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Sound and Music - Novità discografiche FEBBRAIO 2010 Matsuev Gergiev MAR0505 MAR0 MAR0 MAR0 MAR0 0 505 505 505 Il celebre direttore russo incontra il giovane pianista Matsuev in uno dei capisaldi della letteratura pianistica del ‘900: il Rach 3. Sentiremo ancora parlare di loro.

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Sound and Music - Novità discografi che FEBBRAIO 2010

MatsuevGergiev

MAR0505MAR0MAR0MAR0MAR0 0505505505

Il celebre direttore russo incontrail giovane pianista Matsuev in uno dei capisaldidella letteratura pianistica del ‘900: il Rach 3.Sentiremo ancora parlare di loro.

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Hyperion 2CPO 5Telarc 11Chandos 11Gimell 14LSO 14Mariinsky 15Wigmore Hall Live 16Testament 17Tactus 18Supraphon 19Urania 20Palya Sound 21Pneuma 21Fim 23Hi-Q Supercuts 24OMR 24ORG 25Reference Recordings 25Stockfi sh 26Speakers Corner 28Pure Pleasure 28Name 29

In questo numero…

The Tallis Scholars sing Flemish Master

Primo piano 14

L’intervista: Marzio Conti 6di Giovanni Tasso

I più premiati 30

LOUIS SPOHRSINFONIE N. 3 E 6Orchestra della Svizzera Italiana, Howard Shelley

CDA67788 (CD alto prezzo)

Il primo volume dell’inte-grale delle sinfonie di Louis Spohr varata da Ho-ward Shelley ha avuto il merito di suscitare l’inte-resse del grande pubblico nei confronti di un compo-sitore ingiustamente di-menticato, un fatto vera-mente inspiegabile, se si pensa che nel 1828 – anno

in cui scrisse la Sinfonia n. 3 – Spohr era considerato uno dei compositori più importanti d’Europa. Rispetto alle due sinfo-nie precedenti, quest’opera presenta una struttura formale molto più complessa e un’ispirazione decisamente romanti-ca, come si può facilmente notare sia nella sua ricca orche-strazione sia nel notevole grado di elaborazione dei temi, dai quali traspare una fantasia sbrigliata e intrisa di un delicato lirismo. Sotto il profilo stilistico, la Sinfonia n. 3 di Spohr si distacca dall’algida eleganza del Classicismo per avvicinarsi alla libertà formale propria del Romanticismo. La Sinfonia n. 6 fu invece concepita secondo principi del tutto nuovi – con ciascun movimento basato su uno stile diverso – che causaro-no nel pubblico dell’epoca non poco sconcerto. Se oggi tutti abbiamo imparato ad amare opere basate su stili arcaici come Mozartiana di Ciaikovsky, la Holberg Suite di Grieg, Pulci-nella di Stravinsky e la Suite su danze di Couperin di Richard Strauss, quando Spohr diede inizio al genere delle “sinfonie storiche” con questo lavoro sia il pubblico sia la critica si ri-velarono del tutto incapaci di apprezzarne il significato. No-nostante questo, nessuno oggi può negare che la Sinfonia n. 6 di Spohr sia un’opera di grandissimo spessore artistico. I di-versi stili vengono filtrati attraverso la fervida fantasia di Spohr, un fatto che contribuisce a conferire a questa sinfonia un fascino duraturo e la capacità di rinascere dalle proprie ceneri come la mitica fenice.

Howard Shelley dirige Spohr su HYPERION:

LOUIS SPOHRSINFONIE N. 4 E 5Orchestra della Svizzera Italiana, Howard ShelleyCDA67622 (CD alto prezzo)

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WILLIAM BYRDINTEGRALE DELLE OPERE SACRE – VOLUME 13The Cardinall’s Musick, Andrew Carwood, direttore

CDA67779 (CD alto prezzo)

W. Byrd: Venite, exsultemus Domino; Domine, non sum di-gnus; Visita quaesumus, Domine; Domine, salva nos; Haec dies; Cunctis diebus; Proprio per la Festa di Ognissanti; Deo gratias; Afflicti pro peccatis nostris; Cantate Domino; Laudate Dominum, omnes gentes; Infelix egoDopo aver fatto incetta dei premi più prestigiosi assegnati dalla stampa specializzata di tutto il mondo, la strepitosa integrale del-le opere sacre di William Byrd curata dall’ensemble Cardinall’s Musick di Andrew Carwood si chiude con un meraviglioso di-sco comprendente alcune delle opere più sublimi e innovative del capofila del Rinascimento inglese, per la maggior parte tratte dalla raccolta Cantiones Sacrae pubblicata nel 1591. Le nume-rose opere presentate in questa serie – alcune delle quali in prima registrazione mondiale – dimostrano più di qualsiasi parola la straordinaria varietà e la insuperabile qualità artistica della pro-duzione liturgica di Byrd, ritenuta da molti musicologi uno dei vertici assoluti della musica sacra di ogni tempo. Nelle note di copertina, Carwood definisce Byrd il compositore più impor-tante della sua epoca, spingendosi ad affermare che «se esiste un compositore inglese in grado di avvicinarsi a Shakespeare nel talento puro, nella capacità di trattare con la stessa abilità generi molto diversi tra loro e di parlare al cuore del pubblico, quello è sicuramente William Byrd». Infelix ego, il brano che dà il titolo a quest’ultimo volume, può essere considerato la prova definitiva della grandezza di Byrd nel conferire una degna veste musicale ai più grandi testi della liturgia e della devozione cri-stiana e una delle opere sacre più toccanti del XVI secolo. Strut-turato in una sequenza alternata di affermazioni e di domande

retoriche, questo mottetto esprime come pochi altri le emozioni di un’anima tormentata, spaziando con impressionante realismo dal senso di colpa, al terrore, alla vergogna all’umiliazione per concludersi nella serena accettazione della salvezza proveniente da Cristo. In questo senso, Infelix ego può essere considerato uno dei vertici assoluti della produzione sacra di Byrd e il de-gno coronamento di uno dei più illuminanti progetti discografici dell’ultimo decennio.

PAUL HINDEMITHINTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA – VOLUME 2Lawrence Power, viola

CDA67769 (CD alto prezzo)

P. Hindemith: Sonata per viola op. 11 n. 5; Sonata per viola op. 25 n. 1; Sonata per viola op. 31 n. 4; Sona-ta per violaUnanimemente considerato il più grande violista ingle-se in circolazione, Lawren-ce Power prosegue la sua esplorazione della produ-zione per viola di Paul Hin-

demith, con un nuovo volume dedicato alle sonate. Hindemith eseguì personalmente questi quattro lavori di grande significato, che possono così essere considerati quasi un testamento spiritua-le e un intimo soliloquio, ammesso che nella variegata produ-zione del compositore austriaco esistano opere di questo genere. È opinione diffusa che su ogni sonata solistica per archi aleggi lo spirito di Johann Sebastian Bach, un’opinione condivisibile soprattutto nel caso della Passacaglia della Sonata op. 11 n. 5, per la quale Hindemith trasse sicuramente inspirazione dalla Ciaccona della Sonata n. 2 del sommo Cantor lipsiense, filtran-dola attraverso sonorità e strutture dal sapore inconfondibilmen-te brahmsiano, che conferiscono all’opera un aspetto del tutto contemporaneo. Questo brillante (e difficilissimo) movimento rappresenta il primo esempio di una forma che sarebbe diventa-ta uno degli elementi più caratteristici dello stile di Hindemith, al punto che molti studiosi considerano questa sonata un vero e proprio manifesto delle ambizioni del grande compositore tedesco. Nelle opere composte nell’ultima fase della parabola creativa di Hindemith emerge uno stile più austero, che in questi lavori viene però mitigato dallo sbrigliato virtuosismo che si ce-lava nel suo lato di violista, dando vita a una musica brillante ed estremamente coinvolgente.

Già disponibile:

PAUL HINDEMITHINTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA – VOLUME 1Lawrence Power, violaCDA67621 (CD alto prezzo)

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IGOR STRAVINSKYINTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLINO E PIANOFORTEAnthony Marwood, violino - Thomas Adès, pianoforte

CDA67723 (2 CD al prezzo di 1)

I. Stravinsky: Suite d’après des thèmes, frag-ments et morceaux de Giambattista Pergolesi; Pastorale; Airs du rossi-gnol et Marche chinoise; Duo concertant; Berceuse; Prélude et Ronde des prin-cesses; Scherzo; Chanson russe; Divertimento; Danse russe; Tango; Ballata;

Scherzino R. de Lisle: La MarseillaiseLa collaborazione tra Stravinsky e il celebre violinista Sa-muel Dushkin si rivelò molto proficua sotto il profilo artistico e si concretizzò in una serie di opere nuove e in alcuni arran-giamenti dei brani più melodiosi e popolari del compositore russo. A proposito di questi arrangiamenti, Dushkin scrisse che Stravinsky sembrava «essere tornato all’essenza della musica, riscrivendo e ricreando ogni brano secondo le pos-sibilità tecniche ed espressive dello strumento». Parlando dei protagonisti di questo disco, il critico dell’Independent Bayan Northcott ha scritto: «Queste opere non sono semplici trascri-zioni. Nell’arrangiare brani conosciutissimi dall’Uccello di fuoco e da Le baiser de la fée per violino e pianoforte, Stravin-sky ripensò in maniera radicale ogni accordo». Nel collaudato sodalizio tra Anthony Marwood e Thomas Adès la Hyperion ha trovato due interpreti in grado di riattizzare le baluginanti fiamme creative e ricreative del compositore russo.

AA.VV.BALTIC EXCHANGEThe Choir of Trinity College, Cambridge, Stephen Layton

CDA67747 (CD alto prezzo)

U. Praulińs: Missa Ri-gensis; Laudibus in san-ctis M. Einfelde: Cikls ar Friča Bārdas dzeju (Ciclo di poesie di Fricis Bārda) U. Sisask: Benedictio V. Miškinis: Angelis suis Deus; Pater NosterIl relativo isolamento in cui furono costretti a vive-re per molti anni stimolò

i migliori musicisti baltici a elaborare una scrittura mol-to originale e profondamente diversa rispetto agli stili che

si erano imposti oltre la Cortina di Ferro dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sebbene questo stato di cose non abbia favorito la nascita di un vero e proprio stile panbaltico – questo disco consente di dare solo uno sguardo fuggevo-le ad alcune delle meravigliose opere corali composte negli ultimi anni in questi tre piccoli paesi – non si può nemmeno negare che i quattro compositori protagonisti di questa nuova gemma del catalogo Hyperion condividano diverse caratteri-stiche, tra cui una assoluta padronanza della scrittura corale, una rara lucidità sotto il profilo strutturale, un utilizzo molto pragmatico degli “effetti d’avanguardia” provenienti dal loro bagaglio ideologico, una spiccata propensione per i cluster accordali e le armonie diatoniche e il frequente ricorso agli ostinati. Nel corso degli anni, Stephen Layton ha eseguito da-vanti ai pubblici occidentali parecchie opere corali di questi compositori e il suo entusiastico apostolato ha contribuito a creare un sempre maggiore interesse per questo incantevole repertorio. Con il suo brillante e giovanissimo coro – che, come ha scritto il critico di BBC Music Magazine, canta «con intensità e profonda partecipazione» – Layton ci conduce per mano alla scoperta di opere di insospettabile bellezza.

Il Choir Of Trinity College Cambridge su HYPERION:

PAWEL LUKASZEWSKIOPERE SACRECDA67639 (CD alto prezzo)

AA.VV.THE SERVICE OF VENUS AND MARSAndrew Lawrence-King, arpa medievaleGothic Voices, Christopher Page

CDH55290 (CD medio prezzo)

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P. de Vitry: Gratissima virginis / Vos qui admiramini / Gaude gloriosa / Contratenor Anonimo: Singularis laudis digna; Lullay, lullay; Ther is no rose of swych virtu; Le gay playsir; Le grant pleyser; The Agincourt Carol P. des Mo-lins: De ce que fol pense Anonimo (da Molins): De ce que fol pense Pycard: Gloria L. Power: Sanctus F. Lebertoul: Las, que me domanderoye J. Pyamour: Quam pulchra es J. Dunstable: Speciosa facta es Soursby: Sanctus R. Loque-ville: Je vous pri que j’aye un baysier«Un altro disco di straordinaria bellezza dell’ensemble Go-thic Voices» (Hi-Fi News) «Un vero tesoro» (Fanfare, Stati Uniti) «Una musica di grandissimo fascino. I lettori interes-sati ad avvicinarsi al repertorio medievale non potrebbero trovare un punto di partenza migliore di questo disco» (The Penguin Guide to Compact Discs) VINCITORE DEL GRA-MOPHONE AWARD 1988

GIUSEPPE TARTINICONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRAElizabeth Wallfisch, violinoThe Raglan Baroque Players, Nicholas Kraemer

CDH55334 (CD medio prezzo)

G. Tartini: Concerto per violino e orchestra op. 1 li-bro 3 n. 12 (attribuzione in-certa); Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 1 D85; Concerto per violino e orchestra; Concerto per violino e orchestra op. 1 li-bro 1 n. 5 D58; Concerto per violino e orchestra op. 1 libro 1 n. 4 D15

«Questo disco è superiore a tutte le altre registrazioni tartinia-ne che ho ascoltato fino a questo momento sotto tutti i punti di vista. In particolare, la solista dimostra di essere in forma dav-vero smagliante […] Nei passaggi più delicati dei movimenti lenti la Wallfisch e i membri del basso continuo sfoggiano un’eloquenza semplicemente impareggiabile. Uno dei dischi più belli che mi è capitato di ascoltare nell’ultimo mese» (Early Music Review) «La solista Elizabeth Wallfisch riesce a trovare l’equilibrio ideale tra un brillante virtuosismo e una raffinata cantabilità, due qualità che vengono sorrette da un suono di rara dolcezza» (The Evening Standard) «Elizabeth Wallfisch si accosta ai concerti di Tartini con quel virtuosismo e quell’immediatezza quasi improvvisata che costituiscono l’essenza della tradizione esecutiva barocca […] Un ascolto davvero appassionante […] Questi splendidi concerti riesco-no sempre a cogliere nel segno» (San Francisco Chronicle) «Sia la musica di Tartini sia la qualità dell’interpretazione della Wallfisch sapranno suscitare l’entusiasmo di chiunque nutra interesse per il repertorio violinistico» (The Irish Times).

