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Lisa Viola Rossi

Un secolo in quaranta scatti: laCodigoro del Novecento si rac-conta nella mostra permanenteallestita dallo scorso settembrepresso i locali della sede delComune. Le immagini, che provengonodall’archivio fotografico digitaliz-zato della Biblioteca “GiorgioBassani”, sono state donate daicittadini – in copia – in un arcodi oltre trent’anni all’importanteistituzione culturale cittadina.Centinaia di foto, che sono giàstate oggetto di mostre tempora-nee al Palazzo del Vescovo nel1987, nell’89 e nel ‘91, corre-date da cataloghi che sono datempo andati esauriti.Sono quasi tutte immagini tratteda cartoline illustrate, e docu-mentano, in modo non intenzio-nale, la trasformazione di unacittà nel corso del tempo. Le foto più antiche propongonoinquadrature di una compostez-za formale, che rivela la manodi un artista. Non a caso, moltefurono realizzate da FrancescoTelloli, un pittore codigorese,con proficue frequentazioni pari-gine. Egli visse a cavallo tra Otto eNovecento e fu contemporaneodi un altro grande artista delluogo, lo scultore Mario Sarto, ilquale, trasferitosi a Bologna,lasciò importante traccia nel suopaese con due opere di grandepregio: il monumento ai Cadutidella prima guerra mondiale,nella piazza cittadina, e il sacro

Codigoro attraverso le foto delNovecento

Cuore di Gesù, nella chiesa disan Martino. Telloli, scoprendo– forse proprio a Parigi – lamoderna magia della fotogra-fia, vi trasferì i familiari canonidell’arte pittorica, realizzandocosì le più belle foto mai scat-tate di Codigoro. Esse mostrano una città dal-l’identità ben definita: i capisal-di sono rappresentati innanzi-tutto dal fiume - popolato dainnumerevoli imbarcazioni - cuiCodigoro, porto fluviale pereccellenza, deve la sua millena-ria nascita e le ragioni del suosviluppo nel tempo (da segnala-re, tra le altre, le fotografie al Podi Volano ghiacciato nell’“anndal giazzòn” [1929] e al corrie-re postale fluviale). Emerge poi la piazza acciottola-ta - contornata dagli edifici pub-blici e dalla plebana, antichissi-ma chiesa di san Martino (IX-Xsecolo) - sorta, insieme alla

città, fra la sponda sinistra delPo di Volano e la sponda destradel Goro, ramo dell’Olana (da cuil’antico nome della città, CornuaOlani). Un’altra protagonista delle stu-pende immagini del pittore-foto-grafo codigorese è la rivieraFelice Cavallotti, con i ponti chesi sono succeduti nel tempo: daquello girevole – distrutto allafine della seconda guerra mon-diale – al ponte Bailey, a quelloapribile del 1958.Il lungofiume era un tempochiamato via del Mare; fu poidedicato, nei primi anni delNovecento, all’appassionatopolitico radicale (Cavallotti,morto in duello nel 1898), nemi-co acerrimo del trasformismo,arrivando fino ad oggi con que-sto nome. Durante il regimemussoliniano, fu anche denomi-nato via 28 Ottobre, in ricordodella marcia su Roma.

Il Duomo di Codigoro

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Probabilmente ispirato daiquais lungo la Senna, Telloliriprese meravigliosi scorci dellungofiume, dominati dalla cor-tina di alberi e dalla elegantemole del Palazzo del Vescovo,sulla riva sinistra, e le villetteliberty della “nuova Codigoro”dell’imprenditore codigoreseRodolfo Pandolfi, sulla rivadestra, nella antica area golena-le del Po di Volano. Suggestivi gli scatti agli impiantiidrovori - i più potenti d’Europa,celebrati dagli artisti e dai lette-rati più rinomati del tempo -, chefurono contemporaneamentesperanza di riscatto sociale, affi-data alla industrializzazione, emito della modernità. Altre immagini tipiche di Codigorosono quelle dedicate alla chiesadel Rosario e all’Abbazia diPomposa, un monumento chesegnò un periodo fondamentaleper la crescita e lo sviluppo dellacittà.Questi i tratti fondamentali del-l’iconografia codigorese, rappre-sentati nelle fotografie d’epoca,che vengono tuttavia a confon-dersi e a sbiadirsi con il passaredegli anni.

