I calcoli devono essere condotti in conformità a quanto previsto dalle norme.

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.05.02.R04 Resistenza a trazione Classe di Requisiti: Di stabilità

I macchinari e gli elementi che li costituiscono devono essere in grado di resistere a trazione senza causare pericoli sia durante il normale funzionamento sia in caso di emergenza.

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Requisiti da verificare: 1) Affidabilità._ 

Manuale di Manutenzione

Prestazioni: I gruppi cilindro-pistone sollecitati a sforzi di trazione devono essere costruiti in modo che risulti un coefficiente di sicurezza noninferiore a quello minimo di norma. Livello minimo della prestazione: I gruppi cilindro-pistone sollecitati a trazione devono essere costruiti in modo che risulti un coefficiente di sicurezza non minore di 2tra le forze che si determinano per una pressione uguale a 1,4 volte la pressione statica massima e il limite convenzionale di elasticità R p0,2.

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.05.02.A01 Cadute di pressione Livello della pressione statica del sistema idraulico (compreso tra la valvola di non ritorno ed il cilindro) non al massimo.

01.05.02.A02 Difetti degli ammortizzatori Difetti degli ammortizzatori ad accumulo di energia.

01.05.02.A03 Difetti dei contatti Difetti di apertura o di chiusura dei contatti.

01.05.02.A04 Difetti dei dispositivi di blocco Difetti di funzionamento dei dispositivi di blocco.

01.05.02.A05 Difetti del limitatore di velocità Difetti del limitatore di velocità per cui la velocità di intervento del limitatore di velocità deve essere verificata.

01.05.02.A06 Difetti del paracadute Difetti del paracadute della cabina per cui deve essere verificata di conseguenza l’energia che il paracadute è in grado di assorbire al momento della presa.

01.05.02.A07 Difetti di isolamento Difetti di isolamento delle apparecchiature verso massa o verso terra.

01.05.02.A08 Diminuzione di tensione Diminuzione della tensione di alimentazione delle apparecchiature.

01.05.02.A09 Mancanza di energia elettrica Mancanza di energia elettrica di alimentazione delle parti elettriche dei macchinari e dei relativi accessori.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Verificare che non si sia verificato alcun guasto che possa compromettere la normale utilizzazione dell’ascensore.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.02.C01 Controllo degli ammortizzatori

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Anomalie riscontrabili: 1) Difetti degli ammortizzatori. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Requisiti da verificare: 1) Affidabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti dei dispositivi di blocco. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Requisiti da verificare: 1) Affidabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del paracadute. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Requisiti da verificare: 1) Affidabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Cadute di pressione. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Requisiti da verificare: 1) Affidabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti del limitatore di velocità. Ditte specializzate: Ascensorista._ 

Ditte specializzate: Ascensorista.  

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni mese

Verificare la funzionalità e l'efficienza dei dispositivi di blocco.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.02.C02 Controllo dei dispositivi di blocco

Cadenza: ogni mese

Verificare la regolarità della posa in opera dell’insieme comprendente cabina, paracadute, guide ed i relativi ancoraggi all’edificio.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.02.C03 Controllo del paracadute

Cadenza: ogni mese

Controllare il funzionamento di tutte le apparecchiature di pompaggio oleodinamico.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.02.C04 Controllo generale

Cadenza: ogni mese

Verificare la velocità di intervento del limitatore di velocità nel senso di discesa della cabina o della massa di bilanciamento.

Tipologia: Ispezione a vista

01.05.02.C05 Controllo limitatore di velocità

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.05.02.I01 Lubrificazione

Lubrificazione del paracadute e del limitatore di velocità.

Cadenza: ogni mese

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.06

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento,limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: - lampade ad incandescenza; - lampade fluorescenti; - lampade alogene; - lampade compatte; - lampade a scariche; - lampade a ioduri metallici; - lampade a vapore di mercurio; - lampade a vapore di sodio; - pali per il sostegno dei corpi illuminanti.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.06.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Classe di Requisiti: Visivi

I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine dievitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone.

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Aspetto

01.06.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento

I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acquadi condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8.

Si possono controllare i componenti degli impianti di illuminazione procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo lenorme CEI vigenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso

Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti diilluminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.

Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degli impianti mediante misurazioni di resistenza a terra.

Prestazioni:

Classe di Esigenza: Funzionalità

Impianto di illuminazione

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Manuale di Manutenzione

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 del regolamento di attuazione della legge 5.3.1990 n.46.

Livello minimo della prestazione:

01.06.R04 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti.

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.06.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli utenti.

Deve essere garantita la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti nel rispetto delle disposizioni normative.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R06 Comodità di uso e manovra Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso

Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.

I componenti degli impianti di illuminazione devono essere disposti in posizione ed altezza dal piano di calpestio tali da rendere illoro utilizzo agevole e sicuro, ed essere accessibili anche da parte di persone con impedite o ridotta capacità motoria.

Prestazioni:

In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezionedi quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.06.R07 Efficienza luminosa Classe di Requisiti: Visivi

I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita daicostruttori delle lampade.

E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Aspetto

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Manuale di Manutenzione

01.06.R08 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.06.R09 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento

I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R10 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R11 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R12 Montabilità / Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento Classe di Esigenza: Funzionalità

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Manuale di Manutenzione

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità.

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o disfare l'intero impianto.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

01.06.R13 Regolabilità Classe di Requisiti: Funzionalità in emergenza

I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati.

Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente modificati o regolati senza per questo smontare o disfare l'intero impianto.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.06.R14 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi dideformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.

Gli elementi costituenti gli impianti di illuminazione devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione disollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.06.R15 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche.

Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti di illuminazione non devono presentareincompatibilità chimico-fisica.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.06.01 Lampade a ioduri metallici

° 01.06.02 Lampade a vapore di sodio

° 01.06.03 Lampade ad incandescenza

° 01.06.04 Lampade alogene

° 01.06.05 Lampade fluorescenti

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Manuale di Manutenzione

° 01.06.06 Pali per l'illuminazione

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Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.06.01 Lampade a ioduri metallici

Unità Tecnologica: 01.06

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.01.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.01.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.01.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade avapori di mercurio; lampade a luce miscelata. Lampade a vapori di alogenuri Loro peculiarità, oltre al massimo abbattimento di costi nell’impianto di illuminazione, è un’ottimaresa dei colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insiemead uno o più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) percompletare la radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: - tallio, emissione verde; - sodio, emissione gialla; - litio, emissione rossa; - indio, emissione blu. Lampade a vapori di sodio ad alta pressione La luce che emettono è giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quandosi desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hannomolteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Lampade a vapori di sodio a bassa pressione Sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa èmonocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo perpiazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 metri. Lampade a vapori di mercurio Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetrotermico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. Lampade a luce miscelata Sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del bulbovi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Siadoperano per creare effetti di luce.

Impianto di illuminazione

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Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale;3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità diuso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità / Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.

Tipologia: Controllo a vista

01.06.01.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.01.I01 Sostituzione delle lampade

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nelcaso delle lampade a ioduri metallici si prevede una durata di vita media pari a 9000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada ogni 50 mesi)

Cadenza: ogni 50 mesi

Elemento Manutenibile: 01.06.02 Lampade a vapore di sodio

Unità Tecnologica: 01.06

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.02.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.02.A02 Avarie

Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Lampade a vapori di sodio ad alta pressione La luce che emettono è giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quandosi desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hannomolteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Lampade a vapori di sodio a bassa pressione Sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa èmonocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo perpiazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 metri.

Impianto di illuminazione

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Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale;3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazione dei rischi di intervento; 12) Montabilità / Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.02.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.

Tipologia: Controllo a vista

01.06.02.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.02.I01 Sostituzione delle lampade

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Per le lampade a vapore di sodio si prevede una durata di vita media pari a 10.000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 55 mesi)

Cadenza: ogni 55 mesi

Elemento Manutenibile: 01.06.03 Lampade ad incandescenza

Unità Tecnologica: 01.06

Le lampade a incandescenza sono formate da: - ampolla in vetro resistente al calore o vetro duro per usi particolari; - attacco a vite tipo Edison (il più diffuso è quello E27); per lampade soggette a vibrazioni (sull’automobile) esistono gli attacchi abaionetta; per lampade a ottica di precisione, in cui è necessario che il filamento sia posizionato in un punto preciso, ci sono gliattacchi prefocus; per le lampade a potenza elevata esistono gli attacchi a bispina; - filamento a semplice o a doppia spirale formato da un filo di tungsteno; l’emissione luminosa è proporzionale alla quarta potenzadella temperatura assoluta e l’efficienza luminosa è maggiore nelle lampade a bassissima tensione. Si ottiene l’emissione luminosa dall’incandescenza (2100-3100°C) del filamento in atmosfera inerte o in vuoto a bassa potenza. Le lampade a incandescenza hanno una durata media di 1000 ore a tensione nominale, i tipi più diffusi sono:

Impianto di illuminazione

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Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Comodità di uso e manovra; 6) Efficienza luminosa; 7) Identificabilità; 8) Impermeabilità ai liquidi; 9) Isolamento elettrico; 10) Limitazione dei rischi di intervento; 11) Montabilità /Smontabilità; 12) Regolabilità; 13) Resistenza meccanica; 14) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.03.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.03.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.03.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine

Tipologia: Controllo a vista

01.06.03.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.03.I01 Sostituzione delle lampade

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nel caso delle lampade ad incandescenza si prevede una durata di vita media pari a 1000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 5 mesi)

Cadenza: ogni 5 mesi

- lampade a goccia; - lampada con cupola speculare argentata o dorata; - lampade con riflettore incorporato per ottenere luce direzionale; - lampade con riflettore incorporato, parte laterale argentata, cupola satinata e angolo di apertura di 80° (si utilizzano per arredamentie illuminazione localizzata); - lampade con riflettore a specchio e riflettori che diminuiscono l’irradiazione termica.

Elemento Manutenibile: 01.06.04

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Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale;3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 6) Comodità di uso e manovra; 7) Efficienza luminosa; 8) Identificabilità; 9) Impermeabilità ai liquidi; 10) Isolamento elettrico; 11) Limitazionedei rischi di intervento; 12) Montabilità / Smontabilità; 13) Regolabilità; 14) Resistenza meccanica; 15) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Manuale di Manutenzione

Lampade alogene

Unità Tecnologica: 01.06

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.04.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.04.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.04.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.

Tipologia: Controllo a vista

01.06.04.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.04.I01 Sostituzione delle lampade Cadenza: ogni 10 mesi

Al fine di scongiurare l’annerimento delle lampade a incandescenza si riempie il bulbo con alogeni (iodio, bromo) che, evaporando a300°K danno origine ad una miscela con le particelle di tungsteno stabilizzandosi a 500 - 1700°K. Le lampade ad alogeni possonoarrivare ai 3000°K con dimensioni inferiori del bulbo e aumentando nello stesso tempo il flusso luminoso e la vita media fino a20.000 ore. Qualcuna di queste lampade può, attraverso un dimmer (variatore di luce) regolare il flusso luminoso. Gli apparecchi sucui vanno montate le lampade ad alogeni necessitano di fusibile di sicurezza e di vetro frontale di protezione. Considerate le altetemperature di esercizio non è consigliabile toccare il bulbo (che è realizzato in quarzo) con le dita poiché il grasso dei polpastrelliprovoca la vetrificazione del quarzo e, quindi, la rottura del bulbo.

Impianto di illuminazione

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Ditte specializzate: Elettricista.  

Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo del flusso luminoso; 2) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale;3) (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche; 4) Accessibilità; 5) Comodità di uso e manovra; 6) Efficienza luminosa; 7) Identificabilità; 8) Impermeabilità ai liquidi; 9) Isolamento elettrico; 10) Limitazione dei rischi di intervento; 11) Montabilità /Smontabilità; 12) Regolabilità; 13) Resistenza meccanica; 14) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Abbassamento livello di illuminazione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Manuale di Manutenzione

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Perle lampade alogene si prevede una durata di vita media pari a 2.000 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 10 mesi)

Elemento Manutenibile: 01.06.05 Lampade fluorescenti

Unità Tecnologica: 01.06

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.05.A01 Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.05.A02 Avarie Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.05.A03 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.

Tipologia: Controllo a vista

01.06.05.C01 Controllo generale

Durano mediamente più di quelle a incandescenza e, adoperando alimentatori adatti, hanno un’ottima efficienza luminosa fino a 100lumen/watt. L’interno della lampada è ricoperto da uno strato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione.La radiazione visibile è determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena la lampada è inserita inrete)che reagiscono con lo strato fluorescente.

Impianto di illuminazione

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Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.05.I01 Sostituzione delle lampade

Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nel caso delle lampade fluorescenti si prevede una durata di vita media pari a 7500 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 40 mesi)

Cadenza: ogni 40 mesi

Elemento Manutenibile: 01.06.06 Pali per l'illuminazione

Unità Tecnologica: 01.06

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.06.A01 Corrosione Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezione superficiale.

