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GIACOBBE CAMPO ACR 2014 1° BLOCCO: IDENTITÀ 2° BLOCCO: VOCAZIONE 3° BLOCCO: RELAZIONI 4° BLOCCO: FUTURO 1° brano (Gen 25,21- 26) Aiutare i ragazzi ad accogliere la sfida di entrare nel clima del campo nonostante le loro resistenze. In questo cammino sarà presente anche il Signore al quale possono rivolgere le loro aspettative e speranze. 2° brano (Gen 25,27- 34) Far riflettere i ragazzi sulle differenze di ciascuno, sulla necessità di accoglierle e scoprirne l’origine nel progetto di Dio. 3° brano (Gen 27,1-45) Il Signore vuole investire sulle loro originalità. Non sono un’etichetta ma piuttosto una realtà dinamica da costruire insieme a lui. 4° brano (Gen 35,1-15) [POSSIBILE PENITENZIALE] Scoprire che il Signore rivolge una chiamata personale. Il nome nuovo segna una discontinuità necessaria per rispondere al Signore e seguirlo. 5° brano (Gen 28,10-22) Aiutare i ragazzi a capire che per rispondere a Dio è necessario riconoscere il terreno dove desidera incontrarci. 6° brano (Gen 29, 1- 1

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GIACOBBECAMPO ACR 2014

1° BLOCCO: IDENTITÀ 2° BLOCCO: VOCAZIONE 3° BLOCCO: RELAZIONI 4° BLOCCO: FUTURO1° brano (Gen 25,21-26)Aiutare i ragazzi ad accogliere la sfida di entrare nel clima del campo nonostante le loro resistenze. In questo cammino sarà presente anche il Signore al quale possono rivolgere le loro aspettative e speranze.2° brano (Gen 25,27-34)Far riflettere i ragazzi sulle differenze di ciascuno, sulla necessità di accoglierle e scoprirne l’origine nel progetto di Dio.

3° brano (Gen 27,1-45)Il Signore vuole investire sulle loro originalità. Non sono un’etichetta ma piuttosto una realtà dinamica da costruire insieme a lui.4° brano (Gen 35,1-15)[POSSIBILE PENITENZIALE]Scoprire che il Signore rivolge una chiamata personale. Il nome nuovo segna una discontinuità necessaria per rispondere al Signore e seguirlo.5° brano (Gen 28,10-22)Aiutare i ragazzi a capire che per rispondere a Dio è necessario riconoscere il terreno dove desidera incontrarci.

6° brano (Gen 29, 1-30)[INCONTRO AFFETTIVITÀ 12/14]Le relazioni hanno bisogno di tempo e cura per camminare e crescere, nonostante l’impatto iniziale.7° brano (Gen 32, 4-22)[POSSIBILE PENITENZIALE]Il perdono che sta a cuore al Signore non è un atto formale ma un sapersi ingegnare per individuare un percorso progressivo che porti a recuperare anche quelle amicizie che sembrano essere un po’ lontane e perse.

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8° brano (Gen 32,23-32)[FEDE PREADOESCIENZIALE 12/14]Fare sul serio col Signore richiede un coinvolgimento costoso in un serio cammino di ricerca. Per scoprire sempre meglio il suo volto si passa anche attraverso dubbi, sfide e difficoltà9° brano (Gen 33,1-20)Per diventare fratelli occorre liberarsi dei pregiudizi, superare gli ostacoli e sforzarsi di andare incontro all’altro per quello che veramente è.

10° brano (Gen 35,23-29.49,1. 8-11)La promessa ad Abramo passa per Giacobbe per potersi aprire ad un futuro dove verrà realizzata in Gesù, e quindi a vantaggio di ognuno di loro.

PRIMO BLOCCO: IDENTITÀ

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BRANO 1 – RISSOSI FIN DAL GREMBO MATERNO: I GEMELLI GIACOBBE ED ESAÙObiettivo: aiutare i ragazzi ad accogliere la sfida di entrare nel clima del campo nonostante le loro resistenze. In questo cammino sarà presente anche il Signore al quale possono rivolgere le loro aspettative e speranze.

(Gen 25,21-26)21Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. 23Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si divideranno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». 24Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano nel suo grembo. 25Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero.

IDEE DI FONDO La vita è un dono. Dio esaudisce la supplica di Isacco nell’avere un figlio da sua moglie Rebecca, che era sterile. Gli altri sono un dono, nonostante tutto. Rebecca partorisce due gemelli, che lottano tra loro fin dal grembo

materno. Giacobbe significa “attaccato al calcagno”, perché nasce con una mano sul calcagno del fratello, ma che poi

cambierà in “che Dio protegga” quando diventerà Israele Esaù nasce rosso e peloso e queste caratteristiche erano ritenute comiche.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Il bambino accoglie la vita come un continuo dono di Dio. Il bambino comprende come il campo sia una occasione per esercitarsi a stare con tutti: anche Giacobbe ed Esaù

sono nati diversi. Il bambino inizia a percepire gli altri come un dono e a non deriderli se sono diversi da lui.

DOMANDE 6-81. Chi ti ha invitato al campo? Hai deciso subito o c’è stato da lottare un po’ dentro di te? 2. Senti la tua vita come un dono? Ti piacerebbe essere diverso? Come?3. Hai dei fratelli? Ti piacerebbe averli? In che cosa somigli loro e in cosa no? 4. Gli altri sono un dono per te? Quando invece diventano un problema? Cosa davvero non riesci a sopportare del

comportamento altrui?

ATTIVITÀ 6-8Ogni bimbo presenta nel suo gruppetto sé stesso, mimando le sue caratteristiche e tutto ciò che piace loro(cosa gli piace giocare, quali sport fa…) e gli altri bimbi devono indovinarlo. Una volta che tutti hanno fatto la stessa cosa, si noteranno le differenze tra un bimbo e l’altro

ATTEGGIAMENTI 9-11 Il bambino percepisce il campo come un dono per sentirsi voluto e amato dal Signore Al campo si trova costretto a condividere gli spazi e le relazioni con persone nuove, anch’esse volute e amate dal

Signore Il bambino capisce che l’altro, non simile a lui in fatto di caratteristiche, non è un impedimento, ma una ricchezza

tutta da scoprire.

DOMANDE 9-111. E’ la prima volta che vieni al campo? Cosa ti aspetti? Lo senti come un dono, un’opportunità?2. Pensi di essere stato desiderato dal Signore? E dai tuoi genitori? 3. Perché i tuoi educatori hanno cosi insistito perché tu venissi qui? Credi abbiano anche pregato per questo? Che

cosa rappresenta il campo per loro? Ti trovi d’accordo?4. Ti senti a volte un poco stretto nelle amicizie? Che cosa ti urta degli altri?5. Come fa un’amicizia a crescere? Rimane sempre uguale? Da cosa dipende secondo te la sua crescita o il suo

stallo?ATTIVITÀ 9-11Ogni bimbo presenta nel suo gruppetto sé stesso, mimando le sue caratteristiche e tutto ciò che piace loro (cosa gli piace giocare, quali sport fa…) e gli altri bimbi devono indovinarlo. Una volta che tutti hanno fatto la stessa cosa, si noteranno le differenze tra un bimbo e l’altro

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ATTEGGIAMENTI 12-14 Il campo come spazio per recuperare il senso dell’essere amati da Dio e dentro ad un dono (la vita) che è piena

gratuità Il ragazzo arriva al campo e puo’ sentire come soffocante dover stare con persone che non ha scelto Impara che anche gli altri sono dono di Dio e proprio con loro siamo chiamati a condividere tempi e spazi Il ragazzo “lotta” con gli altri per affermare la propria identità che muta continuamente e scopre che ogni altro

ragazzo che incontra è fonte di ricchezza. Il ragazzo rispetta chi è diverso da lui e impara a non giudicare gli altri in maniera pregiudiziale

DOMANDE 12-141. Sei venuto al campo ‘carico’? Perché i tuoi educatori ti hanno invitato? Che cosa puo’ rappresentare il campo alla

tua età?2. Il passaggio alle medie è stato facile o difficile? Cosa cambia?3. Crescendo ti sembra di cominciare a vedere le cose con occhi diversi? In quali ambiti e situazioni?4. Avverti di essere dentro a un dono di Dio? O credi che la Vita sia solo una coincidenza?5. Ti urta pensare al Signore come a una persona con la quale misurarti, alla tua fede come qualcosa che deve

cambiare crescere?6. Gli altri sono un dono o un limite? Ti urtano certi comportamenti? Quali? Dai ragazzi presenti al campo, invitati

anche loro come te dal Signore, cosa ti aspetti?7. Riesci a trovare dei momenti per pregare? Quali? Che cosa chiedi a Dio? Pensi ancora che Dio sia come un genio

della lampada? 8. In base a cosa scegli un’amicizia? Che cos’è più importante per te in un rapporto di amicizia?

ATTIVITÀ 12-14Ogni ragazzo presenta il suo profilo (potrebbe essere interessante se invece che utilizzare facebook, si provasse a inventare una cosa alternativa, ma sempre sulla modalità tipo facebook. Ad esempio, le voci che determinano la presentazione del ragazzo, può essere diverso da quello che propone facebook). Anche qui, saranno evidenti tra uno e l’altro le differenze che verranno così messe in evidenza.Forse la farei sulla supplica più che sulle differenze. Potrebbe essere che all’inizio del campo i ragazzi hanno la possibilità di chiedere qualcosa al Signore, proprio come Isacco supplicò il Signore – qualcosa che chiaramente riguardi questo campo. Da quello che chiederanno emergerà con che spirito hanno intenzione di affrontare il campo.

BRANO 2 – LE DIFFERENZE CHE CI DEFINISCONOObiettivo: far riflettere i ragazzi sulle differenze di ciascuno, sulla necessità di accoglierle e scoprirne l’origine nel progetto di Dio.

(Gen 25, 27-34)27I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. 28Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe. 29Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. 30Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. 31Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». 32Rispose Esaù: «Ecco, sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». 33Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. 34Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.

IDEE DI FONDO Ci sono privilegi sociali per i primogeniti, evidenziati dalla benedizione della madre nel brano precedente, per cui

Giacobbe cerca di ottenerla. Il primogenito eredita tutti i bene e soprattutto la benedizione che lo rende capo dei suoi fratelli.

Crescendo i due fratelli sviluppano attitudini diverse, l’uno dedicandosi alla caccia attività primitiva e nomade e l’altro alla pastorizia, attività più evoluta e stabile

Esau’ è un tipo ingenuo, amante delle attività all’aria aperta. Giacobbe è forse più gracile ma più furbo, ama la tranquillità e sa cogliere il meglio da ogni occasione.

La preferenza del padre basata esclusivamente sulla preferenza del cibo, anticipa la morale di vita di Esaù

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La richiesta di Esaù di un piatto per sfamarsi, ci mostra il suo orizzonte come limitato all’immediato e alle cose materiali

Giacobbe invece dimostra subito di essere attento alla situazione creatasi improvvisamente (necessità di cibarsi da parte di Esaù), in un ottica futura di ribaltamento della primogenitura.

Il giuramento richiesto mette una pietra irremovibile sull’accordo preso tra i due.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Anche gli altri sono un dono di Dio: fratelli anche se diversi da noi! il bambino, aiutato dagli esempi che vede vicino a lui, prova a scegliere il modo migliore di comportarsi con gli altri. il bambino impara sulla sua pelle che le parole che escono dalla sua bocca determinano amicizie, litigi e rapporti

con gli altri

DOMANDE 6-81. Nonostante sia bellissimo essere da soli, la realtà ci pone spesso in relazione con altri, come ti comporti con gli

altri? Cerchi sempre di essere al centro delle attenzioni? Quale pensi sia il modo giusto per stare insieme agli altri? Elenca le caratteristiche di un bel rapporto con un amico...

2. Con le altre persone, come ti comporti? Ad esempio nel gioco... rispetti le regole o l importante è vincere? A cosa porta il fatto che tutti vogliano vincere anche fregandosene delle regole? Ti piacerebbe un mondo così?

3. Secondo te le scelte che fai o che vedi fare anche dai più grandi, hanno soluzioni immediate, o a volte richiedono molto tempo per realizzarsi? (Esempio, per la scuola studi, ma poi il voto viene dopo la verifica e non subito il giorno seguente) (Esempio un fratello maggiore che studia, probabilmente diventerà dottore non subito appena iniziata la scuola, ma solo dopo la fine)

ATTIVITÀ 6-8: - lupo ghiaccio- gioco il vecchio e il bambino (gruppi numerosi) (numero x vince contro y, y vince contro tt gli altri) (il cacciatore vince ma non sul pastore)

ATTEGGIAMENTI 9-11 I bambini iniziano ad aggregarsi spinti prevalentemente da affinità elettive. La diversità non è un incidente di percorso ma ha origine in Dio. Il gruppo, il campo come palestra per esercitarsi in

questo. Si interrogano su quali persone prendono come riferimento e esempio Nelle relazioni del ragazzo con gli amici, un ruolo fondamentale può essere giocato da ciò che l’altro possiede,

piuttosto che da un sincero rapporto di amicizia I bambini scoprono l’importanza di una comunicazione chiara con gli altri

DOMANDE 9-111. In questa età inizi a dover scegliere se essere cacciatore o pastore, come ti comporti con i tuoi amici? Come ti

comporti invece a casa? Il tuo atteggiamento cambia a seconda del luogo e delle persone con cui vivi? In base a cosa scegli come comportarti?

2. Fai preferenze nello scegliere gli amici? Quali sono i tuoi riferimenti per scegliere? Guardi solo ai giochi, alla novità che ha questo amico, o hai amici storici, con i quali ti trovi, perché siete legati da una grande amicizia? Quali sono per te le cose importanti in una amicizia?

3. Nello stare in mezzo agli altri, nello sport, o altro, hai degli esempi da seguire? Per quale motivo sono da seguire per te? Sono personaggi o persone che possono essere utili alle tue amicizie?

