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Numero 4 Ci siamo finalmente! Questo è tempo di vacanze un’po’ per tutti e noi di Compartir vogliamo dedicare quest’ultimo numero prima delle vacanze alla cultura del viaggio ed in particolare, con lo sguardo critico che cerchiamo di tenere, vogliamo presentare per quanti non lo conoscessero un certo modo di viaggiare che è quello del turismo responsabile. Buon viaggio a tutti !!! Il settore turistico dà lavoro, direttamente o indirettamente, a milioni di persone; il flusso degli spostamenti, degli investimenti e dei benefici economici del turismo è molto squilibrato in favore dei paesi ricchi del Nord. In un contesto simile, il turismo nei paesi del Sud del mondo può offrire benefici: per esempio può creare reddito e occupazione nei paesi visitati, può favorire relazioni tra popoli e culture talvolta molto dif- ferenti. Al tempo stesso però esso è contraddittorio: in seguito al contatto con i turisti, i paesi e i popoli visitati vedono trasformarsi le proprie culture, le proprie abitudini, le identità più profonde. I turisti rischiano di dormire, mangiare e spostarsi senza entrare in contatto con la realtà locale alla ricerca solo di vedere confermate le immagini televisive o dei cataloghi conosciute prima della partenza. Occorre dunque pensa- re a modi innovativi e sostenibili per viaggiare, senza compromettere il patrimonio ambientale, culturale e sociale del territorio che si visita e cercando anzi di salvaguardare quelle risorse per le generazioni future. Una delle alternative possibili è il turismo responsabile: un viaggiare che privilegia lo scambio con le po- polazioni del paese di destinazione e l’esperienza umana dell’incontro, che favorisce una reale crescita economica per le comunità locali, che diventano partner nella ideazione e gestione dei viaggi. “Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo i principi di giustizia sociale ed economica e nel pie- no rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità lo- cale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente re- sponsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comuni- tà locali e viaggiatori”. Tutti i viaggi di turismo responsabile si ispirano a equità economica, tolleranza, rispetto, conoscenza, incontro. Vogliono essere un modo per rilanciare le economie dei paesi di destinazione, creando rapporti economici equi e paritari con i partner locali, di cui si sostiene anche la crescita professionale. L’incontro con le popolazioni locali è un momento centrale dell’esperienza, un’occasione di confronto e di conoscenza tra abitudini e tradizioni differenti, nonostante i limiti di risorse e di tempo (le ferie) e la dif- ficoltà nel mettere in discussione il proprio sistema di valori e le proprie abitudini. Viaggiare può essere comunque l’opportunità di provare a capire una cultura diversa dalla propria e di entrare in contatto con la realtà sociale di un paese, senza nascondere le difficoltà e talvolta anche i drammi che vivono alcuni popoli, anzi provando a condividere –anche solo parzialmente- le loro speran- ze di cambiamento. Viaggiare è iniziare una relazione che continua, che non si esaurisce nelle due o tre settimane di ferie all’anno. Tutto questo senza trascurare il lato più propriamente turistico dell’esperienza: conoscere un nuovo pa- ese significa anche visitare siti archeologici, camminare nella foresta, visitare città e mercati. Notiziario del Gruppo INBOLIVIA2004 Compartir PATRONATO SAN VINCENZO E’ tempo di viaggi

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Compartir (condividere) è il notiziario dell'associazione InBolivia2004 del Patronato S. Vincenzo di Bergamo. In queste pagine vogliamo provare a riflettere sul senso di quanto succede in Bolivia e, con uno sguardo più ampio, nel mondo.

