COinMcUamN mITinÀ o...Mario Solano Amministratore Antonio Russo Editore Diocesi di...

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C OMUNITÀ in cammino PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI MILETO - NICOTERA - TROPEA Aut. Trib. Vibo Valentia n. 16 del 28-1-2009 • Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in A. P. • D. L. 353/2003 (conv. in L. 27-2-2004 n. 46), art. 1, comma 1 e 2 • Aut. CBPA-SUD/NA/084/2009 Anno X • Numero 8 Novembre / Dicembre 2017 ADDIO A MONS. IGNAZIO SCHINELLA Pagina 2 UN AUGURIO PER MONS. RIMEDIO Pagina 3 SCUOLA DI DOTTRINA SOCIALE Pagina 7 L La a c ch hi ia av v e e c ch he e l li ib be er r a a d da a l l l l e e s sc c h hi i a av v i i t t ù ù C arissimi, il Natale è un giorno speciale; è un giorno di grande gioia perché Gesù, l’amore del Padre, decide di prendere carne a Betlemme nascendo nell’umiltà di una mangiatoia. Sembra assurdo, ma è proprio così! Il Crea- tore di tutte le cose sceglie di venire nel mondo e nascere nel- la povertà di una mangiatoia, privo di tutto, persino di un tet- to, migrante e forestiero in casa propria. Quel neonato Bambino, il Re dei Re, fuori da ogni proto- collo di corte, convoca ai piedi di quella mangiatoia i pastori e noi con loro al fine di farci tutti ricchi di pace e di amore, consegnando nelle nostre mani la chiave ideale che libera da tutte le schiavitù che imbrigliano il cuore e la vita: “O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli, vieni e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte” (cf versetto canto al Vangelo, 20 dicembre). Il Natale è la festa in cui possiamo presentarci tranquilla- mente e senza timore davanti al Signore pur con tutte le cate- ne che ci imprigionano e di cui non riusciamo a liberarci da soli: sarà Lui a spezzare quelle catene. Viene proprio per que- sto. Gesù viene e si offre Lui come “chiave” di liberazione per aprire tutte le serrature delle stanze chiuse del nostro cuore e della nostra vita. Le cattiverie che commettiamo, il successo ed il profitto a tutti i costi, il potere a discapito dei più deboli, l’attaccamento morboso alle ricchezze di questo mondo, il piacere a qualsiasi prezzo, incalzano da ogni angolo e ci inca- strano in forme di schiavitù così subdole da non farcene nem- meno accorgere. [...] La chiave per uscire da questi imbrogli e tranelli è Gesù, è proprio quel Bambino che oggi adoriamo tutti felici nel prese- pe. Proviamo a mettere ai piedi della mangiatoia del presepe di casa nostra anche una piccola chiave simbolica che ci ricor- di questo richiamo. È chiaro che non è una “chiave magica” che risolve tutti i nostri problemi, ma è certamente la chiave e la luce giusta che ci fa dare senso e speranza alle nostre attese più profonde, sciogliendo proprio quelle catene che ci tengo- no incatenati e schiavi di strade senza uscite. Con la nascita di Gesù il villaggio di Betlemme diventa il centro motore del mondo; qui il Regno di Dio si afferma e pren- de realmente piede “in mezzo a noi”. È questa la bella notizia che gli angeli annunciano ai pastori e che annunciano ancora oggi a tutti gli uomini di buona volontà; è questo il vangelo del- la gioia che è annunciato personalmente anche a noi e viene a bussare al nostro cuore per orientarci al regno di Dio [...]. La celebrazione del Natale di quest’anno si colloca nel contesto speciale del nostro Sinodo Diocesano aperto lo scor- so 25 ottobre. Una Chiesa lieta di testimoniare il Vangelo è la pro- spettiva che ci siamo data per i prossimi anni, una prospetti- va che ha bisogno di essere spalancata dalla “chiave di Ge- sù”. La chiave e “l’acqua viva che zampilla per la vita eter- na”, che Lui non ci farà mancare, ci porteranno a rompere quelle consuetudini passate, quelle false luci che non fanno più luce e che non sono più utili, né funzionali alla edificazio- ne del Regno di Dio, reso visibile e fruibile nella mangiatoia di Betlemme [...]. Auguro che il Natale possa essere per tutti “la chiave che libera dalle schiavitù” proprie e collettive. Un pensiero voglio rivolgere in particolare ai malati, ai di- soccupati soprattutto giovani, alle famiglie, ai sofferenti in gene- rale: a tutti auguro di trovare proprio nel Bambinello la chiave di volta della vita per non smarrirsi e non scoraggiarsi oltre quello che le situazioni di precarietà già per conto loro procurano. Auguri di gioia a tutti e che Gesù possa trovare la porta del cuore di ciascuno sempre aperta e pronta ad accogliere il seme della pace e della santità. BUON NATALE E BUON INIZIO DI ANNO NUOVO. Luigi Renzo E D I T O R I A L E U na composizione nata- lizia creata dal M° Francesco Arena, auto- re sia del testo che della musi- ca, presentata ad un Festival di Reggio Calabria ha avuto il primo premio ed è entrata di diritto tra i classici del reper- torio natalizio, al punto che ormai non può mancare nelle esibizioni delle corali ed è canticchiata dovunque. Il te- sto così recita: È natu u Signu- ri, Gesù Nazzarenu / nisciu ‘nti na stadda di pagghia e di fenu, /viniti, viditi massari e pasturi / chi occhi lucenti, chi mani d’amuri. / Ch’è duci stu figghiu, / ch’è bella sta mamma, / chi stidda lucenti stasira chi c’è. / Ch’è duci stu figghiu, / ch’è bella sta mamma, / stanotti è vinutu daveru lu Re (È nato il Signore, Gesù Nazzareno, è nato in una stalla di paglia e di fieno venite, vedete massaie e pa- stori che occhi lucenti che ma- nine d’amore: Com’è dolce questo Figlio, com’è bella questa mamma, stanotte è ve- nuto davvero il Re). Come si vede la canzone invita subito a concentrare l’attenzione su Colui che è na- to, Gesù Nazzareno. E questo è il primo merito in questi tempi in cui le feste sono di- ventate una kermesse di spese e follie. Tante città e tanti pa- lazzi sono addobbati a volte in maniera sgargiante di luci e di alberi di Natale. Personal- mente ho visitato una cittadi- na campana molto nota come meta turistica internazionale. Le luminarie indirizzavano le folle a visitare la sfavillante slitta di Babbo Natale e, nella piazza centrale, le sagome dei personaggi di Walt Disney. Pleonastico segnalare bambini esultanti, che tiravano i geni- tori verso tale incanto. E gli adulti felici di far fare un’esperienza natalizia nello stupore davanti ad un “Pape- rino” di luci. Nessun riferi- mento, neanche implicito, a “Colui che è nato”. Un unico presepio visitabile a paga- mento. E temo che la situazio- ne nelle altre città non siano differenti. Mi piace tornare alla can- zone Ch’è duci stu figghiu,/ ch’è bella sta mamma. Il Natale è mistero di dolcezza e di bel- lezza. La nascita del Signore, se contemplata con occhi lim- pidi e cuore puro, coinvolge in una irradiazione di dolcez- za e di tenerezza. La grande arte del presepe nei caratteriz- zare i suoi personaggi ne è espressione; nella nostra tra- dizione calabrese c’è addirit- tura un pastore che viene chiamato “l’Incantato”. L’invito alla contemplazio- ni degli “occhi lucenti” e delle “manine d’amore” ricorda che il Natale è mistero di bel- lezza. La nascita di Cristo conferisce bellezza a ciò che bellezza non ha: una misera grotta, una povera famiglia, i miseri pastori, perfino gli ani- mali, fino all’intero cosmo nel Natale si ammantano di bel- lezza. Sì, il Natale non è la festa della bellezza ingannatrice, il cristianesimo non cerca ma conferisce bellezza. Non dimentichiamo che le stesse cose vengono ribadite da secoli, da quando a Grec- cio nel 1223 Francesco, inna- morato di Madonna Povertà, ripropose la dolcezza e la bel- lezza della Natività. Gaetano Currà ALL’INTERNO Messaggio del Vescovo per il Santo Natale Il Bambino di Betlemme Mistero di bellezza e dolcezza Ch’è duci stu figghiu ch’è bella sta Mamma Spunti natalizi ispirati da una canzone

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  • COMUNITÀin camminoPERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI MILETO - NICOTERA - TROPEA

    Aut. Trib. Vibo Valentia n. 16 del 28-1-2009 • Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in A. P. • D. L. 353/2003 (conv. in L. 27-2-2004 n. 46), art. 1, comma 1 e 2 • Aut. CBPA-SUD/NA/084/2009Anno X • Numero 8 Novembre / Dicembre 2017

    ADDIO A MONS.IGNAZIO SCHINELLA

    Pagina 2 �

    UN AUGURIOPER MONS. RIMEDIO

    Pagina 3 �

    SCUOLA DI DOTTRINASOCIALE

    Pagina 7 �

    LLaa cchhiiaavvee cchhee lliibbeerraaddaallllee sscchhiiaavviittùùCarissimi, il Natale è un giorno speciale; è un giorno digrande gioia perché Gesù, l’amore del Padre, decide diprendere carne a Betlemme nascendo nell’umiltà di

    una mangiatoia. Sembra assurdo, ma è proprio così! Il Crea-tore di tutte le cose sceglie di venire nel mondo e nascere nel-la povertà di una mangiatoia, privo di tutto, persino di un tet-to, migrante e forestiero in casa propria. Quel neonato Bambino, il Re dei Re, fuori da ogni proto-

    collo di corte, convoca ai piedi di quella mangiatoia i pastorie noi con loro al fine di farci tutti ricchi di pace e di amore,consegnando nelle nostre mani la chiave ideale che libera datutte le schiavitù che imbrigliano il cuore e la vita: “O Chiavedi Davide, che apri le porte del Regno dei cieli, vieni e liberal’uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell’ombra dellamorte” (cf versetto canto al Vangelo, 20 dicembre). Il Natale è la festa in cui possiamo presentarci tranquilla-

    mente e senza timore davanti al Signore pur con tutte le cate-ne che ci imprigionano e di cui non riusciamo a liberarci dasoli: sarà Lui a spezzare quelle catene. Viene proprio per que-sto. Gesù viene e si offre Lui come “chiave” di liberazione peraprire tutte le serrature delle stanze chiuse del nostro cuore edella nostra vita. Le cattiverie che commettiamo, il successoed il profitto a tutti i costi, il potere a discapito dei più deboli,l’attaccamento morboso alle ricchezze di questo mondo, ilpiacere a qualsiasi prezzo, incalzano da ogni angolo e ci inca-strano in forme di schiavitù così subdole da non farcene nem-meno accorgere. [...]La chiave per uscire da questi imbrogli e tranelli è Gesù, è

