Come va? Spero che questa lettera vi trovi tutti bene. Il ......Voi amate i cani? Io moltissimo....
Transcript of Come va? Spero che questa lettera vi trovi tutti bene. Il ......Voi amate i cani? Io moltissimo....
Ianna Granha Guimarães
Hey ciao a tutti,
Come va? Spero che questa lettera vi trovi tutti bene. Il mio nome è Ianna, ho 32 anni e sono una brasiliana a Trieste.
Non so ancora per quanto resterò qui ma dal mio arrivo sono già passati 10 mesi. Sono qui per studiare alla scuola
per manager chiamata MIB. Sono un ingegnere industriale. Ora voglio parlarvi di me.
Ho 3 cani in Brasile e io e mia madre viviamo insieme a Rio de Janeiro. Spero di riuscire a tornare un giorno lì e
convivere ancora con lei, e con i miei cani Maria, Lilo e Pippa. Ho vissuto in più di 32 appartamenti nella mia vita, tra
Brasile e città estere. Ho vissuto negli USA, Spagna, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca , Olanda solo per citarvene
alcune. Mio papà vive anche lui in Brasile, da solo, spero un giorno di poterlo riavere vicino a me. Anche lui ha un
cane chiamata Titi. Voi amate i cani? Io moltissimo.
Ecco alcune foto dei miei cani:
La prima è Maria, poi Lilo e Pipa. Infine ci sono io a Copacabana mentre si festeggia con i fuochi d’artificio il
capodanno.
Siete mai stati in brasile? E’ un paese stupendo con gente sempre molto allegra. Amiamo la Samba e il buon cibo, le
feste e soprattutto le nostre bellissime spiagge. Guardate questo stupendo panorama. Non sembra una cartolina?
So che questi giorni non sono stati molto semplici per tutti noi, ma io spero di darvi un po’ di gioia e allegria con
questa lettera. Il segreto è rimanere positivi perché nulla resta fermo e tutto passa prima o poi, le cose belle come le
cose brutte.
Vi voglio lasciare con una storia:
C’è un re molto potente che aveva ricevuto tutto dalla vita ma era ancora confuse. Chiese consulto al saggio del
regno e gli chiese:
- Non so perché mi sento strano e ho bisogno della pace dei sensi. Ho bisogno di qualcosa che mi renda felice
quando sono triste e che mi renda triste quando sono felice.
Il saggio diede lui un anello e disse al re di rispettare una sola regola:
- C’è un messaggio nell’anello ma dovrai sfilarti l’anello e leggerlo solo quando ti troverai nel peggiore
momento della tua vita. Se lo sfilassi solo per curiosità il messaggio perderà il suo significato.
Quando tutto sarà perso, e sarai in totale confusione, in agonia e con nulla più da poter fare allora dovrai
sfilare l’anello.
Il re seguì il consiglio. Un giorno il regno entrò in guerra e il re perse. Il re affrontò tante situazioni terribili ma il re
non sfilò mai l’anello perché non era la fine. Il regno era ormai perduto ma lui poteva ancora recuperarlo. Il re lasciò
il regno per salvare la sua vita. Ma gli invasori lo seguirono, e lui corse via fino a perdere di vista il suo cavallo e tutti i
suoi compagni.
I nemici erano ancora dietro di lui ed era possibile sentire il rumore dei loro cavalli. I suoi piedi sanguinavano ma il re
continuava a correre. Il re giunse ai piedi di un precipizio. Li non c’era via d’uscita eppure il re continuò a dire:
- Sono vivo, forse I nemici cambieranno direzione. Non è ancora tempo di leggere il messaggio.
Guardando giù negli abissi, vedendo i leoni famelici giù al precipizio non c’era scampo. A quel punto si risolse a
leggere il messaggio che recitava: “Anche questo passerà..”.
Improvvisamente il re sentì la pace dei sensi. I nemici non lo trovarono, cambiarono direzione e il re fu in grado di
salvarsi. Riorganizzò il suo esercito, tornò nel suo regno e lo riconquistò.
Organizzò una festa per giorni con gente che brindava per le strade, il re colmo di gioia si sfilò l’anello e il messaggio
recitava ancora: “Anche questo passerà..” . Ormai saggio, si rilassò e trovò la pace dei sensi.
In ogni situazione, bella o brutta, in prosperità o in disgrazia, dove le emozioni sembrano dominare tutto ciò che
facciamo, la cosa più importante è ricordare che tutto nella vita è effimero e che tutto passa, non potremo mai
congelare i momenti che viviamo che ci piaccia o no.
La calma è la migliore medicina per affrontare ciò che non è sotto il nostro diretto controllo. Tenere le emozioni
costantemente a bada è pura fantasia e tutti affrontano momenti di panico quando ciò che più abbiamo di caro ci
sembra sfuggire dalle nostre dita.
