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Shostakovich I concerti per violoncello del grande compositore russo per la direzione di Gianandrea Noseda e l’archetto di Enrico Dindo su SACD Chandos. Sound and Music - Novità discografiche GENNAIO 2012

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ShostakovichI concerti per violoncello del grande compositore russoper la direzione di Gianandrea Nosedae l’archetto di Enrico Dindo su SACD Chandos.

Sound and Music - Novità discografi che GENNAIO 2012

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Hyperion 2APR 5CPO 6Chandos 8Testament 11Audite 12Tactus 12Urania 13Linn 14Analogue Production 15Esoteric 17JVC 17MA Recordings 18OMR 18ORG 20Pure Pleasure 22Speackers Corner 23Stockfi sch 24Girasuoni 24

Più premiati 26

Servizio Novità 25

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Primo piano 16

PINK FLOYDWISH YOU WERE HERE

THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO - VOL. 11MAX REGERTanja Becker-Bender, violinoKonzerthausorchester Berlin, Lothar Zagrosek

CDA67892 (CD alto prezzo)

M. Reger: Concerto per violino e orchestra op. 101; Due Romanze per violino e orchestra op. 50Max Reger è uno di quei compositori che vengono più discussi che eseguiti, al punto che spesso viene dipinto come un prolifi co autore di opere per organo con una spiccata propen-sione per le elaborate archi-

tetture contrappuntistiche. A dispetto di questo ritratto tutt’altro che invitante, le opere di Reger non sono affatto privo di un’at-traente vena melodica: in particolare, le due romanze presen-tate in questo disco sono pervase da un meraviglioso lirismo, mentre il Concerto in la maggiore si colloca nel solco tracciato dai capolavori di Beethoven e di Brahms. Caratterizzato da una scrittura sinfonica sotto tutti i punti di vista, questo lavoro dura poco meno di un’ora, una durata molto simile a quella del quasi contemporaneo Concerto per violino e orchestra di Elgar. Tra i numerosi estimatori del concerto di Reger spicca il nome di Adolf Busch, che lo eseguì per la prima volta quando aveva appena 16 anni. Dopo aver suscitato unanimi consensi tra la stampa di tutto il mondo con i dischi dedicati a Schulhoff e a Pa-ganini, la giovane violinista tedesca Tanja Becker-Bender viene affi ancata dalla Konzerthausorchester Berlin diretta da Lothar Zagrosek nell’undicesimo volume della collana The Romantic Violin Concerto, una serie che sta dimostrando in maniera lam-pante quante opere di straordinaria bellezza composte tra il XIX e il XX secolo siano ancora in attesa di essere riscoperte.

Già disponibili:

THE ROMANTIC VIOLIN CONCERTO - VOLUME 10FREDERIC CLIFFE - FRÉDÉRIC D’ERLANGERP. Graffi n, violino; BBC National Orchestra of Wales, D. Lloyd-JonesCDA67838 (CD alto prezzo)

NICOLÒ PAGANINICAPRICCI OP. 1Tanja Becker-Bender, violinoCDA67763 (CD alto prezzo)EDITOR’S CHOICE (Gramophone)

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ERNŐ DOHNÁNYIINTEGRALE DELLE OPERE PER PIANOFORTE - VOL. 1Martin Roscoe, pianoforte

CDA67871 (CD alto prezzo)

E. Dohnányi: Quattro Rapsodie op. 11; Winter-reigen Dieci Bagatelle op. 13; Pastorale Canto natalizio ungherese; Tre Pezzi singolari op. 44; Valzer dalla Coppélia di Léo DelibesErnő Dohnányi è una delle figure più eclettiche della storia della musica,

avendo ricoperto tra le altre cose gli incarichi di diretto-re dell’Accademia Franz Liszt, direttore dell’Orchestra Filarmonica di Budapest, direttore artistico della Radio Ungherese, oltre a essere stato un didatta di grande pre-stigio. Dohnányi fu anche uno dei migliori pianisti della sua generazione.Come pianista-compositore, la sua produzione trae origi-ne dalla tradizione del suo connazionale Franz Liszt e di Johannes Brahms, anche se la sua ricchissima tavolozza timbrica e il suo incontenibile slancio ritmico sono ascri-vibili solo a lui. Primo volume di un’integrale delle sue opere pianistiche curata da Martin Roscoe, questo disco abbraccia quasi mezzo secolo della carriera di Dohnányi, spaziando brillantemente dall’incontenibile virtuosismo delle Quattro Rapsodie alla garbata arguzia dei Tre Pez-zi singolari, composti nell’ultima fase della sua carriera. Martin Roscoe è considerato uno dei pianisti più versatili in circolazione, come si può notare dalle incisioni realiz-zate per la Hyperion, che comprendono un disco di tra-scrizioni bachiane, l’integrale delle opere per pianoforte di Carl Nielsen e ben quattro volumi dell’acclamata collana The Romantic Piano Concerto.

Martin Roscoe su HYPERION:

THE ROMANTIC PIANO CONCERTO - VOL. 6ERNŐ DOHNÁNYI

M. Roscoe, piano; BBC Scottish Symphony

CDA66684

CARL NIELSENINTEGRALE DELLE OPERE PER PIANO

M. Roscoe, pianoforteCDA67591/2

GABRIEL FAURÉSONATE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTEAlban Gerhardt, violoncello; Cecile Licad, pianoforte

CDA67872 (CD alto prezzo)

G. Fauré: Sonata n. 1 per violoncello e pianoforte op. 109; Sonata n. 2 per violoncello e pianoforte op. 117; Élégie op. 24; Romance op. 69; Papillon op. 77; Sérénade op. 98; Sicilienne op. 78; Allegro comodo (primo movimen-to a tempo più veloce della Sonata n. 1)

Dopo la trionfale antologia Casals Encores pubblicata qual-che mese fa, Alban Gerhardt e Cecile Licad arricchiscono la loro discografi a su Hyperion con una incantevole silloge di opere per violoncello e pianoforte di Gabriel Fauré.Le due sonate del compositore francese sono considerate tra i massimi capolavori del repertorio violoncellistico di tut-ti i tempi, da un lato guardando allo stile del XIX secolo e dall’altro rifl ettendo l’epoca in cui furono scritte, durante e subito dopo la fi ne della prima guerra mondiale.Da notare che quando compose queste opere Fauré aveva già superato i settant’anni di età. Dal momento che tra gli stu-diosi è tuttora in corso un’accesa discussione sulla velocità a cui andrebbe eseguito il movimento lento della Sonata n. 1, Gerhardt ha pensato bene di registrare due versioni alter-native, che l’ascoltatore può scegliere in base ai suoi gusti.Oltre alle sonate, il programma di questo disco comprende una serie di deliziose miniature, tra cui le celebri Sicilienne ed Élegie e Papillon, opera battezzata in questo modo a causa delle pressanti insistenza dell’editore di Fauré, che dimostrò sempre una spiccata avversione verso i titoli troppo sdolci-nati.

Già disponibile:

AA.VV.ENCORES

A. Gerhardt, violoncelloC. Licad, pianoforte

CDA67831

ALKAN - CHOPINSONATE PER VIOLONCELLO E PIANO

A. Gerhardt, violoncelloS. Osborne, pianoforte

CDA67624

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MICHAEL HEADOPERE VOCALIA. Tynan, soprano; C. Wyn-Rogers, mezzosopranoR. Williams, baritono; C. Glynn, pianoforte

CDA67899 (CD alto prezzo)

M. Head: Dear delight; Oh, for a March wind; Sweet Chance, that led my steps abroad; Tewke-sbury Road; The Estuary; Limehouse Reach; Over the rim of the moon; Oc-tober Valley; The Garden Seat; Foxgloves; The Vi-per; Had I a golden pound; Lean out of the

window; A Piper; A Green Cornfi eld; Love’s Lament; Star Candles; The little road to Bethlehem; Money, O!; Three Songs of Venice; My sword for the King; You cannot dream things lovelierChi è Michael Head? Se il suo nome oggi è quasi caduto nell’oblio, non bisogna dimenticare che la sua produzione fa onorevolmente parte del ricco patrimonio vocale del No-vecento inglese come le opere di Quilter, Gurney e Warlock. Nato nel 1900, Head condusse una modesta carriera di can-tante, pianista, insegnante, consulente radiofonico e giudice di concorsi musicali, scrisse la sua prima opera vocale (The ships of Arcady) a 19 anni e studiò alla Royal Academy of Music, dove venne nominato professore di pianoforte all’e-tà di 27 anni, posto che mantenne per tutta la vita. Al centro della sua produzione ci sono oltre cento opere vocali, che egli era solito eseguire da solo, cantando e accompagnan-dosi al pianoforte. Il programma di questo disco ne propone un’ampia scelta, comprendente opere basate su testi di Wal-ter de la Mare, John Masefi eld e Christina Rossetti e in gran parte ispirate alla fl ora, alla fauna, alle stagioni mutevoli e ai pittoreschi paesaggi dell’Inghilterra. Questi incantevoli lavori ci vengono proposti nella brillante esecuzione di tre delle stelle più luminose del panorama vocale del Regno Unito, Ailish Tynan, Catherine Wyn-Rogers e Roderick Williams, accompagnati dal pianista Christopher Glynn.

GEORG FRIEDRICH HÄNDELHANDEL IN HAMBURGThe Parley of Instruments, Peter Holman

CDH55324 (CD medio prezzo)

G.F. Händel: Suite da Almira HWV1; Suite dell’opera Nero HWV453; Concerto per oboe, archi e basso continuo HWV287; Suite dalle opere Florindo e Daphne HWV336 e HWV352-4; Ouverture da Rodrigo HWV5

Nel 1703 il diciottenne Händel giunse ad Ambur-go, dove trascorse quattro anni e scrisse diverse ope-re per il teatro cittadino. In quel periodo il teatro dell’opera di Amburgo metteva in scena lavori quanto mai eclettici, nei quali ai recitativi e alle arie in tedesco se ne ag-

giungevano altre in italiano e in francese, il tutto alternato a brani strumentali di ampio respiro. Händel si adeguò senza problemi a questo stile molto eterogeneo, come si può facil-mente notare ascoltando questo disco di grandissimo interes-se, che propone una bella silloge di lavori strumentali (nella maggior parte dei casi in stile francese) scritti dal grande compositore di Halle durante la sua permanenza nella città anseatica, molti dei quali in prima registrazione mondiale.

FRANZ SCHUBERT - JOHANN NEPOMUK HUMMELQUINTETTI PER ARCHI E PIANOFORTEThe Schubert Ensemble of London

CDH55427 (CD medio prezzo)

F. Schubert: Quintetto per archi e pianoforte D.667 La trota J.N. Hum-mel: Quintetto per piano-forte e archi op. 87Il Quintetto di Franz Schubert non ha bisogno di alcuna presentazione ed è senza dubbio l’ope-ra musicale più famosa intitolata con il nome di

un pesce. Schubert la compose su commissione di Sylvester Paumgartner, di giorno ricco proprietario di miniere e di not-te violoncellista dilettante di buon talento, che non si limitò a raccomandare al grande compositore viennese di utilizzare la melodia del Lied Die Forelle per una serie di variazioni, ma pretese anche un organico quanto meno insolito, compren-dente un violino, una viola, un violoncello, un contrabbasso e un pianoforte. L’organico era insolito ma comunque non unico, visto che Johann Nepomuk Hummel lo aveva inau-gurato con il suo Quintetto in mi bemolle maggiore, che Paumgartner voleva eseguire con quello di Schubert in una delle soirées musicali che teneva spesso a casa sua. Questi deliziosi quintetti non potevano trovare interpreti migliori dei componenti dello Schubert Ensemble of London, una delle formazioni che sanno cogliere meglio lo spirito delle opere cameristiche del primo Romanticismo.CRITICS’ CHOICE (Gramophone).