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Numero 4

Ci siamo finalmente! Questo è tempo di vacanze un’po’ per tutti e noi di Compartir vogliamo dedicare quest’ultimo numero prima delle vacanze alla cultura del viaggio ed in particolare, con lo sguardo critico che cerchiamo di tenere, vogliamo presentare per quanti non lo conoscessero un certo modo di viaggiare che è quello del turismo responsabile. Buon viaggio a tutti !!! Il settore turistico dà lavoro, direttamente o indirettamente, a milioni di persone; il flusso degli spostamenti, degli investimenti e dei benefici economici del turismo è molto squilibrato in favore dei paesi ricchi del Nord. In un contesto simile, il turismo nei paesi del Sud del mondo può offrire benefici: per esempio può creare reddito e occupazione nei paesi visitati, può favorire relazioni tra popoli e culture talvolta molto dif-ferenti. Al tempo stesso però esso è contraddittorio: in seguito al contatto con i turisti, i paesi e i popoli visitati vedono trasformarsi le proprie culture, le proprie abitudini, le identità più profonde. I turisti rischiano di dormire, mangiare e spostarsi senza entrare in contatto con la realtà locale alla ricerca solo di vedere confermate le immagini televisive o dei cataloghi conosciute prima della partenza. Occorre dunque pensa-re a modi innovativi e sostenibili per viaggiare, senza compromettere il patrimonio ambientale, culturale e sociale del territorio che si visita e cercando anzi di salvaguardare quelle risorse per le generazioni future. Una delle alternative possibili è il turismo responsabile: un viaggiare che privilegia lo scambio con le po-polazioni del paese di destinazione e l’esperienza umana dell’incontro, che favorisce una reale crescita economica per le comunità locali, che diventano partner nella ideazione e gestione dei viaggi. “Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo i principi di giustizia sociale ed economica e nel pie-no rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità lo-cale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente re-sponsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comuni-tà locali e viaggiatori”. Tutti i viaggi di turismo responsabile si ispirano a equità economica, tolleranza, rispetto, conoscenza,incontro. Vogliono essere un modo per rilanciare le economie dei paesi di destinazione, creando rapporti economici equi e paritari con i partner locali, di cui si sostiene anche la crescita professionale. L’incontro con le popolazioni locali è un momento centrale dell’esperienza, un’occasione di confronto e di conoscenza tra abitudini e tradizioni differenti, nonostante i limiti di risorse e di tempo (le ferie) e la dif-ficoltà nel mettere in discussione il proprio sistema di valori e le proprie abitudini. Viaggiare può essere comunque l’opportunità di provare a capire una cultura diversa dalla propria e di entrare in contatto con la realtà sociale di un paese, senza nascondere le difficoltà e talvolta anche i drammi che vivono alcuni popoli, anzi provando a condividere –anche solo parzialmente- le loro speran-ze di cambiamento. Viaggiare è iniziare una relazione che continua, che non si esaurisce nelle due o tre settimane di ferie all’anno. Tutto questo senza trascurare il lato più propriamente turistico dell’esperienza: conoscere un nuovo pa-ese significa anche visitare siti archeologici, camminare nella foresta, visitare città e mercati.

N o t i z i a r i o d e l G r u p p o I N B O L I V I A 2 0 0 4

Compartir PATRONATO SAN VINCENZO

E’ tempo di viaggi

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Spiegazioni e citazioni famose

