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I COMUNE DI MODIJGNO PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CAPANNONE INDUSTRIALE IN VARIANTE AL P.R.G. EX ART.8 D.P.R. N.160/2010 Progettista: lng. Delio COTA c.f. CTO DLE 718051158 Tavola: Scala: ASL-RT Oggetto: Data: Giugno 2011 Agg.to: Agosto 2015 relazione tecnico-illustrativa

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I

COMUNE DI MODIJGNO

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE

DI UN CAPANNONE INDUSTRIALE

IN VARIANTE AL P.R.G. EX ART.8

D.P.R. N.160/2010

Progettista:

lng. Delio COTA c.f. CTO DLE 718051158

Tavola: Scala:

ASL-RT

Oggetto:

Data: Giugno 2011

Agg.to: Agosto 2015

relazione tecnico-illustrativa

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RELAZIONE TECNICO - ILLUSTRATIVA

OGGETTO: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN CAPANNONE INDUSTRIALE IN VARIANTE AL P.R.G. SECONDO IL DISPOSTO DELL'ART 8 DEL D.P.R. 16012010 (EX ART. 5 DEL D.P.R. 447198), IN MODUGNO ALLA VIA DELLE FRESIE - RIVISITAZIONE PER ADEGUAMENTO A PERIMETRAZIONI P.A.1. E P.P.T.R.

COMMITTENTE: CONSERVA LOGISTIC SOLUTIONS srl •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO

L' intervento proposto riguarda la realizzazione di un nuovo complesso industriale su suolo

attualmente tipizzato agricolo secondo il vigente P.R.G. e da ritipizzare produttivo in variante allo

strumento urbanistico secondo il disposto dell'art. 5 del D.P.R. 447/98, così come modificato dal

D.P.R. 440/00 e, da ultimo, dall'art. 8 del D.P.R. 160/2010.

In particolare, nella progettazione dell'intervento si è fatto riferimento al disposto della

deliberazione di G.R. n. 2000 del 27/ 11/2007, sostitutiva della D.G.R. n. 2226 del 23/12/2003,

pubblicata sul B.U.R.P. n. 4 del 09/01/2008, contenente gli indirizzi in materia urbanistica per le

procedure ex a11t. 2 e 5 del D.P.R. 447/98; considerato il lungo iter della pratica e la sopravvenuta

normativa (D.P.R. n. 160/2010 sostitutivo del D.P.R. 447/98), il nuovo riferimento è l' art. 8 del

citato decreto 160/2010, che disciplina gli interventi in variante al P.R.G., mentre a livello regionale

occorrerà considerare la Deliberazione G.R. 22 novembre 2011, n. 258 1 - "Indirizzi per

l'applicazione dell'art.8 del D.P.R. n. 16012010 - Regolamento per la semplificazione ed il riordino

della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive".

Il progetto, rivisitato rispetto alla versione originaria per l' adeguamento alle perimetrazioni

P.A.I., prevede la realizzazione di un capannone industriale della superficie di circa mq 12.970, su

suolo tipizzato agricolo e regolamentato dall'art. 14 delle N.T.A., per il quale come innanzi detto si

propone la ritipizzazione ad area produttiva di completamento di tipo D, disciplinata dall' art. 9

delle N.T.A. del P.R.G.; per l'adeguamento alla perimetrazione P.A.I., il progetto è in variante per

diminuzione rispetto a quello originariamente in atti con la pratica edilizia n. 115/07, che prevedeva

una Se pari a 14.579 mq.

Il suolo è già inficiato oggetto di intervento vi sono dei manufatti interessati da istanza di

condono edilizio n.871 /04, che hanno comportato la trasformazione definitiva dei suoli ad aree

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produttive, tant'è che attualmente vi ha sede il soggetto proponente la variante urbanistica, l'azienda

di trasporti "Conserva Logistic Solutions srl"; la pratica di condono riguarda i seguenti corpi di

fabbrica:

o Corpo "A", della superficie complessiva di circa mq 316,00, articolato su piano terra,

composto da n.2 unità abitative, aventi altezza netta di m 2,80, e un corpo uffici dell'altezza

netta di m 3,5, e piano interrato destinato a deposito;

o Corpo "B", tettoia metallica con copertura in lamiera grecata per ricovero merci, delle

dimensioni di m 20,00 x 30,00 e dell'altezza di m 5,00 (realizzata in difformità rispetto la

O.I.A. prot. 42192 del 27 /08/99 per diversa ubicazione);

o Corpo "C", composto da una stalla, della superficie di circa 70 mq e avente un'altezza

media di m 3,00, realizzata mediante muratura leggera, con struttura portante in ferro e

copertura in lamiera grecata, e da un canile realizzato chiusure perimetrali in orsogril e

copertura anch'essa in lamiera grecata,

o Corpo "O", camino, costruito con blocchetti di refrattario e copertura in tegole, ha una

superficie di circa 14,00 mq e un'altezza media di m 2,65.