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AA.VV.THE EARLIEST SONGBOOK IN ENGLANDGothic Voices, Christopher Page

CDH55297 (CD medio prezzo)

Verbum patris umanatur O O; In hoc ortus occi-dente; Regis cuius poten-tia; Ecce torpet probitas; Magno gaudens gaudio; Rerum Deus conditor; Cantu miro; Vacillantis trutine; In natali novi re-gis; Diastematica; Divi-no maduit; Virgo mater salvatoris; Tronus regis

instauratur; Benedicamus Domino: Spiritus almi; Adulari nesciens; Agnus Dei: Qui pius est factus; Resonet, intonet; Ad honorem salvatoris; Ad honorem salvatoris; Argumen-ta faluntur fisice; Flos floriger; Licet eger cum egrotis; Ad cantus letitieRedatto con ogni probabilità intorno al 1200, questo pre-zioso manoscritto conservato nella Biblioteca della Cam-bridge University cadde in disuso nell’arco di una sola generazione e molti suoi fogli vennero riutilizzati per un altro libro. Già vergato senza particolare cura, questo ma-noscritto in seguito era stato deteriorato dall’uso e dall’u-midità, macchiato e usurato dal tempo, tuttavia il fatto che le sue pagine fossero state usate per un altro libro ha fatto sì che ignoti benefattori lo conservassero in condizioni tutto sommato accettabili. Da allora il manoscritto venne dimenticato e rimase per circa sei secoli in attesa di qual-che studioso che lo riscoprisse.Questo splendido disco propone quasi tutte le opere conte-nute nel manoscritto. Fino a questo momento i musicologi non sono riusciti a stabilire con certezza dove sia stato realizzato, anche se si ritiene che si tratti di una importante istituzione religiosa, che in quel periodo poteva contare su un gruppo di cantori dotati di un talento eccezionale per l’epoca.La maggior parte dei brani contenuti in questo manoscritto si riferiscono alla feste principali dell’anno liturgico, tra cui quelle che cadono nel tempo forte compreso tra Natale e Capodanno.Per questo motivo, molti di questi brano sono basati su testi gioiosi. «Uno scrigno di musica e di poesia riportato finalmente alla luce» (Early Music Today)EDITOR’S CHOICE E CRITICS’ CHOICE.

AA.VV.INTEGRALE DELLE REGISTRAZIONI SOLISTICHEMoriz Rosenthal, pianoforte

APR7503 (5 CD a prezzo speciale)

Opere di Fryderyk Cho-pin (Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra, Sonata n. 3, Berceuse, Tarantella, Studi, Mazur-ke, Notturni, Preludi e Valzer), Isaac Albéniz, Claude Debussy; Georg Friedrich Händel, Anatol Liadov, Franz Liszt, Franz Schubert e Moriz

RosenthalMoriz Rosenthal (1862-1940) appartiene alla prima gene-razione di pianisti di cui ci sono pervenute testimonianze discografiche significative e il fatto che sia stato uno dei più importanti allievi di Franz Liszt rende le sue incisioni documenti della massima importanza per farsi un’idea del-lo stile esecutivo dei pianisti ottocenteschi.All’inizio della sua carriera Rosenthal era considerato un virtuoso in possesso di una tecnica impeccabile e, seb-bene abbia iniziato a registrare dischi solo in tarda età, questa caratteristica appare evidente nelle due parafrasi straussiane presentate in questo imperdibile cofanetto del-la Appian, tuttora ritenute il vertice insuperato di un vir-tuosismo portato alle estreme conseguenze. In ogni caso, Rosenthal dovrebbe essere ricordato soprattutto per le sue sublimi interpretazioni delle opere di Chopin.Da ragazzo Rosenthal ebbe la possibilità di studiare con Karol Mikuli, uno degli allievi più carismatici del grande compositore polacco, e il lirismo libero e assolutamente originale con cui si accosta alle mazurke a ad altre brevi miniature di Chopin può essere considerato molto vicino alle intenzioni dell’autore.Questo cofanetto offerto a un prezzo molto conveniente raccoglie per la prima volta in CD tutte le registrazioni effettuate da Rosenthal, comprese due incisioni riscoperte di recente in Argentina e in Giappone che riprendono il meraviglio sono concerto organizzato per celebrare il suo 75° compleanno.

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GEORG FRIEDRICH HÄNDELCONCERTI GROSSI OP. 3Concerto Copenhagen, Lars Ulrik Mortensen

CPO777488 (CD alto prezzo)

Il Concerto Copenhagen diretto da Lars Ulrik Mor-tensen è considerato una delle migliori formazioni di strumenti originali del mondo, come si può nota-re dalla meravigliosa vita-lità delle sue esecuzioni, della sua eccezionale pa-dronanza stilistica e dalla sua spiccata musicalità,

che nel corso degli anni sono diventate le sue caratteristiche salienti. Queste qualità hanno convinto la CPO ad affi dare al Concerto Copenhagen l’esecuzione dei Concerto grossi op. 3 di Händel, uno dei più grandi capolavori della letteratura ba-rocca. In questa raccolta di sei lavori pubblicata nel 1734 Händel riprese il genere che era stato portato ai massimi li-velli da Arcangelo Corelli e Francesco Geminiani, facendo spesso ricorso a composizioni scritte in precedenza. La scelta di dedicarsi ai concerti grossi si spiega anche con la grande predilezione che il compositore sassone nutriva per la musica italiana, maturata un quarto di secolo prima nel corso del suo lungo soggiorno in Italia, che lo vide mietere veri e propri trionfi a Firenze, Roma, Napoli e Venezia. Come si sa, l’espe-rienza italiana consentì a Händel di perfezionare la sua tecni-ca compositiva, prendendo il gusto per la cantabilità tipica del nostro paese, affi nando il suo modo di trattare gli archi e di sviluppare maggiormente le sue costruzioni armoniche. Per questa ragione, i Concerti grossi op. 3 non formano un insieme omogeneo, ma costituiscono piuttosto una sorta di compendio dell’eclettica creatività di Händel.

GEORG BÖHMINTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANOFriedhelm Flamme, organo

CPO777501 (2 SACD alto prezzo)

G. Böhm: Praeludium in do maggiore; Ach wie nichtig, ach wie fl üchtig; Allein Gott in der Höh sei Ehr; Auf meinen lie-ben Gott; Aus tiefer Not schrei ich zu dir; Christe, der du bist Tag und Licht; Christ lag in Todesbanden; Christum, wir sollen loben schon; Erhalt uns, Herr, bei deinem Wort; Capriccio in re maggiore; Praeludium in sol minore; Prae-

ludium in sol maggiore; Praeludium in fa maggiore; Menuett in sol maggiore; Praeludium in re minore; Freu dich sehr, o meine Seele; Gelobet seist du, Jesu Christ; Herr Jesu Christ, dich zu uns wend; Jesu, du bist allzu schöne; Nun bitten wir den Heiligen Geist; Vater unser im Himmelreich; Vom Him-mel hoch, da komm ich her; Wer nur den lieben Gott laeßt walten; Praeludium in la minore

Nell’ottavo volume della collana della CPO dedica-ta al repertorio organistico della Germania settentrio-nale Friedhelm Flamme esegue l’integrale delle opere di Georg Böhm sull’organo Creutzburg della Chiesa di San Ciria-co di Duderstadt. Nato in Turingia 24 anni prima di

Bach, Böhm era l’organista della Chiesa di San Giovanni di Lüneburg durante la permanenza in città del futuro Thoma-skantor di Lipsia. Anche se non ci sono pervenuti documenti in grado di testimoniare un rapporto diretto tra i due come maestro e allievo, la presenza in città di un giovane musicista dotato di grande talento come Bach non deve essere sfuggita al più anziano organista. Molte delle opere organistiche di Böhm sono basate su melodie di corali e la maggior parte dei venti lavori giunti fi no ai giorni nostri rivelano una grande varietà formale. In questo corpus ridotto ma di notevole livel-lo qualitativo spiccano i temi con variazioni, che Böhm chia-mò in diversi modi, tra cui “partita” e “variatio”. L’ascolto di queste opere - soprattutto quelle caratterizzate da una elabo-rata scrittura nei registri acuti e grave - dimostra quanto gran-de fosse l’arte di Böhm.

CARL PHILIPP EMANUEL BACHDIE ISRAELITEN IN DER WÜSTESolisti, Salzburger Hofmusik, Wolfgang Brunner

CPO777560 (CD alto prezzo)

Carl Philipp Emanuel Bach compose l’oratorio Die Israeliten in der Wü-ste (Gli ebrei nel deserto) nel 1768, subito dopo aver ereditato da suo padrino Georg Philipp Telemann il prestigioso incarico di di-rettore della musica della città di Amburgo. Come biglietto di presentazione

a un pubblico notoriamente esigente, il secondogenito del sommo Cantor lipsiense scelse di mettere in musica un tema che gli offrisse la possibilità di sfoggiare una grande varietà

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espressiva e un argomento abbastanza neutro da risultare gra-dito a tutte le confessioni religiose presenti nella città ansea-tica. La prima parte di questo oratorio presenta alcuni apprez-zabili elementi teatrali, mentre nella seconda parte il libretto si concentra sui sentimenti provati dagli israeliti nel corso delle loro peregrinazioni nel deserto. I contemporanei saluta-rono con entusiasmo questo grande affresco biblico e Rei-chardt scrisse: «Quanta intensità nel grido di dolore di un popolo disperato, con quanta originalità viene tratteggiato il suo lamento rivolto a Dio, quanta maestosa autorevolezza pervade il discorso di Mosè, quanto sono commoventi le sue preghiere e che gioia pervade la scena conclusiva, che si di-stacca completamente dal desolato orrore che caratterizza le prime!». Un caposaldo della letteratura sacra della fi ne del XVIII secolo che ci viene riproposto da un cast di altissimo livello accompagnato dall’ensemble di strumenti originali Salzburger Hofmusik diretto con scarna retorica da un ispira-to Wolfgang Brunner.

HEINRICH VON HERZOGENBERGAN MUTTER NATUR - OPERE PER CORO MISTO A CAPPELLARheinische Kantorei, Hermann Max

CPO777728 (CD medio prezzo)

H. von Herzogenberg: Sei Lieder op. 10; Sei Gesänge op. 57; Salmo 116 op. 34; Zum Ernte-dank (Liturgische Gesän-ge op. 99 Parte V); Vier Choralmotetten op. 102 «Lo stile di Herzogenberg è simile al linguaggio di un uomo accorto e riser-vato, nel quale una com-

movente sincerità e una vigorosa brillantezza vanno spesso di pari passo, dando vita a un’espressione molto personale, con qualche tratto pervaso da un incontenibile pathos». Que-sto giudizio venne espresso dal grande musicologo tedesco Philipp Spitta, che con suo fratello minore Friedrich fu uno dei maggiori paladini del compositore originario di Graz. A quanto pare, questi due importanti esponenti dell’estabili-shment musicale tedesco apprezzavano il valore e l’ispira-zione del loro amico più di molti altri loro contemporanei come Brahms, a cui Herzogenberg cercò invano di piacere per tutta la sua vita. Philipp Spitta non fece mai mancare con-sigli e incoraggiamenti al suo spesso esitante amico, indiriz-zandone l’attenzione sulla cameristica e sul repertorio corale, che si rivelarono i suoi maggiori punti di forza. Collocandosi nel solco tracciato da Spitta, la CPO il mese scorso ha testi-moniato quanto ispirata fosse la produzione cameristica di Herzogenberg e questo mese dimostra la sua eccellenza in ambito sacro con uno splendido disco nel quale la Rheinische

Kantorei diretta da Hermann Max presenta una meravigliosa silloge di opere corali sacre e profane.

ANTON EBERLCONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA OP. 32 E OP. 40Paolo Giacometti e Riko Fukuda, fortepianoDie Kölner Akademie, Michael Alexander Willens

CPO777354 (CD alto prezzo)

Anche se oggi è diffi cile crederlo, Anton Eberl fu uno dei più ispirati rivali di Beethoven nell’ambito della musica strumentale nella Vienna dei primi anni del XIX secolo. Dopo aver tentato più volte sen-za successo di affermarsi come compositore di ope-re a Vienna, Eberl decise

di trasferirsi per qualche anno alla corte degli zar di San Pie-troburgo.Nel 1799 fece ritorno nella sua città natale, dove iniziò a de-dicarsi al repertorio strumentale, ottenendo nel giro di poco tempo una serie di clamorosi successi. In un diario di viag-gio vergato nel 1802 lo scrittore Julius Wilhelm Fischer mise Eberl sullo stesso piano di Beethoven: «Nel repertorio pia-nistico Beethoven e Eberl sono di gran lunga i compositori migliori. Entrambi possiedono uno stile innovativo, vigoroso ed energico, entrambi dimostrano di possedere una vena me-lodica inesauribile ed entrambi sono autori di opere tecni-camente molto diffi cili, ma in grado di dare agli interpreti grandi soddisfazioni ». Sotto l’aspetto stilistico, i concerti per pianoforte e orchestra op. 32 e op. 40 eseguiti in questo bellissimo disco della CPO su un fortepiano d’epoca si rial-lacciano al modello del concerto solistico sviluppatosi verso la fi ne del XVIII secolo.I concerti di Eberl fecero sul pubblico dell’epoca un’impres-sione «assolutamente splendida» e continuano a colpire gli appassionati odierni con l’originalità della loro scrittura, la brillantezza della loro parte solistica e la loro rigorosa coe-renza tematica. Una nuova grande scoperta della CPO, che ci viene proposta dai bravissimi fortisti Paolo Giacometti e Riko Fukuda accompagnati con piglio e molto buon gusto da una Die Kölner Akademie in forma smagliante diretta da un ispirato Michael Alexander Willens.