4. Non sei più un bambino piccolo, capisci che le parole sono importanti? Pensi che con le tue parole potresti ferire gli altri? Hai mai pensato che le parole possono anche fregarti, come succede a Esaù? Come possiamo allenarci a parlare non solo istintivamente ma con consapevolezza?

ATTIVITÀ 9-11- Gioco il vecchio e il bambino (gruppi numerosi) (numero x vince contro y, y vince contro tt gli altri) (il cacciatore vince ma non sul pastore)- giochi di mercato, sul valore delle cose, vendere oggetti (figurati) in cambio di cose e vedere come Esaù abbia rinunciato a tanto in cambio di pochissimo.- Gioco ok il prezzo è giusto, dare il giusto prezzo alle cose, dare il giusto peso, cosa che Esaù non fa vendendo al sua primogenitura per un piatto di lenticchie (adattabile anche con bilancia al peso se si fa prima a prepararlo)

ATTEGGIAMENTI 12-14

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I ragazzi si trovano in una età in cui sono attratti e allo stesso tempo spaventati dalla diversità Le diversità sono originate in Dio, volute da lui. Il campo è un tempo per imparare ad apprezzarle. la primogenitura prevede un ruolo di responsabilità e di cura nei confronti delle persone poste accanto, i ragazzi a

volte in questo sono più "cacciatori" ovvero non sempre desiderano questo ruolo. I ragazzi in questa età finiscono per scegliere da soli se fare un cammino di fede o no. Gli altri con il loro esempio, specialmente se adulti, possono influenzare le scelte dei ragazzi. E’ importante capire

che riferimenti hanno I ragazzi scoprono che devono in ogni momento essere responsabili di ciò che dicono, perché le parole hanno un

loro peso, e spesso non sono rimovibili alla leggera.

DOMANDE 12-141. Che impressione ti hanno fatto gli altri partecipanti al campo? Pensi si possa trascorrere con loro un tempo

arricchente? Cosa invece ti spaventa o ti irrita?2. Perché il Signore ci ha fatto cosi diversi? Fino a che punto la diversità diventa una ricchezza e quando invece è solo

una complicazione? Quali sono i limiti, i paletti, che poni per non perderti in cattive compagnie ma neanche per rimanere sempre e solo con gente troppo simile a te?

3. Ti sei mai sentito responsabile di altri? Dai la tua definizione della parola responsabilità. È una parola che ti mette paura o pensi che sia adeguata alla tua etá? Cosa vuol dire prendersi delle responsabilità? Conosci persone che secondo te sono responsabili? Tu quindi hai voglia di prenderti responsabilità?

4. La tua è una età in cui puoi fare grandi scelte, puoi ad esempio (forse) per la prima volta scegliere se continuare il cammino con Gesù o fare altre scelte. Ci avevi mai pensato? Cosa significa per te aver la possibilità di fare questa scelta? In base a cosa prendi queste decisioni? Quindi questa scelta a cosa ti può portare? Riesci a vedere lati positivi o negativi a cui può portare questo tipo di scelta?

5. Nelle tue scelte, è importante l’esempio degli altri? Possono essere il tuo riferimento, la tua guida? In che modo? Ti fai molto influenzare dalle esperienze degli altri o cerchi di essere il più possibile critico e valutare la situazione? Tu pensi di poter essere un esempio per gli altri?

6. Nelle tue scelte, è importante l’orizzonte temporale? O meglio pensi anche con un idea rivolta al futuro, o cerchi la soddisfazione immediata? Presto dovrai fare una scelta che non avrà una prova a breve termine, la scelta della scuola superiore, in base a cosa pensi prenderai questa scelta? Aspirazioni future, spinte dei genitori o amicizie? Riesci a capire che può essere una scelta che può determinare la tua vita? (Un po' come Esaù che per un piatto di cibo, cede il suo diritto di essere il primogenito e capo della casa, senza pensarci)

7. In questo brano, la parola ha un effetto irrevocabile, Esaù cede i suoi diritti con una risposta. Nelle tue amicizie e relazioni, che peso dai alla parola? Si va molto alla leggera, non pensando che possiamo anche inavvertitamente ferire chi ci sta vicino, o valutiamo sempre il nostro modo di comunicare?

ATTIVITÀ 12-14: - Gioco ok il prezzo è giusto, dare il giusto prezzo alle cose, dare il giusto peso, cosa che Esaù non fa vendendo al sua primogenitura per un piatto di lenticchie (adattabile anche con bilancia al peso se si fa prima a prepararlo)- Ogni ragazzo scrive su vari bigliettini (max 5) le cose a cui tiene veramente molto nella sua vita. Quando tutti hanno scritto queste cose può iniziare una fase di scambio, dove magari i ragazzi si accorgono che altri hanno individuato cose importanti che a loro erano sfuggite, e possono provare a contrattarle. Rispetto al gioco precedente, la fase iniziale dell’attività chiede al ragazzo di riflettere su quali sono le cose a cui dà importanza nella sua vita, e non solo di assegnare un valore a determinate cose.

SECONDO BLOCCO: VOCAZIONEBRANO 3 – LA BENEDIZIONE CARPITA CON L’INGANNOObiettivo: il Signore vuole investire sulle loro originalità. Non sono un’etichetta ma piuttosto una realtà dinamica da costruire insieme a lui.

(Gen 27, 1-45)1Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». 2Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. 3Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. 4Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». 5Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. 6Rebecca disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: 7“Portami della selvaggina e preparami un piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire”. 8Ora, figlio

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mio, da’ retta a quel che ti ordino. 9Va’ subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. 10Così tu lo porterai a tuo padre, che ne mangerà, perché ti benedica prima di morire». 11Rispose Giacobbe a Rebecca, sua madre: «Sai bene che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia. 12Forse mio padre mi toccherà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione». 13Ma sua madre gli disse: «Ricada pure su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu dammi retta e va’ a prendermi i capretti». 14Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre. 15Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; 16con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. 17Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.18Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». 19Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». 20Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». 21Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no». 22Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». 23Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. 24Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». 25Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve. 26Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». 27Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:«Ecco, l’odore del mio figlio come l’odore di un campo che il Signore ha benedetto.28Dio ti conceda rugiada dal cielo,terre grasse, frumento e mosto in abbondanza.29Popoli ti servano e genti si prostrino davanti a te.Sii il signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto!».30Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. 31Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire». 32Gli disse suo padre Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù». 33Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l’ho benedetto e benedetto resterà». 34Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te». 36Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione!». E soggiunse: «Non hai forse in serbo qualche benedizione per me?». 37Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l’ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l’ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?». 38Esaù disse al padre: «Hai una sola benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!». Esaù alzò la voce e pianse. 39Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:«Ecco, la tua abitazione sarà lontano dalle terre grasse, lontano dalla rugiada del cielo dall’alto. 40Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello;ma verrà il giorno che ti riscuoterai,spezzerai il suo giogo dal tuo collo».41Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe». 42Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: «Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. 43Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. 44Rimarrai con lui qualche tempo, finché l’ira di tuo fratello si sarà placata. 45Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?».

IDEE DI FONDO Siamo creati unici e originali: ciascuno ha delle caratteristiche dono di Dio e in vista del suo progetto su di noi. Isacco e Rebecca non hanno ancora ben capito chi è Dio e come agisce, siamo all’inizio del cammino che porterà

l’uomo a conoscere Dio. Emergono benedizioni magiche come quella che è in potere di Isacco della quale può disporre come una formula magica perché si sta avvicinando alla morte, oppure Rebecca che si propone di far ricadere la maledizione su di sé nel caso fosse scoperto l’inganno da Isacco.

Rebecca si ricorda della profezia di Dio e che il fratello maggiore Esaù, servirà il più piccolo. Allo stesso modo la benedizione di Isacco, come il progetto di Dio, è per uno solo dei due fratelli. Ecco allora che Rebecca ordisce l’inganno ai danni di Isacco realizzando il progetto di Dio.

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Emerge nuovamente l’intreccio fra carne (Giacobbe è secondogenito) e la parola di Dio. Ciò che rende figli è la Parola di Dio.

Nel racconto Isacco, benché ingannato, rimane coerente al progetto di Dio. Ecco lo straordinario agire di Dio capace di farsi strada anche in mezzo a difficoltà, inganni, ingiustizie...

Giacobbe desidera ardentemente un rapporto speciale con Dio, ma per ottenerlo deve necessariamente passare dalla benedizione del padre Isacco.

Giacobbe lotta, rischiando la maledizione della madre, per ottenere la benedizione di Isacco. Non è personaggio passivo, ma partecipa ingegnandosi in risposte scaltre per ingannare il padre.

La benedizione di Isacco è legata alla terra fertile e alla guida del popolo che la abita (“I Popoli ti servano”, …) Per questo motivo i due fratelli non potranno essere a capo della stessa terra. Questa dialettica tra Esaù e Giacobbe trova fondamento storico nella diversità dei popoli che abitavano la stessa terra.

Per evitare la morte, Giacobbe viene allontanato per molto più tempo di quanto previsto dalla madre Rebecca. Giacobbe dovrà attendere 20 anni prima di rientrare nella propria terra.

Quello che sembra in questo brano la rovina di una famiglia in cui il figlio ha mentito al padre, la madre si separa dal figlio prediletto e due fratelli si inimicano, è l’inizio di quello che sarà il progetto di Dio per il suo popolo.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Al campo i bambini hanno la possibilità di esprimersi nelle loro caratteristiche, peculiarità, abilità I bambini spesso si lamentano di chi fa preferenze, nel caso particolare Isacco predilige Esaù. Scoprono che chi

ascolta il Signore, come Rebecca, è in grado di superare le preferenze, infatti Giacobbe riesce a ereditare la terra e la guida del popolo (come aveva promesso Dio a Rebecca nel primo brano).

Al campo magari i bimbi hanno già degli amici, si scoprono chiamati a superare le loro preferenze per stare vicino a chi il Signore ha messo loro accanto.

I bimbi iniziano a vedere che ci sono persone violente, magari litigi tra amici, e scoprono che Giacobbe nonostante sia dalla parte del Signore decide comunque di allontanarsi da Esaù per evitare uno scontro violento e rispettare le leggi (si può sviluppare nel brano successivo).

DOMANDE 6-81. Ti è capitato di arrabbiarti perché qualcuno ha fatto delle preferenze? Quando? Quali? Perché?2. Perché secondo te è importante non fare preferenze come invece fa Isacco?3. Quando il Signore ci chiede di fare qualcosa che non vogliamo, come stare vicino ad un bambino che non

conosciamo e lontano da un nostro amichetto, come ci comportiamo? È difficile, perché? Che cosa o chi ci guadagna?

4. Giacobbe era diventato l’erede e futura guida del popolo, perché allora decide di scappare da Esaù? Solo perché aveva paura per la sua vita?

5. Come facciamo ad evitare di essere violenti?

ATTIVITÀ 6-8Ciascuno propone un gioco noto o lo spiega a tutti e lo scrive o lo scriviamo noi educatori su di un cartellone. Dopodiché si voterà il gioco preferito del campo ACR 2014 con coppa al vincitore. Ciascun bimbo voterà in segreto o palesemente e verrà fatta una classifica dei giochi più belli. Poi colpo di scena, come nel brano verrà premiato l’ultimo gioco e se gli educatori sono particolarmente sadici verrà fatto proprio quello.

ATTEGGIAMENTI 9-11 I bambini escono dal desiderio di omologazione e iniziano a conoscere e a farsi conoscere. Spesso si lamentano di chi fa preferenze. Imparano che per superarle occorre ascoltare il Signore, come Rebecca,

che riconduce Giacobbe all’interno della Promessa (vedi primo brano). Al campo provano a superare le loro preferenze e stare vicino a chi il Signore messo loro accanto. I ragazzi scoprono che anche nella loro vita ci sono momenti importanti in cui il Signore parla per mezzo di altri

(genitori, sacerdoti ed educatori) e intreccia il suo progetto con la nostra storia. La benedizione di Isacco per Giacobbe diventa occasione per rileggere il Battesimo (come chiamata a seguire

Gesù ed essere figli di Dio) o la Confessione o ancora l’Eucarestia in cui il sacerdote consacra il pane e il corpo di Gesù ci viene donato.

I bimbi iniziano a vedere che ci sono persone violente, litigiose, e scoprono che Giacobbe nonostante sia dalla parte del Signore decide comunque di allontanarsi da Esaù per evitare uno scontro violento e rispettare le leggi. (si può sviluppare nel brano successivo)

DOMANDE 9-111. Ci lamentiamo quando qualcuno fa delle preferenze? Dove (scuola, palestra, amici, famiglia)? Quali? Perché?

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2. Perché secondo è importante non fare preferenze come Isacco?3. Quando il Signore ci chiede di fare qualcosa che non vogliamo, come stare vicino ad un bambino che non

conosciamo e lontano da un nostro amichetto, come ci comportiamo? È difficile, perché? Che cosa o chi ci guadagna?

4. Ti sono capitati incontri con qualcuno o momenti speciali in cui ti sei sentito vicino al Signore?5. Il Signore sceglie Giacobbe attraverso la benedizione di Isacco, in quali bei momenti il Signore ha scelto qualcuno

per parlarti?6. Giacobbe era diventato l’erede e futura guida del popolo, perché allora decide di scappare da Esaù? Solo perché

aveva paura per la sua vita?7. Come facciamo ad evitare di essere violenti?

ATTIVITÀ 9-11È un’attività che li farà arrabbiare giocando… Mettendo il luce che fanno preferenze.Si scelgono 2 ammiragli che dovranno comporre due squadre scegliendo a turno tra gli altri giocatori. Quando le squadre sono complete e gli ammiragli felici della propria squadra “preferita”, gli verrà ordinato di scambiarsi e diventare ammiraglio dell’altra squadra, che non avevano scelto.Inizia il gioco e ogni ammiraglio ha un pallone che lancerà al volo ad un compagno di squadra, questo lo dovrà prendere al volo senza che cada e rilanciare il pallone allo stesso modo all’ammiraglio, solo allora il giocatore si siederà e l’ammiraglio potrà lanciare il pallone ad un altro giocatore ancora in piedi. Se la palla cade è l’ammiraglio che deve recuperarla, perdendo tempo… Il primo ammiraglio che mette a sedere tutti i giocatori farà vincere la propria squadra.Poi si inizia una seconda manche in cui gli ammiragli si scambiano senza precisare niente di più, di nuovo vincerà una delle due squadre, ma al momento della vittoria verrà premiato l’ammiraglio che ha perso perché in realtà ha vinto la squadra a cui apparteneva.