Di questi corpi, a seguito della rivisitazione progettuale, rimarrà edificato solo il corpo "A",

oltre ad un ripetitore Omnitel regolarmente autorizzato.

Secondo la nuova tipizzazione prevista (art. 9 N.T.A. del P.R.G. vigente come da

Deliberazione Commissariale n. 50 del 08/01/2015), si è ipotizzato un indice di copertura del 50%,

al pari delle altre zone O, ampiamente rispettato così come gli altri parametri di P.R.G ..

La zona risulta già inficiata dalla presenza di numerose strutture industriali, alcune oggetto di

sanatoria, ed il tessuto edificato termina sino alla viabilità limitrofa a sud del lotto, parallela alla

S.P. 231; in particolare il contesto industriale che racchiude l' area è costituito a nord dalla zona

produttiva ASI, a sud dalla zona produttiva "O" comunale e a est dal capannone industriale ex

Forno D'Oro.

L' intervento presentato, classificabile come "realizzazione" secondo il disposto della D.G.R.

2581/2011 , seguirà come detto la procedura prevista dall'art. 8 del DPR 160/2010.

La proposta in questione è conforme al dettato della D.G.R. n. 2581/2011, in quanto rispetterà

le tassative condizioni previste dal punto 2, ossia:

l) lo strumento urbanistico deve essere caratterizzato dalla mancanza di aree da destinare

ali ' insediamento di impianti produttivi con classificazione di zona idonea al tipo di richiesta

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presentata; in alternativa, le aree previste dal medesimo strumento urbanistico devono risultare

insufficienti in relazione al progetto presentato;

2) la indizione della conferenza deve essere oggetto di pubblico avviso al fine di garantire il

diritto di intervento a coloro che potrebbero avere un pregiudizio dalla realizzazione dell'intervento.

Per quanto concerne il primo punto, si precisa che l'insufficienza è stata ratificata, oltre che

dal R.D.P., anche da perizia giurata del progettista e da attestazione del consorzio A.S.I. di Bari.

Si evidenzia, difatti, che non esistono aree libere delle stesse caratteristiche dimensionali e

qualitative. Il cambiamento della tipizzazione non avrà rilevante ripercussione sul contesto

urbanistico esistente, considerata come detto la localizzazione dell ' area prossima al tessuto edificato

e ad altre realtà produttive; a proposito, si è garantita la cessione delle aree a standards ex art. 5

D.M. 1444/68, nella misura minima del 10%, da destinare ad attività di interesse pubblico, quali

aree a verde pubblico e parcheggi , come descritte nell'elaborato tecnico allegato.

L'area interessata dalla variante, individuata nel N.C.T. del Comune di Modugno al foglio 11

particelle nn. 941-506-507 e foglio 14 ptcc. 1401-1404-238-239, ha superficie complessiva pari a

circa 39.062 mq, al netto di viabilità e standards ex art. 5 D.M. n. 1444/68, ed è localizzata su via

delle Fresie a nord-ovest dell'abitato di Modugno.

Da essa si sono detratte l'area per la viabilità di accesso al lotto dalla suddetta complanare e le

aree a standards, entrambe oggetto di cessione gratuita.

La zona risulta già inficiata dalla presenza di numerose strutture industriali, alcune oggetto di

sanatoria, ed il tessuto edificato termina sino alla viabilità limitrofa a sud del lotto, parallela alla

S.P. 231; in particolare il contesto industriale che racchiude l'area è costituito a nord dalla zona

produttiva ASI, a sud dalla zona produttiva "D" comunale e a est dal capannone industriale ex

Forno D'Oro.

Riguardo la presenza di eventuali vincoli territoriali esistenti, si sottolinea che l'area in

questione, secondo il P.U.T.T./P approvato definitivamente con D.G.R. n. 1748/2000 (B.U.R.P. n. 8

suppi. del 17/01/2002) ricade in ambiti territoriali estesi (A.T.E.) di tipo "E", secondo la definizione

data dalle relative N.T.A. al punto 1.5 dell'art. 2.01 , per cui non è direttamente dichiarabile un

vincolo paesaggistico; né tantomeno la stessa area risulta nell'elenco dell ' idrologia superficiale di

cui al citato P.U.T.T./P.