AA.VV.CONCERTI PER OBOE E ORCHESTRA ITALIANIOrchestra di Padova e del Veneto, D. Dini Ciacci, oboe e direzione

CPO777715 (CD alto prezzo)

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Concerti per oboe e or-chestra di Giovanni Bat-tista Sammartini, Vincen-zo Bellini, Gioachino Rossini, Gaetano Doni-zetti, Giuseppe Pilotti e Sante AguilarGrazie ai trenta concer-ti composti da Antonio Vivaldi, il repertorio per oboe e archi conobbe in

Italia durante il periodo barocco una fioritura senza pre-cedenti, che continuò anche nel secolo successivo. Questi concerti portarono il pubblico all’entusiasmo grazie alla loro straordinaria ricchezza melodica e all’eleganza natu-rale dello stile italiano. In questo disco di sorprendente bellezza Diego Dini Ciacci, uno dei più grandi virtuosi ita-liani, esegue una serie di concerti per oboe e corno inglese di Rosetti, Donizetti, Bellini, Sammartini, Pilotti e Aguilar dirigendo l’Orchestra di Padova e del Veneto, una delle or-chestre migliori del panorama italiano. Dini Ciacci vanta già al suo attivo uno splendido disco dedicato a Giuseppe Ferlendis (CPO777368), a proposito del quale il critico del sito klassik-heute.com ha scritto: «Non possiamo che lo-dare l’intensa interpretazione di questi concerti».

GEORG PHILIPP TELEMANNINTEGRALE DEI CONCERTI PER STRUMENTI A FIATO - VOL. 7La Stagione Frankfurt Michael Schneider

CPO907 (CD alto prezzo)

G.P. Telemann: Concer-to per oboe, archi e bas-so continuo TWV 51:c2; Quatuor per violino, due chalumeaux e basso con-tinuo TWV 43:F2; Con-certo per due flauti tra-versieri, fagotto, archi e basso continuo TWV 53:A1; Concerto per flauto dolce, fagotto, ar-

chi e basso continuo TWV 52:F1; Quatuor per due flauti traversieri, flauto dolce e basso continuo TWV 43:d1; Concerto per corno da caccia, archi e basso continuo TWV 51:D8I sei lavori presentati nel settimo e ultimo volume dell’in-tegrale dei concerti per strumento a fiato di Georg Philipp Telemann consentono agli appassionati del repertorio stru-mentale barocco di rendersi conto di quanto grande fosse la varietà stilistica del grande compositore di Magdebur-go. Un semplice confronto tra il breve Concerto per oboe, archi e basso continuo TWV 51:c2, composto all’inizio

della carriera, e il più ampio Concerto per flauto dolce, fagotto, archi e basso continuo TWV 52:F1 è più che suffi-ciente per farsi un’idea dello straordinario cammino com-piuto da Telemann in ambito orchestrale dai tempi in cui rivestì le cariche di Konzertmeister e maestro di cappella a Eisenach (1708-12) al periodo in cui venne chiamato a ricoprire il prestigioso posto di direttore della musica della città di Amburgo, che tenne dal 1721 al 1767, anno della sua morte. Come sempre, l’ensemble di strumenti originali La Stagione Frankfurt riesce a esprimere alla perfezione le stravaganze espressive, le elaborate architetture armo-niche e le meravigliose linee melodiche di Telemann. «Il programma di questo splendido disco propone musica di meravigliosa bellezza, che i musicisti diretti da Michael Schneider eseguono con grande fantasia e un approccio del tutto adeguato» (FonoForum luglio 2009, a proposito del quarto volume).

WOLFGANG AMADEUS MOZARTINTEGRALE DELLE SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE - VOL. 5Duo Amadè

CHAN0785 (CD alto prezzo)

W.A. Mozart: Sonata per violino e pianoforte K.454; Sonata per violi-no e pianoforte K.547Questo disco costitui-sce il quinto e ultimo volume dell’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Mozart, una collana che ha fatto letteralmente incetta di

riconoscimenti della stampa specializzata di tutto il mon-do, tra cui un Editor’s Choice per il primo volume e un Critics’s Choice per il secondo volume. In quest’ultimo volume il Duo Amadè sfoggia la medesima ispirazione e la stessa impeccabile eleganza stilistica, con un assoluto ri-spetto della prassi d’epoca. Considerata da oltre vent’anni una delle più autorevoli interpreti del repertorio antico per violino, Catherine Mackintosh ha dichiarato che questa in-tegrale delle sonate per violino e pianoforte costituisce per lei il coronamento del sogno di una vita. Nel Duo Amadè la Mackintosh è affiancata dal fortista Geoffrey Govier, che suona un fortepiano realizzato dal cembalaro di Cluny Christopher Clark sul modello di uno strumento di Anton Walter e la Mackintosh un violino costruito da Giovanni Grancino nel 1703. Questi strumenti conferiscono ai la-vori di Mozart una meravigliosa leggerezza e un’artico-

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lazione straordinariamente fresca, due caratteristiche che esprimono alla perfezione lo spirito dell’epoca in cui ven-nero composte.

WITOLD LUTOSŁAWSKIINTEGRALE DELLE OPERE ORCHESTRALI - VOL. 3Louis Lortie, pianoforteBBC Symphony Orchestra, Edward Gardner

CHSA5098 (SACD alto prezzo)

W. Lutosławski: Varia-zioni sinfoniche; Sinfo-nia n. 4; Variazioni su un tema di Paganini; Con-certo per pianoforte e orchestraIl terzo volume della se-rie dedicata dalla Chan-dos alla produzione del compositore polacco Wi-told Lutosławski abbina

la sua prima opera pervenutaci (le Variazioni sinfoniche) e la sua ultima sinfonia, alle quali si aggiungono due lavori per pianoforte e orchestra, un brano giovanile composto originariamente per due pianoforti (le Variazioni su un tema di Paganini) e il suo ultimo concerto. I protagonisti assoluti di questo splendido disco sono la BBC Sympho-ny Orchestra diretta da Edward Gardner e Louis Lortie, uno dei più grandi pianisti in circolazione. Lutosławski compose le Variazioni sinfoniche all’epoca in cui fre-quentava le lezioni di Witold Maliszewski al Conserva-torio di Varsavia. Quando presentò questo lavoro al suo insegnante, Lutosławski si sentì rispondere senza mezzi termini: «A mio giudizio, la sua opera è brutta sotto tutti gli aspetti». Un giudizio decisamente tranchant, che però dimostra quanto quest’opera fosse innovativa per l’epo-ca in cui venne composta. Meno di tre anni più tardi la Polonia venne invasa dalle truppe naziste e ogni attività musicale scomparve completamente. Il ruolo che fino ad allora era stato ricoperto dalle sale da concerto venne così assunto dai caffè musicali. Lutosławski iniziò a sbarcare il lunario in questi locali eseguendo un vasto repertorio di brani molto gradevoli, che si occupava anche di arran-giare con il pianista che suonava insieme a lui, Andrzej Panufnik. Purtroppo, le opere composte da Lutosławski e da Panufnik in questo periodo andarono distrutte durante la Rivolta di Varsavia e l’unica che riuscì a salvarsi furo-no le Variazioni su un tema di Paganini. Il programma di questo disco comprende anche il Concerto per pianoforte e orchestra e la Sinfonia n. 4, che richiese al compositore polacco ben quattro anni di lavoro e che tenne a battesi-mo lui stesso alla testa della Los Angeles Philharmonic Orchestra nel 1993, un anno prima della sua scomparsa.

DMITRI SHOSTAKOVICHCONCERTI PER VIOLONCELLO E ORCHESTRAEnrico Dindo, violoncelloDanish National Symphony Orchestra, G. Noseda

CHSA5093 (SACD)

D. Shostakovich: Concerto n. 1 per violoncello e orche-stra; Concerto n. 2 per violoncello e orchestraDmitri Shostakovich scrisse due concerti per violoncello e orchestra per il suo grande amico Mstislav Rostropo-vich. Il Concerto n. 1 venne composto nel 1959, un anno che si rivelò molto diffi cile per il compositore russo, che vide naufragare il suo secondo matrimonio e venne col-pito da un serio disturbo alla mano destra. Queste e altre spiacevoli vicissitudini personali costituiscono i princi-pali elementi alla base di questo concerto dai toni foschi e implacabili. Gli spigolosi temi del primo movimento cozzano l’uno contro l’altro, mentre il movimento lento raggiunge abissi espressivi che Shostakovich aveva toc-cato solo in occasione del Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra. Il Concerto n. 2 vide la luce nel 1966 e fu eseguito per la prima volta nel concerto organizzato per celebrare il sessantesimo compleanno del compositore, con Rostropovich nella parte del solista. Shostakovich decise di prendere parte a questo concerto solo all’ulti-mo minuto, in quanto era ancora sofferente di un recente infarto. A proposito di questo lavoro, Rostropovich disse che «pur essendo meno esplosivo [del precedente], sotto il profi lo dell’intensità espressiva questo concerto non è secondo a nessun’altra opera». Questo due caposaldi della letteratura orchestrale del XX secolo vengono ese-guiti in questo splendido disco dal violoncellista Enrico Dindo, che Rostropovich ha defi nito «un violoncellista dotato di un talento eccezionale, un artista a tutto tondo e un musicista del tutto maturo, che riesce a trarre dal suo strumento un suono di straordinaria bellezza e dalle infl essioni inconfondibilmente italiane». In questo disco Dindo è accompagnato dalla Danish National Sym-phony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda, artista esclusivo della Chandos.

PRIMASCELTAi miglioria prezzospeciale

€14.90 prezzo consigliatofi no al 29.02.2012

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BÉLA BARTÓKOPERE PER VIOLINO E PIANOFORTEJames Ehnes, violino; Andrew Armstrong, pianoforte

CHAN10705 (CD alto prezzo)

B. Bartók: Sonata n. 1 per violino e pianoforte BB 84; Sonata n. 2 per violino e pianoforte BB 85; Rap-sodia n. 1 per violino e pianoforte BB 94a; Rap-sodia n. 2 per violino e pianoforte BB 96a; An-dante per violino e piano-forte BB 26bQuesto disco rappresenta

il secondo volume di una serie dedicata alle opere per archi di Béla Bartók che vede assoluto protagonista James Ehnes, per l’occasione affi ancato dal pianista Andrew Armstrong in un programma che comprende oltre alle celebri sonate e rapsodie l’Andante in la maggiore per violino e pianoforte, l’unico lavoro giovanile per questo organico di Bartók giunto fi no ai giorni nostri.Dedicate alla violinista ungherese Adila d’Arányi, le due sonate di Bartók vennero composte tra il 1921 e il 1922. Di queste due opere, la Sonata n. 1 è senza dubbio quella con la struttura più tradizionale, pervasa da un’atmosfera di volta in volta distesa e turbolenta, ma sem-pre caratterizzata da una scrittura virtuosistica. Nella Sonata n. 2 Bartók si allontana dalla struttura classica e dalla scrit-tura tonale, imponendo al violinista di dimenticare lo stile esecutivo romantico. In alcuni passaggi il compositore un-gherese chiese una totale assenza di vibrato, una scelta da cui deriva un suono al tempo stesso elegante e lontano.Dedicate rispettivamente a Joseph Szigeti e a Zoltán Szekély, le due rapsodie per violino e pianoforte di Bartók affondano le loro radici nella gloriosa tradizione della musica popolare unghe-rese. Esuberanti e piene di vita, queste due opere sono molto vicine alle csárdás e sono strutturate secondo la tradizionale sequenza di movimenti lassú (lento) e friss (veloce).

