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COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO 41. SEDUTA DI GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2019 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE STEFANO VIGNAROLI INDICE Sulla pubblicità dei lavori: Vignaroli Stefano, Presidente ..................... 3 Audizione del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa: Vignaroli Stefano, Presidente .... 3, 9, 11, 12, 13, 16, 17, 18, 23, 24, 25 Costa Sergio, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare . 3, 9, 12, 13, 17, 18, 21, 23, 24 Battistoni Francesco (FI-BP) ..................... 9 Braga Chiara (PD) ...................................... 9, 17 Briziarelli Luca (L-SP-PSd’Az) .................. 9, 10 Ferrazzi Andrea (PD) ................................. 10, 16 Patassini Tullio (Lega) ......................... 11, 17, 23 Potenti Manfredi (Lega) ............................. 23 Zolezzi Alberto (M5S) ................... 11, 21, 24, 25 Atti Parlamentari 1 Camera Deputati – Senato Repubblica XVIII LEGISLATURA DISCUSSIONI RIFIUTI SEDUTA DEL 12 SETTEMBRE 2019 PAG. PAG.

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COMMISSIONE PARLAMENTAREDI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE

CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALIAD ESSE CORRELATI

RESOCONTO STENOGRAFICO

41.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2019

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE STEFANO VIGNAROLI

I N D I C E

Sulla pubblicità dei lavori:

Vignaroli Stefano, Presidente ..................... 3

Audizione del Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, SergioCosta:

Vignaroli Stefano, Presidente .... 3, 9, 11, 12, 13,16, 17, 18, 23, 24, 25

Costa Sergio, Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare . 3, 9, 12, 13, 17,

18, 21, 23, 24

Battistoni Francesco (FI-BP) ..................... 9

Braga Chiara (PD) ...................................... 9, 17

Briziarelli Luca (L-SP-PSd’Az) .................. 9, 10

Ferrazzi Andrea (PD) ................................. 10, 16

Patassini Tullio (Lega) ......................... 11, 17, 23

Potenti Manfredi (Lega) ............................. 23

Zolezzi Alberto (M5S) ................... 11, 21, 24, 25

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTESTEFANO VIGNAROLI

La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicitàdei lavori della seduta odierna sarà assicu-rata anche mediante l’attivazione di im-pianti audiovisivi a circuito chiuso e latrasmissione streaming sulla web-tv dellaCamera dei deputati.

Audizione del Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, SergioCosta.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recal’audizione del Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, generaleSergio Costa, accompagnato dalla dotto-ressa Stefania Divertito, capo ufficio stampa,e dal dottor Tullio Berlenghi, capo segre-teria tecnica, che ringrazio per la presenza.

L’audizione odierna verterà prevalente-mente sull’inquinamento da sostanze per-fluoroalchiliche (PFAS) sul territorio na-zionale e sullo stato di avanzamento deilavori di bonifica del sito di interesse na-zionale di Venezia. Sull’argomento ieri èstato audito il sindaco di Venezia.

La Commissione è interessata anche adottenere informazioni sui decreti afferentialla tematica dell’end of waste in corso dipredisposizione presso il Ministero dell’am-biente, vista anche la novella dell’articolo184-ter e successivamente della delega inlegge delega europea.

Comunico che l’audito ha preso visionedella disciplina relativa al regime di pub-blicità del resoconto stenografico della se-

duta che informa l’audito che della pre-sente seduta sarà redatto un resocontostenografico e, su motivata richiesta, con-sentendo la Commissione, i lavori prose-guiranno in seduta segreta; nel caso ledichiarazioni segrete entrassero a far partedi un procedimento penale, il regime disegretezza seguirà quello previsto per taleprocedimento; si invita comunque a rin-viare eventuali interventi di natura riser-vata alla parte finale della seduta.

Visto che il Consiglio dei ministri deveiniziare alle 15.00, ha a disposizione circaquarantacinque minuti per queste tre te-matiche e poi possiamo lasciare la parola aicommissari per eventuali approfondimenti.

Cedo la parola al nostro ospite per losvolgimento della sua relazione.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare.Grazie, buon pomeriggio a tutti, quindiabbiamo tre argomenti. Come mio solito econ il permesso del presidente per esserepiù preciso leggerò gli argomenti e su unaquota parte come sempre parlerò a brac-cio.

Sempre se il presidente concorda, nonleggerò tutte le argomentazioni, che in ta-luni casi sono particolarmente tecnicisti-che, però consegno la mia relazione com-pleta anche di queste parti di ulterioriapprofondimenti al presidente, per l’ulte-riore assegnazione alla Commissione.

Inizio con il primo argomento, l’end ofwaste, tema su cui si è già avuto modo didiscutere in questa medesima sede nellaseduta del 31 gennaio passato. Già in quel-l’occasione è stato sottolineato l’assolutorilievo del tema relativo all’attuazione del-l’articolo 184-ter, comma 2 del decreto le-gislativo n. 152 del 2006, che disciplina lacosiddetta « cessazione della qualifica di

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rifiuto » per l’economia circolare di cui ilMinistero dell’ambiente è attore principale.

Per dare centralità a questo obiettivo,nel recente decreto del Presidente del Con-siglio dei ministri recante il Regolamento diriorganizzazione del MATTM, approvatonella seduta del Consiglio dei ministri del14 giugno scorso, è stata istituita un’appo-sita Direzione generale per l’economia cir-colare, cosa estremamente positiva che pren-derà corpo con l’inizio dell’anno solare.

Si ricorda a tal proposito per comple-tezza di esposizione che secondo l’articolo184-ter un rifiuto cessa di essere tale quandoè stato sottoposto ad operazioni di recu-pero, incluso il riciclo e la preparazione peril riutilizzo, che soddisfino determinati cri-teri, tra i quali in particolare l’assenza diimpatti complessivi negativi sull’ambiente.Tali criteri vengono ricavati dalla disciplinacomunitaria o, in mancanza di essa, sonofissati dal MATTM con propri decreti, casoper caso, per specifiche tipologie di rifiuto,includendo anche eventuali valori limiti.

È ben nota a tutti l’emergenza determi-natasi nel settore del riciclo a seguito dellasentenza del Consiglio di Stato del febbraio2018, con la quale sostanzialmente sonostate rimesse in discussione le procedure diautorizzazione regionale ai sensi dell’arti-colo 208 del Codice dell’ambiente per ilriciclo di tutte le categorie di rifiuto chenon siano già contemplate dai criteri end ofwaste nazionali o comunitari, ovvero nonsiano contenute nel decreto del Ministerodell’ambiente risalente al 5 febbraio 1998,che stabilisce i parametri guida di circa 200procedure di recupero per altrettante tipo-logie di rifiuti.

Con la suddetta sentenza del Consigliodi Stato è stato osservato, alla luce dell’ar-ticolo 6 della direttiva europea 98 del 2008,riguardante la cessazione della qualifica dirifiuto, che la disciplina medesima dellacessazione della qualifica di rifiuto è riser-vata alla normativa comunitaria e che que-st’ultima ha previsto che sia comunquepossibile per gli Stati membri valutare altricasi di possibile cessazione.

Tale prerogativa (si precisa nelle moti-vazioni della sentenza del Consiglio di Stato)compete tuttavia in forma esclusiva allo

Stato e precisamente al Ministero dell’am-biente, che deve provvedere con propri attidi natura regolamentare. Finora erano statipubblicati solo due decreti end of waste(parlo ovviamente di quelli del MATTM),emanati rispettivamente nel 2013 e nel 2018,relativi al combustibile solido secondario eal fresato d’asfalto.

Nel maggio scorso è stato emanato afirma mia il decreto ministeriale 132 del 15maggio, che disciplina la cessazione dellaqualifica di rifiuto dei prodotti assorbentiper la persona, denominati PAP. Il decretofissa i criteri (quindi siamo a tre comples-sivamente) in base ai quali i materiali de-rivanti da riciclo dei pannolini, pannolonied assorbenti femminili, provenienti da rac-colte urbane differenziate, dedicate appo-sitamente, possano essere trasformati e qua-lificati come materie prime seconde daimmettere nuovamente nel processo pro-duttivo, in piena sintonia con i princìpidell’economia circolare, sui quali è oppor-tuno fermarsi ulteriormente.

Il Regolamento (vi risparmio tutto l’a-spetto tecnicistico che però ho consegnatoal presidente) individua, sulla base delladelega contenuta nell’articolo 184-ter, comma2 del decreto legislativo 152 del 2006, icriteri nel rispetto dei quali i materialiderivanti dal trattamento dei prodotti as-sorbenti per la persona a valle di tratta-mento cessano di essere qualificati comerifiuti, per essere reintrodotti nel ciclo eco-nomico come prodotti.

Nel corso dell’iter istruttorio, il Mini-stero dell’ambiente ha intrattenuto una co-stante interlocuzione con l’Istituto Supe-riore di sanità e con l’Istituto Superiore perla protezione e la ricerca ambientale, daiquali si è fatto supportare soprattutto inrelazione agli aspetti sanitari e ambientali.

Nell’istruttoria tecnica, che è stata lungae laboriosa ma tutta tracciata e ha con-dotto alla formulazione dei pareri degliistituti, sono stati presi a riferimento irisultati delle analisi e degli studi, atti amostrare che i materiali ottenuti dai PAPnon costituiscono un pericolo per la saluteumana e tantomeno per l’ambiente.

Nell’allegato 1, al punto 3 del Regola-mento, titolato Criteri sanitari, è stabilito

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che le tre tipologie di materiale ottenuti daltrattamento di recupero relativamente aiparametri igienico-sanitari devono soddi-sfare tutti i criteri di cui al punto 3, cioè icriteri microbiologici, chimici e sanitari,oltre ovviamente al test di cessione. Nediscende che, qualora un materiale a valledel trattamento non rispettasse anche unosolo di questi criteri, il materiale reste-rebbe rifiuto e andrebbe gestito secondo laprocedura dei rifiuti. Questo è contenutonel Regolamento di autorizzazione a firmamia.

Fermo restando quanto detto, si rilevache il Regolamento in esame ha avutoparere positivo dal Consiglio di Stato (ov-viamente dalla sezione consultiva per gliatti normativi) nell’adunanza dello scorso20 dicembre 2018, ed è diventato poi Re-golamento in pubblicazione il 15 maggioper il semplice motivo che, come sapete, iltempo di notifica all’Unione europea non èinferiore a 3 mesi.

In generale, si rileva che dal trattamentodi PAP si producono 3 materiali: le plasti-che eterogenee a base di poliolefine, ilpolimero super assorbente, denominato tec-nicamente SAP, e cellulosa a basso o altocontenuto di polimero super assorbente.

La cessazione della qualifica di rifiutocostituisce un tassello indispensabile per lavalorizzazione del potenziale dei rifiuti e,ove recepito in modo corretto, può dare unforte contributo allo sviluppo delle poten-zialità del settore di riciclo e recupero deirifiuti. L’end of waste rappresenta quindiuna misura concreta e tangibile per realiz-zare, come deciso da tutti gli Stati dell’U-nione europea, una società del riciclo e delrecupero, che diventa reale nel momento incui i materiali, risultato di un riciclo orecupero di alta qualità, possono nuova-mente essere introdotti sul mercato ed es-sere in grado di competere con le materieprime vergini, consentendo una riduzionedel consumo di risorse naturali e materieprime.

Al valore e al vantaggio ambientale siaccompagna anche la valenza economica,che sussiste non solo per il singolo soggetto,ma anche per la collettività, generandopertanto anche benefici sociali.

Il beneficio è dato dal fatto di disporre,all’esito di opportune operazioni di ricicloe recupero, non più di un rifiuto, ma di unprodotto che in quanto tale avrà un mer-cato e quindi un valore economico. Il ri-fiuto diventa risorsa e contribuisce a ri-durre l’utilizzo di materia prima e il quan-titativo di rifiuti da destinare allo smalti-mento.

L’obiettivo della previsione normativa èpertanto di stabilire modalità e criteri at-traverso cui i materiali derivanti dal trat-tamento di una particolare tipologia di ri-fiuto, ossia i componenti dei prodotti as-sorbenti nel caso di specie per la personapost consumo, cessino di essere tali e pos-sano essere utilizzati per gli scopi sopradescritti nell’allegato 5 del Regolamento.