“Dare tempo al tempo” non è sinonimo di passività ma di saggezza.
Spero che leggendo questa mia lettera potrete trovare la pace dei sensi e vi auguro il meglio.
Con il cuore,
Ianna Granha Guimarães
Pierluigi Mattei
Mi chiamo Pierluigi, ho appena compiuto 31 anni e sono originario della provincia di Caserta. In realtà pur
sentendomi partenopeo al 100% non posso rinnegare che una parte delle mie radici è Abruzzese. I nonni paterni
sono originari di un piccolo paesino nelle montagne appenniniche, Civitella Roveto(AQ). In quei paesaggi che ancora
oggi hanno conservato parte del loro aspetto incontaminato, i miei nonni sbarcavano il lunario lavorando come sarti,
ed è li che mio padre ha trascorso la sua infanzia. In cerca di maggiore fortuna poi si sono trasferiti a Roma dove
papà è cresciuto ed ha abbracciato la professione di medico per l’Esercito Italiano.
Mia madre invece è nata e cresciuta ad Orta di Atella (Caserta) dove i miei nonni negli anni del dopoguerra aprirono
un calzaturificio ortopedico, attività proseguita con la seconda generazione dai miei zii.
Ma l’Abruzzo non è rappresenta solo parte delle mie origini. E’ anche il luogo dove i miei genitori si sono incontrati e
hanno trovato l’amore in una delle tante stagioni estive che trascorrevano con le loro famiglie a Silvi Marina
(Pescara) dove tutt’ora trascorriamo le estati e che è parte dei più felici ricordi della mia adolescenza.
Vi chiederete quindi cosa ci fa un Napoletano con influssi Abruzzesi qui a Trieste. E non vi nego che per un po’ me lo
sono chiesto anche io .
Ora quindi parlando di me, da ragazzo sono sempre stato sportivo. Ho giocato a calcio da quando mi ricordi, da
quando non riuscivo nemmeno ad afferrare il pallone con le mani. Poi sono stato anche atleta nella corsa dei 100
metri. Sono cresciuto praticamente amando qualsiasi tipo di sport, e con la consapevolezza di trasferire anche ai miei
figli le stesse passioni. Qualche anno fa mi sono laureato come Ingegnere e ho cominciato a lavorare a Roma. Ad
ottobre di quest’anno sono venuto qui a Trieste per un corso di perfezionamento per Manager d’azienda. Il mio
sogno nel cassetto è quello di lavorare in una grande azienda e poter finalmente costruire una famiglia e viaggiare,
viaggiare tanto. Viviamo in un’epoca dove viaggiare in qualsiasi continente e in qualsiasi periodo dell’anno è alla
portata di tutti, e penso che dobbiamo sfruttare questa opportunità e conoscere tutte le meraviglie che la natura ci
ha donato , aprirci alle diversità: di cultura come di religioni e tradizioni.
Qui a Trieste in pochi mesi ho scoperto le sue bellezze nascoste e non: Piazza d’Unità d’Italia, il salotto d’Europa, la
cattedrale di San Giusto, Miramare ma anche luoghi della memoria come la Risiera di San Sabba e il grande
mausoleo di RediPuglia.
Durante questi mesi ho anche realizzato un mio grande desiderio, ho fatto opera di volontariato al canile di Opicina
per 3 mesi dove ho conosciuto tanti “amici” animali, ho dato e ricevuto tantissimo affetto da queste creature meno
fortunate che vivono a volte un’intera vita nella speranza di poter ricevere il calore e l’affetto di una famiglia tutta
per loro.
Per inseguire i miei sogni mi sono allontanato dagli affetti familiari e dalla mia ragazza Lucia che è parte essenziale
della mia vita da quasi 8 anni. Ne abbiamo passate tante e abbiamo resistito a tutti gli ostacoli che la vita di ha messo
di fronte. Anche questa lontananza non ha mai scalfito il nostro amore e rispetto reciproco.
Poi è arrivato il Covid che a Marzo ha modificato le nostre vite e le nostre abitudini. Io sono ritornato a casa mentre
altri miei colleghi hanno affrontato la quarantena lì a Trieste. Siamo sempre rimasti in contatto facendoci forza a
vicenda e lavorando come se nulla fosse cambiato. Ma in realtà questo Covid ha portato via 3 mesi di momenti,
esperienze, gioie e delusioni che avrei preferito vivere in loro compagnia. A ottobre questo percorso finirà, ci
laureeremo e ognuno prenderà la sua strada. Ma io sono convinto che con molti di loro si è creato un rapporto
speciale che continuerà nel tempo.
