commedia “La Pamela Nubile” · A Venezia tra il 1710 e il 1762 nascono 27 periodici che...

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Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere. (dalla commedia “La Pamela Nubile”)

Transcript of commedia “La Pamela Nubile” · A Venezia tra il 1710 e il 1762 nascono 27 periodici che...

Il mondo è un bel libro, ma poco

serve a chi non lo sa leggere.

(dalla commedia “La Pamela

Nubile”)

Nasce a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese e si sposta in varie città italiane seguendo il padre

Tra il 1723 e il 1725 studiò legge all’Università di Pavia

La morte del padre nel 1731 lo mise di fronte alla necessità di provvedere alla padre

Nel frattempo aveva reso corpo la sua vocazione teatrale

In una I fase di produzione per il teatro

scrisse tragicommedie, melodrammi,

intermezzi ben presto entrò in

polemica con la Commedia dell’arte e

diede inizio ad una vera e propria

riforma

Nel 1743 , per precarie condizione

economiche, dovette fuggire da Venezia a

causa di debiti e si stabilì a Pisa

A Livorno conobbe il capocomico MEDEBAC e iniziò una carriera come “poeta di teatro” presso la sua compagnia (1748- 1753)

Goldoni rappresenta una figura nuova: è lo scrittore che vive con i proventi della sua professione ed inoltre scrive per il mercato (deve incontrare i gusti del pubblico) il teatro era a Venezia l’unico campo in cui esisteva un vero e proprio mercato

Goldoni lavorò per la compagnia Medebac che recitava al teatro sant’Angelo scrivendo moltissime commedie

Dopo l’insuccesso di una di queste, per stimolare il pubblico, prese l’impegno di scrivere ben 16 nuove commedie per la stagione successiva (1750-1751)

Goldoni affrontò la concorrenza di PIETRO CHIARI, uno scrittore spregiudicato e disinvolto.

Nel 1753 passò al teatro di San Luca di proprietà di

Francesco Vendramin

Fu un periodo difficile e all’ultimo periodo di attività

(1759-1762) appartengono alcuni testi più maturi

Goldoni accettò nel 1762 l’invito a recarsi a Parigi per

dirigere la Comedie italienne, ma qui gli scenari

erano ancora quelli della Commedia dell’Arte e

dovette ricominciare da capo per la sua riforma

Nel 1771 ottenne qualche successo, nonostante il

pubblico fosse freddo nell’accettare i suoi

cambiamenti, in particolari con Il burbero beneficio

(modello di Moliere)

Morì nel 1793.

A Venezia penetra la cultura

europea moderna e

illuminata

I ceti burocratici e borghesi,

attraverso i contatti diplomatici e

commerciali con paesi stranieri

vengono a conoscenza delle idee

più innovatrici

A Venezia tra il 1710 e il 1762

nascono 27 periodici che

informano sui libri editi in

Francia e Inghilterra, Olanda e

Germania

Goldoni risente di questo

clima di innovazione grazie

anche ai suoi frequenti

viaggi in Italia assorbe le

nuove idee illuministiche

grazie anche al fatto che

apparteneva al ceto

borghese.

Elementi

illuministici

Il senso della

socialità

Antipatia per la

superbia e la

prepotenza dei

nobili

Ammirazione per

Inghilterra e

Olanda

Città intesa come

sede della

socievolezza

dell’uomo

Critica ad ogni tipo

di chiusura che

mortifichi la libera

espressione della

personalità

Disinteresse per

la trascendenza

Esaltazione di

una filosofia

pratica

Ottimismo

La Commedia dell’Arte, il genere che aveva

trionfato in età barocca e che Goldoni

riforma, aveva le seguenti caratteristiche:

1) Gli attori impersonavano le maschere

tradizionali (Pantalone,il Dottore…)

2) 2) Gli attori improvvisavano battute senza

seguire un testo scritto, ma solo un

canovaccio che indicava le azioni di intrigo

I personaggi-maschere della commedia dell’arte avevano

all’origine una precisa corrispondenza nella realtà,

rappresentano le forze che agivano in quella società:

il Magnifico, il denaro

il Dottore, la conoscenza

il Capitano, le armi

lo Zanni, la forza lavoro

Nel corso del Seicento, avevano perso il contatto con la

società

→ le maschere apparivano artificiali e la commedia si era

ridotta al lazzo e alla battuta volgare

Arlecchino,

notissima maschera

bergamasca, è il

servo imbroglione,

perennemente

affamato, per lui

Carlo Goldoni

scrisse ’’Il servitore

di due padroni’’.