01.06.06.A02 Difetti di messa a terra Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

01.06.06.A03 Difetti di serraggio Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 2 anni

01.06.06.C01 Controllo generale

I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: - acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaio deveessere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o addirittura migliore; - leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione presenta particolari e noti problemi di corrosione, lalega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; - calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della EN 40/9; - altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovrannosoddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma EN 40. Nel caso non figurino nella norma le loro caratteristichedovranno essere concordate tra committente e fornitore. L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità ugualeo migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU 25.

Impianto di illuminazione

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Requisiti da verificare: 1) Identificabilità; 2) Isolamento elettrico; 3) Limitazione dei rischi di intervento; 4) Montabilità /Smontabilità; 5) Resistenza meccanica; 6) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio; 3) Difetti di messa a terra. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

Controllo dello stato generale e dell'integrità dei pali per l'illuminazione.

Tipologia: Controllo a vista

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.06.06.I01 Sostituzione dei pali

Sostituzione dei pali e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media fornita dal produttore. Nel caso di eventi eccezionali (temporali, terremoti ecc.) verificare la stabilità dei pali per evitare danni a cose o persone.

Cadenza: quando occorre

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.07

L'impianto elettrico ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.07.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento

I componenti degli impianti elettrici capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI64-8.

Si possono controllare i componenti degli impianti elettrici procedendo ad un esame nonché a misure eseguite secondo le normeCEI vigenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.07.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Classe di Requisiti: Funzionalità d'uso

Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio.

Le dispersioni elettriche possono essere verificate controllando i collegamenti equipotenziali e di messa a terra dei componenti degliimpianti mediante misurazioni di resistenza a terra.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 delregolamento di attuazione della Legge 5.3.1990 n.46.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.07.R03 Attitudine a limitare i rischi di incendio Classe di Requisiti: Protezione antincendio

I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi di probabili incendi.

Per limitare i rischi di probabili incendi i generatori di calore, funzionanti ad energia elettrica, devono essere installati e funzionare nel rispetto di quanto prescritto dalle leggi e normative vigenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.07.R04 Impermeabilità ai liquidi Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento

I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi

Classe di Esigenza: Sicurezza

Impianto elettrico

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Manuale di Manutenzione

pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

01.07.R05 Isolamento elettrico Classe di Requisiti: Protezione elettrica

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere leproprie caratteristiche.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.07.R06 Limitazione dei rischi di intervento Classe di Requisiti: Protezione dai rischi d'intervento

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose.

E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.07.R07 Montabilità / Smontabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità.

Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere montati in opera in modo da essere facilmente smontabili senza per questo smontare o disfare l'intero impianto.

Prestazioni:

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.07.R08 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.

Gli elementi costituenti gli impianti elettrici devono essere idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche in modo da garantirne durata e funzionalità nel tempo garantendo allo stesso tempo la sicurezza degli utenti.

Prestazioni:

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

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Manuale di Manutenzione

Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.07.01 Canalizzazioni in PVC

° 01.07.02 Quadri e cabine elettriche

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Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.07.01 Canalizzazioni in PVC

Unità Tecnologica: 01.07

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.07.01.R01 Resistenza al fuoco Classe di Requisiti: Protezione antincendio

Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili di essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da “marchio di conformità” o“dichiarazione di conformità”. Prestazioni: Le prove per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi sono quelle indicate dalle norme UNI.

Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

Classe di Esigenza: Sicurezza

01.07.01.R02 Stabilità chimico reattiva Classe di Requisiti: Protezione dagli agenti chimici ed organici

Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Prestazioni: Per garantire la stabilità chimico reattiva i materiali e componenti degli impianti elettrici non devono presentare incompatibilità chimico-fisica. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

Classe di Esigenza: Sicurezza

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.07.01.A01 Corto circuiti Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.

01.07.01.A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

01.07.01.A03 Difetti di taratura

Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni disicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge.

Impianto elettrico

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Requisiti da verificare: 1) Isolamento elettrico; 2) Resistenza meccanica; 3) Stabilità chimico reattiva. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Surriscaldamento. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.

01.07.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto.

01.07.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.

01.07.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.

01.07.01.A07 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 6 mesi

Controllo dello stato generale e dell'integrità dei contenitori a vista, dei coperchi delle cassette e delle scatole di passaggio. Verificare inoltre la presenza delle targhette nelle morsetterie.

Tipologia: Controllo a vista

01.07.01.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.07.01.I01 Ripristino grado di protezione

Ripristinare il previsto grado di protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.07.02 Quadri e cabine elettriche

Unità Tecnologica: 01.07

I quadri elettrici hanno il compito di distribuire ai vari livelli dove sono installati l'energia elettrica proveniente dalla linea principaledi adduzione. Sono supporti o carpenterie che servono a racchiudere le apparecchiature elettriche di comando e/o a preservare i

Impianto elettrico

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Manuale di Manutenzione

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.07.02.R01 Accessibilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

I quadri e le cabine elettriche devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Prestazioni: E' opportuno che sia assicurata la qualità della progettazione, della fabbricazione e dell’installazione dei materiali e componenti con riferimento a quanto indicato dalle norme e come certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

Classe di Esigenza: Funzionalità

01.07.02.R02 Identificabilità Classe di Requisiti: Facilità d'intervento

I quadri e le cabine elettriche devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Prestazioni: E' opportuno che gli elementi costituenti l'impianto elettrico siano realizzati e posti in opera secondo quanto indicato dalle norme ecome certificato dalle ditte costruttrici di detti materiali e componenti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

Classe di Esigenza: Funzionalità

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.07.02.A01 Corto circuiti Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.

01.07.02.A02 Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

01.07.02.A03 Difetti di taratura Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.

circuiti elettrici. Possono essere del tipo a bassa tensione BT e a media tensione MT. Quadri a bassa tensione Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indicedi protezione IP40, fori asolati e guida per l’assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all’internodelle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado diprotezione IP55 adatti per officine e industrie. Quadri a media tensione Definite impropriamente quadri elettrici, si tratta delle cabine elettriche in muratura per il contenimentodelle apparecchiature di MT. Le strutture prefabbricate a elementi componibili in cemento armato vibrato possono essere suddivise in: - cabine a elementi monolitici; - cabine a lastre e pilastri; - cabine a lastre con pilastro incorporate di altezza fino a 3 metri, con pareti interne senza sporgenza di pilastri e installazione suplatea continua.

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Requisiti da verificare: 1) (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale; 2) (Attitudine al) controllo delle dispersionielettriche; 3) Accessibilità; 4) Attitudine a limitare i rischi di incendio; 5) Identificabilità; 6) Impermeabilità ai liquidi; 7) Isolamento elettrico; 8) Limitazione dei rischi di intervento; 9) Montabilità / Smontabilità. Anomalie riscontrabili: 1) Corto circuiti; 2) Difetti agli interruttori; 3) Difetti di taratura; 4) Disconnessione dell'alimentazione; 5) Interruzione dell'alimentazione principale; 6) Interruzione dell'alimentazione secondaria; 7) Surriscaldamento. Ditte specializzate: Elettricista.  

Requisiti da verificare: 1) Limitazione dei rischi di intervento; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di taratura; 2) Surriscaldamento. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Requisiti da verificare: 1) Impermeabilità ai liquidi; 2) Isolamento elettrico. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti agli interruttori; 2) Difetti di taratura. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Manuale di Manutenzione

01.07.02.A04 Disconnessione dell'alimentazione Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuitoimprevisto.

01.07.02.A05 Interruzione dell'alimentazione principale Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.

01.07.02.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.

01.07.02.A07 Surriscaldamento Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Controllo dello stato generale e dell'integrità con particolare attenzione allo stato degli interblocchi elettrici con prova delle manovredi apertura e chiusura. Verificare la corretta pressione di serraggio delle lame dei sezionatori e delle bobine dei circuiti di sgancio degli interruttori di manovra sezionatori.

Tipologia: Controllo a vista

01.07.02.C01 Controllo generale

Cadenza: ogni 12 mesi

Verificare l'efficienza delle lampade di segnalazione, delle spie di segnalazione dei sezionatori di linea.

Tipologia: Controllo

01.07.02.C02 Verifica apparecchiature di taratura e controllo

Cadenza: ogni 12 mesi

Verificare l'efficienza degli isolatori di poli degli interruttori a volume d'olio ridotto. Verificare il regolare funzionamento dei motori, dei relè, dei blocchi a chiave, dei circuiti ausiliari; controllare il livello dell'olio degli interruttori a volume d'olio ridotto e la pressione del gas ad interruttore a freddo.

Tipologia: Controllo a vista

01.07.02.C03 Verifica interruttori

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Ditte specializzate: Elettricista.  

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.07.02.I01 Lubrificazione ingranaggi e contatti

Lubrificare con vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa aterra. Lubrificare con olio grafitato tutti gli ingranaggi e gli apparecchi di manovra.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.07.02.I02 Pulizia generale

Pulizia generale degli interruttori di manovra, dei sezionatori di messa a terra, delle lame e delle pinze dei sezionatori di linea.

Cadenza: ogni 12 mesi

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Manuale di Manutenzione

Unità Tecnologica: 01.08

L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo.E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle difunzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.

REQUISITI E PRESTAZIONI (UT)

01.08.R01 Resistenza meccanica Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture.

I dispersori per la presa di terra devono essere realizzati con materiale idoneo ed appropriato alla natura e alla condizione del terreno.

Prestazioni:

I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 A per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto.

Livello minimo della prestazione:

Classe di Esigenza: Sicurezza

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.08.01 Conduttori di protezione

° 01.08.02 Sistema di dispersione

° 01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

Impianto di messa a terra

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Difetti di connessione. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Manuale di Manutenzione

Elemento Manutenibile: 01.08.01 Conduttori di protezione

Unità Tecnologica: 01.08

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.08.01.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione degli elementi e dei conduttori di protezione viene accertata con le prove e le modalità previste dallanorma UNI ISO 9227. Livello minimo della prestazione: La valutazione della resistenza alla corrosione viene definita con una prova di alcuni campioni posti in una camera a nebbia salina per un determinato periodo. Al termine della prova devono essere soddisfatti i criteri di valutazione previsti (aspetto dopo la prova, tempo impiegato per la prima corrosione, variazioni di massa, difetti riscontrabili, ecc.) secondo quanto stabilito dalla norma UNI ISO 9227.

Classe di Esigenza: Sicurezza

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.01.A01 Difetti di connessione Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni mese

Verificare con controlli a campione che i conduttori di protezione arrivino fino al nodo equipotenziale.

Tipologia: Ispezione strumentale

01.08.01.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.

Impianto di messa a terra

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Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

01.08.01.I01 Sostituzione conduttori di protezione

Sostituire i conduttori di protezione danneggiati o deteriorati.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.08.02 Sistema di dispersione

Unità Tecnologica: 01.08

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.08.02.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità

Gli elementi ed i materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione degli elementi e dei materiali del sistema di dispersione dell'impianto di messa a terra viene accertatacon le prove e le modalità previste dalla norma UNI ISO 9227 Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i dispersori di terra rispettino i valori di Vs indicati nel prospetto I della norma UNI 9782.

Classe di Esigenza: Sicurezza

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.02.A01 Corrosioni Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Verificare che i componenti (quali connessioni, pozzetti, capicorda, ecc.) del sistema di dispersione siano in buone condizioni e non

Tipologia: Ispezione a vista

01.08.02.C01 Controllo generale

Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anellodi dispersione.

Impianto di messa a terra

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosioni. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

ci sia presenza di corrosione di detti elementi. Verificare inoltre la presenza dei cartelli indicatori degli schemi elettrici.

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.08.02.I01 Misura della resistività del terreno

Effettuare una misurazione del valore della resistenza di terra.

Cadenza: ogni 12 mesi

01.08.02.I02 Sostituzione dispersori

Sostituire i dispersori danneggiati o deteriorati.

Cadenza: quando occorre

Elemento Manutenibile: 01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

Unità Tecnologica: 01.08

REQUISITI E PRESTAZIONI (EM)

01.08.03.R01 Resistenza alla corrosione Classe di Requisiti: Di stabilità

Il sistema di equipotenzializzazione dell'impianto di messa a terra deve essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di fenomeni di corrosione. Prestazioni: La resistenza alla corrosione dei conduttori equipotenziali principali e supplementari dell'impianto di messa a terra viene accertata con le prove e le modalità previste dalla norma UNI 9782 Livello minimo della prestazione: Per garantire un'adeguata protezione occorre che i conduttori equipotenziali principali e supplementari rispettino i valori di Vs indicati nel prospetto I della norma UNI 9782.

Classe di Esigenza: Sicurezza

I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.

Impianto di messa a terra

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Requisiti da verificare: 1) Resistenza alla corrosione; 2) Resistenza meccanica. Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Difetti di serraggio. Ditte specializzate: Elettricista._ 

Ditte specializzate: Elettricista.  