GIAN FRANCESCO MALIPIEROOPERE ORCHESTRALIDamiana Pinti, mezzosoprano - Paolo Carlini, fagottoCamerata Strumentale Città di Prato, Marzio Conti

CPO777322 (CD alto prezzo)

G.F. Malipiero: Gabrieliana; Serenata per fagotto e dieci strumenti; Madrigali Interpretazioni Sinfoniche; Cinque favole per voce e piccola orchestra; Sette Canzonette vene-zianeGian Francesco Malipiero ci ha lasciato in eredità una pro-duzione talmente vasta da poter essere quasi paragonata a quella dei grandi compositori barocchi, comprendente tra le altre cose una quindicina di sinfonie con e senza numero, sei concerti per pianoforte e orchestra di straordinaria bellezza, otto quartetti per archi, e un gran numero di lavori vocali di ogni genere e dimensione. Malipiero diede anche un contri-buto fondamentale alla riscoperta dei grandi autori del Rina-scimento e del Barocco italiano svolgendo una intensa atti-vità musicologica e realizzando un gran numero di edizioni critiche di opere del Sei-Settecento. Oltre ad aver riportato letteralmente alla luce i capolavoro monteverdiani, Malipiero curò numerosi volumi dell’edizione delle opere di Vivaldi. La sua profonda conoscenza del patrimonio musicale italiano ebbe una grande importanza anche nella sua attività di com-positore, come si può notare dal fatto che all’età di 90 anni scrisse l’ultima delle sue opere caratterizzate dal suffisso “iana”, dedicata a Giovanni Gabrieli. Gabrieliana costitui-sce l’ultimo capitolo di una lunga missione che il musicologo

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L’intervista: Maestro Conti, in un’epoca in cui i compositori italiani vissu-ti nella prima metà del Novecento stanno attraversando una giusta rivalutazione, Gianfrancesco Malipiero continua a es-sere conosciuto soprattutto per la sua attività di riscopritore del repertorio barocco. A Suo modo di vedere, come si colloca la sua produzione nel repertorio del Novecento italiano?«Malipiero fa parte di quella schiera di autori (ultimo in senso cronologico e, per la verità, anche nelle mie preferenze…) che vengono fatti rientrare nel Novecento storico italiano. A mio parere, questa definizione musicologica, basata sul termine “storico”, dà l’idea di un periodo musicale pachidermico, am-polloso e sotto alcuni aspetti anche superato. In realtà, questo periodo riunisce una serie di compositori di altissimo livello come Ottorino Respighi, Alfredo Casella e Riccardo Zandonai che sono stati – per questioni anche politiche e di “politica mu-sicale” – accantonati o considerati di secondo piano. Purtrop-po, questo avviene soprattutto in Italia. Personalmente, sono del tutto convinto che nel caso di Respighi ci troviamo di fronte a uno dei giganti della musica del XX secolo. Grande composi-tore, grande orchestratore, affascinante nei temi e nei colori, con un senso della struttura sempre efficace sia nel fastoso e ridondante sia nella semplicità. Nel loro insieme, li ritengo compositori “veri”, che meriterebbero una considerazione e un rispetto di gran lunga maggiori. Malipiero fa parte a pieno di-ritto di questo gruppo di musicisti, anche se la sua produzione è già proiettata verso un Novecento, diciamo così, successivo».

A Suo parere, Malipiero – come gli altri compositori suoi contemporanei a cui ha fatto riferimento – sono ancora in grado di suscitare l’interesse del pubblico italiano?«A questa domanda posso risponderle con estrema concretez-za. Un anno fa al Teatro Comunale di Bologna diressi un pro-gramma interamente incentrato sul Novecento storico italiano, comprendente tra le altre cose Pini di Roma e Fontane di Roma

Marzio Conti

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di Respighi, il poema sinfonico Italia e La giara di Casella. La serata ebbe un successo straordinario, con un pubblico entu-siasta di scoprire che anche noi italiani abbiamo un sinfonismo degno di essere riscoperto. Ricordo che molti si chiedevano perché nessuno si impegni per valorizzare maggiormente un repertorio così bello. La risposta sta forse nel fatto che molti addetti ai lavori non “vogliono” allargare le loro conoscenze e hanno difficoltà a essere sinceri con i propri sentimenti e le proprie emozioni. Questo mi puzza un po’ di regime musi-cale...»

– Veniamo al disco pubblicato questo mese dalla CPO. Si inizia come un brano dal sapore antico come Gabrieliana. In che modo Malipiero riesce ad armonizzare la sua perso-nalità di uomo moderno con un autore che in quegli anni doveva apparire davvero remoto?«Non credo che a Malipiero importasse molto di apparire remo-to. Lui, penso, ci credeva e quindi componeva così. In ogni caso Gabrieliana fa parte di quelle orchestrazioni di pezzi strumen-tali d’epoca che rappresentano, se così si può dire, un primo embrione di approccio alla musica antica, che in seguito sareb-be diventato filologia».

L’atmosfera cambia decisamente nella Serenata per fagot-to e dieci strumenti. Quali sono le caratteristiche salienti di questo brano?«È il pezzo che meglio identifica lo stile di Malipiero, vicino a quella sintassi che lui stesso sfrutta in tutta la sua musica strumentale e da camera. In questo brano si mette in grande evidenza Paolo Carlini, un fagottista dotato di un’ottima tecnica e di grande espressività».

Nelle Favole e nelle Canzonette veneziane si mette in gran-de evidenza Damiana Pinti, un mezzosoprano che con Lei

ha già interpretato Rossini. Ci può dire cosa le ha chiesto per eseguire brani particolari come le Favole?«Collaboro spesso con Damiana, una cantante che ho sem-pre apprezzato moltissimo. Eseguendo le Favole di Malipiero abbiamo fatto semplicemente quello che fanno due musicisti quando rispettano il proprio mestiere. Abbiamo provato e stu-diato insieme cercando di capire cosa diceva la musica. Tutto qui».

Quale è – ammesso che esista – il fil rouge con cui ha interpretato un programma così variegato?«Il fil rouge era solo quello di dare al grande pubblico l’idea più variegata possibile della musica di Malipiero».

Il catalogo della CPO conta già un altro Suo disco dedicato a Ottorino Respighi. Esiste un autore e o una o più opere che Lei desidera dirigere più di tutte?«Il mio grande amore per la musica mi rende molto difficile dirle cosa preferisco. Dirigo e ho diretto di tutto, dal repertorio sinfonico, all’opera, al balletto. Ho la fortuna di trovarmi spesso di fronte a partiture che sono opere d’arte assolute e quando questo mi capita è come se avessi con me, in casa mia o in albergo, un quadro di Monet se dirigo Debussy, una tela di Frie-drich se dirigo Beethoven e così via. Penso di essere davvero fortunato a poter eseguire capolavori simili. Vallo a spiegare ai politici che non hanno mai ascoltato la musica che noi definia-mo – limitandone il valore – “classica”».

Per finire, Le chiedo quali sono i Suoi futuri progetti di-scografici.«Nei prossimi mesi usciranno, ancora per CPO, un CD dedicato a Respighi con la Boutique Fantasque e Gli uccelli e , per Naxos, Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa».

di Giovanni Tasso

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Negli anni Trenta Berg scrisse così un secondo movimen-to, che trasformò il poema sinfonico originario in un’opera molto più elaborata che venne immediatamente ribattezzata Uomo-Donna. «Quest’opera parla dei due protagonisti del nostro mondo – l’uomo e la donna – non mettendone in evi-denza le reciproche relazioni, ma raffigurandoli come entità a sé stanti, padroni della propria vita e in grado di misurarsi con il fato […] Alla fine l’Uomo cede e la Donna trionfa». Con questa splendida opera Berg compose uno dei primi ma-nifesti musicali per l’emancipazione femminile, che oggi ci viene riproposto nella splendida interpretazione della Norr-koeping Symphony Orchestra diretta da un ispiratissimo Ari Rasilainen.

JOSEF SUKOPERE CAMERISTICHEMartin von der Nahmer, violaAtos Trio

CPO777470 (CD medio prezzo)

J. Suk: Trio per archi e pianoforte op. 2; Quattro Pezzi per violino e piano-forte op. 17; Elegia per trio con pianoforte op. 23; Ballata e Serenata op. 25; Quartetto n. 1 per archi e pianoforteDopo aver rivelato al mondo il suo straordi-nario talento nella prima

registrazione mondiale dei trii per archi e pianoforte di Heinrich von Herzogenberg pubblicata qualche mese fa dalla CPO, il giovane ed elettrizzante Atos Trio debutta nella splendida integrale delle opere di Josef Suk varata dalla casa discografica tedesca con un disco che ribadisce la sua indiscutibile grandezza in una serie di opere dal ta-glio quasi sinfonico. Analogamente a quanto si può notare nella vasta produzione orchestrale del compositore ceco, anche questi lavori cameristici presentano tutte le caratte-ristiche dello stile di Suk (che, detto per inciso, era genero di Antonín Dvorák): una inesauribile fantasia, una serie di effetti sonori molto efficaci, una buona dose di arguzia e un pizzico di malinconia. Più in particolare, il Quartetto per archi e pianoforte è un’opera molto interessante, nel-la quale la tipica scrittura dei grandi concerti virtuosistici degli ultimi trent’anni del XIX secolo coesiste armonio-samente con le logiche proprie del repertorio cameristi-co, l’ampia Ballata per violino e pianoforte ha in serbo numerosi spunti sorprendenti, mentre le Serenata – come sottolinea Eckhardt van der Hoogen, autore delle note di copertina di questo disco – potrebbe essere definita una danza boema scritta da Claude Debussy.

e studioso Malipiero aveva portato avanti con inesauribile passione e grande amore per tutta la durata della sua vita. Le altre opere di questo meraviglioso disco interpretato dal soprano Damiana Pinti, dal fagottista Paolo Carlini e dalla Camerata Strumentale Città di Prato diretta con polso e mol-to buon gusto da un ispirato Marzio Conti rappresentano un omaggio all’arte di un compositore degno di essere rivalutato ai massimi livelli e alla grande tradizione musicale del nostro paese.

Gian Francesco Malipieronei cataloghi SOUND AND MUSIC:

I SEI CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRASandro Ivo Bartoli, pianoforteRundfunk-Sinfonieorchester SaarbrückenMichele Carulli, direttoreCPO777287 (2 SACD alto prezzo)

INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTELuca Paccagnella, Sabrina AlbertiTC881301

NATANAEL BERGOPERE ORCHESTRALINorrkoeping Symphony Orchestra, Ari Rasilainen

CPO777325 (CD alto prezzo)

N. Berg: Reverenza; Suite Hertiginnans friare; Sin-fonia n. 3 MakterIl primo disco dedicato dalla CPO alla produzione orchestrale del composito-re svedese Natanael Berg ha suscitato un notevole interesse sia nel pubblico sia nella stampa specia-lizzata, dimostrando per

l’ennesima volta che è possibile fare scoperte di grande im-portanza anche nel superinflazionato mercato discografico odierno. Questo fatto trova una nuova conferma in questo disco, che consente di continuare l’esplorazione dell’affasci-nante microcosmo espressivo di uno dei portabandiera del Tardo Romanticismo scandinavo. Sebbene fosse considera-to uno dei massimi esponenti del sinfonismo svedese, Berg svolse per molti anni la professione di veterinario. In un pri-mo tempo la sua Terza Sinfonia venne concepita come un poema sinfonico in un solo movimento intitolato “Libero è l’uomo!”. Questa sinfonia fu eseguita per la prima volta in questa forma nel 1918 riscuotendo un buon successo, tuttavia qualche anno più tardi Berg si rese conto che nelle sua opera mancava qualcosa, per la precisione una presenza femminile.