Sperando che la mia lettera e qualche foto dei momenti più significativi della mia vita possa intrattenervi e farvi
viaggiare con la fantasia e con l’immaginazione. Dopotutto questo è ciò che ci mantiene giovani.
Con il cuore,
Pierluigi Mattei
Fulvio Signoretti
Mi chiamo Fulvio e tramite questa lettere mi farebbe molto piacere condividere con voi semplicemente un bel
insegnamento che sono riuscito a cogliere in questo periodo così difficile per tutti noi
All’inizio di questa esperienza del master sicuramente non mi sarei mai aspettato di vivere un evento di questo
genere che ha cambiato ed alle volte anche sconvolto la vita di tutti noi.
Sicuramente l’esperienza che noi del MIB avremmo dovuto vivere avrebbe dovuto essere totalmente differente
perché avremmo dovuto stare assieme in classe, alle lezioni, condividere esperienze, lavori di gruppo e perchè no
anche la fatica di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Nel momento in cui è arrivato questo maledetto virus e nel quale ci hanno comunicato che non saremmo rientrati a
scuola ovviamente ci siamo tutti rimasti male. In quel momento sembrava che la nostra esperienza fosse rovinata e
terminata in quel modo troppo brusco.
Il paragone più semplice che mi viene in mente ripensando a quel giorno è quello del campetto di calcio dietro casa.
L’ultimo giorno che ci sei andato a giocare con gli amici probabilmente ti sei dato appuntamento per il giorno
successivo non sapendo però che per qualche motivo il giorno successivo qualcosa sarebbe cambiato. Per noi è stato
lo stesso quel giorno.
Mi rendo conto che queste parole possono sembrare tristi o malinconiche ma la realtà dei fatti è che da quel punto
qualcosa è cambiato in meglio.
Dopo quella brusca interruzione del nostro viaggio come quasi tutti abbiamo dovuto rinchiuderci dentro a 4 mura e
comunicare con i nostri amici e parenti attraverso uno stupido schermo che per quanto aiuti non ci permette di
essere ugualmente vicini alle nostre persone care.
Credo che la chiave della vita e soprattutto di una vita felice sia nascosta dentro l’abilità di cogliere gli aspetti positivi
per quanto possibile o semplicemente di saper guardare con occhi diversi la bellezza delle piccole cose.
Paradossalmente questo virus, fortunatamente, invece di farmi del male potrei dire che mi ha fatto quasi del bene
perché mi ha dato l’opportunità di riflettere e capire le cose realmente importanti sulle quali dobbiamo fare
affidamento.
Il nostro gruppo grazie alla distanza creata dal Covid ci ha permesso di diventare più un gruppo di amici che un
gruppo di semplici colleghi che affrontano un master.
La condivisione di tutte queste difficoltà ci ha permesso di capire l’importanza di una semplice chiacchierata a
quattr’occhi, la bellezza della semplicità di bere un buon caffe oppure di un pranzo all’aperto baciati da un caldo e
splendente raggio di sole.
Personalmente in questo periodo ho riapprezzato ed assaporato persino una semplicissima partita a carte fatta con
mio padre, cosa che non facevo da tempo immemore perché sempre troppo immerso o nello studio o nel lavore o
praticamente in qualsiasi altra attività non capendo l’importanza della condivisione del tempo.
Nonostante questo forse prolisso e noioso discorso spero di riuscire ad aiutare chi in questo momento si sente triste,
solo o in difficoltà perché magari spostando un po’ più in là lo sguardo si può facilmente scoprire la magia nascosta
anche in una semplice brezza che entra dalla finestra in una bella giornata accompagnata dal canto di qualche
passerotto.
Un calorosissimo abbraccio
Fulvio
Vince Di Tommaso
Mi chiamo Vince Di Tommaso, sono un italo-americano dalla città di Chicago. Per la mia carriera, di recente lavoravo
come commerciale per un’acciaieria, che produce i metalli strutturali per palazzi ed edifici. Amo la mia famiglia. Ho
tre sorelle, e sono molto orgoglioso di loro. La più grande, Emily, (seduta alla sinistra nella foto) ha tre bambini, due
figlie, Elizabeth e Caterina, poi un figlio, Tommy Boy. La sorella in piedi, Lorelei, ha studiata la medicina per quasi
tutta la vita, e ha appena superato l’esame di dermatologia, ora sta praticando come dottoressa nella città di
Portland. La sorella più piccola si chiama Cecilia, e lei e bravissima con i bambini, fa l’insegnate ad una scuola media a
Chicago. Di passioni e passatempi, a me piace a fare il vino in casa con la famiglia, come facevamo da tanti anni,
anche con i nostri nonni. E’ una tradizione, arte e passione che mio nonno ha insegnato a mio papà, poi io ho avuto il
piacere di essere insegnato da tutti e due di loro. Anche mi piacciono tutti gli sport, calcio, baseball e football
americano.
