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Scala Data: VARIE 389 Visti di approvazione: Rev Data Motivazione Redatto Verificato Approvato Autorizzato Mancini Arzano Di Mascolo REGIONE LAZIO Comune di Frosinone - Provincia di Frosinone - 01 def.rel.00.389.02.dwg Elaborato: Unico Questo disegno e' di nostra proprieta' riservata a termine di legge e ne e' vietata la riproduzione e la comunicazione a terzi anche parziale senza nostra autorizzazione scritta. Arzano ELCO S.r.l. PROPRIETA': PROGETTISTA: Tel.: 0771-730334 Fax.:0771-728453 VIA GIACOMO MATTEOTTIN°82 04020 ITRI (LT) e-mail: [email protected] IL DIRETTORE TECNICO: ing. Antonino Arzano Identificativo Pratica File gennaio 2018 Consulente: Consorzio per lo sviluppo industriale Frosinone 00 dicembre 2017 Prima Emissione Mancini Arzano Di Mascolo Arzano Integrazione al Prot.2 del 02.01.2018 Mancini Arzano Di Mascolo 02 Arzano Integrazione alla prat.06/02/2018 Relazione VARIANTE PER CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO EX AREA PERMAFLEX ad integrazione e sostituzione di quanto precedentemente presentato in data 02 gennaio e successiva integrazione del 29 gennaio 2018 agosto 2018 agosto 2018

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Scala

Data:

VARIE

389

Visti di approvazione:

Rev Data Motivazione Redatto Verificato Approvato Autorizzato

Mancini Arzano Di Mascolo

REGIONE LAZIO

Comune di Frosinone- Provincia di Frosinone -

01

def.rel.00.389.02.dwg

Elaborato:Unico

Questo disegno e' di nostra proprieta' riservata a termine di legge e ne e' vietata la riproduzione e la comunicazione a terzi anche parziale senza nostra autorizzazione scritta.

Arzano

ELCO S.r.l.

PROPRIETA':

PROGETTISTA:

Tel.: 0771-730334 Fax.:0771-728453 VIA GIACOMO MATTEOTTIN°82 04020 ITRI (LT)

e-mail: [email protected]

IL DIRETTORE TECNICO:ing. Antonino Arzano

Identificativo Pratica File

gennaio 2018

Consulente:

Consorzio per lo sviluppo industriale

Frosinone

00 dicembre 2017Prima Emissione Mancini Arzano Di MascoloArzano

Integrazione al

Prot.2 del 02.01.2018

Mancini Arzano Di Mascolo02 ArzanoIntegrazione alla prat.06/02/2018

Relazione

VARIANTE PER CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO EX AREAPERMAFLEX

ad integrazione e sostituzione di quanto precedentemente presentatoin data 02 gennaio e successiva integrazione del 29 gennaio 2018

agosto 2018

agosto 2018

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Sommario

1. OBIETTIVI E MOTIVAZIONI ....................................................................................... 2

2. STATO DI CONSISTENZA ATTUALE ........................................................................ 4

3. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT)..................................................... 6

4. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT) ASI FROSINONE - VARIANTE

DI DESTINAZIONE D’USO .................................................................................................. 7

5. COERENZA CON OBIETTIVI E INDIRIZZI DEGLI STRUMENTI DI

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE .................................................................................. 15

2.1 Compatibilità rispetto alla pianificazione regionale..................................................... 15

2.2 Compatibilità rispetto alla pianificazione provinciale ................................................. 16

6. CONCLUSIONI ............................................................................................................. 18

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1. OBIETTIVI E MOTIVAZIONI

La presente Variante per Cambio di Destinazione d’uso dell’Area Ex Permaflex al P.T.R

(Piano Territoriale Regolatore) - A.S.I. Frosinone deriva dalla necessità/opportunità di

attivare un processo di riqualificazione e valorizzazione dell’area oggi dismessa ed in stato

di degrado. Tale azione risulta coerente con le scelte strategiche già in atto sul territorio che

derivano anche dalla programmazione di area vasta, che vedono, nella programmazione

provinciale, il ri-disegno dell’area industriale con la previsione di servizi e, per l’area in

questione, un riuso per funzioni di grande distribuzione di tipo commerciale (vedi PTPG

Provincia di Frosinone). Il P.R.T. -ASI Frosinone (Piano Regolatore Territoriale dell’area

ASI) stesso prevede, all’interno delle funzioni insediabili, tra le attività economiche

produttive connesse alle Zone per Servizi, elencate alla lett. b) dell’art. 8 e disciplinate

dall’art. 17 (“Zone a destinazione Servizi”), le attrezzature commerciali. La presente

variante, quindi, si prefigge di effettuare esclusivamente un cambio di destinazione d’uso per

l’area Ex-Permaflex all’interno di funzioni già previste dalla normativa di Piano (N.T.A. -

Norme Tecniche di Attuazione) assegnando all’area la normativa tecnica specifica normata

dall’Art. 17 - Zone a destinazione Servizi delle N.T.A. anziche l’attuale disciplina dettata

dall’Art. 16 - Zone a destinazione Produttiva delle N.T.A. nella quale l’area attualmente

ricade.

