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COME SCOPRIRE COME SCOPRIRE I RESPONSABILI I RESPONSABILI DELLA MASTITE DELLA MASTITE INSERTO AL N. 38 DEL 17-23 OTTOBRE 2013 © 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

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COME SCOPRIRE COME SCOPRIRE I RESPONSABILI I RESPONSABILI DELLA MASTITEDELLA MASTITE

INSERTO AL N. 38 DEL 17-23 OTTOBRE 2013

© 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l.

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Zootecnia e veterinaria

Prevenire e controllare la mastite in stalla: un traguardo che si può raggiungere grazie a un programma di gestione sanitaria utile per coniugare qualità e quantitàdella produzione di latte, minori costi e maggiore reddito. Questa la tesi al centro del primo manuale che affronta in modo completo l’argomento, scritto da Alfonso Zecconi, professore alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano e uno dei maggiori esperti a livello internazionale della patologia, in collaborazione con altri Autori. Alfonso Zecconi, con una lunga e consolidata esperienza a fianco di allevatori, tecnici e veterinari, indica in questo volume le modalità per effettuare prevenzione e controllo della mastite con un ricco corredo di dati su epidemiologia, patogenesi, diagnosi e terapia e attraverso pratiche schede di monitoraggio.

mastite bovina Manuale pratico per un efficace controllo in stallaa cura di Alfonso Zecconi192 pagine - oltre 100 illustrazioni

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I quaderni di Stalle da latte

QUESTA GUIDA HA LO SCOPO DI DIMOSTRARECOME SIA POSSIBILE EFFETTUARE UNA DIAGNOSI DI MASTITE IN MODO EFFICIENTE E INDIVIDUARE CORRETTAMENTE LE CAUSE DEI PROBLEMI, PER POTER APPLICARE I PROGRAMMI DI CONTROLLO ADEGUATI

La prevenzione e il controllo della mastite si realizzano attraverso interventi razionali di natura gestionale, igienica e te-rapeutica. Gli interventi gestionali hanno lo scopo di aumentare la capacità della bovi-na di resistere agli agenti patogeni, quelli igienici sono rivolti soprattutto a ridurre l’esposizione del capezzolo agli agenti di mastite e a limitare la loro penetrazione in mammella. Infi ne, gli interventi terapeutici, se effettuati alla messa in asciutta, hanno il duplice scopo di curare le infezioni eventual-mente presenti e prevenire l’insorgenza di nuove e, se effettuati durante la lattazione, quello di ridurre le conseguenze cliniche delle mastiti.Ai fi ni pratici, considerata la complessità del processo produttivo in allevamento, è necessario individuare i principali punti critici al fi ne di realizzare programmi che possano trovare una facile applicazione e un altrettanto rapido ritorno in termini di risultati. Questi punti critici riguardano

aspetti gestionali (stabulazione, igiene della lettiera, periparto), aspetti legati alla mun-gitura e, non ultimi, quelli legati al rilievo delle presenza di infezioni mammarie e alle loro caratteristiche. Tali aspetti sono stati descritti in dettaglio in un recente manuale (Zecconi et al. 2010).L’insieme di tali interventi coordinati viene defi nito gestione sanitaria e permette il con-trollo delle mastiti, traguardo sicuramente raggiungibile dagli allevatori. Tuttavia, que-sto non spesso avviene perché l’approccio diagnostico è irrazionale e quindi poco ef-fi cace. Con tali premesse, in questa breve guida vogliamo affrontare in modo semplice e pratico l’aspetto diagnostico perché questo viene spesso trascurato o comunque sotto-valutato.L’importanza di un corretto processo dia-gnostico viene dimostrata facilmente quan-do si vogliono controllare le mastiti causate da agenti contagiosi. Queste mastiti sono dovute principalmente a Streptococcus aga-

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TABELLA 1 - Programma di controllo per agenti contagiosi

1. LA COSTANTE APPLICAZIONE DI UNA PROCEDURA DI MUNGITURAche preveda la pulizia del capezzolo con materiale a perdere, l’osservazione dei primi getti di latte e l’applicazione di un disinfettante di provata effi cacia dopo la mungitura. Il mungitore deve inoltre indossare guanti per ridurre il rischio di trasmissione durante le manualità della mungitura

2. UNA SEQUENZA DI MUNGITURA CHE RIDUCA I RISCHI D’INFEZIONE ATTRAVERSO LA SEPARAZIONE DEGLI ANIMALI SANI DA QUELLI INFETTI:

primipare sane, pluripare sane (comunque tutte le sane), vacche e manze dopo parto, vacche infette. Questa sequenza riduce al minimo il rischio del passaggio dell’infezione da animali infetti ad animali sani e può essere realizzata in qualsiasi tipo di allevamento