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Josef Suk su CPO:

JOSEF SUKTHE RIPENING. TALE OF A WINTER EVENINGOrchester der Komischen Oper BerlinKirill Petrenko, direttoreCPO777364 (CD alto prezzo)

JOSEF SUK / ANATOLI LIADOVRACCONTO D’ESTATE / IL LAGO INCANTATOOrchester der Komischen Oper BerlinKirill Petrenko, direttoreCPO777174 (CD alto prezzo)

JOSEF SUKSINFONIA ASRAELOrchester der Komischen Oper BerlinKirill Petrenko, direttoreCPO777001 (CD alto prezzo)

HEINRICH SCHÜTZMUSIKALISCHE EXEQUIENWeser-Renaissance Bremen, Manfred Cordes

CPO777410 (CD alto prezzo)

H. Schütz: Musikalische Exequien SWV 279-281; Salmi penitenziali n. 6, 51, 102, 130 e 143Nel 1997 la CPO pubblicò il primo volume dell’inte-grale delle opere di Hein-rich Schütz nella intensa interpretazione dell’en-semble di strumenti ori-ginali Weser-Renaissance

diretto da Manfred Cordes. Sebbene siano ormai trascorsi diversi anni, questa collana – che con questo splendido disco taglia il traguardo del sesto volume – continua a essere con-siderata un punto di riferimento ineludibile nella discografia del compositore tedesco, come si può notare dalle entusiasti-che recensioni pubblicate dalla stampa specializzata di tutto il mondo. Composta per il funerale del principe Heinrich Posthumus Reuss, la Musikalische Exequien è un’opera per voci e basso continuo concepita su misura per la liturgia lute-rana, in sostituzione del sino ad allora consueto rito cattolico in latino. Oltre a questo lavoro di grande suggestione, il pro-gramma comprende anche sette commoventi salmi peniten-ziali tratti dal Salterio Becker e dai Psalmen Davids. Anche in questo caso l’ensemble Weser-Renaissance diretto da Cor-des riesce a individuare il giusto mix tra fedeltà alla prassi esecutiva e immediatezza espressiva in grado di riportare alla vita questi meravigliosi lavori.

Heinrich Schütz su CPO:

HISTORIA DER AUFERSTEHUNG JESU CHRISTIWeser-Renaissance Bremen, Manfred CordesCPO777027 (CD alto prezzo)

CANTIONES SACRAE OP. 4Weser-Renaissance Bremen, Manfred CordesCPO405 (2 CD alto prezzo)

GEISTLICHE CHOR-MUSICWeser-Renaissance Bremen, Manfred CordesCPO546 (2 CD alto prezzo)

KLEINE GEISTLICHE KONZERTEWeser-Renaissance Bremen, Manfred CordesCPO675 (3 CD alto prezzo)

OPERE PROFANEWeser-Renaissance Bremen, Manfred CordesCPO518 (CD alto prezzo)

JOSEF MYSLIVECEKINTEGRALE DEGLI OTTETTI E DEI QUINTETTI PER FIATIL’Orfeo Bläserensemble, Carin van Heerden

CPO777377 (CD medio prezzo)

Nato da una costola della Orfeo Barockorchester, formazione di strumenti originali che sotto la guida della violinista Michi Gaigg ha realizzato per la CPO diversi dischi dedi-cati al repertorio settecen-tesco accolti con grande favore dalla stampa spe-cializzata di tutto il mon-

do, L’Orfeo Wind Ensemble diretto da Carin van Heerden propone in prima registrazione mondiale gli incantevoli ot-tetti e quintetti per strumenti a fiato del compositore boemo Josef Myslivecek, che nel corso del suo lungo soggiorno a Napoli sviluppò un grande entusiasmo per la brillantezza e la melodiosità delle opere italiane. Questa sincera passione ap-pare evidente dalla vivacità ritmica e dall’accorta strumenta-zione dei suoi ottetti, ai quali manca soltanto l’apporto dei cantanti. A proposito di questi lavori, il celebre critico Gerhard Pätzig ha scritto: «componendo queste opere sembra che Myslivecek si sia lasciato ispirare da testi di sua fantasia, dando vita a continui colpi di scena ora buffi ora drammatici. Le parti degli strumenti a fiato rappresentano i tipici perso-naggi delle opere italiane del XVIII secolo». Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, Myslivecek scrisse parti incredi-

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bilmente complesse per le possibilità tecniche ed espressive degli strumenti a fiato dell’epoca. I sei Quintetti per due oboi, due corni e fagotto sono veri e propri gioielli in miniatura composti durante il suo soggiorno a Roma, le cui caratteristi-che principali – melodie intrise di malinconia, ritmi garbati e passaggi virtuosistici affidati soprattutto ai corni – sembrano riecheggiare le sonorità tipiche della sua patria lontana.

PIERRE RODECAPRICES EN FORME D’ÉTUDESElizabeth Wallfisch, violino

CPO777129 (2 CD medio prezzo)

Esponente più giovane del-la scuola violinistica fiorita in Francia negli ultimi de-cenni del XVIII secolo che tra gli altri comprendeva anche i celebri Rodolphe Kreutzer e Pierre Baillot, Pierre Rode compose quasi esclusivamente per il suo strumento. Fatta eccezione per alcune opere vocali, la

produzione di Rode comprende infatti concerti per violino e or-chestra, un gran numero di variazioni per violino accompagnato da diversi strumenti e dieci quartetti per archi. Pubblicati per la prima volta intorno al 1815, i Caprices en forme d’études costi-tuiscono l’opera solistica più famosa di Rode e nel giro di po-chissimo tempo si conquistarono un posto di grande rilevanza nella letteratura violinistica. A differenza dei quaranta Études ou Caprices di Kreutzer, i capricci di Rode richiedono all’interprete un fraseggio ricco di nuances molto lontano dalla tipica scrittura dei lavori didattici del genere. Da notare che i capricci di Rode sono ordinati secondo la loro tonalità per quinte, senza tenere conto dei diversi aspetti della tecnica violinistica. Unanimemen-te considerata tra le interpreti più autorevoli del repertorio violi-nistico preromantico, Elizabeth Wallfisch si accosta a queste in-cantevoli pagine con la sua consueta maestria. Un disco vera-mente da non perdere.

JOHN IRELANDINTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANOStefan Kagl, organo dell’Herforder Münster

CPO777481 (SACD alto prezzo)

Un grande talento permise a John Ireland di impadronirsi della tecnica organistica con incredibile rapidità, al punto che all’età di 18 anni il compositore originario di Manchester venne am-messo nell’esclusivo Royal College of Organists, diventandone il membro più giovane di sempre.

In seguito Ireland ottenne una cattedra di composizio-ne e la carica di organista e di direttore del coro della St Luke’s Church di Chelsea. Date queste premesse, non si può che rimanere sorpre-si dal fatto che nella vasta produzione di Ireland le opere per organo costitui-scano sotto l’aspetto quan-

titativo una parte quasi trascurabile, appena sufficiente per riem-pire il programma di un CD. In ogni caso, questi lavori sono caratterizzati da una scrittura assolutamente irreprensibile, che affonda le sue radici nelle grandi tradizioni classica e romantica. L’incantevole Elegiac Romance è caratterizzata da un’espressi-vità intensamente brahmsiana, mentre gli altri brani presentano un’ampia varietà di toni, spaziando da un intimismo lirico e me-ditativo, a potenziali grandi successi (Cavatina), al puro diverti-mento. Organista e direttore del coro della Hertford Minster, Stefan Kagl si accosta a queste splendide opere con il dichiarato obiettivo di far conoscere un aspetto inedito della produzione di Ireland. Da parte nostra, siamo pronti a scommettere che ce la farà!

ANTONIO VIVALDILE CINQUE STAGIONIQuintessence Saxophone Quintet

CPO777535 (DVD alto prezzo)

Sebbene le Quattro Stagioni di Vivaldi rientrino sicuramente nel novero delle opere più ese-guite e incise del panorama clas-sico di ogni tempo, gli appassio-nati di classica non si sono anco-ra stancati di ascoltarle. Il Quin-tessence Saxophone Quintet tra-sfigura il capolavoro vivaldiano in una sorta di “concerto gros-so”, nell’ambito del quale tutti e cinque gli strumenti assurgono a turno a solisti, in una formazione

decisamente insolita che comprende due sax soprano, un sax contralto, un sax tenore e un sax basso. E, dal momento che an-che a distanza di quasi tre secoli la musica di Vivaldi continua a suscitare spunti di riflessione, Uli Lettermann ha pensato bene di aggiungere una “quinta stagione”, che trae chiaramente la pro-pria struttura melodica dallo stile del Prete Rosso. Nel comples-so questo disco ci offre la possibilità di ascoltare sonorità del tutto innovativa che trovano il loro punto di partenza nella musi-ca barocca di Vivaldi. Il programma di questo disco è disponibi-le anche su CD (CPO777366).

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LUDWIG VAN BEETHOVEN – JOHANNES BRAHMSOPERE ORCHESTRALITrio PoseidonGothenburg Symphony Orchestra, Neeme Järvi

CHAN10564 (CD medio prezzo)

L. van Beethoven: Triplo Concerto per pianoforte, vio-lino, violoncello e orchestra op. 56 J. Brahms: Doppio Concerto per violino, violoncello e orchestra op. 102La Chandos è orgogliosa di presentare due delle ope-re concertanti più famose del XIX secolo nella sapiente lettura della Gothenburg Symphony Orchestra diretta da Neeme Järvi. Sebbene siano state composte a distanza di molti anni, queste due opere vedono protagonisti due o tre strumenti solisti accompagnati da un’orchestra, una strut-tura non molto diversa da quella del concerto grosso di epoca barocca.Il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra op. 56 di Beethoven venne composto nel 1804 in uno dei periodi più delicati dell’esistenza del compositore di Bonn. In quei mesi Beethoven aveva infatti iniziato a superare il trauma della sordità e aveva ripreso a esprimer-si con la musica dopo un terribile momento di crisi che lo aveva portato alle soglie della disperazione. Sotto il profi-lo strutturale, quest’opera matura e pervasa da una mera-vigliosa vena melodica potrebbe essere descritta come un trio per pianoforte e archi accompagnato dall’orchestra. Al contrario, l’imponente Doppio Concerto di Brahms an-drebbe definito come un trio con pianoforte, con la parte di questo strumento affidata all’orchestra. In questo disco

WOLFGANG AMADEUS MOZARTARIE PER SOPRANISTAMichael Maniaci, sopranistaBoston Baroque, Martin Pearlman

TELCD31827 (CD alto prezzo)

W.A. Mozart: Idomeneo re di Creta: Ouverture; Ah qual gelido orror... Il padre adorato; Lucio Silla: Dunque sperar poss’io… Il tenero momento; Ah se a morir mi chiama; La clemenza di Tito: Ouverture; Deh, per questo istante solo; Parto, ma tu ben mio; Exsultate, jubilate K.165La Telarc e il Concord Group sono orgogliosi di presentare un disco interamente dedicato a Mozart dei Boston Baroque di Martin Pearlman, una delle formazioni di strumenti originali più acclamate del mondo e nominata per ben tre volte ai Grammy Awards. Nel loro ventesimo disco pubblicato dalla Telarc, i Bo-ston Baroque sono affiancati da Michael Maniaci, un sopranista americano in possesso di incredibili mezzi tecnici ed espressivi, che ha già iniziato a far parlare molto di sé. Questo imperdibile disco offre la possibilità di ascoltare per la prima volta alcune arie scritte da Mozart per castrato eseguite secondo le intenzioni del grande compositore salisburghese, vale a dire non da un so-prano donna ma con l’affascinante tavolozza sonora, la brillante coloritura e la potenza di un genere di cantante che non esiste (quasi) più. Ascoltando le arie dell’Idomeneo re di Creta, del Lucio Silla e della Clemenza di Tito, il celeberrimo mottetto Ex-sultate, jubilate – composto da Mozart a 17 anni per il famoso castrato Venanzio Rauzzini – e le ouvertures dell’Idomeneo e della Clemenza di Tito avrete la possibilità di immergervi in un mondo dal fascino intramontabile.

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SIR ARTHUR SULLIVANIVANHOESolisti, Adrian Partington SingersBBC National Orchestra of Wales, David Lloyd-Jones

CHAN10578(3) (3 CD medio prezzo)

«L’opera storica che sto scrivendo rappresenta il sogno della mia vita. Non ho mai creduto nelle opere liriche basate su dèi e miti. Quello che desidero più di ogni altra cosa è un libretto che veda protagonisti personaggi fatti di carne e di sangue, che provano passioni ed emozioni umane. Sono del tutto convinto che la musica dovrebbe parlare al cuore e non al cervello». Nel 1885 Sir Arthur Sullivan descrisse in questi termini le idee che si sarebbero concretizzate in Ivanhoe. Romanzo più famoso di Sir Walter Scott, Ivanhoe rappresentava il soggetto ideale per Sulli-van e costituì anche uno straordinario trampolino di lancio per la English Royal Opera di D’Oyly Carte, uno dei teatri più grandi ed eleganti di Londra, dove quest’opera romantica della durata di tre ore venne messa in scena con due cast distinti per ben 155 serate consecutivi, un traguardo mai eguagliato da nessun altro teatro londinese. Nel 1891 gli appassionati di musica londine-si potevano contare su una scelta che non aveva confronti con nessuna altra capitale europea, con Ivanhoe in programma alla Royal English Opera, The Gondoliers che continuava ad attirare schiere di spettatori al Savoy e The Golden Legend in cartellone al Covent Garden. Fatta eccezione per Georg Friedrich Händel, la storia del teatro londinese non annovera nessun musicista in grado di monopolizzare l’attenzione degli appassionati d’opera come Sullivan. La straordinaria varietà dei temi toccati dal ro-manzo di Scott consentì a Sullivan di comporre una delle opere più significative mai scritte in Gran Bretagna. La Chandos è orgogliosa di presentare Ivanhoe in prima registrazione mondia-le con uno strepitoso cast di cantanti comprendente tra gli altri

le parti solistiche sono state affidate al Trio Poseidon, una raffinata formazione cameristica fondata nel 2002 da Sara Trobäck Hesselink, Claes Gunnarsson (rispettivamente primo violino e primo violoncello della Gothenburg Sym-phony Orchestra) e dal pianista Per Lundberg, insegnante al Royal College of Music di Stoccolma.