    proprio quel Bambino che oggi adoriamo tutti felici nel prese-pe. Proviamo a mettere ai piedi della mangiatoia del presepedi casa nostra anche una piccola chiave simbolica che ci ricor-di questo richiamo. È chiaro che non è una “chiave magica”che risolve tutti i nostri problemi, ma è certamente la chiave ela luce giusta che ci fa dare senso e speranza alle nostre attesepiù profonde, sciogliendo proprio quelle catene che ci tengo-no incatenati e schiavi di strade senza uscite.Con la nascita di Gesù il villaggio di Betlemme diventa il

    centro motore del mondo; qui il Regno di Dio si afferma e pren-de realmente piede “in mezzo a noi”. È questa la bella notiziache gli angeli annunciano ai pastori e che annunciano ancoraoggi a tutti gli uomini di buona volontà; è questo il vangelo del-la gioia che è annunciato personalmente anche a noi e viene abussare al nostro cuore per orientarci al regno di Dio [...]. La celebrazione del Natale di quest’anno si colloca nel

    contesto speciale del nostro Sinodo Diocesano aperto lo scor-so 25 ottobre. Una Chiesa lieta di testimoniare il Vangelo è la pro-spettiva che ci siamo data per i prossimi anni, una prospetti-va che ha bisogno di essere spalancata dalla “chiave di Ge-sù”. La chiave e “l’acqua viva che zampilla per la vita eter-na”, che Lui non ci farà mancare, ci porteranno a romperequelle consuetudini passate, quelle false luci che non fannopiù luce e che non sono più utili, né funzionali alla edificazio-ne del Regno di Dio, reso visibile e fruibile nella mangiatoiadi Betlemme [...].Auguro che il Natale possa essere per tutti “la chiave che

    libera dalle schiavitù” proprie e collettive.Un pensiero voglio rivolgere in particolare ai malati, ai di-

    soccupati soprattutto giovani, alle famiglie, ai sofferenti in gene-rale: a tutti auguro di trovare proprio nel Bambinello la chiave divolta della vita per non smarrirsi e non scoraggiarsi oltre quelloche le situazioni di precarietà già per conto loro procurano.

    Auguri di gioia a tuttie che Gesù possa trovare la porta del cuore di ciascuno

    sempre aperta e pronta ad accogliereil seme della pace e della santità.

    BUON NATALE E BUON INIZIO DI ANNO NUOVO.� Luigi Renzo

    E D I T O R I A L E

    Una composizione nata-lizia creata dal M°Francesco Arena, auto-re sia del testo che della musi-ca, presentata ad un Festivaldi Reggio Calabria ha avuto ilprimo premio ed è entrata didiritto tra i classici del reper-torio natalizio, al punto cheormai non può mancare nelleesibizioni delle corali ed ècanticchiata dovunque. Il te-sto così recita: È natu u Signu-ri, Gesù Nazzarenu / nisciu ‘ntina stadda di pagghia e di fenu,/viniti, viditi massari e pasturi /chi occhi lucenti, chi manid’amuri. / Ch’è duci stu figghiu,/ ch’è bella sta mamma, / chistidda lucenti stasira chi c’è. /Ch’è duci stu figghiu, / ch’è bellasta mamma, / stanotti è vinutudaveru lu Re (È nato il Signore,Gesù Nazzareno, è nato inuna stalla di paglia e di fienovenite, vedete massaie e pa-stori che occhi lucenti che ma-nine d’amore: Com’è dolcequesto Figlio, com’è bellaquesta mamma, stanotte è ve-nuto davvero il Re).Come si vede la canzone

    invita subito a concentrarel’attenzione su Colui che è na-to, Gesù Nazzareno. E questoè il primo merito in questitempi in cui le feste sono di-ventate una kermesse di spesee follie. Tante città e tanti pa-

    lazzi sono addobbati a voltein maniera sgargiante di luci edi alberi di Natale. Personal-mente ho visitato una cittadi-na campana molto nota comemeta turistica internazionale.Le luminarie indirizzavano lefolle a visitare la sfavillanteslitta di Babbo Natale e, nellapiazza centrale, le sagome deipersonaggi di Walt Disney.

    Pleonastico segnalare bambiniesultanti, che tiravano i geni-tori verso tale incanto. E gliadulti felici di far fareun’esperienza natalizia nellostupore davanti ad un “Pape-rino” di luci. Nessun riferi-mento, neanche implicito, a“Colui che è nato”. Un unicopresepio visitabile a paga-mento. E temo che la situazio-ne nelle altre città non sianodifferenti.

    Mi piace tornare alla can-zone Ch’è duci stu figghiu,/ ch’èbella sta mamma. Il Natale èmistero di dolcezza e di bel-lezza. La nascita del Signore,se contemplata con occhi lim-pidi e cuore puro, coinvolgein una irradiazione di dolcez-za e di tenerezza. La grandearte del presepe nei caratteriz-zare i suoi personaggi ne èespressione; nella nostra tra-dizione calabrese c’è addirit-tura un pastore che vienechiamato “l’Incantato”.L’invito alla contemplazio-

    ni degli “occhi lucenti” e delle“manine d’amore” ricordache il Natale è mistero di bel-lezza. La nascita di Cristoconferisce bellezza a ciò chebellezza non ha: una miseragrotta, una povera famiglia, imiseri pastori, perfino gli ani-mali, fino all’intero cosmo nelNatale si ammantano di bel-lezza.Sì, il Natale non è la festa

    della bellezza ingannatrice, ilcristianesimo non cerca maconferisce bellezza.Non dimentichiamo che le

    stesse cose vengono ribaditeda secoli, da quando a Grec-cio nel 1223 Francesco, inna-morato di Madonna Povertà,ripropose la dolcezza e la bel-lezza della Natività.

    Gaetano Currà

    ALL’INTERNO

    Messaggio del Vescovoper il Santo Natale

    Il Bambinodi Betlemme

    Mistero di bellezza e dolcezza

    Ch’è ducistu figghiuch’è bella

    sta MammaSpunti natalizi

    ispiratida una canzone

  • 2 || DAL MONDO E DALLA CHIESA

    Anno X - N. 8Registrazione Tribunale

    di Vibo ValentiaN. 16 del 28 gennaio 2009

    Direttore ResponsabileLuigi Renzo

    Direttore EditorialeGaetano Currà

    Segreteria di RedazioneGraziano MaccaroneGaetano MazzarellaFrancesco SicariMario Solano

    AmministratoreAntonio Russo

    EditoreDiocesi di Mileto-Nicotera-Tropea

    Via Episcopio, 1589852 Mileto (VV)

    Grafica e stampaAdhoc Edizioni s.n.c.Via Michele Francica, 189900 Vibo ValentiaTel. 0963 472220

    Contributo Editoriale Annuo€ 30,00

    Cuori a Servizio delle Fragili-tà Umane, il tema del con-vegno che si è tenutopresso il Santuario di Maria SS.della Catena il 25 novembre suiniziativa della Parrocchia dina-mese, in collaborazione con l’as-sociazione Pro Soreto. Dopo l’in-troduzione di don Rocco Anto-nio Suppa, parroco e rettore delSantuario, il delicatissimo argo-mento è stato trattato da PadreArnaldo Pangrazzi, sacerdotedell’ordine dei camilliani, do-cente di Pastorale Sanitaria dinotevole spessore culturale e diesperienza acquisita anche sulcampo.Don Rocco Suppa, nel salu-

    tare il suo illustre professore, haevidenziato le tante fragilitàumane che vanno aumentandonel territorio e la necessità diaprire uno spazio di riflessione

    per aiutare quanti ne soffrono.Comprendere, quindi, la positi-va esperienza del volontariatopraticato dall’ordine di San Ca-millo de Lellis, cui appartienedon Pangrazzi, è particolarmen-te importante in una realtà so-ciale disgregata come quella delterritorio in cui opera la nostrachiesa, poiché negli ultimi de-cenni la popolazione è andatasempre invecchiando. Padre Ar-naldo, con l’ausilio di documen-tate diapositive illustrative, hasviluppato il tema dallo stessoapprofondito con una pubblica-zione nella quale tra l’altro haaffrontato il fondamentale ruolodei Volontari, indicati dallo stes-so autore come testimoni di spe-ranza. E se praticare il volonta-riato, fa bene anche alla salute,la sua presenza umanizza la so-cietà, le istituzioni e la cultura

    poiché concreta il concetto dellagratuità. L’illustre docente,quindi, ha evidenziato come giàuna schiera di uomini e di don-ne, giovani, adulti e pensionati,svolge la sua missione negliospedali, nelle case di riposo,nei centri di ascolto, nelle carcerie nelle parrocchie. Così come so-no presenti anche nelle ambu-lanze, nei pellegrinaggi, accantoai disabili, ai malati psichici eagli anziani. Questa moltitudinedi volontari rappresenta unenorme serbatoio di umanità esperanza; essi, spesso in manie-ra silenziosa, regalano tempo e

    donano sorrisi, asciugano lacri-me, offrono solidarietà, vicinan-za e ascolto agli afflitti e ai biso-gnosi d’ogni qualsivoglia man-canza di affetti, alleviano la soli-tudine e accompagnano la viacrucis di quanti sono tormentati.Sul piano organizzativo e asso-ciativo, infatti, il pianeta volonta-riato è andato sempre più cre-scendo, e oggi è costituito daun’infinità di sigle, con diverseidentità, strutture, percorsi for-mativi e finalità operative moltovariegate. Il giorno 26 novembre se-

    guente, nella chiesa di S. Mariala Nova di Vibo Valentia, PadreArnaldo Pangrazzi ha presiedu-to la SS. Messa di apertura delnuovo anno Pastorale A.M.C.I.(Associazione Medici CattoliciItaliani).