La normativa di Piano prevede esplicitamente tale possibilità. Infatti, all’Art. 18 - Recupero

stabilimenti dismessi - Industrie a schiera - Incubatori, in riferimento al “Recupero

Stabilimenti dismessi…”, prevede, che “Nel caso in cui il manufatto risulti dismesso da oltre

5 (cinque) anni, potranno essere attivate iniziative pubbliche o private per il recupero del

sito con le forme e modalità previste nelle Zone a destinazione Servizi, previa certificazione

di dismissione da regolamentarsi successivamente”. Il sito in questione risulta pienamente in

linea con quanto citato dall’Art. 18 in quanto risulta dismesso da oltre 5 (cinque) anni.

Allo stato attuale nell’area insistono edifici a destinazione industriale (ex Permaflex)

dismessi ed in stato di avanzato degrato che conferiscono all’area, ma anche al territorio

contermine, condizioni di degrado ed abbandono.

L’approccio all’ambito dell’area industriale dismessa considera lo stabilimento, oggi

inattivo, nella sua potenzialità di sub-sistema nel territorio di Frosinone in virtù delle

relazioni che la riqualificazione possibile attraverso la presente proposta, sarà capace di

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innescare. L’area presenta forti relazioni fisiche con il territorio, costituendo una sorta di

cerniera tra l’infrastruttura autostradale e la rimanente parte del territorio comunale e

comprensoriale. L’iniziativa di variante si pone come risposta ad esigenze di carattere

urbano e di riconnessione del territorio; può rappresentare il tassello iniziale per il recupero

urbanistico di un vuoto urbano posto in contesto rappresentante una “porta di accesso” alla

città. Proprio la localizzazione dell’area spinge a ripensare le funzioni insediabili, forse non

più idonee, quelle tipicamente “industriali”, ad essere insediate in un ambito ormai

tipicamente urbano.

Il cambio di destinazione d’uso, all’interno degli usi compatibili con la normativa di P.T.R. ,

accompagna le trasformazioni che il modello di assetto insediativo del territorio ha subito

negli anni e può essere letto come la proiezione sul modello storico degli effetti di successivi

percorsi di sviluppo. In corrispondenza dell’evolversi dei percorsi di sviluppo, è possibile

richiamare sinteticamente le linee di trasformazione del sistema insediativo e del territorio

nel suo complesso. Nella fase preindustriale fino agli anni ’60 l’assetto insediativo conserva

pressoché integri i suoi caratteri fondativi; policentrismo e diffusione della casa sparsa

mantengono il loro equilibrio di rapporti. Si verifica una prima polarizzazione residenziale e

di servizi su Frosinone. Nella fase dell’industrializzazione le trasformazioni sono assai

rilevanti. La realizzazione dell’autostrada A2 e del nucleo industriale di Frosinone,

polarizzano l’urbanizzazione verso i centri maggiori lungo la via Casilina, si formano le

periferie urbane a valle dei nuclei storici e verso i nodi infrastrutturali. Negli anni ’70,

l’articolazione del consorzio in 5 nuclei industriali nelle valli del Sacco e del Liri (Piano ASI

’68-’71) ridistribuisce più equilibratamente i luoghi dello sviluppo e la conseguente crescita

insediativa. Questa, determina l’espansione dei centri maggiori lungo la viabilità di

collegamento territoriale, favorisce la tendenza alla continuità insediativa tra gli stessi e

all’insediamento in estese aree agricole periurbane. Lo sviluppo urbano verso la valle del

Sacco, avvenuto principalmente con lo sviluppo dell’area ASI, ha portato questo sub-sistema

urbano ad avere un’immagine di un’area urbana, seppur non ancora matura.

In tal senso, gli indirizzi programmatici dati dal PTPG mirano ad una riorganizzazione

funzionale e spaziale dell’area, prevedendo due sistemi paralleli ed interconnessi. In tale

riorganizzazione (vedi successiva analisi di coerenza con le indicazioni del PTPG) spaziale e

funzionale, l’area ex Permaflex, viene considerata come “Nucleo minore” suscettibile “al

riuso per funzioni di grande distribuzione”.