Tutta la famiglia, io sono nella polo verde Facendo il vino in casa con le mie nipotine
Sono venuto per la prima volta alla città di Trieste per questo programma di commercio internazionale presso il MIB.
Dieci anni fa, ho lavorato a Milano come consulente finanziario per 3 anni. E’ stata dei periodi più belli della mia vita-
ho imparato la lingua e ho girato il bel paese al massimo possibile. Ho visto tante posti meravigliosi- in campagna, in
montagna, al mare e nelle città. Ma direi che non ho mai immaginato di vedere tutti questi componenti della
bellezza messi insieme, come vedo a Trieste e nei dintorni, parlando del Carso. Mi piace la vostra città veramente
perché c’ha veramente un po’ di tutto e tutto è da godere. Dalla natura del bosco sulle colline, alla serenità del mare,
poi alla cultura, storia, architettura e divertimento della città, tutti possono trovare un aspetto di amare.
A pesca con mio pappà e nonno Mia mamma, mia nonna e le nipotine
Sono molto fiero di avere gli orgini italiani. Mia nonna Loretta Monaco era nata a Rende, provincia di Cosenza e lei è
venuta negli stati uniti quando aveva 8 anni, con tutta la sua famiglia. Mio nonno Vincenzo Di Tommaso era nato a
Campli in provincia di Teramo. La tradizione dei pranzi della domenica insieme è una tradizione importantissima e
proviamo di portala avanti anche oggi, quando possibile. Quando ero piccolo, con tutti i nostri cugini ci siamo
divertiti da morire e abbiamo mangiato alla grande. Abbiamo imparato quanto importante è di stare insieme con la
famiglia. Con i miei nonni ho avuto un rapporto molto stretto e rispettoso ed io e mie sorelle abbiamo imparato
tantissime cose da loro che proviamo a portare avanti sempre nelle nostre attività giornaliere. Dalla mia nonna ho
imparato a vivere nel momento e godersi bene con le persone che ami. Di essere sempre felice e grato per tutte le
piccole cose che Dio ci ha dato. Di pensare sempre prima alla soddisfazione e la comodità ed i bisogni degli altri
prima di pensare di te stesso. Era una persona sempre, sempre felice con un bel sorriso in ogni momento, e
sapevamo tutti noi che ha superato dei ostacoli inimmaginabili. Dal mio nonno ho imparato l’importanza del
carattere della persona. L’importanza dei valori, dell’onestà e la fedeltà in come si comporta. Mi ha detto tante
volte, la fiducia persa, non si può mai ristabilisce. Ho imparato di comportarsi bene e rispettosamente in ogni
momento, sempre per l’onore della famiglia che si rappresenta. Ho imparato anche la determinazione, che niente di
bello ti verrà facilmente, bisogna dedicarsi ai sogni e agli obbiettivi a lavorare grintosamente per realizzarli.
Vi chiedo scusa per parlare molto dei miei nonni, ma penso che le loro buone qualità sono derivante dai loro
genitori, dalle loro famiglie e dai loro origini italiani. Il loro modo di vivere e l’insegnamento può essere anche uno
dei motivi che mi piacciono così tanto la cultura italiana e il modo di vivere, nonostante la cucina italiana (che
secondo me è la migliore in tutto il mondo in assoluto).
Parlo di loro anche per farvi capire quanto apprezzamento ho per tutte le persone con più anni, esperienza e
saggezza di me. Sono una persona che sempre prende tempo di parlare con persone con più esperienza. Da tutte le
cose che ho imparato dai miei nonni di come vivere bene, come comportarsi e come trattare le persone, penso che
posso anche imparare delle cose simili dagli altri. Da miei nonni, e anche dagli altri ho imparato che bisogna sempre
fare dei sacrifici, e loro hanno fatto dei sacrifici molto più pesanti sempre guardando al lato positivo ed il bene che
verrà seguendo la strada dei valori. Immagino che voi sono i nonni con belle famiglie, ed i tuoi figli e nipoti hanno lo
stesso amore, rispetto ed apprezzamento per tutto quello che gli avete dato.
Spero che questo messaggino vi ha portato un po’ di felicità. Del descrivere del mio rapporto e le cose positive che
ho imparato io da miei nonni italiani, potete immaginare che i vostri esempi, parole ed amore che avete dimostrato
hanno avuto un impatto simile o ancora più significativo su tuoi figli, nipoti o persone che avete conosciuto nelle
vostre vite.
Non posso mai capire quanto difficile questa situazione può essere per voi. Ma questa la situazione finirà,
sicuramente finirà e ha dato ancora più motivazione per godere la vita, le persone, ed i momenti speciali.
Un abbraccio virtuale,
Vince Di Tommaso