ATTEGGIAMENTI 12-14 Esaù era di fatto il primogenito per Isacco, allo stesso modo ai ragazzi vengono attribuiti ruoli da famigliari, amici,

insegnanti, ecc… E’ Dio che ci dice chi siamo, e solo la sua Parola è in grado di cambiare anche ciò che ci sembra impossibile (facendo diventare Giacobbe primogenito nonostante fosse nato per secondo).

Spesso i ragazzi si sentono vittime di giudizi di altri che li bloccano e li limitano. Allo stesso tempo Dio li chiama ad essere suoi figli nel Battesimo e riconfermandolo nella Cresima. Riflettono così

sull’intreccio tra “carne e parola di Dio” come Giacobbe nato per secondo, ma chiamato ad essere primo da Dio. I ragazzi scoprono che anche nella loro vita ci sono momenti importanti in cui il Signore parla a loro anche per

mezzo di altri (genitori, sacerdoti ed educatori) e intreccia il suo progetto con la nostra storia. Giacobbe ci mette la faccia, i ragazzi riflettono sulle difficoltà concrete che incontrano con gli amici e nemici nel

seguire ciò che Dio chiede a loro. I ragazzi guardando a Giacobbe che nel giusto decide di allontanarsi per evitare la violenza del fratello, riflettono

sulla loro idea di violenza. (Si può sviluppare nel brano successivo)

DOMANDE 12-141. Crescendo ti rendi meglio conto dei tuoi doni, delle tue potenzialità? Sono frutto del tuo impegno o un dono

ricevuto? Questo cosa provoca negli altri? Il Signore ti vuole originale o omologato?2. Isacco per tradizione decide di benedire il primogenito. Ti capita di fare scelte o avere giudizi influenzati dagli altri, lo

fanno tutti, lo pensano tutti, tutti sanno che…? Ma chi è allora che decide nella tua vita: gli altri o tu? E Dio che ha fatto?

3. L’appartenere ad un gruppo ACR o andare in parrocchia ti aiuta ad essere più libero, come Rebecca, dai giudizi degli altri? Come? Perché?

4. Ti preoccupano i giudizi degli altri? Ad esempio è importante come ti vesti, come parli, con chi esci? Ti è mai capitato di sentirti inadatto per una situazione o in imbarazzo? Fai degli esempi. A volte pensiamo di non essere capaci o all’altezza delle situazioni, ma allora perché Dio sceglie noi? Si sbaglia? Nemmeno Giacobbe era primogenito eppure…

5. Giacobbe non viene benedetto per miracolo, ma è disposto a rischiare e sfrutta la sua intelligenza. Ti è mai capitato di rischiare di perdere la faccia in una situazione perché credevi fosse la cosa giusta da fare? Hai rischiato di perdere degli amici o rimetterci la reputazione? Quando?

6. In che modo il Signore si fa vicino a ciascuno di noi?7. Il Signore sceglie Giacobbe attraverso la benedizione di Isacco, in quali bei momenti il Signore ha scelto qualcuno

per parlarti? Ricordi momenti importanti della tua vita in cui il Signore ti è stato particolarmente vicino? Ci sono momenti importanti in cui il Signore intreccia la tua vita, la tua “carne” con la sua parola?

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8. Giacobbe era diventato l’erede e futura guida del popolo, perché allora decide di scappare da Esaù? Solo perché aveva paura per la sua vita?

9. Come facciamo ad evitare di essere violenti?

ATTIVITÀ 12-14- Film: Un’impresa da Dio. Il protagonista si trova suo malgrado scelto da Dio per costruire l’arca di Noè nei giorni nostri, una commedia divertente che mette in luce il progetto di Dio e i giudizi degli altri. Emerge la realtà della carne, di ciò che vediamo (e ci sembra una follia), contro la parola e la volontà di Dio che si comprende solo nell’epica e assurda scena finale!- Gioco dell’etichetta in fronte: devono capire la loro identità a partire dalle risposte che gli danno altri. Poi la discussione inizia chiedendo a loro: come fanno a capire chi sono? Giudizi altri ecc…

BRANO 4 – LASCIARSI GLI IDOLI ALLE SPALLE PER RICEVERE UN NOME NUOVOObiettivo: scoprire che il Signore rivolge una chiamata personale. Il nome nuovo segna una discontinuità necessaria per rispondere al Signore e seguirlo.

(Gen35,1-15)1Dio disse a Giacobbe: «Àlzati, sali a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi lontano da Esaù, tuo fratello». 2Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui: «Eliminate gli dèi degli stranieri che avete con voi, purificatevi e cambiate gli abiti. 3Poi alziamoci e saliamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia ed è stato con me nel cammino che ho percorso». 4Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dèi degli stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi, e Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem. 5Poi partirono e un grande terrore assalì le città all’intorno, così che non inseguirono i figli di Giacobbe. 6Giacobbe e tutta la gente che era con lui arrivarono a Luz, cioè Betel, che è nella terra di Canaan. 7Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo El-Betel, perché là Dio gli si era rivelato, quando fuggiva lontano da suo fratello. 8Allora morì Dèbora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta al di sotto di Betel, ai piedi della quercia. Così essa prese il nome di Quercia del Pianto. 9Dio apparve un’altra volta a Giacobbe durante il ritorno da Paddan-Aram e lo benedisse. 10Dio gli disse:«Il tuo nome è Giacobbe. Ma non ti chiamerai più Giacobbe:Israele sarà il tuo nome».Così lo si chiamò Israele. 11Dio gli disse:«Io sono Dio l’Onnipotente.Sii fecondo e diventa numeroso;deriveranno da te una nazione e un insieme di nazioni,e re usciranno dai tuoi fianchi.12Darò a tela terra che ho concesso ad Abramo e a Isacco e, dopo di te,la darò alla tua stirpe».13Dio disparve da lui, dal luogo dove gli aveva parlato. 14Allora Giacobbe eresse una stele dove gli aveva parlato, una stele di pietra, e su di essa fece una libagione e versò olio. 15Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli aveva parlato.

IDEE DI FONDO Eliminare gli idoli è adempiere al primo comandamento. Rachele era stata attaccata agli idoli tanto da rubarli a suo

padre Prima di salire a Betel, casa di Dio, bisogna ripudiare gli errori di un tempo e professare la fede in un unico vero Dio Oltre al ritorno ad una fede autentica si richiede anche una comunione con i fratelli, dunque il purificarsi riguarda

anche i peccati contro il prossimo Cambiate gli abiti: sottolinea la necessità di dimostrare il cambiamento di atteggiamento, cioè di avere atteggiamenti

e modi di fare diversi e non ambigui dai quali traspare una fede autentica. Chiamata / Benedizione: Dio apparve un'altra volta a Giacobbe e lo benedisse e gli diede il nome di Israele che

significa combattere, vincere, prevalere. Betel è il luogo della presenza di Dio, dove ci si può distogliere dai comportamenti pagani. Cambio vestiti: ti spogli dal passato e ti apri al rinnovamento. Rinuncia cose materiali (amuleti superstizioni) per aprirsi ad una fede basata sulla relazione del signore. Essere stato vagabondo, in cammino, ma errando fino al momento di ritorno a Betel. Solo una volta arrivato

Giacobbe fa un gesto concreto di Vicinanza a Dio: costruisce un altare. La promessa: Il Signore sceglie di creare una relazione privilegiata con Giacobbe attraverso la promessa di terra e

figli.

ATTEGGIAMENTI 6/89

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i bambini capiscono che il Signore desidera una relazione con loro di presenza (va a Betel luogo della Presenza) i bambini capiscono che per andare dal Signore devono avere un cuore trasparente, liberarsi dei pesi ostacoli che li

aggravano (desiderio di possesso/ di voler stare sempre solo con i loro amici) e capiscono quanto x loro sia difficile liberarsi delle cose che per loro sono care. Solo così è possibile un rilancio / rinnovamento.

Accogliere un nome nuovo, una identità nuova attraverso la scelta di essere in relazione con il Signore. Sentirsi legati al Signore.

i bambini capiscono come nelle nostre relazioni anche i soprannomi possano essere liberanti o oppressivi, arricchendo o ostacolando le relazioni.

DOMANDE 6-81. Secondo te qual è il luogo dove Dio è presente? Vanno bene tutti i luoghi o ce ne sono alcuni speciali? Quando

andiamo a messa siamo alla presenza del Signore? Com'è presente? E tu pensi sia importante partecipare con attenzione?

2. Hai delle cose alle quali sei molto legato? Riesci a condividerli con i tuoi amici? È difficile non usarle e metterle da parte quando ti viene chiesto di farlo? Ti sei mai litigato con un amico per un gioco? Come avete fatto pace?

3. L'amicizia con il Signore ti spinge a comportarsi in modo diverso o speciale? Tu ti comporti esattamente come un tuo amico musulmano o che non crede?

4. Tu hai un soprannome? Ti piace? Perché? Ti è mai capitato di essere chiamato in un modo che non ti piaceva? Hai mai dato soprannomi agli altri?

5. Perche a Giacobbe viene cambiato il nome? Tu che nome sceglieresti per te? Quale caratteristica metteresti in evidenza?

ATTIVITÀ 6-8- Preparare un cartellone sul quale sia disegnata la città/ i luoghi che loro frequentano di più (scuola/palestra/parco giochi/parrocchia/ biblioteca/ casa amici/ casa parenti/loro casa/sala acr/scuola di musica...) e chiedere loro di associare ad ogni luogo una o più persone. Oppure si potrebbe fare disegnare ai bimbi la città, riscoprendo che i luoghi che frequentano sono importanti perché in essi ci sono persone che incontrano. (Per poi collegarsi all’importanza della messa come luogo privilegiato di incontro con il Signore.)- Ripercorrere la storia tramite disegni dei personaggi e costruire un altare con scatole di cartone e decorarlo dopo aver capito che per essere amici del signore bisogna liberarsi dei “pesi” e degli idoli. (si potrebbe simboleggiare quest’ultimo punto facendo indossare loro vesti larghissime che impaccino i movimenti o zaini pesanti e dicendo. Per lavorare insieme all’altare si dovranno aiutare a vicenda a togliere questi impicci). Solo condividendo le scatole e il materiale riusciranno a fare un grande altare. (condivisione)- Gioco dei soprannomi: ognuno si presenta, con un nome di fantasia e, partendo dal nome inventa le proprie caratteristiche, si disegna o si gioca un po’ facendo finta di essere quel personaggio..da questo ci si riallaccia alla domanda sui soprannomi.. Come vengono chiamati dagli altri? Gli piace? O preferirebbero altri soprannomi? E loro come chiamano gli altri?

ATTEGGIAMENTI 9-11 La relazione con il Signore è faticosa, perché desidera una reciprocità forte, dove lui si offre per primo, ma ci chiede

di rispondere e venire in un luogo di presenza costante (messa/incontro acr/ relazione speciale con gli amici o con l'educatore ecc).

i bambini capiscono che per essere fedeli al Signore devono avere un cuore trasparente, liberarsi dei pesi ostacoli che li aggravano (desiderio di possesso/ di voler stare sempre solo con i loro amici) e capiscono quanto x loro sia difficile liberarsi delle cose che per loro sono care.

Dio li chiama per nome: il fatto di andare a messa/ fare acr/ credere. Dovrebbe cambiare qualcosa nella vita dei ragazzi. Capiscono la difficoltà e la bellezza della chiamata. Scelta costante.

Che soprannomi/titoli attribuiscono agli altri?di solito si basano sui difetti/errori degli altri, limitandone la libertà!

DOMANDE 9-111. Dove dimostri la tua fedeltà al Signore? Con quali atteggiamenti? Da che cosa devi liberarti, purificarti per seguirlo

più da vicino?2. Dove il Signore ci chiama per nome? Quando ci rende nuovi? Secondo te il Signore è veramente e sempre

presente nell'eucaristia? In che senso?3. Come vivi la confessione? Senti di liberarti di qualcosa quando la vivi?4. Cosa cambia nel tuo modo di fare/ comportarsi con gli altri il fatto che credi, vai all'ACR e a messa? Che differenze

vedi con come si comportano i tuoi amici che non lo fanno?5. Ti diverti a dare dei soprannomi agli altri? Come li scegli? Racconta…

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ATTIVITÀ 9-11- costanza/perseveranza: continuità della ricerca di relazione con il Signore nonostante tante cose ci distraggono.Si formano due gruppi: un componente del primo dovrà disposi da un lato, la seconda squadra in mezzo, i restanti componenti della prima squadra al lato opposto. La prima squadra dovrà indovinare il messaggio che il suo elemento cercherà di trasmettergli, mentre la squadra avversaria, al centro della stanza, Avrà il compito di confonderli dicendo altre parole o frasi o cantando canzoni o urlando a più non posso. - gioco dell’alce rossa, ma al posto dei numeri e delle lettere solite si mettono i soprannomi che i ragazzi scelgono per se’ per il gioco.- gioco degli scacchi umani. Regole degli scacchi (magari meglio semplificarle) e si vede che gruppo vince. Ruolo in un gruppo.

ATTEGGIAMENTI12-14 Percepiscono gli elementi di novità nella relazione con il Signore e la fatica nel desiderarla Più crescono più le richieste del Signore si fanno impegnative. Si riconoscono nel ‘nome nuovo’ che il Signore ha in mente per loro e si sentono riconosciuti da lui nelle fatiche

dovute alla crescita con i suoi cambiamenti e le sue scopertela relazione con il signore ci dà un'identità nuova: i ragazzi aderiscono a questa identità o no?