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La proposta, in coerenza ed attuazione delle scelte strutturali della pianificazione provinciale

(PTPG) si pone una molteplicità di obiettivi:

a) Previsione di una pluralità di destinazioni e di funzioni, comprese quelle inerenti

infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, alla riqualificazione ambientale

naturalistica e paesaggistica;

b) Compresenza di tipologie e modalità di intervento integrate, anche con riferimento alla

realizzazione e al potenziamento delle opere di realizzazione primaria e secondaria.

Il perseguimento di tali obiettivi può essere ottenuto esclusivamente assegnando all’area in

oggetto la “destinazione d’uso” normata dall’Art. 17 delle N.T.A di piano.

2. STATO DI CONSISTENZA ATTUALE

L’area interessata dalla variante è distinta in catasto al Foglio 41 di Frosinone particelle 38 e

39,232,531,529,527,230

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Sull’area insistono i seguenti corpi di Fabbrica:

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I manufatti saranno oggetto di demolizione totale, e quindi non interessati dal cambio di

destinazione della presente variante.

Gli standards urbanistici ai sensi della L.1444/68 saranno localizzati in fase di presentazione

della progettazione definitiva.

3. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT)

I riferimenti normativi e la procedura per l’attuazione delle previsioni del PTR trovano il

loro fondamento nella normativa riguardante i Consorzi per le Aree ed i Nuclei di sviluppo

industriale (ASI); in particolare nella Legge del 29 luglio 1957 n. 634 “Legge di istituzione

della Cassa per il Mezzogiorno” art. 21, nel D.P.R. del 30 giugno 1967 n. 1523, che “vara” i

consorzi ASI, nella L.R. 29 maggio 1997 n°13 “Consorzi per le aree ed i nuclei di sviluppo

industriale”, in attuazione del D.P.R. 24 luglio 1977 n°616 ed, inoltre, nella L.R. 22

dicembre 1999 n° 38 e ss.mm.ii. “Norme sul governo del territorio”.

Secondo la richiamata L.R. 13/97 i Consorzi per le aree di sviluppo industriale (ASI) sono

enti pubblici economici costituiti per la promozione dell’industrializzazione e

dell’insediamento di attività produttive nelle aree comprese nel territorio di competenza.

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Ai Consorzi possono partecipare, con gli enti locali, enti, istituzioni e rappresentanze

pubbliche e private.

I Consorzi, nelle aree territoriali di competenza, provvedono:

- alla redazione dei Piani Territoriali Regolatori (PTR) delle aree e dei nuclei di

sviluppo industriale;

- all’acquisizione delle aree ed alla loro attrezzatura con le opere di urbanizzazione

necessarie;

- alla assegnazione delle aree del PTR alle imprese che esercitano attività produttive di

beni e servizi;

- alla realizzazione e gestione di infrastrutture per l’industria, porti, rustici industriali,

centri intermodali.

I PTR hanno valenza di Piani regionali di settore e come tali sono sottoposti alle

determinazioni di competenza nazionale ed alla compatibilità con la pianificazione generale

e di settore di competenza della Regione, mentre sono sovraordinati alla pianificazione

urbanistica degli enti locali (Province, Comuni, Comunità Montane).

Le opere e gli interventi previsti nei PTR sono considerate di pubblica utilità, indifferibili ed

urgenti e le aree e gli immobili necessari a realizzarli sono espropriati dai Consorzi con le

procedure della L. 865/71 e s.m.i.

4. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT) ASI FROSINONE -

VARIANTE DI DESTINAZIONE D’USO

Il Piano Territoriale Regolatore attualmente vigente dell’Area di Sviluppo Industriale di

Frosinone è quello conformato dalla Variante generale di adeguamento del piano originario

del 1973 e s.m., approvata dalla Regione Lazio con Delibera di Consiglio n°48 del

23.01.2008 e pubblicata sul BURL n°16 del 28.04.2008.

Il PTR è articolato in cinque Agglomerati Industriali (Anagni, Frosinone, Sora, Piedimonte

S.G.-Villa S.Lucia) e interessa il territorio di 34 comuni aderenti al Consorzio.

L’Agglomerato di Frosinone è formato da parte del territorio dei comuni di Frosinone,

Ferentino, Ceccano, Alatri, Morolo, Patrica, Supino; nello specifico la variante per

l’attuazione dell’Area Aeroportuale interessa parte dei territori di Frosinone e di Ferentino.