James Ehnes su CHANDOS:

BÉLA BARTÓKCONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRAJames Ehnes, violinoBBC Philharmonic Orchestra, Gianadrea Noseda, direttoreCHAN10690 (CD alto prezzo)

ANTONÍN DVORÁKCONCERTI OP. 33 E OP. 53James Ehnes, violino; Rustem Hayroudinoff, pianoforteBBC Philharmonic Orchestra, Gianandrea Noseda, direttoreCHAN10309 (CD alto prezzo)

CARL MARIA VON WEBERCONCERTI PER CLARINETTO E ORCHESTRAStephen Stirling, cornoCity of London Sinfonia, M. Collins, clarinetto e direzione

CHAN10702 (CD alto prezzo)

C.M. von Weber: Con-certo n. 1 per clarinetto e orchestra op. 73; Con-certo n. 2 per clarinetto e orchestra op. 74; Con-certino per clarinetto e orchestra op. 26; Con-certino per corno e or-chestra op. 45In questo disco Michael Collins esegue tre opere

per clarinetto e orchestra di Carl Maria von Weber disim-pegnandosi egregiamente sia come solista sia come diret-tore della City of London Sinfonia. Weber compose queste opere per il suo amico Heinrich Bärmann, primo clarinetto dell’orchestra di corte di Monaco di Baviera, che aggiunse una serie di ornamentazioni che sono state eseguite in que-sto disco. Tutte le opere presentano un azzeccato mix di virtuosismo, brillantezza, senso dell’umorismo e pura bel-lezza e in ognuna l’orchestra non si limita mai a ricoprire un ruolo da semplice comprimaria. I passaggi solistici dei legni, il trio di corni, il vigoroso nitore delle trombe e il suono avvolgente degli archi danno un notevole contribu-to a rendere indimenticabili queste opere. Composto nel 1806 da un Weber appena diciannovenne, il virtuosistico Concertino per corno e orchestra spinse la tecnica del cor-no verso nuovi confini, richiedendo al solista di esegui-re addirittura un “accordo a quattro note”. Quest’opera è considerata una vera gemma nel repertorio dei cornisti e il cornista Stephen Stirling venne definito dal compianto Richard Hickox «un solista in possesso di una sensibilità e di una fantasia fuori dal comune, due caratteristiche che trovano piena espressione nel modo in cui delinea ogni frase musicale e nell’incredibile tavolozza di colori del suo corno».

Michael Collins su CHANDOS:

AA.VV.THE VIRTUOSO CLARINETMichael Collins, clarinetto; Piers Lane, pianoforteCHAN10615 (CD alto prezzo)

AA.VV.THE LYRICAL CLARINETMichael Collins, clarinetto; Michael McHale, pianoforteCHAN10637 (CD alto prezzo)

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CLAUDE DEBUSSYPELLÉAS AND MÉLISANDEN. Howlett, E. Hannon, R. Dean, S. WalkerJ. Tomlinson, R. Brackenridge, S. ReaEnglish National Opera Orchestra and Chorus, M. Elder

CHAN3177(3) (3 CD al prezzo di 2)

Questa straordinaria ver-sione radiofonica di Pelléas et Mélisande di Claude Debussy con Neil Howlett, Eilene Hannon e Robert Dean nei panni dei tre protagonisti del tragico triangolo amoro-so e il coro e l’Orchestra della English National

Opera diretti da Sir Mark Elder venne registrata dalla BBC al Coliseum di Londra nel 1981 e oggi viene proposta per la prima volta su CD dalla Chandos nella collana storica Opera in English. Con un libretto basato su versi tratti dal linguaggio di tutti i giorni e un crescendo dell’intensità emotiva estremamente graduale, Pelléas et Mélisande si impose nei primi anni del XX secolo come l’antitesi ideale delle monumentali opere di Richard Wagner. Come affer-mò lo stesso Debussy: «La mia concezione di opera dram-matica si discosta molto dalle logiche di Wagner, secondo le quali la musica dovrebbe iniziare laddove il testo poeti-co perde la propria forza espressiva. A mio modo di vede-re, la musica è invece fatta per esprimere l’inesprimibile». Per questo motivo, Debussy preferì rinunciare a un lin-guaggio lirico ed elaborato, optando per lo stile più sem-plice possibile. In effetti, la maggior parte dei personaggi si rivolge agli altri protagonisti dell’opera con una prosa molto lineare e tutti i concetti che vengono espressi appa-iono - almeno a prima vista - del tutto normali. A un ascol-to più attento ci si rende però conto che la situazione è assai più complessa di quanto poteva sembrare e ogni vol-ta che a una domanda viene data una risposta spiacevole (o nessuna risposta) la semplicità della prosa non fa altro che acuire ulteriormente i toni oscuri di quanto è stato detto.

TESTAMENTMICHAEL RABINREGISTRAZIONI INEDITE (1947-1971)Michael Rabin, violino; Pianisti, orchestre e direttori vari

TES1470 (3 CD alto prezzo)

É. Lalo: Symphonie espagnole op. 21 N. Paganini: Capricci op. 1 n. 11, 17, 24 e 5 (due ver-sioni) C. Saint-Saëns: Introdu-zione e Rondò capriccioso F. Kreisler: Schön Rosmarin; Tambourin chinois op. 3; La chasse H. Schalit: Serenata da un canto popolare ebraico J. Brahms: Concerto per violino e orchestra op. 77 (due versio-

ni) J.S. Bach : Partita n. 2 per violino solo (brani scelti) W. Kroll: Ban-jo and Fiddle (due versioni) A. Dvorák: Danza slava op. 72 n. 2 C. Debussy: La fi lle aux cheveux de lin P. Sarasate: Introduzione e Taran-tella op. 43 M. de Falla: Danza spagnola n. 1 R. Schumann: Vogel als Prophet F. Chopin: Notturno op. 9 n. 2 H. Wieniawski: Polacca n. 1 op. 4 J.A. Carpenter: Sonata per violino e pianoforte M. Bruch: Fantasia scozzese per violino e orchestra op. 46Con i dischi pubblicati negli ultimi mesi la Testament ha voluto rendere omaggio a Michael Rabin nel 75° anniversario della sua nascita. Se purtroppo il suo ricordo è andato via via sceman-do nel corso degli ultimi quattro decenni, per gli appassionati di violino l’arte di Rabin continua a costituire ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile. La discografi a di Rabin è relativamente limitata, non solo a causa della sua morte pre-matura avvenuta all’età di soli 35 anni, ma anche e soprattutto perché nell’ultimo decennio della sua carriera Rabin non si era visto offrire contratti da nessuna casa discografi ca. Questo fatto aggiunge ulteriore importanza a queste preziosissime incisioni riscoperte di recente. Questo cofanetto contiene una serie di in-cisioni del tutto sconosciute che abbracciano tutto l’arco della carriera di Rabin, dalla primissima registrazione effettuata ad appena 11 anni di età, a una serie di registrazioni realizzate in studio per la Capitol-EMI durante gli anni d’oro della sua pre-cocissima maturità, per fi nire con la sua ultima incisione live, fi ssata su disco nel 1971, un anno prima della sua scomparsa. Compendio ideale di una vita e di una carriera esemplari, queste registrazioni offrono agli appassionati una imperdibile opportu-nità non solo di riscoprire la bellezza di uno dei più grandi violi-nisti del XX secolo, ma anche di rendersi conto dell’evoluzione che trasformò Rabin da fanciullo prodigio sempre pronto a esi-birsi in pirotecnici spunti virtuosistici ad artista del tutto maturo, capace di esprimere tutta la profondità espressiva dei capolavori di Brahms e di Bruch.

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MISCHA ELMAN IN CONCERTOMischa Elman, violino; Joseph Seiger, pianoforte

TES1475 (2 CD prezzo speciale)

G.F. Händel: Sonata in re maggiore per violino e pianoforte L. van Beetho-ven: Sonata per violino e pianoforte op. 24 Prima-vera J.S. Bach: Suite n. 3 BWV 1068 (Aria); Partita n. 3 (Gavotte en Rondeau) C. Espejo: Air tziganes T.A. Vitali: Ciaccona J. Brahms: Sonata n. 1 per

violino e orchestra op. 78 J. Achron: Melodia ebraica per violino e pianoforte F. Kreisler: Schön Rosmarin B. Smeta-na: Dalla mia patria (Andantino)Mischa Elman non ebbe mai rapporti troppo strtetti con la radio, nemmeno durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, anche se a partire dal 1932 di tanto in tanto gli capitò di collaborare con la BBC. I due programmi proposti in que-sto cofanetto doppio della Testament furono preregistrati nel corso di un viaggio in Inghilterra compiuto con Joseph Seiger. Gli estimatori dell’arte di Elman apprezzeranno soprattutto la Sonata di Brahms, l’unica delle tre opere del grande compositore di Amburgo che Elman non registrò mai commercialmente. Anche la Gavotte en Rondeau della Partita in mi maggiore di Bach riveste una grande impor-tanza, perché si tratta in pratica dell’unica esecuzione di un brano per violino solo di Bach pervenutaci di Elman. La Sonata di Händel e la Ciaccona di Vitali sono eseguite con la giusta eleganza e uno stacco di tempi molto rapi-do, una scelta del tutto appropriata, visto e considerato la brillante scrittura che caratterizza la Ciaccona di Vitali. Elman esegue la Primavera di Beethoven con una grande cantabilità, dimostrando di sapere bene quando è il mo-mento di staccarsi dall’accompagnamento del pianoforte. Nella Sonata di Brahms Elman sfoggia una lettura quanto mai eclettica, eloquente nell’Adagio e sorprendentemen-te veloce nel Finale. Nella celeberrima Aria della Suite di Bach si può apprezzare la pura bellezza del suono di El-man, il brano di Joseph Achron viene eseguito in maniera estremamente passionale ma senza una ricerca spasmodi-ca dell’effetto a tutti i costi, mentre la nostalgica pagina di Kreisler è suonata con un tempo alquanto veloce, ma rispettando le eleganti inflessioni viennesi. La breve rac-colta di Arie gitane composte nel 1925 da César Espejo consente a Elman di mettere in luce uno sbrigliato piglio virtuosistico e una ricchissima varietà di armonici.Solo nel lavoro di Smetana Elman compie una scelta di-scutibile, utilizzando una edizione non conforme alle in-tenzioni dell’autore.

EDUARD FRANCKQUINTETTI PER ARCHI OP. 15 E OP. 51C. Edinger, violino; T. Kaiser, violino; R. Kimstedt, violaU. M. Hainberg, viola; K. Maechler, violoncello

AUD92578 (SACD alto prezzo)

L’integrale della produ-zione cameristica per ar-chi di Eduard Franck vara-ta dalla Audite prosegue con i due quintetti per ar-chi op. 15 e op. 51, che con ogni probabilità ven-nero scritti il primo intor-no al 1845 e il secondo nel 1870. Grazie a queste due opere - che videro la luce

in un periodo in cui la domanda di lavori di buona qualità era cresciuta a dismisura a causa dell’aumento esponenziale di concerti rivolti ai membri dell’allora emergente classe bor-ghese - Franck dimostrò di essere uno dei compositori di mu-sica da camera più originali dei paesi di lingua tedesca. I quintetti di Franck venne apprezzati sia dai cosiddetti addetti ai lavori sia dai semplici appassionati per la loro magistrale scrittura contrappuntistica e la scarna ma memorabile inven-zione melodica, che vengono coronate da un’atmosfera di grande drammaticità. Allo stesso modo, la musica - sostenuta da una scrittura estremamente idiomatica che adatta alla per-fezione alle caratteristiche tecniche di ogni strumento - mette in evidenza uno spirito di alto lignaggio, pervaso da una sot-tilissima vena di malinconia che sotto molti aspetti anticipa lo stile di Brahms. Il culmine di questo splendido disco è co-stituito senza dubbio dal fi nale del Quintetto op. 51, che Franck strutturò come un tema con dieci variazioni, mette in evidenza un’incredibile varietà espressiva.

LUIGI BOCCHERINIQUARTETTI OP. 26 PER DUE FORTEPIANI (1778)Anna Clemente e Susanna Piolanti, fortepiano

TC740209 (CD alto prezzo)

La Tactus arricchisce la propria serie di registrazioni bocche-riniane con una pregevole rarità, i sei Quartettini composti nel 1778 e registrati come op. 26 in una trascrizione per due forte-piani realizzata da un autore anonimo qualche anno più tardi.

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Se oggi il termine “tra-scrizione” ha assunto una connotazione negativa afferente a una presunta deviazione dalle inten-zioni dell’autore, va detto che negli ultimi anni del XVIII secolo era una prassi largamente diffusa, che consentiva alla schie-ra sempre crescente di

dilettanti di musica di eseguire a casa propria le opere che avevano ascoltato in una sala da concerto o in un teatro. Questa dimensione casalinga trova conferma nelle propor-zioni piuttosto modeste di queste opere - che già allora vennero defi nite “opera piccola” - strutturate in due soli tempi secondo una prassi che conobbe una certa fortuna durante il periodo galante e nella meravigliosa vena melo-dica, che sembra fatta apposta per soddisfare chi suonava per il puro piacere di farlo. Protagoniste di questo incante-vole disco sono Anna Clemente e Susanna Piolanti, che sfoggiano una assoluta padronanza stilistica suonando due strumenti dalla timbrica ricca e molto evocativa.