Pulcinella, è la notissima

maschera napoletana. Una

delle più famose, forse la più

famosa per riconoscibilità e

per caratteristiche

caratteriali e

comportamentali. Servo

spesso malinconico, mescola

le caratteristiche del servo

sciocco con una buona dose

di saggezza popolare.

Pantalone, o il

Magnifico, è una

famosissima

maschera veneziana.

Anziano mercante,

entra spesso in

competizione con i

giovani nel tentativo

di conquistare

qualche giovane

donna.

Colombina è

la servetta. Fa

spesso coppia

con Arlecchino,

e le sue doti

sono la malizia e

una certa

furbizia e senso

pratico.

Brighella,

spesso nei

panni di

"primo Zann

i", è il servo

furbo, in

contrapposi

zione con il

"secondo Za

nni",

Arlecchino.

Il

Capitano: è il

militare

spaccone e

buffonesco, fra

i Capitani più

celebri ci

sono Capitan

Spaventa, Capit

an

Rodomonte e C

apitan

Cardone.

Pierrot, o

Pedrolino, nasce

come Zanni

modificandosi poi

nel famoso

personaggio

romantico grazie al

mimo Jean-Gaspard

Debureau.

Tartaglia, mezzo

cieco e

balbuziente, entra

tra il numero dei

"vecchi" spesso

nel ruolo del

notaio.

Stenterello,

maschera

fiorentina che

ebbe molta

fortuna in

Toscana tra la

fine del

Settecento e

tutto il secolo

successivo

Goldoni critica della Commedia dell’Arte:

La volgarità buffonesca,

La rigidezza stereotipata,

La ripetitività della recitazione degli

attori,

La costruzione sgangherata degli intrecci

avventurosi e sentimentali

La assoluta inverosimiglianza

Necessità di riformare la commedia seguendo i criteri della semplicità e

dell’ordine razionale tipici dell’Arcadia

La riforma di Goldoni è strettamente legata alla città di Venezia, capitale

europea del teatro, in cui era radicata la civiltà dello spettacolo e la classe

borghese

Le direttrici fondamentali della sua riforma sono il MONDO e il TEATRO: la

realtà vissuta e la scena viva, cioè lo spettacolo vuole produrre testi che

piacciano al pubblico e verosimili

La Commedia dell’Arte non rappresenta il

“negativo” rispetto alla commedia

goldoniana, ma si tratta di due diversi tipi

di teatro che rispondono a civiltà

diverse (barocca e razionalismo

illuministico) e che rispondono a finalità

diverse.

Ad es. l’improvvisazione degli attori nella Commedia era

possibile solo perché essi si basavano su elementi fissi

Goldoni ritiene che le maschere tradizionali non siano più utilizzabili

Esse costituiscono dei tipi fissi

I caratteri sono in numero finito (es. l’avaro, il bugiardo ecc.) ma sono infiniti nelle specie,

cioè sono infiniti i modi di essere avari, bugiardi ecc. a seconda degli individui e

degli ambienti sociali

Questa ricerca dell’INDIVIDUALITA’

CONCRETA è un aspetto legato al nuovo

gusto che nasce dall’imporsi della civiltà

borghese moderna

L’arte classica rappresentava delle

categorie di individui mentre quella

borghese moderna delle individualità

singole

I “caratteri” goldoniani sono strettamente

legati ad un contesto sociale ben preciso e

delineato che incide sulla loro

conformazione psicologica

I sentimenti, i vizi e le virtù assumono una

diversa fisionomia a seconda

dell’ambiente sociale in cui si sono formati

e vivono

Le commedie di Goldoni vengono distinte erroneamente in

Commedie di “carattere” Commedie di “ambiente” Questa distinzione è astratta e

convenzionale poiché le sue commedie sono al tempo stesso di carattere e di ambiente in un testo può avere spicco maggiore o minore ora il carattere ora l’ambiente