Nel caso di proposta di piano attuativo, la procedura di approvazione della proposta

progettuale, può essere come di seguito sintetizzata, tenendo anche conto di ulteriori

specifiche normative conseguenti al carattere complesso del PRT.

Le localizzazioni delle attività produttive e gli eventuali ampliamenti sono decisi

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discrezionalmente dagli organi competenti del Consorzio, tenendo conto delle esigenze

connesse all’attività, perseguendo il riequilibrio socioeconomico del territorio (art.12). Per

quanto concerne specificatamente la normativa relativa alla tutela ambientale e paesistica,

difesa del suolo, sicurezza antisismica, prevenzione incendi, norme antinfortunistiche ed

eliminazione delle barriere architettoniche, il PRT rinvia alle disposizioni vigenti (art.12).

Il piano ASI individua 5 aree di sviluppo, tra cui l’Agglomerato di Frosinone, in cui a

livello territoriale rientrano sia il comune di Frosinone che il comune di Ferentino.

Il PRT produce gli stessi effetti giuridici dei Piani Territoriali di Coordinamento.

Inoltre, nella redazione dei Piani regolatori generali Comunali, dei Programmi di

Fabbricazione, nonché dei Piani Particolareggiati esecutivi, i Comuni sono tenuti a recepire

e rispettare le previsioni e le prescrizioni del PRT ai sensi dell’art. 6 della legge 17 agosto

1942 (art.3 c.1) modificando i propri strumenti urbanistici vigenti.

Le previsioni del PRT vengono attuate dagli strumenti normativi per disciplinare

l’acquisizione, l’assegnazione e l’uso delle aree interne agli Agglomerati e delle aree di

pertinenza, nonché per realizzare e gestire le infrastrutture, gli impianti e le opere di

urbanizzazione (art.5 c.1).

A livello di attuazione del PRT, il consorzio per l’ASI di Frosinone può provvedere

(art.8 c.1) alla formazione ed approvazione di piani attuativi relativamente ai punti

specificati dagli artt. 19, 20, 22 (zone per servizi, zone a destinazione mista, zone verdi di

rispetto). Anche i privati possono predisporre a loro spese piani attuativi da proporre

al Consorzio (art. 8. c.2). I piani approvati dal Consorzio vengono trasmessi alle

Amministrazioni locali interessate affinché provvedano al rispetto degli stessi (art.8 c.3).

Gli interventi previsti dai piani attuativi, si realizzano attraverso la seguente procedura:

1. assegnazione dell’area alla Società richiedente (nel caso in esame il proponente

risulta già proprietario);

2. presentazione al Consorzio A.S.I., del piano/progetto dell’intervento e richiesta di

autorizzazione ai sensi dell’art. 6 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.T.;

3. rilascio, da parte del Presidente del Consorzio A.S.I., dell’autorizzazione a

realizzare le opere e stipula della prevista convenzione;

4. concessione o concessioni edilizie rilasciate dal Sindaco del Comune nel cui

ambito territoriale ricade l’intervento.

L’area interessata dalla proposta progettuale, ricade all’interno del citato PTR. L’area

interessata dall’intervento risulta classificata come Zona a destinazione produttiva, normata

dall’art. 16. (per mero errore grafico le particelle 232,531,529,527,230, non risultano

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campite nello Stralcio PTR ASI approvato 2008) pertanto si riporta l’estratto del PTR ASI

approvato 1990

Stralcio PTR ASI approvato 2008

Stralcio PTR ASI approvato 1990

Si riportano di seguito le relative norme.

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Art.16 Zone a destinazione Produttiva

All'interno di detta Zona possono insediarsi le attività elencate nel precedente art.8 nella

voce Zone Produttive con i relativi stabilimenti industriali ed artigianali, i rispettivi uffici,

impianti, infrastrutture interne , magazzini, locali per i servizi del personale, aree per la

sosta e manovra di autoveicoli, strade, verde, impianti sportivi e ricreativi limitati alle

esigenze delle maestranze delle singole unita produttive, locali per l'esposizione e vendita

dei prodotti dell'azienda anche se provenienti da filiali esterne all'agglomerato industriale,

purché facenti parte di un unico processo produttivo.

Sono altresì consentiti spacci aziendali, gestiti dalla società titolare della Assegnazione del

Consorzio, nella misura massima di superficie di vendita di 70 mq, accessibili solo

dall'interno dell'area di proprietà e per uso esclusivo delle maestranze dipendenti della

azienda.