    Michele Furci

    DINAMI, 25 novembre 2017 �� Convegno di Pastorale Sanitaria

    Col cuore a servizio delle fragilità umane

    Mattina del 2 novembre2017, un malore, conconseguente incidentestradale, mentre era alla guidadella sua auto nel centro di Are-na, ha stroncato la sua esistenzaterrena, all’età di 68 anni. Erarientrato a casa, come sua con-suetudine, per la festa di Tutti iSanti, il giorno successivo si sta-va recando a pregare sulle tom-be dei suoi cari. La sua tragica eimprovvisa morte ha lasciatotutti sgomenti. Nato ad Arena(VV) il 1° febbraio 1949, da Mi-chele e M. Gemma Vartuli, dopola scuola media, studiò nel Se-minario Vescovile di Mileto enel Pontificio Seminario di Reg-gio Calabria fino alla licenza li-ceale. Considerata la sua vivaceintelligenza negli studi, special-mente nelle discipline speculati-ve, fu inviato a proseguire la for-mazione accademica presso ilPontificio Seminario MaggioreInterregionale Campano in Na-poli (Posillipo), dove, nella se-zione San Luigi della PontificiaFacoltà Teologica dell’Italia Me-ridionale (PFTIM), conseguito ilbacellerato, si licenziò e laureòin Teologia della Vita Cristianacon Indirizzo Morale. Fu ordinato sacerdote ad

    Arena, da Mons. Vincenzo DeChiara, il 29 dicembre 1973. Daallora il suo ministero e i suoiincarichi pastorali furono preva-lentemente a servizio della for-mazione intellettuale e spiritua-le dei futuri sacerdoti e dei laici:animatore nel Seminario di Po-sillipo dal 1974 al 1981; padrespirituale nel Pontificio Semina-rio Maggiore “San Pio X” di Ca-tanzaro dal 1982 al 1996, quindirettore dello stesso istituto dal1996 al 2005 e presidente dellaFondazione “Facite”, ente di for-mazione e servizi voluto dallaConferenza Episcopale Calabracon sede a Catanzaro.Già da animatore a Napoli,

    entrò nel collegio accademicodella PFTIM. Fu ordinario diTeologia Morale dell’IstitutoTeologico Calabro aggregato alla

    PFTIM, professore invitato allasezione San Tommaso della stes-sa Pontificia Facoltà; professoreinvitato alla Facoltà di Medicina“Magna Graecia” di Catanzaro,docente di Morale all’Istituto diScienze Religiose “San GiuseppeMoscati” della nostra Diocesi.Ebbe la nomina di canonico

    penitenziere del Capitolo Con-cattedrale di Tropea con bollavescovile del 1° maggio 1993.Lavorò molto come teologo,quale biografo ufficiale, perl’analisi degli scritti del sacerdo-te tropeano il Venerabile DonFrancesco Mottola all’internodel processo cognizionale perl’introduzione della casa di bea-tificazione apertasi nel 1982. Il23 marzo 2002 gli fu conferito iltitolo onorifico di Cappellano diSua Santità. Nel 2008, chiamato per la

    docenza stabile a Napoli, andòad abitare presso il SeminarioMaggiore. Fu nominato diretto-re del biennio di pastorale dellaPFTIM sez. San Tommaso a Ca-podimonte, da qualche meseaveva assunto l’ufficio di Deca-no della stessa sezione. Amaval’isola di Ischia, dove da chiericoaveva ricevuto gli ordini minorie dove ora si recava puntual-mente per aiutare nel ministeroparrocchiale.Fermezza di carattere e di-

    sponibilità generosa hanno sem-pre caratterizzato la sua perso-nalità umana e presbiterale, di-stinta da evangelica umiltà. Fucostante e responsabile il suodovere e impegno nello studio e

    nella ricerca, ne sono confermale due ulteriori lauree statali allaFederico II di Napoli, in Sociolo-gia nel 1994 e in Filosofia nel2001, la partecipazione attiva aconvegni nazionali e internazio-nali, la richiesta sua presenzaper conferenze e predicazioni inItalia, il lavoro puntuale in co-mitati scientifici e commissioniteologiche, riconosciuto anchenel recente invito a far parte, co-me socio corrispondente, dellaPontificia Accademia Teologica.Lascia centinaia di testi, sag-

    gi e articoli di natura teologica,spirituale, etica e bio-etica, le cuiintuizioni e ulteriori approfon-dimenti, secondo il suo indiriz-zo metodologico, costituisconouna significativa base per unapropizia scuola teologica meri-dionale.Due coincidenze liturgiche

    significative non possono esseretrascurate nel suo necrologio:studioso della pietas, ha lasciatoquesto mondo nel giorno dellacommemorazione di tutti i fede-li defunti; consacrato per tutta lavita alla attività formativa deifuturi presbiteri, i suoi funeralisono stati celebrati nella festa diSan Carlo Borromeo, promotoree patrono dei seminari.Testimone e maestro della fe-

    de, formatore illuminato, docen-te premuroso ed appassionato,ha servito e amato la Chiesa diCristo con sacerdotale dedizionee fecondo studio teologico. Cosìè stato unanimemente ricordatoe presentato al Signore nellamessa esequiale, presieduta dalVescovo Mons. Luigi Renzo econcelebrata da quindici vescovie circa duecento sacerdoti pro-venienti anche da fuori regione,nella Basilica Cattedrale di Mile-to, pomeriggio di sabato 4 no-vembre. Il feretro è poi ripartitoper Arena, dove nei giorni pre-cedenti era stato esposto nellachiesa confraternale di Maria SS.delle Grazie, per essere tumula-to nel locale cimitero, nella lucedel Risorto.

    Filippo Ramondino

    La Diocesi piange per la improvvisa morte di un suo illustre figlio. Vivat in Christo

    Addio a Mons. Ignazio SchinellaLasciatemi morirenel silenzio

    non voglio sentireil pianto delle donnescapigliatecome �aschea ricordarmi ancoravivo

    �a le maniponete zolledi terrasemi di granograppoli di uvadi �ne autunnoraccolti sulle balzedi pietradella mia terra�ori di aranciomaturicoccia di ulivenere

    non vegliatemia turnonelle lunghe no�idi inverno

    non amo i cerivoglio granuli di resinadi pino

    a bruciare nei bracieriche mi scaldavanobambino

    lungo le stradepaesanenon portatemiscopertopreceduto da coronedi �ori�a ali di �atellimichelani e madonnesi

    carne contadinadi contadino nostranoconsumata dal doloreper la mia terrastanca al sole

    fatemi consumare�a la mia terrascavata di �escodalla zappa anticacome un uomo vissuto�a i campi

    solo una rosa giallacome champagneinnaffiata al solesenza rivestireper anniil ruvido pannodel lu�oo ricevere il consolo.

    TESTAMENTO SPIRITUALE DI DON IGNAZIOLETTO ALLE SUE ESEQUIE

  • CHIESA E CULTURA || 3

    Il nuovo libro di Mons. Vin-cenzo Rimedio, Vescovoemerito di Lamezia Terme estimato filosofo, tratta una mate-ria di stringente attualità, soprat-tutto nell’orizzonte della urgenteconversione mentale e culturale,e costituisce l’ancora di salvezzadell’uomo mediatico e postmo-derno: l’alleanza tra la libertà e laverità. Egli in premessa esordiscecosì: “La ricerca che volentieri af-fido ai giovani e agli adulti, in-tende svolgere un compito di co-scientizzazione: il vuoto spiritua-le odierno ha anestetizzato le co-scienze, che meritano di essereravvivate dai valori, e tra gli al-tri, dalla libertà e dalla verità”.E da qui prendo la direzione

    per scrivere la riflessione al librodi un uomo e pastore che, dal-l’alto della sua saggezza e lungaesistenza, oltre che equilibrata eilluminata esperienza episcopa-le, offre parole di futuro radicatein una storia di chiesa che ha di-battuto con categorie di coraggioteologico e di rivoluzione spiri-tuale scaturite dal Concilio Ecu-menico Vaticano II e dai papiGiovanni XXIII e Paolo VI, con-testualizzate dalla svolta antro-pologica della teologia in fecon-do dialogo ed offrendo chiarezza

    di discernimento ai valori dellacontestazione giovanile e dellamovimento culturale del ‘68.Il titolo di questo volume è

    impegnativo: Cristo è libertà, è ve-rità, e si pone come traccia direimpostazione della consape-volezza umana e cristiana inuna epocale contraddizione traglobalizzazione e frammenta-zione, che ha portato ad un radi-cale disorientamento antropolo-gico ed una crisi drammatica delparadigma etico e morale.Il filosofo vescovo si soffer-

    ma sulla famiglia e sulla scuolacome fucine di crescita di consa-pevolezza umana ed evangelica,senza dimenticare la pluriseco-lare dialettica tra sviluppo scien-tifico e cultura umanistica: il pri-mo è “più che utile”, ma la se-conda “aperta al trascendente...risponde alle domande di fondodell’animo umano”.Giovanni Paolo II quando

    dice nella Fides et Ratio che “Lafede e la ragione sono come dueali con le quali lo spirito si innal-za verso la contemplazione dellaverità”, conferma quel “deside-rio di sapere” dentro l’uomo, maun uomo equilibrato che si sfor-za di seguire il Vangelo “pienodi grazia e di verità”.

    Bene fa Mons. Rimedioquando convoca nel suo scrittoil grande Socrate, apostolo dellaverità, che ha praticato la ma-ieutica, cercando di tirare fuorile risorse costruttive nascostenell’animo e nella mente con ilfine di “non tradire la verità”. Queste riflessioni così pater-

    ne e sapienti di un pastore intel-lettuale si porgono con rispettoed umiltà, ma anche con acumee finezza di chi guarda la storiacon gli occhi della teologia pro-fetica, inseparabile dal realismoermeneutico dell’uomo saggioforgiato dalla sofferenza della re-sponsabilità sacerdotale ed epi-scopale. Un apostolo del Nove-cento calabrese che ha saputoconsegnarsi totalmente al pro-getto di Dio, consapevole dellareciprocità illuminante della fe-de e della ragione, senza sminui-re la loro complementarietà

    nell’unità misterica della perso-na umana e la pluralità delle cul-ture, delle società e degli uomini.Un libro che cammina sul

    confine, che nei totalitarismi delNovecento si è rivelato tragico,tra libertà e verità, e che nellasponsalità evangelica si svelanoorizzonte di salvezza terrena nelpaesaggio conclusivo e comples-sivo della salvezza escatologica. Un libro che può essere con-

    cepito come manuale di appro-fondimento per ripensare stili divita e modi di pensare che per-cepiamo lontani dalla verità edalla libertà autentiche, sia sulpiano cristiano che su quellomeramente antropologico. L’insoddisfazione umana

    diffusa, sottolineata ripetuta-mente nel magistero sociale disan Giovanni Paolo II ed inquello antropologico di Bene-detto XVI, si percepisce nei ter-reni più nascosti dell’animo con-temporaneo, e sollecita a rivede-re criticamente la propria prati-cata libertà cogliendo tutti gliaspetti materiali e mentali. E,passandoli sul fuoco della veritàdi Dio, può far nascere una pe-dagogia di liberazione integraleinaspettata di cui papa France-sco sta offrendo già una testimo-

    nianza così nitida e profetica edi comprensione universale.Mons. Vincenzo Rimedio,

    sul solco di questi illuminantipontefici, per il dono della suapaternità ecclesiale sorretta dalsuo pensiero edificante e dallasua pastoralità mite ed amore-vole, ha saputo coniugare, colprofumo della carità, verità e li-bertà, fondamenti della città del-l’uomo e di Dio.

