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Provincia autonoma di Trento Servizio Università e Ricerca Scientifica Comitato di valutazione della Ricerca RAPPORTO DI ATTIVITÀ 2006 – 2008 Il Comitato di valutazione della ricerca, istituito dalla Legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, è composto da: Alberto Silvani (Presidente) Andrea Bonaccorsi Bruno Codenotti Paolo Dario Armando Vadagnini E’ componente interno il Dirigente generale del Dipartimento competente. Svolge le funzioni di Segretario il Dirigente del Servizio Università e Ricerca Scientifica.

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Provincia autonoma di Trento Servizio Università e Ricerca Scientifica

Comitato di valutazione della Ricerca

RAPPORTO DI ATTIVITÀ

2006 – 2008

Il Comitato di valutazione della ricerca, istituito dalla Legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14, è composto da: Alberto Silvani (Presidente) Andrea Bonaccorsi Bruno Codenotti Paolo Dario Armando Vadagnini E’ componente interno il Dirigente generale del Dipa rtimento competente. Svolge le funzioni di Segretario il Dirigente del Ser vizio Università e Ricerca Scientifica.

INDICE Sintesi del documento III

PARTE PRIMA

INTRODUZIONE XI LA RIFORMA DEL SISTEMA ED I SUOI EFFETTI IN MATERIA DI VALUTABILITA’ XII ANALISI E COMPITI DEL CVR XIII CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI ATTIVITA’ XV DELIVERABLE DISPONIBILI A FINE MANDATO XVII QUADRO RIEPILOGATIVO DEGLI INCONTRI E DELLE RIUNION I XVIII PARTE SECONDA LA COSTRUZIONE DEL MODELLO XXV

- Indicatori e Maschere - Legge Provinciale 6/1999 e ricerca industriale - Scheda Valgo per la Valorizzazione dei risultati - Fondo unico (Legge 3/2000): esercizio d’analisi sulla programmazione

precedente - ISTAT e indagini statistiche locali - Indagine Percezione

INTERAZIONE FONDAZIONI XXXIX INTERAZIONE CON PSP E CTS XLII ACCORDI DI PROGRAMMA XLV SUPPORTO TECNICO XLVIII PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI L CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI LII

PARTE TERZA

Allegati DELIVERABLE 1 - RAPPRESENTAZIONE DEL MODELLO E DELLE SUE ARTICOLAZIONI - CRITERI DI PREMIALITÀ PER LA VALUTAZIONE DEGLI ACCORDI DI PROGRAMMA - FORMAT DI CLASSIFICAZIONE E TRATTAMENTO DEI RISULTATI DEI PROGETTI (“VALGO”) E

RELATIVE LINEE GUIDA - FORMAT PER LA RACCOLTA DEI DATI DEI SOGGETTI (“MASCHERE”) - MANDATO PER IL PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI - DOCUMENTO PER IL PREAMBOLO AI NUOVI ACCORDI DI PROGRAMMA - REPORT INDAGINE PERCEZIONE (DISPONIBILE SEPARATAMENTE) - REPORT DEL PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI (DISPONIBILE

SEPARATAMENTE) PRESENTAZIONI 43

- PRESENTAZIONE CVR (GENNAIO 2007) - PRESENTAZIONE VALGO (DICEMBRE 2007)

SCHEDE DI DETTAGLIO 56

- 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO - 2. ISTAT E LE INFORMAZIONI STATISTICHE - 3. RAPPORTI TRA CVR E COMITATO PER LO SVILUPPO PROVINCIALE - 4. PROGRAMMA DI LAVORO PER FINALIZZARE L’ANALISI DELLA LEGGE PROVINCIALE 6/1999 - 5. PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI - 6. SPERIMENTAZIONE VALGO SUI PROGETTI DELLA PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE (LEGGE

PROVINCIALE 3/2000) - 7. COMMENTI SULLA VALUTAZIONE DELLA RICERCA SOCIALE E UMANISTICA

Omissis VERBALI 117 - VERBALI RIUNIONI CVR (depositati presso il servizio Università e Ricerca Scientifica

della Provincia autonoma di Trento).

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 III

SINTESI DEL DOCUMENTO Considerazioni generali La riforma strutturale del sistema della ricerca trentino, realizzatasi con la Legge provinciale 2 agosto 2005, n.14, ha operato su quelle che venivano considerate le criticità della ricerca provinciale, emerse dall’esperienza precedente, tra le quali, in particolare: la sproporzione tra impegni e risultati, con l’eccessiva dipendenza dai trasferimenti pubblici, e lo scollamento tra ricerca, sistema produttivo e realtà territoriale. Due gli obiettivi principali del provvedimento: realizzare un processo di riordino e semplificazione dei soggetti pubblici della ricerca, favorendo una migliore dimensione di sistema, integrato e aperto a livello nazionale e internazionale, e rafforzare, riposizionandolo, il rinnovato ruolo della Provincia nel governo e nel disegno dello stesso sistema, con la ridefinizione degli strumenti di supporto, nel quadro di una potenziata integrazione tra la programmazione generale e la programmazione di settore. Il Comitato per la valutazione della Ricerca (CVR) nasce, in questo contesto, dalla separazione delle funzioni di indirizzo e consulenza scientifica, affidate al Comitato tecnico scientifico (CTS), da quelle di vera e propria valutazione, con una particolare enfasi posta all’impatto delle iniziative programmate. La misurazione dell’impatto è però soggetta ad una serie di problemi teorici e metodologici molto seri: non esistono metodologie consolidate o schemi condivisi disponibili; l’impatto è per sua natura multidimensionale; l’orizzonte temporale entro cui si manifestano le varie dimensioni di impatto è differenziato e incerto; i nessi di causazione sono ambigui e tutto ciò rende la misurazione (e l’attribuzione) controversa e discrezionale. Il CVR ha ritenuto di declinare il mandato ricevuto dalla Legge istitutiva secondo i più avanzati riferimenti internazionali in materia di valutazione della ricerca, che suggeriscono modelli articolati che presentino le seguenti caratteristiche di base:

- mix tra metodi quantitativi e qualitativi; - attenzione alle differenze tra tipologie di ricerca (accademica, industriale), ma anche

alle relazioni tra le stesse, tra fasi di svolgimento della ricerca (fasi esplorative, risultati intermedi, risultati finali), tra risultati e valorizzazione;

- focus sulle caratteristiche e le dinamiche delle risorse umane coinvolte; - combinazione di fonti di informazione diverse; - attenzione al coinvolgimento degli utilizzatori, sia diretti sia indiretti, della ricerca nel

processo di valutazione. Il Modello Ne è derivato un Modello della valutazione d’impatto in cui la scelta di cinque dimensioni d’analisi (Generazione di nuova conoscenza, Politica amministrazione e gestione, Economia, Cultura società e cittadini, Ambiente e sostenibilità) viene utilizzata per caratterizzare le relazioni che legano i processi di generazione dei risultati, la loro identificazione, la produzione degli output delle attività e l’impatto che ne viene determinato. Si è poi proceduto ad associare una gamma di strumenti (alcuni esistenti, altri creati ad hoc, altri adattati per lo scopo) utilizzabili per monitorare e “misurare” i fenomeni. Nelle due figure successive vengono evidenziati, da una parte, gli elementi base con i relativi strumenti e fonti e, dall’altra, le modalità con cui i dispositivi concorrono alla valutazione d’impatto.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 IV

Fig. 1. Elementi di base del Modello, in relazione agli str umenti e alle fonti informative .

RISULTATI OUTPUT IMPATTO Scheda VALGO Maschere di rilevazione e Rapporti degli Enti Monitori progetti di ricerca industriale Indagini ISTAT su R&S Indagine sulla percezione dei cittadini Panel internazionale di esperti Fig. 2 Dispositivi del Modello e loro contributo alla valu tazione d’impatto

DISPOSITIVI del MODELLO

valorizzazione dei

risultati (Valgo)

indagine percezione

pop. trentina

casi studio

indag. ad hoc

informa

zioni dirette

Enti

altri dispositivi

in progettazi

one

maschere/indicatori e Peer review

rilevazioni ISTAT

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 V

I dispositivi che alimentano il Modello Come illustrato nei due grafici precedenti, il Modello per la sua implementazione si avvale di una serie di strumenti e dispositivi, qui brevemente descritti e commentati. Indicatori e Maschere Il CVR ha elaborato un proprio sistema strutturato di data base, da alimentarsi attraverso uno schema armonizzato di raccolta delle informazioni, condensato in 13 maschere, ciascuna delle quali rappresentata da un set di indicatori, associati alle corrispettive fonti. Questo sistema si integra con le informazioni contenute nella rapportistica degli Enti, che, a sua volta, dovrà essere armonizzata per un suo utilizzo più sistematico come input per le attività di valutazione. La sperimentazione intercorsa sulle maschere, preceduta da un’illustrazione commentata alle strutture di autovalutazione delle Fondazioni, ha consentito la taratura sia della terminologia sia dell’ipotesi di prima applicazione. Su questo tema è emersa una diversa capacità di risposta (e della conseguente compilazione) tra le due Fondazioni che si è manifestata in occasione dell’esperienza del Panel di esperti. Il data base, una volta a regime, costituirà la fonte principale delle informazioni. Ricerca Industriale (Legge Provinciale 6/1999) Il CVR ha risposto ad una sollecitazione dell’Amministrazione nello sperimentare la valutazione d’impatto della ricerca industriale (L.P. 6/99), che costituisce una nuova competenza attribuita al Comitato, con due distinte iniziative. Da una parte è stato analizzato un data base predisposto per l’Osservatorio della Ricerca per il periodo 2000-5 e, dall’altro, è stato predisposto e testato un questionario ad un campione di imprese beneficiarie. Nel primo caso si sono riscontrate difficoltà nell’accesso ai dati, anche per la natura cartacea e riservata di molti di questi ma, soprattutto, si è registrata la scarsa utilizzabilità delle informazioni economiche per lo più relative al momento della candidatura e quindi da considerarsi come dato d’ingresso su cui misurare il beneficio derivante dall’intervento pubblico. Nel secondo caso la sperimentazione ha portato ad affinare la griglia degli argomenti e il CVR si è riproposto di mettere a punto lo strumento per una sua generalizzazione. Il CVR conferma quindi l’importanza di predisporre una procedura di valutazione d’impatto dei finanziamenti alla ricerca industriale e propone una serie di raccomandazioni in tal senso. Scheda Valgo per la valorizzazione dei risultati Il CVR ha focalizzato la sua attenzione sui risultati delle attività di ricerca. Ai fini di una loro trattazione omogenea ha pertanto predisposto una scheda che costituisce una rivisitazione/semplificazione di uno strumento già utilizzato presso la Commissione Europea (TIP - technological implementation plan). L’adattamento è consistito nell’introduzione di alcuni parametri descrittivi, richiesti ai compilatori, quali quelli relativi alle dimensioni d’analisi previste dal Modello e di elementi di specificità e di glossario relativi alle componenti socio-umanistiche, non previste nel TIP. Si è poi proceduto ad una sperimentazione dello strumento, denominato Valgo (acronimo di VALorizzare Goal, Outcome e risultati dei progetti) su una ventina di progetti della passata programmazione. La sperimentazione ha evidenziato difficoltà di comprensione, e la preoccupazione, da parte dei rispondenti, di rendere visibile l’insieme di quanto fatto, con una non corretta identificazione dei risultati in quanto tali. Il CVR propone che Valgo costituisca un momento strutturato del reporting delle attività. Indagini statistiche e ISTAT Il CVR, dopo aver esplorato la possibilità di accedere ai dati originari sugli enti di ricerca pubblici, imprese, enti no profit, per superare i problemi connessi al segreto statistico, ha proposto di ottenere l’accesso ai dati in forma diversa, operando su un obbligo di trasmissione anche al Servizio provinciale preposto, delle stesse informazioni richieste dall’ISTAT nei questionari di indagine annualmente somministrati e gestiti dal Servizio Statistica, vincolante per accedere ai finanziamenti provinciali. Questo deve trovare attuazione negli Accordi di Programma con le Fondazioni e nei formulari relativi ai futuri bandi. Su questa base il CVR conta di avere a disposizione in tempo reale gli stessi dati

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primari disponibili al sistema statistico, in modo da poter effettuare confronti e standardizzazioni a livello regionale, nazionale ed europeo, oltre ad integrare le informazioni acquisite attraverso maschere ed indicatori. Indagine Percezione L’Indagine sulla Percezione rappresenta lo strumento di cui si è dotato il CVR per includere, tra le dimensioni d’analisi, quella relativa alla popolazione e ai beneficiari finali delle attività di ricerca. Il questionario si basa su 5 aree volte ad esplorare quanto la ricerca e l’innovazione siano considerate caratterizzanti della realtà trentina, la conoscenza delle istituzioni e delle attività di ricerca, la valutazione dei cittadini sul contributo del sistema trentino alla risoluzione o alla gestione di problemi ritenuti importanti dal punto di vista culturale o sociale, le modalità desiderate di partecipazione all’agenda della ricerca, per capire in che modo i cittadini ritengono di potervi dare un contributo. Nell’indagine compare anche un giudizio complessivo sull’intervento provinciale in materia di ricerca ed innovazione. In sintesi, la ricerca svolta dai soggetti trentini gode di un credito ampio nella popolazione. Tuttavia appare evidente che la comunicazione esterna di questi enti è al di sotto del potenziale e richieda un attento monitoraggio di questo aspetto. Il CVR ritiene che questa modalità d’indagine, con gli opportuni adattamenti, debba far parte sistematicamente degli strumenti del Modello. I rapporti con PSP, CTS e Fondazioni Nel corso della sua attività il CVR ha operato in costante raccordo con i due organismi impegnati a garantire il processo di programmazione sia a livello generale che settoriale: il Comitato per lo Sviluppo Provinciale (PSP), che è l’organo di ricerca e alta consulenza della Provincia di Trento per il supporto alle politiche di legislatura e il CTS, che è il nuovo organismo istituito dalla Legge provinciale 14/2005 per il settore ricerca-innovazione. L’attività del PSP si esplicita nella redazione del Piano di Sviluppo Provinciale, quella del CTS nella definizione del Programma pluriennale di ricerca e nella formulazione dei bandi e della relativa selezione delle candidature. Sono state condivise le scelte relative agli Accordi di programma e alla loro valutazione ed è stato presentato e commentato il Modello. Infine utili collaborazioni sono state sviluppate nella progettazione dell’esercizio di valutazione attraverso il Panel degli esperti. Per quanto riguarda le Fondazioni si è favorito il processo di costruzione di una loro autonoma capacità auto valutativa attraverso incontri ed azioni di accompagnamento e si è operato nella fase di definizione degli Accordi di programma. Accordi di programma Gli Accordi di programma con le Fondazioni rappresentano lo strumento principale di finanziamento e di programmazione delle attività. Essi sono stati affrontati con una ripartizione di compiti tra il CTS per il giudizio di merito, e il CVR per l’introduzione, nella fase ex-ante, di elementi di valutabilità per consentirne poi la valutazione ex-post. In tale ambito è stata definita una serie di criteri ai fini di garantire una premialità ai comportamenti ritenuti virtuosi. In occasione della definizione finale dei testi degli Accordi, preso atto del loro carattere transitorio e della conseguente necessità di procedere rapidamente alla prefigurazione dei successivi, si è deciso che il compito valutativo degli accordi 2007-2008 fosse anticipato ed esercitato direttamente dal CVR anche con l’obiettivo di facilitare la predefinizione dei futuri. Per questo fine il CVR ha predisposto uno specifico documento di metodo e di merito, presentato tra i deliverable. Panel di esperti internazionali Sempre nella direzione di meglio orientare gli Accordi futuri il CVR ha proposto un esercizio, condiviso con il CTS, di valutazione del sistema scientifico provinciale a partire dalle Fondazioni e dai loro Accordi di Programma, svolto attraverso un mandato affidato ad un Panel di esperti internazionali indipendenti. Questo esercizio ha fornito utili indicazioni per la governance e per l’analisi di posizionamento del sistema scientifico provinciale. Si ritiene che tale esercizio debba entrare a far parte in forma stabile degli strumenti del Modello.

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Conclusioni e raccomandazioni L’attività realizzata dal CVR nel biennio dalla sua costituzione è stata prevalentemente indirizzata verso tre obiettivi. In primo luogo creare le condizioni di contesto per sostenere un approccio alla valutazione non episodico e basato su solide teorie, modelli espliciti e azioni trasparenti. In secondo luogo rafforzare gli elementi strutturali del sistema, sia nella componente di produzione e trattamento delle informazioni, sia verso il loro utilizzo. Infine, favorire i processi decisionali e di costruzione della strategia ai diversi livelli di responsabilità, attraverso la disponibilità ad affiancare la Pubblica Amministrazione e le neo costituite Fondazioni nel governare una materia complessa e nel superare reazioni, vincoli e pregiudizi. Il sistema è ora dotato di un Modello generale e di strumenti per alimentarlo. Ma ha anche sperimentato, in particolare attraverso l’esperienza del Panel di esperti esterni, la necessità di accelerare il processo di autovalutazione delle Fondazioni e l’importanza di dotarsi di un sistema informativo armonizzato, coerente e aggiornato. La fase che si apre con la nuova legislatura deve consolidare tutto ciò in una logica di ulteriore internalizzazione dello sforzo promosso dal CVR. Questo processo di internalizzazione dovrà essere indirizzato sia verso le Fondazioni, sia verso l’Amministrazione. Nel primo caso con una gamma di strumenti, per lo più di natura incentivante e premiale, la maggior parte dei quali da collocarsi negli Accordi di programma, da sottoporre poi periodicamente a revisione. Nel secondo caso attraverso la creazione di una vera e propria tecnostruttura di supporto e di accompagnamento ai processi, incardinata sul Servizio Università e Ricerca scientifica, con l’obiettivo di promuoverne possibili evoluzioni in termini di capacity building, per renderla sempre più autosufficiente. In conclusione il CVR ritiene che il successo delle azioni di valutazione si basi sulla costruzione, da parte di tutti i soggetti, di una strategia a lungo termine che articoli per ogni area di ricerca le scelte strategiche, gli obiettivi e i risultati attesi. Ritiene che tale strategia sia l’oggetto da consolidare attraverso gli Accordi di programma, che vedano la convergenza su obiettivi definiti, non necessariamente comprensivi dell’insieme delle scelte strategiche possibili ma al contrario, capaci di evidenziarne priorità e coerenze con gli obiettivi della programmazione generale. E considera altresì indispensabile che, per tale fine, venga garantito e validato il necessario flusso informativo di produzione di dati e indicatori come indicato dal CVR.

PARTE PRIMA

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XI

INTRODUZIONE Durante l’ultima legislatura provinciale il sistema della ricerca trentino è stato oggetto di un radicale processo di riforma strutturale, concretizzatosi nella Legge provinciale 2 agosto 2005, n.14. Un provvedimento determinato dalla volontà, espressa dalla Giunta, di superamento di quelle che venivano considerate le criticità della ricerca trentina emerse dall’esperienza precedente: sproporzione tra impegni e risultati, con l’eccessiva dipendenza dai trasferimenti pubblici, e scollamento tra ricerca, sistema produttivo e realtà territoriale. Due gli obiettivi principali del provvedimento: realizzare un processo di riordino e semplificazione dei soggetti pubblici della ricerca, favorendo una migliore dimensione di sistema, integrato e aperto a livello nazionale e internazionale, e rafforzare, riposizionandolo, il rinnovato ruolo della Provincia nel governo e nel disegno dello stesso sistema, con la ridefinizione degli strumenti di supporto, nel quadro di una potenziata integrazione tra la programmazione generale e la programmazione di settore. Rientra in questo quadro, infatti, l’introduzione di un livello di programmazione generale “di settore” finalizzato ad agevolare l’integrazione tra tutti gli ambiti e i soggetti attivi coinvolti, orientandoli verso alcuni obiettivi strategici comuni, ma anche il coordinamento della gestione e del finanziamento della ricerca pubblica, sia ‘a bando’, sia attraverso Accordi di programma e negoziazioni, con quello della ricerca applicata delle imprese. Lo strumento strategico di pianificazione è il Programma pluriennale della ricerca, correlato al Programma di sviluppo provinciale, che definisce gli obiettivi da perseguire e le linee generali di intervento; le priorità e le aree di ricerca di interesse prioritario; i criteri generali per la valutazione delle attività; i settori per l’adozione dei bandi e prefigura gli strumenti idonei per la sua attuazione. Per favorire il processo di costruzione di un’autonoma capacità strategica dei soggetti coinvolti, nel quadro delle modifiche organizzative, la riforma ha inoltre definito la trasformazione degli istituti di ricerca locali da enti funzionali a fondazioni con personalità giuridica di diritto privato, lasciando alle stesse il compito di definire un proprio statuto e di riorganizzare le proprie attività. In questo quadro normativo figura tra le finalità prioritarie della legge la definizione di una netta distinzione tra funzioni di programmazione e di valutazione, con la costituzione di due organismi di supporto: il Comitato tecnico scientifico per la ricerca e l’innovazione e il Comitato di valutazione della ricerca, sdoppiando le funzioni precedentemente svolte da un unico organismo (il CIVR), organismi entrambi composti da esperti esterni, indipendenti rispetto al sistema della ricerca in Trentino. Al Comitato tecnico scientifico per la ricerca (CTS) spetta in primo luogo la responsabilità della definizione del processo di programmazione di settore (contribuendo alla proposta di Programma pluriennale della ricerca, sugli aspetti contenutistici e sulla procedura organizzativa e degli strumenti) e la sua traduzione in azioni concrete, dalla stesura dei bandi agli Accordi di programma con le istituzioni. Sempre al CTS compete la valutazione (selezione) dei progetti idonei e delle attività di ricerca per il finanziamento sul fondo unico per la ricerca, compreso il monitoraggio in itinere e la verifica finale del raggiungimento dei risultati. Al Comitato di valutazione della ricerca (CVR) compete invece la valutazione ex post dell’efficacia del complesso degli interventi della Provincia a sostegno del sistema della ricerca e dell’innovazione del territorio, anche con riguardo al raggiungimento degli obiettivi fissati nel Programma pluriennale della ricerca, e dei risultati (e in particolare degli effetti) ottenuti dai progetti finanziati, fornendo al Consiglio e alla Giunta provinciali utili feed-back per strutturare i programmi futuri. La valutazione, per come viene comunemente intesa, è quindi ripartita tra i due comitati.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XII

All’uno (CTS) spetta il compito di “valutare” la dimensione scientifica in senso stretto sia a livello di programma che di singolo progetto, fino al completamento della sua esecuzione. All’altro (CVR) quello di “valutare” l’efficacia degli interventi del Programma, rispetto agli obiettivi, agli strumenti e alle tipologie di intervento, con un’enfasi sull’analisi di impatto delle iniziative e degli strumenti adottati, verificando la coerenza tra obiettivi, risultati e strumenti. In sintesi una valutazione del complesso degli interventi rispetto al contesto provinciale, inclusa l’analisi dei soggetti e delle strutture.

LA RIFORMA DEL SISTEMA ED I SUOI EFFETTI IN MATERIA DI VALUTABILITA’ Il complesso processo avviato con la riforma può essere sinteticamente considerato attorno a tre categorie d’analisi:

- i soggetti - gli strumenti - le risorse

L’azione di riordino dei soggetti pubblici della ricerca prevista dalla Legge provinciale di riforma 14/2005, ha uno snodo di particolare rilievo nella trasformazione dell’Istituto Trentino di Cultura (ITC), dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige (Iasma) e del Centro di Ecologia Alpina (Cea), già enti funzionali della PAT, in 2 Fondazioni, soggetti di diritto privato per gli aspetti gestionali e le politiche del personale, ma strettamente raccordati alla PAT per gli indirizzi di programmazione. A questi si aggiunge, sebbene non direttamente nelle competenze della Legge ma comunque molto relazionata con i soggetti scientifici provinciali, l’Università di Trento che, pur “statale”, si differenzia da altri atenei italiani per una maggiore autonomia gestionale, dovuta principalmente alla sua storia e alla sua collocazione, che la fa oggetto di un trattamento specifico nella ripartizione dei fondi nazionali e la abilita alla sottoscrizione dell’Accordo di programma, uno strumento finanziario aggiuntivo attraverso cui la Provincia sostiene l’edilizia, la biblioteca, la ricerca, l’internazionalizzazione, l’istituzione di nuove facoltà e indirizzi (ultima la Facoltà di Scienze cognitive), la chiamata di visiting professor, l’istituzione di doppie lauree, ecc. I meccanismi di finanziamento alla ricerca prevedono sostanzialmente due canali: - accordi di programma bilaterali fra PAT e i singoli soggetti: definiscono la convergenza delle risorse su obiettivi programmati e condivisi per un arco di tempo ampio (di norma un quinquennio), articolati in base alle aree di competenza oggetto dell’attività dell’Ente; garantiscono il finanziamento quasi totale (80, 90%) della ricerca a più lunga scadenza; - meccanismi competitivi: le risorse vengono allocate su progetti presentati a seguito di bandi, a loro volta predisposti in base agli obiettivi disciplinati dal piano strategico della ricerca. Rientrano nella categoria dei meccanismi competitivi varie tipologie di progetti, sia per dimensione che per finalizzazione di obiettivi. Per quanto riguarda la ripartizione delle risorse, il Programma pluriennale della ricerca definisce le linee essenziali degli interventi sul settore: ca. il 50% è destinato agli Accordi di programma, il 20% alla ricerca blue sky, con attenzione ai ricercatori, singolarmente o in gruppo; il 30% ai progetti strategici (si tratta di alcuni “grandi” progetti con finanziamenti tra i 5 e i 10 milioni di euro, nati da intese con il territorio su tematiche di interesse per il Trentino). Un ulteriore ambito è costituito dai progetti di ricerca industriale, che rimangono finanziati come avvenuto finora a sportello sulla L.P.6/99, ma la cui procedura di selezione e valutazione è stata attribuita, dalla Legge provinciale 14/2005, agli organismi della stessa, ovvero CTS e CVR, con l’obiettivo di armonizzare e rendere confrontabili strumenti ed interventi. E’ prevista, inoltre, per il futuro, la definizione di bandi tematici, in modo da promuovere la convergenza di direttrici di sviluppo e linee di ricerca. Va infine segnalato come la tematica del personale di ricerca abbia influenzato la definizione

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XIII

e la realizzazione del processo di riforma, sia per gli aspetti legati alle diverse appartenenze del personale scientifico, tecnico ed amministrativo nella fase antecedente la riforma, sia per la rilevanza del numero dei (giovani) ricercatori assunti a progetto negli anni immediatamente precedenti. Da questo punto di vista, durante il processo di trasformazione degli enti in Fondazioni, nel settembre 2007 è stato varato anche un nuovo contratto collettivo di lavoro di livello provinciale per il personale della ricerca delle Fondazioni, unico in Italia: per i dipendenti a tempo indeterminato è prevista la possibilità di opzione fra la permanenza in Provincia o la sottoscrizione di questo contratto, che comunque viene applicato nei confronti dei ricercatori e tecnico amministrativi con contratto a termine.

ANALISI E COMPITI DEL CVR Al quadro della riforma sommariamente descritto nei punti precedenti va aggiunta la riflessione sui compiti del CVR, compiti peraltro da contestualizzare rispetto alla complessità, e ai tempi, che il processo attuativo ha determinato. In primo luogo un’attenzione alla qualità e all’efficacia scientifica della ricerca (con questo sottolineando la differenza rispetto ai compiti, di natura prevalentemente descrittiva, precedentemente svolti dall’Osservatorio della ricerca). Secondariamente una verifica di coerenza rispetto agli obiettivi prefissati con una particolare attenzione alla capacità di trasferimento e sfruttamento della conoscenza. Infine un’analisi della visione complessiva dell’intervento provinciale, non limitata alla sola sommatoria dei suoi componenti. In sintesi ne è emersa una specifica attenzione alla problematica dell’impatto, declinata in tutti i suoi aspetti, ma anche la necessità di ricondurre tutte le iniziative e le azioni in un quadro unitario. Questo quadro unitario ha assunto le caratteristiche di un “modello concettuale di riferimento”, un frame all’interno del quale sono state ri-collocate le diverse attività. Il modello concettuale, che verrà dettagliato in seguito, al di là della necessità di una sua formalizzazione ed implementazione, ha però evidenziato il rischio di un rinvio di operatività per il CVR, qualora la stessa fosse strettamente collegata alla valutazione degli effetti delle attività avviate nell’ambito della legge 14/2005. Si è così deciso di “operare in parallelo”, lavorando, da un lato, sulla messa a punto del Modello, e dall’altro, su possibili input derivanti dall’analisi e dalla valutazione delle attività che, sebbene generate in un contesto precedente, potessero offrire la possibilità di un’utile sperimentazione sulle fonti informative (dove raccogliere informazioni, come validarle, come incardinare il processo nelle procedure “ordinarie”) ma anche fornire materiale direttamente utilizzabile per la messa a punto del Modello. Si è pertanto proceduto ad una ricognizione sulle fonti, ovvero sulla disponibilità di informazioni e dati, sia di diretta pertinenza e dominio che di possibile accesso. Questo ha riguardato il repertorio dei progetti (sia pubblici sia delle imprese) del quinquennio precedente (in particolare, per i primi quelli in via di conclusione e per i secondi quelli conclusi), ma ha anche evidenziato la necessità di un supporto tecnico in grado di coprire sia gli elementi statistico-informativi (non più garantiti dalla soppressione dell’Osservatorio), sia le problematiche legate alla valutazione e alla politica scientifica. L’esigenza di un supporto tecnico di natura continuativa e con le adeguate professionalità discende dalla rilevanza dei due temi sopra citati. Infatti, per quanto riguarda il primo (trattamento dati e informazioni) molta attenzione è stata dedicata dal Comitato a ragionare su un set di indicatori in grado di rappresentare sia la stato dell’arte sia le fasi di monitoraggio e realizzazione delle diverse modalità contenute nelle azioni ed attività dei soggetti da valutare. L’idea che le Fondazioni fossero i soggetti investiti del processo di gestione dei flussi informativi non solo per “rendicontare” al CVR ma, soprattutto, per meglio organizzare le proprie attività sulla base di una migliore conoscenza dei processi e dei fenomeni, si è però scontrata con difficoltà correlate alle complessità organizzative e ai processi riorganizzativi interni ma anche a punti di partenza molto diversi. Per quanto riguarda il tema della politica scientifica il Comitato ha espresso l’esigenza, sentita

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XIV

in particolare da alcuni dei suoi membri, di acquisire una conoscenza più puntuale della realtà locale, sia attraverso documenti sia con un’azione di ascolto dei diversi attori, a partire da un’analoga attività di audizioni che era stata già condotta in passato anche dall’Osservatorio. Un ulteriore input per le attività del Comitato è venuto dallo stesso CTS che ha manifestato al CVR l’opportunità di effettuare una valutazione complessiva dei risultati conseguiti dai progetti finanziati sulla precedente Legge provinciale 3/2000, in via di conclusione, considerate le competenze del CTS limitate ad un giudizio sui singoli progetti, ma non sugli effetti complessivi della misura attivata. Il tutto anche al fine di poter valorizzare i progetti migliori. A questo si è aggiunto il compito, derivante da un input dell’Autorità politica, di creare le condizioni, attraverso una strategia di ricerca ed innovazione sostenuta dalla Provincia, per mantenere, in uno scenario mutato, l’attuale livello di crescita e di sviluppo, che non manifesta tanto un problema occupazionale in termini assoluti quanto quello di un miglior incrocio domanda offerta nei termini delle professionalità richieste. Sembra emergere soprattutto il tema di come gestire il processo di sostituzione delle imprese che non si basano sulla conoscenza, mantenendo le risorse umane sul territorio: la fuga dei migliori verso l’esterno è stata decelerata, ma vi è anche un problema di modernizzazione ed efficacia della pubblica amministrazione. Su questa base il CVR ha definito un proprio programma di lavoro che, ai fini di una migliore comprensibilità, viene qui presentato per aree di intervento ripartite per Capitoli del testo, molte delle quali, per la verità, molto sovrapposte nei fatti tra di loro. Per facilitarne la comprensione viene di seguito indicata una cronologia dei fatti più rilevanti che hanno coinvolto, direttamente o indirettamente, il CVR. Per un maggior dettaglio si rimanda ai verbali delle singole riunioni (cfr. Allegati) e ai capitoli successivi.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XV

CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI ATTIVITA’ Passaggi rilevanti (per coinvolgimento diretto del CVR o per riflessi sul suo operato) o costituzione, insediamento (17 giugno 2006) e prime riunioni; o definizione di un piano di lavoro e richiesta e progettazione di una struttura tecnica di

supporto al/i Comitato/i (estate/autunno 2006); o presentazione pubblica del CVR (gennaio 2007) cfr. slide presenti nell’allegato; o acquisizione di una risorsa a supporto operante come funzione incardinata presso il

Servizio Università e Ricerca scientifica (primavera 2007); o avvio di una prima attività sperimentale per acquisire elementi di operatività futura:

analisi dei progetti e dei centri della vecchia programmazione (primavera 2007) cfr. Cap. Costruzione Modello - L.P.3/2000

o avvio della riflessione sugli indicatori con particolare riferimento al monitoraggio al termine dei progetti. Prime proposte di modifiche procedurali ed analisi della strumentazione utilizzata sia in provincia che fuori (primavera 2007);

o incontri in-formativi, propedeutici e di affiancamento con le singole Fondazioni, ai vari livelli di responsabilità, per chiarire e avviare un processo di condivisione di compiti e obiettivi valutativi, con una particolare attenzione alla crescita della capacità valutativa all’interno delle stesse (luglio e settembre 2007) cfr. Cap. Interazione - Fondazioni;

o offerta di affiancamento nel processo di definizione degli Accordi di Programma con le Fondazioni per le parti di propria competenza: valutabilità, monitoraggio, indicatori, verifica di coerenza (estate, autunno 2007);

o definizione di uno strumento che utilizzi il trattamento delle informazioni relative ai risultati prodotti dalle attività di ricerca e verifica della possibilità di una sua collocazione nella procedura, o nel dominio informativo, di Monitora, nuovo strumento della Provincia per raccogliere i dati relativi alle procedure amministrative e per facilitarne la gestione (estate, autunno 2007) cfr. Cap. Costruzione Modello - Valgo;

o contributo e supporto tecnico alla messa a punto di Monitora, inizialmente destinato alla costruzione di un’interfaccia WEB idonea a raccogliere i dati relativi ai bandi, informatizzando la procedura di sottomissione e gestione dei progetti concorrenti, e alla sua evoluzione, contestualmente a successive richieste da parte della Provincia autonoma di Trento, di prefigurare una mappatura informatica dei processi di sottomissione ed esecuzione dei progetti stessi, fino alla previsione di un loro monitoraggio individuale e complessivo. Valutazione della non utilizzabilità di Monitora per i fini del CVR, se non come fonte di informazioni parziali (autunno 2007);

o sperimentazione della valutabilità della politica di ricerca di interesse industriale in vista di una sua trattazione all’interno del Modello sulla base dei compiti attribuiti dalla Legge provinciale 14/2005. Analisi del data base esistente e proposte circa il suo utilizzo (autunno 2007) cfr. Cap. Costruzione Modello – L.P. 6/1999;

o proposta di criteri e di un sistema di indicatori per governare il processo di monitoraggio e di premialità degli Accordi (17 novembre 2007) cfr. documento CVR presente in Allegati/deliverable;

o esame delle successive versioni delle bozze di Accordo e segnalazione degli elementi di criticità (autunno 2007) cfr. Cap. Accordi di Programma;

o espressione del parere sui testi finali degli Accordi e suggerimenti per il successivo processo di implementazione (dicembre 2007) cfr. Cap. Accordi di Programma;

o formalizzazione del Modello, e sua illustrazione al CTS, contenente tutte le chiavi di lettura per la valutazione di impatto. Sua successiva messa a punto attraverso la raccolta di diversi contributi (autunno 2007, primavera 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello;

o prima verifica delle informazioni necessarie ed incrocio con i dati disponibili ed acquisibili: elaborazione di una serie strutturata di dati/indicatori e verifica delle possibili fonti. Prima definizione di un sistema di maschere da compilare (primavera –

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XVI

estate 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello – Indicatori e Maschere; o avvio del dibattito sulla percezione, da parte dell’opinione pubblica, del ruolo, delle

strutture e delle attività di ricerca a livello provinciale. Varo di una proposta d’indagine per approfondire l’impatto pubblico e sociale suscitato da tematiche scientifiche con predisposizione di un questionario per l’indagine. Scelta del supporto della PAT-Servizio Statistica per un’indagine telefonica ad hoc condotta da struttura interna, che non richiede risorse aggiuntive (inverno 2007-primavera 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello –Indagine Percezione;

o presentazione pubblica di VALGO e varo della sperimentazione su un set di progetti della vecchia programmazione Legge provinciale 3/2000 (dicembre 2007 – gennaio 2008) e successiva valutazione dei risultati (primavera 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello – Valgo e slide presenti in Allegati;

o presa d’atto delle difficoltà d’accesso e della limitata rilevanza, in termini d’impatto, dei dati disponibili nel data base L.P.6/99 ed avvio di una sperimentazione a campione con alcune interviste (primavera 2008). Richiesta da parte del CVR di un commitment specifico per potersene occupare, anche al fine di poter arrivare più agevolmente alle fonti di informazione (estate 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello – L.P. 6/1999;

o varo del progetto di “valutazione indipendente” da parte di un panel internazionale di esperti, anche in preparazione dei nuovi Accordi. Analisi delle candidature e definizione delle procedure anche attraverso incontri con il CTS (tarda primavera, estate 2008) cfr. Cap. Panel;

o definizione del questionario per l’indagine percezione, incontro con gli intervistatori ed affiancamento allo svolgimento (tarda primavera-estate 2008) cfr. Cap. Costruzione Modello –Indagine Percezione;

o affiancamento alle Fondazioni, sia nel processo prima propedeutico e poi partecipativo ai lavori del Panel attraverso incontri, verifica della disponibilità dei dati, azioni formative, sia attraverso la somministrazione dei format e la verifica della loro compilabilità. Suggerimento dell’indice del rapporto di autovalutazione atteso dalle Fondazioni; analisi delle specificità degli Enti e del rispettivo percorso di transizione, su come strutturare questa attività valutativa e delle necessarie competenze, interne/esterne (estate 2008) cfr. Cap. Interazione Fondazioni;

o affiancamento ai lavori del Panel (estate 2008) cfr. Cap. Panel; o predisposizione del documento per il Preambolo degli Accordi di programma (tarda

estate 2008) cfr. documento CVR presentato in Allegati/deliverable o atti conclusivi del mandato del Comitato (tarda estate 2008).

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XVII

DELIVERABLE DISPONIBILI A FINE MANDATO - rappresentazione del Modello e delle sue articolazioni - criteri di premialità per la valutazione degli Accordi di programma - format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“Valgo”) e relative

Linee guida - format per la raccolta dei dati dei soggetti (“maschere”) - mandato per il panel di esperti internazionali - documento per il preambolo ai nuovi Accordi di programma - report indagine percezione - report del panel internazionale di esperti indipendenti

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XVIII

QUADRO RIEPILOGATIVO DEGLI INCONTRI E DELLE RIUNIONI RIUNIONI CVR, INCONTRI TECNICI INTER-CVR, INCONTRI CON INTERLOCUTORI ESTERNI NB: la tavola non comprende alcuni incontri avvenuti in occasioni di riunioni del CTS o realizzatisi in altre sedi in occasione di altri eventi.

RIUNIONI CVR

ALTRI INCONTRI interCVR o con

interlocutori esterni

TIPO INCONTRO (interno, esterno)

TEMA TRATTATO

17 giugno 2006 29 settembre 2006

28-29 novembre 2006

22 gennaio 2007 22 gennaio 2007 presentazione pubblica

del Comitato di valutazione della Ricerca ad attori e responsabili del sistema ricerca trentino

15 marzo 2007 Interno: Presidente CVR, amministrazione

costituzione struttura tecnica di supporto

3 aprile 2007 3 maggio 2007 Interno: Presidente

CVR, struttura supporto1

definizione quadro operativo, problematiche valutazione

17 maggio 2007

Interno: Presidente CVR, struttura supporto

riflessione procedure per analisi impatto, ipotesi elementi dimensionali di analisi

21 maggio 2007 21 maggio 2007

Interno: Presidente CVR, struttura supporto

confronto strumenti esistenti e prime ipotesi Modello valutazione

24 maggio 2007

Interno: Presidente CVR, struttura supporto

analisi modalità di coinvolgimento Enti/ possibili processi di autovalutazione; ipotesi strumenti valorizz. Progetti (proveTIP)

12 giugno 2007

Esterno: Presidente CVR - CTS

confronto su definizione strumenti per la valutazione: schede, Modello valutazione, TIP/Valgo;

1 ‘Struttura di supporto’ identifica una risorsa esterna (Filippo Bonella) e un funzionario del Servizio Università e Ricerca Scientifica (Lucia Cella) assegnati a CVR con compiti di assistenza tecnica e affiancamento operativo a partire dalla primavera 2007.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XIX

12 giugno 2007 Interno: Presidente CVR, struttura supporto

analisi materiali valut./monitoraggio progetti

3 luglio 2007

Interno: Presidente CVR, struttura supporto

elaborazione dimensioni e indicatori / focus istituzione e fonti statistiche per info

12 luglio 2007

Esterno: Presidente CVR, Dario, Vadagnini, struttura supporto - Fondazione Bruno Kessler

presentazione attività condotte CVR e problematiche di carattere valutativo; richiesta di conoscere le procedure attivate sui temi valutativi da parte della Fondazione, di individuazione di interlocutori dedicati all’interno della Fondazione stessa; di conoscere le eventuali aspettative nei confronti del CVR

19 luglio 2007 19 luglio 2007 Esterno: CVR, struttura

supporto – Fondazione Edmund Mach

presentazione org. scientifica e strutture di ricerca FEM; illustr. compiti e mandato CVR, e Modello di valutabilità; prospettive task force comune

6 settembre 2007

16 ottobre 2007 19 ottobre 2007

Esterno: Presidente CVR - CTS

illustrazione Valgo e suo stato di avanzamento

30 ottobre 2007

Interno: Presidente CVR, struttura supporto

strumenti accompagnamento e valorizzazione progetti / analisi schede monitoraggio / distinzione strum. operativi CTS-CVR

13 novembre 2007

Interno: Presidente CVR (+collab. Alessandro Rotilio), struttura supporto

impostazione valutabilità Accordo di programma / coerenza PSP e PPR

15 novembre 2007

14 dicembre 2007

14 dicembre 2007

Esterno: CVR, struttura supporto – referenti progetti vecchia programmazione

presentazione VALGO per progetti vecchia programmazione

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XX

15 gennaio 2008 (MI)

Interno: Presidente CVR (+collab. Alessandro Rotilio), Bonaccorsi, struttura supporto

indicatori Modello; questionario indagine percezione

31 gennaio 2008 27 febbraio 2008

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto – Bucchi

proposta collaborazione indagine percezione

27 febbraio 2008 Interno: Presidente

CVR, struttura supporto prima traccia intervista indagine percezione

13 marzo 2008 27 marzo 2008

Interno: Presidente CVR, Vadagnini, struttura supporto

elaborazione intervista indagine percezione; progettazione analisi su progetti LP6/99; preparazione incontro con S. Statistica

3 aprile 2008 (TS)

Interno: Presidente CVR, Bonaccorsi, struttura supporto

avanzamento indicatori per Modello; necessità dati ISTAT

28 marzo 2008

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto – S. Statistica

richiesta possibilità riformulazione e proseguimento lavoro Zappulla; proposta indagine percezione e collab. Bucchi

11 aprile 2008 8 maggio 2008 14 maggio 2008

Pontedera-PI

Interno: Presidente CVR, Bonaccorsi, Dario, struttura supporto

elab. mandato panel; nominativi panel

9 giugno 2008 9 giugno 2008

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto – Fondazione Bruno Kessler

promozione processo

autovalutazione Fondazione; presentazione maschere

rilevazione dati 10 giugno 2008

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto – S. Statistica

incontro per formazione intervistatori indagine percezione

18 giugno 2008

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto – Fondazione Edmund Mach – Fondazione Bruno Kessler

presentazione Modello; esercizio valutazione internazionale; presentazione maschere rilevazione dati impatto

23-25 luglio 2008

Esterno Presidente CVR, struttura supporto

partecipazione lavori panel internazionale (fase 1)

25 luglio 2008 10-11 settembre Esterno: Presidente partecipazione lavori

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXI

2008

CVR, struttura supporto panel internazionale (fase 2)

17 settembre 2008

29 settembre 2008 (MI)

Esterno: Presidente CVR, struttura supporto

partecipazione riunione

panel internazionale

16-17 ottobre 2008

17 ottobre 2008 Esterno: CVR, struttura supporto – Panel -Assessorato, CTS, FBK, FEM

presentazione Report del Panel internazionale a CVR e PAT, con invito altri interlocutori

PARTE SECONDA

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXV

LA COSTRUZIONE DEL MODELLO Il processo di costruzione del Modello, avviato fin dalla prima riunione del Comitato, si è sviluppato sulla base di un dibattito interno ma anche attraverso l’esame della letteratura e la predisposizione di contributi da parte di alcuni membri; la discussione ha portato alla chiarificazione concettuale circa il significato e le peculiarità della valutazione di impatto collegata alle iniziative e agli interventi in materia di ricerca e innovazione, ovviamente adattati al contesto provinciale trentino. La Legge istitutiva stabilisce un perimetro di valutazione ampio, definito negli obiettivi ma molto aperto nel percorso realizzativo, ricomprendente sia la ricerca scientifica che quella industriale e i vari soggetti attuatori, e collocando il livello di analisi rispetto ai programmi e alle politiche, non ai singoli progetti. Il CVR ha ritenuto di declinare il mandato ricevuto dalla Legge istitutiva secondo i più avanzati riferimenti internazionali in materia di valutazione della ricerca, che suggeriscono modelli articolati che presentino le seguenti caratteristiche di base:

- mix tra metodi quantitativi e qualitativi - attenzione alle differenze tra tipologie di ricerca (accademica, industriale) ma anche

alle relazioni tra le stesse, tra fasi di svolgimento della ricerca (fasi esplorative, risultati intermedi, risultati finali), tra risultati e valorizzazione

- focus sulle caratteristiche e le dinamiche delle risorse umane coinvolte - combinazione di fonti di informazione diverse - attenzione al coinvolgimento degli utilizzatori, sia diretti che indiretti, della ricerca nel

processo di valutazione. Il Modello si caratterizza per una ambizione di completezza in riferimento a diverse dimensioni della attività di ricerca. In particolare rispetto a: (a) soggetti attuatori della ricerca

- Fondazioni e altri enti finanziati - Imprese

(b) strumenti e fasi del processo di ricerca

- bandi ed accordi - prodotti o “sottoprodotti” dei processi e delle attività - risultati finali o intermedi - processi formali di valorizzazione - outcome e impatto della ricerca

(c) fonti di informazione

- fonti statistiche (rilevazione ISTAT-Ufficio Statistica della Provincia di Trento sulla R&S);

- indagini ad hoc (ad es. sulla percezione dei cittadini rispetto alla ricerca trentina) - reporting degli enti di ricerca (Fondazioni) - reporting dei gruppi di ricerca sui risultati intermedi - rapporti di monitoraggio dei progetti di ricerca industriale (Legge provinciale 6/99) - peer review di esperti (panel di esperti internazionali).