DOMANDE12-141. Cosa significa rimanere in relazione con Gesù? a volte sembra troppo faticoso? Come fai per rimanergli vicino?

Quali sono le difficoltà maggiori che percepisci? Dio chiede Giacobbe di andare nel luogo della sua presenza: ti senti chiamato a rimanere in relazione con il Signore?

2. Quali sono i tuoi idoli? Perché li consideri degli idoli? Fai una classifica. 3. Che posto occupa il Signore? Esistono spazi\momenti di incontro con Lui? Come si fa a difenderli? È difficile

rinunciare alle cose che ti piacciono di più per dare spazio al Signore? Perché?4. Che ‘nome’ ti piacerebbe avere? Come ti piacerebbe essere chiamato\guardato da Dio? Pensi che il Signore sia

capace di chiamarci a novità di vita?5. Come vivi la Confessione e la Messa rispetto a quando eri piccolo? Li senti come momenti di incontro con il

Signore?

ATTIVITÀ 12-14- Gli Idoli: se tu fossi perfetto saresti? I ragazzi devono raccontare, scrivere, disegnare (si potrebbe anche fare un collage delle caratteristiche/ oggetti che vorrebbero) o elencare le caratteristiche che hanno o vorrebbero avere per sentirsi veramente in gamba e sentirsi ammirabili. Chi è il loro mito? Perché?- Il signore definisce Israele santuario nonostante gli idoli – è una cosa complicatissima riuscire a far capire agli altri chi siamo veramente: quali sono quelle cose che gli altri dicono di te ma che non sono vere? L’attività potrebbe consistere nello scrivere su un fogliettino questa cosa appunto, cioè qual è una cosa che gli altri non capiscono di te. Poi tutti i bigliettini si mescolano a caso e ognuno ne pesca uno di un altro e leggendolo deve capire chi del gruppo l’ha scritto.

BRANO 5 – IL SOGNO: UNA SCALA CHE ARRIVA FINO AL CIELO E PROFESSIONE DI FEDEObiettivo: aiutare i ragazzi a capire che per rispondere a Dio è necessario riconoscere il terreno dove desidera incontrarci.

(Gen 28,10-22)10Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. 11Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. 14La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. 15Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». 16Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». 17Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile

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questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». 18La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. 19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. 20Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima».

IDEE DI FONDO Il viaggio che compie Giacobbe da Bersabea a Carran era un viaggio lunghissimo di 1600 km a piedi, il fatto che

debba usare una pietra come guanciale dà l’idea di essere un po’ disorganizzato, disorientato; Giacobbe è stato costretto con la fuga a spezzare i legami con i suoi familiari, è disperato si sente perduto. Grazie

al sogno capisce invece che il Signore è disposto a stare con lui a ridargli un luogo accogliente: capisce che è in un luogo diverso da quello in cui pensava di essere, per questo cambia il nome da Luz in Betel,

che significa “Casa di Dio”. L’immagine della scala che poggia sulla terra e che arriva fino al cielo è segno dell’interesse e della cura che Dio ha

per quello che viviamo ogni giorno. E’ un tempo e spazio in cui lui si manifesta. Dio, si rivela a Giacobbe con le sue parole, le parole chiave della rivelazione, mostrando di conoscerlo in tutto, la

sua famiglia, i suoi problemi e le sue sofferenze. Dio riprende la promessa fatta ad Abramo: una terra, la discendenza, la protezione e la benedizione. La salvezza

arriverà a tutte le nazioni attraverso l’amore di Dio per il popolo di Israele. Giacobbe risponde all’amore di Dio, facendo partire da questo rapporto tutto il suo progetto di una nuova vita.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Dio mostra a Giacobbe l’amore che prova per lui, il suo desiderio di proteggerlo e di accompagnarlo: anche i

bambini possono riflettere sulle occasioni in cui si sentono amati e protetti da Dio. Per i bambini più piccoli potrebbe essere interessante raccontare bene il sogno di Giacobbe sottolineando come

siano gli angeli che dalla terra salgono in cielo. Questo significa che Dio è sempre presente qui in mezzo a noi e ci vuole stare vicino. (Per i più piccoli spesso è molto viva l’immagine dell’angelo custode, magari ripresa spesso nelle scuole materne ecc., se può essere utile si può richiamare senza banalizzare)

Dio conosce tutto di Giacobbe, anche le sue tristezze e le sue fatiche. I bambini riflettono anche sul ruolo di conforto che può avere il Signore (ad esempio nella preghiera) nei loro momenti difficili .

DOMANDE 6-81. Nel sogno Dio dice a Giacobbe che vuole proteggerlo, accompagnarlo, che gli vorrà bene per sempre. In quali

occasioni ci sentiamo amati dal Signore, come se ci dicesse che ci vuole bene? Quando e in che modo il Signore ci sta vicino?

2. Il sogno di Giacobbe ha un significato molto bello. Se c’è una scala che collega la terra al cielo cosa vuol dire? Che tipo di amicizia vuole Dio con noi?

3. In che modo Dio si preoccupa per noi, della nostra vita di tutti i giorni? Come possiamo fare in modo che ne diventi veramente parte?

4. Il Signore interviene nella vita di Giacobbe in un momento in cui era molto triste. Come può aiutarti il Signore nei momenti difficili, di tristezza? Cosa gli chiedi in quei momenti?

ATTIVITÀ 6-8:Si potrebbero far decorare dei sassi, colorarli e far scrivere delle frasi, ad esempio i momenti in cui si sono sentiti amati da Gesù. Oppure far costruire una scala a pioli: ogni gradino è un ‘passo’ per avvicinarsi a Dio e nel retro un atteggiamento con cui Dio si avvicina a noi.

ATTEGGIAMENTI 9-11 Dio mostra a Giacobbe l’amore che prova per lui, il suo desiderio di proteggerlo e di accompagnarlo: anche i

bambini possono riflettere sulle occasioni in cui si sentono amati e protetti da Dio. Dio conosce tutto di Giacobbe, anche le sue tristezze e le sue fatiche. I bambini riflettono anche sul ruolo di conforto

che può avere il Signore (ad esempio nella preghiera) nei loro momenti difficili. Giacobbe sembra non avere gli strumenti adeguati per proseguire nel suo viaggio, tant’è che deve usare una pietra

come cuscino per riposarsi. Anche l’età dei 9-11 è un po’ di passaggio nel cammino di fede, iniziano ad acquisire qualche consapevolezza in più e forse iniziano anche a porsi alcune domande. Riflettono su quali sono le loro fatiche in questo, e quali strumenti il Signore da loro per affrontarle, anche attraverso le persone che mette loro a fianco.

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Tutti i giorni noi ascoltiamo il Vangelo oppure preghiamo, cose che non sempre facciamo volentieri perché ci sembrano difficili. Ma come la pietra di Giacobbe da oggetto scomodo e improvvisato è diventato l’origine di tutto il suo progetto, se affrontate con profondità possono diventare appigli forti anche nei momenti in cui ci sentiamo un po’ sperduti.

Giacobbe si fa muovere dalla dimostrazione di amore di Dio, dalla sua rivelazione. Si interrogano su come possono muoversi in risposta all’amore che Dio ha per loro, in che modo ciò potrebbe allargare il loro cuore.

DOMANDE 9-11:1. Nel sogno Dio dice a Giacobbe che vuole proteggerlo, accompagnarlo, che gli vorrà bene per sempre. In quali

occasioni ci sentiamo amati dal Signore, come se ci dicesse che ci vuole bene? Quando è in che modo il Signore ci sta vicino?

2. Il Signore interviene nella vita di Giacobbe in un momento in cui era molto triste. Come può aiutarti il Signore nei momenti difficili, di tristezza? Cosa gli chiedi in quei momenti?

3. Il sogno di Giacobbe ha un significato molto bello. Se c’è una scala che collega la terra al cielo cosa vuol dire? Che tipo di amicizia vuole Dio con noi?

4. In che modo Dio si preoccupa per noi, della nostra vita di tutti i giorni? Come possiamo fare in modo che ne diventi veramente parte?

5. Giacobbe si trova un po’ sprovveduto nel corso del suo viaggio, tant’è che deve dormire su un sasso, che all’inizio sembra una cosa scomoda, ma poi è quello da cui poi partirà tutto il suo progetto. Anche nel nostro cammino con Gesù ci siamo forse sentiti di non sapere bene cosa fare, per seguirlo davvero. Quali potrebbero essere quelle cose che ci aiutano a rafforzare la nostra amicizia con Gesù? (richiamo alla parola come strumento difficile ma indispensabile nel cammino di fede)

6. Quale ruolo ha Dio nella mia vita? È presente, mi conforta, mi sostiene sapere che Dio mi ha a cuore? Ci sono dei momenti però in cui è difficile convincersene. Ti è mai capitato di dubitare di questa cura? Che cosa ha messo in crisi la tua fiducia?

ATTIVITÀ 9-11- Giochino dei fogli: sassi che creano il percorso: strumenti scomodi per fare il percorso ma è l’unica cosa che ti permette di arrivare con gli altri, sono tappe obbligate, è ciò che ti permette di portare in salvo la squadra, (richiamo anche a Giacobbe che da qui poi porterà le tribù di Israele. - Si potrebbe scrivere sui sassi una lettera e giocare tipo al paroliere, con i sassi che hanno a disposizione devono comporre alcune parole.- Sopra dei fogli sono disegnati dei sassi e ce ne sono 10 per gruppo. L’obiettivo è quello che con questi 10 fogli i ragazzi devono arrivare a 10 metri (circa) partendo da una base. L’unica difficoltà è che non possono mai appoggiare i piedi per terra nel percorso che devono fare dalla base alla meta. Quindi dovranno stare contemporaneamente sui fogli e passare i fogli di dietro a quelli davanti avanzando così piano piano. L’idea è quella che per Giacobbe il sasso è simbolo della presenza del Signore, presenza che lo aiuta e lo sostiene nel suo cammino.

ATTEGGIAMENTI 12-14: I ragazzi crescendo sentono particolarmente estraneo, distante, il mondo di Dio (cielo) dalla loro vita in continuo

mutamento (terra) Come per Giacobbe l’arrivo a Betel è stato difficoltoso e tormentato, anche per noi il cammino di fede non è sempre

facile e scorrevole, ci sono momenti di smarrimento che però possono venire accolti e sostenuti proprio nel rapporto con il Signore.

Come Giacobbe appare sprovveduto (deve usare una pietra come guanciale) anche i ragazzi delle medie spesso si sentono disarmati nell’affrontare fatiche e dubbi nel cammino di fede, vanno aiutati a comprendere quali sono gli strumenti che possono essere utili alla scoperta del loro rapporto nuovo con Dio.

Spesso i ragazzi delle medie si trovano ad aver coinflitti con i genitori e la famiglia (o a volte i genitori non sono sempre in grado di essere dei punti fermi), proprio come Giacobbe. Di conseguenza possono sentirsi un po’ senza punti di riferimento, disorientati, non in grado di progettare e di sognare un futuro.

Con l’incontro con Dio Giacobbe può cominciare a fare veramente progetti per la sua vita. I ragazzi si interrogano su cosa sognano per il loro futuro e quale ruolo ha il rapporto con il Signore in queste decisioni.

I ragazzi delle medie potrebbero avere già affrontato momenti molto difficili, in cui come a Giacobbe sembra non ci sia più speranza e si offusca il rapporto con Dio e il legame con la chiesa.

Riflettono su come un buon cammino di fede può aiutare a rialzarsi, come punto di partenza per progettare un nuovo stile. (anche in vista del passaggio ai giovanissimi, che può essere considerato un salto di qualità nel proprio cammino, visto che probabilmente ai più grandi alcuni elementi del gruppo acr iniziano a stare stretti).

Tutti i giorni noi ascoltiamo il Vangelo oppure preghiamo, cose che non sempre facciamo volentieri perché ci sembrano difficili. Ma come la pietra di Giacobbe da oggetto scomodo e improvvisato è diventato l’origine di tutto il

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suo progetto, se affrontate con profondità possono diventare appigli forti anche nei momenti in cui ci sentiamo un po’ sperduti.

Giacobbe si fa muovere dalla dimostrazione di amore di Dio, dalla sua rivelazione. Si interrogano su come possono muoversi in risposta all’amore che Dio ha per loro, in che modo ciò potrebbe allargare il loro cuore.

DOMANDE 12-14: 1. Senti la tua vita come un cammino? Che cosa dell’età che vivi ti risulta più scomodo, faticoso?2. Il Signore è presente o assente dalla tua vita? Usando l’immagine del brano esiste un Cielo sopra di te? Esiste una

scala, dei gradini, dei passi possibili per recuperare il rapporto con Lui?3. La terra che calpesti, l’età che vivi pensi sia interessante per il Signore? Appoggerebbe una scala, un approdo, uno

spazio di incontro proprio sul tuo cammino, sulla tua vita di adesso?4. Il Signore interviene nella vita di Giacobbe in un momento per lui molto difficile. Nei momenti di difficoltà o di crisi a

che cosa o a chi ti aggrappi? Preferisci chiuderti in te stesso e rimanere solo per decidere come muoverti? In quei momenti, la preghiera e l’amicizia con il Signore trovano uno spazio o sono solo un’ulteriore difficoltà che complica solo le cose? Anche per Giacobbe la pietra sembrava un rimedio scomodo (già dormiva all’aperto, in più scegliere proprio una pietra come guanciale è una fatica in più) eppure è proprio da quella “scomodità” che parte il suo nuovo progetto di vita e un rinnovato rapporto con il Signore. Sei proprio convinto che il Signore ti chiami in causa solo quando le cose ti vanno bene, quando ritieni di aver sistemato tutto e per questo poter dare il meglio? Certo per Giacobbe non è stato così…

5. Quali fatiche sei disposto a fare quando le cose non vanno proprio come vorresti, quando sono più noiose o meno entusiasmanti di quanto ti aspettassi?