Le sue commedie anticipano il realismo della letteratura ottocentesca

Goldoni incontrò alcune difficoltà nella sua

riforma del teatro che non fu certo

repentina; anzi, essa andò precisandosi a

poco a poco attraverso una serie di tentativi

e di esperimenti

1) Gli attori: essi si trovarono a disagio nel

mutare il modo di recitare e nel dover

imparare a memoria la parte

Goldoni sfruttò la professionalità degli

attori modellando il carattere delle

commedie sulle peculiari possibilità

espressive dell’attore

2) Il pubblico: guardava con sospetto alle commedie realistiche di Goldoni perché non ritrovava più gli intrighi complicati

L’autore non si lancia in una rivoluzione

radicale con atteggiamenti provocatori e di rottura ma adotta una tattica prudente e graduale

Commedia dell’Arte Commedia di Goldoni

SFONDO

CULTURALE

Cultura barocca: gusto per

la stravaganza e artificio

Cultura arcadica e

razionalismo settecentesco:

semplicità e naturalezza

TESTO TEATRALE Canovaccio in forma

narrativa, che dà

indicazioni sommarie

sull’intreccio

Copione che presenta

informazioni essenziali sulla

messa in scena e tutte le

battute degli attori

RECITAZIONE Improvvisata sulla base del

canovaccio

Recitazione delle battute

del copione imparate a

memoria

INTRECCI Stereotipati e ripetitivi,

incentrati su vicende

avventurose o sentimentali

con poca verosimiglianza e

coerenza

Vicende lineari, verosimili e

coerenti nel loro

svolgimento, ispirate alla

vita quotidiana

Commedia dell’Arte Commedia di Goldoni

PERSONAGGI Maschere tradizionali, che

incarnano tipi fissi e

stereotipati

Caratteri rappresentati nella

varietà di sfumature che li

connotano come individui

unici e irripetibili

COMICITA’ Buffonesca e volgare,

basata sui lazzi, adatta a

un pubblico popolare

Misurata e caratterizzata dal

buon gusto, adatta ad un

pubblico borghese

LINGUA Plurilinguismo giocato

sullo scontro tra dialetti

diversi; forzatura del

linguaggio in chiave

espressionistica

Unilinguismo basato sull’uso

di un unico dialetto o della

lingua italiana; il linguaggio

riproduce con naturalezza la

conversazione ordinaria

FINALITA’ Divertimento Intento moralistico:

correggere i vizi e proporre

modelli positivi di virtù

1 • Goldoni stende per intero solo la parte del protagonista e lascia

all’improvvisazione il resto (cfr. Momolo cortesan -1738)

2

• Compone una commedia con tutte le parti scritte (La donna di garbo - 1743)

• Le maschere sono presenti ma sotto esse comincia a delinearsi un carattere individuale (Pantalone mercante veneziano)

3

• Il pubblico accoglie la graduale riforma di Goldoni e questo costituisce per l’autore stesso uno stimolo ulteriore ad approfondire certe tendenze realistiche

• Goldoni ambienta le sue commedie in altre città perché mette in scena vizi della nobiltà veneziana.

La prima fase: la celebrazione del mercante

La seconda fase: incertezze e soluzioni eclettiche

La fase parigina

Il “Mondo” che Goldoni vuole riflettere

nelle sue commedie in realtà altro non è

che la Venezia a lui contemporanea.

