Come accogliere le donne vittime di...
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Come accogliere le donne vittime di violenza?
Presentazione del percorso formativo
Bologna, 19 marzo 2018
Silvana BORSARI -Viola DAMEN – Francesca RAGAZZINIRegione Emilia Romagna
Da dove nasce:
Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere- anno 2015:
Formazione per le figure professionali che si occupano delle vittime e degli autori di atti di violenza di genere e domestica …. in un’ottica di cooperazione interistituzionale e ‘orientata’ in tre aree di intervento:
➢ Riconoscimento del fenomeno
➢ Presa in carico delle vittime
➢ Accompagnamento nel percorso di uscita dalla violenza
Da dove nasce:
Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020:
Formare le operatrici e gli operatori del settore pubblico e del privato sociale:
le Amministrazioni pubbliche garantiranno un’adeguata formazione iniziale e continua del proprio personale volta a:
➢ Favorire il riconoscimento immediato e l’emersione del fenomeno della violenza contro le donne ;
➢ Stabilire un’adeguata relazione con la (potenziale) vittima per evitare la vittimizzazione secondaria;
➢ Garantire la corretta presa in carico e gestione dei casi, tenendo in debita considerazione le condizioni di vulnerabilità multiple come quelle che caratterizzano i disabili, come anche le donne migranti
Da dove nasce:
Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (DPCM 25 novembre 2016):
Le Regioni sono state destinatarie di un finanziamento volto, tra le altre cose, a realizzare una formazione del personale del Pronto soccorso degli ospedali di tutta la regione, dei 118, delle rete di riferimento (ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale) per migliorare le capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza.
La progettazione:
Coordinamento in capo a:Servizio Politiche sociali e socio-educativeServizio Assistenza TerritorialeServizio Assistenza OspedalieraASSR – Area Formazione
Supporto di un Comitato scientifico: rappresentanti di RER, AUSL Formazione, Centri antiviolenza, Servizi sociali Territoriali, Città Metropolitana, Consultori, Centri LDV, PS,.
Referenti AUSL per organizzazione Formazione:• Annamaria Ferraresi, dell’Azienda Ospedaliera Università di Ferrara – per AVEC• Lodovica Cavalli, dell’Azienda Usl di Piacenza- Per AVEN• Pierdomenico Lonzi /Emanuela Manzari dell’Azienda Usl della Romagna – per
Romagna
Finalità del progetto
Migliorare le capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza e definirne i protocolli integrati locali di assistenza e contrasto alla violenza di genere e alla violenza assistita avvalendosi della professionalità delle operatrici dei centri antiviolenza, del personale sanitario e socio-sanitario che presta servizio presso i dipartimenti di emergenza e i PS nel rispetto delle linee di indirizzo per il soccorso e l’assistenza delle donne vittime di violenza (Allegato E del Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere).
Le professionalità che entrano in contatto con i destinatari del “Percorso per le donne che subiscono violenza” devono essere in grado di individuare i casi di violenza dichiarati, le situazioni di rischio e gli eventi sentinella, fornire assistenza specifica secondo un modello condiviso e attraverso una rete di servizi dedicati, che operano secondo modalità strettamente integrate.
Destinatari formazione e livelli intervento:
•personale del Pronto Soccorso degli ospedali
•personale del 118
•personale della rete di riferimento (ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale)
Formazione in aula per
facilitatori delle reti
(Area Vasta)
Tutti i componenti della rete a livello distrettuale
(Sanità, sociale, forze dell’ordine, Centri antiviolenza, associazionismo, ecc.)
Formazione intervento (Ambito distrettuale)
Potenzialmente tutti gli operatori della rete dei servizi (in servizio e neo assunti)
FAD (livello regionale)
2 moduli: violenza di genere,violenza assistita sui minori
Durata del percorso:
56 ore così suddivise:
A queste si aggiungono 2 giornate seminariali di apertura e chiusura del progetto.