AA.VV.CARMINA NOVA - LA TRADIZIONE NEL CONTEMPORANEOLatinobalcanica Ensemble,Coro Laboratorio del ConservatorioGiovan Battista Martini di Bologna

TC940001 (CD alto prezzo)

P.P. Scattolin: E nanna nanne; Addonna va ssa Filumena; Lamentazioni; Sarvi Rriggina; Fa la nana; In Paradisum de-ducant te Angeli; Papé Satàn; Cantata a zampo-gna P. Kurti: Per mu pa-ska ken risme F. Tasini: Vitadoro I; Vitadoro II C. Benati: Polegnala ye Tu-

dora; Il canto infi nito del dott. Joseph D. Nonostante il continuo progredire degli studi musicologici, esiste ancora un pregiudizio - purtroppo duro a morire - in base al quale i concetti di “tradizione” e di “contem-poraneità” sarebbero assolutamente inconciliabili, se non addirittura antitetici. Con questo disco di sorprendente bellezza la Tactus dà il proprio contributo per cercare di superare questa contrapposizione, dimostrando che - come gli alberi - la musica non può vivere senza il nutrimento garantito dalle sue radici. Il programma presenta un insie-me di lavori estremamente eterogenei legati alle tradizioni

popolari di diverse regioni italiane e di alcuni paesi balca-nici di Pier Paolo Scattolin, Palokë Kurti, Francesco Tasini e Chiara Benati declinati secondo la sensibilità moderna, dimostrando - se ancora ce ne fosse bisogno - che nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, in un processo evolutivo senza fi ne. Questo suggestivo viaggio di scoperta ci viene proposto dal Latinobalcanica Ensemble, un gruppo vocale femminile fondato a Bologna nel 2002, e il Coro Laboratorio del Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna, con la partecipazione straordinaria della fl autista Annamaria Morini, del soprano Lorna Windsor, del pia-nista Stefano Malferrari, della violinista Constance Frei, di Fabio Tricomi (voce e zampogna) e del percussionista Giuseppe Pezzoli.

GIUSEPPE VERDILA FORZA DEL DESTINOR. Tebaldi, A. Protti, M. Del Monaco, C. Siepi, F. BarbieriOrchestra e Coro del Maggio Musicale FiorentinoD. Mitropoulos

URNWS141 (3 CD a prezzo speciale)

Questa celebre registra-zione della Forza del de-stino realizzata a Firenze del 1953 è senza dubbio una delle più famose ri-prese operistiche live della storia del disco, pubblicata innumerevoli volte ma da tempo di dif-ficile reperibilità. Il di-

fetto che l’ha sempre resa un prodotto adatto solo ai colle-zionisti è la sua scarsissima qualità sonora. Questa nuova edizione della Urania non si basa sul restauro di preceden-ti versioni, ma su un nastro riscoperto di recente e che de-riva dalla registrazione originale effettuata al Maggio Mu-sicale Fiorentino nel 1953. Utilizzando questo nastro senza operare interventi tecnici di nessun genere, la casa discografica milanese ci consente di ascoltare una delle interpretazioni più discusse, citate e confrontate della La forza del destino con una qualità sonora assai più che sod-disfacente.Del resto, a rileggere i nomi dei cantanti e a verificare che a dirigerli era addirittura Dimitri Mitropoulos c’è da resta-re sbalorditi, e il risultato è davvero quello di un evento storico. Il programma di questo cofanetto triplo compren-de anche oltre 50 minuti di brani scelti dell’Ernani diretto da Mitropoulos al Metropolitan di New York.

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IGOR MARKEVITCH DIRIGE BEETHOVENSymphony of the Air, Société des Concerts LamoureuxIgor Markevitch

URNWS140 (2 CD al prezzo di 1)

L. van Beethoven: Sinfo-nia n. 3 op. 55 Eroica; Sinfonia n. 6 op. 68 Pasto-rale; Ouverture Coriola-no; Ouverture Fidelio; Ouverture Per l’onomasti-co; Ouverture Leonora III, Ouverture La consa-crazione della casaLa discografi a del grande direttore e compositore

russo Igor Markevitch è relativamente esigua. Queste regi-strazioni beethoveniane vennero effettuate dalla Deutsche Grammophon verso la fi ne degli anni Cinquanta, quando Markevitch registrò la maggior parte del suo repertorio sin-fonico. Per ragioni inspiegabili, queste incisioni non sono da tempo disponibili e questo prezioso cofanetto doppio della Urania va a colmare una grave lacuna, offrendo ai collezioni-sti la possibilità di ascoltare di nuovo queste interpretazioni che hanno lasciato un segno duraturo nella discografi a del grande compositore di Bonn.

CLAIRE MARTINSECRET LOVE

LINNAKD391 (CD alto prezzo)

Secret Love; But Beauti-ful; The Meaning of the Blues; Jive; Love is a Bore; Where Do You Start; God Give Me Strength; Get Happy, My Buddy; Cheek to Cheek; Don’t Misunderstand Me; Something CoolQuesto album di quella che viene considerata la

Madonna del jazz inglese vede Claire Martin affi ancata da una folta schiera di musicisti di grande talento, tra cui Gareth Williams, Clark Travet, Laurence Cottle, Nigle Hitchcock, Bobby Wellins, Jim Mullen, Sir Richard Rodney Bennett, Chris Dagley, Julian Jackson e Melvyn Duffy.

CLAIRE MARTINWHEN LIGHTS ARE LOW

LINNAKD392 (CD alto prezzo)

My One And Only; I Was a Little Too Lonely; My Mood Is You; World Wea-ry; When Lights Are Low; Fools Fall in Love; I Got a Right to Sing the Blues; Baby Plays Around; The Very Thought of You; What I Was Warned About; Baby, Don’t You Quit Now; No Love, No

Nothing; Not Exactly Paris; Any Place I Hang My Hat Is Home; I Keep Going Back to Joe’s; We’ll Be Together AgainL’undicesimo album realizzato in studio da Claire Martin, la cantante che la stampa specializzata internazionale ha defi nito la “Madonna del jazz inglese”, vede la presenza di Sir Richard Rodney Bennett, amico e collaboratore di lunga data della Martin. Ancora una volta il loro sodalizio si conferma vincente, offrendoci un disco di straordinaria bellezza.

CLAIRE MARTINHE NEVER MENTIONED LOVE

LINNAKD393 (CD alto prezzo)

He Never Mentioned Love; Forget Me; Everything Must Change; Trav’llin’ Light; The Mu-sic That Makes Me Dan-ce; All Night Long; If You Go; A Song for You; Slowly But Shirley; You’re Nearer; L.A. Breakdown; Slow Time; The Sun DiedClaire Martin rende un

toccante omaggio all’arte raffi nata della leggendaria cantau-trice americana Shirley Horn. In He Never Mentioned Love la più grande cantante jazz britannica reinterpreta con la sua straordinaria personalità una ricca silloge di brani di grande bellezza. Da non perdere.

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CLAIRE MARTINTOO DARN HOT!

LINNAKD394 (CD alto prezzo)

Something’s Coming; Love at Last; The Gentle-man Is a Dope; These Fo-olish Things; It’s Raining in My Heart; Too Darn Hot; Black Coffee; Noir; Love Is a Necessary Evil; When I Fall in LoveToo Darn Hot! di Claire Martin fa seguito allo stra-ordinaria successo riporta-

to dalla Linn nel 2005, quando la ristampa in vinile del best-seller All My Tomorrows di Carol Kidd andò esaurita nel giro di poche settimane. Claire Martin è stata defi nita dall’autore-vole Mojo Magazine «la migliore cantante jazz inglese della sua generazione» e dal celebre critico del New York Observer Rex Reed «la più coinvolgente cantante jazz che mi sia ca-pitato di ascoltare negli ultimi dieci anni». Vincitrice per ben cinque volte dei BBC Jazz Awards nella categoria Best Voca-list, Claire Martin ha ricevuto per Too Darn Hot! recensioni entusiastiche dalla stampa specializzata di tutto il mondo.

MARTIN TAYLORARTISTRY

LINNAKD395 (CD alto prezzo)

Polka Dots and Moonbe-ams; Stella by Starlight; Teach me Tonight; The Dolphin; Georgia on My Mind; They Can’t Take That Away from Me; Here, There and Everywhere / Day Trip-per; Just Squeeze Me; Gentle Rain; Cherokee; Certain Smile

La Linn ripropone finalmente su SACD, Artistry di Martin Taylor vincitore di molti premi internazionali. Nel suo terzo album il grande chitarrista inglese dai capelli ramati dimo-stra di possedere una maturità artistica e stilistica che rapiscedall’inizio alla fine del disco. Stupenda la citazione beatle-siana “Here, There and Everywhere / Day Tripper”.

ELLA FITZGERALD E LOUIS ARMSTRONGELLA AND LOUIS

ASLPVER4003/45 (2 LP da 200 grammi a 45 giri)

Can’t We Be Friends; Isn’t This a Lovely Day; Moonlight in Ver-mont; They Can’t Take That Away From Me; Under a Blanket of Blue; Tenderly; A Foggy Day; Stars Fell on Alabama; Cheek to Cheek; The Nearness of YouIl fatto che la più importan-te etichetta di jazz america-na abbia intitolato uno dei suoi album semplicemente

Ella and Louis dimostra che stiamo parlando di qualcosa di molto speciale... Sicuramente di questi due grandissimi artisti è già stato detto più che abbastanza - in fondo, Satchmo e la grande dame del jazz non hanno certamente bisogno di presen-tazioni. Negli anni Cinquanta il solo menzionare i loro nomi era abbastanza per far brillare gli occhi dei fans del jazz. Un’occhia-ta veloce alla lista dei brani in programma darà all’ascoltatore un’idea di cosa aspettarsi da questo splendido album, che vede riuniti alcuni tra i più grandi jazzisti di tutti i tempi. Ogni altro commento è puramente superfl uo.

BILLIE HOLIDAYBODY AND SOUL

ASLPVER8197/45 (2 LP da 200 grammi a 45 giri)

Body and Soul; They Can’t Take That Away From Me; Darn That Dream; Let’s Call The Whole Thing Off; Comes Love (take 4); Gee Baby, Ain’t I Good to You; Embraceable You; Moonlight in Vermont; Comes Love (take 2); Comes Love (take 3); Comes Love (take 1)Se qualcuno ha mai avuto il diritto di cantare queste

canzoni, questa è Billie Holiday. Poco prima di chiudere defi ni-tivamente la sua intensa carriera, la Holiday registrò negli studi della Verve le versioni più commoventi mai consegnate al disco di otto splendidi brani. Secondo alcuni addetti ai lavori, la Holi-day sarebbe riuscita a dare il meglio di se stessa grazie all’altis-simo livello della band che la accompagnava, per altri sarebbe stata l’atmosfera rilassata della West Coast che l’avrebbe messa

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a suo agio, mentre per altri ancora la Holiday avrebbe voluto sfruttare nel modo migliore quella che sentiva essere l’ultima chance offertale dal destino per mettere in mostra il suo immen-so talento. Diffi cile stabilire quale di queste ipotesi sia più vicina alla verità e forse non ne vale nemmeno la pena. Quello che è certo è che Body and Soul costituisce la straziante testimonianza di un’anima dolente e di un corpo devastato, l’immagine che oggi conserviamo di questa grandissima cantante.

STAN GETZ E JOAO GILBERTOGETZ /GILBERTOStan Getz e Joao Gilberto

ASLPVER8545/45 (2 LP da 200 grammi a 45 giri)

The Girl from Ipanema; Dorali-ce; P’ra Muchucar Meu Cora-cao; Desafi nado; Corcovado; So Dance Samba; O Grande Amor; Vivio SonhandoJoao Gilberto, Stan Getz e il leggendario Antonio Carlos Jobim replicarono il clamo-roso successo ottenuto con i ritmi bossa nova di Jazz Samba con questo disco,

considerato il titolo più rappresentativo di questo genere. Dopo aver ascoltato la famosissima “The Girl From Ipanema” rimar-rete sicuramente a bocca aperta sia per la strepitosa esecuzione sia per la fantastica resa sonora garantita dalla rimasterizzazione della Analogue Productions.