    Filippo D’Andrea

    Un profondo silenzio è ca-lato nella Basilica Catte-drale di Mileto quando ilM° direttore Francesco Belli hadato il via all’orchestra. Dalleprime note la platea è rimastada subito incantata e l’incanto èrimasto intatto fino al termine.Così si possono sintetica-

    mente esprimere le sensazionisuscitate dall’Oratorio Natuzza.Canto alla bellezza, scritto dal no-stro Vescovo Mons. Luigi Renzoe musicato dal M° Vincenzo Pa-lermo, su un’idea di Bruno DiGirolamo. Una sorta di regaloche il presule ha voluto fare alla“sua” Mileto, dopo il successoottenuto nello scorso mese di lu-glio presso il Parco Archeologico“Scolatium” di Borgia.L’Oratorio Sacro per clarinet-

    to, coro, coro di voci bianche eorchestra, è stato proposto saba-to 28 ottobre alla presenza dellostesso Mons. Renzo, di numero-se personalità e di un folto e va-riegato pubblico. Anche il secon-dogenito della Mistica di Para-vati, Antonio, il figlio “monello”di Natuzza, insieme alla rispetti-va moglie, ha onorato la seratacon la sua presenza.Oltre alla delicata quanto

    precisa guida del direttore d’or-chestra sono da segnalare le in-

    terpretazioni magistrali tecnica-mente ed artisticamente raffina-te di Alessandro Castriota Skan-derberg (voce narrante), AuroraTirotta (soprano), Luca Bruno(baritono), Bruno Di Girolamo(clarinetto concertante), Albaro-sa Di Lieto e Emanuela De Zarlo(arpe), Federica Simonelli (pia-noforte), Francesco Cilèa (corolirico), Bruno Tirotta (direttoredel coro). Particolarmente signi-ficativo e delicato il coro di vocibianche dell’Accademia “Gu-stav Mahler”, sotto la guida diAlexandra Rudakova.

    Comunità in Cammino si è giàespressa sul notevole valore arti-stico-musicale dell’opera nel nu-mero di luglio-agosto. L’esecuzione di Mileto è sta-

    ta fattore di un apprezzamentoulteriore e di lancio per un pub-blico più vasto. Molti musicisti eintenditori presenti tra il pubbli-co hanno confermato il valore.A suggellarne il successo, un

    lungo e scrosciante applauso fi-nale tributato dal pubblico. “Non mi sento io l’autore di

    questo Oratorio Sacro - ha affer-mato a conclusione dell’eventoMons. Renzo - ma qualcun altroha lavorato dentro di me, tant’è

    che ho iniziato a scriverlo incondizione di convalescenza,poco tempo dopo un mio inter-vento chirurgico. Natuzza, delresto, ha toccato voi come me.La speranza è che ci aiuti a recu-perare la spiritualità in un mon-do senza senso come quello dioggi, che funga d’attrattore dianime per arrivare al Signore.Tanti anni fa, adolescente, è sta-ta tenuta un’intera notte in que-sta stessa Chiesa perché si pen-sava fosse posseduta dal demo-nio. Ai sacerdoti che compivanoil rito di esorcismo rispose: “Sta-te pregando per cacciare il dia-volo, ma io intorno a me vedosolo angeli che cantano!”. Oggi,forse, la città, la Cattedrale, tuttinoi possiamo riconciliarci conlei per l’affronto subito allora”.

    Giuseppe Currà

    Quella stagione dellavita in cui si cambiacapitolo perché si ècompletata l’attività profes-sionale e lavorativa per mol-ti diventa uno spazio vuoto,qualche volta pieno di noia,per molti altri è un tempo discoperta, di attitudini maga-ri sconosciute e di potenzia-lità creative fino ad allorasemplicemente nascoste oinesplorate. Così è per AlidaPunturiero che dopo esserestata per diversi decenni do-cente in molte scuole Prima-rie della provincia di ViboValentia, e dopo aver svoltol’attività di Dirigente Scola-stico presso l’Istituto Com-prensivo di San Calogero edi Rombiolo, al momentodella pensione ha riscopertoil vecchio amore per la pittu-ra, che aveva vagamente av-vertito negli anni infantili.L’esplosione della creati-

    vità è nata dopo un rodaggiofatto di esercitazioni un po’scolastiche che, se conosce-vano il limite della ripetitivi-tà, per altro verso hannoconsegnato quella padronan-za della tecnica che consentepoi una piena capacità diespressione. In un breve pro-filo autobiografico ha confes-sato: «Ho scoperto il poten-ziale liberatorio delle tecni-che artistiche, la possibilitàdi esprimere e rielaborarepensieri ed emozioni, di as-saporare piccole ma reali e posi-tive "gioie bambine"».Nelle opere più recenti

    che raffigurano nature morte

    balza evidente l’incanto peril colore mai forte o esagera-to, ma osservato e ripercorsodelicatamente, quasi acca-rezzato ed espresso con levariazioni più sottili delleemozioni interiori. Anche i lievi riflessi, le

    sorprese e le sfumature chela natura offre e che emergo-no da uno sfondo cromatica-mente omogeneo, stanno amostrare come lo sguardo silascia incantare dal miracolodella bellezza, che si fa donoe che lascia trasparire un mi-stero più alto. È opportunoanche precisare che questaricerca, che ha un sottofondoprofondo di fede, la stessapittrice ha scritto: «Come ri-sulta essere importante lameditazione per la prepara-zione alla preghiera cristia-na, così l’esperienza dellapittura produce in me calma,dolcezza, armonia, desideriodi pregare, gratitudine e pa-ce, con esiti benefici e tera-peutici a livello psicologico eanche fisiologico ... la fede inDio illumina ciò che nel qua-dro prende vita!».

    Gaetano Currà

    ALIDA PUNTURIERO

    5 dicembre 2017 �� Il Vescovo emerito di Lamezia festeggia i novant’anni con una pubblicazione

    Un augurio per Mons. Vincenzo Rimedio

    Una splendida esecuzione dell’Oratorio dedicato a Natuzza

    Un’opera di raffinata arte

    Da Comunità in Cammino l’au-gurio che continui ad offrirciin pienezza la sua sapienza.

    A R T I S T I I N V E T R I N A

  • 4 || CHIESA INSIEME: VERSO IL SINODO

    Sabato 2 dicembre, nei Pri-mi Vespri del tempo litur-gico dell’Avvento, la no-stra Chiesa diocesana ha vissutoun momento intenso con l’ordi-nazione diaconale del seminari-sta Giuseppe Pileci, della comu-nità parrocchiale di Sant’Onofrio.Il sacro rito dell’ordinazione

    si è svolto nella Basilica Catte-drale, alla presenza di decine disacerdoti, alcuni dei quali pro-venienti dal Seminario Teologi-co “San Pio X” di Catanzaro,rappresentato anche dal rettoreMons. Scaturchio e dai compa-gni di classe di Giuseppe.Presenti anche i familiari e

    parenti dell’ordinando, insiemeai fedeli della parrocchia diSant’Onofrio e alla parrocchia diParavati, dove Giuseppe è statoinviato dal Vescovo Mons. LuigiRenzo per esercitare il suo mini-stero pastorale, a fianco del par-roco don Domenico Muscari.Nel corso della sua omelia il

    presule miletese ha parlato di“un giorno bello e gratificanteper la chiesa locale che accoglieGiuseppe come un dono grandedel Signore e di buon auspicioper la Diocesi che è entrata nelcammino del Sinodo”.Per il Vescovo la scelta della

    consacrazione è una “scelta co-raggiosa perché si accetta dicamminare con il Signore e peril Signore a servizio della Chie-sa”. Facendo poi riferimentoall’anno liturgico che inizia e al-le letture della Parola di Dioproclamata, il Vescovo ha rimar-cato come “non sempre ci piacecamminare e stare col Signore.Preferiamo le nostre strade e ciallontaniamo da Lui con una vi-ta spesso mondana e spensiera-ta, egocentrica ed egolatrica.

    Proprio per questo il tempo diavvento diventa un tempo favo-revole per recuperare uno stiledi relazioni belle con il Signore ecoi fratelli”.Mons. Renzo poi ha ripreso

    la bella immagine del profetaIsaia che ci qualifica come “ar-gilla e opera nelle mani del Si-gnore; il Signore è il vasaio checi forma e ci rende belli, ma lacreta, ha aggiunto il Vescovo,deve essere malleabile, non re-frattaria per essere lavorata e re-sa un capolavoro di bellezza”.Ha invitato tutti a recuperarel’entusiasmo della fede senzasentirci più avvizziti come fogliee portati via come il vento.Rivolgendosi all’ordinando,

    lo ha spronato “a vivere il suoministero come una stimolantericerca del meglio per sé e per ifratelli. Perché fuori da questalogica non ha senso ricevere ilsacramento”.Dopo l’omelia sono seguiti i

    suggestivi momenti del rito diordinazione, con la promessa diobbedienza nelle mani del Ve-scovo, la prostrazione e le litanie

    dei santi, la preghiera di ordina-zione diaconale, la vestizione de-gli abiti propri del diacono: lastola e la dalmatica, la consegnadel Vangelo e l’abbraccio di pace.Al termine della celebrazio-

    ne Giuseppe ha ricevuto l’ab-braccio fraterno e affettuoso daparte dei fedeli presenti che poilo hanno festeggiato nei localidel nostro Seminario diocesano.

    Francesco Sicari

    I Sinodi di Mileto nella storia

    Il Sinodo del 1692Il patrizio milanese Ottavio Paravicino fu Vescovo di Mi-leto dal 1681 al 1695. Celebrò un primo sinodo prima del1685, come attesta nella relatio ad Limina, ma non fu stam-pato, perché, scrive, «allora non aveva abbastanza esploratolo stato della diocesi». Cosicchè alcune prescrizioni venneroriportate nel secondo che si tenne dal 14 al 16 aprile 1692. Gli atti furono stampati a Messina nel 1693, presso la tipo-

    grafia di Domenico Costa, col seguente titolo in frontespizio,sopra lo stemma episcopale, Synodus dioecesana Miletensis se-cunda ab illustriss. et reverendiss. domino D. Octavio Paravicinopatritio Mediolanense, Dei, & Apostolicae Sedis gratia episcopo Mi-letense, barone Galatri, & eidem Sanctae sedi immediate subiecto ce-lebrata anno MDCXCII die 14, 15 & 16 mensis Aprilis. È un robu-sto volume di 228 pagine (mm 210x145), scritto in latino, conqualche documento in italiano. Copie originali si trovanopresso la Biblioteca provinciale dei Cappuccini di Genova, laBiblioteca Nazionale di Napoli con copia digitalizzata, la Bi-blioteca Regionale Universitaria di Messina, il Fondo Anticodell’Università di Salamanca. Il testo è diviso in due parti: leprime 66 pagine più VIII di introduzione sono gli atti sinodali,con la novità metodologica che, al margine di ogni pagina, èriportata una puntuale citazione delle fonti; le altre 154 paginecostituiscono una appendice intitolata: Recollectio Constitutio-num Apostolicarum Resolutionum Sacrarum Congregatiounum etaliorum documentorum ad praesentem Synodum pertinentium. Prousu peculiari Parochorum et Sacerdotum Civitatis et Dioecesis.Gli atti stampati riflettono le tre classiche sessioni sinoda-