Si precisa, nel merito, che con i primi adempimenti al P.U.T.T./P, di cui all'art. 5.05 delle

N.T.A., approvati con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 del 30/05/2005, il comune ha

perimetrato in maniera diversa dal P.U.T.T./P i limiti della lama zona industriale (n. 591) negli

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Ambiti Territoriali Distinti (A.T.D.) del sistema geologico, geomorfologico e idrogeologico (vedasi

tav. 1 primi adempimenti) e di conseguenza ha inserito tale vincolo nella tavola 6 (Ambiti

Territoriali Estesi, A.T.E.) e nella tav. 12 (aree tutelate dal P.U.T.T./P), tipizzando l'area in

questione tra quelle annesse alla lama; ciò in difformità da quanto sancito dallo stesso art. 5.05 delle

N.T.A. del P.U.T.T., secondo cui le perimetrazioni andavano semplicemente adeguate alle

situazioni di fatto documentate dalla cartografia comunale in scala più adeguata. Difatti, a seguito

dei rilievi e chiarimenti richiesti dalla Regione Puglia di cui alla nota S.U.R. n. 5568 del

28/06/2006, il comune ha inoltrato con nota prot. 13862 del 10/03/2008 elaborati corretti (tavv. 6A

e l 2A) sostitutivi dei precedenti, dai quali emerge che il territorio in questione è correttamente e

coerentemente col P.U.T.T./P tipizzato come area non vincolata (E). In merito alla permanenza

della campitura come area annessa nella tav. 1 (A.T.D.), si sottolinea che la validità di tale vincolo e

il conseguente aggiornamento della normativa di tutela, è demandata alla fase, non avvenuta, di

"adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano" di cui all'art. 5.06 delle N.T.A. e quindi non a

quella di cui all'art. 5.05.

Per quanto concerne il PPTR, approvato nel febbraio 2015, si evidenzia che l ' area ricade

parzialmente nell'area vincolata come "reticolo idrografico della connessione della R.E.R. 11., e

pertanto è stata predisposta istanza per parere di compatibilità paesaggistica ex art. 96.1/lett. c)

NT A PPTR. In particolare, per quanto concerne l'art. 3 7 delle NT A, occorrerà garantire gli obiettivi

di qualità e le normative d'uso di cui all'elaborato 5 - sezione C2 delle schede degli ambiti

paesaggistici (nella fattispecie: Ambito 5 - Puglia Centrale).

Al fine di eliminare anche ogni minima interferenza verso la componente paesaggio, si è

risagomato il capannone, in maniera da eliminare la modesta porzione dello stesso ricadente in area

vincolata dal PPTR.

Nella fattispecie, il tipo d'intervento non va ad inficiare le aree a pericolosità idraulica di cui

alla vigente perimetrazione P AI, prevede la rimozione dei corpi di fabbrica abusivi e la

realizzazione di un corpo di fabbrica (capannone) in linea con l'attuale contesto paesaggistico,

nonché il rispetto delle suddette prescrizioni, come di seguito descritto, per cui si può ritenere che

l'intervento proposto sia rispettoso della normativa paesaggistica circa gli indirizzi e le direttive di

cui alla sezione C2 della scheda d'ambito 5, ed in particolare riguarda la sottosezione Al (struttura e

componenti idro geo-morfologiche), non verrà alterata l'efficienza del reticolo idrografico; anche in

virtu delle prescrizioni dell ' ABD, è previsto:

• l'utilizzo di pavimenti esterni drenanti;

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• Utilizzo di materiali locali (pietra per i rivestimenti, muretti a secco, ecc.);

•Contribuzione della vegetazione fra spazi aperti ;

Per quanto concerne il rispetto della disciplina di sicurezza sul lavoro, sanitaria e VV.F. si

allegano i progetti di variante rispetto ai pareri favorevoli già ottenuti da ASL, SPESAL, VVF.

Per quanto concerne le opere di urbanizzazione primaria, si precisa che, a seguito di

sopralluogo di tecnici AQP, si è verificata la impossibilità di collegarsi alla rete fognante cittadina

per via del dislivello tra il suolo in questione e il più vicino allaccio.

Si è pertanto ritenuto opportuno progettare, come per la quasi totalità delle limitrofe aree

produttive, un impianto di trattamento con Imhoff e vasca di tenuta, monetizzando quindi la restante

parte di oneri di urbanizzazione rispetto il parcheggio a cedersi, anziché realizzare un impianto di

sollevamento reflui, costoso e di irrilevante interesse pubblico.

Per quanto concerne la dotazione di aree a parcheggio, si è tenuto conto di quanto disposto

dalle vigenti norme di cui all'art. 6 N.T.A., di cui alla delibera commissariale n. 50/2015.

La struttura portante sarà del tipo prefabbricata con pilastri e coperture in c.a.p., con

fondazioni isolate mediante plinti o travi di fondazione.

La impermeabilizzazione avverrà mediante lastre ondulate in fibrocemento per la zona

capannone e con massetto in cls cellulare e guaina bituminosa per la zona uffici.

Verranno demoliti i preesistenti corpi di fabbrica, ad eccezione del corpo uffici. Nel nuovo

capannone sarà ricavato un altro corpo uffici, realizzato in opera con struttura in e.a. e solai latero­

cementizi, idonei per i sovraccarichi previsti.

