Clementoni, addio al re dei giocattoli. Iniziò in un garage.

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35 Economia Corriere della Sera Giovedì 11 Ottobre 2012 MILANO — La leggenda narra che, come parec- chi anni dopo Steve Jobs e Bill Gates, anche il «genio» del giocattolo made in Italy abbia fondato il suo impero in un garage. E ieri Mario Clementoni (nella foto), l’imprenditore che ha inventato Sapientino e mille giochi educativi, è morto a 87 anni a Recanati, città nella quale era conosciuto come il «Nonno dei balocchi». In realtà quella del garage è tutt’altro che una leggenda. È stato lui stesso a raccontare le origini della società che oggi ha 500 dipendenti e fattura oltre 100 milioni. Una classica storia dell’artigiano italiano che diventa imprenditore e industriale: «Incominciai l’attività con pochissime persone che lavoravano alla maniera artigianale. I primi prodotti sono stati realizzati pezzo per pezzo. Non avevo la possibilità di fare grossi investimenti, e incominciai in un garage, qui a Recanati. Tre anni dopo acquistai un fabbricato». Si trattava dell’ex granaio di Recanati, di proprietà della famiglia del tenore Beniamino Gigli. Questi gli inizi, nel 1963. E solo qualche tempo fa lui, il fondatore, ha lasciato il timone ai quattro figli, che ha introdotto progressivamente in azienda. Il debutto è con la «Tombola della Canzone», una pianola con manovella e nastro forato che riproduce le canzoni di Sanremo. Ma il successo arriva nel 1967, con il primo Sapientino, che ha invaso i mercati di mezzo mondo. Nel 1970 Clementoni firma un accordo commerciale con la Disney. L’azienda punta sui giochi scientifici e interattivi come «L’allegro chirurgo». I primi «computer» parlanti fanno l’esordio negli anni Novanta. E nel ’94 c’è anche un gioco ispirato al Corriere della Sera. Dal garage alla multinazionale «tascabile». Quasi una favola per l’imprenditore che ha detto: «Non bisognerebbe mai smettere di giocare, soprattutto quando si diventa grandi: il gioco è una cosa seria». Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO TOKYO — Per le banche ita- liane quello del Fondo moneta- rio è un esame difficile. Al vo- to sugli indicatori di stabilità delle principali banche del mondo, gli istituti di credito italiani superano a pieni voti solo due degli 8 test previsti. In particolare, se la cavano abbastanza bene sul fronte del- l’adeguatezza del capitale e del- l’indebitamento ma non rag- giungono la sufficienza sulla qualità degli asset e sulla capa- cità di fare raccolta a breve. Ad emergere è in particolare la percentuale delle sofferenze, cioè dei crediti inesigibili, sul totale dei prestiti, indicata da- gli economisti del Fondo nel 10,7%, la terza cifra più alta della classifica dopo quelle del- le banche di Grecia e Irlanda. Va male anche il giudizio sulla capacità di fare raccolta a breve e sulla liquidità disponi- bile mentre è solo da migliora- re la profittabilità. Gli istituti italiani insomma, per colpa della crisi, non escono troppo bene dalla radiografia del Fon- do, anche se stupisce che il ca- po economista del Fmi Olivier Blanchard li abbia associati a quelli spagnoli nel fabbisogno di nuovo capitale. Il Fondo pe- rò è, come sempre, fin troppo severo con tutte le banche eu- ropee non solo con quelle ita- liane. Se i governi dei Paesi del- la zona euro non daranno ri- sposte efficaci alla crisi, ristabi- lendo la fiducia e le cose non miglioreranno, il settore del credito — dice infatti il rappor- to dell’Fmi — sarà il primo a soffrire e ci sarà una nuova stretta creditizia. In particola- re ci sarà il crollo degli attivi bancari, in parte erosi dalle svalutazioni e in parte allegge- riti per evitare nuovi rafforza- menti patrimoniali: la riduzio- ne sarebbe del 7,3%, cioè di 2.800 miliardi dollari che po- trebbe però arrivare, nello sce- nario peggiore, addirittura al 12% del totale degli attivi, in ci- fra ben 4.500 miliardi di dolla- ri. Gli esperti del Fondo espri- mono molta preoccupazione in merito, ma è bene dire che i dati riguardano un campione di 58 grandi banche. Quanto alla stretta, nell’arco di due an- ni (tra il terzo trimestre del 2011 e il quarto del 2013) l’of- ferta di credito totale nei Paesi della periferia dell’eurozona dovrebbe ridursi del 9% nello scenario più favorevole e di quasi il 18% in quello peggiore di «politiche deboli». Le azioni decise della Banca centrale europea nelle ultime settimane «hanno contribuito a rimuovere le paure peggiori degli investitori», ma «devo- no essere ulteriormente usate come base per nuovi passi», ha detto ieri, presentando il Rapporto sulla stabilità Josè Vi- nals, consigliere finanziario del Fondo. «La fiducia è anco- ra molto fragile» perché «i ri- schi sono aumentati e la princi- pale fonte di rischio resta l’eu- rozona». La frammentazione finanziaria ed economica, ov- vero la spaccatura tra la perife- ria e il resto della zona euro, crea problemi in termini di co- sti di finanziamento per gli Sta- ti, le banche, le aziende e le fa- miglie, «ma il processo può es- sere invertito». Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA I giudici di Milano: il Fisco non può usare la lista Falciani Crediti, il Fondo monetario boccia le banche italiane Gli istituti superano a pieni voti solo due test su otto Sentenza sull’elenco degli evasori all’estero L’industriale MILANO — La lista Falciani, cioè l’elenco con migliaia di clienti esteri di Hsbc presunti evasori - tra i quali oltre 5.700 italiani con oltre 5,5 miliardi di depositi - sottratto dall’ex dipendente Hervé Falciani e consegnato nel 2009 alle autorità francesi, non può essere usata nelle contestazioni fiscali: le informazioni ottenute da Fisco e Guardia di Finanza sono state infatti acquisite illegalmente. A deciderlo — con sentenza depositata pochi giorni fa — è stata la commissione tributaria provinciale (ctp) di Milano, in una delle prime pronunce sulle sanzioni dell’Agenzia delle Entrate ai cittadini presenti nella lista. A presiedere la commissione c’era Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, con a latere Pietro Vincenzo Faranda, relatore, e Giuseppa Crisafulli. «La corte si è allineata alle decisioni del gip di Pinerolo e della ctp di Como», spiega l’avvocato Stefano Loconte, che ha difeso il contribuente sanzionato, «ma sul punto le sentenze sono troppo poche e contrastanti. Si dovrà aspettare la Cassazione per avere un punto fermo». Per il momento a pagare sarà l’Agenzia delle Entrate: 3 mila euro di spese legali. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Clementoni, addio al re dei giocattoli Iniziò in un garage Stress test La riduzione dell’offerta di fondi può arrivare al 18%. Preoccupazione per le sofferenze dei gruppi

