Cloud privato: più di una semplice virtualizzazione

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Documento per i leader ideato da Forrester Consulting commissionato da NetApp Private cloud: più di una semplice virtualizzazione Massimizzate i vantaggi del private cloud con l'integrazione di tutte le funzionalità essenziali Luglio 2012

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Il cloud entrerà a far parte del futuro delle organizzazioni indipendentemente dalle loro dimensioni. Benché possa sembrare troppo alto il rischio di condurre un'iniziativa cloud potenzialmente fallimentare, il pericolo che l’organizzazione “resti indietro” precludendole a priori l'adozione della “nuvola” è ancora maggiore.

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Documento per i leader ideato da Forrester Consulting commissionato da NetApp

Private cloud: più di una semplice virtualizzazione Massimizzate i vantaggi del private cloud con l'integrazione di tutte le funzionalità essenziali

Luglio 2012

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Sommario

Sintesi del documento ............................................................................................................................................................................. 2

Definizione dei livelli nelle attuali tendenze di mercato del private cloud ................................................................................... 3

Procedure ottimali: sfruttate al massimo il private cloud................................................................................................................. 7

Conclusioni principali: massimizzate i vantaggi del private cloud con l'integrazione di tutte le funzionalità essenziali ......................................................................................................................................................... 14

Appendice A: Metodologia e dati demografici del sondaggio ...................................................................................................... 15

Appendice B: Materiale supplementare............................................................................................................................................. 16

Appendice C: Note finali ...................................................................................................................................................................... 17

© 2012, Forrester Research, Inc. Tutti i diritti riservati. È severamente proibita la riproduzione non autorizzata. Le informazioni si basano sulle migliori risorse disponibili. Le opinioni riflettono il giudizio al momento della redazione e sono soggette a cambiamenti. Forrester®, Technographics®, Forrester Wave, RoleView, TechRadar e Total Economic Impact sono marchi di Forrester Research, Inc. Tutti gli altri marchi sono di proprietà delle rispettive società. Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.forrester.com. [1-JXUJ9D]

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Sintesi del documento

Il cloud entrerà a far parte del futuro della vostra organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni della vostra azienda, dall'attuale distribuzione dei carichi di lavoro tra i diversi tipi di implementazione o dall'opinione che possiate avere al momento sulla fattibilità dei servizi cloud. Benché possa sembrare troppo alto il rischio di condurre un'iniziativa cloud potenzialmente fallimentare, il rischio che la vostra organizzazione resti indietro precludendole l'adozione del cloud è ancora maggiore. I team IT che oggi non sviluppano ambienti e competenze cloud presto potrebbero scoprire di essere superati e di minor valore per l'organizzazione. Ora è arrivato il momento di avviare questa trasformazione per assicurare un successo duraturo alla vostra azienda e al vostro reparto IT. Le problematiche determinano in che modo integrare il cloud nei piani strategici e gestire il rischio, accelerando nel contempo l'esperienza nel team. Esaminando le road map del cloud generalmente adottate dalle aziende, Forrester rileva che la creazione interna di un private cloud è un approccio diffuso, tuttavia molte imprese incontrano difficoltà a configurare questo nuovo ambiente in un modo che consenta di massimizzare i vantaggi e mettere tali organizzazioni sulla giusta strada verso il futuro, ovvero verso l’IT orientato al cliente.

A marzo 2012 NetApp ha commissionato a Forrester Consulting la conduzione di un sondaggio tra 265 decision-maker di aziende IT che hanno dichiarato di avere implementazioni di private cloud. In questo studio Forrester ha posto domande sui seguenti argomenti: funzionalità dell'ambiente, ostacoli e rischi associati al passaggio al private cloud, giustificazioni dell'investimento, principali vantaggi riscontrati ed effetto del nuovo ambiente sui rapporti tra azienda/team IT. Il presente rapporto illustra i risultati di questo studio, soffermandosi su due aspetti principali per aiutare le aziende a muoversi nel mondo del private cloud verso un futuro all’insegna del successo:

• Definizione dei livelli nelle attuali tendenze di mercato del private cloud. Forrester riscontra la presenza di un gap tra il modo in cui vengono percepiti l'adozione e l'utilizzo del private cloud e le effettive percentuali di adozione. Molte aziende faticano a identificare fin dove si spinge il cloud oltre la virtualizzazione e che cosa devono aspettarsi in termini di ostacoli e vantaggi.

• Procedure ottimali: sfruttate al massimo il private cloud. Basandoci sullo studio commissionato da NetApp e su una ricerca condotta da Forrester, abbiamo individuato tre principali best practice adottate dai team di successo dedicati al cloud nelle grandi aziende: 1) Collaborate con l'azienda sin dall'inizio; 2) Pensate come un provider di servizi; infine 3) Non reinventate la ruota. Seguite questi tre principi nel vostro viaggio verso il cloud.

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Definizione dei livelli nelle attuali tendenze di mercato del private cloud

Se negli ultimi due anni avete partecipato a conferenze in ambito IT, molto probabilmente avrete avuto l'occasione di ascoltare innumerevoli racconti di CIO sulle iniziative da essi adottate in relazione al private cloud e sui benefici riscontrati. Potrete addirittura sentirvi in ritardo o sopraffatti dalla velocità di adozione se non avete ancora finalizzato una vostra strategia per il cloud o avviato il deployment. Invece, in base alla nostra esperienza, possiamo affermare che siete ancora in tempo. Forrester ha intervistato alcuni di quei soggetti che hanno dichiarato di avere adottato il private cloud e ha rilevato, dopo aver esaminato la situazione, che in realtà solo pochi di questi ambienti garantiscono un private cloud pienamente funzionale. È prassi comune tra le aziende ottimizzare un ambiente virtuale esistente migliorando in qualche misura la gestione o l'automazione. E ciò non si limita solo a quelle imprese che hanno deciso di creare internamente una soluzione cloud personalizzata. Molte aziende utilizzano soluzioni disponibili in commercio che comprendono tutte le funzionalità necessarie per implementare un private cloud, però scelgono di non abilitare alcune delle funzionalità del private cloud o di evitare un'automazione completa. Forrester definisce il cloud computing in questi termini:

Una funzionalità IT standardizzata (servizi, software o infrastruttura) fornita in modalità self-service secondo un modello di pagamento a consumo (pay-per-use).

