Complesso Monumentale Di Santo Spirito in Sassia a Roma · colle Vaticano nel 64 o 67 d.C. a...

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NEW TRENDS IN CARDIOVASCULAR THERAPY 19-21 Febbraio 2015 FONDAZIONE INTERNAZIONALE MENARINI Complesso Monumentale Di Santo Spirito in Sassia a Roma 1

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NEW TRENDS

IN CARDIOVASCULAR THERAPY

19-21 Febbraio 2015

FONDAZIONE INTERNAZIONALE MENARINI

Complesso Monumentale

Di

Santo Spirito in Sassia

a Roma

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Brevi cenni storici

FONDAZIONE INTERNAZIONALE MENARINI

La Fondazione Internazionale Menarini col patronato della Società

Internazionale di Farmacoterapia Cardiovascolare organizza il 19, 20, 21

febbraio 2015 il Simposio Internazionale New trends in Cardiovascular

Therapy nel Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia.

La struttura costituisce il più rilevante complesso di edifici quattrocenteschi

romani ed occupa l'isolato adiacente al Vaticano tra via di Borgo Santo

Spirito, via dei Penitenzieri, via di Porta Santo Spirito e il Lungotevere

Vaticano. Fa parte del quattordicesimo rione di Roma, Borgo, divenuto un

quartiere della città tra il 1585 e il 1590 e zona cimiteriale in età romana.

L'ampia zona comprende anche Castel Sant'Angelo, l'antico Mausoleo di

Adriano, divenuto archivio dei Tesori Vaticani, museo e storico rifugio dei

Papi raggiungibile attraverso il camminamento coperto del Passetto. Fino al

1929 anche il vicinissimo Stato della Città del Vaticano apparteneva a Borgo

ma, con la stipula dei Patti Lateranensi, il governo di Mussolini lo donò alla

Chiesa di Roma di Papa Pio XI.

Borgo deve il suo nome al termine sassone Burg, cioè villaggio

fuori dalla città di Roma. Era così anticamente chiamato dai

pellegrini a maggioranza Sassoni del Wessex, a sud della Gran

Bretagna, che qui arrivavano per venerare la tomba

dell'apostolo Pietro. Il seguace di Cristo morì da martire sul

colle Vaticano nel 64 o 67 d.C. a seguito delle persecuzioni dei cristiani da

parte degli imperatori Claudio e Nerone e divenne il primo Papa della Chiesa

Cattolica. L'imperatore Costantino edificò una basilica sulla tomba di San

Pietro dopo aver emanato l'editto di Milano nel 313 d.C. con cui sanciva la

libertà del culto cristiano e di tutte le altre religioni nell'Impero Romano.

La sede del Complesso sorge sulle rovine della villa di Agrippina Major,

nobildonna romana e madre di Caligola. Ancora oggi sono visibili i numerosi

resti dell'antica dimora nel sottosuolo delle antiche corsie ospedaliere.

Il primo nucleo di Santo Spirito venne fatto erigere dal Papa Simmaco nel V

secolo e consisteva in un Hospitium, un luogo di ospitalità con facoltà di

dimora, per i pellegrini stranieri. Nel 726, il re del Wessex, Ine, anch'esso

pellegrino a Roma per pregare sulla tomba di S.Pietro, fece costruire sopra

questo antico luogo di accoglienza, una Schola Saxorum, cioè una

corporazione per la comunità dei suoi conterranei inglesi che vivevano

accanto alla sacra tomba di S. Pietro. La Schola era formata da un complesso

di edifici comprendenti uno xenodochio (dal gr. Xenodochêion: xénos

‘straniero’ e déchesthai ‘accogliere’) o ospizio gratuito per forestieri,

pellegrini e malati, oltre ad una chiesa titolata a S. Maria con un cimitero. Co

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Nei secoli successivi la struttura venne abbandonata per limitazione dei flussi

di pellegrini e conseguente calo delle donazioni e fu danneggiata da diversi

incendi.