    li. La prima contiene i capitoli sulla fede e la dottrina, la pre-dicazione, l’amministrazione dei sette sacramenti. La secondatratta delle persone: chierici, canonici, parroci, vicari foranei,amministratori di luoghi pii, monache, regolari, questuanti,meretrici e concubine, usurai. La terza dà norme sulla sacrali-tà delle chiese, la non alienazione di cose ecclesiastiche, la vi-sita alle chiese, l’immunità ecclesiastica, il sacrificio dellamessa, la disciplina del coro, l’osservanza delle feste e digiu-ni, gli esorcismi, le processioni, i funerali e le sepolture, i be-nefici, il seminario, il foro e la cancelleria episcopale, le censu-re e i casi riservati. Nella Recollectio ci sono diversi importantie interessanti documenti per la storia della pastorale e delleistituzioni diocesane. Oltre un catalogo di tutte le censure ca-nonicamente stabilite, sono raccolti bolle e editti, pontifici evescovili, che dovevano essere resi pubblici in speciali giornidell’anno liturgico. Ad utilità dei sacerdoti erano stampati de-creti e istruzioni relativi alla celebrazione eucaristica, alla con-fessione, al matrimonio, all’acquisto delle indulgenze in parti-colare a favore delle arciconfraternite del SS. Sacramento e delRosario. Diverse poi le Resolutiones della Sacra Congregazionedel Concilio circa la non liceità di attività commerciale degliecclesiastici, la pretesa dei baroni di avere il trono con baldac-chino nelle chiese matrici, i frati questuanti. Significative per iltempo la lettera circolare del Santo Ufficio contro i chierici va-ganti e gli atti di preghiera «per apparecchio alla Divina Gra-tia e ai Sacramenti e alla morte»: atto di fede, speranza, amore,contrizione. Seguono l’elenco delle tasse del foro ecclesiasticoe della curia vescovile. Diverse pagine contengono la formuli-stica: per la redazione di una platea parrocchiale, per l’attesta-zione agli ordini, per i testimoniali dei matrimoni e, molto in-teressante, l’Avvertimento sopra l’homicidio per il corpo del delitto.Anche in questo sinodo sono riportati i documenti di fon-

    dazione con i privilegi riguardanti la diocesi: Sigillum factum,Offici nostri, privilegio del Conte Ruggero sul feudo di Sant’Agnes,con l’autentica dei traduttori. Nuovo è il Catalogus EcclesiarumCivitatis et Dioecesis Mileten, delle quali c’è memoria della con-sacrazione e dedicazione, esso fa riferimento come fonte al«Codice, qui nuncupatur Caldarone», cioè gli atti della Visita Pa-storale di Mons. Del Tufo del 1586. Una breve catalogo è rela-tivo ai conventi soppressi.Altre Resolutiones sono pertinenti la diocesi: contro i com-

    mendatari di Drosi e Melicuccà, circa la questione del mona-stero di Sant’Opolo presso San Calogero e l’Ordine di Maltain Drosi, la annosa controversia tra Capitolo e Abazia di Mile-to, la controversia sulla scelta e retribuzione del predicatorenelle università di Seminara e Laureana, le processioni ese-quiali ad Acquaro di Arena, la cappella del SS. Sacramento inPolistena, l’indulgenza per l’altare del rosario in cattedra-le.Una resolutiones, che oggi apparirebbe incomprensibile eantiecclesiale, riguarda i laici: poiché nell’ultimo sinodo sierano verificati scandali per l’intervento di alcuni laici cheavevano reagito ascoltando alcune costituzioni, veniva ripor-tata una articolata risposta della Sacra Congregazione delConcilio del 1691 per la diocesi di Lecce, con la quale si proi-biva al Vescovo di ammettere la presenza di laici nella cele-brazione sinodale. In ultimo si leggono: avvertimenti ai pre-dicatori della diocesi, editti per l’osservanza delle feste e perla quaresima, e, di particolare interesse, una istruzione per ilservizio della messa da parte del ministrante.Questo sinodo ebbe la ricognizione della Sacra Congrega-

    zione del Concilio il 27 novembre 1694. Scrive il Luzzi: «Il si-nodo del 1692 è il più organico e completo di tutti i nostri si-nodi, e rimase fondamentale per il governo della diocesi finoal codice di diritto canonico del 1917 […] Vito Capialbi attri-buisce la parte storica e documentata del sinodo all’opera diDomenico Martire», che era il vicario generale.

    Filippo Ramondino

    MILETO �� Ordinazione nella Prima Domenica di Avvento

    Giuseppe Pileci diventa Diacono

    Quando ci libereremo dallarealtà disumana odierna? Èun interrogativo che siavverte in ognuno di noi difronte a quanto va accadendo ealle minacce di guerra nucleare.Gli animi sono fatti per la pace;e per la presenza dell’istinto del-la violenza si ricorre alla guerra,a compiere stragi di vite umane,a spargere sangue.Non è questo il destino uma-

    no: la ragione ammonisce chedeve prevalere il bene sul male,la pace sulla guerra, la vita sullamorte.Il male deriva dal cattivo uso

    della libertà.Siamo liberi perché gli uomi-

    ni, a differenza degli altri viven-ti, abbiamo una spiritualità dacoltivare.La schiavitù che non è rara,

    dipende dalla prepotenza che siesercita sui propri simili, consi-derandoli oggetto del proprioarbitrio e non soggetti da rispet-tare per la loro dignità.Ci si libererà da questa realtà

    disumana quando si arriverà aprendere coscienza che si vivenon per dare spazio alla propriaparte istintuale, ma per seguire

    un fine di dignità e di nobiltà,esigenze queste della propriaanima.Vi è l’etica da osservare che è

    contro ogni abuso e in particola-re contro la criminalità organiz-zata che soffoca la nostra terradi Calabria. Finché questa strut-tura risulta dominante non vipuò essere il benessere e la pace,sogni di tutti i calabresi. Conl’etica è congiunto quell’umane-simo che comporta il riconoscer-si comprensivi, ragionevoli e re-sponsabili per costruire la co-munità a misura di uomini.

    La Chiesa dovunque e anchenella Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea è a fianco di chi vuoleoperare per una nuova società.In parte il Sinodo Diocesano simuove verso questa direzione.Oltre il compito pastorale,

    primario per la Chiesa, vi èquello di liberazione dai poteridominanti e di promozione del-le categorie deboli, emarginate.Se non si è liberi, non si è uo-

    mini. E a Vibo come nella Cala-bria non risulta tanto diffusa lalibertà.

    � Vincenzo Rimedio

    Per costruire libertà coniugare etica e umanesimo

    Verso una nuova società

  • La solennità della Dedicazio-ne della Basilica Cattedraledi Mileto, diventata dal2010 un appuntamento fisso nelcalendario diocesano, è stata,quest’anno, arricchita dall’avvioufficiale del Sinodo Diocesanoche vedrà impegnata la Chiesadi Mileto-Nicotera-Tropea per iprossimi tre anni. Era presente il presbiterio

    diocesano quasi al completo, glioperatori pastorali ed i rappre-sentanti delle aggregazioni lai-cali. Il Sinodo, come si sa è unevento storico, l’ultimo risale al1959 celebrato dall’allora Vesco-vo Mons. De Chiara, è stato pre-parato da un lungo ma produtti-vo lavoro che ha visto impegna-te le varie Vicarie e finalmenteconfluito nell’Instrumentum la-boris che “accompagnerà il la-voro di riflessione, di confrontoe di scelte”. L’apertura del Sino-do è avvenuta con la proclama-zione da parte del Cancelliere

    Vescovile della Bolla di Indizio-ne all’inizio della celebrazioneeucaristica. Nell’omelia il Vescovo ha

    esortato a vivere «con intensità egenerosa disponibilità questo Si-

    nodo, durante il quale saremochiamati a cavalcare al trotto pernon lasciare che il Signore “passiinutilmente” per le nostre strade... siamo chiamati a prestare ogniascolto con l’intento di recupera-re la freschezza originale delVangelo per aprire nuove strade,metodi creativi, altre forme diespressioni, segni più eloquenti,parole cariche di rinnovato si-gnificato per il mondo attuale,senza lasciarci imbrigliare ed im-prigionare dentro “schemi noio-si”, vecchi e privi degli stimolinuovi tipicamente evangelici».Nel corso della stessa litur-

    gia, come da tradizione, è statopoi rinnovato il mandato aglioperatori pastorali e consegnatala Lettera Pastorale che ha pertitolo Una Chiesa lieta di testimo-niare il Vangelo e contiene al suointerno le tappe che cadenzeran-no il cammino sinodale, l’Instru-mentum laboris e il regolamentodel Sinodo.

    Oreste Borelli

    MOMENTI DIOCESANI || 5

    Chiesa e lavoro, ancora unavolta, al centro del dibatti-to della CEI. I vescovi e iresponsabili delle associazionilaiche di numerosi diocesi italia-ne hanno raggiunto il capoluogosardo per discutere sul tema Il la-voro che vogliamo. La 48a Settima-na sociale si è svolta dal 26 al 29ottobre e per l’occasione Mons.Luigi Renzo, Vescovo della Dio-cesi di Mileto-Nicotera-Tropea,ha inviato a Cagliari tre delegati:il direttore dell’Ufficio di Pasto-rale sociale e del lavoro Don Pie-ro Furci, il segretario generaledell’Ucid (Unione Cristiana Im-prenditori Dirigenti) FrancescoAugurusa ed Ignazio D’Angelo,responsabile diocesano del pro-getto Policoro. Tre personalitàmolto attive nella vita diocesana,attraverso pratiche di utilità so-ciale e sviluppo occupazionale.Tutti, promotori attivi di pratichediocesane di utilità sociale e disviluppo occupazionale.La Settimana sociale di Ca-

    gliari è stata strutturata in quat-tro ambiti: la denuncia, le buonepratiche, l’ascolto e la proposta.Ciascuno di essi ha avutol’obiettivo di sottolineare i pro-

    blemi che attanagliano il merca-to del lavoro valorizzando, altempo stesso, quanto di buononasce e si sviluppa nei territori.ma ancor più valorizzare ciò chedi buono cresce nei territori.Particolare importanza è statadata alla formazione e alla crea-zione di nuove opportunità dilavoro per i giovani. Nella dio-cesi di Mileto-Nicotera-Tropea,il progetto Virtus Lab è statocreato proprio per far incontraredomanda e offerta di lavoro col-mando, da un lato, la richiestadi personale qualificato, e dal-l’altro, l’esigenza di formazioneda parte dei giovani. Un vero eproprio ponte tra imprese e per-sone in cerca di occupazione.«Condividiamo la speranza

    con i tanti giovani alla ricerca diun’occupazione, o con tutti queilavoratori che faticano a trovarepunti di riferimento nella preca-rietà del mondo del lavoro» di-chiara Francesco Augurusa, coor-dinatore del progetto Virtus Lab.Anche egli è un giovane, che hadeciso di mettere le propriecompetenze al servizio della co-munità.Formazione e metodo di la-

    voro sono le chiavi del progetto.Attualmente Virtus Lab puòcontare sulla collaborazione diassociazioni laicali che ispiranoil proprio agire sul prezioso pa-trimonio della Dottrina socialedella Chiesa come tra gli altri,l’Unione Cristiana Imprenditorie Dirigenti (Ucid) e in primissulla spinta motivazionale e disupporto della Diocesi attraver-so il grande supporto dato dal

