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COLLABORATI SCOLASTICI Corrette modalità di accoglienza degli alunni e dei genitori nella scuola; la sorveglianza degli alunni nel rispetto delle regole interne previste dai regolamenti e al fine del miglioramento del clima formativo dell’istituto, con particolare riferimento alle problematiche organizzative della scuola in generale e alle peculiarità degli alunni che frequentano l’istituto di appartenenza.

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COLLABORATI SCOLASTICI

Corrette modalità di accoglienza degli alunni e dei genitori nella scuola; la sorveglianza degli alunni nel rispetto delle regole interne previste dai regolamenti e al fine del miglioramento del clima formativo dell’istituto, con particolare riferimento alle problematiche organizzative della scuola in generale e alle peculiarità degli alunni che frequentano l’istituto di appartenenza.

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introduzione

Nella scuola che cambia mutano i profili professionali all’interno di essa: quello

in maggior evoluzione, che richiede aggiornamento e formazione continua, rispetto ad altri è quello del Collaboratore Scolastico, sempre più chiamato a svolgere compiti e mansioni che comportano maggiore qualificazione e responsabilità.

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Si sta compiendo negli anni quella logica trasformazione che vede i Collaboratori Scolastici non più impegnati nelle mere attività di pulizia degli ambienti scolastici ma li vede sempre più (protagonisti) impegnati in un processo di collaborazione stretta, non solo per compiti materiali e/o assistenziali ma anche da un punto di vista pedagogico, con tutto il resto delle figure professionali coinvolte nel processo di accoglienza ed integrazione degli alunni in particolare quelli diversamente abili.

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Accogliere

Il primo passo, magari partendo

dall’etimologia del verbo stesso, è

prendere coscienza del significato della

parola accoglienza, dopo di che

considerare il valore e il significato

rapportato al quotidiano che la società dei

nostri tempi dà ad essa, scuola compresa.

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cosa significa accogliere

RICEVERE

CONCEDERE OSPITALITA’

Nel caso specifico di accoglienza di alunni diversamente abili il valore aggiunto alla parola accogliere assume un aspetto ancora più forte, il ricevere una persona con dimostrazione di affetto, e cioè l’accettare il “diverso” con benevolenza, è il primo passo volto a formare un nucleo di persone (ambiente umano) nella prospettiva della crescita individuale e di tutti coloro che ne fanno parte, e cioè che ne sono parte necessaria (integrazione ).

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L’accoglienza impegno costante

Appare evidente che l’accoglienza non si

ferma solo a quanto sopra detto, nei saluti

o nelle dimostrazioni d’affetto, ma è un

impegno, costante nel tempo, di

promozione dello sviluppo, di formazione

di educazione di integrazione.

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ACCOGLIERE SIGNIFICA

COMUNICARE

Ogni forma di comunicazione umana

implica un impegno ad essere con l’altro in

relazione, e le forme di comunicazione

umana sono fornite di aspetti di contenuti

e di relazioni.

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GLI ELEMENTI DELLA

COMUNICAZIONEin ciascun evento comunicativo intervengono sei elementi:

Emittente (chi da il messaggio);

Ricevente o destinatario (chi lo riceve);

Codice (il procedimento di costruzione del messaggio, come per esempio una lingua, un linguaggio o un alfabeto);

Canale (il mezzo di trasmissione, come per esempio voce, mimica o scrittura);

Contesto (insieme di conoscenze che emittente e ricevente hanno già in comune);

Contatto (che si realizza tra emittente e ricevente).

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Cosa fare prima di avviare una

comunicazione? Prima di iniziare uno scambio, quindi prima di avviare una

comunicazione con l’altro, dovremmo porci alcune domande le cui risposte ci favoriscono uno scambio costruttivo ed efficace:

1. che cosa vogliamo che il ricevente faccia o pensi? (identificare gli obiettivi della comunicazione);

2. chi deve sapere? (identificare i riceventi);

3. cosa sappiamo del ricevente per “confezionare il messaggio adatto”?(adattare il messaggio al ricevente);

4. come riuscire a garantirci la risposta? (rendere possibile la risposta : il feedback);

5. come cambiare il nostro comportamento in funzione della risposta? (tenere conto della risposta).

