CLIMA. Se le Alpi diventano Appennini - CAILUOGHI DEL CUORE SS Trinità di Teregua 13 RASSEGNE...

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ISSN 1590-7716 NOTIZIARIO MENSILE NOVEMBRE 2007 Un momento della giornata in malga del piccolo Gianni e di nonno Gioachin (foto di Riccardo Vellata). L’impegno è severo, le norme immutabili. Nell’epoca della globalizzazione saliamo a visitare quel loro piccolo mondo antico CLIMA. Se le Alpi diventano Appennini Numero 11 - Novembre 2007 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone

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ISSN 1590-7716

NOTIZIARIO MENSILE NOVEMBRE 2007

Un momento dellagiornata in malga del piccolo Gianni e di nonno Gioachin(foto di RiccardoVellata).

L’impegno è severo, le norme immutabili. Nell’epoca della globalizzazione saliamo a visitarequel loro piccolo mondo antico

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Il paesaggio dell’abbandono nelle Prealpi trevigiane orientalidi Ugo Mattana. Sezione di Vittorio Venetodel CAI. Cierre edizioni, 142 pag, 15 euro.

Il libro è frutto di una ricerca realizzata dalGruppo di lavoro per lo studio dei segni del-l’uomo nelle terre alte con il contributo finan-ziario dell’Istituto nazionale di ricerca inmontagna e con fondi dell’Università diPadova. Diviso in due parti, con una postfa-zione del poeta e studioso Andrea Zanzotto,analizza il fenomeno dell’abbandono conparticolare riguardo alle pratiche agrosilvopa-storali. Gruppi di lavoro sezionali o singolisoci hanno indagato le diverse condizioni diabbandono, impegnandosi in un censimentooneroso sia per la quantità dei segni capil-larmente disseminati (per esempio i cumulidi spietramento realizzati dai pastori perottenere nuovi pascoli), sia per la loro clas-sificazione che rimanda all’archeologia,all’artigianato, all’architettura, alla vegetazio-ne e così via. La Sezione di Vittorio Venetoin particolare ha curato il censimento siste-matico del versante meridionale del ColVisentin. “La registrazione dei dati materia-li”, spiega il presidente generale del CAIAnnibale Salsa nella presentazione, “è statacondotta attraverso una capillare frequenta-zione del territorio. L’utilizzo di fonti docu-mentali non ha peraltro trascurato la raccol-

ta di etnotesti, ovvero di testimonianze aper-te portate da informatori attraverso l’impiegodell’idioma locale, secondo linee consolidatedi ricerca etnografica”. Il curatore di questofondamentale volume, Ugo Mattana, operapresso il Dipartimento di geografiadell’Università di Padova. La realizzazione ela distribuzione sono affidate a Cierre edizio-ni di Caselle di Sommacampagna (VR), tel045.8581572, email: [email protected] -www.cierrenet.it

L’accompagnamento in ambiente innevato Dispensa didattica a cura dellaCommissione regionale escursionismo -Gruppo regionale Trentino Alto Adige CAISAT. Può essere richiesta da sezioni o sociinteressati alla segreteria SAT (tel.0461.981871) al prezzo di 5 euro.

Di fronte alla rapidissima crescita dell’escur-sionismo invernale la Commissione centraleper l’escursionismo ha individuato già allafine degli anni ‘90 nell’accompagnatore diescursionismo (AE) la figura titolata che conun’opportuna preparazione può farsi caricodell’accompagnamento sociale in unambiente innevato, quindi con l’utilizzo delleracchette. Va dato merito alla Commissioneregionale escursionismo del Trentino AltoAdige di aver definito la regolamentazione e icontenuti formativi più idonei per gli accom-pagnatori intenzionati a intraprendere anchequesto tipo di accompagnamento. Dal 2003gli accompagnatori di escursionismo posso-

no seguire i corsi di specializzazione EAI(escursionismo in ambiente innevato) con lacollaborazione dei tecnici del Servizio valan-ghe italiano del CAI. I principali contenuti for-mativi vengono ora raccolti in questa dispen-sa ideata e curata da Luigi Cavallaro con lacollaborazione degli AEI e pubblicata dallaCommissione regionale escursionismo -Gruppo regionale Trentino Alto Adige CAISAT: dagli strumenti (le racchette da neve)alle nozioni su valanghe e manto nevoso,dagli errori dovuti a preconcetti assai comunie all’oriigine di incidenti, ai temi della pre-venzione e della corretta gestione di unaescursione in ambiente innevato, dai mate-riali, all’autosoccorso con l’apparecchio diricerca per sepolti Arva, sonda e pala, altema della responsabilità.

Farindola. Ambiente, storia, turismoCon il contributo della Sezione di Farindola (PE) / Gruppo regionaleAbruzzo, 96 pagine.Una “piccola opera” viene definito il librettodal presidente della sezione (via San Rocco21, 56010 Fartindola, email:[email protected]) Daniele Borgheggiani,ma l’ambizione è grande: far conoscere aisoci del CAI questo pittoresco territorio e altempo stesso promuovere il lavoro che lasezione ha svolto in un ambiente cheRoberto De Martin nella presentazione defi-nisce “unosplendido avam-posto verso l’al-topiano che dàrespiro al GranSasso e i suoibaluardi”. Nonmancano, in unaveste grafica par-ticolarmenteattraente, diversiitinerari escursio-nistici, un detta-glio delle paretid’arrampicata e,dulcis in fundo,un elenco di bar,trattorie e risto-ranti dove gusta-re le specialitàlocali. Il volumet-to è dedicato aGabriele Ciuffiche fu tra i cura-tori della prima edizione, scomparso duranteun’impegnativa missione del Soccorso alpi-no di cui ha fatto parte. ■

CAI, si stampi!Saggi, manuali e guide

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 3

Fondato nel 1931 - Numero 11 - Novembre 2007

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Chiappin, Onofrio Di Gennaro, Luca Frezzini, Cecilia Genisio, Umberto Giannini,

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Vittorio Pacati, Elio Protto, Francesco Riccaboni, Francesco Romussi, Enrico

Sala, Luigi Trentini, Sergio Viatori.

Revisori nazionali dei conti: Giovanni Polloniato (presidente), Oreste Malatesta (in rappresentanza del

Ministero del Tesoro), Mirella Zanetti, Alberto Cerruti (supplente)

Probiviri nazionali: Carlo Ancona, Silvio Beorchia, Giorgio Carattoni, Tino

Palestra, Vincenzo Scarnati

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin, Giacomo Priotto

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

Unione Internazionale

delle Associazioni

Alpinistiche

Associazione

dei Club Alpini

delle Alpi

SOMMARIO In questo numero

4 CLIMALe tesi di Moena

Se le Alpi diventano Appenninidi Claudio Smiragliae Guglielmina Diolaiuti

6 TESTIMONIANZE

Tra i pastori della Val Tuppadi Riccardo Vellata

8 STRATEGIEIl progetto “CAI Scuola”

10 SENTIERI

Il “Frassati” della Basilicata Interventi di Luciano Caprile e Annibale Salsa

11 RIFUGI E SAPORIOrobie, il lungo assaggio

12 COOPERAZIONEIl sogno afgano continua di Carlo Alberto Pinelli

LUOGHI DEL CUORESS Trinità di Teregua

13 RASSEGNELessinia, paradiso del cinemadi Lorenzo Revojera

14 TURISMO ALPINOIl Piccolo Cervino high techdi Paolo Paci

18 SENIORESIl convegno al Palamonti

SCI ESCURSIONISMOMemorandum per gli istruttori

19 SOCIETÀSpaesamento e disagio esistenziale nelle Alpi

20 MEDICINANordic walking, pregi e difetti di Adriano Rinaldi

Montagnaterapia di Sandro Carpineta

22 CRONACHEZapparoli, nuovo misterodi Teresio Valsesia

23 CONTRIBUTIAlpinismo over 18di Claudio Mitri

Rifugi, il servizio telefonico

27 ESPERIENZEConcatenamenti che passione

RUBRICHE

2 CAI, SI STAMPI!8 RIFUGI & BIVACCHI16 FILO DIRETTO24 VETRINA26 NEWS DALLE AZIENDE28 PAGINE SCELTE 29 QUI CAI 34 VITA DELLE SEZIONI38 LA POSTA DELLO SCARPONE38 BACHECA39 PICCOLI ANNUNCI

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“Montagna e cambiamenti climatici” èstato il tema del 113° congresso SAT chesi è svolto a Moena (Trento) dal 1 al 7ottobre, con la partecipazione del presi-dente generale, di Miranda Bacchianiresponsabile della Commissione centraleper la tutela dell’ambiente montano e delmeteorologo Luca Lombroso.

Duplice è, secondo il presidente dellaSocietà Alpinisti Tridentini FrancoGiacomoni, l’intenzione da cui sono sca-turite le testi di Moena di cui proponiamoin queste pagine una prima stesura.

Da un lato s’intende promuovere unconfronto tra club alpinistici per scam-biarsi dati sul fenomeno delle emergenzeclimatiche, per presentare le esperienzenei propri territori e comunicare le inizia-tive intraprese per mitigare l’impattodelle attività umane sull’atmosfera; dal-l’altro cercare di elaborare una sorta didecalogo nel quale i club alpinistici chie-dono la massima attenzione sull’argo-mento alle autorità politiche e ammini-strative, propongono interventi e s’impe-gnano a promuovere consapevolezza ecomportamenti corretti tra i propri soci.

LE TESI DI MOENA

I club alpinistici riuniti a Moena inoccasione del congresso annuale dellaSAT per cercare di fornire conoscenza,strumenti di comprensione, sensibilizza-re fino a costruire insieme protocolli diintenti che nascono dal basso, nellenostre comunità, nei nostri club alpini-stici, cercando di coinvolgere uomini discienza e amministratori capaci di ascol-tare, condividere e poi costruire le giustesoluzioni insieme ai cittadini,

consci

in quanto soci CAI dei doveri che deri-vano dall’aver accettato l’articolo 1 dellostatuto,

convinti

che le Alpi siano da sempre un labora-torio decisivo per sperimentare ed appli-care le buone pratiche;

sollecitano

l’Unione europea, gli organi della

Convenzione delle Alpi, tutti gli Statialpini, le regioni, gli altri enti statali enon statali, a intensificare gli sforzi indifesa del clima in modo da ridurre l’ef-fetto serra e a sviluppare strategie soste-nibili per prepararsi ad affrontare le cre-scenti conseguenze del cambiamentodel clima;

richiedono

l’attuazione a livello mondiale dellaConvenzione quadro sui cambiamenticlimatici e del protollo di Kyoto comepure la definizione di rigorosi obiettivi diriduzione dei gas serra per il periodosuccessivo al 2012;

auspicano

la necessaria e non rinviabile stabiliz-zazione delle concentrazioni di gas serranell’atmosfera a livelli che impediscanoun pericoloso turbamento del clima, inmodo da limitare al massimo l’innalza-mento della temperatura globale dellaterra nei prossimi decenni;

insistono

perché, per l’arco alpino, si sviluppinoidonee strategie di intervento e attività diadattamento alle conseguenze derivantidai cambiamenti climatici, che sianoindirizzate anche sui singoli settori e ten-gano conto in modo particolare dellecaratteristiche, esigenze e capacità diadeguamento delle regioni;

chiedono

che la comunità compia tutti gli sforzinecessari per promuovere e coordinareiniziative internazionali di ricerca checonsentano una migliore comprensionedegli effetti del cambiamento climaticonel territorio alpino, comprendendo lafunzionalità delle foreste alpine, l’usodel suolo, la disponibilità di acqua, alfine di definire e attuare efficaci strate-gie di adattamento prevedendo anche laloro trasferibilità ad altre regioni mon-tane del mondo con problematichesimili;

si impegnano

attraverso le rispettive organizzazionie i propri soci per la promozione dicomportamenti responsabili e l’attua-zione di buone pratiche. ■

CLIMA Se le Alpi diventano Appennini

Le previsioni: perdita di superficie e di spessore dei ghiacciaialpini superiore al 90% entro il 2100. In un documento la SAT invita i soci a osservare un comportamento ecocompatibile

Quali sono le prospettive dellemeraviglie naturali che piùstanno a cuore a noiappassionati di montagna? Chene sarà dei ghiacciai delle Alpi?È vero che per le prossimegenerazioni l’immagine delle Alpiavrà caratteristicheappenniniche, causate dallatotale mancanza di ghiacciai edall’esiguità dei corsi d’acqua? Èmotivato quanto è stato riportatodai giornali in settembre e cioèche nel 2050 non si troverà piùalcun ghiaccio sotto i 3.550 m?Alla Conferenza nazionale suicambiamenti climatici, a cui erapresente il Club Alpino Italiano, ilministro dell’Ambiente ha riferitoche “le piogge diminuiscono (14giorni di pioggia in meno durantel’anno al sud), gli episodi disiccità si moltiplicano, ladesertificazione sta diventandoun problema non solo per laSicilia, ma anche per la PianuraPadana”. Secondo gli esperti laperdita di superficie e dispessore dei ghiacciai alpini saràentro il 2025 del 50% rispetto a quello del 1980 ed entro il2100 superiore al 90%. Mentrela Società Alpinisti Tridentini con le Tesi di Moena propone unprogetto sui cambiamenticlimatici che impegna i soci inuna serie di “buone pratiche”, Lo Scarpone ha chiesto aglistudiosi Claudio Smiraglia eGugliemina Diolaiuti del Comitatoglaciologico italiano di fare il punto su una situazionetutt’altro che rosea.

Sale la febbre, quali rimedi

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Da così ...a così?

Un destino segnato?I

dati che vengono raccolti annual-mente dal Comitato GlaciologicoItaliano (con la collaborazione dialtre numerose strutture come il

Servizio glaciologico lombardo, ilComitato glaciologico della SAT, ilComitato glaciologico CAI-Alto Adige, laCabina di regia dei ghiacciai valdostani,la Società meteorologica taliana) offro-no un quadro sempre più allarmantesullo stato di salute dei nostri ghiacciai.Nel 2006 su 178 ghiacciai misurati, 3risultavano stabili e tutti gli altri in arre-tramento con valori anche di decine dimetri (-46 per la Vedretta Lunga, -53 perla Forcola, -37 per lo Scalino, -30 per ilLys, -28 per i Forni). Se si utilizzano leserie storiche, che risalgono a oltre unsecolo fa, come quella del Lys sul MonteRosa o dei Forni, si osservano riduzionidi lunghezza superiori a 1,5 km, conun’accentuazione a partire dal 2003 (peril Lys -9 m di media annua fino al 2002;dal 2003 ad oggi -30 m all’anno). Anchele misure di bilancio di massa, cioè levariazioni annuali di spessore, confer-mano questa evoluzione.

La serie storica più lunga è quella delCareser nell’Ortles-Cevedale che inizianel 1967; in 40 anni il ghiacciaio ha persouno spessore medio di 36 m. Un’altralunga serie è quella della Sforzellina,sempre nel gruppo dell’Ortles-Cevedale,che in 20 anni ha perso circa 20 m dispessore. Quello della Sforzellina è un

piccolo ghiacciaio di circo che perestensione (meno di 1 kmq) ben rappre-senta il ghiacciaio medio delle Alpi ita-liane. Con uno spessore medio di unatrentina di metri e una riduzione annuadi 1 m, se le tendenze climatiche nonmuteranno, il suo tempo di sopravvi-venza è facilmente ipotizzabile.

Al di là dei numeri, basta percorrerel’alta montagna per osservare variazionirapide del paesaggio glaciale che richia-mano alla mente un vero e proprio “col-lasso” della criosfera alpina: estinzionedi molti ghiacciai di piccole dimensioni;frammentazione dei ghiacciai più gran-di che vedono la separazione dei lorobacini collettori dalla lingua valliva (adesempio la Brenva sul Monte Bianco, ilLys sul Monte Rosa, il Fellaria sulBernina); arretramenti annuali di deci-ne e decine di metri con collassi di inte-re porzioni del loro settore inferiore;emersione di grandi aree rocciose cheinterrompono le superfici glaciali; for-mazione di numerosi ed effimeri laghidi contatto glaciale; incremento dellacopertura detritica superficiale conrapida trasformazione dai classici econosciuti ghiacciai “bianchi” ai ghiac-ciai “neri”; limite delle nevi sempre piùelevato.

Il futuro dei ghiacciai italiani e deighiacciai alpini (ma il discorso si puòestendere ben oltre il nostro continen-te) secondo i vari scenari appare quindi

segnato. Nell’ipotesi di un ulterioreincremento medio della temperatura di2°C, entro il 2060 si avrà una riduzioneareale del 60-70% rispetto alle dimensio-ni attuali, con una riduzione del 90%entro il 2100.

Tenendo conto della limitata estensio-ne media dei ghiacciai italiani (inferiorea 1 kmq) e del loro limitato spessore(20-30 m), nonché della prevalente sfa-vorevole esposizione meridionale, illoro destino appare inevitabile. In pochidecenni si estingueranno i piccoli ghiac-ciai situati al di sotto dei 3500 m, men-tre i grandi ghiacciai situati sulle mon-tagne più elevate (Monte Bianco, MonteRosa, Bernina, Ortles-Cevedale) perde-ranno le loro lingue vallive e si trasfor-meranno in ghiacciai di circo. Questosettore della catena alpina offrirà quindiun paesaggio simile a quello degli attua-li Pirenei. Ancora pochi decenni e il gla-cialismo sarà estinto, sopravviverà soloqualche piccola lente di ghiaccio fossilecoperta da detrito. Le Alpi sarannodiventate come gli attuali Appennini...

Claudio Smiraglia

Università di Milano

Comitato Glaciologico Italiano

CAI-Corsico

Guglielmina Diolaiuti

Università di Milano,

Comitato Glaciologico Italiano

CAI-Bormio

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La Val Tuppa straripa di vegetazio-ne, verdi prati, fiori, profumi, colo-ri e trasmette ancora l’idea di unamontagna incontaminata. Si trova

al di sopra di Rassa, dove termina la stra-da che nei pressi di Campertogno sistacca dalla statale della Valsesia (VC): siprende il sentiero che porta all’AlpeScarpia, dapprima addentrandosi in unbosco fitto, verde intenso, inebriante diprofumi. Poi il tracciato sale sempre piùripido per scollinare in altre due vallate,la Val Gronda e la Valle delle Giare.Sassolenda è un piccolo alpeggio che sitrova nel mezzo di questo sentiero acirca 1910 m.

Sono le 6 del mattino e SilvanoGuglielmina è già lì ad accogliermi. Tuttoè avvolto da una magica penombra.

Silvano si è messo il suo vestito da lavo-ro sbiadito dal tempo. In capo ha un ber-retto di feltro grigio, ai piedi stivali verdescuro. La prima cosa da fare al mattino,ancor prima di svegliarsi del tutto e far lacolazione, è la mungitura iniziando dallevacche per poi passare alle capre. Nellaprima stalla dove entriamo di vacche neconto sei. Per entrare bisogna abbassareun po’ la testa e una volta dentro l’am-biente è scuro e stretto.

Silvano si fa strada fra le prime due cheostruiscono la porta.

Il pavimento è ricoperto dal letame,solo pochi spazi sembrano più agibili,ma per lui nessun problema: calza gli sti-vali che poi laverà diligentemente. Mi facomunque notare che questo è un lavorosporco e senza tregua, lo si fa dal 1° gen-naio al 31 dicembre senza interruzioni.

La stalla è così piccola che le vacchenon possono nemmeno girarsi e Silvanopigiato tra l’una e l’altra inizia la mungi-tura. Le vacche vanno munte con unamungitrice automatica. Ed ecco che il

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TESTIMONIANZE Lassù tra gli ultimi

Una vita da malgaro

“Il piccolo Gianni ha negli occhi la stessa passione per la montagna e per le bestie di nonno Gioachin e del padreSilvano”, racconta Riccardo Vellata in questo breve incontro

Tra i pascoli gli impegni severidella quotidianità sono regolati,anche per i pastori della Val Tuppa(VC), da norme immutabili. Ne hacolto alcuni interessanti aspettiRiccardo Vellata, vincitore nel2004 del contest fotografico perla pubblicità del Monterosa Ski:chiaramente un grandeappassionato di montagna e difotografia, iscritto al CAI daquando aveva 8 anni (ora ne ha29) presso la Sezione di Grignasco(NO). Le sue immagini in copertinae in queste pagine, la sua prosa“in presa diretta” rappresentanotestimonianze di un mondo daconsiderare “a parte”, eppureancora vivo e vitale. Forse, dati itempi, si tratta di un “mondo deivinti” alla rovescia rispetto aquello descritto da Nuto Revelli inun celebre libro: dove i verivincitori sembrerebbero proprioquesti pastori che ostinatamente,tenacemente si rifiutano diabbandonare la montagna e cosìfacendo realizzano un esemplareprogetto di vita.

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pastore con la sua maestria massaggia lemammelle per far uscire un po’ di latte,ma soprattutto perché la mucca nonsenta male quando la macchina attacche-rà a pompare. Così piano piano arriva laprima goccia di oro bianco, il latte cheservirà per fare il burro, il formaggio edare sostentamento a chi sopravvivequassù.

Quando tutte le mucche sono statemunte, fa la sua comparsa il primo dellagenerazione Guglielmina, Gioachin ilpadre di Silvano, seguito dal figlio Gianni,l’ultimo, un bambino di circa otto anni. Siè appena svegliato ed è corso giù nellestalle per controllare e mungere le suecapre. Gianni sente già “sua” la baita e hanegli occhi la stessa passione per la mon-tagna e per le bestie di nonno Gioachin,76 anni, e del padre Silvano.

Ora i Guglielmina sono tutti in fila nellapiccola stalla dove una ventina di capresono ordinatamente disposte: dieci dauna parte e dieci dall’altra con in mezzoun unico corridoio dove defluisconopiscio e letame che viene pulito ognisera. Sono lì tutti e tre che mungono, que-sta volta con le mani, ed è tutto un lavo-ro di grande coordinazione.

Come dice Gioachin “è un lavoro dinervi”. Le mani accarezzano, tastano,stringono le mammelle fino a far uscirel’ultima goccia di latte.

Rifletto che queste mani ormai usuratedal tempo e stanche lasciano spazio viavia a quelle più piccole, più giovani, ener-giche. Gli occhi esperti scrutano i gestidel più piccolo e con dolci parole tra-smettono esperienza e segreti avvolti datenere risate.

Ora il latte è stato munto ed è diviso indiverse pentole per formare il caglio.Finalmente è l’ora del caffè (guardo l’o-rologio: sono passati esattamente 1 ora e40 minuti da quando sono arrivato).Andiamo su nella baita dove mi accoglieLidia, la moglie di Gioachin, dandomi uncordiale benvenuto con una tazza bollen-te di caffè. Ognuno si siede al suo posto,sul tavolo c’è il burro fresco, biscotti, zuc-chero e la grappa che mi viene offerta(sono le 8 di mattina). Dopo aver fattocolazione e aver parlato della giornata sitorna al lavoro dove ancora una volta cisarà tutta la generazione Guglielmina alcompleto, dal nonno al figlio al nipote:c’è chi fa il burro con la zangola, chi

miscela il latte nei calderoni sul fuoco echi fa le formine dei primi formaggi. Ilburro miscelato con la zangola, un reci-piente di legno antico con all’interno unpistone di legno, verrà portato a Lidia checon grande cura farà gli stampi con laclassica stella alpina, da vendere sabatoin paese, e sarà Silvano a recarsi dai suoiclienti affezionati.

Sono già trascorse quattro ore dal mioarrivo, è il momento di congedarsi.Silvano con Gianni saliranno fino al lagodove ci sono altre mucche al pascolo da

controllare e Gioachin e Lidia resterannonella baita. Non faccio in tempo a incam-minarmi che Silvano a gran voce mi chia-ma: non posso andar via senza lasciare unpensiero sul loro quaderno dei viandanti.

Penso a chi mai giù in città interessacustodire i pensieri degli ospiti?

D’improvviso squilla il cellulare e subitomi viene in mente la frenesia della miavita cittadina. Ci vuole così poco per rom-pere l’incantesimo.

Testo e foto di

Riccardo Vellata

L’attenzione per le malghe e la lorosopravvivenza è una costante diprogetti, incontri, dibattiti, rasse-gne. “Museo dell’alpeggio” è il tema

di un progetto Interreg III Italia -Svizzera: obiettivo la creazione di unsistema culturale dedicato alla diffusio-ne delle conoscenze degli alpeggi. Fra itanti, va segnalato un progetto pilota divalorizzazione multifunzionale di unalpeggio appoggiato dalla Sezione diBergamo del CAI. Riguarda la Valcanale(Comune di Ardesio, alta valle Seriana)dove l’Alpe Neel è stata recentementeripristinata e resa funzionale per attivitàdi educazione ambientale.

Di diverso tipo è la proposta dell’alpeg-gio più grande d’Europa, l’Alpe di Siusi(BZ): il consorzio turistico invita “arespirare a pieni polmoni l’aria fresca diluoghi percorsi per secoli da contadini eallevatori” e suggerisce a sostare nellemalghe per per una “sosta golosa”.

Decisamente più interessante la propo-sta turistica legata agli alpeggi del ParcoVeglia e Devero, nell’Ossola, dove il turi-sta può accostarsi alla vita dei malgari inun ambiente non del tutto condizionatoda un turismo onnipresente e invasivo.Tra le proposte ai visitatori, la partecipa-zione alla transumanza e perfino, direcente, l’adozione di una mucca.Profumo di stalla anche in Val Pelline(Aosta) dove alla fine di settembre sisvolge la “Dézarpa a Doues”, tradiziona-le ritorno a valle delle mandrie salite aipascoli alti: una manifestazione aperta alpubblico grazie all’Amministrazione ealla Biblioteca Comunali di Doues.