Con riferimento alle condizioni di cuiall’articolo 184-ter, comma 1, lettere a), b) ec) del Codice dell’ambiente, si rappresentache dall’esame istruttorio condotto è risul-tato (questo è interessante perché è unbrevetto tutto italiano, applicabile in tuttoil mondo, e mi piace dire che si stannoprogettando aperture di sessanta aziendecon il medesimo brevetto in Italia, mamolte già si stanno aprendo in Germania eOlanda, quindi è una bella cosa per il PaeseItalia, che darà molti posti di lavoro, per-ché lo stimato e di circa 1.000-1.500 postidi lavoro in Italia, ovviamente all’esteronon saprei dire) che in Italia esiste unmercato per la cellulosa, per il materialesuper assorbente e per le miscele plasticheeterogenee, che provengono dai PAP, inragione del fatto che gli stessi materialirisultano comunemente oggetto di transa-zioni commerciali e possiedono un effettivovalore economico di scambio.

È stato verificato infatti che sussistonoscopi specifici per i quali tali materiali sonoutilizzabili, nel rispetto dei requisiti tecnicidi cui al Regolamento, e che i medesimirispettano la normativa e gli standard esi-stenti, applicabili ai prodotti e che il loroutilizzo non porterà a impatti complessivinegativi sull’ambiente o sulla salute umana.

In Italia ogni anno si producono circa900.000 tonnellate di rifiuti da PAP, chevengono generalmente raccolte insieme alsecco residuo e smaltite o in discarica per

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il 65 per cento o presso centri di incene-rimento per il rimanente 35 per cento. Inquesto caso quindi li toglieremo tutti.

Il sistema di riciclo dei PAP consente ilrecupero di materiali performanti dall’altovalore aggiunto, che saranno valorizzati sulmercato nazionale e, come vi ho illustrato,anche internazionale. Da una tonnellata diPAP riciclati si recuperano 95 chili di pla-stica da usare in nuove produzioni, tra cuipackaging non alimentare o sanitario, con-tenitori per pannolini usati e mollette, 185chili di materiale cellulosico da usare per laproduzione tra le altre cose di carta rici-clata, zuccheri di seconda generazione, pro-dotti assorbenti per animali domestici emateriali per l’edilizia, 95 chili di polimerosuper assorbente riciclato per la produ-zione di nuovi prodotti assorbenti, che nonsiano ovviamente i medesimi PAP.

L’interesse per questi materiali da partedi potenziali acquirenti è dato sia dall’ele-vato livello di qualità dei materiali mede-simi, che in termini di performance risul-tano essere migliori per alcune applicazionidelle materie vergini, sia dalla convenienzaeconomica derivante anche dalla stabilitàdei prezzi in relazione al fattore di produ-zione. Il prezzo di vendita dei materialirecuperabili dai rifiuti da PAP varia ovvia-mente in base al mercato dell’applicazioneper cui vengono utilizzati.

Dall’istruttoria effettuata risulta incon-trovertibile l’esistenza di un mercato deitre materiali a cui innanzi facevo riferi-mento, che esitano a valle. Tale dato èdimostrato da numerosi accordi commer-ciali in corso di validità, aventi ad oggettola commercializzazione e il successivo uti-lizzo.

Relativamente agli scopi specifici di uti-lizzo, i materiali recuperati attraverso ilriciclo del PAP hanno ampiamente dimo-strato di avere prestazioni analoghe allematerie prime. La frazione plastica infattiè stata certificata conforme alle normeUNI, che definiscono i requisiti e i metodidi prove di miscele eterogenee a base dellasostanza proveniente. Tali plastiche pos-sono essere utilizzate da sole o in miscelacon altri materiali.

Vi risparmio l’aspetto squisitamente tec-nicistico, che lascio al presidente, e con ilvostro permesso passerei agli ulteriori de-creti end of waste che sono in corso dielaborazione e istruttorio. È in corso dicompletamento anche l’iter relativo al de-creto sul granulato di gomma provenientedagli pneumatici fuori uso.

Il ministero è in fase avanzata di istrut-toria e di altri decreti ministeriali, relativial pastello di piombo, alle plastiche miste,alla carta da macero, al pulper, scartoprodotto dall’industria cartaria. Sono statealtresì avviate le verifiche di fattibilità peraltre tipologie di rifiuti attenzionate dalmercato, quali il vetro sanitario, la vetro-resina, i rifiuti inerti da spazzamento distrada, gli oli alimentari esausti, le cenerid’altoforno, i tessili e i residui da acciaieria.Aggiungo anche gli esiti delle demolizioni,per i quali stiamo attenzionando alcuniparametri più che altro chimici, ma siamoprossimi anche a quello.

Per tutti questi siamo in fase moltoavanzata o avanzata, quindi stiamo lavo-rando con una certa velocità, però è chiaroche, essendo decreti di natura regolamen-tare, sapete meglio di me che hanno untempo tecnico, che è mediamente non in-feriore a nove mesi, perché c’è il passaggioin Consiglio di Stato, una volta elaboratol’aspetto ambientale e sanitario, c’è il pas-saggio in cui il Consiglio di Stato quasisempre fa dei rilievi, vengono rielaboratirilievi di nuovo con l’Istituto Superiore disanità e con ISPRA, si risponde al Consigliodi Stato, si ottiene quasi sempre, una voltadefinito questo passaggio, il via libera, e poiva all’Unione europea. Se sommate i sotto-tempi, arriviamo a un tempo complessivotra 9 e 12 mesi, non è una carenza mini-steriale o altro, è proprio la fase naturaledel percorso che così funziona.

Lo dico perché questo ci aiuta a fareuna riflessione per quello che vi dirò adesso.Quali sono quindi, alla luce di quello che viho riferito, le novità apportate dall’articolo1, comma 19 del decreto-legge 32 del 2019,convertito nella legge 55 del 2019, in buonasostanza lo Sblocca cantieri ?

Al fine di fronteggiare la situazione ve-nutasi a creare successivamente alla pro-

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nuncia del Consiglio di Stato che innanziho riportato, in fase di conversione conmodificazioni del decreto-legge 32 del 2019,lo Sblocca cantieri, è stato definitivamenteapprovato con legge 55 del 2019 in giugnodi quest’anno un emendamento che hasostituito il comma 3 dell’articolo 184-ter, acui facevo prima riferimento, prevedendoche, nelle more dell’adozione di uno o piùdecreti che fissano i criteri per la cessa-zione della qualifica di rifiuto, le autoriz-zazioni di cui agli articoli 208, 209 e 211 delTitolo III bis della parte seconda del Codicedell’ambiente siano concesse dalle autoritàcompetenti sulla base dei criteri indicatinell’allegato 1, sub allegato 1 al decretoministeriale del Ministero dell’ambiente del5 febbraio del 1998 e a quello del decretoministeriale dell’ambiente 161 del 2002, enell’allegato al Regolamento di cui al DM269 del 2005, per i parametri ivi indicati,relativi a tipologia, provenienza e caratte-ristica dei rifiuti, attività di recupero ecaratteristiche di quanto ottenuto da taleattività.

Qui c’è già un elemento di riflessioneche vi riporterò come criticità. Tali auto-rizzazioni individuano le condizioni e leprescrizioni necessarie per garantire l’at-tuazione dei princìpi sulla gerarchia deirifiuti, di cui all’articolo 178 del Codicedell’ambiente, per quanto riguarda le quan-tità di rifiuti ammissibili nell’impianto dasottoporre alle operazioni di recupero. Insostanza, ciò significa che le autorizzazioniregionali possono derogare ai limiti quan-titativi fissati dai DM innanzi riportati sulleprocedure semplificate di recupero.

Inoltre, con il predetto provvedimentonormativo è stato disposto che con decretonon avente natura regolamentare, quindiben più rapido della procedura che innanzivi ho descritto a mia firma, possano essereemanate linee guida per uniformare l’ap-plicazione del comma 3 dell’articolo 184-ter sul territorio nazionale, quindi evitarequelle che tecnicamente si chiamano eco-nomie di rapina territoriali, con particolareriferimento alle verifiche sui rifiuti in in-gresso nell’impianto in cui si svolgono talioperazioni e ai controlli da effettuare suglioggetti e sulle sostanze che ne costituiscono

il risultato, tenendo comunque conto deivalori limiti per le sostanze inquinanti e ditutti i possibili effetti negativi sull’ambientee sulla salute umana.

La norma prevede altresì che entro do-dici mesi dalla data di entrata in vigore deldecreto sulle linee guida i titolari delleautorizzazioni rilasciate successivamente alladata di entrata in vigore della disposizionepresentino alle autorità competenti appo-sita istanza di aggiornamento ai criteri ge-nerali definiti dalle linee guida medesime.

In sintesi, l’approvazione dell’emenda-mento Sblocca cantieri attribuisce alle re-gioni o agli enti da esse delegati la compe-tenza a rilasciare le autorizzazioni caso percaso agli impianti per il trattamento deirifiuti destinati a diventare end of waste,applicando i criteri nazionali del recuperoagevolato. Le regioni dunque possono oraconcedere le autorizzazioni per il recupero,applicando gli unici criteri ad oggi esistentia livello nazionale, che risiedono nei de-creti sul recupero agevolato.

La nuova norma infatti prevede la pos-sibilità di autorizzare in forma ordinaria,in base agli articoli 208, 209 e 211 delCodice dell’ambiente sull’autorizzazione in-tegrata ambientale, il recupero di specifi-che tipologie di rifiuti individuati dai DM acui facevo riferimento (quello del 1998,quello del 2002 e quello del 2005), rispet-tando le prescrizioni tecniche presenti ne-gli allegati dei citati decreti, ma senza in-contrare i limiti quantitativi ivi previsti.

Per le attività di recupero che rispettanole quantità previste nei decreti ministerialisopracitati restano ferme le procedure au-torizzatorie semplificate. Il Ministro del-l’ambiente può adottare linee guida, comeabbiamo detto innanzi. La nuova disposi-zione riguarda solo i flussi di materialicosiddetti « tradizionali », cioè regolati daisuddetti decreti ministeriali a cui facevoriferimento, che non sono aggiornati all’e-voluzione tecnologica del 1998, del 2005 edel 2012, quindi tecnologicamente un po’datati ormai.

Per questa ragione, la nuova formula-zione del comma 3 dell’articolo 18-ter della163 del 2006, in buona sostanza delloSblocca cantieri, a mio parere non può

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ritenersi risolutiva di tutte le esigenze delsettore, quindi il sottoscritto (già da prima,ma oggi lo voglio confermare) rimane di-sponibile a confrontarsi sia con gli opera-tori del settore che con le associazioni ditutela ambientale, per affrontare questacriticità.

La recente modifica normativa intro-dotta dallo Sblocca cantieri ha posto ilproblema dell’applicabilità della norma an-che alle autorizzazioni rilasciate anterior-mente alla data di entrata in vigore dellanovella del comma 3 dell’articolo 184-terdel Codice dell’ambiente e a quelli in fasedi rinnovo alla medesima data. Di talequestione si occupa dunque la delega inmateria di end of waste di cui all’articolo16, comma 1, lettera e) del DDL di delega-zione europea 2018, Atto Camera 1201,attualmente all’esame della Camera dei de-putati.

La proposta, nel recepire la direttiva851 dell’Unione europea nella parte rela-tiva alla cessazione della qualifica di ri-fiuto, si pone nell’ottica di fornire elementidi certezza agli operatori del settore, non-ché di semplificare e agevolare l’attuazionedi un sistema di economia circolare, nelrispetto di quanto stabilito dal Consiglio diStato nella sentenza del febbraio del 2018.

A tale fine è indispensabile procedererapidamente verso il superamento di unsistema di gestione imperniato sullo smal-timento in discarica ovvero a mezzo ince-neritore, in quanto non più sostenibile, chepuò avvenire garantendo e favorendo leprocedure per assicurare l’effettività dell’i-stituto dell’end of waste, il cui scopo prin-cipale è appunto quello di generare per-corsi virtuosi.

La proposta in esame delega il Governoa disciplinare la cessazione della qualificadi rifiuto in attuazione di quanto previstoall’articolo 1, comma 6, della direttiva 851dell’UE, secondo le indicazioni contenutenella medesima direttiva.