    Vescovo Mons. Luigi Renzo. Tracirca 900 delegati diocesani, laicie religiosi, studenti e insegnanti,imprenditori e dipendentid’azienda, che hanno affrontatoil tema delle “buone pratiche”aziendali, amministrative e for-mative per un totale di 402 im-prese «realmente sostenibili»,Virtus Lab diviene esempio vir-tuoso da parte dei “Cercatori diLavOro”. Le buone pratiche di-ventano un modello per la Con-ferenza episcopale e per tutte lediocesi italiane, con tutte le con-seguenze positive. Uno dei punti di forza di

    Virtus Lab è l’approccio a nonfermarsi più alla mera denunciadei disagi bensì di cogliere lebuone pratiche attuabili nel ter-ritorio e ripartire da queste perdivenire proposte concrete, reali.Durante l’evento, molti i

    plausi riscontrati dai tre delegatidiocesani: a partire dall’econo-mo generale della CEI che haespresso volontà di supportarequesto format attraverso gli uffi-ci competenti. Anche molti ve-scovi presenti hanno dimostratointeresse verso l’iniziativa, ren-dendosi disponibili ad adottare

    il format nei rispettivi territori.Un’iniziativa che ha raccoltonon pochi consensi tra gli im-prenditori cattolici, bisognosi dipersonale qualificato. Il vicepresidente Gatti del co-

    mitato organizzatore e scientificoe il professor Leonardo Becchetti,hanno dichiarato: “La formula diVirtus Lab è vincente. I percorsiformativi non sempre sono spen-dibili professionalmente, esisteun difficile divario tra domandaed offerta di lavoro e questi fat-tori hanno contribuito ad accre-scere il livello di scoraggiamen-to. Il modello Virtus Lab superaqueste problematiche collegandol’impresa con la domanda di la-voro ed intercettando le profes-sioni odierne e del futuro, inse-rendo nel panorama della forma-zione professionale un parame-tro fondamentale, la gratuità perle fasce svantaggiate, che oggigrazie a questo progetto possonoformarsi e specializzarsi”.Un impegno della Chiesa al

    fianco dei giovani in difficoltà,per prevenire fenomeni di de-viazione sociale, molto frequen-ti, nel sud Italia.

    Francesco Augurusa

    CAGLIARI �� I nostri delegati diocesani hanno presentato l’esperienza del progetto Virtus Lab

    Alla 48a Settimana Sociale dei Cattolici

    MILETO, 25 ottobre 2017 �� Consegna della Lettera Pastorale

    Prima tappa di preparazioneLa parrocchia Regina Pa-cis si è vestita a festaper ricevere i ragazzidell’A.C.R. della Diocesi. Ipullman e le macchine arri-vano uno dietro l’altro allaricerca di un parcheggio,mentre i ragazzi si raccolgo-no intorno ad un gruppo dianimatori, che sul sagratodella chiesa accoglie i nuoviarrivati festosamente concanti, suoni, balli e tam tamdi tamburelli, trombe equant’altro.Si sente che intorno c’è

    aria di inno alla vita e si respi-ra un’aria di giovinezza e dispensieratezza che agli an-ziani ricorda nostalgicamen-te l’età passata.Il segreto della gioia è

    stare insieme, condividerequalcosa che ci accomuna.E chi più di Gesù può fa-

    re questo?Con il tema Pronti a scat-

    tare sono state protagoniste lemacchine fotografiche vere,del cellulare, dipinte o rita-gliate in mille forme e coloriper narrare “eventi, volti,esperienze significative”.Alle ore 11.00 il Vescovo

    Mons. Luigi Renzo presiedela Santa Messa commentan-do la parabola dell’obolodella vedova.Quante suggestioni e ri-

    flessioni l’omelia sollecita apiccoli e grandi, a genitori ead anziani perché la Parola diDio, se ben circostanziata edadeguata, è potente ed invitaalla conversione del cuore edello sguardo verso i fratelli.Il nostro Vescovo riesce

    ad attirare l’attenzione di

    tutti e a far scaturire nei no-stri cuori una gioia nuova.Effetto quest’ultima del-

    la opera dello Spirito Santoche non si stanca di operaree di diffondere grazie senzamisura!Dopo il pranzo a sacco i

    ragazzi si sbizzarriscono ingiochi di squadra, di gruppieterogenei per classi ed etàrifocillandosi di tanto in tan-to con bevande calde, dolcidi varie forme e colori pre-parati dalle mamme, che tratanti impegni ed occupazio-ni non si risparmiano di pre-parare, magari a notte inol-trata, qualche torta o crostataper i propri figli e quelli de-gli altri.A sera gli “accierini”

    stanchi, felici ed entusiasti-che l’A.C offre ogni annoquesta esperienza, si acco-miatano con serena tristezza,soddisfatti di aver fatto nuo-ve conoscenze all’insegnadella fede comune che ag-grega nella molteplicità deglispiriti e nella diversità deicarismi.“Alla prossima” è stato il

    saluto prima di partire e“Grazie alla parrocchia Regi-na Pacis che ci ha ospitato congioia e tanto, tanto affetto”.

    Marisa Labate

    Alla Regina Pacis incontro ACR

    FESTA DEL CIAO

  • 6 || MOMENTI DIOCESANI

    Anche quest’anno sonogiunti in migliaia a Para-vati per partecipare al-l’anniversario dell’arrivo a Para-vati della statua della Vergine“Cuore Immacolato di Maria Ri-fugio delle Anime” come l’hadescritta Natuzza Evolo, segnoinequivocabile che il carismadella mistica va oltre le polemi-che di questi mesi. Dopo la processione della

    statua della Madonna e la suc-cessiva recita del rosario, nellaspianata della Villa della Gioiaalle 10.30 ha avuto luogo la con-celebrazione eucaristica presie-duta da Mons. Salvatore Nunna-ri, Vescovo emerito di Cosenza-Bisignano. Prima dell’inizio del-la liturgia è intervenuto il nostroVescovo Mons. Luigi Renzo. Ilsuo intervento è stato accolto einterrotto più volte dall’applau-so dei fedeli. “State tranquilli,voi non siete clandestini allosbaraglio - ha esordito il presule,rivolgendosi ai tanti Cenacolimariani sorti nei vari continentisu input dell’umile donna - maappartenete alla Chiesa e sieteun bene prezioso della stessa,sia a livello diocesano che locale.Stiamo attendendo il vostro ri-conoscimento da parte dellaConferenza Episcopale Calabra.Tale atto richiederà un maggiorecoordinamento, sicuro che que-sto sia il desiderio di Natuzza”.Poi, il Vescovo ha voluto fare

    qualche chiarimento: “Non la-sciatevi ingannare dalle bugie edalle falsità che qualcuno stamettendo in giro! Il sottoscrittonon si vuole appropriare dei be-ni materiali, questi sono di voiche con le offerte avete contri-buito a realizzarle, non nostri.Noi vogliamo solo che il capola-voro spirituale di “Mamma Na-tuzza” rimanga e divenga patri-monio spirituale della Chiesa.

    Sto lottando per riprendere i filidella Causa di beatificazione - haproseguito - fermo restando chese lei non è “nella Chiesa e dellaChiesa” non può essere fattasanta. Ho già istituito una com-missione di teologi per studiarnei fenomeni e aprire le indaginidiocesane. Dopodomani mi re-cherò a Roma per incontrare ilcardinale-prefetto della Congre-gazione della fede e farla appro-vare. State tranquilli, io sono convoi e per voi. Oggi a presiederela Sacra funzione - ha conclusoriferendosi all’arcivescovo me-tropolita emerito di Cosenza,nonché membro della commis-sione CEC chiamata a ricompor-re ecclesiasticamente il camminodella Fondazione interrotto do-po la bocciatura delle riformedello statuto da lui richieste - c’ècon noi Mons. Salvatore Nunna-ri. Egli è qui per dare a me e avoi vicinanza e supporto”. Poi nell’omelia, anch’essa

    più volte interrotta dagli ap-plausi, Mons. Nunnari ha tenutoa ringraziare Mons. Renzo “perla passione che ha messo sin

    dall’inizio del suo episcopatoper la Chiesa locale e per la stes-sa Mamma Natuzza”. Ancor dipiù “per la convinzione con cuista portando avanti la causa, inmodo da lasciare indelebile inCalabria traccia del carisma del-la nostra mistica”. «Dove c’è ilVescovo - ha proseguito - là c’èla Chiesa. Natuzza è andata al-l’essenza di una Chiesa che haservito e sofferto. Fu “vera ser-va” di Dio, figlia della Chiesa,madre e sposa che con semplici-tà stette al suo posto nell’abban-dono assoluto ai Vescovi, anchenei momenti difficili. La presen-za di voi Cenacoli di Preghiera -ha concluso - è indice di fedeltàalla Chiesa, in piena sintoniacon quanto affermava Natuzza:“Se il Vescovo mi dice di scom-parire io scompaio». Bisognaaver gratitudine per chi si è ado-perato per la realizzazione diqueste strutture, ma adesso que-ste pietre morte devono diventa-re pietre vive. Tutto ciò vuoleNatuzza, e non lo si può farefuori dal Vescovo e da Dio”.

    Giuseppe Currà

    In occasione della solen-nità di Nostro SignoreGesù Cristo Re dell’uni-verso, domenica 26 novem-bre, nella Basilica Cattedraledi Mileto, il nostro Vescovo,Mons. Luigi Renzo, nel corsodella solenne Concelebrazio-ne Eucaristica ha conferitol’incarico di ministro straor-dinario per la Santa Comu-nione a 11 fedeli laici. Si trat-ta di Laura Bruni, FrancescaSergio, Domenico Solea eFrancesco Vetrò della Parroc-chia di San Nicola e San Mi-chele di Dasà; Massimo Fe-roleto della Parrocchia diSan Giorgio Martire di Piz-zo; Marisa Labate della Par-rocchia Regina Pacis di Iona-di; Stefano Lopreiato dellaParrocchia di San Nicola Ve-scovo di Stefanaconi; Barba-ra Mazzotta della Parrocchiadi Santa Barbara di Filadel-fia; Assunta Reggio dellaParrocchia di Santa MariaAssunta di Nicotera; MariaRepaci della Parrocchia Sa-cra Famiglia di Vibo Valen-tia; Vittoria Teti della Parroc-chia di Sant’Agata Vergine eMartire di Filogaso.