Avere consapevolezza di ognuno di questi 5 punti, ci eviterebbe tanti errori e tante conflittualità inutili. Favorendo un tipo di comunicazione efficace e di successo!

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Due tipi di comunicazione

La comunicazione può essere di 2 tipi:

verbale (inerente il linguaggio);

non verbale (inerente gli atteggiamenti).

Come da diversi studi e ricerche, è dimostrato che la comunicazione non verbale ha maggior impatto di quella verbale, nella relazione con gli altri, quindi gli atteggiamenti ed i comportamenti sono molto importanti per instaurare una relazione positiva e gratificante (sia per il collaboratore che per i suoi “clienti”).

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La missione del collaboratore

scolastico

La missione del collaboratore scolastico è:

ascoltare i segnali provenienti dai “clienti” (esterni e interni);

fornire un’assistenza costante;

soddisfare qualsiasi esigenza-richiesta di informazioni;

intuire bisogni e desideri latenti.

La realizzazione di tale missione avviene mediante la relazione con gli altri.

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Le fasi della relazione

Nella prima fase, quella dell’accoglienza, si deve creare un clima favorevole

ascoltando attivamente l’altro, prestando attenzione alle sue richieste esplicite e cercando di intuirne i bisogni.

E’ molto importante dimostrare piena disponibilità sia nelle parole che negli atteggiamenti infondendo fiducia e trasmettendo affidabilità.

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Le fasi della relazione

Nella seconda fase, quella della gestione:

è importante usare un linguaggio di accoglienza

con un tipo di relazione simmetrica (alla pari) si

deve individuare la soluzione (individuare qual è

il tipo di informazione di cui il “cliente”- genitore

necessita) mediante un ascolto attivo.

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Le fasi della relazione

Nella terza fase, quella del commiato (fase

finale termine della relazione), assicurarsi

che la soluzione (informazione data) sia

quella giusta in termini di percezione del

“cliente”-genitore,

ossia assicurarsi che sia soddisfatto.

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Per ascolto attivo si intende:

partecipazione;

empatia (capacità di comprendere cosa un'altra

persona sta provando) ;

concentrazione;

non interrompere;

fare domande per assicurarsi di aver capito;

dare cenni di coinvolgimento.

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Atteggiamenti, frasi, da evitare per

una buona relazione

Le domande in forma negativa;

Le espressioni aggressive;

Le parole a valenza negativa;

I verbi al condizionale;

Le frasi categoriche, coercitive, imperative;

Le espressioni presuntuose;

I diminutivi e i vezzeggiativi;

Il linguaggio tecnico o quello gergale;

Le frasi eccessivamente lunghe

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Frasi tipo:

“Non sono d’accordo con lei… Non è esatto…”;

“Mi sembra strano…”;

“…su questo non mi hanno dato informazioni precise...”;

“…allora…cioè… quindi…dunque… nella misura in cui…”;

“Come lei ben mi insegna…”;

“Mi auguro che non ricapiti più questo problema…”.

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Sorveglianza

degli alunni

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Personale Ata Funzioni

Le disposizioni relative al rapporto di lavoro del

personale amministrativo, tecnico e ausiliario

sono contenute nel Capo V, agli articoli dal 44 al

62 del CCNL 29.11.2007

il personale ATA assolve alle funzioni

amministrative, contabili, gestionali, strumentali,

operative e di sorveglianza connesse all’attività

delle istituzioni scolastiche e deve mantenere

un rapporto di collaborazione con il dirigente

scolastico e con il personale docente,

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Sorveglianza degli alunni

I collaboratori scolastici, nello svolgimento delle loro funzioni sono tenuti, tra l’altro, anche a vigilare sugli alunni e a collaborare con i docenti. Come specificato nel CCNL - Profilo Professionale Personale ATA – Area A, il collaboratore scolastico non si può, infatti, rifiutare di effettuare la vigilanza sulla scolaresca, in seguito a precisa richiesta di un docente che si debba temporaneamente assentare (non per futili motivi). Solamente garantendo una fattiva e continua collaborazione fra docenti e collaboratori scolastici, nel rispetto dei reciproci ruoli, sarà possibile assicurare un'attenta vigilanza sugli alunni, una minore probabilità di accadimento di infortuni e, quindi, in generale, un migliore clima formativo