I tamponamenti del capannone saranno costituiti da pannelli in c.a.p. di tipo orizzontale.

Le tramezzature interne saranno realizzate con mattoni forati, intonacate e verniciate.

La pavimentazione interna del capannone sarà del tipo industriale, ad eccezione di quella dei

servizi ed uffici in gres porcellanato; per gli esterni, ad eccezione di qualche zona a verde con

essenze arboree e isole piantumate a "macchia mediterranea", sarà adoperato binder e tappetino in

asfalto su sottostante strato di stabilizzato compattato.

L'impianto fognante sarà realizzato con tubazioni in PVC, con le acque di scarico che saranno

convogliate attraverso condutture alla fossa Imhoff (di seguito meglio descritto; l'impianto idrico

sarà realizzato con tubazioni in polipropilene, coibentate per l'acqua calda.

L'impianto termico sarà realizzato con tubazioni in rame opportunamente coibentate (nel

rispetto della L.10/91, D.Lgs. 192/05 e s.m.i.).

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L'intera area sarà dotata d'impianto di illuminazione esterna costituito da pali stradali in

acciaio verniciato (h=8 m) per armature stagne con lampade a vapori di sodio (a.p.) da 400W per le

aree a parcheggio, e da corpi illuminanti per esterni su paline di altezza h=3,00 per le aree a verde;

entrambi i sistemi di illuminazione saranno comandati da interruttori crepuscolari.

Si precisa che l'area oggetto di intervento è già servita dalla rete elettrica e telefonica, vista

l'attuale presenza delle unità immobiliari esistenti e del traliccio OMNITEL.

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RELAZIONE SUL RISPETTO DEI REQUISITI IGIENICO-SANITARI

PREVEDIBILI FATTORI DI NOCIVITÀ E RELATIVI INTERVENTI DI PREVENZIONE PER LA

SICUREZZA DEI LAVORATORI:

Considerata la tipologia della attività aziendali a svolgersi, si può tranquillamente affermare

che non esistono fattori di nocività per l'ambiente circostante e per i lavoratori impiegati.

Secondo il D.M. 01/03/91 e successive modifiche e integrazioni, si fa presente che

l' intervento verrà effettuato in zona periferica dell'abitato, attualmente tipizzato agricolo secondo il

vigente P.R.G. e da ritipizzare produttivo in variante allo strumento urbanistico secondo il disposto

dell ' art. 8 del D.P.R. 160/2010.

In particolare, per garantire idonei requisiti di salubrità degli ambienti, verranno adottati tutti

gli accorgimenti previsti dalle attuali normative (D. L.vo 81 /08, etc.). I pavimenti della zona

lavorazione, realizzati con pavimento industriale, verranno protetti con trattamento antiolio e

antipolvere, mentre quelli delle zone uffici saranno in gres ceramico di prima scelta; i pavimenti e

rivestimenti di bagni e servizi saranno realizzati mediante piastrelle in gres, mentre le restanti zone

saranno intonacate e dipinte con idropittura traspirante.

VERIFICA PRESCRIZIONI DI CUI AL D.L. VO 81/08

Considerata la superficie a disposizione, saranno garantiti spazi e percorsi comodi fruibili per

i lavoratori, in maniera tale da non avere zone di interferenza tra pedoni e automezzi.

Tali percorsi saranno chiaramente delimitati, così come verrà evidenziata con apposita

segnaletica di emergenza la via di fuga, nonché sarà garantita l' illuminazione di emergenza in caso

di avaria; saranno garantiti sia i passaggi, sia il numero di uscite e la loro larghezza (2". 90 cm).

Sarà assicurata idonea illuminazione degli ambienti di lavoro, sia con luce naturale che

artificiale, e la presenza dello spogliatoio e dei servizi che comprendono gabinetti, lavabi e docce.

Risulta verificato il rispetto dei parametri aeroilluminanti degli ambienti (Spf fin > 1/8 spf in

pianta).

I servizi, ubicati al piano terra, dotati di areazione naturale e/o forzata, risultano idonei visto il

numero degli addetti stabilmente operanti nell'opificio, che si presume saranno tra le 15 e le 20

unità.

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Saranno realizzati bagni al piano primo a servizio degli uffici, dotati di aerazione naturale e

forzata.

La zona uffici sarà dotata di impianto di riscaldamento e condizionamento, in maniera tale da

garantire per la stagione fredda una temperatura interna pari a 20° C e per la stagione estiva una

temperatura interna dell'ordine di 26-28° e, da ottenersi mediante termoconvettori alimentate, a

seconda delle stagioni, da caldaia a gas o da macchina refrigerante. Nel capannone non saranno

installati impianti di riscaldamento/condizionamento.