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Sergio Bocconi, sul Corriere della Sera, ricorda Mario Clementoni, l'impreditore che ha inventato Sapientino e mille giochi educativi. Mario Clementoni, imprenditore e sostenitore dell'ISTAO da oltre trent'anni.

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35EconomiaCorriere della Sera Giovedì 11 Ottobre 2012

MILANO — La leggenda narra che, come parec-chi anni dopo Steve Jobs e Bill Gates, anche il«genio» del giocattolo made in Italy abbiafondato il suo impero in un garage. E ieri MarioClementoni (nella foto), l’imprenditore che hainventato Sapientino e mille giochi educativi, èmorto a 87 anni a Recanati, città nella quale eraconosciuto come il «Nonno dei balocchi».

In realtà quella del garage è tutt’altro che unaleggenda. È stato lui stesso a raccontare leorigini della società che oggi ha 500 dipendentie fattura oltre 100 milioni. Una classica storiadell’artigiano italiano che diventa imprenditoree industriale: «Incominciai l’attività conpochissime persone che lavoravano alla manieraartigianale. I primi prodotti sono stati realizzatipezzo per pezzo. Non avevo la possibilità di faregrossi investimenti, e incominciai in un garage,

qui a Recanati. Tre annidopo acquistai unfabbricato». Si trattavadell’ex granaio di Recanati,di proprietà della famigliadel tenore BeniaminoGigli. Questi gli inizi, nel1963. E solo qualchetempo fa lui, il fondatore,

ha lasciato il timone ai quattro figli, che haintrodotto progressivamente in azienda.

Il debutto è con la «Tombola della Canzone»,una pianola con manovella e nastro forato cheriproduce le canzoni di Sanremo. Ma il successoarriva nel 1967, con il primo Sapientino, che hainvaso i mercati di mezzo mondo. Nel 1970Clementoni firma un accordo commerciale conla Disney. L’azienda punta sui giochi scientifici einterattivi come «L’allegro chirurgo». I primi«computer» parlanti fanno l’esordio negli anniNovanta. E nel ’94 c’è anche un gioco ispirato alCorriere della Sera. Dal garage allamultinazionale «tascabile». Quasi una favola perl’imprenditore che ha detto: «Non bisognerebbemai smettere di giocare, soprattutto quando sidiventa grandi: il gioco è una cosa seria».

Sergio Bocconi© RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL NOSTRO INVIATO

TOKYO — Per le banche ita-liane quello del Fondo moneta-rio è un esame difficile. Al vo-to sugli indicatori di stabilitàdelle principali banche delmondo, gli istituti di creditoitaliani superano a pieni votisolo due degli 8 test previsti.