Si esplicitano di seguito le principali scelte di metodo, prima di illustrare il contenuto. Soggetti attuatori Il Modello si basa su informazioni raccolte intorno al complesso delle attività di ricerca finanziate dalla Provincia autonoma di Trento ma svolte da soggetti diversi:

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXVI

- Fondazione Bruno Kessler - Fondazione Edmund Mach - Università (per la parte relativa all’Accordo di programma e alla cooperazione con le

Fondazioni) - Enti di ricerca nazionali finanziati in base a specifici accordi - Imprese.

Sono inclusi nel Modello di valutazione i Centri di ricerca ricompresi nel perimetro delle Fondazioni. Al contrario, non è incluso nella presente versione del Modello il Distretto tecnologico energia-ambiente, che, pur rientrando in linea di principio entro i compiti del CVR, opera in un contesto specifico con modalità autonome e non ha ancora compiuto cicli significativi di attività. Strumenti e fasi del processo di ricerca Il principio di base della valutazione è quello di considerare la filiera decisionale e realizzativa come la modalità per coniugare gli obiettivi auspicati con i risultati raggiunti. Su tale base la scelta e la ripartizione tra i diversi strumenti, il rapporto tra iniziative programmate rispetto a quelle attuate, le modalità di svolgimento e di realizzazione costituiscono variabili descrittive per la valutabilità del prodotto della attività di ricerca. In pratica l’assunto è che se la ricerca non produce prodotti, non è valutabile. L’oggetto più comune di osservazione della valutazione è la produzione scientifica, misurata con indicatori riferiti a specifici prodotti (pubblicazioni scientifiche, brevetti). Obiettivi fondamentali sono la valutazione di elementi della ricerca quali:

- quantità - qualità e/o rilevanza - produttività.

I criteri adottati hanno come riferimento concettuale la comunità scientifica, sono cioè criteri prevalentemente interni. Le pubblicazioni sono tuttavia un prodotto finale della ricerca scientifica, quello su cui si esercitano quasi sempre gli sforzi di valutazione. Rispetto a questa fase del processo, il Modello del CVR compie due scelte oltremodo significative, spostando rispettivamente l’attenzione:

- a monte, con focalizzazione sui risultati anche intermedi della ricerca, descritti nel loro contenuto conoscitivo invece che nel medium in cui sono eventualmente incorporati;

- a valle, con attenzione alle ricadute e alla valutazione di impatto. La valutazione dei risultati si basa su un modello (si veda il paragrafo di questo capitolo denominato scheda Valgo), di origine comunitaria ma sottoposto ad un notevole processo di semplificazione, snellimento ed estensione ai peculiari domini socio-umanistici esistenti in Trentino, che pone ad oggetto i risultati epistemici della ricerca come identificati dai produttori e validati dalla struttura amministrativa, ovvero gli avanzamenti della conoscenza comunque raggiunti ma con una chiara delimitazione di contenuti e di identità, indipendentemente dalla loro materializzazione in vari media (pubblicazioni, brevetti, etc.) e dalla loro utilizzazione. Naturalmente la scelta di osservare i risultati intermedi, come anche la possibilità di accompagnamento nella loro evoluzione nel tempo, mette in luce un fenomeno di grande interesse ma potenzialmente fonte di rischi elevati: che i soggetti attuatori della ricerca sovrastimino sistematicamente il grado di maturità dei risultati, assumendo che i processi di completamento, validazione, applicazione, industrializzazione (ove applicabile), disseminazione e diffusione (tutte aree scarsamente dominate dal ricercatore) siano del tutto spontanei, immediati e a basso costo. In altri termini, i ricercatori sottostimano i tempi, i costi e le incertezze associati al trasferimento dei risultati ai potenziali utilizzatori e alla necessità di trasformazione della conoscenza che ciò comporta.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXVII

Questa osservazione è tanto più marcata, paradossalmente, per le Fondazioni, le quali dovrebbero assumere come missione la produzione di ricerca che sia allo stesso tempo di alta qualità (stato dell’arte internazionale) e di alta rilevanza. La valutazione dell’impatto della ricerca ha invece per oggetto le ricadute sui soggetti esterni, con particolare riferimento a:

- sistema economico (imprese, lavoratori) - sistema politico e amministrativo (governo, pubblica amministrazione) - società (cittadini, gruppi di pressione, associazioni, non profit) - ambiente.

Nonostante la valutazione di impatto sia, in linea di principio, parte integrante della valutazione tout court, l’esperienza mostra che è assai meno praticata e gode di uno statuto metodologico problematico. Solo recentemente si sono lanciati esperimenti su larga scala volti a costruire indicatori di impatto con valore statistico. Rispetto al sistema trentino, la valutazione della ricerca è di fatto una innovazione istituzionale, che richiede un approccio sistematico e graduale. In questa prospettiva la valutazione di impatto non potrà inizialmente essere basata su indicatori sviluppati a fini statistici e separatamente dagli attori della ricerca. Al contrario, sarà necessaria una fase di apprendimento istituzionale, da realizzare congiuntamente tra gli attori della ricerca e il CVR, allo scopo di giungere progressivamente alla costruzione di un sistema di indicatori condiviso e motivante. La valutazione di impatto, in altre parole, è un processo sociale complesso, che coinvolge soggetti valutati, valutatori e stakeholder entro orizzonti medio-lunghi. La valutazione di impatto si svolge seguendo una maschera di informazioni sottoposte a rapportistica da parte dei soggetti attuatori e avvalendosi di altre fonti esterne di informazione. Fonti di informazione Il Modello di valutazione si basa sull’integrazione di varie fonti. In linea di massima la valutazione della ricerca si fonda sulla combinazione tra metodi quantitativi (bibliometria, scientometria, indicatori) e peer review qualitativa. Nel Modello CVR la parte quantitativa si basa sulle seguenti fonti:

- maschere di dati, da compilare da parte dei soggetti attuatori - indagini statistiche - indagini dirette - rapporti di monitoraggio.

La parte qualitativa si basa invece su: - panel internazionali di esperti - valutazioni espresse dal CVR (una volta messo a regime il Modello di valutazione e

raccolte le informazioni di cui sopra). Naturalmente la misurazione dell’impatto è soggetta ad una serie di problemi teorici e metodologici molto seri, sui quali il CVR ha lavorato a lungo:

- non esistono metodologie consolidate o schemi condivisi disponibili - è necessario costruire un modello originale e testarlo sul campo;

- l’impatto è per sua natura multidimensionale - occorre quindi sviluppare indicatori multipli e identificare metodologie di analisi differenziate;

- l’orizzonte temporale entro cui si manifestano le varie dimensioni di impatto è differenziato e incerto (quanto tempo si deve attendere prima di osservare l’impatto?) - è consigliabile dunque svolgere le valutazioni con tempistiche diverse;

- i nessi di causazione sono ambigui (come stabilire quali fattori hanno contribuito a ciascuna dimensione di impatto?);

- la separazione dei vari effetti causali può essere impossibile (supponiamo che vari fattori contribuiscano ciascuno a varie dimensioni di impatto: come tracciare all’indietro

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXVIII

gli impatti verso le rispettive origini?) - occorre pertanto formulare delle ipotesi di impatto e controllarle sistematicamente nel tempo;

- la misurazione è controversa (è possibile misurare gli impatti nello stesso modo delle attività?) - occorre costruire misure che siano standardizzabili, comparabili, modificabili se necessario, tenendo sempre sotto controllo gli aspetti metodologici.

La figura successiva riassume gli elementi di base del Modello evidenziandone strumenti e fonti informative. Elementi di base del Modello, in relazione agli str umenti e alle fonti informative .

RISULTATI OUTPUT IMPATTO Scheda VALGO Maschere di rilevazione e Rapporti degli Enti Monitori progetti di ricerca industriale Indagini ISTAT su R&S Indagine sulla percezione dei cittadini Panel internazionale di esperti Lo schema concettuale qui presentato è stato utilizzato per ragionare sugli strumenti necessari in termini di valutabilità, tali da poter essere trasferiti nelle procedure e/o nei testi contrattuali e degli Accordi, strumenti coerenti con le caratteristiche di attività associabili ad una misurazione delle ricadute territoriali e ai nessi di causalità. Un primo passaggio ha visto la verifica di reperibilità di queste informazioni all’interno della documentazione dei progetti inerenti la vecchia programmazione (Legge provinciale 3/00 e Legge provinciale 6/99) non pensata per questo obiettivo. Il lavoro si è concentrato su due aspetti: l’impatto economico - con il rapporto tra ricerca e industria, creazione di nuove imprese, attrattività dell’iniziativa anche di carattere internazionale, componente umana - e l’impatto sociale con la partecipazione dei ricercatori al dibattito pubblico e il recepimento sociale delle realtà e delle tematiche scientifiche nella popolazione. Su questa base i due ambiti principali sono stati articolati in cinque categorie d’analisi, cinque dimensioni in grado di consentire una rappresentazione multidimensionale dell’impatto atteso, e misurato. Si è poi proceduto a declinare le dimensioni/ambiti progettando per ognuna di esse una definizione tale che consentisse la sua traduzione in una batteria di indicatori. Questo processo, per sua natura interattivo e sperimentale, ha visto coinvolti i membri del Comitato ma anche la partecipazione di altri soggetti, dall’Amministrazione al CTS, dai ricercatori ai decision maker e ha avuto occasioni di confronto anche all’esterno del territorio provinciale. Le dimensioni di analisi scelte sono:

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXIX

GENERAZIONE DI NUOVA CONOSCENZA è la dimensione d’analisi che contiene indicatori pertinenti al core scientifico e tecnico. Questi indicatori vengono utilizzati nella valutazione della struttura progettuale, del metodo adottato e del risultato del progetto di ricerca, nella valutazione dell’operato scientifico delle Istituzioni/Enti di ricerca, nonché nell’articolazione e applicazione dei relativi Accordi di programma. Nuova Conoscenza raccoglie le informazioni caratterizzanti le coordinate disciplinari e la verifica della loro evoluzione e trasformazione nel tempo. POLITICA AMMINISTRAZIONE E GESTIONE è la dimensione d’analisi che identifica e misura gli elementi che determinano un mutamento nell’approccio politico alla ricerca scientifica: nascita di nuove regole, leggi, strumenti e regolamenti attuativi dell’attività di ricerca o che introducono innovazione nella gestione amministrativa della attività di ricerca di un’Istituzione/Ente o che si avvalgono del contributo fornito dalla ricerca ai fini di una diversa capacità operativa dell’Amministrazione. ECONOMIA è la dimensione d’analisi che si occupa della quantificazione dei fattori economici determinati dalle attività di ricerca e sviluppo. Questa dimensione di analisi si applica alla misurazione della performance di Istituzioni/Enti e altri soggetti che usufruiscono dei finanziamenti di ricerca, anche in relazione a esternalità positive sul territorio. CULTURA SOCIETA’ E CITTADINI è la dimensione d’analisi che si occupa di effettuare una misurazione del cambiamento sociale e culturale determinato dagli investimenti in ricerca e sviluppo in un territorio. Fornisce elementi analitici sulla percezione e conoscenza della ricerca scientifica da parte della popolazione, e su come questa interazione influenzi a sua volta la “scelta” delle tematiche e dei comportamenti di chi opera all’interno della comunità scientifica. AMBIENTE E SOSTENIBILITA’ è la dimensione d’analisi che monitora l’ancoraggio dei programmi di Istituzioni/Enti, degli obiettivi e dei metodi della ricerca scientifica a parametri riconosciuti di compatibilità ambientale e sviluppo sostenibile. Il lavoro di analisi della letteratura sul tema, che include anche esiti del lavoro di ricerca di alcuni membri del Comitato stesso, ha portato all’individuazione di un set di indicatori ampio (~ 20) da associare ai diversi soggetti operanti nel sistema della ricerca locale e ai conseguenti domini di indagine (inizialmente 4: progetti di ricerca, strumenti di finanziamento, istituzioni ed accordi di programma – portati poi a 3 come in figura successiva). Il CVR ha lavorato alla collocazione degli stessi, rilevando le criticità; tra queste: o capacità di attrarre e gestire risorse o rinnovamento strutture tecniche e umane o ampliamento rete collaborazioni o utilità risultati per esigenze: territorio / Paese / settore specifico o capacità di trarre vantaggio dai risultati o rete distribuzione: attività di ricerca / fornitura servizi (pubblicazioni / brevetti) o miglioramento del posizionamento in ambito nazionale e internazionale o capacità di trasferimento alle piccole e medie imprese o capacità di competizione o ….

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXX

Il lavoro sugli indicatori per la rappresentazione delle diverse dimensioni d’impatto ha evidenziato alcune criticità generali ed alcune specifiche. Tra le prime, in particolare si è sottolineata la disponibilità, la parzialità e la non validazione, in molti casi, delle informazioni e delle loro fonti per alimentare il sistema. Questo vale in particolare per quelle informazioni non direttamente associabili ai soggetti direttamente beneficiari dei finanziamenti. Tra quelle più specifiche va sottolineato il diverso significato che il contributo in materia di generazione di nuove conoscenze assume se associato al “valore scientifico” o all’”impatto scientifico” da esso generato, più correlato alle conseguenze generate all’interno della comunità scientifica coinvolta. Si è deciso di affrontare sperimentalmente il problema ricorrendo alla definizione di un sistema di “Maschere di rilevazione” ovvero ad un format strutturato, omogeneo per tutti i soggetti (cfr. paragrafo corrispondente), comprendente una selezione ragionata e adattata degli indicatori della batteria iniziale ritenuti più idonei ad essere utilizzati nel contesto in esame. A questi si sono aggiunti, come integrazione, altri strumenti/dispositivi idonei alla valutabilità di impatto nel sistema. Tra questi: o L’indagine sulla percezione, realizzata attraverso il supporto di PAT-Servizio Statistica cfr. Paragrafo INDAGINE PERCEZIONE o Le relazioni tra ricerca industriale e ricerca pubblica, esplorate attraverso alcune interviste a campione cfr. Paragrafo LEGGE PROVINCIALE 6/99 o Una periodica indagine di peer review, anticipata con l’esercizio pilota poi realizzato cfr. Cap. PANEL. Il quadro internazionale non presenta esempi di riferimento particolarmente significativi, in particolare rispetto alla valutazione d’impatto su interventi di natura addizionale operanti su una dimensione territoriale definita. Poter disporre quindi di una strumentazione che valuti le

Il Modello di valutabilità di impatto

soggetti istituzionali della ricerca

Dimensioni di analisi

ambiti di indagine ove operano gli indicatori della valutazione d’impatto

strumenti di finanziamento

accordi di programma

declinati su

aspetti ed effetti

economici

generazione nuove

conoscenze

effetti su politica amm.

e gestione

cultura società cittadini

ambiente e sostenibilità

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXXI

iniziative e gli interventi adottati, l’efficacia in relazione ai risultati, la quota di risultati con impatto locale, significa offrire all’amministratore una “cassetta degli attrezzi” potente e plasmabile, atta anche a trasmettere all’opinione pubblica messaggi ed indicazioni.

Lo schema qui presentato colloca, rispetto al precedente, le diverse tipologie di strumenti prima evocate come possibili fonti informative per alimentare il Modello. I singoli elementi verranno commentati nel seguito.

Indicatori e Maschere Un primo contributo è stato originato dal lavoro di ricerca del Comitato che ha portato a strutturare mappe specifiche dei temi-oggetto su cui lavorare. La traduzione e l’applicazione al contesto trentino, con particolare riferimento a enti a carattere multidisciplinare, con aree umanistiche o delle scienze sociali, ha evidenziato come il passaggio da indicatori di tipo tradizionale ad altri più innovativi presenti margini di criticità. Si è anche manifestata una necessità di andare oltre l’esercizio di mera applicazione degli indicatori, poiché l’esigenza di una loro taratura utilizzando coefficienti specifici, e pesati secondo la pertinenza delle attività alle tematiche scientifiche sotto osservazione, ha richiesto un progressivo affinamento degli strumenti d’analisi per arrivare a cercare di includere l’esame delle dinamiche sottese all’intero sistema, in grado di leggere, ad esempio, nei progetti, le coordinate e le interrelazioni di contesto. A titolo esemplificativo o impatto socio-economico in senso ampio o soluzioni pratiche a breve per problemi sociali (ambiente, sanità, tecnologie) o impatto diretto/indiretto di tipo economico (+ occupazione; + produttività) o nuovi insediamenti scientifici nel territorio o mobilità ricercatori e tecnici o creazione nuovi ricercatori e tecnici

I dispositivi del Modello

valorizzazione dei

risultati (Valgo)

indagine percezione popolazione trentina

rilevazioni ISTAT

casi studio

indag.ad hoc

informa

zioni dirette

Enti

altri dispositivi

in progettazi

one

maschere/indicatori e Peer review

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 XXXII

Su questa base è stata costituita una batteria iniziale di indicatori comprendente:

o Pubblicazioni o Realizzazione di eventi o Comunicazione o Educazione/formazione o Metodi (pratiche) o Tecniche e Tecnologie o Strumenti o Strutture ad hoc o Capitale Umano Qualificato o Brevetti e Marchi o Collaborazioni e modalità o Servizi o Network Ricerca Industria o Creazione Spin-off, nuove

imprese o Investimenti Esteri Diretti o Creazione Occupazione Diretta

o Creazione Occupazione Indiretta

o Spesa Pianificata per la Ricerca o Rendimento e Performance o Investimento in formazione o Stile di vita dei beneficiari o Nascita di percorsi formativi o Nascita organizzazioni di

servizio o Metodi e Strumenti di

identificazione, analisi, riduzione, eliminazione delle minacce ambientali e loro applicazione

o Riferimenti a normative e standard internazionali non ancora recepiti in Italia

La focalizzazione sulla valutazione d’impatto include un percorso di avvicinamento (e partecipativo) ai soggetti che devono generare l’impatto stesso: da qui l’attenzione per un bilanciamento dei dati “freddi” con la raccolta di informazioni e pareri attraverso indagini dirette. Lo sforzo è stato quello di sburocratizzare il circuito informativo, sensibilizzando gli interlocutori per poi procedere in modo graduale, con alcune azioni formali in grado di rafforzare la praticabilità del processo e la sua comprensione attraverso il raggiungimento di risultati concreti. Nel fare ciò si è anche favorita l’attivazione da parte delle istituzioni, attraverso le interviste e sensibilizzazioni, dei necessari processi interni. A questo proposito, anticipando quanto contenuto nel capitolo apposito, le strutture di autovalutazione, costituite con modalità e tempi differenti nelle due Fondazioni, sono state “accompagnate” dal CVR nella progettazione di un’ipotesi di rapporto autovalutativo, senza peraltro suggerire in forma rigida format o contenuti al di là del set di dati strutturati contenuti nell’impianto delle Maschere. Al termine di un laborioso processo di confronto, affinamento e selezione, si è concordato su 13 maschere con relative tabelle di rilevazione dei dati, destinate alle Istituzioni (cfr. ALLEGATI/deliverable per visionare tutte le tabelle)

o Le pubblicazioni o Comunicazione ed eventi o Metodi e pratiche o Tecnologie o Nuove strutture o Brevetti e marchi o Networking scientifico

o Networking industriale o Creazione spin-off / nuove

imprese o Occupazione diretta/indiretta o Innovazione prodotto processo o Formazione o Ambiente

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Si è poi passati a sperimentare la praticabilità del sistema attraverso un’illustrazione commentata alle strutture di autovalutazione delle Fondazioni tarando, con loro, sia la terminologia, sia l’ipotesi di prima applicazione. Su questo tema è emersa una diversa capacità di risposta (e della conseguente compilazione) tra le due Fondazioni che si è manifestata in occasione dell’esperienza del panel di esperti.

Legge Provinciale 6/1999 e ricerca industriale L’interesse per comprendere tutti i soggetti provinciali nell’analisi d’impatto, e la contemporanea sollecitazione manifestata dall’Amministrazione, ha portato il CVR a considerare l’interazione tra mondo della ricerca e dell’innovazione, realizzata attraverso il sostegno alla ricerca svolta dalle imprese, come uno specifico terreno d’iniziativa del Comitato, anche per potere dare seguito a quanto indicato dalla Legge. Già qualche anno prima, nel quadro della predisposizione di un rapporto propedeutico alla Relazione annuale dell’Osservatorio, era stata realizzata una prima raccolta di dati per il periodo 2000-5. Il lavoro, curato dal dr. Zappulla, si era concretizzato nella produzione di un repertorio di dati (per lo più relativi alle caratteristiche economiche dei soggetti beneficiari all’atto della candidatura) realizzato attraverso un’indagine diretta sui file cartacei conservati dalla banca. L’esistenza di questo data base e dello schema entità-relazioni che ne era alla base, ha spinto il Comitato a verificare se e come potesse essere utilizzato per consentire una valutazione d’impatto e, allo stesso tempo, a testare la possibilità di raccogliere ed utilizzare le stesse categorie di dati nell’ambito delle nuove procedure, armonizzate tra ricerca pubblica e ricerca industriale. Preso atto della difficoltà di accesso alle informazioni primarie, in quanto detenute in forma riservata dalla banca, e delle difficoltà ad utilizzare direttamente il data base, in quanto gestito dal Servizio Statistica, il Comitato ha deciso di sperimentare una seconda modalità d’indagine, selezionando un numero limitato di imprese da sottoporre ad un’intervista pilota per mezzo di un questionario a domande aperte, ricavando, ove possibile, per le stesse imprese, informazioni di cornice rispetto a quanto contenuto nel data base. Questo confronto ha permesso al Comitato di valutare il data base come sostanzialmente inadeguato rispetto ai propri obiettivi e, di conseguenza, di ritenere di non doverne sostenere l’ipotesi di aggiornamento rispetto alla situazione attuale. Il CVR ritiene che l’analisi d’impatto della ricerca industriale finanziata dalla L.P. 6/99 sia estremamente rilevante al fine di ottenere un quadro complessivo ed accurato dei risultati conseguiti dalle politiche provinciali per la ricerca e, pertanto, conferma l’importanza di poter disporre di una procedura che renda disponibili le informazioni richieste. Ai fini dell’implementazione del Modello, tuttavia, la riflessione sulla Legge provinciale 6/99 necessita di un’ulteriore fase di messa a punto.

Scheda Valgo per la Valorizzazione dei risultati La riflessione, avviata nel giugno 2007, su come gestire le informazioni relative all’impatto dei risultati derivanti dai progetti di ricerca ha portato ad individuare una forma strutturata di raccolta/trattamento dei dati, una scheda organizzata per voci, a partire da una rivisitazione/semplificazione di uno strumento già utilizzato presso la Commissione Europea per accompagnare il processo di valorizzazione. Tale strumento, pur con i necessari adattamenti, presentava tanti vantaggi: in primo luogo, essendo in pratica già noto ed utilizzato, avrebbe facilitato la compilazione; secondariamente, il ricorso ad informazioni strutturate in forma similare avrebbe aiutato la comparabilità e il trattamento rispetto a quelle prodotte in ambito comunitario. Infine si sarebbe potuto contenere il processo di sperimentazione riuscendo ad affrontare direttamente le criticità già riscontrate. Lo strumento preso in esame è il technological implementation plan (form sia cartaceo che in formato elettronico della Commissione Europea, denominato TIP) che ha supportato, nel IV, V e VI programma quadro della ricerca, l’analisi e la valorizzazione dei risultati. L’adattamento è consistito principalmente in una rivisitazione dei contenuti con l’introduzione di alcuni

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parametri descrittivi, richiesti ai compilatori, quali quelli relativi alle dimensioni d’analisi previste dal Modello o le componenti socio-economiche non previste nel TIP, ma anche una semplificazione complessiva ed una taratura di quanto richiesto in merito al processo di valorizzazione. Il CVR ha ritenuto che l’applicazione di questo strumento su piccola scala territoriale, quale quella locale trentina, avrebbe consentito al Comitato la disponibilità di “chiavi di lettura” adattabili ai diversi ambiti di valutazione e quindi complementari alle schede predisposte per i progetti, basate essenzialmente su informazioni relative alla fase d’avvio e di selezione. Avrebbe inoltre promosso un trattamento sistematico dell’insieme delle informazioni disponibili e relative ai risultati, anche per consentirne elaborazioni ed estrazioni relativamente ai contenuti descrittivi presenti nei testi, col fine di individuare relazioni, legami e possibili sviluppi. Un secondo vantaggio derivante dall’utilizzo di questo strumento risiede nel fatto che, ove compilato in corso d’opera e non semplicemente al termine o in occasione delle scadenze temporizzate di rendicontazione, offre l’opportunità di un monitoraggio in tempo reale sulla generazione dei risultati, in modo da favorire la loro finalizzazione rispetto ai processi di valorizzazione. Senza dimenticare, infine, che l’attenzione posta sul che fare (all’interno e all’esterno del gruppo di ricerca) al termine del progetto, favorisce la costruzione di una strategia personalizzata, da parte dei produttori, nel processo di valorizzazione e, da parte dei potenziali interessati, nel percorso di utilizzo. Su tale base il CVR ha evidenziato inoltre la necessità di condividere le impostazioni di tale strumento con l’altro Comitato (CTS) al fine di fornire gli elementi informativi necessari alle fasi di cui esso è titolato ad occuparsi, quali, ad esempio, la presentazione e il monitoraggio. In ogni caso lo strumento non entra nelle valutazioni di ordine scientifico o amministrativo, bensì di individuazione e rappresentazione dei risultati e si delinea inoltre come un possibile strumento di marketing, sia per l’amministrazione che per il gruppo di ricerca. In merito a come proceduralizzare l’iter per la sua compilazione, il CVR ha proposto di incardinarlo nella procedura di accompagnamento di ogni progetto e quindi di vincolarne la formale trasmissione in sede di reporting, cercando tuttavia di stimolarne una compilazione in tempo reale per realizzare il già citato monitoraggio. Ciò significa che, riguardo al carico di lavoro per la sua gestione, questo dovrebbe consistere in un controllo periodico dell’aggiornamento dei documenti da parte del Servizio, lasciandone la compilazione al ricercatore, e nella trasmissione periodica al Servizio stesso come allegato alle relative scadenze di verifica degli avanzamenti di progetto. In pratica si potrebbe ottenere il duplice vantaggio di responsabilizzare l’esecutore della ricerca nel predisporre iniziative volte a valorizzare i risultati (già in sede di loro raggiungimento) oltre alla raccolta strutturata di tutte le informazioni disponibili a livello di Servizio della PAT, CTS e CVR. La prima sperimentazione dello strumento, denominato Valgo (acronimo di VALorizzare Goal, Outcome e risultati dei progetti) viene dettagliata negli allegati. La sperimentazione, preceduta da una giornata di presentazione e sensibilizzazione (si vedano le slide tra gli allegati a questo Rapporto) ed accompagnata dalla disponibilità di linee guida per facilitarne la compilazione, ha evidenziato difficoltà di comprensione e la preoccupazione, da parte dei rispondenti, di rendere visibile l’insieme di quanto fatto, con una non corretta identificazione dei risultati in quanto tali. In altri casi si è confusa la descrizione delle attività con il raggiungimento dei risultati, in altri ancora si è data eccessiva enfasi ad alcuni descrittori di risultato (pubblicazioni, personale formato) piuttosto che al loro significato. In generale il ricorso a linee guida per facilitarne la compilazione non è riuscito a limitare le interpretazioni distorte. La possibilità offerta dalla sua eventuale informatizzazione, registrandone in forma continuativa gli aggiornamenti in itinere ma anche “misurando” i progetti a scadenze

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periodiche, potrebbe costituire un’opportunità interessante anche per i progetti di ricerca industriale, per i quali si ritiene indispensabile prevedere specifiche garanzie di riservatezza. L’informatizzazione dello strumento nei suoi campi descrittivi, e la sua eventuale integrazione in Monitora, pur se non testata, potrebbe rappresentare nuove opportunità per correlare informazioni o per estrarre contenuti non evidenziati dagli stessi compilatori. Valgo, concepito per spingere il ricercatore a ragionare distintamente su ogni singolo risultato, affronta anche il rischio di possibili sovrastime da parte dei compilatori, non tanto dei risultati quanto delle loro “attese di valorizzazione”, ma si ritiene che la reiterazione nel tempo della compilazione possa parzialmente arginare questo rischio. Sulla base poi del delinearsi della struttura del Modello complessivo di Impatto si è riflettuto sull’opportunità di ingegnerizzare successive versioni dello strumento, Valgo 2 (relativo alle Istituzioni) e Valgo 3 (relativo agli Accordi di programma) e sulla costruzione di un modello specifico per la ricerca industriale. Restano quindi da organizzare i follow-up della sperimentazione, in continuità con la presentazione pubblica fatta all’inizio del processo; la messa a punto dello strumento in quanto tale, precisando gli eventuali correttivi; va confermata o meno la proceduralizzazione dello strumento come allegato ai nuovi progetti, e chiarita l’applicabilità dello strumento alla L.P. 6/99, tenendo presente che sui progetti industriali si è inevitabilmente di fronte a un minor numero di risultati, ma a un numero maggiore di applicazioni direttamente identificabili. Il nuovo Modello a regime potrebbe prevedere che la scheda Valgo accompagni il progetto dall’inizio, esprimendo così la richiesta di un’attenzione nuova all’utilizzo dei risultati da parte dei beneficiari del finanziamento pubblico. Vi è quindi la necessità di calibrare attentamente il messaggio da fornire, per sottrarre Valgo alla percezione che si tratti di un atto burocratico, mentre andrebbe viceversa caratterizzato come uno strumento di utilizzo decisivo per il futuro.

Fondo unico (Legge provinciale 3/2000): esercizio d ’analisi sulla programmazione precedente Il parco progetti del Fondo unico, ovvero i progetti finanziati con caratteristiche di aggiuntività sulla base di una selezione competitiva per qualità scientifica a seguito di bandi aperti, costituisce nel suo insieme una casistica articolata che abbraccia diverse modalità e temi, un periodo di tempo ampio (4 anni) e tocca, sebbene in maniera differenziata, tutte le entità scientifiche provinciali. A questo proposito il CVR ha deciso di realizzare una sperimentazione a campione con il duplice scopo di rispondere alla richiesta di una valutazione circa il loro operato, e quello di indagare la possibilità di reperimento, al loro interno ma anche all’interno della documentazione amministrativa ad essi relativa, di quelle informazioni ritenute utili per l’analisi d’impatto e per l’alimentazione del Modello. Una terza giustificazione era data dalla possibilità di training on the job per quei membri del Comitato che non avevano maturato precedenti esperienze con le problematiche e i soggetti di ricerca del contesto territoriale trentino. Sono stati quindi selezionati un certo numero di progetti che, per dimensione, maturazione nel loro sviluppo e copertura dei diversi ambiti disciplinari e tematici, fossero in grado di rappresentare adeguatamente, sebbene non in forma di campione pesato, l’insieme delle problematiche sopra ricordate. Si è anche proceduto alla formazione di sottoinsiemi del Comitato, in grado di promuovere da subito uno scambio di esperienze e di opinioni da riportare poi nel dibattito plenario. Il supporto tecnico offerto dal Servizio ha favorito l’accesso alla documentazione, spesso cartacea o contenuta in forma molto sintetica nei verbali del precedente CIVR. A questo proposito l’elemento di continuità è stato garantito dal fatto che tutta l’esperienza della Legge provinciale 3/2000 è stata realizzata sotto l’egida del precedente CIVR il cui Presidente è, in questa legislatura, Presidente del CVR.

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L’esperienza ha dimostrato che le informazioni disponibili non sono da ritenersi sufficienti ad alimentare il Modello sia per quanto riguarda la quantità di dati (vi è una netta prevalenza dei dati relativi alla rendicontazione economica delle spese su quelli “di merito” relativi al giudizio, di norma espresso da un componente del CIVR utilizzato come monitore) sia per la qualità, di norma condensata in un giudizio sintetico espresso anche attraverso raccomandazioni. Solo nei casi di quei progetti di grande dimensione in cui ci si è avvalsi di un monitore esterno la procedura e la documentazione sono sufficientemente ricche ma il ricorso ad indicazioni confrontabili tra i diversi progetti è piuttosto aleatorio, anche in ragione della specificità dei casi sotto osservazione. L’analisi dei progetti della precedente programmazione è stata anche l’occasione per riflettere, in termini di peer review, su alcune caratteristiche di operatività. Pur se questo non rientrava direttamente nei compiti del CVR se ne sono tratte utili indicazioni rispetto al Modello. Come anche la riflessione, che era già emersa in sede di implementazione della Legge provinciale 3/00, sulle peculiarità dell’area socio-umanistica per come presente nel contesto trentino rispetto alle caratteristiche dello strumento (progetti di natura cooperativa, allargati ad altri partner ma centrati sul ruolo guida di un’istituzione scientifica provinciale). Ne è emersa una difficoltà a considerare i progetti in forma separata (anche rispetto alle – ridotte – dimensioni delle istituzioni in esame, i due istituti ex-ITC). Infine la sperimentazione ha consentito di ragionare su quei pochi progetti fortemente indirizzati verso uno sbocco applicativo, in cui il trade-off tra qualità scientifica e impatto risulta molto sbilanciato in favore di quest’ultimo. Ci si è interrogati se a una maggiore complessità scientifica del progetto avrebbe potuto corrispondere un uguale (o maggiore) ritorno di tipo economico. Questo anche rispetto alla possibilità di eventuali forme alternative per sostenere, attraverso il contributo PAT, un’iniziativa che non sembra aver generato particolari ritorni di natura scientifica, promossi dal progetto, sul sistema provinciale della ricerca, con l’obiettivo di pesare correttamente la valutazione d’impatto scientifico e la valutazione scientifica del progetto.

ISTAT e indagini statistiche locali La disponibilità di informazioni statistiche per alimentare il Modello ha motivato il CVR, fin dall’avvio dei suoi lavori, a stabilire relazioni con la struttura deputata a svolgere le indagini, ovvero il Servizio Statistica che, nell’ambito del Sistema Statistico Nazionale conduce direttamente le rilevazioni ufficiali e le rende comparabili con quelle a livello nazionale (ISTAT) ed europeo (EUROSTAT). Tale interazione consentirebbe di disporre in tempi relativamente ravvicinati di informazioni standardizzate e dettagliate. Si tratta di rapporti già attivi con il precedente CIVR e l’Osservatorio e sviluppatisi negli anni nel quadro delle attività svolte dal Comitato Provinciale per lo Sviluppo a supporto del PSP. Il CVR ha esplorato la possibilità di accedere, rispettando la legislazione vigente in materia di segreto statistico, ai dati originari sulle singole unità di osservazione (enti di ricerca pubblici, imprese, enti no profit). Nonostante un comune sforzo di collaborazione, si è giunti alla conclusione della impossibilità di accedere ai dati originari. La stessa configurazione dei sistemi informatici del Servizio Statistica impedisce l’accesso esterno. Si è quindi giunti alla determinazione di acquisire i dati in forma diversa, operando su un obbligo di compilazione, posto da parte dell’Amministrazione ai fini dell’accesso ai finanziamenti, delle stesse informazioni richieste dall’ISTAT nei questionari di indagine somministrati e gestiti dal Servizio Statistica (un commento più dettagliato è presente tra gli allegati di questo Rapporto). Questa procedura deve trovare attuazione negli Accordi di Programma con le Fondazioni e nei formulari relativi ai futuri bandi. Su questa base il CVR potrà avere a disposizione gli stessi dati disponibili al sistema statistico, in modo da poter effettuare confronti e

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standardizzazioni a livello regionale, nazionale ed europeo. Allo stesso tempo avrà accesso a informazioni relative alla singola unità, che sono essenziali nel processo valutativo. Accanto alle indagini ISTAT propriamente dette, il CVR ha incluso nel proprio Modello la possibilità di Indagini a livello locale. Tra queste va ricordato il lavoro precedentemente svolto e scarsamente utilizzato rispetto alla Legge provinciale 6/99 (si veda il corrispondente paragrafo) con particolare riferimento alla disponibilità di informazioni sulle imprese beneficiarie (il cosiddetto data base realizzato dal dott. Zappulla) ma anche quanto relativo agli utilizzatori della ricerca, includendo in questa voce sia gli utilizzatori diretti che i cittadini. Rientrano nella prima categoria esempi quali quelli realizzati a cura del Comitato per lo Sviluppo Provinciale con un’indagine su imprese trentine e dirigenti della Provincia. Visti i tempi e le risorse il CVR non ha ritenuto di avviare una attività specifica sugli utilizzatori diretti, preferendo rinviare una rilevazione esplicita al momento della messa a regime del sistema di informazioni sulle Fondazioni e gli enti di ricerca finanziati, limitandosi a considerarla nell’ambito delle opzioni previste per il Modello (cfr. documento presente negli Allegati di questo Rapporto). Sulla seconda categoria (popolazione) viceversa, il CVR, in assenza di riferimenti esistenti, ha deciso di promuovere un’iniziativa specifica (vedi successivo paragrafo).

Indagine Percezione L’Indagine sulla Percezione rappresenta lo strumento di cui si è dotato il CVR per includere, tra le dimensioni d’analisi, quella relativa alla popolazione. L’elaborazione, accelerata dalla volontà di includere tra i risultati dell’attività di primo mandato utili informazioni su questo tema, è stata avviata in sede di Comitato e poi ha goduto dell’interazione con le competenze del Servizio Statistica, a cui è stato demandato il compito di una sua esecuzione, e con quelle specialistiche del gruppo di ricerca facenti capo al prof. Bucchi dell’Università di Trento, che presenta una vasta esperienza nel campo sia a livello nazionale ed internazionale, sia nello specifico contesto trentino. Ai fini del ragionamento sul Modello va ricordato che il questionario, risultante da successive messe a punto, si basa su 5 aree volte ad esplorare quanto la ricerca e l’innovazione siano considerate caratterizzanti della realtà trentina: la conoscenza delle istituzioni e delle attività di ricerca, la valutazione dei cittadini sul contributo del sistema trentino alla risoluzione o alla gestione di problemi ritenuti importanti dal punto di vista culturale o sociale, le modalità desiderate di partecipazione all’agenda della ricerca, per capire in che modo i cittadini ritengono di potervi dare un contributo. Nell’indagine compare anche un giudizio complessivo sull’intervento provinciale in materia di ricerca ed innovazione. In generale l’indagine è anche pensata per rendere comparabili le informazioni già raccolte in altri contesti e per favorire l’integrazione con nuovi dati. Da un punto di vista operativo (si veda il Rapporto prodotto, a cura di Beltrame e Bucchi, presentato tra gli allegati) l’indagine è stata preceduta da un test realizzato dal Servizio Università e poi affidata al Servizio Statistica per la sua esecuzione con interviste telefoniche. Ha riguardato un campione di circa 1200 soggetti, proporzionato rispetto a comune di residenza, genere e fascia di età. Per citare alcuni risultati:

- circa due terzi degli intervistati ha una opinione positiva o molto positiva circa l’attività di ricerca svolta dal sistema trentino

- i giudizi di positività si concentrano in particolare sulla ricerca ambientale ed energetica e sulle scienze della vita

- il livello di informazione generale su scienza e tecnologia è nettamente superiore a quello della media nazionale

- solo un quinto degli intervistati, tuttavia, è in grado di citare correttamente in modo spontaneo almeno uno dei soggetti della ricerca attivi sul territorio trentino

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Combinando livello di informazione e orientamento del giudizio, si ottengono quattro tipologie di cittadini; caratterizzando le prime due come “informati positivi” si ottiene una misura significativa pari a circa 2/3 del totale degli intervistati. In sintesi, la ricerca svolta dai soggetti trentini gode di un credito ampio nella popolazione. È ragionevole ritenere che tale credito sia soggetto a effetti di amplificazione dovuti alle tematiche di ricerca. Secondariamente, la percezione positiva dell’importanza per la società della ricerca scientifica e tecnologica è diffusa e continuamente alimentata dalla comunicazione sociale, dalla scuola, dalle istituzioni, dalla editoria. Permane viceversa un deficit comunicativo che riguarda in primo luogo l’identificazione dei soggetti che operano nel mondo della ricerca ma anche, e soprattutto, la conoscenza del loro contributo. Appare evidente che la comunicazione esterna di questi enti è al di sotto del potenziale e, per tornare al Modello, andrà stabilito un attento monitoraggio di questo aspetto.

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INTERAZIONE FONDAZIONI La modifica organizzativa più significativa introdotta dalla Legge di riforma è stata sicuramente la creazione delle Fondazioni a partire dagli esistenti enti funzionali. Non è questa la sede per riprendere le varie questioni legate al processo costitutivo, di cui peraltro il CVR è stato spettatore, quanto, piuttosto, per considerare in che misura il processo di riordino e le azioni di riorganizzazione funzionale abbiano condizionato le relazioni con il Comitato in materia di valutazione. In primo luogo l’autonomia statutaria si è tradotta in una diversa attenzione al tema nei due statuti, approvati, rispettivamente a luglio 2006 per FBK e a marzo 2007 per FEM. In occasione della presentazione pubblica del CVR, a gennaio 2007, sono stati avviati i primi contatti che poi si sono tradotti in incontri puntuali con i due organismi dirigenti a luglio e a settembre 2007. Nel corso degli incontri è stato presentato lo schema concettuale che ha motivato la costruzione del Modello e sono state date garanzie circa l’impegno del Comitato a promuovere una modalità partecipata, attraverso un gruppo di lavoro congiunto, di costituzione e messa a regime delle attività di valutazione a valere sulle Fondazioni stesse. La possibilità di successo di un Modello complesso ed articolato come quello previsto dal CVR si basa essenzialmente su una partecipazione attiva dei soggetti evaluandi ma anche sui ritorni di conoscenze che il sistema è in grado di fornire agli stessi. La riflessione interna al CVR nel procedere delle riunioni è sfociata in alcune considerazioni e indicazioni di metodo. Tra queste ne emergono due:

- il sistema che deve essere valutato non deriva esclusivamente da interventi programmati, ma è piuttosto l’esito di processi stratificati e diversificati anche temporalmente. Di conseguenza risulta difficile attribuire, con logiche di causalità, effetti, risultati ma anche misurare la modalità di reazione delle istituzioni, sottoposte ad un nuovo modello gestionale;

- il deficit informativo, nei dati ma anche nelle loro attribuzioni, reclama in ogni caso la disponibilità di una fotografia dell’esistente (il punto di partenza del nuovo intervento) in grado di restituire anche l’evoluzione storica degli attori coinvolti.