OSCAR PETERSON TRIOWE GET REQUESTSOscar Peterson Trio

ASLPVER8606/45 (2 LP da 200 grammi a 45 giri)

Corcovado (Quiet Nights of Quiet Stars); The Days of Wine and Ro-ses; My One and Only Love; Peo-ple; Have You Met Miss Jones?; You Look Good To Me; The Girl From Ipanema; D & E; Time And Again; Goodbye, J.D.L’album We Get Requests costituisce uno degli esem-pi più signifi cativi della fa-scinosa personalità ancipite

di Oscar Peterson. Sotto l’aspetto prettamente tecnico, questo album è caratterizzato da un eccellente sviluppo melodico e da una ritmica decisamente robusta, mentre sotto il profi lo del programma si nota il tentativo di proporre una musica in grado di piacere al pubblico più ampio possibile, alternando sapiente-

mente gradevoli brani pop, standard collaudati e lavori originali di grande interesse. Con We Get Requests l’Oscar Peterson Trio mette in evidenza per l’ennesima volta tutte le caratteristiche che lo hanno portato a essere uno dei complessi più amati sia dal pubblico sia dagli addetti ai lavori. In questo nuova versio-ne a 45 giri della Analogue Productions possiamo apprezzare il grande talento di Oscar, Ray ed Ed in ogni più piccola sfuma-tura grazie alla splendida remasterizzazione effettuata da Geor-ge Marino alla Sterling Sounds e alla stampa su vinile da 200 grammi. Questo titolo è disponibile anche su XRCD K2 HD nel catalogo della FIM (FIMK2032) e su LP da 180 grammi della tedesca Speakers Corner.

PINK FLOYDWISH YOU WERE HERE

ASSA33453 (SACD alto prezzo)

Shine On You Crazy Diamond (Part One); Welcome To The Machin; Have A Cigar; Wish You Were Here; Shine On You Crazy Diamond (Part Two)Per parafrasare il brano che apre e chiude il programma, lasciatevi abbagliare dallo splendore cristallino di questo straordinario capolavoro dei Pink Floyd apparso nel 1975, che a oltre tre decenni dalla sua

prima uscita continua a conquistare appassionati vecchi e nuovi con la sua incontenibile energia e la sua eccezionale intensità emozionale. Tutti i cinque brani contenuti in questo imperdi-bile disco sono diventati veri e propri miti per generazioni di fan entusiasti. Omaggio a Syd Barrett, membro fondatore della band, “Shine on You Crazy Diamond” è un inno alla solitudine, all’assenza e all’amore, che nonostante l’inesorabile trascorre-re del tempo non ha perso nulla della sua commovente carica emotiva. “Welcome to the Machine” è un coinvolgente riff sull’isolamento proiettato verso il futuro, mentre “Have a Ci-gar” è uno dei brani più ironici e caustici che la storia della mu-sica ricordi. Questo album ci offre la possibilità di apprezzare il grande perfezionismo e l’invidiabile tranquillità dei Pink Floyd. Nei brani dall’andamento più lento il chitarrista David Gilmour sfoggia un ruvido temperamento blues e un calore rassicurante che ricorda un caminetto scoppiettante e sotto l’aspetto vocale esprime uno spirito malinconico e un cupo senso di impotenza che rifl ette alla perfezione i testi contrastanti del disco. Questa nuova edizione pubblicata per celebrare il 35° anniversario di questo memorabile album è la ristampa in SACD più attesa da The Dark Side of the Moon. Realizzato a partire dai master origi-nali e supervisionato dal producer dei Pink Floyd James Guthrie, questo nuovo SACD è un capolavoro multitrack mixato per il surround e lo stereo con una fedeltà sonora fi nora assolutamente inimmaginabile.

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GUSTAV MAHLERSINFONIA N. 5New Philharmonia Orchestra, Sir John Barbirolli

ESS90057 (SACD alto prezzo)

L’etichetta giapponese Eso-teric arricchisce il proprio catalogo classico con una strepitosa interpretazione della Quinta Sinfonia di Mahler fi rmata da Sir John Barbirolli. Registrata nel luglio del 1969 un anno pri-ma della morte del grande direttore inglese di origine italiana, questa edizione è

caratterizzata da una insostenibile tensione drammatica sostenu-ta dal meraviglioso panneggio orchestrale della New Philharmo-nia Orchestra, che le consentì di diventare uno dei titoli più pre-stigiosi della EMI e per molti anni la versione di riferimento del capolavoro mahleriano. I tecnici della Esoteric hanno compiuto un vero e proprio miracolo nel restituire le ricchissime sonorità di questa sinfonia, offrendo a ogni appassionato del grande re-pertorio sinfonico la possibilità di ascoltarla con una fedeltà di incredibile realismo.

JEAN SIBELIUSOPERE ORCHESTRALIBerliner Philharmoniker, Herbert von Karajan

ESS90058 (SACD alto prezzo)

J. Sibelius: Sinfonia n. 2 op. 43; Il cigno di Tuonela op. 22 n. 2; Finlandia op. 26Chi tende ad associare la grandezza di Herbert von Karajan alle monumenta-li sinfonie beethoveniane e alle opere liriche dove seppe trasfondere il suo eccezionale talento teatrale dimentica che il direttore

austriaco seppe dare grande prova di sé anche in ambiti più mar-ginali - almeno per l’epoca - come le sinfonie e i poemi sinfonici di Jean Sibelius, capofi la della scuola nazionale fi nlandese. Que-sto disco raccoglie quattro delle opere più famose di Sibelius re-gistrate da Karajan con i suoi mitici Berliner Philharmoniker per la EMI tra il 1976 e il 1980. A distanza di oltre trent’anni, si può

dire che l’intimismo sonoro e la schiva espressività di Sibelius non hanno ancora trovato un interprete in grado di porsi sullo stesso livello di Karajan e il fatto che questo disco sia entrato a far parte del sempre più ricco catalogo della Esoteric costituisce una buona notizia per tutti gli amanti della grande musica.

IMPEX RECORDSJENNIFER WARNESTHE WELL

IMP6001/45 (3 LP da 180 grammi a 45 giri)

La stampa specializzata di tutto il mondo accolse con unanime entusiasmo questo album dell’interprete che aveva regalato un capola-voro come Famous Blue Raincoat. In The Well Jen-nifer Warnes ci offre una evocativa interpretazione di una serie di canzoni dal ca-rattere molto diverso, con la

deliziosa “And So It Goes” di Billy Joel, che convive armonio-samente con “Invitation to the Blues” di Tom Waits e con stan-dard come “You Don’t Know Me”. La rimasterizzazione effet-tuata da Bernie Grundman a partire dal nastro originale sotto la supervisione dell’artista ha contribuito a rendere questo album una vera pietra miliare come il disco che lo aveva preceduto. Il disco contiene anche i testi delle canzoni, due brani inediti e un bonus track con un coinvolgente duetto con l’amico di vecchia data Bill Medley.

HORACE PARLANON THE SPUR OF THE MOMENT

JVCAW0013 (XRCD24 alto prezzo)

Pubblicato dalla Blue Note nel 1961, On the Spur of the Moment è il quinto disco di Horace Parlan e vede il grande pianista americano affi ancato dalla sua fedelis-sima sezione ritmica com-posta da George Tucker e Al Harewood, con l’aggiunta dei fratelli Stanley e Tommy

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Turrentine al sax tenore e alla tromba. Oltre alla consueta rima-sterizzazione esemplare, la JVC propone in questo disco due graditissimi bonus track, le versioni alternative di “On the Spur of the Moment” e di “Pyramid Talk”.

LEE MORGANCANDY

JVCAW0014 (XRCD24 alto prezzo)

Se la storia della musica classica annovera un gran numero di fanciulli prodi-gio, in ambito jazzistico i geni adolescenti sono inve-ce estremamente rari. A questa regola fa eccezione Lee Morgan, che mise in evidenza il suo grande ta-lento di trombettista già ne-

gli anni dell’adolescenza. Nel 1959, quando registrò Candy, il ventenne trombettista aveva già realizzato ben cinque dischi per la Blue Note e aveva trovato il tempo di farsi notare non solo nella Dizzy Gillespie Big Band, ma anche come membro della migliore formazione dei Jazz Messengers di Art Blakey. Candy costituisce un unicum nella discografi a di Morgan, in quanto si tratta del solo album che incise con il quartetto. Nei sette brani di Candy Morgan sfoggia un suono ricco di bellezza, passione, energia e di un lirismo talmente maturo da non conoscere rivali nemmeno nei musicisti con il doppio dei suoi anni. Affi ancato da una sezione ritmica di alto livello capitanata dal pianista Son-ny Clark, Morgan divora letteralmente i brani dall’andamento più veloce, ma dall’altro lato esegue con grande sentimento “All the Way”, l’intensissima “Since I Fell You” e “Personality”.A vent’anni Lee era già un maestro del jazz moderno e da allora iniziò la scalata che lo portò a diventare uno dei trombettisti jazz più grandi di sempre. In fondo, chi ha detto che la giovinezza costituisce un problema?

JOHANN SEBASTIAN BACHINTEGRALE DELLE SONATE PER FLAUTO TRAVERSIERE - VOL. 1D. Baroni, fl auto traversiere; S. van Cornewal, fl auto traversiereD. Boerner, clavicembalo

MA087 (CD alto prezzo)

J.S. Bach: Sonata per fl auto e basso continuo BWV 1034; Parti-ta per fl auto solo BWV 1013; Sonata per due fl auti e basso con-tinuo BWV 1039; Sonata per fl auto e clavicembalo BWV 1030

La MA Recordings è orgoglio-sa di presentare il primo volu-me di una nuovissima integrale delle opere per fl auto traversie-re di Johann Sebastian Bach nella splendida interpretazione di tre musicisti molto fantasiosi, la fl autista argentina Diana Ba-roni, il clavicembalista tedesco Dirk Boerner e la fl autista origi-naria del Madagascar Sarah van

Cornewal, che affi anca la Baroni nella Sonata BWV 1039. L’ec-cezionale qualità sonora della MA Recordings ci consente di apprezzare tutte le seducenti sfumature del fl auto e le ricche so-norità del clavicembalo, regalandoci un’esperienza di ascolto di eccezionale realismo.

BILLY JOELPIANO MAN

MFSL1-349 (LP da 180 grammi)

Travelin’ Prayer; Piano Man; Ain’t No Crime; You’re My Home; The Ballad of Bil-ly the Kid; Worse Comes to Worst; Stop in Nevada; If I Only Had the Words (To Tell You); Somewhere Along the Line; Captain JackLanciato sul mercato nel 1973, Piano Man è il se-condo album realizzato da

Billy Joel e il primo pubblicato dalla Columbia Records, dopo i problemi legali che il pianista e cantautore americano aveva avuto con la Family Records. Scrivendo le canzoni di Piano Man, Joel fu fortemente infl uenzato da Tumbleweed Connection di Elton John, come si può notare sia nella musica sia nei testi. Con questo album Joel dimostrò di essere un musicista davvero completo e il singolo “Piano Man” balzò al 25° posto della clas-sifi ca di Billboard. Giunge perciò molto opportuna questa splen-dida ristampa su LP da 180 grammi della OMR, che consente di cogliere appieno tutte le sfumature della musica di Joel. Questo disco è disponibile anche su SACD.

BILLY JOELTURNSTILES

MFSL1-350 (LP da 180 grammi)

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Say Goodbye to Hollywo-od; Summer, Highland Falls; All You Wanna Do Is Dance; New York State of Mind; James; Prelude / An-gry Young Man; I’ve Loved These Days; Miami 2017 (Seen the Lights Go Out on Broadway)A partire dal 1976 Billy Joel si affermò come una

delle stelle più luminose dei cantautori pop-rock che si erano stabiliti in California. Con Turnstiles Joel alzò il tiro su obietti-vi molto più ambiziosi, sforzandosi di realizzare un disco i cui contenuti e la cui portata superassero i livelli raggiunti con gli album precedenti e lanciassero defi nitivamente la sua stella nel-la stratosfera dei grandissimi. Riunendo in sé generi diversissi-mi, dal rock duro a un pop delicato ai più grandi successi della tradizione americana, Turnstiles è oggi considerato uno dei più grandi capolavori di Joel e uno degli album più signifi cativi di quegli anni. Per riproporre questo imperdibile album la OMR è andata a cercare il master analogico originale, consentendo agli appassionati del grande cantante americano di apprezzare tutte le caratteristiche che hanno reso famoso il loro beniamino, vale a dire l’intimismo, la cura dei dettagli, l’espressività e il calore vocale. Sotto l’aspetto della qualità sonora, questo disco è semplicemente spettacolare, con un palcoscenico sonoro di pro-porzioni quasi cinematografi che, una ineguagliabile tavolozza di colori e un’atmosfera che non teme confronti.