In particolare, se la cavanoabbastanza bene sul fronte del-l’adeguatezza del capitale e del-l’indebitamento ma non rag-giungono la sufficienza sullaqualità degli asset e sulla capa-cità di fare raccolta a breve. Ademergere è in particolare lapercentuale delle sofferenze,cioè dei crediti inesigibili, sultotale dei prestiti, indicata da-gli economisti del Fondo nel10,7%, la terza cifra più altadella classifica dopo quelle del-le banche di Grecia e Irlanda.

Va male anche il giudiziosulla capacità di fare raccolta abreve e sulla liquidità disponi-bile mentre è solo da migliora-re la profittabilità. Gli istitutiitaliani insomma, per colpadella crisi, non escono troppobene dalla radiografia del Fon-do, anche se stupisce che il ca-po economista del Fmi OlivierBlanchard li abbia associati aquelli spagnoli nel fabbisognodi nuovo capitale. Il Fondo pe-rò è, come sempre, fin tropposevero con tutte le banche eu-ropee non solo con quelle ita-

liane. Se i governi dei Paesi del-la zona euro non daranno ri-sposte efficaci alla crisi, ristabi-lendo la fiducia e le cose nonmiglioreranno, il settore delcredito — dice infatti il rappor-to dell’Fmi — sarà il primo asoffrire e ci sarà una nuovastretta creditizia. In particola-re ci sarà il crollo degli attivibancari, in parte erosi dallesvalutazioni e in parte allegge-riti per evitare nuovi rafforza-menti patrimoniali: la riduzio-ne sarebbe del 7,3%, cioè di2.800 miliardi dollari che po-trebbe però arrivare, nello sce-nario peggiore, addirittura al12% del totale degli attivi, in ci-fra ben 4.500 miliardi di dolla-ri. Gli esperti del Fondo espri-mono molta preoccupazionein merito, ma è bene dire che idati riguardano un campione

di 58 grandi banche. Quantoalla stretta, nell’arco di due an-ni (tra il terzo trimestre del2011 e il quarto del 2013) l’of-ferta di credito totale nei Paesidella periferia dell’eurozonadovrebbe ridursi del 9% nelloscenario più favorevole e diquasi il 18% in quello peggioredi «politiche deboli».

Le azioni decise della Bancacentrale europea nelle ultimesettimane «hanno contribuitoa rimuovere le paure peggioridegli investitori», ma «devo-no essere ulteriormente usatecome base per nuovi passi»,ha detto ieri, presentando ilRapporto sulla stabilità Josè Vi-nals, consigliere finanziariodel Fondo. «La fiducia è anco-ra molto fragile» perché «i ri-schi sono aumentati e la princi-pale fonte di rischio resta l’eu-rozona». La frammentazionefinanziaria ed economica, ov-vero la spaccatura tra la perife-ria e il resto della zona euro,crea problemi in termini di co-sti di finanziamento per gli Sta-ti, le banche, le aziende e le fa-miglie, «ma il processo può es-sere invertito».

Stefania Tamburello© RIPRODUZIONE RISERVATA

I giudici di Milano: il Fisco non può usare la lista Falciani

Crediti, il Fondo monetarioboccia le banche italianeGli istituti superano a pieni voti solo due test su otto

Sentenza sull’elenco degli evasori all’estero

L’industriale

MILANO — La lista Falciani, cioè l’elenco conmigliaia di clienti esteri di Hsbc presuntievasori - tra i quali oltre 5.700 italiani con oltre5,5 miliardi di depositi - sottratto dall’exdipendente Hervé Falciani e consegnato nel2009 alle autorità francesi, non può essere usatanelle contestazioni fiscali: le informazioniottenute da Fisco e Guardia di Finanza sonostate infatti acquisite illegalmente. A deciderlo

— con sentenza depositata pochi giorni fa — èstata la commissione tributaria provinciale (ctp)di Milano, in una delle prime pronunce sullesanzioni dell’Agenzia delle Entrate ai cittadinipresenti nella lista. A presiedere la commissionec’era Livia Pomodoro, presidente del Tribunaledi Milano, con a latere Pietro Vincenzo Faranda,relatore, e Giuseppa Crisafulli. «La corte si èallineata alle decisioni del gip di Pinerolo e della

ctp di Como», spiega l’avvocato StefanoLoconte, che ha difeso il contribuentesanzionato, «ma sul punto le sentenze sonotroppo poche e contrastanti. Si dovrà aspettarela Cassazione per avere un punto fermo». Per ilmomento a pagare sarà l’Agenzia delle Entrate:3 mila euro di spese legali.

Fabrizio Massaro© RIPRODUZIONE RISERVATA

Clementoni, addioal re dei giocattoliIniziò in un garage

Stress test La riduzione dell’offerta di fondi può arrivare al 18%. Preoccupazione per le sofferenze dei gruppi