COLLANA DEL SEMINARIO DI STORIA DELLA SCIENZA · 2017-09-20 · COLLANA DEL SEMINARIO DI STORIA...

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PARMENIDE COLLANA DEL SEMINARIO DI STORIA DELLA SCIENZA

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PARMENIDE

COLLANA DEL SEMINARIO DI STORIA DELLA SCIENZA

DirettorePasquale GUniversità di Bari Aldo Moro

Comitato scientifico

Agostino CUniversità del Molise

Raffaella D FUniversità di Bari Aldo Moro

Mauro D GUniversità di Bari Aldo Moro

Augusto GUniversità di Bari Aldo Moro

Antonella Grazia Maria ImmacolataRomana GUniversità della Basilicata

Giuseppe MPolitecnico di Bari Aldo Moro

Ferdinando Felice MUniversità della Basilicata

Rossano PUniversità del Molise

Mario Daniele PPolitecnico di Bari

Arcangelo RUniversità del Salento

Piotr SAccademia Polacca delle Scienze di Roma

Gabriella SUniversità del Salento

Luigi TUniversità di Foggia

Comitato redazionale

Luigi BUniversità di Bari Aldo Moro

Antonietta D’AUniversità di Bari Aldo Moro

Francesco Paolo CUniversità di Bari Aldo Moro

Pasquale GUniversità di Bari Aldo Moro

Antonella Grazia Maria ImmacolataRomana GUniversità della Basilicata

Giuseppe MUniversità di Bari Aldo Moro

Salvatore PUniversità del Molise

Arcangelo RUniversità del Salento

Luigi TUniversità di Foggia

Segreteria di redazione

Benedetta CUniversità di Bari Aldo Moro

Lucia D FUniversità di Bari Aldo Moro

PARMENIDE

COLLANA DEL SEMINARIO DI STORIA DELLA SCIENZA

L’Essere di Parmenide (- a.C.) non è suddiviso in terra, acqua, aria,persone, animali, piante; esso è un’enorme massa sferica di sostanza omo-genea, isodensa, continua, indivisa, sempre identica, immobile, eterna, checostituisce il cosmo e lo riempie. Questa visione, difficilmente condivisibiletra gli scienziati del nostro tempo, apre comunque la prima via, quella dellaragione o del pensiero, che persuade e svela la vera natura del reale. Mentrela seconda via, quella dell’esperienza umana o dell’abbandono ai sensi, èingannevole e contraddittoria.

Ciò che esiste è soltanto l’Essere. Questo Essere, che è unico, vienepercepito dagli esseri umani come spezzettato in molteplici cose: «A questounico Essere saranno attribuiti tanti nomi quante sono le cose che i mortaliproposero, credendo che fossero vere, che nascessero e perissero, che cam-biassero luogo e mutassero luminoso colore». In realtà «tutte le cose sonouno e quest’uno è l’Essere».

Dobbiamo molto a Parmenide per aver aperto la nostra mente al razio-nale, alla ricerca della verità come momento unificante della stessa percezio-ne scientifica, che è diversificata e stratificata, manifestandosi con numerosi ediversificati livelli di interpretazione e dettaglio. Questa prospettiva consenteal pensiero di osare nel mondo del possibile, purché dimostrabile, che èil preludio essenziale alle nostre proiezioni scientifiche, dalle ipotesi alledimostrazioni.

A questa riflessione s’ispira la Collana del Seminario di Storia dellaScienza, Centro interuniversitario di ricerca nato dalla collaborazione del-l’Università di Bari, dell’Università del Salento, dell’Università del Molise,dell’Università della Basilicata, del Politecnico di Bari e dell’Università diFoggia.

Arte e tecnicain Leonardo ingegnere

a cura di

Agostino CatalanoRossano Pazzagli

con una Introduzione diMauro Di Giandomenico

Il volume è stato pubblicato con un contributo finanziariodell’Università degli Studi del Molise.