3. UN PRECISO PROGRAMMA DI CONTROLLO DEGLI ANIMALI si deve iniziare con un primo controllo di tutti gli animali in lattazione e permette di isolare i soggetti positivi. Questi vanno separati, munti per ultimi e ricontrollati solo dopo il parto. Deve essere seguito un preciso programma di prelievi che prevede l’esame (sempre per quarto) di tutti i soggetti risultati negativi (gruppo sano) a 2, 4, 7, 10, 14 e 18 mesi dal primo prelievo. Tutti gli animali (manze e vacche) vanno controllati per singolo quarto a 7 e 14 giorni dal parto. Per defi nire un animale come negativo è necessario che i due campioni siano entrambi negativi per tutti e quattro i quarti. Tali soggetti devono venir mantenuti in un gruppo separato dagli altri due e munti comunque tra gli animali sani e quelli infetti (gruppo intermedio), fi nché siano risultati sani o infetti

4. PROCEDURE DIAGNOSTICHEla diagnosi delle infezioni da agenti contagiosi deve essere eseguita su campioni di latte di singolo quarto, prelevati in modo asettico. Il rilievo anche di una singola colonia di Streptococcus agalactiae o Staphylococcus aureus è da considerare come reperto positivo

5. TERAPIA IN ASCIUTTA:tutti i quarti devono essere trattati alla messa in asciutta. Le vacche vanno messe in asciutta con asciutta drastica e l’antibiotico da usarsi va scelto in base alla sensibilità dimostrata dai ceppi di Streptococcus agalactiae o Staphylococcus aureus isolati in allevamento

6. TERAPIA IN LATTAZIONEla terapia per i soggetti con mastite subclinica deve essere limitata ai primi 30 giorni di lattazione e in animali relativamente giovani (≤ 3 lattazioni), per ottenere un buon tasso di guarigione. Gli animali trattati vanno posti nel gruppo intermedio e ricontrollati 7 e 14 giorni dopo il termine del tempo di sospensione del latte

7. TERAPIA MASTITI CLINICHEquando i soggetti sviluppano una mastite clinica all’antibiotico deve essere associato un antinfi ammatorio. Gli animali trattati vanno posti nel gruppo intermedio e ricontrollati 7 e 14 giorni dopo il termine del tempo di sospensione del latte

8. IGIENE DELL’ALLEVAMENTOl’allevatore deve impegnarsi a mantenere ed eventualmente migliorare l’igiene della lettiera e dell’allevamento in genere

lactiae, microrganismo che erroneamente qualcuno pensava di aver debellato e da Staphiloccocus aureus, che è oggi l’agente contagioso più frequentemente isolato nel latte dei nostri allevamenti. I principali punti per il controllo delle infezioni da agenti con-

tagiosi sono descritti nella tabella 1. Dalla sua lettura si nota facilmente che la corret-ta diagnosi delle infezione mammarie è un punto fondamentale di tale programma ed è presente nella maggior parte delle proce-dure da effettuare.

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I quaderni di Stalle da latte

Ovviamente l’applicazione di una corretta diagnosi non vale solo per il controllo delle mastiti contagiose, ma è parte integrante di qualsiasi programma volto sia a cono-scere le caratteristiche dei problemi azien-dali (ciclo informazione del grafi co 1), sia di controllo vero e proprio (ciclo operativo del grafi co 1).

CHE COS’È LA MASTITE?La mastite bovina è una patologia della ghian-dola mammaria causata prevalentemente da batteri. A livello internazionale vi è una ben

precisa classifi cazione che si basa sul rilievo di eventuali patogeni nel latte, sul contenuto cellulare nel latte e sulla presenza di altera-zioni a livello di mammella o di latte. Tale classifi cazione è schematizzata in tabella 2, con cui è possibile defi nire lo stato sanita-rio del quarto mammario. Ai fi ni pratici una mammella sana deve avere tutti e quattro i quarti sani come defi niti nella tabella 2. All’interno di questa classifi cazione la masti-te clinica, che è rilevabile visivamente, mani-festandosi con alterazioni del latte (presenza di fi occhi, frustoli di fi brina, aspetto sieroso)

e/o della mammella (aumento di volume, arrossamento, dolore, secrezione ridotta o assente) vie-ne ulteriormente classifi cata in base alla sua gravità (tabella 3).Infi ne, viene defi nita mastite cro-nica l’infezione mammaria per-sistente accompagnata dal rialzo costante del contenuto cellulare, generalmente associata a pro-gressivi indurimenti e/o presenza di noduli a livello del parenchi-ma mammario. La forma cronica

Grafi co 1 Programma di controllo delle mastiti

Chiamataper problema

Pianostrategico

Modificazionimanagement

Programmacontrollo

Visitaperiodica(mensile)

Questionario

Campionamento

Risultati

Risultati

Visitae campionamenti Valutazioni

Valutazione

Ciclo informazione

Ciclooperativo

TABELLA 2 - Defi nizione stato sanitario mammella

Defi nizione Cellule somatiche (n./mL) Batteriologia Clinica

Quarto sano < 100.000 negativa assenteInfezione latente < 100.000 positiva assente

Infi ammazione comprese tra 100 e 200.000 negativa assente

Mastite subclinica > 200.000 positiva

o negativa assente

Mastite clinica > 200.000 positiva o negativa presente

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TABELLA 3 - Defi nizione mastite clinica

Defi nizione Alterazioni latte

Alterazioni quarto

Sintomatologia generale

Lieve presenti assenti assente

Moderata presenti (assenti) presenti assente

Grave presenti presenti presente

può saltuariamente dare origine a forme cliniche, per lo più moderate o lievi.