Sullo schermo il mondo degli alpeggiha trovato recentemente riscontro infilm premiati in varie rassegne interna-zionali. “Marghè marghìer”, realizzato daSandro Gastinelli e Marzia Pellegrino susoggetto di Osvaldo Bellino e Paolo

Viano, è un viaggio nel mondo margarodelle valli cuneesi, un’indagine sul lavoroe la vita dei cow-boy delle Alpi. “AlèBigia alè”, prodotto da Rai Trento per laregia di Ugo Slomp, ci conduce alla sco-perta di un singolare malgaro “malato dimontagna” delle valli Giudicare.

Il Cervino International Filmfestival hatenuto a battesimo un film entrato neicircuiti e molto apprezzato dai critici: “Ilvento fa il suo giro”, realizzato nellacomunità di Chersogno, di cultura occi-tanica, dove un francese in fuga dai gua-sti della cosiddetta civiltà sceglie di fareil pastore ma i rapporti con la gente delposto si guastano rapidamente.

Più di recente, all’interessante festivaldella Lessinia il secondo premio è anda-to a “Das Kalb in der Kuh und das Kornin der Kist” (Il vitello nella mucca e ilgrano nella madia) ambientato in Vald’Ultimo, del tedesco J. Schwellensattl:la storia di come vivono in un’interaannata, fra il paese e la malga, un’anzia-na madre e due fratelli.

Infine, tra i libri freschi di stampa chesviluppano questa tematica, fondamen-tale è “Dove vai pastore?” di MarziaVerona apparso quest’anno nella collanadei Quaderni di cultura alpina degli edi-tori Priuli&Verlucca.

Disegno di Alberto De Bettin

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 7

Profumo di stalla

LO SCARPONE 11 5-10-2007 19:03 Pagina 7

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Tra le priorità programmati-che fissate dal presidentegenerale trova ampio spaziola questione giovanile e l’esi-

genza di coinvolgere il mondo deigiovani nella conoscenza dell’am-biente montano, anche allacciandouno stretto rapporto collaborativocol mondo della scuola. Oggi il Club alpino è accreditato tra isoggetti in grado di offrire formazione per il personale dellascuola e gestisce, tramite i suoi organi tecnici centrali (OTC),due corsi annuali di formazione in diversi contesti regionali.L’attività diretta con i giovani viene svolta sul territorio graziealla disponibilità delle sezioni e dei volontari CAI, in primis gliaccompagnatori di alpinismo giovanile, e un ruolo significativopuò essere giocato dai gruppi regionali (GR), in particolare neirapporti con l’ente regionale, di solito l’Assessorato alle politi-che giovanili e la Dirigenza scolastica regionale. Diventa quindiopportuno far conoscere quanto i GR hanno sviluppato, acominciare dal nord-est dove già da molti anni il GR FriuliVenezia Giulia dedica ai giovani una particolare attenzione.

Il presidente del gruppo regionale Paolo Lombardo, nellaveste anche di accompagnatore nazionale alpinismo giovanile,ha offerto il Progetto CAI - Scuola “Per conoscere la montagnadel FVG” prendendo contatto a Trieste con la Direzione scola-stica regionale che ha accolto il progetto coinvolgendo le variedirezioni scolastiche.

La conclusione dell’anno scolastico 2006-07 ha visto un bilan-cio positivo dimostrando il grande interesse riscosso dal pro-getto: circa 145 sono state le uscite in montagna, di cui almenouna decina d’inverno con racchette da neve, 4700 i ragazzi par-tecipanti, 450 i docenti coinvolti, 180 gli accompagnatori CAI,220 le classi. Tutte le uscite hanno previsto almeno tre docentie quasi sempre tre accompagnatori CAI .

La riuscita dell’esperienza ha senz’altro prospettato la suacontinuazione per il 2007-08, riformulata per tutte le scuole delFVG dal primo grado alle superiori, proponendosi come obiet-tivi la conoscenza dell’ambiente montano in autunno, inverno eprimavera, e del territorio friulano nella sua evoluzione e realtàdi vita attraverso proposte tematiche ed escursioni.

Per ogni provincia sono indicati da uno a due referenti del CAIcol rispettivo recapito, ai quali le scuole del FVG possono rivol-gersi per ottenere informazioni preliminari. Dai primi contattinascono poi i progetti di attività scolastica integrata che preve-dono ordinariamente un primo incontro in classe con sussidiaudiovisivi, seguito da almeno un’escursione, in qualsiasi perio-do, eventualmente con attrezzature fornite dalle sezioni del CAI,organizzata formalmente dalla scuola d’intesa con il CAI. ■

8 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

STRATEGIE Il progetto “CAI scuola”

Un più chelusinghiero bilancioper le iniziative delGruppo regionale

Friuli Venezia Giulia

Il GR del Friuli Venezia Giulia può contare sul Centro

didattico montano di Valbruna (Tarvisio), operativo da

settembre, attrezzato anche per la ricettività. Qui, nella

splendida cornice della Alpi Giulie, è stato organizzato

il 29 e 30 settembre un fine settimana di formazione per

docenti di scuola inferiore e superiore sull’attività dei gio-

vani in ambiente alpino e i problemi di conduzione e sicu-

rezza degli allievi e dei docenti, in collaborazione con la

Commissione medica VFG. Il tema, “Attività con i giovani

in ambiente montano”, è stato affrontato sotto il profilo

fisiologico, patologico, logistico-organizzativo, naturalistico

e civilistico con relazioni di esperti CAI, da Silvio Beorchia

del Collegio probiviri centrale, a Luciano Saccarola e

Fulvio Bratina della Commissione medica VFG a Michele

Zanetti esperto naturalista.

La formazione dei docenti

Con una simpatica cerimonia l’8

settembre, giorno di apertura del-

l’anno sociale per i due club Lions

di Sondrio, “Host” e “Masegra”, alla

capanna Marinelli Bombardieri al

Bernina è stata consegnata una nuova

stufa in serpentino per il riscaldamento

della sala da pranzo in sostituzione di

quella vecchia. Don Augusto Azzalini,

già parroco di Chiesa Valmalenco e

socio del “Sondrio Host”, ha celebrato

la messa davanti alla cappella che

domina la Valle di Scerscen. A sua

volta Lucia Foppoli presidente della

Sezione Valtellinese ha espresso il rin-

graziamento di tutti i frequentatori del

rifugio. Info: [email protected]

• Il nuovo rifugio Parco Antola, situato

a 1460 m a pochi minuti di cammino

dalla vetta del Monte Antola (1597m),

offre servizio di alberghetto ai nume-

rosi escursionisti che frequentano

questa zona dell’Appennino Ligure al

confine tra il genovesato e l’alessan-

drino. Il rifugio, realizzato dall’Ente

parco Antola che ne ha affidato la

gestione alla Sezione Ligure-Genova,

è stato progettato e costruito seguen-

do tecniche moderne abbinate a

soluzioni innovative ed è totalmente

autosufficiente sul piano energetico.

• Il rifugio Carlo e Massimo Semen-

za, a 2020 m sui Monti dell’Alpago,

ha riaperto con una nuova gestione

affidata ad Alessia Peruccon. Per pre-

notazioni telefonare allo 043749055,

cell. 3491881250, mail rifugiosemen-

[email protected]

• Il rifugio Bietti alle Grigne è collega-

to con un nuovo numero telefonico,

0341.735741. Il cellulare del gestore,

la signora Elisa Bogara, è invece

338.1309920.

• Nelle Dolomiti di Braies (BZ) si è

celebrato il 22 luglio il 100° anniver-

sario del rifugio Biella della Sezione

di Treviso. Hanno partecipato il vice-

presidente generale Umberto Martini,

il consigliere centrale Francesco Ro-

mussi, il presidente del GR Veneto

Emilio Bertan .

Alla Marinelli con rinnovato caloreRifugi & bivacchi

Accompagnatori AG in prima linea

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 8

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Un percorso ad anello che dal cen-tro storico di Sasso di Castalda,PT, a 949 m, conduce sulla vettadel monte Arioso (1.709 m): così

si presenta il nuovo Sentiero Frassatidella Basilicata, tredicesimo in Italia,inaugurato sabato 8 settembre tra fagge-te e sconfinati panorami appenninici. Acondividere natura, cultura e spiritualitàdi questo percorso escursionistico c’era-no quel giorno il presidente generale delClub Alpino Italiano Annibale Salsa, ilpresidente dell’associazione GiovaneMontagna Luciano Caprile e il past pre-sidente del CAI e del Club Arc AlpinRoberto De Martin, accolti nel Teatrocomunale “Mariele Ventre” dal sindacoRocco Perrone e dal presidente della

Provincia di Potenza Sabino Altobello.Lanciato nel 1996 dalla Sezione CAI di

Salerno con il motto “Per incontrare Dionel creato”, il progetto “Sentieri Frassati”(www.sentierifrassati.org) si proponel’intitolazione in ciascuna regione d’Italiadi un sentiero di particolare interessenaturalistico, storico e religioso al beato

Pier Giorgio Frassati (1901-1925), il gio-vane torinese che “amava la montagna ela sentiva come una cosa grande, unmezzo di elevazione dello spirito, unapalestra dove si tempra l’anima e ilcorpo”, come ha ben sottolineato lamostra documentaria allestita dalla Proloco “Il Nibbio”.

La Campania (1996) è stata la prima adaderire, seguita da Piemonte (1997),Calabria (1998), Sicilia (1998), Toscana(1999), Marche (2001), Veneto (2001),Molise (2003), Abruzzo (2004), Liguria(2004), Umbria (2004), Friuli VeneziaGiulia (2005), e ora la Basilicata. Leprossime saranno per il 2008 laLombardia e forse il Trentino Alto Adige.

Le meraviglie dell’itinerario le hannoillustrate Maria Giorgio che guida laSezione di Potenza del CAI e gli accom-pagnatori d’escursionismo Rudi Padulae Massimo Carriera, mentre AntonelloSica coordinatore nazionale del progetto“Sentieri Frassati” ha introdotto VivianaCappiello dirigente della RegioneBasilicata, Marco De Biasi presidente diLegambiente Basilicata, Vincenzo Fierroreferente per il parco letterario “DonGiuseppe De Luca”, e Antonio Coronatoassessore allo Sviluppo cultura e turi-smo di Sasso di Castalda e deus exmachina dell’evento.

Le conclusioni sono state affidate aVincenzo Folino assessore alle Attivitàproduttive della Regione Basilicata.

10 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

SENTIERI Al via il “Frassati” della Basilicata

Natura, cultura e spiritualità

Grandi sono state per me la gioia e l’emozione per aver partecipato all’i-

naugurazione del Sentiero Frassati della Basilicata: gioia per aver visto

aggiunta un’altra gemma alla preziosa collana dei Sentieri Frassati, emo-

zione per aver avuto il piacere e l’onore di conoscere di persona il presi-

dente generale del CAI Annibale Salsa, conoscenza avvenuta proprio sul palco

del Teatro comunale di Sasso di Castalda, sul quale l’amico Antonello Sica ci

aveva chiamato contemporaneamente. È stata anche l’occasione importante per

scoprire luoghi bellissimi, poco noti a molti (compreso il sottoscritto), per abbrac-

ciare nuovamente tanti amici incontrati su altri Sentieri Frassati, la nipote del

Beato Nella Gawronska e il past-president Roberto De Martin: con il quale, del

resto, da molti anni esiste un forte rapporto di amicizia da parte della nostra

Associazione.

Toccante ed emozionante, come sempre, è stata la cerimonia dell’unione e

benedizione delle acque provenienti dalle regioni in cui già esiste un Sentiero

Frassati; ho avuto il piacere, tra l’altro, di portare l’acqua del Sentiero della

Liguria, in rappresentanza del coordinatore ligure Piero Bordo.

Concludo con il più sentito ringraziamento al coordinatore nazionale Sica, ai

coordinatori regionali e ai dirigenti CAI per quanto hanno fatto e faranno affin-

ché ogni regione italiana possa avere un sentiero intitolato al Beato Pier Giorgio

Frassati, che ci onoriamo di aver avuto anche socio della Sezione di Torino della

Giovane Montagna.

Luciano Caprile

Presidente della Giovane Montagna - CAI Sezione Ligure

Il nuovo percorsoescursionistico (qui accanto il taglio del nastro) dedicatoal beato Pier Giorgio Frassati si aggiunge alle dodicianaloghe iniziative presentiin altrettante regioni

Fonte di scoperte

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 10

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Formichine risalivano i sentieri delle

Orobie da Roncobello, Carona

Valcanale, sotto un cielo ancora

estivo. In lontananza si ascoltavano

voci festose, cori, perfino le preghiere

di un gruppo di donne che cammina-

vano dicendo il rosario. La meta era il

rifugio Laghi Gemelli (1968 m) dove il

16 settembre si è conclusa una caval-

cata tutta da gustare. La formula? Più

che collaudata. Con la collaborazione

di Agripromo, Assorifugi e Provincia, la

Sezione di Bergamo del CAI ha per il

terzo anno coniugato in 17 rifugi alpini

la passione per la montagna e quella

per la buona tavola. E in effetti anche

l’ultimo “assaggio” proposto dai gesto-

ri del Gemelli valeva le fatiche di una

salita a tratti severa.

Un centinaio i coperti, molte di più le

bocche da accontentare, ma per tutti

era pronto un assaggio di formaggi,

luganeghe, lardo sopraffino annaffiato

dall’immancabile Valcalepio entrato

ormai nell’aristocrazia dei grandi vini.

Fuori, nei pascoli sovrastati dall’arci-

gna pala del Pizzo del Becco, dopo la

messa gli “Amici della Combricola” del

CAI Valle Imagna raccontavano in coro

di mazzolini di fiori ed esilaranti aggiu-

stapentole libertini. I più piccoli gioca-

vano a rincorrersi. Molte le giovani

coppie che fra un assaggio e l’altro si

tenevano teneramente per mano.

È di moda parlare dei sentieri del

gusto, e certamente il turismo enoga-

stronomico rappresenta una voce

importante nei bilanci delle nostre val-

late. Ma l’evento è andato più in là.

“Nella bella festa a base di sapori tipi-

ci montanari quelli che più contavano

erano piatti di amicizia, taglieri di sim-

patia e lunghi sorsi di umanità”, ha

osservato con linguaggio colorito il

presidente della Sezione di Bergamo

Paolo Valoti. Il cui sorriso soddisfatto

(insieme con quello del presidente del

Gruppo regionale lombardo Guido

Bellesini) rimane tra le immagini più

significative dell’incontro ai Laghi

Gemelli a cui hanno partecipato il pre-

sidente di Agripromo Luigi Fappani e il

responsabile commerciale Giorgio

Donati, il referente di Assorifugi

Maurizio Nava e il consigliere provin-

ciale Sergio Piffari.

Rappresentava la famiglia Frassati, chefin dall’inizio ha apprezzato e incoraggia-to l’idea del Club Alpino Italiano, NellaGawronska, figlia della sorella di PierGiorgio, Luciana. Di grande intensitàsono state le testimonianze di MaddalenaLangone, giovane mamma di Sasso redu-ce dal “Cammino di Francesco” traToscana ed Umbria, e di don AngeloBalcon parroco di Danta di Cadore che inluglio ha accolto papa Benedetto XVI sul“Sentiero Frassati” del Veneto. Durante lamessa officiata da monsignor AgostinoSuperbo arcivescovo di Potenza nellaChiesa madre dell’Immacolata sono stateportate all’altare le acque provenienti datutti i “Sentieri Frassati” d’Italia. Con que-ste acque, unite a quella di Sasso diCastalda, è stato benedetto il sentiero, ilcui nastro inaugurale è stato tagliato daitre presidenti Salsa, De Martin e Caprile,inaugurato poi da 150 escursionisti pro-venienti da varie parti d’Italia guidatidagli accompagnatori del CAI Potenza edalle aspiranti guide di Potenza eSalerno. ■

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 11

L’impegno del Club Alpino

Italiano a difesa dei valori di

fratellanza, di amicizia, di

intensa spiritualità - intesa nel-

l’accezione più ampia e laica del ter-

mine, compatibile quindi con il carat-

tere di aconfessionalità sancito dallo

Statuto - ha trovato ancora una volta

nell’inaugurazione del 13° sentiero

Frassati della Basilicata una ulteriore

coinvolgente conferma. Il messaggio

del giovane biellese, che ha fatto

della montagna una palestra dello

spirito, ha fecondato le coscienze dei

partecipanti.

Nel percorrere il sentiero curato

dalla Sezione di Potenza, essi hanno

reso testimonianza di un’eredità pre-

ziosa, intensamente interiorizzata. Il

legame ideale tra le Alpi e gli

Appennini di questa parte del Sud,

intima ed appartata, è stato una volta

di più rinforzato per dimostrare che

chi ama veramente la montagna non

stabilisce gerarchie tra le montagne

ma le abbraccia idealmente con uno

slancio di empatia.

Annibale Salsa

Presidente generale

del Club Alpino Italiano

Un’ereditàpreziosa

Orobie, il lungo assaggio

Rifugi e sapori

Nelle foto il rifugio Gemelli e, impegnatinella maratona gastronomica, il primo

rifugista Maurizio Nava (in magliettagrigia) e l’altro rifugista e chef Stefano

Brignoli. Fra i commensali, con la barbabianca, il presidente del Parco delleOrobie Bergamasche Franco Grassi.

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 11

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Mountain Wilderness, in collabo-razione con l’Istituto Italianoper l’Africa e l’Oriente (IsIAO)e grazie a un finanziamento

della Cooperazione italiana allo svilup-po, organizzò nel 2006 un corso di alpini-smo eco-compatibile (EnvronmentFriendly Mountaineering) in Afghanistanrivolto a un gruppo di giovani interessatiad acquisire le competenze di basenecessarie per candidarsi come facilita-tori di spedizioni alpinistiche, guide ditrekking e di escursioni naturalistiche,portatori d’alta quota, ranger dei parchinazionali. Il successo ha sopravanzato le

più rosee speranze. Le lezioni si sonotenute tra i grandi ghiacciai dell’altoHindu Kush. Diciassette allievi hannoottenuto il diploma. Tra questi tre ragaz-ze. Il corso era stato preceduto nel 2005da un primo e analogo corso sperimen-tale finanziato dalla Fondazione AgaKhan, dall’UNEP e da USAID.

Quest’anno l’IsIAO e MW, in pienoaccordo con la Direzione generale dellaCooperazione italiana allo sviluppo,hanno deciso di invitare in Italia per unmese (15 giugno-15 luglio) i sei allievimaggiormente meritevoli del corso 2006.

I giovani (ai quali se ne è aggiunto un

settimo, inviato e spesato direttamentedalla Fondazione Aga Khan di Kabul)hanno frequentato un corso di alpinismoorganizzato e diretto dalla Commissioneinterregionale Ligure -Piemontese -Valdostana delle Scuole di alpinismo esci-alpinismo del CAI e un corso diSoccorso alpino organizzato dallaDirezione protezione civile dellaRegione autonoma Valle d’Aosta e dalSoccorso alpino valdostano insieme conl’Unione valdostana guide.

Inoltre l’Ente parco nazionale del GranParadiso ha offerto uno stage relativoalla gestione di una grande area protetta.Gli afgani hanno presenziato anche avarie manifestazioni (Roma, Torino,Forte di Bard, Sondrio) durante le quali èstato proiettato il documentario “Siddiqae le Altre - Un sogno Afghano” realizzatoper Geo e Geo (Raitre).

L’entusiasmo con cui i giovani allieviafghani sono stati accolti ovunque e l’in-teresse che le loro dichiarazioni e i lororacconti hanno destato, stanno a signifi-care che è largamente condivisa in Italiala volontà di aiutare quel disgraziatopaese a uscire dalla crisi in cui è tutt’oraimmerso. Mountain Wilderness è parti-colarmente lieta di sottolineare la pre-ziosa collaborazione che il CAI, a tutti ilivelli, ha voluto offrire all’iniziativa. Uncaloroso grazie va alla Scuola di alpini-smo La Maiella della Sezione di Chieti,alla Sezione di Roma che ha offerto inomaggio le tessere di soci ai sette afgha-ni, alla Sezione di Torino, alla SezioneValtellinese, alla Commissione dellescuole di alpinismo LPV. Infine allaSezione di Pescara la quale ha dato l’av-vio a una raccolta, tra i soci, di materialialpinistici da inviare in Afghanistan.

Impossibile dimenticare la straordina-ria ed entusiastica collaborazione dellasignora Betta Gobbi della ditta Grivel-Mont Blanc, e di Sandro Parisotto dellaScarpa di Asolo.

La gestione pratica del triplice stage èstata presa in carico dall’INA GiorgioMallucci e dall’IA Elisabetta Galli, con lacollaborazione di Renato Napoli, diri-gente di Mountain Wilderness Italia.Tutti e tre si sono dimostrati, come sem-pre, superiori a ogni elogio.

Carlo Alberto Pinelli

Responsabile del progetto

COOPERAZIONE Lo stage di MW per gli alpinisti dell’Afghanistan

12 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

Rimasta per secoli appartata fra le montagne a 1430 m di quota, la chie-

sa della SS Trinità di Teregua è salita alla ribalta nel 2004 quando, nel

corso del secondo censimento FAI dei “luoghi del cuore”, venne segna-

lata da 3142 persone classificandosi al 4° posto in Italia e al 2° in

Lombardia. Un “luogo del cuore” da salvare e valorizzare: ubicata lungo la stra-

da militare dell’Ables nell’omonima frazione del comune di Valfurva in Alta

Valtellina, sullo sfondo del Tresero nel gruppo Ortles-Cevedale, con un signifi-

cativo ciclo di affreschi e una pregevole ancona lignea di bottega tirolese, costi-

tuisce il più importante patrimonio artistico della valle, risalente alla prima metà

del XVI secolo.

Durante la Grande guerra la chiesa fu ricovero di soldati, forse genieri che par-

teciparono alla costruzione della strada militare o alpini addetti al presidio delle

trincee sul soprastante fronte a 3000 metri di altitudine; purtroppo il fumo delle

stufe accese per fronteggiare i rigori invernali deteriorò gli affreschi, sottoposti

successivamente a una pesante ridipintura che alterò i colori originali.

Oggi la chiesetta sente tutto il peso del tempo, con

segni di avanzato degrado. Per scongiurare la per-

dita di questo prezioso bene artistico e culturale, un

vero gioiello fra le Alpi, nel 2005 è nata un’associa-

zione che si sta impegnando febbrilmente per sal-

varla, attraverso la sensibilizzazione e la ricerca dei

fondi necessari al suo restauro integrale. Tanto è

stato fatto, tanto rimane da fare. Servono, ora più

che mai, l’impegno e l’aiuto di tutti. La chiesa e gli

antenati valligiani che 460 anni or sono, pur in

mezzo alle ristrettezze di quel tempo, l’hanno sapu-

ta dotare di importanti opere d’arte, ringraziano

vivamente quanti vorranno raccogliere l’appello.

Il versamento delle eventuali donazioni può esse-

re effettuato sui conti correnti intestati

all’Associazione Teregua presso: Banca Popolare di

Sondrio_C/c n. 000008575x94_ABI 05696 - CAB

52090 - CIN M_ - Credito Valtellinese_C/c n.

000000008575_ABI 05216 - CAB 52090 - CIN E.

Per saperne di più, visitare il sito www.associazio-

neteregua.it

SS Trinità di Teregua, un gioiello da salvareLuoghi del cuore

Il sogno afgano continua

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 12

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 13

RASSEGNE

Un paese di pietra, pietra della Lessinia, l’armonioso ter-ritorio colonizzato dai Cimbri a nord di Verona. Pietra acoprire i tetti, i comignoli, le mansarde in grandi piastrequadrangolari. Di pietra gli sbalzi dei balconi, i tettucci

degli ingressi, le vasche fiorite, i bordi delle aiuole, i marciapie-di. Pietra di Prun o di S. Agata, i nomi delle cave, e le facciatedelle case tinte a colori festosi. È Bosco Chiesanuova. Qui è ini-ziata l’estate scorsa, con base al rinnovato teatro Vittoria dota-to di due sale e degli impianti più sofisticati, una nuova fase delFilm Festival della Lessinia, giunto alla XIII edizione.

Partito da Cerro Veronese come rassegna di film su tematichelocali, direttore artistico Alessandro Anderloni, e sostenutosoprattutto dalla Comunità montana e dal CuratoriumCimbricum Veronense, si è dilatato via via fino al più ampioorizzonte della storia, della vita edelle tradizioni della gente di mon-tagna di tutto il mondo, e ora conl’edizione 2007 si è guadagnato unmeritatissimo livello internaziona-le tanto da poter annoverare 25film in concorso, 42 complessiva-mente proiettati, provenienti daotto paesi. “Anzi nove”, dice conorgoglio Eleonora Guardini, dina-mica responsabile della segreteria,“perché all’ultimo momento si èaggiunta anche la Turchia”.

Il festival esclude per regola-mento i film a soggetto sportivo oalpinistico, i quali del resto sembrano attraversare un periodocritico ondeggiando fra produzioni ultra-tecnologiche, coneccezionale spiegamento di mezzi artificiali sia d’arrampicatasia di ripresa, e la ricerca non sempre felice di nuove sfide nelcampo dell’avventura estrema. A Boscochiesanuova invece siritrova chi nel territorio alpino va cercando e scoprendo i valo-ri profondi della gente che ci vive e ci lavora, che ci ha vissutoe ne ha nostalgia. Siamo insomma sul terreno più autentico,quello di Buzzati (non a caso abbiamo visto fra gli eventi colla-terali “Il postino di montagna” del 1951 tratto da un suo sogget-to), Rigoni Stern, Mauro Corona. L’analisi di questa vastissimatematica, partita tredici anni fa, mediante un lavoro fatto diperizia ed entusiasmo, ha trovato il suo spazio e la sua matura-zione artistica e organizzativa lungo il cammino, arrivando connaturalezza al rango internazionale di quest’anno.