Manuale di Manutenzione

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.03.A01 Corrosione Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.

01.08.03.A02 Difetti di serraggio Difetti di serraggio dei bulloni del sistema di equipotenzializzazione.

CONTROLLI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

Cadenza: ogni 12 mesi

Verificare che i componenti (quali conduttori, ecc.) siano in buone condizioni. Verificare inoltre che siano in buone condizioni i serraggi dei bulloni.

Tipologia: Ispezione a vista

01.08.03.C01 Controllo generale

MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

01.08.03.I01 Sostituzione degli equipotenzializzatori

Sostituire gli equipotenzializzatori danneggiati o deteriorati.

Cadenza: quando occorre

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Strutture in sottosuolo

Strutture di fondazione

Strutture di elevazione

Strutture orizzontali o inclinate

Strutture spaziali

Strutture verticali

Rampe e scale

Strutture in acciaio

Strutture in c a

Strutture prefabbricate

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Aree pedonali - marciapiedi

Arredo urbano

Cancelli e barriere

Recinzioni

Segnaletica stradale orizzontale

Segnaletica stradale verticale

Segnaletica di sicurezza

Strade

Impianti elettromeccanici

Macchinari elettromeccanici

Macchinari oleodinamici

Impianto di illuminazione

Lampade a ioduri metallici

Lampade a vapore di sodio

Lampade ad incandescenza

Lampade alogene

Lampade fluorescenti

Pali per l'illuminazione

Impianto elettrico

Canalizzazioni in PVC

Quadri e cabine elettriche

Impianto di messa a terra

Conduttori di protezione

Sistema di dispersione

Sistema di equipotenzializzazione

Manuale di Manutenzione

INDICE 01 pag. 3

01.01 4

01.01.01 5

01.02 7

01.02.01 12

01.02.02 14

01.02.03 16

01.03 20

01.03.01 27

01.03.02 29

01.03.03 32

01.04 37

01.04.01 40

01.04.02 44

01.04.03 46

01.04.04 50

01.04.05 54

01.04.06 58

01.04.07 60

01.04.08 62

01.05 69

01.05.01 70

01.05.02 71

01.06 75

01.06.01 80

01.06.02 81

01.06.03 82

01.06.04 83

01.06.05 85

01.06.06 86

01.07 88

01.07.01 91

01.07.02 92

01.08 96

01.08.01 97

01.08.02 98

01.08.03 99

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

Pagina 101

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COMMITTENTE: Comune di Jesolo

OGGETTO: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

PIANO DI MANUTENZIONE

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)

SAICO INGEGNERIA Srl Via Triestina 52/10,- Favaro Veneto - VE

PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

COMUNE DI JESOLO Provincia di Venezia

Favaro Veneto, Venezia, 15/10/2009

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

Pagina 1

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Intervento: Interventi sulle strutture

Intervento: Interventi sulle strutture

Intervento: Interventi sulle strutture

Intervento: Interventi sulle strutture

Intervento: Ripresa coloritura

Intervento: Ripristino puntuale pedate e alzate

Intervento: Ripristino stabilità corrimano e balaustre

Intervento: Sostituzione degli elementi degradati

Intervento: Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Intervento: Ripresa coloritura

Intervento: Ripristino puntuale pedate e alzate

Intervento: Ripristino stabilità corrimano e balaustre

Intervento: Sostituzione degli elementi degradati

Intervento: Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Intervento: Ripresa coloritura

Intervento: Ripristino puntuale pedate e alzate

Intervento: Ripristino stabilità corrimano e balaustre

Intervento: Sostituzione degli elementi degradati

Intervento: Ripristino serraggi bulloni e connessioni metalliche

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELPONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.01 - Strutture in sottosuolo

01.01.01 Strutture di fondazione

01.01.01.I01 quando occorre

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.02 - Strutture di elevazione

01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

01.02.01.I01 quando occorre

01.02.02 Strutture spaziali

01.02.02.I01 quando occorre

01.02.03 Strutture verticali

01.02.03.I01 quando occorre

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.03 - Rampe e scale

01.03.01 Strutture in acciaio

01.03.01.I01 quando occorre

01.03.01.I02 quando occorre

01.03.01.I03 quando occorre

01.03.01.I04 quando occorre

01.03.01.I05 ogni 2 anni

01.03.02 Strutture in c.a.

01.03.02.I01 quando occorre

01.03.02.I02 quando occorre

01.03.02.I03 quando occorre

01.03.02.I04 quando occorre

01.03.02.I05 ogni 2 anni

01.03.03 Strutture prefabbricate

01.03.03.I01 quando occorre

01.03.03.I02 quando occorre

01.03.03.I03 quando occorre

01.03.03.I04 quando occorre

01.03.03.I05 ogni 2 anni

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Pagina 2

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Intervento: Ripristino aree di scivolo

Intervento: Pulizia percorsi pedonali

Intervento: Riparazione pavimentazione

Intervento: Ripristino canalizzazioni

Intervento: Sistemazione cigli e cunette

Intervento: Ripristino tombini d'ispezione

Intervento: Sostituzione elementi usurati

Intervento: Pulizia manufatti

Intervento: Pulizia panchine

Intervento: Revisione automatismi a distanza

Intervento: Ripresa protezione elementi

Intervento: Sostituzione elementi usurati

Intervento: Ingrassaggio degli elementi di manovra

Intervento: Ripresa protezione elementi

Intervento: Sostituzione elementi usurati

Intervento: Potatura siepi vegetali

Intervento: Sostituzione elementi

Intervento: Rifacimento delle bande e linee

Intervento: Sostituzione elementi usurati

Intervento: Ripristino protezione supporti

Intervento: Sostituzione elementi usurati

Intervento: Ripristino protezione supporti

Intervento: Sistemazione scarpate

Intervento: Ripristino canalette e bordature

Intervento: Ripristino gallerie

Intervento: Ripristino canalizzazioni

Intervento: Ripristino carreggiata

Intervento: Ripristino manto stradale

Intervento: Ripristino muri di sostegno

Intervento: Sistemazione cigli e cunette

Intervento: Spurgo fosse biologiche

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

01.04.01.I02 quando occorre

01.04.01.I05 quando occorre

01.04.01.I01 ogni 12 mesi

01.04.01.I03 ogni 12 mesi

01.04.01.I06 ogni 12 mesi

01.04.01.I04 ogni 2 anni

01.04.02 Arredo urbano

01.04.02.I03 quando occorre

01.04.02.I01 ogni 7 giorni

01.04.02.I02 ogni 7 giorni

01.04.03 Cancelli e barriere

01.04.03.I02 quando occorre

01.04.03.I03 quando occorre

01.04.03.I04 quando occorre

01.04.03.I01 ogni mese

01.04.04 Recinzioni

01.04.04.I02 quando occorre

01.04.04.I03 quando occorre

01.04.04.I01 ogni 12 mesi

01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

01.04.05.I02 quando occorre

01.04.05.I01 ogni 12 mesi

01.04.06 Segnaletica stradale verticale

01.04.06.I02 quando occorre

01.04.06.I01 ogni 12 mesi

01.04.07 Segnaletica di sicurezza

01.04.07.I02 quando occorre

01.04.07.I01 ogni 12 mesi

01.04.08 Strade

01.04.08.I08 ogni 3 mesi

01.04.08.I01 ogni 6 mesi

01.04.08.I04 ogni 6 mesi

01.04.08.I02 ogni 12 mesi

01.04.08.I03 ogni 12 mesi

01.04.08.I05 ogni 12 mesi

01.04.08.I06 ogni 12 mesi

01.04.08.I07 ogni 12 mesi

01.04.08.I09 ogni 2 anni

01.05 - Impianti elettromeccanici

Pagina 3

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Intervento: Sostituzione

Intervento: Lubrificazione

Intervento: Lubrificazione

Intervento: Sostituzione delle lampade

Intervento: Sostituzione delle lampade

Intervento: Sostituzione delle lampade

Intervento: Sostituzione delle lampade

Intervento: Sostituzione delle lampade

Intervento: Sostituzione dei pali

Intervento: Ripristino grado di protezione

Intervento: Lubrificazione ingranaggi e contatti

Intervento: Pulizia generale

Intervento: Sostituzione conduttori di protezione

Intervento: Sostituzione dispersori

Intervento: Misura della resistività del terreno

Intervento: Sostituzione degli equipotenzializzatori

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.05.01 Macchinari elettromeccanici

01.05.01.I02 quando occorre

01.05.01.I01 ogni mese

01.05.02 Macchinari oleodinamici

01.05.02.I01 ogni mese

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06.01 Lampade a ioduri metallici

01.06.01.I01 ogni 50 mesi

01.06.02 Lampade a vapore di sodio

01.06.02.I01 ogni 55 mesi

01.06.03 Lampade ad incandescenza

01.06.03.I01 ogni 5 mesi

01.06.04 Lampade alogene

01.06.04.I01 ogni 10 mesi

01.06.05 Lampade fluorescenti

01.06.05.I01 ogni 40 mesi

01.06.06 Pali per l'illuminazione

01.06.06.I01 quando occorre

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.07 - Impianto elettrico

01.07.01 Canalizzazioni in PVC

01.07.01.I01 quando occorre

01.07.02 Quadri e cabine elettriche

01.07.02.I01 ogni 12 mesi

01.07.02.I02 ogni 12 mesi

Codice Elementi Manutenibili / Interventi Frequenza

01.08 - Impianto di messa a terra

01.08.01 Conduttori di protezione

01.08.01.I01 quando occorre

01.08.02 Sistema di dispersione

01.08.02.I02 quando occorre

01.08.02.I01 ogni 12 mesi

01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

01.08.03.I01 quando occorre

Pagina 4

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Strutture in sottosuolo

Strutture di fondazione

Strutture di elevazione

Strutture orizzontali o inclinate

Strutture spaziali

Strutture verticali

Rampe e scale

Strutture in acciaio

Strutture in c a

Strutture prefabbricate

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Aree pedonali - marciapiedi

Arredo urbano

Cancelli e barriere

Recinzioni

Segnaletica stradale orizzontale

Segnaletica stradale verticale

Segnaletica di sicurezza

Strade

Impianti elettromeccanici

Macchinari elettromeccanici

Macchinari oleodinamici

Impianto di illuminazione

Lampade a ioduri metallici

Lampade a vapore di sodio

Lampade ad incandescenza

Lampade alogene

Lampade fluorescenti

Pali per l'illuminazione

Impianto elettrico

Canalizzazioni in PVC

Quadri e cabine elettriche

Impianto di messa a terra

Conduttori di protezione

Sistema di dispersione

Sistema di equipotenzializzazione

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma degli Interventi

INDICE 01 pag. 2

01.01 2

01.01.01 2

01.02 2

01.02.01 2

01.02.02 2

01.02.03 2

01.03 2

01.03.01 2

01.03.02 2

01.03.03 2

01.04 2

01.04.01 3

01.04.02 3

01.04.03 3

01.04.04 3

01.04.05 3

01.04.06 3

01.04.07 3

01.04.08 3

01.05 3

01.05.01 4

01.05.02 4

01.06 4

01.06.01 4

01.06.02 4

01.06.03 4

01.06.04 4

01.06.05 4

01.06.06 4

01.07 4

01.07.01 4

01.07.02 4

01.08 4

01.08.01 4

01.08.02 4

01.08.03 4

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

Pagina 5

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COMMITTENTE: Comune di Jesolo

OGGETTO: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

PIANO DI MANUTENZIONE

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)

SAICO INGEGNERIA Srl Via Triestina 52/10,- Favaro Veneto - VE

PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

COMUNE DI JESOLO Provincia di Venezia

Favaro Veneto, Venezia, 15/10/2009

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

Pagina 1

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Controllo: Controllo struttura

Controllo: Controllo struttura

Controllo: Controllo struttura

Controllo: Controllo struttura

Controllo: Controllo balaustre e corrimano

Controllo: Controllo strutture

Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate

Controllo: Controllo balaustre e corrimano

Controllo: Controllo strutture

Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate

Controllo: Controllo balaustre e corrimano

Controllo: Controllo strutture

Controllo: Controllo rivestimenti pedate e alzate

Controllo: Controllo aree di scivolo

Controllo: Controllo pavimentazione

Controllo: Controllo canalizzazioni

Controllo: Controllo cigli e cunette

Controllo: Controllo tombini d'ispezione

Controllo: Controllo integrità panchine

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELPONTE DELLA VITTORIA

01.01 - Strutture in sottosuolo

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.01.01 Strutture di fondazione

01.01.01.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.02 - Strutture di elevazione

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

01.02.01.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.02.02 Strutture spaziali

01.02.02.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.02.03 Strutture verticali

01.02.03.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03 - Rampe e scale

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.03.01 Strutture in acciaio

01.03.01.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.01.C02 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.01.C03 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.02 Strutture in c.a.