Cellule somaticheLa defi nizione di mastite e una sua corretta classifi cazione, come abbiamo visto, non comprende solo l’analisi batteriologica, ma anche quella citologica (conta delle cellule somatiche). Sono definite cellule somatiche tutti gli elementi cellulari del latte. Questi elementi sono soprattutto leucociti di origine ematica (> 90%) e in piccola parte cellule epiteliali di origine mammaria (< 10%).Le cellule aumentano come risposta alla pe-netrazione dei batteri in mammella. Questo vale anche quando apparentemente l’au-mento sembra dovuto ad altri fattori come ad esempio il caldo estivo. Tale fatto è stato dimostrato su un campione molto ampio (160.000 quarti) provenienti da allevamen-

ti italiani (Zecconi et al., 2009, Zecconi e Piccinini, 2009). Nel grafi co 2 si può osservare infatti che i quarti sani e anche quelli infetti da Stafilococchi coagu-lasi negativi non mostrano un aumento del contenuto cellulare durante i mesi estivi, a differenza di quanto si osserva per quelli

infetti da agenti contagiosi o ambientali. In particolare, nel caso dei quarti sani i valori medi osservati sono ampiamente sotto le 50.000 cellule/mL. Pertanto, quando il con-tenuto cellulare del latte di massa mostra un aumento nei mesi estivi, la ragione è una sola: l’aumento della frequenza e della gra-vità delle infezioni mammarie. Se si osser-va un aumento del contenuto cellulare del latte nei mesi estivi è quindi consigliabile effettuare un esame batteriologico per quar-to per identifi care frequenza ed eziologia delle infezioni presenti e quindi applicare i programmi di controllo più opportuni. Se invece si vuole prevenire tale aumento, o comunque ridurne l’intensità, è consigliabile verifi care lo stato sanitario della mandria al più tardi nel mese di maggio, così da poter applicare le opportune misure al fi ne di ri-durre il numero di animali infetti ed evitare, quindi, il rialzo cellulare estivo.

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Stafilococchicoagulasi negativi

Streptococchiambientali

Negativi

Gram-negativi

Contagiosi

Grafi co 2 Distribu-zione delle forme di mastite durante i mesi del-l’anno (Zecconi e Piccinini, 2009)

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I quaderni di Stalle da latte

IL PRELIEVO DI LATTE QUARTO PER QUARTO È IL METODO DI PRELIEVO PIÙ ACCURATO PERCHÉ:◾ PERMETTE DI INDIVIDUARE CON PRECISIONE IL QUARTO COLPITO;

◾ HA UNA SENSIBILITÀ CHE RISULTA ESSERE SUPERIORE AL 90% (NEAVE, 1975);

◾ CONSENTE DI EFFETTUARE IN MODO CORRETTO L’ANTIBIOGRAMMA SUI PATOGENI EVENTUALMENTE IDENTIFICATI;

◾ PERMETTE UNA PIÙ CORRETTA E PRECISA IDENTIFICAZIONE DI EVENTUALI CONTAMINAZIONI;

◾ PERMETTE DI VALUTARE IL CONTENUTO CELLULARE DI CIASCUN QUARTO, ASPETTO IMPORTANTE PER UN CORRETTO MONITORAGGIO DELLA SANITÀ DELLA MANDRIA.

TABELLA 4 - Equivalenza conto cellule somatiche e Linear Score (LS)

LS (unità)LS (decimali)

0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,90 12 13 14 15 16 18 19 20 22 231 25 27 29 31 33 35 38 41 44 472 50 54 57 62 66 71 76 81 87 933 100 107 115 123 132 141 152 162 174 1874 200 214 230 246 264 283 303 325 348 3735 400 429 460 492 528 566 606 650 696 7466 800 857 919 985 1.056 1.131 1.213 1.300 1.393 1.4937 1.600 1.715 1.838 1.970 2.111 2.263 2.425 2.599 2.786 2.9868 3.200 3.430 3.676 3.940 4.223 4.526 4.851 5.199 5.572 5.9729 6.400 6.860 7.352 7.880 8.445 9.052 9.701 10.398 11.144 11.944

I valori all’interno della tabella indicano il contenuto cellulare del latte per μl in relazione al valore di Linear Score.