6. Dall’amicizia con Dio Giacobbe fa ripartire tutto il suo progetto. Cosa sogni per il tuo futuro? È qualcosa che attendi con impazienza? Perché? Oppure lo temi, hai paura di fare scelte sbagliate o dover cambiare le cose che ti piacciono di te e della tua vita? Hai un paura di come potrebbero cambiare le persone che ti circondano?

7. Chi che cosa ti aiuta nello scegliere, nel prendere le decisioni giuste? Chi ti aiuta a farti le domande giuste? In che modo il tuo cammino ha un ruolo in questo? La preghiera, l’andare a Messa, il frequentare il gruppo, il confrontarsi con educatori, ragazzi, sacerdote… ti aiuta a capire chi sei e che cosa vuoi? Oppure sono solo una complicazione nel tuo scegliere?

8. Giacobbe capisce di trovarsi dentro un’amicizia che non ha iniziato lui, e che però finisce per riguardarlo da vicino e per incasinargli un po’ la vita. Le promesse di alleanza del Signore, i suoi desideri di rimanere per sempre al fianco degli uomini… in che senso senti che ti riguardano? Nel senso che in quanto uomo o donna, riguardano anche te di diritto? Oppure ti è riservato un ruolo ben preciso e attivo nella loro ‘realizzazione’? Come cambia questo le tue relazioni con gli altri?

ATTIVITÀ 12-14 - Dixit al contrario. Tu di solito hai una frase e ognuno ha una carta che deve interpretare quell’immagine lì. Al contrario c’è un’immagine e ognuno può scegliere una frase, quindi un’interpretazione del sogno che potrebbe andare bene per quel sogno. Per non farlo diventare il gioco dell’interpretazione dei sogni si potrebbero preparare delle carte apposta che riprendano i temi delle idee di fondo: la vicinanza del Signore nella nostra vita, il cammino/viaggio, o elementi che richiamano il brano…- Sopra dei fogli sono disegnati dei sassi e ce ne sono 10 per gruppo. L’obiettivo è quello che con questi 10 fogli i ragazzi devono arrivare a 10 metri (circa) partendo da una base. L’unica difficoltà è che non possono mai appoggiare i piedi per terra nel percorso che devono fare dalla base alla meta. Quindi dovranno stare contemporaneamente sui fogli e passare i fogli di dietro a quelli davanti avanzando così piano piano. L’idea è quella che per Giacobbe il sasso è simbolo della presenza del Signore, presenza che lo aiuta e lo sostiene nel suo cammino.- Sempre sull’idea del Signore che sostiene il cammino di Isacco, proporre ai ragazzi di scegliere un sasso che gli piace, se lo devono proprio cercare, e poi pensare ad un momento in cui hanno sentito proprio che il Signore gli è stato vicino, si è fatto presente, non li ha lasciati soli, e disegnare/dipingere sul sasso un simbolo che ricordi quell’avvenimento. Il sasso poi se lo possono portare a casa, così come Giacobbe ha fatto del sasso un luogo di culto, perché non venisse mai dimenticato che il Signore è fra il popolo.

TERZO BLOCCO: RELAZIONIBrano 6 – 7+7 ANNI: DALL’INFATUAZIONE ALL’AMORE A CARO PREZZOObiettivo: le relazioni hanno bisogno di tempo e cura per camminare e crescere, nonostante l’impatto iniziale 1.

1 possibile incontro sull’affettività (12/14)14

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(Gen 29, 1-30)1Giacobbe si mise in cammino e andò nel territorio degli orientali. 2Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame distese vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano le greggi. Sulla bocca del pozzo c’era una grande pietra: 3solo quando tutte le greggi si erano radunate là, i pastori facevano rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo. 4Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove siete?». Risposero: «Siamo di Carran». 5Disse loro: «Conoscete Làbano, figlio di Nacor?». Risposero: «Lo conosciamo». 6Poi domandò: «Sta bene?». Risposero: «Sì; ecco sua figlia Rachele che viene con il gregge». 7Riprese: «Eccoci ancora inpieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a pascolare!». 8Ed essi risposero: «Non possiamo, finché non si siano radunate tutte le greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge». 9Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre; era infatti una pastorella. 10Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, fece rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre. 11Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce. 12Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei, perché figlio di Rebecca. Allora ella corse a riferirlo al padre. 13Quando Làbano seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte queste vicende. 14Allora Làbano gli disse: «Davvero tu sei mio osso e mia carne!». Così restò presso di lui per un mese. 15Poi Làbano disse a Giacobbe: «Poiché sei mio parente, dovrai forse prestarmi servizio gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo salario». 16Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele. 17Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto, 18perciò Giacobbe s’innamorò di Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore». 19Rispose Làbano: «Preferisco darla a te piuttosto che a un estraneo. Rimani con me». 20Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni, tanto era il suo amore per lei. 21Poi Giacobbe disse a Làbano: «Dammi la mia sposa, perché i giorni sono terminati e voglio unirmi a lei». 22Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto. 23Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed egli si unì a lei. 24Làbano diede come schiava, alla figlia Lia, la sua schiava Zilpa. 25Quando fu mattina... ecco, era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: «Che cosa mi hai fatto? Non sono stato al tuo servizio per Rachele? Perché mi hai ingannato?». 26Rispose Làbano: «Non si usa far così dalle nostre parti, non si dà in sposa la figlia più piccola prima della primogenita. 27Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò anche l’altra per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette anni». 28E così fece Giacobbe: terminò la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie la figlia Rachele. 29Làbano diede come schiava, alla figlia Rachele, la sua schiava Bila. 30Giacobbe si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al servizio di lui per altri sette anni.

IDEE DI FONDO Giacobbe, probabilmente in cerca di una moglie, si reca subito al pozzo, luogo che nella Bibbia spesso favorisce gli

incontri. Davanti a Rachele, Giacobbe fa di tutto per mettersi in mostra e addirittura va contro le tradizioni, che sono anche le

sue. Giacobbe è disposto ad accettare una proposta impegnativa: si rende disponibile a servire Labano per 7 anni pur di

poter pagare la dote e prendere in sposa l'amata Rachele. Labano vede in Giacobbe l'occasione per dare la figlia in sposa ad un parente, sistemare la primogenita attraverso

un inganno e ottenere manodopera per il suo bestiame. Giacobbe trova una persona più scaltra di lui. Giacobbe si ritrova ad avere in sposa, oltre a Rachele, Lia. Nonostante questa situazione sia derivata da un

inganno troviamo il segno dell'agire di Dio nella storia. Senza Lia non sarebbero nati Ruben, Levi e Giuda, né sarebbero sorti Mosé e David.

ATTEGGIAMENTI 6-8 I bambini riconoscono, nei luoghi che frequentano, ambienti nei quali poter fare amicizia con altri ragazzi. Imparano a riconoscere quali sono quegli atteggiamenti che assumono solamente per attirare attenzione e cercano

di capire quali sono i motivi che li portano ad assumerli. Riconoscono nei divieti dei genitori, dei maestri e degli educatori, non un torto ma un’azione utile alla loro crescita.

Cambiano quindi il loro modo di vedere le regole, non vedendole più come dei limiti, ma come il modo giusto per vivere e crescere.

Vengono a conoscenza di un nuovo modo di rispondere ad un torto subito, imparano quindi un’alternativa alla vendetta.

Comprendono che anche nelle situazioni complicate e difficili, Dio non li lascia soli ma agisce in un modo spesso non facile da riconoscere.

DOMANDE 6-8

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1. Quali sono i luoghi che frequenti dove hai conosciuto nuovi amici? Ci sono alcuni posti dove è più facile fare amicizia? Perché?

2. Come scegli i tuoi amici? In base al carattere, a chi è più bravo a giocare a calcio, a chi ha più giochi? Che caratteristiche devono avere i tuoi amici?

3. Giacobbe accetta di stare alle regole di Labano: quand’è stato l’ultima volta che sei stato sgridato perché non hai rispettato una regola? Che regola era? Quando i tuoi genitori, i maestri o gli educatori ti sgridano o ti negano qualcosa, tu come reagisci? Perché?

4. Vedi la scuola solamente come un luogo dove imparare qualcosa o è anche un luogo dove conoscere amici che altrimenti non avresti mai incontrato? È sufficiente allora rispondere all’appello o è necessario comportarsi in un certo modo anche nei confronti dei compagni? Come descriveresti questo comportamento necessario?

5. Alla fine della storia Giacobbe viene ingannato: quando subisci un torto da parte di un tuo amico, come reagisci? Pensi si debba rispondere allo stesso modo? Ti è mai capitato di vendicarti di un torto subito?

6. Le cose non vanno sempre come vorremmo, e neanche a Giacobbe: di fronte a situazioni difficili, cerchi sempre qualcuno a cui dare la colpa? Incolpi mai Gesù di non averti aiutato? In che modo secondo te Gesù aiuta Giacobbe in questo momento delicato per i suoi affetti? Chiedi mai aiuto al Signore per i problemi coi tuoi amici?

ATTIVITÀ 6-8Memory: ci sono due mazzi di carte, uno con scritto alcune semplici regole che i bambini devono rispettare quotidianamente es: “non urlare in classe”, “chiedere scusa”, “ascoltare i genitori” e sulle altre gli scopi di queste regole: “così tutti possono ascoltare la lezione”, “in modo da non litigare con gli altri”, “perché cercano di dirti delle cose solamente per il tuo bene”. I ragazzi dovranno poi girare una coppia di carte alla volta e riuscire ad abbinare le coppie giuste.

ATTEGGIAMENTI 9-11 I ragazzi riconoscono i luoghi nei quali coltivare relazioni: scuola, sport, musica... Ognuno di questi luoghi ha le

proprie regole da rispettare, le proprie usanze, proprio come il pozzo. Anche i ragazzi scelgono le loro amicizie in base a determinati parametri: chi gioca bene a calcio, chi si veste

meglio, chi è più simpatico... Per far colpo sugli amici, spesso i ragazzi tendono ad assumere atteggiamenti diversi da quelli abitudinari, come

per esempio il mettersi in mostra anche a discapito degli altri. Tramite la presa di impegno di Giacobbe i ragazzi vedono un modo serio di rispondere ad un torto, non con una

vendetta o con un litigio e nemmeno con l’indifferenza. I ragazzi imparano a riconoscere l’agire fruttuoso di Dio nelle situazioni difficili che li circondano, smettendo di

aspettarsi che Dio risolva per loro le cose.

DOMANDE 9-111. Dove hai conosciuto i tuoi amici? Quali sono i luoghi nei quali è più facile creare legami di amicizia? La scuola, la

palestra dove fai sport, possono essere tali luoghi o pensi sia meglio cercarli al di fuori di questi ambienti? Quali sono i posti dove diventare amici è molto complicato, magari a causa della competizione o dell’invidia?

2. Come scegli i tuoi amici? Ti è mai capitato di voler diventare amico di qualcuno perché è pià famoso/a, più bravo/a, più bello/a? Quanto conta il primo impatto, la prima impressione? Ti è mai capitato di giudicare qualcuno e poi rivalutarlo?

3. Una volta che si è amici con qualcuno, basta quello o pensi che l’amicizia vada poi anche seguita e curata? Come? 4. Ti è mai capitato di vedere dei tuoi amici che per attirare l’attenzione di qualcuno, abbiano assunto degli

atteggiamenti strani, inusuali? A te invece, è mai capitato? Ti è mai capitato di mettere in cattiva luce qualcuno pur di primeggiare? Qualcuno ha mai fatto così con te?

5. Come reagisci ai torti subiti? Pensi si debba sempre rispondere a tono per non sembrare più deboli? E se non si risponde a tono che si può fare, lasciar perdere per non litigare? Ti sarà capitato di litigare con un tuo amico… come ne siete usciti?

6. Nelle situazioni difficili che vedi e che vivi, pensi che il Signore sia presente o pensi che lui ci sia solamente nei momenti in cui tutto va bene e tutti sono felici? Credi che il Signore supporti le tue amicizie, le abbia a cuore o pensi che non sia poi così interessato a chi hai a cuore tu?

ATTIVITÀ 9-11Ai ragazzi vengono dati una serie di figure fotocopiate da riviste o scaricate da internet di personaggi famosi, televisivi o sportivi, e loro devono scegliere quelli che preferirebbero avere come amici dicendo anche il perché (è il più forte, tutti lo cercano, è bellissimo, è un esempio per tutti). Poi nella seconda parte dell’attività, dietro queste figure, devono scrivere quali sono le caratteristiche che cercano in un amico che però questi personaggi non potrebbero mai dare loro (ascolto, fiducia, presenza, …).

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ATTEGGIAMENTI 12-14 Anche oggi esistono punti di ritrovo nei quali poter coltivare le relazioni: oratori, piazze, parchi. I ragazzi frequentano

questi posti consapevoli che ogni luogo ha le sue “regole” di stile, dall’abbigliamento al linguaggio. Spesso i ragazzi hanno un rapporto col proprio corpo non sereno, non si piacciono o vorrebbero essere diversi, si

fissano su delle categorie di bellezza/bruttezza a volte un po’ crudeli. Quando vogliamo far colpo su qualcuno, tendiamo a fare cose che non avremmo mai fatto. Ad uscire da noi stessi

per andare verso l’altro, a volte in maniera un po’ goffa ed altre volte in maniera un po’ violenta. Giacobbe nel pianto mostra lo sfogo di tutte quelle emozioni, insicurezze e nervosismi che nascono dall’incontro

con una persona che davvero ci interessa. I ragazzi riconoscono nella risposta di Giacobbe all’inganno un atteggiamento di impegno, ingrediente

imprescindibile in una relazione che vuole crescere. I ragazzi si rendono conto che la loro idea di Gesù come di un Dio che sistema le cose magicamente non funziona

più: non sempre le cose vanno bene. Imparano che in realtà Dio è sempre presente e, anche se spesso il suo agire si rivela in maniera inaspettata, esso è riconoscibile dai frutti e dalle cose belle.