01.03.02.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.02.C02 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.02.C03 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.03 Strutture prefabbricate

01.03.03.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.03.C02 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.03.03.C03 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

01.04.01.C01 Controllo ogni mese

01.04.01.C04 Controllo ogni mese

01.04.01.C02 Controllo ogni 12 mesi

01.04.01.C03 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.04.01.C05 Controllo ogni 2 anni

01.04.02 Arredo urbano

01.04.02.C01 Controllo a vista ogni 7 giorni

Pagina 2

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Controllo: Controllo integrità manufatti

Controllo: Controllo cerniere e guide di scorrimento

Controllo: Controllo automatismi a distanza

Controllo: Controllo organi apertura-chiusura

Controllo: Controllo elementi a vista

Controllo: Controllo elementi a vista

Controllo: Controllo tralicci e reti a vista

Controllo: Controllo dello stato

Controllo: Controllo dello stato

Controllo: Controllo dello stato

Controllo: Controllo gallerie

Controllo: Controllo manto stradale

Controllo: Controllo scarpate

Controllo: Controllo canalette e bordature

Controllo: Controllo carreggiata

Controllo: Controllo muri di sostegno

Controllo: Controllo canalizzazioni

Controllo: Controllo cigli e cunette

Controllo: Controllo fosse biologiche

Controllo: Controllo pozzetti d'ispezione

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo degli ammortizzatori

Controllo: Controllo dei dispositivi di blocco

Controllo: Controllo del paracadute

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo limitatore di velocità

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli01.04.02.C02 Controllo a vista ogni mese

01.04.03 Cancelli e barriere

01.04.03.C02 Controllo a vista ogni 2 settimane

01.04.03.C01 Controllo ogni mese

01.04.03.C04 Controllo a vista ogni mese

01.04.03.C03 Controllo a vista ogni 6 mesi

01.04.04 Recinzioni

01.04.04.C01 Controllo a vista ogni 2 anni

01.04.04.C02 Controllo a vista ogni 2 anni

01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

01.04.05.C01 Controllo ogni 6 mesi

01.04.06 Segnaletica stradale verticale

01.04.06.C01 Controllo ogni 6 mesi

01.04.07 Segnaletica di sicurezza

01.04.07.C01 Controllo ogni 6 mesi

01.04.08 Strade

01.04.08.C04 Controllo a vista ogni mese

01.04.08.C07 Controllo ogni mese

01.04.08.C08 Controllo a vista ogni mese

01.04.08.C01 Controllo a vista ogni 6 mesi

01.04.08.C03 Controllo a vista ogni 6 mesi

01.04.08.C10 Controllo a vista ogni 6 mesi

01.04.08.C02 Controllo ogni 12 mesi

01.04.08.C05 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.04.08.C06 Controllo ogni 12 mesi

01.04.08.C09 Controllo ogni 2 anni

01.05 - Impianti elettromeccanici

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.05.01 Macchinari elettromeccanici

01.05.01.C01 Ispezione a vista ogni mese

01.05.02 Macchinari oleodinamici

01.05.02.C01 Ispezione a vista ogni mese

01.05.02.C02 Ispezione a vista ogni mese

01.05.02.C03 Ispezione a vista ogni mese

01.05.02.C04 Ispezione a vista ogni mese

01.05.02.C05 Ispezione a vista ogni mese

01.06 - Impianto di illuminazione

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.06.01 Lampade a ioduri metallici

01.06.01.C01 Controllo a vista ogni mese

01.06.02 Lampade a vapore di sodio

01.06.02.C01 Controllo a vista ogni mese

01.06.03 Lampade ad incandescenza

Pagina 3

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Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Verifica apparecchiature di taratura e controllo

Controllo: Verifica interruttori

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Controllo: Controllo generale

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli

01.06.03.C01 Controllo a vista ogni mese

01.06.04 Lampade alogene

01.06.04.C01 Controllo a vista ogni mese

01.06.05 Lampade fluorescenti

01.06.05.C01 Controllo a vista ogni mese

01.06.06 Pali per l'illuminazione

01.06.06.C01 Controllo a vista ogni 2 anni

01.07 - Impianto elettrico

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.07.01 Canalizzazioni in PVC

01.07.01.C01 Controllo a vista ogni 6 mesi

01.07.02 Quadri e cabine elettriche

01.07.02.C01 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.07.02.C02 Controllo ogni 12 mesi

01.07.02.C03 Controllo a vista ogni 12 mesi

01.08 - Impianto di messa a terra

Codice Tipologia Frequenza Elementi Manutenibili / Controlli

01.08.01 Conduttori di protezione

01.08.01.C01 Ispezione strumentale

ogni mese

01.08.02 Sistema di dispersione

01.08.02.C01 Ispezione a vista ogni 12 mesi

01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

01.08.03.C01 Ispezione a vista ogni 12 mesi

Pagina 4

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Strutture in sottosuolo

Strutture di fondazione

Strutture di elevazione

Strutture orizzontali o inclinate

Strutture spaziali

Strutture verticali

Rampe e scale

Strutture in acciaio

Strutture in c a

Strutture prefabbricate

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Aree pedonali - marciapiedi

Arredo urbano

Cancelli e barriere

Recinzioni

Segnaletica stradale orizzontale

Segnaletica stradale verticale

Segnaletica di sicurezza

Strade

Impianti elettromeccanici

Macchinari elettromeccanici

Macchinari oleodinamici

Impianto di illuminazione

Lampade a ioduri metallici

Lampade a vapore di sodio

Lampade ad incandescenza

Lampade alogene

Lampade fluorescenti

Pali per l'illuminazione

Impianto elettrico

Canalizzazioni in PVC

Quadri e cabine elettriche

Impianto di messa a terra

Conduttori di protezione

Sistema di dispersione

Sistema di equipotenzializzazione

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma dei Controlli

INDICE 01 pag. 2

01.01 2

01.01.01 2

01.02 2

01.02.01 2

01.02.02 2

01.02.03 2

01.03 2

01.03.01 2

01.03.02 2

01.03.03 2

01.04 2

01.04.01 2

01.04.02 2

01.04.03 3

01.04.04 3

01.04.05 3

01.04.06 3

01.04.07 3

01.04.08 3

01.05 3

01.05.01 3

01.05.02 3

01.06 3

01.06.01 3

01.06.02 3

01.06.03 3

01.06.04 4

01.06.05 4

01.06.06 4

01.07 4

01.07.01 4

01.07.02 4

01.08 4

01.08.01 4

01.08.02 4

01.08.03 4

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

Pagina 5

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COMMITTENTE: Comune di Jesolo

OGGETTO: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

PIANO DI MANUTENZIONE

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)

SAICO INGEGNERIA Srl Via Triestina 52/10,- Favaro Veneto - VE

MANUALE D'USO

COMUNE DI JESOLO Provincia di Venezia

Favaro Veneto, Venezia, 15/10/2009

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

Pagina 1

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA Il Ponte della Vittaria è il manufatto di collegamento tra le vie Piave Vecchio e Nazario Sauro e le vie Drago e S. Antonio a Jesolo Paese. Le esigenze legate al traffico autoveicolare urbano e ciclo-pedonale impongono spazi adeguati e rispettosi delle più recenti normative e nuovi standard di sicurezza. Il carattere storico/testimoniale del manufatto esistente impongono nel contempo una particolare attenzione all'invasività dell'intervento. Da preservare altresì è la mobilità del nucleo centrale del manufatto, dovendosi garantire anche oggi la percorribilità dell'asta dal Sile. Il progetto prevede l'utilizzo dell'impalcato esistente esclusivamente per il traffico veicolare, mentre la realizzazione di due passerelle ciclopedonali esterne consentirà l'attraversamento in sicurezza anche a ciclisti e pedoni. La nuova configurazione in pianta assunta dal manufatto di progetto è perciò la medesima: corsie centrali destinate al traffico veicolare, adeguate ai requisiti odierni, e piste ciclo/pedonali laterali, anch'esse rispettose degli attuali parametri dimensionali. La connessione alle travi in calcestruzzo esistenti avverrà in prossimità delle pile di appoggio, mantenendo la separazione sia funzionale che strutturale con l'impalcato attuale.Le nuove strutture saranno realizzate in acciaio e dotate di piano di calpestio rifinito in tavolato in legno. Saranno caratterizzate da ottime doti di percorribilità, garantendo una larghezza utile di m. 1.5, pur risultando molto leggere e permeabili alla vista. L'utilizzo accorto dei materiali consentirà inoltre di non gravare in modo rilevante sugli esistenti meccanismi di apertura/chiusura del ponte e sulle strutture di fondazione esistenti. L'accesso veicolare sarà reso più agevole dall'ampliamento notevole della carreggiata, ora pari a 2 corsie da m. 2.75 ciascuna, cui si sommano 2 banchine laterali di 35 cm._ 

Manuale d'Uso

Comune di: COMUNE DI JESOLO Provincia di: Venezia

Oggetto: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Elenco dei Corpi d'Opera:

° 01 ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologiche:

° 01.01 Strutture in sottosuolo

° 01.02 Strutture di elevazione

° 01.03 Rampe e scale

° 01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

° 01.05 Impianti elettromeccanici

° 01.06 Impianto di illuminazione

° 01.07 Impianto elettrico

° 01.08 Impianto di messa a terra

ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELPONTE DELLA VITTORIA

Corpo d'Opera: 01

Pagina 3

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.01

Insieme degli elementi tecnici orizzontali aventi la funzione di trasmetterne al terreno il peso della struttura e delle altre forze esterne.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.01.01 Strutture di fondazione

Strutture in sottosuolo

Pagina 4

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.01.01 Strutture di fondazione

Unità Tecnologica: 01.01

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.01.01.A01 Cedimenti

Dissesti dovuti a cedimenti di natura e causa diverse, talvolta con manifestazioni dell'abbassamento del piano di imposta della fondazione.

01.01.01.A02 Distacchi murari

01.01.01.A03 Fessurazioni

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamentoreciproco delle parti.

01.01.01.A04 Lesioni

Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.

01.01.01.A05 Non perpendicolarità del fabbricato

Non perpendicolarità dell'edificio a causa di dissesti o eventi di natura diversa.

01.01.01.A06 Umidità

Presenza di umidità dovuta spesso per risalita capillare.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.01.01.C01 Controllo struttura

L'utente dovrà soltanto accertarsi della comparsa di eventuali anomalie che possano anticipare l'insorgenza di fenomeni di dissestoe/o cedimenti strutturali.

Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle altre forze esterne.

Strutture in sottosuolo

Pagina 5

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.02

Si definiscono strutture di elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azionidi varia natura agenti sulla parte di costruzione fuori terra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

° 01.02.02 Strutture spaziali

° 01.02.03 Strutture verticali

Strutture di elevazione

Pagina 6

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.02.01 Strutture orizzontali o inclinate

Unità Tecnologica: 01.02

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.01.A01 Alveolizzazione

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.01.A02 Bolle d'aria

Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.01.A03 Cavillature superficiali

Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.01.A04 Crosta

Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.02.01.A05 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.02.01.A06 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.02.01.A07 Disgregazione

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.01.A08 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricatidalla loro sede.

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

Le strutture orizzontali o inclinate sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere orizzontalmente i carichi agenti,trasmettendoli ad altre parti strutturali ad esse collegate.

Strutture di elevazione

Pagina 7

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Manuale d'Uso

01.02.01.A09 Efflorescenze

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.01.A10 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.01.A11 Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.01.A12 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degliagenti atmosferici.

01.02.01.A13 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.01.A14 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.01.A15 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.01.A16 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.01.A17 Penetrazione di umidità

Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.01.A18 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.02.01.A19 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.01.A20 Rigonfiamento

Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.01.A21 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

Elemento Manutenibile: 01.02.02 Pagina 8

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Manuale d'Uso

Strutture spaziali

Unità Tecnologica: 01.02

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.02.A01 Alveolizzazione

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.02.A02 Bolle d'aria

Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.02.A03 Cavillature superficiali

Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.02.A04 Crosta

Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.02.02.A05 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.02.02.A06 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.02.02.A07 Disgregazione

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.02.A08 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.02.02.A09 Efflorescenze

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

Le strutture di elevazione spaziale sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti mediante un sistema strutturale caratterizzato da parametri geometrici-morfologici di tipo spaziale. Le strutture di elevazione spaziale a loro voltapossono essere suddivise in: strutture tridimensionali; strutture a grigliato piano o curvo; strutture a superficie curva continua.

Strutture di elevazione

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Manuale d'Uso

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie delmanufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.02.A10 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.02.A11 Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro, generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.02.A12 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.02.02.A13 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.02.A14 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.02.A15 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.02.A16 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. Lapatina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.02.A17 Penetrazione di umidità

Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.02.A18 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.02.02.A19 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.02.A20 Rigonfiamento

Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.02.A21 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

Elemento Manutenibile: 01.02.03

Pagina 10

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Manuale d'Uso

Strutture verticali

Unità Tecnologica: 01.02

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.02.03.A01 Alveolizzazione

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.02.03.A02 Bolle d'aria

Alterazione della superficie del calcestruzzo caratterizzata dalla presenza di fori di grandezza e distribuzione irregolare, generati dalla formazione di bolle d'aria al momento del getto.