BERNARD HERRMANNCOLONNE SONOREOrla Boylan, Martin Roscoe,BBC Philharmonic, Rumon Gamba

CHAN10577 (CD alto prezzo)

B. Herrmann: Hango-ver Square; Quarto pote-reBrillante sia come diret-tore sia come composi-tore, Bernard Herrmann è considerato da molti uno degli autori di colon-ne sonore più innovativo degli anni Quaranta, Cin-quanta e Sessanta. La sua

produzione conta ben 47 colonne sonore scritte tra il 1941 e il 1976 per film diventati veri e proprio cult movie del calibro di Quarto potere, Psycho, Taxi Driver. Nonostan-te i grandi successi ottenuti in ambito cinematografico, Herrmann rifiutò sempre l’etichetta di “autore di colonne sonore”, preferendo essere definito un compositore che collaborava con i registi del grande schermo. Considera-to da molti critici cinematografici il film più importan-te della storia, Quarto potere rappresentò il battesimo di Herrmann come autore di colonne sonore. Se tutti cono-scono la straordinaria influenza esercitata da Orson Wel-les sulla storia del cinema, ancora oggi solo un numero relativamente limitato di appassionati si rende conto che una parte non marginale del successo ottenuto da Quarto potere va attribuita alla colonna sonora, che fece vincere a Herrmann una nomination agli Oscar per la migliore co-lonna sonora drammatica. Basato sull’omonimo romanzo di Patrick Hamilton, il film noir Hangover Square vanta una colonna sonora dai toni altrettanto tenebrosi che rie-cheggia il celebre Warsaw Concerto di Richard Addinsell. Nella scena finale, il protagonista Bone esegue rapito il concerto scritto da Herrmann senza curarsi dell’incendio che divampa intorno a lui.La Chandos è orgogliosa di accogliere questo nuovo disco diretto da Rumon Gamba nella prestigiosa collana Chan-dos Movie, per la gioia non solo dei cinefili più nostalgi-ci, ma anche degli appassionati più esigenti della grande musica.

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Janice Watson, Toby Spence, Catherine Wyn-Rogers e Geraldi-ne McGreevy, guidato con polso e molto buon gusto da David Lloyd-Jones, al debutto con la prestigiosa etichetta inglese.

Sir Arthur Sullivan su CHANDOS:

SIR ARTHUR SULLIVANCOX AND BOX. TRIAL BY JURYSolisti, Chamber Choir of the Royal Welsh Collegeof Music and DramaBBC National Orchestra of Wales, Richard HickoxCHAN10321 (CD alto prezzo)

SIR ARTHUR SULLIVANIN MEMORIAMBBC Philharmonic Orchestra, Richard HickoxCHAN9859 (CD alto prezzo)

GABRIEL FAURÉOPERE CAMERISTICHEKathryn Stott, pianoforteThe Hermitage String Trio

CHAN10582 (CD alto prezzo)

G. Fauré: Quartetto n. 1 per archi e pianoforte op. 15; Quartetto n. 2 per archi e pianoforte op. 45; Nottur-no n. 4Accogliendo l’invito di Ca-mille Saint-Saëns, nel 1871 Gabriel Fauré entrò a far parte dell’esclusiva Société Nationale de Musique, dove ebbe la possibilità di

conoscere e frequentare alcuni dei principali musicisti francesi dell’epoca come Franck, D’Indy e Bizet. La Société era stata costituita con l’obiettivo di promuovere la diffusione della mu-sica francese e di creare una rete che consentisse l’esecuzione di opere sia cameristiche sia orchestrali. Nonostante questi eccel-lenti propositi, la Société non ebbe una particolare influenza su Fauré. In un’intervista rilasciata nel 1922 Fauré affermò: «La verità è che prima del 1870 non mi sarei mai sognato di scrive-re una sonata o un quartetto. Solo quando Saint-Saëns fondò la Société mi decisi a occuparmi di questo ambito repertoriale», una dichiarazione che trova conferma nel fatto che quasi tutte le opere cameristiche di Fauré vennero eseguite per la prima volta grazie all’impegno della Société Nationale de Musique. Kathryn Stott è oggi considerata una delle migliori interpreti delle opere pianistiche di Fauré in circolazione, un’opinione del tutto con-divisa dal critico di BBC Music Magazine, che qualche tempo fa ha scritto: «Kathryn Stott ribadisce di essere una delle più autorevoli interpreti di Fauré della sua generazione». La Stott ha

cercato per molti anni i musicisti più adatti per registrare i due quartetti per archi e pianoforte, che alla fine ha individuato nei componenti dell’Hermitage String Trio, con i quali si è esibita di recente in una serie di concerti che ha suscitato l’unanime entusiasmo del pubblico e della critica. A proposito di questa formazione, lo Strad ha recentemente scritto: «Questo ensemble ha fatto moltissimo per portare il repertorio per trio d’archi nelle sale da concerti». Il programma di questo disco è completato dal Notturno n. 4 per pianoforte, che viene valorizzato al massimo dalla calda acustica Chandos.

Kathryn Stott su CHANDOS:

GABRIEL FAURÉOPERE ORCHESTRALIKathryn Stott, Peter Dixon, Richard Davis,BBC Philharmonic OrchestraYan Pascal Tortelier, direttoreCHAN9416 (CD alto prezzo)

GABRIEL FAURÉOPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTEKathryn Stott, Christian Poltéra, Priya MitchellCHAN10447 (CD alto prezzo)

CAMILLE SAINT-SAËNSOPERE PER VIOLONCELLO E PIANOFORTEKathryn Stott, Christian PoltéraCHAN10552 (CD alto prezzo)

AA.VV.TENDER IS THE NORTH – MUSICA PER ORGANO DI AUTORI NORDICIIain Quinn, organo

CHAN10581 (CD alto prezzo)

J. Sibelius: Intrada op. 111a; Surusoitto op. 111b N.W. Gade: Tre Tonestyk-ker op. 22; Tre Choralfor-spil Palmgren: Due Prelu-di Nystedt: Med Jesus vil eg fara Másson: Larghetto Olsson: Sonata per organo op. 38Il variegato programma di Tender is the North consen-

te di dare un’occhiata in quell’autentico pozzo di san Patrizio che è il repertorio per organo dei paesi scandinavi. Questa af-fascinante silloge di opere provenienti dalla Danimarca, dalla Finlandia, dall’Islanda, dalla Norvegia e dalla Svezia e regi-strata nella Cattedrale di Coventry da un Iain Quinn in forma smagliante comprende due prime registrazioni mondiali – Med Jesus vil eg fara di Nystedt e il Larghetto di Másson, composti

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appositamente per questo disco – e opere virtualmente scono-sciute come l’Intrada op. 111a di Sibelius e i Preludi di Palm-gren. Considerato uno degli organisti migliori del Regno Unito, Iain Quinn ha realizzato per la Chandos tre dischi di grande inte-resse accolti con entusiasmo dalla stampa specializzata di tutto il mondo. «Come ho già avuto modo di sottolineare, l’esecuzione di questo giovane musicista è impeccabile sotto tutti gli aspet-ti e molto musicale. La scelta dei registri è sempre azzeccata e il fraseggio delle diverse voci preciso e molto gradevole. Nel complesso si tratta di un’antologia di opere molto rare, registrata in maniera mirabile e curata fin nei minimi dettagli anche sotto l’aspetto grafico che merita di essere presa in seria considerazio-ne» (International Record Review, a proposito di Czech Music for Organ, CHAN10463).

GimellAA.VV.THE TALLIS SCHOLARS SING FLEMISH MASTERTallis Scholars, Peter Phillips, direttore

CDGIM211 (2 CD al prezzo di 1)

Heinrich Isaac (ca 1450-1517): Missa de Apostolis Johan-nes Ockeghem (ca 1425-1497): Missa Au travail suis Or-lando di Lasso (1532-1594): Missa Osculetur me Cipriano de Rore (ca 1515-1565): Missa Praeter rerum seriem An-toine Brumel (ca 1460-ca 1520): Missa et ecce terrae motusOltre a Thomas Tallis – compositore da cui hanno preso il nome – e a Giovanni Pierluigi da Palestrina, i Tallis Scho-lars hanno dato un contributo determinante alla riscoperta e alla valorizzazione dei grandi maestri franco-fiamminghi, realizzando una serie di straordinari dischi dedicati ad au-

tori come Josquin Desprez, Heinrich Isaac e Cipriano de Rore. Per celebrare nel migliore dei modi i 30 anni di attività dell’ensemble diretto da Peter Phillips la Gimell ripropone in un cofanetto doppio offerto al prezzo di un solo CD cinque messe dei maggiori autori del Rinascimento fiammingo, tutti legati in qualche modo al nostro paese. Come sempre, questo cofanetto è corredato da un booklet molto corposo, che aiuta a calarsi nella realtà del mondo rinascimentale e ad apprezza-re pienamente queste splendide opere.

RICHARD STRAUSSSINFONIA DELLE ALPILondon Symphony Orchestra, Bernard Haitink

LSO0689 (SACD medio prezzo)

Nella Sinfonia delle Alpi Richard Strauss descrive con toni epici l’ascesa a una vetta alpina, facendo ricorso a un gran numero di strumenti e di combinazioni strumentali per evo-care le impressioni e gli eventi di cui fu testimone. I critici e i musicologi sono concordi nel sostenere che questo lavoro di ampie dimensioni rappresenta uno dei massimi capolavori dell’ultimo grande maestro del Tardo Romanticismo tedesco, ormai giunto al culmine della sua arte. «Un’esecuzione di straordinaria potenza espressiva della Sinfonia delle Alpi. Solo in pochissimi altri casi mi ricordo di aver sentito una ascesa verso la vetta così tesa ed emozionante. Il sapiente modo con cui Haitink sa dosare le ricche sfumature della London Symphony Orchestra sia all’alba sia al tramonto, con

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S. Rachmaninov: Concerto n. 3 per pianoforte e orche-stra op. 30; Rapsodia su un tema di Paganini per piano-forte e orchestra op. 43Il quarto titolo della Mariinsky Live vede il giovane ma acclamatissimo pianista russo Denis Matsuev e il carismatico Valery Gergiev alla testa dell’Orchestra del Teatro Mariinsky alle prese con due caposaldi della let-teratura orchestrale del XX secolo come il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra e la Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninov. Si tratta di una registrazio-ne di alto profilo, che va ad aggiungersi a un catalogo numericamente ancora ridotto ma che vanta due titoli nominati per due Grammy ciascuno, Il naso di Shosta-kovich come Miglior disco classico dell’anno e Miglior

SERGEI RACHMANINOVOPERE ORCHESTRALIDenis Matsuev, pianoforteOrchestra del Teatro Mariinsky, Valery Gergiev

MAR0505 (SACD alto prezzo)

PRIMA SCELTAi migliori a prezzo speciale

€14,90 (prezzo consigliato - fino al 31.03.2010)

disco di opera dell’anno e le sinfonie n. 1 e n. 15 di Shostakovich come Miglior disco orchestrale dell’anno e Disco classico dalla qualità sonora migliore dell’anno. Da notare che Il naso si è confermato un vero e proprio asso pigliatutto, aggiudicandosi un gran numero di ri-conoscimenti internazionali tra cui lo Choc de l’année della rivista Classica e il prestigioso Midem Classical Award per la categoria opera. Se di Valery Gergiev gli appassionati italiani sanno ormai quasi tutto, vale la pena di spendere due parole su Denis Matsuev, nome di cui si sentirà parlare sempre più spesso. Dopo essersi aggiudicato nel 1998 il primo premio nel Corso Ciaiko-vsky di Mosca, Matsuev ha iniziato una intensa attività concertistica, che lo ha visto in molti casi accompagna-to dall’Orchestra del Teatro Mariinsky e dalla London Symphony Orchestra dirette da Valery Gergiev, con i quali nel prossimo futuro realizzerà diversi dischi. Da notare che Matsuev ha avuto l’onore di essere stato scel-to dalla Fondazione Sergei Rachmaninov per eseguire e incidere una serie di brani del compositore russo sul pianoforte conservato a Villa Senar a Lucerna, un fatto che la dice davvero lunga sul conto del giovane pianista.

Denis Matsuev

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i colori della natura che prima emergono dall’oscurità per poi sfumare negli incerti contorni del crepuscolo, esprimono fino in fondo la strenua lotta metafisica e il trionfo del grande capola-voro straussiano» (The Times) «Haitink rifugge dalla tentazione di eseguire questa vasta partitura con l’ironia postmoderna che oggi va di gran moda presso molti direttori, conferendogli la sua vera identità, quella di uno dei caposaldi più rappresentativi del Tardo Romanticismo tedesco» (The Guardian).