Ne fa fede la fama del presidente della giuria, Gerhard Baur,40 anni di esperienza come autore e regista di film a soggettoalpino. Lo affiancano Averardo Amadio, naturalista già presi-dente del WWF veneto, Marjeta Kesic-Svetel, etnologa slovenaautrice di documentari per la TV di Lubiana, Sandro Gastinelli,giovane e affermato regista e produttore televisivo, GiovanniPadovani direttore di “Giovane Montagna”, Italo ZandonellaCallegher, accademico del CAI e dal 2003 presidente delTrentoFilmfestival, e Piero Zanotto, critico di grande notorietà,direttore a Trento dal 1977 al 1986.

Numerosi i premi in palio per complessivi 10.000 euro e tuttoesaurito nelle due sale con 400 posti a sedere. SecondoAnderloni le provenienze si dividevano in parti eguali fra

Verona, Bosco e il gruppo di paesi limitrofi, con una notevolepresenza di giovani e giovanissimi, e la voglia di esserci. Tantodi cappello ai gusti artistici e al livello culturale del pubblicodella Lessinia, tali da surclassare quello delle grandi città.

Ma dicevo dei premi: la giuria, dopo una serrata discussione,ha assegnato il riconoscimento più ambito, la “Lessinia d’oro” -aerea scultura in bronzo raffigurante una leggiadra figura didonna che insegue una stella - al film francese “Un Noël auTibet” di J. B. Warluzel, F. Gaver e C. Slizewicz. È la visitazionedi una realtà straordinaria esistente nella regione dello Yunnan,zona del Tibet nel sud-ovest della Cina, dove vivono alcunemigliaia di tibetani cattolici evangelizzati nel XIX secolo da mis-sionari francesi e svizzeri. In assenza di sacerdoti, i fedeli con-tinuano a coltivare la fede e a osservare nei limiti del possibilela liturgia; solo a Natale - e il film su questo si sofferma coneccezionali immagini - arriva un prete che celebra la messa dimezzanotte e amministra i sacramenti.

Emozionante la sequenza finale: un anziano tibetano mentrecanta in latino la “Salve Regina”.

Il secondo premio, la “Lessinia d’argento” è andato a “DasKalb in der Kuh und das Korn in der Kist” (Il vitello nella muccae il grano nella madia) ambientato in Val d’Ultimo, del tedescoJ. Schwellensattl; è la storia di come vivono lungo un’interaannata, fra il paese e la malga, i membri di una famiglia di con-tadini tirolesi, una anziana madre e due fratelli.

Altri premi, ripartiti per categorie, sono andati a “Siachen -una guerra per il ghiaccio” sul conflitto India-Pakistan, del notoregista svizzero Fulvio Mariani; a “Ifugaos. Sculpteurs de mon-tagnes” dei francesi N. Antoine e P. Bellorini ; a “Il était une fois- les délices du petit monde” di J. Péaquin, valdostano; a “Aliashaci Gavortáuciat” (nel dialetto locale significa “Tutto è cam-biato”) di F. Sauro, regista nativo di Bosco Chiesanuova notoanche per aver girato con Anderloni “L’abisso” nelle profonditàdi una grotta lessinese; a “Poyraz” della esordiente regista turcaBelma Bas; a “Die Blumenwiese” (“Il prato fiorito”) del tedescoJ. Haft; e infine a “I fratelli Fadaric” dello svizzero M. Storni.

Una menzione speciale è andata a un film sull’Himalaya di T.Wartmann (Germania) e un premio extra in memoria del fon-datore del festival, Mario Pigozzi, a A. Fenoglio per “L’isola deicarbonai”.

Lorenzo Revojera

Folla di giovani e tutto esaurito a

Boscochiesanuova(Verona) per una

rassegna ormai dirango internazionale,

vinta da un filmfrancese

dedicato al Tibet

Vittoria franceseIl XIII Film Festival della Lessinia

Una scena di “Un Noel au Tibet”, il film francese vincitore dellarassegna di Boscochiesanuova (VR), nel territorio dei Cimbri.

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 13

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L’altra notte ho fatto un sogno. Hosognato che Daniel Libeskind,Zaha Hadid e Frank O. Gehry ave-vano spostato il loro quartier gene-

rale all’Hotel Mont Rosa, e stavano ripro-gettando Ground Zero ai piedi delMatterhorn. Nel general planning eraprevisto un grattacielo a forma di cava-tappi alto 5001 m. Peccato non sia vero,mi dicevo stropicciandomi gli occhi alrisveglio. Poi ho letto la notizia sul gior-nale e mi è tornato il buon umore: è statafinalmente inaugurata la piramide di cri-stallo e titanio in cima al KleineMatterhorn, progettata dall’architettocinese Pei (quello del Louvre): le Alpihanno un nuovo Quattromila, il primointeramente handmade in Switzerland.

E sapete cosa? Mi piacerebbe andarci,subito. Mi piacerebbe accompagnare imiei figli sulla nuova superveloce funiviaaerodinamica che parte da Zermatt (èstata disegnata da Norman Foster). Poiprendere l’ascensore trasparente checome un missile perfora la piramide. Alristorante ordinare una raclette con pata-te per tutti, Rivella per loro e un costo-sissimo bicchiere di Fendant per me, poiaffacciarmi alle ampie vetrate di frontealla parete est della Gran Becca e rac-contar loro una storia, che potrebbecominciare così: “Tanto tanto tempo fa,prima dei turisti e degli alpinisti, primadei walser e dei romani e degli elvezi…insomma prima che qui arrivasse l’uomo,queste cime non esistevano”. Al che miguarderebbero un po’ scettici, comefanno quando sto scherzando, e memoridei loro teneri studi di geologia direbbe-ro: “Ma papà, le Alpi sono antichissime!”

Io però non sto scherzando. Le monta-gne, ne sono sicuro, senza l’uomo nonesistono. O meglio, ci sono ma non

hanno alcun significato, e nella civiltà deisegni qual è la nostra il non aver signifi-cato e l’inesistenza coincidono. E non daoggi. Edward Whymper era ben consa-pevole dell’operazione post-modernache stava compiendo; era compito deldisegnatore inglese “inventare” il mito:grazie a lui le vetrine di Bucherer hannosostituito le tradizioni pastorali, graziealle dinastie dell’ospitalità come i Seiler,ai moderni guru del marketing, i metroalpini hanno fatto dimenticare l’anticaeconomia di sussistenza.

A questo punto, per non confonderetroppo le giovani menti dei miei figli,svierò l’attenzione sui dati tecnici dellapiramide appena costruita, ultimo e defi-nitivo “segno” che l’uomo culturale haapposto sulle sue Alpi. La bellezza high-tech degli incastri in lega, lo spessoredelle vetrate e i sistemi di risparmio ener-getico, il design esclusivo dell’illumina-zione, sperando che a questa meravigliasvizzera abbia partecipato qualche azien-da italiana. E dirò: “Ragazzi, siamo a 4000metri. Respirate a pieni polmoni, tantoqui dentro è tutto climatizzato”.

TURISMO ALPINO Piccolo Cervino high tech

“Un ristorante di cristallo etitanio a quattromila metri?Sarà un po’come salire”,osserva Paolo Paci, “in trenofino allo Jungfraujoch,prendere un tè al bar girevoledel Piz Gloria o una boccatad’ossigeno (quello delle bombole) alla Capanna Margherita”

Mentre voci contraddittorie sisuccedono sulla realizzazione diuna nuova struttura turistica sulPiccolo Cervino (Lo Scarpone9/07), un progetto che hasollevato le più fiere rimostranzedelle associazioni ambientaliste,Paolo Paci, autore di guideturistiche, manuali sportivi e libridi viaggi nonché del recente “365giorni sulle Alpi” (Mondadori,prefazione di Annibale Salsa),propone questo breve saggio che,con il linguaggio lieve delparadosso, tocca le nostreaspettative nei confronti di unanatura incontaminata e selvaggia.Aspettative di chi sovente accettadi trovarsi “appeso a un filod’acciaio, spesso su neve ‘decisa’dall’uomo e programmata daraffinati software”. O di piantareuno spit, mettere un friend in unafessura (“quanta bellezza high-tech in questi piccoli oggetti dipiacere!”, osserva Paci). La veraprovocazione del nostroapprezzato collaboratore èriconducibile a una visionesecondo cui “tutto è artificiale”,cioè (quasi) tutto è tecnoculturale.Del resto, se regnasse quellanatura incontaminata e selvaggiaspesso in genere evocata, lemontagne non le riconosceremmopiù. Non si dice forse chel’alpinismo ha “inventato” lamontagna? Ovviamente illinguaggio del paradosso vaaccettato senza che per questovenga compromessa una sincerariprovazione nei confronti di certeproposte che sembranocontrastare con il comunesentimento della natura e, talvolta,con il buongusto.

14 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

Titanio a colazione

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 15

Mi piacerebbe andarci, davvero. Etrovo che non sarà molto diverso dal sali-re in treno fino allo Jungfraujoch, pren-dere un tè al ristorante girevole del PizGloria o una boccata d’ossigeno (quellodelle bombole) alla Capanna Margherita.Non sarà molto diverso dall’andare asciare su neve “decisa” dall’uomo e pro-grammata da raffinati software. O pian-tare uno spit, mettere un friend in unafessura (quanta bellezza high-tech in que-sti piccoli oggetti di piacere!).

Perché la montagna è civiltà, industria,sviluppo e cultura, fin dai tempi deitempi, da quando il primo pastore walsersalì con le sue greggi là sotto al TrokenerSteg, e cominciò un duro lavoro di spie-tramento per far crescere l’erba.

E la natura? Ecco davanti ai nostriocchi la cosiddetta natura: lindi pascolidove erano solo sfasciumi, boschi colti-vati e maggenghi di smeraldo al posto diselve impenetrabili, e poi naturalmenteasfalto, alberghi, impianti di risalita, rifu-gi d’alta quota e tutti, anche i soci deiClub alpini, a magnificare l’incanto delcreato. Il creato antropizzato.

Ci fosse ancora tra noi qualche mentelucida come Jean Baudrillard, forse cidirebbe: “Montagne? Dove sono le mon-tagne? Qui intorno vedo solo feticci”. Eci risveglierebbe dall’illusione e dai peri-coli della cultura pseudo-romantica,quella di John Ruskin e del suo nobilescoglio, quella del più ingenuo e tardivoecologismo. Dessimo retta a quella cul-tura, i walser sembrerebbero più moder-ni di noi. Per fortuna siamo stati furbi. AZermatt, sul Kleine Matterhorn, abbiamolasciato mano libera alle archistar persviluppare la Grande Babele. Abbiamopermesso che il post-moderno prendes-se il sopravvento. La nuova piramide dicristallo fa parte di questa storia.

Infine riporterò giù a valle i miei figli,un po’ frastornati per le variazioni dipressione. “Sapete” gli spiegherò, “allafine dell’Ottocento volevano costruire unascensore fino alla vetta del Cervino. Èda un secolo che queste montagne nonsono altro che un simulacro”. Ma loro,assorbiti dalle funzioni dei cellulari, giànon mi ascoltano più. Il paesaggio, quelche ne resta, non si guadagna nemmenouno sguardo. Non merita di esistere…

Paolo Paci

Lontano dal caos cit-

tadino, cinto da uno

dei più pittoreschi

ghiacciai svizzeri, il

centro turistico di Les

Diablerets mostra due

facce in qualche modo

inevitabili: villaggio alpino

legato alle tradizioni e

meta di villeggiatura per

sportivi e famiglie. Gli

impianti lo collegano con

considerevoli distese di

ghiaccio.

A 3000 m il ristorante

progettato dal famoso

architetto svizzero Mario

Botta offre un’esperienza

definita “gastroramica”:

un neologismo che indica

la fusione delle parole

gastronomia e panorama

da considerare “mozzafia-

to”. Questo perlomeno si

legge nelle promozioni

elvetiche su internet. E

nessuno in Svizzera, dove

in questi giorni molto si

discute sul “restauro” a

scopi turistici del Piccolo

Cervino, sembra avanza-

re riserve su quello scato-

lone (nella prima delle

due foto il modellino in

scala) con cui Botta ha

profondamente alterato,

senza farsi troppi com-

plessi, l’ambiente d’alta

quota. Ma probabilmente

tutto è concesso all’autore del Museo d’arte moderna di Rovereto, al rifacitore

del teatro alla Scala, considerato uomo d’ordine e forza, sapienza artigiana, geo-

metrie elementari reinterpretate. E naturalmente il turismo d’alta quota ha le sue

esigenze che sempre più sembrano esulare dal buon gusto e, forse, da un certo

buon senso. Se il gastrorama offerto dalla località elvetica di Les Diablerets non

fornisce sufficienti emozioni, il turista può sempre puntare (in Austria, questa

volta) su un’altra vetta orgogliosamente “griffata” in nome e con il contributo di

una nota azienda di diamanti artificiali. Immersa tra i ghiacciai delle Alpi del-

l’Ötztal, a 3.082 m, la vetta del Wurmkogel è stata “illeggiardita” da una struttu-

ra panoramica battezzata Top Mountain Star (foto qui sopra). Ötztal Tourismus

non fa misteri delle sue mirabolanti caratteristiche tecniche.

“Su una strettissima cresta con strapiombi sui due lati”, si legge in un comu-

nicato, “sono state posate le fondamenta di cemento armato, del diametro di 1,5

m, incastonate nella roccia da 25 ancore lunghe 8 m ciascuna. Al di sopra tro-

neggia una piattaforma circolare di 120 mq avvolta da un’unica continua pare-

te di vetro. Il tutto è coronato da una cupola di vetro e da supporti in acciaio.

Il Top Mountain Star, progettato dall’architetto di Monaco di Baviera Peter

Schmuck, consente di godersi il panorama ascoltando musica e sorseggiando

un buon drink, mentre fuori all’aperto luccicano, in gara con i cristalli di neve

vera, i falsi cristalli Swarowski incastonati nelle pareti”.

Vette, cioè luna park

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Le Alpi hanno le poten-zialità per diventareuna regione modelloper la protezione del

clima. Attualmente, però,nonostante la notevole pro-duzione di energia (in granparte a zero emissioni di CO2grazie all’idroelettrico) e l’al-ta percentuale di boschi, ilbilancio di CO2 dello spazioalpino è negativo, cioè vieneemessa più CO2 di quanta nevenga assorbita. Partendo daquesto scenario, circa 140esperti hanno discusso in set-tembre a Saint Vincent (AO),in occasione del Convegnoannuale della CIPRA, sullepotenzialità di sfruttamentodelle energie rinnovabili esulle possibilità di aumentarel’efficienza energetica nellospazio alpino. Al convegno

dal titolo “Le Alpi oltreKyoto” (con riferimento alfamoso trattato sulla riduzio-ne delle emissioni) è statoespresso un generale consen-so sul fatto che i paesi alpinipotrebbero - e dovrebbero -coprire la maggior parte delproprio fabbisogno energeti-co attraverso fonti rinnovabi-li, superando così di granlunga gli obiettivi di Kyoto.

Innanzitutto si dovrebberidurre il consumo di energiacon interventi di risparmioenergetico, quindi sfruttare legrandi potenzialità offerte dalmiglioramento dell’efficienzaenergetica e dall’utilizzo dellefonti rinnovabili quali legno,acqua, sole, vento e geoter-mia. Le Alpi, grazie all’intensi-tà della radiazione solare ealla prevalente assenza di

nebbia, offrono, per fare unesempio, condizioni quasi“mediterranee” per lo sfrutta-mento dell’energia solare.Oltre alle potenzialità, laCIPRA si è occupata anchedei limiti d’utilizzo delle fontirinnovabili, per motivi diordine sia ecologico che eco-nomico. In conclusione, lospazio alpino non contribui-sce solo al cambiamento cli-matico, è anche colpito daisuoi effetti con un’intensitàsuperiore alla media. Questodovrebbe costituire un’ulte-riore incentivo a moltiplicaregli sforzi per una protezioneesemplare del clima nelleAlpi.

Internet ■ Il FAI annuncia che perseguire gli aggiornamenti del-l’iniziativa riguardante “I luo-ghi del cuore” è stato istituitoun sito internet interamentededicato al censimento a cuiprese parte nel 2006 anche ilnostro giornale. Digitarewww.iluoghidelcuore.it

Mostre d’arte■ Tiziano. Fino al 6 gennaioBelluno e il Cadore ospitanouna grande mostra dedicata aTiziano con oltre cento operedei maggiori musei interna-zionali. Nella storica sededella Magnifica comunità di

Cadore a Pieve saranno espo-ste lettere autografe, carted’archivio, registri e unostraordinario inedito Ritrattodi donna davanti a paesaggiocon arcobaleno. La mostra sicompleta con gli itinerarivecelliani che permettono diammirare tanti lavori delmaestro e della sua botteganei loro luoghi originali.■ America! Storie di pitturadal Nuovo Mondo è il titolodella mostra che si terrà aBrescia, Museo di SantaGiulia, dal 24 novembre al 4maggio. Scenario principaledelle storie a cui la pitturaamericana del XIX secolo haattinto è sicuramente la mon-tagna. Numerose opere rap-presentanti il mondo dellamontagna fanno infatti partedella rassegna. Qui sotto alpiede “La Golden Gatewayverso Yellowstone”, 1893, diThomas Moran.

Sentenze■ Condannata l’Italia. LaCorte di giustizia delleComunità Europee ha con-dannato l’Italia per aver viola-to le normative UE sulla pro-tezione dell’ambiente. In pre-visione dei Mondiali di sci del2005, infatti, nel 2003 l’enteParco nazionale dello Stelvioha dato l’autorizzazione perl’adeguamento di infrastrut-

FILO DIRETTO Echi e notizie dal mondo della montagna

Le Alpi regione modello

Due rifugi alpini della Provincia di Cuneo, il Quintino

Sella (2.640 m ai piedi del Monviso) e il Giacoletti

(2.741 m, Passo del Losas, Punta Udine a Crissolo)

sono stati dotati di collegamento internet a banda

larga. Prosegue così il progetto della Regione Piemonte,

in collaborazione con l’Assessorato alla montagna e con il

CSI-Piemonte, che ha come obiettivo il collegamento di 40

rifugi piemontesi. “La disponibilità di navigazione su

Internet per i gestori e gli utenti dei rifugi alpini rappre-

senta una rilevante opportunità di promozione e di marke-

ting del rifugio e del suo territorio.

Consente agli escursionisti di accedere, a larga banda, a

tutti i servizi informativi raggiungibili via web, in particola-

re ai servizi meteo e satellitari, e ai gestori di programma-

re attività in rete”, ha commentato l’assessore alla monta-

gna della Regione Piemonte, Bruna Sibille. Il collegamen-

to a Internet può rappresentare anche un sistema di bac-

kup (duplicazione) in caso di guasto all’impianto di radio-

trasmissione (o telefonico) di cui il rifugio è dotato, così

come può essere utilizzata per sviluppare sistemi di tra-

smissione video (webcam che trasmette immagini su

Internet) o di videosorveglianza.

Sul sito Internet della Regione Piemonte è possibile

visualizzare le immagini trasmesse da cinque webcam

installate in altrettanti rifugi alpini piemontesi all’indirizzo

www.regione.piemonte.it/montagna/areemontane/web-

cam_rif.htm

Largo alla banda largaRifugi

16 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:44 Pagina 16

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ture sciistiche anche in zonea protezione speciale, con-travvenendo così al loro sta-tus giuridico di tutela.Disastroso il bilancio delMondiali di Bormio ancheper la FISI. “Sono saltati fuori600 mila euro di extradebittoper la chiusura dei conti”, hadetto il neo presidente GianniMorzenti.

Appuntamenti■ Skipass, quattordicesimosalone del turismo, deglisport invernali e del freestylesi svolge dal 1° al 4 novembrea Modena Fiere. Info:www.skipass.it

Incontrarsi

■ Im’arcord è il suggestivonome (d’ispirazione fellinia-na…) del circolo ricreativo diUgliancaldo in Lunigiana(MS), centro di aggregazioneper questo pittoresco borgodi una quarantina di animeadagiato tra prati e boschi invista delle Apuane. Il circolopromuove iniziative culturali,ricreative e anche di solida-rietà sociale. Per festeggiare i25 anni dalla fondazione, èstato dato alle stampe un deli-zioso album di famiglia concronache e foto delle riunioniconviviali e riproduzioni delletessere sociali. Agli amici diUgliancaldo i migliori auguridi buon compleanno.

Personalità

■ Monsignor Roberto

Busti, prevosto di Lecco(dove la sua passione per l’al-pinismo gli ha fruttato lanomina a socio onorario deiRagni della Grignetta), è statoordinato vescovo dal cardina-le Luigi Tettamanzi. Dal 7ottobre monsignor Busti èalla guida della Diocesi diMantova. Nella foto qui soprail religioso indossa il maglio-ne rosso dei Ragni.

Ambiente ■ Cansiglio. E con questosono 20 gli anni di camminateper la protezione dell’AnticaForesta del Cansiglio. L’appuntamento è fissato perl’11 novembre, domenica. Il sospetto e il timore è che il2008, o al massimo il 2009,potrebbe essere l’anno delladevastazione del Col Cornier,quello che il Comune diBudoia ha eletto a “Montagnainternazionale dei ragazzi” eintende preservare intatto,ma che nel Piano Neve dellaRegione risulta destinato aospitare impianti e piste disci. Info: Toio de Savorgnani0438.581989, [email protected], MorenoBaccichet - [email protected] Ecoistituto delVeneto Alex Langer041.935666 info@ecoistitu-

to.veneto.it■ Ruwenzori. Positivobilancio in Uganda per la spe-dizione organizzata dalComitato Ev-K2-Cnr. La sta-zione meteorologica installa-ta a 4750 m sul Ruwenzoristudia ora l’impatto dei cam-biamenti climatici sui ghiac-ciai che hanno subito un riti-ro impressionate passandoda 6,5 kmq a 0,95 kmq. ■ Alleanza italo - kuwai-

tiana per il clima e l’ambien-te: un accordo è stato firmatoil 26 settembre tra il CNR e ilKIRS - Kuwait Institute forScientific Research dal presi-dente del Comitato Ev-K2-CNR Da Polenza e il vicedirettore generale del KISRAl-Awadhi.

Corsi■ Progettare e gestire

interventi di ripristino e recu-pero ambientale: presso ilCentro servizi formativiEnaip di Domodossola sonoaperte le iscrizioni al corsogratuito di “Tecnico per l’am-biente - gestione e recuperodel territorio”, rivolto a disoc-cupati in possesso di diplo-ma. La figura professionaleche il corso forma si ponequale naturale supporto tec-nico-operativo dell’imprendi-tore per la valutazione del-l’impatto ambientale, deirischi derivanti da determina-ti progetti industriali, dellaprotezione dell’ambiente idri-co, dell’inquinamento atmo-sferico ed acustico, dellagestione dei rifiuti speciali,tossici e nocivi, dell’impiegodi sostanze chimiche o peri-colose, della sicurezza dellemacchine e degli impianti,della prevenzione del feno-meno infortunistico, dell’igie-ne del lavoro e della preven-zione degli incendi. Info: [email protected]

1 ✓ dal 12 Gennaio al 1 Febbraio 2008ACONCAGUA 6962 m.La vetta più alta delle due Americhe.Spedizione alpinistica.

2 ✓ dal 8 al 18 Marzo 2008SCI ALPINISMO SULL’ALTO ATLANTE Una fantastica combinazione tra le belle sciate sulle vette dell’Alto Atlante e sulle dune di sabbia del Sahara.

3 ✓ dal 22 al 29 Marzo 2008MONTE RILA E MONTE PIRIN IN BULGARIASci Alpinismo sulla fantastica neve dei Balcani.

4 ✓ dal 5 al 12 Aprile 2008SCI ALPINISMO TRA I FIORDI DELLA NORVEGIAUna vacanza sci-alpinistica.

5 ✓ dal 20 al 24 Aprile 2008CORSO AVANZATO DI SCI-ALPINISMO

6 ✓ dal 25 al 27 Aprile 2008Invitiamo tutti al TradizionaleRADUNO INTERNAZIONALE DI SCI-ALPINISMOLocalità Forni di S.Caterina (Valfurva) -SO-Info: C.A.I. Valfurva , Guide “Planet Trek”

7 ✓ dal 15 al 25 Maggio 2008CAUCASO Elbrus 5642 m La vetta più alta d’Europa.

8 ✓ dal 21 al 29 Giugno 2008TREKKING IN ISLANDALa terra del fuoco e del ghiaccio

9 ✓ dal 16 al 24 Luglio 2008SALITA DEL MONTE ARARAT 5165 mLa montagna di Noè

10 ✓ dal 25 Luglio al 7 Agosto 2008SULLE MONTAGNE DEGLI DEITrekking in Bulgaria & Grecia. Dal Monte Rila e Monte Pirin all’Olimpo e alle Meteore. Salendo sulle tre più alte cime dei Balcani e toccando anche la spiaggia del Mar Egeo.

11✓ dal 30 Agosto al 14 Settembre 2008CANADATREKKING SULLE MONTAGNE ROCCIOSE

12✓ 21 Settembre al 5 Ottobre 2008AFRICA. KILIMANJARO 5895 m La vetta più alta del Continente Africano. Safari nel Parco Nazionale Ngorongoro.

13✓ dal 12 Ottobre al 4 Novembre 2008HIMALAYA. Trekking intorno al tetto del Mondo:Laghi di Gokyo - Gokyo Peak 5490 mCho La Pas 5330 mLa Piramide Italiana del C.N.R.Kalapatar 5550 m - sland Peak 6189 m.

14✓ dal 11 al 29 Novembre 2008ALPINISMO SUI VULCANI DELL’ECUADOR:Cimborazo 6310m (la vetta più lontana del centro della Terra). Cotopaxi 5896 m(il vulcano attivo più alto del Mondo). Safari nella foresta dell’Amazzonia.Visita dei Mercati Indios. Sul trenino sotto il “Naso del Diavolo”.

15✓ dal 15 al 30 Novembre 2008TREKKING IN PATAGONIA:Cerro Torre - Fitz RoyPerito Moreno - Torri del PaineTerra del fuoco - Buenos Aires.