In tale ottica si prevede nell’articolato inprimo luogo che, nel dettare la nuova di-sciplina in materia di cessazione della qua-lifica di rifiuto, il Governo debba prevedereche siano fatte salve le autorizzazioni già inessere alla data in entrata in vigore del

decreto delegato, fermo in ogni caso l’ob-bligo per i titolari di quelle autorizzazionidi provvedere ad effettuare l’adeguamentoo l’aggiornamento delle medesime alle lineeguida in essere poi successivamente, di cuial comma 3 nel medesimo articolato. Ciò alfine di salvaguardare l’affidamento agli ope-ratori economici in possesso di autorizza-zioni pregresse per l’effettuazione di ope-razioni di recupero ai fini dell’end of waste.

Si prevede inoltre che, nelle more del-l’adozione dei criteri di cui all’articolo 184-ter e delle linee guida a firma del MATTM,i rinnovi delle autorizzazioni per le qualisia stata presentata relativa istanza, ovveroche vengano a scadenza dopo l’entrata invigore del decreto delegato siano effettuatieventualmente anche al fine dell’adegua-mento delle cosiddette « migliori tecnologiedisponibili », le best available techniques(BAT), nel rispetto dei criteri generali deldecreto legislativo 152 e fatte salve le con-dizioni della direttiva di riferimento.

Si tratta di una norma di fondamentaleimportanza per tutelare l’affidamento deglioperatori del settore del recupero dei ri-fiuti in quanto, al fine di evitare il bloccodegli impianti di end of waste e conseguentisituazioni di criticità nel ciclo di gestionedei rifiuti, nelle more dell’adozione deidecreti previsti dall’articolo 184 del Codicedell’ambiente, prevede che le autorizza-zioni di cui agli articoli che innanzi hocitato del Titolo III bis del Codice dell’am-biente in fase di rinnovo alla scadenzadette autorizzazioni in essere alla data inentrata in vigore della disposizione restinoefficaci e siano rinnovate nel rispetto deicriteri generali. Questo è l’elemento impor-tante, così non blocchiamo nulla.

Si prevede infine l’istituzione presso ilMATTM di un Registro nazionale deputatoalla raccolta delle autorizzazioni rilasciateai fini del rispetto dei princìpi di traspa-renza e di pubblicità. Aggiungo per chiu-dere sull’end of waste che io mi sto spen-dendo molto e mi fa piacere che sull’argo-mento tutti siate d’accordo, perché quell’e-mendamento è stato firmato da tutto l’arcocostituzionale e per me è un piacere po-terlo riferire in questa sede, perché, ovepossibile, va in delegazione europea, ma

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ove troviamo un veicolo legislativo ulte-riore, preliminare, più veloce (penso adesempio a un DL, perché lo scopo è nonbloccare l’attività di recupero e di riciclo),credo che siate tutti d’accordo, avendo tutticontrofirmato questo emendamento, a po-terlo portare in Aula al più presto. Il primoveicolo utile e compatibile con la CartaCostituzionale secondo me sarebbe un belsegno per ottenere il risultato.

Passerei ai PFAS. Oppure preferite cheparli prima del SIN ?

LUCA BRIZIARELLI. Sull’ordine dei la-vori, presidente, proporrei, visto che gliargomenti sono tre distinti e in parte di-stanti, se fosse possibile...

PRESIDENTE. Sono d’accordo, pos-siamo fare un breve giro di domande suquesto argomento, però siate rapidi.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Però,poi parlo degli altri. Li tengo in memoria eappena posso rispondo. Siamo d’accordo ?

PRESIDENTE. Ho paura che poi sal-tiamo gli altri due temi e non vorrei. Cer-chiamo, quindi, di essere più rapidi suglialtri due temi e poi facciamo le domande.

LUCA BRIZIARELLI. Presidente, tuttele volte finisce così. Io proporrei, peraltroraccogliendo una proposta che tempo ad-dietro aveva fatto la collega Braga, di farerapidamente le domande un argomento pervolta. Se, però, non siamo d’accordo, pa-zienza. Altre volte, in precedenti sedute, hastato espresso lo stesso concetto.

FRANCESCO BATTISTONI. Anch’io, sul-l’ordine dei lavori, mi associo a quello cheha detto il collega Briziarelli, anche perchéobiettivamente sentir dire « siate rapidi » anoi senatori che siamo qui puntuali, quandogli impegni li hanno altri, mi sembra leg-germente offensivo.

Credo che, se serve tempo, ci possiamoanche aggiornare, ma non può dire « siaterapidi », caro presidente, perché se questa

è la condizione ce ne possiamo pure andaree siamo ancora più rapidi !

PRESIDENTE. « Siate rapidi » era ri-volto a tutti. Anche al ministro ha detto diessere più rapido per poter affrontare tuttii temi e per essere più efficaci. Era rivoltoa tutti, me compreso. Facciamo un brevegiro di domande su questo argomento.

Do la parola ai colleghi che intendonointervenire per porre quesiti o formulareosservazioni.

CHIARA BRAGA. Presidente, intervengoin questa strana modalità di esame. La miaè una sottolineatura di quanto ha detto ilministro. La vicenda dell’end of waste è unavicenda di grande urgenza, attualità e rile-vanza.

È notizia di oggi e sono sicura che ilministro come i colleghi sanno che in al-cune province e in particolare nella pro-vincia di Brescia si è generata una situa-zione di allarme per l’avvio di una proce-dura di eventuale revoca delle autorizza-zioni, che non è ancora concretizzata, mache ha messo in luce l’inadeguatezza dellasoluzione normativa contenuta nello Sbloccacantieri.

Noi, in particolare i colleghi senatori(credo di poter parlare almeno a nome deisenatori del mio gruppo), abbiamo con-corso alla discussione sulla legge di dele-gazione europea, che è una legge di dele-gazione, quindi diciamo per non essereipocriti che tutti sappiamo che ha bisognodei tempi attuativi, e il motivo della nostrapreoccupazione e dell’insistenza con cui lechiediamo di provvedere al più presto aquanto si è impegnato a fare, cioè a con-cordare in sede parlamentare con i porta-tori di interesse, che hanno manifestato piùvolte, in maniera molto netta e chiara,l’urgenza di un intervento normativo, aintrodurre in uno dei prossimi provvedi-menti che abbiano una cogenza immediatauna soluzione almeno per risolvere questopunto.

L’unica domanda che ho da fare suquesta questione è questa: mi sembra diaver colto nella sua relazione che lei haribadito ancora una volta l’interpretazione

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della titolarità esclusiva del Ministero del-l’ambiente nel rilascio delle autorizzazioni,nel riconoscimento dei Regolamenti, credoche, alla luce del recepimento dell’articolodella direttiva comunitaria, si possa scri-vere una formulazione che garantisca l’o-peratività delle attività in corso, ma anchel’autorizzazione nei tempi più rapidi pos-sibili delle nuove attività che consentonoun pieno sviluppo dell’economia circolare.

Riguardo, invece, ai tempi tecnici per ilriconoscimento dei nuovi materiali end ofwaste le chiedo se sia possibile immaginareun’accelerazione per i tempi di competenzadel Ministero, procedimentalizzando i pas-saggi che sono totalmente interni all’attivitàdel Ministero.

LUCA BRIZIARELLI. Solo due domande,dettate dall’interesse condiviso da tutti peril tema e l’importanza. Intanto apprezzo anome del gruppo che il ministro abbiariportato il percorso sulla legge delega, vi-sto che l’emendamento 15, punto 28, sulquale poi si è costruita la condivisione, eraun emendamento della Lega, l’abbiamo ri-formulato qualche decina di volte, quindiben venga che si sia preso atto di unapossibilità.

A questo punto apprendiamo che c’è lavolontà del Governo, nonostante in faseparlamentare si sia stato detto l’opposto,cioè che si sarebbe teso a ridurre il ricorsoalla decretazione (uno degli interventi inAula del PD diceva che era meglio nonutilizzarlo), ma, se si prende atto che c’èquesta esigenza e che un decreto vienemeglio, ovviamente non saremo noi a nonprenderlo in considerazione, anche perchéla gravità è data ad esempio dalla notizia dioggi di un rogo in un deposito di pneuma-tici a Battipaglia, che sicuramente non saràsfuggito al ministro e su questo ho la primadomanda.

Visto che nell’audizione del 31 gennaio2019 lei citava fra i decreti prossimi allapubblicazione, prossimi ad essere notifi-cate all’Unione europea secondo la proce-dura che vi ho appena illustrato, quelli perla gomma vulcanizzata granulare che ri-guarda circa 350.000 tonnellate, visto cheera prossimo alla comunicazione al 31 gen-

naio, sono passati 8 mesi, c’è un calendariopreciso dei tempi per questo ?

Leggo sempre dalla relazione di allora« abbiamo già pianificato » gli stessi chesono stati letti ora, ossia il vetro sanitario,la vetroresina, i rifiuti inerti da spazza-mento delle strade, gli oli alimentari (nonso se sia il copia incolla dell’elenco), leceneri da altoforno, i rifiuti di acciaieria,rispetto al 31 gennaio 2019, rispetto ai 9-12mesi che ci erano stati elencati, dove era-vamo allora su quel cronoprogramma edove siamo adesso 8 mesi dopo ?

Seconda domanda rispetto al quadrogenerale, che in parte è stata già fattaanche dalla collega Braga. Sulle regole inattesa della pubblicazione, perché oggi sonotre quelli che sono stati fatti, due annun-ciate gennaio più i pannolini che già eranoinseriti nel 31 gennaio 2019, cosa possiamoaspettarci e con quali tempi, visto che lei èuno dei Ministri che già può vantare unlavoro di 14 mesi e non deve cominciare dazero ? Che impostazione avrà, tenuto contoche eravamo tutti d’accordo, tranne il Mo-vimento 5 Stelle, sulla possibilità di lasciarespazio anche alle regioni ? Si ritiene chequesto ostacolo sia superato semplice-mente con il cambio cromatico dal verde alrosso e quindi potremo superare questoaspetto e puntare a un margine di manovraper le regioni, come auspicavamo, quindiben felici se dovessimo andare in questadirezione, o si rimane a una visione esclu-sivamente centralizzata sul ministero ?

ANDREA FERRAZZI. Su questa que-stione, ministro, lei ha aperto in manierasignificativa questa mattina e mi pare dicogliere anche la disponibilità ad inserireuna revisione organica in questa direzione,con un disegno da portare all’interno delladiscussione parlamentare in tempi moltorapidi, indicazione assolutamente da acco-gliere.

Credo che noi come parlamentari, aprescindere dall’appartenenza, si debba la-vorare perché attorno alla questione del-l’end of waste passa l’ambiente, passa l’e-conomia, ci sono imprese che non sannopiù cosa fare (lei lo sa meglio di me), cisono costi aumentati, depositi che non sono

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più sufficienti e soprattutto impianti chenon esistono.

Abbiamo situazioni in cui il paradosso èche c’è un’economia che può ripartire, mal’assenza di impianti e l’assenza normativacomplessiva stanno paralizzando un set-tore, aprendo spazi pericolosi alla crimi-nalità organizzata, perché il combinato di-sposto di queste e altre ragioni sta aprendopossibilità per alcuni pericolosi criminalianche di stampo mafioso (lei lo sa meglio dime, avendo lavorato nella prevenzione esoprattutto nel contrasto in maniera signi-ficativa).

Siccome dobbiamo dare uno sfogo legi-slativo con i lavori di questa Commissione,ci adopereremo immediatamente in colla-borazione con il Governo perché questopossa avvenire.

Considero corretto porre la questionedel rapporto con le regioni, lo dicevano giàla capogruppo Braga e il VicepresidenteBriziarelli, approfondiamolo sensatamente,perché potrebbe essere un nodo che aparer nostro potrebbe essere risolto in ma-niera intelligente e quindi dare la possibi-lità di decollare a questo settore fondamen-tale dell’economia circolare e della newgreen economy.

TULLIO PATASSINI. A proposito del-l’end of waste vorrei portare un caso spe-cifico, che sta diventando urgente, e chie-dere al ministro se il Ministero dell’am-biente abbia iniziato ad occuparsene e sene occuperà nei periodi successivi. Mi ri-ferisco allo smaltimento e quindi al riuti-lizzo delle macerie conseguenti al terre-moto del centro Italia.