01.02.03.A03 Cavillature superficiali

Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.02.03.A04 Crosta

Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.02.03.A05 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.02.03.A06 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficiedel rivestimento.

01.02.03.A07 Disgregazione

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.02.03.A08 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.02.03.A09 Efflorescenze

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventualianomalie.

Le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture di elevazione verticali a loro volta possono essere suddivise in:strutture a telaio; strutture ad arco; strutture a pareti portanti.

Strutture di elevazione

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Manuale d'Uso

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.02.03.A10 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.02.03.A11 Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.02.03.A12 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.02.03.A13 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.02.03.A14 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.02.03.A15 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.02.03.A16 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.02.03.A17 Penetrazione di umidità

Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.02.03.A18 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.02.03.A19 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.02.03.A20 Rigonfiamento

Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.02.03.A21 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

Pagina 12

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.03

Si tratta di strutture di collegamento inclinate costituite da strutture a piano inclinato e da strutture gradonate o a gradini la cui funzione è quella di raggiungere piani posti a quote diverse. Le strutture inclinate si possono dividere in: rampe a piano inclinato (con una pendenza fino all'8%); rampe gradonate, costituite da elementi a gradoni (con una pendenza fino a 20°); scale, formate da gradini con pendenze varie in rapporto alla loro funzione (scale esterne, scale di servizio, scale di sicurezza, ecc.). Le scale possono assumere morfologie diverse: ad una o più rampe; scale curve; scale ellittiche a pozzo; scale circolari a pozzo; scale a chiocciola. Le scale e rampe possono essere realizzate secondo molteplici conformazioni strutturali e in materiali diversi. Si possono avere strutture in acciaio; strutture in legno; strutture in murature; strutture in c.a.; strutture prefabbricate, ecc.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.03.01 Strutture in acciaio

° 01.03.02 Strutture in c.a.

° 01.03.03 Strutture prefabbricate

Rampe e scale

Pagina 13

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.03.01 Strutture in acciaio

Unità Tecnologica: 01.03

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.01.A01 Corrosione

Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.03.01.A02 Deformazione

Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi principali, travetti, gradini di lamiera ed eventuali irrigidimenti e nervature) o comunque non più affidabili sul piano statico.

01.03.01.A03 Lesioni

Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.

01.03.01.A04 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.01.C01 Controllo balaustre e corrimano

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.01.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di corrosione, disgregazioni, ecc.). Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli elementi costituenti quali: rivestimenti di pedate e alzate, frontalini, balaustre, corrimano, sigillature, vernici protettive, saldature, connessioni, bullonature ecc. e/o eventualmente alla loro sostituzione.

Le scale e le rampe in acciaio possono essere realizzate con molteplici conformazioni strutturali impiegando profilati, sezioni scatolari, tubolari o profili piatti assemblati mediante saldature e/o collegamenti tramite chiodatura, bullonatura, ecc.

Rampe e scale

Elemento Manutenibile: 01.03.02 Strutture in c.a.

Pagina 14

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.03

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.02.A01 Alveolizzazione

Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

01.03.02.A02 Cavillature superficiali

Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.03.02.A03 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie

01.03.02.A04 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.03.02.A05 Disgregazione

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.03.02.A06 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.03.02.A07 Efflorescenze

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie delmanufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.03.02.A08 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.03.02.A09 Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazione, fessurazioni, distacchi,esposizione delle armature, fenomeni di carbonatazione, ecc.). Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli elementi costituenti quali: rivestimenti di pedate e alzate, frontalini, balaustre, corrimano, sigillature, vernici protettive, saldature, ecc. e/oeventualmente alla loro sostituzione.

Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche qualisolette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio.

Rampe e scale

Pagina 15

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Manuale d'Uso

generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.03.02.A10 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.03.02.A11 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.03.02.A12 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.03.02.A13 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.03.02.A14 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.03.02.A15 Penetrazione di umidità

Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.03.02.A16 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.03.02.A17 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.03.02.A18 Rigonfiamento

Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.

01.03.02.A19 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.02.C01 Controllo balaustre e corrimano

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.02.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

Elemento Manutenibile: 01.03.03 Pagina 16

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Manuale d'Uso

Strutture prefabbricate

Unità Tecnologica: 01.03

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.03.03.A01 Cavillature superficiali

Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.

01.03.03.A02 Crosta

Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.03.03.A03 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.03.03.A04 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.03.03.A05 Disgregazione

Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.

01.03.03.A06 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricatidalla loro sede.

01.03.03.A07 Efflorescenze

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.03.03.A08 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.03.03.A09 Esfoliazione

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie (fenomeni di disgregazione, fessurazioni, distacchi, esposizione delle armature, fenomeni di carbonatazione, ecc.). Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli elementi costituenti quali: rivestimenti di pedate e alzate, frontalini, balaustre, corrimano, sigillature, vernici protettive, saldature, ecc. e/o eventualmente alla loro sostituzione.

Si tratta di scale o rampe costituite da elementi montati in corso d'opera.

Rampe e scale

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Manuale d'Uso

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

01.03.03.A10 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degliagenti atmosferici.

01.03.03.A11 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.03.03.A12 Lesioni

Presenza di lesioni dovute a scollegamenti di parte dell'edificio dall'insieme.

01.03.03.A13 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.03.03.A14 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.03.03.A15 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.03.03.A16 Penetrazione di umidità

Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.

01.03.03.A17 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.03.03.A18 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo la superficie.

01.03.03.A19 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.03.C01 Controllo balaustre e corrimano

Cadenza: ogni 12 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.03.03.C03 Controllo rivestimenti pedate e alzate

Pagina 18

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.04

Le attrezzature esterne costituiscono, da una parte l'insieme degli elementi tecnici aventi la funzione di dividere e conformare glispazi esterni , (ringhiere, passerelle, scale e rampe, ecc.) e dall'altra tutti quegli elementi che caratterizzano l'ambiente circostante (strade, aree a verde, ecc.).

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

° 01.04.02 Arredo urbano

° 01.04.03 Cancelli e barriere

° 01.04.04 Recinzioni

° 01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

° 01.04.06 Segnaletica stradale verticale

° 01.04.07 Segnaletica di sicurezza

° 01.04.08 Strade

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.01.A01 Buche

Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).

01.04.01.A02 Cedimenti

Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane, diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).

01.04.01.A03 Corrosione

Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.01.A04 Deposito

Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.

01.04.01.A05 Difetti di pendenza

Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.

01.04.01.A06 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.01.A07 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli

E' opportuno dimensionare adeguatamente i percorsi pedonali per garantire il passaggio agevole ai pedoni ed in modo particolare acarrozzine e portatori di handicap nel rispetto delle norme di abbattimento delle barriere architettoniche. Le aree pedonali ed i marciapiede vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione dei pedoni ma soprattutto nel rispettodelle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni. Periodicamente va controllata l'integrità delle pavimentazioni e l'assenza di eventuali anomalie (buche, rotture, mancanza di elementi, ecc.) che possono rappresentare pericolo per la sicurezza ed incolumitàdelle persone. Controllare inoltre l'integrazione delle aree di scivolo con la segnaletica stradale orizzontale. Gli interventi invece sono mirati alla pulizia e rimozione di depositi delle pavimentazioni e rivestimenti dei percorsi pedonali ed alla riparazione e/ointegrazione degli elementi costituenti.

Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune, ecc.).

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale d'Uso

agenti atmosferici.

01.04.01.A08 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.

01.04.01.A09 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.01.A10 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.

01.04.01.A11 Rottura

Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.01.A12 Sollevamento

Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.

01.04.01.A13 Usura manto stradale

Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione ingenere.

Elemento Manutenibile: 01.04.02 Arredo urbano

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.02.A01 Alterazione cromatica

Variazione di uno o più parametri che definiscono il colore dei manufatti.

Negli arredi urbani va controllato periodicamente l'integrità degli elementi e della loro funzionalità anche in rapporto ad attività di pubblico esercizio. Va inoltre verificata la stabilità e i relativi ancoraggi al suolo. E' opportuno prevedere cicli di pulizia continui e di rimozione di depositi (in particolare per le panchine) per consentirne la fruizione giornaliera. Gli elementi di arredo nonché i manufatti con funzione di arredo urbano da ubicare su spazi pubblici devono essere accessibili e non da intralcio a persone portatori di handicap. Inoltre la loro ubicazione non deve essere fonte di infortunio e di intralcio.

Si tratta di tutti quegli elementi ed accessori e/o manufatti necessari per la fruizione ed il godimento degli spazi aperti tra i quali: panchine o sedute all'aperto; le fioriere e i pergolati; le pavimentazioni; le alberature; gli apparecchi per l'illuminazione esterna; le fontane e le sculture; i supporti per segnaletica, pubblicità, cartellonistica, ecc..

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Manuale d'Uso

01.04.02.A02 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficiemanufatto.

01.04.02.A03 Instabilità ancoraggi

Perdita di stabilità degli ancoraggi fissati al suolo relativi a manufatti (panchine, pali per cartellonistica, ecc.).

01.04.02.A04 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale del manufatto.

01.04.02.A05 Rottura

Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.02.A06 Scheggiature

Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli dei manufatti.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 7 giorni Tipologia: Controllo a vista

01.04.02.C01 Controllo integrità panchine

Cadenza: ogni mese Tipologia: Controllo a vista

01.04.02.C02 Controllo integrità manufatti

Elemento Manutenibile: 01.04.03 Cancelli e barriere

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto: I cancelli motorizzati devono potersi azionare anche manualmente. Inoltre gli apparati per l'azionamento manuale delle ante nondevono creare pericoli di schiacciamento e/o di taglio con le parti fisse e mobili disposte nel contorno del loro perimetro. Sui cancelli motorizzati va indicato: il numero di fabbricazione; il nome del fornitore, dell'installatore o del fabbricante; l'anno di costruzione o dell'installazione della motorizzazione; la massa in kg degli elementi mobili che vanno sollevati durante le aperture.

Si tratta di insiemi di elementi mobili con funzione di apertura-chiusura e separazione di locali o aree e di controllo degli accessi legati al sistema edilizio e/o ad altri sistemi funzionali. Le barriere mobili invece sono dispositivi di delimitazione di aree o di vie di accesso. Esse non costituiscono una totale chiusura ma sono un'indicazione di divieto di accesso o di transito a cose, mezzi o persone non preventivamente autorizzati. Gli elementi costituenti tradizionali possono essere in genere in ferro, legno, materie plastiche, ecc.; la struttura portante dei cancelli deve comunque essere poco deformabile e garantire un buon funzionamento degliorgani di guida e di sicurezza. In genere sono legati ad automatismi di controllo a distanza del comando di apertura-chiusura.

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Manuale d'Uso

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.03.A01 Azzurratura

Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità e rigetto degli strati di pittura.

01.04.03.A02 Bolla

Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.

01.04.03.A03 Corrosione

Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.03.A04 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.04.03.A05 Deformazione

Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere.

01.04.03.A06 Deposito

Accumulo di materiale e detriti lungo le superfici di scorrimento con relativo ostacolo alle normali movimentazioni delle parti.

01.04.03.A07 Difficoltà di comando a distanza

Telecomandi difettosi e/o batterie energetiche scariche e/o centraline di ricezione difettose.

01.04.03.A08 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essereutilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.04.03.A09 Fratturazione

Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.

01.04.03.A10 Infracidamento

Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione del legno.

01.04.03.A11 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.03.A12 Non ortogonalità

Sui dispositivi di movimentazione va indicato: il nome del fornitore o del fabbricante; l'anno di costruzione e il relativo numero di matricola; il tipo; la velocità massima di azionamento espressa in m/sec o il numero di giri/min; la spinta massima erogabile espressa in Newton metro. Controllare periodicamente l'integrità degli elementi, il grado di finitura ed eventuali anomalie(corrosione, bollature, perdita di elementi, ecc.) evidenti. Interventi mirati al mantenimento dell'efficienza degli organi di apertura-chiusura e degli automatismi connessi. Controllo delle guide di scorrimento ed ingranaggi di apertura-chiusura e verifica degli ancoraggi di sicurezza che vanno protette contro la caduta in caso accidentale di sganciamento dalle guide. Inoltre le ruote di movimento delle parti mobili vanno protette onde evitare deragliamento dai binari di scorrimento. E' vietato l'uso di vetri (può essere ammesso soltanto vetro di sicurezza) o altri materiali fragili come materie d'impiego nella costruzione di parti. Ripresa puntuale delle vernici protettive ed anticorrosive. Sostituzione puntuale dei componenti usurati.

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Manuale d'Uso

La non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta generalmente per usura eccessiva e/o per mancanza di registrazione periodica delle parti.

01.04.03.A13 Perdita di materiale

Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.