Copyright © MMXIVARACNE editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: ottobre

Indice

PresentazioneAgostino Catalano, Rossano Pazzagli

IntroduzioneMauro Di Giandomenico

L’eredità di Leonardo nell’evoluzione della figura del-l’ingegnere–architetto in età moderna e contempora-neaAlfredo Buccaro

L’architettura tecnica in Leonardo da VinciAgostino Catalano

Sapere teorico e saperi pratici. Note sull’evoluzione del-la figura e della denominazione dell’ingegnere (XV–XIX)Maddalena Chimisso

Dal “libro rimosso” al “libro risorto”. Sull’importanzabibliografica delle anastatiche e dei facsimili in biblio-tecaMassimo Gatta

Il sapere tecnico-scientifico di Leonardo come pre-messa del cantiere modernoFabio Minutoli

Indice

L’ingegnere che ricostruì una storia. Bélidor e le mac-chine al tempo di LeonardoLuigi Traetta

Bibliografia generale

Arte e tecnica in Leonardo ingegnereISBN 978-88-548-7462-6DOI 10.4399/97888548746261pag. 9–10 (ottobre 2014)

Presentazione

A C, R P

Nell’ambito della diffusione dell’insegnamento e della ricercanella disciplina della Storia della scienza,nel gennaio del si è svolta a Termoli presso l’Università degli Studi del Moli-se la giornata di studi “Arte e tecnica in Leonardo ingegnere”organizzata per l’VIII ciclo di seminari didattici “L’Arte del fab-bricare”. Il seminario, nell’ambito degli insegnamenti del corsodi Architettura tecnica, ha affrontato tale tematica in sinergiacon il corso di Storia moderna nella piena consapevolezza di unpercorso interdisciplinare, ormai caratteristica irrinunciabiledella ricerca scientifica, ed è stato inserito nelle proprie attivitàdal Centro Interuniversitario di Storia della Scienza, con sedepresso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, cui fannoparte gli organizzatori come Unità dell’Università degli Studidel Molise. L’intento è stato quello di diffondere in manieraorganica e sinergica l’insegnamento degli studi storici e tecni-co — scientifici sensibilizzando gli allievi all’approccio a unacultura unica e non disgiunta. Nella stessa occasione è statopresentato il volume del Prof. Arch. Alfredo Buccaro Leonardoda Vinci. Il Codice Corazza nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Tutte le tematiche affrontate dagli studiosi intervenuti sonostate raccolte negli atti con scritti a firma sia degli stessi relatoriche di ricercatori che hanno voluto contribuire ad arricchirequesto volume che può vedere la luce grazie al contributo delDipartimento di Bioscienze e Territorio e del Dipartimentodi Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi del Mo-lise. Nei contributi qui raccolti, attorno alla poliedrica figuradi Leonardo da Vinci, nel contesto culturale del Rinascimento

Presentazione

italiano, emergono le linee di fondo della storia della scienza edella cultura tecnica all’inizio della modernità. Proprio la pro-spettiva storica può consentire oggi una riflessione aggiornatasul rapporto tra scienza e tecnica, tra teoria e pratica, rinviandoalla più generale interrelazione tra ambito scientifico e campoumanistico.

Ai colleghi Mauro Di Giandomenico, dell’Università degliStudi di Bari Aldo Moro, che ha anche redatto l’introduzionedel volume, Adriano Ghisetti Giavarina, dell’Università degliStudi Gabriele D’Annunzio di Chieti Pescara, Alfredo Buccaro,dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Roberto Parisi,della nostra Università degli Studi del Molise, al Dott. MassimoGatta, valente e insostituibile bibliotecario della sede di Termolidella Biblioteca di Ateneo del Molise, e al Comune di Termoli,che ha voluto affiancare l’organizzazione della giornata di studi,va la nostra gratitudine.

Un particolare ringraziamento al Prof. Pasquale Guaragnelladell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Direttore delCentro Interuniversitario Seminario di Storia della Scienza, cheha sostenuto e patrocinato l’iniziativa.

Termoli, luglio

Agostino CatalanoRossano Pazzagli

Arte e tecnica in Leonardo ingegnereISBN 978-88-548-7462-6DOI 10.4399/97888548746262pag. 11–15 (ottobre 2014)

Introduzione

M D G

Il volume Leonardo ingegnere inaugura la nuova collana editoria-le del Seminario di Storia della Scienza, collana che concretizzae dà vigore agli sforzi profusi da questo Centro Interuniversi-tario di Ricerca, creato nel (ma attivo da quarantacinqueanni con altra fisionomia istituzionale nell’Università di Bari),volti a mettere in atto strumenti operativi di dialogo fecondotra la cultura “scientifica” e quella “umanistica”. Il Seminariodi Storia della Scienza (unico nel mondo accademico italiano)oggi riunisce sei Università di Puglia, Molise e Basilicata nelcomune obiettivo di rendere visibile l’interconnessione dei sa-peri mediante occasioni d’apertura del mondo della scienzaalla sua storia ed all’intreccio di commessure con le lettere, learti e le altre produzioni umane, occasioni tanto più fruttuosese prendono forma in un’agorà di condivisione collegiale.