SMALTIMENTO DELLE ACQUE METEORICHE E DELLE ACQUE NERE:

L'opificio a realizzarsi ricade sul suolo con ingresso da via delle Fresie, in zona non dotata

delle reti di smaltimento di fogna bianca e nera.

Acque meteoriche

1. Descrizione dell' intervento

L'intervento di che trattasi consiste nella realizzazione di n°2 impianti di trattamento e

dispersione in continuo (Art.5 comm. 2 R.R. 9 dicembre 2013, n. 26) delle acque meteoriche di

dilavamento dell'insediamento in oggetto.

Lo smaltimento delle acque meteoriche 1v1 trattate avverrà negli strati superficiali del

sottosuolo mediante pozzi assorbenti soprafalda.

Il riutilizzo previsto dal R.R. verrà eseguito convogliando le acque provenienti dalla copertura

· del capannone (a farsi) in una vasca interrata a tenuta al fine di essere adoperate per l' irrigazione

delle aree a verde e per uso interno all'azienda.

2. Descrizione dei luoghi

Il lotto in oggetto, ad uso deposito con annessi uffici, ha una superficie complessiva dilavante

di 39000 mq di cui:

Questa superficie è stata suddivisa, per motivi di pendenze, in due aree:

- Area I: superficie dilavante di smaltimento 25000 mq;

- Area 2: superficie dilavante 14000 mq.

Secondo le descrizioni dell 'attività svolta e vista la autocertificazione prodotta dal

committente in allegato alla pratica di autorizzazione allo smaltimento delle acque meteoriche, nel

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sito non si prevede la movimentazione di sostanze pericolose di cui alle Tabelle 3A e 5 dell' All.5 al

D.Lgs. n.152/06.

Da un punto di vista plano-altimetrico il lotto è sistemato in due aree scoperte impermeabili,

si veda l'allegata planimetria, in modo tale che le acque meteoriche dilavanti su di esso vengano

convogliate agli impianti di trattamento in continuo, ivi previsti ed opportunamente dimensionati,

ove saranno sottoposte a trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione.

3. Fonti di Inquinamento

L'inquinamento delle acque meteoriche, trae origine dai polluenti atmosferici, dai contributi

terrestri e dal ruscellamento. Quello medio, apportato dall'inquinamento atmosferico, è di circa il 25

%. L'ulteriore apporto al suolo (75%) è legato al traffico veicolare (absesto, rame, cromo, piombo,

nichel e fosforo), ai rifiuti solidi e liquidi che si raccolgono sulle superfici scoperte e sulla viabilità,

all' eventuale spargimento di sale (NaCl) nei periodi invernali, alle perdite di grasso minerale ed

idrocarburi dagli autoveicoli ed all'usura .della gomma dei pneumatici; inoltre vanno aggiunti gli

escrementi degli animali, i frammenti di vegetazione e la polvere delle strade (vedi Tabella 1 ).

TABELLA I -A11dame11to dei parametri caratteristici, i11 campio11i d'acqua piovana -

Parametri I Valore J Valore I V~l?re

1

Valore

I medio medio m1mmo massimo _j

invernale _ estivo

pH --·- J 6,18 I 6,14 J 5,04 I 6,90 J Conducibilità (µS·cm·1 a 18 °C) _J 92,33 I 65,02 I 26,7

- I 280 j Durezza (°F) _J __ 2,93 I 2,21 J 1,4 I 5

--BOD5 (mg!L) J_ 1,46 _J 1,04 I 0,45 _J_ 4,45

---COD(mg!L) 9,36 __ J 6,64 j_ - 3 - _J 28 --- ------SS (mg!L)

J 13,95

J 9,84 I. 4,05 L 42,42

------- -N - NH/ (mg!L) _ _J - 0,73 _J __ 1,20 J 0,2 I 2,31

1N-N02.(mg!L)--

0,040 I 0,030 I 0,01 I 0,07 ----- ---- - I

N-NOdmg!L) 4,95 6,33 _J __ _1,31 18,8 ----

cr(mg!L) 24, 12 24,50 I 7,8 95 I - ----- - -

S04.(mg!L) 12,32 13,98 I 5,1 30

po4·3 (mg/L) 0,31 0,71

J 0,10 2,02

--Pb (mg!L) 0,014 0,010 j 0,004 0,043

Zn (mg!L) O, 105 0,075 0,031 0,320 ----

1 Coliformi totali (MPN/100 mL) 15 11 o 60

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TABELLA 2 - Parametri progettuali

Parametro

- -------Superficie dilavante totale

Portata di piena (AREA 1) acque di dilavamento

Durata critica dell'evento (te) - -

I Portata d~i~na (AREA 2! acque di dilavamento_

I _~~r~ta ~ritica dell'evento (te)_ __

Tempo di ritorno idrologico ('t)

Coefficiente d'afflusso medio ponderato q> = cp ('t)

4. Calcolo delle curve di possibilità pluviometrica

Valore

39000.0

227,71

0,57

j

_j I

132,48 J ---0,52

5,00

70,00

Per la ricerca della curva segnalatrice di possibilità pluviometrica, è stato utilizzato il metodo

Va.Pi .. Tutti i dati e le relative tabelle sono -riportati nella relazione geologica-idrogeologica redatta

dal Dott. Geo!. Fallacara Gianluca.