La città era una repubblica oligarchica il

cui potere era in mano ad una stretta

cerchia di famiglie nobili, accanto alla

quale vi era anche un solido ceto

borghese, formatosi dalla lunga tradizione

mercantile della Repubblica

Spicca la figura del MERCANTE che si presenta con

la maschera di Pantalone, assumendo già una sua

fisionomia individuale è portatore di valori positivi

Il Mercante si contrappone alla nobiltà Goldoni

ritiene che i nobili abbiano il dovere di partecipare

alla vita economica del paese

Goldoni non mette in discussione le gerarchie sociali

esistenti, ma le accetta

Scompare gradualmente anche la macchinosità

dell’intreccio, lasciando il posto a vicende più lineari

Tutti i personaggi iniziano a diventare importanti

Passaggio al teatro di San Luca

Disorientamento di Goldoni causato da:

1) Sala meno adatta alla rappresentazione

della vita quotidiana

2) Attori meno bravi

3) Impresario difficile da trattare

4) Polemiche con i suoi avversari

5) Volubilità del pubblico che sembra

preferire un teatro più fantasioso

Goldoni sostituisce all’esaltazione del

mercante una serie di personaggi ritratti con

impegno satirico duro e sarcastico (es. I

puntigli domestici, La donna vendicativa, La

donna di testa debole…) in questi, l’autori

proietta le proprio sofferenze

Scrive commedie di ambiente popolare (Il

campiello, Le morbiose ecc.): commedie corali

in cui l’azione nasce da esili pretesti, equivoci o

pettegolezzi il popolo veneziano è portato in

scena sulla base di una osservazione diretta

Dopo un viaggio a Roma, Goldoni si scrolla di dosso le incertezze e ricomincia a scrivere testi indagando sulla borghesia veneziana

Goldoni coglie la crisi che la classe borghese stava attraversando

Nelle sue commedie il mercante viene guardato quindi con occhio più critico e severo al Pantalone illuminato si sostituisce il “rustego”, chiuso nel proprio ambiente familiare e attaccato al proprio tornaconto

Testi esemplari di questa svolta sono “I

rusteghi” (1760) e “Sior Todero brontolon”

(1762)

Molti critici hanno interpretato questo

passaggio non come una svolta vera e

propria: Goldoni, nella I fase, ha celebrato

un’immagine ideologica della borghesia,

ora invece la coglie nella realtà, con i suoi

limiti e difetti passaggio dall’utopia alla

realtà

Riscoperta del popolo (Baruffe chizzotte – 1762): agli occhi di Goldoni esso conserva quella vitalità e spontaneità dei sentimenti che la borghesia veneziana sembra aver perduto.

La sua rappresentazione del popolo (visione idillica) non arriva però a cogliere la durezza disumana della condizione dei citi subalterni che sarà invece tipica di Manzoni e Verga

I testi scritti in questa fase puntano ad una

costruzione calibrata dell’intreccio (es. Il

ventaglio- 1765: la trama è evanescente e

conta solo il meccanismo dell’azione).

Lo scrittore torna al “carattere” con Il

burbero beneficio (1771)

Gli anni della vecchiaia sono occupati dalla

stesura dei Memoires (1783-1787),

un’autobiografia, redatta in francese, che

raccoglie le tappe della sua carriera

teatrale

Usa quella delle conversazioni quotidiane, ma non esiste una lingua unitaria di uso quotidiano (i dialetti erano lingua d’uso).

Usa una lingua ufficiale, convenzionale, perché si parlava così solo fra persone di regioni diverse.

Usa il dialetto per dare verosimiglianza alla scena e in questo è diverso dalla commedia dell’arte.

Prevale l’unilinguismo, poiché usa prevalentemente il dialetto veneziano.

La locandiera è una commedia in tre atti di Carlo Goldoni, composta nel 1751, al termine della collaborazione tra il commediografo e il teatro Sant’Angelo, e messa in scena all’apertura della stagione di carnevale 1752-1753

La locandiera è considerata uno degli esempi più riusciti della “commedia di carattere” goldoniana, con cui l’autore veneziano capovolge e rinnova la tradizione della Commedia dell’Arte.