DOMANDE 12/141. Dove è più facile per te conoscere ragazzi/ragazze? Ci sono delle regole da seguire per frequentare quei luoghi?

Devi vestirti in un certo modo? Avere un certo cellulare o un certo numero di amici su Facebook?2. Ci sono secondo te degli standard o dei modelli di bellezza/bruttezza? Cosa si rischia ad essere dentro questi

parametri, come cambiano le persone quando si accorgono di essere apprezzate? Cosa si rischia invece a rimanerci fuori?

3. Quali atteggiamenti o stratagemmi usi per far colpo su una persona che ti piace? Pensi che tu le debba piacere così come sei o ti capita di ritrovarti a dire cose o a fare cose che normalmente non diresti e faresti? Tipo giocare a calcio anche se non ti piace o prendere in giro un tuo amico solo per risaltare…?

4. Che cosa ti colpisce del corpo di un altro ragazzo/ragazza? I messaggi che lancia con il suo corpo sono sempre coerenti con quello che poi scopri essere la sua persona?

5. Quando incontri una persona che ti piace, nascono tantissime emozioni… quali useresti per descrivere la sensazione di essere? Ti vergogni di queste emozioni, ti senti stupido?

6. Quando ti innamori, cosa ti attrae di quella persona? Quanto è importante il primo impatto? Ti è mai capitato che ti piacesse una persona che prima non avevi neanche notato? E dopo il primo impatto le cose rimangono ferme o possono cambiare? Frasi del tipo “resta sempre come sei” o “non cambiare mai”, aiutano a conoscersi o ci bloccano?

7. Quali sono le cose che pensi siano importanti in una relazione? Come fai a capire se una relazione durerà o meno?8. Giacobbe ha risposto ad un imbroglio con un gesto carico di impegno. Pensi di essere in grado di fare lo stesso

davanti ad una persona che ti piace? Come tutte le cose belle e vere, stare con qualcuno e crescerci insieme richiede fatica e impegno continuo: secondo te è possibile avere il ragazzo/ragazza e non impegnarsi? Funzionano le cose?

9. Hai mai pensato che ci sia spazio per il Signore nelle tue relazioni di amicizia/amore? Ti sei mai rivolto a lui nella preghiera nelle situazioni di difficoltà nate in un rapporto di amicizia/amore? Credi che abbia mai messo il naso nei tuoi affetti personali?

ATTIVITÀ 12-14Si divide il gruppo in due: un gruppetto deve individuare i comportamenti tipici dei ragazzi quando sono “innamorati” e l’altro gruppetto i comportamenti tipici delle ragazze. I gruppetti possono essere, in modo da creare un po’ di discussione e magari smentire alcuni stereotipi in maniera autonoma, poi chiaramente verranno ripresi dall’educatore.

BRANO 7 – IL PERDONO PREPARATO COME CAMMINO DI RITORNOObiettivo: il perdono che sta a cuore al Signore non è un atto formale ma un sapersi ingegnare individuare un percorso progressivo che porti a recuperare anche quelle amicizie che sembrano essere un po’ lontane e perse2.

(Gen 32,4-22)4Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nella regione di Seir, la campagna di Edom. 5Diede loro questo comando: «Direte al mio signore Esaù: “Dice il tuo servo Giacobbe: Sono restato come forestiero presso Làbano e vi sono rimasto fino ad ora. 6Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e schiave. Ho

2 possibile incontro per la penitenziale17

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mandato a informarne il mio signore, per trovare grazia ai suoi occhi”». 7I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini». 8Giacobbe si spaventò molto e si sentì angustiato; allora divise in due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli. 9Pensava infatti: «Se Esaù raggiunge un accampamento e lo sconfigge, l’altro si salverà». 10Giacobbe disse: «Dio del mio padre Abramo e Dio del mio padre Isacco, Signore, che mi hai detto: “Ritorna nella tua terra e tra la tua parentela, e io ti farò del bene”, 11io sono indegno di tutta la bontà e di tutta la fedeltà che hai usato verso il tuo servo. Con il mio solo bastone avevo passato questo Giordano e ora sono arrivato al punto di formare due accampamenti. 12Salvami dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù, perché io ho paura di lui: che egli non arrivi e colpisca me e, senza riguardi, madri e bambini! 13Eppure tu hai detto: “Ti farò del bene e renderò la tua discendenza tanto numerosa come la sabbia del mare, che non si può contare”». 14Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, da ciò che gli capitava tra mano, un dono per il fratello Esaù: 15duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti montoni, 16trenta cammelle, che allattavano, con iloro piccoli, quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli. 17Egli affidò ai suoi servi i singoli branchi separatamente e disse loro: «Passate davanti a me e lasciate una certa distanza tra un branco e l’altro». 18Diede quest’ordine al primo: «Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti domanderà: “A chi appartieni? Dove vai? Di chi sono questi animali che ti camminano davanti?”, 19tu risponderai: “Di tuo fratello Giacobbe; è un dono inviato al mio signore Esaù; ecco, egli stesso ci segue”». 20Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti seguivano i branchi: «Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando lo incontrerete; 21gli direte: “Anche il tuo servo Giacobbe ci segue”». Pensava infatti: «Lo placherò con il dono che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi accoglierà con benevolenza». 22Così il dono passò prima di lui, mentre egli trascorse quella notte nell’accampamento.

IDEE DI FONDO Per Giacobbe la questione con suo fratello è un nodo ancora da sciogliere, anche se sono passati 20 anni e le loro

vite molto probabilmente sono andate avanti “indipendentemente”, non vuole lasciare la situazione in questo stato Giacobbe mette Dio in mezzo alla sua relazione col fratello, capisce che senza il Signore non può iniziare a

ricostruire il rapporto Nel momento di difficoltà Giacobbe si ricorda delle promesse che Dio gli ha fatto e si affida Giacobbe si rende conto che per poter dialogare col fratello deve metterlo nella condizione di farsi ascoltare e

quindi si ingegna per innescare un dinamismo di riconciliazione Riappacificarsi non significa annullarsi non è una resa incondizionata ma un ricostruire un rapporto alla pari, infatti il

cammino di ritorno alla relazione di fratellanza è reciproco (anche fisicamente si vanno incontro l'un l'altro)

ATTEGGIAMENTI 6-8 I bambini vivono il perdono in maniera superficiale, sono preoccupati di avere ragione e non sono interessati a

cambiare o far cambiare l’altro. I ragazzi capiscono l’importanza di recuperare un’amicizia più che avere ragione (colpa mia, colpa tua) in un litigio e

sono disposti a fare il primo passo per venirsi incontro. Scoprono la difficoltà e l’efficacia del donare gratuitamente, del fare il primo passo, soprattutto per recuperare il

rapporto con un amico (Giacobbe fa tutti quei regali al fratello senza essere sicuro di essere perdonato). Nei momenti di conflitto e difficoltà con gli amici provano a cercare il Signore.

DOMANDE 6-81. Cosa significa chiedere scusa? Quand'è che chiedi scusa? Come lo fai? Se fossi nei panni dell'altro delle scuse

così le accetteresti?2. Ti è mai capitato di voler chiedere scusa ma che all’altro non gli interessasse? Come è finita?3. È faticolo chiedere scusa? Ci si rimette qualcosa? Hai mai dovuto rinunciare a qualcosa per poter tornare amico

con qualcuno dopo averci litigato? Saresti disposto a donare qualcosa ad un tuo amico con cui hai litigato e non riesci a farci pace?

4. Ti è mai capitato di rinunciare a riavvicinarti ad un tuo amico dopo un torto? Secondo te che tipo di amicizia spera per noi il Signore? Se tu fossi Dio ti piacerebbe che i tuoi figli, fratelli fra loro, si litigassero?

ATTIVITÀ 6-8Viene fatto un gioco dell’oca, in cui ci sono alcune caselle che presentano dei comportamenti sbagliati (tipo ho picchiato qualcuno, l’ho offeso, …). Se si capita più di una volta in questo tipo di caselle, c’è una penalità. Alla fin del gioco viene fatto notare che nonostante si sia sbagliato e si sia chiesto scusa, non è cambiato niente perché la volta successiva si è reiterato il comportamento.

ATTEGGIAMENTI 9-11

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I bambini iniziano a scontrarsi con le difficoltà del farsi perdonare, lo vivono più come un peso, il peso del dover ammettere i propri errori, la vergogna, l'orgoglio, ostacolano l'avvicinarsi con umiltà e chiedere scusa

A differenza di Giacobbe non riescono ad organizzare una richiesta di perdono, sono spesso impacciati, non pensano che per chiedere scusa bisogna mettere l'altro nelle condizioni di perdonarci, spesso invece vogliono chiedere perdono a modo loro

Imparano a mettere nella preghiera non solo le loro richieste o le cose belle, ma anche i rapporti problematici, le difficoltà. Capiscono che il Signore fa loro delle promesse importanti a cui potersi affidare

Per riuscire a riavvicinarsi in maniera efficace, c'è bisogno di costruire un rapporto a doppio senso, un venirsi incontro reciprocamente

DOMANDE 9-111. Come fai a chiedere scusa? Quali sono le cose più difficili del farlo?2. Perché chiedi scusa? Cosa ti spinge a farlo? Lo fai solo quando sei sicuro di essere capito e perdonato? O ci provi

lo stesso rischiando di essere respinto? 3. E' mai capitato che le tue scuse non fossero accettate? Hai insistito? Hai lasciato stare? Perché secondo te non

sono state accettate?4. Quali sono le cose più strane che hai fatto per farti perdonare? Quanto saresti disposto a rimetterci per riottenere

l’amicizia di qualcuno con cui hai litigato, magari per un’incomprensione?5. Hai mai pregato per i tuoi “non più amici”? Hai mai pregato per poter riavere l'amicizia di qualcuno?6. Chiedere scusa è solo una questione di parole? C'è bisogno anche di gesti? Bisogna cambiare qualcosa? Ti è mai

capitato di chiedere scusa ad un amico e poi tornare a deluderlo sulla stessa cosa?

ATTIVITÀ 9-11Come premessa, invitateli a far mente locale su una circostanza per cui dovrebbero chiedere scusa e proponete di rispondere onestamente, per iscritto, alle seguenti domande:Sai di avere torto? Hai sbagliato con la consapevolezza di avere torto o hai agito in buonafede? Quanto male hai fatto alla persona a cui hai fatto torto? In quali sentimenti si traduce il tuo pentimento? Quando avranno risposto, chiedete di scrivere una lettera di scuse sintetizzando e arricchendo le risposte date.

ATTEGGIAMENTI 12-14: A seguito di un litigio i ragazzi tendono a rispondere chiudendosi ed evitando di ammettere la propria parte di

responsabilità nel litigio, aspettano che sia l’altro a fare il primo passo. Fanno molta fatica a discuteredi ciò su cui litigano, preferiscono aspettare che il problema venga dimenticato, il

perdono non è vissuto come qualcosa che può far crescere ma come ritornare al punto di partenza. Scoprono che la dinamica del perdonare e del farsi perdonare non è banale ma occorre anche mettersi nei panni

dell’altro, rispettandone i tempi e capendo come fare per metterlo in condizione di ascoltarci. Costruire un rapporto reciproco è molto difficile, spesso i rapporti non sono alla pari, questo “sfalsamento di livelli”

sono molto problematici nelle dinamiche di perdono. Per i ragazzi diventa difficilissimo spendere parte del tempo che impiegano nella preghiera per le persone con cui

sono in conflitto, imparano però che nei momenti di sconforto ci sono le promesse del Signore su cui possono contare.

DOMANDE 12-141. Ti è mai capitato di ritrovare dopo molto tempo qualche ex-amico con cui avevi litigato e ritornare ad averci un

rapporto? E' possibile invece non dover lasciar perdere una persona per molto tempo per poterci tornare amico?2. Preferisci tornare sopra i problemi che ti hanno fatto litigare con qualcuno? O è meglio lasciar stare e far finta che

non sia successo nulla? Col tempo le cose si aggiustano da sole?3. Qual è la cosa più difficile del chiedere scusa? Come vivi il dover perdonare qualcuno? Qual è il costo di tornare ad

essere amico dopo un perdono? Perché è così faticoso?4. Chiedere scusa è solo una questione di parole? Cosa cambia dopo che hai chiesto scusa? Che tipo di rapporto

ricostruisci? Un rapporto alla pari? O per via del senso di colpa lasci fare all'altro tutto ciò che vuole?5. Dio ci invita a fare del perdono uno stile di amicizia, non si è veri amici se non si è in grado di perdonare. Ti è mai

capitato di tirare in ballo Dio nelle tue amicizie, nella preghiera? Credi che il Signore speri qualcosa per le tue relazioni? Nel ricostruire un rapporto difficile Dio come può aiutarti?

ATTIVITÀ 12-14Il pozzo, attività sul riconoscere i mancati perdoni… Basta una corda per creare un cerchio a terra; i ragazzi si siedono all’esterno seguendo la circonferenza. Il cerchio formato dalla corda simboleggia un pozzo, all’interno del quale i ragazzi sono invitati prima a gettare dei bigliettini con il nome di una persona con cui ciascuno aveva rotto il rapporto in passato.

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Ciascuno dovrà anche spiegare le motivazioni che lo avevano in passato spinto a gettare nel pozzo quella determinata persona; e poi in base a quali motivi ora si sente disposto a perdonarla. La discussione potrebbe poi partire capovolgendo la prospettiva dell’attività: Chi potrebbe gettarti nel pozzo? Per quale motivo? Cosa potresti fare per uscire? Ti è mai capitato di essere stato tirato fuori da qualcuno, di essere stato perdonato?

BRANO 8 – LA FEDE COME LOTTA E IL NOME NON-DETTO DI DIOObiettivo: fare sul serio col Signore richiede un coinvolgimento costoso in un serio cammino di ricerca. Per scoprire sempre meglio il suo volto si passa anche attraverso dubbi, sfide e difficoltà3.