Nel 1198, Papa Innocenzo III, ristrutturò il complesso e lo cedette all'Ordine

Ospedaliero di Santo Spirito fondato dal frate provenzale e cavaliere templare

Guido da Montpellier. L'Ordine lo trasformò in un importante nosocomio con

gli interventi dell'architetto Marchionne d'Arezzo e prese il nome di

Arcispedale di Santo Spirito in Sassia o Saxia a ricordo della comunità sassone

che dimorava in loco. Il più antico regolamento ospedaliero che si conosca, il

Liber Regulae ne fissava le regole. Operò per tantissimi anni sia come

ospedaletto per l'assistenza agli infermi e la cura delle malattie infettive come

la malaria, sia come baliatico per la nutrizione dei trovatelli poveri e malati

con le balie, ma anche come brefotrofio per

l'accoglienza degli esposti o proietti, cioè i neonati

illegittimi e abbandonati. Papa Innocenzo III volle

far qui costruire la rota proiecti (dal lat. proiectare

‘esporre’) o ruota degli esposti su esempio della

prima istituita a Marsiglia in Francia nel 1188 che

permetteva all'Ordine Religioso di accogliere i

numerosi neonati indesiderati che

venivano lasciati, anonimamente, sulla parete esterna

dell'ospizio, in un cilindro girevole dotato di una fessura

coperta da una grata. È probabile che questa fosse la ruota

più antica d'Italia e l'uso è stato abolito per legge solo nel

1923. I bambini venivano qui accolti dalle suore dell'ordine

di S. Tecla e marchiati sul piede sinistro col simbolo

dell'Ordine di S. Spirito, la croce lorenese a doppia traversa,

e registrati in latino come filius m. ignotae ‘figlio di madre ignota’ da cui

deriva l'espressione romanesca “fijo de na mignotta”.

Considerato l'ospedale Apostolico e il più antico di Roma godette sempre di

sostegno, privilegi, esenzioni e indulgenze tanto che, nel periodo di massima

prosperità, poté ospitare fino a 300 infermi e 1000 malati.

Nel XIV s. la struttura conobbe un breve declino sia per il trasferimento del

papato ad Avignone (1309-1377) che per la peste del 1348 e il terremoto del

1349 e quasi cadde in rovina totale per mancanza di donazioni e supporti

economici dal Vaticano. Verso la fine del 1400, la benefica Istituzione ebbe

una rinascita architettonica, artistica e patrimoniale grazie a Papa Sisto IV della

Rovere (1471-84) dell'ordine Francescano dei frati minori conventuali, artefice

della costruzione della Cappella Sistina. Con lui il Complesso divenne tanto

ricco da rivelarsi l'Istituzione con maggiori proprietà terriere in tutta Europa.

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Dopo l'incendio del 1471, Sisto IV fece ristrutturare il complesso tra il 1474 e il

1477 dall'arch. fiorentino Baccio Pontelli (famoso per il progetto della

Cappella Sistina e lì ritratto dal Perugino nell'affresco La consegna delle chiavi a

S. Pietro) dandogli la forma attuale.

Ovunque si nota ancora il

blasone del Papa col casato dei

Della Rovere, a memoria del

suo intervento, insieme al sigillo

dell'Ordine Ospedaliero che

gestiva la struttura, la croce

lorenese a doppia traversa

sovrastata dalla colomba dello

Spirito Santo.

Nei secoli XVII e XVIII seguirono altre due ristrutturazioni e l'ultima si

annovera al 1926 in cui venne ricostruita la facciata quattrocentesca con le

bifore marmoree.

Dal 2000 il complesso monumentale è sede di un importante centro congressi

mentre l'ospedale di S. Spirito in Sassia continua la sua secolare tradizione di

assistenza ai malati nella nuova struttura in via Lungotevere in Sassia 1,

adiacente all'antico nosocomio. Disegnato dagli architetti Gaspare e Luigi Lenzi

negli anni 1920-33, oggi fa parte dell' ASL E di Roma. Offre le prestazioni di

pronto soccorso, ricovero ospedaliero con 200 letti e varie attività

specialistiche ambulatoriali.

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LA CORSIA SISTINA

È la parte più antica del Pio istituto ed oggi adibita a polo congressuale ma

adibita ancora ad ospedale sino ai recenti anni 80. E' lunga 120 m, larga 12 m

e alta 13 m, suddivisa in un maestoso tiburio e due sezioni dette Braccio di

Sopra e Braccio di Sotto ribattezzate sala

Lancisi e sala Baglivi nella seconda metà

dell'800 in onore di due famosi medici

ed anatomisti qui operanti e vissuti tra il

XVII e XVIII secolo. Nella corsia

venivano allora alloggiate le file dei letti

a baldacchino dei degenti allietati dal

suono di un organo in fondo alla sala.