Sono poche le aziende che presentano tutti questi componenti. Inoltre, i maggiori risparmi sui costi, il più delle volte non includono i vantaggi ottenuti attraverso la virtualizzazione o il consolidamento dei server e non rappresentano una visione isolata di quanto ci si possa aspettare dal passaggio da un ambiente virtuale maturo a un private cloud. Qual è la realtà? Il private cloud offre sicuramente un valore significativo alle aziende, ma in genere non lo fa attraverso risparmi concreti sui costi. Il valore deriva principalmente dall'agilità e dall'ottimizzazione della vostra risorsa più preziosa: il vostro personale. Per comprendere meglio lo stato attuale del private cloud, Forrester ha intervistato 265 decision-maker di aziende IT che hanno dichiarato di disporre di implementazioni di private cloud. Questo sondaggio ha evidenziato cinque tendenze principali che Forrester osserva attualmente nel mondo del private cloud:

• La mancanza di funzionalità è comune tra le aziende di oggi che adottano il private cloud. Nel sondaggio condotto tra possessori di private cloud autodichiaratisi tali, Forrester ha chiesto in che modo questo ambiente si spinge oltre un ambiente virtuale tradizionale. Abbiamo rilevato che molti di questi ambienti non corrispondevano a un private cloud con tutte le funzionalità: il 56% degli intervistati ha tenuto traccia dell'utilizzo di risorse cloud per account o per utente, il 45% era in possesso di un portale self-service, il 50% aveva automatizzato il processo di provisioning e solo il 39% aveva creato un sistema di chargeback, tutti componenti fondamentali del private cloud (vedere la Figura 1).

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Figura 1 Molti di coloro che hanno adottato il private cloud non dispongono di funzionalità essenziali ma ne pianificano un'implementazione futura

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

• Le soluzioni preintegrate si avvicinavano di più al cloud. Oggi esistono diversi modi per creare un private cloud interno. La maggior parte delle organizzazioni si rivolge a esperti di cloud per ricevere assistenza nella creazione di una propria soluzione cloud in modi diversi. Forrester ha rilevato che il 43% utilizza un provider di servizi esterno per creare il proprio ambiente cloud, il 14% ricorre a una soluzione preintegrata completa in pacchetto e un altro 13% sceglie una soluzione solo software utilizzabile con le risorse esistenti. Soltanto il 31% ha creato da zero la propria soluzione cloud (vedere la Figura 2). Forrester ha riscontrato che coloro che hanno utilizzato una soluzione preconfigurata (solo software o software/hardware) si sono avvicinati di più a un ambiente cloud effettivo.1

“Indicate le attività di virtualizzazione dei server che implementate oggi nel vostro ambiente private cloud”.

20%

26%

25%

32%

19%

19%

25%

24%

21%

31%

26%

22%

17%

10%

11%

9%

13%

8%

10%

9%

Chargeback all'utente aziendale basato sull'utilizzo effettivo della macchina virtuale in un periodo

Portale self-service per utenti finali quali sviluppatori per la distribuzione, la gestione e la rimozione di

macchine virtuali

Automazione basata su criteri per la distribuzione e la gestione dell'ambiente private cloud

Monitoraggio dell'utilizzo delle risorse cloud per account o per utente

Espansione/aggiornamentoImplementazione eseguita ma nessun progetto di espansionePianificata l'implementazione entro i prossimi 12 mesiPianificata l'implementazione tra più di 12 mesiInteressati ma nessun progetto

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Figura 2 Quasi un terzo dei deployment viene creato dal team IT interno

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

• Quasi la metà è orientata al private cloud per motivi di riduzione dei costi. . . Il quarantanove per cento ha dichiarato che i costi ridotti rappresentano un motivo cruciale dell'investimento nel private cloud (vedere la Figura 3). Molti includono nei risparmi del private cloud i vantaggi del consolidamento e della virtualizzazione dei server anziché considerarli come implementazioni diverse. Infatti, alla domanda riguardante il motivo addotto a giustificazione di un’implementazione di private cloud, il 61% ha affermato di basarsi sui risparmi previsti ottenuti con la virtualizzazione e il consolidamento per giustificare l'investimento.

• . . . ma il principale vantaggio riscontrato finora è la maggiore velocità di accesso alle risorse per le attività di test e sviluppo. Nonostante l'attenzione rivolta alla riduzione dei costi sia per giustificare l'investimento che per misurare il successo, il più grande vantaggio effettivo riscontrato finora è la maggiore agilità offerta al personale responsabile delle attività di test e sviluppo. Forrester ha rilevato che l'84% degli intervistati ha sperimentato sostanziali vantaggi dal miglioramento dell'accesso alle risorse di test e sviluppo (vedere la Figura 4).

• L'integrazione con i sistemi esistenti costituisce la problematica più importante del private cloud. Secondo il sondaggio di Forrester, il 40% riteneva che l'integrazione con i sistemi esistenti fosse una delle tre principali problematiche del passaggio al private cloud. Si tratta di una problematica che non si limita alle soluzioni software predefinite (o non riguarda prevalentemente queste ultime). Forrester ha parlato con alcuni di coloro che hanno adottato per primi il private cloud, i quali hanno espressamente creato una propria soluzione nel tentativo di ridurre le problematiche di integrazione da essi associate alle soluzioni software preconfigurate. Da questo sondaggio è emerso che coloro che utilizzano una soluzione software predefinita non hanno riportato problemi di integrazione significativi rispetto a coloro che hanno creato una propria soluzione interna.2

13%

14%

20%

23%

31%

Cloud-in-a-box: una soluzione solo software utilizzabile con l'hardware esistente

Cloud-in-a-box: soluzione per l'infrastruttura e software acquistata come pacchetto preintegrato

Cloud creato da un provider di servizi esterno all'interno del data center ma autogestito

Cloud creato e gestito da un provider di servizi terzo esterno ma all'interno del nostro data center

Cloud creato dal team IT interno

“Quale delle definizioni seguenti descrive meglio il vostro ambiente cloud?”

Creato dalteam IT

Provider diservizi/societàdi consulenza

Soluzionepre-progettata

Tra le altre problematiche importanti vi erano le prestazioni delle applicazioni (30%), la disponibilità dell'infrastruttura (24%) e il modello di prezzo e la governance (24%) (vedere la Figura 5).