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Regolamento interno

Ogni scuola ha un proprio regolamento

interno recante disposizioni sulla Vigilanza

sugli alunni e di pianificazione generale

dell’organizzazione della vigilanza.

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Scopo del regolamento

fornire in via preventiva alcune misure

organizzative, volte ad impedire od a

limitare il verificarsi di eventi dannosi nei

confronti degli alunni, conseguenti a

negligenze sulla vigilanza.

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Misure organizzative

concernono la vigilanza degli alunni:

1. durante lo svolgimento delle attività didattiche;

2. dall’ingresso dell’edificio fino al raggiungimento dell’aula;

3. durante i cambi di turno tra i professori nelle classi;

4. nel corso dell’intervallo/ricreazione;

5. durante il tragitto aula - uscita dall’edificio al termine delle lezioni;

6. nel periodo di interscuola: mensa e dopo-mensa;

7. in riguardo ai “minori bisognosi di soccorso”;

8. durante il tragitto scuola – palestra fuori sede e viceversa;

9. nel corso visite guidate/viaggi d’istruzione.

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vigilanza durante lo svolgimento

dell’attività didattica.

Fa parte degli obblighi di servizio imposti agli

insegnanti quello di vigilare sugli allievi. A tal

proposito, il CCNL dispone che, per assicurare

l’accoglienza e la vigilanza sugli alunni, gli

insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe cinque

minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad

assistere all’uscita degli alunni medesimi.

La responsabilità per l’inosservanza del predetto

obbligo è disciplinata dagli artt. 2047 e 2048

Codice Civile.

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Nelle ipotesi di responsabilità ex artt. 2047 e 2048 c.c., l’insegnante si libera se prova di non aver potuto impedire il fatto, dimostrando, quindi, di aver esercitato la vigilanza nella misura dovuta, e che, nonostante l’adempimento di tale dovere, il fatto dannoso per la sua repentinità ed imprevedibilità gli abbia impedito un tempestivo efficace intervento (Cass., sez III, 18.4.2001, n. 5668); è richiesta, perciò, la dimostrazione di aver adottato in via preventiva le misure organizzative idonee ad evitare il danno

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La Corte dei Conti, sez. III, 19.2.1994, n. 1623,

ha ritenuto, inoltre, che l’obbligo della vigilanza

abbia rilievo primario rispetto agli altri obblighi di

servizio e che, conseguentemente, in ipotesi di

concorrenza di più obblighi derivanti dal rapporto

di servizio e di una situazione di incompatibilità

per l’osservanza degli stessi, non consentendo

circostanze oggettive di tempo e di luogo il loro

contemporaneo adempimento, il docente deve

scegliere di adempiere il dovere di vigilanza.

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Il docente che, durante l’espletamento

dell’attività didattica debba, non per futili motivi,

assentarsi temporaneamente dalla classe, prima

di allontanarsi dalla scolaresca deve incaricare

un collaboratore scolastico di vigilare sugli

alunni sino al suo ritorno.

Il collaboratore scolastico non si può rifiutare di

effettuare la vigilanza su richiesta del docente,

come disposto dal Profilo Professionale

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vigilanza dall’ingresso dell’edificio

fino al raggiungimento dell’aula.