Da qui l’attenzione posta alle Fondazioni come soggetti da osservare nell’ambito del Modello, ma anche, di conseguenza, l’idea di un coinvolgimento diretto della comunità scientifica sulla selezione degli aspetti da valutare, preferibilmente all’interno di un percorso strutturato. Per tale fine il CVR ha deciso di rapportarsi direttamente con le singole realtà, dialogando però con le figure che al loro interno risultavano in possesso delle competenze fondamentali utili a conseguire una condivisione metodologica del percorso e degli strumenti. Nel caso di FBK, in particolare, con la costituzione di una struttura e l’individuazione di una responsabilità specificatamente dedicata alla valutazione, il CVR ha sviluppato più incontri di approfondimento. Va infatti ricordato che le due Fondazioni presentano problemi complementari tra di loro in materia di valutazione. In un caso (FBK) l’esclusiva pertinenza in materia di ricerca si somma ad una grande varietà di tematiche e si coniuga con una forte ed autonoma strutturazione in Centri. Nell’altro (FEM), ad una maggiore omogeneità dei temi scientifici, corrisponde una struttura organizzativa che, fino alla costituzione della Fondazione, ha di fatto non disgiunto completamente le attività di ricerca, realizzate nel Centro Sperimentale, da quelle relative alla formazione specialistica e all’erogazione di servizi di consulenza. Sempre negli incontri si è lungamente discusso della peculiare funzione di valutazione assegnata al CVR, e perciò distinta da quella più tradizionalmente associata, nel mondo della ricerca, al giudizio di merito scientifico, di pertinenza del CTS. Anche sui temi dell’impatto

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sociale il CVR ha sostenuto la necessità di un confronto con le Fondazioni, al fine di verificare quale tipo d’analisi di impatto si stia attuando, e ha concordato sulla necessità di evitare la rincorsa ad un sistema esasperato d’indicatori, privilegiando invece un maggiore utilizzo dell’indagine diretta. Si è osservato come il senso della valutazione d’impatto sia concretizzato solo quando i soggetti la rendano attiva, incorporandola all’interno delle loro procedure operative, al di là del mero reporting. Lo sforzo è stato quindi quello di sburocratizzare il circuito informativo, sensibilizzando gli interlocutori, anche con la necessaria gradualità e con alcune azioni formali capaci di rafforzare la praticabilità del processo attraverso il raggiungimento di alcuni risultati concreti. Obiettivo ultimo è che gli stessi ricercatori includano concretamente tale dimensione valutativa nel loro operare. In questo senso è particolarmente utile prevedere occasioni d’incontro con i ricercatori, aggiornarli su quanto fa il CVR per innalzare la credibilità nei loro confronti. Questo programma, che inevitabilmente dovrà essere ripreso nel prossimo mandato del Comitato, si appoggia sullo strumento del rapporto di autovalutazione prodotto dalle Fondazioni, un rapporto che contenga un determinato numero di elementi, e che diventa un passaggio chiave, poiché è proprio sulla base delle richieste che si vanno a porre e delle risposte poi prodotte in maniera autonoma dalle due Fondazioni, che si attivano il processo di autovalutazione dentro i due organismi ed il livello di coinvolgimento e partecipazione. L’Amministrazione provinciale, assicurando che il Comitato si qualifica come organo consultivo della Giunta, quindi interlocutore legittimato della Fondazione, ha sostenuto l’intero processo sottolineando di volta in volta l’esigenza di definire la tempistica. Con successivi e specifici incontri, e grazie alla messa a punto del format di rilevazione delle informazioni poi confluito nel deliverable denominato “Maschere” in questo documento, è stato promosso il processo di autovalutazione delle Fondazioni, fornendo un indice ragionato del Rapporto di autovalutazione da prodursi, ed attivando un piccolo nucleo di lavoro interno su questo tema. Si sono succeduti incontri per impostare una riflessione sulle modalità con le quali concorrere alla stesura in bozza del nuovo Accordo di programma, nonché sui desiderata del CVR relativamente alle attività di autovalutazione, che ragionevolmente ne saranno parte significativa, per illustrare il Modello e impostare un lavoro di training nei loro confronti rispetto alle attività CVR. Si è evidenziata la necessità di costruire assieme un sistema di obiettivi, deliverable, scadenze, comprensivo di quelle informazioni di programmazione e pianificazione che dovranno essere, sul loro versante, oggetto di monitoraggio della gestione delle attività e, su quello del CVR, materia di valutazione. Il CVR ha acquisito tra i suoi compiti la declinazione dei 3 criteri inclusi negli Accordi 2007/2008 giungendo alla formulazione di una proposta che non è stata inclusa nel testo formale ma che costituisce comunque un momento di riflessione. Per ovviare alle difficoltà e al rischio di non completamento in tempi brevi del percorso di analisi, nel dibattito interno al CVR ha preso forma la decisione di promuovere una peer review esterna, indipendente, in grado di fotografare le Fondazioni nella condizione attuale, offrendo elementi oggettivi di contesto e di analisi per l’attività valutativa d’impatto del CVR in corso di progettazione, decisione fortemente supportata dall’Assessore. A partire dall’estate 2008 il lavoro sulla definizione del Modello per la valutazione d’impatto, giunto ad una fase avanzata, si scontra sempre di più con le difficoltà di reperimento delle informazioni, anche di tipo statistico, che ostacolano in questo stadio la verifica della sua effettiva applicabilità. Poiché di fatto il modello precorre la produzione e la messa a disposizione delle informazioni, il CVR si trova nella necessità di lavorare su due percorsi paralleli: uno di affiancamento alle Fondazioni nella costruzione del processo autovalutativo, l’altro di predisposizione della bozza dei nuovi Accordi. Il lavoro si traduce nel tentativo di compilazione, anche con opportune semplificazioni, delle “Maschere di impatto” (vedi corrispondente Paragrafo nel Capitolo Modello) ma si deve scontrare con i problemi derivanti

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dal processo di aggregazione, che inevitabilmente comporta una comparazione dei dati tra realtà provenienti da percorsi differenziati e la cui performance è di difficile attribuzione. Per ovviare, almeno parzialmente, a questi problemi, era già stata identificata l’ipotesi di un supporto tecnico alla funzione valutativa interna alle Fondazioni sia attraverso outsourcing della funzione, sia attraverso il supporto consulenziale su specifiche materie, sempre con l’obiettivo di riuscire a costruire nel tempo le competenze interne. In occasione dell’avvio dei lavori del Panel per rispondere alle richieste informative connesse all’esercizio, si decide di ricorrere ad un trattamento armonizzato dei dati relativi alle pubblicazioni in banca dati ISI, problema particolarmente sentito in FBK per la tipologia dei Centri e per il profondo processo riorganizzativo, ma presente anche in FEM, a causa della varietà e della difficile misurabilità degli output prodotti. In generale viene affermata, da entrambe le Fondazioni, sebbene con accentuazioni diverse, la volontà di introdurre i principi della cultura valutativa, associata ai passaggi procedurali, e descritto lo sforzo di introdurre un’anagrafe dei ricercatori nonché, all’interno di linee guida redatte per la presentazione delle attività di ricerca, un piccolo sistema di indicatori, alimentato anche da schede individuali validate dal responsabile di unità di ricerca e interfacciate con il sistema di gestione del personale. Al termine del suo mandato il CVR, pur non ritenendo completato il proprio compito di sensibilizzazione e sostegno, registra con soddisfazione i notevoli passi in avanti e lo sforzo di armonizzazione, in particolare in occasione dell’esercizio del Panel.

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INTERAZIONE CON PSP E CTS Il CVR ha operato in costante raccordo con i due organismi impegnati a garantire il processo di programmazione sia a livello generale che settoriale: il Comitato per lo Sviluppo Provinciale (PSP) che è l’organo di ricerca e alta consulenza della Provincia di Trento per il supporto alle politiche di legislatura e il CTS, che è il nuovo organismo istituito dalla Legge provinciale 14/2005 per il settore ricerca-innovazione. L’attività del PSP si esplicita nella redazione del Piano di Sviluppo Provinciale, approvato con atto di Giunta e sottoposto ad un percorso di monitoraggio, nonché in numerose attività di ricerca a supporto delle politiche di sviluppo. Nel rispetto delle indicazioni della Legge il CVR ha assunto il Piano di Sviluppo Provinciale come documento di riferimento che esplicita gli obiettivi di legislatura e declina gli strumenti di policy e gli indicatori da controllare al fine della verifica del raggiungimento degli obiettivi. In questo quadro il CVR è stato chiamato, per le parti di competenza, a contribuire alla produzione di informazioni utili al raggiungimento di obiettivi. L’interazione è stata facilitata dalla duplice appartenenza, a entrambi i Comitati, di un componente del CVR che ha potuto così garantire un flusso diretto di informazioni. Il Piano di Sviluppo Provinciale dedica una ampia parte a temi legati al perimetro di responsabilità del CVR, in particolare l’intero Asse Conoscenza (Ricerca e Istruzione) e parte dell’Asse Competitività (Innovazione). Nel corso del 2007 è stato inoltre creato dall’Assessorato alla Programmazione e alla Ricerca e dal Servizio Statistica, un sistema di indicatori per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di policy. Tra gli allegati di questo Rapporto sono disponibili le schede più rilevanti ai fini della valutazione della ricerca, in quanto forniscono il contesto generale di riferimento. In riferimento all’indicatore “Stanziamenti di bilancio per l’istruzione universitaria e la ricerca”, il Piano per lo Sviluppo Provinciale enuncia un obiettivo di una quota pari al 3,5% del bilancio complessivo della Provincia. Tale obiettivo pare sostanzialmente raggiunto già nel 2006 (3,43%) per la voce che esclude gli stanziamenti per l’edilizia universitaria, che pure fanno parte dell’Accordo di programma. Un indicatore correlato è dato dalla “Quota di risorse stanziate per la ricerca in rapporto al totale stanziato per i settori economici”, il cui obiettivo di legislatura è fissato al 6%. Anche per questo obiettivo il raggiungimento è avvenuto ben prima della legislatura, in quanto nel 2006 gli interventi a favore delle imprese rappresentati dalla Ricerca hanno raggiunto l’11,5%. Più problematica è la situazione in riferimento agli obiettivi di aumento della incidenza della spesa in Ricerca e Sviluppo sul PIL. In questo caso il Trentino è allineato sul dato nazionale (1,09% nel 2004 rispetto a 1,10 a livello nazionale) e in leggerissimo calo dal dato 2003, anche se va considerata la questione del progressivo aggiornamento delle modalità di rilevazione che non rende completamente comparabile la serie storica. Ma è soprattutto la composizione della spesa a generare preoccupazione, con il settore pubblico che rappresenta l’80% della spesa totale. Si tratta, come è ben noto, di una anomalia tipicamente italiana, che vede la componente pubblica della spesa maggioritaria. Tale anomalia è ancora più vistosa nel caso trentino, nel quale l’investimento privato è modesto, sia per la composizione settoriale e dimensionale del sistema produttivo, che per la inadeguata maturazione delle decisioni imprenditoriali sul rapporto tra ricerca e innovazione. Il numero di ricercatori nelle imprese per 1000 addetti è in Trentino circa la metà di quello del Nord Est, che pure ha tratti di similarità nell’apparato produttivo, e intorno a due terzi del valore a livello nazionale. Sotto questo profilo il fatto che il perimetro di valutazione della ricerca assegnato al CVR includa anche la ricerca industriale è quanto mai tempestivo, nel senso che obbliga ad una considerazione integrata delle varie componenti.

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Ciò accade nonostante il quadro sociale della costituzione di capitale umano sia molto favorevole. I tassi di passaggio dall’istruzione superiore all’università e di passaggio alla laurea specialistica sono in Trentino superiori alla media nazionale e in continua crescita, anche se con un inevitabile appiattimento negli ultimi anni. La popolazione ha una struttura di scolarizzazione in linea con i più avanzati paesi europei. La composizione per discipline della istruzione universitaria è in linea con la media italiana ed europea, con un forte recupero nel corso degli anni 2000 della incidenza sulla popolazione dei laureati in discipline scientifiche e tecnologiche. Venendo al sistema delle imprese, i pochi e poco aggiornati indicatori disponibili suggeriscono che le imprese trentine siano marginalmente più impegnate in attività di innovazione di prodotto e abbiano una spesa per innovazione superiore alla media nazionale, anche se gli indicatori brevettuali rivelano una condizione di inferiorità. Si tratta di un’area di informazione sulla quale occorre concentrare gli sforzi, anche alla luce delle evidenze nazionali circa l’impatto delle misure di politica industriale e di politica della ricerca, che suggeriscono maggiore attenzione nella erogazione di incentivi. Gli indicatori di monitoraggio sopra discussi sono stati all’origine di un aggiornamento del Piano di Sviluppo Provinciale, nel quale sono stati indicati gli obiettivi qualitativi a cavallo della legislatura. Per quanto riguarda la collaborazione col CTS il punto di partenza ha riguardato l’acquisizione delle informazioni relative alla stesura della bozza di Programma pluriennale e la partecipazione alla presentazione dello stesso nell’autunno del 2006. Al CVR è apparso subito chiaro che oltre alle due possibili aree di condivisione col CTS, ovvero la costituzione di struttura informativa di supporto, relativa agli ‘oggetti’ d’analisi, e il portafoglio delle metodologie utilizzabili, relativa al ‘Modello’ e agli ‘strumenti’ scelti, il vero terreno di convergenza avrebbe dovuto essere la valutazione degli strumenti d’intervento e dei loro effetti. A questo proposito la distinzione tra valutazione scientifica e valutazione d’impatto, e la conseguente strumentazione per la raccolta di informazioni strutturate idonee, è stata affrontata in diversi incontri, in particolare tra i Presidenti dei due Comitati. A seguito di una riunione congiunta dei due Comitati tenutasi nella primavera 2007 si è concordato sui seguenti punti: � l’opportunità di individuare una metodologia di valutazione dell’Accordo di programma che sia alla base per la definizione dell’accordo stesso; � la necessità di definire una base di dati comune e di un supporto condiviso di analisi tra i due Comitati rispetto agli enti del sistema della ricerca, una base dati ed un supporto in grado di dare informazioni sui programmi realizzati, i risultati conseguiti, i rapporti con le imprese; � l’opportunità di condividere la documentazione prodotta dal Comitato Tecnico Scientifico di analisi critica del lavoro dei tavoli, e di trasmettere al Comitato di Valutazione della Ricerca la documentazione relativa ai progetti, per un lavoro di valutazione complessivo, non sui singoli casi ma sugli effetti complessivi della misura attivata. A latere si è anche ragionato su come introdurre, nella modulistica di accompagnamento, monitoraggio e valutazione delle diverse azioni, e in particolare dei progetti, quegli elementi conoscitivi utili per la valutazione. Circa gli Accordi di Programma, sia nella fase di loro progettazione che in quella di definizione concreta dei contenuti, si è realizzato un lavoro parallelo che è partito da una chiara ripartizione di compiti: il giudizio di merito, anche relativamente alla traduzione di contenuti del Programma pluriennale, è di competenza del CTS; al CVR il compito, nella fase ex-ante, di introdurre gli elementi di valutabilità per consentirne la valutazione ex-post. Questo ha portato (si veda in proposito il successivo Capitolo sugli Accordi) alla definizione di una serie di criteri, prima separati e poi oggetto di una riflessione comune, come proposta da introdurre ai fini di garantire una premialità rispetto a comportamenti ritenuti virtuosi. In occasione della definizione finale dei testi degli Accordi, preso atto del loro carattere transitorio e della

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conseguente necessità di procedere rapidamente alla prefigurazione dei successivi, si è deciso che, con tutti i limiti del caso, il compito valutativo degli accordi 2007-2008 fosse anticipato ed esercitato direttamente dal CVR, proprio mentre gli stessi erano in via di realizzazione. Su tale base il CVR ha proposto di lanciare un esercizio, condiviso con il CTS, di valutazione del sistema scientifico provinciale a partire dalle Fondazioni e dai loro Accordi di Programma, da svolgersi attraverso un mandato affidato ad un Panel di esperti internazionali indipendenti. Questo esercizio, promosso dal CVR (si veda il capitolo corrispondente) nei suoi esiti si è posto anche l’obiettivo di fornire utili indicazioni per il lavoro futuro del CTS. Nella definizione delle proposte per i componenti del Panel è stato chiesto al CTS una validazione dei nomi inizialmente indicati e sono state raccolte indicazioni e suggerimenti provenienti dallo stesso Comitato, tenendo però presente la particolare natura delle competenze richieste solo parzialmente associate ad un esercizio di tradizionale peer review.

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ACCORDI DI PROGRAMMA Gli Accordi di programma sono stati considerati, nel quadro delle attività del CVR, da diversi punti di vista. In primo luogo come lo strumento principale di natura negoziale e contrattuale per far convergere le volontà e le azioni delle Fondazioni rispetto ai desiderata della Provincia. Secondariamente come modalità scelta per dare attuazione agli intendimenti e alle scelte contenute nel Programma pluriennale dovendo, rispetto allo stesso, porsi in coerenza e in pertinenza con le scelte ivi contenute. In terzo luogo come canale di sostegno ai processi di riorganizzazione e di definizione strategica delle neo costituite Fondazioni, rappresentando nel transitorio la principale fonte finanziaria per garantire allo stesso tempo continuità e cambiamento. Per costruire su tutti questi tre ambiti una possibilità di valutazione in coerenza con i compiti ad esso assegnati, il CVR ha chiesto all’Amministrazione di essere coinvolto nella fase di definizione degli Accordi, peraltro soggetta a numerosi rallentamenti sulla tempistica inizialmente ipotizzata. In particolare il CVR ha manifestato l’esigenza di introdurre un chiaro sistema di obiettivi che rendesse possibile un confronto tra il punto di partenza con quanto effettivamente realizzato e raggiunto, pur scontando l’esigenza di considerare la prima esperienza come transitoria e propedeutica alla messa a regime del sistema. I testi somministrati al Comitato, e gli incontri che si sono realizzati a partire dall’autunno 2007, hanno evidenziato la difficoltà ad operare secondo quanto suggerito dal CVR. Infatti, per quanto riguarda le iniziative proposte dalle Fondazioni, che sono poi diventate i rispettivi allegati tecnici, è sembrato prevalere una rassegna delle attività previste piuttosto che una selezione delle stesse pensata in coerenza agli obiettivi del Programma. Per quanto riguarda la misurabilità dei processi attivati e dei percorsi realizzativi previsti si è preferito scegliere indicatori di realizzazione piuttosto che ipotizzare indicatori d’impatto. Infine, per quanto riguarda meccanismi incentivanti e premiali si è rimandata la discussione degli stessi ad una fase successiva da definirsi nel corso dello svolgimento delle attività. Questo ha portato a rendere impossibile, comprendendo il documento tutta l’attività finanziata, una effettiva misurabilità dell’addizionalità e della finalizzazione degli interventi e, di conseguenza, si è vanificata una valutazione puntuale delle singole iniziative in riferimento a specifici finanziamenti aggiuntivi. Si è in altri termini riproposto il tema già presente nella precedente esperienza della Legge provinciale 3/2000, che l’indeterminatezza, o meglio la completa copertura delle attività ”ordinarie” non ha certamente favorito lo sforzo verso finanziamenti addizionali di natura competitiva. E dove questo sforzo è avvenuto si è preferito indirizzarlo verso quelle fonti maggiormente vicine ovvero altri finanziamenti provinciali di natura competitiva. Tra i problemi che sono emersi nel quadro degli Accordi vi è quello dell’eterogeneità interna agli Enti: ci sono laboratori e istituti già posizionati su criteri internazionali, e altre realtà che lavorano su attività non mappate dalla ricerca classica, con output diversi dalle pubblicazioni: aree umanistiche, o, in alcuni casi, con una grande attività di ricerca applicata o consulenze che non hanno un esplicito output scientifico. Ma sicuramente il problema principale emerso, tra quelli di competenza del CVR, riguarda la sfasatura temporale d’avvio e il ridotto margine di durata, tali da snaturare la logica secondo cui un documento di accordo deve contenere elementi in cui le parti che lo sottoscrivono si ritrovano su un sistema di obiettivi e di modalità di realizzazione condivisi e, a tal fine, vincolano delle risorse e, su questa base, possono essere valutate. Il CVR ha inoltre sottolineato che in un quadro di continuità, forse per la logica di finanziamento omnicomprensivo alle Fondazioni, gli stessi Accordi contengono, in particolare

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nel caso di FBK, elementi eterogenei, come l’inserimento dei cosiddetti Centri in convenzione, peraltro di natura molto diversificata per storia, dimensione e prospettive o la creazione di nuove istituzioni come l’Istituto di valutazione delle politiche pubbliche, senza peraltro contenere significativi elementi circa la fattibilità, le motivazioni, la caratterizzazione/giustificazione delle sue dimensioni finanziarie. Per quanto riguarda FEM poi, si è preso atto che il processo integrativo relativo nello specifico all’assorbimento del CEA e delle sue tematiche nel corpo Iasma è stato rinviato ad una fase successiva in quanto l’Accordo registra la corrispondente trattazione separata. Pur nella logica di considerare questi come Accordi ponte, il CVR ha rilevato come il sistema degli obiettivi presenti oggettivamente una certa diversità tra le due Fondazioni, se non altro per l’elencazione dei settori: in un caso (FEM) più di 30, coincidenti sostanzialmente col modello organizzativo della Fondazione, nell’altro caso (FBK) quattro aree, che identificano le tipologie di intervento della attività della Fondazione. Se ne desume che il concetto di settore che sta a capo dei due documenti è una cosa molto diversa nei due casi. Nella discussione sugli Accordi è stato anche affrontato il tema di Trentino Sviluppo (l’Agenzia provinciale per lo sviluppo nominata specificatamente nell’Accordo, assieme al CVR), per chiarire la natura dei compiti tra valorizzazione e valutazione. Da parte del CVR si è sottolineata la necessità di dedicare attenzione alla questione dei rapporti tra Fondazioni e Agenzia di Sviluppo: tutte le esperienze mostrano che quando si separa la titolarità di una funzione di valorizzazione della proprietà intellettuale dai vettori, singoli ricercatori o anche Enti che li hanno prodotti, si creano distanze che sono tipicamente fonte di problemi e che possono addirittura mettere a repentaglio l’intero processo di valorizzazione, perché è estremamente difficile valorizzare risultati di cui non si è padroni dal punto di vista tecnologico. Per quanto riguarda la traduzione delle proprie indicazioni nei documenti, e richiesto di esprimersi sui meccanismi di premialità, il CVR, dopo un approfondito dibattito interno ha riassunto in uno specifico documento le principali indicazioni (si veda lo stesso tra i deliverable presentati in allegato). Peraltro di tali indicazioni non c’è traccia nel testo finale degli Accordi sottoscritto tra le parti. L’insieme delle esperienze maturate in materia di accordi ha perciò rafforzato nel CVR la convinzione che l’intero sistema avrebbe dovuto essere sottoposto ad una valutazione di merito e di metodo per proporre indicazioni e suggerimenti per la stesura dei nuovi accordi. Questa proposta è stata fatta propria dall’Assessorato e dall’amministrazione sensibilizzando le due Fondazioni e l’Università verso la definizione di un “preambolo comune” per i nuovi accordi che è stato la formale giustificazione per definire il mandato del Panel e per cadenzarne i lavori. Il CVR ha altresì precisato che per il quinquennio 2009-2014 si dovranno predisporre nuovi Accordi di programma che andranno verificati per coerenza con gli obiettivi che la Provincia si darà, per risorse occorrenti e per eventuali altre forme di finanziamento, evitando il rischio che la riorganizzazione del sistema si traduca in una richiesta a piè di lista per continuare le attività in corso. Negli Accordi dovranno essere rispettati i requisiti minimi richiesti dal PPR, ai quali possono esserne aggiunti altri, richiesti dal CVR. Si è sottolineata la necessità di specificazione e motivazione (nonché di destinazione d’uso) delle risorse occorrenti anche per poter stimare la probabilità di acquisizione di risorse esterne. Ha suggerito inoltre l’introduzione formale, nel futuro testo, della valutazione d’impatto, del bilancio sociale, della valutazione esterna. Per tali fini il CVR ha sempre manifestato la propria disponibilità a fornire un supporto per concorrere alla predisposizione di tali documenti. Il CVR ha tradotto questi principi generali in un documento, presentato tra i deliverable di questa relazione. Tale testo, se approvato, può quindi costituire per la Provincia il contenuto di una parte del Preambolo unitario degli Accordi di programma (in particolare dal punto 2 in poi).

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Il testo prende deliberatamente a riferimento solo le Fondazioni, atteso che l’Università di Trento gode di autonomia funzionale e in ogni caso confluisce nell’Accordo di programma solo una parte della propria attività istituzionale. Il documento si basa su una considerazione: la condizione essenziale per la valutazione della ricerca è la definizione chiara degli obiettivi, ovvero, senza definire preventivamente gli obiettivi, resta arbitrario qualunque processo di valutazione, in particolare in quanto la natura eterogenea dei soggetti sottoscrittori e la varietà delle attività oggetto degli interventi contenuti negli Accordi non facilitano l’individuazione di causalità e relazioni. La definizione degli obiettivi, a sua volta, richiede ai soggetti la identificazione di una strategia a lungo termine, che motivi la scelta e le caratteristiche operative degli obiettivi e dei risultati attesi, li misuri con opportuni indicatori, tracci il percorso di avvicinamento, modifichi i corsi di azione quando necessario. La costruzione di una strategia è un processo complesso, amplificato dal peculiare momento di transizione. Tuttavia gli Accordi di Programma possono contribuire, nel merito e nel metodo, a tale risultato.

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SUPPORTO TECNICO L’insufficienza di competenze e risorse da dedicare alle specifiche azioni della valutazione della ricerca e della politica scientifica era già stata manifestata nel corso delle ultime riunioni del CIVR prima della sua trasformazione nei due nuovi Comitati. Il tema del trattamento delle informazioni e dell’analisi dei processi legati alla scienza richiede competenze ‘dedicate’ rispetto al tema più generale della valutazione: in questo campo, infatti, la stessa costruzione di indicatori è tutt’oggi attività di ricerca. Su questa base il CVR ha definito i due profili fondamentali per l’avvio dell’attività di supporto tecnico specialistico in grado di sostenere ed affiancare il lavoro del Comitato e di fornire la continuità e la visibilità sul territorio che il Comitato, ma anche la struttura del Servizio Università, non erano in grado di garantire. Problema peraltro già emerso nella precedente esperienza dell’Osservatorio. I due profili sono stati così definiti attraverso l’elencazione delle capacità e delle competenze loro richieste, ovvero: • la conoscenza degli indicatori, della loro produzione e del loro utilizzo, associata alla capacità di analisi di problematiche di politica scientifica, alla lettura e all’elaborazione di documenti, alla relazione con istituzioni internazionali che operano in questo campo; • l’utilizzo di banche dati e la produzione di elaborazioni statistiche in materia di innovazione e ricerca con particolare riferimento all’analisi dei sistemi innovativi locali e al supporto informativo e documentativo delle iniziative della Provincia. L’idea è stata quindi quella di dotare il sistema provinciale di una sorta di “tecnostruttura” in grado di interloquire con i diversi componenti del sistema, inclusa, in una determinata fase, la progettazione del trattamento dei flussi attraverso Monitora. Sono stati esaminati diversi curricula, cercando di privilegiare le esperienze pregresse, la flessibilità operativa associata ad una disponibilità per svolgere mansioni non facilmente predeterminabili, ma anche la capacità di affiancarsi al lavoro svolto dal Servizio Università sui diversi ambiti di intervento connessi alle competenze e all’operatività dei Comitati. La scelta di una competenza a cavallo tra i due profili individuati, pur nella ristrettezza delle risorse a disposizione, ha consentito una più rapida messa in opera, anche grazie alle precedenti esperienze e alla capacità di interagire, e di reagire, con i diversi interlocutori. Una prima fase è stata dedicata all’analisi della documentazione esistente presso il Servizio Università, quali le tipologie di bandi, gli sviluppi dello strumento di bando, le tipologie di pubblicazioni emesse, la presa visione della documentazione legale che regola il finanziamento della ricerca scientifica in Trentino. Si è poi passati a considerare la verifica dei materiali esistenti correlati ai progetti nelle diverse forme di archiviazione del Servizio Università, operando materialmente sugli archivi cartacei e virtuali nell’analisi dell’esistente con la finalità di preparare del materiale coerente relativo a diversi progetti e ai centri sviluppati da bandi anche precedenti alla nascita del CVR, da sottoporre agli esperti del CVR. Anche attraverso questo lavoro di tracing si sono cominciati a delineare gli obiettivi per concorrere alla strutturazione di un modello per l’Analisi d’Impatto. Le indicazioni emerse dalle valutazioni degli esperti sul materiale di lavoro fornito dalla struttura di supporto hanno posto anche elementi di ordine temporale (mancanza di informazioni sull’ex-post) per poter intervenire sulla Valutazione d’Impatto. Per tale fine il lavoro si è poi esteso alla trattazione dei diversi contributi prodotti dagli esperti, verificati attraverso la sperimentazione su un primo set di progetti e centri di ricerca. Le unità elementari d’analisi così individuate sono state confrontate con il “modello teorico” che era il risultato di studi precedenti e di analisi della letteratura. Ma tutto ciò ha anche consentito un diretto coinvolgimento con il progetto in corso di riorganizzazione del sistema informativo basato sulla trattazione dell’analisi dei flussi, un sistema informativo (SI) sperimentale dal nome Monitora che nasce come progetto/prototipo di informatizzazione dei principali workflow (su basi ontologiche) del Servizio università e

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ricerca, concentrato sulla realizzazione di interfaccia dedicati alla raccolta di domande e progetti operativi di bandi di ricerca post doc, unità di ricerca e grandi progetti: la struttura tecnica vede in questo SI uno spazio virtuale ove reperire informazioni “codificate” che potrebbero alimentare alcuni indicatori del Modello di valutabilità di impatto in via di definizione e propone quindi uno schema evolutivo nel tempo ed in funzione delle nuove caratteristiche d’utilizzo. Nello specifico dominio della valutazione d’impatto la struttura di supporto ha concorso a redigere il primo Modello di valutabilità di impatto basato su macrodimensioni di analisi (5 macrodimensioni applicate diversamente nei progetti, negli accordi, nelle istituzioni) e variabili ad esse correlate, declinate in 2 fasi temporali contenente in tutto circa 73 diverse applicazioni dei 20 indicatori selezionati, con la creazione di un mock-up navigabile che permette all’utente di spostarsi nei diversi ambiti di analisi e trovare in essi gli indicatori potenzialmente utili alla rilevazione d’impatto. Nello stesso dominio della valutazione d’impatto la struttura è stata impegnata a supportare la messa in atto dell’analisi dei risultati dei progetti (Valgo) sia per la progettazione dello strumento attraverso l’adattamento del TIP – Technological Implementation Plan e la predisposizione delle linee guida, sia nella fase di sua informatizzazione, operando, in parallelo, anche a sostegno di altre attività del Servizio Università quali i test delle principali funzioni del Sistema Informativo Monitora per la sottomissione dei progetti operativi del bando Grandi Progetti 2006, l’implementazione dei documenti di debug per la software house di riferimento. Terminata la fase di somministrazione del bando grandi progetti, la struttura ha cominciato ad occuparsi della verifica del filesystem del disco di sistema del Servizio Università e Ricerca scientifica della PAT – modello delle regole e struttura. Nella sperimentazione e sottomissione di Valgo, la struttura si è occupata di costituire un Help Desk (sincrono e asincrono) per ricercatori e responsabili di progetto coinvolti nella sperimentazione, predisponendo poi una repository e le relative funzioni per la gestione dei dati, oltre ad elaborare le prime analisi sul materiale pervenuto. Per quanto riguarda i progetti di ricerca industriale la struttura ha elaborato la trasformazione del registro dei progetti industriali di L.P.6/99 in formato database MSAccess per supplire al momentaneo arresto dell’implementazione del progetto Monitora e le successive fasi di modifica e miglioramento, predisponendo inoltre una versione MSAccess del db degli esperti integrato al registro progetti industriali. In una fase successiva, sullo stesso tema, ha anche partecipato alla redazione del questionario intervista telefonica di conoscenza del sistema locale della ricerca (contenuti e istituzioni) e di esplorazione delle fonti informative dell’intervistato, realizzando un piccolo test su un campione, poi esteso a vere e proprie interviste in profondità. La fase finale del lavoro è stata dedicata al supporto, organizzativo e tecnico, del Panel di valutazione, fase che ha richiesto la produzione di documentazione originale, l’accesso a fonti informative strutturate, il contatto con ricercatori ed esperti e la predisposizione di materiali ad hoc, oltre al trattamento di dati provenienti dai soggetti intervistati.

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PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI L’esigenza di affiancare il lavoro strutturato di sensibilizzazione e di organizzazione delle azioni valutative con un esercizio, autonomo e indipendente, di analisi a supporto delle indicazioni da introdurre nella nuova fase di programmazione, ed in particolare negli Accordi di programma, ha portato il Comitato a promuovere una riflessione prima e a costruire una proposta poi di “valutazione delle Fondazioni”, come punto fermo per la predisposizione di attività future. L’idea dominante è stata quella di programmare nel tempo un vero e proprio esercizio di peer-review, da svolgersi con cadenza periodica, che però potesse essere anticipato e tarato sulle peculiari esigenze e caratteristiche del momento di transizione, in un esercizio intermedio, di natura più macro, che comprendesse l’insieme delle esigenze connesse alla messa in atto di un sistema di valutazione. Infatti, e allo stesso tempo, tale esercizio è stato pensato per sostenere il processo auto organizzativo, interno alle Fondazioni, in materia di valutazione, ma anche per fornire elementi e raccomandazioni per la predisposizione dei nuovi Accordi e, in particolare, di un’ipotesi di “preambolo comune” in grado di far convergere le diverse istituzioni/Fondazioni su elementi ed obiettivi da perseguire in forma armonizzata. A partire da una fotografia dell’esistente e delle sue prospettive, dimensionata ad una scala di approfondimento tale da minimizzare gli effetti dovuti ai processi riorganizzativi e non esclusivamente centrata sulla valutazione di rilevanza scientifica delle attività e dei ricercatori coinvolti, è sorta anche l’esigenza di assegnare al panel di esperti, indipendenti ed internazionali, il compito di verificare e validare il Modello proposto per la valutazione d’impatto, con l’obiettivo finale di formulare alcune raccomandazioni e di trasformarle successivamente in indicazioni per la futura legislatura. Dopo un’ampia riflessione sul mandato e sulla composizione (si veda in proposito il documento in allegato) si è convenuto di associare la presenza di competenze tematiche sui principali temi d’intervento delle due Fondazioni a competenze valutative, in particolare relativamente alle ricadute territoriali e all’impatto. Su una prima rosa di nomi, suggerita dai componenti del Comitato, sono stati raccolti pareri e, in particolare, si è richiesta la collaborazione del CTS per la segnalazione di competenze coerenti con i profili individuati. La peculiarità dell’esercizio in discussione deriva dal fatto che le Fondazioni sono istituzioni neo-costituite con un’attività riorganizzativa ancora in corso, a fronte di una volontà forte di indirizzo della Legge provinciale 14/05, che, nel ridefinire i compiti, associa la valutazione scientifica (qualità, rilevanza, competitività) con l’attesa di un ritorno territoriale, incardinando la programmazione di settore in quella generale. La valutazione deve perciò comprendere una lettura ex post degli ultimi anni, in modo da garantire una minimizzazione degli effetti distorsivi della riorganizzazione in atto, riaggiustando al contempo il problema di produttività relativo alla fase di transizione. Condividendo l’impostazione, l’Assessorato l’ha collocata all’interno di uno scenario, precisando che le aspettative nei confronti del CVR riguardano sostanzialmente tre step successivi, per quanto non completamente conseguibili all’interno dell’attuale legislatura:

• supporto alla messa in opera di una funzione di autovalutazione interna agli Istituti, che non grava direttamente ed esclusivamente sul CVR, ma lo coinvolge;

• verifica dei criteri adottati dalle Fondazioni per l’esercizio della funzione autovalutativa, anche attraverso la costruzione di banche informative coerenti;

• strutturazione di un sistema di valutazione di impatto, diretto in primo luogo a fornire indicazioni al policy maker, anche rispetto al posizionamento internazionale degli attori locali

L’Assessorato ha anche invitato a procedere rapidamente con l'esercizio in questione, sottolineando l’obiettivo di disporre entro fine legislatura (ottobre 2008) di un report a dimensione macro sulle Fondazioni e sui sistemi interni di autovalutazione, funzionale anche

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alla scrittura dei nuovi Accordi. L’Assessorato ha per altro evidenziato la piena indipendenza e autonomia del CVR per quanto attiene alle scelte organizzative e metodologiche dell’esercizio con il panel internazionale di esperti, anche riguardo al CTS (i cui compiti, relativamente alla valutazione sono, per mandato legislativo, differenti). Le raccomandazioni finali attese dal panel, e definite nel mandato costitutivo, riguardano i soggetti decisionali, le amministrazioni, i ricercatori. In questo contesto l’enfasi data alla valutazione scientifica individuale, indicata come dato di partenza per l’analisi, è dovuta alla mancanza di report strutturati a livello aggregato. Dopo averlo promosso, il CVR ha affiancato l’amministrazione nel processo di avvio e di contrattualizzazione degli esperti per tutta la durata dell’esercizio (attraverso il suo Presidente e la struttura di supporto) e si è posto come soggetto facilitatore del panel e del percorso conoscitivo condotto, partecipando alla programmazione di tutti gli incontri/interviste, fornendo il supporto informativo e di contesto necessario e gestendo l’interazione tra i soggetti coinvolti, anche con riferimento a incontri e chiarimenti aggiuntivi. Per gli aspetti amministrativi e organizzativi l’esercizio è stato invece supportato interamente dal Servizio. La composizione del panel, costituito da 9 esperti, è stata il risultato di una serie di contatti preliminari e della successiva formalizzazione amministrativa; dai lavori delle prime due giornate è emersa una discreta sintonia e complementarietà che ha favorito una sinergia anche a livello professionale, tradottasi nella decisione di svolgere tutti i lavori in lingua inglese. Disponibilità e condivisione che si sono ripetute in tutte le attività, svolte in maniera più flessibile e con una composizione più variabile, nel mese di settembre. A conclusione dei lavori il documento finale è stato illustrato alle autorità politiche e ai responsabili scientifici nel corso di una riunione congiunta di CVR e CTS.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 LII

CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI L’attività realizzata dal CVR nel biennio dalla sua costituzione è stata prevalentemente indirizzata verso tre obiettivi. In primo luogo quello di creare le condizioni di contesto per sostenere un approccio alla valutazione non episodico e basato su solide teorie, modelli espliciti e azioni trasparenti. Il secondo è stato quello di rafforzare gli elementi strutturali del sistema, sia nella componente di produzione e trattamento delle informazioni sia verso il loro utilizzo. Il terzo obiettivo, infine, è stato quello di favorire i processi decisionali e di costruzione della strategia ai diversi livelli di responsabilità, attraverso la disponibilità ad affiancare la Pubblica Amministrazione e le neo costituite Fondazioni nel governare una materia complessa e nel superare reazioni, vincoli e pregiudizi. Sul primo punto il Comitato si è trovato ad operare su un terreno sostanzialmente originale ed ha speso molte energie nella costruzione di un Modello che fosse allo stesso tempo completo e comprensibile ai diversi utilizzatori e che si prestasse ad una concreta implementazione, anche in via esplorativa, di determinate aree o strumenti. Il risultato conseguito, coerente con la più avanzata letteratura in materia, ma anche originale per molti suoi aspetti, si basa su un’attenzione all’intera filiera che dalla decisione istituzionale di natura programmatoria porta al raggiungimento del risultato e alla definizione del percorso di valorizzazione. Le chiavi di accesso al Modello sono molteplici e consentono sia una visione complessiva sia il suo utilizzo per parti. Le dimensioni di analisi dell’impatto sono state declinate in cinque direzioni, cercando, nel fare ciò, di non privilegiare la sola componente scientifica o la sua lettura complementare sui ritorni economici. Il focus sui risultati ha portato alla messa a punto di uno strumento che, nella sua iniziale sperimentazione, ha manifestato tutte le potenzialità, ma ha anche presentato alcuni problemi interpretativi. Cionondimeno Valgo, in particolare se correttamente collocato nella procedura di accompagnamento a tutte le fasi del processo di ricerca e valorizzato nei momenti di reporting, presenta le caratteristiche per un uso ampio e produttivo. Andrà inoltre valutato se estendere quest’approccio ai progetti industriali e, in generale, a quelle categorie di risultati, in particolare per le attività delle Fondazioni, che non siano direttamente il prodotto di specifici progetti. Per quanto riguarda la produzione di un sistema armonizzato di informazioni, l’esperienza delle “Maschere” e, soprattutto, l’accelerazione costituita dalla necessità di fornire al Panel indicazioni utilizzabili e confrontabili ad una scala adeguata e debitamente validata, ha portato il sistema interno alle Fondazioni ad un punto di non ritorno. Produrre i dati è possibile e gli stessi dati, ovviamente, sono utilizzabili per la gestione e il monitoraggio dei processi all’interno del management delle istituzioni. L’esperienza di questi anni ha altresì dimostrato l’ineludibilità di dotare la struttura di supporto ai processi, di competenze che non siano solo amministrative e finanziarie. Le capacità tecniche che sono confluite nella struttura di supporto, oltre a garantire continuità e a qualificare il lavoro di trattamento delle informazioni, hanno prefigurato un sistema in cui le Fondazioni, nella loro autonoma strategia, dialogano alla pari con l’Amministrazione provinciale, la quale è in grado di sviluppare un’autonoma capacità di indirizzo, guidata certamente dalla volontà politica e dal supporto dei consulenti ed esperti, ma avvalendosi di un sistema di competenze articolato, ad esempio in grado di gestire i data base, di dialogare con le diverse anime e componenti, interne ed esterne all’Amministrazione, di monitorare i processi non esclusivamente per passaggi procedurali o per verifica del rispetto delle regole. Questo implica che la fase successiva dovrà prevedere un forte investimento su questo aspetto, per consolidare il Modello, per aggiornare le competenze del Servizio Università e Ricerca scientifica, per sostenere l’Assessorato nella fase di completa realizzazione del disegno.

CVR – Rapporto di Attività 2006-2008 LIII

Da questo punto di vista si ritiene che il futuro CVR, potendo operare sull’arco completo della legislatura e nei confronti di soggetti la cui riorganizzazione sarà in via di completamento, dovrà dedicare molte attenzioni a travasare le proprie esperienze e le proprie capacità al fine di renderle tendenzialmente endogene nel sistema locale. Questo processo di internalizzazione dovrà essere indirizzato sia verso le Fondazioni sia verso l’Amministrazione. Nel primo caso con una gamma di strumenti, per lo più di natura incentivante e premiale, la maggior parte dei quali da collocarsi negli Accordi di Programma, da sottoporre poi periodicamente a revisione. Nel secondo caso attraverso la creazione di una vera e propria tecnostruttura, incardinata sul Servizio, con l’obiettivo di promuoverne possibili evoluzioni in termini di capacity building non delegato a soggetti terzi. Non è questa la sede per ipotizzare architetture organizzative o riforme che non sono di competenza di esperti e consulenti esterni, ma lo stesso Panel di esperti indipendenti ha ragionato sull’opportunità di avere un “modello di agenzia” in grado di sostenere i processi. Tra l’altro questo faciliterebbe l’identificazione di un unico luogo di riferimento ed aiuterebbe l’insieme dei percorsi comunicativi che l’indagine sulla percezione ha segnalato essere come fortemente carenti. E una riflessione generale la merita appunto l’esperienza maturata col Panel. Pur nei tempi ristretti e nel peculiare contesto di fine legislatura, i segnali che sono arrivati al CVR, nel metodo e nel merito, fanno ritenere particolarmente significativo quanto fatto. Al punto da pensare che un esercizio di questo tipo, cadenzato a medio termine, potrebbe essere affiancato da peer review parziali (per aree) o da mini-foresight su tematiche di interesse delle Fondazioni o dell’Amministrazione. In conclusione il CVR ritiene che il successo delle azioni di valutazione si basi sulla costruzione, da parte di tutti i soggetti, di una strategia a lungo termine che articoli per ogni area di ricerca le scelte strategiche, gli obiettivi e i risultati attesi. Che tale strategia sia l’oggetto da consolidare attraverso gli Accordi di programma, che vedano la convergenza su obiettivi (definiti contrattualmente e misurabili concretamente rispetto alla realizzazione) che comprendano l’attrattività, la posizione competitiva, la scala di investimento delle aree contenute negli Accordi e che siano in grado di evidenziare priorità e coerenze con gli obiettivi della programmazione generale. E che, per tale fine, venga garantito e validato il necessario flusso informativo di produzione di dati ed indicatori come indicato dal CVR, definendo con chiarezza procedure e processi anche attraverso il ricorso all’utilizzo di meccanismi incentivanti o penalizzanti.

PARTE TERZA

ALLEGATI

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Rappresentazione del modello e sue articolazioni 1

1. DELIVERABLE

- RAPPRESENTAZIONE DEL MODELLO E SUE ARTICOLAZIONI

I dispositivi del Modello

valorizzazione dei risultati

(Valgo) *

indagine percezione

pop. trentina

rilevazioni ISTAT

casi

studio

informaz

ioni dirette

Enti

altri dispositivi

in progettazio

ne

maschere/indicatori e Peer review

Il Modello di valutabilità di impatto

soggetti istituzionali della ricerca

Dimensioni di analisi

ambiti di indagine ove operano gli indicatori della valutazione d’impatto

strumenti di finanzi ament o

accordi di programma

declinati su

aspetti ed effetti economici

generazione nuove

conoscenze

effetti su politica amm.

e gestione

cultura società cittadini

ambiente e sostenibilità

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Criteri di premialità proposti dal CVR sugli Accordi di Programma 2

- CRITERI DI PREMIALITÀ PROPOSTI DAL CVR SUGLI ACCORDI DI PROGRAMMA Il CVR suggerisce che le scelte relative alla premialità negli Accordi di programma tengano conto della natura, delle caratteristiche e della tempistica con cui gli Accordi sono sottoscritti e delle conseguenze derivanti dai processi di riorganizzazione in corso che tendono a non rendere espliciti, su un arco di tempo ristretto, quei nessi di causalità che la premialità ipotizza. Tuttavia si ritiene che il percorso vada attivato da subito, ripromettendosi di tararne la struttura e gli strumenti, sulla base delle informazioni e delle esperienze derivanti dai processi di sperimentazione attivati e dal modello di valutazione predisposto.

1. Entità della premialità Per adeguare l’impatto della premialità sulle dinamiche scientifiche e sui processi di riorganizzazione in corso nelle Fondazioni, si suggerisce che la quota del finanziamento assegnata secondo criteri di premialità sia crescente nel tempo. In prima applicazione (consuntivo 2008, premialità erogata nel 2009, e quindi relativa al primo anno di piena vigenza dell’Accordo “di transizione”) si suggerisce che l’entità delle risorse sia non superiore al 4% dell’intero Accordo di programma, indicativamente ripartita come un punto in percentuale per ognuno dei criteri indicati. La presenza del raggiungimento del risultato atteso su tutti i criteri considerati fa scattare un ulteriore premio del 2%. Tale quota può salire al 10% nel corso del successivo biennio (2009/2010), inteso come media del biennio relativo al successivo Accordo quinquennale, a sua volta incrementata del 3% in presenza del raggiungimento di tutti gli obiettivi.