Si tratta di una questione annosa, per-ché vi si unisce un aspetto legato all’emer-genza (non mi riferisco alla fase di raccoltae recupero, che afferisce ad altri uffici, allaProtezione Civile), ma ormai questi 2-3milioni di tonnellate di materia che deri-vano da fabbricati civili, abitazioni, in partefabbricati industriali avrebbero come na-tura privilegiata non un abbancamento indiscarica, ma un riutilizzo nel normaleciclo produttivo dell’edilizia.

Vorrei chiedere al ministero se si stia giàoccupando della questione o se se ne siaoccupato, e quale sia lo stato dell’arte.

ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il mini-stro. Siamo una Commissione d’inchiesta.L’end of waste ha avuto diverse indagini,comprese quelle sui falsi end of waste eanche dalla descrizione del ministro è ve-nuto fuori che al momento non esiste unregistro dell’autorizzazione al riciclo, cheva assolutamente fatto. Ci sono alcune mi-gliaia di autorizzazioni di cui con preci-sione nessuno ha contezza anche su rifiutiche apparentemente non potranno mai ri-entrare in nessuna linea guida (vedi l’a-mianto e una serie di rifiuti pericolosi).

Parlando di notizie di stampa, ieri siparlava di Brescia e di alcune scorie radio-attive che erano state avviate al riciclo, percui è un mondo complesso. Spero che abreve ci si sieda a un tavolo per ragionare,si parla di 835 codici di rifiuti, si è visto ilgrande risultato sui PAP, perché quando silavora con un decreto e con un’istruttoriatecnica si arriva a un risultato economicostabile, senza tema di ricorsi o di proble-matiche ambientali e sanitarie, di sicurosedendosi a un tavolo si potrà ragionare,ottimizzare, parlare di come questo dovràessere fatto, parlare magari dei rifiuti piùcomplessi, rifiuti pericolosi con i post-combustione, di un mercato vero di quelloche viene riciclato.

Faccio riferimento chiaramente ai sot-tofondi stradali, probabilmente in Italianon esiste nessuno che mette rifiuti neisottofondi stradali tecnicamente a norma,quindi stiamo parlando di qualcosa di moltodelicato, sedendosi con calma a un tavolofaremo sicuramente meglio di quanto fattofinora.

PRESIDENTE. Io non ho capito se, se-condo lei, il testo che è in delegazioneeuropea sia buono, perché comunque fasempre riferimento all’articolo 184-ter, cheera stato già novellato, specificando che cisono dei criteri che però si rifanno sempreai criteri del 1998 che tutti hanno criticato,quindi va comunque rivisto.

Visto che anche questo materiale poidovrà essere riutilizzato nelle plastiche mi-ste o in tutti questi prodotti, vorrei saperese si intenda incentivare questo mercato esoprattutto rivedere i criteri ambientali mi-nimi (CAM), visto che in teoria sono obbli-

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gatori, ma purtroppo pochi usano questomateriale, anche se non è più rifiuto, se siintenda fare qualcosa al riguardo e siaipotizzabile secondo lei, visto che potrannoessere le regioni a mettere una sorta ditimbro da parte del ministero, oltre che ilregistro o le linee guida a monte.

Do la parola al nostro ospite per unaprima replica.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare.Ringrazio tutti per le domande. Intanto mifa piacere (lo avevo già detto nella rela-zione e lo raccolgo nuovamente) che tuttele compagini che compongono l’arco costi-tuzionale concordano nel far presto, e que-sto mi fa molto piacere perché il mioimpegno principale è quello di far presto,troveremo il veicolo legislativo e quindi,raccogliendo la vostra ulteriore disponibi-lità che avete già dato a suo tempo, miattivo in questa direzione.

Provo a fare una sintesi delle domandein modo da procedere più rapidamente.Detto dell’urgenza e della vostra disponi-bilità per cui vi ringrazio nuovamente, nonc’è l’esclusività del MATTM, su questo siamod’accordo, anche perché, per come vi hodisegnato il percorso, sarebbe letteral-mente impossibile star dietro a tutti gli endof waste, non ce la faremmo.

C’è l’idea di fare le linee guida, chetradotto vuol dire dare uniformità nazio-nale, quindi è qualcosa di molto più rapido.Le linee guida consentono un quadro nelquale poi il soggetto regionale si muove, maè anche vero che, se si è mosso prima, siadegua in un tempo dato successivamente,in un tempo dato vuol dire non dalla seraalla mattina, un tempo dato dal punto divista anche della tutela economica, nonsoltanto della tutela ambientale e sanitariaper ciò che c’era prima.

Le linee guida per il cosiddetto « nuovo »invece vuol dire dare uniformità nazionale,dove poi le regioni dentro hanno tutto lospazio per potersi muovere, perché ci sonorealtà geografiche che sono ben diverse trale varie regioni.

Su questo possiamo essere sereni. Mi èsembrata una proposizione condivisa nonsolo dalla vostra disponibilità nel prece-

dente Governo (di tutti quanti, intendodire), ma anche avendo sentito le regioni.

Mi sono state poste varie domande sulleregioni. Per quanto riguarda la delegazioneeuropea, quell’emendamento è stato fir-mato da tutti, per cui già viaggerebbe. Se lopossiamo arricchire per rendere ancorapiù aperta e veloce la dinamica degli end ofwaste, va ancora meglio. Però, seppur siapprova così, ringraziamo il cielo, perchénon è stato facile arrivare a quell’emenda-mento. Va bene anche così.

Sulla questione CAM stiamo lavorandoperché dobbiamo assolutamente accele-rare. I CAM sono molto complessi perchésono norme secondarie di natura tecnici-stica. L’elemento del CAM è principalmentequello di farlo comprendere, perché a volteè talmente tecnicistico che le stazioni ap-paltanti hanno difficoltà a comprenderli,tanto che noi stiamo immaginando di fareuna task force ministeriale e delle varieregioni che concorrono, perché va spiegato.

Immagino il piccolo comune che ha ilgeometra a scavalco in tre comuni, comedeve fare per interpretare un CAM quandosi parla di elementi di fisica e chimica,talvolta anche esasperati. Il CAM non èfacile, però credo che il lavoro fatto con unnucleo di accompagnamento possa aiutare,e su questo mi metto a disposizione.

Per quanto riguarda lo smaltimento dellematerie di demolizione, è uno dell’end ofwaste. Rispetto alle altre domande sullacronologia, penso a lei che me l’ha doman-dato e anche all’onorevole Briziarelli. Senzaannoiarvi, vi consegno la scheda di tuttiquelli che vi ho annunciato con i tempi, manon i tempi di definizione dell’end of wasteministeriale, i tempi del progress, perché seil Consiglio di Stato fa un’osservazione cheoccupa molti più mesi, non posso gestirla.Adesso prenderei un impegno che non ri-uscirei a rispettare. Però qui ci sono gliimpegni ministeriali end of waste per end ofwaste.

PRESIDENTE. Non ci sono nella rela-zione.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. No,

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perché non li avevamo segnati in questitermini.

Per quanto riguarda, però, le demoli-zioni il problema è banale, è forte, maindividuato: i cloruri e i fosfati delle de-molizioni. È una questione che stiamo af-frontando con ISPRA. Questa settimanaabbiamo un incontro tra la Direzione ge-nerale dell’ISPRA e la Direzione generalerifiuti, la nostra, per i cloruri e i fosfati chesono, invece, in contrasto con la norma disalvaguardia sanitaria, e della norma disalvaguardia ambientale. Vanno, quindi, pa-rametrati in modo tale che non ci siarischio di inquinamento per la salute o perle falde.

Anche la gomma vulcanizzata è nell’e-lenco che ho consegnato al presidente.

PRESIDENTE. Adesso lo facciamo di-stribuire, così lo avete subito.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Delleregioni vi ho detto. Penso di avere più omeno risposto a tutti. Vi assicuro che iodarò la massima urgenza alla cosa.

Se il presidente concorda, posso iniziaredal SIN di Venezia. Ho appreso questamattina che ieri o l’altro ieri è stato auditoil sindaco Brugnato, quindi è importantefornire delle precisazioni interessanti perla Commissione. Come è noto, ai sensidell’articolo 252, comma 4, del Codice del-l’ambiente, la procedura di bonifica di cuiall’articolo 242 dei siti di interesse nazio-nale è attribuita alla competenza del Mi-nistero dell’ambiente, sentito il MISE.

Il Ministero dell’ambiente può avvalersianche dell’Istituto superiore per la prote-zione e la ricerca ambientale (ISPRA), delleagenzie regionali per la protezione dell’am-biente, delle regioni interessate e dell’Isti-tuto superiore di sanità, nonché di altrisoggetti pubblici o privati secondo neces-sità.

Con riferimento al sito di bonifica diinteresse nazionale in argomento, occorreinnanzitutto premettere che con DM del2000 è stata individuata la perimetrazionedel SIN ai sensi dell’articolo 1, comma 4della legge 426 del 1998.

Inizialmente tale perimetro compren-deva un territorio di dimensioni pari a3.221 ettari di aree di terra, 350 ettari dicanali portuali e 2.200 ettari di area lagu-nare, in cui erano incluse anche aree pub-bliche come aree private.

Con DM dell’aprile del 2013 il SIN èstato oggetto di ridefinizione del perimetro.La superficie totale attuale, corrispondentealla perimetrazione del SIN, comprendesolo aree di terra pari a circa 1.600 per 18ettari.

Si evidenzia, inoltre, che l’intero terri-torio comunale di Venezia è stato ricono-sciuto con decreto del Ministero dello svi-luppo economico l’8 marzo del 2017 « areadi crisi industriale complessa, in quantosoggetta a recessione economica, perditaoccupazionale di rilevanza nazionale e conimpatto significativo sulla politica indu-striale nazionale ».

A ciò si aggiunga che ad aprile 2012 èstato sottoscritto l’accordo di programma« per la bonifica e la riqualificazione am-bientale del sito industriale di Porto Mar-ghera e aree limitrofe » tra il Ministerodell’ambiente, quello dello sviluppo econo-mico e il Ministero delle infrastrutture,magistrato delle acque di Venezia in so-stanza, la regione Veneto, la provincia diVenezia, il comune di Venezia, l’Autoritàportuale di Venezia.

Da tale accordo discendono i protocollioperativi del gennaio 2013, attualmente infase di revisione perché osservati in quantoelemento a volte di criticità, che semplifi-cano e standardizzano le procedure tecnico-amministrative relative alle seguenti tema-tiche: caratterizzazione, misura di messa insicurezza o bonifica, sperimentazione, ga-ranzie finanziarie. Tali protocolli sono at-tualmente in fase di aggiornamento perrenderli più speditivi.

È stato poi siglato dal Ministero dell’am-biente e dal comune di Venezia in data 31gennaio 2017 il protocollo d’intesa per l’at-tuazione del Patto per lo sviluppo dellacittà di Venezia, seguito dalla relativa con-venzione attuativa, stipulata il 26 gennaio2018 tra lo stesso ministero, il medesimocomune, la Città metropolitana di Venezia,

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convenzione che prevede tra l’altro l’istitu-zione di una cabina di regia.

Qual è lo stato di attuazione degli in-terventi di bonifica del SIN ? I terreni. Learee a terra caratterizzate sono il 95 percento, quindi possiamo dire che è caratte-rizzato quasi tutto il SIN. Le aree conprogetto di messa in sicurezza o di bonificain fase di approvazione con decreto sono il69 per cento, percentuale elevata, mentre learee con procedimento concluso non risul-tanti contaminate il 16 per cento.

Acque di falda. Le aree caratterizzatedelle acque di falda sono il 95 per cento(come il terreno, peraltro giustamente per-ché sono sottoposte, quindi è ragionevoleche sia così); aree con progetto di messa insicurezza approvato con decreto il 66 percento, quindi quasi quelle di terra che ècomunque una buona percentuale. Areecon procedimento concluso, che vuol direacque di falda in questo caso, risultate noncontaminate l’11 per cento.

Gli interventi di marginamento delle ma-cro isole previsti dal masterplan approvatonel 2004, insieme all’attività di drenaggio ecollettamento verso il depuratore di Fusinadelle acque di falda inquinate, risultanostrategici ai fini della messa in sicurezza edelle bonifiche dell’area di Porto Marghera(lo dico perché poi lo riporterò per un datotecnico).