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LO SCARPONE 11 8-10-2007 17:20 Pagina 17

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18 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

SENIORES Convegno il 24 novembre al Palamonti

La fortunata serie “Sicuri in monta-gna” del CNSAS (Sicuri sul ghiac-ciaio, Sicuri in ferrata, Sicuri sulsentiero) si sta per arricchire con

“Sicuri nell’escursionismo senior - Percamminare a lungo”, opuscolo dedicatoa quell’universo dell’escursionismo rap-presentato dai soci CAI “seniores”,escursionisti di “massa” (e che massa)come tutti gli altri soci, ma con specifi-cità da indirizzare. Una delle specificitàè la sicurezza, indubbiamente non l’uni-ca, ma altrettanto indubbiamentemacroscopica.

La “Sicurezza nell’escursionismosenior” sarà anche il tema di un conve-gno ospitato dalla Sezione di Bergamosabato 24 novembre al Palamonti eorganizzato dal Soccorso alpino in colla-borazione con la Commissione senioresLombardia. In quella circostanza avver-rà una prima distribuzione dell’opusco-lo. La giornata costituisce il 5° Con-vegno dei seniores di CAI Lombardia erappresenta anche un “convegno zero”

dell’escursionismo per seniores a livellonazionale. Sono infatti invitati a parteci-pare delegati dalle sezioni italiane cheabbiano costituito un “gruppo seniores”o abbiano semplicemente intenzione difarlo entro due anni. Risulta che questesezioni sono ormai parecchie. Interverràla stessa Commissione centrale escur-sionismo (CCE).

È appropriato ricordare che è al lavoroun gruppo incaricato dello studio di“buone pratiche” per i seniores all’inter-no dell’escursionismo; con relativa rac-colta in un “Quaderno dell’escursioni-smo senior” sotto la guida della CCE.L’incontro al Palamonti darà, ne siamocerti, un contributo significativo in que-sta direzione.

Riportiamo un’agenda sintetica dellagiornata e invitiamo le sezioni con grup-pi seniores (specie le non lombarde,anche per identificare eventuali necessi-tà e soluzioni logistiche) a contattare laSegreteria della Commissione senioresdi CAI Lombardia, preferibilmente via e-

mail: [email protected] [email protected]; oppure telefonica-mente allo 0332.285459 o allo 0233610385, ore serali.

L’invito da queste pagine dovrebbevalere come sollecito, perché laCommissione seniores CAI Lombardiaha già spedito una lettera di invito for-male ai gruppi seniores. Arrivedercidunque al Palamonti!

Commissione

Centrale Escursionismo

Commissione Seniores

CAI Lombardia

Soccorso Alpino

e Speleologico Lombardo

Camminare (possibilmente) a lungo

10.10 I Seniores, l’escursionismo, la

sicurezza.

• Il Socio CAI senior nell’escursioni-

smo: appartenenza e specificità. •

Stato dell’arte in Lombardia e in Italia. •

Il progetto “Sicuri in montagna” e l’opu-

scolo per seniores.

11.40 Relazioni mediche (dott.

Bergamaschi, Nahmad e Milani)

• La salute e le patologie della terza età

• L’apparato locomotore e l’alimentazio-

ne • Incidenti e precauzioni sanitarie

14.10 Quale livello di consapevolezza

• Esiti indagine in occasione del 13°

raduno, Brescia

15 Conclusioni

Il programma

Nell’intento di agevolare l’istruttore di sci di fondo

escursionismo nella sua attività, la Commissione

centrale (Consfe) ha diffuso una serie di note in

forma di “memorandum” il cui valore etico può evi-

dentemente riguardare tutti i soci del Club Alpino Italiano.

Credibilità, continuità nell’operatività, interattività nell’inse-

gnamento e nell’accompagnamento sono tre importanti

punti del documento. L’istruttore è infatti tenuto “a mante-

nere idonei livelli di competenza per abilità e credibilità; a

prestare fattivo servizio presso la scuola o il gruppo sezio-

nale di appartenenza; ad aderire e contribuire alla realizza-

zione delle diverse attività didattiche e organizzative dimo-

strando “rispetto e collegialità e mantenendo l’uniformità

tecnica e didattica prestabilita”. Particolare importanza rive-

ste il paragrafo dedicato alla responsabilità, nel presuppo-

sto che “da sempre esiste l’imprevisto” e occorre quindi

“interrogarsi sulle responsabilità dirette, soggettive e su

quelle indirette, oggettive, per evitare incidenti e conse-

guenti colpe”.

Ma è sulla deontologia che il documento s’ispira a valori

che vanno ben oltre l’ambito operativo dell’istruttore. Al

quale è perciò rivolto l’invito a “uniformare il proprio com-

portamento nel rispetto dei principi di dignità e di decoro

propri del Club Alpino Italiano… attribuendosi solo le capa-

cità o i titoli pertinenti riconosciuti dal CAI senza qualificar-

si in modo equivoco, esercitare pressioni, o vantare influen-

ze di qualsiasi tipo.rispettando singole competenze e

responsabilità…improntando nei confronti di allievi o di

accompagnati e con i colleghi il comportamento alla lealtà,

chiarezza e correttezza”.

“Nei rapporti con pubbliche amministrazioni, altri enti o

associazioni”, si legge più avanti, “l’istruttore non può avva-

lersi direttamente o indirettamente del prestigio derivante

dal proprio titolo per trarne vantaggi per sé o per altri. È

fatto divieto assoluto di svolgere, con il titolo di Istruttore

CAI, uguali attività o simili in altri enti, associazioni o club”.

E ancora una volta emerge a chiare lettere l’invito a tene-

re sempre alto il prestigio del CAI astenendosi da azioni che

siano contro gli interessi e l’immagine dell’associazione.

Pena, s’intende, la decadenza del titolo. ■

Memorandum per gli istruttoriSci escursionismo

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:45 Pagina 18

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 19

SOCIETÀ Il nuovo libro di Salsa

Le trasformazioni socio-economi-che hanno determinato una crisiirreversibile dell’identità alpina?Quali riflessi possono avere sui 13

milioni di abitanti che insistono su un’a-rea di 191.000 kmq la postmodernità,cioè la globalizzazione dell’economia,l’omologazione dei modelli comporta-mentali, la perdita delle specificità? Aqueste e altre domande rispondeAnnibale Salsa, docente di antropologiafilosofica e culturale all’Università diGenova, presidente generale del ClubAlpino Italiano e delgruppo di lavoro euro-peo “Popolazione & cul-tura” della Convenzionedelle Alpi. Le conclusionidi anni di ricerche sononel volume “Il tramontodelle identità tradiziona-li” (vedere box in questapagina) presentato il 7ottobre a Lingotto Fierenell’ambito della rasse-gna “Alpi365”. In questosaggio appassionatoviene analizzato, comeindica il sottotitolo, “lo spaesamento e ildisagio esistenziale nelle Alpi”. Ma non-ostante le premesse, ogni pagina sembrapermeata da un sia pur cauto ottimi-smo…

Innanzitutto, professor Salsa, che

cosa si deve intendere per identità?

“Per identità alpina intendiamo quel-l’insieme di modelli comportamentalicostruiti socialmente che hanno mante-nuto una certa permanenza nel tempo. Ilmodello ha un’aurora e, purtroppo, uncrepuscolo. Va infatti chiarito che il con-cetto di identità è mutevole. Prima del-l’anno mille non si può certo parlare diidentità alpina strutturata il cui sboccia-re corrisponde con i primi insediamentialti delle Alpi”.

A che cosa va attribuito il tramon-

to di tale identità?

“L’identità alpina tradizionale, questointrecciarsi di natura e cultura, entra incrisi con la nascita degli stati nazionali econ la trasformazione dei confini in fron-tiere e il prevalere di stili di vita urbano-centrici. Questa è la vera grande picco-nata all’identità alpina. La postmodernitàin cui siamo immersi cerca adesso di

recuperare la dimensione dell’arcaico,ma ormai è troppo tardi per farlo”.

Il fenomeno è qua e la sotto i nostri

occhi. Oggi si torna volentieri ai

costumi tradizionali, si recuperano i

dialetti. Con quali risultati?

“Questa folclorizzazione va vista a mioavviso come un tentativo estremo di sal-vare il salvabile. Ma è un canto del cigno,un segnale lanciato dalle società post-moderne in preda alla nostalgia di unpassato ormai irrecuperabile”.

Come si fa allora a evitare che

spaesamento e disagio

esistenziale prendano

il sopravvento?

“Il recupero delle tradi-zioni in forme esteriori esuperficiali è da conside-rare passatismo, folclori-smo appunto. Mentre ilfuturo potrebbe essererappresentato da un neo-logismo che indichereicome glocalismo: cioècapacità di coniugare illocale con il globale. Irischi sono due: la globa-

lizzazione spinta può portare al totaleannullamento dell’identità e il localismospinto non può che condurre al…ridico-lo. Occorre perciò cercare una terza via”.

Nel suo libro invita “a riappro-

priarsi di quell’orizzonte di significa-

ti e valori in cui riconoscersi”. A chi

deve considerarsi rivolto l’invito?

“In effetti sempre meno giovani vannoin montagna, questo è un dato che devefarci riflettere. Per chi vi risiede, poi, lamontagna è diventata un esotico di pros-simità, qualcosa di sconosciuto. Il pro-blema riguarda la distinzione tra cono-scere e riconoscere. Oggi non è tanto ilconoscere che conta. Il problema è rico-noscere e riconoscersi, cioè percepirecome familiare l’orizzonte, avere interio-rizzato quel paesaggio. E la cosa riguar-da soprattutto i giovani”.

Una curiosità. Di quali strumenti

dispone l’antropologo per le sue

indagini?

“Prima di tutto dell’osservazione parte-cipante, dell’indagine sul terreno. Devemettersi in relazione con la gente, senti-re come essa si autopercepisce e con-frontare questo suo sentimento con l’e-

teropercezionedell’identità daparte degli altri.Questa è la cassetta degliattrezzi di noi antropologi”.

Da chi vorrebbe che il suo libro

fosse letto?

“Dai politici, dai pubblici amministrato-ri innanzitutto. Perché se manca lavolontà di fare una politica della monta-gna, non resta che consegnare le nostrevalli alla wilderness e tutti i problemi cheaffronto nel mio libro si annullano. Mapoi bisogna pur sempre regimare leacque, governare il bosco per evitarepesanti ricadute in pianura…”.

In fondo alla sua visione sulla per-

dita d’identità c’è dunque un mes-

saggio di speranza?

“Un messaggio non basato però su unavisione oleografica o ideologica”.

E quale può essere in questo conte-

sto il ruolo del CAI?

“Soprattutto quello di far conoscere lemontagne. Mi piacerebbe perciò riporta-re l’articolo 1 dello statuto alle origini,fare in modo che nell’articolo 1 la cono-scenza del territorio sia al primo postonegli interessi di chi pratica la montagna.Perché senza questa indispensabile pre-messa il Club alpino non può che rien-trare nel novero di una qualunque fede-razione sportiva”. ■

“Le identità tradizionalisono al tramonto? Una soluzione c’è: il glocalismo, ovvero lapossibilità di coniugareil locale con il globale”,ha spiegato lo studiosopresentando il volumealla rassegna Alpi365

L’identità perduta “Il tramonto delle identità tradizionali.Spaesamento e disagio esistenzialenelle Alpi” di Annibale Salsa, edito daPriuli & Verlucca editore (192 pagineformato 14x21,5 cm, 14,50 euro), ana-lizza le trasformazioni socio-economi-che che hanno determinato la progres-siva marginalizzazione dello spazio alpi-no inducendo risposte culturali quali lafolklorizzazione,l’esasperazionelocalistica, l’esa-sperazione etica. Il libro verrà pre-sentato l’8novembre alleore 18,30 allaLibreria LaMontagna diVia Sacchi28/bis a Torino.Info: 0115620024

Il volume

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Andando a camminare in monta-gna è diventato ormai frequentis-simo incontrare escursionistimuniti di bastoncini. Non è infre-

quente imbattersi in persone che usanoquesta attrezzatura allo scopo di miglio-rare la propria fitness. Parliamo di nor-dic walking.

Gli studi di biomeccanica suggerisco-no che il camminare con più arti(bastoncini) ci dovrebbe far progrediremeglio; infatti una struttura formata dapiù raggi (assimilabile a un quadrupede)rotola meglio di una struttura compostada un numero limitato di raggi (esempioil bipede).

La locomozione terrestre dei bipedisegue il paradigma del pendolo invertitoche spiega la minima energia metaboli-

ca impiegata per velocità comprese tra i5 e i 6.5 km/h. A queste velocità le dueenergie meccaniche, potenziale (ilnostro centro di massa posto a livellodel bacino ha delle oscillazioni in alto ein basso) e cinetica (velocità), si scam-biano in modo da elevare l’economiadella progressione. In salita però ilnostro centro di massa sale molto di piùche scendere, fino a limitarsi alla solasalita se il sentiero diventa molto ripido.Questi studi vengono fatti paragonandole curve di oscillazione dell’energia mec-canica che nella camminata con baston-cini o senza sembrano differenti, conuna tendenza a scambiare meglio leenergie meccaniche se vengono utilizza-ti i bastoncini. Ciò suggerisce che laforza impressa sul terreno dal braccio

che spinge il bastoncino sopperisce allemasse muscolari non attivate in fase dicamminata. L’uso dei bastoncini è, per-ciò, un rafforzamento dell’andaturabipede con un costo maggiore dal puntodi vista energetico. Tale dispendio ener-getico è però diverso a seconda del tipodi terreno. Infatti, sul piano si ha uncosto metabolico di quasi il 50%, perpendenze superiori al 7% l’energia meta-bolica spesa si aggira attorno al 3-4% e,infine, in discesa il costo è nettamentemaggiore.

Ecco perciò motivato l’uso dei baston-cini per fare dell’attività motoria (nordicwalking) coinvolgente arti superiori einferiori. Nel particolare, il nordic wal-king consiste nel camminare, correre,saltellare e fare esercizi con i bastonisenza dover fare particolari regolazionisulla loro lunghezza. Questa disciplinapermette di utilizzare quasi il 90% dellapropria muscolatura senza causareeccessive sollecitazioni alle articolazio-ni. Ma in merito all’uso dei bastoncini daparte degli alpinisti che cosa possiamodire? I bastoncini aiutano la nostraandatura sia in salita che in discesa.Diminuiscono le sollecitazioni meccani-che che si trasmettono a livello dellacolonna vertebrale e delle articolazionidegli arti inferiori, soprattutto le ginoc-chia. Infatti l’utilizzo dei bastoncini per-mette di scaricare ad ogni passo più omeno 7 kg di carico. Ciò significa diver-se tonnellate all’ora! Però la loro altezzava modulata in base all’altezza dell’indi-viduo e al percorso che si sta compien-do. Nei percorsi in salita è preferibileavere degli appoggi più bassi, in discesainvece è meglio avere dei bastoncini piùlunghi.

Ad ogni modo un trekker allenato e inbuona salute potrebbe non avere biso-

MEDICINA Nordic walking, pregi e inconvenienti

20 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

Il loro utilizzo è auspicabileper gli escursionisti anziani e quelli in sovrappeso o con problemi articolari o vertebrali. È sconsigliato nei bambini. Portiamoli connoi ma non utilizziamoli come regola fissa

Bastoncini, quando e perchè

Tutti sappiamo che un’attività fisica regolare è necessaria per mantenere

una buona condizione di salute. L’inattività ci espone invece al rischio di

malattie croniche degenerative (obesità, diabete, ipertensione arteriosa,

cardiopatia ischemica e arteriosclerosi). Inoltre, l’inattività fisica è in rela-

zione statisticamente significativa con un aumento di incidenza di certe patolo-

gie di natura diversa quali la depressione, certe neoplasie (colon-retto e mam-

mella), la gastrite e l’ulcera. Le persone fisicamente attive che praticano attività

fisica moderata tutti i giorni o quasi hanno una riduzione del 30-50% del rischio

di contrarre malattie coronariche nei confronti delle persone sedentarie.

L’esercizio aerobico ci permette perciò di migliorare, a seconda dell’intensità e

durata dell’esercizio, la nostra “fitness aerobica” (aumento del massimo consu-

mo di ossigeno e abbassamento della frequenza cardiaca) o la “fitness metabo-

lica” (contenimento del peso corporeo e della percentuale di grasso corporeo,

miglioramento del profilo lipidico ematico, miglioramento del controllo glicemico

e diminuzione della pressione arteriosa).

Per ottenere questi scopi si consiglia, per quanto concerne la fitness aerobica,

di praticare un allenamento intenso con sedute di 30-45 minuti (continui o dis-

continui), con una frequenza di 3-5 allenamenti per settimana e per una durata

di 9-12 settimane. Il volume di allenamento richiesto per migliorare la fitness

metabolica prevede invece un allenamento moderato di 30 minuti, 6-7 volte alla

settimana, sempre per una durata di 9-12 settimane.

Ma che cosa significa allenamento moderato o intenso? Ci riferiamo alla fre-

quenza cardiaca massima calcolata per quella persona. Il calcolo si ottiene sot-

traendo l’età al numero 220, che diviene 208 per persone di età avanzata maga-

ri sedentari da anni. Ottenuto il valore della frequenza cardiaca massima, per l’al-

lenamento moderato si deve rimanere tra il 55-70% della frequenza ottenuta, per

l’allenamento intenso si deve rimanere tra il 60-90% della frequenza massima

calcolata. Esempio per una persona di 50 anni: 220-50=170. Per un allena-

mento moderato deve mantenere la frequenza cardiaca tra i 90 e i 120 battiti al

minuto e per un allenamento intenso deve mantenersi tra i 100 e i 150 battiti al

minuto. Le frequenze andranno scelte sulla base del grado di allenamento.

A.R.

I vantaggi dell’esercizio aerobico

LO SCARPONE 11 8-10-2007 17:20 Pagina 20

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gno di tali presidi. Sono sufficienti dellebuone calzature e dei passi elastici cheassorbano bene l’impatto con il terreno.In discesa è opportuno camminare evi-tando passi lunghi e corse. Nei tratti indiscesa sarà opportuno seguire i tor-nanti e le curve dei sentieri senzatagliarli evitando così sollecitazionimaggiori alle ginocchia. Utilizzandoqueste basilari regole un alpinista,anche dopo anni di intensa attività alpi-nistica, non dovrebbe incorrere in pro-blemi articolari.

In certe condizioni fisiche e in certesituazioni i bastoncini sono utili eandrebbero usati soprattutto in discesa.Il loro utilizzo è auspicabile dagli escur-sionisti anziani e da quelli in sovrappesoo con problemi articolari o vertebralipreesistenti (lombosciatalgie, ecc). Incorso di spedizioni o trekking d’altaquota quando si è costretti a portare consé zaini pesanti sono sicuramente unutile ausilio.

In conclusione, i bastoncini telescopicisono sicuramente un valido presidionelle situazioni precedentemente elen-cate. In altre situazioni non sono da con-siderare indispensabili, anzi non trova-no un utilizzo giustificato e vanno impie-gati solo per ragioni di presunta sicurez-za. Il loro utilizzo è sconsigliato nei bam-bini poiché difficilmente sono in gradodi usarli correttamente e facilmente vi siinciampano.

Un consiglio? Portiamoli con noi manon utilizziamoli come regola fissa.

dottor Adriano Rinaldi, CCM

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 21

Pagine a cura della Commissione centrale medica

Dopo le prime esperienze condotte dal gruppo storico di Roma di “Montagna e psi-chiatria”, nel 2004 al rifugio Pernici della SAT di Riva del Garda si tenne il primoseminario nazionale, seguito nel 2005 nello stesso rifugio dal corso di formazione

“Sopraimille, montagnaterapia e psichiatria”. L’anno scorso presso il Centro “B. Crepaz”al Pordoi si è tenuta la giornata culturale sull’argomento con l’incontro satellite “Unametodologia per la montagnaterapia”. La “virtuosa alleanza” tra il CAI, il mondo dellamontagna e quello della psichiatria, è dunque una realtà. L’impegno, basato in particola-re sulla formazione, è continuato quest’anno alla capanna sociale di Castelluccio di Norciacon l’incontro residenziale per operatori psichiatrici. E poi convegni (come quelli, impor-tanti, a Mirano, Asiago e al Palamonti di Bergamo) dibattiti, gruppi di lavoro in tante zoned’Italia.

E si arriva a “Sopraimille, montagna e psichiatria”, terzo e ormai quasi classico appun-tamento, ancora al rifugio Pernici, organizzato dalla Sezione di Riva del Garda della SATe con il supporto del Comune. Il corso si è svolto dal 28 al 30 settembre con il patroci-nio dell’Azienda sanitaria della Provincia di Trento e del CAI, per interessamento dellaCommissione centrale medica e del presidente generale, con la partecipazione di circaquaranta operatori psichiatrici e soci provenienti da ogni angolo d’Italia. Ripercorrendol’esperienza ormai consolidata e allo scopo di sottolinearne la valenza formativa l’incon-tro ha percorso alcune tracce parallele: le relazioni teoriche, le esperienze “sul campo” ei momenti di riflessione comunitaria, tutti momenti ben integrati tra loro, pur nella loro“diversità formale”.

Le relazioni vertevano sui fondamenti teorici, le tecniche, la formazione degli operato-ri, la costruzione di una rete nazionale (il sito www.sopraimille.it continua a pieno regi-me la sua funzione di collegamento), i rapporti tra strutture sanitarie e CAI, la valutazio-ne dei risultati ottenuti. E se i relatori (Matteotti, Ermini, Carpineta, Fumanelli, Bolognani,Villi, Lanfranchi, Milan, Fanchin) hanno attivato un dibattito intenso e appassionato, imomenti esperienziali sono stati altrettanto importanti e coinvolgenti. Tutti si sono quindiritrovati a seguire i percorsi dei propri sensi, a vivere il gruppo nei suoi molteplici aspet-ti, a orientarsi nella natura con gli occhi delle emozioni, a saggiare la verticalità e il con-tatto con l’elemento terra come scoperta intima prima ancora che fisica. Ora rimane illavoro da fare, concretizzare; riportare nei propri ambulatori e soprattutto sui monti quan-to è maturato, continuare a pensare, sperimentare e valutare, trovare nuove frontiere chepossano essere superate allontanando le diversità.

Per la prima volta, hanno partecipato al corso due operatori dei servizi psichiatrici dellavicina Svizzera. Come dire che la rete, prima ancora che nella forma, si sta costituendonella sostanza. L’impegno preso un anno fa al Centro “B. Crepaz” era di dedicare le ener-gie per l’anno 2007 al tema della formazione, per poi impegnarsi per il 2008 nella crea-zione di un’organizzazione che potesse sorreggere la rete di fatto già esistente. E orasiamo già alle porte del 2008!

Sandro CarpinetaPsichiatra. Responsabile del progetto Montagnaterapia

Una virtuosa alleanzaMontagnaterapia

Gli operatori psichiatrici che hanno partecipato insettembre all’incontro al rifugio Pernici della SAT.

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:45 Pagina 21

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Achi appartengono i resti trovaticausalmente domenica 11 set-tembre sul ghiacciaio diMacugnaga da un escursionista

alla ricerca di cristalli? Un indizio porta aun nome illustre nel mondo degli scala-tori di mezzo secolo fa: Ettore Zapparoli.Si tratta di un fazzoletto bianco, fine-mente ricamato, rinvenuto accanto a unmucchietto di ossa e a brandelli di vesti-ti. Nessun altro segno di riconoscimento,nonostante le minuziose ricerche del bri-gadiere Francesco Galeandro dei carabi-nieri di Macugnaga insieme con i finan-zieri e il capo del Soccorso alpino FulvioPirazzi.

Il quadro per l’identificazione dovrebberestringersi agli anni ‘40-’50 e le vittimesoltanto a quattro: Zapparoli, scomparsonell’estate del 1951, Angelo Vanelli eSergio Ferrario di Legnano, caduti sullaDufour nel 1957, e infine Gildo Burgenerdi Macugnaga precipitato l’anno seguen-te. Vanelli e Bugener erano guide alpine,ma i frammenti di maglione rinvenuti orasono verdi, quindi escludono una loroattribuzione.

Resta quel fazzoletto ricamato chepotrebbe deporre a favore di Zapparoli,muscista e scrittore, idealista e romanti-

co. In un ventennio l’alpinista mantova-no ha tracciato importanti vie sulla Estdel Rosa facendo rivivere le sue avven-turose imprese in due romanzi autobio-grafici (“Blu Nord” e “Il silenzio ha lemani aperte”) che però ebbero una certafortuna solo dopo la sua morte. Il 18 ago-sto 1951 al pastore dell’alpe Fillar che glichiedeva dove fosse diretto rispose:“Vado a morire sul mio Rosa”. Una trage-dia annunciata?

Il custode del rifugio Zamboni-Zappa,Zavero Lagger, vecchio lupo di monta-gna, seguì casualmente con il binocoloun punto nero nel cuore della parete delRosa, fin sotto la Punta Zumstein. Poirimase solo lo scivolo nudo del ghiaccio,fra un dedalo di seracchi.

Le guide di Macugnaga l’hanno cercatoper più giorni. Fra loro il parroco donSisto Bighiani, guida anche lui e suogrande amico.

Dino Buzzati gli dedicò un commoven-te elzeviro sul Corriere della sera. Perricordarlo è stato attribuito il suo nomealla cresta centrale della parete est men-tre sopra il pianoro della Pedriola gli èstata eretta una cappelletta. Sin quandoha potuto vi andava anche la madre,Anita Nuvolari, che ha voluto essere

sepolta nel cimitero di Macugnaga. Nonc’erano altri congiunti stretti. Ma ora lapossibile individuazione di eventualiparenti a Mantova potrebbe permettereun confronto del Dna con i resti venutialla luce e accertarne scientificamentel’attribuzione.