Le costruzioni debbono rispettare i seguenti indici come definiti al precedente art.12:

S.A. min = 2.500 mq

I. C. max = 0,50 mq/mq

I.C.min = 0,20 mq/mq

Hmax = 15 ml

D.C. min = H/2 con un minimo di 5 ml

D.S.min= = 10 ml su strade inferiori a 7 ml

= 15 ml su strade di sezione compresa tra 7 e 15 ml

= 20 ml su strade di sezione superiore a 15 ml

D.E min = = 10 ml

D.Ab min =20 ml

Vp > 10% di S.C.

Sono consentite maggiori altezze esclusivamente per le parti di edifici destinate ad

accogliere impianti tecnologici e silos di stoccaggio; in tal caso il Consorzio valuta di volta

in volta la congruità delle richieste in relazione a documentate esigenze produttive. Il

numero massimo dei piani fuori terra dei carpi di fabbrica destinati ad uffici, sia isolati che

accorpati all'edificio destinato alla produzione, non può essere superiore a tre con una

altezza massima tra calpestio ed intradosso di 3,70 ml.

All'interno di ogni Superficie Assegnata debbono essere previsti parcheggi in misura tale

che la superficie dei posti auto -esclusa la viabilità interna e gli spazi interni di manovra

non sia inferiore al 10% della Superficie Fondiaria.

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Con l'atto di assegnazione o con successiva Determinazione Presidenziale, il Consorzio

può, per motivazioni tecniche logistiche, stabilire ulteriori prescrizioni e limitazioni nell'uso

della S.A. rispetto alle presenti norme.

Nel caso che della Superficie Assegnata facciano parte porzioni delle fasce di rispetto della

viabilità e delle infrastrutture, gli edifici industriali non possono comunque insistere sulle

predette fasce e la linea che separa la Superficie Assegnata dalla fascia di rispetto deve

essere presa come riferimento per il rispetto dei Distacchi.

E' ammessa, altresì, la costruzione di abitazioni per il titolare dell'azienda o

amministratore ed il custode fino ad un massimo di 300 mq di superficie lorda di piano per

ogni insediamento produttivo; in ogni caso la superficie lorda di piano della parte

residenziale non deve superare il 15% della superficie coperta per uso produttivo.

Le recinzioni, di norma, debbono essere poste sul confine di proprietà, salvo le particolari

disposizioni che il Consorzio può impartire di volta in volta nei casi riguardanti le fasce di

rispetto della viabilità e/o delle infrastrutture consortili.

Le recinzioni debbono avere una altezza non superiore ai 3,00 ml e possono essere

costituite di muratura o pannelli opachi solo per una altezza non superiore ai 2,00 ml.

I locali accessori quali:

• cabine elettriche;

• cabine di decompressione del gas;

• manufatti per I' installazione di contatori;

• misuratori e simili;

• tettoie aperte per parcheggio

possono essere realizzati anche in aderenza alla linea di confine, purché nel rispetto delle

prescrizioni del Codice Civile a salvaguardia dei diritti dei confinanti.

Zona Produttiva Intensiva- Piani Insediamenti Produttivi

All'interno della zona sono altresì previste alcune sotto-zone denominate: Zona Produttiva

Intensiva, ove possono insediarsi industrie a schiera e/o incubatori di aziende per

l'allocazione di attività produttive come elencate all'art.8 Zone Produttive.

Nelle Zone Produttive Intensive restano confermati gli indici come sopra indicati ad

eccezione dell'Indice di Copertura massimo (I.C.max) che e assunto pari 0,70 mq/mq.

L'attivazione delle Zone Produttive Intensive e subordinata alla redazione di un Piano

Particolareggiato Attuativo, da redigersi a cura del Consorzio o su istanza motivata del

privata, d'intesa con il Comune, tramite lo strumento dell'Accordo di programma, sul cui

territorio e individuata detta Zona, con il fine di definire la tipologia insediativa, le

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infrastrutture interne di servizio alle aziende, i servizi comuni alle aziende insediabili e

l'unita edilizia che il Consorzio potrà assegnare alla singola azienda.

Oltre le sotto-zone produttive intensive, già individuate nelle planimetrie di zonizzazione, il

Consorzio, con Deliberazione del Consiglio di Amministrazione, per future esigenze di

insediamenti intensivi, potrà individuare altre Zone Produttive Intensive interne agli

Agglomerati cui applicare la norma e procedura dei precedenti commi per la redazione dei

P.I.P. (Piani Insediamenti Produttivi).

