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CNR-CUG I luoghi della partecipazione. Donne, lavoro e politica 28 marzo 2012 La rivincita di Aspasia. Le donne da suggeritrici a protagoniste. Roberta Pistagni - ISFOL Struttura Lavoro e Professioni [email protected]

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CNR-CUG I luoghi della partecipazione. Donne, lavoro e politica 28 marzo 2012

La rivincita di Aspasia. Le donne da suggeritrici a protagoniste.

Roberta Pistagni - ISFOL Struttura Lavoro e Professioni [email protected]

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Aspasia: chi era costei

Donna nell’ombra

Maestra

Roberta Pistagni – ISFOL Struttura Lavoro e Professioni CNR-CUG I luoghi della partecipazione. Donne, lavoro e politica 28 marzo 2012

Aspasia è passata alla storia come concubina di Pericle (da cum + cubo = mi giaccio con, come ci insegnavano a dire a scuola). In realtà è stata per una vita sua compagna, moglie e madre di suo figlio. Soprattutto è stata sua consigliera. Una stratega rimasta all’ombra del suo uomo. Inoltre insegnava retorica agli oratori più in auge. E’ perciò il simbolo delle donne che fanno politica dietro le quinte ma anche delle donne che insegnano. Delle donne che rimangono nell’ombra e delle maestre. Altro che concubina!

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POSSIAMO DEFINIRE

donne nell’ombra coloro che

•potrebbero fare politica e non la fanno (inattive)

•pur facendo politica, sono “oscurate”

maestre

le donne che in politica hanno successo, riescono ad agire il loro ruolo e a produrre effetti importanti per la comunità.

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Cosa si può fare per migliorare la partecipazione della donna alla politica?

individuare i fattori interni ed esterni che•Ostacolano le donne nell’ombra

•Caratterizzano e agevolano le maestre

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Una ricerca che può aiutare a fare questo

Perché non lavori? I risultati di una indagine Isfol sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Dati 2007

6.000 donne 25-45 anni inattive e occupate

Contributi vari con approccio multidisciplinare

Nel mio contributo,”Coerenza e dissonanza nei percorsi di vita delle donne”, ho cercato di capire

quanto contasse il fattore “intenzione”, da quali fattori fosse a sua volta determinato quali azioni si potessero fare per incentivare la partecipazione delle categorie

delle donne escluse dal mercato del lavoro o a rischio di esclusione.

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Come ci può aiutare?

Ci fa capire:

come distinguere sulla base dei dati categorie di donne che vanno incentivate a partecipare al mercato del lavoro, quali aiutare prima e perché. E quindi come la ricerca seria sia molto utile a prendere decisioni politiche.

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Ipotesi

Con indicatori diversi, lo stesso metodo potrebbe essere utilizzato per analizzare la partecipazione delle donne alla politica e quindi per individuare:

•Le diverse tipologie delle donne “in ombra”, i fattori che le ostacolano e le misure per incentivarne la partecipazione;•Le caratteristiche delle “maestre”, i fattori che ne hanno determinato il successo, per riprodurre le condizioni che li hanno generati

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Le tappe del metodo

1.ANALISI DELLA SCELTA2.VERIFICA DELL’INTENZIONE 3.ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DEI TIPI DI DONNE4. PROPOSTE OPERATIVE

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NOTA: riporto i risultati principali saltando dettagli e snodi metodologici importanti. Rimando alla pubblicazione per approfondimenti e chiarimenti.

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1. SCELTA: il bivio apparente.

LAVORANO

SI

NO

SI

Hanno scelto di lavorare

Hanno scelto di non lavorare

HA

NN

O S

CE

LTO

NO

Non hanno scelto di lavorare

Non hanno scelto di non lavorare

97,8 64,8

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Alle donne - lavoratrici e non – è stato chiesto se hanno scelto o no liberamente di fare ciò che fanno ed ecco quello che hanno risposto:

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Prime conclusioni:- esiste un copione territoriale- al Centro le donne sono più libere

Ripartizione geografica

Occupata e ha scelto di

lavorare

Occupata e non ha

scelto di lavorare

Inattiva e ha scelto

di non lavorare

Inattiva e non ha

scelto di non

lavorare

Totale

% di colonna Nord ovest 32,3 39,7 19,8 15,6 28,4 Nord est 23,9 28,8 13,5 10,2 20,7 Centro 21,6 10,4 16,0 14,4 19,6 Sud e isole 22,2 21,1 50,6 59,8 31,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

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In proporzione al Nord sono in maggioranza le lavoratrici che dicono di non aver scelto, al Sud le inattive che dicono di non aver scelto. Occorre dunque fare politiche che tengano in considerazione l’esistenza di un “copione territoriale”, cioè di quell’insieme di prescrizioni non scritte che induce le donne ad andare verso una certa direzione che al Nord è il lavoro, al Sud il non lavoro.

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2. RILEVAZIONE DELL’INTENZIONE EFFETTIVA

• Selezione di indicatori di controllo.

• Distinzione tra intenzione e non intenzione

• Verifica della coerenza tra:comportamenti (quello che si dice) e atteggiamenti (quello che si pensa)

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Ma è proprio vero quello che le donne hanno affermato?Ecco come si fa a saperlo:

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COLPO DI SCENA!

Se confrontiamo ciò che le donne dicono e quello che pensano, comportamenti e atteggiamenti, notiamo una forte contraddizione. Le percentuali crollano di oltre 40 punti:

Le occupate convinte e coerenti risultano essere nemmeno il 56% (contro il quasi 98%)

•le inattive convinte e coerenti nemmeno il 23% (contro il quasi 65%)

•La distinzione tra lavoratrici e inattive risulta sfumata

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Ulteriori conclusioni

1.