125

e 100 _§, ~ .. ] 75

F 50

25

4 8 12 16 20 24

Deposito solido (glm')

Fig. I - Relazione fra pioggia caduta e deposito solido secco.

28 32

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:::::ì 600 o. §. 500

~ 400 g ·;.; 300 .. ~ 200 o

"' ;g 100

Jl o

,~>--,..

o

Qualità acque di dilavamento

I j .......... ..... ~ !

I--';;;-I I

~ ..... I - ,.,; .....

~:....-( I ,..... ..... J ~

y = 5, 1134x + 84,455

i....-lf --~ -R2 = 0,9985

I

20 40 60 80 100

Intervallo di tempo secco (g)

Fig. 2 - Relazione fra qualità delle acque meteoriche ed intervallo di tempo secco.

5. Calcolo della Portata massima di progetto

Ai fini del calcolo della portata di primaria importanza è il calcolo del coefficiente di afflusso,

i cui valori, variano con il clima, in funzione dell'evaporazione, con la natura del sottosuolo, con la

pendenza dei terreni, con il loro grado di saturazione per precedenti piogge ecc.

Considerando i dati del bacino e il tempo di ritorno T pari a 5 anni abbiamo:

q> = <j)perm(l- /m)+ <j)imp / 111 = 0+0.7· l = 0,7

Per il calcolo della portata da smaltire determinato dalle acque di pioggia si fa riferimento alla

formula Razionale:

Q e X ltc X A con:

Q = valore della portata di piena secondo il tempo di ritorno considerato (Tr = 5 anni);

e = coefficiente di deflusso e ritardo;

le = Intensità Critica in mm/h è data dal rapporto hc (altezza di pioggia critica) I te (tempo di corrivazione in ore);

A = superficie impermeabile considerata (mq);

Per il calcolo della portata in sito, è stata fatta una suddivisone in base alle superfici dilavanti

e le relative pendenze(la suddivisione delle superfici è riportata nell ' allegato della Relazione

Tecnica):

•Per l'area 1 (sup. dilavante di trattamento 14000 mq- sup. dilavante di smaltimento

compreso il capannone le cui acque non corrivano sul piazzale ma confluiscono direttamente nella

vasca di riutilizzo 25000 mq) è stato utilizzato con successo un tempo di corrivazione pari a: te =

2000 sec; per cui in ore sarà te = 0,55 ore

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Sostituendo i valori la portata di massima piena da smaltire sarà quindi: Qmax = 227,71 l/s

•Per l'area 2 (sup.dilavante 14000 mq) è stato utilizzato con successo un tempo di

corrivazione pari a: te = 1900 sec; per cui in ore sarà te = 0,52 ore

Sostituendo i valori la portata di massima piena da smaltire sarà quindi: Qmax = 132,48 Vs

6. Sistema di smaltimento e prescrizioni tecniche

Ai sensi di quanto stabilito all'Art.113, comma 1, lettera b ), del Decreto L.gs n.152/06, le

immissioni rivenienti da coperture, canalette, grondaie, superfici esterne di insediamenti destinati

alla residenza o ai servizi, strade, piste, rampe e piazzali sulle quali si effettua il transito, la sosta ed

il parcheggio di mezzi di qualsiasi tipo, nonché la movimentazione ed il deposito di materiali e di

sostanze non pericolose, localizzate in aree sprovviste di reti fognarie separate, devono essere

sottoposti, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura e dissabbiatura; l'Autorità

competente potrà richiedere, in funzione della pericolosità e dell'estensione delle superfici di

raccolta anche un trattamento di disoleazione.

Nel caso in esame, poiché la zona in cui ricade l' insediamento destinato a uso deposito con

annessi uffici in oggetto, è priva di un collettore urbano di acque bianche e vista l' impossibilità

tecnico-economica del riutilizzo delle acque dilavanti provenienti dai quattro impianti di

trattamento in continuo, il sistema di smaltimento previsto è negli strati anidri del terreno mediante

pozzi assorbenti soprafalda le cui caratteristiche tecniche sono descritte nella relazione geologica­

idrogeologica a firma del dott.geol. Fallacara Gianluca; specificatamente tali pozzi assorbenti anidri

avranno diametro non inferiore a 250 mm e profondità non superiore a 50 m; per lo smaltimento

delle portate di piena precedentemente indicate, è prevista la realizzazione di n° 5 pozzi assorbenti

soprafalda a tergo della vasca interrata di raccolta e riutilizzo delle acque meteoriche dilavanti le

coperture del capannone prima dell'impianto di trattamento " 1" a servizio dell'Area 1 e n° 3 pozzi

assorbenti soprafalda a tergo dell'impianto "2" a servizio dell'Area 2 .