Avvio del progetto formativo
Formazione in aula
facilitatori
(24 ore)
Formazione in aula
professionistidell’emergenza
Formazione sul campo
Reti distrettuali(12 ore)
Formazione a
distanza
(20 ore)
(24 ore)
Tempi di realizzazione
2017 2018
nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
Progettazione
complessiva
Progettazione e
realizzazione e-
learning
Evento di apertura
Formazione in aula
E-learning
Formazione-
intervento
Evento conclusivo
Contenuti (aree tematiche)
• il fenomeno della violenza di genere: le dimensioni e gli aspetti culturali (inclusa la resistenza allo svelamento), la violenza assistita quale aspetto di maltrattamento e abuso sui bambini.
• effetti della violenza sulla salute psico-fisica e sulle conseguenze sociali per le donne colpite, nonché su tutte le conseguenze per le/i bambine/i che assistono
• la violenza assistita e le diverse tipologie di maltrattamento/abuso sul minore, le conseguenze sullo sviluppo e l’importanza di assumere un approccio integrato di intervento/accoglienza/trattamento
• la normativa nazionale e regionale in materia, nozioni giuridiche
• l’assistenza in emergenza alla donna vittima di violenza (accoglienza, presa in carico, valutazione del rischio, passaggio in carico…)
• l’assistenza ai minori vittime di violenza diretta o indiretta (accoglienza, presa in carico, valutazione del rischio, passaggio in carico ….)
• strumenti (segni e sintomi) e indicatori standardizzati per una corretta identificazione e registrazione dei casi sia di violenza di genere che sui minori
• strategie comunicativo-relazionali nell’identificazione dei casi, accoglienza e presa in carico
• principi e strumenti per il funzionamento delle reti
• le reti per l’accoglienza alle vittime di violenza: componenti, modalità di funzionamento, strumenti di gestione e facilitazione, criticità
• strumenti e protocolli operativi: es. strumenti di screening (compresi gli strumenti per la valutazione del rischio di recidiva), sistemi informativi, definizioni e strumenti di registrazione…
Competenze coinvolte nella formazione
Le/i docenti sono selezionati tra esperti dei singoli temi (anche attingendo alle elevate professionalità presenti nel territorio regionale), provenienti dalle diverse professionalità coinvolte al fine di assicurare una formazione multidisciplinare:
• Operatori dei Centri anti violenza
• Assistenti sociali
• Psicologi
• Ostetriche/medici di Consultorio
• Forze dell’ordine
• Medici legali
• Operatori dell’Emergenza urgenza
• Esperto di Organizzazione dei servizi sociali e sanitari (reti)
• …..
Partecipanti formazione in aula:
Accogliere le donne vittime di violenza - Un progetto formativo per gli operatori della rete dei servizi
AREA VASTA/AUSL
AREA TERRITORIALE
Profilo sociale profilo sanitarioTOTALE
N. partecipanti N. partecipanti
AVEN 18 19 37
AVEC 16 12 28
ROMAGNA 9 1 10
TOTALE 43 32 75
AREA VASTA/AUSL AREA EMERGENZA
N. partecipanti
AVEN 33
AVEC 21
ROMAGNA 14
TOTALE 68
Ad oggi 143 operatori iscritti
Perché un focus sull’emergenza urgenza?
Nell’articolata rete di offerta di servizi sanitari, il Pronto Soccorso in particolare riveste un ruolo centrale a garanzia dei percorsi per condizioni di elevata gravità e con esiti fortemente dipendenti dall’immediatezza della risposta sanitaria (per es. infarto, traumi, sepsi, ictus ecc.) ma è anche uno snodo fondamentale tra l’ospedale e il territorio nella gestione dei percorsi per i pazienti portatori di bisogni complessi anche dal punto di vista socio-sanitario.
Di fatto rappresenta una delle principali porte di accesso all’ospedale (la maggior parte dei ricoveri ordinari avviene a seguito di un accesso in PS) ma in alcuni casi, in particolare per i gruppi della popolazione più vulnerabili, dell’intero sistema dei servizi.
Proprio per le sue caratteristiche, il Pronto Soccorso oggi si caratterizza sempre più con una doppia veste: da un lato come servizio ad alta specializzazione per la gestione di quadri clinici complessi, dall’altra come un servizio di prossimità, di bassa soglia e di potenziale raccordo tra il sanitario e i servizi territoriali.