Il ghiacciaio di Macugnaga si apre rara-mente alla generosità. L’ultimo caso cla-moroso fu quello della guida diValtournenche Casimiro Bich, precipita-to nel 1925 dal Colle Gnifetti, a 4400 m. Isuoi resti sono affiorati a distanza di 46anni a 2000 metri, dopo aver percorsocinque chilometri ibernati nel ghiaccio.Li ha rinvenuti un’altra guida, LucianoBettineschi di Macugnaga. Di Zapparoli,in oltre mezzo secolo, il ghiacciaio nonha reso più nulla. Ora ci sono un muc-chietto di ossa e di abiti sfilacciati, unmoschettone e un fazzoletto che atten-dono un’identificazione. Ma forse luiavrebbe preferito che il Rosa conservas-se il segreto integrale.

Teresio Valsesia

22 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

CRONACHE Ritrovamento tra i ghiacci del Rosa

Rinvenuto accanto a unmucchietto di ossa,

potrebbe appartenere aEttore Zapparoli, l’alpinista

musicista scomparso nel 1951

Il rebus del fazzoletto

Un segnavia da Guinness

Durante l’8° Settimana escursionistica

nazionale in Sicilia, fra il serio e il face-

to, veniva lanciato nel 2005 un invito:

segnalare alla Sezione di Messina l’e-

ventuale presenza sui sentieri italiani di un ele-

mento di segnaletica più grande e pesante di

quello installato dal sodalizio a Lupo sui Monti

Peloritani di Santo Stefano di Briga (ME).

Nessuna indicazione è finora giunta e grande

è la tentazione di vantare un record peraltro

mai omologato. Prima di annunciarlo Paolo

Ullo, artefice del manufatto, precisa che la

toponomastica del luogo è stata scolpita sul

frontespizio del monolito lavico (240 cm di lun-

ghezza, 115 di larghezza e 50 di spessore) che

vediamo qui a fianco. Il peso è di circa tre ton-

nellate. Una provocazione, d’accordo. Nel

senso che non sono state rispettate le misure

suggerite dalla Commissione centrale escur-

sionismo (cm 25 x 35) per “la definizione dei

luoghi caratteristici con segnaletica verticale”.

Il monolito è stato impiantato il 13 luglio 2000

durante l’attività di segnatura dei sentieri da

parte della sezione. La pietra che oggi integra

la segnaletica del CAI è stata piazzata dove un

tempo sorgeva il Palazzo di Lupo destinato a

ospitare gli operai addetti al cantiere dell’ac-

quedotto. La pietra lavica utilizzata è stata

recuperata in modo casuale dopo il cedimen-

to strutturale di un ponte sulla strada statale

114. È stata la maggiore visibilità offerta dalla

assenza delle campate a metterla in luce nel

fango della foce del Torrente Santo Stefano.

Poi con una gru montata su un grosso auto-

carro la pietra è tata trasportata e depositata a

Santo Stefano di Briga, in contrada Brognina,

nei locali della Cooperativa Agricola

“Soprano”, dove è stata lavorata e scolpita.

Dopo quaranta ore di lavoro tutti i caratteri

erano completati. Per accoglierla è stata sca-

vata una buca larga due metri per due e pro-

fonda un metro. Effetto scenico assicurato.

Sentieri

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:45 Pagina 22

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Partendo dalla constatazione chea sedici-dicassette anni sorgonoesigenze alle quali il nostro alpi-nismo giovanile non offre suffi-

ciente risposta, si sta ipotizzando di“accompagnare” i giovani soci anchein età superiore proponendo adeguateattività. Un’ipotesi che provoca un po’di fermento in ambito CAI. A diciot-t’anni si è adulti per legge, pienamenteresponsabili delle proprie azioni eanche di quelle altrui se le persone chele compiono ci sono state affidate.Essere adulti però non significa esserematuri, capaci di far fronte alle respon-sabilità con competenza e sicurezza. Insostanza essere affidabili.

Se tutto ciò è vero, e lo è, che cosa possiamo proporre in unAlpinismo giovanile rivolto ai giovani con più di diciotto anni?E con chi e quali mezzi? Il nostro statuto dice che lo scopo del-l’associazione è l’alpinismo in ogni sua forma, la conoscenza elo studio delle montagne e la difesa del loro ambiente natura-le. Il Progetto educativo, approvato dal Consiglio centrale nel1988, enuncia lo scopo di “aiutare il giovane nella propria cre-scita umana, proponendogli l’ambiente montano per viverecon gioia esperienze di formazione” e si rivolge a ragazze eragazzi dagli 8 ai 17 anni.

Quali possono essere allora le proposte da fare a giovanidonne e giovani uomini, perché tali sono quei soci che hannosuperato i diciott’anni? Dopo anni di attività con gli accompa-gnatori non credo ci sia molto da aggiungere sul piano tecnicose non un normale ripasso periodico. A quindici, sedici anni gliaquilotti sono pronti per passare dal gioco all’avventura, dalleregole e spazi conosciuti all’esplorazione e scoperta dell’igno-to. La figura tecnico-fisica dell’accompagnatore passa insecondo piano. I coetanei sono più importanti e il gruppocoeso è garanzia di continuità, protezione e confronto.

Accompagnare i giovani a maturare la loro personalità pre-suppone di essere portatori e testimoni di valori compatibilicon gli obiettivi che il gruppo, l’associazione persegue, e diessere profondamente convinti che la proposta deve essereesplicita e convincente, ma non imposta.

Non voglio addentrarmi in complesse elucubrazioni sullamaturazione degli individui. Sappiamo che è un processo evo-lutivo che può interrompersi o svilupparsi in relazione alleesperienze personali e interpersonali. Per favorire tale proces-so in termini positivi, alcune integrazioni al nostro Progettoeducativo vanno però affrontate in termini di atteggiamento eproposta. Quanto segue ha il solo scopo di avviare un con-fronto che potrà e dovrà svilupparsi nelle sedi appropriate.

Cominciamo dalla “A”. “A” come Accompagnatore il cuiruolo sarà di favorire nel gruppo un clima di Accoglienza-Amicizia-Ascolto (a tal proposito sarebbe opportuno riesuma-re l’ottima relazione di Francesco Carrer al Convegno del VFGa Muggia -TS- nel 2003 dal titolo “L’immagine e l’accoglienzanelle sezioni del CAI”) controllando che l’Ambizione

Agonistica non diventi fine a se stessa o motivo di scontro,sopraffazione o umiliazione ma Aiuto a crescere insiemeaffrontando difficoltà organizzative e relazionali in manierasempre più Autonoma.

L’Autonomia di pensiero e di Azione è il primo traguardo chepossiamo proporre ai nostri giovani adulti per affrontarel’Avventura dell’Alpinismo e della vita. Un secondo possibiletraguardo da perseguire è il senso di responsabilità, anzituttoverso se stessi, affrontando senza timore ma con ponderatezzale incognite che ogni impresa di un certo valore comporta. Nonc’è Avventura senza rischio, ma il rischio bisogna saperlo valu-tare. Senso di responsabilità che si esprime compiutamenteanche quando altre persone dipendono dalle nostre decisioni edal nostro comportamento. È auspicabile che i nostri diciot-tenni vengano instradati e sostenuti per essere in grado di gui-dare nelle attività i ragazzi più piccoli del gruppo. Questa espe-rienza può essere esaltante e maturante e coinvolgere il “gio-vane accompagnatore” come trait d’union fra il ragazzo/a e isuoi genitori.

Aiutare i giovani a maturare la propria personalità e il propriocarattere non è compito da poco. Per esserne capaci, stimo-lando e promuovendo iniziative autonome dei singoli e delgruppo, sarà il caso di prepararsi per bene, non solo alpinisti-camente ma adeguando il progetto educativo e il proprio ruoloalle esigenze dell’età.

Claudio Mitri

Vice presidente gruppo regionale FVG

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 23

CONTRIBUTI Un’ipotesi per il Progetto educativo

Come aprire undialogo con isoci che non

hanno più l’etàper fare parte

degli “aquilotti”aiutandoli amaturare il

propriocarattere?

Alpinismo giovanile over 18

In riferimento ad alcuni inconvenienti riscontrati nei rap-

porti con Telecom Italia, è opportuno ribadire quanto

segue:

• I rifugi CAI dotati di impianto telefonico sono inseriti nella

categoria “Posto telefonico pubblico” (circa l’80% dei

casi). I recenti collegamenti nel corso del periodo 2001-

2005 sono stati classificati nella categoria “Affari”.

• Il titolare del servizio è rappresentato dalla sezione CAI

proprietaria del rifugio. In presenza di un gestore la sezio-

ne provvederà a indirizzare al suo recapito la fattura tra-

smessa da Telecom per il relativo pagamento.

• Per tutti i rifugi classificati PTP (Posto Telefonico

Pubblico) i riferimenti Telecom sono i seguenti:

Richieste di natura amministrativa o commerciale:

800134134 post selezione 1. Segnalazione guasti:

800134134 post selezione 2. Per comunicazioni scritte:

Telecom Italia c/o Advalso Spa - via Turanense km 41,500

- 67061 Carsoli (AQ). Fax (segnalazione guasti) 803308420

- fax (richieste dui natura commerciale) 803308421.

• Per i rifugi inseriti in categoria “Affari” i riferimenti

Telecom sono: segnalazione guasti: 191, per comunica-

zioni scritte: Telecom Italia fax 803308191.

Franco Bo

Il servizio telefonico nei rifugiPrecisazioni

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:45 Pagina 23

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Storia della fotografia di montagna di Giuseppe Garimoldi.Priuli&Verlucca in collabora-zione con il Club AlpinoItaliano. 207 pagine formato22,5x29 cm, 12,90 euro.

Mentre si celebra il tramon-to della pellicola a favoredelle ormai universalmentediffuse tecnologie digitali,ben venga questa aggiornatis-sima storia realizzata da unodei maggiori esperti di foto-grafia, arte, cultura alpina.

La strada che GiuseppeGarimoldi ripercorre sullascia del suo premiatissimovolume “Fotografia e alpini-smo, storie parallele”(Priuli&Verlucca, 1995) èlunga e affascinante. È passa-to infatti più di un secolo emezzo da quando l’obiettivodi un apparecchio fotografi-co è stato puntato per laprima volta verso la monta-gna, e centinaia di abili foto-grafi si sono misurati “con la

persistente concretezza di unmito” celebrando a suon discatti la bellezza dell’univer-so alpino. L’elenco è riportatonel ricco repertorio biografi-co al termine del volumedove le immagini dei maestrivengono analizzate, quasiindagate dal punto di vistatecnico e delle motivazioniche le hanno suggerite. Perrendere più agile la lettura, ilvolume è diviso in tre parti:l’immagine della montagna, iltempo della conoscenza, iltempo degli uomini. Dire chenon dovrebbe mancare negliscaffali di chi s’interessa dimontagna è il minimo. Vainfine segnalato che nella col-lana di cui fa parte sono usci-ti con uguale impegno cultu-rale e cura grafica i volumidedicati alle immagini dei fra-telli Pedrotti, RenzinoCosson, Mario Piacenza eArmando Biancardi, curatirispettivamente dallo stessoGarimoldi, Carlo Martinelli,Roberto Mantovani eRoberto Serafin. Particolare

importante. Dopo un primolancio alla vigilia dell’estate,la collana “Fotografi di mon-tagna” torna in edicola dal 21novembre in abbinamentocon i quotidiani Alto Adige eCorriere delle Alpi nelle edi-zioni di Bolzano e Belluno.

Tartarino sulle Alpi di Alphonse Daudet. Cda &Vivalda. 240 pagine, 15 euro.

Il capolavoro di Daudet(1840-1897) viene ripropostonella traduzione di AldoPalazzeschi con la presenta-zione di Pietro Crivellaro.Scritto nel 1885, il romanzo èambientato sulle vette dellaJungfrau e del Monte Biancodove il corpulento Tartarinoaffronta straordinarie avven-ture sfidando insidiosi cre-pacci per amore di una russa.Sullo sfondo la nascita delturismo alpino. Il volume,presentato in ottobre alla ras-segna Alpi365, comprende 16tavole.

Solo granito di Mario Sertori eGuido Lisignoli.Versante Sud, 364pagine, 27,50 euro.

Le più attraenti paretidel Masino BregagliaDisgrazia sono passatein rassegna dal punto divista arrampicatorio,dalle grandi salite classi-che alle ultime creazioniin stile sportivo. L’areaspazia dai versanti meri-dionali del gruppo con laVal Masino e le sue dira-mazioni, a quelli più set-tentrionali che compren-dono la valle dell’Albigna,la Val Bondasca, la ValCodera e la Val dei Ratti,

inserendo anche la zona delDisgrazia che negli ultimianni ha avuto un interessantesviluppo arrampicatorio.

Entrambi guide alpine, gliautori conoscono come leloro tasche il territorio dovehanno inventato numerosi iti-nerari d’arrampicata. Il con-tributo può dirsi quindi parti-colarmente qualificato egrande è l’accuratezza dellapubblicazione con nitidischizzi, cartine e immagininelle quali compare unGiuseppe Cederna impegna-to sul palcoscenico della viad’arrampicata “Luna nascen-te” ai tempi in cui l’attorealpinista e scrittore sfoggia-va, con la grinta di sempre,un’invidiabile capigliatura.

Dentro la memoria di Mario Rigoni Stern, a curadi Giuseppe Mendecino.Editoriale Domus. Allegato a“Meridiani Montagne”,180pagine, 10 euro con la rivista.

Dopo le raccolte di DinoBuzzati, Mauro Corona,Riccardo Cassin, Horace-Bénédict de Saussure, la col-lana diretta da Marco AlbinoFerrari si arricchisce conquesti scritti in parte inediti o

24 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

VETRINA Leggere, sfogliare, guardare: le novità del mese

La nuova collana “TrentoFilmfestival”È in vendita al prezzo di 14,90 euroil primo dvd di Cinehollywood dellacollana “TrentoFilmfestival”: si trattadel documentario “Tibet - cry of thesnow lion” (Tibet il grido di unpopolo) del regista Tom Peosay(Usa 2005), vincitore del premiodella giuria alla 53° edizione dellarassegna. Dai millenari rituali degliantichi monasteri alle corse dicavalli dei guerrieri Khamba; daibordelli di Lhasa ai meravigliosipicchi himalayani la storia tibeta-na affiora nelle testimonianze deidiretti protagonisti, mentre immagini di repertoriodescrivono una storia epica di coraggio e passione. La collaborazio-ne avviata intende promuovere - a quanto riferisce un comunicato -un’ampia diffusione in dvd delle opere presentate alTrentoFilmfestival.

Home-video

Scatti d’autore

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poco conosciuti del “sergen-te della neve” ordinati peruniformità tematica in tresezioni: “La memoriadell’Altipiano di altre monta-gne”, “Ritratti della memoria”e “Memorie di guerra”. Alcunimettono i brividi e non si fini-rebbe più di leggerli e rileg-gerli. Come la testimonianza“Noi internati, schiavi delReich” pubblicata il 7 marzo2001 nelle pagine del quoti-diano La Stampa. “I tedeschinon ci consideravano prigio-nieri di guerra, e dalla CroceRossa non si ebbe alcunaiuto; non ci consideravanonemmeno deportati e per itedeschi eravamo solo tradi-tori e badogliani”, scriveRigoni Stern catturato dopol’8 settembre 1943 sulla viadel ritorno a casa dopo esse-re sopravvissuto alla tragediadell’Armir in Russia. Fra itanti, un ricordo non si can-cella. Riguarda un gruppo diitaliani in un maledetto lagerdella Slesia, appena uscitidalle miniere di carbonemagrissimi e neri di polvere.

“Li portarono a fare la doc-cia”, ricorda Rigoni Stern, “eandammo poi a raccoglierlicadaveri. Erano leggerissimi.Li seppellimmo nelle grandifosse comuni”.

L’AlpeRivista semestrale diretta da Enrico Camanni.Priuli&Verlucca, 128 pagine, 10,10 euro.

Sul tema “Confine e frontie-ra” si sviluppa il fascicolonumero 16 della bella rivistacon articoli e saggi di MatteoPuttilli, Enrico Castelnuovo,Robert Bornecque, GianniPerona, Marco Cuaz, GianPaolo Gri, Valentina Zinari,Valter Giuliano ed EnricoCamanni. Come sempre dialtissimo livello le illustrazio-ni e ricco il settore dellerubriche.

Valle d’Aostafiglia dei ghiacci.Miti, realtà ed evoluzione dei ghiacciai A cura di Claudio Smiraglia.Musumeci Editore, Aosta. 152 pagine, 50 euro.

Durante il FilmFestival diTrento il Premio ITAS 2007per la saggistica (Cardo d’ar-gento) è stato attribuito aquesto esemplare volumeche raccoglie i contributi diuna quarantina di studiosi,fra i maggiori esperti italiani,che descrivono i ghiacciaidella Valle d’Aosta da diversipunti di vista. Ne esce un qua-dro avvincente e variegatodella realtà dei ghiacciai val-dostani che abbina scienza estoria, arte ed economia,mito e destino, sottolineandoil loro antico splendore e l’at-tuale fase di decadenza.

Il volume, illustrato dasplendide immagini, offre

veramente un’occasione perconoscere meglio un paesag-gio che molto probabilmentefra qualche generazione saràdel tutto cancellato.

Lagorai Cima d’Asta Guida dei Monti d’Italia. A cura di Mario Corradini. CAI - TCI, 438 pagine, 25,55 euro (non soci 36,50)

Uscito nel 2006 e ancorada considerare fresco distampa, il volume rispecchiail valore di una collana che,nata nel 1934, offre un mas-siccio e instancabile contri-buto alla conoscenza delle

montagne, come sottolinea-no nella presentazione i pre-sidenti del CAI e delTouring. L’impegno dell’au-tore Mario Corradini è piùche apprezzabile. In tutte lestagioni, per anni, Corra-diniha esplorato il Lagorai -Cima d’Asta assaporandonela vastità e la selvaggia bel-lezza e adeguando poi le sueconoscenze allo squisito lin-guaggio tecnico che caratte-rizza la collana. SoprattuttoCorradini suggerisce un’e-sperienza grandiosa: l’interatraversata della catenaormai diventata un classicodel trekking. Che qui è per-fettamente descritta. ■

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 25

Con John Ball alla scoperta delle Dolomiti

Un interessante corollario alle celebrazioni dei 150 anni dellaprima salita alpinistica del Pelmo da parte dell’inglese John Ball(vedere LS 7/07, pagina 3 e LS 8/07 pagina 30)è la Guida alle Alpi Orientali dello stesso Ball,cap. XVI Sudtirolo e Alpi Venete, 1868 (1st ed.,London, Longmans...). Si tratta di una prezio-sa riedizione a cura di Ester Cason Angelini. Illibro di 72 pagine è stato ripubblicato dallaFondazione G. Angelini di Belluno ed è in ven-dita al prezzo di 10 euro. La prima salita alpi-nistica del Pelmo (19 settembre 1857) avven-ne in concomitanza con la nascita dell’AlpineClub, e giustificata è stata in settembre la pre-senza alle celebrazioni organizzate con ilpatrocinio della Provincia e dei comuni dellevalli di Zoldo, Fiorentina e del Cadore, delpresidente della storica associazioneStephen Venables che il 15 settembre ha felicemente ripetuto insolitaria la scalata del suo predecessore. La traduzione di EsterCason Angelini riguarda la parte della guida dedicata alla provin-cia di Belluno e aree limitrofe, come il Primiero e la Val di Fassa(per gli accessi all’Agordino e alla Marmolada). Particolare impor-tante. Nella carta riprodotta a pag. 70 è contenuto per la primavolta il nome “dolomiti”, stampato su una carta geografica.

Segnalibro

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NEWS DALLE AZIENDEInformazioni commerciali a cura del Servizio pubblicità istituzionale

26 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

UNO ZAINO EVOLUTO,IMPACT 22 DI LAFUMA

Concepito in collabo-razione con i freeriderdel team Lafuma... ha

tutto ciò che serve perdiscese indimenticabili!!Utilizzo: Zaino tecnico da

sci, concepito in collabora-zione con i nostri freeri-

der.Materiale: Poliestere

600D - Poliammide420D. Modalità di tra-sporto: Schienale ter-moformato con rin-

forzo posteriore -Cinghia ventrale a tre punti

MCS® System - Cintura ventrale amovibile.Tasche: Scomparto principale con cerniera epunto di accesso posteriore - Tasca imbottita- Tasca davanti per pala e inserto in pelle conocchielli per l’eliminazione dell’acqua - Tascalaterale per manico pala e sonda. Accessori:Fischietto su cinghietta pettorale - Scompartoper borraccia con foro per beccuccio -Portasci laterale - Portasci diagonale a scom-parsa - Porta-snowboard a scomparsa -Portapiccozze - Cinghie di compressione -Inserti antiscivolo su spallacci per trasportosci - Raincover staccabile con seduta imbotti-ta - Portaoggetti di Hypalon. Euro 90,00. LAFUMA, tel. 0423/648281,www.lafuma.com

REINHOLD MESSNERINAUGURA IL SALEWA

STORE DI TORINO

Alla presenza del famoso alpinista altoate-sino da sempre legato da una profonda ami-cizia con il presidente di Salewa, HeinerOberrauch, è stato inaugurato a Torino ilprimo Salewa Store “in città”. All’evento orga-nizzato nel tardo pomeriggio del 29 settem-bre, hanno partecipato oltre 60 invitati tra

giornalisti e rappresentanti delle sezioni tori-nesi del Club Alpino Italiano.

Ora, in via XX Settembre 66, gli appassio-nati torinesi (e non solo) della montagnahanno un punto di riferimento che, negli inten-ti di Heiner Oberrauch, vuole anche essere unluogo di incontro per chi condivide l’amoreverso le alte quote. Informazioni per il pubbli-co su www.salewa.it

INTERMATICA FIRMA CON INMARSAT

Intermatica rafforza la propria leadershipnelle telecomunicazioni satellitari con i nuoviservizi Inmarsat BGAN. Inmarsat BGAN è unagamma di servizi satellitari voce e dati broad-band disponibili in circa l’80% delle terreemerse: la copertura verrà resa globale con illancio di un terzo satellite, previsto per laprima metà del 2008.

I terminali BGAN, di dimensioni e peso ridot-ti (il terminale più piccolo pesa circa 1 kg.),permettono sia di telefonare in tutto il mondocon tariffe competitive che, al tempo stesso,di inviare e ricevere dati fino a 492 Kbps.Intermatica offre numerose soluzioni di termi-nali con differenti caratteristiche di peso edimensioni, prestazioni e protezione dagliagenti atmosferici.

Il funzionamento è semplicissimo: bastapuntare il terminale portatile BGAN verso unodei satelliti Inmarsat e si potrà chiamare intutto il mondo, ma anche inviare e riceveredati collegando il terminale al PC. È possibileutilizzare BGAN anche per servizi di broadca-sting grazie alla funzione di streaming conbanda garantita fino a 256 Kbps!

Inoltre, non appena saranno disponibili inEuropa, Intermatica distribuirà anche i serviziInmarsat IsatPhone. Si tratta di una nuovasoluzione Inmarsat che renderà disponibili iservizi voce, inizialmente solo in partedell’Africa e della Asia, tramite un terminalepalmare di dimensioni ridotte.

Grazie a quest’accordo Intermatica offreoggi la più completa gamma di soluzionisatellitari per utilizzi professionali e personaligrazie ai contratti già attivi come Service

Provider Thuraya e come Distributore UfficialeIridium. Per informazioni: Servizio ClientiIntermatica, tel. +39 06 8535 7261, web:www.intermatica.it - email: [email protected]

IL TEAM LA SPORTIVA-SPORT AMPLATZ TRIONFA

NELLA GORE-TEXTRANSALPINE RUN 2007!

Sette tappe in sette giorni con partenza daOberstdorf in Germania, ed arrivo a Latsch inAlto Adige, 13.000 metri totali di dislivello insalita ed altrettanti in discesa attraverso lealpi. Probabilmente detti così i numeri, sep-pur impressionanti, non esprimono comun-que nulla di che tipo di gara sia stata la Gore-Tex Transalpine-run 2007; anche perché nonrivelano le condizioni atmosferiche in cui gliatleti si sono dati battaglia: pioggia, vento,neve niente ha impedito ai partecipanti difare la cosa che più amano: correre!

Una gara che è sembrata a tratti più ungioco al massacro (fisico) in verità che unasemplice competizione. È quindi con tantasoddisfazione che La Sportiva celebra i proprigladiatori Paolo Larger e Luca Miori, chehanno portato a termine la gara riuscendo avincerla dominandola fin dalla prima tappa.

24 ore e 24 minuti il tempo effettivo di garaalla fine, con notevole vantaggio sul secondoteam classificato ovvero Team Puma Canadacon 25 ore e 33 minuti. Solo 2 tappe sulle 7percorse, non hanno visto il team La Sportivatagliare il traguardo per primo, fatto che nonha impedito comunque il trionfo finale.

Larger e Miori hanno corso tutta la gara conil modello Fireblade che è così stato testatodefinitivamente su qualsiasi tipo di terreno ein ogni condizione atmosferica possibile.

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 27

Simone Origone è una guida alpi-na e non è raro incontrarloaccompagnare clienti, conpasso lento e regolare, su qual-

che vetta del massiccio del MonteRosa. Ma appena può dà libero sfogoalla sua passione per la velocità. Congli sci da anni è primatista mondialedi chilometro lanciato, e ci vuolecoraggio a sfrecciare a più di 250 chi-lometri all’ora facendo affidamentosolo sui propri muscoli che devonomantenere il corpo in assetto stabile eperfetto. Da sempre appassionatoanche di corsa in montagna (BrunoBrunod è stato uno dei suoi miti), il 7settembre ha realizzato un sogno: hascalato in 17 ore e 40 minuti i 20 quat-tromila del massiccio del Monte Rosae il Cervino, più di quaranta chilome-tri di sviluppo e circa seimila metri didislivello in salita.