È in quest’ottica che il Seminario di Storia della Scienza hapatrocinato, insieme con l’Università del Molise ed il Comunedi Termoli, la giornata di studi su “Arte e tecnica in Leonar-do ingegnere. Presentazione del volume di Alfredo BuccaroLeonardo da Vinci. Il Codice Corazza nella Biblioteca Nazionaledi Napoli”, manifestazione organizzata a Termoli nel gennaio dalla quale trae origine la raccolta di saggi contenuta inquesto volume. Proprio la collaborazione dei due organizzatoridella manifestazione, Agostino Catalano, ingegnere e docentedi Architettura tecnica dell’Università del Molise, e RossanoPazzagli, storico e docente di Storia moderna nella stessa Uni-versità, ha dimostrato come sia possibile nella pratica coniugarel’intersezione dialettica dei piani della ricerca “dura” e di quella

Introduzione

umanistica, della scienza e della sua storia. Dalla riflessioneemersa in quella giornata è scaturito questo volume, che rac-coglie alcune delle relazioni presentate, ed altre che vi hannopreso ispirazione, su Leonardo e la cultura degli ingegneri nelRinascimento, i rapporti tra arte e scienza, la sviluppo dell’in-teresse per la storia della scienza nella didattica delle disciplinescientifiche.

La collana del Seminario di Storia della Scienza, che prendeavvio con questo volume, richiamando l’eredità di Parmeni-de attraverso la sua intitolazione, intende porre l’accento sullaconnotazione multidimensionale della costruzione del sapere.La comprensione razionale aspira alla conquista della veritàcome un tutto organico, ma dietro la produzione del pensierovi è il reale multiforme e sfaccettato, aperto a numerosi livellidi intellegibilità e di definizione: questi livelli possono emer-gere dal tutto ed essere trattati isolatamente. Possono ancheintrecciarsi. La storia peraltro ha insegnato come la compren-sione scientifica del mondo abbia prodotto nel suo camminouna ramificazione di discipline, che via via si sono distaccatedalla comune matrice, specializzandosi. Le scienze oggi sonoobbligate a forzare le proprie paratie per cercare il confron-to. Dall’interazione, per l’appunto, possono derivare le novitàpiù ingegnose. Il Seminario di Storia della Scienza, per propriavocazione istituzionale, e la Collana, come suo strumento, sipropongono di suggerire tale riflessione, che è tanto più attualequanto più lo sviluppo delle conoscenze coincide con un livellomaggiore di astrazione degli oggetti d’indagine e, nello stessotempo, con una loro pervasività più ampia nella vita quotidiana.

***

I contributi presenti in questo volume sottolineano tutti, purnella pluralità delle reciproche prospettive, come parlare di Leo-nardo da Vinci significhi portare lo sguardo sull’esempio di uningegno proteiforme, bramoso di cimentarsi in ambiti diversi ecapace di essere propositivo ed anticipatore grazie alla capacità

Introduzione

di combinare il sapere a sua disposizione. Leonardo va certocollocato accanto alla schiera di tecnici, costruttori e filosofinaturali, che operarono nel suo tempo. Come è noto, l’uomodel Rinascimento aprì gli occhi sul mondo svelato dalle paroledegli antichi con in mano compassi ed abachi: si apprestava a ci-mentare la sua intelligenza nelle arti figurative, nella meccanica,nella poesia, nella logica e matematica, nelle scienze dell’uomoe della natura. Tutti questi linguaggi espressivi ed altri ancorausò Leonardo, con perizia e sagacia inventiva. Come puntod’approdo dell’esperienza degli ingegneri del Cinquecento, egliconiugò i saperi pratici con l’interesse scientifico, ma la suaprogettualità immaginifica — ha già lumeggiato Bertrand Gil-le — era lontana dal potersi tradurre in realizzazione concreta,nonostante i meriti indubitabili che gli si devono riconoscere.

Giustamente Agostino Catalano sottolinea, nel suo pregnan-te contributo, come la caratteristica leonardiana sia quella dicostruire una “logica sapiente” che troverà solo successiva-mente riscontri “di laboratorio”. Purtuttavia, le sue multiformiapplicazioni si basavano su tecniche realizzative di principi teo-rici richiamanti la lezione di Brunelleschi e del Bramante; né èda sottovalutare il tirocinio leonardesco compiuto nella bottegadel Verrocchio a Firenze e la sperimentazione delle diversetecniche di manipolazione dei materiali, suffragate da quellacultura del dettaglio costruttivo che porterà ad una progressivatecnicizzazione dell’architettura, testimoniata, tra l’altro, dallaScuola napoletana del XIX secolo.