(Gen 32,23-32)23Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». 28Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». 30Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. 31Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuél: «Davvero ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». 32Spuntava il sole quando Giacobbe passò Penuél e zoppicava all’anca.

IDEE DI FONDO Mentre è in cammino verso il fratello, Giacobbe cerca uno spazio di intimità e solitudine con il Signore. Dio si fa presente, ma in un modo completamente inaspettato anche per Giacobbe: il rapporto con Dio viene

descritto come una lotta. Mentre Giacobbe riceve un nuovo come, il nome di Dio rimane misterioso ad indicare l’incapacità di Giacobbe di

comprendere fino in fondo la sua fede, di possedere Dio. Pur sfuggendo alla comprensione di Giacobbe, benedicendolo, Dio gli ricorda la sua vicinanza. Da questo incontro Giacobbe rimane ferito e il suo modo di camminare non sarà più quello di prima.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Scoprono che la fede non è una cosa scontata: la curiosità ci permette di conoscere meglio il Signore. Non sempre il Signore esaudisce le loro preghiere nella modalità con cui sono state formulate, ma non per questo

non li ascolta. Scoprono l'importanza di uno spazio per stare soli con il Signore.

DOMANDE 6-81. Ti capita di stare da solo col Signore?Cosa fai? Gli chiedi delle cose? Lo ascolti?Come fa il Signore a parlarti? Ti

telefona?2. Senti che il Signore ti ascolta quando parli con lui?Ti è mai capitato di chiedergli qualcosa e che questa cosa non si

avverasse? Come ci sei rimasto?3. Cosa chiede Giacobbe al Signore? E il Signore come risponde? Gli dà quello che chiede?4. Com'è la tua amicizia con il Signore? È sempre tranquilla, capisci sempre tutto del Signore?Ti capita ogni tanto di

rimanere a bocca apertaperché ti sembra faccia cose incomprensibili?

ATTIVITÀ 6-8La palestra: i bambini progettano e costruiscono (o disegnano, o elencano...) attrezzature per allenarsi, per irrobustire il fisico. L'idea è che anche alcune domande e dubbi, che ci tengono in tensione, ci permettono di irrobustirci nella fede.

ATTEGGIAMENTI 9-11 Scoprono che la fede non può essere priva di un cammino personale, fatto anche di incomprensioni e richieste non

sempre esaudite I ragazzi si rendono conto che la qualità delle domande con cui interrogano il Signore è la misura di crescita del loro

rapporto con lui Scoprono l'importanza di uno spazio per stare soli con il Signore, dove sperimentano la sua originalità nel farsi

vicino

3 la difficile fede preadolescente (12/14)20

Page 21: COMPLETE.docx · Web viewLa tua è una età in cui puoi fare grandi scelte, puoi ad esempio (forse) per la prima volta scegliere se continuare il cammino con Gesù o fare altre scelte.

DOMANDE 9-111. Senti che il Signore ti ascolta quando parli con lui? Ti è mai capitato di chiedergli qualcosa e che questa cosa non si

avverasse? Come sei stato? Cosa chiede Giacobbe al Signore? E il Signore risponde? Come? Gli dà quello che chiede?

2. Secondo te cosa vuol dire ascoltare il Signore che ti parla? Ma sei sicuro che ti parla? Come?3. Dedichi un po' di tempo della giornata a stare da solo col Signore? Come vanno questi momenti?4. Ti sono capitate delle cose che ti hanno fatto soffrire? Giacobbe ha deciso di confrontarsi su queste cose col

Signore, e alla fine in queste sofferenze è cambiato e cresciuto. Secondo te è una cosa possibile? Cosa vuol dire crescere nei momenti difficili dialogando col Signore?

5. In questo anni di ACR quali cose belle hai scoperto del Signore? E quali invece ti danno da fare?

ATTIVITÀ 9-11Le domande impossibili. Due squadre si sfidano a elencare tutte le domande su Dio e la fede a cui non si può trovare risposta, come “Se Dio ha creato tutto, chi ha creato Dio?”.L'idea è che le domande non sono una cosa di cui vergognarsi. “Scavare” e fare un percorso è utile.

ATTEGGIAMENTI 12-14 Scoprono crescendo che la fede non può essere priva di un cammino di ricerca personale, fatto anche di

incomprensioni e richieste non sempre esaudite. Capiscono l’importanza di ricavare uno spazio di discernimento col Signore anche a causa delle fatiche di quest’età

nuova che stanno vivendo. L’esigenza di dare risposta ad alcune domande non è motivata solo da curiosità personale ma anche dal dover dare

ragione della propria fede davanti agli altri. I ragazzi si rendono conto che la qualità delle domande con cui interrogano il Signore è la misura di crescita del loro

rapporto con lui. Scoprono l'importanza di uno spazio per stare soli con il Signore, dove comprendono la sua originalità nel farsi

vicino anche con modalità a volta spiazzanti.

DOMANDE 12-141. Quali sono i dubbi e le domande nuove che affiorano crescendo? Come sono diverse dalle domande che vi

facevate 5 anni fa? Sono più esigenti, più specifiche, più necessarie?2. Le tue difficoltà di rapporto con gli altri, ti spingono a cercare Dio? Ti viene mai voglia di isolarti un attimo e rimanere

a tu per tu con il Signore per potergli esprimere le tue difficoltà nelle relazioni?3. Ci sono delle domande che gli altri ti hanno fatto o ti temi che ti facciano circa la tua fede? Credi di avere una

risposta pronta per tutte queste domande? Ti spaventa il fatto che gli altri possano metterti in difficoltà sulla tua fede?

4. L’immagine della lotta fra Giacobbe e Dio che cosa evoca, che cosa esprime? (fatica, crescita, contatto, …)5. Nel gruppo ACR ti è mai capitato di confrontarti con i tuoi educatori? Ti hanno aiutato a formulare meglio alcune

domande? È stato un aiuto prezioso o preferivi delle risposte un po’ scontate e rassicuranti?

ATTIVITÀ 12-14Possono vivere un momento di “deserto” in cui scrivono a Dio una lettera con le loro domande e dubbi.

Brano 9 – L’ABBRACCIO COL FRATELLO ESAÙ E RIENTRO IN CANAANObiettivo: per diventare fratelli occorre liberarsi dei pregiudizi, superare gli ostacoli e sforzarsi di andare incontro all’altro per quello che veramente è.

(Gen 33,1-20)33,1Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù, che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i bambini tra Lia, Rachele e le due schiave; 2alla testa mise le schiave con i loro bambini, più indietro Lia con i suoi bambini e più indietro Rachele e Giuseppe. 3Egli passò davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra, mentre andava avvicinandosi al fratello. 4Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero. 5Alzàti gli occhi, vide le donne e i bambini e domandò: «Chi sono questi con te?». Giacobbe rispose: «Sono i bambini che Dio si è compiaciuto di dare al tuo servo». 6Allora si fecero avanti le schiave con i loro bambini e si prostrarono. 7Si fecero avanti anche Lia e i suoi bambini e siprostrarono e infine si fecero avanti Giuseppe e Rachele e si prostrarono. 8Domandò ancora: «Che cosa vuoi fare di tutta questa carovana che ho incontrato?». Rispose: «È per trovar grazia agli occhi del mio signore». 9Esaù disse: «Ho beni in abbondanza, fratello mio, resti per te quello che è tuo!». 10Ma Giacobbe disse: «No, ti prego, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché io sto alla

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tua presenza, come davanti a Dio, e tu mi hai gradito. 11Accetta il dono augurale che ti è stato presentato, perché Dio mi ha favorito e sono provvisto di tutto!». Così egli insistette e quegli accettò.12Esaù disse: «Partiamo e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te».13Gli rispose: «Il mio signore sa che i bambini sono delicati e che devo aver cura delle greggi e degli armenti che allattano: se si affaticassero anche un giorno solo, tutte le bestie morirebbero. 14Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi sposterò con mio agio, tenendo il passo di questo bestiame che mi precede e dei bambini, finché arriverò presso il mio signore in Seir». 15Disse allora Esaù: «Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!». Rispose: «Ma perché? Basta solo che io trovi grazia agli occhi del mio signore!». 16Così quel giorno stesso Esaù ritornò per conto proprio in Seir. 17Giacobbe invece partì per Succot, dove costruì una casa per sé e fece capanne per il gregge. Per questo chiamò quel luogo Succot. 18Giacobbe arrivò sano e salvo alla città di Sichem, che è nella terra di Canaan, al ritorno da Paddan-Aram e si accampò di fronte alla città. 19Acquistò dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d’argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda. 20Qui eresse un altare e lo chiamò «El, Dio d’Israele».

IDEE DI FONDO Giacobbe ha etichettato Esaù. Non si rende conto che le persone possono cambiare e che mettere loro delle

etichette blocca la relazione, impedendole di crescere. Giacobbe non si giustifica col suo malessere e dalla sua stanchezza all'arrivo del fratello, ma ne trae nuova energia. Giacobbe è intenzionato a rappacificarsi, ma si cautela perché bloccato dalle sue stesse paure. Invece Esaù è vinto

dalla sua stessa gioia essendo più impulsivo. Dopo l'incontro di Giacobbe con Dio, cambia il suo modo di rapportarsi con il fratello. Ora fidandosi del Signore

mette da parte i propri interessi ed è intenzionato a rimettersi in un percorso di fraternità. Giacobbe si rende conto che riconciliarsi con il fratello richiede impegno e tempo. La stranezza del brano è che alla

fine ognuno prenda la propria strada, però questo sottolinea che il perdono è un percorso che i fratelli iniziano ma che non si esaurisce con il semplice incontro.

ATTEGGIAMENTI 6-8 Gli acrini scoprono la bellezza dello stare tutti assieme andando alla ricerca di chi è distante perché tutti hanno

qualcosa di bello da dare. Spesso i bimbi non sono costanti nelle relazioni. Giacobbe invece nonostante la fatica della lotta appena avvenuta

va incontro al fratello. Anche i bimbi possono rinunciare a qualche capriccio per stare con gli amici I bimbi sono molto impulsivi nelle loro relazioni ma poi che si pentono delle azioni compiute.Sull'esempio di

Giacobbe imparano a pensare di più prima di agire. I bimbi scoprono che la preghiera non è slegata dalla loro vita ma incide nel percorso verso gli altri. Il Signore si fa

vicino e li aiuta in ogni momento a mettere da parte i proprio interessi per avvicinarsi agli altri Gli acrini spesso dopo un litigio fanno la pace in modo apparente ed impulsivo come Esaù. Comprendono che il

perdono non è una cosa banale, ma un cammino che vaintrapreso seriamente.

DOMANDE 6-81. Nel luoghi che frequenti ci sono dei bimbi che sono esclusi? Tutti hanno modo di prendere parte ai giochi allo

stesso modo? 2. Quando sei insieme agli altri vuoi che tutto sia fatto come vuoi tu, a costo di staccarti e giocare da solo? Oppure sai

accettare anche quello che vogliono fare gli altri pur di stare insieme?3. Ti capita di fare o dire qualcosa di cui ti penti? Poi come fai a farti perdonare? Dopo ritorna tutto uguale come

prima?4. Gesù ti aiuta nello stare con gli altri? L’averlo come amico, l’incontrarlo nella preghiera ti avvicina agli altri?5. Quanti tempo ci vuole per perdonare? Quando fai qualcosa di male basta solo convincere l'altro a perdonarti,

oppure cerchi di migliorare per non commettere più l'errore?

ATTIVITÀ 6-81. Bigliettini con scritto il nome di un personaggio di una coppia (tipo Topolino e Minnie), i ragazzi ne pescano uno a testa e si devono unire nelle coppie.2. Sardina scema, uno si nasconde e tutti lo devono trovare (nel gruppo è bello che possano partecipare tutti) 3. Creare un dono da dare a un altro ragazzo per farsi perdonare.

ATTEGGIAMENTI 9-11

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I bambini riflettono sulle loro relazioni: spesso danno alle persone delle etichette che impediscono di crescere, cambiare e di avvicinarsi a loro in maniera più libera. Comprendono quindi l'importanza dell'approfondire le relazioni.

I bambini sono molto condizionati dall'umore del momento quando si relazionano con gli altri però scoprono come questo sia un ostacolo a costruire relazioni solide e costanti

I bambini sono molto calcolatori nell'avvicinarsi all'altro e tendono a tutelare i propri interessi. Scoprono la bellezza dell'approfondire delle relazioni disinteressate nelle quali fidarsi dell'altro come qualcuno che li accoglie

I bambini scoprono che la preghiera non è slegata dalla loro vita, ma incide nel percorso con gli altri. Giacobbe ha imparato a fidarsi del Signore e ascoltando la sua parola inizia a mettere da parte i proprio interessi per avvicinarsi al fratello.

I bambini scoprono che per costruire delle relazioni è necessario del tempo e che le difficoltà non si possono cancellare col bianchetto, ma vanno affrontate.

DOMANDE 9-111. Ti capita mai di dare delle etichette ai tuoi amici? Pensi che i tuoi amici possano cambiare o restino sempre uguali a

come li hai conosciuti? Ti piace quando gli altri ti appiccicano una etichetta addosso?2. Quando sei coi tuoi amici cerchi sempre di dare il massimo oppure sei diverso in base alle giornate? Pensi che per

gli altri sia uguale essere trattati oggi in modo e domani in un altro? Ti è mai capitato di avere degli amici che si relazionavano con te in modo sempre diverso? E a te capita mai?

3. Ti capita di fare dei patti coi tuoi amici? Se qualcuno non si comporta esattamente come vuoi tu come fai? Ti arrabbi oppure sei disposto ad accogliere la differenza e a compiere dei passi per avvicinarsi?

4. Cosa c'entra il Signore con le nostre amicizie? Giacobbe vede nel fratello la presenza del Signore e questo lo spinge a fare sul serio nella relazione. In che modo la presenza del Signore ci spinge a vivere più seriamente le nostre amicizie?