Lo stato dei marginamenti relativi al-l’attuale perimetrazione del SIN è il se-guente: la lunghezza 42 chilometri circa e itratti realizzati il 92 per cento (mancal’ultimo 8 per cento).

Se siete d’accordo, facendo riferimentoa ciò che ho consegnato al presidente, vidico solo per alcune aree di competenzaprivata lo stato di aggiornamento, perchéaltrimenti dovrei elencare tutto lo specificotecnicistico presente nella relazione.

Sull’area di competenza della societàIdromacchine Srl l’aggiornamento qual è ?Per quanto concerne la matrice terreni, ilprocedimento di caratterizzazione si è con-cluso positivamente con l’emanazione deldecreto del Ministero dell’ambiente nel 2018,a condizione che la Idromacchine, adessodiventata Spa, proceda alla verifica dell’o-rigine geologica del parametro arsenico,

per dire se sia un valore di fondo o menoe quale sia il valore di fondo di riferimento,rinvenuto nei suoli e trasmettere la relativarelazione tecnica al Ministero dell’am-biente, che disporrà poi i controlli.

È in corso di emanazione, visti gli esitidei pareri positivi acquisiti nell’ambito dellaconferenza indetta nel maggio 2019, il de-creto di conclusione negativa, ex articolodella 241, inerente all’analisi di rischio sa-nitaria relativa alle acque di falda presen-tate dall’azienda.

Aree di competenza della società EdisonSpa: è stata approvata con prescrizioni, condecreto del Ministero dell’ambiente, la va-riante al progetto di bonifica dei terreni, aisensi del Codice dell’ambiente, trasmessadalla Edison Spa nel 2017, così come inte-grata dalla medesima Edison a febbraio del2018, che modifica il progetto di bonificaapprovato dal MATTM, quindi è stata ap-provata e si sta procedendo.

Aggiornamento area di competenza dellasocietà Syndial, isola 46. È stata approvata,mediante decreto del Ministero dell’am-biente, con prescrizioni, la variante al pro-getto di bonifica dei terreni con misure disicurezza, Area nuovo petrolchimico isola46, che mostra, tramite analisi di rischioeseguite ai sensi del Codice dell’ambiente,che non vi è necessità di bonifica dei ter-reni. L’azienda deve invece completare labonifica di tutti gli altri lotti.

Aggiornamento area di competenza dellasocietà Venice Newport Container and Lo-gistics Spa. È stata approvata, con prescri-zioni con decreto del Ministero dell’am-biente, la variante di progetto per tuttal’area monte Syndial. Mediante tale decretoè stata autorizzata la realizzazione degliinterventi indicati nel progetto. I lavoriprevisti della variante di progetto dovrannoiniziare entro e non oltre quattro mesidalla notifica del decreto, quindi adesso.

Quali sono le criticità del SIN ? Inadem-pienza da parte di talune aziende, mancatapresentazione di documentazione inerenteall’iter di bonifica. Per alcune aree è statoriscontrato il mancato avvio dei lavori dibonifica o ritardi rispetto al cronopro-gramma, peraltro controfirmato dalle parti,quindi dalla medesima azienda, del pro-

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getto approvato, come da periodiche comu-nicazioni che ci provengono dalla Cittàmetropolitana di Venezia. A tal propositosono state effettuate le opportune segnala-zioni alle autorità competenti ora ammini-strative, ora penali (dal 2015 c’è l’omessabonifica).

Alcune aziende hanno inoltre comuni-cato la necessità di presentare una varianteprogettuale rispetto al progetto di bonifica,che noi abbiamo approvato quando ovvia-mente è compatibile con l’interesse finale.

Necessità di individuazione dei soggettiresponsabili della contaminazione da partedella Città metropolitana di Venezia che èla titolare per norma. Risultano segnalateda parte dell’ente Città metropolitana diVenezia alcune difficoltà procedurali. Taleaspetto, peraltro comune purtroppo a moltiSIN, è in corso di esame nell’ambito delleriunioni del progetto PON GOV Mettiamociin riga, che ha già organizzato incontri etavoli tecnici sul tema.

In particolare, tra le criticità segnalatedalla Città metropolitana di Venezia vi sonoda un lato gli elevati costi delle indagini daespletare a cura della Città metropolitana ela carenza di personale, dall’altro la circo-stanza che il SIN è fortemente caratteriz-zato da fenomeni di inquinamento diffuso.

Questo rende problematica la ricostru-zione di un quadro conoscitivo preciso, checonsenta di ricollegare gli inquinanti rin-venuti nelle singole matrici ad un determi-nato soggetto, anche alla luce dell’elevatonumero di realtà produttive che si sonosuccedute nelle aree ricomprese nel SIN.Questo ovviamente è un limite tecnico moltogrande, perché così non abbiamo l’indivi-duazione del responsabile, con tutto ciòche ne consegue in termini amministrativi.

Abbiamo poi l’aggiornamento dei pro-tocolli operativi del 2013, che molto hannoaiutato, ma che adesso con la Città metro-politana, la regione, ISPRA, INAIL, Istitutosuperiore di sanità, ARPA, oltre al Provve-ditorato alle opere pubbliche, ci siamo resiconto che vanno aggiornati e li stiamoaggiornando assieme, per essere ancora piùspeditivi.

Un elemento importante è la necessitàdi completamento delle opere di salvaguar-

dia della laguna di Venezia, che sarebbequell’8 per cento supplementare a cui miriferivo poc’anzi. È di competenza dellaregione Veneto la realizzazione del margi-namento dei tratti considerati prioritariper la chiusura delle macro isole del nuovopetrolchimico e Fusina. Su tale argomentoabbiamo alcune riunioni tecniche nell’am-bito della cabina di regia.

Quali sono gli elementi fino a ieri ? Inquesto momento il Ministero dell’ambienteha stanziato 72 milioni di euro, che entroil 31 dicembre dell’anno corrente in ac-cordo di programma, che è nelle finitureamministrative finali ma ormai è chiuso,verranno assegnati per queste attività, dicui circa 28,5 milioni alla regione Veneto,che già però ha goduto di circa 30,5 milionidi euro, quindi sono 30,5 milioni che ha giàavuto e 28,5 milioni che avrà entro il 31dicembre. L’Autorità portuale competenteavrà 41,69 milioni di euro. Tutto questocontemporaneamente entro il 31 dicembredell’anno corrente per Fusina e per il pe-trolchimico, in modo da chiudere al 100per cento i marginamenti.

In più, abbiamo ottenuto tramite le tran-sazioni che stiamo chiudendo, una voltaindividuato il responsabile e durante leprocedure cosiddette « giudiziarie », com-plessivamente scaglionati dal 2019 al 2023,circa 10,5 milioni di euro (dico scaglionatiperché ci sono degli accordi transattivi chesono stati chiusi).

Daremo subito al Provveditorato alleopere pubbliche 3,5 milioni per le ulterioriattività che ha chiesto di fare, ma per lequali non aveva le risorse, e poi con unostanziamento di 2-2,2 milioni su base an-nua, frutto di queste transazioni, sempre alProvveditorato delle opere pubbliche in con-corso ai circa 10,5 milioni. Questo ad oggiovviamente, magari riusciamo a chiuderealtre transazioni entro un mese, un anno odue anni, e tutto ciò che ne seguirà andràal Provveditorato, perché i soldi per i mar-ginamenti sono stati definiti.

Questo è un aggiornamento proprio aieri sera, perché ieri abbiamo chiuso quellodei 3,5 milioni.

La cabina di regia viene convocata daldirettore generale del mio Ministero su

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questioni squisitamente tecniche, quandooccorre, ma, dato che l’accordo di pro-gramma è l’elemento di riferimento perchiudere finalmente i lavori e vi ho dettoche al 31 dicembre queste risorse an-dranno in cassa, il direttore generale giu-stamente ha detto che chiuderemo l’ac-cordo di programma e poi ci metteremo atavolino per passare alla fase più tecnici-stica.

Mi permetto di dirlo in questi terminicon il massimo rispetto, perché non è veroche abbiamo dimenticato Venezia, comequalcuno ha recentemente detto, scusa-temi, forse non è il luogo adatto, ma è unagran corbelleria, perché ho le prove pro-vate (ve le ho trasmesse) che invece ab-biamo fatto tutto quello che la norma ciconsente di fare con i tempi ovviamenteassegnati dalla norma. Non so, presidente,se ora vogliamo passare alle domande ine-renti a questo punto.

PRESIDENTE. Certo. Do nuovamente laparola ai colleghi per altre eventuali do-mande.

ANDREA FERRAZZI. È assolutamenteurgente, ministro, portare a termine quelloche lei ha già indicato, perché dei 42 chi-lometri di marginamento ne sono stati fatticirca 38,5 e, se non finissimo, sarebberostati spesi soldi pubblici in maniera deltutto inutile e, siccome siamo in presenzadi aree fortemente inquinate, è chiaro chetutto lo sversamento in laguna non è asso-lutamente tollerabile e siamo già in ritardo.

È quindi urgentissimo chiudere questolavoro di marginamento al 100 per cento,la notizia che i 72 milioni che il patto perla città di Venezia che l’ex premier Renzimise a disposizione della città, un lavorocomune vista l’importanza a livello nazio-nale ma anche mondiale della città, adessoil ministero riesce a sbloccarli entro fineanno è una bellissima notizia, quindi loseguiremo passo passo e soprattutto biso-gnerà indurre chi farà le opere a farlo inmaniera veloce, rapida e assolutamente inec-cepibile. Questa era una domanda che vo-levamo fare e sono felice di questa indica-zione.

Il protocollo fanghi. Lei sa che il pro-tocollo fanghi è stato attivato nella città diVenezia nel 1993, rispondeva a caratteri-stiche chimico-biologiche assolutamente su-perate e ha bisogno di essere radicalmenterivisto. Tra l’altro, è un protocollo studiatoper lo scavo degli interni della città diVenezia, che invece adesso è stato utilizzatodi fatto per l’escavo di tutti i canali e ditutta la laguna di Venezia.

C’è un lavoro in corso non di pochimesi, ma di qualche anno, e volevo chie-dere a che punto siamo perché riteniamoche questa partita si debba chiudere, per-ché la laguna di Venezia è una lagunadelicatissima, c’è il problema dell’inquina-mento, c’è il problema della perdita disedimenti, bisogna evitare che la laguna diVenezia diventi il braccio di mare, l’anticaRepubblica di Venezia ha combattuto persecoli per evitarlo con opere di ingegneriaall’avanguardia, che hanno sempre mante-nuto l’equilibrio tra le attività produttive, leattività antropiche e il rispetto della la-guna.

Questo va assolutamente messo al cen-tro e il protocollo fanghi è un elementocentrale in questa direzione. I lavori all’in-terno del Ministero, da quanto ho verifi-cato, sono già avanti, sono già completati,lo studio con lo staff scientifico terzo cheha affiancato il lavoro dei Ministeri e deglialtri organi pubblici è stato compiuto, sitratta di chiudere la partita, perché questotra l’altro blocca una serie di iniziativeessenziali per la salvaguardia della laguna,che non possono essere più rinviate.

L’ultimo punto è la questione dell’altrogrande accordo di programma nella lagunadi Venezia oltre a quello che lei ha citato,che è quello del Vallone Moranzani. IlVallone Moranzani è stato un grande la-voro compiuto dall’amministrazione prece-dente e dal comune, in stretta collabora-zione con la regione, con i Ministeri eanche con tutti i cittadini, le associazioni dicategoria e il mondo dell’ambiente. Si trattadi trasformare i fanghi, soprattutto quelliin colonna C ed extra C, in occasione dirilancio di una zona fortemente degradatadella nostra laguna.

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Lì c’era il problema dell’interramentodelle linee che era previsto dovesse fareTerna; Terna ha promesso 1 miliardo dieuro per fare questa operazione di inter-ramento, bisogna stare dietro questo la-voro, in modo che questi soldi venganomessi veramente a disposizione, perché seTerna non fa quello che deve fare, il pro-tocollo non va in porto, perché blocca tuttal’attività di bonifica e di recupero ambien-tale ed economico dell’area.