AA.VV.OPERE VOCALISimon Keenlyside, baritono - Malcolm Martineau, pianoforte

WHLive031 (CD medio prezzo)

F. Schubert: An Silvia; Einsiedelei; Verklärung; Die Sterne; Himmelsfun-ken; Ständchen H. Wolf: Der Knabe und das Him-melein; Gesang Weilas; An die Geliebte; Auf eine Christblume II; Lied eines Verliebten; Lied vom Win-de G. Fauré: Aubade; En sourdine; Green; Notre

amour; Fleur jetée; Spleen; Madrigal; Le papillon et la fleur M. Ravel: Histoires naturelles (Le paôn; Le grillon, Le cygnet; Le martin-pêcheur; La pintade) F. Poulenc: HôtelIn un’intervista rilasciata al Guardian, il baritono Simon Keen-lyside ha dichiarato: «Tutto ciò che accade nel mondo – sia il bene sia il male – è contenuto in qualche modo nel mio reperto-rio di Lieder tedeschi e di mélodies francesi», In questa splen-dida registrazione live che lo vede accompagnato da Malcolm Martineau, Keenlyside propone agli amanti del canto da camera un ampio ventaglio di spunti musicali, temi drammatici ed emo-zioni. Il programma si apre con sei pagine di Schubert, altrettanti brani tratti dai Mörike-Lieder di Wolf, una bella silloge di mélo-dies di Fauré su testi di Hugo, Verlaine e altri poeti francesi e cinque incantevoli raffigurazioni di animali dai tratti vagamente umani tratte dalle Histoires naturelles di Ravel. Recensendo un suo disco, il BBC Music Magazine ha definito Keenlyside: «il più grande baritono lirico in circolazione e uno dei migliori di ogni tempo. La sua spiccata personalità artistica gli consente di immergersi in tutti i personaggi che interpreta con una pro-fondità espressiva e un’intelligenza musicale che trovano pochi confronti. Ogni interpretazione di Keenlyside è basata su un per-fetto controllo dell’emissione, su una eccellente varietà timbrica e su un impeccabile legato, tre qualità che appartengono solo ai

cantanti di maggior talento». Sebbene questa disamina si riferi-sca a un’antologia di arie d’opera, questi giudizi possono essere estesi anche a questo meraviglioso recital pubblicato dalla Wig-more Hall Live, nel quale Keenlyside si allontana dal cliché del cantante narcisistico disposto a sacrificare sull’altare del proprio ego le opere che esegue e il pubblico che lo ascolta, per rivelarsi un vero e proprio poeta della musica, sempre pronto a mettersi al servizio dei versi e delle note.

FRANZ JOSEPH HAYDNQUARTETTI PER ARCHIDoric String Quartet

WHLive032 (CD medio prezzo)

F.J. Haydn: Quartetto per archi op. 9 n. 4; Quartetto per archi op. 50 n. 2; Quartetto per archi op. 76 n. 1; Quartetto per archi op. 50 n. 1Fondato nel 1998 al Pro Corda, la prestigiosa scuola del Suf-folk specializzata nel repertorio cameristico, il Doric String Quartet si è esibito ben quattro volte nella stagione 2008-09 della Wigmore Hall, ottenendo in occasione dell’ultimo con-certo un vero e proprio trionfo. Registrato il 15 gennaio del 2009, questo CD rappresenta il debutto discografico di un gruppo che farà sicuramente parlare molto di sé. Il programma comprende tre quartetti di Franz Joseph Haydn, uno – il Quar-tetto op. 76 n. 1 – appartenente all’empireo della letteratura settecentesca e gli altri composti nelle prime fasi della lun-ghissima carriera del grande maestro di Rohrau. Scegliendo di eseguire queste opere, i componenti del Doric String Quartet hanno voluto da un lato garantire l’ascolto più gradevole possi-bile e dall’altro dimostrare quanto sia varia la produzione di un compositore che riserva ancora molte sorprese al grande pub-blico. Da notare che il Doric String Quartet si è già esibito in

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Italia in occasione del Premio Paolo Borciani di Reggio Emi-lia, dove la sua interpretazione dei quartetti di Haydn ottenne il secondo premio e una menzione speciale, che si aggiunsero al trionfo riportato il mese prima alla Osaka Chamber Music Competition. Parlando del concorso di Reggio Emilia, la rivi-sta The Strad sottolineò «la spiccata musicalità e la grande fan-tasia sonora» dei quattro componenti del gruppo. Dopo aver definito “magica” l’interpretazione del Quartetto op. 76 n. 1 di Haydn, il recensore descrive le interpretazioni del Doric String Quartet come «le più fantasiose, appassionanti, commoventi e brillanti» del concorso. Un disco davvero da non perdere.

TESTAMENTRICHARD WAGNERPARSIFAL Karl Liebel, Gerda Lammers, Gottlob Frick, Otakar Kraus, Eberhard Wächter.Covent Garden Opera Chorus,Covent Garden Orchestra, Rudolf Kempe

TES1455 (4 CD alto prezzo)

Ultima opera scritta da Richard Wagner, Parsifal venne eseguito al Covent Garden di Londra per la prima vol-ta dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1951 sotto la direzione di Karl Rankl, con un cast di altissimo livello guidato da Kirsten Flagstad (Kundry) e Ludwig Weber (Gurnemanz) e la stessa regia del primo allesti-mento londinese del 1914. Vale la pena di ricordare che alla fine degli anni Quaranta non era ancora disponibile alcuna edizione discografica del capolavoro di Wagner a parte alcune selezioni di brani, tra le quali spiccava una

versione quasi completa del terzo atto diretta dallo specia-lista wagneriano Karl Muck, in catalogo dal lontano 1928. Purtroppo, verso la metà del secolo scorso Parsifal non godeva ancora della fama di tutte le altre opere di Wa-gner, in quanto continuava a essere considerato un lavoro monolitico, dal carattere troppo religioso e dall’incedere insopportabilmente lento. Nel 1952 la Decca mise in com-mercio la prima incisione integrale del Parsifal realizzata l’anno precedente da Hans Knappertsbusch in occasione della riapertura del Festival di Bayreuth. Dopo aver rac-colto l’eredità di Muck, Knappertsbusch diresse Parsifal a Bayreuth per ben 55 volte dal 1951 al 1964, un anno pri-ma della sua scomparsa. Questo disco suscitò una grande sensazione, in parte per una qualità sonora che era riuscita a ricreare alla perfezione le caratteristiche acustiche della Festspielhaus e in parte perché, ascoltato a casa tenendo sotto gli occhi il libretto venduto separatamente dalla Dec-ca, Parsifal si rivelò anche agli occhi degli scettici più irriducibili per quello che è, un’opera di sublime profondi-tà e umanità. Parsifal gode da sempre dell’incondizionata ammirazione di musicisti e compositori – compresi molti di quelli che si dichiararono sempre ostili a Wagner e alle ideologie che rappresentava come Debussy e Stravinsky – per le sue ricchissime architetture armoniche e per la stu-pefacente originalità della sua scrittura, due caratteristiche che – come scrive giustamente The Record Guide – esalta-no al massimo grado «gli ultimi, strani e profondi pensieri di Wagner» (dalle note di copertina di Michael Tanner).

CARLO MARIA GIULINI IN CONCERTOBerliner Philharmoniker, Carlo Maria Giulini

TES1438 (CD alto prezzo)

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(ASOT, IV, 64-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, V, 62-6); Toccata per organo in do maggiore (ASOT, III, 17-21); Toccata in do maggiore (ASOT, III, 96-9); Fuga in fa minore; Toccata Terza in sol minore (ASOT, IV, 126-32)Con questo terzo CD, dedicato a varie composizioni di Ales-sandro Scarlatti destinate precipuamente all’organo, continua il progetto che prevede la registrazione degli «Opera Omnia per tastiera» del grande compositore palermitano. Questo progetto è scaturito dallo studio e dal piano di pubblicazione dell’am-pio corpus di fonti manoscritte contenenti musiche per tastiera dell’autore intrapreso circa una decina di anni fa; in effetti, la pubblicazione degli «Opera Omnia per strumento a tastiera» di Alessandro Scarlatti presso le «Ut Orpheus Edizioni» di Bolo-gna (a cura di A. Macinanti e di F. Tasini) è iniziata nel 2000 ed è giunta ora al quinto volume. Per la registrazione di questo terzo CD è stato scelto l’organo costruito nel 1854 da Antonio Sangal-li (1820-1901) per la Chiesa Parrocchiale di San Paolo Apostolo di Ziano Piacentino e restaurato da Daniele Giani nel 2004. Pur risalendo al XIX secolo, questo strumento offre un ventaglio di sonorità timbriche (dolcezza e cantabilità del Principale e della Voce Umana, Ripieno cristallino e “sodo”, Ance [Fagotto reale ne’ bassi e Trombe soprani] pronte ed omogenee nella tessitura, Flauti ‘spiccati’) pienamente in consonanza con la tradizione or-ganaria del XVIII secolo.

Già disponibili:

OPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME IFrancesco Tasini, clavicembaloTC661911 (CD alto prezzo)

OPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME IIFrancesco Tasini, clavicembaloTC661912 (CD alto prezzo)

ANNIBALE PADOVANO – BERTOLDO SPERINDIOOPERE PER ORGANOMarco Ghirotti, organo

TC526601 (CD alto prezzo)

A. Padovano: Toccata del Sesto Tono; Ricercar del Sesto Tono alla Ter-za; Toccata del Primo Tono; Ricercar del Duo-decimo Tono; Toccata dell’Ottavo Tono B. Spe-rindio: Toccata Secon-da; Ricercar del Primo Tuono; Canzon Francese (Un gai berger); Canzon

Francese; Ricercar del sesto Tuono; Canzon Francese (Hor vienza vien); Canzon Francese (Petit fleur); Ricer-

G. Rossini: Ouverture da Semiramide F. Schubert: Sinfonia n. 4 D.417 Tragica C. Franck: Psyché et Éros C. Debussy: La merNel febbraio del 1969 Giulini presentò un programma di par-ticolare interesse, comprendente l’ouverture dalla Semiramide di Rossini, la Quarta Sinfonia di Schubert, Psyché et Éros di Franck e La Mer di Debussy. Con queste quattro opere legate in qualche modo l’una all’altra, il grande direttore italiano desiderava sottolineare le tappe salienti del passaggio dal Classicismo dei primi anni del XIX secolo all’Impressio-nismo. Il 15 febbraio del 1969 sull’autorevole quotidiano Die Welt apparve un articolo di Joachim Matzner intitolato «Dramma e spiccata sensibilità», nel quale il celebre criti-co metteva in evidenza la capacità di Giulini di far coesi-stere una melodia delicata con una insostenibile tensione drammatica». Il 21 febbraio del 1969 il critico del Frank-furter Rundschau Rudolph Ganz iniziò la sua recensione lodando gli eccellenti abbinamenti del programma. A pro-posito dell’ouverture della Semiramide di Rossini Ganz affermò che non si trattava di un brano allegro e chiasso-so, ma di un capolavoro di precisione, mentre la Quarta Sinfonia di Schubert – battezzata dallo stesso compositore Tragica – esprime esattamente l’essenza del suo titolo, non essendo un’opera né pomposa né patetica, ma nervosa e ricca di tensione. Il culmine romantico venne raggiunto con la breve Psyché et Éros di Franck e l’elettrizzante fi-nale con La Mer di Debussy, che secondo Ganz fu eseguita «con un incedere estremamente vivo e animato. Anche in questo caso l’assoluta precisione che consentiva a Giu-lini di non farsi sfuggire nemmeno il più piccolo detta-glio della partitura raggiunse nuove vette, con i Berliner Philharmoniker autori di una performance assolutamente strepitosa» (dalle note di copertina di Helge Grünewald).

ALESSANDRO SCARLATTIOPERA OMNIA PER TASTIERA – VOLUME 3Francesco Tasini, organo Baldassarre Malamini (1580)

TC661913 (CD alto prezzo)

A. Scarlatti: Fuga in re mi-nore (ASOT, II, 96-8); Toc-cata per organo e per cem-balo in la maggiore (ASOT, I, 15-26); Fuga in do mag-giore; Toccata per organo in do maggiore (ASOT, IV, 50-63); Toccata per cemba-lo in do maggiore (ASOT, IV, 80-8); Toccata aperta d’organo in la minore

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car del Terzo Tuono; Canzon Francese (Frais et ga-gliard); Toccata PrimaAnnibale Padovano nacque a Padova nel 1527. Il 30 no-vembre 1553, il ventiseienne Padovano fu nominato orga-nista presso la Basilica di San Marco di Venezia, dove ri-mase fino al 2 agosto 1565. Annibale Padovano entrò così in quello che era considerato il tempio della musica per eccellenza in qualità di primo organista, mentre al secondo organo si alternavano Girolamo Parabosco (1551-1557) e Claudio Merulo (1557-1584). Bertoldo Sperindio nacque a Modena intorno al 1530. Il 1° gennaio 1552 “maestro Sperandio” venne nominato organista della Cattedrale di Padova e nel 1557 ottenne un contratto decennale per lo stesso incarico con un incremento di stipendio. Nel 1567 gli fu rinnovato il contratto per altri 16 anni, ma nello stes-so anno venne sospeso dal servizio per insubordinazione. Non sappiamo esattamente il motivo di tale sospensione, ma con ogni probabilità fu conseguenza di un fatto rile-vante, che spinse i suoi superiori a trovare addirittura un sostituto. A riprova delle sue capacità artistiche, Sperindio fu però reintegrato nell’agosto dello stesso anno. Sperin-dio morì a Padova il 15 agosto 1570 e, in segno di beneme-renza, i membri del Consiglio della Cattedrale decisero di trasferire il salario di Bertoldo alla moglie e ai suoi figli.