Il Linear ScoreNegli Usa da tempo si utilizza un sistema per riportare i dati cellulari detto Linear Score, questo sistema si trova anche nei tabulati forniti dalle diverse Apa italiane e da altri enti. Il Linear Score (LS) è semplicemente un metodo basato su un calcolo matemati-co che è di più facile percezione, perché un aumento di un punto del LS corrisponde a un raddoppio del numero di cellule. Nella tabella 4 sono indicati i valori di LS e il re-lativo conteggio cellulare.

GLI AGENTI DI MASTITELa mastite è causata prevalentemente da batteri, sono invece meno frequenti le for-me dovute a lieviti, muffe e alghe. I prin-cipali batteri vengono classifi cati in base al loro serbatoio (reservoir) in: contagiosi (Streptococcus agalactiae, Staphilococcus aureus, Corynaebacterium bovis e micopla-smi), ambientali (streptococchi e Gram-ne-gativi) e opportunisti (stafi lococchi coagulasi negativi). Tale classifi cazione è funzionale agli interventi da applicare per poterli con-

Se il Linear score, ad esempio, è pari a 4,7 equivale ad avere 325.000 cellule/mL: incrocio tra riga 4 e colonna 0,7.

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IL CORRETTO PRELIEVO:◾ IMPIEGO DI CONTENITORI STERILI MONOUSO;

◾ PULIZIA DEL CAPEZZOLO PREFERIBILMENTE, «A SECCO», OPPURE NEL CASO DI DETERSIONE DEVE ESSERE SEGUITA DA UN’ACCURATA ASCIUGATURA DEL CAPEZZOLO STESSO;

◾ ACCURATA DISINFEZIONE (COTONE IMBEVUTO DI ALCOL O FAZZOLETTI IMBEVUTI DI DISINFETTANTE) DELL’APICE DEL CAPEZZOLO;

◾ SCARTO DEI PRIMI GETTI DI LATTE PRIMA DEL PRELIEVO VERO E PROPRIO;

◾ EVITARE IL CONTATTO TRA IL GETTO DI LATTE E LE MANI DEL PRELEVATORE;

◾ IL TAPPO DEL CONTENITORE DEVE ESSERE TENUTO IN MODO DA EVITARE LA SUA CONTAMINAZIONE DA PARTE DELLE MANI DEL PRELEVATORE, DELLA CUTE DELL’ANIMALE O ALTRE STRUTTURE (POSTE, TUBI, PAVIMENTO).

trollare in allevamento. Ciascuno di que-sti microrganismi può causare la mastite e, quindi, costi più o meno elevati in base alle loro caratteristiche. La corretta identi-fi cazione dei batteri presenti in allevamento e dei diversi fattori predisponenti, quindi, sono fondamentali per l’applicazione di razionali programmi di controllo. A ogni modo, qualunque sia il patogeno, questo arriva alla mammella esclusivamente at-traverso il capezzolo. Le uniche eccezioni sono rappresentate da eventuali infezioni sistemiche (ad esempio, salmonellosi) che possono avere, tra le altre, una localizza-zione mammaria, ma in tal caso i problemi da affrontare non sono certamente quelli mammari. Pertanto la mammella si infetta quando i batteri penetrano nel canale del capezzolo e si moltiplicano nella ghian-dola. L’invasione batterica determina una reazione infi ammatoria e immunitaria (tra cui l’aumento delle cellule somatiche) che ha lo scopo di eliminare i patogeni, quindi la capacità di questi ultimi di sopravvive-re all’azione delle difese immunitarie della mammella e determinerà l’esito dell’infe-zione. I batteri, infatti, hanno sviluppato nel tempo meccanismi che consentono loro di

resistere all’attacco delle difese della mam-mella e soprattutto di adattarsi alle mutate condizioni dell’ambiente mammario indotte dalla reazione infi ammatoria. I batteri che causano la mastite apparten-gono principalmente ai Gram-positivi, ma sono relativamente frequenti anche le infe-zioni da Gram-negativi e, in misura minore, da micoplasmi. Più recentemente nel nostro Paese si è osservato un aumento della fre-quenza degli isolamenti di un altro patogeno che non appartiene ai precedenti gruppi, la Prototheca zoopfi i. Infi ne, sono segnalati casi saltuari di mastite causata da lieviti e muffe.

Batteri contagiosi Nei batteri contagiosi comprendiamo: Streptococcus agalactiae, Staphylococcus aureus, micoplasmi, Corynaebacterium bo-vis. Questi batteri hanno il loro serbatoio (reservoir) nella mammella delle bovine infette; si diffondono soprattutto durante le operazioni di mungitura, contaminando guaine e impianto, ma sono favoriti anche da manualità non corrette (ad esempio, uso di stracci o carta per più di un animale, con-taminazione delle mani del mungitore).