R.E.M.LIFES RICH PAGEANT

MFSL1-361 (LP da 180 grammi)

Begin the Begin; These Days; Fall on Me; Cuyaho-ga; Hyena; Underneath the Bunker; The Flowers of Guatemala; I Believe; What If We Give It Away?; Just a Touch; Swan Swan H; Superman (Mike Bottler and Gary Zekley)Pubblicato nel 1986, il quarto album dei R.E.M.

Lifes Rich Pageant segnò una svolta molto importante nella carriera della band americana, scioltasi nel settembre del 2011 dopo un’attività durata oltre trent’anni costellata da concerti trionfali e da oltre 85 milioni di dischi venduti. Questo album costituì una reazione ottimistica al precedente Fables of Recon-struction e vide i R.E.M. collaborare per la prima volta con il producer Don Gehman. Lifes Rich Pageant venne accolto con grandissimo favore e, totalizzando nel giro di pochissimo tempo

vendite superiori al mezzo milione di copie, consentì ai R.E.M. di vincere il Disco d’Oro e di ottenere la piena consacrazione nel panorama rock di quegli anni. Quasi inutile sottolineare la quali-tà sonora della OMR: per quanto alte siano le vostre aspettative, siamo sicuri che dopo aver messo questo disco sul piatto anche il più esigente degli audiofi li non potrà fare a meno di restare a bocca aperta.

STEVIE RAY VAUGHANIN STEP

MUDSACD2077 (SACD alto prezzo)

The House Is Rockin’; Crossfi re; Tightrope; Let Me Love You Baby; Leave My Girl Alone; Travis Walk; Wall of Denial; Scratch’n’Sinff; Live Me Darlin’; Riviera ParadiseSpinto dal prepotente desiderio di rifarsi del tempo perduto e di riassaporare il gusto

della vita, il chitarrista texano Stevie Ray Vaughan incise nel 1989 l’album che secondo molti addetti ai lavori costituisce il vertice della sua arte, con il quale si aggiudicò un Grammy Award nella categoria Miglior Disco di Blues Contemporaneo e vendette oltre un milione di copie. Sotto l’aspetto stilistico, In Step rivela un ulteriore avvicinamento al rock melodico, distanziandosi sempre più dalle sonorità ruvide dei primi anni della carriera, ma mantenendosi sempre fedele allo spirito più autentico del blues che costituiva la parte principale della sua anima. A distanza di oltre vent’anni dalla sua prima uscita, In Step è ancora considerato uno dei migliori cinque album blues dell’ultimo quarto di secolo e oggi possiamo apprezzarne tutto lo splendore sonoro grazie alla splendida rimasterizzazione effettuata dai tecnici della OMR.

THE CARSCANDY-O

MFSL1-324 (LP da 180 grammi)

MUDCD782 (CD Gold alto prezzo)

Molti continuano a chiedersi come abbiano fatto i Cars a bissare lo straordinario successo ottenuto dal loro travolgente disco d’esordio pubblicato nel 1978 e a consolidare la loro fama che gli consentì di diventare una delle band dominanti degli anni successivi. La risposta a questa domanda è contenuta in Candy-O, un disco che ottenne uno straordinario successo, dominando per molto tempo le classifi che americane e inglesi.

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Mantenendosi fedele al pop che l’aveva messa in grandissima evidenza l’anno precedente, nel suo secondo album apparso nel 1979 la band americana pose la sua attenzione su pin-up misteriose, sexy e raffi nate come la sua musica e come la conturbante

ragazza ritratta in copertina dal grande Alberto Vargas. Caratterizzato da atmosfere al limite del minimalismo, da bassi pulsanti, da motivi molto coinvolgenti e da elaborati passaggi al sintetizzatore, questo album presenta spunti gradevoli e sempre sorprendenti. Una nuova eccezionale addizione al catalogo della OMR, disponibile sia su LP da 180 grammi sia su CD Gold per un ascolto di incredibile realismo.

GERRY MULLIGAN QUARTETWHAT IS THERE TO SAY?ORGLP0111/45(2 LP da 180 grammi a 45 giri)

What Is There To Say; Just In Time; News From Blue-port; Festive Minor; As Catch Can; My Funny Va-lentine; Blueport; Utter ChaosPubblicato per la prima volta nel 1959, questo album presenta otto dei brani più famosi di Ger-ry Mulligan, uno dei più

grandi sassofonisti che la storia del jazz ricordi. Come è stato scritto da alcuni dei più eminenti studiosi del jazz, What Is There To Say? fu non solo l’ultimo dei dischi realizzati da Mulligan nel corso degli anni Cinquanta con il suo quartetto privo di pianoforte, ma anche uno dei suoi album migliori. Quattordici anni dopo aver dato inizio alla sua leggendaria carriera, Mulligan incise il suo primo disco da leader per la Columbia Records, una delle case discografi che più impor-tanti e prestigiose di quegli anni. Anche se in quel periodo Mulligan non aveva ancora raggiunto la defi nitiva consa-crazione come esecutore, autore e arrangiatore, questo disco ci offre la possibilità di ascoltare qualche anticipazione del Mulligan più maturo e di apprezzare la sua crescita come uomo e come musicista.

JOHANNES BRAHMSCONCERTO N. 1 PER PIANOFORTE E ORCHESTRAClifford Curzon, pianoforteLondon Symphony Orchestra, George Szell

ORG0103/45 (2 LP da 180 grammi a 45 giri)

Questo disco registrato dal-la Decca nel 1962 ottenne un grandissimo successo fi n dal suo primo apparire, gra-zie alla strepitosa interpre-tazione di Clifford Curzon e di una London Symphony Orchestra in stato di grazia, diretta con polso e inconte-nibile energia da un ispira-tissimo George Szell, che

fi rmarono uno dei massimi capolavori della discografi a brahmsiana di tutti i tempi. Curzon raggiunse il cuore della mu-sica, esprimendo come pochissimi altri pianisti la profonda drammaticità che pervade il primo movimento e sfoggiando una assoluta concentrazione nel celebre Adagio. Da parte sua, Szell confermò di essere uno dei più grandi direttori di quegli anni, guidando l’orchestra londinese con una passione e un gusto per il rubato che conoscono ancora oggi pochissimi rivali. Stampato in edizione limitata in appena 2500 copie per tutto il mondo, questo nuovo titolo della ORG è stato rimasterizzato dal grande Bernie Grundman a partire dai master analogici originali, una garanzia di assoluta qualità!

FELIX MENDELSSOHNSINFONIA N. 3 SCOZZESELondon Symphony Orchestra, Peter MaagORG0106/45(2 LP da 180 grammi a 45 giri)

Questo splendido doppio LP a 45 giri della ORG ri-propone uno dei titoli più interessanti pubblicati dalla Decca nel 1960, con Peter Maag alla testa della Lon-don Symphony Orchestra nella Sinfonia Scozzese di Felix Mendelssohn, insie-me a Mozart uno dei com-positori più congeniali al

grande direttore svizzero. Ascoltando questo disco, non si può che rimanere impressionati dallo straordinario calore dell’inter-pretazione di Maag e dall’incredibile varietà timbrica dell’or-chestra londinese, che ci vengono restituiti con una eccezionale fedeltà sonora dalla accurata rimasterizzazione effettuata da Bernie Grundman a partire dai master analogici originali.

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PAT R I C I A B A R B E R

Altri titoli disponibili su LP

Quattro titoli imperdibili di Patricia Barber disponibili per la prima volta su CD Gold codifi cato HDCD.La remasterizzazione effettuata dalla Premonition per questa versione audiophile in Edizione limitata è quanto di meglio si possa trovare in versione digitale di questa grande artista americana e permette di apprezzare ogni più piccola sfumatura della sua voce e non è neanche lontanamente paragonabile alla versione standard di questi titoli. Un must imperdibile per ogni ammiratore della Barber.

CAFÉ BLUE

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Nel complesso si tratta di un titolo irrinunciabile per tutti gli au-diofi li appassionati del grande repertorio romantico, reso ancora più prezioso da una veste grafi ca che riproduce l’originale fi n nei minimi dettagli e dalla tiratura limitata a soli 2500 esemplari per tutto il mondo.

NINA SIMONENINA AT THE VILLAGE GATENina Simone, pianoforte e voce; Al Schackman, chitarraChris White, basso; Bob Hamilton, batteria

PPSCP421 (LP da 180 grammi)

Just In Time; He Was Good to Me; House Of The Rising Sun; Bye Bye Blackbird; Brown Baby; Zungo; If He Changed My Name; Children Go Where I Send YouUna sera del 1961 nel Villa-ge Gate di Manhattan Nina Simone offrì ai suoi nume-rosi fan un concerto di pura magia con un trio che com-

prendeva anche il suo chitarrista preferito, Al Shackman. Per nostra fortuna, questo concerto fu inciso e oggi la Pure Pleasure lo ripropone per la gioia di tutti gli estimatori della grandissima Nina con una qualità sonora fi nora assolutamente inimmagina-bile. È davvero diffi cile defi nire il particolarissimo sound e la musica di Nina Simone, al punto che non pochi addetti ai lavori oggi tendono a defi nirla “semplicemente” una favolosa vocalist jazz. Infatti, Nina sfodera con la sua voce un jazz veramente straordinario, come si può notare ascoltando “Just in Time”. Nina è stata anche accusata di essere un’anomalia musicale, per-ché il suo stile non può essere fatto rientrare in nessuna categoria precostituita. Da bambina Nina si accostò alla musica studian-do il pianoforte classico e in brani come “Bye Bye Blackbird” questo fatto appare molto evidente nella complessità della parte pianistica. Alcune canzoni come la graffi ante “House of the Ri-sing Sun” e “Zungo” la collocano ai primi posti di una ipotetica classifi ca dei cantanti folk. I suoi gospel, come “Children Go Where I Send You”, possono far ascendere l’anima fi no alle stel-le oppure far crollare la sala in cui si esibiva. Nina fu anche la voce dell’America contestataria, come si può notare in “Brown Baby”, e un’attrice di talento, capace di esprimere in maniera del tutto realistica un incredibile ventaglio di emozioni. Nina aveva poi la rara capacità di scavare a fondo nei testi che cantava e di dare signifi cati del tutti inattesi anche a canzoni molto note. La musica di Nina Simone appare oggi fresca e attuale come lo era 40 anni fa, quando venne eseguita di fronte al raffi nato pubblico

di Manhattan. I fortunati spettatori di quel memorabile concerto non possono averla amata più di quanto la amiamo noi oggi.

BOB BROOKMEYERKANSAS CITY REVISITEDBob Brookmeyer, trombone; Al Cohn, sax tenorePaul Quinichette, sax tenore; Nat Pierce, pianoforteJim Hall, chitarra; Addison Farmer, contrabbassoOsie Johnson, batteria; Big Miller, voce

PPUAL4008 (LP da 180 grammi)

In questo album da tempo fuori catalogo e opportuna-mente riproposto dalla Pure Pleasure in un LP da 180 grammi dalla eccezionale qualità sonora il cool jazz incontra lo swing. In Kan-sas City Revisited il trom-bonista Bob Brookmeyer, i tenorsassofonisti Al Cohn e Paul Quinichette, il pianista

Nat Pierce, il chitarrista Jim Hall, il contrabbassista Addison Farmer e il batterista Osie Johnson eseguono quattro brani che negli anni Trenta costituivano i cavalli di battaglia della grande orchestra di Count Basie, ai quali si aggiungono “A Blues” e “Travlin’ Light” che vedono grande protagonista l’oggi quasi dimenticato vocalist Big Miller, che con questo album fece il suo debutto nel mondo discografi co. Una riscoperta di grande im-portanza.

B.B. KINGSINGIN’ THE BLUES

PPCLP5020 (LP da 180 grammi)

Please Love Me; You Upset Me Baby; Everyday I Have the Blues; Bad Luck; 3 O’Clock Blues; Blind Love; Woke Up This Morning; You Know I Love You; Sweet Lit-tle Angel; Ten Long Years; Did You Ever Love a Wo-man; Crying Won’t Help YouPubblicato nella primave-ra del 1957 dall’etichetta

Crown, Singin’ the Blues comprende alcuni dei più grandi ca-valli di battaglia che B.B. King aveva presentato fi no a quel momento. Più in particolare, questo LP può contare su quattro grandi successi del R&B, “3 O’Clock Blues” e “You Know I Love You” del 1952, “Please Love Me” del 1953 e “You Upset Me Baby” del 1954, che stazionarono stabilmente nelle Top

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Ten, “Blind Love” del 1953 e le cover di “Crying Won’t Help You” di Tampa Red (1955) e di “Did You Ever Love a Woman” di Gatemouth Moore. Come ha scritto nelle note di copertina John Broven «Nel 1957 Singin’ the Blues diede la prima confer-ma attendibile che B.B. King sarebbe diventato una stella di pri-ma grandezza», un fatto che appare ancora più evidente grazie a questa splendida rimasterizzazione della Pure Pleasure.