Alfredo Buccaro, insistendo sull’identità della figura profes-sionale dell’ingegnere–architetto delineatasi nel Quattro–Cin-quecento (e rimasta pressoché invariata fino agli inizi del Nove-cento), definisce lo status di quei costruttori, mastri, tecnici edideatori rinascimentali, che, variamente denominati, rappresen-tarono un esatto complemento dell’umanista contemporaneo.Con la circolazione di testi classici — Vitruvio, Erone, Archi-mede, Euclide — all’ingegnere, oltre che competenza praticaed esperienza acquisita nelle opere di costruzione, si richiedevauna formazione letteraria e scientifica, che lo rendesse capace

Introduzione

di trasformare in disegni e schemi progettuali i congegni ideatidai pensatori dell’antichità classica e medievale, si richiedevacioè d’interpretare la descrizione e di renderla graficamentecon l’applicazione di formule e calcoli. Leonardo, insieme agliingegneri del suo tempo, fu filosofo naturale, che conobbe ap-profonditamente la realtà e fu capace di plasmarla a vantaggiodell’uomo.

Dei progetti di meccanismi ed invenzioni degli ingegneri delRinascimento abbiamo però testimonianze documentali inte-ressanti, ma lacunose. Luigi Traetta mette in evidenza che perintendere i particolari di funzionamento di macchine e conge-gni (sistemi basati all’epoca sulla forza motrice di acqua o aria)si devono cercare informazioni nelle opere tecniche successive,quando l’eredità degli ingegneri del Cinquecento fu ripresa esviluppata. Questo il valore delle annotazioni contenute negliscritti di Bernard Forest de Bélidor, ingegnere militare france-se vissuto nella prima metà del XVIII secolo, che rappresentauna fonte importante per intendere le macchine idrauliche diLeonardo e dei suoi contemporanei.

L’accesso alle fonti, indispensabile per la ricerca e la didattica,acquista nella nostra epoca un significato nuovo: oltre all’ori-ginale, il cui valore di unicum non è messo in discussione, èpossibile la riproducibilità — come scrive Massimo Gatta —in una pluralità di forme, dal facsimile, all’anastatica, alla digi-talizzazione. La definizione precisa di questi diversi prodottieditoriali fa comprendere meglio l’importanza per la Bibliotecad’Ateneo della sede universitaria di Termoli dell’acquisizio-ne recente del facsimile del manoscritto del Codice Corazza,conservato nel Fondo Borbonico della Biblioteca Nazionale diNapoli.

L’excursus di Maddalena Chimisso, dall’antichità classica alXIX secolo, estrapola la successione dei livelli di definizione cheha dato forma nel tempo alla figura ed alla funzione dell’archi-tetto–ingegnere. Ella si sofferma anche sui significati che sonostati associati nel corso dei secoli al termine ingegnere: dalladefinizione di Plinio, per il quale ingeniosus era il costruttore di

Introduzione

macchine da guerra, si arriva, passando per le varie epoche e lediverse concezioni della tecnica, alla definizione moderna, cheha dato al termine un significato più esteso.

Infine, Fabio Minutoli si sofferma sui macchinari ideati dagliarchitetti–ingegneri del Rinascimento per realizzare i lavori dicostruzione, a partire da quelli del Brunelleschi per la Cupoladi Santa Maria del Fiore, che Leonardo osservò e riprodusse.Grazie a questi congegni cambiò radicalmente il modo di ope-rare nei cantieri edili, ponendo le basi di quelle che saranno leprocedure seguite fino all’epoca attuale.

In sintesi: per Leonardo la scienza non poteva essere soloteoria, ma doveva confrontarsi con le arti e, quindi, tradursiin pratica. Come uomo di scienza egli non disdegnò nessunadi queste arti (sappiamo, ad esempio, che si dedicò anche al-l’arte culinaria — ma questo è un altro discorso); come artistasi satollò di tutte le conoscenze che servivano a dare formaalla sua creatività, dall’ottica, all’idraulica, alla geometria, all’a-natomia. La sua formazione non fu impostata dall’Accademia,perché, come è noto, fu un autodidatta; tuttavia, egli riuscì adimostrare che l’ingegno, procedendo con metodo — anchecon una certa dote d’approssimazione — osservando e speri-mentando, poteva approdare a soluzioni tecniche efficaci. Equeste soluzioni sono ancora oggetto di meraviglia, oggi che latecnologia ha dato forma a molto di quello che Leonardo avevasolo immaginato e sognato.

Mauro Di Giandomenico