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Figura 3 Molti giustificano l'investimento nel cloud con la riduzione dei costi

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

Figura 4 L'agilità è il principale vantaggio sperimentato dagli utenti

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

“Perché avete investito in un ambiente private cloud o ne avete creato uno?”(Selezionate tutte le risposte corrette)

10%

21%

31%

32%

33%

43%

44%

44%

46%

49%

Per evitare l'elusione del team IT interno e la distribuzione di applicazioni al cloud pubblico

Per fornire un'alternativa al cloud pubblico

Per mantenersi al passo con i concorrenti del nostro settore

Il CIO o altri dirigenti hanno affidato al team IT il compito di creare una strategia cloud o un private cloud specifico

Per dotare gli utenti di un accesso self-service all'IT

Per accelerare l'accesso alle risorse per le attività di test e sviluppo

Per ridurre il tempo dedicato al provisioning e alla dismissione delle risorse

Per portare la maturità di virtualizzazione al livello successivo

Per migliorare la gestione e l'ottimizzazione delle risorse

Per ridurre i costi

“Quale livello di vantaggi avete effettivamente sperimentato finora [dalla vostra distribuzione del private cloud]?”

(Classificazione su scala da 1 a 5, dove 1 = vantaggio limitato, 3 = vantaggi significativi che erano previsti e 5 = vantaggio sostanziali superiori alle nostre aspettative)

11%

9%

9%

9%

15%

14%

9%

15%

20%

25%

29%

29%

28%

32%

38%

34%

43%

31%

35%

28%

35%

31%

31%

35%

15%

20%

19%

21%

19%

18%

16%

12%

9%

10%

6%

7%

2%

3%

4%

2%

Riduzione del tempo dedicato al provisioning e alla dismissione delle risorse

Riduzione dell'uso non autorizzato dei cloud pubblici

Introduzione più rapida sul mercato delle nuove funzionalità aziendali

Vantaggio competitivo nel nostro settore

Maggiore efficienza del team IT

Riduzione dei costi

Migliore gestione delle risorse

Accesso accelerato alle risorse per le attività di test e sviluppo

5 4 3 2 1

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Figura 5 La principale criticità è stata l'integrazione con i sistemi esistenti

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

Procedure ottimali: sfruttate al massimo il private cloud

La creazione di un private cloud è tutt'altro che facile. Coloro che trattano il private cloud come qualsiasi altra implementazione IT aziendale faticano a gestire l'ambiente, a distinguerlo da altri ambienti interni e a giustificare l'investimento. Forrester ha individuato tre principali procedure ottimali che generano un maggiore livello di successo del private cloud:

• Collaborate con l'azienda sin dall'inizio. Anziché consegnare semplicemente questa nuova serie di funzionalità all'azienda, coinvolgete l'azienda sin dalle prime fasi per assicurare che queste funzionalità rispondano alle esigenze aziendali e che gli utenti abbiano buone probabilità di utilizzarle invece di eludere il team IT per soddisfare i propri interessi.

“Quali sono state finora le tre problematiche maggiori nella distribuzione del vostro private cloud?”

3%

4%

6%

5%

5%

6%

5%

6%

4%

8%

12%

9%

9%

19%

3%

4%

7%

6%

9%

7%

7%

8%

7%

7%

6%

9%

9%

11%

3%

5%

4%

7%

5%

7%

9%

7%

10%

7%

6%

6%

12%

10%

La connessione all'ambiente IaaS pubblico

Convincere gli utenti a utilizzare questo ambiente anziché un cloud pubblico

La formazione degli utenti sulla nuova interfaccia utente

Convincere gli utenti a chiudere le applicazioni per liberare risorse per altri

L'automazione del provisioning dello storage

Le licenze software

L'automazione del provisioning della rete

L'inserimento di un numero sufficiente di applicazioni nel cloud da giustificarne l'esistenza

Il monitoraggio e la misurazione dei servizi

L'automazione del provisioning delle macchine virtuali

Il modello di prezzo e la governance

La disponibilità dell'infrastruttura

Le prestazioni delle applicazioni negli ambienti cloud

L'integrazione con i nostri sistemi esistenti

Classificata al 1° posto Classificata al 2° posto Classificata al 3° posto

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• Pensate come un provider di servizi. In qualità di responsabili del private cloud, adottate le stesse strategie di un provider di servizi, pertanto dovete pensare in tali termini e non come un tradizionale reparto IT aziendale quando si tratta di definire una strategia per il cloud e soddisfare le esigenze di business. Non fermatevi alla virtualizzazione, bensì integrate tutti i componenti chiave necessari per un private cloud completo anziché accontentarvi di utili minori e di un tentativo non riuscito di soddisfare internamente le esigenze aziendali di agilità. Sono tantissimi gli ambienti virtualizzati descritti come cloud che escludono alcuni componenti essenziali perché il team IT non li considera funzionalità essenziali oppure non concede agli utenti finali l'accesso automatizzato basato sulle autorizzazioni per mancanza di fiducia o non riconsidera le policy e i protocolli esistenti.

• Non reinventate la ruota. Anziché creare una soluzione da zero e ridefinire l'intero ambiente, affidatevi a una serie di risorse esterne, siano esse servizi completi di consulenza per ricevere assistenza sulla definizione, progettazione e creazione dell'ambiente o una soluzione solo software utilizzabile con le risorse esistenti per creare un portale generale con caratteristiche e funzionalità standard nel quale i vostri utenti finali eseguiranno ricerche.

Procedura ottimale n. 1: collaborate con l'azienda sin dall'inizio Molto probabilmente avrete identificato nella vostra organizzazione quegli utenti che superano i confini di ogni policy aziendale servendosi dei nuovi dispositivi mobili e utilizzando diverse funzionalità cloud non autorizzate. Questi utenti vengono definiti nei modi più svariati: utenti IT ombra, lavoratori IT non autorizzati o semplicemente utenti con più poteri, i cui responsabili apprezzano di più i risultati che la procedura seguita. Questo è solo l'inizio. Gli utenti aziendali non si affidano più agli strumenti e apparecchiature forniti dal team IT, considerata l'abbondanza di strumenti/servizi orientati all'esperienza degli utenti a costi minimi o nulli. Un numero sempre maggiore di utenti entrerà a far parte di questo gruppo e questo è un aspetto positivo. Sono questi utenti con più poteri che, cercando di svolgere il lavoro meglio e più rapidamente, offrono un valore maggiore all'azienda. Dove risiede il problema? Il team IT non è coinvolto e questi utenti non sono al corrente dei rischi e delle implicazioni di questi strumenti a livello di sicurezza e non accetteranno di modificare le loro procedure se tale cambiamento comporterà la limitazione dell'agilità o della funzionalità di questi servizi. Per il team IT ciò significa aiutare gli utenti a procedere in modo sicuro senza ostacolarli, segnando l'avvio dell'IT consumerization e di un mutamento significativo del modo in cui il team IT funziona e fornisce i suoi servizi. Questo illustra il tipo di approccio che dovete avere nei confronti del private cloud.