Marco Ghirotti su TACTUS:

DOMENICO SCARLATTI – LORENZO DE ROSSIOPERE PER ORGANOMarco Ghirotti, organoTC681907

GIROLAMO DIRUTATOCCATE, RICERCARI, CANZONIE INNI DI AUTORI VARIDA IL TRANSILVANOMarco Ghirotti, clavicembaloTC555401

ERCOLE PASQUINIOPERE PER ORGANOMarco Ghirotti, organoTC564401

BEDRICH SMETANA – ANTONÍN DVORÁKOPERE ORCHESTRALICzech Philharmonic Orchestra, Karel Ančerl

SU4016 (CD basso prezzo)

B. Smetana: La Moldava A. Dvorák: Sinfonia n. 9 op. 95 Dal Nuovo MondoQuesta novità della Supra-phon costituisce un disco assolutamente irrinuncia-bile per chiunque desideri approfondire le proprie conoscenze del grande re-pertorio ceco, proponendo due delle opere più amate

ed eseguite sia in disco sia nelle sale da concerto di tutto il mondo. Inoltre questo splendido disco vede protagonista la Czech Philharmonic Orchestra – la compagine che più di ogni altra fu legata a Smetana e a Dvorák – e il direttore che per tutta la sua carriera si impegnò per far conoscere la musi-ca del suo paese, Karel Ančerl. Composta due mesi prima che Smetana perdesse l’udito, La Moldava è considerata da molti appassionati la risposta più perentoria ai molti che temevano che questa disgrazia avesse posto definitivamente fine alla carriera del compositore ceco. In breve tempo l’“Epopea del fiume ceco” divenne il simbolo di ogni persona originaria di questo paese e un meraviglioso inno che celebrava la terra, il popolo e le tradizioni della Boemia. D’altro lato, il trionfale soggiorno americano di Dvorák – coronato dallo strepitoso successo della Sinfonia n. 9 Dal Nuovo Mondo – dimostrò anche ai più scettici la portata internazionale della musica ceca. In questo senso, questo disco della Supraphon costitui-sce una sorta di summa del repertorio orchestrale boemo, con il poema sinfonico di Smetana che rappresenta lo sbocciare della scuola nazionale boema e la sinfonia di Dvorák che ne segna la piena consacrazione in ogni parte del mondo. AA.VV.CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRADavid Oistrakh, violinoCzech Philharmonic Orchestra, K. Ančerl, A. Pedrotti

SU4015 (CD medio prezzo)

W.A. Mozart: Concerto n. 3 per violino e orchestra K.216 L. van Beethoven: Romanza n. 2 per violino e orchestra op. 50 J. Brahms: Concerto per violino e orchestra op. 77Nato a Odessa nel 1908, David Oistrakh è considerato insie-me a Jascha Heifetz e a Yehudi Menuhin uno dei violinisti più carismatici del XX secolo. A partire dal 1946 – anno in cui la Cecoslovacchia entrò a far parte del Patto di Varsavia – Praga fu una delle città in cui Oistrakh si esibì più spesso sia come violinista sia come direttore d’orchestra. Dotato di una tecnica irreprensibile e di un suono meravigliosamente caldo, Oistrakh divenne ben presto uno degli interpreti migliori dei capolavori del Romanticismo, come si può notare nella splendida versione del Concerto in re maggiore di Brahms registrata a Praga con la Czech Philharmonic Orchestra diretta da Antonio Pedrotti.

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In ogni caso, va detto che la classe cristallina del violinista rus-so diede risultati eccelsi anche nei lavori – solo apparentemente più facili – dei grandi maestri del Classicismo viennese, la cui struttura lineare e la cui intensa melodiosità richiedono sia al solista sia al direttore un approccio stilistico misurato, un asso-luto equilibrio e una attenzione alla qualità del suono ai limiti del maniacale. Queste qualità sono evidenti nel Concerto n. 3 di Mozart e nella Romanza n. 2 di Beethoven, che vedono Oistra-kh accompagnato dalla Czech Philharmonic Orchestra diretta da Karel Ančerl nel 1954, quando il violinista russo era già consi-derato uno dei solisti migliori del mondo. Per garantire l’ascolto più realistico possibile, queste leggendarie registrazioni sono state sottoposte dai tecnici della Supraphon a una accurata opera di rimasterizzazione.

AA.VV.CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRASviatoslav Richter, pianoforteCzech Philharmonic Orchestra,Prague Symphony Orchestra, K. Ančerl, V. Talich,

SU4014 (CD medio prezzo)

P.I. Ciaikovsky: Concerto n. 1 per pianoforte e orche-stra op. 23 S. Prokofiev: Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra op. 10 J.S. Bach: Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra BWV 1052Nel 1950 il trentacinquen-ne Sviatoslav Richter tenne il suo primo concerto al di fuori dell’Unione Sovietica

a Praga, la splendida capitale della Cecoslovacchia in cui in se-guito avrebbe fatto ritorno molte altre volte. I tre concerti pro-posti in questo disco vennero registrato al Rudolfinum tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 1954, quando Richter era già considerati tra i pianisti migliori del mondo. In queste tre opere il grande virtuoso russo è accompagnato da due delle migliori orchestre cecoslovacche dirette da due vere e proprie leggende, Václav Talich, ormai giunto alla fine delle sua luminosissima carriera, e Karel Ančerl, che stava muovendo i primi passi come direttore principale della Czech Philharmonic Orchestra. Nel giro di appena due settimane Richter eseguì in concerto e registrò in maniera mirabile il romanticissimo Concerto in si bemolle mino-re di Ciaikovsky, il Concerto in re bemolle maggiore di Prokofiev, opera dai tratti inconfondibilmente neoclassici, e il Concerto in re minore di Bach, unanimemente considerato tra i vertici del re-pertorio barocco e tra le pietre miliari della letteratura pianistica di ogni tempo. Se il fatto che i concerti per pianoforte e orchestra dei compositori russi Ciaikovsky e Prokofiev abbiano trovato in Richter l’interprete ideale può sembrare quasi scontato, la superba e intensissima lettura del capolavoro bachiano permette di scrive-re una nuova pagina della biografia di uno dei pianisti più cari-smatici del XX secolo.

DMITRI SHOSTAKOVICH – SAMUEL BARBEROPERE ORCHESTRALINBC Symphony Orchestra, Arturo Toscanini

URN409 (CD medio prezzo)

D. Shostakovich: Sinfonia n. 7 op. 60 Leningrado S. Barber: Adagio per archiIn questo CD della durata di 80 minuti sono contenute due prime mondiali nell’in-terpretazione del grande Arturo Toscanini, due ope-re la cui fortuna discografi-ca ha avuto poi, e continua ad avere, una grande rile-

vanza in ogni parte del mondo. Pubblicati diverse volte dalla RCA, questi due importanti lavori strumentali hanno sempre sofferto della loro origine remota – il 1942 – e delle tecniche di incisione tutt’altro che precise utilizzate in quel periodo. Questa è dunque la prima volta che vengono pubblicate con una qualità sonora adeguata che, per quanto non possa essere paragonata alle registrazioni moderne, offre un livello d’ascolto sino a qual-che anno fa assolutamente inimmaginabile per testimonianze storiche risalenti a quasi settant’anni fa.

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ZANZIBARSENTEURS D’ÉPICESArtisti vari

PSSA141191 (CD basso prezzo)

Bashraf; Mapenzi Yako Matamu; Waridi Lisilomiba; Bashraf 2; Zawadi Ahmed; Usijigambe; Bashraf 3Scoperta all’epoca dei primi grandi navigatori, l’isola di Zanzibar ha visto passare nel corso dei secoli tutti i popoli più importanti del mondo antico, tuttavia l’impronta più netta e duratura fu lasciata dalla cultura islamica e dalle tradizioni swahili giunte dal continente africano, come si può notare dai canti polifonici e dagli strumenti a corda, ai quali si aggiungono percussioni indiane e ritmi lancinanti dal chiaro sapore arabo.Il genere musicale più diffuso a Zanzibar è il taraab, una musica dolce eseguita anche in sede di concerto che trae il suo nome da un’espressione araba traducibile come “es-sere trascinato dalla gioia”. Tutte le canzoni sono basate su testi in swahili e nella loro musica è possibile ricono-scere influenze arabe, indiane e africane. I musicisti suo-nano strumenti antichi come il qânûn (una cetra di forma trapezoidale), l’oud (liuto), il nay (flauto) accanto ai più consueti violini, violoncelli, contrabbassi, chitarre, har-monium, fisarmoniche e percussioni come il doumbak, la rika e i borghi. Un vecchio adagio arabo dice: «Quando a Zanzibar sui suona il nay, l’Africa balla fino ai Grandi Laghi».

NUOVA ZELANDALEAVE HER JOHNNY – CANTI DEI MARINAIRudy Sunde, John Jones, John McGowan, Gavin Asher, Greg Whitcombe, Nigel Champion, Martin Blackman, John Walton e “Spirit of Adventure”

PSSA141192 (CD basso prezzo)

Leave her Johnny; South Australia; Orpheus; 10000 Miles away; Nick Young; Trumpet Hornpipe; Donkey Riding; Across The Line; Philomena D; Drunken Sailor; Captain Matheson; Talcajuano Girls; Liver-pool Joddles; Auckland to the bluff; Tom’s Gone To Hilo; Dead Horse Shanty;

Hornpiples; Shore WhalersIl mare ha sempre esercitato un invincibile fascino sugli artisti, sugli scrittori e sui musicisti. In particolare, le canzoni che narrano di traversate perigliose, storie d’amore e avventure straordinarie legate in qualche maniera al mare sono talmente tante che si è fi nito per perderne il conto. Si tratta di una tradizione estremamente suggestiva, come si può notare dai brani della tradizione neozelandese proposti in questo splendido disco.

ALFONSO X EL SABIO (1221-1284)CANTIGAS DE FLANDESMúsica Antigua, Eduardo Paniagua

PN1150 (CD alto prezzo)

Alfonso X El Sabio (1221-1284): Marvellous and Pious; De muitas gui-sas; Sempr’ aos seus val; Quen loar podia; O que en Santa Maria de co-raçon confi a; Quen Jesu-Crist’e ssa Madre veer quiser; A de que Deus pres; Macar ome per foliaEduardo Paniagua prose-

gue spedito nel suo ambizioso progetto di registrazione delle Cantigas de Santa Maria di Alfonso X El Sabio con un nuo-vo disco comprendente otto lavori ambientati nelle Fiandre, regione cristianizzata dai re merovingi nel VI secolo e che

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all’epoca del monarca-compositore spagnolo stava attraversan-do un periodo di grande prosperità. Da notare che il primo brano è ispirato al racconto di Gualterius di Cluny che sette secoli più tardi sarebbe diventato famoso grazie al fi lm Marcellino pane e vino. Per rendere l’ascolto più piacevole possibile, Paniagua fa ricorso in questo disco a un gran numero di strumenti, tra cui viole da gamba, fl auti di diverse taglie, chitarre medievali, stru-menti arabi e africani e percussioni di ogni genere. Un’interpre-tazione davvero spettacolare, che lascerà a bocca aperta anche chi credeva di non aver più nulla da scoprire.

AA.VV.TROVADORES IN CASTILLAMúsica Antigua, Eduardo Paniagua

PN1010 (CD alto prezzo)

La poesia provenzale e occitana iniziò a mettersi in evidenza in Castiglia durante il regno di Alfonso VII, fi glio di Rai-mondo di Borgogna e di Urraca, fi glia di Alfonso VI, passato alla storia per aver riconquistato Toledo. In ogni caso, la let-teratura occitana conobbe il suo momento di gloria con suo fi glio Alfonso VIII (1158-1214), che non solo accolse alla sua corte numerosi trovatori e menestrelli, ma sposò anche Eleonora di Aquitania, discendente di Guglielmo, primo tro-vatore della storia. Questi grandi poeti-musicisti rivestirono un ruolo di grande importanza anche in ambito politico, per-ché fu anche grazie al loro contributo che Alfonso VIII decise di vendicare la terribile sconfi tta subita ad Alarcos nel 1195 per mano degli Almohadi, dando inizio a una guerra senza quartiere che culminò nel 1212 nella grande vittoria di Las Navas de Tolosa. Questo splendido disco consente di rivivere un appassionante capitolo di storia medievale in tutta la sua vivacità e la sua suggestione.

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AA.VV.SOMEWHERE IN TIMESteve Siu, pianoforte

FIMDXD080 (DXD 352.8 KHz 24 bit)

Chariots of Fire (Vange-lis); A Time for Us (Larry Kusik, Eddie Snyder, Nino Rota); Somewhere My Love (Maurice Jarre); So-mewhere in Time (Joe Barry); Don’t Cry for Me Argentina (Andrew Lloyd Webber, Tim Rice); Moon River (Henry Mancini); Music of the Night (An-

drew Lloyd Webber, Charles Hart, Richard Stilgoe); The Summer Knows from Summer 42’ (Michel Legrand, Marilyn Bergman, Alan Bergman); Love is a Many-Splendored Thing (Sammy Fain, Paul Francis Webster); My Funny Valentine (Richard Rodgers, Lorenz Hart); Can’t Help Falling in Love (George David Weiss, Hugo Peretti, Luigi Creatore); Hong Kong Medley (Steve Siu)Nel 2003 il celebre producer e proprietario della FIM Win-ston Ma ricevette una lettera da un fedele acquirente dei suoi dischi che gli parlava di Steve Siu, un pianista ventitreenne di grande talento. Incuriosito da questa missiva, Ma decise di andare ad ascoltarlo, rimanendo letteralmente a bocca aper-ta di fronte alla cascata di note e alla spiccata espressività del giovane pianista. Da questo incontro nacque una solida amicizia e un disco di grandissimo interesse, che Siu e Ma portarono a termine in un solo giorno. Il risultato è semplice-mente eccezionale, spaziando da conosciutissimi evergreen come Love Is a Many-Splendored Thing (L’amore è una cosa meravigliosa) e My Funny Valentine a hit di Broadway come Don’t Cry for Me Argentina (Evita) e Music of the Night (Il fantasma dell’Opera) a un brano dal fascinoso sapore esotico come Hong Kong Medley.