Una delle peculiarità del turismo responsabile è l’utilizzo, per il pernottamento, di case private, ostelli, pen-sioni ed alberghi a conduzione familiari, comunque sempre sistemazioni dignitose e accoglienti. Può capita-re -soprattutto se il viaggio prevede qualche giorno di permanenza in comunità indigene- di pernottare in condizioni non comodissime, ad esempio non è possibile garantire sempre il bagno in camera o l’acqua cal-da tutti i giorni. Questo tipo di viaggi richiede un approccio particolare di apertura a ciò che è nuovo e diverso; occorre forse lasciare da parte alcuni luoghi comuni e ricordare che -come in qualsiasi vero viaggio possono esserci imprevisti, inconvenienti, difficoltà. Si richiede quindi una capacità di adattamento probabilmente superiore a quella di un viaggio “tradizionale”. Spesso gli spostamenti interni utilizzano trasporti pubblici locali o pulmini delle organizzazioni referenti;il vitto è il più delle volte gestito attraverso un fondo personale o una cassa comune. Alcuni viaggi sono gestiti total-mente con cassa comune (vitto, alloggio,guide locali, trasporti) e sono indicati in catalogo come “viaggi con cassa comune”. Si viaggia sempre in piccoli gruppi (10/12 persone al massimo) per limitare gli impatti sulle comunità ospi-tanti e favorire l’interazione tra queste e i viaggiatori. Circa 10 giorni prima della partenza si effettuerà un in-contro pre-viaggio obbligatorio. Si tratta di un incontro molto importante perché permette al gruppo di cono-scersi prima di partire scambiandosi idee e aspettative e, contestualmente, rappresenta una prima finestra sul paese che si andrà a visitare. Durante l’incontro verranno date le informazioni tecniche necessarie e saranno consegnati i documenti di viaggio.Nella logica paritaria in cui sono concepiti e costruiti i viaggi responsabili, si ritiene superfluo e fuorviante includere una “quota progetto”, intesa come piccola somma destinata al finanziamento diretto di un progetto di solidarietà, in quanto questo ripropone ai viaggiatori logiche di sviluppo fondate sulla beneficenza. Il viaggio è la “quota progetto” dei viaggi solidali. Ogni viaggiatore ha poi la possibilità di impegnarsi direttamente nei progetti che stanno realizzando i partner delle varie organizzazioni, conosciuti grazie al viaggio. “Il turismo è una risorsa che deve appartenere alla gente; bisogna pagare dignitosamente tutti coloro che lavorano in questo settore, altrimenti i ranger diventano bracconieri, i camerieri ladruncoli, e la gente ruba quello che invece potrebbe guadagnare”. Wangari Maathai ambientalista keniana, premio Nobel per la pace 2004 Quando la terra fu creata con tutti i suoi esseri viventi, l’intenzione del creatore non era di renderla vivibile solo agli uomini. Siamo stati messi al mondo insieme ai nostri fratelli e sorelle, con quelli che hanno quattro zampe, con quelli che volano e con quelli che nuotano. Tutte queste forme di vita, anche il più piccolo filo d’erba e il più grosso degli alberi, formano con noi una grande famiglia. Tutti noi siamo fratelli e ugualmente importanti in questa terra Dal ringraziamento degli Irochesi L’unico modo di conoscere davvero i problemi è accostarsi a quanti vivono quei problemi e trarre da essi, da quello scambio,le conclusioni. Ernesto “Che” Guevara Visto dall’alto, il mondo si rimpicciolisce e non ci sta altro che l’ingiustizia. Visto dal basso, invece, il mondo è così spazioso che c’è posto per l’allegria, la musica, il canto, il ballo, il lavoro degno, la giustizia, l’opinione ed il pensare di tutti, non importa quanto diversi siano. Subcomandante Marcos Quel che a noi indigeni fa più male è che il nostro costume lo trovano bello, però la persona chelo porta è come se non esistesse

Rigoberta Menchù

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N U ME RO 4 PAGIN A 3 Comunque la spedizione mi dava una buona ragione per rimettermi in viaggio, per riprovare quella gioia unica che solo i drogati di partenze capiscono, quel senso di libertà che prende nell’arrivare in posti nuovi, di cui si è solo letto nei libri, quell’impareggiabile piacere nel cercare di conoscere in prima persona e capire. T. Terzani

Cose che ci accomunano: inquietudine, grandi ideali ed un insaziabile amore per i viaggi . Ernesto Guevara

“Possa l’utopia, sospesa nelle mani dell’orizzonte, farci proseguire sempre più fiduciosi” Ademar Bogo (tra i fondatori del MST)8 gennaio 2008

Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita, senza mai scalfire la superficie dei luoghi, ne’ impa-rare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una sto-ria da raccontare. Rubèn Blades

Il nemico principale, qual è? La dittatura militare? La borghesia boliviana? L’imperialismo?No, compagni. Io vi dico questo: il nostro nemico principale è la paura. La teniamo dentro di noi. Domitilla Barrios

La rivoluzione è vita nuova, è convincere e lottare per una società giusta, degna, solidale al fianco delle orga-nizzazioni create dal nostro popolo rispettando la loro democrazia interna e portando in grembo i nuovi germi di potere di un nuovo Perù Marìa Elena Moyano o dicembre – 10 gennaio Viaggiare è camminare verso l’orizzonte,incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino. Luis Sepùlveda Separata dal tutto sociale di cui fa parte, la realtà chiamata‘economia informale’ si vede spogliare di ogni sen-so e di ogni progetto che non rientri nella norma dello sviluppo economico. L’Altra Africa è così negata non ap-pena incontrata Serge Latouch, l’Altra Africa

settembre – 12 s4 ottobre – 04 novemb26 dicembre – 06 gennaio In visita dagli altri, apri gli occhi, non la bocca proverbio congolese