01.04.03.A14 Scagliatura, screpolatura

Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità.

01.04.03.A15 Scollaggi della pellicola

Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 2 settimane Tipologia: Controllo a vista

01.04.03.C02 Controllo cerniere e guide di scorrimento

Cadenza: ogni 6 mesi Tipologia: Controllo a vista

01.04.03.C03 Controllo elementi a vista

Elemento Manutenibile: 01.04.04 Recinzioni

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto: Le recinzioni vanno realizzate e manutenute nel rispetto delle norme relative alla distanza dal ciglio stradale, alla sicurezza deltraffico e della visibilità richiesta dall'Ente proprietario della strada o dell'autorità preposta alla sicurezza del traffico e comunque del codice della strada. Sarebbe opportuno prima di realizzare e/o intervenire sulle recinzioni di concordare con le aziende competenti per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, la realizzazione di appositi spazi, accessibili dalla via pubblica, da destinare all'alloggiamento dei cassonetti o comunque alle aree di deposito rifiuti. Il ripristino di recinzioni deteriorate va fatto attraverso interventi puntuali nel mantenimento della tipologia e nel rispetto di recinzioni adiacenti e prospicienti sulla stessa via. Inoltre le recinzioni dovranno relazionarsi alle caratteristiche storiche, tipologiche e di finitura dei fabbricati di cui costituiscono pertinenza. I controlli saranno mirati alla verifica del grado di integrità ed individuazione di anomalie (corrosione, deformazione, perdita di elementi, screpolatura vernici, ecc.). Inoltre a secondo delle tipologie e dei materiali costituenti, le recinzioni vanno periodicamente ripristinate nelle protezioni superficiali delle parti in vista; integrate negli elementi mancanti o degradati; tinteggiate con opportune vernici e prodottiidonei al tipo di materiale e all'ambiente di ubicazione; colorate in relazione ad eventuali piani di colore e/o riferimenti formali all'ambiente circostante.

Si tratta di strutture verticali aventi funzione di delimitare e chiudere le aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico. Possonoessere costituite da recinzioni opache in muratura piena a faccia vista o intonacate; recinzioni costituite da base in muratura e cancellata in ferro; recinzione in rete a maglia sciolta con cordolo di base e/o bauletto; recinzioni in legno; recinzioni in siepivegetali e/o con rete metallica, ecc..

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Manuale d'Uso

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.04.A01 Azzurratura

Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità e rigetto degli strati di pittura.

01.04.04.A02 Bolla

Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.

01.04.04.A03 Corrosione

Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.04.A04 Crosta

Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.

01.04.04.A05 Decolorazione

Alterazione cromatica della superficie.

01.04.04.A06 Deformazione

Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere.

01.04.04.A07 Deposito

Accumulo di materiale e detriti lungo le superfici di scorrimento con relativo ostacolo alle normali movimentazioni delle parti.

01.04.04.A08 Deposito superficiale

Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie del rivestimento.

01.04.04.A09 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.04.A10 Efflorescenze

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso ildistacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

01.04.04.A11 Erosione superficiale

Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essereutilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

01.04.04.A12 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.

01.04.04.A13 Fratturazione

Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.

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Manuale d'Uso

01.04.04.A14 Infracidamento

Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione del legno.

01.04.04.A15 Macchie e graffiti

Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

01.04.04.A16 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.04.A17 Non ortogonalità

La non ortogonalità delle parti mobili rispetto a quelle fisse dovuta generalmente per usura eccessiva e/o per mancanza diregistrazione periodica delle parti.

01.04.04.A18 Patina biologica

Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.

01.04.04.A19 Perdita di materiale

Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.

01.04.04.A20 Polverizzazione

Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.

01.04.04.A21 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante lungo le superficie.

01.04.04.A22 Scagliatura, screpolatura

Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità.

01.04.04.A23 Scollaggi della pellicola

Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura.

CONTROLLI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista

01.04.04.C01 Controllo elementi a vista

Cadenza: ogni 2 anni Tipologia: Controllo a vista

01.04.04.C02 Controllo tralicci e reti a vista

Elemento Manutenibile: 01.04.05

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Manuale d'Uso

Segnaletica stradale orizzontale

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.05.A01 Usura segnaletica

Le strisce, le bande segnaletiche e le simbologie perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.

Tutti i segnali orizzontali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno che di notte anche in presenza dipioggia o con fondo stradale bagnato; nei casi di elevata frequenza di condizioni atmosferiche avverse possono essere utilizzati materiali particolari. La durata di vita funzionale dipende dalla durata lunga o breve della segnaletica orizzontale, dalla frequenzadel passaggio di veicoli sulla segnaletica orizzontale (per esempio nel caso dei simboli sulla carreggiata rispetto alle linee laterali), dalla densità del traffico, dalla ruvidità della superficie stradale e da aspetti relativi alle condizioni locali, quali, per esempio, l’uso di pneumatici antighiaccio con inserti metallici. Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica stradale orizzontale interessano il controllo dello stato ed il rifacimento delle linee e della simbologia convenzionale. Per ragioni di sicurezza è importante che periodicamente venga rinnovata la simbologia stradale con materiali appropriati (pitture, materiali plastici, ecc.) che tengano conto delle condizioni ambientali.

La segnaletica orizzontale può essere costituita da strisce segnaletiche tracciate sulla strada e da inserti catarifrangenti . Lasegnaletica orizzontale comprende linee longitudinali, frecce direzionali, linee trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, iscrizioni e simboli posti sulla superficie stradale, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, ecc. La segnaletica orizzontale può essere realizzata mediante l’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici indurenti a freddo, linee e simboli preformati o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi, la segnaletica orizzontale è di colore bianco o giallo, ma, in casi particolari, vengono usati anche altri colori. La segnaletica orizzontale può essere permanente o provvisoria. La durata di vita funzionale della segnaletica orizzontale provvisoria è limitata alla durata dei lavori stradali. Per ragioni di sicurezza, invece, è preferibile che la durata di vita funzionale della segnaletica orizzontale permanente sia lapiù lunga possibile. La segnaletica orizzontale può essere applicata con o senza l’aggiunta di microsfere di vetro. Con l’aggiunta di microsfere di vetro, si ottiene la retroriflessione della segnaletica nel momento in cui questa viene illuminata dai proiettori deiveicoli. La retroriflessione della segnaletica orizzontale in condizioni di pioggia o strada bagnata può essere migliorata con sistemi speciali, per esempio con rilievi catarifrangenti posti sulle strisce (barrette profilate), adoperando microsfere di vetro di dimensionimaggiori o con altri sistemi. In presenza di rilievi, il passaggio delle ruote può produrre effetti acustici o vibrazioni.

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Elemento Manutenibile: 01.04.06 Segnaletica stradale verticale

Unità Tecnologica: 01.04

I segnali verticali si dividono nelle seguenti categorie: segnali di pericolo; segnali di prescrizione; segnali di indicazione; inoltre ilformato e le dimensioni dei segnali vengono disciplinati dalle norme previste dal nuovo codice della strada. Le caratteristiche dei sostegni e dei supporti e materiali usati per la segnaletica dovranno essere preferibilmente di metallo. Inoltre, per le sezioni circolari,

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale d'Uso

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.06.A01 Usura segnaletica

I cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agentiatmosferici disgreganti. I paletti di sostegno perdono stabilità per la disgregazione del basamento di fondazione.

Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica stradale verticale sono riconducibili al controllo dello stato generale, al ripristinodelle protezioni anticorrosive ed alla sostituzione degli elementi usurati. In ogni caso è opportuno attenersi scrupolosamente alle norme disciplinanti il codice stradale e alle condizioni ambientali.

devono essere muniti di dispositivo inamovibile antirotazione del segnale rispetto al sostegno e del sostegno rispetto al terreno. I sostegni, i supporti dei segnali stradali devono essere protetti contro la corrosione. La sezione dei sostegni deve inoltre garantire la stabilità del segnale da eventuali sollecitazioni di origine ambientale (vento, urti, ecc.).

Elemento Manutenibile: 01.04.07 Segnaletica di sicurezza

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.07.A01 Usura segnaletica

cartelli segnaletici perdono consistenza per la perdita di materiale (vernice, materiale plastico, ecc.) dovuto all'usura e agli agenti atmosferici disgreganti.

Le attività di manutenzione rivolte alla segnaletica di sicurezza sono riconducibili al controllo dello stato generale, al correttoposizionamento ed alla sostituzione degli elementi usurati. In ogni caso è opportuno attenersi scrupolosamente alle normedisciplinanti la sicurezza negli ambienti di lavoro.

La segnaletica di sicurezza trova il suo impiego nella prevenzione degli infortuni, nella tutela della salute e per affrontare situazionidi emergenza negli ambienti di lavoro. La segnaletica di sicurezza trasmette mediante un segnale di sicurezza (di avvertimento, di pericolo, di divieto, di obbligo, di prescrizione, antincendio, di emergenza, di salvataggio, di informazione, ecc.), tradotto in simbologie e colori appropriati, delle indicazioni in rapporto alle probabili situazioni di pericolo determinabili da attività connesse alle varie attività lavorative. La segnaletica di sicurezza può suddividersi in: a)segnaletica aziendale; b) segnaletica per trasporti; c) segnaletica segnaostacoli; d) segnaletica navale; e) segnaletica per la casa; f) segnaletica bordo macchina per automazioni;g)segnaletica per impiantistica; h) segnaletica da cantiere; ecc.. La segnaletica di sicurezza può essere realizzata mediante l’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici (PVC); prodotti luminescenti; prodotti rinfrangenti; indurenti a freddo, lastre di alluminio, adesivi, pellicole o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi i colori utilizzati per la segnaletica di sicurezza corrispondono al: rosso - blu - bianco - giallo - verde - nero; in casi particolari, vengono usati anche altri colori.

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Elemento Manutenibile: 01.04.08

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Manuale d'Uso

Strade

Unità Tecnologica: 01.04

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.04.08.A01 Buche

Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profonditàirregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).

01.04.08.A02 Cedimenti

Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane, diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).

01.04.08.A03 Corrosione

Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

01.04.08.A04 Deposito

Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.

01.04.08.A05 Difetti di pendenza

Consiste in un errata pendenza longitudinale o trasversale per difetti di esecuzione o per cause esterne.

01.04.08.A06 Distacco

Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati dalla loro sede.

01.04.08.A07 Esposizione dei ferri di armatura

Distacchi di parte di calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura a fenomeni di corrosione per l'azione degli agenti atmosferici.

01.04.08.A08 Fessurazioni

Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.

Le strade e tutti gli elementi che ne fanno parte vanno manutenuti periodicamente non solo per assicurare la normale circolazione di veicoli e pedoni ma soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza e la prevenzione di infortuni a mezzi e persone.

Le strade rappresentano parte delle infrastrutture della viabilità che permettono il movimento o la sosta veicolare e il movimento pedonale. La classificazione e la distinzione delle strade viene fatta in base alla loro natura ed alle loro caratteristiche: A)Autostrade; B)Strade extraurbane principali; C)Strade extraurbane secondarie; D)Strade urbane di scorrimento; E)Strade urbane di quartiere; F)Strade locali. Da un punto di vista delle caratteristiche degli elementi della sezione stradale si possono individuare: la carreggiata; la banchina; il margine centrale; i cigli e le cunette; le scarpate; le piazzole di sosta, ecc..

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

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Manuale d'Uso

01.04.08.A09 Mancanza

Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.

01.04.08.A10 Presenza di vegetazione

Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di piante, licheni, muschi lungo le superfici stradali.

01.04.08.A11 Rottura

Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.

01.04.08.A12 Sollevamento

Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.

01.04.08.A13 Usura manto stradale

Si manifesta con fessurazioni, rotture, mancanza di materiale, buche e sollevamenti del manto stradale e/o della pavimentazione in genere.

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.05

Gli impianti elettromeccanici di servizio hanno l afunzione di permettere la movimentazione delle parti di impalcato mobili.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.05.01 Macchinari elettromeccanici

° 01.05.02 Macchinari oleodinamici

Impianti elettromeccanici

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.05.01 Macchinari elettromeccanici

Unità Tecnologica: 01.05

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.05.01.A01 Difetti degli ammortizzatori

Difetti degli ammortizzatori ad accumulo di energia.

01.05.01.A02 Difetti dei contatti

Difetti di apertura o di chiusura dei contatti.

01.05.01.A03 Difetti dei dispositivi di blocco

Difetti dei dispositivi di blocco.

01.05.01.A04 Difetti del limitatore di velocità

Difetti del limitatore di velocità per cui la velocità di intervento del limitatore di velocità deve essere verificata.

01.05.01.A05 Difetti del paracadute

Difetti del paracadute della cabina per cui deve essere verificata di conseguenza l’energia che il paracadute è in grado di assorbire al momento della presa.

01.05.01.A06 Difetti di alimentazione di energia elettrica

Difetti di alimentazione di energia elettrica di alimentazione delle parti elettriche dei macchinari e dei relativi accessori.