    Nel corso dell’omelia, ilnostro Vescovo ha rimarcatol’importanza di questo servi-zio nell’ambito delle attivitàpastorali parrocchiali ed haevidenziato come questoevento rappresenti un segnonell’ambito del cammino si-nodale. Quindi, si è svolta lapreghiera di benedizione edil conferimento del mandatocon la consegna agli incari-cati del libretto di autorizza-zione all’espletamento delservizio.Agli undici nuovi mini-

    stri per la Santa Comunione,che, presentati dai rispettiviparroci, hanno seguito unpercorso formativo diocesa-no sotto la guida del diretto-re dell’Ufficio Diocesanoper i ministeri istituiti ed ildiaconato permanente, donGiuseppe La Torre, va il piùcaloroso augurio affinchéquesto servizio loro affidatopossa essere un’autentica te-stimonianza, possa rinvigo-rire la loro esperienza pasto-rale e possa impreziosirel’azione delle rispettive co-munità.

    Giuseppe Cultrera

    Nella Festa di Cristo Re

    I NUOVI MINISTRI

    Nella Solennità dell’Imma-colata si è ripetuto aPiazza Badia in Mileto ilsuggestivo atto di omaggio e lasuccessiva offerta floreale allastele della Vergine Maria. In sin-cronia con il Santo Padre la ceri-monia all’aperto è stata presie-duta da Mons. Luigi Renzo allapresenza di numerosi sacerdotie delle massime autorità civili,politiche e militari del territorio,di molti rappresentanti delle As-sociazioni laicali. Dopo l’atto di invocazione, il

    sacro rito, animato dal coro del-la parrocchia “Santissima Trinitàe San Benedetto”, è proseguitocon il toccante momento in cui iVigili del fuoco del Comandoprovinciale di Vibo Valentiahanno provveduto a collocare lacorona di fiori ai piedi della sta-tua della Vergine Maria, sull’altacolonna in granito posta al cen-tro dell’ampia piazza. Il gesto, entrato ormai nella

    tradizione della città sede diDiocesi, è stato salutato dalcommosso applauso dei nume-

    rosi fedeli presenti, degna con-clusione di una cerimonia che, aMileto, negli anni, è divenutasempre più sentita e attesa.

    Giuseppe Currà

    PARAVATI �� Celebrazione per ricordare l’arrivo della Statua

    Incontro dei Cenacoli

    Nella settimana prece-dente alla Festa diCristo Re come diconsueto dal lunedì 20 al ve-nerdì 24 novembre si sonosvolti gli esercizi spiritualiper i sacerdoti della nostraDiocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.Quest’anno vi hanno

    partecipato ventisette sacer-doti accompagnati dal Ve-scovo S. Ecc. Mons. LuigiRenzo.Il corso è stato tenuto da

    S. Ecc. Mons. Vittorio Mon-dello, Arcivescovo emeritodi Reggio Calabria-Bova, cheha dettato le sue meditazionisul tema Presbiteri per la Nuo-va Evangelizzazione, passan-do in rassegna i temi centralidella ecclesiologia della Lu-men Gentium, la visione co-munionale del Presbiteronella Presbyterorum Ordinisfino agli ultimi Documentiche danno le linee guide per

    l’impegno di evangelizza-zione “in un mondo checambia”.Sede del Corso anche

    quest’anno è stato il Centro“Presenza” di Barritteri, di-retto da don Silvio Misiti,che oltre ad un ambiente ac-cogliente, “a tavola” ha of-ferto ottimi trattamenti.I diversi incontri di me-

    ditazione, la celebrazionedella Liturgia delle Ore edell’Eucaristia, insieme adun confronto aperto e lealene hanno fatto una bellaesperienza di spiritualità e difraternità.

    Gaetano Currà

    Dettati da Mons. Vittorio Mondello

    ESERCIZI SPIRITUALI

    MILETO �� Nella ricorrenza dell’8 dicembre

    Omaggio all’Immacolata

  • CHIESA INSIEME || 7

    La Scuola di Dottrina Socia-le, giunta alla terza annua-lità, ha avviato la sua atti-vità il 5 dicembre 2017 con lagrande problematicità della le-galità e della corruzione, di cuisoffre in maniera particolare lacomunità calabrese. Cosicché,l’efficace e illuminante afferma-zione La ‘ndrangheta è l’antivan-gelo, in quest’ambiente storico,dimostra quanto sia prioritariala lotta alle mafie. Questa indicazione di per-

    corso è un impegno decisivo perconcretare l’opposizione al gra-ve problema della corruzione dacui trae origine e si sviluppa ildisegno criminoso con il quale simette in pratica l’idolatria deldenaro e la mercificazione delladignità umana. La pratica dellasopraffazione con ogni mezzo,che toglie speranza e dignità allepersone che di contro con l’usoproduttivo delle risorse disponi-bili vorrebbero partecipare a svi-luppare il territorio vibonese,rappresenta il mezzo attraversocui nel disprezzo dell’interessegenerale e a danno della crescitacivile generale, la cultura mafio-sa attecchisce e si sviluppa ru-bando il bene comune a favoredi gruppi ristretti sempre piùmalavitosi. La destrutturazionedei settori produttivi dei tradi-zionali comparti dell’industria,dell’artigianato e delle antichemonocolture, nel provocarel’impoverimento di ogni territo-rio ha prodotto l’insopportabilepercentuale con oltre il 60% deigiovani disoccupati e, nello stes-so tempo, una crisi morale cheormai attraversa persone e isti-tuzioni in ogni dove della regio-ne. Questi gli argomenti chestanno alla base delle riflessionicontenute nei documenti con iquali, sin dal 1916, la Conferen-za Episcopale Calabrese ha più

    volte denunciato gli atteggia-menti malavitosi verificatesi nelcorso dell’ultimo secolo. Ultimo,in ordine di tempo, il documen-to del 2016 con cui s’è sottoli-neato come la Chiesa non puòtacere né restare indifferente difronte al fenomeno mafioso e al-la cultura pervasiva con cui hainvaso tutti i campi socio-politi-ci ed economici della regione. Eciò nella consapevolezza che, inmateria d’impegno sociale diogni cattolico, la lotta alla‘ndrangheta entra prioriatamen-te nella missione evangelizzatri-ce delle comunità cristiane diquesta regione, giacché anchenel campo delle manifestazionidella pietà popolare gli uominidella ndrangheta hanno tentato

    di introdursi in maniera platealecon la loro negativa azione. Do-po la presentazione del direttoredell’Isr don Pasquale Rosano, lalectio magistralis sul tema è sta-ta tenuta dal Vescovo di LocriGerace Mons. Francesco Oliva,mentre le conclusioni sarannotratte da Mons. Luigi Renzo, Ve-scovo della Diocesi di Mileto Ni-cotera Tropea. Il programma an-nuale proseguirà con iniziativemensili e di laboratorio articola-to nel seguente svolgimento: il18 gennaio 2018 sarà affrontatoil tema Legalità, Ambiente e usodelle risorse naturali; il 15 febbra-io 2018 La nascita di un fenomeno,la ‘Ndrangheta ieri e oggi - La Valledelle grandi Pietre; il 15 marzo2018 Mondo giovanile e corruzionesociale: risorse e fragilità dei giova-ni; il 19 aprile 2018 Immigrazione,prostituzione e sfruttamento. Unfenomeno di attualità; il 17 mag-gio 2018 Una Chiesa viva tra lagente per affermare la democraziaeconomica, le moderne tecnologie el’uso produttivo delle risorse delterritorio vibonese.Infine, nel mese di giugno

    2018 sono previsti due incontri inpiazza a Rombiolo e Filadelfia.

    Michele Furci

    In occasione della celebra-zione dell’Ottavo anniver-sario “della morte e dellanascita al cielo” di Natuzza Evo-lo, davanti alle migliaia di fedeliaccorsi alla Villa della Gioia, ilVescovo Mons. Luigi Renzo,presiedendo la celebrazione eu-caristica, ha voluto subito comu-nicare quelle che ha definito due“belle notizie”: la prossima co-stituzione di una commissionedi teologi chiamati a studiare i“fenomeni” di Natuzza e peraprire la strada al processo dibeatificazione, ed il riconosci-mento da parte della Conferen-za Episcopale Calabra dei Cena-coli di Preghiera mariani sparsiper il mondo, e riconosciuti perora solo a livello diocesano.Ciò a dimostrare come la for-

    za del messaggio di eroica fede,testimoniato con la sua umiltàda Natuzza, non si è per nullaaffievolito, e anzi è più viva chemai, riuscendo ad gurdare oltregli steccati, gli egoismi e i perso-nalismi di sorta. Anche oltre le polemiche che

    hanno caratterizzato i rapportitra la Diocesi e la Fondazione“Cuore Immacolato di Maria Ri-fugio delle Anime”, ente che ge-stisce la “Villa della Gioia”.Hanno preso parte alla litur-

    gia alcune migliaia di pellegriniprovenienti dalla Calabria e daaltre regioni italiane, accolti daun servizio di sicurezza predi-sposto dalle Forze dell’Ordineimponente, in piena sintoniacon le recenti disposizioni anti-terroristiche. Affiancato da di-

    versi sacerdoti della Diocesi,Mons. Renzo rifacendosi alla So-lennità di Tutti i Santi ha poi sot-tolineato “che in prima fila, tra i

    santi presenti in cielo, c’è anche“Mamma Natuzza”, la qualecon le braccia spalancate ci sor-ride e ci invita a percorrere lestrade della santità.Del resto - ha proseguito - la

    santità è un programma di vitada realizzare giorno per giornospecchiandoci in Dio, così comedall’alto del Paradiso ci invogliaa fare Natuzza”.Il Vescovo ha poi indicato le

    prerogative che tratteggiano lastrada della santità. “Per prima

    cosa - ha specificato - bisogna ri-vestirsi di un cuore santo e instretto legame con Dio. Successi-vamente, mettendo da parte lecose di questo mondo e seguen-do la via di verità dobbiamo cer-care ciò che è gradito e confor-me al suo volere e di rigettareatteggiamenti di protagonismo,egoismo e presunzione. Stradamaestra per giungere alla santitàè la piena adesione all’amore diDio. Natuzza ne è la prova.Analfabeta e per nulla istruita, siè rivestita di un cuore pienod’amore e si è lasciata afferrareda Dio, divenendo essa stessacanto di bellezza all’amore diDio, sperimentato anche nellasofferenza e nella croce”.A conclusione della Celebra-

    zione eucaristica i pellegrinihanno potuto visitare la chiesain attesa di consacrazione. Finoa tarda sera, è stato possibile so-stare in preghiera e rendereomaggio alla tomba di Natuzza,situata nella Casa per anziani“Mons. Pasquale Colloca”.