Partito a mezzanotte dalla “CapannaGnifetti” ha salito in rapida successio-ne Punta Giordani, Piramide Vincent,Balmenhorn, Corno Nero, Ludwigs-hohe, Parrot e Punta Gnifetti.

Alla capanna Regina Margheritapochi minuti di riposo, il tempo dibere un tè e scambiare due chiacchie-re con Abele Blanc. Ha recuperato unpaio di sci, che ha lasciato ai piedidella Zumstein, ed è ripartito perZumstein, Dufour e Nordend. “È statouno dei momenti più delicati, perchéla cresta era senza traccia ed eraancora notte”, ha raccontato. “AllaNordend mi sono accorto di essere inanticipo di due ore e mezza sullatabella di marcia e ho cercato di avvi-sare per il rifornimento di viveri ebevande, ma ho mancato il primoristoro fissato ai piedi del Naso delLyskamm”.

Dalla Nordend ha percorso la crestaa ritroso e con gli sci è sceso alla basedel Naso del Lyskamm, undicesimo“quattromila”. Di qui, percorrendo laCresta Sella, mentre il cielo si rischia-rava, è salito sul Lyskamm orientale eha iniziato una lunga traversata in cre-sta. Sul Lyskamm occidentale haincontrato Adriano Favre e si è potu-to finalmente rifocillare.

Poi Castore, Polluce, Roccia Nera,un’altra sosta per rifornirsi di liquidi e

calorie, prima della traversata deiquattro Breithorn. In vetta alBreithorn occidentale l’appuntamen-to con il fratello Ivan, la guida diValtournenche Daniel Guglielmino eun paio di sci per portarsi all’attaccodella cresta dell’Hörnli. “Sono salitoin vetta al Cervino in compagnia diDaniel e anche se eravamo slegatiaverlo accanto mi ha aiutato molto.Dal rifugio dell’Hörnli sono arrivato invetta in due ore e cinquanta, non-ostante alla Solvay fossi un po’ incrisi. Cominciavo a sentire la stan-chezza. Ma in vetta al Cervino ho pro-vato una mega emozione: voltarmi evedere tutta la strada percorsa: la rea-lizzazione di un sogno. Da molti annipensavo a questo progetto. Sono cre-sciuto nell’era dei concatenamenti diChristophe Profit che ho incontratoalla Gnifetti proprio la sera prima dipartire: un buon auspicio”.

Dopo l’exploit, Simone ha ripreso ilpasso lento e tranquillo della guida esi è subito rimesso al lavoro. La velo-cità non è tutto e non dà da vivere. “Èstato un piacere a livello personale,ma certo non mi aspetto grandi ritor-ni: non li ho neanche dal chilometrolanciato in cui sono il numero uno eper il quale ci vuole sicuramente piùcoraggio”, ha concluso Origone.

Oriana Pecchio

ESPERIENZE Concatenamenti che passione

Venti quattromila in un giorno

Cinquanta giorni, 106 cime

Franco Nicolini, guida alpina di Molveno,riconosce di avere avuto la fortuna di viag-giare e visitare le lontane catene himalaya-ne e il Karakorum e di attraversare vallisperdute in Cina. Ma a 47 anni non si senti-va soddisfatto. “Mi sono chiesto dove avreipotuto vivere ancora più intensamente lamontagna, e la risposta era di fronte a me:le Dolomiti, casa mia”, precisa. Così è natoil concatenamento di 106 cime di tremilametri, con trasferimenti tra 17 gruppi dolo-mitici a piedi o in bicicletta, in un tempomassimo di 90 giorni. Ogni giorno un gior-no diverso, e le scelte venivano fatte all’al-ba. Con il “socio” Mirko Mezzanotte (foto)ha impiegato 50 giorni per realizzare il con-catenamento. “Alcune esperienze, come lasalita della Croda Rossa d’Auronzo o dellaMoiazza, si sono svolte in condizioni limite

o addirittura proibitive. Ma il giornodopo era già tutto dimentica-

to”. La determinazione deidue e la voglia di godere a

fondo questa esperien-za ha prevalso su

rischi e fatiche.Nicolini ha voluto

dedicare questaavventura a

sua sorellaLoredana da

poco man-cata.

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Sono le 15; da oltre dieci ore lottia-mo senza soste e, pur esausti, sullavetta non ci soffermiamo a lungo.Un desiderio infinito di scendere

al piano, un desiderio di riposo e di paceci spinge nel fitto nevischio alla ricercadella via di discesa.

E, come due ombre tentennanti nell’in-finito, ci avviamo verso il basso puntan-

do in direzione della via Baroni, la via piùsemplice che conduce al ghiacciaio diPreda Rossa. Molti anni prima avevo per-corsa questa via in una giornata di sole, equelle rocce mi erano sembrate facili,quasi banali, ma ora, con I’assoluta man-canza di visibilità, non mi ritrovo, tuttomi sembra diverso, la via complicata edifficile. Forse abbiamo deviato troppo asinistra, verso l’impervio versante meri-dionale per nulla praticabile in quellecondizioni.

Uno squarcio di luce ci fa accorti delnostro errore e immediatamente ponia-mo rimedio superando una bastionata diroccia con un’aerea corda doppia che ciporta su una grande placca di rocce ros-sastre fatte lisce dall’erosione dell’acqua.

Sotto lo scrosciare della tormentaseguiamo una lunga cengia dirigendociverso la cresta sud-ovest, nei pressi dellaquale sostiamo per calmare l’arsura dellanostra fatica. Mi chino sulla roccia eassorbo a grandi sorsi l’acqua gelida cheveloce cade sul ballatoio soprastante, esazio di fresche energie la mia carnearroventata. Soddisfatto da quel subita-neo sollievo, già mi appresto a riprende-re il cammino quando il mio sguardorimane fermo, quasi impietrito, su dueocchi cavernosi, irrigiditi da una immo-bilità assoluta. Due occhi vuoti che datempo attendono invano uno sguardopietoso di essere umano sfidando l’operademolitrice del vento e del gelo. Ci avvi-ciniamo quasi con timore a quel luogo ditragedia e restiamo muti dinnanzi a unquadro triste che rivela Ie conseguenzedi un bivacco tremendo. Là, sulla sogliadi un’ampia caverna, uno scheletro in

parte ancora ricoperto dalle vestimenta,siede accanto al proprio sacco: il passa-montagna

ricopre il suo volto, e il braccio destroappoggialo alla roccia mostra ancoraintatto l’orologio che ha segnato Ie ulti-me ore di una gelida odissea. Poco dis-costo, tre teschi e altre ossa calcificate,confuse con attrezzi da montagna, fannoviva la presenza di una cordata di alpini-sti che diciassette anni or sono il monteha trattenuto fra Ie sue gelide braccia inuna giornata di bufera. Guide e alpinistili cercarono a lungo frugando la monta-gna in ogni più piccolo anfratto e in ognicrepa dei ghiacciai sottostanti ma ilghiaccio con una spessa coltre avevacelalo a quegli uomini la tomba dei lorocompagni.

Superata l’emozione di quella macabrascena, innalziamo un ometto di pietraper indicare dalla cresta la posizionedella caverna ghiacciata e, sotto l’infuria-re della tormenta che sferza i nostri visisfigurati dalla fatica, caliamo velocemen-te a valle.

A sera, mentre le ultime luci rischiara-no la nostra via fra la ganda del ghiac-ciaio di Preda Rossa, raggiungiamo ilrifugio Ponti. Solo, sotto l’atrio d’ingres-so, deposti il sacco e la piccozza, sostoqualche minuto con lo sguardo rivoltoalla montagna. Ascolto il respiro lievedel vento fra Ie gole e i ghiacciai, e mistupisco come non come non si possaimmaginare un sonno più tranquillo perquelli che lassù riposano in eterno inquel luogo di pace.

Carlo Negri

(Bollettino CAI, n. 78, 1946)

Nella preziosa collana “di montein monte” delle edizioni Tararà di Verbania fa la sua comparsa inquesti giorni “Il picco glorioso”(119 pagine, 14 euro), unaantologia di ascensioni al MonteDisgrazia (3678 metri) il cuiversante settentrionale risulta il più imponente di una montagnatutta italiana quale è, appunto, il gigante sullo spartiacque traValtellina e Bregaglia. È su questoversante che si svolgono leavventure degli inglesi recuperatein quattro articoli pubblicati in“The Alpine Journal” tra il 1863 e il 1911. La raccolta curata daGiovanni Rossi con una prefazioneglaciologica di Claudio Smiraglia,si completa con la traduzione diun brano tratto da “Italian Alps”di Douglas W. Freshfield, con ampistralci di un articolo di AlfredoCorti in “Rivista mensile del CAI”,1929 e con una relazione di CarloNegri, indimenticabile direttoredella Scuola Parravicini di Milano,apparso sul Bollettino CAI n. 78(1946). È a quest’ultimo branoche si è voluto attingere in questapagina per gentile concessionedell’editore. Al termine delladirettissima compiuta con FaustoRovelli alla parete nord, stravoltodalla fatica, l’illustre istruttores’imbatte nei miseri resti di unacordata di alpinisti rendendosiconto ancora una volta comel’alpinismo sia anche (e forsesoprattutto) l’arte di sopravvivere.Buona lettura.

28 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

PAGINE SCELTE “Il picco glorioso”

Direttissima con sorpresa

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OROBIERifugio chiama, 118 risponde

Una rete di comunicazione è in via di rea-lizzazione per chiamate di soccorso in casodi incidenti o di particolari necessità diemergenza sull’intero territorio dellePrealpi e Alpi bergamasche, dove sono dis-locati 15 rifugi del CAI. La rete è attiva 24ore su 24 per i 365 giorni dell’anno.Realizzato dal Soccorso alpino della VIDelegazione orobica e dal Club AlpinoItaliano di Bergamo, il progetto “SOS dairifugi del CAI” riguarda l’installazione dei

nuovi apparati telefoni-ci nel locale invernale oin prossimità dell’in-gresso, collegati all’im-pianto Telecom già esi-stente e in grado di tra-smettere chiamate disoccorso sia alla cen-trale operativa del 118di Bergamo sia alla cen-trale operativa delSoccorso alpino consede in Clusone, e allostesso tempo di per-mettere a loro volta allerispettive centrali dichiamare i locali inver-nali. Nella targa in pros-simità di ogni apparatotelefonico sono indica-te (in quattro lingue,oltre all’italiano) le

istruzioni per un corretto impiego, peraltro semplicissimo: unpulsante mette in contatto “a viva voce” con il servizio 118, unaltro con il CNSAS. Il progetto ha incontrato l’approvazione deiresponsabili del SSUEm118 coordinato da GiancarloAlborghetti per il CAI, Renato Ronzoni per il CNSAS eGianfranco Tironi per il Rotary. Le prime installazioni sono ope-rative presso i rifugi Coca, Laghi Gemelli e Antonio Baroni. Lacopertura finanziaria è stata assicurata dal Rotary ClubBergamo Nord associato del Rotary International.

PERUGIATrekking urbano, un’occasione per tutti

La Sezione di Perugia con il patrocinio del Comune organizzaalcune escursioni urbane guidate da soci allo scopo di scoprireangoli suggestivi ed emergenze artistiche e paesaggistiche dellacittà. Come è noto Perugia si estende su vari colli e ha un lungopassato etrusco e medievale. Tali vestigia, spesso escluse daiprincipali circuiti turistici, possono ancora essere riscoperte evissute camminando per vicoli, scale e stradette del centro sto-rico e della immediata periferia. L’iniziativa prevede l’attuazio-ne di tre itinerari rispettivamente nelle giornate (di sabato) del26 gennaio, 9 e 23 febbraio dalle ore 10,30-11 alle 16-16,30 con

intervallo per il pranzo al sacco. È possibile scegliere: 1) solapartecipazione al “trekking urbano” con arrivo a Perugia nellamattina del sabato e partenza nel pomeriggio dello stesso gior-no; 2) due giorni a Perugia con arrivo la mattina del sabato, par-tecipazione al “trekking urbano”, sistemazione in albergo(mezza pensione) o in ostello, partecipazione nella mattinadella domenica a una escursione nei dintorni di Perugia (fraTevere e Trasimeno) con gli “Amici di Manlio” [si tratta di unaattività invernale organizzata sempre dalla Sezione di Perugiacon escursioni di mezza giornata nel “contado” perugino], par-tenza nel pomeriggio della domenica; 3) più giorni a Perugiacon programma di escursioni e visite da concordare, oltre aquelle previste nel punto 2.

CATANIACerimonia nella Grotta di Aci

Straordinario evento sull’Etna, in una delle lande più desertedel vulcano sommersa dalle lave della più lunga eruzione che siricordi, quella che fu attiva dal 1614 al 1624. Un’ottantina diescursionisti, tra cui il vescovo di Acireale, hanno affrontato ilpercorso per recarsi alla grotta di Aci scoperta nel 1968 da dueappassionati acesi, Salvatore Massimino e Sandro Figura,

Gubbio: il CAI e “Terra Mater”

QUI CAI

Si è svolto a Gubbio dal 24 al 27 settembre presso il Centro servizi “Santo

Spirito “ il quarto seminario internazionale di Terra Mater sul tema “L’uomo

e la natura in San Francesco d’Assisi: un modello per il Terzo Millennio”,

che grazie all’operosità del segretario generale Franco Raffi si è svolto in

occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco d’Assisi e

del venticinquesimo anniversario della “Carta di Gubbio 1982”. Lo “stile ecolo-

gico” della vita di San Francesco dal momento della sua conversione e la capa-

cità della città di Gubbio di dialogare tra culture e religioni diverse hanno porta-

to a questo incontro sui temi del rapporto uomo-natura e della dimensione mora-

le della questione ambientale.

Erano presenti numerosi cattedratici delle università di Bari, Genova, Pavia, La

Sapienza di Roma e rappresentanti dell’Accademia nazionale delle scienze e

dell’Istituto italiano di bioetica. Il CAI è stato invitato a partecipare a pieno titolo

sia per il suo “stile francescano” dell’andare a piedi, sia per il principio della dife-

sa dell’ambiente montano che dovrebbe pervadere tutte le attività, così come

indicato nel primo articolo dello statuto. Rappresentato da Miranda Bacchiani,

responsabile della Commissione centrale per la tutela dell’ambiente montano, il

nostro Sodalizio ha rivendicato il primato in tempi moderni (1863) dell’enuncia-

zione del principio della tutela ambientale (ma San Francesco lo ha preceduto

di ben sette secoli) e ribadito l’obiettivo del rispetto della cultura del territorio e

della montagna. Il seminario si è concluso con la presentazione della Carta di

Gubbio 2007, in cui si sottolinea che “avendo il progresso tecnologico accre-

sciuto enormemente il potere di manipolazione della natura, divenuta perciò

vulnerabile, s’impone un’aggravata responsabilità umana in termini di difesa dei

sistemi naturali e di ripristino dei loro equilibri”.

È necessario, spiega il documento, che “ciascuno non solo si astenga da com-

portamenti pregiudizievoli, ma eserciti una vigilanza critica e promuova una tute-

la attiva dell’ambiente, inteso come bene comune; e che si adottino, nel consu-

mo di beni e risorse, pratiche di moderazione, non eccedenti la misura richiesta

dai bisogni fondamentali: ciò implica la rinuncia a oggetti, ad abitudini e livelli di

comfort non necessari, in una prospettiva di frugalità degli stili di vita”.

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 29

Attività, idee, proposte

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30 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

alla cui memoria è stata dedicata la cerimonia. I due inrealtà desideravano visitare la famosa grotta del Gelo nel cuifondo si trova un minuscolo ghiacciaio perenne, ma ne trova-rono un’altra che con i suoi 515 metri è la più lunga fino ad oggiscoperta sull’Etna. La cavità, che segue la pendenza del terrenosoprastante con un dislivello totale di 80 metri, à un classicotunnel di scorrimento lavico e dispone di quattro ingressi, tuttidovuti a crolli della volta, il più basso a 2047 m e il più alto a2125 m. In prossimità del primo è stata collocata una targa chericorda l’evento e i suoi scopritori. La manifestazione è stataorganizzata dal CAI di Acireale (presidente Antonio Cucuccio)e dal Rotary Club di Acireale (presidente Sebi Leonardi) con ilsupporto del Parco dell’Etna, il cui direttore Giuseppe Spina erapresente, del Soccorso alpino, della Società funivia dell’Etna e

del Corpo forestale, il cui responsabile maresciallo Rocco Raiti,consigliere della Sezione di Linguaglossa, ha offerto assistenzaal presule acese durante la marcia sulle “sciare”.

MILANOIl progetto AWARE alla SEM

Il cambiamento climatico e altri fattori hanno reso la disponi-bilità di risorsa idrica molto fragile e incostante. Dal 2005 il pro-getto europeo AWARE (A tool for monitoring and forecastingAvailable WAter REsource in mountain environment) prende lemosse proprio da questa emergenza, sviluppando strumenti ingrado di fare previsioni a medio termine sulla portata di acquaper consentire un’efficace e sostenibile gestione delle risorseidriche. Il progetto viene presentato il 16 novembre (ore 21)nella sede della Società Escursionisti Milanesi in via Volta 22 daAlba L’Astorina del CNR, membro del gruppo di lavoro legato alprogetto finanziato con il contributo della Commissione euro-pea all’interno del Sesto programma quadro di ricerca, e coor-dinato dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’am-biente (IREA - http://milano.irea.cnr.it) del CNR di Milano.

Al progetto, a quanto informano in un comunicato AlbaL’Astorina e Dolores De Felice della Commissione culturalescientifica CAI SEM, stanno lavorando esperti provenienti dauniversità, istituti di ricerca e aziende private di 5 Paesi europei(Austria, Italia Slovenia, Spagna, Svizzera). L’obiettivo comuneè di trovare nuovi strumenti per monitorare e stimare la dispo-nibilità di risorsa idrica, soprattutto in quei bacini dove la fusio-ne della neve è la componente fondamentale della portata idri-ca annuale, come ad esempio gli ambienti alpini. Aree di studiosono distribuite lungo l’arco alpino europeo in Austria, Italia,Svizzera e Slovenia. Per saperne di più: www.aware-eu.info ewww.caisem.org

CASTROVILLARICon il CAI sul Pollino

Un esauriente dvd realizzato perla Sezione di Castrovillari daMimmno Pace con i contributidella comunità montana, del DAQSibari e di numerose iniziative pri-vate illustra le meraviglie delPollino, paradiso dell’escursioni-smo e dell’arrampicata grazie a for-midabili strutture come la Timpa diSan Lorenzo, un immenso scoglio diroccia compatta che emerge da unafitta foresta. Il dvd, che riguardaanche le aree di Raganello, della Serra Dolcedorme, dellaGrande Porta, della Mula, del Pellegrino, verrà prossimamenteinviato a tutte le sezioni del Club Alpino Italiano con l’invito atrascorrere una vacanza in questo parco meraviglioso.

QUI CAI➔

Aggiornamento ai laghi di Suviana e Brasimone

La Commissione centrale per la tutela dell’ambiente mon-

tano, in collaborazione con il Gruppo regionale dell’Emilia

Romagna e con la CRTAM-E.R., organizza il Corso naziona-

le di aggiornamento per operatori TAM il 17-18 novembre

presso il Centro ricerche dell’ENEA, sul lago Brasimone nel

Parco dei laghi di Suviana e Brasimone (BO). Tema sarà

“Rete Natura 2000 e CAI - Un approccio sistemico di cono-

scenza per una frequentazione responsabile”. L’argomento,

di grande attualità nel sistema di gestione e conservazione

dei siti della Rete Natura 2000, interessa molto anche il CAI

per la molteplicità delle sue attività sul territorio. Premesso

che la partecipazione agli aggiornamenti nazionali è uno dei

requisiti per mantenere il titolo di operatore nazionale, pos-

sono partecipare anche gli operatori regionali e i soci inte-

ressati al particolare argomento. Sabato 17 novembre in

mattinata, dopo la registrazione dei partecipanti e il saluto

delle autorità, è previsto un intervento del direttore del Parco

dei Laghi e la presentazione dell’area protetta, quindi la pre-

sentazione di Rete Natura 2000, del sistema regionale delle

aree protette e dei siti della Rete Natura 2000 con riferimen-

to all’esperienza dell’Emilia Romagna, del sistema degli

habitat. E ancora azioni e procedure, criticità di attuazione

del sistema, esperienze e progetti in ambito TAM e dibattito.

Domenica 18 ci sarà un’escursione nel Parco dei Laghi di

Suviana e Brasiamone. La quota di partecipazione, com-

prendente materiale didattico, buffet di sabato, mezza pen-

sione all’albergo ristorante Dolores a Carpineta di

Camugnano, pranzo al sacco per l’escursione e assicura-

zione, è di 45 euro (10 euro senza la mezza pensione e il

pranzo al sacco). Previa comunicazione al momento dell’i-

scrizione è possibile pernottare all’albergo Dolores venerdì

16 versando una quota aggiuntiva variabile dai 38 ai 27

euro, a seconda che si fruisca o no della cena. Le schede

d’iscrizione sono reperibili sul sito www.cai-tam.it e devono

pervenire all’indirizzo [email protected] entro e non oltre

giovedì 8 novembre. Informazioni possono essere richieste,

oltre che a Miranda Bacchiani (3483144133, segreteria tele-

fonica), anche ad Aldo Anzivino all’indirizzo aldoanzivi-

[email protected], o telefonando ai numeri 059346514 - 349-

7467884. Dalla stazione ferroviaria di Bologna si prevede

una navetta da e per il luogo dell’incontro.

TAM

Attività, idee, proposte

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CHIERI (TO)Dalle torri cittadine alle Alpi

Il CAI Chieri, sottosezione della Sezione di Torino, dal 1928 èsinonimo di “montagna”. Numerose sono le iniziative previsteper l’ottantesimo compleanno che verranno presentate venerdì30 novembre, con la partecipazione del sindaco Agostino Gay,del presidente della Sezione di Torino Daniela Formica e deldirettore del Museo Nazionale della Montagna Aldo Audisio.

Di particolare rilievo il progetto nato con il patrocinio e ilsostegno economico del Comune di Chieri, della Provincia diTorino, della Regione Piemonte e il coinvolgimento e la colla-borazione di alcune sezioni CAI. Il programma prevede un iti-nerario con partenza da Chieri, città delle cento torri, il 13 gen-naio, verso le Alpi Graie e Pennine. Si tornerà a Chieri il 13ottobre dopo cinquanta tappe attraverso valli e colli, cascate efalesie, rifugi e bivacchi, toccando montagne simbolo:Rocciamelone, Gran Paradiso, Monte Bianco, Cervino e MonteRosa. I soci sono chiamati a partecipare a una o più tappe, uti-lizzando sci e snowboard, piccozze, racchette, scarponi e pedu-le da escursionismo, corda e chiodi, biciclette, scarpette daarrampicata e ramponi: ogni specialità “di montagna” trovaposto nel calendario. ( www.dalletorriallealpi.it)

PINZOLO (TN)Chun Yang campione della solidarietà

Dopo avere assegna-to la Targa d’argento auomini di straordina-ria generosità, prota-gonisti di soccorsi allimite dell’impossibilee appartenenti a diver-se nazioni, il Comitatoper il premio Soli-darietà alpina ha scel-to quest’anno ChunYang, un agente fore-stale della contea di Dali situata nella provincia cinese delloYunnan, ai confini con il Tibet. L’onorificenza gli è stata conse-gnata con una solenne cerimonia a Pinzolo (TN) sabato 22 set-tembre. Chun Yang è stato tra l’altro protagonista di un’impe-gnativa operazione di soccorso per recuperare l’italiano PieroCosta nei pressi della cascata dei Sette Draghi. Una medagliad’oro alla memoria è stata anche assegnata - su segnalazionedel presidente del CNSAS Pier Giorgio Baldracco - al pilotaGiuseppe Airaudi deceduto il 27 novembre 2006 sul MonteBasso di Cafasse (Torino) mentre in compagnia dello speciali-sta Alessandro Cresto si stava recando con il proprio elicotteroa un’esercitazione di soccorso alpino. Nella foto la cerimonianel municipio di Pinzolo: accanto al premiato il cavalierAngiolino Binelli, presidente del comitato. Sono intervenuti inrappresentanza del CAI il vicepresidente generale UmbertoMartini e il consigliere centrale Gian Paolo Margonari.

BOLZANETO (GE)Gemellaggio tra Liguria e Costa Azzurra

L’8 settembre è stato formalizzato il gemellaggio tra le sezionidi Bolzaneto (Genova) e di Saint Laurent du Var del CAF. I duesodalizi si impegneranno nella programmazione di un calenda-rio gite comuni in Liguria e in Costa Azzurra. All’evento presso

la sede del Museo della Montagna del CAI Bolzaneto erano pre-senti il presidente della sezione italiana Salvatore Gargioni, ilpresidente della sezione francese André Profizi, il presidentedel gruppo regionale ligure Enzo Romano e un nutrito gruppodi soci delle due sezioni che dopo lo scambio della targa ricor-do e di varie pubblicazioni hanno fraternizzato davanti allafocaccia genovese ed alla pissaladière niçoise.

VAL MASINO (SO)Stanislao, gran patriarcadella dynasty dei Fiorelli

La dynasty dei Fiorelli conti-nua a dare lustro alla ValMasino (Sondrio), riconosciutauniversità dell’alpinismo.

In occasione del trofeo Kimache in agosto ha richiamato invalle gli appassionati dellacorsa in montagna, un ricono-scimento è stato assegnato alveterano Stanislao Fiorelli.

Guida alpina e maestro di sci,nato a San Martino in ValMasino il 9 luglio 1917,Stanislao si è dilomato guida nel remoto 1938. Eccolo novan-tenne e pimpantissimo coccolare Ilde Marchetti, presidentessadell’associazione che ogni anno organizza il Trofeo Kima.