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I quaderni di Stalle da latte

Batteri ambientali In questo gruppo compren-diamo sia streptococchi (diversi da Streptococcus agalactiae) sia batteri Gram-negativi. Gli streptococchi comprendono: Str. uberis, Str. bovis, Str. faecalis, Str. dy-sgalactiae, Str. canis e diversi altri. I Gram-negativi com-prendono: Escherichia coli, Klebsiella spp., Enterobacter spp., Citrobacter spp., Serratia spp., Proteus spp. e altri meno frequenti.Questi batteri hanno il loro reservoir nel-l’ambiente (lettiera) delle bovine da latte e la frequenza delle infezioni è correlata al-l’aumento della carica batterica ambientale. Questa situazione può essere determinata da fattori climatici, come l’umidità e la tempe-ratura, da fattori manageriali, come un’ele-vata densità degli animali in rapporto alla superfi cie di stabulazione disponibile, dalla scarsa igiene della lettiera e dalle procedure di mungitura.

Batteri opportunistiI batteri cosiddetti opportunisti (Stafi lococchi coagulasi negativi) fanno parte della norma-le fl ora presente sulla cute sana dei capez-zoli. Tuttavia, questi microrganismi posso-no sopravvivere e moltiplicarsi anche nelle lettiere. In questo gruppo comprendiamo, in pratica, le numerose specie di stafi lo-cocchi che non vengono classifi cati come Staphylococcus aureus, le più frequenti sono: Staph. chromogenes, Staph. epider-midis, Staph. haemolyticus. Questo gruppo di batteri è quello che più frequentemente isolato nei campioni di latte, tuttavia la loro importanza come agenti di mastiti subclini-che o cliniche è tutt’oggi limitata ad alcune aziende, spesso con alte produzioni medie, probabilmente come conseguenza di im-

pianti di mungitura inadeguati e procedure di mungitura non appropriate (Zecconi et al., 1992).

Altri microrganismi patogeniLieviti e muffe. I lieviti e le muffe sono talvolta isolati nei campioni di latte. Se per le muffe è nota la patogenicità, per i lieviti la materia è più controversa. • Nel caso delle muffe queste determinano patologie gravi, diffi cilmente curabili, ma le segnalazioni sono rare, e questi rari focolai sono spesso riconducibili a una contamina-zione della mammella per procedure non igieniche. In particolare, la maggior parte di queste infezioni avviene in concomitanza con i trattamenti antibiotici endomammari, soprattutto alla messa in asciutta, quando vengono fatti senza seguire le più elemen-tari norme igieniche. In questi casi con il prodotto antibiotico vengono introdotti anche questi patogeni, naturalmente resi-stenti ai principi attivi usati per la terapia delle mastiti.• Nel caso dei lieviti, al di là della loro capa-cità potenziale di dare mastite, si è osservato che gli isolamenti siano molto più frequenti a seguito di ripetuti trattamenti per masti-te clinica. In tal caso non si deve ritenere che il lievito isolato sia la causa della forma clinica, piuttosto che sia uno dei batteri so-pravvissuti al trattamento e che ha trovato

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un ambiente favorevole al suo sviluppo, non essendoci altri competitori. Va inoltre ricordato che i lieviti, con una valutazione diagnostica grossolana, sono facilmente confondibili con Prototheca e vi è quindi una concreta possibilità che alcune segnalazioni di mastiti da lieviti del passato fossero errate.Prototheca. È un’alga di cui esistono 5

diverse specie: P. moriformis, P. stagnora, P. ulmea, P. wickerhamii e P. zopfi i. Tuttavia, solo queste ultime due sono responsabili di infezioni negli animali e nell’uomo. Sebbene siano venuti alla ribalta solo recentemente, questi microrganismi sono diffusi negli alle-vamenti di bovine da latte e sono presenti da tempo. La loro carica ambientale aumenta in presenza di cattiva igiene e di elevati tassi di umidità. Queste alghe possono inoltre vivere e moltiplicarsi nel tratto intestina-le del bovino di tutte le età e le feci sono quindi il veicolo principale di diffusione di Prototheca nell’allevamento, una volta che vi sia entrata.Le mastiti da Prototheca sono caratteriz-zate da un innalzamento consistente delle cellule somatiche, spesso senza manifesta-zioni cliniche ed evolvono quindi in forme croniche. L’andamento delle infezioni nei diversi allevamenti sono variabili e dipen-dono dalle condizioni dell’allevamento, ma anche dalle caratteristiche patogenetiche dei microrganismi. Purtroppo non sono di-sponibili terapie effi caci e l’unica soluzione è l’eliminazione dell’animale, anche al fi ne di

TABELLA 5 - Principali agenti di mastite e loro caratteristiche

Gruppo Specie Serbatoio prevalente

Frequenza in Italia (%) Mastite prevalente

Contagiosi

Staphylococcus aureusMammella bovina infetta

> 30 SubclinicaStreptococcus agalactiae 5-20 SubclinicaCorynaebacterium bovis > 20 LatenteMycoplasma spp. < 1 Clinica

Ambientali

Streptococchi diversi da Str. agalactiae Ambiente

(lettiera)

circa 30 Clinica lieve e moderata

Escherichia coli e altri Gram-negativi circa 10 Clinica grave

Opportunisti Stafi lococchi coagulasi negativi

Cute capezzolo circa 40 Latente

AltriMuffe e lieviti Ambiente

contaminato < 1 Clinica

Prototheca zopfi i Feci, ambiente < 5 Subclinica con elevato

rialzo cellulare

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I quaderni di Stalle da latte

ridurre il numero degli animali eliminatori nell’ambiente. Nella tabella 5 si riportano le caratteristiche dei principali agenti di mastite e nei grafi ci 3 e 4 rispettivamente la frequenza dei patogeni isolati nei casi di mastiti subcliniche e cliniche.