2. Criteri di premialità E’ importante che i criteri siano, in linea di principio, stabili e annunciati preventivamente, con un impatto a medio lungo termine. Molti di questi criteri sono relativi alla “qualità scientifica” delle attività finanziate e/o alla capacità gestionale, finanziaria ed amministrativa delle strutture coinvolte. Su entrambe queste categorie il CVR, pur consapevole della rilevanza di questi fattori sull’impatto, esprime un’opinione sui criteri che l’Amministrazione provinciale ha predisposto ma conferma la propria non titolarità in materia. In materia di impatto, viceversa, pur essendo il criterio che maggiormente risente della debolezza dei nessi di causalità e dell’impossibilità di un’analisi controfattuale nelle condizioni date, il CVR esprime a pieno titolo la propria opinione.

Output della ricerca Si conviene che la pubblicazione su riviste scientifiche internazionali (ISI) rappresenti un indicatore fondamentale, non solo per il valore in sé ma anche perché di norma correlata ad una serie di valori positivi e rilevanti per la strategia della Provincia (visibilità internazionale, capacità di attrarre finanziamenti da soggetti pubblici e privati, presenza nelle comunità scientifiche internazionali etc.). Tale indicatore va integrato nelle aree in cui la rappresentatività ISI è riconosciuta inferiore (scienze umane e sociali) con i libri pubblicati presso editori nazionali e internazionali e con le riviste nazionali referate. Le pubblicazioni scientifiche di ogni Fondazione saranno rapportate al numero di soggetti che le hanno prodotte, con due modalità:

- numero ricercatori in organico nell’ente - numero complessivo di ricercatori inclusi i collaboratori esterni (dottorandi, assegnisti, post

doc, contrattisti etc.) formalmente censiti in attività di ricerca, normalizzati rispetto al totale delle risorse di ricerca disponibili per l’istituzione.

Tenendo conto di una dinamica positiva comunque presente negli ultimi anni, la premialità scatta se entrambi gli indicatori (pubblicazioni per ricercatore, pubblicazioni per totale personale di ricerca) superano la media degli ultimi 3 anni di almeno il 30% nel 2008.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Criteri di premialità proposti dal CVR sugli Accordi di Programma 3

Per quelle istituzioni in cui, motivatamente, almeno un 20% dell’insieme delle risorse destinate alla ricerca non può essere considerato destinato a generare output relativo alle pubblicazioni, si suggerisce che tale quota (variabile da istituzione a istituzione) sia considerata con l’utilizzo di altri indicatori di output quali brevetti (numero), prestazioni e servizi knowledge intensive erogati, imprese spinoff costituite, iniziative significative di divulgazione scientifica, o altro più attinente a specifici interventi. Ai fini della pesatura, fatto 100 il totale dell’output, la quota di tali attività si intende sottratta al totale.

Autofinanziamento Si ritiene che si tratti di un indicatore importante della capacità delle Fondazioni di aumentare la quota di finanziamento diversa da quella proveniente dalla Provincia con criteri di addizionalità, senza comprimere le attività autonomamente programmate. In tale quota rientrano:

- contratti industriali - contratti di ricerca nazionali ed europei - donazioni di ricerca

Al fine di minimizzare gli effetti di trascinamento, si considerano fonti di autofinanziamento solo quelle di nuova acquisizione nell’anno 2008, derivanti da contratti firmati, per la quota relativa allo stesso anno, risultante dalla documentazione ufficiale.

Costi fissi Si considerano costi fissi:

- personale di direzione e segreteria - spese generali (escluse le spese di missione) - spese postali e telefoniche

Si calcola il rapporto costi fissi/ totale entrate. La premialità scatta se tale rapporto viene ridotto di cinque punti percentuali nel 2008. Vanno attentamente monitorate tutte le possibili deviazioni derivanti da azioni di outsourcing o dalla riallocazione di alcune attività in altre poste di bilancio.

2.4 Impatto A fronte della difficoltà di una corretta misurazione di impatto su un così ridotto arco temporale e in presenza di attività che, ove in via di conclusione sono sostanzialmente non influenzate dall’Accordo o, ove generate dallo stesso, sono scarsamente traducibili in un impatto misurabile, si suggerisce che si individuino la presenza di proxi (di sistema piuttosto che di contesto) atte a favorire l’impatto. Tra queste:

- Una crescita delle relazioni istituzionali scientifiche a livello internazionale, misurata attraverso l’esistenza (in ingresso) di contratti attivi per attività di ricerca che coinvolgano almeno tre istituzioni appartenenti a due paesi esteri

- Una crescita dei ritorni economici relativi agli introiti per brevetti misurati come frazione sul totale dei costi brevettuali sostenuti dall’istituzione

- Una crescita del ricorso alle competenze dell’istituzione da parte dei soggetti amministrativi ed economici della Provincia, misurata, per l’Amministrazione, in richiami e rimandi a risultati dell’attività di ricerca in atto e, per i soggetti economici, in tutti i contributi non assimilabili a ricerca commissionata o richiesta di prestazioni professionali o di servizio.

La premialità scatta se tali crescite sono almeno del 10 % per ognuna delle voci o del 30% sulla singola voce.

3. Messa a regime Dopo l’esercizio sperimentale 2008 il sistema premiale viene definito su valori pluriennali (media del biennio sotto osservazione) e concettualmente ripartito con coefficienti differenziati tra le attività di ricerca considerabili routinarie (su cui solo la presenza di dinamiche positive molto rilevanti può

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Criteri di premialità proposti dal CVR sugli Accordi di Programma 4

essere premiata con bassi coefficienti), e così via fino ad attività a rischio elevato al cui successo corrisponde una forte premialità.

4. Suggerimenti sul metodo Anche al fine di dotare il sistema di un flusso informativo utile per la valutazione e di mettere a punto i criteri relativi alla premialità, si suggerisce, dopo l’esercizio sperimentale 2008, nel quadro della proposta di valutazione biennale, a cura di un panel indipendente esterno, di includere in tale analisi uno studio degli effetti dell’impiego delle risorse addizionali derivanti da meccanismi premiali come pure una verifica di pertinenza dei criteri utilizzati. Quest’ultima analisi, in parallelo all’analogo lavoro svolto dal CVR, dovrà trovare collocazione nella revisione di metà mandato degli Accordi del prossimo periodo.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 5

- FORMAT DI CLASSIFICAZIONE E TRATTAMENTO DEI RISULTAT I DEI PROGETTI (“VALGO”)

VALGO. VALorizzare Goal, Outcome e risultati dei progetti. Scheda per favorire la tracciabilità e l’analisi dei risultati di progetto

Strumento in progress per accompagnare lo svolgimento dei progetti di ricerca favorendo la focalizzazione

sui risultati (raggiungimento obiettivi, trasferibilità, valorizzazione, impatto) e sul loro utilizzo. VALGO opera attraverso l’incrocio di 3 blocchi di informazioni contenute nella scheda:

• Elenco dei risultati (breve descrizione e categorizzazione): tali risultati, in linea di principio sono diversi e distinti rispetto alla descrizione delle attività e allo svolgimento del progetto;

• Descrizione dettagliata - risultato per risultato – del possibile utilizzo atteso / realizzato, incluse le potenzialità future da esplorare;

• Impatto, inteso come utilizzo, di ogni singolo risultato, sia all’interno che all’esterno del gruppo ricerca.

VALGO copre tutto il ciclo di vita del progetto, inclusa la fase ex post (12-18 mesi) e le evoluzioni del progetto completato. VALGO viene compilato dal Responsabile Scientifico del progetto e viene periodicamente validato dal Servizio Università e Ricerca Scientifica della Provincia autonoma di Trento, dal Comitato Tecnico Scientifico e dal Comitato di Valutazione della Ricerca a scadenze definite in quanto costituisce un allegato formale al reporting cadenzato del progetto ma viene aggiornato autonomamente dal gruppo di ricerca in corso d’opera ovvero anche al di fuori delle scadenze. VALGO si basa su schede testuali, descrittori, attributi quali e quantitativi (alcuni dei quali categorizzati: pubblicazioni, parole chiave …) che possono essere utilizzati anche per specifiche elaborazioni statistiche. Si avvale di classificazioni e repertori esistenti ed utilizzati in altri contesti per consentire il confronto con altre informazioni. Non si sostituisce ma si integra con le altre azioni di reporting, monitoraggio e valutazione. VALGO consente la produzione di un repertorio sistematico dei risultati con gli opportuni livelli di riservatezza e di tutela della proprietà intellettuale e favorisce la convergenza tra progetti / risultati / utilizzi. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Anagrafica di progetto: n.progressivo ______ non compilare

Titolo Progetto ___________________________________________________________ Acronimo _____________________ Responsabile Scientifico ___________________________________________________ Ente \ Organizzazione _____________________________________________________ Struttura di riferimento Partner di progetto __________________________________________________ __________________________________________________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 6

PARTE 1: Risultati 1. Sintesi dei risultati Se il numero di risultati è superiore a 10 aggiungere un secondo foglio di questa tabella. No

Titolo descrittivo del risultato

Categoria

A, B *

Ambito**

Impatto atteso sul Territorio

provinciale 1 SI ٱ NO ٱ

2 SI ٱ NO ٱ

3 SI ٱ NO ٱ

4 SI ٱ NO ٱ

5 SI ٱ NO ٱ

6 SI ٱ NO ٱ

7 SI ٱ NO ٱ

8 SI ٱ NO ٱ

9 SI ٱ NO ٱ

10 SI ٱ NO ٱ

* = Cat. A: risultati utilizzabili prevalentemente dai soggetti proponenti Cat. B: risultati utilizzabili prevalentemente da soggetti esterni a quelli proponenti **.= Ambiti di riferimento dell’analisi di impatto (vd linee guida)

- Generazione di nuove conoscenze (GNC) - Aspetti ed effetti economici (AEC) - Aspetti ed effetti su Politica, Amministrazione e gestione (APG) - Cultura Società e cittadini (CSC) - Ambiente e sostenibilità (ASO)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 7

PARTE 2: Descrizione in dettaglio di ogni risultato Questa scheda deve essere completata distintamente per ciascun risultato. In caso di più risultati questa scheda deve essere interamente riprodotta per il numero di volte corrispondente. 2.1 N° e Titolo del risultato ( vd tabella 1) No Titolo descrittivo del risultato

Persona di riferimento per questo risultato

Nominativo Ente \ Organizzazione Posizione Reperibilità: mail, tel …

2.2 Sintesi degli aspetti più rilevanti del risultato

Descrivere gli aspetti più rilevanti del risultato che diano al lettore un’immediata comprensione della sua natura, importanza e potenzialità; descrivere brevemente lo status (livello di maturazione) / le applicazioni attuali del risultato(se ne esistono). Dettagliare e motivare, ove possibile, l’attribuzione circa la natura locale o extralocale dell’impatto atteso. Specificare se alcune informazioni sono ritenute confidenziali relativamente ai soggetti coinvolti.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 8

2.3 Descrittori Utilizzare i codici contenuti nell’allegato 1 (massimo 5) per categorizzare il risultato. Codici Descrittori 2.4 Stadio di sviluppo (alla data di compilazione della scheda) Segnare solo una categoria (prevalente)(X) Conoscenza scientifica e/o tecnica Soluzioni tecniche di laboratorio Linee guida, metodologie, manuali Software Archivi e basi di dati Sviluppo sperimentale a livello di prototipo Prodotto testato e validato Altro (specificare) 2.5 Tutela della proprietà intellettuale (IPR) Segnare il riquadro corrispondente (X) Ricerca di anteriorità Domanda di brevetto Specificare se non italiano (europeo, altri paesi) Brevetto concesso Concessione licenza Partenariato e/o accordi contrattuali di sfruttamento Marchi, disegni e copyright registrati Segretezza Altro (specificare): 2.6 Settori applicativi di mercato Utilizzare la classificazione NACE (allegato 2) per indicare i potenziali settori applicativi di mercato. (massimo 5) Settori applicativi di mercato

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 9

PARTE 3: Valorizzazione Utilizzazione Diffusione del risultato 3.1 Individuazione delle ulteriori necessità rispetto allo stato corrente per diffondere, valorizzare e utilizzare il risultato Segnare i riquadri corrispondenti alle necessità (X) nel caso in cui il gruppo di ricerca sia interessato/disponibile alla valorizzazione del risultato 1 Ulteriore ricerca 2 Risorse tecniche per lo sviluppo di prototipi, prove, certificazioni, ecc. 3 Promozione ed eventi mirati per interlocutori specifici 4 Contratti di collaborazione con imprese per lo sviluppo industriale del risultato 5 Cessioni di licenze 6 Costituzione di imprese 7 Supporto finanziario 8 Processi sociali di valorizzazione (opinione pubblica, cultura, formazione, ecc.) 9 Coinvolgimento della PA e delle istituzioni 10 Intervento di consulenti specifici 11 Altro (specificare) 3.2 Messa a disposizione di competenze e potenzialità per l’utilizzo e lo sfruttamento del risultato

Descrivere chiaramente il valore e l’interesse che il risultato riveste per potenziali partner in prospettiva di un futuro utilizzo e diffusione.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 10

3.3 Profilo di ulteriori Partner o Collaborazioni per garantire la miglior valorizzazione del risultato

~ O ~ LINEE GUIDA VALGO Anagrafica di progetto Da compilarsi da parte del responsabile scientifico di progetto. Se il progetto ha generato più risultati, questi vanno identificati e descritti singolarmente. Il risultato va inteso come un esito tangibile, delimitabile e identificabile in un prodotto / processo / servizio ottenuto dall’attività di ricerca, anche a livello intermedio o non preventivamente atteso. Non va confuso con lo svolgimento o conclusione di un’attività o con uno strumento di divulgazione (quale pubblicazione o brevetto) che, viceversa, può concorrere come attributo descrittivo, alla sua definizione e diffusione / valorizzazione. Il risultato può quindi consistere in qualsiasi prodotto commercializzabile o trasferibile, processo, servizio, standard, know-how, metodologia, competenza del gruppo, prodotto di sperimentazione o software.

Descrivere chiaramente il profilo e le caratteristiche attese che identificano futuri partner esterni.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 11

PARTE 1: SINTESI DEI RISULTATI TABELLA 1. Titolo descrittivo del risultato: Il titolo attribuito al risultato deve essere idoneo a descrivere sinteticamente ma il più chiaramente possibile il risultato stesso. Deve cioè indicare in cosa consiste (processo, programma, materiale, congegno, dispositivo, ecc.), a quale stadio di sviluppo si colloca (ricerca, prototipo, miglioramento, ecc.) e possibilmente lasciare intendere quale miglioramento offre rispetto allo stato dell’arte (maggiore efficienza, robustezza, economicità, ecc.) Categoria A, B Scegliere la categoria in cui rientra il risultato. A) risultato utilizzabile prevalentemente internamente al consorzio/partenariato direttamente coinvolto. La descrizione del risultato su VALGO sarà comunque di supporto ai partner per chiarire e dettagliare la strategia di valorizzazione. B) risultato utilizzabile esternamente al consorzio/partenariato direttamente coinvolto nel progetto di ricerca. Si tratta di un risultato di interesse commerciale, sociale o scientifico, che non si vuole o non si può utilizzare esclusivamente all’interno dell’insieme dei partecipanti. E’ ritenuto di interesse comune pubblicizzarlo per la disseminazione e il successivo utilizzo. Ambito I risultati delle attività di ricerca si prestano a ricadute in contesti differenziati, qui definiti ambiti. Tali ambiti, a cui vanno associati i singoli risultati nella tabella, saranno utili nel processo di valutazione di impatto, in quanto costituiscono aree specifiche di analisi. Scegliere un solo ambito (il più significativo e prevalente) per ciascun risultato. Tale prevalenza è relativa al momento di compilazione del modulo. Generazione di nuove conoscenze Il risultato presenta una valenza e una natura di avanzamento scientifico (nuova conoscenza generata) e gli output, e le possibili ricadute, a volte specifici e di carattere disciplinare, sono spesso input per ulteriore attività di ricerca. Aspetti ed effetti economici Il risultato presenta una ricaduta con effetti di carattere prettamente economico (valore aggiunto diretto ed indiretto, creazione di occupazione, investimenti, spin off, ecc.). Aspetti ed effetti su Politica, Amministrazione e G estione Il risultato determina effetti sia sulle azioni relative di politica della ricerca e delle funzioni collegate, sia quando produce un mutamento nell’approccio politico verso l’attività di ricerca. Vanno considerati anche gli effetti sull’innovazione nella gestione amministrativa della attività di ricerca di un ente, istituzione o soggetto coinvolto, la nascita di nuove regole, leggi o regolamenti attuativi, la disponibilità di nuova strumentazione per le politiche, ecc. Cultura Società e Cittadini Il risultato manifesta un impatto sui beneficiari finali, intesi come cittadini e società, magari inducendo un cambiamento sociale o nello stile di vita, e/o una diversa percezione della ricerca scientifica da parte della popolazione. Rientrano nella categoria gli effetti e le modificazioni culturali che non siano comprese nell’avanzamento delle conoscenze in senso stretto di cui al primo ambito. Ambiente e Sostenibilita’ Il risultato promuove la compatibilità e sostenibilità ambientale nelle più diverse forme. Impatto atteso sul Territorio provinciale

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 12

Indicare, in relazione a ciascun risultato e all’ambito corrispondente scelto, la prevalenza del bacino territoriale (locale o no) su cui ci si attende l’impatto ovvero la presenza o meno di una ricaduta locale, con effetti diretti cioè sul territorio provinciale. PARTE 2: DESCRIZIONE IN DETTAGLIO DI OGNI RISULTATO Questa scheda deve essere completata distintamente per ciascun risultato. In caso di più risultati deve essere interamente riprodotta per ognuno di essi. Sintesi degli aspetti più rilevanti del risultato E’ richiesta una breve descrizione del risultato commerciale, sociale o scientifico, di cui alla tabella riassuntiva precedente, in relazione al suo uso potenziale (un’unica applicazione o più applicazioni in differenti settori), grado di innovatività, status di impiego e benefici attesi. La descrizione dovrebbe comprendere, ove possibile, anche i seguenti aspetti:

- le possibili interazioni fra utilizzatori e settori di mercato, così da individuare il più chiaramente possibile il potenziale utilizzatore finale del risultato;

- i fattori critici di successo (bisogni dei fruitori, domanda del mercato, prezzo, ecc.) in relazione ai benefici commerciali attesi;

- breve analisi di mercato o del settore di applicazione (esistenza di vincoli regolatori, legali o sociali; punti di forza o di debolezza rispetto ad altre tecnologie; concorrenza; barriere d’ingresso, ecc.)

Descrittori (e Settori applicativi di mercato) Compilare utilizzando le apposite classificazioni. Stadio di sviluppo (alla data di compilazione) Si deve indicare il livello di maturità del risultato rispetto alla sua possibile applicazione; come tale va indicata una sola risposta, ovvero la prevalenza al momento della compilazione. Contribuisce a definire la natura dello stesso, in particolare quando si tratta di prodotti specifici (es. soluzioni tecniche, software o strumenti metodologici). E’ ipotizzabile che lo stesso risultato muti col tempo il proprio stato di sviluppo, passando da un’iniziale conoscenza scientifica a qualcosa di più applicativo. In coda è offerta un’opzione aperta, da dettagliare. Tutela della proprietà intellettuale (Intellectual Property Right -IPR) Si deve definire, per ogni risultato, la presenza o meno di una tutela della proprietà intellettuale, evidenziandone il livello di maturità ma anche, in analogia allo stadio di sviluppo di cui al punto precedente, la presenza di specificità (es. strategia di segretezza, marchi ecc.). Per ricerca d’anteriorità si deve intendere l’analisi dell’effettiva novità dell’invenzione; per domanda di brevetto la presentazione formalizzata di una domanda ai corrispondenti uffici brevettuali (specificare quali); per brevetto concesso il completamento dell’iter; per concessione di licenza e per accordi di sfruttamento, l’esistenza di effettivi e sottoscritti contratti che prevedano esplicitamente la valorizzazione del risultato in forma tutelata. Lo stesso per la voce marchi, disegni e copyright mentre, per segretezza, si deve intendere una strategia di non divulgazione che faccia leva sul mantenimento a distanza dei competitori. In coda è offerta un’opzione aperta, da dettagliare. PARTE 3: VALORIZZAZIONE UTILIZZAZIONE DIFFUSIONE DEL RISULTATO Questa sezione è diretta a meglio definire il percorso di valorizzazione del singolo risultato, sia rispetto alle risorse e competenze direttamente disponibili da parte del gruppo di ricerca, sia rispetto ai bisogni di collaborazioni esterne. La descrizione dettagliata è indirizzata a meglio focalizzare le idee e le esigenze da parte dei proponenti e a facilitare l’individuazione delle competenze mancanti e delle criticità del processo. E’ ripartita in tre blocchi, rispettivamente una lista delle aree su cui intervenire nel processo di valorizzazione (più risposte possibili) che potrebbero comprendere anche l’opinione pubblica ed il contesto sociale ed istituzionale, le

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format di classificazione e trattamento dei risultati dei progetti (“VALGO”) 13

capacità interne che possono essere messe a disposizione per tali fini e il profilo dei partner mancanti. Individuazione delle ulteriori necessità (alla data di compilazione) La lista comprende diverse modalità di “valorizzazione” relative, anche, alle possibili tipologie di attività di ricerca e al loro grado di sviluppo. Sono possibili più risposte. In coda è offerta un’opzione aperta, da dettagliare; per la quale sono possibili più risposte. Messa a disposizione di competenze e potenzialità per l’utilizzo e lo sfruttamento del risultato Utilizzare il riquadro a testo libero per descrivere brevemente le opportunità di business, utilizzo e diffusione che possono essere offerte ai potenziali partner in caso di collaborazione, in particolare in relazione alle aree critiche indicate nel riquadro precedente. Descrivere sia i benefici di utilizzo attuale sia i benefici potenziali derivanti da investimenti in ulteriore sviluppo. Indicare inoltre termini e condizioni di utilizzo dei risultati. Profilo di ulteriori Partner o Collaborazioni per garantire la miglior valorizzazione del risultato Nel caso si intendesse ricercare ulteriori partner per le fasi di utilizzo e diffusione del risultato, descrivere in dettaglio le risorse necessarie, le competenze e le capacità che tali soggetti dovrebbero avere. Per una più efficace delineazione del partenariato richiesto, può essere utile precisare: - i passaggi del processo nei quali la collaborazione è ritenuta strategica (es. costruzione prototipo; conduzione ricerche di mercato; esecuzione test di prodotto; sviluppo di nuove caratteristiche; adattamento di prodotto o processo; capacità di diffusione tecnologica, ecc.) - la partecipazione di carattere finanziario richiesta (modalità e quantificazione) e la fase a cui è destinato l’investimento (futura produzione, commercializzazione o nuovo sviluppo) - le attrezzature o la dotazione tecnologica e organizzativa da condividere o da reperire - i rischi di carattere organizzativo, tecnologico o finanziario da superare - i vincoli e le opportunità presentate dal mercato

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 14

- FORMAT PER LA RACCOLTA DEI DATI DEI SOGGETTI (“M ASCHERE”) MASCHERE DI RILEVAZIONE DATI DI IMPATTO DELLA RICER CA ENTE DI RICERCA MODELLO VALUTAZIONE DI IMPATTO ELABORATO DAL CVR Ai fini del processo di valutazione e di misurazione dell’impatto generato nei diversi ambiti che alimentano il Modello complessivo elaborato dal Comitato di valutazione della ricerca (CVR), le maschere seguenti identificano alcuni parametri da tenere sotto osservazione. La parzialità rispetto all’output complessivo delle istituzioni scientifiche è quindi giustificata dal tentativo (da verificare sperimentalmente) di correlare, direttamente o indirettamente, gli indicatori qui presentati ai fenomeni sotto osservazione ovvero alla misurabilità e alla misurazione per l’analisi di impatto. Il Modello di Analisi di Impatto, infatti, si avvale di diversi strumenti e considera informazioni di differente provenienza (di natura amministrativa-gestionale, Istat, indagini ad hoc, raccolte dati provinciali ecc..) che afferiscono ai macroambiti di indagine predisposti in sede di CVR. Le Maschere di rilevazione, contenute in questo documento proposto alle Fondazioni, sono conseguenti al Modello di analisi di impatto e sono rivolte ai soli soggetti istituzionali della ricerca attraverso alcuni indicatori finalizzati per questa parte di indagine. Indicatori relativi alla produzione della conoscenza (macroambito della Nuova Conoscenza) per verificare l’evoluzione e la trasformazione nel tempo delle coordinate disciplinari in riferimento al posizionamento del soggetto nella realtà scientifica internazionale, quelli attinenti all’economia (macroambito dell’Economia) che misurano la performance delle istituzioni di ricerca anche in relazione alla presenza di esternalità positive sul territorio, quelli che intendono misurare il cambiamento sociale e culturale (macroambito della Cultura della Società e dei Cittadini) apportato dagli investimenti, dai risultati e dalle attività istituzionali del mondo della ricerca locale, infine e non ultimo, quegli indicatori che intendono monitorare la compatibilità di programmi e comportamenti delle istituzioni della ricerca a parametri riconosciuti di compatibilità ambientale e di sviluppo sostenibile. Per tutti si ipotizza, o si rende esplicita, la relazione con l’impatto atteso. Le maschere di rilevazione dati di impatto della ricerca pubblica sono uno strumento in progress e pertanto si richiede al compilatore/ responsabile scientifico la massima collaborazione e interazione nel compilare le tabelle di raccolta, evidenziando perplessità o manifestando problemi (definitori, di compilazione o interpretativi).

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 15

MASCHERA 1: LE PUBBLICAZIONI Oltre ai tradizionali articoli scientifici contenuti sulle riviste, in questa maschera sono inclusi libri e loro capitoli, atti pubblicati di congressi, curatele.

Sono invece escluse: lettere e recensioni, Meeting abstract o summary in quanto brevi e in generale con limitato riferimento alle conoscenze generate dall’autore o comunque destinate ad essere pubblicate in forme appropriate. Trattandosi di una prima rilevazione si raccolgono i dati relativi al triennio precedente. A regime si misurerà il delta annuale.

Tab.0 Dati ultimo triennio (2004 – 2005 – 2006) (da produrre una tantum ad inizio della autovalutazion e) ARTICOLI – CITAZIONI

ANNI Triennio (2004 – 05 – 06)

Numero totale delle citazioni ricevute dagli articoli 2004 2006

________

Numero totale articoli 2004 2006

________

- numero articoli non citati - numero articoli citati almeno una volta (alla data della

rilevazione)

________ ________

ALTRE PUBBLICAZIONI

ANNI Triennio (2004 – 05 – 06)

Numero totale 2004 2006

________

Tipologia prodotto:

• …

________

Numero pubblicazioni edite dall’Istituto Numero pubblicazioni di altri editori Numero pubblicazioni con curatela

________ ________ ________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 16

Tab.1 – Numero totale articoli / citazioni

In questa tabella, relativa alla situazione a regime, si richiede di indicare il numero totale di articoli e pubblicazioni già pubblicati (non in corso di pubblicazione) nell’anno di riferimento della rilevazione riportando successivamente nella colonna “Numero totale di citazioni ricevute” il numero totale di citazioni (autocitazioni escluse) ricevute per quell’articolo negli anni successivi. Questa colonna verrà replicata per ciascun anno successivo di rilevazione.

Anno 2008 Journal

(marcare con X le riviste ISI)

Impact Factor IF

Numero totale di articoli pubblicati

Anno 2009 Anno 2008 Journal

(marcare con X le riviste ISI)

Impact Factor IF

Numero totale di articoli pubblicati

Numero totale di citazioni ricevute

Anno 2010 Anno 2008 Anno 2009 Journal

(marcare con X le riviste ISI)

Impact Factor IF

Numero totale di articoli pubblicati

Numero totale di citazioni ricevute

Numero totale di citazioni ricevute

Anno 2011 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Journal

(marcare con X le riviste ISI)

Impact Factor IF

Numero totale di articoli pubblicati

Numero totale di citazioni ricevute

Numero totale di citazioni ricevute

Numero totale di citazioni ricevute

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 17

Tab.2 – Distribuzione dei ricercatori per attività di pubblicazione Nella tabella seguente si richiede di inserire il numero di ricercatori dipendenti (operanti a tempo pieno con contratto a tempo determinato o indeterminato e considerati nel periodo di osservazione ovvero nell’anno solare precedente) autori o co-autori di almeno una pubblicazione ISI, il numero dei ricercatori con altre pubblicazioni non considerate dalla banca dati ISI, il numero di ricercatori senza pubblicazioni – I dati devono essere relativi all’anno solare, inteso come anno della formale pubblicazione, precedente la presente rilevazione.

ANNO 20_ _ N. % N. ricercatori con almeno una pubblicazione ISI nel l’anno ______ _____ N. ricercatori con pubblicazioni diverse da ISI nel l’anno ______ _____ N. ricercatori senza pubblicazioni nell’anno ______ _____

TOTALI 100

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 18

Tab.3 – Analisi delle collaborazioni In questa tabella indicare il numero totale di pubb licazioni ISI in collaborazione (con coautori) e le affiliazioni estere (visiting esclusi).

Anno 20_ _ Numero totale pubblicazioni ISI nell’anno (riportare i dati dalla Tabella 1)

Numero complessivo di articoli in collaborazione

(coautorati)

Numero complessivo di articoli in collaborazione

(coautorati) con almeno un’affiliazione estera

Nomi delle principali affiliazioni estere

_________

_________

_________

_________ _________ _________ _________ _________ _________ _________

Tab. 3 bis Identificare per macro-area scientifica i 5 articol i più importanti dal punto di vista della qualità s cientifica e indicare le seguenti informazioni: - replicare la tabella per ogni macroarea scientifica della fondazione

Anno 20_ _ Journal

(marcare con X le riviste ISI)

Impact Factor IF Autori Affiliazioni dei coautori

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 19

MASCHERA 2: COMUNICAZIONE ED EVENTI Questa maschera è finalizzata alla raccolta dei dati relativi alla realizzazione di momenti di incontro/confronto (convegni, congressi e conferenze scientifiche …) a carattere specialistico in seno alla comunità scientifica e/o con attori privilegiati (stakeholder) ed altre tipologie rivolte prevalentemente al pubblico non specializzato. Situazioni documentate di dibattito tematico specifico, incontri con i soggetti "portatori di interessi" ed azioni di incontro e/o divulgazione sociale che abbiano un potenziale impatto sul territorio provinciale. Si raccomanda di segnalare esclusivamente gli eventi con un effettivo e documentabile impatto. Tab.4 – Congressi, Workshop ed incontri specialistici. Nella tabella successiva inserire la denominazione dei principali eventi/incontri, congressi, workshop, seminari a carattere specialistico svolti dall’ente di ricerca con interlocutori appartenenti alla comunità scientifica, dichiararne gli interlocutori, descriverne il ruolo avuto nell’evento specifico, elencare le aree organizzative dell’Ente coinvolte.

Tipo/

Nome Evento

Interlocutore Qualificato

Ruolo dell’interlocutore

Area organizzativa dell’ente di

ricerca coinvolta

________________

_________________________

_______________

________________

_________________________

_______________

________________

_________________________

_______________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 20

Tab. 5 – Eventi a carattere divulgativo Nella tabella successiva inserire l’elenco dei principali eventi/incontri di carattere divulgativo (momenti di diffusione della conoscenza scientifica aperti anche ad una platea di non esperti) organizzati dall’Ente, darne una breve descrizione e categorizzarli (seminario, focus group, festival, esposizione, conferenza, altro), dichiararne il numero di risorse umane interne coinvolte, fornire una stima del numero di partecipanti, indicare se è previsto un seguito (ripetizione/follow-up) dell’evento stesso. Tipo/Nome Evento Descrizione Evento N. risorse di personale

dell’ente di ricerca coinvolte

Numero partecipanti esterni coinvolti (stima)

Previsione di follow-up

_________

_________

SI □ NO □

_________

_________

SI □ NO □

_________

_________

SI □ NO □

_________

_________

SI □ NO □

_________

_________

SI □ NO □

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 21

MASCHERA 3: METODI E PRATICHE Metodi, pratiche, protocolli, standard, procedure formalizzate adottati/realizzati nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica, nella produzione industriale, di servizi o nella Pubblica Amministrazione. Tab.6 – Metodi e Procedure In questa tabella inserire il nome del metodo o della procedura realizzata e sperimentata (procedura:si intende l'insieme di norme da seguire agendo per un determinato fine), darne una breve descrizione, indicarne anche i soggetti (anche esterni all’Ente) che sono utilizzatori effettivi alla data di compilazione.

Nome Metodo/ /procedura/

standard

Descrizione Soggetti effettivamente utilizzatori (alla data di compilazione)

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 22

MASCHERA 4: TECNOLOGIE Questa maschera fornisce indicazioni sulla realizzazione di particolari e nuovi dispositivi, meccanismi, congegni di tipo tecnologico realizzati dalle diverse strutture di ricerca dell’Ente. Tab.7 – Tecnologie

Indicare nome e breve descrizione (di immediata comprensione) della tecnologia realizzata, indicarne l’entità delle risorse interne impiegate per la realizzazione (anni/uomo) ed una stima delle potenzialità di sviluppo applicativo (realizzazione di applicazioni) della tecnologia nel prossimo triennio Se la tecnologia è ascrivibile alla realizzazione d i un prodotto software, indicare in colonna descriz ione, la fase in cui si trova (es. analisi requisiti, programmazione codice, alfa test, betatest, collaudo finale) Tecnologia Descrizione Entità risorse

interne utilizzate

(totale anni/uomo)

Stima delle potenzialità di sviluppo applicativo entro 3 anni (da 1 min a 5 max;

n.a.= non applicabile);

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

___________

______________________

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

___________

______________________

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

___________

______________________

________________

_________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________

___________

______________________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 23

MASCHERA 5: NUOVE STRUTTURE indica la generazione di nuove strutture di ricerca (centri, laboratori, dipartimenti, sezioni, linee …) attive all’interno o all’esterno dell’Ente di ricerca In funzione della nascita/eliminazione di nuove/vec chie strutture, fornire la mappa organizzativa dell ’inizio periodo a fine periodo (anno di rilevazione) Tab.8 – Nuove strutture Nella tabella seguente inserire la denominazione in esteso della nuova struttura, la tipologia come in colonna relativa, la motivazione sintetica che ne sottende la necessità e che ha portato alla sua realizzazione; indicare il tipo di impatto atteso nel triennio successivo.

Nome Struttura Tipologia struttura (A= nuova creazione

B= accorpamento C= outsourcing)

Motivazione Impatto atteso nel triennio successivo

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 24

MASCHERA 6: BREVETTI E MARCHI Questa maschera di rilevazione si occupa di descrivere e quantificare la presenza di registrazioni ufficiali di soluzioni tecniche, di prodotto, di metodo di lavoro o di depositi di un marchio a tutela delle idee o di soluzioni di ricerca del personale dell’Ente di ricerca. Tab 9 – Brevetti Nella seguente tabella indicare, sia per lo stock posseduto che per i dati di flusso relativi ai nuovi trovati, il ricercatore inventore e l’assegnatario, il numero di brevetti realizzati, la spesa di gestione annuale, gli introiti annuali che vengono realizzati per brevetto, gli utilizzatori o potenziali utilizzatori del brevetto. Indicare gli utilizzatori attuali (nel caso di cessione di diritti sul brevetto) o potenziali. Per quanto riguarda costi di gestione e introiti indicare se essi sono sostenuti/ ricevuti dall’ente o da altri soggetti (es. Agenzia Sviluppo Trentino). Sono da registrare anche i brevetti prodotti dagli inventori degli enti con assegnatari diversi dagli enti stessi.

A. Portafoglio brevettuale esistente a inizio anno _______ Inventore Assegnatario Costo di gestione

brevetto (spesa totale di gestione)

Introiti annuali Potenziali utilizzatori

B. Produzione di brevetti nell’ anno ________

Inventore Assegnatario Costo di gestione brevetto (spesa totale di

gestione)

Introiti annuali Potenziali utilizzatori

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 25

MASCHERA 7: NETWORKING SCIENTIFICO Le seguenti tabelle di rilevazione misurano la presenza di un Network effettivo di collaborazioni scientifiche dell’Ente di ricerca in progetti, accordi e convenzioni attive oltre alla misurazione della qualità di questa rete. Tab. 10 – Accordi e collaborazioni In questa tabella inserire nella prima colonna il nome esteso dell’accordo o della convenzione, riportare poi i nomi o le sigle dei soggetti di ricerca coinvolti, l’importo complessivo dell’accordo e la quota parte assegnata in % al soggetto compilatore, infine indicare l’entità dell’impegno richiesto in risorse umane espresso in anni/uomo.

Accordi di collaborazione e

convenzioni

Enti coinvolti Importo complessivo dell’accordo (quota media

annuale)

Di cui quota % assegnata all’ente di ricerca

Entità di risorse interne coinvolte

nell’attuazione della collaborazione

(anni/uomo) ___________________

_________ _________ _________

_____________€

______ %

---

___________________

_________ _________ _________

_____________€

______ %

---

___________________

_________ _________ _________

_____________€

______ %

---

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 26

Tab. 11 – Progetti di ricerca in collaborazione In questa tabella inserire nella prima colonna il nome esteso del progetto di ricerca congiunto, riportare poi i nomi o le sigle dei soggetti di ricerca coinvolti, la tipologia del finanziamento (progetto europeo, nazionale etc.), l’importo complessivo dell’accordo e la quota parte assegnata in % al soggetto compilatore, indicare l’entità dell’impegno richiesto in risorse umane espresso in anni/uomo ed infine il ruolo del compilatore (se coordinatore o meno).

Titolo progetti di ricerca in collaborazione, durata e tipologia

finanziamento

Enti coinvolti Importo complessivo del progetto

Quota parte in % assegnata

all’ente

Entità di risorse interne coinvolte nell’attuazione

(anni/uomo)

Coordinatore

___________________

_________ _________ _________

___________€

______ %

____________

SI □ NO □

___________________

_________ _________ _________

___________€

______ %

____________

SI □ NO □

___________________

_________ _________ _________

___________€

______ %

____________

SI □ NO □

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 27

MASCHERA 8: NETWORKING INDUSTRIALE Questa maschera registra le collaborazioni in atto dell’ Ente di ricerca con le imprese locali e non. Misura il valore totale dei contratti di collaborazione formalizzati con imprese (convenzioni, ricerca c/terzi, altro) Tab. 12 – Accordi e contratti Indicare il nome o la denominazione per esteso dell’accordo o del contratto (siglati nell’anno precedente alla rilevazione), il nome o la sigla delle aziende o soggetti partecipanti (escluso il compilatore) se il soggetto con cui si ha l’accordo è operativamente residente all’estero (non sede legale), le dimensioni dell’impresa o del soggetto (non il gruppo o le controllate), l’importo del contratto, la quota parte del Ente, entità delle risorse coinvolte nell’implementazione dell’accordo (cioè operative sui compiti previsti nell’accordo), la durata stipulata.

Accordi e contratti di

collaborazione

denominazione

Imprese / enti

partecipanti coinvolte

impresa estera

Impresa con numero

di addetti superiore a

500

Importo complessivo

contratto

Quotaparte in % assegnata

all’ente di ricerca

(compilatore)

Entità di risorse interne coinvolte nell’attuazione

(anni/uomo)

Durata

accordo In anni

____________

_________ _________ _________ _________

SI □ NO □ SI □ NO □ SI □ NO □

SI □ NO □ SI □ NO □ SI □ NO □

____________€

______ %

____________

_______

____________

_________ _________ _________ _________

SI □ NO □ SI □ NO □ SI □ NO □

SI □ NO □ SI □ NO □ SI □ NO □

____________€

______ %

____________

_______

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 28

MASCHERA 9: CREAZIONE SPIN-OFF NUOVE IMPRESE Verifica la ricaduta imprenditoriale diretta della ricerca ed il dinamismo industriale attraverso la generazione di nuove imprese. Tab 13 - Stock– Spin-off / nuove Imprese generate d all’Ente di ricerca I dati si riferiscono alle imprese generate su know-how dell’Ente attraverso propri ricercatori (anche non strutturati)

Spin-off / nuove Imprese

Numero Soci

Settori di attività

Anno di

costituzione

Partecipata

dall’Ente

Fatturato e

addetti nell’anno precedente

Riconoscimenti

ottenuti

____________

__________

_________ _________ _________ _________

_____

SI □ NO □

_____€

____________

__________

_________ _________ _________ _________

_____

SI □ NO □

_____€

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 29

Tab 13 bis - Flusso– Spin-off / nuove Imprese Indicare il nome dello spin-off o della nuova impresa (start up), il numero imprese o soci partecipanti, settori di attività della mission, riportare il capitale sociale, presenza e natura degli investitori nell’anno precedente alla rilevazione.

Ragione sociale spin-off e nuove

Imprese

Numero Soci

Settori di attività

Capitale sociale

Presenza e natura di investitori

____________

__________

_________ _________ _________ _________

__________€

____________ ____________ ____________

____________

__________

_________ _________ _________ _________

__________€

____________ ____________ ____________

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 30

MASCHERA 10: OCCUPAZIONE diretta / indiretta nella Fondazione Verifica dell’occupazione generata dai progetti di ricerca in capo alla Fondazione Tab 14 – Risorse umane impegnate nei progetti di ri cerca in anni uomo equivalenti Indicare il nome di riferimento del progetto per esteso, il numero di personale di ricerca impegnato sul progetto, il totale di impegno in anni uomo, la suddivisione per tipologia di contratto, ed il personale tecnico amministrativo rendicontato sul progetto

Nome progetto

Unità di

personale impegnato

Totale

anni uomo

Tipologia di contratto

Personale tecnico

Amministrativo (indiretta)

_______________________

__________

__________

Det. □ Indet. □ Collab. □ n.__ n.__ n.__

N _____

_______________________

__________

__________

Det. □ Indet. □ Collab. □ n.__ n.__ n.__

N _____

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 31

MASCHERA 11: INNOVAZIONE PRODOTTO PROCESSO Si intende rilevare i risultati tangibili dei progetti di ricerca di ogni tipo (imprese ed enti di ricerca) suscettibili di generare risultati in termini di nuovi prodotti introdotti sul mercato e nuovi processi produttivi (rif. valgo). Tab. 15 – progetti innovativi Indicare il nome del progetto di ricerca, il prodotto/risultato o il processo generato, la tipologia secondo la legenda in intestazione di colonna, Nome progetto di ricerca originario

Nome nuovo prodotto ottenuto come risultato del progetto di ricerca

Caratteristiche distintive

Nome nuovo processo produttivo ottenuto come risultato del progetto di ricerca

Caratteristiche distintive

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 32

MASCHERA 12: FORMAZIONE

Verifica della spesa in formazione dell’Ente compilatore e della ricaduta formativa della sua attività di ricerca.

Tab. 16 –Spesa in formazione Indicare nella seguente tabella i corsi di formazione (o tipologia: informatica, specialistico, amministrativo, sicurezza) a cui personale del soggetto compilatore è risultato iscritto e frequentante, nell’anno precedente la compilazione. Riportare il costo per partecipante ed il costo complessivo per il soggetto compilatore. Tipologia di formazione N. corsisti

coinvolti Costo complessivo attività formativa

Costo per partecipante

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 33

Tab. 17 – Nascita di percorsi formativi da attività di ricerca presso gli enti o presso altri soggetti Nascita di nuovi percorsi formativi presso gli enti di ricerca, altri enti (es. Università) o la società (es. scuole, associazioni) come diretto impatto di attività di ricerca; indicare quindi la denominazione dell’attività posta in essere, la sede di svolgimento, i soggetti istituzionali coinvolti ed il loro ruolo, il numero di ricercatori del soggetto compilatore, la continuità dell’iniziativa ed il costo complessivo per il compilatore.

Nome nuova iniziativa\percorso

formativo

Sede di

svolgimento

Ente / istituzione coinvolta e ruolo (amministrativo –

logistica – didattico)

N. ricercatori

coinvolti direttamente

Continuità

(es: corso di studi - per numero limitato

di anni )

Placement

partecipanti*

Costo

complessivo

________________

______________

Ente ______ ruolo

______ Ente ______ ruolo

______ Ente ______ ruolo

______ Ente ______ ruolo

______

____

Permanente □ Occasionale □

_____________

* politiche di placement e creazione di nuovi posti di lavoro come diretta conseguenza dell’impatto delle attività di ricerca e formazione

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Format per la raccolta dei dati dei soggetti (“Maschere”) 34

MASCHERA 13: AMBIENTE Maschera volta a rilevare la presenza di attenzione verso le tematiche ed i metodi di prevenzione, riduzione, contenimento delle minacce all’ambiente. La conoscenza e l’informazione circa l’evoluzione in materia di norme e regolamenti, delle tematiche di controllo delle minacce ambientali sviluppata in altri Stati o a livello nazionale e locale e adozione sperimentale delle stesse all’interno dei progetti di ricerca o attività scientifica dell’Ente. Tab. 18 – Impatto effettivo su ambiente naturale e territorio antropizzato

Nome tipologia di metodo o applicazione atta alla salvaguardia

dell’ambiente

Sviluppato/

applicato da :

Applicazione con ricaduta interna

all’organizzazione ente

Se esterna all’ente (NO � colonna

precedente) indicare:

Spesa totale per prevenzione /

riduzione minacce ambientali

SI □ NO □

locale □ nazionale □ estero □

SI □ NO □

locale □ nazionale □ estero □

SI □ NO □

locale □ nazionale □ estero □

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Mandato per il Panel Internazionale di esperti indipendenti 35

- MANDATO PER IL PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI

MANDATO PER L’ESECUZIONE DI UN ESERCIZIO DI VALUTAZIONE DELL’IMPATTO GENERATO SUL SISTEMA PROVINCIALE TRENTINO DALLE ATTIVITA’ PROMOSSE DALLE FONDAZIONI KESSLER E MACH (e delle relative istituzioni di provenienza) NEL PERIODO 2005-2007 CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A QUANTO PROGRAMMATO DAGLI ACCORDI DI PROGRAMMA 2007-2008 SOTTOSCRITTI CON LA PAT.