La vicenda, ambientata a Firenze, ruota intorno al personaggio di Mirandolina, padrona di una locanda. Il Conte d’Albafiorita e il Marchesse di Forlipopoli, ospiti della locanda, sono entrambi innamorati della padrona e tentano di conquistare il suo cuore offrendole doni e protezione. Nella locanda c’è un terzo ospite, il misogino Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina, abituata a vedersi corteggiata, si sente offesa dall’insensibilità che il Cavaliere dimostra nei confronti del suo fascino e tenta così di conquistarlo. Vi riesce, ma le cose si complicano quando iniziano a nascere gelosie e tensioni fra i tre ospiti, cosicché Mirandolina decide di svelare il suo gioco, mettendo tutti al corrente di avere scelto come futuro compagno il cameriere Fabrizio, segretamente innamorato di lei. I tre pretendenti non possono così fare altro che rassegnarsi, dopo aver ammesso che la locandiera è davvero «una gran donna».

Mirandolina : e’ la maliziosa locandiera che accetta la corte dei suoi clienti, riuscendo contemporaneamente a tenere legato a se il cameriere promesso sposo Fabrizio. Rappresenta le donne che si dilettano a tenere in proprio potere gli uomini, strapazzandoli e usandoli in qualsiasi modo desiderano. Il trionfo di Mirandolina su coloro che disprezzano le donne e’ solo apparente: in questa commedia riceve la sua punizione: il cavaliere che a tutti costi vuole umiliare, a causa delle sue scenate violente, la costringe a correre ai ripari e a sposare Fabrizio.

Cavaliere di Ripafratta : ha la presunzione

di essere inattaccabile al fascino

femminile, oppone alle arti delle donne il

proprio disprezzo, ma e’ facilmente vinto

da Mirandolina. Si vergogna dei suoi

sentimenti di fronte ai conoscenti. Alla

fine ammette che per vincere le donne

non basta disprezzarle, ma fuggirle.

Fabrizio : e’ il cameriere di Mirandolina e

suo futuro marito, di cui la locandiera fa

quello che vuole. Nonostante la sua

perplessita’ di fronte al comportamento

di Mirandolina, che accetta la corte degli

avventori e si diletta ad innamorare gli

uomini, si fa presto convincere a sposarla,

con solo poche parole e qualche moina.

Marchese di Forlipopoli : rappresenta il

nobile decaduto, fuori dal suo tempo, che

continua a fare affidamento sul suo titolo

nobiliare, mentre quello che conta e’ il

denaro. e’ avaro, ma vanitoso e

presuntuoso.

Conte d’Albafiorita : e’ un membro della

nobilta’ ricca, che ammette di dovere la

sua influenza al denaro e lo considera

molto piu’ importante della presunta

influenza del marchese e della

protezione che egli puo’ offrire alla

locandiera.

Le tematiche di questa commedia sono la differenza sociale evidenziata dall’opposizione tra il “denaro” del Conte e la “protezione” del Marchese e la differenza tra i sessi evidenziata dalla misoginia del Cavaliere di Ripafratta.

In questa commedia l’autore presenta la vicenda del Cavaliere come un esempio di “superba presunzione” cioè un caso di comportamento asociale e irrazionale che, come tale, deve essere punito. Mentre attraverso il personaggio di Mirandolina ha voluto mostrare la “crudeltà” con cui certe donne si burlano di poveri uomini, affinché siano avvertiti dei pericoli che corrono.

Il personaggio di Mirandolina è l’incarnazione della civetteria, della malizia e della furbizia delle donne. Essa è una donna intraprendente e abile costruttrice del suo destino. Le piace giocare coi sentimenti altrui, infatti stuzzicata dalla misoginia del cavaliere, desidera prendersi una sana rivincita in nome del sesso femminile che acquisterà un significato esemplare e un valore di emancipazione.

Dal suo carattere emergono varie componenti che caratterizzano l’ambiguità di questo personaggio: il bisogno di affermazione, la rivalsa sociale e di sesso, lo sfrenato narcisismo e il desiderio di conquista e di dominio sugli uomini.

Mirandolina è una donna d’affari, una tipica esponente della borghesia in ascesa nel 700 che a conti, marchesi e cavalieri, preferisce una prosaico ma sicuro matrimonio con un uomo del suo ceto, capace di aiutarla nella conduzione della locanda.