Il Pronto Soccorso oltre ad essere il luogo appropriato per trattare patologie acute è un osservatorio privilegiato per evidenziare la correlazione esistente tra problemi sociali e sanitari.
Partendo dalla richiesta di una prestazione sanitaria si coglie l’occasione per indirizzare gli utenti che lo necessitano o lo richiedono verso altri servizi sanitari e sociali presenti sul territorio. In questo modo, il Pronto Soccorso svolge una funzione di ponte e diventa un nodo nella rete dei servizi socio-sanitari.
Il punto di vista dei professionisti
… noi vediamo spesso persone… donne soprattutto e bambini, anche,
che si presentano per un trauma anche piccolo che poi capisci che dietro non c’è solo quello…. ma di
solito non te lo dicono (medico)
… non sai neanche dove indirizzarla. Ipotizziamo che
riconosci il problema, dove lo indirizzi? A chi lo mandi?”
(Infermiere)
… poi magari c’è anche la persona che ti chiede il numero di telefono “posso avere il
suo numero di telefono che se ho bisogno”, io gliel’ho anche dato, dico la verità, però in quel
momento lì mi son sentita di darglielo, dopo dico mah forse ho fatto male, anzi, sicuramente ho
fatto male, però in quel momento mi sembrava una persona bisognosa e io l’ho fatto” (Infermiera)
Che cosa si può fare?
Molte risposte volte a risolvere problemi complessi nasconocreando reti formali o informali.
Il modello organizzativo in rete è sicuramente il più efficaceanche per promuovere l’equità di accesso e l’appropriatezzanella presa in carico sanitaria e sociale.
In base all’esperienza, i legami rappresentano l’aspetto più fragile delle reti ed allo stesso tempo sono le fasi in cui è più facile che l’utente si «perda».
Qualsiasi intervento volto a consolidare i rapporti tra i nodi e ad accompagnare l’utente riduce la possibilità che i soggetti più fragili escano dal percorso.
PRESENZA DI PERCORSI STRUTTURATI ALL’INTERNO DEI PS
Tutte le strutture hanno definito percorsi strutturati in tutti i PS generali e/o specialistici (ostetrico-ginecologici)
• Nella maggior parte dei casi sono già disponibili procedure interne che definiscono le modalità di comportamento per i professionisti (negli altri casi le procedure sono in via di formalizzazione)
Ricognizione 2017
Cosa prevedono i percorsi?
Presenza di codici di accesso prioritario
71%
Identificazione di figure di riferimento nell’equipe di PS
65%Identificazione di
spazi dedicati e riservati
94%
Comportamenti ed azioni in caso di violenza sessuale
94%Modalità per la
dimissione da PS e affidamento alla rete
100%
Le reti
• Le reti formalizzate prevedono da un minimo di 1 ad un massimo di 19 interfacce strutturate
DONNE MINORI
Le reti formalizzate prevedono da un minimo di 1 ad un massimo di 10 interfacce strutturate
La formazione • Complessivamente nell’ultimo triennio sono stati erogati dalle aziende sanitarie e altri enti (RER, Ordine dei medici, ecc.) più di 50 eventi formativi relativi ai temi della violenza di genere e dell’abuso sui minori.
• I destinatari sono molto vari e per lo più si tratta di iniziative non dedicate al personale dell’emergenza urgenza.
• La durata in ore è variabile ma generalmente molto inferiore alle 20 ore.
• Si tratta di iniziative «occasionali» che non coprono il bisogno delle equipes (anche alla luce del turn-over)
Il progetto formativo
Modalità di fruizione «flessibili»
Momenti di condivisione con gli altri servizi della rete
Contenuti specifici teorici e pratici
Formazione sul campo e discussione di casi
Fruibilità del modulo in FAD per i neoassunti/neoinseriti
Rispetto dello standard orario previsto dal DPCM
Il progetto formativo è stato pensato per rispondere ai bisogni dei professionisti della rete (con un’attenzione alle peculiarità dell’emergenza urgenza)