DIAGNOSIPer una corretta diagnosi è necessario con-siderare il tipo di prelievo, le modalità di tale prelievo, le scelte delle bovine da prelevare e le metodologie di diagnosi. Non tutte le procedure diagnostiche garantiscono di poter identifi care i patogeni eventualmente presenti e tale imprecisione potrà portare a interventi non corretti e quindi al mancato controllo delle infezioni.Il prelievo di latte e la successiva diagnosi microbiologica rappresentano un aspetto estremamente delicato e importante nel con-trollo delle mastiti. Da una corretta e pun-tuale diagnosi, infatti, possiamo ottenere le informazioni necessarie per un corretto

Grafi co 3 - Frequenza degli agenti batterici isolati in corso di mastite subclinica

Streptococchi ambientali

Stafilococchicoagulasi negativi

Streptococchi canisColiformi

AltriGram-negativiSt. aureusStr. agalactiae

Corynaebacteriumspp.Altri

33,24%

30,82%2,65%

5,89%3,11% 17,95%

3,41% 1,66%1,28%

Grafi co 4 - Frequenza degli agenti batterici isolati in corso di mastite clinica

Streptococchi ambientali

Stafilococchicoagulasi negativi

Gram-negativi

ContagiosiInquinanti

Altri

Negativi

23,16%24,43%6,12%

5,77%

2,57%30,10%

7,85%

intervento; una diagnosi imprecisa o incom-pleta invece ci porta inevitabilmente a intra-prendere iniziative inadeguate, se non del tutto errate. La prima cosa da fare è stabilire il tipo di campione di latte che si intende usare (latte di massa, latte individuale, latte di quarto in pool e latte di singolo quarto). Ciascuno di questi campioni ha pregi e di-fetti e in alcuni casi questi ultimi prevalgono. La tabella 6 riassume le caratteristiche dei diversi tipi di campione.Nell’applicare un programma di gestione sa-nitaria razionale si raccomanda di utilizzare il campione di latte di singolo quarto.

QUALI ANIMALI PRELEVARELa scelta del numero di campioni da preleva-re è altrettanto importante come le modalità di prelievo. Il sistema migliore è quello che riguarda l’intera mandria, tuttavia quando quest’ultimo aspetto rappresenta un osta-colo (economico e pratico), oppure non si ritenga di affrontare tale impegno di lavoro, va sicuramente data la preferenza al prelievo di un campione rappresentativo degli ani-

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Modalità di prelievoLe modalità di prelievo sono un punto fon-damentale per poter effettuare una diagnosi corretta.È importante ricordare che in allevamenti dove la disinfezione post mungitura non viene applicata, prima di procedere al pre-lievo di campioni di latte, è indispensabile che questa venga introdotta e i capezzoli vengano regolarmente disinfettati dopo mungitura per almeno una settimana prima di effettuare i prelievi. Tale pratica oltre ad avere dei notevoli benefi ci per la prevenzio-ne delle mastiti, è fondamentale per ridurre la probabilità di avere campioni inquinati.Una volta prelevati i campioni dovranno essere refrigerati immediatamente (4 °C) e

TABELLA 6 - Caratteristiche dei campioni di latte ai fi ni diagnostici

Latte di masse

pro- facile esecuzione- basso costo- rappresentativo della mandria

contro

- impossibile asepsi- infl uenzato da carica batterica totale

e igiene mungitura- se negativo non garantisce indennità

da agenti contagiosi- inutile per individuare problemi da batteri

ambientali e opportunisti

4 quarti (pool)

pro - riduzione tempi di prelievo- potenziale riduzione costi d’indagine

contro

- in presenza di un’infezione in un singoloquarto, o di bassa carica microbica, si ha un effetto «diluizione» che determina la comparsa di un’alta frequenza di «falsi negativi» (l’infezione non viene rilevata pur essendo presente)