DOLOMITIPordoi, una riuscita settimana naturalistica

“Camminare per conoscere: osserva ogni cosa mentre cam-mini” è stato il tema della settimana naturalistico-escursionisti-ca organizzata dal 19 al 25 agosto al Centro “Bruno Crepaz” alPordoi dal Comitato scientifico VFG e dal CAI Veneto. UgoScortegagna (AE ON, presidente CS VFG) è stato l’apprezzatoorganizzatore assieme a Bepi Cappelletto (CAI Veneto). Tra irelatori si segnalano Giuseppe Borziello (CS VFG), GiuseppePerini (CS VFG-operatore glaciologico), Gianni Frigo (ON CSVFG), Davide Berton (ON CSVFG), Michele Zanetti (naturali-sta), Antonella Fornari (storica e scrittrice) e lo stessoCappelletto che ha illustrato la rete dei percorsi della Via alpi-na. Una tavola rotonda dedicata al ruolo formativo ed educati-vo della montagna, in primo piano l’alpinismo giovanile

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 31

Attività, idee, proposte QUI CAI

LO SCARPONE 11 8-10-2007 17:21 Pagina 31

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del CAI e il suo progetto educativo, è stata coordinata daAntonio Guerreschi, già presidente del Comitato scientifico,con interventi di Alessandra Gregoris (ON CAI VittorioVeneto), Gianni Frigo e Marta Villa (antropologa CAI Feltre).Escursioni si sono svolte al Sass Pordoi ammantato dalla nevecaduta fuori stagione, nella stupenda Val Lasties e lungo i per-corsi dal Sief al Col di Lana sulle tracce dei soldati della Grandeguerra, lungo la Cresta di Siusi e la Val Duron, e infine intornoal Sassolungo. (Queste note sono tratte da una relazione diDolores De Felice, ANAG CAI SEM Milano e Ugo Scortegagna,presidente CSVFG - CAI Mirano).

CAMPO CECINA (MS)Euripide nell’incanto delle Apuane

Sui prati di Campo Cecina presso il rifugio Carrara è andato inscena il 10 agosto “Alcesti, mysterium mortis mysterium amo-ris” tratto dall’omonima tragedia di Euripide nella traduzione diAngelo Tonelli con gli attori e le attrici della Compagnia TeatroIniziatico Athanor Luigi Armelloni, Marco Bonvicini, AntoniettaGrassi, Susanna Salvi, Nadia Stanziola e con la partecipazionedella giovane Ilaria Salvi. Soggetto e regia erano di AngeloTonelli, scenografia di Giuliano Liofili, assistenza regia diSusanna Salvi, maschere di Antonietta Grassi, Susanna Salvi,costumi di Maria S. Couture, suoni e luci di Franco Ponzini eCristina Fresia, musiche e colonna sonora a cura della contral-to e vocalist Paola Polito. Poiché la tragedia greca era collega-ta al culto di Dioniso e una parte del culto sciamanico di

Dioniso, detta oribasìa (letteralmente “tragitto sui monti”), sisvolgeva in montagna, l’intenzione degli organizzatori dell’e-vento, cui ha assistito al tramonto un pubblico appassionato, èstata di sperimentare la realizzazione di una delle più belle tra-gedie greche cercando in montagna soluzioni tecniche alterna-tive. E le Apuane si sono rivelate uno scenario grandioso con-tribuendo al successo dello spettacolo promosso e organizzatoda Angelo Tonelli dell’Associazione Culturale Arthena, VinicioVatteroni coordinatore centrale per le attività culturali nei rifu-gi e Gianni Scaffardi gestore del rifugio. L’evento che ha avutoil sostegno della Presidenza generale del CAI e il patrocinio delComune di Lerici (SP), della Sezione di Carrara e del CAIToscana ha offerto l’occasione per la presentazione del libro diAngelo Tonelli “Tutta la tragedia greca - Eschilo, Sofocle,Euripide”, quattro volumi in cofanetto (Marsilio editore). Info:[email protected]

PONTE IN VALTELLINA (SO)Nasce la capanna “Vetta di Rhon”

Un sogno si è realizzato per i soci della Sottosezione di Pontein Valtellina. Dall’estate scorsa il sodalizio dispone di nuovacapanna, sorta sui resti di una baita nell’alpeggio di Rhon, nellavalle omonima, a 2160 m, punto di sosta ideale nel collegamen-to tra le valli di Mara e di Rogna e quelle di Rogneda e Fontana.L’amministrazione comunale, proprietaria dei pascoli e degliimmobili, ha messo a disposizione l’edificio da ristrutturare, unvecchio rudere trasformato dai soci in una struttura efficiente e

32 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

QUI CAI Attività, idee, proposte

Il nuovo portale

Navigazione facilitataIl Club Alpino Italiano ha rinnovato il proprio volto sul web

attraverso il nuovo, funzionale portale on-line (www.cai.it). Le

principali novità, com’era stato preannunciato in queste

pagine, sono la possibilità di scegliere la lingua (italiano,

inglese, francese), un motore di ricerca per trovare in modo

comodo e veloce ciò che interessa, un form per iscriversi

direttamente a una newsletter dedicata agli utenti già in

home page. Sempre nell’home page i visitatori trovano news

ed eventi attinenti alla vita delle sezioni e contenuti di carat-

tere più generale, utili anche per chi non è socio, oppure per

chi vuole semplicemente approfondire la conoscenza del

mondo della montagna. Il nuovo portale è stato progettato

dalla Sede centrale e realizzato dalla società InteRa s.r.l. Il

progetto ha visto un coinvolgimento importante dell’area

comunicazione del CAI, che svolgerà un ruolo di interfaccia

tra portale, ufficio stampa, stampa sociale (Lo Scarpone e La

Rivista) e mondo dell’utenza professionale. “Il mio augurio”,

osserva il presidente generale Annibale Salsa, “è che la

navigazione possa, finalmente, essere accompagnata da

venti più favorevoli. Un’associazione a carattere nazionale, e

con appendici internazionali, come il Club Alpino Italiano -

punto di riferimento per gli amanti della montagna in ogni

sua articolazione e manifestazione - non poteva non avva-

lersi di uno strumento indispensabile come il portale web,

aggiornato nei suoi contenuti e nei rispettivi linguaggi. La

speranza che, mio tramite, il CAI nutre è quella di essere

sempre più, dopo 144 di storia, l’interlocutore privilegiato del

pianeta montagna”. Il portale è stato ufficialmente presenta-

to a Torino durante la rassegna Alpi 365.

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:45 Pagina 32

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confortevole. Il restauro, grazie alla sensibilità del Comune,della Comunità montana, della Fondazione Pro Valtellina e dialcuni privati, è stato realizzato a cura del geometra PierluigiVairetti. La capanna è dotata di acqua corrente che serve ancheun piccolo bagno e dell’impianto elettrico alimentato da un pan-nello fotovoltaico. Info: Dario 3477156914, Gigi 3356481181.

BOLZANORestauri al bivacco Sassolungo

Il bivacco Sassolungo è uno dei fiori all’occhiello dellaSezione di Bolzano: è il primo bivacco fisso installato nelleDolomiti e uno dei primi delle Alpi, essendo stato inaugurato il30 settembre 1935 a 3100 m a sudest della cima principale delSassolungo di Gardena (3181 m). È veramente un nido d’aquila,un vero ricovero di emergenza a 30 minuti dalla cima, in pros-simità delle uscite dalle vie delle pareti N e NE (1000 m di disli-vello con difficoltà oltre il 4° grado). La via normale di accesso

richiede 4-5 ore con tratti di 2° e 3° grado. È dotato di radiotra-smittente per chiamate di emergenza con pannello fotovoltaicoche ne alimenta le batterie. Su incarico della sezione hannoprovveduto a importanti opere di restauro e adeguamento laguida alpina Moritz Peristi coadiuvato dalla “Cator” VroniSchrott (prima donna ammessa nel prestigioso gruppo deiCatores).

TORINONasce il gruppo “Amici della montagna”

Un gruppo “Amici della montagna” è stato istituito nelConsiglio regionale del Piemonte, sul modello di quello parla-mentare. L’iniziativa, promossa dai consiglieri regionali MarcoTravaglini, Giorgio Ferrarsi, Marco Bellion dei DS e daAlessandro Bizjak e Bruno Rutallo di DL - Margherita, ha fattoregistrare molte adesioni da parte dei vari gruppi consiliari dimaggioranza e di opposizione. Anche la presidente MercedesBresso, il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio egli assessori Bruna Sibille, Gianna Pentenero, Angela Migliasso,Gianni Oliva e Nicola De Ruggero hanno comunicato l’intenzio-ne di farne parte. Il gruppo è stato presentato alla rassegnaAlpi365 dal GR Piemonte del CAI.

ORBASSANO (TO)Nuova sede nel ventennale del CAI

Nella storia della Sezione di Orbassano (TO), il 2007 è statodenso di avvenimenti, a cominciare dalla nuova e definitiva sedeinaugurata il 15 settembre in via Dante di Nanni 20/B alla pre-senza delle autorità cittadine e dalla Festa dello Sport il 29 e 30settembre. La sezione si appresta ora a festeggiare i suoi ven-t’anni di vita con due serate: giovedì 8 novembre nell’ambitodelle “Serate d’autunno”, presso il Centro culturale in Via deiMulini 1, Silvio Mondinelli presenta “Il gioco degli Ottomila”; gio-vedì 22 Sebastiano Audisio presenterà “Caravanserai”, video-proiezione della spedizione in mountain bike in solitaria nelloXijan cinese e Kirgikistan con scalata al Pic Lenin 7134 m. ■

QUI CAIAttività, idee, proposte

Via Petrella

Varato il regolamento per gli organi tecnici

È stato approvato nella riunione del 29

settembre del Comitato d’indirizzo e con-

trollo il nuovo regolamento OTC che rea-

lizza il previsto adeguamento allo statuto

e al regolamento generale. Il documento

disciplina la composizione, il funziona-

mento e l’ambito operativo dei 14 organi

tecnici centrali operativi (sono quindi

esclusi i consultivi come la commissione

legale), degli organi tecnici periferici,

delle scuole centrali e dei titolati (istrutto-

ri, accompagnatori, operatori) del Club

Alpino Italiano. Nato dall’esigenza di

adeguare il vecchio testo alle prescrizio-

ni dello Statuto e del Regolamento gene-

rale, il regolamento recepisce i cambia-

menti e le evoluzioni intervenuti nel

mondo dei titolati CAI che oggi assom-

mano a circa 4800 persone. Il lavoro è

durato 14 mesi e ha comportato la ripe-

tuta consultazione di tutte le commissio-

ni centrali, dei presidenti dei gruppi

regionali, dei componenti il CDC e il CC,

e degli uffici della Sede centrale. Il nuovo

testo, sul quale torneremo in queste

pagine con opportuni approfondimenti,

contiene molte importanti innovazioni;

fra tutte, rivoluzionario appare il ricono-

scimento di una nuova categoria di tito-

lati definiti “sezionali” che si collocano

alla base del sistema formativo del Club

Alpino Italiano.

Pubblica istruzione, protocollo d’intesaA distanza di 11 anni dalla precedente

esperienza, è stato approvato dal

Comitato d’indirizzo e controllo nella

riunione del 29 settembre il testo del pro-

tocollo d’intesa definito tra il Club Alpino

Italiano e il Ministero della pubblica

istruzione, direzione generale per lo stu-

dente. Prossimamente il presidente

generale potrà procedere alla firma del

documento con il direttore generale

all’Istruzione Mario Dutto. Il documento

d’intesa riprende il precedente accordo,

sottoscritto nel 1996 e scaduto nel 1999,

con l’intento di stabilire dei punti comuni

tra il ministero e il CAI sulle rispettive fun-

zioni e competenze educative che, nel-

l’ambiente montano, possono trovare un

fertile contesto di operatività. Il docu-

mento tende ad accreditare i titolati del

CAI nel momento in cui avanzano ai

docenti dei diversi istituti scolastici delle

proposte di attività in montagna, garan-

tendone, in termini di affidabilità, l’imma-

gine e la riconosciuta competenza didat-

tica ed operativa.

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 33

Prosegue in edicola la distribuzione del “Grande dizionario

delle Alpi” di Priuli & Verlucca, realizzato in collaborazione con

il Club Alpino Italiano. I volumi sono abbinati ai quotidiani La

Stampa e L’Adige: sette (1-7) sono dedicati al Grande diziona-

rio (circa 1100 pagine, con 3400 voci e più di 1200 illustrazioni)

e cinque (8-12) alla Grande enciclopedia (circa 800 pagine,

con 10 grandi temi e 92 sottotemi, e 800 illustrazioni). Ancora

una volta il Club Alpino Italiano è in prima linea in questa espe-

rienza editoriale accanto al prestigioso editore piemontese,

così come era avvenuto di recente nelle edicole italiane e suc-

cessivamente nelle librerie con la collana dedicata ai fotografi

della montagna, che tornerà nelle edicole dal 21 novembre in

abbinamento con i quotidiani Alto Adige e Corriere delle Alpi.

Pubblicazioni

In edicola il Grande dizionario delle Alpi

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:46 Pagina 33

Page 34: CLIMA. Se le Alpi diventano Appennini - CAILUOGHI DEL CUORE SS Trinità di Teregua 13 RASSEGNE Lessinia, paradiso del cinema di Lorenzo Revojera 14 TURISMO ALPINO Il Piccolo Cervino

MILANOVia Silvio Pellico, 6 (M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/0102.86463516 Fax 08056971www.caimilano.it [email protected]: Lu, Ma, Gv: 14-19Me, Ve: 10-19Sa e festivi: chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca: Ma, Gv: 10-12,30 e 14-19; Apertura serale: Ma 21-22,30■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA.La quota annuale è il primariosostegno alle attività dellanostra Associazione i.Fondamentale è quindi rinnovarel’adesione per tempo e farsipromotori di nuove iscrizioni.Diamo forza al CAI Milano, da134 anni al servizio della praticae della diffusione degli sportdella montagna, alla valorizza-zione dell’idealità che ne sotten-de. Per informazioni sulle quotesociali 2008 e sulle diverseforme di sostegno economico alCAI Milano, rivolgersi inSegreteria o consultare il sitowww.caimilano.it ■ PRANZO SOCIALE 2007. Siterrà il 23 novembre, venerdì,presso l’Osteria del Treno in viaS. Gregorio, 46/48, allietata daicomplessi corali della Sezione.Le iscrizioni sono aperte.■ VENTICINQUENNALI. Iscrittidal 1982: Antonio Albanese,Mariangela Alberti, CristinaAmbrosoli, Gianni Andriollo,Dario Intrisi, AlessandroArnone, Gianfranco Bagnoli,Marco Balbi, Enrico Baretta,Matteo Barone, Amedeo VittorioBedini, Marisa Bellanca, ClaudioBellasio, Valter Beretta,Giancarlo Besi, Alfredo Biagini,Claudio Biscaretti Ruffia, MauroBoati, Vittorio Boccadamo,Stefano Bolognini, AdrianaDongiovanni, GiacomoBonizzoni, Letizia Bonizzoni,Diego Bortolameotti Fornari,Salvatore Brigantini, PaoloBrasca, Alessandro Brioschi,Enrico Brovelli, Maria AngelicaBrovelli, Raffaele Buganza,Giorgio Camisasca, Pier LuigiCandiani, Margherita Canesi,

Lucia Caparra, MariaugustaCaraffini, Antonio Carones,Domenico Carrera, DonatellaCasari, Giorgio Casari,Francesco Castellani, PierfeliceCastor, Gianfranco Cattaneo,Raul Celli, Fabio Chiesa, PaoloCiochetta, Alessandro Colombo,Marinella Conci, ClaudioConforti, Francesca Conserva,Lorenzo Conserva, FrancoCortigiani, Roberto Dell’Oro,Paolo Dellea, Domenica diBenedetto, Roberto Dominioni,Bruna Falcieri, Grazia Fecchio,Marco Terrazza, Sergio,Fontana, Elisabetta Fortina,Angelo Fraschini, AlessandroFresco, Bruno Fusignani, DariaGallo, Laura Garbagnati,Piergiorgio Gattinoni, LauraDelia Ghioldi, GiuseppeGhisalberti, Claudio Gilardoni,Francesco Graziani, RomanoGuerinoni, Antonio Imperatore,Silvio Innocenti, Angelo Iori,Federico Iori, Paola Kerpan,Marina Landi, Silvano Leoni,Massimo Leschanz, GiuseppeLilloni, Dario Luzzatto, DinoLuzzatto, Luisa Maccanti,Andreina Maggiore, GiovanniMagni, Antonio Maring,Pierfranco Mauri, Ernesto P.Melada, Maurizio Migliavacca,Gustavo Minetti, Luisa Minetti,Nicola Minetti, Franco Minoia,Giuseppe Miserocchi, AnnaMolinari, AlessandroMontefusco, MaurilioMorbiducci, MariantoniettaMoretti, Matteo Musso, StefanoMattini, Enrico Muzio, MarisaNadalin, Andrea Nigrotti,Clemente Nigrotti, LeoNootenboom, CarlaNotarbartolo di Sciara, StefanoOppioni, Walter Oriano, LetiziaPerrone, Roberto Perucchini,Franco Piazza, Natale Pistoni,Ottavio Pistoni, DietmarPolaczeck, Silvio Polita, AlbertoRanucci, Fabrizio Righetti, ElenaRizzi, Andrea Rocca, PieroRoccatagliata, GiorgioRomagnolo, Angelo Novellini,Luana Novellini, Sergio Sacchi,Antonio Sala, Leonardo Sala,Giacomo Santi, AntonioSeregni, Roberto Silveravalle,Francesco Sisti, Marina Stella,Vittorio Storti, Corrado Stracka,

Andrea Taddia, Marco Tadini,Luigi Tardini, Maria TeresaTartaro, Atonia Anne Tieghi,Guido Tinti, Elvy Tognetta,Mauro Tondelli, William Tondelli,Enzo Tonini, Franco Tonini, AldoTuberty Vilà, Mauro Valentini,Luciano Verdura, Luigi Vitali,Giorgio Vuerich, Franco Zaglio,Sergio Zaglio.■ CINQUANTENNALI. Iscrittidal 1957: Giulia Barbieri, MariaGabriella Berti, Marco Bagnetti,Rodolfo Cairati, Adele Cambieri,Adalberto Casati, Riccardo DellaNoce, Tino Galbiati, PaoloGuella, Ludovico Lanz, VitoLaricchia, Francesco Maragnoli,Fernanda Massara, RobertoMoscati, Franco Musazzi, FridaRavasi, Edoardo Simondi,Giorgio Tofanini, GaetanoTropiano.■ SESSANTENNALI. Iscritti dal1947: Claudio Cremonesi,Antonio Materna, GiovanniMaschera, Marco Scottini, RosaBanfi, Giancarlo Beghi, G.Marco Bertarini, Rodolfo Cajelli,Pier Alberto Cantone, GiorgioCarattoni, Guido Dalla Casa,Tito De Francesco, Giancarlo DiPalma, Ugo Dobner, OlivieroElli, Ida Gadola, Aurelio Ma rolli,Luciano Pagan, Lydia Pagan,Alberto Revel, LorenzoRevojera, Angelo Volpi■ PARLANDO DI MONTAGNA…26/10 Un istriano sul tetto delmondo di Giorgio Poretti. In col-lab. con Associazione NazionaleVenezia Giulia-Dalmazia; 9/11Urali: 4000 km di ignoto diEliana e Nemo Canetta; 16/11Dolomiti lucane in bici di MariaGabriella Berti; 22/11 JosePlenik architetto di Peter Krecice Janez Donno. In collab. conAssociazione Sloveni a Milano. ■ OTTAGONO SPAZIOMONTA-GNA. 4 - 29 /12 I colori dell’ac-qua e della terra. Acquerelli diEmanuela Albertella.■ ESCURSIONISMO. 4/11Monte Alfeo (AppenninoLigure); 11/11 MonteMinisfreddo (Prealpi Varesine);18/11 Monte Capenardo(Appennino Ligure); 25/11 Gitadi fine stagione.■ SCI ESCURSIONISTICO.Ginnastica presciistica extra

corso fino a dicembre con 23lezioni al martedì e giovedì.Corso d’introduzione allo scifondo escursionismo e stage dipattinato in gennaio (2 lezioni ilsabato). Corso di sci fondoscursionismo in febbraio: 4uscite compreso un week-end.Settimana bianca didattica infebbraio in Val Pusteria. Gite:17/11 Val Bregaglia (Svizzera);25/11 Pragelato; 2/12 Zuoz(Svizzera) 7-9/12 Livigno.■ SCI DI DISCESA. 6-10/12Sant’Ambrogio a Corvara conauto proprie.■ ATTIVITÀ GIOVANILI. ALPES:18/11 Monte Monarco (PrealpiVaresine); ■ GRUPPO ANZIANI. 7/11Monte Alpe (Oltrepò pavese);14/11 Monte Bigorio (Svizzera);21/11 da Gussago a Brione(Prealpi bresciane) 28/11 Massid’Avello (Prealpi com.).

EDISONVia Cola Montano 20 - 1° piano20159 Milanotel 0262227778-7686fax 0262223141Da lunedì a giovedì dalle 9 alle12 e dalle 13 alle 16 (solo percontatti telefonici 9-12 e 13-17)Venerdì chiuso (solo per contat-ti telefonici 9-12)■ 11/11 Punta Martin(Appennino ligure); 18/11 SanFedelino (Alto Lario)

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax 02/55191581Lun. 18-20 Merc. 18-22,30www.edelweisscai.ite-mail:[email protected] recapiti tel. 02/89072380■ FONDO ESCURSIONISMO. Il 32° corso è rivolto a coloro che

34 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

QUI CAI Vita delle sezioni

Nel nuovo portaledel CAI (www.cai.it)tutti gli indirizzi e ilink per chi deside-ra aggiornarsi suvita e programmidelle sezioni

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vogliono iniziare un’attività spor-tiva salutare, adatta a persone diqualsiasi età. Ammessi bambinicon più di 6 anni, purchè accom-pagnati da genitore o familiareadulto.11/11 lezione pratica eorientamento. 7-13-14/11 lezioni.18-25/11, 2-9-15-16/12 uscite.■ SCI FONDO ESCURS. 18/11Pontresina; 25/11 Silvaplana;2/12 Sils Maria; 6-9/12 Livigno;9/12 Pragelato; 15-16/12 W.E. inEngadina; 26/12-1/1 BonnevalSur Arc, 6/1 S. Bernardino; 13/1S. Moritz, 18-20/1 Dobbiaco.■ ESCURSIONISMO. 28/10Liguria la via del Sale e del Ferro;4/11 Piemonte val Borbera; 17/11gita cultural gastronomica.■ TREKKING. Febbraio, progr.da definire.■ PROIEZIONI. 21/11 Trento FilmFestival.■ GINNASTICA PRESCIISTICAalla palestra dell’Arena Civicamartedì e giovedì 18,30-19,30,oppure 19,30-20,30 I partecipanti sono coperti da assicurazione infortuni

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113 (entrata da Via Bramantino, 4)20155 MilanoTel. 339 [email protected] 21,15 -23■ ASSEMBLEA. 28/11: relazio-ne presidente uscente; elezionenuovo presidente e del consiglio(12 consiglieri e 3 revisori).■ PRANZO SOCIALE il 13/12 h20:30 nella vecchia sede di ViaF.lli Induno 12, salone adiacentela ex palestra di roccia. ■ PALESTRA. Martedì e giovedìdalle 19 alle 23. Info: Roberto.

GAM Via C.G. Merlo, 320122 Milanotel. 02.799178fax 02.76022402 [email protected] www.gam.milano.itMar e giov 21-23■ ATTIVITÀ. 8/11 in sede ore20.30 “happy hour” con pre-sentazione calendario invernale;11/11 Lago di Como e diLugano: Val d’Intelvi, Porlezza,

Menaggio (Giorgio Vanaria02417812); 17/11 pranzo socia-le a Brescello (Parma), con visi-ta al castello di Colorno e almuseo di Don Camillo ePeppone. (E. Rizzi 02416954);18/11 “I bambini si divertono inmontagna”. Da San Rocco aSan Fruttuoso,rientro in battel-lo. (Thea Squarcina [email protected] – Dario [email protected] )

GESA via Kant, 820151 MilanoMartedì dalle [email protected]://it.geocities.com/gesacaiTel. 0238008844 /0238008663■ USCITE. 11/11 MonteConcervo (E); 2/12 MonteConizzolo (E); 15/12 Madonnadi Campiglio (S).■ MANIFESTAZIONI. 20/11 alleore 21 premiazione del 22°Concorso fotografico EmilioColombo; 25/11 pranzo sociale.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02-653842Fax. 1786040543C.Post. 1166 20101 [email protected]. 15-19 Gio. 21-23.Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.■ GITE SOCIALI. 10/11 Uscita asecco della scuola di sci difondo escurs. E; 18/11 in pull-man ad Arco di Trento, visitadella Rocca e pranzo sociale.■ ALPINISMO GIOV. 11/11uscita gruppi 8-12 e 13-17 annia Torino, Museo della Montagna(aperta ai genitori).■ SERATA IN SEDE. 16/11 h.21conferenza della dottoressa A.L’Astorina del CNR sul progettoEuropeo AWARE: “A salvaguar-dia delle risorse idriche”.■ NEWSLETTER. Chi vuolericeverla, mandi una e-mail a:[email protected]

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]

caicarateb.netsons.orgMart. e ven. 21-22,30■ ATTIVITA’. 18/11 pranzo socia-le a Chiavenna. 23/11 proiezioniescursioni; 21/12 scambio diauguri. La sezione cerca per lastagione 2008 un gestore per ilrifugio Carate (2.636 m) in AltaValmalenco. Contattare la sede.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - CorsicoTel. 02 [email protected]. 21-23■ ESCURS. AUTUNNALE. 3-4/11 Framura (Liguria). Sabato:Framura - Bonassola - Levanto,domenica: Framura - Deiva -Moneglia. Pernott. a Costa. Mp.Concardi 0248402472; 11/11 ViaRegia (Prealpi). TriangoloLariano. Treno e bus. Matelloni0269015485; 18/11 Valli varesine(Prealpi). Circuito da S.Antoniotra Valtravaglia e Valcuvia perS.Michele, S.Martino eArcumeggia. Mp. Concardi3393336000; 25/11 Forti genove-si. Da Righi al Forte Diamante nelParco urbano delle mura, pano-rami sul golfo. Pullman. D’Ilio3485620960.■ PRIMA NEVE. 2/12Grevasalvas (Engadina). ■ SCIESCURSIONISMO E CIA-SPOLE. Mp. Concardi 02.48402472; 8/12 Riale (Formaz-za). Piste di fondo ed escursioni-smo al rif. Maria Luisa. Mp.Panini 3490538262.■ SCI FONDO. Aperte le iscrizio-ni al 19° stage 2007/08 il giovedìin sede (ore 21-23). Uscite perallievi ed extra-corso in pullman:12-13/1 Asiago; 27/1 Cogne(AO); 10/2 S. Moritz (Engadina);23-24/2 Vezzena (TN). Info: ISFEI. Bergamaschini 3288523090.■ MONTAGNA IN SETTIMANA.7/11 Alpe Sorella (Valsesia).Auto; 21/11 giro del Cornizzolo(Canzo). Treno. Uscite di merco-ledì. Org. Concardi 3393336000.■ ABRUZZO MAGICO. 9/11 insede ore 21. Itinerari sciescursio-nistici e culturali tra Majella,Campo Felice e l’Aquila. Dia acura di Enzo Concardi.■ ECUADOR GALAPAGOS. 23/11sala “La Pianta”, via Leopardi 7,

ore 21. Ingresso libero. Naturaincontaminata dalle Ande alPacifico. Video di Pippo Failla.