Infatti, alla fine della prima guer-ra mondiale, le prime drammati-che trasformazioni urbanistichecolpiscono per prima la piazza,con il biasimevole abbattimentodel duomo di san Martino. “La progettualità pubblica del-l’anteguerra (intesa a conservaree a rilanciare il ruolo fondamen-tale dell’“agorà”, quale centro diaggregazione e di rappresentan-za civile) - ha scritto DanieleRossi, nella presentazione delcatalogo della mostra fotografica“Codigoro ieri.

Immagini fotografiche dai primidel secolo agli anni ‘60” (7-27settembre 1991) - ha poi lascia-to campo libero allo sviluppoedilizio privato del secondodopoguerra il quale, insieme allaespansione del traffico urbano,ha profondamente condizionato(e trasformato) l’originale strut-tura urbana di Codigoro”. Nellapiazza, il vuoto della chiesademolita viene in parte riempitodalla realizzazione del monu-mento ai Caduti della GrandeGuerra (negli anni ’20, sul pro-getto dell’arch. Giacomo Diegoli)e della Casa del Littorio (neglianni ’30, dall’ing. GiuseppeDiegoli). Lo spazio pubblico, il punto diincontro e di aggregazione deicittadini nella piazza, vienegarantito dal Bar Poluzzi (poiCentrale), al piano terra delPalazzo della Pretura. La parte della piazza che rimanevuota, in attesa della costruzio-ne – mai realizzata – del secon-do edificio uguale e simmetricoalla Casa del Fascio, è luogo disvolgimento di celebrazioni ericorrenze del regime, esercita-Po di Volano: anni Quaranta

Po di Volano: anni Sessanta

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zioni premilitari di balilla e avan-guardisti, e di manifestazionisportive, come i Littoriali. L’espansione e la trasformazioneurbana del secondo dopoguerravede colmare il vuoto dell’anticachiesa in piazza con una nuova,in vago stile neoclassico. Si trat-ta di un intervento da tempoauspicato, che però non sembraessere riuscito ad integrare ilnuovo tempio con la piazza cit-tadina: era stato realizzato inposizione alquanto discosta edarretrata, rispetto alla chiesaprecedente e, soprattutto, senzacampanile. Lungo il fiume, sonoormai poche le barche allafonda: il boom economico hadato il colpo di grazia al traspor-to su acqua, che è stato decisa-mente battuto da quello sugomma. Rimarranno, fino allafine degli anni Sessanta, solo ledue imbarcazioni del pittoreMario Capuzzo, una per l’abita-zione e una per lo studio. In quegli anni, lo sky-line dellariviera, che ha perduto la foltaalberatura è compromesso dainterventi edilizi improbabili, e

da un Palazzo del Vescovo inprofondo degrado.Intanto, anche la chiesa delRosario viene inopinatamenteabbattuta (1970), in nome diuna malintesa idea di progressoe di modernità. Fin qui, la storia delle foto espo-ste nel municipio di Codigoro. La storia successiva della cittàvedrà il recupero, a metà deglianni Settanta, dell’antico

Palazzo del Vescovo, che diverràsede della Biblioteca Comunale(1978) e delle attività culturali. La piazza, alla ricerca di una suaidentità, dopo aver perduto unulteriore punto di riferimentoaggregativo come il Bar Centrale(in favore di un istituto di credi-to), ha visto, nel 1999, la riaper-tura del Cinema-Teatro Arena edel bar annesso, completamen-te rinnovato.Al posto della chiesa del Rosarionasce il centro sociale peranziani, nel 1987. E finalmenteil fiume ricomincia, negli anniNovanta, a popolarsi di barchedei soci del Circolo Nautico.Per ripercorrere la storia diCodigoro dell’ultimo secolorisulta quindi utile visitare lamostra esposta nella sede muni-cipale.La visione delle foto si rivelaun’interessante occasione, noncerto per rimpiangere il passato,ma per trarne suggestioni chediano spessore e forza ad unfuturo che i codigoresi, e i gio-vani specialmente, devonocostruire tutti insieme.

La Casa del Fascio

Palazzo del Vescovo