I collaboratori scolastici hanno l’obbligo

dell’accoglienza degli alunni devono

prestare la dovuta vigilanza sugli alunni

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vigilanza nella frazione temporale

interessata ai cambi di turno dei

docenti nelle scolaresche. Il cambio dell’ora è un momento in cui la vigilanza è determinante, il

regolamento interno ad esempio potrebbe essere

Per assicurare la continuità della vigilanza sugli alunni durante il cambio di turno dei docenti, i collaboratori scolastici di ciascun piano sono tenuti a favorire in maniera tempestiva lo stesso cambio degli insegnanti, recandosi sulla porta di una delle aule interessate al cambio di turno. Il collaboratore scolastico, avuto l’affidamento della sorveglianza sugli alunni da parte del docente, vigilerà sulla scolaresca finché non sarà giunto l’insegnante in servizio nell’ora successiva. Il docente che ha appena lasciato la classe sostituito nella vigilanza dal collaboratore scolastico, si recherà tempestivamente nell’aula in cui è programmata la lezione successiva, consentendo a sua volta al docente che era in attesa del proprio cambio di recarsi nella classe di competenza. LO SCOPO E’ QUELLO DI INDIVIDUARE UN SISTEMA EFFICACE AFINCHE’ NON SIA OMESSO L’OBBLIBO DELLA VIGILANZA

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vigilanza durante

l’intervallo/ricreazione.

Ogni realtà scolastica ha le sue

problematiche fermi restando gli obblighi

di vigilanza dei docenti per la propria

classe e dei collaboratori scolastici per i

corridoi, bagni, scale (luoghi comuni)

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Esempio

Al fine di regolamentare la vigilanza sugli alunni durante l’intervallo-ricreazione, si dispone che detta vigilanza venga effettuata dai docenti già impegnati nelle classi nell’ora che immediatamente precede la ricreazione , permanendo sulla porta dell’aula per poter vigilare sia gli alunni presenti nell’aula stessa che gli alunni presenti nel corridoio. I collaboratori scolastici durante l’intervallo vigileranno, oltre il corridoio di competenza, anche i bagni. I collaboratori scolastici, per favorire nelle classi il cambio di turno dei professori e per intervenire in caso di eventuali necessità (per es. per esigenze urgenti dei docenti, per interventi di Antincendio e/o di Primo Soccorso), sono tenuti a presidiare costantemente il proprio piano di servizio, senza allontanarsi, se non per esigenze impellenti.

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vigilanza durante il tragitto aula –

uscita dall’edificio al termine delle

lezioni. esempio:

Per quanto concerne la regolamentazione dell’uscita degli alunni dall’edificio scolastico al termine di ogni turno di attività, antimeridiano o pomeridiano, si dispone che presso ciascuna porta di uscita dell’edificio sia presente un collaboratore scolastico con il compito di prestare la dovuta vigilanza nel passaggio degli alunni. Gli altri collaboratori scolastici in servizio nel turno vigileranno il transito degli alunni nei rispettivi piani di servizio. Per assicurare la vigilanza, come detto in precedenza, gli insegnanti sono tenuti ad assistere gli alunni sino alla porta di uscita dell’edificio, posizionandosi davanti alla scolaresca.

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vigilanza durante il tragitto scuola –

palestra fuori sede e viceversa.

Normalmente: Durante il tragitto scuola –

palestra fuori sede, e viceversa, la

vigilanza sugli alunni è affidata al docente

di Educazione Fisica, coadiuvato,

nell’accompagnamento della scolaresca,

da un collaboratore scolastico.

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Piano annuale delle attività

L’organizzazione del lavoro del personale

è compito del DSGA che redige, sentito il

personale, il piano delle attività in base

alle direttive di massima ricevute dal DS.

La proposta formulata dal DSGA deve

essere approvata dal DS, il DSGA

procede infine all’adozione.

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conclusione

Il piano annuale se pur redatto per la

realizzazione del POF deve, comunque,

prevedere forme organizzative tali da

permettere un puntuale adempimento

dell’obbligo della vigilanza tenendo

presente quanto indicato nel regolamento

interno

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Si ringrazia per l’attenzione