TULLIO PATASSINI. Io vorrei prose-guire sulle interessanti considerazioni delsenatore Ferrazzi, perché siamo stati unpaio di mesi fa a Venezia ad ascoltare i variattori competenti per materia, per argo-mento, per territorio, per settore in rela-zione alla Laguna veneta che, come dicevail senatore, ha un ecosistema tutto suo, unsuo equilibrio che dura da millenni ed èsempre fragile e a rischio.

Su questo si è evidenziato (da ultimoBrugnaro ieri, quindi sta continuando) comequesto accordo di programma sembra nonvenire mai partorito (glielo dico così, nellacortesia e delicatezza reciproche) come seci fosse quasi un’inerzia o un approcciotipo tela di Penelope, per cui quello che sicostruisce il giorno poi viene smontato dinotte.

Diventa invece un’esigenza fondamen-tale, perché lei dice che la cabina di regianon si convoca se non c’è l’accordo diprogramma, gli attori veneti, dalla regionealla Città metropolitana, chiedono insisten-temente che la cabina di regia chiuda que-sto cerchio, perché arrivati al 95 per centosarebbe veramente un peccato anche per illavoro fatto negli ultimi 10-15 anni, nonnell’ultimo anno.

Siamo probabilmente a un passo dallasoluzione, siamo a una chiusura, ma ancheper la sua precedente esperienza sa che unrecinto chiuso al 95 per cento è come sefosse aperto. Si parla di 72 milioni, maerano previsti 250 milioni, quindi vorreichiederle se il ministero intenda stanziarei restanti 180 milioni per la chiusura delcerchio e in che tempi.

PRESIDENTE. I miei colleghi hanno giàposto le domande che volevo fare io. La

Commissione ha detto (lo ha confermatoanche il provveditore) che servono 200 mi-lioni, quindi queste cifre sono più basse,quindi la chiusura del recinto è ancoralontana.

Per quanto riguarda il piano fanghi, ciera stato illustrato dai vari attori che ave-vamo sentito a Venezia che manca poco,nel senso che c’è una sorta di rimpallo alministero. Com’è la situazione ? Andrà fattoanche il piano morfologico. Ci sono ancoracose che limitano.

Una cosa che mi ha incuriosito è: vistoche, come è stato accennato, i fanghi sidividono in A, B, C e oltre C in base allaloro pericolosità, chi fa questi controlli ?

L’ARPA ha detto che non li fa. La re-gione non li fa. Sono andato anche a vedereMolo Sali, che praticamente ospita anchegli oltre C. Alla fine, è il gestore delladiscarica che stabilisce se è oltre C o C. Deicontrolli non c’è una verifica pubblica. Que-sta è una questione che vorrei affrontare, equindi vorrei sapere se aveva notizie alriguardo per quanto riguarda i controlli.

CHIARA BRAGA. Il ministro faceva ri-ferimento a soggetti che sono stati denun-ciati per il reato di omessa bonifica: è ingrado di indicarci chi sono questi soggetti ea che punto è il procedimento penale ?

L’altra domanda è: a quanto ammonta,se ha un dato a disposizione, l’entità deiprocedimenti transattivi ancora in corso ?Di che cifre stiamo parlando ?

PRESIDENTE. Per quanto riguarda ilSIN, a noi risulta che mancano i soldi perla macroisola della prima zona industriale,del vecchio petrolchimico, la macroisoladelle raffinerie. Ci sono vari punti. Ancoranon ci sono finanziamenti, e quindi non siriesce a chiudere il cerchio, il recinto.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Perquanto riguarda il marginamento, effetti-vamente siamo al 92 per cento, quindimanca un 8 per cento... Se, però, anche semancasse un 1 per cento, il discorso non èchiuso, è come se non avessimo fatto nulla,tra virgolette.

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Ormai, però, l’abbiamo definito. La miadirettrice generale competente per materiami conferma che al 31 dicembre i fondiverranno assegnati. Il 31 dicembre è do-mani mattina, tra virgolette, quindi ormai,ringraziando il cielo, ci siamo.

Rispondendo sempre un po’ per sintesia tutte le domande pervenute, per quantoriguarda il protocollo fanghi, proprio lu-nedì – vado a memoria – è arrivato l’attodi ISPRA.

Noi sappiamo che c’è un rapporto ISPRA/Provveditorato alle opere pubbliche ed è diconcerto il lavoro fatto tra Ministero del-l’ambiente e MIT. Ha impegnato un certotempo. Ci è arrivato l’atto di ISPRA ram-mento lunedì, a memoria, ma è recentis-simo, nel quale si fissano dei passaggi de-finitivi nella combinazione con il Provve-ditorato alle opere pubbliche. Lo stannoproprio materialmente in queste ore ela-borando in direzione generale per trasmet-terlo poi al MIT e chiudere definitivamentecon il Ministero delle infrastrutture.

Credo che anche su quello ormai siamoarrivati veramente al passaggio finale, edirei che dopo il 1993, come ha detto lei,senatore, finalmente nel giro tutto som-mato di un tempo, per carità lungo maragionevole, di un anno di lavoro, abbiamochiuso un gap presente da tanti anni. Ma-gari, quando torno qui la prossima volta, vido gli elementi di dettaglio. Letteralmente,essendo arrivato così recentemente, non èstato ancora « masticato ».

I controlli, per quanto mi riguarda, aparte chi è deputato dal punto di vista delcodice, che è altro tema, per me li fachiaramente il sistema nazionale agenziale.Poi, su come debbano essere fatti stiamolavorando, ma per me non è ammissibileche possa fare il controllo solo il soggettoordinariamente...

PRESIDENTE. Ha dichiarato che non lofa.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. ARPAfa parte dell’SNPA (Sistema nazionale perla protezione dell’ambiente). Non è cheARPA sia un’altra Repubblica. Scusi la bat-

tuta. Mi sembra irragionevole che non lipossa fare il sistema nazionale agenzialeche appartiene alla Repubblica italiana,ancorché sia un’ARPA con le sue autono-mie.

Sicuramente, sentirò il direttore gene-rale, persona che peraltro so essere estre-mamente capace, e certo troveremo la qua-dra in congiunta con ISPRA e con – miconsenta di dire, presidente – anche tuttigli altri organi dello Stato che hanno lacapacità di fare questi controlli. Alcunisono presenti anche in Aula, in questomomento, tra i consulenti che sanno comesi fanno i controlli. Direi che su questo misento particolarmente tranquillo nel direche lo Stato non si tira indietro.

Per quanto riguarda la sua domanda,mi devo riservare, onorevole Braga, le chiedoscusa. L’elenco dei denunciati, in questomomento non ce l’ho. Se mi dà il tempotecnico di procedere, lo faccio avere tra-mite il presidente, così come le transazioni.Mi spiego.

Le transazioni sono momenti quasi ne-goziali dal punto di vista giudiziario. Ladirettrice generale mi diceva che in questomomento siamo nell’ordine dei 10,5 milionigià definiti con step anno per anno fino al2023. Io posso farle sapere chi ha nego-ziato, chi ha determinato la transazione eper quanto. È un elenco che esiste. Nonl’ho al seguito, ma glielo faccio avere, cosìcome quello dei denunciati, perché tantosono atti pubblici.

Di quelle in negoziazione verifico lostato di negoziazione. Le chiedo scusa, manon l’ho portato, e a memoria non ram-mento, francamente.

Per definire la risposta al senatore Fer-razzi: sicuramente verificherò la questioneTerna. Adesso, non ho una risposta esau-stiva. Lei mi dovrà scusare. La approfon-disco. Sicuramente, però, l’ho appuntato elo verifico.

Procedo con il PFAS. Tra mezz’ora ho ilConsiglio dei ministri, abbiate pazienza.

La problematica relativa alla presenzadei PFAS nelle acque della provincia diVicenza e comuni limitrofi investe molte-plici aspetti sia sanitari sia ambientali. Pen-siamo alla tutela dei corpi idrici, alla di-

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sciplina degli scarichi, alla programma-zione di risorse, alle bonifiche, al dannoambientale e a molto altro.

Per quanto concerne le attività fin quisvolte, si rappresenta che il Ministero del-l’ambiente commissionò al CNR il primostudio completo, conclusosi nel 2013, delrischio ambientale e sanitario associato allacontaminazione da PFAS nei principali ba-cini italiani. Per il Veneto, venne indivi-duata l’area che comprendeva alcuni am-biti delle province di Padova e Verona e ilterritorio della bassa Valle dell’Agno.

In quest’ultimo, peraltro, negli scarichifognari del depuratore di Trissino, in cuiscaricava lo stabilimento industriale dellasocietà chimica Miteni Spa, accertato inseguito come il principale responsabile del-l’inquinamento, furono segnalate le concen-trazioni più alte di PFAS.

Il Ministero dell’ambiente istituì ungruppo di lavoro tra gli enti e gli istitutispecifici e di ricerca competenti in materia,incaricandolo di definire per i PFAS glistandard quantitativi ambientali dei corpiidrici superficiali e dei valori soglia per lavalutazione dello stato chimico delle acquesotterranee. In seguito, i valori individuatisono stati formalizzati con l’inserimento,rispettivamente, nel decreto legislativo n. 172del 2015 e nel DM ministeriale del 6 luglio2016.

In merito al monitoraggio sulla pre-senza delle sostanze perfluoroalchiliche neicorpi idrici superficiali, nel maggio 2017 ilMATTM ha chiesto a ISPRA di formulareproprie valutazioni e proposte con il coin-volgimento del sistema nazionale di prote-zione ambientale per quanto riguarda ilmonitoraggio delle sostanze perfluoroalchi-liche nei corpi idrici superficiali e sotter-ranei, così da permettere alle regioni laprogrammazione dello stesso nell’ambitodelle attività dei piani di gestione dei di-stretti idrografici.

Al fine di dare seguito a questa specificarichiesta, ISPRA e tutto il sistema coordi-nato nel luglio 2017 hanno costituito untavolo tecnico coordinato dal Centro na-zionale per la rete nazionale dei laboratoridi ISPRA e di ARPA Veneto.

Obiettivi del tavolo sono stati: definire imetodi analitici da adottare nelle attività dimonitoraggio e dei relativi limiti di quan-tificazione; identificare la rete dei labora-tori nazionali interessati alle attività ana-litiche; definire i criteri per il piano dimonitoraggio dei composti PFAS, in parti-colare sulla base delle fonti di pressioneritenute significative; infine, avviare un mo-nitoraggio sperimentale con copertura na-zionale da concludersi entro il settembre2018 ai fini della successiva presentazionedella relazione finale al MATTM.

Preliminarmente all’avvio delle attivitàdi monitoraggio da parte del sistema agen-ziale nazionale, sono stati definiti i metodianalitici, i limiti di quantificazione rag-giunti e la strumentazione tecnica impie-gata nonché i criteri di individuazione dellestazioni di monitoraggio interessate da pres-sioni ritenute significative per i compostiPFAS sia per le acque superficiali internesia per le acque sotterranee.

Le attività di monitoraggio sulla pre-senza di PFAS sono state condotte dalsistema nazionale agenziale nei mesi difebbraio e marzo 2018 su un numero com-plessivo di 302 stazioni collocate in varieregioni e province autonome: 185 stazionidi acque superficiali e 117 stazioni di acquesotterranee. Sono state effettuate 3.186 de-terminazioni analitiche. Il numero di sta-zioni campionate è stato molto variabile daregione a regione o da provincia autonoma,andando da un minimo di 4 stazioni a unmassimo di 56.

Relativamente alle acque superficiali, lanormativa fissa dei valori standard di qua-lità ambientale mediani per sei analiti con-siderati tra i più pericolosi, ovverosia iPFOA, i PFOS, i PFBA, i PFPeA, i PFBS ei PFHxA. Per questi sei analiti, come limitedi quantificazione impiegato nell’elabora-zione dei risultati è stato utilizzato il valorerichiesto dalla normativa, corrispondenteal 30 per cento dello standard di qualitàambientale medio annuo.

In 150 casi, quindi il 14 per cento deltotale, sono state rilevate concentrazionipari o superiori al limite di quantificazionedistribuite in maniera non uniforme sulterritorio nazionale, ma che interessano

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tutte le regioni e le province autonomeinvestigate.