Ogni cosa che cresce lentamente mette profonde radici proverbio ghanese …ciò che distingue il passato dal futuro è che non puoi costruire il passato che desideri, il futuro è aperto alla fantasia John Maxwell Coetzee Ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica proverbio malgascio

Sbagliando la strada si impara a riconoscere la propria proverbio della Tanzania dicembre – 5 gennai Dobbiamo imparare a guardare in un modo nuovo, mettendo le persone al centro della nostra visuale. Sono convinto che esse siano la vera ricchezza dell’Africa:la ricettività, la freschezza, la creatività di questa gente sono le cose più importanti del continente Padre Kizito

La pazienza è un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi Proverbio Tuaregh

Nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana fino a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane Henry Desroche

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. Madre Teresa di Calcutta

Se credi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire una notte con una zanzara Dalai Lama

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Contatti:

E—mail : [email protected] Riferimento: Don Alessandro Sesana

Cell. 340—8926053

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Gruppo “IN BOLIVIA 2004”

Patronato San Vincenzo Bergamo

Dalla ciudad de los ninos di cochabamba

Come è ormai consuetudine da 5 anni a questa parte, il 27 luglio un gruppo di 9 giovani partiranno per la bolivia destinazione la ciudad de los ninos di Cochabamba. Oltre che da don Sandro i giovani saranno accompagnati anche da don Renzo Caseri. Si tratta di un’esperienza di un mese. L’obiettivo non è principalmente quello di fare del volontariato, ma di provare a guardare, osservare ed ascoltare una realtà sicuramente diverse dalla nostra. Oltre che alla pre-senza presso la ciudad de los ninos, dove i giovani svolgeranno soprattutto un opera di animazione presso i ragazzi, il gruppo si muoverà per conoscere alcune delle realtà missionarie e di volontariato legata alla dio-cesi di Bergamo. Ci si fermerà presso queste strutture dove si cercherà di stare con la gente, i missionari, i volontari, non con la pretesa di capire la Bolivia, ma di accoglierla come realtà buona da cui apprendere, im-parare e lasciarsi provocare. Questo sguardo è anche l’occasione per conoscere il grande lavoro che la chiesa di Bergamo insieme con tante associazioni di volontariato e con la gente boliviana ha svolto in questa terra; un lavoro che sicuramen-te ha lasciato un segno importante e significativo. In particolare oltre alle varie realtà del patronato, si cercherà di incontrare le comunità del chapare presso P. Mauro e P. Sperandio, di Ansaldo presso il dott. Piero Gamba, la casa famiglia di Danilo Gotti, la parrocchia di Munaypata a Laz paz e l’esperienza di Riccardo Giavarini sempre a La Paz. Queste sono alcune delle visite previste. Quest’anno vi è anche una cosa significativa, che rende questa esperienza un po’ diversa da quella degli anni precedenti: mancherà la presenza di P. Berta, mancherà la sua parola durante la messa quotidiana, ma anche tutto il suo raccontare sulla storia della bolivia, le sue barzellette…. Al riguardo mi sento di dire che, pur sentendo profondamente la mancanza di P.Berta la ciudad sta conti-

nuando a pieno regime tutta la sua attività, a Cochabamba, nel Chapare e alla scuola agricola. Tutti i

responsabili, gli incaricati delle case e tutti coloro che lavorano a favore di questa istituzione hanno compre-

so che la missione deve continuare e quindi ciascuno a come preso su di se l’impegno di sentirsi responsa-

bile di tutta la ciudad.

Da parte del patronato di Bergamo vi è la seria volontà di continuare al meglio questa opera, l’ultima in ordi-ne di tempo voluta da Don Bepo, ma forse la più amata. La novità più importante è la decisione di lavorare sempre più in stretta collaborazione con la diocesi di Cochabamba e naturalmente di Bergamo. Questo per far sì che il patronato possa sentirsi sempre più parte integrante della diocesi di Bergamo. Tale decisione comporta che il patronato lavori sempre più in stretta collaborazione con il centro missionario dio-cesano. Mi pare che il lavoro non manchi.

“Compartir” vuole essere un mezzo di condivisione di idee, spunti e riflessioni su temi che ci stanno a cuore. Chi volesse proporre argomenti di discussione ci può scrivere a: _ [email protected] _ [email protected] _ [email protected]