DESIOVia Lampugnani, 7820033 Desio (MI) Tel. e Fax 0362 621668Mercoledì e Venerdìdalle ore 21 alle ore 22.30Gruppo MALTRAINSEMMartedì ore 17.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ GRUPPO “MALTRAINSEM”.5/12 traversata Arona-Orta;12/12 rifugio Bollettone; 19/12rifugio Alpinisti Monzesi; 22/12Santa messa; 26/12 ifugioMarchett.■ PALESTRA. Martedì e giovedìdalle 19.30 alle 22 è apertapresso la palestra dell’ITIS “E.Fermi” in via Agnesi.

MELEGNANOSezione “F. e G. Bianchi”Via Crocetta 620077 MELEGNANO (MI)tel/fax 02 [email protected], Gv: 21-23, Do: 10.30-12■ FONDO ESCURS. Iscrizioniaperte. 13/11, 20/11, 27/11,11/12 lezioni in sede. 18/11Appennino ligure: lezione asecco. 2/12 Maloja (CH) e 9/12St. Moritz (CH): lezioni su neve. ■ CORSO DI SCI ALPINO perragazzi e adulti a Torgnon (AO) ingennaio-febbraio: Iscr. aperte.■ ATTIVITÀ’ INVERNALI. 15/12La Thuile.■ MOUNTAIN BIKE. 11/11 Passodella Gava (GE).■ CORO CAI il giovedì ore 21.

VIMERCATEvia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Mer. e Ven. 21 - [email protected] ■ PRANZO SOCIALE. 18/11(località da definire). ■ PRESCIISTICA lunedi e giove-di 1’ turno 19,15 - 20,15; 2’turno 20,15 - 21,15.■ PALESTRA VIA MASCAGNIlun. e giovedi dalle 19,45-20,15.■ CORSI DI SCI. Da gen- ➔

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 35

Vita delle sezioni QUI CAI

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naio discesa, snowboard efondo.

SOTTOSEZIONEDI BURAGO MOLGORACascina Abate d’AddaLun.21-23■ 18/11 rif. Bosio; 10/12Grignone.

SOTTOSEZIONEDI CAVENAGO

Villa Stucchi, via Mazzini, 29Gio 21-23■ 11/11 pranzo sociale; 25/11Monte Colombè; 16/12 SanGenesio (LC).

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia Don Ciceri, 2Ven. 21-23■ 11/11 Val di Cama (CH); 23/11assemblea; 14/12 diapositive.

PIAZZA BREMBANASezione Alta Valle BrembanaPiazzale Stazione24014 Piazza BrembanaTel. e fax 0345.82244www.caialtavallebrembana.ca.tc [email protected]ì dalle 21■ RIFUGIO CESARE BENIGNIm. 2222. Ornica (BG)034589033. Rifugista: ElisaRodeghiero 3407714820. [email protected]. Isp.Stefano Regazzoni 034587822.È stato inaugurato l’ampliamen-to del biv. Alberto Zamboni -Baita Cima in Alpe Azzaredo m2000. Sempre aperto.■ ASSEMBLEA. A fine anno peril rinnovo delle cariche.■ SCUOLA OROBICA, via S.Carlo, 32 - S. Pellegrino Terme.Apertura gio. ore 21. SegreteriaMoira Zanchi [email protected]

COLICOVia Campione, 723823 Colico (LC)tel.0341 940516mail: [email protected] 21-22,30tel. rif. Scoggione 0343 63034■ ATTIVITA’. 21/10 ferrata almonte Grona m 1736, info Luigi0342930849. Argento vivo: usci-te tutti i giovedì. Anche que-st’anno la capanna Scoggioneha potuto ospitare numerosi sociche hanno contribuito a renderlasempre più accogliente e pulita.Un ringraziamento a tutti .

GALLARATEVia C. Battisti n. 121013 GALLARATE (VA)tel. e fax [email protected]. e Ven. 21-23■ ESCURSIONI. 4/11 LagoBianco (Alpe Veglia,) m 2160, daS. Domenico m 1418, disl. m742, h 3, E. Dir. M Farioli, C.Besani; 18/11 gita speleologica.R. Piatti, R. Sainaghi; 9/12Monte Paglione, m 1553, dallaForcora, disl m 500, E, F. Zaro,U. Budelli. Molti soci effettuanoescursioni anche nelle domeni-che non in calendario, può con-

tattarli in sede.■ GRUPPO MOUNTAIN BIKE.11/11 Tour dei ponti romani,Finale Ligure (SV). MC/BC; disli-vello 800 m, 30 km; IG; in colla-borazione col gruppo MTB S ez.di Novi Ligure; 2/12 medio Ticinoda Turbigo a Vigevano sulla spon-da dx. e ritorno sulla sin.TC/TC;dislivello 150 m; 80 km; IG.■ RIFUGI. Enrico CastiglioniAlpe Devero, 1640 m, gestoreMichele Galmarini, tel0324619126; Pietro Crosta AlpeSolcio, 1750 m, gestori Giovannie Cinzia, tel 3333426624.

COMOVia Volta 56/5822100 COMO - C.P. 309tel. e fax 031.264177c/c post. n. [email protected] www.caicomo.it■ ALPINISMO GIOVANILE. 4/11chiusura; 15/12 festa di Natale.■ ESCURSIONISMO. 11/11archeologia, arte e montagna inVal d’Intelvi.

SOTTOSEZIONEDI BIZZARONE■ 11/11 rif. Leit, Valle Leventina

SOTTOSEZIONEDI MASLIANICO■ 11/11 banchetto sociale inlocalità da definire.

SOTTOSEZIONEDI MONTE OLIMPINO■ 11/11 gita di fine stagione epranzo in località da definire.

SOTTOSEZIONEDI OLGIATE COMASCO■ Alpinismo giovanile: festa difine stagione nella Pineta diOlgiate.

LANZO TORINESE Via Don Bosco, 3310074 Lanzo (To)Gio. 21-23 tel. [email protected]■ CENA SOCIALE sabato 17/11ore 20, pren. entro giovedì 15.■ MATERIALE SEZIONALE.Disponibili i nuovi cappellini,magliette e felpe con logo della

36 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

QUI CAI Vita delle sezioni

Rifugi fioriti

Sferzate dall’alito gelido dei ghiacciai che sovrastano la

Weisskugel-Hütte in Val Venosta (BZ), le violette che

fanno capolino a una finestra dell’accogliente rifugio

rincuorano l’escursionista affaticato per la salita.

Il rifugio dedicato dalla Sezione di Desio al pontefice Pio IX

di cui ricorre il centocinquantesimo anniversario della nasci-

ta è da quest’anno raggiungibile anche lungo un più impe-

gnativo sentiero geologico che percorre un fantastico

ambiente morenico ai piedi della Weisskugel (Palla Bianca).

Le foto sono state cortesemente mandate alla redazione dal

socio Furio Grossato di Padova.

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LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 37

Vita delle sezioni QUI CAIsezione.■ CIRCOLARI CON E-MAIL. Chiinvierà la comunicazione dellapropria e-mail riceverà settima-nalmente le notizie sezionali.Ginnastica presciistic: presso lapalestra di Lanzo.■ AQUILE ORO 2007. in occa-sione della cena sociale verrannoconsegnati i distintivi di fedeltà25ennali. Chi non ha ricevutoalcuna lettera di invito e possiedesulla tessera 25 bollini è pregatodi comunicarlo immediatamentein segreteria.

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 ■ In occasione della fiera di SanMartino mostra in sede, palestradi arrampicata e ponte tibetano.

MONCALIERI Piazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 6812727Cell. 333 [email protected] 18-19 e mer 21-23■ ESCURSIONI E TAM. 11/11Forte di Bard e anello dei vigne-ti. Disl. 495 m, E; 25/11 TAM.gita intersezionale nella CollinaMoncalierese. Diff. T■ PRANZO SOCIALE il 4/11 alrifugio Serafin, Bourcet.

PINO TORINESEVia Martini, 16Ven 21.15-23 tel. 339.7312452

www.caipinotorinese.itemail: cai.pinotorinese-mail.it■ PINOMONTAGNA. “20 anni diCAI a Pino” al cineteatro “Le gli-cini”;. 15/11 Coro CAI-ANA diCinsello B. (MI); 30/11 incontrocon Valerio Bertoglio, guardiadel Parco Gran Paradiso; audio-visivo sulla Scuola di AltaMontagna Don Bosco in Perù.■ I VENERDì DEL CAI 2/11 e7/12 proiezioni.

SALUZZO Sezione “Monviso”P.zza Cavour, 1212037 Saluzzo Tel e fax 0175/249370www.caisaluzzo.it [email protected]ì dalle 21■ SCIALPINISMO. È in prepara-zione il corso che avrà inizio nelmese di gennaio.

DOLOVia C.Frasio - DOLO30031 Dolo (VE) - c.p. 87Mer. 21-23/www.caidolo.it■ ESCURSIONI. 11/11 manife-stazione in Cansiglio in difesadell’antica foresta; 18/11 M.Avena (Feltre).■ ASSEMBLEA. È convocata il28/11 alle ore 21. Discussionedel programma 2008.

MIRANOSezione «Alberto Azzolini»Via Belvedere, 630035 Mirano - VE C.P. 56Cell. -3401820277Fax 049 616031 www.caimirano.it

e-mail: [email protected] Giovedì 21-22.30■ SERATE CULTURALI pressoTeatro Villa Belvedere: 9/11Ricordi pieni di zaini: il 2007 acura del CAI Mirano; 23/11Ruwenzori: 100 anni di stupore,film di Marco Preti conG.Vassena (presidente CSC);7/11 Tibet - Il grido di un popo-lo di Tom Peosay a cura diS.Marchiori.■ PALESTRA. A Villafrancamuro di arrampicata dalle 19.30alle 22.30 mar .- mer. - gio.;Scuola media Mazzini mart. -gio. 18.30 - 20.30. Presciistica:mar.-gio.18.30 e 19.30.■ AVVISO: si raccolgono artico-li per El Masegno da inviare a:[email protected]. È disponi-bile l’AGENDA CAI 2008, rivol-gersi a :[email protected]

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel./fax 0421-33 22 88www.caisandona.itMar. e Ven. 19-20 Gio. 21-22■ SCI ALPINO. Aperte le iscri-zioni discesa e snowboard.■ PRESCIISTICA. Aperte leiscrizioni al corso.■ SERATA CULTURALE. 9/11 alcentro culturale “L. Da Vinci”,in collab. con l’Associazionenaturalistica Sandonatese pre-sentazione del quaderno“Leggere la montagna”.

SPRESIANOVia dei Giuseppini 131027 Spresiano (Treviso)Tel e Fax 0422.8800391

Cell. 3471054798www.geocities.com/cai-spresia-no-montebelluna■ Rivolgersi in sede per propor-re escursioni e altre attività peril 2008 ( vi aspettiamo).

AMATRICEVia L. Spinosi 4602012 AMATRICE (RI)tel/fax 0746 826468Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della [email protected]. e ven. 21-23■ ESCURSIONI. 11/11 Festa diS. Martino: Amatrice-S.Martino(E), S.Messa e pranzo; 18/11Monti della Laga: M. di Mezzoper Fonte Pane e Cacio (EE);25/11 Monti della Laga: Stazzo diFucile dal Malopasso (EE).■ IN BACHECA avviso escursio-ni week end.■ PALESTA DI ARRAMPICATAal coperto mer. e ven. ore 21.

CATANIAPiazza Scammacca,195131 CataniaLun. merc. ven. 18-21Tel. 095.7153515Fax [email protected]■ TREKKING DELL’ETNA. 15-19/4; 22-26/4; 13-17/5; 27-31/5; 10-14/6; 1-5/7; 30/9-4/10;7-11/10.■ TREKKING DELLE ISOLE DIEOLO. 16-24/3; 19-25/4; 27-4/3-5; 4-10/5; 18-24/5; 1-7/6;22-28/6; 31/8-6/9.■ ATTIVITÀ INTERSEZIONALE.Islanda: dal 23/7 al 17/8 innave, minibus e tenda; dal 30/7al 14/8 in aereo minibus etenda. Capodanno 2008 inSicilia: dal 27/12 al 2/1 (PiazzaArmerina, Agrigento, Corleone,Selinunte, Erice, Segesta,Zingaro, Monreale, Etna), ceno-ne S. Silvestro. ■ ESCURSIONISMO. 4/11 (A)Monte Nunziata (Etna); 4/11 (B)Monte Timparossa (Etna);11/11 Piano Provenzana (Etna);18/11 l’Ilice di Carrinu; 23-25/11 (A) Palermo arabo-nor-manna; 25-11 (B) Monte TreArie (Nebrodi). ■

4/11 TOSCANA / EMILIA-ROMAGNA.Linea Bologna-Ancona + Bus ATCPIANCALDOLI-CASTEL DEL RIO. CAIBologna. Info: [email protected]

11/11 EMILIA-ROMAGNA / TOSCANA.Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC.PONTE DELLA VENTURINA-SAMBU-CA PISTOIESE-MOLINO DEL PALLO-NE. CAI Bologna. Info: [email protected]

18/11 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Pistoia + Bus ATC. BIVIO FURCOLO-M.ADONE-SASSO MARCONI. CAI Bo-logna. Info: [email protected]

25/11 UMBRIA.Linea Terontola-Foligno. STRADE EPALAZZI DI FOLI-GNO. CAI PerugiaAE G. Bambini075.8011281. CAI Foligno AE E.Cittadoni 0742.351898.

25/11 SICILIA. Linea Messina-Palermo.ROCCA DI CEFALU’. CAI Longi. AE L.Chillè, 090.51123.

2/12 LAZIO. Linea Terni-Sulmona + Bus.CAMPOFOROGNA-CANETRA. CAIAntrodoco, CAI Rieti. AE E. Boccacci335.7653741 - AE T. Ratini 349.8301383.

Trenotrekking 2007

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:46 Pagina 37

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Esprimo la mia disappro-vazione di lettoreamante della montagnae sostenitore dei valori

che il CAI difende e diffondefin dalla sua nascita riguardoa quanto leggo a pag. 8 delloScarpone di luglio nel box afirma di Oriana Pecchio daltitolo “La doppietta diBarmasse”. Dove si riferisceche Hervè Barmasse, insigni-to di un importante onorifi-cenza del CAI e portato amodello e ad esempio pertutti gli associati e non,dichiara: “Per l’ultimo tiro di60 metri non ho potuto mette-re alcuna protezione e i mieicompagni alla sosta eranotutti e tre in sicurezza su unsolo chiodo da ghiaccio! Unasituazione di rischio: se maifossi caduto avrei trascinatoprobabilmente tutti giù”.

È questo il modello che ilCAI propone a me e a mieifigli? L’alpinismo che sacrificala sicurezza propria e dei pro-pri compagni al raggiungi-mento dell’obbiettivo eroico?Ai corsi del CAI mi è semprestato insegnato che se non cisono le condizioni per prose-

guire in sicurezza bisogna fer-marsi e tornare indietro.Avere la forza di rinunciareper non mettere a repentagliol’incolumità propria e deicompagni non è una sconfittama una gran dimostrazione dicarattere.

Forse lo stile alpi-nistico da premiarenon è quello di chidice quasi con orgo-glio che se fossecaduto avrebbe “tra-scinato probabil-mente tutti giù”, maquello di chi compieimprese di rilievomantenendosi neilimiti della sicurezza eche rinuncia se sirende conto che questilimiti gli impedisconodi arrivare in vetta.

Fulvio Cominetti

Feletto (TO)

Al cortese lettore rispondeHervé Barmasse, l’alpinistavaldostano chiamato in causaper la sua scalata estrema almonte San Lorenzo inPatagonia lungo una nuovavia sulla parete nord:

Se ci si dovesse fermare nel

preciso punto nel quale, per

la prima ascensione di una

montagna, di una cresta, di

una parete, venisse messa in

discussione l’incolumità di

se stessi e dei propri compa-

gni oggi, nel 2007, guarde-

remmo le montagne dal

basso e nessuna di esse

sarebbe mai stata conquista-

ta. Per fortuna non è così

altrimenti non esisterebbero

né il CAI né l’alpinismo.

Di per sé, per chi si avven-

tura nella prima ascensione

38 - LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007

LA POSTA DELLO SCARPONE La parola ai lettori

Gli alpinisti vincitori del RiconoscimentoConsiglio per la scalata del San Lorenzo, di

cui ha riferito a suo tempo Lo Scarpone, con il presidentegenerale. Della cordata hanno fatto parte Hervé Barmasse (con il diploma),Lorenzo Lanfranchi e i “ragni” Matteo Bernasconi e Giovanni Ongaro.

PERSI E RITROVATI

• UNA FOTOCAMERA digitale Rolley

dp8300 è stata smarrita alle piane di

Lizzola. Chi l’avesse trovata è

pregato di contattare Paolo al numero

3493861217.

• UNA FOTOCAMERA digitale

Panasonic Lumix è stata smarrita

sul Monte Muro al Passo delle Erbe

in Alta Val Badia. Se qualcuno

l’avesse ritrovata è pregato di

telefonare al 3492802814 oppure

0461/246746 (Antonella, prov.

Trento).

• UNA FOTOCAMERA digitale Pentax

Optio 30 con custodia nera è stata

persa nei pressi del rifugio Locatelli

da Giordano Posati (E. Pinza 6,

48100 Ravenna, cell. 328 4173683, e-

mail: [email protected]).

• UNA FOTOCAMERA digitale è stata

smarrita nei pressi del rifugio

Boccalatte alle Grandes Jorasses

(AO), nel gruppo del Monte Bianco.

Tel 3394838865.

• UN BINOCOLO è stato trovato lungo

il Sentiero Cavallero, alla base del

tratto attrezzato del Passo Rocce

Nere (Val Maira). Il proprietario può

rivolgersi a [email protected]

3204365840.

• UNA PICCOZZA è stata trovata a

San Giacomo di Entracque (Cuneo)

e depositata presso la Baita M. Gelas

da Marco Biagini di Menton, Francia

(tel 0033495579884).

• UNA PICCOZZA è stata trovata da

Alberto Cortinovis (035.665597) sul

ghiacciaio dell’Adamello, sotto il

rifugio Lobbia Alta.

• LA CHIAVE di un’autovettura Visa è

stata trovata da Luca Pantani della

Sezione d’Inveruno al bivacco

Seveso (Pizzo Tresero) e consegnata

al gestore del rifugio Berni al Passo

Gavia (0342.935456).

CONFERENZE

• KRZYSTOF WIELICKI, il polacco

quinto uomo al mondo che ha salito

tutti i quattordici ottomila, propone

una conferenza inedita per l’Italia

relativa alle sue imprese invernali in

Himalaya, con immagini e filmati che

testimoniano le scalate alle alte vette,

nel periodo più difficile dell’anno.

Contattare a Trento Mario Corradini

Tel. 0461558022,

e-mail: [email protected]

http://www.cliv.it/Mcorr.htm

Bacheca

I limiti del rischio

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:46 Pagina 38

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di una montagna l’ignoto è

già un rischio e questo senza

entrare nel merito di scale di

difficoltà o delle capacità di

chi ne compie la prima sali-

ta. Ma se non ci fosse stato

un apritore oggi non potrem-

mo scalare in sicurezza le

vie classiche delle Alpi. Se

Balmat e Pacard non si fos-

sero presi i loro rischi, il

Monte Bianco sarebbe anco-

ra da scalare. Quella prima

ascensione avvenne senza

l’utilizzo della corda perché

considerata una vigliacche-

ria all’epoca.

Aprire un nuovo itinerario

su un versante sconosciuto

di una montagna non per-

mette di prevedere le difficol-

tà e i rischi ai quali si va

incontro e cosi è stato e sarà

sempre.

Signor Cominetti, direbbe

mai che Balmat, Lammer,

Preuss, Dibona. Comici,

Cassin, Bull, Bonatti,

Messner, Harding, Ferrari,

Cesen, Edlinger erano e sono

dei cattivi esempi da seguire

perché troppo hanno rischia-

to spingendo con le loro

imprese su uno scalino più

in alto l’alpinismo in tutto il

mondo?

Si deve fare molta attenzio-

ne nel mettere a confronto

l’attività di un alpinista e

dell’alpinismo di élite con ciò

che viene insegnato nelle sedi

del Club alpino e dalle guide

alpine. Sono due mondi

paralleli ma difficilmente si

incontreranno.

Venendo al mio caso speci-

fico vorrei riportare per inte-

ro ciò che sul numero 21 di

Alp Wall ho scritto:

“È toccato a me salire que-

sto tiro di misto. Un vero e

proprio problema psicologi-

co. Io che di roccia marcia ne

mastico parecchia quando

faccio la guida alpina sul

Cervino non avevo mai visto

niente di simile. Un conglo-

merato marcio che come

pezzi di un puzzle si rompe-

va sotto i ramponi e si sgre-

tolava tra le mani. Un vero

schifo che non mi permetteva

di mettere nemmeno una

protezione in tutti i sessanta

metri nei quali per più volte

ho imprecato, salendo pochi

centimetri alla volta e nel

quale non potendo più torna-

re indietro ho dovuto

rischiare troppo, più del

dovuto…

“Alla fine quando ero final-

mente in sosta sul fungo di

vetta, con il vento che sem-

brava volesse ributtarmi giù,

ero veramente felice e non

per esser stato più o meno

bravo, ma per non essere

caduto. Spero sinceramente

che questo tiro di corda sia

l’ultimo di questo genere

nella mia vita”.

Nelle mie parole non ho

assolutamente esaltato il mio

gesto ma casomai l’opposto.

Trovandomi nella situazione

obbligata di dover salire ho

avuto la fortuna e le capacità

di farlo.

Ciò non toglie che magari,

tra qualche anno, sarà ridi-

colo affrontare lo stesso pas-

saggio per chi ne effettuerà la

ripetizione con tecniche e

mezzi di nuova generazione.

Ciò che alla fine del sedicesi-

mo secolo era pazzia oggi

vede quattromila persone in

vetta ogni anno. Chi dice che

non sarà lo stesso per la via

aperta da me e i miei com-

pagni sul San Lorenzo tra

cento anni?

Ricordo inoltre che il

Riconoscimento Paolo

Consiglio del Club alpino

premia per l’appunto “l’atti-

vità alpinistica esplorativa”,

ovvero l’apertura di nuovi

itinerari su montagne o

pareti non ancora salite dal-

l’uomo. E dunque si deve

mettere in conto che alcuni

rischi, questi alpinisti, per

forza di cose dovranno pur

prenderseli.

Hervé Barmasse

LO SCARPONE, NOVEMBRE 2007 - 39

PICCOLI ANNUNCI

Guide alpineIl Terzo Poloesperienze di viaggio ai limiti del mondoTristano Gallo - guida alpinaInfo: www.ilterzopolo.it

Fabio SaliniBoulder in Val di Mello 3358122922

Marco Roncaglioniwww.monterosatrekking.com nov. Nepal C.B.Everest Island Peak dic. Patagonia

www.guidealpine.netScialpinismo in British Columbia12-23 febbraio 2008Vannuccini Mario 338 6919021

www.globalmountain.itAconcagua - Viaggi scialpinistici - ScialpinismoCascate di ghiaccio - Richiedere catalogoinvernale - Info 335 6726008

Ivan Pegorari www.valmalencoalpina.it

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- Il testo (max 400 battute) va mandato via fax o per posta

elettronica a [email protected], fax 011/9916208 oppure

inviata per posta a GNP Sas, via Udine 21/a, 31015

Conegliano, Tv.

- Scadenza. Il testo deve arrivare quaranta giorni prima della

data di uscita (il primo di ogni mese).

- Tariffa. € 0.5 a battuta, IVA inclusa.

- Pagamento. Può avvenire tramite bonifico bancario intestato a

GNP Sas su Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi –c/c

38973 - ABI 8904/5 - CAB 88310/8- oppure inviando assegno

bancario non trasferibile intestato a GNP Sas di Nenzi Giorgio

& C. La pubblicazione sarà effettuata a incasso avvenuto. Per

informazioni tel. n.011.9961533.

- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce

devono dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di

appartenenza loro personale o della scuola o associazione.

LO SCARPONE 11 5-10-2007 18:46 Pagina 39

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