Si tratta esclusivamente di soddisfare le esigenze di questi utenti aziendali. In genere, il team IT compie l'errore di creare un ambiente basato su quelle che ritiene siano le aspettative dell'azienda e, quindi, si attende che l'azienda lo utilizzi una volta completato. Spesso questi ambienti finiscono per rimanere inutilizzati e vuoti. Anziché tentare di prevedere l'interfaccia, l'esperienza e le funzionalità desiderate dagli utenti, lavorate direttamente con loro sin dall'inizio e progettate/selezionate una soluzione adatta alle loro effettive esigenze/aspettative. I reparti IT che hanno interagito di più con l'azienda hanno riscontrato una maggiore riduzione nell'utilizzo non autorizzato del cloud pubblico. Nel nostro studio, il 48% di coloro che hanno interagito di più con l'azienda ha sperimentato considerevoli vantaggi ben oltre le previsioni rispetto al 16% che non ha coinvolto l'azienda più del normale. Nel lungo periodo questa strategia migliora le relazioni tra il team IT e l'azienda, rendendo più semplice questo coinvolgimento in futuro.

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Tuttavia, questo approccio non è quello normalmente adottato oggi. Molte aziende creano un ambiente per l'IT (senza alcun coinvolgimento a livello di business) con due priorità: 1) Porre fine all'utilizzo del cloud pubblico e 2) Trarre vantaggio dai notevoli risparmi tipicamente associati ai servizi cloud. La prima priorità dipende dalla soddisfazione delle esigenze del cliente e dalla concessione di incentivi per cambiare comportamento: un concetto nuovo per la maggior parte dei professionisti del settore operativo e delle infrastrutture. Purtroppo, la seconda priorità è difficile da realizzare. Infatti, i risparmi concreti sui costi sono molto limitati a causa della necessità di continuare a prevedere picchi ed economie di scala. Con il private cloud avete meno opportunità di poter unire numerosi carichi di lavoro su un'infrastruttura condivisa rispetto a un provider di servizi che gestisce diversi settori e fusi orari, per cui risulta difficile ottimizzare l'utilizzo delle risorse e mantenere nel contempo la continuità operativa. Benché siano possibili risparmi, probabilmente l’implementazione iniziale non consentirà elevati risparmi concreti oltre a quelli derivanti da un ambiente virtualizzato e consolidato. I vantaggi effettivi sono il potenziamento del business attraverso risorse agili, una migliore gestione delle risorse IT e la riduzione del tempo necessario al team IT per la gestione delle operazioni in corso.

Il quarantanove per cento delle aziende da noi interpellate ha investito nel private cloud con la speranza di ridurre i costi. A meno che non si includano i risparmi associati alla virtualizzazione e al consolidamento o la riduzione del personale nelle cifre del private cloud, i risparmi concreti sui costi non saranno significativi. Per poter sfruttare al meglio il private cloud, dovete trattarlo con la mentalità giusta: progettate o create questa soluzione per e con l'utente finale per trarre il massimo vantaggio dai benefici del potenziamento aziendale e siate realistici in merito ai potenziali risparmi concreti sui costi:

• Iniziate a pianificare il private cloud con l'azienda. Coinvolgete l'azienda sin da oggi. Sia che abbiate avviato la pianificazione, lo sviluppo della strategia, la selezione dei fornitori o già l'effettiva implementazione, intraprendete questa conversazione appena possibile. Idealmente, dovrete cercare di inventariare l'utilizzo del cloud esistente, acquisire informazioni dettagliate sulle principali preferenze dei clienti a livello di esperienza e identificare le priorità facendo attenzione, nel contempo, ai servizi o alle funzionalità aggiuntivi che devono essere applicati nello stadio finale, ricavandoli dall'esperienza dell'utente.

• Elaborate un ciclo di distribuzione che rispecchi le esigenze e le aspettative dell'azienda. Come avviene comunemente con la maggior parte delle distribuzioni di applicazioni, questo processo non può essere improvvisato. Se avete scelto di coinvolgere maggiormente il business, quest’ultimo vorrà vedere le caratteristiche e funzionalità chiave sin dall'inizio, altrimenti perderà rapidamente fiducia nel sistema. Elaborate il rollout in modo da accordare priorità alle principali funzionalità che l'azienda si aspetta di trovare nello stadio iniziale, ottimizzando nel contempo le funzionalità nel lungo periodo.

• Fate in modo che la transizione verso la vostra soluzione sia semplice. Iniziate chiedendo agli utenti che cosa utilizzano al momento e cercate di capire in che cosa consiste l'esperienza degli utenti e la funzionalità. Servitevi di questi dati come riferimento se sviluppate una vostra soluzione. Se prendete in considerazione le soluzioni pre-progettate, verificate se è possibile utilizzare la stessa soluzione accanto alle tipiche combinazioni tra soluzioni di alta qualità e collaborazioni con i fornitori esistenti. In caso negativo, assicuratevi di includere gli utenti finali nel processo di selezione affinché possano provare il prodotto e fornire un feedback che andrà a influenzare la scelta finale. Si tratta di un aspetto fondamentale del processo: se agli utenti non piace la propria esperienza, la eviteranno.