Quando il numero dei ricoverati

aumentava per le epidemie venivano

aggiunti letti al centro delle corsie chiamati carriole e da qui deriva il detto

dialettale romano “li mortacci tua e de tu nonno in cariola”, con cui si

enfatizza l'ingiuria anche con la morte dell'avo in cariola, cioè in

soprannumero.

Le pareti appaiono finemente decorate con un ciclo di

quasi cinquanta affreschi del XV secolo che rievocano la

storia dell'antico ospedale, le benemerenze del fondatore

Papa Innocenzo III e episodi della vita di Papa Sisto IV della

Rovere, artefice del rinascimento dell'Ospedale.

Il tiburio a forma di torre ottagonale era l'originale ingresso dell'ospedale la

cui cupola venne decorata con nicchie contenenti statue degli apostoli e con

due ordini di finestre bifore e trifore con l'onnipresente stemma del Papa Sisto

IV della Rovere. Il soffitto è costituito da eleganti pannelli lignei dipinti. Al

centro conserva l'unica opera romana dell'architetto veneto Andrea Palladio,

un altare in marmo con un dipinto seicentesco di Carlo Maratta. Gli ingressi

laterali sono arricchiti da due portali di marmo quattrocenteschi, opere

dell'architetto e scultore lombardo Andrea Bregno. Quello sotto il portico

della facciata orientale è di modeste dimensioni mentre l'altro è ben

conosciuto col nome di Portale del Paradiso, alto 10 m, largo 5 m e

recentemente restaurato.

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GLI EDIFICI DELL’ANTICO COMPLESSO

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Nella lunetta conchigliata superiore è decorato l'emblema di

Sisto IV tra due putti alati e nelle colonne laterali

compaiono numerosi simboli associati alla religione cristiana,

alla medicina e alle arti curative.

IL MUSEO STORICO DI ARTE SANITARIA

È ospitato nella Sala

Alessandrina e venne

inaugurato nel 1933

grazie al prezioso

contributo di un generale

e 2 professori di

medicina: il Generale

Mariano Borgatti, il Prof.

Giovanni Carbonelli e il Prof. Pietro Capparoni che raccolsero in questa sede

del precedente Museo Anatomico, l'immenso materiale storico medico prima

depositato in Castel Sant'Angelo. È un mausoleo della medicina con la

biblioteca ed un archivio storico e nacque con lo scopo di promuovere e

disciplinare gli studi storici dell'Arte Sanitaria in Italia. È alloggiato in nove

stanze e conserva preziosi cimeli tra cui mortai, modelli anatomici, cere,

antichi strumenti di ostetricia, la macina della China per macinare la corteccia

dell'albero di China e produrre il chinino per curare la malaria. Inoltre

conserva ferri chirurgici, microscopi, apparecchi per l'anestesia, la prima lettiga

della Croce Rossa per il trasporto dei malati e moltissima documentazione su

malattie e preparazioni farmaceutiche del passato. È altresì presente la

ricostruzione di una farmacia del passato e di un laboratorio alchemico.

L'ANTICA SPEZIERIA

Si trova adiacente alla sala Lancisi e qui i

frati un tempo preparavano i farmaci.

Numerose ricerche farmaceutiche vennero

qui condotte come quella sull'impiego della

polvere della corteccia di China per la cura

della malaria, allora molto diffusa e senza

rimedio. Conserva inoltre una rara

collezione di preziosi vasi per le spezie.

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LA BIBLIOTECA LANCISIANA

Fu fondata nel 1711 dal medico Giovanni Maria Lancisi,

docente di anatomia e medico personale del Papa e

venne dotata di una rendita. Nacque all'interno

dell'ospedale per favorire la formazione e

l'aggiornamento dei medici e chirurghi e con l'intento

di promuovere il confronto tra medici e lo svolgimento

di sperimentazioni.