Ai fini del completamento del proprio mandato e per consentire la definizione di uno

schema di un futuro accordo di programma per ognuna delle due Fondazioni che potesse consentire una corretta azione di monitoraggio e valutazione, il Comitato ha deciso di lanciare un esercizio di valutazione realizzato da esperti di comprovata qualità, capacità ed indipendenza, in analogia ai modelli operanti a livello internazionale, anche attraverso l’inclusione delle competenze non direttamente rappresentate in seno al Comitato stesso. Il seguente mandato si compone di una parte introduttiva, atta ad illustrare l’iniziativa, una serie di domande a cui il rapporto deve portare risposte e una descrizione delle specifiche tecniche relativamente all’esecuzione e al rapporto atteso.

A. L’esercizio progettato si basa sull’attuazione del modello di valutazione del sistema provinciale di della ricerca, predisposto dal Comitato, che individua l’impatto come il risultato di interventi progettati, programmati e realizzati dalle istituzioni scientifiche, in particolare a seguito delle risorse e del supporto fornito dall’Amministrazione Provinciale, in grado di generare effetti (diretti o indiretti) ricadenti su specifici ambiti quali:

i. l’avanzamento delle conoscenze scientifiche ii. gli aspetti e le conseguenze economiche iii. le ricadute sul sistema decisionale e la gestione amministrativa iv. la cultura, la società e i cittadini v. l’ambiente e la sua sostenibilità

In ragione di tale modello sono stati predisposti strumenti di raccolta delle informazioni e dei dati ed è stato sostenuto ed affiancato il processo organizzativo delle Fondazioni volto alla costruzione di un’autonoma capacità di monitoraggio e valutazione in grado di tenere sotto osservazione i processi attivati al loro interno, a partire dalla qualità scientifica del lavoro svolto, e di rapportare i risultati raggiunti agli obiettivi assunti e alle risorse impiegate. Al panel viene quindi richiesto di fornire un rapporto valutativo che, tenendo conto del contesto sopra richiamato, sia in grado di supportare il processo di definizione dei nuovi accordi di programma e di commentare e suggerire indicazioni relativamente al modello predisposto e agli strumenti indicati. Per tali fini sono state identificate alcune domande valutative, di cui al punto seguente, che dovranno costituire lo schema di riferimento a cui il Panel risponderà nell’ambito della sua autonomia.

B. Le domande fanno riferimento a due aree che il Comitato ritiene debbano essere tenute sotto osservazione e tendenzialmente replicate in successivi esercizi di valutazione. Le due aree sono, rispettivamente: 1) l’analisi del processo di programmazione delle attività in rapporto ai vincoli e agli obiettivi (e alle risorse ed opportunità a disposiz ione) (l’obiettivo è cogliere quegli elementi che hanno costituito i punti di riferimento nella generazione delle attività che le Fondazioni si sono date e che hanno influenzato la generazione dei risultati. Il tutto è finalizzato a rendere visibili questi elementi nei nuovi accordi al fine di facilitare il processo di valutazione e a rafforzare le azioni formative su questi temi all’interno delle Fondazioni).

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Mandato per il Panel Internazionale di esperti indipendenti 36

2) l’analisi delle relazioni tra il sistema interno e il contesto esterno (stima dell’impatto ) nelle componenti scientifiche ed economiche, anch e in relazione alle risorse disponibili, agli obiettivi dati e ai risul tati ottenuti (l’obiettivo è stimare se le scelte fatte, e l’impiego delle risorse che ne è conseguito, si sono rivelate opportune rispetto al contesto. Il tutto attraverso un’analisi dell’impatto riscontrato sul territorio e sulla comunità, scientifica e sociale). In entrambi i casi il punto di partenza è costituito dalla misurazione e comparazione (posizionamento nel confronto internazionale) della qualità scientifica dei singoli e della loro clusterizzazione all’interno delle strut ture scientifiche trentine (l’obiettivo è individuare la qualità media e l’eccellenza scientifica dei scientist ma anche il loro effettivo posizionamento e l’eventuale loro concentrazione/dispersione) nelle strutture scientifiche. Il tutto è finalizzato ad avere una concreta misurazione del capitale umano sia in termini di stock che di flusso, con una particolare attenzione agli ingressi, alle uscite e al corretto impiego rispetto alle funzioni assegnate). A supporto del lavoro del Panel verranno forniti, da parte del Comitato e dell’Amministrazione provinciale, in particolare attraverso il Servizio università e ricerca scientifica, informazioni, dati e documenti, anche parzialmente elaborati, in grado di rappresentare la realtà, i fenomeni e i soggetti sotto osservazione. Sarà cura delle Fondazioni rendere disponibili, compatibilmente alla loro effettiva praticabilità, tutte le informazioni e le documentazioni richieste per l’esercizio valutativo. Le conseguenti domande valutative, indirizzate ad una scala macro e quindi ben superiore ad un’analisi per singolo progetto e finalizzate alla produzione di raccomandazioni e suggerimenti, sono pertanto:

- E’ il contesto scientifico, interno ed esterno alle Fondazioni, favorevole e coerente rispetto agli obiettivi che le stesse si sono dati?

- Le attività programmate sono state perseguite in modo corretto rispetto agli obiettivi definiti nei documenti ufficiali?

- Il livello di finanziamento è corretto, in particolare per quanto riguarda il contributo provinciale?

- La scelta delle priorità è chiara e credibile? - I processi realizzativi sono stati svolti con efficacia ed efficienza? - La realtà trentina è correttamente e positivamente inserita nelle rispettive reti

scientifiche internazionali? - E’ misurabile e in che termini il contributo addizionale, fornito dalla Provincia,

rispetto a risorse acquisibili sul mercato nazionale e internazionale della ricerca? - Gli obiettivi contenuti negli Accordi di Programma sono chiaramente definiti

rispetto alla possibilità del loro perseguimento? - Gli stessi obiettivi sono correttamente formulati rispetto alla possibilità di

monitoraggio e valutazione? - Come potrebbe essere realizzato tale processo con una particolare attenzione

all’impatto (sia sul territorio che a livello extra-locale)? - Quali potrebbero essere i suggerimenti rispetto alla definizione di un nuovo

Accordo di programma sui punti precedenti? Le raccomandazioni su questi punti dovranno essere ripartite e giustificate rispetto a tre categorie di destinatari: - i decisori (policy maker) - le istituzioni (Fondazioni e loro centri/istituti intermedi) - i ricercatori

C. Il rapporto, della dimensione di non più di 40 cartelle, in lingua italiana e inglese, sarà preceduto da una sintesi e da un’illustrazione e commento delle raccomandazioni. Il rapporto deve inoltre comprendere un’illustrazione delle fonti, del percorso seguito e delle

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Mandato per il Panel Internazionale di esperti indipendenti 37

modalità utilizzate per fornire le risposte alle domande sopra indicate, inclusiva dei riferimenti alle interviste e ai contatti. Deve concretizzarsi in un numero finito di “raccomandazioni” relativamente ai punti 1 (processo programmazione) e 2 (stima impatto), comprensive di una illustrazione delle ipotesi di implementazione. Le risposte, i suggerimenti e le raccomandazioni fornite dal Panel dovranno tenere nella dovuta considerazione il peculiare momento di riorganizzazione delle istituzioni sotto osservazione e fare propri gli adeguamenti derivanti dalle modifiche statutarie e dai vincoli e condizionamenti del pregresso. Nel fare ciò dovranno però anche suggerire e commentare come questo condizioni il raggiungimento dei processi attivati. In questo quadro, sempre operando ad una scala macro e ai fini della predisposizione del rapporto finale, verrà richiesta la misurazione e la comparazione (attraverso l’analisi di posizionamento nel confronto internazionale) della qualità scientifica e della rilevanza dei prodotti dalle Fondazioni.

E’ prevista una stesura intermedia entro il 30 settembre 2008, da sottoporre ad una discussione congiunta in sede di Comitato e ad una approvazione da parte degli organi competenti della Provincia e una versione definitiva entro il 30 ottobre 2008 per l’approvazione finale e la relativa liquidazione. Per lo svolgimento del compito sono stimate 10 giornate complessive di lavoro per ogni componente il Panel, incrementate rispettivamente di 4 e 6 giornate per Presidente e Rapporteur. E’ previsto che almeno 3 di queste giornate prevedano la partecipazione a riunioni collegiali e di gruppo da tenersi presso le sedi trentine.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Documento per il preambolo ai nuovi Accordi di programma 38

Documento per il preambolo ai nuovi Accordi di prog ramma Premessa Raccordare obiettivi con risultati attraverso un’analisi delle risorse impiegate, delle possibili alternative e degli strumenti utilizzati costituisce da sempre il terreno principale d’azione della valutazione. Nel caso degli Accordi di Programma, che presuppongono la convergenza - su obiettivi comuni - di volontà e di motivazioni diverse, si palesa esplicitamente l’esigenza di far emergere, per l’Amministrazione e per le Fondazioni, la presenza delle rispettive strategie. In assenza di una strategia a lungo termine gli obiettivi, e quindi la valutazione, sono arbitrari. Ad oggi la capacità dei soggetti sottoscrittori degli Accordi di Programma di dotarsi di una strategia è modesta. Gli Accordi sono tuttora una presa d’atto di una lista di attività dei soggetti, con una indicazione di priorità del tutto formale. La redazione di un Preambolo agli Accordi di Programma per il 2009 costituisce una importante novità metodologica, perché obbliga i soggetti a negoziare tra loro attività comuni, con ciò implicitamente definendo internamente priorità e aree di condivisione. Ma non è sufficiente, a fronte della perdurante difficoltà di rappresentare una strategia a lungo termine. Il presente contributo mira a migliorare la capacità di sviluppare una vera strategia, sulla base della quale la Provincia possa assumere decisioni ponderate. Il prosieguo della nota si riferisce esclusivamente alle Fondazioni, in quanto enti direttamente dipendenti dal finanziamento della Provincia. Considerazioni diverse andranno svolte per l’Accordo di programma con la Università.

1. Strategia delle Fondazioni: strategia, obiettivi, risultati attesi 1.1 Definizione di strategia Per definizione una strategia richiede la capacità di selezionare, di scegliere allo stesso tempo cosa e perché si fa e cosa non si fa, in modo motivato. La strategia di una Fondazione di ricerca si deve basare su un portafoglio di attività, caratterizzate da diversi gradi di maturità, in grado di alimentare flussi di risultati, rafforzamento e ampliamento delle competenze dei ricercatori, opportunità di finanziamento, impatto sugli stakeholder, che siano sostenibili nel lungo periodo. L’Accordo di Programma deve indicare le aree prioritarie di attività, secondo una logica che renda possibile la selezione e la valutabilità. Tale indicazione dovrà garantire la coerenza con la natura sistemica della ricerca ed alta formazione trentina, che include le Fondazioni, l’Università di Trento, gli altri enti di ricerca presenti sul territorio, le imprese, ma anche la Pubblica Amministrazione, i cittadini e le associazioni. In particolare dovrà garantire la coerenza con il quadro della programmazione in capo alla Provincia Autonoma di Trento, così come si esprime al più alto livello nel Piano di Sviluppo Provinciale (PSP).

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Documento per il preambolo ai nuovi Accordi di programma 39

Per “area di attività” si intende un livello di aggregazione intermedio tra singolo progetto o programma di ricerca e grandi aree disciplinari (es. microsistemi, o biologia molecolare). In linea generale non sarà possibile finanziare tutte le aree di attività, o secondo gli importi richiesti dalle Fondazioni nelle fasi preliminari dell’Accordo. 1.2 Elementi di valutabilità della strategia Le Fondazioni dovranno quindi sottoporre una proposta di Accordo che indichi per ciascuna area:

(a) la attrattività (b) la posizione competitiva (c) la scala di investimento minima.

(a) Attrattività

In linea di principio occorre che le Fondazioni sappiano motivare strategicamente la propria attività in un’area di ricerca. Sono elementi suscettibili di selezione, sulla base di appropriati indicatori e/o di giudizi qualitativi rigorosi, i seguenti elementi:

- interesse scientifico (presenza di comunità scientifiche internazionali, livello scientifico delle riviste sulle quali vengono pubblicati i risultati, interesse all’area da parte di scienziati di riconosciuta fama)

- tasso di crescita dell’area (area stabile o matura, area a crescita moderata, area dinamica, area in forte crescita)

- ricadute applicative in generale (ricadute sociali, ricadute di valorizzazione economica)

- ricadute previste sul territorio trentino. La valutazione della attrattività, ai fini della inclusione nell’Accordo di programma, dovrà tenere conto della addizionalità del finanziamento della Provincia rispetto ai canali di finanziamento ordinariamente disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo. In altri termini, si dovrà dimostrare che il finanziamento provinciale è in grado di determinare risultati e impatto della ricerca migliori di quanto sarebbe possibile con altri strumenti di finanziamento.

(b) Posizione competitiva Le Fondazioni devono giustificare la scelta di operare in certe aree sulla base non solo della propria tradizionale presenza, ma sulla base della documentata competitività su scala internazionale, nazionale e regionale/locale. Appropriati indicatori devono essere prodotti a sostegno della scelta delle aree, sulla base della attuale posizione competitiva, oppure del prevedibile miglioramento della posizione competitiva alla rispettiva scala.

(c) Scala di investimento Nella preparazione dell’Accordo di Programma sarà cura delle Fondazioni fornire elementi di giudizio a supporto della richiesta di finanziamento delle rispettive aree in riferimento a:

- dimensione minima dei team di ricerca coinvolti (anche con opportuni confronti a livello nazionale e internazionale)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Documento per il preambolo ai nuovi Accordi di programma 40

- dotazione minima di infrastrutture. Per livello minimo si intende la scala di attività al di sotto della quale ci si attende una significativa riduzione dei risultati attesi. La Provincia dovrà disporre di adeguati elementi di giudizio sulle tre linee sopra indicate. L’assenza di elementi di giudizio in fase istruttoria costituisce un elemento di stralcio della decisione di finanziamento, o di subordinazione del finanziamento dell’Accordo di Programma, limitatamente alle parti lacunose, alla realizzazione di talune condizioni. 1.3 Obiettivi e risultati attesi Nell’argomentare gli elementi che consentono la selezione delle priorità, le Fondazioni dovranno definire per ogni area gli obiettivi e i risultati attesi, sulla base dei quali si potranno avviare le attività di valutazione. I risultati attesi dovranno essere espressi nelle stesse variabili contenute nel Modello di valutazione di impatto (vedi punto 4), cioè essere formulati in modo da consentire la valutabilità ex post dell’Accordo di programma, e più in generale della ricerca trentina. Sotto questo aspetto particolare attenzione dovrà essere dedicata alla circostanza che una parte rilevante delle attività delle Fondazioni si concretizza in risultati e output diversi dalle pubblicazioni scientifiche e di altri classici indicatori di qualità della ricerca scientifica. Alcune attività si collocano più sul versante della consulenza e dei servizi alle imprese, oppure della valorizzazione economica dei risultati, che della ricerca in senso stretto, e allo stesso tempo appartengono alla nuova missione delle Fondazioni e possono beneficiare grandemente dalla interazione con la ricerca. Questa strutturale eterogeneità delle attività delle Fondazioni, se non affrontata con opportuni strumenti, rischia di compromettere il disegno di razionalizzazione. La confusione tra attività e risultati diversi può infatti abbattere la credibilità di qualunque sistema di fissazione delle priorità, selezione, e controllo del raggiungimento degli obiettivi, alimentando la sfiducia e comportamenti opportunistici. Si chiede quindi alle Fondazioni, ed in particolare alla Fondazione Mach che ha una componente più ampia di attività concentrata in quest’area, di definire nella preparazione dell’Accordo di programma obiettivi e risultati attesi differenziati per la ricerca in senso stretto, da un lato, e per le attività di valorizzazione economica, servizi alle imprese, consulenza scientifica, divulgazione, etc. dall’altro.

2. Attività esplorative All’interno del portafoglio strategico di attività delle Fondazioni, è interesse della Provincia che si attivino attività esplorative in campi innovativi, rischiosi, originali, con potenziali ricadute a lungo termine. Tali attività potranno trovare finanziamento ordinario nelle chiamate competitive bandite dalla Provincia ed essere selezionate e supportate dalla Provincia con i propri organi tecnici, in particolare il CTS. Tuttavia è auspicabile che le Fondazioni includano alcune attività esplorative su piccola scala anche nel loro programma strategico sottoposto ad Accordo di programma. Tali attività dovranno avere di norma le seguenti caratteristiche:

- scala iniziale ridotta, inferiore alla dimensione minima a regime delle aree di attività di cui sopra;

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati Documento per il preambolo ai nuovi Accordi di programma 41

- possibilità di essere svolte anche in assenza di elementi di competitività consolidati (es. record di pubblicazioni), ma sulla base del potenziale;

- possibilità di chiudere l’attività senza significativi vincoli e conseguenze a fronte di risultati inferiori alle attese;

- validazione dell’interesse esplorativo da parte di scienziati, tecnologi o vertici industriali esterni all’ambiente trentino.

Tali caratteristiche richiedono l’adozione di criteri di valutazione in parte diversi da quelli adottati per le aree di ricerca ormai operanti a regime.

3. Sistema di indicatori per la valutazione Ai fini della valutabilità della ricerca è essenziale la produzione, sistematica e incardinata in procedure ordinarie, di indicatori qualitativi e quantitativi. Si suggerisce che il Preambolo indichi come assunzione di impegno formale da parte dei soggetti sottoscrittori la redazione su base annuale dei seguenti strumenti di rilevazione:

(a) Maschere di rilevazione predisposte dal Comitato per la Valutazione della Ricerca ai fini della costruzione integrata del modello di impatto

Responsabilità: - Fondazione Bruno Kessler - Fondazione Edmund Mach (b) Modello VALGO di rilevazione dei risultati intermedi e finali Responsabilità: - Direttori /Responsabilidi progetto e/o di unità organizzative interne alle Fondazioni

(es. laboratori, centri, istituti) per la redazione - Fondazione Bruno Kessler per la collezione/ integrazione - Fondazione Edmund Mach per la collezione/ integrazione ( c) Rilevazione Servizio Statistica- ISTAT sulle Attività di ricerca e sviluppo Responsabilità: - Fondazione Bruno Kessler - Fondazione Edmund Mach - Università di Trento Si tratta di duplicare la compilazione dei formulari ISTAT in un formato non soggetto a vincoli di legge e a segreto statistico, da sottoporre alla Provincia.

DELIVERABLE DISPONIBILI SEPARATAMENTE - Report Indagine Percezione - Rif. “ LA PERCEZIONE DELL’IMPATTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA NELL A PROVINCIA DI TRENTO” rapporto di ricerca a cura di Lorenzo Beltrame e Massimiano Bucchi – Università degli studi di Trent o – Dipartimento di Scienze Umane e Sociali - settembre 2008 - Report del Panel internazionale di esperti indipende nti - Rif. “EVALUATION OF THE IMPACT OF THE ACTIVITIES PROMOTED BY THE KESSLER AND MACH FOUNDATIONS ON THE PROVINCIAL SYSTEM IN TRENTINO IN THE PERIOD 2005-2007 WITH PARTICULAR REFERENCE TO THE PROVISIONS OF THE 2007-2008 PLANNING AND FINANCIAL AGREEMENTS SIGNED WITH THE PROVINCE – FINAL REPORT “ a cura di Michel Lacave – Provincia Autonoma di Trento – Servizio Università e Ricerca Scientifica – ottobre 2008

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 43

2. PRESENTAZIONI

CVR – GENNAIO 2007

La valutazione nel disegno di riforma del sistema ricerca-innovazione provinciale

Presentazione del Comitato per la valutazione della ricerca

CVR

Alberto Silvani - Presidente CVRUniMITT – Università degli Studi di Milano

([email protected])

Traccia dell’intervento

• Il punto di partenza: la legge e le sue indicazioni

• Quali opportunità: alcune considerazioni su cui ragionare

• Quali sfide e con quali risorse

• Il Comitato e il suo programma di lavoro

L’esperienza trentina: luci ….

• La scelta di sostenere la qualificazione del sistema provincialemodificandone la propensione alla competizione: anche la dimensione locale può essere terreno di gara “tra pari”

• Favorire la dimensione cooperativa sia tra soggetti locali che in reti extralocali: ottimizzare le masse critiche, promuovere l’attrazione di competenze, valorizzare la dimensione di sistema

• Operare su risorse addizionali sostenendo la reale volontà di cambiamento

IL TUTTO CON UN APPROCCIO BASATO SUGLI STRUMENTI DI POLICY PIUTTOSTO CHE SULL’ARCHITETTURA ISTITUZIONALE

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 44

– Sovrapposizioni sulla stessa area di diverse tipologie e titolarità di interventi

– Scala non ottimale e dimensione spaziale e tematica limitata

– Limitata attenzione alla domanda locale e alle caratteristiche del rapporto ricerca-innovazione

ed ombre ….

Dicevamo quasi due anni fa a Rovereto (maggio 2005)

Un dilemma per le istituzioni ….Due scenari a confronto:

• L’innovazione e la ricerca utilizzati come fattori competitivi di vantaggio per il territorio entro il quale si svolgono

• La ricerca e l’innovazione come rilevanti strumenti per promuovere e sostenere lo sviluppo sociale ed economico del territorio

La Legge di riforma: i principi ispiratori

• Apertura nazionale ed internazionale• Quadro programmatico coerente• Equilibrio ricerca di base e orientata• Attività per progetti• Centralità del monitoraggio e della valutazione• Distinzione tra governo e consulenza• Coinvolgimento dei ricercatori• Trasparenza amministrativa• Valorizzazione economica dei risultati• Coinvolgimento e cooperazione imprese• Promozione iniziative imprenditoriali

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 45

Il Comitato di Valutazione della Ricerca (CVR)

Compiti (art. 24)• Valutare l’efficacia del complesso degli interventi

Provinciali anche rispetto agli obiettivi del Programma

• Valutare i risultati dei progetti• Presentare agli organi un rapporto sulle attività di

valutazione relativamente al programma pluriennale o su richiesta della Giunta.

• 2 DIMENSIONI PRINCIPALI DELL’INTERVENTO: IL PROGRAMMA E I PROGETTI

Ripartizione dei compiti tra CTS e CVR in materia di valutazione

• Al CTS: valutazione dei progetti (selezione), incluso monitoraggio e verifica (del raggiungimento dei risultati)

• Al CVR: valutazione ex-post dei risultati (del programma e dei progetti) ed efficacia del complesso degli interventi

• Entrambi si possono avvalere di esperti esterni ed operano in forma coordinata e con scambio di informazioni

Il campo d’azione del CVR

• Analisi di efficacia degli interventi delProgramma, in particolare rispetto agli obiettivi, agli strumenti e alle tipologie di intervento

• Analisi di impatto delle iniziative, e degli strumenti

• Verifica di coerenza tra obiettivi, risultati e strumenti

• Valutazione del complesso degli interventi rispetto al contesto provinciale, inclusa l’analisi dei soggetti e delle strutture

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 46

Una problematica nuova: la valutazione d’impatto….

Distinguere tra le possibili ricadute dei risultati delle iniziative e degli interventi scientifici programmati ed incentivati:– Sul sistema scientifico e i suoi soggetti– Sul sistema economico ed ambientale e i suoi

soggetti– Sul sistema amministrativo gestionale e i suoi

soggetti– Sulla società in generale ed i cittadini, distinguendo

tra contesto locale e non

Difficoltà metodologiche…• Deboli nessi di causalità (attribuzione dei risultati rispetto alle azioni

e alla volontarietà dei comportamenti), scarsa definizione ex-ante del sistema di obiettivi e strumenti e problematico trattamento della multidimensionalità dei fenomeni

• Ciclo di vita lungo e complesso delle iniziative e ritardi temporali misurabili solo ex-post, in particolare rispetto al rapporto tra output e outcome

• Parzialità e significatività di dati ed indicatori, aggravate dalla limitatezza territoriale (e tematica) dell’area oggetto dell’esame

• Necessità di coinvolgimento e partecipazione (ancora più ampia rispetto alla valutazione interna della comunità scientifica) degli evaluandi e dei decisori

Alla ricerca di un modello

• Alcuni requisiti da rispettare:

– Qualificare gli oggetti della valutazione (Programma, accordi, progetti, iniziative) rispetto al processo di valutazione per una loro valutabilità successiva

– Istruire il processo valutativo su un ragionevole compromesso di approcci quali-quantitativi

– Garantire la trasparenza e la tracciabilità dei processi anche attraverso la partecipazione e il coinvolgimento

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 47

Un esempio di applicazione: gli obiettivi di indirizzo del Programma

• Sistema provinciale integrato ed aperto • Valorizzare la conoscenza prodotta localmente• Promuovere iniziative per innovazione sistema produttivo• Stimolare e incentivare collaborazione tra soggetti• Ridefinire il ruolo di indirizzo e non di gestione• Rafforzare la competitività dei soggetti attraverso risorse addizionali• Favorire l’internazionalizzazione e la proiezione esterna• Promuovere la diffusione di strumenti di accountability

• possibili variabili da tenere sotto osservazione: numerosità e consistenza di contratti congiunti e finanziamenti esterni, esistenza e performance di laboratori “misti”, creazione consorzi, incentivazione ad attività congiunte e numero attività attivate, relazioni internazionali, analisi di performance, analisi controfattuali su campioni di confronto, “addizionalità” comportamentale, ….. Affiancate da indagini di “soddisfazione” dei soggetti (locali e non) coinvolti nelle relazioni

Un esempio di applicazione: gli Accordi di programma

Introdurre nella loro formulazione criteri e parametri che consentano la valutabilità rispetto a:

– I settori (es. analisi di coerenza rispetto griglia e competenze)– Gli obiettivi e risultati (es. verifica di chiarezza nell’enunciazione

e possibilità di misurazione in corso e al termine)– Le risorse necessarie per la realizzazione e loro distribuzione

(es. verifica di coerenza e di possibilità e modalità di implementazione)

– Il concorso finanziario PAT (es. verifica rispetto della credibilità dei criteri piuttosto che degli aspetti formali amministrativi)

– Le modalità di autofinanziamento (es. analisi entità e ruolo) – Le modalità di valutazione e monitoraggio (es. analisi intermedia,

procedure accompagnamento, monitori, valuazione ex-post)– Le modalità di revisione (es. indicatori di aggiornamento)

Un esempio di applicazione: un’indagine periodica sulle istituzioni

• Un monitoraggio delle risorse umane e delle loro dinamiche (e dei flussi in ingresso e uscita)

• Un’analisi dell’output scientifico con i tradizionali parametri bibliometrici

• Un’analisi delle relazioni economiche ed innovative, inclusa la generazione di know how, trovati tutelati e imprese

• Un’analisi delle collaborazioni strutturate e del livello di internazionalizzazione

• Un’analisi della capacità attrattiva dall’esterno (risorse umane e materiali)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 48

Un terreno nuovo da valutare: i rapporti tra scienza e società

Elementi per un “contratto” tra scienza e società:– I ricercatori delle istituzioni trentine nel rapporto con la

società in cui sono collocati• il “bilancio sociale” delle istituzioni scientifiche• “public understanding of science” e valutazione delle relative

iniziative• temi etici e modalità di loro trattazione

– Le indicazioni e la domanda sociale• l’analisi e la rappresentazione dei fabbisogni• la dimensione territoriale della domanda “ambientale” • centralità della “domanda pubblica” e delle relazioni

extraprovinciali

Apprendere da chi sa (per sviluppare buone pratiche ….)

• Accrescere le capacità del Comitato e delle strutture provinciali di supporto, costituendo competenze strutturate sul territorio provinciale con il coinvolgimento delle istituzioni scientifiche e dell’Università di Trento

• Stabilire relazioni con i centri e le competenze esterne alla Provincia anche attraverso la partecipazione a progetti cooperativi

• Promuovere su questo tema presentazioni ed iniziative partecipative nei diversi contesti locali

• Creare gruppi locali di interesse anche per favorire la condivisione e la standardizzazione delle iniziative e dei criteri

Il piano d’attività del CVR

• Costruire un DB delle attività degli enti e delle istituzioni utile ai fini valutativi

• Costruire un DB strutturato dei “grandi progetti” della precedente legislatura, a valere sul Fondo Unico ma non solo…, ed iniziare sperimentalmente la loro valutazione

• Affiancare il CTS per le parti di competenza nell’implementazione del Programma, con particolare attenzione agli Accordi di programma

• Sviluppare l’asse d’attività sulle metodiche e sull’impatto

• Operare per rendere funzionale un supporto tecnico per le attività

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 49

La modalità di funzionamento

• Istituiti tre gruppi di lavoro:– Predisposizione del DB sui grandi progetti e sulle

istituzioni: organizzazione, armonizzazione e trattamento dei dati disponibili e raccolta dei nuovi

– Affiancamento del percorso realizzativo degli Accordi di programma per gli aspetti connessi alla valutazione ex-post e all’impatto atteso: definizione di un set di parametri ed indicatori

– Valutazione dell’impatto degli interventi promossi, in particolare attraverso la Legge 6/99, indirizzati alle imprese e al sistema locale: definizione di un set di parametri ed indicatori

La composizione del Comitato

• Alberto Silvani (CNR e Università di Milano) Presidente

• Andrea Bonaccorsi (Università Pisa)• Bruno Codenotti (CNR Pisa)• Paolo Dario (S. Sup. S.Anna Pisa)• Armando Vadagnini (Trento)• Diego Loner (PAT)

• Segreteria assicurata dal Servizio Università ricerca: Michele Nulli, Lucia Cella, Monica Zanetti

Alcune considerazioni operative

• Non esistono vincoli di natura procedurale nell’iter del Comitato

• E’ richiesta una forte capacità di monitoraggio (e di dominio delle conoscenze) anche in ragione dell’estensione della copertura della Legge

• E’ necessario un forte interfacciamentocon il CTS e gli altri momenti della programmazione

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE CVR – GENNAIO 2007 50

Considerazioni conclusive

– Disciplinare le attività tra le esigenze di monitoraggio, di valutazione dell’esecuzione e di stima e giudizio d’impatto

– Progettare un sistema di analisi in grado di incrociare le attività di competenza alle diverse dimensioni:

• Programma e progetto/i (compreso il contributo dei singoli progetti al programma)

• Qualità tecnico scientifica e (potenzialità di) performance economica, sempre riferite all’impatto

• Attività di ricerca vs interventi per l’innovazione – Integrare le attività e confrontarsi con strutture similari – Operare a stretto contatto con il Comitato per lo

Sviluppo interfacciandosi con le sue attività

In particolare, per dare continuità e visibilità …

• Promuovere la costituzione di competenze strutturate di supporto come evoluzione professionalizzata delle attività dell’Osservatorio e del Servizio su temi quali il trattamento dei dati e degli indicatori e le problematiche di politica scientifica e tecnologica:– Per realizzare un sistema informativo strutturato– Per accedere a basi dati e per preparare report– Per elaborare documentazione di supporto– Per dare continuità al lavoro tra le diverse riunioni– Per dare visibilità e per facilitare interlocuzioni locali– Per facilitare relazioni con Regioni/Province attraverso strutture

analoghe

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE VALGO – DICEMBRE 2007 51

VALGO – DICEMBRE 2007

COMITATO DI VALUTAZIONE DELLA COMITATO DI VALUTAZIONE DELLA RICERCARICERCA

Servizio UniversitServizio Universitàà e Ricerca Scientificae Ricerca ScientificaProvincia Autonoma di TrentoProvincia Autonoma di Trento

14 dicembre 2007

L’inc ontro di oggi

� La valutazione al centro della Legge 1 4

� Una nuova s truttura (C VR ): un piano di attività, illustrato a gennaio e negli incontri con le F ondazioni a luglio

� Un primo strumento per riflettere e progettare l’utilizzo e la valorizzazione dei risultati

� Un es ercizio pilota per dare concretezza al dis egno, un esercizio che richiede la collaborazione e la partecipazione attiva

� Un ringraziamento per la dis ponibilità ma anche una sottolineatura della rilevanza

C omitato di Valutazione della ricerca

Il c ampo d’azione del C VR

� Analis i di efficacia degli interventi del P rogramma,

in particolare ris petto agli obiettivi, agli s trumenti e

alle tipologie di intervento

� Analis i di impatto delle iniziative, e degli strumenti

� Verifica di coerenza tra obiettivi, risultati e strumenti

� Valutazione del compless o degli interventi ris petto al

contesto provinciale, inclus a l’analis i dei s oggetti e

delle strutture

C omitato di Valutazione della ricerca

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE VALGO – DICEMBRE 2007 52

C omitato di Valutazione della ricerca

Ovvero domini ove vengono utilizzati gli

indic atori per la valutazione d’impatto

ProgettoStrumenti

Is tituzioneAc c ordo di programma

Mac roambiti

operativi

C omitato di Valutazione della ricerca

NUOVE

C ONOSC E NZE

C ULTUR A

SOC IE TA’

C ITTADINI

AMBIE NTE

E

SOSTENIBILITA

E C ONOMIA

POLITIC A

AMMINISTRAZ.

GE STIONE

C omitato di Valutazione della ricerca

Uno strumento di raccolta delle informazioni di ogni progetto per

la valutazione dei risultati

- VALG O -

Progetto

Macroambiti operativi

Dimens ioni di analis i

nuove c onos c enze

politic a amminis trazione

ges tione

ec onomias oc ietà c ultura

c ittadini

ambiente e s os tenibilità

VALG O

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE VALGO – DICEMBRE 2007 53

VALG O:VALORIZZARE G OAL, OUTC OME E RISULTATI DI PROG E TTO

Uno s trumento per monitorare i s ingoli ris ultati di un progetto lungo tutto il s uo c ic lo di vita, ed oltre.

�VALG O opera attravers o l’inc roc io di 3 bloc c hi di informazioni c ontenute nella s c heda:

� Elenc o dei ris ultati;

� Des c rizione dettagliata - ris ultato per ris ultato – del

pos s ibile utilizzo attes o / realizzato, inc lus e le potenzialità

future da es plorare;

� Impatto, intes o c ome utilizzo, di ogni s ingolo ris ultato, s ia

all’interno c he all’es terno gruppo di ric erc a.

C omitato di Valutazione della ricerca

VALG O in pratic a … .

� VALGO c opre tutto il c ic lo di vita del progetto, inc lus a la

fas e ex pos t (12-18 mes i) e le evoluzioni del progetto c ompletato.

� VALGO viene c ompilato dal Res pons abile Sc ientific o del

progetto, periodic amente validato dal Servizio Univers ità e Ric erc a Sc ientific a della Provinc ia autonoma di Trento e

utilizzato dal C TS e dal C VR a s c adenze definite.

� VALGO c os tituis c e un allegato formale al reporting

c adenzato, c ons ente un trattamento s ia individuale s ia c umulato dei dati rac c olti ma anc he fac ilita il monitoraggio e la dis ponibilità di informazioni direttamente utilizzabili.

C omitato di Valutazione della ricerca

C ontenuti e utilizzi di VALG O

� VALG O c ons ente la produzione di un repertorio s is tematic o dei ris ultati c on gli opportuni livelli di ris ervatezza e di tutela della proprietà intellettuale e favoris c e la c onvergenza tra s volgimento dei progetti / produzione dei ris ultati / utilizzo ediffus ione.

� Si bas a s u un’anagrafica del Progetto, s eguita da una tavola rias s untiva dei s ingoli ris ultati, es plos a poi, ris ultato per ris ultato, fino alla definizione del perc ors o di valorizzazione.

� VALG O s i affianc a alla rendicontazione, amminis trativa e tec nic a, e non è uno s trumento di valutazione s c ientific a in quanto tale. Le informazioni c he c ontiene s ono s trutturate e finalizzate per ris ultato.

C omitato di Valutazione della ricerca

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE VALGO – DICEMBRE 2007 54

C omitato di Valutazione della ricerca

No Titolo descrittivo del risultato CategoriaA, B

*

Ambito**Impatto atteso sul Territorio provinciale

1 SI ٱ NO ٱ

2 SI ٱ NO ٱ

3 SI ٱ NO ٱ

4 SI ٱ NO ٱ

5 SI ٱ NO ٱ

6 SI ٱ NO ٱ

7 SI ٱ NO ٱ

8 SI ٱ NO ٱ

9 SI ٱ NO ٱ

10 SI ٱ NO ٱ

* = C at. A: ris ultati utilizzabili prevalentemente dai s oggetti proponentiC at. B: ris ultati utilizzabili prevalentemente da s oggetti es terni a quelli proponenti

**.= Ambiti di riferimento dell’analis i di impatto (vd linee guida)G enerazione di nuove conoscenze (G NC )As petti ed effetti economici (AE C )As petti ed effetti s u Politica, Amminis trazione e gestione (APG )C ultura S ocietà e c ittadini (C S C )Ambiente e s os tenibilità (AS O)

PARTE 1: Risultati1. Sintesi dei risultatiSe il numero di risultati è superiore a 10 aggiungere un secondo foglio di questa tabella.

C omitato di Valutazione della ricerca

No Titolo descrittivo del risultato

Nominativo

Ente \ Organizzazione

Posizione

Reperibilità: mail, tel …

Codici Descrittori

Persona di riferimento per questo risultato

PARTE 2: Descrizione in dettaglio di ogni risultatoQuesta scheda deve essere completata distintamente per ciascun risultato. In caso di più risultati ques ta scheda deve essere interamente riprodotta per il numero di volte corri spondente.

2.1 N° e Titolo del risultato ( vd tabella 1 )

2.3 DescrittoriUtilizzare i codici contenuti nell’allegato 1 (massimo 5) per categorizzare il risultato.

Descrivere gli aspetti più rilevanti del risultato che diano al lettore un’immediata comprensione della sua natura, importanza e potenzialità; descrivere brevemente lo status (livello di maturazione) / le applicazioni attuali del risultato(se ne esistono). Dettagliare e motivare, ove possibile, l’attribuzione circa la natura locale o extralocale dell’impatto atteso. Specificare se alcune informazioni sono ritenute confidenziali relativamente ai soggetti coinvolti.

2.2 Sintesi degli aspetti più rilevanti del risultat o

C omitato di Valutazione della ricerca

Conoscenza scientifica e/o tecnica

Soluzioni tecniche di laboratorio

Linee guida, metodologie, manuali

Software

Archivi e basi di dati

Sviluppo sperimentale a livello di prototipo

Prodotto testato e validato

Altro (specificare)

Ricerca di anterioritàDomanda di brevettoSpecificare se non italiano (europeo, altri paesi)Brevetto concessoConcessione licenzaPartenariato e/o accordi contrattuali di sfruttamentoMarchi, disegni e copyright registratiSegretezzaAltro (specificare):

Settori applicativi di mercato

2.4 Stadio di sviluppo (alla data di compilazione d ella scheda)Segnare solo una categoria (prevalente)(X)

2.5 Tutela della proprietà intellettuale (IPR)Segnare il riquadro corrispondente (X)

2.6 Settori applicativi di mercatoUtilizzare la classificazione NACE (allegato 2) per indicare i potenziali settori applicativi di merca to. (massimo 5)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati PRESENTAZIONE VALGO – DICEMBRE 2007 55

C omitato di Valutazione della ricerca

1 Ulteriore ricerca

2 Risorse tecniche per lo sviluppo di prototipi, prove, certificazioni, ecc.

3 Promozione ed eventi mirati per interlocutori specifici

4 Contratti di collaborazione con imprese per lo sviluppo industriale del risultato

5 Cessioni di licenze

6 Costituzione di imprese

7 Supporto finanziario

8 Processi sociali di valorizzazione (opinione pubblica, cultura, formazione, ecc.)

9 Coinvolgimento della PA e delle istituzioni

10 Intervento di consulenti specifici

11 Altro (specificare)

3.2 Messa a disposizione di competenze e potenziali tà per l’utilizzo e lo sfruttamento del risultato

PARTE 3: Valorizzazione Utilizzazione Diffusione de l risultato

3.1 Individuazione delle ulteriori necessità rispett o allo stato corrente per diffondere, valorizzare e utilizzare il risultatoSegnare i riquadri corrispondenti alle necessità (X) nel caso in cui il gruppo di ricerca sia interessa to/disponibile alla valorizzazione del risultato

3.3 Profilo di ulteriori Partner o Collaborazioni p er garantire la miglior valorizzazione del risultat o

Descrivere chiaramente il valore e l’interesse che il risultato riveste per potenziali partner in pros pettiva di un futuro utilizzo e diffusione.

Descrivere chiaramente il profilo e le caratteristi che attese che identificano futuri partner esterni .

� Utilizzare le linee guida ed il file word che vi ès tato inviato

� Ques iti, suggerimenti e comunicazioni: esclus ivamente tramite mail

� Tempistica e modalità di restituzione: entro il 25 gennaio tramite mail

� Indirizzi di riferimento:� luc ia.c ella@provinc ia.tn.it - filippo.bonella@provinc ia.tn.it

C omitato di Valutazione della ricerca

In c onc lus ione …

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 56

3. SCHEDE DI DETTAGLIO 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO a) i concetti generali e l’analisi delle relazioni Rispetto alla costruzione del modello CVR ci si è basati sulle migliori esperienze internazionali. La Figura 1. riporta gli sviluppi più recenti introdotti dallo Statistical Office canadese, che in ambito OCSE rappresenta uno standard di riferimento avanzato. Il modello illustrato in Figura 1 introduce, rispetto ai modelli comunemente adottati dagli uffici di statistica nazionali, sulla base delle metodologie OCSE, diverse novità interessanti:

- la esplicita considerazione dei legami (linkage, interaction, flow), cioè delle interazioni tra gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione, nonché dei meccanismi specifici attraverso i quali la conoscenza prodotta nel sistema di ricerca viene fatta circolare, e quindi assimilata e assorbita;

- la distinzione netta tra output della ricerca (prodotti immediati incorporati in oggetti osservabili: es. pubblicazioni, brevetti), outcome (risultati intermedi derivanti dalla ricerca: es. licenza di brevetti, creazione di imprese dalla ricerca) e impatto (effetti e ricadute a medio-lungo termine: es. aumento dell’occupazione qualificata).

Figura 1. Il modello di valutazione di impatto del sistema della ricerca e della innovazione di Statistics Canada

Fonte: nostro adattamento da Ertl et al. (2006)

ATTORI (who?)

CO NOSCENZA DEL

SISTEMA SCIENTIFICO,

TECNOLOGICO E DELLA

INNOVAZIONE (STI)

OUTPUT immediati

OUTCOME Intermedi

(what results?)

USO DELLA CONOSCENZA

ATTIVITA’ (what, where, why)

GENERAZIONE DELLA

CONOSCENZA

LEGAMI (how?)

TRASMISSIONE DELLA

CONOSCENZA

IMPATTI (so what?)

Impatti delle attività del STI sulla economia, la societ à, l’ambiente etc.

Effetti delle politiche, delle strategie e dell’ambiente di regolazione della ST&I sulle attività di ST&I. Fattori socio - economici che influenzano le decisioni di ST&I.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 57

Ulteriori fonti di ispirazione per la costruzione di indicatori di impatto vengono dalla distinzione tra impatto attraverso i prodotti (es. pubblicazioni) e impatto attraverso le persone. Si riportano di seguito alcuni spunti dalla esperienza finlandese di valutazione di impatto. Figura 2 Percorsi di sfruttamenti dei risultati della ricerca

PATHS OF EXPLOITATION OF RESEACH RESULTS (Mustajoki 2005)

1. Object of research 2. Users of research 3. Consequence, relevance 4. Final goal

NATURE

MENTAL ENVIRONMENT

CREATED BY MAN (schools, firms, administration, organisations,

church, culture, arts, science)

PRIVATE SECTOR

PUBLIC SECTOR

WELFARE OF

NATURE

WELFARE OF

ECONOMY

WELFARE OF

PUBLIC SECTOR

WELFARE OF

PEOPLE

PHYSICAL ENVIRONMENT

CREATED BY MAN (technology, towns,

buildings etc.)