MICHAEL STEARNSTHE LOST WORLDMichael Stearns and Friends

FIMDXD037 (CD alto prezzo)

Kama Meru; Lost World Theme; Imu Paru; Maripak: The Last Pterodactyl; Matawi: Killer of Men; Sabana; Volcano; Auyan; Warao; St. Francis; Crystal Canyon; Lost World Re-prise

La FIM ripresenta in una veste sonora di grandissimo pregio Lost World di Mi-chael Stearns, un album dalle sonorità molto sugge-stive che evocano l’infanzia del nostro pianeta. Sebbene la qualità sonora dell’album originale fosse già più che buona, Bruce, il mastering engineer della FIM, con-

vinse Winston Ma che era possibile defi nire meglio il contorno dello spettro sonoro, un fatto che avrebbe reso assai più gradevo-le e fedele l’ascolto. Come prevedibile, il risultato è stato spetta-colare: per convincersene, basta ascoltare Volcano (track n. 7), un brano di dirompente energia che farà sobbalzare dalla poltro-na anche gli audiofi li più smaliziati.

AA.VV.BLUES FOR THE SAXOPHONE CLUBJeremy Monteiro, pianoforte; Eldee Young, contrabbasso e voce; Isaac “Redd” Holt, batteria, Ernie Watts,sax tenore, sax contralto; O’Donel Levy, chitarra

FIMGSDXD004 (CD alto prezzo)

Falling in Love with Love; Myth Blues; My Foolish Heart; Sur-rey with a Fringe on Top; What a Wonderful World; Blues for the Saxophone Club Blues for the Saxophone Club costituisce il settimo tassello di una profi cua collaborazione iniziata all’inizio degli anni Novan-ta tra la FIM e Jeremy Monteiro, un pianista dallo stile morbido ma naturale, vigoroso ma poetico e fl uido, che incarna l’essenza del jazz contemporaneo. Ascoltando questo magnifi co disco,

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non potrete fare a meno di rimanere conquistati dal coinvolgente sound della band di Jeremy, che riesce a rendere indimenticabili i sei brani in programma. Un disco veramente da non perdere.

SIR ARTHUR SULLIVANPINEAPPLE POLLSRoyal Philharmonic Orchestra, Charles Mackerras, direttore

HIQLP001 (LP da 180 grammi)

Questo delizioso disco pro-pone gli arrangiamenti di brani di opere della premia-ta ditta Gilbert & Sullivan realizzati da Sir Charles Mackerras per un balletto comico curato dal coreo-grafo John Cranko e andato in scena per la prima volta al Sadler’s Wells Theatre di Londra nel 1951. Pineapple

Poll è basata sulla The Bumboat Woman’s Story scritta nel 1870 da W.S. Gilbert per le Bab Ballads. La stessa vicenda venne uti-lizzata in seguito per la commedia H.M.S. Pinafore, uno dei massimi capolavori di Gilbert & Sullivan, tuttavia per Pineapple Poll Cranko decise di sviluppare ulteriormente la storia narrata nella Bab Ballad, dandole anche un lieto fi ne. Sebbene siano ormai passati 50 anni, la prima registrazione stereofonica ripro-posta in questo vinile da 180 grammi dalla HI-Q Supercuts con-tinua a essere considerata la migliore edizione disponibile sia sotto il punto di vista interpretativo sia sotto l’aspetto della qua-lità sonora. Registrato il 20 novembre del 1960 presso lo Studio 1 di Abbey Road dal leggendario producer Peter Andry, questo disco è stato tagliato ad Abbey Road utilizzando il master origi-nale della EMI e stampato su vinile da 180 grammi con i torchi della EMI alla Vinyl Factory di Hayes, in Inghilterra. Recensito in termini molto positivi da Gramophone nel 1962 («Questa elettrizzante opera di Sullivan […] viene eseguita da Charles Mackerras con incontenibile slancio […] registrazione destinata a rimanere insuperata»), questo disco è stato inserito da Harry Pearson nella sua mitica lista.

EDVARD GRIEGPEER GYNTIlse Hollweg, sopranoRoyal Philharmonic Orchestra, Beecham Choral Society, Sir Thomas Beecham, direttore

HIQLP002 (LP da 180 grammi)

Registrata dalla EMI tra il 1955 e il 1957, questa vera e propria pietra miliare dei primi anni dell’era stereo-fonica è stata ‘tagliata’ ad Abbey Road utilizzando il master originale della EMI e stampata su vinile da 180 grammi alla Vinyl Factory di Hayes, in In-ghilterra, mantenendo la

copertina originale. «Ho apprezzato molto la notevole am-piezza del palcoscenico sonoro e i secchi attacchi della Royal Philharmonic Orchestra diretta da Sir Thomas Beecham» (Gramophone, 1959) «Quando cerchiamo di spiegare ai no-stri nipoti per quale motivo consideravamo Beecham quasi un dio della musica […] dovremmo mettere sul piatto del nostro giradischi questo LP» (Gramophone, 1959).

ELVIS COSTELLOMY AIM IS TRUEElvis Costello

MFSL1-329 (LP da 180 grammi)

Welcome to the Working Week; Miracle Man; No Dancing; Blame It On Cain; Alison, Sneaky Fee-lings; (The Angels Wanna Wear My) Red Shoes; Less Than Zero; Mystery Dance; Pay It Back; I’m Not Angry; Waiting For the End of the WorldMy Aim Is True di Elvis

Costello annuncia l’arrivo di un singolare talento della storia del rock e ben presto viene considerato uno dei più grandi album debutto mai registrati. Corre l’anno 1977 e il ciclone punk infuria. Un’onda che Elvis Costello cavalca con fur-bizia con la sua aria insolente e il suo look anni Cinquanta. Mescolando motivi punk con rock da pub e rock americano Costello dà vita a brani che saranno amati come “Alison”. “Watching the Detectives”, “(The Angels Wanna to Wear My) Red Shoes” e “Mystery Dance”. In tutto l’album non c’è nemmeno una nota fuori posto. La rivista Rolling Stone lo ha incluso tra i 500 più grandi album di tutti i tempi.Masterizzata con il metodo half-speed dal nastro master ori-

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ginale e meticolosamente stampata su vinile da 180 grammi, questa versione sorpassa di gran lunga tutte le numerose pre-cedenti ristampe su vinile.

ORGDIANA KRALLLOVE SCENESDiana Krall, voce e pianoforte;Russell Malone, chitarra;Christian McBride, basso

ORGLP0005 (2 LP da 180 grammi)

All or Nothing at All; Peel Me a Grape; I Don’t Know Enou-gh About You; I Miss You So; They Can’t Take That Away from Me; Lost Mind; I Don’t stand a Ghost of a Chance With You; You’re Getting to be a Habit with Me; Gentle Rain; How Deep Is the Ocean (How High Is the Sky); My Love Is; Gar-den in the RainUn altro grande album della cantante-pianista Diana Krall, questa volta dedicato all’amore, non solo quello romantico ma anche all’amore per la famiglia e per gli amici. Tutte le liriche sono interpretate con il suo stile personale e pratica-mente reinventate. Quest’album nominato per il Grammy Award vede la partecipazione del chitarrista Russell Malone e di Christian McBride al contrabbasso. Questa versione su doppio LP è sicuramente la versione defi nitiva di questo al-bum e una magnifi ca opportunità per tutti gli audiofi li che potranno apprezzare la voce di questa incredibile cantante ad un livello di veridicità che ha dell’incredibile.

AA.VV.DANZE ESOTICHE DA OPEREMinnesota Orchestra, Eiji Oue

RR71SA (SACD alto prezzo)

N. Rimsky-Korsakov: Danza degli acrobati (La fanciulla di neve) R. Strauss: Danza dei sette veli (Salome) P.I. Ciaikov-sky: Danza dei cosacchi (Mazeppa) M. Mussorgsky: Danza degli schiavi persiani (Khovanscina) H. Rabaud: Danze da Mârouf, savetier du Caire A. Rubinstein: Suite di balletto da I demoni A. Dvorák: Polonaise (Rusalka) C. Saint-Saëns: Baccanale (Samson et Dalila)Discepolo di Seiji Ozawa e di Leonard Bernstein, il direttore Eiji Oue ha letteralmente infi ammato Minneapolis con que-sta sua prima registrazione a capo della rinnovata Minnesota Orchestra, che oggi la Reference Recording ripropone con la straordinaria qualità sonora del SACD.Il programma propone alcuni dei brani più spettacolari del-la letteratura orchestrale di tutti i tempi: dalla famosissima Danza degli acrobati di Nikolai Rimsky-Korsakov alla sen-suale Danza dei sette veli della Salome di Richard Strauss, alla sfrenata Danza dei cosacchi di Mazeppa di Ciaikovsky, questo disco propone una sarabanda di colori orchestrali che saprà sicuramente conquistare anche gli audiofi li più com-passati, oltre agli appassionati dai gusti più diffi cili e raffi -nati. Da notare che lo stesso titolo è disponibile anche nei formati HDCD e HRx DVD-R.

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BENJAMIN BRITTENOPERE ORCHESTRALIKansas City Symphony Orchestra, Michael Stern

RR120CD (CD alto prezzo)

B. Britten: Guida del gio-vane all’orchestra; Sinfo-nia da requiem; Quattro Interludi marini e Passa-caglia da Peter Grimes La Guida del giovane all’orchestra di Benja-min Britten è uno dei brani più spettacolari della letteratura sinfo-nica del XX secolo che

vede protagoniste tutte le famiglie strumentali dell’orche-stra, sia da sole sia nel loro insieme, in una geniale elabo-razione del tema principale dell’Abdelazer di Purcell che sfocia in un sensazionale finale, dove la gamma dinamica raggiunge il parossismo. Da sempre contrario agli orrori della guerra, nel 1940 il compositore inglese espresse il suo profondo desiderio di pace con la Sinfonia da requiem, un’opera che si apre con drammatici colpi di timpano che metteranno a dura prova anche gli impianti migliori e tocca vertici di insostenibile drammaticità. Da notare che questa opera giovanile è considerata da molti uno dei massimi ca-polavori sinfonici di Britten. Opera più eseguita di Britten, Peter Grimes è stata resa famosa in tutto il mondo dagli Interludi marini e dalla Passacaglia, brani caratterizzati da una musica di maliosa bellezza e da un’orchestrazione magistrale. La trasparente resa sonora del Professor John-son consente di “guardare all’interno” di queste splendide opere come in precedenza non era mai stato possibile, In ogni caso, non si può sottacere l’eccezionale interpreta-zione della Kansas City Symphony Orchestra, diretta con piglio e molto buon gusto da un ispiratissimo Michael Stern. Questo nuovo disco è stato prodotto dal grandissi-mo David Frost, vincitore di ben quattro Grammy Award, che si è detto onorato di aver potuto collaborare per la prima volta con un ingegnere del calibro di Keith Johnson e non ha nascosto il suo entusiasmo per la qualità sonora del master. E in effetti, tra le numerose incisione della RR dedicate al repertorio sinfonico, questa è sicuramente una delle migliori.

AA.VV.DALLAS WIND SYMPHONY - SAMPLERDallas Wind Symphony Orchestra, Howard Dunn, Fre-derick Fennell, Jerry Junkin, direttori

RRS9CD (CD alto prezzo)

H. Owen Reed: La Fie-sta Mexicana (Preludio e Danza Azteca) G. Holst: Suite n. 2 (brani scelti) R. Goldmark: Rustic Wedding Symphony (Scherzo) I. Albéniz: Fe-sta a Siviglia J. Wein-berger: Schwanda il pif-feraio (Polka e Fuga) M. Gould: Pavana L. Jes-

sel: Parata dei soldatini di legno M. Arnold: Scottish Dance R. Nelson: Rocky Point Holiday J.P. Sousa: No-bles of the Mystic Shrine P. Hindemith: Kammermusik n. 7 (Finale) P. Grainger: Gumsuckers March D. Maslan-ka: Sinfonia n. 4 (Finale)A grande richiesta, la Reference Recordings pubblica fi-nalmente un disco comprendente le tracce migliori dei 13 dischi realizzati per la RR dalla Dallas Wind Symphony Orchestra, l’unica banda di fiati professionale degli Stati Uniti diretta dai leggendari Jerry Junkin, Frederick Fen-nell e Howard Dunn. Eseguiti nella spettacolare acustica del Meyerson Symphony Center di Dallas, questi brani di grande bellezza sono stati registrati come meglio non si potrebbe desiderare dal celebre team della RR, l’ingegnere del suono Keith Johnson e il producer Tam Henderson. Un disco che riuscirà a esaltare anche gli audiofili dai gusti più difficili.