Nel sito non si movimentano sostanze di cui alle Tabelle 3A e 5 dell ' All.5 al D.Lgs. n.152/06

come da autocertificazione prodotta dal committente ed in allegato alla pratica di autorizzazione.

7. Trattamento delle acque meteoriche

Le acque meteoriche di dilavamento provenienti dalle due superfici dilavanti

dell'insediamento in questione subiranno, prima dello smaltimento finale, un trattamento di

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grigliatura, dissabbiatura e disoleazione statica con funzionamento in continuo distintamente in

ognuna delle aree.

La grigliatura avverrà realizzando delle opportune canalette in calcestruzzo o polipropilene

carrabile classe 0400 con sovrastante griglia e telaio in ghisa sferoidale carrabile di classe 0400,

con apertura idonea a trattenere tutte i materiali di grosse dimensioni.

La dissabbiatura e disoleazione avverrà in impianti monoblocco in C.A.V. tipo Rck40, le cui

dimensioni sono riportate nella tavola 1 allegata alla pratica di autorizzazione, idonei al trattamento

delle massime portate precedentemente indicate al punto 5 e realizzati per resistere al traffico

veicolare ivi previsto. Tali impianti, completamente verniciati in ogni loro parte con vernici

epossidiche, sono a tenuta stagna e sono suddivisi in 2 camere: camera di sedimentazione per la

rimozione dei solidi decantabili dotata di tubo in PVC a TEE, per impedire il passaggio di eventuali

materiali galleggianti di grosse dimensioni alle fasi successive; camera di flottazione per la

rimozione degli oli minerali leggeri e degli idrocarburi, la sezione è dotata di filtro a coalescenza

lamellare a struttura incrociata in polipropilene smontabile atto ad aggredire le particelle di

dimensioni minori per favorire la risalita e presa a sifone con predisposizione di tubo in PVC a TEE

in uscita per impedire la fuoriuscita dallo scarico degli idrocarburi accumulatosi nel separatore.

Piastra di copertura carrabile dotata di aperture di ispezione presidiate da chiusini in ghisa sferoidale

carrabile classe 0400.

Le acque così trattate, m uscita dai rispettivi impianti, saranno convogliate in pozzetti

ospitanti i pozzi disperdenti; tali pozzetti saranno anch'essi in calcestruzzo carrabile e presidiati da

chiusini in ghisa sferoidale carrabile classe 0400.

Gli schemi funzionali degli impianti di trattamento sono meglio descritti nel grafico allegato

alla pratica di autorizzazione.

I manufatti destinati al trattamento saranno realizzati in modo tale da garantire:

limitatamente alle immissioni, il trattamento o la raccolta di volumi di acqua relativi alla

portata di piena calcolata con un tempo di ritorno non inferiore a 5 anni;

la tenuta stagna, la resistenza statica ed alle spinte del terreno delle vasche di raccolta previste

e di tutti il sistema di trattamento;

la sicurezza per le operazioni di controllo e di svuotamento periodico;

la non interferenza con i manufatti esistenti.

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Di seguito si allega uno schema funzionale "a blocchi" del sistema di smaltimento delle acque

meteoriche di dilavamento provenienti dall'insediamento in oggetto così come precedentemente

descritto.

GRIGLIA TURA

DISSABBIA TURA

DISOLEAZIONE

SMALTI MENTO: N. 5 POZZI

ASSORBENTI SOPRAFALDA

Si allega alla presente:

METEORICHE SCHEMA DEI BLOCCHI

AREA. I COPERTURA CAPANNONE . ·.. . . . . . '· . . . . .·· . ·.· .

VASCA RIUTILIZZO IRRIGUO E INTERNO

AZIENDALE

ROPPOPIENO

GRIGLIA TURA

DISSABBIATURA

DISOLEAZIONE

SMALTI MENTO: N. 3 POZZI

ASSORBENTI SOPRAFALDA

I. . Planimetria dell'insediamento con inquadramento territoriale, indicazione dei . sistemi di trattamento e

smaltimento finale, vista in pianta e sezioni schematiche degli impianti di trattamento e dispersione in continuo

delle acque meteoriche di dilavamento -Tav.1.

Acque nere

Come detto, considerato che la zona in cui sarà ubicato l'opfificio a realizzarsi è sprovvista di

rete di fogna cittadina, si dovrà provvedere alla realizzazione di idoneo impianto di smaltimento

delle acque nere mediante l' utilizzo di fosse biologiche tipo Imhoff.