HUMAN (as biological

creature, values, behaviour)

CITIZEN, HUMAN

Fonte: Mustajoki (2005)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 58

Figura 3 Canali di impatto del lavoro dei ricercatori sulla società: Impatto attraverso le pubblicazioni vs impatto attraverso le persone Direct impact on

society Impact through students

Impact on the development of science

Through a publication

Writing newspaper/ magazine articles Writing popular books

Writing textbooks Inventing/ discovering pieces of information mentioned in textbooks

Writing scientific publications which are read and cited

As a person Giving interviews on topical issues Public presentations Taking part in planning of social changes or innovations (legislation, health services, education policy) Acting as a consultant or board member of an enterprise

Teaching Supervising

Working in scientific organizations Evaluating work of other researchers Organizing scientific meetings

Fonte: Mustajoki (2005) Naturalmente la misurazione dell’impatto è soggetta ad una serie di problemi teorici e metodologici molto seri, sui quali il CVR ha lavorato a lungo:

- non esistono metodologie consolidate o schemi condivisi disponibili- è necessario costruire un modello originale e testarlo sul campo;

- l’impatto è per sua natura multidimensionale- occorre quindi sviluppare indicatori multipli e identificare metodologie di analisi differenziate;

- l’orizzonte temporale entro cui si manifestano le varie dimensioni di impatto è differenziato e incerto (quanto tempo si deve attendere prima di osservare l’impatto?)- è consigliabile dunque svolgere le valutazioni con tempistiche diverse;

- i nessi di causazione sono ambigui (come stabilire quali fattori hanno contribuito a ciascuna dimensione di impatto?);

- la separazione dei vari effetti causali può essere impossibile (supponiamo che vari fattori contribuiscano ciascuno a varie dimensioni di impatto: come tracciare all’indietro gli impatti verso le rispettive origini?)- occorre pertanto formulare delle ipotesi di impatto e controllarle sistematicamente nel tempo;

- la misurazione è controversa (è possibile misurare gli impatti nello stesso modo delle attività?)- occorre costruire misure che siano standardizzabili, comparabili, modificabili se necessario, tenendo sempre sotto controllo gli aspetti metodologici.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 59

La seguente figura riassume gli elementi di base del modello. La Figura 4 Modello di valutazione CVR. Elementi di base Nuova conoscenza Output pubblicati Impatto economico - pubblicazioni ISI - valorizzazione proprietà Metodi, procedure - pubblicazioni non ISI intellettuale - creazione di impresa Macchine e apparecchiature Output non pubblicati - aumento capitale umano tecnico-scientifiche - occupazione - attività di comunicazione Impatto sociale - brevetti - problemi sociali - ricerca a contratto per - pubblica amministrazione committenza esterna Impatto culturale - public understanding of science - percezione pubblica Impatto ambientale - contributo alla risoluzione di problemi ambientali

Risultati Output Impatto

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 60

La Figura 5 traduce gli oggetti di osservazione del modello in scelte metodologiche relative alle fonti di informazione utilizzate. Come si vede, è importante che per ogni oggetto della rilevazione siano disponibili fonti diverse e provenienti da soggetti diversi. Figura 5 Modello di valutazione CVR. Mappatura delle fonti di informazione

Scheda VALGO Maschera di rilevazione e Rapporti degli Enti Monitori progetti di ricerca industriale Indagine ISTAT sulla R&S Indagine ISTAT sulla percezione dei cittadini sulla ricerca Panel internazionale di esperti

Risultati Output Impatto

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 61

b) La maschera degli indicatori Sulla base delle analisi e degli studi compiuti in seno al CVR, sono stati sviluppati indicatori relativi sia ai prodotti (output) della ricerca che all’impatto. Tali indicatori, dopo una estesa discussione, sono stati tradotti in misure corredate da definizioni esplicite e da Linee guida per la compilazione. Di seguito viene presentata un elaborato in progress della maschera indicatori, riferita alle Istituzioni. Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indi catore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Rapporto annuale enti di ricerca

Enti di ricerca Annuale

- Tipo di pubblicazione

- % ISI sul Totale - Impact Factor

- Citazioni ricevute - % Ricercatori che non pubblicano

- % pubblicazioni che non ricevono citazioni dopo 3 anni

PUBBLICAZIONI

- numero medio di citazioni per articolo

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rileva zione

- convegni e conferenze scientifiche

Rapporto annuale enti di ricerca

Enti di ricerca Annuale

- incontri con interlocutori qualificati (stakeholders)

- eventi di divulgazione

- interventi sulla stampa ed altri media locali

- interventi sulla stampa ed altri media nazionali

- attività espositiva - interventi di formazione e divulgazione nella scuola

COMUNICAZIONE ED

EVENTI

Definizione :

realizzazione di momenti di incontro\ confronto a carattere specialistico in seno

alla comunità scientifica e (attori

privilegiati - stakeholders).

Situazioni documentate di

dibattito tematico specifico

- apertura di forum, blog, commmunity o altri strumenti di comunicazione on-line

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 62

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato dell’indi catore

Fonte del dato

Forni tore del dato

Tempistica di rilevazione

- Procedure - Protocolli sperimentali

- Dispositivi e protocolli di misura

- Partecipazione ad Enti di normazione tecnica

METODI E PRATICHE

Definizione :

metodi, pratiche, protocolli nella attività di

emanazione di bandi, definizione di regole

gestionali di progetti, di fondi di finanziamento. Introduzione o modifica

di innovazione tecnologica nella

procedura

- partecipazione alla definizione di standard

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indica tore

Fonte del dato

Forni tore del dato

Tempi stica di rileva zione

- Prototipi REPORT ANNUALE + VALGO

ANNUALE + CADENZA VALGO

Prototipi testati

- Software - Database - Simulazion - Prove e Test -Apparecchi e Macchinari sperimen- Tali

- Apparecchi di Misura - Prototipi

TECNOLOGIE

Definizione :

indica la realizzazione \ utilizzo di particolare

dispositivi, meccanismi, congegni a supporto dell’implementazione

dell’obiettivo di progetto o del prodotto prototipo

industriale

- Prototipi testati

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore

Fonte del dato

Forni tore del dato

Tempistica di rilevazione

- Impatto organizzativo sulla struttura

- Nuovi settori emergenti

- Servizi

NUOVE STRUTTURE

Definizione :

indica la realizzazione \ creazione di particolare

centri, laboratori, dipartimenti, sezioni linee di ricerca sia a supporto di un progetto sia come strategia istituzionale

- Razionalizzazione

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 63

Area di impatto Indicatori ottenibili

Significato dell’indicatore

Fonte del dato Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Rapporto annuale enti di ricerca

Enti di ricerca

Annuale

Numero di dottorandi di ricerca formati presso gli enti

Impatto nella formazione di personale con training specifico per la ricerca ISTAT

Rilevazione R&S enti di ricerca

Ufficio Statistica

Annuale con ritardo di pubblicazione

Rapporto annuale enti di ricerca

Enti di ricerca

Annuale

Numero di borse di studio, assegni di ricerca, borse post doc

Capacità di sviluppo di giovani ricercatori

ISTAT Rilevazione R&S enti di ricerca

Ufficio Statistica

Annuale con ritardo di pubblicazione

Rapporto annuale enti di ricerca

Enti di ricerca

Annuale

CAPITALE

UMANO QUALIFICATO

Definizione :

indica la formazione di

nuovi ricercatori, figure

specializzate, gruppi di ricerca

attivati nell’ambito di progetti, ma

con finalità anche di impiego

permanente nel lungo periodo

Percentuale di dottorandi di ricerca, borsisti, assegnasti, post doc provenienti dall’estero

Capacità di attrazione degli enti trentini rispetto alla competizione scientifica internazionale

ISTAT Rilevazione R&S enti di ricerca

Ufficio Statistica

Annuale con ritardo di pubblicazione

Numero unità di personale adibita alla ricerca (FTE) nelle imprese trentine finanziate sulla legge 6/ Legge 14

Impatto specifico del finanziamento pubblico alla ricerca industriale sulla creazione di ruoli dedicati all’interno delle imprese

Imprese finanziate sulla legge 6/ Legge 14

Rapporto monitore del progetto di ricerca

In itinere

Numero dottori di ricerca assunti nelle imprese trentine finanziate sulla Legge 6 /Legge 14 (a tempo determinato o indeterminato)

Capacità di assorbimento di risorse umane con training per la ricerca

Imprese finanziate sulla legge 6/ Legge 14

Rapporto monitore del progetto di ricerca

In itinere

Aumento del personale adibito alla ricerca nell’insieme delle imprese trentine

Impatto generale delle politiche pubbliche di finanziamento della ricerca sulla costituzione di un capitale umano di ricerca industriale Creazione di una serie storica

ISTAT Rilevazione R&S imprese

Ufficio Statistica

Annuale con ritardo di pubblicazione

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore Fonte del

dato Fornitore del

dato Tempistica di

rilevazione

BREVETTI E MARCHI

Numero brevetti (domande depositate e brevetti assegnati) delle imprese trentine

- totali - finanziate dalla

legge 6 (a) inventori (b) assegnatari

Ulteriori indicatori:

Impatto specifico del finanziamento pubblico alla ricerca industriale sulla produzione di proprietà intellettuale

Banche dati brevettuali da tutte le fonti (US PTO, EPO, PCT)

Agenzia Sviluppo in collaborazione con CVR

Annuale

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 64

- brevetti per 1000 euro di finanziamento

- brevetti per addetto alla R&S

Definizione :

indica la

registrazione ufficiale di una

soluzione tecnica, di un

prodotto, di un metodo di lavoro o il

deposito di un marchio a tutela

di un’idea o soluzione di

ricerca o di tipo industriale.

Numero brevetti (domande depositate e brevetti assegnati) degli enti di ricerca trentini

(a) inventori (b) assegnatari

Ulteriori indicatori: - brevetti per ricercatore

Propensione degli enti di ricerca ad utilizzare la brevettazione

Banche dati brevettuali da tutte le fonti (USPTO, EPO, PCT)

Agenzia Sviluppo in collaborazione con CVR

Annuale

Risultati di ricerca suscettibili di valorizzazione rispetto alla proprietà intellettuale

Produzione di risultati intermedi esplicitamente valutati da parte dei soggetti rispetto alla strategia brevettuale e all’intero percorso di valorizzazione della ricerca

VALGO CTS-CVR Annuale In itinere

Qualità del portafoglio brevettuale del sistema trentino

Numero di citazioni ricevute dai brevetti trentini nei successivi 3 e 5 anni, normalizzato

Banca dati brevettali con accesso ai dati delle citazioni

Agenzia Sviluppo in collaborazione con CVR

Ogni tre anni

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Network di collaborazioni scientifiche degli enti di ricerca in progetti, accordi e convenzioni attive

numero totale % di collaborazioni

internazionali sul totale % con istituzioni top

Estensione e qualità delle collaborazioni scientifiche istituzionali

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

Network di collaborazioni scientifiche dei singoli progetti di ricerca

numero totale % di collaborazioni

internazionali sul totale - % con istituzioni top

Estensione e qualità delle collaborazioni scientifiche di progetto

Progetti di ricerca

Monitore In itinere

NETWORKING SCIENTIFICO

Co-authorship delle pubblicazioni scientifiche degli enti di ricerca

% articoli co-autorati sul totale

% di co-autori internazionali sul totale co-autori

% co-autori interni allo stesso ente o ad enti localizzati a Trento - % di affiliazioni di co-autori top

Posizione degli enti di ricerca trentini nella rete mondiale della scienza

ISI Scopus Google Schoolar

Indagine ad hoc CVR

Ogni tre anni

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 65

Area di impatto Indicatori

ottenibili Significato dell’indicatore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Valore totale dei contratti di collaborazione formalizzati con imprese (convenzioni, ricerca c/terzi, altro) - % contratti di collaborazione su totale bilancio enti di ricerca

Indicatore della capacità di svolgimento di ricerca applicata e di attrazione di commesse

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale NETWORKING INDUSTRIALE

Definizione:

indica la dimensione economica della

partecipazione fra i partner di progetto,

le modalità di partecipazione gli eventuali accordi commerciali o di

sfruttamento della ricerca. Le tipologie

di processi di business degli Enti

di ricerca con le imprese. – network con imprese locali

Origine dei contratti di collaborazione -% valore delle commesse da imprese con direzione all’estero -% valore delle commesse da imprese grandi (+ 500 addetti)

Indicatore della ampiezza del bacino di attrazione

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

Area di impatto Indicatori

ottenibili Significato dell’indicatore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempi stica di rilevazione

Numero imprese spinoff da attività di ricerca

- numero soci

- settori - capitale

sociale

Indicatore della ricaduta imprenditoriale diretta della ricerca

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale CREAZIONE SPIN-

OFF NUOVE IMPRESE

Definizione:

indica la nascita di nuove imprese o

spin-off da attività di ricerca

finanziata, che operano o

opereranno in maniera autonoma nel mercato locale

e non

Numero imprese o progetti di impresa partecipanti a business plan competition e iniziative di scouting

Indicatore di dinamismo imprenditoriale

Documentazione interna

Agenzia di Sviluppo

Annuale

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 66

Area di impatto Indicatori ottenibili

Significato dell’indicatore

Fonte del dato Fornitore del dato

Tempi stica di rilevazione

Valore totale degli investimenti diretti dall’estero (IDE) in Provincia di Trento - di cui in settori collegabili alle competenze del sistema di ricerca trentino

Dati ICE Elaborazioni Reprint Politecnico di Milano

Osserva torio sulla situazione economica del Trentino Comitato per lo Sviluppo Provinciale- Sistema di monito raggio degli indicatori di sviluppo

Annuale INVESTIMENTI DIRETTI DALL’ ESTERO (IDE)

Definizione : l’indicatore IDE

fornisce informazioni sul

livello di attrattività di investimenti

internazionali nelle imprese e

sul territorio (Trentino). Le attività di R&D determinano esternalità positive sul

territorio e le imprese che ne

beneficiano aumentano

l’attrazione di capitali

dall’estero. capacità di

attrazione ente

Accordi internazionali degli enti di ricerca e/o della Provincia di Trento aventi come oggetto investimenti diretti

Indicatore della capacità di attrazione di investimenti esteri

Documen tazione interna

Comitato per lo Sviluppo Provinciale- Sistema di monitoraggio degli indicatori di sviluppo

Annuale

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempi stica di rilevazione

Incremento di occupazione di personale di ricerca - a tempo determinato - a tempo indeterminato

Indagine sulla Ricerca e Sviluppo - negli enti di ricerca - nelle imprese - negli enti no profit

ISTAT Annuale (con ritardo di pubblica zione)

Risorse uomo direttamente impegnate in progetti di ricerca (anni uomo equivalenti)

Indicatore di impatto diretto sulla occupazione qualificata

Progetti di ricerca

Monitore In itinere

CREAZIONE OCCUPA

ZIONE DIRETTA

Definizione:

creazione di nuovi

posti di lavoro derivati dal progetto di ricerca e inseriti

nell’organico dell’ente che ne

presidia la gestione. Numerosità di posti

di lavoro creati direttamente dalle

attività di ricerca di un Ente o di un

Istituzione .

Costo medio del lavoro del personale di ricerca

- alle dipendenze (a tempo determinato o indeterminato)

- collaborazioni

Indicatore di impatto sul valore aggiunto (monte salari)

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 67

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato dell’indicatore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempi stica di rilevazione

Incremento di occupazione di personale non di ricerca (tecnico, amministra tivo) - a tempo determinato - a tempo indeterminato

Indagine sulla Ricerca e Sviluppo - negli enti di ricerca - nelle imprese - negli enti no profit

ISTAT Annuale (con ritardo di pubblica zione)

Risorse uomo di personale tecnico e amministrativo direttamente impegnate in progetti di ricerca (anni uomo equivalenti)

Indicatore di impatto diretto sulla occupazione qualificata

Progetti di ricerca

Monitore In itinere

CREAZIONE OCCUPAZIO

NE INDIRETTA

Definizione:

misura la numerosità di

occupati derivata dai legami che si vengono a creare fra diversi settori ed attori coinvolti

nelle attività, iniziative, strutture

realizzate negli interventi di

ricerca.

Costo medio del lavoro del personale non di ricerca (tecnico e amministrativo)

- alle dipendenze (a tempo determinato o indeterminato

- collaborazioni

Indicatore di impatto sul valore aggiunto (monte salari)

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

Area di impatto Indicatori

ottenibili Significato dell’indicatore

Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

INVESTIMENTI IN CAPITALE FISSO

Spesa in conto capitale

Indicatore di investimento in infrastrutture (immobili e arredi, apparecchiature e strumentazione scientifica)

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Risultati diretti dei progetti di ricerca delle imprese finanziati dalla PAT in termini di nuovi prodotti introdotti sul mercato e nuovi processi produttivi - % dei progetti finanziati che producono risultati diretti

Indicatore di impatto diretto del finanziamento pubblico della ricerca industriale

Progetti di ricerca

Monitora

In itinere INNOVAZIONE DI PRODOTTO E DI

PROCESSO

Risultati dei progetti di ricerca di ogni tipo (imprese ed enti di ricerca) suscettibili di generare risultati in termini di nuovi prodotti introdotti sul mercato e nuovi processi produttivi -% dei risultati di ricerca suscettibili di applicazione - stima dell’intervallo di tempo necessario alla valorizzazione - stima delle risorse addizionali necessarie

Indicatore di impatto indiretto della ricerca (potenziale di valorizzazione)

VALGO

CTS- CVR

In itinere

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 1. CONTRIBUTI ALLA COSTRUZIONE DEL MODELLO 68

Area di impatto Indicatori

ottenibili Significato dell’indicatore

Fonte del dato Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Spesa in formazione del personale degli enti di ricerca

Indicatore di investimento in innalzamento della qualità del personale impiegato

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale FORMAZIONE

Definizione

misura la spesa (e la proporzione

sulle voci di investimento) sostenuta per

formazione qualificante del

personale coinvolto sulle

attività di ricerca e non. - Creazione

o modifica dei programmi

didattici (se l’ente fa attività

didattica) dovuta alle innovazioni di

ricerca.

Nascita di nuovi percorsi formativi presso gli enti di ricerca, altri enti (es. Università) o la società (es. scuole, associazioni) come diretto impatto di attività di ricerca

Indicatore di ricaduta della ricerca sulla formazione

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

Area di impatto Indicatori ottenibili Significato

dell’indicatore Fonte del dato

Fornitore del dato

Tempistica di rilevazione

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale Sviluppo di metodi e strumenti per il controllo, monitoraggio, miglioramento dell’ambiente naturale

Indicatore di impatto potenziale sull’ambiente

VALGO CTS-CVR In itinere

AMBIENTE

Definizione

indica la presenza o meno, nella mission

e nel comportamento di

un Ente o di un’impresa

dell’attenzione verso le tematiche

ed i metodi di prevenzione,

riduzione contenimento delle

minacce all’ambiente.

Applicazione effettiva dei metodi ambientali sviluppati

- territorio/ istituzione che ha implementato i metodi

- ampiezza dei soggetti/ territori interessati

Indicatore di impatto effettivo sull’ambiente

Rapporto annuale

Enti di ricerca Annuale

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati

2. ISTAT E LE INFORMAZIONI STATISTICHE 69

2. ISTAT E LE INFORMAZIONI STATISTICHE All’interno di un modello di valutazione della ricerca un ruolo fondamentale, anche se indiretto, è giocato dalla informazione statistica. In questo senso la posizione della Provincia di Trento è privilegiata, in quanto il Servizio Statistica ha rango di unità statistica nel Sistema Statistico Nazionale e conduce rilevazioni ufficiali direttamente comparabili con quelle di livello nazionale (ISTAT) ed europeo (EUROSTAT). Ciò consente di disporre in tempi relativamente ravvicinati di informazioni standardizzate e dettagliate. a. Indagini a livello nazionale A fronte di questi vantaggi, resta una sostanziale differenza tra il dato statistico aggregato e l’informazione relativa alle singole unità che è necessaria ai fini della valutazione. Ai fini della valutazione della ricerca sono rilevanti le seguenti indagini svolte dal Servizio Statistica e comparabili con le indagini ISTAT a livello nazionale:

(a) indagine sulla ricerca e sviluppo (b) indagine sulla innovazione nelle imprese (CIS).

Il CVR ha avviato fin dalla sua costituzione un dialogo proficuo con il Servizio Statistica. È stata esplorata la possibilità di accedere, in forma compatibile con la legislazione vigente sul segreto statistico ed estendendo ai membri del CVR forme di vincolo giuridicamente valide, ai dati originari sulle singole unità di osservazione (enti di ricerca pubblici, imprese, enti no profit). Nonostante un comune sforzo di collaborazione, si è giunti alla conclusione della impossibilità di avere accesso ai dati originari. La stessa configurazione dei sistemi informatici del Servizio Statistica impedisce l’accesso esterno. Si è quindi giunti alla determinazione di ottenere la disponibilità dei dati in forma diversa, imponendo come obbligo dell’Amministrazione ai fini dell’accesso ai finanziamenti la compilazione, attraverso una modulistica analoga, delle stesse informazioni richieste dall’ISTAT nei questionari di indagine somministrati e gestiti dal Servizio Statistica. Ciò significa che a partire dal 2009 il CVR propone i seguenti passi:

- l’Accordo di Programma tra Provincia di Trento e Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler e Università conterrà l’obbligo di fornire alla Provincia una serie di informazioni statistiche riconducibili al formulario utilizzato dal Servizio Statistica;

- i bandi per il finanziamento della ricerca industriale (LP 6/99) conterranno l’obbligo, giuridicamente vincolante rispetto alla erogazione dei finanziamenti, di fornire alla Provincia una serie di informazioni seguendo il formulario utilizzato dal Servizio Statistica.

Con queste proposte il CVR potrà avere a disposizione gli stessi dati disponibili al sistema statistico, in modo da poter effettuare autonomamente confronti e standardizzazioni a livello regionale, nazionale ed europeo. Allo stesso tempo avrà accesso a informazioni relative alla singola unità, che sono essenziali nel processo valutativo. Le informazioni individuali saranno coperte da una forma di confidenzialità diversa da quella prevista dal segreto statistico, che consisterà in:

- responsabilità per i dati in capo ai responsabili dei procedimenti amministrativi - divieto per i membri del CVR di divulgare notizie provenienti dalle informazioni raccolte - pubblicazione di dati individuali solo dietro liberatoria da parte dei soggetti ai fini della legge

sulla privacy. Con questo impianto si potrà raccordare la necessaria informazione statistica con flussi di informazioni individualizzate, ma allo stesso tempo comparabili e standardizzate. b. Indagini a livello locale Il modello di valutazione della ricerca messo a punto dal CVR include la raccolta di informazioni sugli utilizzatori della ricerca. Per utilizzatori della ricerca si intendono due categorie di soggetti:

(a) utilizzatori diretti (b) cittadini.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati

2. ISTAT E LE INFORMAZIONI STATISTICHE 70

Per utilizzatori diretti si intendono i soggetti che attivano collaborazioni formali, in forma contrattuale o di alleanza strategica, con i soggetti della ricerca trentina, allo scopo di accedere direttamente ai risultati e di sfruttarli ai fini delle proprie attività istituzionali. Gli utilizzatori diretti includono principalmente le imprese e la Pubblica Amministrazione, in misura minore e meno formalizzata le realtà del no profit e le associazioni. Un primo esperimento di analisi degli utilizzatori diretti (user analysis) è stato realizzato a cura del Comitato per lo Sviluppo Provinciale con una indagine su imprese trentine e dirigenti della Provincia. 2 Il CVR non ha ritenuto di avviare una attività specifica sugli utilizzatori diretti, preferendo rinviare una rilevazione esplicita al momento della messa a regime del sistema di informazioni sulle Fondazioni e gli enti di ricerca finanziati. In questa fase l’attività sperimentale promossa dal Comitato per lo Sviluppo potrà essere pienamente valorizzata. Il CVR ha ritenuto di proporre al Servizio Statistica di svolgere una indagine campionaria sulla popolazione trentina finalizzata a registrare la percezione delle attività svolte dal sistema di ricerca trentino. Il testo dell’indagine è stato progettato dal CVR e sottoposto al Servizio Statistica. Durante il successivo processo di revisione e ottimizzazione è stato anche sottoposto ad un parere del Comitato per lo Sviluppo Provinciale.

2 Comitato per lo Sviluppo Provinciale (2006) Il sistema di ricerca trentino. A cura di Andrea Bonaccorsi. Rapporto non pubblicato (in particolare Capitolo 5, User analysis).

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. RAPPORTI TRA CVR E COMITATO PER LO SVILUPPO PROVINCIALE 71

3. RAPPORTI TRA CVR E COMITATO PER LO SVILUPPO PROVINCIALE Il Comitato per lo Sviluppo Provinciale è l’organo di ricerca e alta consulenza della Provincia di Trento per il supporto alle politiche di legislatura. La sua attività si esplicita nella redazione autorevole del Piano di Sviluppo Provinciale, approvato con atto di Giunta e sottoposto ad un percorso di monitoraggio, nonché in numerose attività di ricerca a supporto delle politiche di sviluppo. Il CVR ha assunto il Piano di Sviluppo Provinciale come documento che esplicita gli obiettivi di legislatura e declina gli strumenti di policy e gli indicatori da controllare al fine della verifica del raggiungimento degli obiettivi. In un certo senso, e per una parte delle proprie attività, il CVR si sente chiamato a contribuire alla produzione di informazioni utili al raggiungimento di obiettivi. Il Piano di Sviluppo Provinciale dedica una ampia parte a temi legati al perimetro di responsabilità del CVR, in particolare l’intero Asse Conoscenza (Ricerca e Istruzione) e parte dell’Asse Competitività (Innovazione). Nel corso del 2007 è stato inoltre creato dall’Assessorato alla Programmazione e alla Ricerca, da cui anche il CVR dipende, e dal Servizio Statistica, un sistema di indicatori per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di policy. È utile allegare al presente Rapporto le schede più rilevanti ai fini della valutazione della ricerca, in quanto forniscono il contesto generale di riferimento. In riferimento all’indicatore “Stanziamenti di bilancio per l’istruzione universitaria e la ricerca”, il Piano per lo Sviluppo Provinciale enuncia un obiettivo di una quota pari al 3,5% del bilancio complessivo della Provincia. Tale obiettivo pare sostanzialmente raggiunto già nel 2006 (3,43%) per la voce che esclude gli stanziamenti per l’edilizia universitaria, che pure fanno parte dell’Accordo di programma. Un indicatore correlato è dato dalla “Quota di risorse stanziate per la ricerca in rapporto al totale stanziato per i settori economici”, il cui obiettivo di legislatura è fissato al 6%. Anche per questo obiettivo il raggiungimento è avvenuto ben prima della legislatura, in quanto nel 2006 gli interventi a favore delle imprese rappresentati dalla Ricerca hanno raggiunto l’11,5%. Più problematica è la situazione in riferimento agli obiettivi di aumento della incidenza della spesa in Ricerca e Sviluppo sul PIL. In questo caso il Trentino è allineato sul dato nazionale (1,09% nel 2004 rispetto a 1,10 a livello nazionale) e in leggerissimo calo dal dato 2003. Ma è soprattutto la composizione della spesa a generare preoccupazione, con il settore pubblico che rappresenta l’80% della spesa totale. Si tratta, come è ben noto, di una anomalia tutta italiana, che vede la componente pubblica della spesa largamente maggioritaria. Tale anomalia è ancora più vistosa nel caso trentino, nel quale l’investimento privato è modesto, sia per la composizione settoriale e dimensionale del sistema produttivo, che per la inadeguata maturazione delle decisioni imprenditoriali sul rapporto tra ricerca e innovazione. Il numero di ricercatori nelle imprese per 1000 addetti è in Trentino circa la metà di quello del Nord Est, che pure ha tratti di similarità nell’apparato produttivo, e intorno a due terzi del valore a livello nazionale. Sotto questo profilo il fatto che il perimetro di valutazione della ricerca assegnato al CVR includa anche la ricerca industriale è quanto mai tempestivo, nel senso che obbliga ad una considerazione integrata delle varie componenti. Ciò accade nonostante il quadro sociale della costituzione di capitale umano sia molto favorevole. I tassi di passaggio dalla istruzione superiore alla università e di passaggio alla laurea specialistica sono in Trentino superiori alla media nazionale e in continua crescita, anche se con un inevitabile appiattimento negli ultimi anni. La popolazione ha una struttura di scolarizzazione in linea con i più avanzati paesi europei. La composizione per discipline della istruzione universitaria è in linea con la media italiana ed europea, con un forte recupero nel corso degli anni 2000 della incidenza sulla popolazione dei laureati in discipline scientifiche e tecnologiche. Venendo al sistema delle imprese, i pochi e poco aggiornati indicatori disponibili suggeriscono che le imprese trentine siano marginalmente più impegnate in attività di innovazione di prodotto e abbiano una spesa per innovazione superiore alla media nazionale, anche se gli indicatori brevettuali rivelano una condizione di inferiorità.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. RAPPORTI TRA CVR E COMITATO PER LO SVILUPPO PROVINCIALE 72

Si tratta di un’area di informazione sulla quale occorre concentrare gli sforzi, anche alla luce delle evidenze nazionali circa l’impatto delle misure di politica industriale e di politica della ricerca, che suggeriscono maggiore attenzione nella erogazione di incentivi. Gli indicatori di monitoraggio sopra discussi sono stati all’origine di un aggiornamento del Piano di Sviluppo Provinciale, nel quale sono stati indicati gli obiettivi qualitativi a cavallo della legislatura. È opportuno riprodurre per intero la sezione del documento approvato dal Comitato per lo Sviluppo Provinciale, perché fornisce il quadro di contesto nel quale il CVR dovrà operare nel corso della prossima legislatura. Nelle pagine seguenti si presentano: Doc1 . - estratto dal Documento di aggiornamento del Piano di Sviluppo Provinciale, approvato dal Comitato per lo Sviluppo. Doc. 2 – estratto dal Documento di aggiornamento delle priorità programmatiche, approvato dal Comitato per lo Sviluppo

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 73

Doc.1

Ricerca e innovazione

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Consolidare il sistema della ricerca e le attività di alta formazione di livello nazionale e internazionale

IINNDDIICCAATTOORREE:: Stanziamenti di bilancio per l’istruzione universita ria e la ricerca

Descrizione Valore obiettivo per la legislatura

Stanziamenti finali di competenza riservati alla funzione obiettivo “Università e Ricerca” sul total e degli stanzia-menti finali di competenza del bilanc io provinciale. Numeratore e denominatore sono espressi a valori costanti 2006. Per garantire la confrontabilità dei dati, con riferimento al bilanc io 1995, si considera l’insieme dei capitoli che attualmente sono ricompresi nella funzione obiettiv o “Università e Ricerca”

Portare gli stanziamenti di bilancio per l’istruzione universitaria e la ricerca, che nel

2003 si attestavano al 2,6% degli stanziamenti totali, al 3,5% del bilancio complessivo

(rif. pag. 62)

Incidenza stanziamenti per università e ricerca sul totale degli stanziamenti

Importi in milioni di Euro – espressi a valori costa nti 2006

Anno Stanziamenti Istruzione universitaria e ricerca ( €) Stanziamenti totali ( €) Incidenza (%) N. indice

(2003=100)

1995 30,5 3.096,5 0,99 38,3

2000 65,3 3.552,0 1,84 71,5

2003 107,6 4.184,7 2,57 100,0

2004 133,4 4.146,8 3,22 125,1

2005 129,6 3.993,2 3,24 126,2

2006 165,2 3.996,8 4,13 160,7

Fonte: Elaborazioni su dati rendiconto generale del la Provincia

Incidenza stanziamenti per università e ricerca (al netto di edilizia universitaria) sul totale degli stanziamenti

Importi in milioni di Euro – espressi a valori costa nti 2006

Anno Stanziamenti università e ricerca( €) Stanziamenti totali ( €) Incidenza (%) N. indice

(2003=100)

1995 22,3 3.096,5 0,72 31,9

2000 50,7 3.552,0 1,43 63,0

2003 94,7 4.184,7 2,26 100,0

2004 110,3 4.146,8 2,66 117,5

2005 111,0 3.993,2 2,78 122,9

2006 137,1 3.996,8 3,43 151,6

Fonte: Elaborazioni su dati rendiconto generale del la Provincia

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 74

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Consolidare il sistema della ricerca e le attività di alta formazione di livello nazionale e internazionale

IINNDDIICCAATTOORREE:: Quota di risorse stanziate per la ricerca in rappor to al totale stanziato per i settori economici

Descrizione Valore obiettivo per la legislatura

Distribuzione, per tipologia di intervento, degli stanziamenti finali di competenza del bilancio provinciale per i settori economici. Gli importi so no espressi a valori costanti 2006.

Portare le risorse stanziate a sostegno dei progetti di ricerca da una percentuale sul totale stanziato per i settori economici del 4,4%* nel 2003 ad un

valore del 6% a fine legislatura (rif. pag. 62)

*Note: La serie dei dati 2003-2006 è stata ricalcol ata considerando nel totale delle risorse destinate ai settori economici anche gli “interventi trasversali a sostegno dell’economia”. Peraltro, essa esclude gli interventi per il settore dell’energia, precedentem ente considerati, in quanto dall’analisi emerge che essi non sono specificatamente indirizzati al sostegno d ei settori produttivi. Sulla base dei dati così rideterminati, il peso della ricerca sul totale sta nziato per i settori economici nel 2003 risulta par i al 4,8%.

Distribuzione per tipologia di intervento degli sta nziamenti per i settori economici Importi in milioni di euro espressi a valori costan ti 2006 e % sul totale stanziato per i settori econ omici

2003 2004 2005 2006 Tipologia di intervento € % € % € % € %

Interventi per le imprese 164,5 44,4 176,0 46,6 147,9 43,2 158,9 45,6

Interventi per le politiche di contesto 129,7 35,0 121,9 32,3 118,4 34,6 107,9 30,9

Interventi intersettoriali e iniziative cofinanziate dall’Unione Europea 28,3 7,6 24,0 6,4 15,7 4,6 15,5 4,4

Patti territoriali 29,8 8,0 27,5 7,3 30,5 8,9 24,7 7,1

Ricerca 17,9 4,8 27,2 7,2 28,6 8,4 40,3 11,5 Interventi trasversali a sostegno dell’economia 0,3 0,1 1,2 0,3 1,3 0,4 1,5 0,4

TOTALE SETTORI ECONOMICI 370,5 100,0 377,7 100,0 342,4 100,0 348,7 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati rendiconto generale del la Provincia contenute nel Rapporto di gestione

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CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 75

IINNDDIICCAATTOORREE::

Spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PIL

Descrizione Andamento atteso

Indicatore incluso nella “short list” di indicatori strutturali chiave della politica europea, il cui andamento è monitorato e presentato annualmente dalla Commissio ne europea al Consiglio ( Statistical Annex to the Annual Progress Report )

Crescita

Spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PI L e Numero Indice (2003=100)

1995 2000 2003 2004 % NI % NI % NI % NI

EU27 - - 1,86 99,5 1,87 100,0 1,84 98,4

EU15 1,85 94,9 1,91 97,9 1,95 100,0 1,92 98,5

EA13 1,79 95,7 1,85 98,9 1,87 100,0 1,86 99,5

Italia 0,97 87,4 1,05 94,6 1,11 100,0 1,10 99,1

Nord Est 0,68 73,1 0,73 79,0 0,93 100,0 0,90 96,8

Trentino n.d. n.d. 0,75 67,0 1,12 100,0 1,09 97,3

Fonte: Eurostat

Spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PI L (1995-2004)

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

eu27 eu15 ea13 Italia Nord-Est PAT

Fonte: Eurostat

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 76

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Consolidare il sistema della ricerca e le attività di alta formazione di livello nazionale e internazionale

IINNDDIICCAATTOORREE:: Quota pubblica (pubblica amministrazione, universit à e imprese pubbliche) della spesa in ricerca e sviluppo

Descrizione Andamento atteso

Innalzamento della quota di finanziamento proveniente da commesse esterne e dal settore privato

Quota pubblica della spesa in ricerca e sviluppo

Incidenza percentuale e Numero Indice (2003=100)

1995 2000 2003 2004 2005

% NI % NI % NI % NI % NI

EU27 36,9 104,8 34,5 97,9 35,2 100,0 35,2 100,2 35,2 100,1

EU15 36,6 106,3 34,0 98,8 34,4 100,0 34,3 99,7 34,8 101,1

EA13 37,7 104,7 35,2 97,8 36,0 100,0 35,9 99,8 35,9 99,8

Italia 46,6 90,8 49,9 97,3 51,3 100,0 50,7 98,7 47,5 92,5

Nord Est 49,9 102,5 50,6 103,9 48,6 100,0 48,9 100,4 n.d. n.d.

Trentino n.d. n.d. 66,8 81,2 82,2 100,0 80,0 97,3 79,3 96,4

Fonte: Eurostat

Quota pubblica della spesa in ricerca e sviluppo

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

1995 2000 2003 2004 2005

EU27 EU15 EA13 Italia Nord-Est PAT

Fonte: Eurostat

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 77

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Consolidare il sistema della ricerca e le attività di alta formazione di livello nazionale e internazionale

IINNDDIICCAATTOORREE:: Addetti alla ricerca e sviluppo (unità equivalenti a tempo pieno) per 1.000 abitanti

- amministrazione pubblica - università - imprese private non profit - imprese

Descrizione Andamento atteso

Indicatore incluso nella batteria di indicatori reg ionali di contesto chiave, proposti dal Dipartimento per l e Politiche di Sviluppo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il dato comprende ricercatori, tecnici e altro pers onale addetto alla ricerca e sviluppo. Il numero è espres so in unità equivalenti a tempo pieno.

Aumento

Addetti totali alla Ricerca e sviluppo, rapporto pe r 1000 residenti (1995-2004)

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

EU25 EU15 EA13 Italia Nord Est PAT

Fonte: Eurostat

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 78

Addetti alla Ricerca e sviluppo, totali e per setto re

Rapporto per 1000 residenti e Numero Indice (2003=1 00)

1995 2000 2003 2004 ‰ NI ‰ NI ‰ NI ‰ NI

EU25 3,91 89,2 4,25 96,9 4,38 100,0 4,44 101,4

di cui:

Amministrazione pubblica 0,73 112,9 0,67 103,3 0,65 100,0 0,64 98,0

Università 1,11 82,7 1,27 94,6 1,34 100,0 1,38 102,8

Imprese private non profit 0,04 85,0 0,04 85,9 0,05 100,0 0,05 88,2

Imprese 2,03 86,4 2,27 96,7 2,34 100,0 2,39 101,8

EU15 4,69 89,6 5,09 97,3 5,23 100,0 5,30 101,3 di cui:

Amministrazione pubblica 0,88 113,4 0,80 103,7 0,78 100,0 0,76 97,9

Università 1,33 83,1 1,52 94,9 1,60 100,0 1,64 102,7

Imprese private non profit 0,05 85,4 0,05 86,2 0,06 100,0 0,05 88,1

Imprese 2,43 86,8 2,72 97,1 2,80 100,0 2,85 101,7

EA13 4,08 87,8 4,51 97,1 4,64 100,0 4,70 101,3

di cui:

Amministrazione pubblica 0,77 108,0 0,71 99,1 0,71 100,0 0,70 98,6

Università 1,12 83,5 1,28 95,1 1,34 100,0 1,37 102,3

Imprese private non profit 0,04 89,7 0,04 91,8 0,05 100,0 0,04 81,6

Imprese 2,14 84,3 2,48 97,7 2,54 100,0 2,59 101,8

Italia 2,49 88,4 2,64 93,4 2,82 100,0 2,83 100,4 di cui:

Amministrazione pubblica 0,58 105,9 0,55 100,0 0,55 100,0 0,56 102,0

Università 0,85 82,2 0,96 93,0 1,04 100,0 1,05 101,2

Imprese private non profit 0,05 100,0 0,06 112,6

Imprese 1,06 89,5 1,12 94,8 1,19 100,0 1,17 98,4

Nord Est 2,12 75,3 2,50 88,9 2,81 100,0 2,91 103,3

di cui:

Amministrazione pubblica 0,36 108,1 0,39 115,4 0,33 100,0 0,39 115,8

Università 0,85 78,2 0,92 84,4 1,09 100,0 1,08 99,9

Imprese private non profit 0,04 100,0 0,06 160,6

Imprese 0,91 67,1 1,20 88,5 1,36 100,0 1,37 101,3

Trentino n.d. 1,94 56,9 3,41 100,0 3,55 104,1 di cui:

Amministrazione pubblica n.d. 0,95 57,5 1,64 100,0 1,64 99,9

Università n.d. 1,09 100,0 1,12 103,3

Imprese private non profit n.d. 0,08 100,0 0,08 106,6

Imprese n.d. 0,99 165,6 0,60 100,0 0,70 116,8

Fonte: Eurostat

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 79

Istruzione e formazione

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Innalzare la qualità dell’offerta di lavoro, in lin ea con le tendenze del mercato del lavoro

IINNDDIICCAATTOORREE:: Tasso di dispersione scolastica

Descrizione Valore obiettivo per la legislatura

Percentuale di giovani dai 18 ai 24 anni che hanno concluso al massimo la scuola secondaria inferiore (con al più la licenza media , che non hanno concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regi one di durata superiore ai 2 anni e che non frequentano corsi scolastici o svolgono attività formative). L’obiettivo europeo da raggiungere entro il 2010, nell’ambito del processo di Lisbona, è il 10% come valore massimo accettato di dispersione

Ridurre la dispersione scolastica a valori frizionali

(rif. pag 72)

Giovani che abbandonano prematuramente gli studi

Percentuale su popolazione 18-24 anni e Numero Indi ce (2003=100)

2000 2003 2004 2005 2006

% NI % NI % NI % NI % NI

EU27 17,1 106,3 16,1 100,0 16,0 99,7 15,1 93,8 15,0 93,6

EU15 19,5 107,7 18,1 100,0 17,6 97,2 17,3 95,6 17,0 93,9

EA13 20,0 107,5 18,6 100,0 18,0 96,9 18,0 96,8 17,1 91,8

Italia 25,0 108,6 23,1 100,0 22,0 95,6 21,1 91,5 20,1 87,1

Nord Est - - - - 18,7 - 18,7 - 16,7 -

Trentino - - - - 11,9 - 12,2 - 10,5 - Fonte: Eurostat, ISTAT

Tasso di dispersione scolastica (2000-2006)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Eu27 Eu15 Ea13 Italia Nord-est PAT

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 80

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Innalzare la qualità dell’offerta di lavoro, in lin ea con le tendenze del mercato del lavoro

IINNDDIICCAATTOORREE:: Tassi di passaggio alla scuola secondaria e all’uni versità (totali e per comprensorio)

Descrizione Valore obiettivo per la legislatura

Tassi di passaggio alla scuola secondaria superiore : iscritti al primo anno della scuola secondaria superiore anno t su licenziati scuola media inferiore anno t-1 (con separata evidenza del dato relativo alla formazione professionale) Tassi di passaggio all’università: immatricolati all’università anno t su maturi scuola secondaria superiore anno t-1

Mantenere sui livelli raggiunti e continuare ad incrementare al margine i tassi di passaggio alla

scuola secondaria e all’università (rif. pag. 72)

Ridurre le differenze tra i tassi di passaggio alla scuola secondaria e all’università nelle aree più

periferiche rispetto a quelli delle aree centrali (rif. pag. 71)

Tasso di passaggio alla scuola secondaria superiore

Percentuale e Numero Indice (a.s. 2003/2004 =100)

a.a. 2000/2001 a.a. 2003/2004 a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006 a.a. 2006/2007

% NI % NI % NI % NI % NI

Trentino 86 96,7 88,9 100,0 88,2 99,2 88,5 99,6 88,4 99,4

Fonte: OPES

(da completare con dati Comprensorio)

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 81

Tasso di passaggio all’università

Percentuale e Numero Indice (a.a. 2003/2004 =100)

a.a. 2000/2001 a.a. 2003/2004 a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006 a.a. 2006/2007

% NI % NI % NI % NI % NI

Trentino 58,6 84,3 69,5 100,0 70,9 102,0 67,5 97,1 68,8 99,0

Fonte: OPES

Tasso di passaggio all'università

50

55

60

65

70

75

1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07

68,8

(valori %)

Note: valori 2001/02 e 2002/03 interpolati linearme nte

Fonte: OPES

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 82

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Innalzare la qualità dell’offerta di lavoro, in lin ea con le tendenze del mercato del lavoro

IINNDDIICCAATTOORREE:: Tasso di partecipazione all’istruzione terziaria di secondo livello

Descrizione Valore obiettivo per la legislatura

Il tasso viene calcolato sulla coorte dei giovani c he, nell’Anno Accademico, sono iscritti ad una laurea specialistica come rapporto:

- tra gli iscritti all’Anno Accademico (indipendentemente dall’anno di corso, posto che quest’ultima informazione non viene fornita dal MIU R) e la popolazione di giovani in età 22-23 anni

- tra gli iscritti all’Anno Accademico (indipendentemente dall’anno di corso, posto che quest’ultima informazione non viene fornita dal MIU R) e i maturi nell’anno scolastico t-4 o nell’anno scolastico t-5

Almeno una quota intorno al 40-45% di passaggio alle lauree di secondo livello

(rif. pag. 72)

Tasso di partecipazione dei ragazzi 22-23enni

Valori percentuali

a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006

% %

Italia 6,84 12,26

Trentino 10,94 17,86

Tasso di partecipazione dei maturi

Valori percentuali

a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006

% %

Italia 9,93 17,47

Trentino 18,25 30,05

Fonte: elaborazioni OPES su: - iscritti alla laurea specialistica: MIUR (http://st atistica.miur.it/) - popolazione trentina: Annuario statistico (anni var i) - popolazione italiana: Demoistat (http://demo.istat. it/) - maturi trentini: Annuario statistico -2005- - maturi italiani: Rapporto annuale -ISTAT 2004-

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 83

Tasso di partecipazione all’istruzione terziaria di secondo livello dei ragazzi 22-23enni

0,002,004,006,008,00

10,0012,0014,0016,0018,0020,00

a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006

Italia Trentino

Tasso di partecipazione all’istruzione terziaria di secondo livello dei maturi

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

25,00

30,00

35,00

a.a. 2004/2005 a.a. 2005/2006

Italia Trentino

Fonte: elaborazioni OPES

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 84

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Innalzare la qualità dell’offerta di lavoro, in lin ea con le tendenze del mercato del lavoro

IINNDDIICCAATTOORREE:: Laureati in discipline scientifiche e tecnologiche

Descrizione Andamento atteso

Laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti in età 20-29 anni (indicatore di flu sso) Percentuale di popolazione 30-35enne in possesso di laurea tecnico-scientifica (indicatore di stock) (in fase di elaborazione)

Incremento

Laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti in età 20-29 anni

Valori per mille e Numero Indice (2003=100)

2000 2003 2004 2005 2006

‰ NI ‰ NI ‰ NI ‰ NI ‰ NI

EU27 10,2 83,6 12,2 100,0 12,4 101,6 12,1 99,2

EA13 10,2 84,3 12,1 100,0 12,1 100,0 13,0 107,4

Italia 5,1 56,7 9,0 100,0 10,0 111,1 9,1 101,1 12,2 135,6

Nord Est 6,7 65,2 10,3 100,0 12,6 122,0 12,8 123,8 14,4 139,7

Trentino - - - - - - 11,4 - 12,9 -

Fonte: Eurostat, ISTAT

Laureati in discipline scientifiche e tecnologiche per mille abitanti in età 20-29 anni

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

16,0

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Eu27 Ea13 Italia Nord-est PAT

Fonte: Eurostat, ISTAT

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 85

� INNOVAZIONE

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Aumentare l’impatto della ricerca sui processi di i nnovazione e sulla competitività del sistema produttivo

IINNDDIICCAATTOORREE:: Spesa lorda in ricerca e sviluppo come percentuale d el PIL (v. anche asse Conoscenza)

Descrizione Andamento atteso

Aumento

Spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PI L e Numero Indice (2003=100)

1995 2000 2003 2004 % NI % NI % NI % NI

EU27 - - 1,86 99,5 1,87 100,0 1,84 98,4

EU15 1,85 94,9 1,91 97,9 1,95 100,0 1,92 98,5

EA13 1,79 95,7 1,85 98,9 1,87 100,0 1,86 99,5

Italia 0,97 87,4 1,05 94,6 1,11 100,0 1,10 99,1

Nord Est 0,68 73,1 0,73 79,0 0,93 100,0 0,90 96,8

Trentino n.d. n.d. 0,75 67,0 1,12 100,0 1,09 97,3

Fonte: Eurostat

Spesa in ricerca e sviluppo come percentuale del PI L (1995-2004)

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

eu27 eu15 ea13 Italia Nord-Est PAT

Fonte: Eurostat

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Aumentare l’impatto della ricerca sui processi di i nnovazione e sulla competitività del sistema produttivo

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 86

IINNDDIICCAATTOORREE:: )Spesa media regionale per innovazione delle unità re gionali

Descrizione Andamento atteso

a) I dati presentati sono il risultato di una stima sperimentale condotta dall'ISTAT in attesa di una metodologia armonizzata a livello europeo

b) L'unità regionale è definita come l'unità econom ica costituita dall'insieme delle unità locali di una stessa impresa presenti in una determinata regione

c) Si considerano le imprese con più di 10 addetti dei settori industria e servizi (settori Ateco 2002 da C a K)

Aumento

Spesa media regionale per innovazione delle unità regionali

Importi in migliaia di euro

2004

Italia 3,7

Nord Est 3,8

Trentino 4,9

Fonte: ISTAT, Rilevazione sull'innovazione nelle im prese. Anni 2002-2004

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 87

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Aumentare l’impatto della ricerca sui processi di i nnovazione e sulla competitività del sistema produttivo

IINNDDIICCAATTOORREE:: N. di brevetti registrati allo European Patent Office (EPO) per un milione di abitanti

Descrizione Andamento atteso

Crescita

Intensità brevettuale (N. brevetti registrati allo European Patent Office (EPO) per un milione di abitanti Valore e Numero Indice (2003=100)

1995 2000 2003

valore NI valore NI valore NI

EU 27 74,2 58,0 126,9 99,2 128,0 100,0

EU 15 94,6 58,9 160,6 100,0 160,7 100,0

EA 13 92,6 57,0 158,0 97,2 162,5 100,0

Italia 47,2 54,1 78,6 90,0 87,3 100,0

Nord Est 81,7 97,0 138,3 164,1 84,3p 100,0

Trentino 37,6 77,7 73,4 151,9 48,4 100,0 p previsione Fonte: Eurostat, ISTAT

Numero di brevetti registrati allo European Patent Office (EPO) per milione di abitanti

0,0020,0040,0060,0080,00

100,00120,00140,00160,00180,00

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

EU27 EU15 EA13 Italia Nord-Est PAT

Fonte: Eurostat, ISTAT

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 88

OOBBIIEETTTTIIVVOO:: Aumentare la quota di imprese che svolgono innovazi one di prodotto

IINNDDIICCAATTOORREE:: Percentuale di imprese che hanno introdotto innovazi oni di prodotto nel triennio 2002-2004

Descrizione Andamento atteso

a) I dati presentati sono il risultato di una stima sperimentale condotta dall'ISTAT in attesa di una metodologia armonizzata a livello europeo

b) L'indagine è relativa alle innovazioni introdott e nel triennio 2002-2004

c) Si considerano le imprese con più di 10 addetti dei settori industria e servizi

Incremento

Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto

Percentuale

2004

Italia 15,2

Trentino 22,1

Fonte: ISTAT, Rilevazione sull'innovazione nelle im prese. Anni 2002-2004

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 89

Doc. 2 : Estratto dal Documento di aggiornamento delle priorità programmatiche approvato dal Comitato per lo Sviluppo RICERCA, INNOVAZIONE E SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE Premessa

La Provincia ha realizzato nella legislatura in corso di chiusura uno sforzo imponente di investimento e razionalizzazione nell’area della ricerca e, in misura minore, dell’innovazione. Tale sforzo si colloca in controtendenza rispetto alla sostanziale stagnazione degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo a livello nazionale.