È considerata la più importante biblioteca medica

d'Italia e conserva 20.000 volumi e 375

manoscritti. Tra questi vi sono antichi libri di

grammatica, retorica, politica, filosofia, teologia,

matematica, storia naturale, chimica, farmacia,

anatomia, chirurgia, medicina legale e alcuni

strumenti scientifici originari come i globi del

monaco cartografo Vincenzo Coronelli, due sfere

armillari e una diottra.

IL PALAZZO DEL COMMENDATORE

Vi abitava l'amministratore capo del Complesso. Il palazzo venne edificato

durante il papato di Pio V tra il 1566 e il 1572 ad opera degli architetti Nanni

di Baccio Bigio e Ottaviano Nonni detto Mascarino e per volere del

Commendatore Bernardino Cirillo e per questo chiamato anche Palazzo di

Cirillo. È arricchito con un sontuoso cortile decorato con arcate e colonne di

marmo e un orologio barocco diviso in sei ore alla romana, tipica misurazione

del tempo durante il periodo medievale. In questo modo la giornata veniva

scandita dal ripetersi quattro volte del ciclo di sei ore l'una. Ha la forma di

copricapo cardinalizio ed è incorniciato da un serpente che si morde la coda

simbolo di eternità. Come lancetta ha un ramarro in bronzo e a lato l'antico

emblema dell'ospedale con la croce a doppia traversa e la colomba dello

Spirito Santo.

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LA CHIESA DI SANTO SPIRITO IN SAXIA

Originalmente la chiesa del dodicesimo secolo era dedicata a Maria Vergine di

cui rimane ancora il campanile romanico di Baccio Pontelli. Fu ricostruita varie

volte e, dopo il Sacco di Roma nel 1527, Papa Leone IV chiamò l'architetto

fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane per la ristrutturazione eseguita tra il

1538 e 1545.

Il completamento della facciata tardo rinascimentale su

due ordini e della grandiosa scalinata vennero terminati

nel 1590 da Ottaviano Mascherino su commissione del

Papa verso la fine del Papa Sisto V.

Al suo interno si conserva ancora un'icona mariana donata

da re Ina, una serie di opere d'arte tardo-manieriste,

numerosi pregiati affreschi e stucchi e un soffitto ligneo

policromo ad opera di Antonio da Sangallo con gli stemmi

di Papa Paolo III.

La Chiesa è oggi il Centro di Spiritualità della Divina Misericordia ufficialmente

istituito dal Cardinale Camillo Ruini con decreto del 1994. Conserva le reliquie

del Santo Papa Giovanni Paolo II in un ostensorio in argento a copia di quello

rappresentato da Raffaello nell'affresco La disputa del Sacramento nella stanza

della Segnatura al Vaticano.

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Come raggiungere

il Complesso di S.Spirito in Sassia a Roma

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Dall'AEROPORTO DI FIUMICINO

Autobus o treno per la stazione ferroviaria centrale Termini;

metropolitana linea A, fermata Ottaviano – S.Pietro.

Dall'AEROPORTO DI CIAMPINO

Autobus o treno FM4 Ciampino-Roma per la stazione ferroviaria centrale

Termini;

metropolitana linea A, fermata Ottaviano – S.Pietro.

In AUTO

Uscire dall'autostrada, immettersi nel Raccordo Anulare e seguire le

indicazioni: centro, Aurelia, Città del Vaticano;

costeggiare le mura vaticane, in via della Conciliazione svoltare a sinistra in

Borgo S. Spirito dopo aver oltrepassato l'hotel Columbus.

Parcheggiare nel vicino Terminal Gianicolo.

In METROPOLITANA

Linea A, fermata Ottaviano - S. Pietro

Con l'AUTOBUS

Dalla stazione Termini

- nr. 64, fermata di Largo Porta Cavalleggeri;

- nr. 40, fermata via delle Traspontine.

Da piazza Venezia

- nr. 64 e 40, fermata Largo Argentina;

- nr. 46, fermata Lungotevere in Sassia;

- nr. 571, fermata Lungotevere in Sassia;

- nr. 916, fermata Lungotevere in Sassia.

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Fondazione Internazionale Menarini

Edificio L - Strada 6 Centro Direzionale Milanofiori 20089 Rozzano (MI)

Tel. +39 02 55308110 Fax +39 02 55305739

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