01.05.01.A07 Difetti di isolamento

Difetti di isolamento delle apparecchiature verso massa o verso terra.

01.05.01.A08 Diminuzione di tensione

Diminuzione della tensione di alimentazione delle apparecchiature.

Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto.

Impianti elettromeccanici

Elemento Manutenibile: 01.05.02 Macchinari oleodinamici

Unità Tecnologica: 01.05Impianti elettromeccanici

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Manuale d'Uso

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.05.02.A01 Cadute di pressione

Livello della pressione statica del sistema idraulico (compreso tra la valvola di non ritorno ed il cilindro) non al massimo.

01.05.02.A02 Difetti degli ammortizzatori

Difetti degli ammortizzatori ad accumulo di energia.

01.05.02.A03 Difetti dei contatti

Difetti di apertura o di chiusura dei contatti.

01.05.02.A04 Difetti dei dispositivi di blocco

Difetti di funzionamento dei dispositivi di blocco.

01.05.02.A05 Difetti del limitatore di velocità

Difetti del limitatore di velocità per cui la velocità di intervento del limitatore di velocità deve essere verificata.

01.05.02.A06 Difetti del paracadute

Difetti del paracadute della cabina per cui deve essere verificata di conseguenza l’energia che il paracadute è in grado di assorbire al momento della presa.

01.05.02.A07 Difetti di isolamento

Difetti di isolamento delle apparecchiature verso massa o verso terra.

01.05.02.A08 Diminuzione di tensione

Diminuzione della tensione di alimentazione delle apparecchiature.

01.05.02.A09 Mancanza di energia elettrica

Mancanza di energia elettrica di alimentazione delle parti elettriche dei macchinari e dei relativi accessori.

Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto.

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.06

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento,limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: - lampade ad incandescenza; - lampade fluorescenti; - lampade alogene; - lampade compatte; - lampade a scariche; - lampade a ioduri metallici; - lampade a vapore di mercurio; - lampade a vapore di sodio; - pali per il sostegno dei corpi illuminanti.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.06.01 Lampade a ioduri metallici

° 01.06.02 Lampade a vapore di sodio

° 01.06.03 Lampade ad incandescenza

° 01.06.04 Lampade alogene

° 01.06.05 Lampade fluorescenti

° 01.06.06 Pali per l'illuminazione

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.06.01 Lampade a ioduri metallici

Unità Tecnologica: 01.06

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.01.A01 Abbassamento livello di illuminazione

Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.01.A02 Avarie

Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.01.A03 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idoneidispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente econservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.

I vari tipi di lampade a scarica sono: lampade a vapori di alogenuri; lampade a vapori di sodio ad alta e bassa pressione; lampade avapori di mercurio; lampade a luce miscelata. Lampade a vapori di alogenuri Loro peculiarità, oltre al massimo abbattimento di costi nell’impianto di illuminazione, è un’ottimaresa dei colori che si riesce ad avere allegando al mercurio elementi (che vengono introdotti nel tubo in forma di composti insieme ad uno o più alogeni - iodio, bromo - al fine di sfruttare il processo ciclico di composizione e scomposizione degli elementi) per completare la radiazione emessa dall’elemento base. Le sostanze aggiunte possono essere: - tallio, emissione verde; - sodio, emissione gialla; - litio, emissione rossa; - indio, emissione blu. Lampade a vapori di sodio ad alta pressione La luce che emettono è giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Lampade a vapori di sodio a bassa pressione Sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo per piazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 metri. Lampade a vapori di mercurio Possono essere a bulbo (per una migliore distribuzione della temperatura) o a cilindro di vetrotermico (per resistere allo sbalzo termico e allo stillicidio). Si adoperano per edifici industriali, possono essere montate fino a 20 metri e hanno bisogno di dispositivi per l’innesco della scarica. Lampade a luce miscelata Sono costruite in maniera tale da emettere una luce mista mercurio+incandescenza. All’interno del bulbo vi è un filamento che produce radiazioni rosse mantiene stabile la scarica successiva rendendo inutili accessori di innesco. Siadoperano per creare effetti di luce.

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

presenza di umidità ambientale o di condensa.

Elemento Manutenibile: 01.06.02 Lampade a vapore di sodio

Unità Tecnologica: 01.06

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.02.A01 Abbassamento livello di illuminazione

Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento delle lampadine.

01.06.02.A02 Avarie

Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.02.A03 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.

Possono essere del tipo a bassa o alta pressione del vapore di sodio. Lampade a vapori di sodio ad alta pressione La luce che emettono è giallo-oro e l’indice di resa cromatica arriva fino a 65. Quando si desidera ridurne il numero si adoperano in alternativa a quelle a vapori di mercurio per illuminazioni industriali e urbane. Hanno molteplici forme e il tubo in ossido di alluminio sinterizzato. Alcuni tipi hanno bisogno di accenditori a ristori. Lampade a vapori di sodio a bassa pressione Sono formate da un tubo ripiegato a “U” riempito di neon e sodio. La luce emessa è monocromatica e consente, quindi, di differenziare bene la forma degli oggetti ma non il colore. È consigliabile il loro utilizzo perpiazzali, strade, svincoli autostradali montandole da una altezza di circa 8-15 metri.

Impianto di illuminazione

Elemento Manutenibile: 01.06.03 Lampade ad incandescenza

Unità Tecnologica: 01.06

Le lampade a incandescenza sono formate da:

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.03.A01 Abbassamento livello di illuminazione

Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.03.A02 Avarie

Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.03.A03 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade esaurite queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo di vetro.

- ampolla in vetro resistente al calore o vetro duro per usi particolari; - attacco a vite tipo Edison (il più diffuso è quello E27); per lampade soggette a vibrazioni (sull’automobile) esistono gli attacchi abaionetta; per lampade a ottica di precisione, in cui è necessario che il filamento sia posizionato in un punto preciso, ci sono gli attacchi prefocus; per le lampade a potenza elevata esistono gli attacchi a bispina; - filamento a semplice o a doppia spirale formato da un filo di tungsteno; l’emissione luminosa è proporzionale alla quarta potenzadella temperatura assoluta e l’efficienza luminosa è maggiore nelle lampade a bassissima tensione. Si ottiene l’emissione luminosa dall’incandescenza (2100-3100°C) del filamento in atmosfera inerte o in vuoto a bassa potenza. Le lampade a incandescenza hanno una durata media di 1000 ore a tensione nominale, i tipi più diffusi sono: - lampade a goccia; - lampada con cupola speculare argentata o dorata; - lampade con riflettore incorporato per ottenere luce direzionale; - lampade con riflettore incorporato, parte laterale argentata, cupola satinata e angolo di apertura di 80° (si utilizzano perarredamenti e illuminazione localizzata); - lampade con riflettore a specchio e riflettori che diminuiscono l’irradiazione termica.

Elemento Manutenibile: 01.06.04 Lampade alogene

Unità Tecnologica: 01.06

Modalità di uso corretto:

Al fine di scongiurare l’annerimento delle lampade a incandescenza si riempie il bulbo con alogeni (iodio, bromo) che, evaporandoa 300°K danno origine ad una miscela con le particelle di tungsteno stabilizzandosi a 500 - 1700°K. Le lampade ad alogeni possono arrivare ai 3000°K con dimensioni inferiori del bulbo e aumentando nello stesso tempo il flusso luminoso e la vita media fino a20.000 ore. Qualcuna di queste lampade può, attraverso un dimmer (variatore di luce) regolare il flusso luminoso. Gli apparecchi su cui vanno montate le lampade ad alogeni necessitano di fusibile di sicurezza e di vetro frontale di protezione. Considerate le altetemperature di esercizio non è consigliabile toccare il bulbo (che è realizzato in quarzo) con le dita poiché il grasso dei polpastrelli provoca la vetrificazione del quarzo e, quindi, la rottura del bulbo.

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.04.A01 Abbassamento livello di illuminazione

Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.04.A02 Avarie

Possibili avarie dovute a corti circuito degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.04.A03 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idoneidispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade con carica esaurita queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente econservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo contenete i gas esauriti.

Elemento Manutenibile: 01.06.05 Lampade fluorescenti

Unità Tecnologica: 01.06

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.05.A01 Abbassamento livello di illuminazione

Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

01.06.05.A02 Avarie

Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.

01.06.05.A03 Difetti agli interruttori

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idoneidispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade esaurite queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente e conservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo di vetro.

Durano mediamente più di quelle a incandescenza e, adoperando alimentatori adatti, hanno un’ottima efficienza luminosa fino a 100 lumen/watt. L’interno della lampada è ricoperto da uno strato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione.La radiazione visibile è determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena la lampada è inserita inrete)che reagiscono con lo strato fluorescente.

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

Elemento Manutenibile: 01.06.06 Pali per l'illuminazione

Unità Tecnologica: 01.06

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.06.06.A01 Corrosione

Possibili corrosione dei pali realizzati in acciaio, in ferro o in leghe metalliche dovuta a difetti di tenuta dello strato di protezionesuperficiale.

01.06.06.A02 Difetti di messa a terra

Difetti di messa a terra dovuti all'eccessiva polvere all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

01.06.06.A03 Difetti di serraggio

Abbassamento del livello di serraggio dei bulloni tra palo ed ancoraggio a terra o tra palo e corpo illuminante.

I materiali utilizzati devono possedere caratteristiche tecniche rispondenti alle normative vigenti nonché alle prescrizioni dellenorme UNI e CEI ed in ogni caso rispondenti alla regola dell'arte. Tutti i componenti dovranno essere forniti nei loro imballaggi originali, accompagnati da certificati delle case produttrici e conservati in cantiere in luoghi sicuri e al riparo da eventuali danni.

I pali per l’illuminazione pubblica possono essere realizzati con i seguenti materiali: - acciaio: l’acciaio utilizzato deve essere saldabile, resistente all’invecchiamento e, quando occorre, zincabile a caldo. L’acciaiodeve essere di qualità almeno pari a quella Fe 360 B della EU 25 o addirittura migliore; - leghe di alluminio: la lega utilizzata deve essere uguale o migliore delle leghe specificate nelle ISO/R 164, ISO/R 209, ISO/R 827 e ISO/TR 2136. Deve resistere alla corrosione. Quando il luogo di installazione presenta particolari e noti problemi di corrosione, la lega utilizzata deve essere oggetto di accordo tra committente e fornitore; - calcestruzzo armato: i materiali utilizzati per i pali di calcestruzzo armato devono soddisfare le prescrizioni della EN 40/9; - altri materiali: nell’ipotesi in cui si realizzino pali con materiali differenti da quelli sopra elencati, detti materiali dovranno soddisfare i requisiti contenuti nelle parti corrispondenti della norma EN 40. Nel caso non figurino nella norma le lorocaratteristiche dovranno essere concordate tra committente e fornitore. L’acciaio utilizzato per i bulloni di ancoraggio deve essere di qualità uguale o migliore di quella prevista per l’ Fe 360 B della EU 25.

Impianto di illuminazione

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.07

L'impianto elettrico ha la funzione di addurre, distribuire ed erogare energia elettrica. L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.07.01 Canalizzazioni in PVC

° 01.07.02 Quadri e cabine elettriche

Impianto elettrico

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.07.01 Canalizzazioni in PVC

Unità Tecnologica: 01.07

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.07.01.A01 Corto circuiti

Corti circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.

01.07.01.A02 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa.

01.07.01.A03 Difetti di taratura

Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.

01.07.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto.

01.07.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale

Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.

01.07.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria

Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.

01.07.01.A07 Surriscaldamento

Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.

Generalmente le canalizzazioni utilizzate sono in PVC e possono essere facilmente distinguibili;infatti i tubi protettivi sono realizzati in: - serie pesante (colore nero): impiegati in pavimenti e in tutte quelle applicazioni nelle quali è richiesta una particolare resistenza meccanica; - serie leggera (colore cenere): impiegati in tutte le applicazioni nelle quali non è richiesta una particolare resistenza meccanica.

Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni disicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge.

Impianto elettrico

Elemento Manutenibile: 01.07.02

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Manuale d'Uso

Quadri e cabine elettriche

Unità Tecnologica: 01.07

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.07.02.A01 Corto circuiti

Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro.

01.07.02.A02 Difetti agli interruttori

Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o allapresenza di umidità ambientale o di condensa.

01.07.02.A03 Difetti di taratura

Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione.

01.07.02.A04 Disconnessione dell'alimentazione

Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto.

01.07.02.A05 Interruzione dell'alimentazione principale

Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore dell'energia elettrica.

01.07.02.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria

Interruzione dell'alimentazione secondaria dovuta a guasti al circuito secondario o al gruppo elettrogeno.

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate da personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente uncartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione.