Nella nuova legislatura occorre portare a regime le riforme iniziate e accelerare il percorso di raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ciò richiede chiarezza nella visione a lungo termine e flessibilità nella scelta degli strumenti di policy. Le note che seguono sono divise in due parti: una parte introduttiva che mette a fuoco il rapporto tra spesa in ricerca, innovazione e sviluppo economico, ed una parte che include alcune proposte orientate a rafforzare gli aspetti positivi delle riforme e a suggerire alcuni miglioramenti. Ricerca, innovazione e sviluppo economico: come app ropriare localmente benefici non locali?

L’investimento della Provincia in attività di ricerca ha una lunga e gloriosa storia, essendo stato uno dei principali elementi dell’affrancamento da condizioni di sottosviluppo e di innalzamento della qualità della vita.

A quattro decenni dalle scelte politiche fondamentali e confermando il ruolo della ricerca nel modello di sviluppo provinciale, si aprono questioni nuove. Non è più in questione il ruolo della ricerca nelle fasi iniziali dello sviluppo e della modernità sociale, ma il ruolo trainante della ricerca per nuove fasi di sviluppo inevitabilmente condotte a confrontarsi con la realtà internazionale globale. Nuove domande tendono a imporsi nella agenda politica:

- che relazione esiste tra investimento pubblico in ricerca e attivazione di processi di

innovazione?

- che effetto hanno le politiche della ricerca sul comportamento delle imprese?

- che relazione esiste, infine, tra investimento pubblico in ricerca e sviluppo economico

locale?

- sono possibili, e se si in che modo, scelte di politica della ricerca che facilitino la

creazione di nessi virtuosi tra ricerca, innovazione e sviluppo locale?

A queste domande l’Amministrazione Provinciale è indotta da un insieme di domande e pressioni all’interno delle quali si mescolano, spesso in modo difficilmente districabile, da un lato, legittime richieste di accountability della ricerca e di allocazione efficiente delle risorse pubbliche, dall’altro, richieste irrealistiche di “chiusura del cerchio”, nel segno della ricerca estenuante di una corrispondenza diretta e stretta tra spesa provinciale in ricerca e ricadute locali. E tuttavia, occorre prendere sul serio l’insieme di questi temi e articolare una risposta politica a lungo termine, che sappia al contempo offrire strumenti appropriati nel breve termine.

Una tale risposta dovrebbe basarsi su alcune riflessioni di fondo. a. Non esiste un nesso automatico tra spesa in ricerca e innovazione

La spesa pubblica in ricerca ha due componenti fondamentali rispetto agli attuatori (research performers, nel gergo internazionale): il settore pubblico (università, enti di ricerca) e le imprese. In entrambi i casi è realistico affermare che non si dà un nesso necessario tra investimento pubblico e generazione di opportunità di innovazione.

Si prenda in prima battuta la spesa pubblica in ricerca che si dirige verso gli attuatori a loro volta di natura pubblica.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 90

Da un lato, infatti, la ricerca genera conoscenza che non è direttamente appropriabile, né da chi la produce né esclusivamente dai soggetti che sono localizzati nelle vicinanze. Di per sé è del tutto plausibile che della conoscenza generata in un territorio beneficino altri ricercatori, ma anche imprese localizzate a grande distanza. È quindi in un certo senso inevitabile e del tutto corretto affermare che “con le tasse dei trentini si finanzia l’innovazione delle imprese di altri territori”- a patto di non concludere, scorrettamente, che occorre vincolare la ricerca trentina alla esclusiva ricaduta territoriale. Il beneficio che il territorio trentino ricava dalla presenza della ricerca finanziata con risorse pubbliche è, come vedremo, enormemente maggiore della perdita che si subisce quando altri beneficiano dei risultati.

Da un altro lato, la innovazione beneficia della ricerca, ma la prima richiede anche altre condizioni al contorno, quali iniziativa imprenditoriale, manodopera qualificata, management preparato, una pubblica amministrazione di supporto, e finanza aperta alla innovazione.

Se si considera invece il finanziamento pubblico che viene canalizzato alle imprese private per lo svolgimento di ricerca industriale, allora la prossimità all’innovazione di mercato è maggiore, ma pur tuttavia sono possibili distorsioni. In particolare è possibile che il finanziamento pubblico “spiazzi” quello privato, nel senso che sostituisce le decisioni di investimento autonomo delle imprese, senza aumentare il flusso netto di spesa per ricerca e sviluppo. Questa circostanza richiede un’attenzione molto spinta sulle modalità di bando e di finanziamento, al fine di minimizzare gli effetti di spiazzamento e realizzare al contrario effetti di addizionalità (si veda al riguardo anche quanto proposto nel paragrafo 1.3).

Occorre riconoscere che ricerca e innovazione sono fenomeni collegati ma distinti, aventi ciascuno livelli di incertezza, una scala temporale, e una catena di fattori abilitanti e complementari, molto diversi tra loro. b. La scala temporale conta

L’accumulazione di investimenti pubblici in ricerca, tuttavia, è un fattore abilitante essenziale per l’innesco di processi innovativi basati sulla conoscenza. Ma affinché gli effetti positivi dell’investimento pubblico in ricerca si manifestino in termini di creazione di capitale umano qualificato e di innovazione di mercato, e attraverso questi effetti, conducano ad un impatto sullo sviluppo e sul reddito pro capite, servono molti anni. Secondo stime effettuate per il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione, in Italia gli effetti dell’aumento di spesa in ricerca e sviluppo a livello regionale sul reddito pro capite nel periodo 1980-2000 si osservano dopo 3-5 anni nel caso di spesa privata delle imprese, ma dopo un intervallo che va da 7-8 anni fino addirittura a 20 anni, nel caso di spesa pubblica.

Occorre in altre parole che si mettano in moto alcuni meccanismi virtuosi: - la spesa pubblica in ricerca crea personale qualificato (laureati, dottori di ricerca), che

ricerca impieghi ad alta qualificazione e alto reddito e/o crea opportunità di tali impieghi attraverso processi di imprenditorialità;

- la spesa pubblica in ricerca riduce il rischio e aumenta il rendimento atteso dell’investimento privato, generando effetti virtuosi di correlazione, inducendo ulteriori flussi di spesa;

- la spesa pubblica in ricerca, soprattutto quando è associata ad investimenti complementari da parte del settore privato, attira investimenti da altre regioni e investimenti diretti dall’estero, contribuendo alla accumulazione di capitale e al reddito.

Tutti questi meccanismi non sono, come anticipato al punto precedente, automatici. Se vengono attivati, in ogni caso, richiedono una adeguata scala temporale.

c. La dimensione conta

Affinché gli effetti positivi della ricerca si manifestino pienamente, serve anche una scala o dimensione adeguata degli investimenti cumulati.

Non è in gioco la dimensione della singola unità di ricerca (laboratorio, istituto), che può essere anche contenuta nell’ordine delle unità o poche decine, anche se con ovvie variazioni per disciplina. Per avere ricadute sul territorio occorre che si attivino processi di agglomerazione basati sulla attrazione di ricercatori da fuori regione o dall’estero, sulla capacità di attirare finanziamenti pubblici e privati, sulla dotazione di infrastrutture.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 91

Secondo alcune recenti indagini sulle province italiane, questi effetti, chiamati spillover di conoscenza (knowledge spillover) si ottengono solo in due modi: con un investimento in ricerca e sviluppo elevato in valore assoluto, a livello provinciale, come accade nelle grandi aree metropolitane (Roma, Milano, Torino), oppure con investimenti in ricerca e sviluppo elevati in valore relativo, ovvero in proporzione al valore aggiunto provinciale, come accade nelle province ad alta intensità di ricerca pubblica (Trieste, Pisa, Siena) o ad alta intensità di ricerca privata e brevettazione (le medie province dell’area padana). Si può generare sviluppo locale a partire dalla ricerca, dunque, per due strade diverse: concentrando grandi flussi di finanziamento in un territorio, come è possibile fare nelle capitali e ai grandi centri urbani in tutta Europa, oppure con una strategia accessibile anche a province minori, di aumento della quota di valore aggiunto rappresentata dai flussi di ricerca. In questo caso, anche le direzioni di investimento debbono essere concentrate in un numero ridotto di aree.

È appena il caso di notare che Trento, nonostante l’ingente impegno pubblico, non figura tra le province ad alta intensità di ricerca, essenzialmente per la modestia in valore assoluto e relativo dell’investimento privato. d. Le ricadute non possono essere circoscritte territorialmente

Occorre con forza rigettare l’idea, spesso presente nel dibattito pubblico, secondo la quale la ricerca che si svolge in un territorio deve avere una ricaduta diretta quasi esclusiva sullo stesso territorio, e simmetricamente tutti o quasi i problemi del territorio devono trovare risposta nella ricerca prodotta sullo stesso territorio.

Nella realtà questa corrispondenza stretta non si può realizzare. Per sua natura, il valore della conoscenza prodotta dalla ricerca è indeterminato e può essere valorizzato in molti modi diversi, da soggetti che potenzialmente sono localizzati in tutto il mondo e spesso a distanza di molto tempo. Allo stesso tempo non vi è alcuna ragione per cui i problemi produttivi di un territorio trovino la soluzione nei limiti geografici stessi. Ciò è quanto accade di norma nei distretti industriali “marshalliani”, ma si tratta appunto di un modello peculiare, ad alta densità di attività monosettoriale, maturato nel corso di decenni, caratterizzato da estesa divisione del lavoro verticale e orizzontale e condivisione di conoscenze implicite e norme sociali.

Niente di tutto ciò accade in una realtà multisettoriale e non-distrettuale come la Provincia di Trento.

Il principio da attivare è del tutto diverso: - le imprese del territorio devono essere aiutate a trovare risposte ai propri problemi di

competitività con risposte che possono provenire da fornitori in ogni parte del mondo; - la ricerca prodotta nel territorio deve trovare valorizzazione economica attraverso

processi che possono interessare soggetti in ogni parte del mondo. Se si attivano entrambi questi processi (domanda locale e soluzioni mondiali; offerta locale e

valorizzazioni mondiali), il territorio viene valorizzato da una rete di flussi di relazioni e conoscenze, la cui intersezione localizzata è senz’altro più ampia e spessa di quella che si realizzerebbe “forzando” la dimensione locale dei soggetti. e. L’interazione tra ricerca e innovazione va progettata con cura

L’orientamento di fondo della PAT è stato sinora di privilegiare l’intervento nelle fasi a monte della filiera ricerca-innovazione. Pur ribadendo questa scelta, è tuttavia necessario migliorare l’attivazione delle fasi a valle della filiera.

Se la ricerca è una condizione necessaria ma non sufficiente per l’innesco della innovazione, se i ricercatori pubblici devono valorizzare la ricerca su scala globale e le imprese devono essere inserite in reti di soluzioni globali, come gestire le interazioni locali?

Si tratta qui di portare a maturazione e a maggiore professionalità la gestione di alcuni sotto-processi fondamentali che in ogni sistema locale di innovazione si pongono in essere:

(a) la nuova imprenditorialità innovativa (startup), di cui la generazione di imprese dalla

ricerca (spinoff) è una componente pregiata ma non esclusiva;

(b) la valorizzazione della proprietà intellettuale;

(c) la collaborazione tra ricerca pubblica e industria;

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 92

(d) l’intermediazione a vantaggio delle piccole imprese.

Il processo (a) richiede la messa in campo di una strumentazione integrata, gestita con

estrema determinazione da soggetti coordinati e allineati negli obiettivi, che include: - scouting di idee imprenditoriali; - pre-incubazione; - incubazione; - seed capital; - formazione imprenditoriale dedicata; - accelerazione della crescita; - finanza di rischio. Ormai su scala internazionale (ma anche nazionale, almeno nelle esperienze migliori) esiste

un certo numero di casi di successo, nei quali sulla dimensione territoriale si è riusciti a porre in opera l’insieme di questi strumenti.

Si noti che non è assolutamente necessario che tutti gli strumenti siano gestiti in prima persona da un solo soggetto; al contrario la regola è che vi sia un’ecologia di soggetti diversi, ma allineati negli obiettivi comuni e nelle pratiche di base.

Il sistema trentino ha investito significativamente nella legislatura uscente per assicurarsi una regia complessiva e una visione lucida della necessità di integrare i diversi strumenti. Il processo è in corso e va rafforzato.

In questo quadro, occorre scoraggiare l’idea che l’unico modello di imprenditorialità

accettabile consiste nel tentativo di “arrivare da soli sul mercato finale”. Per numerose tecnologie prodotte dal sistema di ricerca trentino si tratterebbe di una strategia inadeguata, perché si tratta di tecnologie che si inseriscono in sistemi complessi e/o sono vendute in mercati oligopolistici di dimensione mondiale.

Occorre immaginare un portafoglio di opzioni strategiche e, in alcuni casi, pensare a joint venture tra le Fondazioni e grandi imprese mondiali, con management professionale e ricercatori locali posti in ruoli di consulenza tecnologica, ma non direzionali.

Il processo (b) si basa sul tentativo di utilizzare il mercato per valorizzare la conoscenza prodotta, attraverso il fascio di diritti attribuito dalla regolazione della proprietà intellettuale, in particolare dai brevetti.

Si tratta di un processo difficile, molto costoso, che difficilmente si ripaga da solo. La difficoltà risiede essenzialmente nel fatto che la domanda potenziale della conoscenza è mondiale e non può essere attivata se non attraverso una rete di contatti commerciali e/o personali che assicurino fiducia, speditezza nella comunicazione, riduzione reciproca della incertezza circa il valore della conoscenza. Ma i soggetti locali non hanno risorse per costruire da soli una rete di tali dimensioni. Se ricorrono a reti create da altri incorrono nel ben noto problema dei costi di transazione: i soggetti che dispongono dell’accesso ai clienti estrarranno il massimo di rendita, riducendo al minimo l’incentivo dell’innovatore.

Infine, il potenziale cliente è scoraggiato dal compiere acquisti dalla difficoltà di valutare con precisione il valore economico della conoscenza prodotta. Non costituisce necessariamente una soluzione a questo dilemma l’affidamento del portafoglio brevettuale ad un ente esterno specializzato.

Infatti, la conoscenza racchiusa nei brevetti è solo una parte, spesso una piccola parte, della conoscenza totale generata dagli inventori e necessaria per la valorizzazione economica. I potenziali acquirenti sono perfettamente consapevoli di questo e quando trattano la cessione di diritti vogliono in genere parlare direttamente con l’inventore e averlo, per così dire, “vicino”. Più alta è la distanza dall’inventore, più elevata è l’incertezza percepita, più grande la difficoltà ad acquistare la proprietà intellettuale.

Inoltre, l’affidamento ad enti esterni riduce l’incentivo dei ricercatori a partecipare attivamente alla valorizzazione economica della proprietà intellettuale.

Alla luce di queste considerazioni, si suggerisce di valorizzare e orientare in tal senso la convenzione tra Trentino Sviluppo SpA e Provincia di Trento, che affida alla Trentino Sviluppo il portafoglio brevettuale delle Fondazioni Kessler e Mach.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 93

Il processo (c) è composto di due flussi: il flusso di collaborazioni tra ricerca trentina e imprese, localizzate sia a Trento che altrove, ed il flusso di domande provenienti dal sistema delle imprese trentine.

Le evidenze preliminari raccolte dal Comitato per lo sviluppo provinciale attraverso una indagine sugli utilizzatori locali della ricerca trentina hanno mostrato alcuni elementi:

- l’intensità di collaborazione è buona con alcuni Dipartimenti della Università degli Studi di Trento, mentre è sorprendentemente ridotta con le Fondazioni Kessler e Mach;

- uno dei driver principali di collaborazione è la dotazione di infrastrutture di test e prove di interesse per il sistema delle imprese;

- la qualità percepita dei partner trentini da parte delle imprese che hanno sperimentato la collaborazione è molto buona, su tutte le dimensioni della performance (tranne la velocità e puntualità di consegna);

- le imprese trentine domandano collaborazioni entro un raggio geografico ristretto, che si estende al massimo a regioni confinanti.

Si può dire che dove vi è collaborazione vi è vantaggio reciproco, ma le collaborazioni sono scarse e poco strategiche.

Si tratta qui con chiarezza di porre come obiettivo di governo strategico della ricerca, e quindi come strumento all’interno degli Accordi di programma con le Fondazioni, l’aumento della quota del bilancio rappresentata dalle collaborazioni industriali, sia con imprese trentine che esterne al territorio.

Esiste poi un altro filone di intervento, rappresentato dal finanziamento diretto alle imprese con bandi sulla ricerca. La Provincia ha investito negli anni somme ingenti nel supporto alle imprese che svolgono ricerca.

Nonostante ciò, non dispone ancora di evidenze valutative sistematiche, se si eccettua lo studio a cura del Comitato per lo sviluppo provinciale sugli incentivi alle imprese e l’attività ancora in fase iniziale del Comitato per la valutazione della ricerca (CVR). Si raccomanda di sottoporre ogni intervento futuro ad un sistema di monitoraggio e valutazione più stringente, anche allo scopo di migliorare le modalità di intervento.

Infine il processo (d) si basa sulla consapevolezza che le piccole imprese non hanno le risorse interne per accedere alla conoscenza necessaria alla risoluzione dei loro problemi di competitività.

È necessaria un’attività di intermediazione svolta da soggetti radicati sul territorio locale ma aperti a reti di collaborazione mondiali.

Al proposito, è importante evitare che l’intermediazione si trasformi in intermediazione parassitaria. Con questo termine intendiamo l’attitudine dei soggetti che hanno accesso alle imprese di un territorio, per ragioni istituzionali o associative o di consuetudine, a far leva su questo asset per esigere dalle istituzioni pubbliche finanziamenti a fronte dei quali non vengono di fatto erogati servizi di qualità alle imprese. Quando si afferma, l’intermediazione parassitaria impedisce agli altri soggetti di accedere alle imprese, anche per evitare che venga messa in evidenza la debolezza dei propri servizi, in genere di natura del tutto tradizionale e rivendicativa. L’intermediazione parassitaria pretende risorse pubbliche senza dare evidenza del costo necessario per ogni unità di risultato ottenuto.

Occorre quindi evitare che si crei un circolo vizioso tra intermediazione parassitaria, spreco di denaro pubblico, assenza di servizi qualificati alle imprese, aumento delle rivendicazioni delle imprese rispetto alle istituzioni pubbliche.

Un possibile e auspicabile strumento, al proposito, è rappresentato dal finanziamento a risultato, invece che secondo lo sforzo.

Ciò può essere ottenuto in due modi: - finanziando direttamente le imprese (con la leva fiscale e/o con trasferimenti rapidi e di

importo contenuto) esclusivamente per il loro acquisto di servizi qualificati preventivamente definiti e monitorati rispetto ai requisiti di qualità;

- finanziando i fornitori di servizi esclusivamente in proporzione alle imprese servite, con opportuna documentazione dei servizi forniti.

I problemi di asimmetria informativa e di possibile opportunismo possono essere mitigati con buone soluzioni organizzative.

Nella seconda parte del contributo si includono alcune proposte specifiche.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 94

Apertura internazionale della ricerca

La direttrice dell’internazionalizzazione attraversa molte politiche indicate dal PSP come centrali. Nella ricerca occorre aumentare la quota di personale proveniente dall’estero. Per questo obiettivo sarebbe importante proseguire nella apertura di bandi per:

- dottorato

- post doc

nei quali sia esplicitato l’obiettivo di aprire a candidati stranieri e si adotti una opportuna politica di comunicazione su scala internazionale (es. pubblicazione su Nature e Science, e su riviste scientifiche internazionali). Inoltre, potrebbe essere lanciato, all’interno dell’Accordo di Programma con l’Università di Trento, un progetto di chiamate di professori di chiara fama provenienti dall’estero e disposti a risiedere stabilmente (ed effettivamente) a Trento. Le esperienze percorse in passato su questa linea (es. della Facoltà di Economia) si sono dimostrate molto positive. Queste esperienze inducono peraltro a concentrare maggiore attenzione sulla definizione di regole dei bandi più flessibili e orientate ai risultati.

Valutazione

La riforma della ricerca ha posto la valutazione come elemento centrale di orientamento della politica provinciale.

Il Comitato per la valutazione della ricerca (CVR) ha predisposto un’articolata strumentazione e ha preparato le condizioni dei sistemi informativi per svolgere, a partire dalla prossima legislatura, esercizi di valutazione in grado di fornire elementi di apprendimento per le politiche.

Si suggerisce di impostare fin dall’inizio una serie di iniziative volte a dare rilievo alla valutazione non solo rispetto all’ambito ristretto delle politiche della ricerca, ma per la politica complessiva della Provincia e per la società civile.

Ciò anche in vista del lancio della “valutazione di impatto”, secondo un modello originale, che pone Trento all’avanguardia non solo a livello nazionale ma anche rispetto a molte regioni europee.

Si suggerisce di organizzare eventualmente, in collaborazione con altre agenzie di valutazione della ricerca anche di altri paesi, un seminario internazionale sulla valutazione di impatto e sulla dimensione regionale del finanziamento della ricerca.

Valorizzazione della ricerca

Una delle dimensioni fondamentali della riforma della ricerca va nel senso della creazione di meccanismi che facilitino la trasformazione della conoscenza a fini di valorizzazione.

La valorizzazione va intesa sia nella dimensione economica (trasformazione della conoscenza di ricerca in idee di prodotto, brevetti, prototipi, nuovi prodotti sul mercato) che nella dimensione sociale e culturale (impatto sulla società civile, sulla pubblica amministrazione, sul public understanding of science, sulla cultura della popolazione).

Occorre portare a regime gli strumenti di approfondimento e accelerazione della valorizzazione della conoscenza. A questo proposito occorre:

- definire con maggiore precisione e con indicatori quantitativi e tempificati gli obiettivi di valorizzazione all’interno degli Accordi di Programma della Provincia con l’Università di Trento, con la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Mach;

- ridiscutere il ruolo e le prestazioni di Trentino Sviluppo Spa rispetto alla gestione dei rapporti tra ricerca e innovazione;

- creare ruoli professionali specializzati all’interno delle istituzioni sopra indicate e presso Trentino Sviluppo Spa;

- inserire con maggiore decisione le istituzioni trentine all’interno delle reti nazionali ed europee della valorizzazione della ricerca (NetVal per i portafogli brevettuali; PNI Cube per la incubazione di nuove imprese e le Start Up competition; PROTON per gli scambi di esperienze a livello europeo; AUTM per il technology management negli Stati Uniti; Associazione delle agenzie di sviluppo).

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 3. Rapporti tra CVR e Comitato per lo Sviluppo Provinciale 95

Potrebbe essere utile lanciare anche un esercizio di valutazione indipendente (audit) dell’intero sistema di valorizzazione da parte di un panel internazionale di esperti. Tale audit dovrebbe anche fornire indicazioni utili per nuovi potenziali indirizzi di Trentino Sviluppo Spa.

Distretto tecnologico energia e ambiente

Il distretto costituisce un’importante innovazione con un elevato potenziale di ricaduta. Tuttavia l’esperienza internazionale suggerisce che sia molto difficile gestire con successo cluster tecnologici con numerosi soggetti e tecnologie eterogenee e complesse.

Si suggeriscono alcune linee di rafforzamento: - inserire metodologie avanzate di supporto alla ideazione di nuovi concetti di

prodotto/servizio e di progettazione di concetto; - definire ruoli specializzati nella gestione delle relazioni tra i soggetti (network manager),

in particolare secondo l’esperienza dei Lander tedeschi; - ricercare in modo sistematico il confronto con cluster, distretti tecnologici e poli di

competitività su tematiche analoghe a livello europeo. È inoltre importante definire con chiarezza la Roadmap sulla base della quale la

sperimentazione di nuove soluzioni e i prototipi sperimentali possono cedere il passo ad operazioni di public procurement da parte degli enti pubblici territoriali, ed in prospettiva sostenere processi di internazionalizzazione delle soluzioni.

È quindi importante che il distretto ragioni fin da subito con un’ottica internazionale e si fissi obiettivi di proiezione delle soluzioni sperimentate in Trentino sui mercati esteri.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati

4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 96

4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi de lla Legge Provinciale 6/1999

Lo strumento deputato a sostenere le attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo delle imprese trentine è la Legge provinciale del 13 dicembre 1999 n. 6 – Legge Unica dell’economia in provincia di Trento, con la quale, ai sensi dell’art. 5 della Legge, “Aiuti per la promozione della ricerca e sviluppo”, sono state agevolate le spese volte a realizzare ricerca applicata, in termini di ricerca industriale e attività di sviluppo precompetitivo, ed il trasferimento delle conoscenze e delle innovazioni scientifiche.

In particolare, la LP.6/99 attribuisce ai termini “ricerca industriale” e “attività di sviluppo precompetitivo”, rispettivamente e in analogia alle dizioni comunitarie, le seguenti definizioni:

- per ricerca industriale: la ricerca pianificata mirante ad acquisire nuove conoscenze utili per la messa a punto di nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o per conseguire un notevole miglioramento dei prodotti, processi produttivi o servizi esistenti;

- per attività di sviluppo precompetitivo: la concretizzazione dei risultati della ricerca in un piano, un progetto o un disegno per prodotti, processi produttivi o servizi nuovi, modificati, migliorati, siano essi destinati alla vendita o all’utilizzazione, compresa la creazione di un primo prototipo non idoneo a fini commerciali. Tale attività può inoltre comprendere la formulazione teorica e la progettazione di altri prodotti, processi produttivi o servizi nonché progetti di dimostrazione iniziale o progetti pilota, a condizione che tali progetti non siano convertibili né utilizzabili a fini di applicazione industriale o sfruttamento commerciale; essa non comprende le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche se tali modifiche possono rappresentare miglioramenti.

I soggetti beneficiari di tale intervento sono stati le imprese appartenenti alla Provincia di Trento o coinvolte in progetti in partnership con Enti o Istituzioni della Provincia di Trento. In particolare, nel periodo 2001- luglio 2005 sono state presentate 163 diverse iniziative di ricerca, che hanno interessato globalmente 116 imprese, (nel periodo considerato risultano censite 1.637 aziende, ovvero il provvedimento ha interessato il 7% dei soggetti residenti sul territorio), per un controvalore complessivo pari a 205.168.000 €. L’investimento effettivo in ricerca effettuato per mezzo della L.P.6/99 misurato dalla spesa ammessa è ammontato a complessivi 69.684.978 €1.

Da qui la necessità di monitorare l’impatto della ricerca finanziata alle imprese trentine attraverso la LP.6/99, che nasce dalla volontà di voler tracciare le linee generali per una riflessione sulla validità delle azioni già intraprese e su quelle da intraprendere nell’ottica di sostenere e rafforzare uno spirito imprenditoriale orientato alla ricerca in Trentino, anche in accordo all’obiettivo UE di “una strategia comune della scienza e della tecnologia al servizio della società”.

Una prima attività valutativa era già stata svolta dall’Osservatorio della Ricerca, allo scopo di mettere in luce alcune caratteristiche delle aziende che avevano avuto accesso ai finanziamenti. Le modalità di analisi hanno seguito una procedura ad “Y rovesciata”: al centro dell’analisi è stata posta la variabile “azienda”, con i parametri identificativi utili, riportati in una griglia utilizzata per la raccolta dati e trasformata in data base. Individuata l’azienda, la raccolta delle informazioni, raggruppate per variabili, si è sdoppiata in due aree disciplinari complementari: quella tecnico amministrativa, che raccoglie le variabili che si riferiscono alla natura economica e finanziaria del soggetto analizzato (bilanci, rating, indicatori di performance, mercato), e quella tecnico operativa, che raccoglie le informazioni che si riferiscono al progetto di ricerca (tipo di progetto, area di interesse, finalità e obiettivi, contributo eventualmente riconosciuto).

Le performance delle aziende coinvolte in relazione all’attività di ricerca sviluppata sono state valutate sulla base di 5 fattori: distribuzione dimensionale delle imprese analizzate, settore di appartenenza, raggio d’azione commerciale, localizzazione tecnica degli investimenti, anzianità delle imprese.

1 Fonte: “La Ricerca Scientifica in Trentino: rilevazioni 2004”, a cura dell’Osservatorio provinciale della Ricerca - Servizio Università e Ricerca scientifica

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 97

Gli investimenti in ricerca sono stati analizzati in relazione alla capacità di generare altra ricerca, il potenziale tecnico di ricerca, l’originalità e l’utilità dell’iniziativa.

Gli effetti sulle performance aziendali, ottenuti per mezzo della ricerca, venivano invece misurati in base a fattori quali: il valore aggiunto prodotto nel periodo di finanziamento, la capacità di assorbimento dei livelli occupazionali, il grado di rischio associato alle imprese facenti parte del sistema LP 6/99. Al termine dello studio veniva rilevato che le imprese trentine che hanno svolto ricerca nel periodo considerato per mezzo del cofinanziamento provinciale hanno migliorato la loro performance in termini di valore aggiunto, aumentato la propensione ad investire in ricerca e ridotto il proprio profilo di rischio economico finanziario. Complessivamente, l’indagine ha fotografato un’attività di R&S in fermento ma che doveva ancora strutturarsi per raggiungere sistematicamente gli obiettivi istituzionali previsti e permettere ai soggetti che fanno ricerca di acquisire un vantaggio competitivo concreto verso i concorrenti. In particolare, sono stati messi in luce alcuni punti di forza e debolezza dell’attività di ricerca e alcune condizioni di minaccia e opportunità considerate, che vanno intesi a complemento degli attuali sforzi di monitoraggio dei risultati prodotti2.

Tra i punti di forza sono emersi: la forte propensione all’investimento dimostrata attraverso il numero di iniziative; l’intensità degli investimenti in ricerca in termini di capitali finanziari; il rapporto performance-investimento-rischio in costante miglioramento.

Tra i punti di debolezza: lo sbilanciamento di iniziative di ricerca volte a migliorare ed evolvere processi e prodotti anziché ad un’azione innovativa in senso assoluto; l’attività economica dei soggetti proponenti frammentata in molti settori industriali, che riflette l’assenza di attività specialistiche del territorio, ed una catena del valore territoriale; i tempi amministrativi necessari per definire l’esito di una proposta e la successiva erogazione del finanziamento; la scarsa integrazione dei progetti delle varie realtà proponenti che impediscono l’individuazione di una “filiera” o di un “distretto”; l’impossibilità di misurare in modo affidabile, univoco e definitivo le ricadute sul territorio dell’attività censita.

Le opportunità migliori sono sembrate riconducibili a: la possibilità di realizzare percorsi di condivisione e diffusione (spin-off) su base territoriale, dei risultati delle ricerche e della metodologia di ricerca; il radicamento di una cultura imprenditoriale della ricerca; la capacità di attrarre sul territorio iniziative eccellenti di ricerca da parte di imprese motivate e di favorire nuove iniziative imprenditoriali, tenendo presente che sui progetti industriali si è inevitabilmente di fronte a un minor numero di risultati, ma a un numero maggiore di applicazioni.

Infine le minacce: la sostenibilità finanziaria dei progetti da parte dei proponenti in relazione alle proprie risorse e conoscenze e la contendibilità dei fondi in presenza di un numero crescente di progetti iniziati, caratterizzato da una progressiva crescita del taglio degli investimenti; la possibile presenza di iniziative “mordi e fuggi”; la gestione del time to market, data dalla necessità di contemplare le esigenze amministrative dell’ente cofinanziatore con quelle economiche, industriali e commerciali del proponente, al fine di evitare che la tempistica richiesta per l’erogazione del contributo non divenga incompatibile con le aspettative del mercato.

Riepilogando, la Legge provinciale 6/99 nei primi cinque anni di attuazione è riuscita a cogliere i suoi obiettivi stimolando nuove e sistematiche attività di ricerca sul territorio, sostenendo l’innovazione delle aziende, favorendo il loro radicamento, sebbene il ricorso alla Legge sia avvenuto da parte di imprese che hanno rilevato una propensione alla ricerca significativamente più elevata rispetto alla media e/o che hanno fatto uso dell’opportunità legislativa per esprimere un potenziale di investimento fino a quel momento soddisfatto solo in parte.

Secondo uno studio svolto da Roberto Gabriele, Marco Zamarian e Enrico Zaninotto, “Gli effetti degli incentivi pubblici agli investimenti industriali sui risultati di impresa: il caso del Trentino”3 legato all’uso di un approccio Propensity Score Matching per scorporare gli effetti delle politiche su produttività, profittabilità e crescita delle imprese incentivate, i risultati mostrano la capacità delle

2 Fonte: “La Ricerca Scientifica in Trentino: rilevazioni 2004”, a cura dell’Osservatorio provinciale della Ricerca - Servizio Università e Ricerca scientifica 3 Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali - Università degli Studi di Trento

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 98

politiche di incentivo di modificare il comportamento degli imprenditori sulle scelte d’investimento. Inoltre, gli incentivi locali alle imprese sembrano in grado di stimolare la crescita, senza tuttavia migliorare gli indicatori di performance economica.

L’intento da parte del CVR di mappare l’impatto delle attività di ricerca sviluppata dalle imprese finanziate ha richiesto la preliminare attivazione delle seguenti sequenze progettuali:

- messa a punto di uno studio di fattibilità dell’attività di valutazione dei risultati della ricerca prodotta dalle aziende finanziate, avente lo scopo di pianificare modalità di lavoro e risorse atti a valutare, coerentemente al tipo di informazioni oggetto dell’indagine, i risultati prodotti in termini di impatto sul sistema socio-economico trentino.

- individuazione delle variabili oggetto d’investigazione, volte a rappresentare tanto gli attributi qualitativi e descrittivi quanto gli elementi misurabili e quantitativi delle iniziative esaminate e dei risultati da esse prodotti, e progettazione della struttura delle interviste e dei questionari da sottoporre alle aziende;

- individuazione delle imprese da considerare studi di caso;

- organizzazione degli incontri per l’intervista alle imprese test;

- riepilogo delle informazioni e conseguente attività di valutazione vera e propria.

Per quanto riguarda lo studio di fattibilità preliminare, volendo valutare gli output specifici prodotti e le interazioni che questi hanno avuto sul territorio in funzione degli indicatori sviluppati in sede di CVR, è stata predisposta una architettura generale avente lo scopo di capitalizzare le informazioni già acquisite e i dati disponibili, pur essendo questi allo stato attuale soltanto descrittivi, sui quali effettuare la valutazione dopo averne verificato la coerenza con gli indicatori individuati dal gruppo di lavoro CVR, ovvero dopo averne individuato le intersezioni con gli strumenti già messi a punto, primo tra tutti la scheda di trattamento delle informazioni relativa ai risultati delle attività finanziate (VALGO). Tra gli obiettivi, figura anche quello di una ri-formulazione del meccanismo di monitoraggio dei dati dell’iter procedurale della legge 6 che, per le domande fino al 2005, era stato documentato dall’Osservatorio della Ricerca mentre da circa 2 anni è sottoposto ad una nuova procedura coordinata dal CTS, relativa ai nuovi progetti finanziati. Si dovrebbe dunque ri-pensare un “database” che, indirizzato alla nuova procedura, possa comunque acquisire in forma semplificata anche le informazioni meno recenti e fungere da struttura informativa in grado di recuperare la serialità storica per i nuovi fini.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Progetto 1)

CTS VALGO Dati disponibili … … … … …

Progetto 2)

CTS VALGO Dati disponibili … … … … …

Progetto 3)

CTS VALGO Dati disponibili … … … … …

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 99

Una volta raccolti i dati disponibili per ciascun progetto, si potrà eseguire il confronto tra i diversi progetti in base agli elementi comuni, presenti su “grandi temi”, di interesse specifico per la comunità trentina. Conseguentemente, una volta confermata la proceduralizzazione dello strumento VALGO come allegato ai nuovi progetti, e chiarita l’applicabilità dello strumento alla LP 6/99, si potrà procedere nel dettaglio dei processi di valorizzazione specifici e nell’individuazione delle peculiarità tipiche di ogni processo.

Considerando i diversi ambiti di analisi e sperimentazione valutativa sul sistema trentino della ricerca, che riguardano sia un piano concettuale sia uno applicativo, si sono dunque contemplate attività finalizzate al perfezionamento del modello di valutazione di impatto per il caso in questione che, se applicate, consentiranno di raccogliere le informazioni di sistema in modo innovativo e finalizzato. L’idea è che lo strumento di valorizzazione dei risultati Valgo, di per sé valido, abbia ancora margini di ottimizzazione, in particolare sul versante della comprensione e dell’accompagnamento dell’utilizzatore, sviluppando un sistema che unifichi le informazioni finora prodotte con la documentazione e l’esame dei progetti finanziati sulla LP 6/99, per consentire un’analisi longitudinale e la comprensione compiuta dell’effetto complessivo dell’intervento pubblico, dopo un’esperienza ormai decennale.

Una stima dei tempi necessari al lavoro di:

o acquisizione delle informazioni disponibili sui 163 progetti sottomessi a finanziamento fino a luglio 2005 e completamento dell’indagine tramite interviste

o analisi delle aziende agevolate e aggiornamento dei DB disponibili

o intersezione dei dati acquisiti con le griglie di valutazione CVR (VALGO) e CTS

o deduzione e sintesi dei risultati

o pubblicazione articolo scientifico

è evidenziata nel Diagramma di Gantt riportato di seguito.

Successivamente si è proceduto con la fase relativa all’individuazione delle variabili oggetto d’investigazione e alla predisposizione della struttura delle interviste e dei questionari, fondata su alcune considerazioni relative alle caratteristiche del cosiddetto “DB Zappulla”, ovvero la struttura informativa prima ricordata che ha codificato le informazioni dei progetti del periodo 01/2000-06/2005 e al confronto condotto a tale proposito con il Servizio Statistica.

Sulla scorta di tali considerazioni, si sono da principio profilate due ipotesi operative fortemente collegate: selezionare dal DB esistente un numero ristretto di casi da sottoporre a indagine diretta e, contestualmente, progettare l’organizzazione di un DB più leggero (aggiornato su tutti i progetti) come struttura informativa di monitoraggio e accompagnamento della nuova procedura attivata dal CTS, indirizzato ai risultati ex post e in grado di consentire la tracciabilità dei soggetti finanziati. Verificato però che le informazioni del DB Zappulla sono di natura amministrativa e solo in parte coincidono con quelle utili al CVR per una valutazione di impatto, si è infine ritenuto che lo sforzo per un suo aggiornamento sarebbe stato sproporzionato all’utilità delle informazioni restituite, che sarebbero state comunque declinate sulla vecchia programmazione. Pertanto, si è proceduto direttamente con la messa a punto di un nuovo strumento di acquisizione delle informazioni necessarie, identificato nel metodo dell’intervista diretta in profondità.

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 100

E’ stata così elaborata una traccia ragionata per l’intervista, articolata in blocchi di informazioni (di seguito riportata), con l’obiettivo principale di effettuare un’indagine di tipo qualitativo, diretta da un lato a contribuire alla messa a punto del nuovo data base per i progetti della nuova programmazione, dall’altra ad avere informazioni per l’adattamento del modello relativo alla valorizzazione dei risultati (VALGO in una versione modificata da applicarsi ai progetti industriali di ricerca).

L’intervista mira a raccogliere gli elementi qualitativi e ‘narrativi’ inerenti le esperienze di utilizzo della Legge evitando il reperimento di informazioni quantitative che possono essere altrimenti documentate presso altri Servizi della stessa Provincia Autonoma di Trento incaricati della gestione di questi dati, e si articola secondo la sequenza di seguito proposta, senza prevedere però un rigido vincolo nella conduzione.

- Obiettivi: verificare se le aspettative al momento della domanda siano corrispondenti ai risultati: definizione di tali obiettivi e dei follow-up ulteriori attesi (di ordine aziendale, di innovazione, di competizione, in relazione a settori ritenuti di riferimento, etc.).

- Problematiche/struttura dello strumento LP6 (utilizzo sistematico/occasionale); commenti sull’impianto della legge (accessibilità e interpretabilità della legge) e sulla concreta operatività (implementazione dei passaggi previsti dal testo, efficacia del “tutoraggio”/monitoraggio); opportunità generate dal progetto (costituzione di reti); individuazione personale specifico/dedicato alla ricerca (e formazione mirata); competenze mancanti.