- signifi cato dell’identifi cazione dei patogeni ambientali discutibile

- impossibile individuare il quarto da trattare

Singolo quarto

pro

- precisa identifi cazione dei quarti infetti- basso numero di «falsi negativi»- identifi cazione della specie batterica

presente e possibilità di valutarne la sensibilità antimicrobica

contro - potenziali maggiori costi - lieve aumento del tempo di prelievo

mali in lattazione. Tale scelta può essere fatta mediante una valutazione epidemiologica e opportuni calcoli che permet-tono di defi nire il numero di campioni minimo da prelevare per identifi care la presenza dei principali patogeni contagiosi, ambientali e opportunisti. Tale approccio permette di defi nire quali animali prele-vare anche in funzione delle dimensioni dell’allevamento o del gruppo di animali con-siderato (tabella 7).Nella scelta degli animali è fon-damentale che si eviti di pre-levare animali che abbiano un contenuto cellulare superiore a 1.500.000 cellule o che abbiano subìto un trattamento antibio-tico nell’ultimo mese, poiché la probabilità di avere un cam-pione negativo è estremamente elevata. Pertanto, prelevare il latte degli animali cosiddetti «problema» è una procedura da evitare perché se il contenuto cellulare è elevato, il processo infi ammatorio si è già manifestato e nel latte sono presenti nume-rose sostanze antibatteriche, la possibilità di trovare batteri in tali campioni è relati-vamente bassa. In pratica, molte volte tali campioni risulteranno negativi e non si tro-veranno quindi i batteri che hanno causato il problema, perché già eliminati dalle difese immunitarie. Va anche ricordato che il 50% circa dei quarti batteriologicamente positivi ha un contenuto cellulare inferiore a 100.000 cellule/mL. Quindi l’identifi cazione degli ani-mali infetti selezionando i campioni in base al numero di cellule somatiche è estrema-mente rischiosa, soprattutto se l’obiettivo è il contenimento delle mastiti contagiose.

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XIII

I quaderni di Stalle da latte

PER POTER APPLICARE UNA CORRETTA TERAPIA PER LE MASTITI È NECESSARIO:◾ CONOSCERE IL BATTERIO O I BATTERI

CHE DETERMINANO I PROBLEMI;

◾ STABILIRE QUALI SONO I PRINCIPI ATTIVI PIÙ IDONEI ALLA SOLUZIONE;

◾ DEFINIRE IL PROTOCOLLO TERAPEUTICO VERO E PROPRIO.

TABELLA 7 - Numero di campioni di latte da prelevare in funzione delle dimensioni dell’allevamento

BovineDimensioni gruppo considerato

(n. bovine in lattazione)

fi no a 60 60-200 oltre 200

Animali nell’ultimo mese di lattazione 7 12 18

Bovine fresche 6 8 12Bovine con numero di cellule somatiche compreso tra 500 e 1.500 /μL

2 4 6

trasportati refrigerati al laboratorio entro 24 ore dal prelievo. I campioni così raccol-ti possono essere congelati, ma in tal caso l’eventuale conteggio delle cellule somatiche sarà meno preciso.Il grafi co 3 riassume le procedure necessarie per effettuare un corretto prelievo.

Da un corretta diagnosi un corretto antibiogrammaLa terapia è uno strumento importantissimo da utilizzare nella buona conduzione del-l’allevamento. La terapia della mastite ha lo scopo di combattere le infezioni batteriche della mammella con prodotti ad azione an-tibiotica che devono essere somministrati secondo precisi protocolli.Per ottenere il miglior tasso di cura è fon-damentale scegliere l’antibiotico più appro-priato tenendo conto degli agenti batteri che più frequentemente causano le mastiti nel proprio allevamento.La selezione della terapia corretta è essenzia-le, ma è altrettanto importante una corretta gestione della stessa per migliorare i tassi di guarigione, evitando i trattamenti di animali con scarse probabilità di guarigione.Con i campioni di latte inviati al laboratorio e analizzati si possono conoscere i batteri che causano le mastiti, ma anche la loro sen-

sibilità/resistenza ai diversi antibiotici me-diante l’antibiogramma. L’antibiogramma è un test che mette a contatto il patoge-no isolato in vitro con diversi antibiotici e che determina il grado di sensibilità del batterio ai diversi principi attivi. L’antibiogramma è un test di laboratorio e deve essere usato conoscendone i limiti. In pratica, se la presenza di una resistenza è un chiaro segnale che il dato principio attivo è ineffi cace, una sensibilità non è una garanzia di guarigione. Quindi, l’antibiogramma va

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➊ MATERIALE NECESSARIO:• provette in plastica sterili con tappo colora-to (bianco, blu, rosso e verde) e contenitore per le provette;• moduli per la registrazione dei campioni;• materiale per disinfettare il capezzolo pri-ma del prelievo (alcol + cotone o fazzoletti disinfettati).

➋ NUMERAZIONE PROVETTE E IDENTIFICAZIONE ANIMALI• Numerare progressivamente le provette con pennarello indelebile; (le prime 4 pro-vette con i 4 colori diversi avranno il nu-mero 1, il secondo gruppo di 4 provette il 2, ecc.);• nei «fogli prelievo» associare al numero 1 il numero aziendale della prima vacca pre-levata, al numero 2 la seconda, ecc.;• inserire al momento del prelievo o subito dopo gli altri dati richiesti (data di nascita e data del parto).