PAUL O’BRIENWALK BACK HOMEPaul O’Brien, Uli Klingler, Lea Morris, Hrólfur Vagns-son, Annida Lückebergfeld, Lucile Chaubard, Martin Grosskurth, Lars Hansen, Hans-Jörg Maucksch, Noah, Rubén, Julen, Elián, Samuel

SFSA4064 (SACD alto prezzo)

In un mondo come quello in cui viviamo c’è più che mai bisogno di per-sone in grado di comuni-care energia. Persone come Paul O’Brien, arti-sta di origine irlandese che vanta al suo attivo una carriera di tutto ri-spetto. Dopo aver rag-giunto un livello di matu-

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rità artistica tale da permettergli di proporsi alla Stock-fisch Records, O’Brien ha dimostrato di possedere anche un grandissimo coraggio. Il coraggio di lasciarsi tutto die-tro le spalle e di iniziare una nuova vita sulle propaggini costiere più occidentali del Canada, nella quale la musica non avrebbe più dovuto ricoprire un ruolo fondamentale. Nonostante i propositi più seri, un artista come O’Brien non poteva vivere facilmente senza musica, come confida in “He Can Dance”, una splendida canzone incentrata su un artista che sogna e danza. Il sogno e la danza possono aiutare a cambiare vita come la fede, una realtà che viene presa in esame in “Romero”, un brano che narra la storia di un vescovo che decide di cambiare radicalmente il suo mondo. In questa canzone O’Brien viene accompagnato da un coro di bambini. Ma in un attimo i bambini cresco-no, diventando ben presto vecchi incapaci di comprendere il mondo in cui vivono, pur desiderando di renderlo mi-gliore. Dare e ricevere: «Non sforzarti di capire e lasciati condurre nella vita». Questo è il modo in cui un musicista come O’Brien guarda al mondo, un cantante che sotto le sue robuste spalle cela un’anima molto sensibile. Canzoni dai tempi piacevolmente mossi aprono e chiudono un pro-gramma molto eterogeneo, in cui coesistono armoniosa-mente il folk, il country e il jazz. Eh sì, c’è sempre bisogno di persone in grado di comunicare energia!

ALLAN TAYLORTHE ENDLESS HIGHWAYAllan Taylor

SFB7063 (Blu Ray + DVD Video)

Alcuni fan di Allan Taylor hanno defi nito la musica del loro beniamino come un fi lm per l’anima e il cuore. Il protagonista è un giovanotto dal carattere sensibile e piuttosto intro-verso, che preferisce i ver-si dei poeti del XVII seco-lo alle belle ragazze che passeggiano sul lungoma-re di Brighton, la città in cui ha vissuto fi n da ragaz-

zo. Tuttavia il suo immenso amore per la musica lo spinge a trasferirsi in America, dove trova il successo, ma alla fi ne si rende conto che il suo posto è in Europa. La location princi-pale è la spiaggia di Brighton, una sorta di Atlantide mai di-menticata che ospita pub che servono Guinness alla spina e il classico tè all’inglese e conserva gelosamente il ricordo dei miti del jazz e dei poeti beat, a cui si aggiungono alcuni poe-tici scorci di Amsterdam, Bruxelles e Parigi e lo studio di registrazione della Stockfi sch di Northeim, dove le vibrazioni

creative di Taylor si materializzano quasi per magia «in quel luogo sublime in cui le canzoni prendono forma». Gli artefi ci sono il regista belga Patrick Ferrin, il cameraman Michel Baudour e la Stockfi sch, che hanno dato vita a una pellicola in cui gli spunti lirici e le immagini di bellezza urbana evoca-ti da Taylor «diventano sempre più belli, come le coppie di amanti allo scorrere del vino». La musica di Taylor si diffon-de così in un mondo che non è abitato da santi ma è pervaso da un’eleganza sensuale e da una intensa spiritualità.

EWEN CARRUTHERSONE RED SHOEEwen Carruthers, Ian Melrose, Martin Huch,Lutz Möller, Johanna Single, Anika Lückebergfeld,Siard de Jong, Beo Brockhausen, Johanna Gödecke,Udo Weihrauch, Lea Morris, Margaret Fiellin,Thomas Biller, Grishka Zepf, Hans-Jörg Maucksch

SFSA4048 (SACD alto prezzo)

Il nuovo attesissimo disco di Ewen Carruthers propone un affascinante caleidoscopio di esperienze umane, sto-rie narrate da un grande artista per affrontare quella cosa al tempo stesso intima, universale e meravigliosa che è la vita, sempre in bilico tra il dolore per le terribili di-sgrazie che attanagliano il mondo in cui viviamo come i terremoti e l’Uragano Katrina e una inesauribile creatività che non fa mai perdere la speranza in un domani migliore. La strepitosa qualità sonora di questo SACD della Stock-fisch Records consente di apprezzare anche le più piccole sfumature della voce e della mitica slide guitar di Carru-thers, regalando ai suoi innumerevoli estimatori emozioni incancellabili.

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AA.VV.ENCORE Byron Janis, pianoforte

SC-MER90305 (LP da 180 grammi)

Nelle sale da concerto di tutto il mondo vige una regola non scritta, in base alla quale, di fronte all’incessante applauso di un pubblico entusiasta, nessun interprete può lasciare il palcoscenico senza concedere (almeno) un bis. Ovviamente, sta a lui decidere se si tratterà di un brano di sfrenato virtuo-sismo o di una pagina dai toni elegiaci, di un pezzo lirico o di una esplosione di vitalità. Qualunque sia la scelta, il bis deve essere sempre di breve durata e molto conosciuto, in modo da costituire la classica ciliegina sulla torta di un con-certo memorabile. Per il programma di questo disco, Byron Janis ha scelto dodici brani famosissimi e molto diversi tra loro, spaziando dai toni virtuosistici della Rapsodia n. 6 alla deliziosa musicalità del Valse oubliée di Franz Liszt e dalla impalpabile leggerezza della Romanza in fa diesis maggiore alla incontenibile cascata di accordi delle Novellette di Ro-bert Schumann. Per concludere, Byron Janis sfoggia la sua straordinaria tecnica pianistica nella brillantissima Toccata di Sergei Prokofi ev e dimostra di essere in possesso di una insospettabile tenerezza sentimentale nel Lied ohne Worte di Felix Mendelssohn. Nel complesso, si tratta di un disco di grande bellezza, che piacerà sicuramente sia agli appassio-nati del repertorio pianistico, sia agli audiofi li più esigenti.

AA.VV.BALALAIKA FAVORITESOsipov State Russian Folk Orchestra

SC-MER90310 (LP da 180 grammi)

Fantasia su due canti po-polari russi; At Sunrise; The Linden Tree; Kama-rinskaya; Fantasia su me-lodie del Volga; In the Moonlight; Midnight in Moscow; Under the Apple Tree; Works, Dance of the Comedians; The Living Room; The Evening Bells; My Dear Old Friend;

Waltz of the Faun; Il volo del calabroneQuesto disco dedicato allo strumento principe del folklore russo è entrato giustamente nella storia della discografi a, in quanto fu la prima registrazione assoluta realizzata da una casa discografi ca americana in Unione Sovietica, un evento di grande importanza non solo per gli appassionati di musi-ca, che contribuì a stemperare le tensioni esistenti tra le due superpotenze del pianeta durante la Guerra Fredda. Questo splendido disco – il cui programma comprende alcune pagi-ne conosciutissime come Mezzanotte a Mosca, Le campane della sera e lo spiritato Volo del calabrone – viene riproposto dalla Speakers Corner in una nuova rimasterizzazione, che offre la possibilità di apprezzare in tutta la sua spettacolarità l’inconfondibile sound della Mercury.

JIM HALL & ART FARMERBIG BLUESWhiusper Not; A Child Is Born; Big Blues;Pavane For A Dead Princess

PPCTI7083 (LP da 180 grammi)

Il flicornista Art Farmer ed il chitarrista Jim Hall formarono –nella metà degli anni ‘60 - una for-mazione stabile per un certo periodo di tempo, ma dopo lo scioglimento del gruppo non suonaro-no più insieme sino all’uscita di quest’album

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Columns - FEBBRAIO 2010

nel 1978. La formazione proposta in questo disco è abba-stanza insolita per l’etichetta CTI (che ricordiamo fu fon-data dal produttore Creed Taylor) infatti non contiene ne tastiere, ne fiati; i due leader sono infatti affiancati dal vi-brafonista Mike Mainieri, dal contrabbasista Michael Mo-ore e dal batterista Steve Gadd per due standard, il brano che da il titolo, e per un arrangiamento su un pezzo del compositore classico Maurice Ravel. I due leader hanno degli stili decisamente complementari (lirici, armonica-mente avanzati, e riflessivi nelle loro improvvisazioni), per cui non fu una grande sorpresa il fatto che l’album ri-scosse subito un grande successo tra gli appassionati di jazz. La Pure Pleasure ce ne offre una versione particolar-mente accurata (anche se il nastro analogico originale era già qualitativamente molto buono) grazie alla rigorosa re-masterizzazione effettuata a Londra da Ray Staff al Air Mastering Studio, e alla splendida stampa della tedesca Pallas. Un titolo da non perdere assolutamente.

EMPIRICALOUT’N’INEmpirical

NACD139 (CD alto prezzo)

Out But In; Hat & Beard; A Conversation; So He Left; A Bitter End to a Tender Giant; Dolphynus Morphynus; Interlude; Gazzelloni; Syndacalism; Another Conversation; Bowden OutProdotto da Jason Yarde e impreziosito dalla partecipazione di una

guest star del calibro di Julian Siegel, Out’n’In è l’attesissimo secondo album di Empirical, facendo seguito al disco d’esordio pubblicato nel 2007 dall’etichetta Destin-E di Courtney Pine. Out’n’In rende omaggio a Eric Dolphy con nove brani originali ispirati a questo grande artista e a due splendidi arrangiamenti delle sue canzoni “Hat and Beard” e “Gazzelloni”. Per chi non lo sapesse, Dolphy è stato un eclettico jazzista scomparso nel 1964 a soli 36 anni che si mise in grande evidenza al fi anco di John Coltrane, Ornette Coleman e Oliver Nelson. Oggi è possibile apprezzare il grande talento di Dolphy in questo splendido disco, che vanta la proverbiale qualità sonora della Naim.

JUMP SHITWHATISTHISANDWHYJump Ship

NACD107 (CD alto prezzo)

Wishing Our Lives Away; Good For Me; Bumble Bees; Still The Enemy; Breathe It In; What We Sow; Home Soon; Sweetness; This Too Shall PassIn questo disco dal titolo chilometrico una voce femminile dalle affascinanti sfumature scure viene accompagnata da un sorprendente mix di ritmi elettronici e di melodie acustiche eseguite da un violoncello e una chitarra. Questo album propone un viaggio molto stimolante in una molteplicità di elementi musicali quali strumenti acustici, incalzanti trip hop, voci celestiali, archi morbidissimi e arrangiamenti vigorosi e di grande originalità. Dalle armonie trascinanti di “Bumble Bees” alla coinvolgente vena melodica di “Still the Enemy”, dalla chitarra acustica e dai ritmi sottolineati con il battito delle mani di “Good For Me” ai riff pop di “Sweetness”, Jump Ship riesce a far coesistere nella sua vulcanica creatività sia stile sia sostanza, senza mai dimenticare quanto sia importante una bella melodia. Da non perdere.

I più premiatiI dischi del catalogo Sound and Musicche hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali

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Columns - FEBBRAIO 2010

HOLST –BRITTENOPERE ORCHESTRALI

Cincinnati Symphony Orchestra, Paavo JärviTELCD80743 (CD alto prezzo)

Premiati con 5 Stelle dalla rivista MUSICA FEBBRAIO 2010

ROSTROPOVICHESEGUE BRAHMS, GRIEG

E SHOSTAKOVICH

Sviatoslav Richter e Benjamin Britten, pianoforteBBCL4263 (CD alto prezzo)

MALIPIERO GABRIELIANA - SERENATAMADRIGALI - FAVOLE - CANZONETTE Camerata Strumentale“Città di Prato”, Marzio ContiCPO777322 (CD alto prezzo)

BACEWICZCONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA N. 1, 3 E 7. OUVERTURE

Joanna Kurkowicz, violinoPolish Radio Symphony Orchestra, ¸Ukasz BorowiczCHAN10533 (1 CD alto prezzo)

EMIL GILELSIN CONCERTO

BBCL4261 (CD alto prezzo)

VILLA-LOBOSINTEGRALE DELLE SINFONIE

Radio-Sinfonieorchester Stuttgart des SWR,Carl St. ClairCPO777516 (7 CD basso prezzo)

AA.VV.L’ETÀ D’ORO

DELLA POLIFONIA INGLESE

The Sixteen,Harry Christophers, direttoreCDS44401/10(10 CD a prezzo speciale)

BRENTNERMUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY PRAGUE

Hana Blažíková, sopranoCollegium Marianum,Jana SemerádováSU3970 (CD alto prezzo)

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Columns - FEBBRAIO 2010

GRAMOPHONE Editor’s Choice GENNAIO e FEBBRAIO 2010

JACOBMUSIC FROM EIGHTEENTH-CENTURY PRAGUE

Capella Regia Praha,Robert HugoSU3971 (CD alto prezzo)

ELGARTHE CROWN OF INDIA

Solisti,Sheffi eld Philharmonic ChorusBBC Philharmonic Orchestra,Sir Andrew DavisCHAN 10570(2) (2 CD al prezzo di 1)

SAINT-SAËNSSONATE PER VIOLONCELLOE PIANOFORTE

Christian Poltéra, violoncelloKathryn Stott, pianoforteCHAN10552 (CD alto prezzo)

NED ROREMON AN ECHOING ROADMUSICA VOCALE

Prince ConsortLINNCKD342 (SACD alto prezzo)

HAYDNQUARTETTI PER ARCHI

Doric String QuartetWHLive032 (CD medio prezzo)

SHOSTAKOVICHIL NASO

Solisti, coro e orchestradel Teatro MariinskyValery Gergiev, direttoreMAR0501(2 SACD a prezzo speciale)

ANGELA HEWITT

MIGLIORE OPERA E ARTISTA DELL’ANNO

Columns - FEBBRAIO 2010

32Sound and Music Columns - FEBBRAIO 2010

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