ANTON BRUCKNER - WOLFGANG AMADEUS MOZARTOPERE ORCHESTRALIOrchestra Reale del Concertgebouw di AmsterdamEugen Jochum

SC-PH2991 (2 LP da 180 grammi)

A. Bruckner: Sinfonia n. 5 W.A. Mozart: Sinfonia n. 36 LinzContrariamente a molti di-rettori suoi contemporanei (il riferimento a Herbert von Karajan non è del tut-to casuale), Eugen Jochum non utilizzò mai gli organi di comunicazione per met-tersi sotto la luce dei rifl et-tori, un fatto che spiega

l’oblio in cui è caduto poco dopo la morte. Nonostante questo, Jochum va considerato tra i direttori più carismatici della se-conda metà del XX secolo, come dimostra questa straordinaria interpretazione della Quinta Sinfonia di Anton Bruckner, realiz-zata all’inizio degli anni Sessanta nel quadro di una eccellente integrale delle sinfonie pubblicata dalla Philips. Il programma è degnamente completato da una elegante lettura della Sinfonia n. 36 Linz di Mozart, che consente di ricordare l’altissimo magiste-ro di Jochum nel repertorio sinfonico dei grandi maestri viennesi del XVIII secolo. BLOOD, SWEAT & TEARSBLOOD, SWEAT & TEARS 3

SC-KCS30090 (LP da 180 grammi)

Il 1970 fu un anno davvero profi cuo per i Blood, Sweat & Tears, in quanto questa coloratissima band si aggiudicò ben tre Gram-my Awards nelle categorie Disco dell’Anno, Migliore esecuzio-ne strumentale contemporanea e Miglior arrangiamento vocale. L’idea di fondere il jazz, il blues e brani classici opportunamente arrangiati si era rivelata vincente, spingendo il celebre critico

Leonard Feather ad affermare «I Blood, Sweat & Tears hanno fi nalmente portato la musica nel rock».

In quel momento tutto sem-brava concesso, perché tut-to funzionava alla perfezio-ne: quasi senza rendersene conto i Blood, Sweat & Te-ars riuscirono a dar vita a un “Hi-De-Ho” tanto bizzarro quanto gradevole con fan-fare cavalleresche realizza-te con il sintetizzatore e a creare in “The Battle”

un’ambientazione medievale evocata dal suono arcaico di un clavicembalo e da una voce solista. L’anima caustica della band (“Lucretia MacEvil”) e alcuni brani rock dalle sonorità apparen-temente familiari (“Fire and Rain”) vanno a completare alla per-fezione il programma del terzo album dei Blood, Sweat & Tears, che decisero di intitolarlo semplicemente con il loro nome segui-to dal numero tre, una mancanza di fantasia che comunque non impedì a questo disco di diventare uno degli album più signifi ca-tivi dei primi anni Settanta.

JOHNNY WINTERJOHNNY WINTERJohnny Winter, chitarra, armonica e voce

SC-CS9826 (LP da 180 grammi)

I’m Yours And I’m Hers; Be Careful With A Fool; Dallas; Mean Mistreater; Leland Mississippi Blues; Good Morning Little Schoolgirl; When You Got A Good Friend; I’ll Drown In My Te-ars; Back Door FriendQuando una rivista specia-lizzata defi nisce un musi-cista «il papa bianco della

musica nera», è lecito sospettare che il recensore abbia voluto rendere omaggio a un bluesman ormai anziano. Questo non è però il nostro caso, visto che le recensioni della tournée com-piuta nel 2011 da Johnny Winter sono lusinghiere come quelle che venivano pubblicate nei suoi anni d’oro. Se lo avesse volu-to, Winter avrebbe potuto aggiudicarsi gli allori rock che ven-nero conferiti al giovane Eric Clapton e a Jimi Hendrix. Winter aveva però fatto sapere che per lui esisteva solo il blues, quello tanto vigoroso da evocare i dischi ruggenti di Howlin’ Wolf e di Muddy Waters, ma anche leggero e delicato da tratteggiare le ghirlande sonore straordinariamente raffi nate che si possono notare in ogni battuta dei suoi brani. Winter sa mantenere una invidiabile compostezza anche quando i critici e il pubblico cercano di individuare nella sua musica un’eco delle sue vicen-

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de personali. Tutto inutile: come ha risposto di recente a una domanda di un giornalista che lo intervistava: «Quando suono il blues mi sento sempre al meglio». Questa affermazione può essere estesa agli oltre quarant’anni della sua carriera e viene dimostrata da tutti i brani del suo album d’esordio, che ci viene riproposto dalla Speakers Corner in una nuova imperdibile ver-sione su LP da 180 grammi dalla qualità sonora semplicemente strepitosa.

AA.VV.STOCKFISCH RECORDS VINYL COLLECTION - VOL. 2Artisti vari

SFLP8009 (LP da 180 grammi)

Katja Maria Werker: Tief im Innern Ewen Car-ruthers: That Train Ralf Illenberger: Frogs Paul O’Brien: He Can Dance McKinley Black: We-stwinds Allan Taylor: Let the Music Flow Carl & Parissa: Into the Light Chris Jones: Improvisa-tion David Munyon: Ca-

rolina Song Paul Stephenson: Now So FarÈ un fatto stupefacente e piacevole al tempo stesso che di fron-te alle sterminate schiere di appassionati del download digitale e del formato MP3 si stia affermando una fetta di mercato - per giunta in continua crescita - di appassionati di musica che non vuole rinunciare per nessuna ragione al caro vecchio LP, un supporto che può vantare al suo attivo una gloriosa storia di oltre 60 anni. A questi intenditori la Stockfi sch ha dedicato il secondo volume della sua prestigiosa Vinyl Collection, com-prendente dieci brani eseguiti da alcuni degli artisti di maggio-re spicco dell’etichetta tedesca. Il programma è stato compila-to in modo da fornire da un lato un assaggio degli ultimi dischi pubblicati dalla Stockfi sch e dall’altro un’intrigante anticipa-zione delle prossime uscite. In questo disco vengono presentati per la prima volta su LP uno dei brani registrati da Allan Taylor nel corso della celebre session con Porsche e Burmester, “That Train” di Ewen Carruthers - commosso omaggio alla memoria del grande cantautore inglese scomparso nel 2010 - e alcuni dei lavori più signifi cativi dal malinconico cantante canadese di origine irlandese Paul O’Brien, del duo folk australiano Carl & Parissa e di Pretty Blue, l’ultimo album di David Munyon. Tuttavia le tracce più attese sono il brano tratto da Mitten im Sturm, primo disco realizzato per la Stockfi sch da Katja Maria

Werker, il pezzo eseguito dal virtuoso di chitarra Ralf Illenber-ger, autore negli anni Settanta di diverse registrazioni di altis-simo livello pubblicate dalla Stockfi sch e oggi residente negli Stati Uniti, e una bellissima canzone scelta dal terzo disco di Paul Stephenson, che verrà immesso sul mercato nel corso del 2012. Inoltre l’etichetta tedesca è orgogliosa di presenta-re un brano del tutto inedito di Chris Jones, lo straordinario chitarrista scomparso prematuramente nel 2005. Nel corso di una sessione di registrazione tenutasi nel 2001 Chris si trovò tra le mani una splendida chitarra, una Dreadnought costruita da Moritz C. Sattler (Manzanita), sulla quale improvvisò per ore. Per nostra fortuna, ai tecnici del suono della Stockfi sch quell’evento non sfuggì.

LUCCA JAZZ DONNAAnno 2010 Vol. 1C. Marciano, G. Quatro, StevelandG. Soscia & P. Jodice, Bluetime 4ET

GS001 (LP 180 grammi)

Questa è la prima pubbli-cazione della nuova eti-chetta Girasuoni, che ha l’onore di presentare su vinile una selezione di performance live del festi-val lucchese ‘Lucca Jazz Donna’. Il progetto Lucca Jazz Donna 2010 propone una molteplicità di gruppi musicali che esaltano la

ricchezza, la varietà, la complessità stilistica del linguaggio jazzistico. La scelta dei brani contenuti in questo disco pro-pone una varietà di progetti musicali originali che uniscono magistralmente delicatezza e sensibilità femminili alla pro-rompente ed incontenibile energia musicale, testimoniando come le donne nel jazz possano essere autrici di pagine ine-guagliabili di musica. La presenza di un numero considere-vole di donne compositrici, arrangiatrici e strumentiste - ai fi ati come al pianoforte, alla batteria come al contrabbasso - sottolinea che musica, colorazione, ritmo, armonia ed emo-zioni dipendono esclusivamente dall’amore, dalla sensibilità, dalla passione, dalla capacità di creare la musica, di toccare il cuore delle persone e non dal genere. La stampa del disco è stata effettuato dalla tedesca Pallas e durante il transfer su lacca dal master analogico (registrato su un registratore a bo-bina Telefunken Magnetophon M15A su nastro da 1/4 di pol-lice a 38 cm/s) non è stata applicata alcuna compressione o taglio di frequenza.

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Page 25: COLUMNS gennaio 2012 - Sound And Music Srl · M. Reger: Concerto per violino e orchestra op. 101; Due Romanze per violino e orchestra op. 50 Max Reger è uno di quei compositori che

SERVIZIO NOVITÀTUTTI I DISCHI IN ARRIVO NEL TUO NEGOZIO DI FIDUCIA

Analogico

Digitale

ASLPVER4003/45 SC-PH2991

MA087

MFSL1-350

SFLP8009

PRECD90761

MFSL1-361

GS001

ASSA33453 MUDSACD2077

SC-KC30090

PRECD90760

PPSCP421

PPCLP5020

PRECD90762

PRECD90763

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I dischi del catalogo Sound and Musicche hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali

I più premiati

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CHOPIN: Studi op.10 e op.25Maurizio PolliniTES1473

HAYDN: Quartetti per archiThe London Haydn QuartetCDA67877

WEINBERG: Quartetti per archi Vol.5CPO777566

ERICA MORINI: RecitalAUD95606

ROTA: Musica da cameraR.FabbricianiTC911801

JANACEK: Quartetti NN. 1 & 2Quartetto ManderlinAUD 92545

RAVEL: Integrale opere per violino e pianoIbragimova, TiberghienCDA67820

KOECHLIN: Opere per organoChristian SchmittCPO 777512

STENHAMMAR: Quartetti per archiOslo String QuartetCPO777426

Premiati con 5 Stelle dalla rivista MUSICA DICEMBRE/GENNAIO 2011

GRAMOPHONE Editor’s Choice DICEMBRE 2011

SACCHETTI: Opere per organoMarco LimoneTC941901

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Categoria:Etichetta dell’Anno 2011

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Categoria: Una vita per la MusicaDame Janet Baker

Disco dell’Anno 2011DVORAK: Quartettiper archi Pavel Haas Quartet SU4038

Categoria: ConcertoBARTOK: Concerti per pianoJean-Efflam BavouzetCHANSA10610

Categoria: StoricaMAHLER: Sinfonia N.10 (D.Cooke performing version)London Symphony Orchestra, GoldschmidtTES 1457

Categoria: Musica da CameraDVORAK:Quartetti per archiPavel Haas Quartet SU4038

Categoria: Musica VocaleBRITTEN: Canzoni e Proverbi di W. BlakeGerald Finley, Julius DrakeCDA67778

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BEETHOVEN - SCHUBERT OPERE VOCALIMatthew Polenzani, tenoreJulius Drake, piano

L’etichetta ingleseha ricevuto il prestigioso Award“Etichetta dell’anno 2011”dalla più importanterivista musicale al mondo.48 titoli tutti da ascoltaread un prezzo veramente speciale

AMJAD ALI KHANRAGA CLASSICI INDIANIAmjad Ali Khan, sarodSatyajit Talwalkar, tabla

BEETHOVENSONATE PER VIOLINO VOL. 3A. Ibragimova, violinoC. Tiberghien, piano

FRANZ SCHUBERTWINTERREISE C. Maltman, baritoneG. Johnson, piano

HANDELIL TRIONFO DEL TEMPOE DEL DISINGANNOEarly Opera CompanyChristian Curnyn

WIGMORE HALL LIVE LABEL OF THE YEARTHE 2011 GRAMOPHONE CLASSICAL MUSIC AWARDS

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