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• Allineate le metriche al potenziamento aziendale. Forrester ha rilevato che il 47% degli intervistati ha utilizzato la riduzione dei costi operativi come metrica per il successo del private cloud, mentre solo il 29% ha considerato come metrica i tempi di provisioning. Ciò contribuisce non soltanto a creare false aspettative ma anche a progettare l'ambiente basandosi sulle problematiche IT anziché metterlo al servizio del business. Dal sondaggio di Forrester condotto tra sviluppatori e altri utenti aziendali è risultato costantemente che la rapidità di immissione sul mercato e l'agilità erano le principali priorità. Assicuratevi che ciò sia considerato nelle metriche per la misurazione del successo se la riduzione dell'elusione rappresenta una priorità. Ad esempio, alcune aziende che hanno adottato il private cloud con maggior successo utilizzano attualmente misurazioni del potenziamento aziendale, ad esempio i tempi di provisioning, come metriche chiave per un'analisi comparativa degli ambienti cloud.

Best practice n. 2: pensate come un provider di servizi Se avete creato un private cloud, siete un service provider. E, aspetto più importante, per passare all'IT consumerization occorre che iniziate a comportarvi come tale per fornire un servizio migliore ai clienti (a favore dell'azienda). Ma il cambiamento è tutt'altro che facile. Spesso gli obiettivi del team IT sono la continuità operativa e il mantenimento dello status quo e i problemi organizzativi limitano ciò che potete fare in modo diverso. Nello stesso tempo il team IT è sollecitato dall'azienda a iniziare a lavorare in modo diverso dal momento che incombe il rischio di aggiramento per cui diventa una priorità la rapida creazione di un cloud che funzioni regolarmente. Da dove iniziare? Esattamente da dove iniziano i fornitori di successo: personalizzando il prodotto in base alle esigenze e alle aspettative dei clienti e procedendo a ritroso cercando al contempo di comprendere le funzionalità e l'esperienza per l'utente offerte dalla concorrenza. Benché possa sembrare logico confrontare questo nuovo ambiente interno con altri tipi di implementazioni interne, queste ultime in realtà non sono in competizione agli occhi dei clienti. L'alternativa che promette risorse agili a basso costo attraverso un portale self-service è il cloud pubblico. Per creare un cloud efficace, dovete creare un ambiente che sia il più possibile simile al cloud pubblico per incentivare i vostri clienti a utilizzare questa soluzione anziché le alternative.

Per iniziare con il piede giusto, dovete cercare di creare un private cloud pienamente funzionale, che includa tutte le funzionalità essenziali anziché etichettare semplicemente come cloud un ambiente virtualizzato. È prassi molto diffusa tra le aziende rinominare ambienti esistenti e/o selezionare attentamente una serie di funzionalità del private cloud e ritenere di avere in mano un private cloud. L’IT, se sotto pressione per costruire il cloud e fornire un’alternativa al cloud pubblico, tende a lasciarsi tentare da questo approccio. Molti giustificano questa iniziativa sostenendo che all'azienda non servono queste funzionalità o adducono come motivo la presenza di limitazioni e policy interne precedenti che impediscono di trattare il cloud in modo diverso. In entrambi i casi, tale iniziativa non risolve il problema della penalizzazione del cliente causata dall'esclusione di componenti essenziali né il fatto che l'alternativa, il cloud pubblico, resti più interessante. Per comprendere meglio le differenze nel successo riportato da ogni gruppo, Forrester ha suddiviso gli intervistati in base a due tipi di implementazione di private cloud: quelle effettive e quelle carenti in alcune funzionalità essenziali.3 Forrester ha rilevato che le aziende con implementazioni di private cloud effettivo hanno sperimentato sette principali vantaggi (vedere la Figura 6).

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Figura 6 Vantaggi della creazione di una soluzione di private cloud completa

Base: 265 decision-maker IT che hanno riferito di utilizzare attualmente il private cloud

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

Notevole aumento del coinvolgimento aziendale. Coloro con distribuzioni cloud complete hanno avuto il doppio delle probabilità di sperimentare un maggior coinvolgimento tra l'azienda e il team IT dopo l'implementazione del cloud: il 28% degli intervistati con ambienti di private cloud effettivo hanno riferito un'interazione decisamente maggiore con l'azienda contro il 14% di coloro che erano carenti in alcune funzionalità.

Introduzione più rapida sul mercato delle nuove funzionalità aziendali. L'ottantotto per cento dei possessori di distribuzioni cloud complete ha riportato di essere riuscito a introdurre più rapidamente sul mercato le nuove funzionalità aziendali rispetto al 68% di coloro che non possiedono alcuni componenti essenziali.

Maggiore efficienza del team IT. L'ottantasette per cento dei possessori di distribuzioni cloud complete ha riferito una maggiore efficienza del team IT dopo la distribuzione del cloud, mentre soltanto il 74% ha riferito la stessa situazione se non disponeva di alcuni componenti essenziali.

Vantaggio competitivo nel settore. Il settantatré per cento dei possessori di distribuzioni cloud private complete ha riferito che il cloud era in grado di generare per la loro azienda un vantaggio competitivo nel settore rispetto al 64% di coloro che hanno dichiarato la stessa situazione con distribuzioni non complete.

Riduzione dei costi. L'ottantatré per cento dei possessori di distribuzioni cloud complete ha consentito di ridurre i costi di distribuzione, mentre la stessa situazione è stata riportata dal 74% di coloro che non di disponevano di alcuni componenti.

Riduzione dell'uso non autorizzato del cloud pubblico. La dissuasione degli utenti IT ombra è uno dei fattori più comuni che determina l'implementazione di distribuzioni cloud private. Coloro con distribuzioni complete ha riferito una percentuale di successo del 71% nonostante non disponessero di alcuni componenti essenziali del cloud.

Riduzione del tempo dedicato al provisioning e alla dismissione delle risorse. Il settantanove per cento dei possessori di distribuzioni cloud complete ha riferito la riduzione del tempo dedicato al provisioning e alla dismissione delle risorse rispetto al 71% che ha riportato la stessa situazione non disponendo di alcuni componenti.

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Sfruttate al meglio l'implementazione del private cloud creando un ambiente private cloud vero e proprio che sia il più simile possibile al cloud pubblico, quindi misuratene il successo confrontandolo con il cloud pubblico e non con altri ambienti interni. Tra le funzionalità principali vi sono:

• Reale accesso self-service. La fornitura di un accesso self-service alle risorse è uno dei requisiti basilari del cloud, eppure il 49% degli intervistati non crea o non abilita queste funzionalità. E chi lo fa concede questo accesso self-service solo al team di amministrazione del cloud o a un gruppo ristretto di utenti anziché a chi effettivamente necessita delle risorse. In genere, questi utenti aziendali seguono il protocollo IT aziendale standard presentando un ticket che viene completato dal team IT. La mancanza di un accesso self-service aggiunge tempo al processo e non incoraggia sufficientemente gli utenti a utilizzare il vostro ambiente anziché un cloud pubblico.