➌ PROCEDURA DI PULIZIAE DISINFEZIONE DEL CAPEZZOLO• Se il capezzolo è pulito pulire con carta a perdere ciascun quarto, evitare di usare la stessa carta per altri animali;• se il capezzolo è sporco pulire con deter-gente (schiuma) lasciare agire per almeno 30 secondi, poi asciugare molto bene con carta a perdere.Disinfettare con molta attenzione il capez-zolo con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, oppure disinfettare con un fazzoletto imbevuto di disinfettante.

➍ PROCEDURA DI PRELIEVO• Mungere 3-4 getti di latte per ciascun quar-to sul pavimento o in un recipiente, senza bagnarsi le mani con il latte;• stappare la provetta che corrisponde al quarto da prelevare, evitando di contaminare il tappo (tenendolo sulla posta o in bocca);• procedere al prelievo di latte nelle provette con tappo colorato con il seguente schema:

• accertarsi di riempire bene la provetta➎ CONSERVAZIONEE INVIO DEI CAMPIONI• Mantenere le provette in frigorifero prima della consegna;• mantenere i panetti refrigeranti in conge-latore;• assicurarsi che le provette non possano aprirsi durante il trasporto (ad esempio, av-volgerle in pellicola trasparente);• poco prima che i campioni vengano inviati in laboratorio, mettere in un con-tenitore di polistirolo provette e panetti refrigeranti;• se le provette non sono in un contenitore evitare di mettere a diretto contatto i panetti e le provette avvolgendole nella carta.

IL CORRETTO PRELIEVO DEL CAMPIONE DI LATTE PER LA DIAGNOSI DI MASTITE

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I quaderni di Stalle da latte

usato non tanto per scegliere l’antibiotico da usare, quanto per scegliere gli antibiotici da non usare perché il batterio è già risultato resistente. A tale scopo non è necessario saggiare tutti i principi attivi e, ancora meno, tutti i prodotti presenti sul mercato. Al contrario, un antibiogramma effettuato in modo corretto comprenderà tutti le moleco-le che possono essere considerate standard per le diverse classi di antibiotici e procede-rà alla misura del diametro di inibizione e quindi alla valutazione della sensibilità/re-sistenza in base a tabelle standard.

CONCLUSIONILa mastite è una malattia che continua a co-stare molti soldi ai nostri allevatori. Tuttavia, molto spesso si sottovaluta l’effettivo costo di questa patologia a causa della sua na-tura subclinica e cronica che distribuisce le perdite e le spese per lunghi periodi e perché alcuni dei fattori, come la riduzione di produzione e la maggiore frequenza di eliminazione dei soggetti colpiti, non sono facilmente evidenziabili. Una recente inda-gine svolta in Italia (Zecconi e Di Bella, 2013) ha permesso di calcolare come le mastiti cliniche portino a costi compresi tra 96 e 263 euro/caso. Ancora più evidenti e preoccupanti le per-dite calcolate per l’insieme delle mastiti

cliniche e subcliniche, che sono di oltre 300 euro/capo allevato. Tale valore è una zavorra notevole che riduce sensibilmente la competitività e la sostenibilità dei nostri allevamenti. Quindi gli allevatori, ma anche le diverse componenti della fi liera latte, de-vono cercare di affrontare razionalmente ed effi cacemente tale problema. Uno dei pilastri per affrontare razionalmente il problema è sicuramente rappresentato da una corret-ta diagnosi. Ancora una volta va ricordato che gli strumenti per controllare la mastite ci sono, sono applicabili e sono senz’altro meno costosi dei danni provocati dalla ma-lattia, basta avere la volontà e la pazienza di usarli, coadiuvati in questo da tecnici seri e preparati.

Bibliografi aNeave F. K. (1975) - Diagnosis of mastitis by bacteriological methods alone. In: Proc. IDF Seminar on mastitis control. FIL-IDF, Reading UK: 19-36.Zecconi A., Di Bella L. (2013) - La mastite costa più di 300€ capo. L’Informatore Agrario (Supplemento Stalle da latte), 29: 23-26.Zecconi A., Hamann J., Bronzo V., Ruffo G. (1992) - Machine-induced teat tissue reactions and infection risk in a dairy herd free from contagious mastitis pathogens. Journal of Dairy Research, 59(3): 265-271.Zecconi A., Mazzilli M., Piccinini R. (2009) - Epidemiological pattern of intramammary infection during a mastitis control program. In: Proc. 1st European Buiatric Forum, Marseille: 87.Zecconi A., Piccinini R. (2009) - Lotta effi cace alla mastite se i batteri sono noti. L’Informatore Agrario (Supplemento Stalle da latte), 44(38): 1-5.Zecconi A., Di Pietro M., Fantini A., Sangiorgi F. (2010) - Mastite bovina. Manuale pratico per un effi cace controllo in stalla. Edizioni L’Informatore Agrario, Verona.

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