In particolare, tra le sostanze perfluo-roalchiliche ricercate nelle acque superfi-ciali, soltanto PFOS e PFOA raggiungonoconcentrazioni superiori alla soglia. Per ilPFOS, si sono registrati 83 superamentidella soglia media annua, pari al 45 percento dei casi; per il PFOA, sono statiregistrati 7 superamenti del valore soglia,tutti nella regione Veneto.

Come per le acque superficiali, ancheper le acque sotterranee, tra le sostanzeperfluoroalchiliche ricercate, soltanto i PFOSe i PFOA hanno fatto rilevare casi di con-centrazioni superiori ai valori soglia fissatiper le acque sotterranee.

In particolare, in 232 casi, quindi il 20per cento, sono state rilevate concentra-zioni pari o superiori ai limiti di quantifi-cazione dei laboratori che hanno eseguitole analisi in modo non uniforme su tutto ilterritorio nazionale.

Per i PFOS, sono state rilevate presenzein 65 stazioni sotterranee su 117, cioè il 56per cento dei casi, con sette superamentidei valori soglia di 30 nanogrammi per litroin tre diverse regioni, in particolare il Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Veneto.

Per i PFOA, sono state rilevate presenzein 44 stazioni sotterranee su 117, cioè il 38per cento dei casi, con quattro casi disuperamento del valore soglia in ragione di500 nanogrammi per litro, sempre nelleregioni sopracitate, cioè Friuli-Venezia Giu-lia, Sicilia e Veneto.

Su espressa richiesta della regione Ve-neto, il ministero ha anche di recente in-vestito il gruppo di lavoro per la defini-zione dei valori soglia di contaminazionedelle acque sotterranee e degli standard diqualità ambientali per le acque superficialiper il nuovo parametro HFPO-DA – ilGenX, per intenderci – utilizzato in sosti-tuzione dei PFOA. I relativi pareri (CNR-IRSA e Istituto Superiore di sanità) sonostati acquisiti nel dicembre 2018 e nelgennaio 2019.

Questa raccolta di informazioni sullapresenza dei composti PFAS nei corpi idricisuperficiali e sotterranei, ancorché disomo-genea rispetto alla numerosità delle deter-

minazioni, che ovviamente variano in ma-niera rilevante tra le diverse regioni, è statacondotta in modo coordinato dal sistemanazionale di protezione ambientale e per-mette di evidenziare che la presenza disostanze perfluoroalchiliche è un feno-meno diffuso che riguarda la maggior partedelle regioni del Paese.

Secondo quanto rilevato da ISPRA, ladensità informativa molto eterogenea diquesta rete di monitoraggio non consentedi confrontare con elaborazioni statistica-mente significative le concentrazioni rile-vate a livello regionale. Piuttosto, consentedi operare un confronto dei valori rilevaticon i limiti di legge e i valori soglia fissatia livello normativo.

Sulla base delle informazioni raccolte,potranno quindi essere definite le reti dimonitoraggio regionali delle sostanze per-fluoroalchiliche (i PFAS) nei corpi idricisuperficiali e sotterranei nonché la rete deilaboratori del sistema agenziale, che puòoperare conformemente ai requisiti norma-tivi.

Sempre sulla base delle informazionifornite da ISPRA, monitoraggi più estesi intermini spazio-temporali permetteranno diottenere un quadro più completo sui livellidi presenza e, in particolare, consentirannodi confrontare gli intervalli di concentra-zione che caratterizzano le diverse areegeografiche. Monitoraggi ripetuti nel tempoconsentiranno, altresì, una valutazione deitrend di concentrazioni di questi composti,necessaria per comprendere se le concen-trazioni dei PFAS mostrino nelle aree in-dagate un trend positivo oppure negativo.

Per quanto attiene alla disciplina degliscarichi, con riferimento alla specifica si-tuazione della provincia di Vicenza, in ra-gione del grave stato di compromissione deicorpi idrici derivante dall’inquinamento daPFAS, l’Istituto Superiore di sanità, nelproprio parere alla regione Veneto sui va-lori limite di emissione da raggiungere perla tutela della salute pubblica, ha eviden-ziato che « L’obiettivo per le sostanze PFASdovrà essere la virtuale assenza di tutte leemissioni e scarichi nei corpi idrici ». Par-liamo, quindi, di assenza. Poi specificheròmeglio il concetto di virtuale.

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Per supportare le regioni negli adempi-menti di competenza in materia di limitiallo scarico delle sostanze chimiche, tra cuii PFAS, il Ministero dell’ambiente ha affi-dato agli esperti degli istituti scientifici na-zionali (CNR-IRSA, Istituto Superiore disanità e ISPRA) il compito di elaborare unaproposta di linee guida, trasmessa nel di-cembre 2018 ai rappresentanti delle re-gioni, inclusa la regione Veneto, e alle Au-torità di bacino, per l’opportuna valuta-zione.

Relativamente al contributo fornito daISPRA, in fase di predisposizione delle pre-dette linee guida, l’Istituto ha segnalatoche, nel definire i valori limite di emissione,ovviamente specifici per sostanza, si devetener conto del conseguimento degli stan-dard di qualità ambientale fissati per lediverse sostanze secondo quanto previstodalla Direttiva quadro acque e della capa-cità del corpo idrico recettore di sosteneretali pressioni.

Tale approccio, tuttavia, non può essereapplicato alle sostanze individuate comeestremamente preoccupanti nell’ambito delRegolamento REACH, il 1907 del 2006, perle quali sono previste misure di gestione delrischio con l’obiettivo ultimo di sostituirlecon alternative non pericolose.

In particolare, per le sostanze conside-rate senza soglia, quali quelle persistentibioaccumulabili e tossiche e quelle moltopersistenti o molto bioaccumulabili, nonpuò essere stabilito un livello di sicurezzaal di sotto del quale non ci si siano effettiper l’uomo o per gli altri organismi viventi.L’unico obiettivo, quindi, ripeto, l’unico obiet-tivo per me considerabile è la riduzione alminimo delle emissioni, che è il concetto divirtualmente zero, ossia la soglia di valu-tazione laboratoriale – il « virtualmente »sta a indicare quello – e dell’esposizionedella popolazione e dell’ambiente stesso.

ISPRA ha conseguentemente eviden-ziato che il valore limite di emissione do-vrebbe essere legato alle migliori tecnichedisponibili di abbattimento dei rilasci, ilconcetto di virtuale cui facevo riferimentoinnanzi.

L’attuale regolamentazione europea con-cernente i PFAS prevede il divieto di pro-

duzione, immissione sul mercato e uso delPFOS e, per quanto riguarda il PFOA, ildivieto di vendita al pubblico di miscele chelo contengono.

A partire da luglio 2020, quindi tra pocomeno di un anno, entrerà in vigore il di-vieto di produzione e immissione sul mer-cato di sostanze, miscele e articoli checontengono più di 25 microgrammi perchilo di PFOA. La soglia prevista renderà difatto inutilizzabili le miscele a base di PFOAnella maggior parte dei processi produttiviche ancora oggi ne fanno uso.

Oltre al PFOA e al PFOS, che rappre-sentano i PFAS maggiormente...

ALBERTO ZOLEZZI. Ministro, scusi sela interrompo: ha detto 25 microgrammiper chilo di PFOA ?

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Sì, 25microgrammi per chilo. Confermo.

Oltre ai PFOA e ai PFOS, che rappre-sentano i PFAS maggiormente utilizzati,altri PFAS a catena lunga sono stati inclusinell’elenco delle sostanze del RegolamentoREACH, cioè quelle particolarmente peri-colose. Pertanto, quest’inclusione porterà abreve periodo all’adozione di restrizioni edivieti di questi PFAS a catena lunga sullabase delle valutazioni dell’Agenzia europeaper le sostanze chimiche, analogamente aquanto già stabilito, come detto, per i PFOAe i PFOS.

Per i PFAS non ancora normati, qualiquelli a catena più corta, si deve tenereconto che, pur non essendo ancora inserititra le sostanze del Regolamento REACH,presentano tuttavia motivi di preoccupa-zione equivalenti per quanto riguarda pe-ricolosità e persistenza, con un elevato po-tenziale di contaminare le acque sotterra-nee.

Anche per queste sostanze, pertanto,fermamente, e sottolineo fermamente in-tendiamo seguire a livello europeo un ap-proccio analogo a quello per i PFAS acatena lunga, teso all’eliminazione totaledei rilasci o virtualmente totale in baseall’elemento laboratoriale.

Il Ministero dell’ambiente ha anche pro-mosso uno studio effettuato dall’Istituto di

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ricerche farmacologiche « Mario Negri », cheha avuto come obiettivo principale l’indi-viduazione di potenziali sostituti delle so-stanze perfluoroalchiliche con sostanze diminore impatto ambientale e sanitario me-diante l’analisi dei dati presenti nella let-teratura scientifica e l’applicazione di mo-delli predittivi. I risultati di tale studiosaranno disponibili a breve e sarà miacura, non appena avuti, farveli avere.

Fermo restando quanto fin qui esposto,in considerazione della diffusione e dellarilevanza del fenomeno dell’inquinamentoda sostanze PFAS anche in altre regionioltre al Veneto e della necessità di garantirealle amministrazioni interessate idoneo sup-porto, si segnala che il Ministero dell’am-biente ha avviato l’iter volto a istituire conproprio decreto, di concerto con il Mini-stero della salute, un’apposita cabina diregia per la delimitazione di un quadronazionale dell’entità e dell’estensione dellacontaminazione da sostanze PFAS.

Vi risparmio gli elementi, che però sononella relazione, in ordine ai tecnicismi diquest’atto.

A tale riguardo, vi dico che il Ministerodell’ambiente ha ritenuto necessario av-viare un percorso virtuoso teso ad affron-tare le cause della contaminazione da PFASnelle acque e a mitigarne gli effetti me-diante l’individuazione di possibili e imme-diate misure idonee a ridurre la problema-tica relativa a tale criticità.

La cabina di regia, così come è statoprevisto dal citato decreto di costituzione,che appunto è ormai prossimo alla defini-zione, viene supportata da un gruppo dilavoro tecnico, che è un luogo di confrontoe di integrazione delle politiche e delleazioni tra amministrazioni ed enti territo-riali competenti, costituito da professiona-lità aventi comprovate conoscenze tecnico-scientifiche e al quale, pur nel rispetto dellecompetenze assegnate dall’ordinamento vi-gente alle diverse amministrazioni, è affi-dato il compito di fissare valori limite alloscarico per i produttori e i cosiddetti grandiutilizzatori.

Attualmente, il MATTM sta ultimandol’interlocuzione con il Ministero della sa-lute al fine di licenziare il citato provvedi-

mento con l’obiettivo di affrontare le detteproblematiche. Premetto che nel gruppo dilavoro sono presenti anche ISPRA e ARPAVeneto, che ha chiaramente maturato un’e-sperienza significativa nel caso specifico, equindi può dare un contributo estrema-mente importante.

Quanto al danno ambientale, anche qui,se siete d’accordo, vi evito alcuni aspetti piùtecnicistici e vi tratteggio in linea di mas-sima il percorso, per poi lasciare semprenella relazione le specifiche.

Nel contesto delle problematiche fin quiesaminate, trova luogo un breve ma neces-sario riferimento alla procedura fallimen-tare della Miteni Spa.

All’atto della dichiarazione di fallimentodella Miteni, intervenuta con sentenza delnovembre 2018 del tribunale di Vicenza, il100 per cento delle azioni della stessa eradetenuto dalla ICI Italia 3 (InternationalChemical Investors Italia 3 Holding Srl). Invista della predisposizione del programmadi liquidazione dell’attivo patrimoniale, conistanza depositata a marzo 2019 e autoriz-zata dal giudice delegato, in data 5 aprile2019, il curatore fallimentare ha chiesto algiudice delegato di essere autorizzato anon, ripeto, a non apprendere all’attivo delfallimento il complesso immobiliare dellostabilimento chimico di Trissino, localitàColombara 91, con conseguente ritorno didetti beni immobili, a decorrere dal giugno2019, nella proprietà della Miteni Spa, perpoi essere trasferiti alla ICI Italia 3. Aisensi del richiamato articolo, infatti, il cu-ratore, previa autorizzazione, lo può farein base alla norma.