• Processi e provisioning standardizzati e automatizzati. Un'altra funzionalità essenziale del cloud è la completa standardizzazione e automazione, tuttavia soltanto il 50% dei private cloud autodichiarati dalle aziende ha implementato questo requisito attualmente. E anche chi sostiene di aver effettuato l'implementazione spesso non dispone di un processo di provisioning completamente automatizzato. In genere, la connessione in rete, i controlli relativi alla sicurezza, le autorizzazioni e le approvazioni sono ancora tutti processi manuali. Questo passaggio mancante si traduce in un rallentamento dei tempi di provisioning, trasformando un potenziale periodo di 15 minuti in ore o giorni. Benché i tempi possano sembrare esigui rispetto ad altre implementazioni interne, sono notevolmente più lenti rispetto al provisioning di un cloud pubblico.

• Incentivazione della dismissione. Il chargeback è il modo più efficace per incoraggiare gli utenti a utilizzare le risorse IT in modo efficiente. Tuttavia, a causa delle policy esistenti, dei sistemi di fatturazione e di altri problemi operativi, il chargeback è fuori dalla portata della maggior parte delle aziende. Infatti, le percentuali del 39% di chi ha riferito di disporre di implementazioni di chargeback e del 21% di chi pianifica l'adozione entro il prossimo anno, sembrano insolitamente elevate per le aziende. Nel sondaggio di Forrester del terzo quadrimestre 2011 relativo all'hardware, solo il 14% degli intervistati era in possesso del chargeback o di piani per la sua implementazione entro l'anno successivo.4

• Un modello di prezzo paragonabile al modello di cloud pubblico. Se riuscite ad adottare la soluzione del chargeback, potete essere indotti a creare una complessa struttura di determinazione del prezzo che rifletta accuratamente l'utilizzo e la spesa complessiva per garantire che sia soddisfatto il ROI di queste risorse. Realisticamente, sarà quasi impossibile individuare un modello che misuri accuratamente il consumo energetico, l'utilizzo delle risorse nel breve periodo (anziché il loro utilizzo continuato nell'arco di tutta la vita) e il numero complessivo di ore/uomo impiegate per questa attività per un determinato periodo di tempo. Ma con il private cloud, tutto dipende dalle aspettative che sono state definite dal cloud pubblico. Abbandonate i modelli complicati e basate il vostro approccio su modelli di prezzo che si sono dimostrati adatti a funzionare nel cloud pubblico. In fin dei conti, l'utente aziendale confronterà i vostri servizi con le opzioni offerte dal cloud pubblico e deciderà di conseguenza.

Se il chargeback è fuori dalla portata della vostra organizzazione, ricorrete ad altri modi per mettere le risorse del cloud al servizio dell'azienda. Tra le alternative citiamo: lo showback (indicazione dei prezzi associati ai servizi senza addebitarli all'utente), le risorse basate sull'allocazione, le date di scadenza con tolleranza (continui avvisi in occasione delle scadenze) e le date di scadenza senza tolleranza (eliminazione alla scadenza). Più vi avvicinerete ai modelli di chargeback e/o showback, maggiore sarà l'efficienza che otterrete.

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Private cloud: più di una semplice virtualizzazione

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Best practice n. 3: non reinventate la ruota La creazione può essere dispendiosa a livello di tempi e risorse, ma non necessariamente. Oggi, sono disponibili diverse soluzioni che possono aiutare le aziende a realizzare il private cloud più rapidamente, con una quantità inferiore di risorse e con risultati migliori di quelli possibili lavorando da soli. Un esempio specifico: Forrester ha rilevato che il 31% delle aziende intervistate ha creato il private cloud internamente, un processo che richiede un numero elevato di ore di programmazione di un team di sviluppatori che probabilmente non hanno conoscenza dei servizi cloud e delle funzionalità necessarie. Il 43% che si era rivolto a un provider di servizi esterno per creare la propria soluzione aveva maggiori probabilità di disporre di un portale self-service e di aver ridotto effettivamente l'uso non autorizzato dei servizi di cloud pubblico oltre le aspettative.5 Analogamente, il 27% che utilizzava una soluzione preintegrata (solo software o software/hardware) aveva maggiori probabilità di disporre di un provisioning completamente automatizzato e di un portale self-service nonché di collaborare in modo più efficace con l'azienda.6

• Soluzioni solo software. Diversi fornitori offrono soluzioni solo software utilizzabili con le risorse esistenti (ovvero componenti hardware, strumenti di gestione dell'hypervisor e funzionalità di automazione) per facilitare la gestione e il controllo dell'ambiente cloud. In genere, queste soluzioni presentano un certo livello di autonomia dall'hardware, tuttavia richiedono una qualche integrazione con le soluzioni esistenti per funzionare in modo efficiente. Questa soluzione è predefinita e comprende un'interfaccia utente basata sul Web per il provisioning self-service delle risorse con autorizzazioni basate sui ruoli che offrono agli amministratori del cloud la possibilità di assegnare diversi diritti utente e di definire limiti di capacità.

Gli ambienti risultanti sono più potenti e più in linea con gli obiettivi IT nel lungo periodo e, aspetto ancora più importante, la possibilità di ricevere assistenza vi consente di destinare la vostra risorsa più preziosa, il vostro personale IT, allo svolgimento di attività orientate alla mission e/o al business. Seguono alcuni modi comuni per sfruttare la competenza esistente in materia di cloud:

• Soluzioni hardware/software preintegrate. Comunemente definite soluzioni “cloud-in-a-box”, questi pacchetti hardware/software sono preintegrati e ottimizzati per gli ambienti private cloud. Se siete un'organizzazione che intende investire in significativi aggiornamenti dell'infrastruttura in particolare per un private cloud, considerate l'utilizzo di questi tipi di soluzioni anziché creare una soluzione internamente.