I quadri elettrici hanno il compito di distribuire ai vari livelli dove sono installati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono supporti o carpenterie che servono a racchiudere le apparecchiature elettriche di comando e/o a preservare i circuiti elettrici. Possono essere del tipo a bassa tensione BT e a media tensione MT. Quadri a bassa tensione Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l’assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installanoall’interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie. Quadri a media tensione Definite impropriamente quadri elettrici, si tratta delle cabine elettriche in muratura per il contenimento delle apparecchiature di MT. Le strutture prefabbricate a elementi componibili in cemento armato vibrato possono essere suddivise in: - cabine a elementi monolitici; - cabine a lastre e pilastri; - cabine a lastre con pilastro incorporate di altezza fino a 3 metri, con pareti interne senza sporgenza di pilastri e installazione su platea continua.

Impianto elettrico

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Manuale d'Uso

01.07.02.A07 Surriscaldamento

Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche.

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Manuale d'Uso

Unità Tecnologica: 01.08

L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo.E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle difunzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra.

L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili: ° 01.08.01 Conduttori di protezione

° 01.08.02 Sistema di dispersione

° 01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

Impianto di messa a terra

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Manuale d'Uso

Elemento Manutenibile: 01.08.01 Conduttori di protezione

Unità Tecnologica: 01.08

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.01.A01 Difetti di connessione

Difetti di connessione delle masse con conseguente interruzione della continuità dei conduttori fino al nodo equipotenziale.

Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.

I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.

Impianto di messa a terra

Elemento Manutenibile: 01.08.02 Sistema di dispersione

Unità Tecnologica: 01.08

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.02.A01 Corrosioni

Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore epresenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.

Per gli organi di captazione si adoperano in linea di massima tondini e piattine in rame, o in acciaio zincato di sezione 50-70 mm quadrati: per la bandella piattine di sezione 30x40 mm, per motivi di rigidità metallica. Per le coperture metalliche gli spessori non devono essere inferiori a 10-20 mm per scongiurare perforazioni catalitiche. Una sezione doppia di quella degli organi di captazionesi utilizza per le grondaie e le ringhiere; per le tubazioni e i contenitori in metallo si devono adoperare spessori di 2,5 mm che arrivano a 4,5 mm per recipienti di combustibili. Gli ancoraggi tra la struttura e gli organi di captazione devono essere fatti con brasatura forte, saldatura, bullonatura o con morsetti; in ogni caso occorre garantire superfici minime di contatto di 200 mm quadrati.

Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello di dispersione.

Impianto di messa a terra

Elemento Manutenibile: 01.08.03 Pagina 45

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Manuale d'Uso

Sistema di equipotenzializzazione

Unità Tecnologica: 01.08

Modalità di uso corretto:

ANOMALIE RISCONTRABILI

01.08.03.A01 Corrosione

Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.

01.08.03.A02 Difetti di serraggio

Difetti di serraggio dei bulloni del sistema di equipotenzializzazione.

Generalmente questi conduttori vengono realizzati con un cavo di colore giallo-verde. L'utente deve controllare il serraggio dei bulloni e che gli elementi siano privi di fenomeni di corrosione.

I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.

Impianto di messa a terra

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Strutture in sottosuolo

Strutture di fondazione

Strutture di elevazione

Strutture orizzontali o inclinate

Strutture spaziali

Strutture verticali

Rampe e scale

Strutture in acciaio

Strutture in c a

Strutture prefabbricate

Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

Aree pedonali - marciapiedi

Arredo urbano

Cancelli e barriere

Recinzioni

Segnaletica stradale orizzontale

Segnaletica stradale verticale

Segnaletica di sicurezza

Strade

Impianti elettromeccanici

Macchinari elettromeccanici

Macchinari oleodinamici

Impianto di illuminazione

Lampade a ioduri metallici

Lampade a vapore di sodio

Lampade ad incandescenza

Lampade alogene

Lampade fluorescenti

Pali per l'illuminazione

Impianto elettrico

Canalizzazioni in PVC

Quadri e cabine elettriche

Impianto di messa a terra

Conduttori di protezione

Sistema di dispersione

Sistema di equipotenzializzazione

Manuale d'Uso

INDICE 01 pag. 3

01.01 4

01.01.01 5

01.02 6

01.02.01 7

01.02.02 8

01.02.03 10

01.03 13

01.03.01 14

01.03.02 14

01.03.03 16

01.04 19

01.04.01 20

01.04.02 21

01.04.03 22

01.04.04 24

01.04.05 26

01.04.06 27

01.04.07 28

01.04.08 28

01.05 31

01.05.01 32

01.05.02 32

01.06 34

01.06.01 35

01.06.02 36

01.06.03 36

01.06.04 37

01.06.05 38

01.06.06 39

01.07 40

01.07.01 41

01.07.02 41

01.08 44

01.08.01 45

01.08.02 45

01.08.03 45

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

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COMMITTENTE: Comune di Jesolo

OGGETTO: ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

PIANO DI MANUTENZIONE

(Articolo 40 D.P.R. 554/99)

SAICO INGEGNERIA Srl Via Triestina 52/10,- Favaro Veneto - VE

PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

COMUNE DI JESOLO Provincia di Venezia

Favaro Veneto, Venezia, 15/10/2009

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

Pagina 1

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Requisito: Attrezzabilità

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Adattabilità degli spazi

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.02 Arredo urbano

01.04.02.R01

Pagina 2

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Requisito: (Attitudine al) controllo della regolarità geometrica

Requisito: Affidabilità

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Adattabilità delle finiture

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.R01

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.05 - Impianti elettromeccanici

01.05 Impianti elettromeccanici

01.05.R01

Pagina 3

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Requisito: Resistenza meccanica

Requisito: Resistenza al vento

Requisito: Resistenza meccanica

Requisito: Resistenza agli urti

Requisito: Resistenza meccanica

Requisito: Resistenza meccanica per strutture prefabbricate

Requisito: Resistenza agli urti di sicurezza

Requisito: Resistenza al vento

Requisito: Sicurezza alla circolazione

Requisito: (Attitudine al) controllo della tenuta

Requisito: Resistenza a compressione

Requisito: Resistenza a trazione

Requisito: Resistenza meccanica

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Di stabilità

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.01 - Strutture in sottosuolo

01.01 Strutture in sottosuolo

01.01.R01

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.02 - Strutture di elevazione

01.02 Strutture di elevazione

01.02.R06

01.02.R07

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.03 - Rampe e scale

01.03 Rampe e scale

01.03.R04

01.03.R08

01.03.03 Strutture prefabbricate

01.03.03.R01

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.R03

01.04.R05

01.04.R08

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.05 - Impianti elettromeccanici

01.05.02 Macchinari oleodinamici

01.05.02.R01

01.05.02.R03

01.05.02.R04

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R14

Pagina 4

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Requisito: Resistenza meccanica

Requisito: Resistenza meccanica

Requisito: Resistenza alla corrosione

Requisito: Resistenza alla corrosione

Requisito: Resistenza alla corrosione

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R08

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.08 - Impianto di messa a terra

01.08 Impianto di messa a terra

01.08.R01

01.08.01 Conduttori di protezione

01.08.01.R01

01.08.02 Sistema di dispersione

01.08.02.R01

01.08.03 Sistema di equipotenzializzazione

01.08.03.R01

Pagina 5

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Requisito: Resistenza all'usura

Requisito: Resistenza all'usura

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Durabilità tecnologica

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.03 - Rampe e scale

01.03 Rampe e scale

01.03.R07

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.R07

Pagina 6

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Requisito: Accessibilità

Requisito: Accessibilità

Requisito: Identificabilità

Requisito: Montabilità / Smontabilità

Requisito: Montabilità / Smontabilità

Requisito: Accessibilità

Requisito: Identificabilità

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Facilità d'intervento

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.01 Aree pedonali - marciapiedi

01.04.01.R01

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R04

01.06.R08

01.06.R12

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R07

01.07.02 Quadri e cabine elettriche

01.07.02.R01

01.07.02.R02

Pagina 7

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Requisito: (Attitudine al) controllo della velocità

Requisito: (Attitudine al) controllo della velocità

Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche

Requisito: Comodità di uso e manovra

Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Funzionalità d'uso

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.05 - Impianti elettromeccanici

01.05.01 Macchinari elettromeccanici

01.05.01.R01

01.05.02 Macchinari oleodinamici

01.05.02.R02

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R03

01.06.R06

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R02

Pagina 8

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Requisito: Regolabilità

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Funzionalità in emergenza

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R13

Pagina 9

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Requisito: Colore

Requisito: Resistenza al derapaggio

Requisito: Retroriflessione

Requisito: Riflessione alla luce

Requisito: Percettibilità

Requisito: Percettibilità

Requisito: Accessibilità

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Funzionalità tecnologica

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.05 Segnaletica stradale orizzontale

01.04.05.R01

01.04.05.R02

01.04.05.R03

01.04.05.R04

01.04.06 Segnaletica stradale verticale

01.04.06.R01

01.04.07 Segnaletica di sicurezza

01.04.07.R01

01.04.08 Strade

01.04.08.R01

Pagina 10

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Requisito: Resistenza al fuoco

Requisito: Reazione al fuoco

Requisito: Resistenza al fuoco

Requisito: Sicurezza alla circolazione

Requisito: Resistenza al fuoco

Requisito: Attitudine a limitare i rischi di incendio

Requisito: Resistenza al fuoco

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Protezione antincendio

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.02 - Strutture di elevazione

01.02 Strutture di elevazione

01.02.R04

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.03 - Rampe e scale

01.03 Rampe e scale

01.03.R01

01.03.R05

01.03.R09

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.R04

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R03

01.07.01 Canalizzazioni in PVC

01.07.01.R01

Pagina 11

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Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi

Requisito: Resistenza agli attacchi biologici

Requisito: Resistenza al gelo

Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi

Requisito: Resistenza all'acqua

Requisito: Resistenza agli agenti aggressivi

Requisito: Resistenza all'acqua

Requisito: Assenza di emissioni di sostanze nocive

Requisito: Stabilità chimico reattiva

Requisito: Stabilità chimico reattiva

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Protezione dagli agenti chimici ed organici

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.02 - Strutture di elevazione

01.02 Strutture di elevazione

01.02.R02

01.02.R03

01.02.R05

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.03 - Rampe e scale

01.03 Rampe e scale

01.03.R03

01.03.R06

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04 Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.R02

01.04.R06

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R05

01.06.R15

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07.01 Canalizzazioni in PVC

01.07.01.R02

Pagina 12

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Requisito: Limitazione dei rischi di intervento

Requisito: Limitazione dei rischi di intervento

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Protezione dai rischi d'intervento

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R11

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R06

Pagina 13

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Requisito: (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche

Requisito: Isolamento elettrico

Requisito: Isolamento elettrico

Requisito: Isolamento elettrico

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Protezione elettrica

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELPONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.02 - Strutture di elevazione

01.02 Strutture di elevazione

01.02.R01

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.05 - Impianti elettromeccanici

01.05 Impianti elettromeccanici

01.05.R02

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R10

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R05

Pagina 14

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Requisito: (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale

Requisito: Impermeabilità ai liquidi

Requisito: (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale

Requisito: Impermeabilità ai liquidi

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Sicurezza d'intervento

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R02

01.06.R09

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.07 - Impianto elettrico

01.07 Impianto elettrico

01.07.R01

01.07.R04

Pagina 15

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Requisito: Resistenza a manovre false e violente

Requisito: Sicurezza contro gli infortuni

Requisito: Sicurezza contro gli infortuni

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Sicurezza d'uso

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.04 - Piattaforma stradale ed attrezzature esterne

01.04.03 Cancelli e barriere

01.04.03.R01

01.04.03.R02

01.04.04 Recinzioni

01.04.04.R01

Pagina 16

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Requisito: Regolarità delle finiture

Requisito: (Attitudine al) controllo del flusso luminoso

Requisito: Efficienza luminosa

Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Classe Requisiti

Visivi

01 - ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEL PONTE DELLA VITTORIA

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.03 - Rampe e scale

01.03 Rampe e scale

01.03.R02

Codice Elementi Manutenibili / Requisiti e Prestazioni / Controlli

01.06 - Impianto di illuminazione

01.06 Impianto di illuminazione

01.06.R01

01.06.R07

Pagina 17

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Programma di Manutenzione: Sottoprogramma delle Prestazioni

Elenco Classe di Requisiti:

INDICE

Adattabilità degli spazi pag. 2

Adattabilità delle finiture pag. 3

Di stabilità pag. 4

Durabilità tecnologica pag. 6

Facilità d'intervento pag. 7

Funzionalità d'uso pag. 8

Funzionalità in emergenza pag. 9

Funzionalità tecnologica pag. 10

Protezione antincendio pag. 11

Protezione dagli agenti chimici ed organici pag. 12

Protezione dai rischi d'intervento pag. 13

Protezione elettrica pag. 14

Sicurezza d'intervento pag. 15

Sicurezza d'uso pag. 16

Visivi pag. 17

IL TECNICO Dott. Ing. Flavio Zanchettin

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