5. Quando fai o ti fanno un torto cosa succede? Secondo te è utile far finta che non sia successo niente e far tornare tutto come prima? È meglio tenere il broncio e non rivolgere più la parola a quella persona?

6. Quando fai un torto a qualcuno cerchi solo di ottenere il perdono o provi anche a cambiare il tuo modo di comportarti?

ATTIVITÀ 9-11- Bigliettini con scritto il nome di un personaggio di una coppia (tipo topolino e minnie...), i ragazzi ne pescano uno a testa e si devono unire nelle coppie.- I ragazzi sono tutti in piedi, uno dice una categoria e tutti si devono raggruppare per quella (numero di scarpe, mese del compleanno).

ATTEGGIAMENTI 12-14 In questa età è molto facile che i ragazzi diano etichette ai loro amici, questo però impedisce loro di comprenderli

per quello che sono davvero. Possono ragionare insieme sul modo che hanno di vedere le crescite dei loro amici. I ragazzi comprendono le ragioni che li frenano nel mettersi in gioco con gli altri, può essere per stanchezza, per

sbalzi di umore, per dei pregiudizi, per interessi personali.... I ragazzi sono molto calcolatori nell'avvicinarsi all'altro e tendono a tutelare i propri interessi. Scoprono la bellezza

dell'approfondire delle relazioni disinteressate nelle quali fidarsi dell'altro come qualcuno che li accoglie I ragazzi scoprono che la relazione con il Signore non è slegata dalla loro vita, ma li spinge a lavorare sulle relazioni

che hanno con gli altri. Giacobbe ha imparato a fidarsi del Signore e ascoltando la sua parola inizia a mettere da parte i proprio interessi per avvicinarsi al fratello.

I ragazzi scoprono che per costruire delle relazioni è necessario del tempo e che le difficoltà non si possono cancellare col bianchetto, ma vanno affrontate. Infatti il perdono è un cammino che dura nel tempo e va fatto insieme ascoltandosi l'uno con l'altro.

DOMANDE1. Cosa sono per te le etichette? Perché è più facile dare etichette alle persone invece che conoscerle per quello che

sono? Può essere per paura di conoscere l'altro? Pensi sia facile vedere l'altro da angolazione diversa?2. Ti capita mai di farti coinvolgere completamente dalle tue relazioni? Che cosa invece a volte te lo impedisce? È per

rabbia, pigrizia, invidia…?3. Quali vantaggi abbiamo dalla relazione con gli altri? È solo per proprio interesse o c'è qualcosa di più che ti spinge

a relazionarti con gli altri? Se un amico non ti dà più quello che vuoi, molli tutto? Si può invece essere amici in modo gratuito e fidarci dell'altro?

4. Cosa c'entra la relazione col Signore con le tue amicizie? Non sono due ambiti separati? Il Signore può rilanciarti nelle tue relazioni? In che modo?

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5. Giacobbe vede nel fratello la presenza del Signore e questo lo spinge a fare sul serio nella relazione. In che modo la presenza del Signore ci spinge a vivere più seriamente le nostre relazioni?

6. Come perdoni i tuoi amici? Basta solo cancellare il passato con un tratto di bianchetto? Perchè per Giacobbe e suo fratello non basta l'incontro per far tornare tutto come prima? Vedi il perdono come un cammino da fare insieme, che necessita una crescita da entrambi?

7. Perché ciascuno continua il proprio cammino verso destinazioni diverse? Frutto dell’amicizia è l’omologazione? Si riesce a vivere da amici, perdonati, nella diversità? Oppure ti piacciono le amicizie un poco appiccicose, morbose?

8. Cosa si intende per ‘migliore amico’, ‘migliore amica’? Quello con cui non ho mai litigato e mai litigherò? Quello che mi somiglia del tutto?

ATTIVITÀ 12-14- Disegnare sul cartellone una Roadmap del perdono, diagramma di flusso dei casi possibili,delle varie fasi, che contraddistinguono un percorso di perdono!- Vedere gioco "Si oscuro signore". Ai ragazzi vengono date carte con oggetti, questi devono inventare delle scuse,per non aver portato a termine una missione, utilizzando questi oggetti. Il signore (educatore) tratterà i ragazzi secondo gli aspetti negativi degli atteggiamenti (etichette, sbalzi di umore...); alla fine li può perdonare.- Ogni ragazzo ha sulla fronte un etichetta e facendo delle domande, a cui si risponde sì o no, deve capire chi è!

QUARTO BLOCCO: FUTUROBrano 10 – LA FEDELTÀ DI DIO ALLA SUA PROMESSA PASSA PER LA STORIA DEI SUOI AMICIObiettivo: La promessa ad Abramo passa per Giacobbe per potersi aprire ad un futuro dove verrà realizzata in Gesù, e quindi a vantaggio di ognuno di loro.

(Gen 35,23-29.49,1. 8-11)35:23 (I figli di Giacobbe furono dodici:) Figli di Lia: il primogenito di Giacobbe, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar e Zàbulon. 24 I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino. 25 I figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali. 26 I figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram. 27 Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arba, cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri. 28 Isacco raggiunse l'età di centottant'anni. 29 Poi Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.1Poi Giacobbe chiamo’ i suoi figli e disse “Radunatevi, affinchè io vi annunzi ciò che avverrà nei tempi futuri. 8Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. 9Un giovane leone è Giuda:dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi lo farà alzare? 10Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli. 11Egli lega alla vite il suo asinello e a una vite scelta il figlio della sua asina, lava nel vino la sua veste e nel sangue dell’uva il suo manto.

IDEE DI FONDO Giacobbe fa delle profezie per i suoi 12 figli, che rappresentano il popolo eletto. In questo contesto il figlio Giuda

viene benedetto dal padre, che parla di lui mediante immagini regali, come un capo potente (forza battagliera, potenza, prosperità), di cui è previsto un futuro fecondo (versetto 11). La profezia infatti si riferisce a tutta la discendenza di Giuda, culminando con la persona di Gesù: a un riferimento preciso (Giuda) è presente uno allegorico (Gesù).

Nel versetto 10 si introduce la figura messianica di Cristo. Infatti i cristiani interpretano il passo non come un semplice elogio di una dinastia umana con le sue fragilità (lo scettro di Giuda non verrà disperso, e sarà poi preso dal Messia per l’eternità). Questa profezia si collega alla storia della Salvezza che ha il suo compimento con la venuta di Gesù, celebrandone la pienezza della sua benedizione;

Nel versetto 11 sono presenti immagini che preannunciano un futuro di prosperità e fecondità: l’asinello (ripreso anche dal Vangelo nella domenica delle palme) viene legato dal messia a una vite senza temere che mangi i suoi frutti, mentre le sue vesti sono lavate nel vino.

ll Signore, per compiere il progetto di Salvezza destinato a tutti i popoli, deve necessariamente passare attraverso una dinastia di uomini. La discendenza di Giuda abbraccia questa storia di salvezza (e di conseguenza tutti i popoli della terra).

Nota per gli educatori: leggere Mt 1, 1-15.

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ATTEGGIAMENTI 6-8 I ragazzi leggono quello che succederà a uno dei figli di Giacobbe (Giuda). Vedono che Giuda avrà un futuro

importante per lui e per la sua discendenza. Gesù appartiene a questa dinastia, quindi la profezia di Giacobbe parla anche di lui.

Gesù è venuto nel mondo per portare a tutti la Salvezza, e lo ha fatto attraverso la discendenza, non è arrivato senza avere alcun legame con gli uomini. I ragazzi si sentono anch’essi parte di questo legame con il Signore.

I ragazzi spesso si confrontano per vedere le disuguaglianze e le diversità, non riuscendo a valorizzare le peculiarità di ciascuno.

Dio fa una promessa molto impegnativa, che verrà esaudita in Gesù, dopo tanti secoli. I bambini imparano che nella mitezza e nella disponibilità di Gesù si esprimerà l’onnipotenza e la forza vincente di

Dio.

DOMANDE 6-81. Che persona è Giuda? Quali sono le caratteristiche che ti hanno colpito? Qual è il suo futuro?2. Giuda diventerà un capo potente che comanderà sui popoli, però nel brano si parla di un’altra persona che nascerà

dalla sua discendenza e porterà la salvezza…chi è questa persona?3. Gesù è venuto nel mondo attraverso la discendenza di Giacobbe e Giuda per essere legato alla storia degli uomini,

e ha avuto un progetto per loro. Tutto questo per te è bello? Con quali azioni Gesù esercita il suo dominio? Ricordi un brano del Vangelo in particolare?

4. Pensi che Gesù, legandosi alla discendenza di Giuda, abbia voluto essere più vicino a tutti gli uomini? Tu ti senti parte di questo legame?

ATTIVITÀ 6-8- I ragazzi si dispongono in un percorso distanti l’uno dall’altro e devono rimanere fermi sul posto. Dovranno passarsi una palla, che dovrà essere portata alla fine del percorso. (Per evidenziare che il progetto di Dio per la Salvezza grazie alla venuta del Figlio è partito sin dalla discendenza di Giuda)- I ragazzi, con l’aiuto degli ducatori, devono costruire e abbellire tutti insieme una chiesa, utilizzando cartoncini, tempere, scotch…

ATTEGGIAMENTI 9-11 Ai ragazzi piace vincere. Guardando il futuro con una prospettiva positiva e vincente, pensando che possono

essere felici. Dio non è avversario, ma sostiene la loro ricerca di felicità e realizzazione. I ragazzi riflettono sulla profezia di Giuda, uno dei dodici figli di Giacobbe, che viene descritto come una persona

vittoriosa. La sua storia ha il suo compimento con la venuta di Gesù. La storia di Giuda e della sua vittoriosa discendenza si compie con la venuta di Gesù. I ragazzi vedono che la

salvezza portata da Gesù non è estranea agli uomini. Grazie alla discendenza di Giuda (e quindi di Giacobbe) Gesù si è avvicinato a tutti gli uomini. I ragazzi riconoscono questa vicinanza nella loro vita.

DOMANDE 9-111. Nel brano è presente la profezia sul futuro di Giuda, uno dei figli di Giacobbe. Come viene descritto? Quali sono le

sue caratteristiche? Secondo te Giuda è importante per il popolo di Dio?2. Giuda viene descritto come una persona vincente, secondo te in che modo è vincente? Pensi che questa prosperità

vada solo a suo vantaggio o serva a qualcosa al di fuori della sua individualità?3. Il Signore, legandosi alla discendenza di Giacobbe e Giuda, cosa ha voluto instaurare? In che modo la storia di

Giuda e di Giacobbe ha reso possibile la Salvezza? Ti senti parte di questo legame?4. La discendenza di Giuda ha accolto e atteso la venuta di Gesù. In che modo puoi accogliere nella tua vita il

Signore? 5. Pensi che Dio abbia dei progetti anche per la tua vita, così come ne ha avuti per Giacobbe, Giuda?6. Con quale stile Gesù ci orienta in questa prospettiva di gioia e di realizzazione per la nostra vita?

ATTIVITÀ 9-11Ogni ragazzo scrive come diventerà in futuro e che cosa farà (es: fra 10-20 anni). Successivamente, modificando la “profezia”, dovrà includere nella storia almeno due persone che conosce.Come passo finale si passa il foglio al proprio vicino, che dovrà scrivere la parte finale della storia.

ATTEGGIAMENTI 12-14 I ragazzi riflettono sulla profezia di Giuda, uno dei dodici figli di Giacobbe, che viene descritto come una persona

vittoriosa. La sua storia ha il suo compimento con la venuta di Gesù.

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II ragazzi riflettono sul significato che ha questa storia di salvezza nella loro vita, su come questa vicinanza di Gesù nella storia umana può aiutarli a essere figli.

I ragazzi sentono che la promessa di Dio deve per forza passare attraverso di loro: Dio ha bisogno di loro per essere fedele alle promesse che ha fatto.

I ragazzi imparano che è possibile guardare con fiducia al futuro, perché possono fidarsi delle promesse di Dio che diventano concrete.

DOMANDE 12-141. Nel brano è presente la profezia sul futuro di Giuda, uno dei figli di Giacobbe. Come viene descritto? Quali sono le

sue caratteristiche? Secondo te Giuda è importante per il popolo di Dio?2. Giuda viene descritto come una persona vincente, secondo te in che modo è vincente? Pensi che questa prosperità

vada solo a suo vantaggio o serva a qualcosa al fuori della sua individualità?3. Leggendo il brano, scopriamo che Gesù è legato alla discendenza di Giuda e di Giacobbe. Il Signore ha voluto

intrecciare la storia di salvezza con la storia degli uomini…questo cosa ti fa pensare? In che modo la storia di Giuda e di Giacobbe ha reso possibile la Salvezza? Pensi che Gesù legandosi alla storia di Giuda sia più vicino a tutti gli uomini? Anche tu ti senti parte di questa salvezza? In che modo?

4. Giuda con la sua discendenza vive con prosperità davanti a molti popoli, e lo fa aspettando la venuta di Gesù, che rappresenta il compimento della storia di salvezza. In che modo puoi accogliere nella tua vita il Signore?

5. La profezia parla di Giuda…pensi ci sia una profezia che ti riguardi? Come lo è stato per Giacobbe, Dio ha dei progetti anche per te? Che cos’è per te la vocazione?

6. Con che tipo di forza Gesù manifesta la sua potenza attribuita a Giuda nel brano? Quale stile ne può derivare per te? (Sono forte quando infierisco sugli altri, o quando mi metto in servizio degli altri?)

ATTIVITÀ 12-14Ogni ragazzo scrive come diventerà in futuro e che cosa farà (es: fra 10-20 anni). Successivamente, modificando la “profezia”, dovrà includere nella storia almeno due persone che conosce. Come passo finale si passa il foglio al proprio vicino, che dovrà scrivere la parte finale della storia.

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