Le procedure per I 'individuazione delle sotto-zone produttive intensive, non ancora

individuate nelle tavole di zonizzazione, dovranno seguire le procedure di cui alla L.R. 36

del 02/07/1987 art. 1

Nel caso specifico, il lotto interessato dalla proposta di intervento, risulta essere un sito

industriale dismesso da oltre 5 (cinque) anni.

In tale ipotesi trova applicazione l’ultimo comma dell’art. 18 - Recupero stabilimenti

dismessi- Industrie a schiera – Incubatori.

Il citato comma recita:

Nel caso in cui il manufatto risulti dismesso da oltre 5 (cinque) anni, potranno essere

attivate iniziative pubbliche o private per il recupero del sito con le forme e modalità

previste nelle Zone a destinazione Servizi(Art. 17), previa certificazione di dismissione da

regolamentarsi successivamente

Come precedentemente detto, per l’area in oggetto, in coerenza con la disciplina di Piano, è

previsto il cambio di destinazione d’uso: da Zone a destinazione Produttiva (Art.16 delle

N.T.A.) a Zone a destinazione Servizi (Art. 17 delle N.T.A.).

Si riporta nel seguito, in maniera integrale, l’Art. 17 delle N.T.A. che costituirà la disciplina

d’uso dell’area a seguito della Variante di destinazione d’uso in oggetto.

Art.17 Zone a destinazione Servizi

Le Zone per Servizi, previste nel PTR, articolate in più aree localizzate nell'ambito dei

cinque Agglomerati Industriali, sono destinate a consentire la realizzazione delle attività di

cui all' art. 8 -Zone Per Servizi.

L'assetto delle singole Zone Per Servizi, deve essere definito mediante un Piano

Particolareggiato Attuativo del PTR da redigersi a cura del Consorzio o su proposta dei

privati, d'intesa con il Comune, tramite lo strumento dell' Accardo di Programma, sui cui

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territorio e individuata detta Zona.

II Regolamento Edilizio disciplinerà la tipologia dei Servizi, i pesi urbanistici di ciascuna

tipologia e le modalità operative per dare attuazione alle Zone Servizi.

I parametri urbanistici ed edilizi da rispettare nella realizzazione del Piano

Particolareggiato sono i seguenti:

I.E.F.max = 2,00 mc/mq

I.U.F. max = 0,50 mq/mq

Hmax = 15 ml

D.C. min = H/2 con minima 5 ml

D.S. min = 10 ml su strade inferiori a 7 ml

15 ml su strade di sezione compresa tra 7 e 15 ml

20 ml su strade di sezione superiore ai 15 ml

D.E. min = 10 ml

D Ab. min = 20 ml

Vp > 10% di S.C.

Nella formazione dei Piani Particolareggiati debbono essere rispettati gli standard

urbanistici in tema di parcheggi pubblici e privati, unitamente a! verde pubblico e privato.

Devono inoltre essere individuati volumi non inferiori a! 20% dell'intera volumetria che si

intende realizzare, per attività direzionali collegate alla produzione.

In attesa del PUOC la zona viene regolata dalla seguente norma transitoria:

- le attività produttive insediate regolarmente sono disciplinate dalle presenti norme e per

esse trova applicazione l'art. 16 Zone a destinazione produttive;

- per le attività di servizio e le residenze, insediate regolarmente, fermo restando la

destinazione d'uso esercitata, sono consentiti interventi di straordinaria manutenzione, di

ristrutturazione ed ampliamento nei limiti del 20% della cubatura esistente. Dovranno

comunque essere verificati e garantiti gli standard minimi in tema di parcheggi e verde

Ai sensi dell’art. 8 delle NTA, recante “Attività economiche produttive previste negli

Agglomerati”, all’interno del PTR ASI sono ammesse, secondo la classificazione ATECO 91

elaborata dall’ISTAT, in relazione alle Zone per Servizi le seguenti attività:

“b) Attività economiche produttive per ZONE PER SERVIZI (disciplinate dall'art. 17). Le

zone per servizi, previste nel PTR, sono articolate in più aree localizzate nell'ambito dei

cinque Agglomerati e sono destinate a consentire la realizzazione delle attrezzature

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collettive, sociali, direzionali, amministrative, autoportuali e di scambio intermodale,

commerciali, fieristiche, ricettive, ricreative e sportive a servizio degli Agglomerati stessi.

Inoltre, in via secondaria, per l'individuazione delle categorie di Servizi, può essere fatto

riferimento a quanto previsto nelle Categorie ATECO 91.”(Estratto Art. 8 NTA).