- Risultati: altri finanziamenti, anche esteri; competitori; settori ritenuti di riferimento (domanda da svolgere nell’eventualità in cui servissero approfondimenti per comparare con gli obiettivi); know how, realizzazione e gestione di progetti analoghi (bandi etc.); economie di scala aziendali (innovazioni di prodotto / processo / organizzative / tecnologiche); brevettazione.

- Ricadute in altri settori.

- Ricadute territoriali (partnership, joint venture trentine/nazionali/estere).

- Riflessioni conclusive: problematiche attuali di ordine generale (mercato; normativa: burocrazia, standard; orientamento alle soluzioni; percezione attori istituzionali – integrazione di alcune domande dall’indagine Percezione della ricerca; ruolo per valorizzazione.

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 101

Struttura di intervista in profondità per il campio ne di aziende individuate.

- Intervista in profondità all’imprenditore o al responsabile Progetto Ricerca

1. Obiettivi del progetto e aziendali •••• Quali erano all’epoca della richiesta di finanziamento gli obiettivi che vi

prefiggevate di raggiungere con il vostro/i progetto/i, anche in relazione alla situazione economica ed organizzativa dell’azienda?

i. Quali erano quelli di ordine più strutturale/organizzativo? ii. Quali relativi alla vostra posizione di mercato (riposizionamento, …..)? iii. Quanto ha pesato l’opportunità economica dello strumento? iv. ….

•••• Gli obiettivi di cui si è parlato precedentemente sarebbero stati perseguiti anche in

assenza di finanziamento? v. Sono obiettivi tuttora attuali?

vi. Quali sono attualmente gli obiettivi primari della vs azienda? vii. Vi erano settori innovativi verso cui l’azienda guardava? viii. Pensate di riutilizzare lo strumento lp6 nel breve medio periodo o vi state

orientando verso altri canali di finanziamento? Se si quali?

2. Problematiche strumento LP6 / dell’azienda :

•••• Quali sono le VS considerazioni in merito a questo strumento di finanziamento della ricerca?

ix. Quali sono i maggiori problemi che avete riscontrato nella gestione dello strumento? Nell’interpretazione dello strumento? Di relazione con i referenti dello strumento (PAT, Banca, Esperti….)?

x. Quali sono le maggiori opportunità (al di là del finanziamento) che si sono generate in corso d’opera?

xi. Avete individuato del personale specifico/dedicato a questo progetto? Avete assunto competenze dall’esterno? Avete formato del personale ad hoc? Si è modificata la VS struttura organizzativa?

xii. Che competenze mancano ora in azienda (anche alla luce degli sviluppo del progetto)?

xiii. Nell’affrontare problematiche di tipo specifico avete costituito reti informali es: imprenditori, circuiti, associazioni etc..

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4. Programma di lavoro per finalizzare l’analisi della Legge Provinciale 6/1999 102

3. Risultati

•••• Quali sono stati i maggiori benefici pervenuti dall’utilizzo di questo strumento? xiv. Siete riusciti a valorizzare i risultati della ricerca? Se si in che modo? xv. Avete realizzato particolari economie di scala in azienda attraverso

innovazione di prodotto/processo/organizzative/tecnologiche? Che tipo di innovazione?

xvi. Pensate di aver acquisito del know how (personale qualificato) che vi permetterà di partecipare ad altri tipi di bando/finanziamento/gara?

xvii. Quali vantaggi competitivi ha determinato questa/e ricerca nel vs settore di mercato?

xviii. In che fase vi trovate per quanto riguarda lo sfruttamento dei risultati della VS ricerca? Avete brevettato l’idea? (a seconda del tipo di progetto) Avete poi realizzato un prodotto?

xix. …

•••• Si possono immaginare dei vantaggi derivati da questo progetto, per il territorio in cui operate o anche esterno ad esso?

xx. Se si che tipo di impatto immaginate o avete potuto constatare? xxi. Prevedete o avete già realizzato particolari partnership sul territorio locale,

nazionale o internazionale? Se si è possibile descriverle? xxii. Che vantaggi deriverebbero a un soggetto interessato a realizzare una

partnership con la Vs azienda in relazione ai risultati ottenuti su questo progetto?

xxiii. Sono prevedibili o misurabili eventuali ricadute positive della VS ricerca in altri settori?

xxiv. Siete riusciti o avete in programma di realizzare particolari tipi di comunicazione (workshop, incontri pubblici, articoli …..) dei risultati ottenuti?

xxv. …

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4. Riflessioni conclusive:

•••• Quali sono le riflessioni che maggiormente si sente di fare a valle dell’esperienza in un progetto di questo tipo? xxvi. Quale ritenete sia il principale risultato da voi raggiunto in termini di

cultura aziendale? xxvii. Quale ritiene sia il maggior problema o l’aspetto più critico dello strumento

utilizzato? xxviii. Quali sono le considerazioni relative al ruolo dell’Ente pubblico nella

ricerca industriale? Quali considerazioni in merito ai soggetti istituzionali) della ricerca pubblica?

xxix. Quali dovrebbero essere le principali tematiche di ricerca su cui potrebbero maggiormente operare i centri di ricerca trentini?

xxx. Quale potrebbe essere il ruolo dell’Ente Pubblico (es Trentino Sviluppo …) nella valorizzazione dei vostri risultati di ricerca?

xxxi. Quale modalità di cooperazione suggerirebbe tra ricerca industriale e ricerca pubblica?

xxxii. … Sotto il profilo metodologico, lo strumento d’analisi (intervista in profondità), testato con 2 aziende del campione, si è dimostrato sufficientemente flessibile sia in fase di somministrazione che di analisi. Nel limite della sperimentazione condotta, pare presentare buoni margini di ottimizzazione relativamente alla sequenza di distribuzione delle domande, con l’obiettivo sia di conseguire risultati valutativi superiori attraverso un approccio etnografico e narrativo in grado di restituire fedelmente il vissuto delle aziende coinvolte nella sperimentazione, sia di favorire l’estendibilità dell’indagine anche a realtà imprenditoriali che si serviranno del finanziamento di legge in futuro.

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5. Panel internazionale di esperti indipendenti 104

5. PANEL INTERNAZIONALE DI ESPERTI INDIPENDENTI L’ideazione dell’esercizio internazionale di valutazione e la sua taratura alle condizioni di contesto in cui è stato realizzato, discende dalla volontà del CVR di impegnare un team di esperti internazionali in un’azione di valutazione indipendente che servisse anche da riferimento per le istituzioni locali rispetto alle indicazioni di metodo, di processo e di procedura, incluso il trattamento delle informazioni necessarie allo scopo. Da questo punto di vista rappresenta quindi un complemento al processo 'pionieristico' che ha in parte caratterizzato il dibattito e l’impegno del CVR nel corso del suo mandato: di progettazione - del Modello e dei suoi dispositivi - e di costruzione e parziale sperimentazione - degli strumenti applicativi. Una scelta operativa determinata anche dalla mancanza, negli enti di ricerca provinciali e in particolare nelle Fondazioni Mach e Kessler, di un sistema di informazioni strutturato e funzionale alle attività valutative. Precorrendo dunque la produzione e la messa a disposizione funzionale delle informazioni sulle attività di ricerca realizzate in Trentino, il CVR ha dovuto misurare ogni passaggio, di elaborazione del Modello e di verifica della sua praticabilità, sia con l'assenza di processi strutturati di valutazione interni alle due principali realtà di ricerca trentine, sia con una situazione di protratta transitorietà per la trasformazione degli assetti organizzativi delle due istituzioni. Condizioni che hanno parzialmente pregiudicato anche la scrittura degli Accordi di programma che, secondo la legge provinciale di riforma del settore (LP 14/2005), regolano in termini negoziali i rapporti e gli stanziamenti tra la Provincia e le Fondazioni. Il confronto in seno al CVR sulla necessità di favorire il processo di definizione dei nuovi Accordi e il parallelo impianto di un adeguato sistema valutativo interno alle Fondazioni, ha presto determinato una serie di contatti con le Fondazioni Kessler e Mach, finalizzati a promuovere un percorso strutturato che portasse tutti i ricercatori e le strutture ad allinearsi in una logica condivisa. Gli incontri sono stati dedicati sia a una riflessione congiunta sulle modalità con le quali concorrere alla stesura in bozza del nuovo Accordo di Programma, sia ad esaminare i desiderata del CVR relativamente alle attività di autovalutazione, che ne costituiscono parte significativa, e hanno visto in FBK la costituzione di una struttura dedicata, diretta a favorire la crescita interna di competenze e rispondere alla richiesta di informazioni puntuali in una tempistica definita, espressa nel quadro del più ampio processo valutativo del sistema della ricerca previsto dalla PAT. Volendo consolidare e legittimare anche in termini di terzietà questo articolato processo, il CVR ha preso in considerazione l'esercizio di una peer review esterna e indipendente che favorisse, all’interno delle Fondazioni, un percorso di riflessione culturale sulla funzione di autovalutazione, misurando l’impatto delle attività e fungendo al contempo da stimolo per una progettazione finalizzata e non autoreferenziale, e l’introduzione, negli Accordi, di una piattaforma comune, comprensiva di una parte dedicata alla valutazione. L’organizzazione della peer review entro la scadenza del mandato del CVR, nonostante i tempi tecnici ristrettissimi richiedessero uno sforzo collettivo considerevole, avrebbe consentito il posizionamento del futuro Accordo di programma all’interno di una fotografia oggettiva, in grado di restituire a ogni attore le specifiche coordinate di partenza, e il superamento di una valutazione dell’Accordo 2007-2008, la cui scrittura e acquisizione sono state caratterizzate da difficoltà temporali e procedurali (cfr. Allegati/verbali). La scelta iniziale della peer review, che prefigurava la distinzione tra le caratteristiche proprie di una valutazione della qualità scientifica della ricerca prodotta, competenza del CTS, e la specificità del mandato del CVR, chiamato a un esercizio di sostegno competente alla logica degli Accordi, si è sviluppata attraverso una progressiva chiarificazione del mandato e quindi ridefinizione delle domande valutative, che ha impegnato diverse sedute del Comitato di Valutazione. Il dibattito ha contemplato riflessioni circa l’interazione con il CTS, il panel di esperti da interpellare, la tempistica – contatti, permanenza a Trento e avvio dell’attività con la programmazione di incontri e interviste – e l’elaborazione di raccomandazioni. Sono stati esaminati gli aspetti organizzativi scientifici, la necessità di supportare operativamente gli esperti nella produzione delle informazioni e messa a disposizione dei materiali documentali, e le modalità di composizione del panel, che si

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è ritenuto dovesse articolarsi in due sub-panel (uno per Fondazione) e un paio di nominativi di raccordo a garanzia della lettura orizzontale del sistema. La precisazione del mandato, in particolare, è stata oggetto di grande attenzione. Maturando infatti la consapevolezza che le condizioni esistenti non consentivano la conduzione di una peer review ‘classica’, il CVR ha profilato un esercizio, pensato come una sostanziale estensione del proprio mandato e realizzato da un gruppo di esperti indipendenti, funzionale al proprio compito valutativo e finalizzato anche a una migliore definizione dei nuovi Accordi di Programma. Nel fare ciò prestando la dovuta attenzione ai processi di apprendimento alla valutazione da introdursi nel contesto regionale. Si è dunque prefigurato il passaggio da una vera e propria peer review (ovvero un giudizio scientifico strutturato che richiede maggiori supporti informativi, tempo esteso e livello di dettaglio diverso), a un’originale formula di valutazione del posizionamento e delle problematiche/criticità del sistema provinciale, Tale valutazione, di natura prospettica e centrata sull’analisi delle attività delle Fondazioni si è intesa non in termini assoluti, ma finalizzata all’obiettivo di rendere i futuri Accordi di programma più tarati rispetto agli obiettivi, alle scelte e agli strumenti, e meglio bilanciati nel rapporto tra le aspettative delle istituzioni scientifiche e le esigenze dell’Amministrazione provinciale. Ha quindi preso corpo un’ipotesi che, escludendo l’analisi di tutte le aree scientifiche che compongono le attività delle Fondazioni, a favore di una scala macro, non si limitasse a classificare la qualità scientifica dell’output prodotto ma, sollecitando invece un’attività di background da parte delle Fondazioni, accompagnata e istruita da CVR, promuovesse un percorso di autovalutazione (anche se non compiuto) comunque funzionale al panel, che avrebbe fruito anche di altre iniziative di supporto informativo: tra queste la valutazione ‘individuale’ della produttività su base dati esistenti (attività commissionata a terzi). La definizione dell’organizzazione temporale e dei contenuti del mandato, indipendentemente dall’organizzazione logistica, è stata funzionale anche a dare indicazioni alla PAT per la stesura formale dell’incarico, il quale doveva prevedere, accanto a un’analisi di posizionamento scientifico e della qualità, la relazione di questi aspetti con le caratteristiche del sistema. L’individuazione delle candidature, che avrebbero dovuto coprire le diverse aree tematiche di FBK e di MACH oltre a competenze trasversali e di natura valutativa, ha ulteriormente orientato la definizione dello stesso mandato. In considerazione degli Accordi appena avviati, l’esercizio avrebbe dovuto comprendere una lettura ex post degli ultimi anni, in modo da garantire una minimizzazione degli effetti distorsivi della riorganizzazione in atto, riaggiustando al contempo il problema di produttività relativo alla fase di transizione. Il mandato doveva risultare coerente con questo schema, integrando anche alcune competenze scientifiche mancanti nel CVR. Le aree da indagare, la rosa di nominativi, la lista di domande valutative, sono così state definite anche in considerazione della necessità di: evidenziare nell’esercizio la distinzione di ruolo tra il lavoro del panel e quello dei due Comitati, evocare l’Accordo di Programma abbracciando però un periodo di tempo più ampio, precisare la scala della valutazione, provvedere ad un supporto informativo da fornire al panel (al contempo richiamando il valore propedeutico didattico rispetto alle attività/strutture valutative delle Fondazioni, nonché la validazione del lavoro di modellizzazione realizzato dal Comitato). Fin dall’inizio sono state messe a fuoco tre aree principali di interesse, a valle dell’analisi e sulla base di specifiche domande valutative, sulle quali, attraverso un’analisi dell’impatto riscontrato sul territorio e sulla comunità, scientifica e sociale, si attendevano specifiche ‘raccomandazioni’ da parte degli esperti: 1) analisi del processo di programmazione delle attività in rapporto ai vincoli e agli obiettivi (e alle risorse ed opportunità a disposizione), con l’obiettivo di cogliere quegli elementi che hanno costituito i punti di riferimento nella generazione delle attività che le Fondazioni si sono date e che hanno influenzato la generazione dei risultati; 2) misurazione e comparazione (posizionamento nel confronto internazionale) della qualità scientifica (dei singoli) e della loro clusterizzazione all’interno delle strutture scientifiche trentine,

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con l’obiettivo di individuare la qualità media e l’eccellenza scientifica dei scientist, ma anche il loro effettivo posizionamento (e l’eventuale loro concentrazione/dispersione) nelle strutture scientifiche; 3) analisi delle relazioni tra il sistema interno e il contesto esterno (stima dell’impatto) nelle componenti scientifiche ed economiche, anche in relazione alle risorse disponibili, agli obiettivi posti e ai risultati ottenuti, con l’obiettivo di stimare se le scelte fatte, e l’impiego delle risorse che ne è conseguito, si sono rivelate opportune rispetto al contesto. La redazione di una prima lista delle domande attorno alle quali costruire il compito valutativo, successivamente rimodulate, ha consentito di affrontare, anche attraverso un confronto con il CTS, il tema centrale delle modalità con cui qualificare nel mandato attività valutative che non coincidevano semplicemente con quelle di una peer review scientifica. Si trattava cioè di capire come si potesse esercitare la “pesatura”, secondo una metrica coerente, di attività e compiti tipici delle due Fondazioni, comprendendo anche i compiti programmati di natura istituzionale che, come tali, non sono di natura scientifica nel senso tradizionale, e compensandone la rilevanza rispetto alle vere e proprie attività scientifiche che sono invece misurabili, in particolare per le scienze esatte, con gli strumenti classici della bibliometria. Col maturare della riflessione sono stati inoltre rivisti la formulazione del mandato, ridotto il grado di dettaglio delle domande e ridimensionato il peso degli aspetti scientifici a vantaggio di una valutazione macro del sistema e dell’attività delle Fondazioni, e infine aggiornata la lista dei nominativi candidati, che dovevano rappresentare competenze più allargate e trasversali, di interpretazione dei processi di ricerca, piuttosto che della produttività scientifica di ogni disciplina. Ancora per quanto riguarda i nominativi: dopo aver esaminato e discusso i commenti e le segnalazioni del CTS, il CVR ha confermato l’orientamento per una composizione del panel caratterizzata da comprovata qualità ed indipendenza, in analogia ai modelli operanti a livello internazionale, e riferibile in parte alle macroaree presenti in FBK e in FEM - anche attraverso l’inclusione di settori non direttamente rappresentati in seno al Comitato – ma attrezzata per interpretare anche con una lettura orizzontale l’impatto generato dalle attività delle Fondazioni sul sistema provinciale trentino. Si è pervenuti così a una lista di esperti valutatori (il panel è risultato composto da 9 persone), riconducibili alle seguenti aree : informatica, sensoristica e materiali, scienze sociali, bioagricoltura, ambiente, più due panelist di politiche pubbliche, dichiaratamente disponibili e motivati a lavorare in una logica di complementarietà, per consentire ai singoli componenti del CVR di avviare i pre-contatti e quindi al Servizio di procedere con la proposta di incarico formale. La versione finale del Mandato (cfr. Allegati/ deliverable) generata da questo lavoro di messa a punto e calibratura da parte del CVR, si qualifica come un esercizio di natura aggiuntiva e complementare rispetto ai compiti istituzionali esercitati dal Comitato, ponendo come obiettivo la predisposizione di un rapporto di analisi e di valutazione del posizionamento del sistema provinciale e di formulazione di suggerimenti e di raccomandazioni per la definizione dell’intervento dell’amministrazione provinciale, avendo quali oggetti specifici dell’analisi la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach, già enti funzionali della Provincia autonoma di Trento e trasformati in Fondazioni a seguito della legge provinciale 2 agosto 2005, n. 14. Basato sull’attuazione del Modello di valutazione del sistema provinciale della ricerca, e predisposto dal Comitato ad una dimensione tale da abbracciare un periodo triennale (ex-post) e alla scala delle istituzioni (Fondazioni), il mandato nella sua versione definitiva ha compreso i seguenti passaggi: - confronto tra attività programmate ed attività realizzate con particolare riferimento alla

qualità, significatività e coerenza dei risultati raggiunti rispetto a quanto progettato, con una particolare attenzione all’impatto atteso e realizzato sul territorio provinciale;

- analisi delle relazioni tra il sistema interno e il contesto esterno (stima dell’impatto) nelle componenti scientifiche ed economiche, anche in relazione alle risorse disponibili, agli obiettivi dati e ai risultati ottenuti;

- analisi e commento del processo di programmazione delle attività delle due Fondazioni in rapporto ai vincoli e agli obiettivi (e alle risorse ed opportunità a disposizione).

In questo quadro, ai fini della predisposizione del rapporto finale, è stata richiesta la misurazione e la comparazione, attraverso l’analisi di posizionamento nel confronto internazionale, della qualità

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scientifica e della rilevanza dei prodotti delle Fondazioni e la loro traducibilità in raccomandazioni finali ai policy maker. Poiché le Fondazioni presentano per origine, aree di attività e organizzazione interna, profonde differenze strutturali, gestionali e di banche dati interne o fonti alle quali attingere, nell’intento di rendere le informazioni quanto più omogenee possibili, rispettando le singole peculiarità delle strutture, l’esercizio è stato preceduto dall’introduzione del documento in progress “maschere di rilevazione dati di impatto della ricerca” (cfr. allegati/deliverable), destinato ad alimentare, per la parte di pertinenza degli Enti, il sistema informativo attorno al quale si struttura il Modello, tenendo presente che si doveva pervenire a una documentazione che, se pure parziale, restituisse il profilo delle strutture e ne rendesse leggibile l’attività a professionisti esterni. Il dibattito interno al CVR e poi con il panel ha riguardato sia la definizione dell’unità di analisi più idonea per la rilevazione dei dati, analizzando in profondità le problematiche insite in Istituzioni tra loro disomogenee e le cui attività appaiono spesso scorrelate a indicatori bibliometrici; sia il vincolo dell’interruzione storica dei dati informativi dovuta ai recenti riassetti organizzativi, fonte oggettiva di instabilità e di riduzione della produttività. Per questo, la decisione di procedere a una prima e semplificata compilazione delle ‘maschere’, sufficiente a fornire gli elementi indispensabili all’analisi valutativa programmata, in assenza (e parziale sostituzione) di un report di autovalutazione non ancora disponibile, è stata associata alla preparazione di una nuova versione adattata delle maschere, più sintetica ma tarata su livelli di disaggregazione maggiore dei dati: unità di ricerca per FEM e Centri per FBK, di seguito riportata.

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Research Unit: name _________________________________________________________________________ Key Person: name __________________________________ surname _______________________________ --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1.) number of persons in charge of the research unit, quoted (by role) for scientist, technician, postdoc, PhD, etc. Please specify, for each category, in terms of estimated amount of time, the rate of non-research activities total amount: N. ____________________ List: Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% Role _______________________ N. _______ - involved in non research activity ______% 2.) Title of the main projects of this research unit (at time of compilation) N. _______

Title of project Type of grant Amount € Main partners Add more line

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3.) Number of Research Proposal presented not granted at EU calls. N. (in 2007) __________ N. (2008 at time of compilation) ________ 4.) Publication and IF in this unit research Title IF Author/s Collaboration – co- authors Yes � No � Yes � No � Yes � No � Yes � No � Add more line

5.) Publication without IF in this unit research N. (in 2007) _____________ N. (2008 at time of compilation) _______ 6.) National and International active collaborations (of this unit of research) National N. _________ major subject ________________________ / _________________________________ ________________________ / _________________________________ ________________________ / _________________________________ Add more line

International N. _____ major subject ________________________ / _________________________________ ________________________ / _________________________________ ________________________ /_________________________________

Add more line

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7.) Running collaborations within the Foundation with other units

Research unit Title or Subject in short Add more line

8.) Collaborations (of this unit research) with the University of Trento

Department / unit / lab Title or Subject in short Add more line

8.) Collaborations (of this unit research) with the other Foundation

Research unit Title or Subject in short Add more line

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati 5. Panel internazionale di esperti indipendenti 111

Questa azione ha consentito la reperibilità di un maggior grado di dettaglio, ma anche sottolineato l’importanza della messa a regime di un sistema che faccia del monitoraggio e della valutazione una componente organica del funzionamento delle Fondazioni. Tale evidenza ha trovato riscontro anche in una successiva riunione degli esperti svoltasi a Milano a fine settembre, per discutere e condividere struttura e contenuti del report, durante la quale il panel ha potuto acquisire anche i risultati dell’indagine sulla percezione del sistema ricerca (cfr. Allegati), utili sia per integrare il quadro conoscitivo del contesto territoriale, sia per una comprensione più pertinente dell’incidenza comunicativa e interlocutoria che le Fondazioni sanno, o potrebbero, esercitare nei confronti della collettività. Il report finale, presentato il 17 ottobre al CVR, promotore dell’esercizio, e al committente politico, rappresentato dall’Assessore, in una riunione alla quale sono stati invitati anche il Comitato tecnico scientifico e i Presidenti e Direttori delle due Fondazioni, esamina, a partire dalle condizioni economiche del territorio e in relazione ai documenti di programmazione provinciale, la coerenza di obiettivi e finanziamenti, la qualità e l’efficacia della ricerca scientifica, le competenze gestionali e ’negoziali’ in materia messe in campo dalla Provincia, le implicazioni legate all’impatto, e rivolge una serie di raccomandazioni a tre soggetti: policy makers, Fondazioni, ricercatori. Il documento, che in qualche misura rappresenta un contributo alla realizzazione della riforma del sistema della ricerca trentino, identificando anche un primo sforzo di misurazione delle performance scientifiche, costituisce un importante aggiornato apporto non solo alla conoscenza, mappatura e interpretazione del sapere scientifico locale, ma anche alla prefigurazione di future azioni da intraprendere per una promozione a sistema dei numerosi attori dello sviluppo e dell’innovazione presenti sul territorio.

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6. Sperimentazione Valgo sui progetti della precedente programmazione (Legge Provinciale 3/2000) 112

6. SPERIMENTAZIONE VALGO SUI PROGETTI DELLA PRECEDENTE PROGRAMMAZIONE (LEGGE PROVINCIALE 3/2000) La sperimentazione di VALGO si è articolata in più fasi, che hanno comportato la presentazione e la diffusione delle schede, la loro compilazione e un'analisi finale. Oggetto dell’indagine sono stati 20 progetti già finanziati, conclusi o in fase finale, con l’obiettivo di valutare pertinenza ed efficacia delle schede. Successivamente alla presentazione pubblica di VALGO da parte del CVR ai referenti dei progetti, i questionari sono stati distribuiti a ciascuno dei responsabili per la compilazione, con l’esplicita richiesta di un’ampia collaborazione, al fine mettere a punto uno strumento utile tanto ai ricercatori quanto all’Ente pubblico. Questa fase si è conclusa con la restituzione di 19 schede su 20. Complessivamente, l’atteggiamento riscontrato nei compilatori è risultato essere in sintonia con lo spirito di interazione auspicato. In particolare, è da segnalare la disponibilità da parte degli umanisti, che – vista l’impostazione standardizzata delle schede atta prevalentemente a raccogliere risultati di ordine tecnico-scientifico – avrebbero potuto trovarsi in maggiore difficoltà, e che hanno invece interpretato il modello VALGO come opportunità di valorizzazione dei propri risultati. Una prima analisi delle schede compilate è stata condotta nel corso della riunione del CVR del 31 gennaio 2008. L’osservazione preliminare ha riguardato il numero di casi di dati mancanti, estremamente ridotto, a dimostrazione che l’attività di compilazione delle schede è stata interpretata in maniera soddisfacente. Nelle schede è stato tuttavia riscontrato un parziale fraintendimento della voce valorizzazione, da alcuni compilatori interpretata in termini complessivi a livello di progetto, piuttosto che di singolo risultato, come veniva richiesto. Altri equivoci hanno riguardato i risultati: in alcuni casi infatti sono stati erroneamente descritti come tali sia la formazione di giovani alla ricerca, sia le singole fasi delle attività di ricerca. Proprio per evitare tali fraintendimenti, le linee guida indicavano espressamente la distinzione tra processo realizzativo della ricerca e risultati veri e propri. E' probabile che l’equivoco si sia comunque verificato anche per l’esigenza di dare visibilità a parti di attività che, pur non identificandosi con i risultati, risultavano essere propedeutiche al loro conseguimento. In qualche caso è probabilmente presente anche la volontà di ampliare, al di là del loro contenuto effettivo, lo spettro dei risultati, una volta messi in relazione alla quota di risorse. Un'ulteriore caratteristica emersa dall’analisi delle schede e’ stata la notevole polarizzazione dei risultati all’interno dei cinque ambiti di riferimento, con una forte convergenza sull'area 'Nuove conoscenze'. La sperimentazione di VALGO è stata svolta sia per porre le basi per la realizzazione di un database flessibile sui cui lavorare, sia per verificare se lo strumento fosse comprensibile e correttamente compilabile dai responsabili di progetto. Pertanto, dopo quella di analisi, si è resa necessaria la definizione di una seconda fase, volta ad associare alla prima lettura ‘orizzontale’ un'analisi 'verticale' da parte dei membri del Comitato, ottenuta operando su una decina di progetti di una certa significatività. In tal modo, è stato possibile far leva sulle diverse competenze dei membri del Comitato ed ottenere, in ogni area tematica, riscontri più puntuali. L’attenzione in questa fase di analisi è stata rivolta al grado di comprensibilità, omogeneità e fruibilità dello strumento. Obiettivo importante e’ stato quello di acquisire indicazioni su possibili interpretazioni errate delle linee guida, che consentissero di correggerle e migliorarle. Si sono poi considerati due ulteriori aspetti: la necessità di

o verificare se lo strumento come tale corrisponda ai requisiti del modello immaginato per la raccolta delle informazioni sui risultati,

o chiarire ulteriormente cosa si intende per 'impatto', effettivo e non potenziale.

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6. Sperimentazione Valgo sui progetti della precedente programmazione (Legge Provinciale 3/2000) 113

Per facilitare il compito relativo alla seconda fase di analisi verticale, tutti i dati acquisiti con la compilazione dei questionari VALGO sono stati inseriti in modo empirico con MSAccess in un DB semplice che offre la possibilità di elaborare rapporti a vari livelli di sintesi e che in prospettiva si potrebbe ingegnerizzare, in modo da consentirne l’utilizzo per altre applicazioni. Il lavoro sui progetti selezionati ha originato una serie di osservazioni.

1. Un primo rilievo riguarda il fatto che spesso le schede compilate "per ogni risultato" sono molto ripetitive (stesse osservazioni vengono riportate per risultati diversi). Questo porta a riflettere circa l’opportunità di limitare il numero di risultati da riportare.

2. Manca in molti casi un confronto con lo stato dell'arte, che servirebbe a capire meglio dove si colloca il risultato.

3. Le categorie a cui si fa riferimento al punto 2.4 (Stadio di sviluppo) potrebbero essere riviste. Ad esempio, le categorie SOFTWARE e PRODOTTO TESTATO e VALIDATO non dovrebbero essere poste allo "stesso livello", in quanto riguardano due ambiti distinti.

4. Nonostante la differenza fra "attività" e risultato" sia stata chiarita nelle schede di accompagnamento alla compilazione, i compilatori confondono sistematicamente i due termini e, soprattutto nella sezione relativa alla "Sintesi degli aspetti più rilevanti del risultato", le schede si limitano ad una descrizione del progetto più che dei suoi risultati.

5. Talvolta i risultati coincidono con una descrizione dettagliata dei punti di forza dei dispositivi sviluppati, soprattutto da un punto di vista tecnologico, e ciò non pare sufficiente a descrivere un impatto che tenga conto di tutti gli indicatori individuati.

6. Sembra opportuno aggiungere l’opzione "concetto di prodotto", o "concept", dopo il know-how ("conoscenza scientifica e/o tecnica") e prima delle "soluzioni tecniche di laboratorio".

7. La parte 3.2 del modello ("Messa a disposizione di competenze e potenzialità per l'utilizzo e lo sfruttamento del risultato” ) forse va ripensata: molti dei compilatori non fanno che ripetere (dalla descrizione del risultato, dagli aspetti applicativi) elementi già riportati.

8. Ancora sulla parte 3.2, non pare sufficiente una generica descrizione per qualificare i futuri partner, sembrerebbe piuttosto necessario capire quali siano i risultati effettivamente già conseguiti, anche solo in termini di azioni svolte per diffondere la tecnologia sviluppata all'interno dei mercati individuati, e identificare, ad esempio, una lista di aziende potenzialmente interessate.

9. Lo stesso dicasi per il paragrafo 3.3, "Profilo di ulteriori Partner e/o Collaborazioni" dove, rispetto alla semplice dichiarazione generica, "interazioni preliminari" con fruitori potenziali, è importante un maggior grado di dettaglio, così per "Gruppi di ricerca e/o imprese interessati" sembra necessaria, laddove questi esistano effettivamente, una loro descrizione più dettagliata per tipologia e per numero.

10. Le schede VALGO, nonostante i limiti sopraddetti, sembrano confermare la validità dello strumento, nel senso che le limitazioni rilevate si ritrovano più nel modo in cui le schede sono state compilate, piuttosto che nella architettura delle schede stesse. Lo strumento Valgo, infatti, può consentire di acquisire informazioni ben più esaustive di quelle rilevate nelle schede compilate. In questo senso si confida che, quando verrà chiesto ai progettisti di compilare le schede non più su base "volontaria" come ora, ma secondo una procedura annunciata e richiesta in fase di bando, l'accuratezza da parte dei compilatori aumenterà.

La terza fase di analisi si e’ sviluppata nel corso della riunione di Comitato del 13 marzo 2008, con la discussione avviata dai membri del Comitato che si erano occupati della fase precedente. Durante il dibattito relativo all'analisi verticale dei progetti per i quali era stato compilato VALGO, si è ritenuto necessario visionare altri progetti, per verificare le prime impressioni su un campione più ampio e confermare o meno la sensazione che di una eccessiva indeterminatezza per quanto riguarda la descrizione dei risultati e il loro utilizzo. La discussione collegiale e le successive analisi su altri campioni di progetto ha confermato le seguenti osservazioni di carattere generale:

1. Si è evidenziata una certa superficialità nella compilazione. Spesso i risultati elencati sono numerosi, ma non si differenziano sostanzialmente; in più casi il risultato viene descritto, ma non contestualizzato: potrebbe per esempio essere significativo disporre del quadro in

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6. Sperimentazione Valgo sui progetti della precedente programmazione (Legge Provinciale 3/2000) 114

cui il risultato si colloca, ma ciò potrebbe comportare il rischio di appesantire lo strumento con l'introduzione di nuovi campi di specificazione, generando un effetto di rifiuto.

2. Il linguaggio utilizzato nella scheda di sintesi è spesso marcatamente tecnico, rendendo difficoltosa la comprensione ai non specialisti: nonostante si ritenga che un certo grado di tecnicismo sia irriducibile, per la natura stessa dei progetti, l’invito va verso l’utilizzo di un vocabolario meno specialistico

3. L'indicazione dello stadio di sviluppo del prodotto è insufficiente e non consente di capire in quale fase del processo esso si collochi; già in fase di elaborazione si era discusso sull'opportunità di introdurre nell'elenco alcune voci che in realtà non identificano fasi vere e proprie, e 'software' è una di queste. E' il tipico caso per il quale andrebbe precisato se il prodotto è in fase di avvio o pronto per il mercato. Analogamente per i risultati di tipo socio-umanistico: o si eliminano queste voci dall'elenco, ricavando eventualmente le informazioni da un'altra parte della scheda e ridefinendo l'elenco per sole fasi di sviluppo, o si accetta tale genericità, tenendo conto che alla base della scheda c'è la volontà non tanto di cogliere lo stadio di sviluppo, ma la natura del risultato. Nel caso di un software, si tratta di un prodotto con un ciclo di vita conosciuto, scandito in 8-10 fasi; si può facilmente chiedere di precisare in quale di queste fasi si trova. Si tratta dunque di mappare il life cycle del prodotto, fino alla possibilità di arrivare all'utilizzatore e poter effettuare un riscontro esterno su di esso. Analogamente per la ricerca industriale, dove è possibile distinguere tra una ricerca potenzialmente utilizzabile su domanda e una su offerta, si può cercare di costringere a precisare il life cycle e lo user.

4. Traspare un atteggiamento quanto meno 'prudente' da parte dei ricercatori, al di là delle differenze di tipo disciplinare: più la disciplina si caratterizza come ricerca di base, più emergono le difficoltà a confrontarsi con l'applicazione e l'impatto, confondendo talvolta l'attività con il risultato. Questa considerazione induce a considerare la possibilità di introdurre una schede formulata diversamente, adatte ad ambiti in cui l’impatto non sia misurabile in modo immediato.

5. Un altro elemento di riflessione riguarda la tendenza dei ricercatori a sovrastimare l'applicabilità dei risultati. Al riguardo e’ opportuno ricalibrare alcune delle voci della scheda.

6. La parte finale della scheda non offre le informazioni sperate, lasciando in realtà scoperto il riscontro con potenziali utenti. A proposito della messa a disposizione del risultato, inoltre, molti compilatori finiscono con il descrivere nuovamente il risultato, con un accento sugli aspetti applicativi.

7. Sull'inserimento di un numero sovrabbondante di risultati, si è probabilmente verificato quello che si immaginava in partenza: la volontà sia di allungare la lista, sia di risolvere in questo modo dinamiche ed equilibri interni ai gruppi di ricerca. Si può dire perciò che è mancata una significatività media di quello che può essere considerato risultato come tale, e in certi casi anche una corretta interpretazione della richiesta.

L'opinione conclusiva del Comitato è che VALGO sia formulato in modo sufficientemente chiaro e articolato e, perfezionato, possa offrire molte informazioni. Gli esiti della sperimentazione hanno mostrato significatività e suggerito vari affinamenti diretti a superare sia le incomprensioni sia i tatticismi che la compilazione ha rivelato. Per esempio, nonostante nelle linee guida la definizione di risultato sia ben precisata, la pregressa partecipazione dei ricercatori a modelli europei non ne ha favorito la sua corretta compilazione, anzi si è in parte ripetuto l'atteggiamento di sbrigatività che ha caratterizzato quella stessa esperienza. Da qui l'eventualità di valutare una possibile integrazione sulle linee guida con alcune specificazioni, per superare la genericità di certi passaggi. Va comunque considerato che ci si colloca all'interno di una sperimentazione a carattere volontario su progetti approvati, finanziati e già in fase di conclusione, e il messaggio veicolato è la volontà di poter disporre di uno strumento utile anche agli stessi ricercatori. Sarà il nuovo modello di sottomissione a regime a prevedere che la scheda VALGO accompagni il progetto dall'inizio, esprimendo così la richiesta di un'attenzione nuova all'utilizzo dei risultati da parte dei beneficiari del finanziamento pubblico.

CVR – Rapporto di Attività 2006 – 2008 / Allegati

7. Commenti sulla valutazione della ricerca sociale e umanistica 115

7. COMMENTI SULLA VALUTAZIONE DELLA RICERCA SOCIALE E UMANISTIC A. Il disegno che ha originato la progettazione del Modello di valutazione d’impatto, inteso a ricomprendere e interpretare in termini pluridimensionali le interazioni che ogni iniziativa collegata alla ricerca attiva nell’ambito dell’avanzamento delle conoscenze, con il superamento del riferimento alle sole attività di ricerca connesse al sistema economico e all’innovazione tecnologica, ha indotto il CVR a testare modalità e procedure specifiche di valutazione anche in settori della ricerca meno direttamente interagenti con il sistema economico produttivo ma ugualmente intrecciati al tessuto culturale della società che li ospita, ancorché minoritari all’interno degli istituti provinciali. Operativamente, la scelta di un approccio plurale, che consentisse la progettazione di un modello di analisi dell’impatto economico ma anche sociale generato dalle attività di ricerca e sviluppo, ha permesso da un lato di sperimentare l’idoneità e l’applicabilità degli strumenti di valutazione ideati, dall’altro di relazionarsi ad aree tematiche dove c’è meno dimestichezza con le pratiche valutative consolidate del mondo scientifico. Si è cercato così di verificare la standardizzabilità e l’efficacia di indicatori specifici o, viceversa, registrare qualità e grado di differenziazione attesi. La sperimentazione di parti del Modello ha riguardato in prima battuta l’area specifica delle humanities presente in FBK, la quale radica la sua ragion d’essere non solo nella stessa origine e storia dell’Ente, ma anche nei più recenti documenti istitutivi e organizzativi della Fondazione e nel primo Accordo di programma sottoscritto con la Provincia autonoma di Trento per l’anno 2007. Il settore delle scienze socio-umanistiche all’interno di FBK è rappresentato fondamentalmente dal “Centro di Studi storici italo-germanici” (già Isig) e dall’”Istituto per gli Studi Religiosi” (Isr). Il primo si occupa di ricerca per quanto riguarda i rapporti attraverso i secoli tra area trentina e mondo germanico, affrontando una gamma molto ricca di tematiche, che va dalle forme istituzionali del potere ai rapporti tra potere e sudditi/cittadini, dalla situazione economica all’evoluzione culturale ecc. Il secondo svolge ricerca nel campo del dialogo interreligioso, con una forte sinergia tra comparti di natura diversa (ad es. etica, filosofia, medicina), mentre uno sforzo notevole viene dedicato al “Corso Superiore di Scienze Religiose”, che prepara i docenti per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Malgrado molte dichiarazioni di intenti nel voler collocare la ricerca umanistica all’interno della ricerca scientifica globale di FBK, in una “sintesi dei saperi” in grado di recuperare la tradizionale distanza all’interno dell’Istituto trentino di cultura tra Irst e Istituti di ricerca umanistica6, in realtà questi due istituti rappresentano la seconda “anima” della Fondazione Kessler, connotata da una singolare ambiguità: l’essere presidio territoriale di una tradizione locale di ricerca nel campo delle scienze umane, quasi ne motiva la marginalità in seno al dibattito contemporaneo su conoscenza e innovazione, sottraendola ai meccanismi della competizione scientifica generalmente intesa. Nel rapporto promosso con la Fondazione Bruno Kessler, il CVR ha riscontrato il permanere, anche nel nuovo modello organizzativo dell’ente e nei suoi organismi di governo e amministrazione, di modi distinti di concepire la propria ricerca: coesistono un orientamento a risultati di tipo prevalentemente tecnico-scientifico e applicativo, e un orientamento più autoreferenziale, connesso a risultati disciplinari, proprio della ricerca fondamentale, senza che l’armonizzazione di questi percorsi sappia ancora tradursi in cifra valoriale culturale condivisa e riconoscibile della Fondazione. L’interazione del CVR nei confronti di FBK, come detto, volutamente inclusiva delle aree e delle tematiche socio-umanistiche gravitanti sull’istituzione, si è concretizzata essenzialmente in due azioni: da un lato nella somministrazione di Valgo anche a progetti di carattere storico-sociale; dall’altro lato nell’affiancamento al processo di strutturazione di una funzione valutativa interna, che tenesse conto delle specificità di tutte le sue componenti scientifiche disciplinari. 6 Sono le dichiarazioni del Presidente di FBK nel documento “Organizzazione della ricerca-Fondazione Bruno Kessler”, (2007)

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Sulla compilazione di VALGO7 va registrata la positiva reazione dei ricercatori coinvolti, improntata a uno spirito di collaborazione molto apprezzato all’interno del CVR. Le risposte delle schede tuttavia, che documentano difficoltà analoghe a quelle di altre aree, descritte nella Scheda: La sperimentazione Valgo sui progetti della vecchia programmazione (Legge Provinciale 3/2000), evidenziano anche una consistente autoreferenzialità disciplinare e la difficoltà a prospettare un allargamento della ricerca oltre il ruolo guida dell’istituzione scientifica provinciale, con lo sviluppo di partenariati. Malgrado la disponibilità dei ricercatori del comparto, non sono ancora state prodotte indicazioni utili per modulare in modo più soddisfacente sulle specificità delle scienze umane e sociali l’analisi d’impatto e l’alimentazione del Modello. Tale sperimentazione ha portato il CVR a una prima riflessione circa l’insufficienza di un modello di accompagnamento dei risultati indifferenziato per tutti gli ambiti di conoscenza, che si è invece dimostrato, una volta aggiornato con le acquisizioni della sperimentazione, ben applicabile agli ambiti scientifici e tecnologici più immediatamente suscettibili di operazioni di trasferimento tecnologico. Tuttavia, prevedendo un progressivo affinamento dello strumento, se ne è per il momento considerata positivamente la spendibilità per tutte le aree di ricerca. Per quanto riguarda il processo di promozione e supporto all’organizzazione di una struttura interna a FBK dedicata alle funzioni valutative, il CVR ha agito sollecitando la partecipazione dei settori umanistici sia agli incontri di informazione, confronto ed elaborazione di materiali, sia nella composizione della stessa struttura interna, sostenendo una progettazione delle procedure e degli strumenti di valutazione da introdurre, condivisa e rispondente alle specificità di ogni area. La creazione all’interno di FBK di un gruppo misto di valutazione forse è il primo segnale incoraggiante in questa direzione, che diventerà sempre più strategico e importante quando il nuovo modello della ricerca sarà entrato a regime. A proposito dell’Accordo di programma: come detto nella scheda specifica, il documento ha confermato la difficoltà di FBK (come del resto anche di FEM) di definirsi in relazione a un paradigma di valutabilità condiviso, comprensivo di parametri quantitativi e qualitativi in grado di misurare la produzione scientifica e gli stessi ricercatori. Non fanno eccezione in questo gli Istituti umanistici, che analogamente agli altri hanno proposto nel testo una sorta di auto-programmazione, dove la descrizione dei progetti futuri non include la precisazione degli obiettivi, l’individuazione delle relative unità di ricerca, il bilancio sociale, la capacità di attrarre finanziamenti. Infine, sono ancora oggetto di riflessione interna al CVR la valutabilità di Centri collegati alla Fondazione che pure sviluppano la propria attività su tematiche socioeconomiche e umanistiche, e i risultati dell’esercizio di valutazione internazionale avviato nel luglio 2008 da un panel di esperti, che includono conclusioni e raccomandazioni anche relativamente all’area delle scienze umane e sociali. In particolare, per i centri umanistici il report conclusivo rileva, oltre alle difficoltà relative alla disponibilità di un’esaustiva documentazione sulla produttività scientifica, specifiche criticità di struttura8 e scarsa interazione con le altre aree.

7 All’interno di 20 progetti della programmazione precedente e in fase di conclusione, finanziati dalla Legge 3/2000, Isig compilò le schede individuando 14 risultati, che riguardavano il progetto “Trento tra Papato e Impero”, continuazione del progetto “Trento tra Nord e Sud”, avviato già nel 2004 e articolato nelle sezioni: documenti dell’Archivio Segreto Vaticano; suppliche; politica economica e rapporti istituzionali. 8 Ad esempio per il Centro di Studi Storici italo-germanici la mancanza di un proprio Consiglio scientifico come organo di governo specifico e non unificato per tutta la Fondazione, e l’assenza di un dottorando tra i collaboratori.