L'impianto idrico-fognante della zona servizi, costituito in totale da n. un corpo servizi al

piano terra (dotato di n.4 vasi igenici) e n.2 bagni al piano primo, sarà pertanto realizzato con

tubazioni in PVC rigido, e collegato alla fossa Imhoff.

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Lo smaltimento dei liquami è legato ad un processo che si realizza in due fasi:

Un "trattamento primario" che consiste in una sedimentazione di tipo meccanico e in processi

di fermentazione anaerobica; questi permettono una digestione delle sospensioni che in tal modo

precipitano; tale processo si realizza nelle "vasche Imhoff'.

Un "trattamento secondario" ha lo scopo di trasformare in sali minerali i vari componenti

organici presenti nel liquame. Tale processo di mineralizzazione delle sostanze organiche è dovuto

all'ossidazione del liquame con aria insufflata che alimenta e sviluppa l'azione dei microorganismi

aerobici e si realizza negli impianti a "fanghi attivi" o "ossidazione totale" in cui sono presenti

componenti elettromecanici.

Le vasche settiche tipo Imhoff sono costituite da una vasca principale (digestione anaerobica)

che contiene al suo interno un vano secondario (di sedimentazione). L'affluente entra nel comparto

di sedimentazione, che ha lo scopo di trattenere i corpi solidi e di destinare il materiale sedimentato

attraverso l'apertura sul fondo inclinato, al comparto inferiore di digestione. È proporzionato in

modo tale da garantire il giusto tempo di ritenzione e da impedire che fenomeni di turbolenza,

causati dal carico idrico, possano diminuire l'efficienza di sedimentazione. li comparto di digestione

è dimensionato affinché avvenga la stabilizzazione biologica delle sostante organiche sedimentate

(fermentazione o digestione anaerobica). Sono costruite in conformità alle descrizioni, al

proporzionamento dei volumi ed alla capacità di depurazione sancite dal Comitato dei Ministri per

la tutela delle acque dall'inquinamento nella delibera del 04/02/77 (S.O.G.U. n. 48 del 21102/77).

SEDIMENTAZIONE ----"--t-1

DIGESTIONE

··-.. .. _ ..... __________ _,

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Nella fattispecie, si è ipotizzata la realizzazione di una vasca biologica IMHOFF m

vetroresina con le seguenti caratteristiche:

Abitanti Capacità litri

equivalenti

-- -- I Peso t;;t. Diametro H totale

cm cm kg

-

I - i--160 190 11 o 3400 20

-----~-------

A vendo assunto 1 a.e. (abitante equivalente) = 10 utilizzatori della struttura.

Tale fossa sarà dotata di tronchetto di entrata e di uscita in polietilene rigido ad innesto, e sarà

collegata con una vasca settica a tenuta, delle dimensioni di m 4,00 x 5,00 per un'altezza di m 3,00

per un volume complessivo di mc. 60,00, realizzata in opera con pareti e soletta in e.a. completa di

tombini per l'ispezione ed il prelievo dei reflui trattati e chiarificati, da effettuarsi tramite ditta

specializzata e autorizzata, nel pieno rispetto delle leggi vigenti.

La fossa biologica verrà posata, previo scavo del piano di posa su uno strato di sabbia da cm.

1 O e rinfiancate con altro strato di sabbia, con sovrastante posa di coperchio carrabile.

I parametri biologici e sanitari rispetteranno quanti previsto dalle vigenti normative sanitarie,

ed in particolare secondo il D.L. vo del 03/ aprile 2006 n. 152 ("Norme in materia ambientale"), e

secondo il regolamento di attuazione del servizio idrico integrato, emanato dall 'Acquedotto

Pugliese, come da certificati di conformità che la ditta produttrice dovrà fornire.

Ai fini del succitato D.L.vo del 3 aprile 2006 n. 152, "Norme in materia ambientale", s1

intende per:

a) "abitante equivalente": il carico organico biodegradabile avente una richiesta biochimica di

ossigeno a 5 giorni (BOD5) pari a 60 grammi di ossigeno al giorno;

ae) "trattamento primario": il trattamento delle acque reflue che comporti la sedimentazione

dei solidi sospesi mediante processi fisici e/o chimico-fisici e/o altri, a seguito dei quali prima dello

scarico il 8005 delle acque in trattamento sia ridotto almeno del 20 % ed i solidi sospesi totali

almeno del 50 %;

af) "trattamento secondario": il trattamento delle acque reflue mediante un processo che in

genere comporta il trattamento biologico con sedimentazione secondaria, o mediante altro processo

in cui vengano comunque rispettati i requisiti di cui alla tabella l dell'Allegato 5 alla parte terza del

presente decreto.