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5. COERENZA CON OBIETTIVI E INDIRIZZI DEGLI STRUMENTI DI

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

Relativamente agli obiettivi generali di Valorizzazione delle risorse posti alla base della

proposta di variante, si ritiene che gli stessi siano coerenti con gli obiettivi e le linee di

indirizzo definite degli strumenti di pianificazione territoriale. In particolare si evidenzia che:

2.1 Compatibilità rispetto alla pianificazione regionale

La Regione Lazio è dotata di Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) adottato

dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai

sensi dell'art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98.

Tale strumento, da una parte, fornisce un quadro conoscitivo dettagliato del territorio

regionale, dall’altra, definisce le scelte strategiche che devono guidare le azioni di tutti i

Comuni della regione affinché tutti perseguano i medesimi obiettivi.

Gli indirizzi e le direttive devono evidentemente essere recepite sia dai Piani Territoriali

Provinciali sia dai Piani Regolatori Generali.

Nel PTPR vengono individuati gli obiettivi di qualità paesaggistica che riguardano:

- mantenimento delle caratteristiche dei paesaggi;

- valori costitutivi;

- morfologie;

- tipologie architettoniche;

- tecniche e materiali costruttivi tradizionali;

- linee di sviluppo compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti senza

diminuire

- il pregio paesistico;

- salvaguardia delle aree agricole;

- riqualificazioni parti compromesse o degradate;

- recupero dei valori preesistenti;

- creazione di nuovi valori paesistici coerenti ed integrati.

Prima di tutto va detto che il progetto proposto, si pone in totale conformità alle disposizioni

del citato PTPR.

Sia la tavola A che la tavola B del PTPR, classifica l’area interessata dall’intervento

proposto, come:

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Paesaggio degli Insediamenti Urbani.

Tale classificazione risulta perfettamente compatibile con l’intervento proposto. Si rileva

inoltre che il lotto non risulta interessato da alcun tipo di vincolo.

Allo stesso tempo non si rilevano vincoli interessanti l’area all’interno dei Vigenti PTP,

approvati con la L.R. 24/98, ne dal Piano d’assetto Idrogeologico.

2.2 Compatibilità rispetto alla pianificazione provinciale

Lo strumento per la gestione della Pianificazione alla scala provinciale è il PTPG (Piano

Territoriale Provinciale Generale) che evidentemente, in continuità con le scelte e le

strategie predisposte del PTPR, guida la pianificazione relativa al territorio della provincia di

Frosinone.

Il Piano, così come adottato dal Consiglio Provinciale, tutela e promuove i caratteri ed i

valori del territorio provinciale e ne indirizza i processi di trasformazione e di sviluppo, in

coerenza con le direttive regionali e nei limiti del campo di interessi provinciali.

Gli ordini di obiettivi identificati a livello strategico sono i seguenti:

- valorizzazione diffusa dell’ambiente con requisiti di larga fruibilità sociale,

condizione per uno sviluppo sostenibile (sistema ambientale);

- riordino e qualificazione delle costruzioni insediative provinciali, fattore di identità

della comunità locale nella dimensione d’area vasta ed intercomunale, in cui si

presentano oggi (sistema insediativo morfologico e pianificazione urbanistica);

- modernizzazione e sviluppo dei sistemi funzionali provinciali e locali come offerta di

sedi alle nuove funzioni produttive, strategiche e di servizio, in condizioni

competitive, di integrazione ed accessibilità (sistema insediativi funzionale e

relazionale);

- efficienza del sistema di mobilità e del trasporto pubblico e maggiore

specializzazione delle reti e delle attrezzature nei livelli di relazione interprovinciale,

provinciale e dei bacini locali di mobilità (sistema della mobilità).

I contenuti del PTPG riguardano i compiti propri in materia di pianificazione e gestione del

territorio attribuiti alla Provincia dalla legislazione nazionale (L. 142/90 e successive

integrazioni), unitamente ai compiti provinciali previsti nella stessa materia della

legislazione regionale (L. 14/99 e successive integrazioni) ed agli adempimenti richiesti dalla

L.R. 38/99 norme sul governo del territorio e successive modifiche, dal Piano Territoriale

Regionale Generale (PTRG) dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) e dai piani

di settore regionali. Il piano inoltre ha valenza paesistico-ambientale ai sensi ed agli effetti

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della L.n°1497/39 e della L. 431/85, per quanto non previsto dai relativi strumenti regionali

vigenti e nei limiti del campo d’interessi provinciali.