OCCUPAZIONE:ATTIVITA’ = INATTIVITA’: PASSIVITA’

Emancipata non è la donna che lavora soltanto per il fatto che lavora ma che SCEGLIE!

2. Occorre aiutare in via prioritaria alcuni tipi di donne. Quali?

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INCOERENTI COERENTI

3. CATEGORIE DI DONNE

InattiveDichiarano che hanno scelto di non lavorare e risulta il contrario: possiamo renderle più consapevoli e prepararle con interventi specifici e integrati.

OccupateDichiarano che hanno scelto di lavorare e risulta il contrario. Sono a rischio di perdita di lavoro. possiamo renderle più consapevoli e rafforzarle.

InattiveDichiarano che non hanno scelto di non lavorare e così risulta. Le possiamo far “saltare aldilà del muro” con interventi integrati.

I dati consigliano di intervenire su queste tre tipologie di donne:

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Ed ecco le maestre

Occupate

Dichiarano che hanno scelto di lavorare e risulta vero. L’allineamento tra atteggiamenti e comportamenti le rende più determinate, efficaci e soddisfatte. Capire quali sono le loro caratteristiche e cosa le ha determinate ci può essere utile a riprodurre le condizioni che hanno determinato il loro successo.

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SENSIBILIZZAZIONE

PROGRAMMAZIONE

PROGETTAZIONE

ORIENTAMENTO

ISTRUZIONE

SVILUPPO PERSONALE

ACCOMPAGNAMENTO

FORMAZIONE

Usare gli esiti della RICERCA per agire attraverso:

4. PROPOSTE PER USCIRE DALL’OMBRA…

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E’ chiaro che

Le diverse misure di intervento sulle donne risultano scarsamente efficaci se:

•Non si applicano in maniera integrata

•Non si agisce contestualmente anche sui fattori esterni di esclusione, cioè su quegli elementi che non ricadono sotto il diretto controllo delle donne e che quindi vanno rimossi con opportuni provvedimenti e azioni.

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E poi…

La partecipazione si fa con la partecipazione

Nell’istruzione (come negli altri ambiti) l’utilizzo di metodologie partecipative e della facilitazione:

•Libera le donne dalla paura di esprimersi

•Le rende consapevoli di quanto possono risultare forti in un confronto alla pari

•Fa comprendere loro l’importanza dell’ascolto e del gruppo nella definizione e nel raggiungimento di obiettivi importanti

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Da suggeritrici a protagoniste

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Le donne che fanno politica con successo - le “maestre”- dovrebbero essere caratterizzate da una forte congruenza tra comportamenti e atteggiamenti. Diventano protagoniste se riescono a coniugare obiettivi economici e valori sociali.

SCALA = obiettivi economiciMURO = valori sociali

Se non ci si arrampica sulla scala giusta o se questa è appoggiata al muro sbagliato, l’azione politica risulta inefficace o, peggio ancora, dannosa.

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Qualche domanda alle protagoniste

In questo momento, i politici a quale muro di valori stanno appoggiando gli obiettivi da raggiungere? Con quale impatto sul benessere della comunità?

Cosa cambia per ognuno di noi e, soprattutto, cosa deve cambiare affinché la crescita del Pil sia effettivamente un vantaggio anche individuale e non solo quantitativo generale? (Martha C. Nussbaum, Creare capacità, liberarsi dalla dittatura del Pil, il Mulino).

Cosa potete fare di diverso dagli uomini per il benessere degli individui, per aiutarli a scegliere?

L’8 marzo è uscito un articolo con una classifica dei “posti migliori dove essere donna”. L’Italia non è menzionata. In quale ambito potremmo essere il Paese migliore e cosa potete fare di diverso da quello che già fate per raggiungere questo obiettivo?

E noi, ricercatrici e tecniche, in che modo possiamo aiutarvi?

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I valori secondo la Nussbaum

•vivere fino alla fine una vita di normale durata; •poter godere di buona salute, compresa una sana riproduzione; •essere in grado di muoversi liberamente da un luogo all’altro, essere protetti contro aggressioni, comprese la violenza sessuale e la violenza domestica; •poter usare i propri sensi, poter immaginare, pensare e ragionare, avendo la possibilità di farlo in modo «veramente umano»; •poter provare attaccamento per persone e cose oltre che per noi stessi, poter amare coloro che ci amano; •essere in grado di formarsi una concezione di ciò che è bene e impegnarsi in una riflessione critica; •poter vivere con gli altri e per gli altri, riconoscere e preoccuparsi per gli altri esseri umani; •essere in grado di vivere in relazione con gli animali; •poter ridere, giocare e godere di attività ricreative; •poter partecipare in modo efficace alle scelte politiche, essere in grado di avere proprietà, avere il diritto di cercare lavoro alla pari degli altri, essere in grado di lavorare in modo degno.

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Link utili

Per scaricare l’intera pubblicazione (Perché non lavori?) o il mio articolo (Coerenza e dissonanza nei percorsi di vita delle donne) http://bw5.cilea.it/isfol/

Presentazione della ricerca: slide dell’intervento di Marco Centra al CNEL 2 febbraio 2012http://www.isfol.it/DocEditor/test/File/2012/notizie/Centra%20CNEL%202.2.2012.ppt#256,1,Diapositiva 1

I posti migliori per essere donna (…e l’Italia?)http://eddyburg.it/article/view/18677/