    Giuseppe Currà

    Nella Basilica-Cattedrale diMileto è stato ripropostol’Oratorio Sacro dedicatoal Servo di Dio Don Mottola. Lasacra rappresentazione ha ri-scosso un grande successo dipersone, accorse da tutta la Dio-cesi. L’opera, su testi di DonMottola, è stata realizzata dalcompositore di Tropea M° Vin-cenzo Laganà, che ha espresso inmusica i momenti salienti e le al-tezze mistico-poetiche di donMottola interamente dedicata al-la carità e alla contemplazione.L’Oratorio Sacro si apre con

    l’Inno “Francesco servo di Dio”,nel quale “servo” sta ad indicarelo stile della vita del Fondatoredell’Istituto delle Oblate del Sa-cro Cuore. Una voce recitanteaiuta a entrare, di volta in volta,nei dodici quadri che compon-gono l’opera stessa. Si passanoin rassegna così gli albori dellasua vocazione, la contemplazio-ne della natura, l’Ordinazionesacerdotale, l’esaltazione dellaCarità, la donazione totale a Cri-sto Gesù e alla Madonna, l’ab-braccio della Croce, l’istituzionedella “Casa della Carità” (La Ca-sa d’oro), l’espressione ultimache chiude la sua vita terrena:“Eccomi tutto!”, per finire con ilsuo mandato spirituale rivoltoalle Oblate del Sacro Cuore.Lo sviluppo musicale alterna

    momenti di pacato afflato misti-co e momenti di grande coralitàdurante i quali la polifonia di-venta enfatizzante con sua pro-rompente forza.L’Oratorio composto dal M°

    Vincenzo Laganà, è stato ancheapprezzato da Mons. Luigi Ren-zo, che ha scritto anche la prefa-zione al libretto. Ha dato anche ilsuo patrocinio il Conservatoriodi Musica “F. Torrefranca” di Vi-bo Valentia. Quest’opera musi-cale sacra vuole essere una sorta

    di preghiera cantata grazie allaquale, passando attraverso laspiritualità di don Francesco,l’uomo si eleva a quel “Sole”che è Padre dell’umanità.La rappresentazione diretta

    dall’autore ha visto coinvolti ol-tre cento tra coristi e voci soliste:Ines Epifanio e Rita Valenti (so-prano), Francesco Alessio e Fa-bio Angiò (tenori), Adriano Li-castro (basso), con la voce nar-rante di Paolo Ceraso.Al termine della rappresen-

    tazione Mons. Luigi Renzo haricordato che durante il primis-simo periodo del suo ministeroepiscopale alla Diocesi ha avutola gioia di annunciare che il Pa-pa aveva riconosciuto le virtùeroiche di don Mottola, dichia-randolo “Servo di Dio”.Ha anche ricordato che è in

    atto il processo di beatificazioneper Irma Scrugli e che Don Mot-tola e Natuzza si sono incontratidiverse volte.Ha auspicato quello che è il

    desideri di tutti: “che prestovenga riconosciuta la santità didon Mottola” e che si apra lastrada affinché anche le altre“due testimonianze, una consa-crata, Irma, e una Mamma, Na-tuzza, della nostra Diocesi sianoriconosciute dalla Chiesa”.

    Gaetano Mazzarella

    VIBO VALENTIA �� La Lectio Magistralis di Mons. Oliva

    Scuola di Dottrina Sociale

    PARAVATI �� Nel ricordo di Natuzza Mons. Luigi Renzo addita la santità come risposta all’amore di Dio

    Anniversario della morte di Natuzza

    MILETO �� Eseguito l’Oratorio Sacro

    Per Don Mottola

  • 8 || INCONTRI E APPUNTAMENTI

    A P P U N T A M E N T I2 dicembre • Ore 17.30MILETO • Basilica CattedraleOrdinazione Diaconale5 dicembre • Ore 17.30VIBO VALENTIA • ISRScuola di Dottrina Sociale10 dicembre • Ore 16.30MILETO • Basilica CattedralePrima Assemblea Sinodale Diocesana15 dicembre • Ore 15.30BRIATICO • Casa Sacro CuoreRitiro degli Insegnanti di Religione17 dicembrePARROCCHIEColletta Diocesana Caritas21 dicembre • Ore 9.30BRIATICO • Casa Sacro CuoreRitiro Diocesano del Clero30 dicembre • Ore 11.00MILETO • Basilica CattedraleCresime

    30 dicembre • Ore 18.00VIBO VALENTIA • Sacra FamigliaCelebrazione con le famiglie

    31 dicembre • Ore 18.00MILETO • CattedraleVespri e Te deum di ringraziamento

    1 gennaioPARROCCHIE51a Giornata per la Pace“Migranti e rifugiati:uomini e donne in cerca di pace”

    6 gennaioPARROCCHIEEpifania del SignoreGiornata dell’Infanzia Missionaria6 gennaio • Ore 18.00MILETO • Basilica CattedraleConferimento ministeri ai Seminaristi18-25 gennaioPARROCCHIESettimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani

    N O T I Z I A R I OMessa in ricordo di Francesco PrestiaIl 3 dicembre è stato commemorato Francesco Prestia. Un

    corteo, partito da Piazza Badia in Mileto, ha raggiunto la Ba-silica Cattedrale dove si è svolta la celebrazione eucaristica. IlVescovo, rivolgendosi ai giovani, li ha invitati a non limitarsi“a fare fiaccolate e manifestazioni simili, che lasciano forsesolo la soddisfazione di averle organizzate per un amico chenon c’è più. È necessario che il sacrificio della sua giovane vi-ta non resti inutile ed inascoltato. Al contrario segni un po’ lavostra vita, significhi per tutti voi la voglia di una vita vera,libera, pronta a cambiare le cose che non vanno ed a lottarecon coraggio e senza paura. Questo vuol significare questasera attendere il Signore, desiderare fino in fondo che Lui cam-bi il nostro cuore perché insieme possiamo, possiate cambiareil mondo”.

    Preghiera per la CittàCome ormai consuetudine, le Aggregazioni laicali pro-

    pongono un incontro di Preghiera per la città che annualmentesi celebra la sera di ogni 1° dicembre nella Parrocchia S. Mariala Nova di Vibo Valentia. Il tema quest’anno è stato “Tu alcentro”, con particolare riferimento alla preghiera del Padrenostro. Il nostro Vescovo ha sollecitato tutti ad amare e avercura dell’ambiente in cui viviamo, a curare cristianamente irapporti interpersonali e la responsabilità verso i fratelli chesi trovano. Il Sindaco di Vibo Valentia, Dott. Elio Costa, hapoi rivolto un accorato appello a Dio per affrontare con co-raggiosa determinazione le vicissitudini che incombono quo-tidianamente sulla Città e richiedono risposte adeguate.

    Celebrata la festa di Santa BarbaraLunedì 4 dicembre, presso la caserma dei Vigili del Fuoco

    in Vibo Valentia è stata celebrata la Festa di Santa Barbara,Patrona del Corpo dei Vigili e della Guardia Costiera, allapresenza delle più alte cariche istituzionali e dei rappresen-tanti delle Scuole di Sant’Onofrio e di San Gregorio d’Ippona.Il Vescovo, nella sua omelia, si è soffermato sullo spirito cri-stiano di abnegazione che caratterizza l’impegno dei militariper salvare vite umane. Due militari hanno recitato le pre-ghiera dei rispettivi corpi e, al termine, i due comandanti Sal-vatore Tafaro e Rocco Pepe hanno rivolto ai presenti il loro in-dirizzo di saluto.

    Graziano Maccarone

    Chi volesse contattarcipuò scrivere alla nostra e-mail

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    Ai lettoriUN CALDO INVITO

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    indicando il c/c postale n. 10742880e scrivendo sulla causale

    “per abbonamento 2017 a Comunità in cammino”La Redazione

    26-27 febbraio 2018Per la festa di S. Gerlando

    AGRIGENTOcon l’Arcivescovo di Agrigento

    S. Em. Card. Francesco Montenegroe il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

    S. Ecc. Mons. Luigi RenzoLunedì 26 febbraio 2018Partenza da Vibo Valentia ore 5.15 e daMileto ore 5.45 - ore 12.30 pranzo pres-so l’Hotel Akrabello di Agrigento - ore15.00 visita guidata nel centro storico diAgrigento - ore 17.00 incontro con ilcardinale F. Montenegro - ore 18.00 so-lenne pontificale in onore di S. Gerlandocon il cardinale, il clero agrigentino e ilnostro Vescovo - ore 20.00 cena.

    Martedì 27 febbraio 2018ore 7.30 Colazione - ore 9.00 visita gui-data alla Valle dei Templi e alla Scala deiTurchi - ore 12.30 pranzo - ore 16.00 vi-sita guidata del duomo e del castello diLombardia - rientro verso le ore 23.30.

    Quota € 130,00Per prenotazioni: don Bruno Cannatelli333 6682105 • 0963 547495

    S. Gerlando, nato a Besançon(Francia) il 1030/40, venne aMileto con il suo parente ilConte Ruggero e da lui nomi-nato canonico primicerio dellaSchola Cantorum della Catte-drale di Mileto. Dopo la ricon-quista di Agrigento (1086) dal-l’occupazione araba e il rista-bilimento della gerarchia ec-clesiastica nell’isola a operadel Conte Ruggero, fu nomina-to Vescovo della città nel1088 e dopo 12 anni di episco-pato ivi morì il 25 di febbraiodel 1100. È il santo patronodell’arcidiocesi e della cittàdi Agrigento.

    Carissimi, nell’ultima riunione, il Comi-tato esecutivo ha accolto la richiesta diiscrizione alla Federazione presentatada lasettimanalivorno.it della Diocesi di Livor-no e Comunità In Cammino della Diocesi diMileto-Nicotera-Tropea, mentre nel consigliodi maggio è stata accolta la richiesta di “Pas-saparola Magazine” del Lussemburgo.Ora sono 193 i periodici cartacei o online

    che fanno parte della Fisc. Un segno impor-tante in un momento non facile come l’attua-le considerata la crisi che interessa anchemolte delle nostre testate. Un’iscrizione cheassume un particolare valore interessandouna testata del centro-nord, una del sud el’altra estera, testimoniando in ciò lo spiritocon cui la Fisc è sorta oltre mezzo secolo fa econ cui continua a camminare ancora oggi.

    Mauro Ungaro

    Comunità in Cammino

    NEWSLETTER FISC

    Nella Basilica Cattedrale quattro donnesono state ammesse al “servizio di acco-glienza”. Il parroco don Domenico Di-carlo, coadiuvato da don Bruno Cannatelli, haammesso a tale servizio: Veronica Crasta, Ma-riangela D’Angelo, Margherita Mancuso eFrancesca Tavella. Ad esse è stato affidato il

    compito di collaborare all’ordinato svolgimentodelle celebrazioni liturgiche. Accoglieranno i fe-deli prima delle funzioni e indicheranno i posticon lo stile della gentilezza e della disponibili-tà. Indosseranno un’uniforme scura e il distinti-vo tipico delle chiese elevate a Basiliche minori.

    Giuseppe Currà

    NUOVE FIGURE DI LAICATO AL SERVIZIO DELLA CHIESA