L’elaborato TP1 è un elaborato Strutturale e rappresenta il:

Sistema ambientale - tutela ecologica e valorizzazione delle risorse naturalistiche;

costruzione della rete ecologica provinciale;

Sistema insediativo morfologico - riordino e qualificazione delle costruzioni

insediative provinciali, direttive per la pianificazione urbanistica;

Sistema insediativo funzionale - organizzazione e sviluppo dell’offerta delle sedi per

le funzioni centrali strategiche e di servizio d’interesse provinciale e per le funzioni

connesse al ciclo di produzione e distribuzione delle merci;

Sistema della mobilità - efficienza della rete infrastrutturale e dei sistemi di

trasporto.

L’analisi dell’elaborato evidenzia che l’area di Variante risulta individuata all’interno del

Sistema insediativo funzionale : organizzazione e sviluppo dell’offerta delle sedi per le

funzioni centrali strategiche e di servizio di interesse provinciale. Nelle Aree per la

localizzazione preferenziale di attività e servizi strategici, esistenti/di previsione, cittadelle

integrate per attività e servizi moderni. In particolare, l’area di Variante in oggetto, viene

individuata come area per Servizi alla grande distribuzione commerciale (SC).

Le NTA (Norme Tecniche di Attuazione) del PTPG all’Art. 65 forniscono le “Direttive

specifiche per gli ambiti di organizzazione integrata delle sedi di attività e servizi

strategici”. In merito alla AIS 4 - Frosinone il Modello organizzativo spaziale (punto b)

prevede due sistemi paralleli ed interconnessi. Il primo costituito da un gruppo di aree in

gran parte libere poste in contiguità con la città, poste lungo l’attuale via dei Monti Lepini

(SS 156) da riqualificare ed attrezzare come asse urbano. Il secondo formato da 4 gruppi di

aree industriali di previsione del PRT dell’ASI da destinare a servizi strategici. Tra gli Usi

da favorire (punto c) si specifica : “Nel secondo sistema i gruppi di aree sono destinate a

funzioni e servizi specializzati regional oriented prevalentemente connessi con il ciclo della

produzione e distribuzione delle merci. Essi comprendono (…) strutture per la grande

distribuzione commerciale(…). Nuclei minori sono costituiti dal riuso per funzioni di

grande distribuzione degli impianti ex Permaflex(…).

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Nell’ambito del citato PTPG, quindi, l’area oggetto dell’intervento rientra all’interno della

perimetrazione:

“Aree per la localizzazione preferenziale di attività e servizi strategici, esistenti/di

previsione, cittadelle integrate per attività e servizi moderni”.

All’interno di tale classificazione, l’Area Ex Permaflex risulta perimetrata come:

“SC: servizi alla grande distribuzione commerciale”

Secondo quanto detto, l’intervento in oggetto risulta pienamente compatibile, previsto ed

integrato nel disegno programmatico del Piano.

6. CONCLUSIONI

La presente Variante di destinazione d’uso prevede di effettuare esclusivamente un cambio

di destinazione d’uso per l’area Ex-Permaflex all’interno di funzioni già previste dalla

normativa di Piano (N.T.A. - Norme Tecniche di Attuazione) assegnando all’area la

normativa tecnica specifica normata dall’Art. 17 - Zone a destinazione Servizi delle N.T.A.

anziche l’attuale disciplina dettata dall’Art. 16 - Zone a destinazione Produttiva delle

N.T.A. nella quale l’area attualmente ricade. La normativa di Piano prevede esplicitamente

tale possibilità. Infatti, all’Art. 18 - Recupero stabilimenti dismessi - Industrie a schiera -

Incubatori, in riferimento al “Recupero Stabilimenti dismessi…”, prevede, che “Nel caso in

cui il manufatto risulti dismesso da oltre 5 (cinque) anni, potranno essere attivate iniziative

pubbliche o private per il recupero del sito con le forme e modalità previste nelle Zone a

destinazione Servizi, previa certificazione di dismissione da regolamentarsi

successivamente”. Il sito in questione risulta pienamente in linea con quanto citato dall’Art.

18 in quanto risulta dismesso da oltre 5 (cinque) anni.

L’analisi degli strumenti di pianificazione territoriale permette di definire l’area non gravata

da vincoli ostativi al cambio di destinazione d’uso ed anzi, questo, si pone il linea con gli

obiettivi strutturali del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di

Frosinone che, per l’Area Ex-Permaflex in questione, nell’elaborato TP1 di piano, prevede

una zonizzazione di tipo “SC: servizi alla grande distribuzione commerciale” .