• Servizi di consulenza per la creazione e/o la gestione. Quando si tratta di creare un ambiente private cloud, si incontrano problemi lungo il cammino anche se si utilizza una soluzione software o software/hardware. L'integrazione e la gestione possono richiedere competenze che il vostro personale non possiede. Quando collaborano con società di consulenza, le aziende possono sperimentare una percentuale di successo maggiore e avvalersi di persone competenti che non devono assumere nel lungo periodo.

• Servizi di consulenza orientati alla strategia e al processo. La maggior parte delle aziende si accanisce con la struttura e la strategia organizzativa anziché individuare i componenti dell'infrastruttura o una nuova tecnologia. Sono diverse le agenzie di consulenza che si occupano di aiutare le aziende a sviluppare una strategia del cloud solida che prenda in considerazione eventuali modifiche alla struttura organizzativa e al processo che sono necessarie per l’implementazione e la gestione di un ambiente private cloud.

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• Programmi di formazione e certificazioni. Oltre ai servizi di consulenza, al software e all'hardware, il vostro team può acquisire valore effettivo dai programmi di formazione e dei certificazione. Molti team IT sfruttano l'esperienza reale, la sperimentazione del cloud pubblico e i programmi di formazione per accrescere le proprie competenze sul cloud sufficientemente da fornire il supporto e/o creare un ambiente private cloud. Sono disponibili diversi programmi di certificazione attraverso i fornitori, la sponsorizzazione dei fornitori e/o corsi universitari che consentiranno al vostro team del cloud di partire con il piede giusto. Si tratta di un investimento importante per risparmiare sostanziali ore-uomo dell'azienda, che offre al tempo stesso preziose competenze immediate al vostro team responsabile del cloud.

CONCLUSIONI PRINCIPALI: MASSIMIZZATE I VANTAGGI DEL PRIVATE CLOUD CON L'INTEGRAZIONE DI TUTTE LE FUNZIONALITÀ ESSENZIALI

Siete ancora in tempo per creare una strategia efficace: quindi assicuratevi tutte le funzionalità. Ciò che viene detto sull'adozione del private cloud durante le conferenze spesso non rappresenta una visione completa di come procedono effettivamente le aziende oggi: infatti, i private cloud veri e propri sono pochi e rari. Se intendete sfruttare il cloud per l'agilità o se cercare di offrire un'alternativa al cloud pubblico, abbiamo rilevato che coloro che hanno implementato tutte le funzionalità essenziali hanno avuto risultati di gran lunga migliori. Anziché affrettarvi nell'investimento per un private cloud, assicuratevi di seguire la procedura corretta, di implementarla nel modo giusto al primo tentativo e di definire le aspettative adeguate. Mentre vi accingete a intraprendere questo viaggio, tenete bene presenti queste tre procedure ottimali:

1. In fin dei conti. . . è solo il vostro cliente che conta. Se c'è un principio da cogliere in questo report è che l'azienda deve assumere il controllo. È passata dall'accettazione di quello veniva offerto alla ricerca di opzioni migliori e all'ottimizzazione del tempo e della produttività. Il nuovo ruolo del team IT non è più tanto quello di fare in modo che tutto funzioni regolarmente quanto quello di assicurare un'esperienza migliore e semplificata all'utente finale. Ciò implica il ricorso all'automazione e all'outsourcing per ridurre questo carico di lavoro esistente in modo da concentrarsi sulle attività più cruciali per l'azienda ed avvicinarsi di più ai generatori di entrate. Il cloud è un'ottima opportunità per iniziare questo viaggio e il suo successo dipende fortemente dalla vostra capacità di realizzarlo: quindi, iniziate la conversazione oggi stesso.

2. Non dimenticate: siete un service provider. Molti amministratori responsabili dell’implementazione di private cloud provengono da team IT aziendali tradizionali e svolgono il ruolo di guardiani: rispondono alle esigenze dell'azienda ponendosi come obiettivo principale quello di proteggere l'azienda da se stessa attraverso regole, restrizioni e strumenti conformi alle direttive IT. Ma questa strategia non è più efficace. L'azienda ha già iniziato a eludere queste regole e, per la prima volta, il team IT deve “competere per i clienti”. Se l'obiettivo è la riduzione dell'uso non autorizzato del cloud pubblico o il potenziamento dell'azienda con un'infrastruttura agile, dovrete iniziare a comportarvi come un provider di cloud e adattarvi al modo in cui l'azienda desidera utilizzare i servizi IT. Ciò significa che dovrete incoraggiare i vostri clienti a utilizzare una soluzione di private cloud anziché il cloud pubblico e confrontare costantemente la vostra soluzione con questa alternativa.

3. Ma questo non implica che dovete reinventare la ruota. Il fatto che ora siate un provider di servizi non significa che dobbiate creare una soluzione personalizzata da zero. Esistono svariati strumenti, servizi, programmi, certificazioni e integratori con esperienza nel cloud che sono in grado di aiutare il vostro team IT ad arrivare al cloud più rapidamente, pertanto potrete concentrarvi sugli aspetti organizzativi e strategici di questa implementazione, che sono estremamente più complessi.

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Appendice A: Metodologia e dati demografici del sondaggio

In questo studio Forrester ha condotto un sondaggio online tra 265 organizzazioni con 500 o più dipendenti negli Stati Uniti (105), in Canada (27), Gran Bretagna (36), Germania (35), Francia (35) e Australia (27), per valutare l'utilizzo attuale della virtualizzazione e del cloud pubblico. Tra i partecipanti al sondaggio erano inclusi decision-maker con responsabilità/influenza sulle decisioni relative al cloud nella loro organizzazione (CIO, vicepresidente infrastruttura, architetto del cloud, architetto dell'infrastruttura e vicepresidente dell'IT) che hanno riferito l'utilizzo attuale del private cloud. Le domande poste ai partecipanti vertevano sui seguenti argomenti: funzionalità dell'ambiente, ostacoli e rischi associati al passaggio al private cloud, giustificazioni dell'investimento, principali vantaggi riscontrati ed effetto dell'ambiente sui rapporti tra azienda/team IT. Lo studio è stato condotto nel marzo 2012.

Figura A1 Suddivisione degli intervistati per settore

Base: 265 decision-maker IT

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

Figura A2 Livello di esperienza nell'utilizzo del private cloud

Base: 265 decision-maker IT

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

“Quale delle definizioni seguenti descrive meglio il vostro settore?”