Posto quanto sopra, che presumibil-mente – lo dico a braccio, ma poi loleggerete meglio – è collegato al fatto che lemisure di bonifica probabilmente costanopiù del valore patrimoniale, ma è una ra-gionevole supposizione, che dovrà verifi-care poi il giudice fallimentare, ciò cherileva ai fini dell’identificazione del sog-getto responsabile dell’inquinamento am-bientale dell’area non è la persona giuri-dica che attualmente ne è proprietaria pereffetto della mancata apprensione del beneda parte del fallimento della Miteni Spa,bensì la condotta del soggetto titolare del

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bene al momento della commissione del-l’illecito ambientale e la sussistenza delnesso di causalità.

A tale proposito, si evidenzia che, nel-l’annotazione di polizia giudiziaria conclu-siva degli accertamenti svolti in ordine alladelega di indagine emessa dall’autorità giu-diziaria di Vicenza in data 13 marzo 2017nell’ambito del procedimento penale risa-lente al 2016 relativo all’inquinamento dasostanze PFAS nella provincia di Vicenza,Padova e Verona, è espressamente segna-lato che i soggetti apicali della Miteni findal 2013 non solo non hanno mai collabo-rato con le autorità deputate alla gestionedi tale emergenza, ma hanno anche dichia-rato informazioni false al fine di non faremergere le loro gravissime responsabilità.

Mi può dare, presidente, la mia rela-zione ? Ho perso dei fogli. Non ce l’ha più,è stata già portata via. Allora, abbiate unattimo di pazienza.

Il Ministero dell’ambiente, in ordine aquesto, e concludo, per il tramite dell’Av-vocatura dello Stato, provvederà pertanto acostituirsi parte civile nel processo penaledel 2016, il procedimento n. 1943, nei con-fronti dei vertici delle predette società (laMiteni Spa, per intenderci) al fine di otte-nere la condanna dei medesimi al risarci-mento del danno ambientale, ritenendo taleprocedimento la sede più idonea ai finidell’identificazione dei soggetti responsabilidelle condotte illecite da cui è conseguita lasituazione di contaminazione da PFAS e dialtre sostanze dannose per la salute e lasalubrità dell’ambiente.

Ulteriori riscontri, per quanto concerneil soggetto tenuto alla bonifica del sito diTrissino, potranno emergere dal procedi-mento avviato ai sensi dell’articolo 245 delcodice dell’ambiente, ovviamente curati inquesto caso dalla provincia di Vicenza, per-ché è prevista in capo alla provincia diVicenza la competenza dell’identificazionedel responsabile dell’inquinamento da PFAS,che sia ICI o sia Miteni, che ancora non èconclusa. Non appena verrà conclusa, ov-viamente noi ci costituiremo anche nei con-fronti di questo o di questi soggetti. Grazie.

PRESIDENTE. Vorrei fare una precisa-zione. Sono stato, forse, troppo sintetico

per quanto riguarda i controlli. L’ARPAnon li fa, ma anche perché non è titolata afarli in laguna. È titolato il Provveditorato.Lo fa, e stiamo vedendo come, attraversolaboratori privati. Ci chiediamo se questasia una procedura corretta che garantisce...

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Credoche possiamo trovare un accordo, sentendoil direttore dell’ISPRA: se il sistema agen-ziale nazionale, coordinato dall’ISPRA, halaboratori adeguati, e li ha, su tutto ilterritorio nazionale, si fa una convenzione.Non è che io non li faccia e non li farò. Ioservo lo Stato e li faccio, poi trovo l’attoamministrativo per farli, fermo restandoche ci sono le forze di polizia e le forzearmate che li possono fare indipendente-mente da accordi. Meglio essere chiari.

PRESIDENTE. Le faccio, intanto, unadomanda. Per quanto riguarda i PFAS,relativamente ai limiti agli scarichi, maanche alle CSC (concentrazioni soglia dicontaminazione), vista anche la necessità dicontestare un reato e ottenere una boni-fica, vista la competenza anche dello Stato,questi valori delle CSC verranno messi nellaparte IV del Testo unico ambientale e gliscarichi nelle tabelle degli allegati dellaparte III ? Non ho ben capito se il punto diarrivo poi è quello, come credo.

MANFREDI POTENTI. Vorrei doman-dare al signor ministro, che ringrazio peressere venuto qua da noi in Commissione,se sono stati raccolti, promossi o richiesti idati relativi alle interazioni di queste so-stanze con la salute umana. Anche in rife-rimento alle aree individuate come luoghiin cui sono avvenuti i rilasci prevalenti sulterritorio nazionale di queste sostanze PFAS,sono state approfondite anche le conse-guenze legate alla salute umana ? Eventual-mente, quali intenzioni ha il ministero inquest’ambito ?

TULLIO PATASSINI. Ho due domande.Capisco i tempi stretti, quindi non è unproblema se ci possiamo anche eventual-mente riaggiornare su questi argomenti.

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Non so se l’ha espresso nella sua rela-zione, quindi mi scuso anticipatamente semi è sfuggito: sulla quantità dei valori PFASvalida per il territorio nazionale è stato maistrutturato o prodotto un decreto ministe-riale, per avere delle linee guida ?

Inoltre, è stata istituita mai presso ilministero una cabina di regia avente aoggetto proprio la questione PFAS ? È im-portante per la salute pubblica.

Mi dicono poi dal Veneto che non è statomai firmato il protocollo d’intesa da partedel Ministero dell’ambiente in ordine allabonifica dei suoli, chiaramente interessatidagli eventi che lei ha già descritto. Lerisulta questo dato ?

Da ultimo, so che risale un po’ indietronel tempo, ma è importante anche perchiarire la storia, come diceva lei, delleresponsabilità di chi ha creato in provinciadi Vicenza, in quei territori, delle criticità:perché il Ministero dell’ambiente non hamai impugnato l’atto di non apprensionedel complesso industriale relativamente alfallimento ? In questo modo, il tribunale hascorporato la parte inquinata dagli assetbuoni, e questo è un evidente nocumentoper lo Stato. Adesso, infatti, non è possibileneanche recuperare dalla massa fallimen-tare eventuali partite attive che potrebberoessere utilizzate per la necessaria bonificadei suoli.

Capisco che risalga a un po’ di tempoaddietro, quindi non pretendo una rispostaimmediata.

PRESIDENTE. Integro, visto che ci siamooccupati proprio del fallimento della Mi-teni, che è una vicenda molto complessa ecuriosa: mi domando se vi siate insinuatinel passivo del fallimento, oltre a costi-tuirvi parte civile.

ALBERTO ZOLEZZI. È un tema impor-tante dal punto di vista sanitario. Ricordoche alcuni studi retrospettivi un po’ gros-solani denunciano oltre 1.300 decessi in piùnella zona rossa dei PFAS rispetto al restodella regione Veneto, rispetto a quello chedoveva essere atteso se fosse stata un’areanormale del Veneto.

Soprattutto, nel 2016 la regione Venetodiede mandato all’Istituto superiore di sa-

nità e a se stessa come direzione salutedella regione di eseguire uno studio piùcompleto epidemiologico, ma anche inte-grato da un biomonitoraggio, delle personeresidenti per vedere che cosa era successoin termini di salute a molte persone avendoa disposizione anche i dati di quanti PFASavevano nel loro sangue.

Questa delibera, purtroppo, è stata di-sattesa. Abbiamo avuto qui in audizione aluglio la dottoressa Dogliotti dell’Istitutosuperiore di sanità. Chiaramente, sono tutteaudizioni pubbliche, per cui mi risulta chequanto è stato detto in relazione a possibiliomissioni di atti d’ufficio e altro potràavere anche un rilievo giudiziario. Dal 2016a oggi, però, si poteva avere la risposta aquanto chiesto dal collega in precedenza.

Purtroppo, per una serie di aspetti, chechiaramente andranno chiariti da parte dichi di dovere, non abbiamo ancora rispostecomplete. La letteratura scientifica, com-presa quella italiana del professor Foresta,ha però visto l’aumento dell’endometriosinelle persone esposte ai PFAS e lo studio su500.000 nascite in regione Veneto docu-menta un aumento di endometriosi, di natipiccoli, di malformazioni, di eclampsia nelledonne affette proprio da sindrome da PFAS,perché poi era una vera e propria sin-drome. Di risposte, quindi, ce ne sono giàtante. La risposta definitiva, per motivi chespero che qualche giudice stabilisca, nonc’è.

SERGIO COSTA, Ministro dell’ambientee della tutela del territorio e del mare. Viringrazio per le domande. Confermo che ènostra intenzione, mia personale, ma delGoverno, inserire i limiti degli scarichi paria zero, ma è uno zero laboratoriale, ilcosiddetto zero virtuale, il livello di rico-noscibilità del macchinario, in buona so-stanza. Il punto di approdo è quello. Pe-raltro, l’ho anche detto – non l’ho dettodurante la relazione, ma mi avete datol’occasione con la domanda di proporlo –al Consiglio dei ministri per l’ambientecome Paese Italia, chiedendolo a tutti, sullaDirettiva acque. Non è, infatti, un tema cheabbiamo solo noi. Sono in Europa, quindiè un tema da portare a livello internazio-nale. Stiamo negoziando con l’Europa pro-

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prio per poter portare questo tema, chevuol dire appunto zero laboratoriale, alivello europeo. Stiamo negoziando in que-sto senso e ci siamo fatti portavoce inEuropa dell’argomento, come in atti peral-tro risulta.

Quanto alla questione sanitaria e a que-sta cabina di regia, premesso che ovvia-mente non è una competenza del Ministerodell’ambiente, come dicevo nella mia rela-zione, il decreto (collegato: Ministero del-l’ambiente-Ministero della salute), che si èinterrotto durante il periodo estivo perinciampi governativi e che adesso ripropo-niamo, serve proprio a questo. In questomodo, si acquisisce il dato sanitario anchedentro gli atti governativi. Si può dare, così,la significanza, collegata poi all’emissionedegli scarichi pari a zero. Diversamente,dove l’appoggi, solo sulla letteratura scien-tifica ? Lo devi fare tuo anche dal punto divista amministrativo. Non so se mi spiego.È, quindi, prodromo ad arrivare poi alladefinizione del valore zero degli scarichi.Per me, è esiziale.

È chiaro che il Ministro della salute hala sua competenza nel caso di specie. Ionon mi permetto di dire che cosa deve fare,però sicuramente, come c’era l’accordo pre-cedentemente, ci sarà l’accordo in quest’al-tro caso. Onorevole, è la stessa cosa.

La cabina di regia, quindi, c’è e haproprio questo scopo, il must è proprioquesto. Peraltro, ARPA Veneto, oltre a ISPRAe ad altri esperti, e CNR, hanno veramenteun’esperienza molto solida nella materia eanche un expertise maturata ahimè sullapelle.

Chiedo, infine, l’opportunità di fare unaverifica sulla situazione storica della pro-cedura fallimentare del perché non ci si ècostituiti storicamente come MATTM. Io

non le so rispondere a braccio, perchérisale ad anni fa, non saprei dire, ma facciouna verifica. Se mi date il tempo tecnico,avrò modo attraverso la presidenza di darviquesta risposta.

ALBERTO ZOLEZZI. Pongo alla sua at-tenzione anche un dato che credo impor-tante, emerso nelle audizioni in Veneto erelativo al processo industriale della conciadelle pelli.

Chiaramente, i prodotti contenenti i PFASsono in moltissime industrie che arrivanoal prodotto finito che poi verrà venduto. Mirisulta che al momento non sia prescrittoper nessuna industria, nel senso che nonesiste una normativa – non sto parlando diun illecito – il fatto di separare la fase incui vengono miscelati o trattati i PFASinsieme al restante tessuto/materiale, equindi lo scarico finale del prodotto puòcontenere o meno PFAS.

Anche su consiglio del dottor Dell’Ac-qua, il commissario all’emergenza PFAS,sarebbe da introdurre un obbligo di sepa-rare la fase di trattamento, di miscela-mento dei PFAS, e relativo scarico dallarestante fase. Potremo anche imporre degliscarichi a zero, ma questo è realizzabile inpoco tempo e dovrebbe essere integratocon i valori allo scarico.

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro, conil quale ci aggiorneremo periodicamente,come ormai è prassi. Dichiaro conclusal’audizione.

La seduta termina alle 15.

Licenziato per la stampail 25 novembre 2019

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