6%

4%

4%

7%

10%

11%

15%

18%

24%

Altro, specificare

Multimediale, intrattenimento e svago

Trasporti e logistica

Commercio all'ingrosso e al dettaglio

Settore pubblico (amministrazione, ecc.)

Pubblico servizio e telecomunicazioni

Servizi commerciali/professionali

Industria

Servizi finanziari e assicurativi

“Qual è il livello di esperienza dell'azienda con il private cloud?”

16%

18%

32%

33%

Utilizza il private cloud per attività di sviluppo e produzione da meno di 6 mesi

Utilizza il private cloud ma SOLO per attività di test e sviluppo

Utilizza il private cloud per attività di sviluppo e produzione da oltre 12 mesi

Utilizza il private cloud per attività di sviluppo e produzione da 6-12 mesi

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Figura A3 Suddivisione degli intervistati per dimensioni aziendali e area geografica

Base: 265 decision-maker IT

Fonte: studio commissionato condotto da Forrester Consulting per conto di NetApp, marzo 2012

Appendice B: Materiale supplementare

Ricerche Forrester correlate “Panoramica del mercato: soluzioni di private cloud, secondo trimestre 2011”, Forrester Research, Inc., 17 maggio 2011

“Le aziende che creano i private cloud si concentrano sull'infrastruttura ma non sulle operazioni”, Forrester Research, Inc., 23 novembre 2010

“Non siete pronti per il cloud interno”, Forrester Research, Inc., 26 luglio 2010

“Qual è il numero indicativo di persone che lavorano per la vostra azienda nel mondo, incluse filiali e sedi (esclusi i dipendenti stagionali o quelli temporanei)?”

11%

11%

19%

29%

31%

Da 500 a 999

Da 20.000 a 50.000

Oltre 50.000

Da 5.000 a 19.999

Da 1.000 a 4.999

“In quale paese ha sede la vostra azienda?”

10%

10%

13%

13%

14%

40%

Canada

Australia

Germania

Francia

Regno Unito

Stati Uniti

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Appendice C: Note finali

1 Forrester ha verificato se una serie di funzionalità cloud essenziali veniva adottata in misura maggiore da soluzioni contenenti soluzioni pre-progettate o soluzioni cloud create dal team IT. Il cinquantanove per cento delle soluzioni pre-progettate presentava metodi di provisioning e processi completamente automatizzati rispetto al 47% delle soluzioni cloud create dai team IT che sosteneva l'automazione dei complementi. Analogamente, è stato riscontrato un accesso self-service per gli utenti aziendali nel 53% delle soluzioni pre-progettate rispetto al 39% delle soluzioni create dal team IT. In termini di chargeback, il 45% delle soluzioni pre-progettate aveva già adottato il chargeback contro il 36% delle soluzioni create dal team IT.

2 Forrester ha chiesto agli intervistati di indicare quali sono attualmente i tre principali problemi con il cloud e ha confrontato le differenze tra i tipi di soluzione adottati. Abbiamo rilevato che l'integrazione costituiva a tutti i livelli il problema più importante, indipendentemente dal tipo di soluzione, per il 41% delle soluzioni pre-progettate, per il 37% delle soluzioni personalizzate create da provider di servizi o consulenti e per il 42% delle soluzioni create dal team IT.

3 Per questo segmento di risposte, Forrester ha suddiviso gli intervistati considerando quelli che disponevano delle funzioni principali necessarie per ottenere un private cloud. Coloro in possesso di "tutte le funzioni" hanno risposto di avere implementato le seguenti funzionalità di gestione della virtualizzazione dei server: monitoraggio dell'utilizzo delle risorse cloud per account/utente, automazione basata su policy per il deployment e la gestione di un ambiente private cloud e un portale self-service per utenti finali quali sviluppatori per implementare, gestire e rimuovere macchine virtuali. Coloro che non hanno implementato tutti i componenti sono stati classificati come carenti in funzioni essenziali.

4 Soltanto il 14% degli 804 decision-maker IT nordamericani ed europei che utilizzano la virtualizzazione dei server x86 (provenienti da svariate aziende di tutti i settori e intervistati in occasione del nostro sondaggio di previsione sull'uso dell'hardware, terzo trimestre 2011) ha dichiarato di avere implementato il chargeback. Fonte: sondaggio di previsione sull'uso dell'hardware, terzo trimestre 2011, Forrester Research, Inc.

5 Forrester ha esaminato i vantaggi effettivamente sperimentati da coloro che hanno adottato diversi tipi di soluzioni e ha rilevato che chi ha utilizzato una soluzione pre-progettata ha riferito di avere ottenuto più vantaggi di quelli previsti nella riduzione dell'uso non autorizzato del cloud. Anche il quarantasette per cento di coloro che utilizzano un provider di servizi o un consulente esterno per la creazione di questo ambiente ha osservato una riduzione maggiore del previsto nell'uso non autorizzato del cloud pubblico. Questo vantaggio è stato riportato da appena il 21% di coloro che hanno creato internamente il proprio cloud.

6 Forrester ha rilevato che coloro che utilizzano una soluzione preintegrata si sono avvicinati più di tutti gli altri a un ambiente cloud vero e proprio. Ciò è risultato evidente da diversi questionari a campi incrociati compilati. Seguono alcuni esempi: 1) Una maggiore percentuale di soluzioni preintegrate (59%) ha implementato l'automazione rispetto a quelle create internamente (47%); 2) una maggiore percentuale di soluzioni preintegrate (53%) ha implementato un portale self-service rispetto a quelle create internamente (39%); 3) una maggiore percentuale di soluzioni preintegrate (45%) ha implementato il chargeback rispetto a quelle create internamente (36%); 4) coloro che utilizzano una soluzione preintegrata (44%) hanno riferito di avere investito nel private cloud in parte per dare maggiore potere agli utenti rispetto a chi utilizza un provider di servizi esterno per creare la soluzione (29%) e chi ne affida la creazione al proprio team IT (31%); 5) coloro che utilizzano una soluzione preintegrata (44%) hanno riferito più vantaggi di quelli previsti nella riduzione dell'uso non autorizzato del cloud pubblico (4 o 5 segnalati) contro il 37% di chi utilizza la soluzione creata da un provider di servizi esterno e il 21% di chi la crea internamente.