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claudia grey 4 Afterlife Claudia Gray Afterlife Sta per sorgere il sole — annunciò Balthazar. Fu il primo a parlare dopo ore di silenzio. Sebbene non volessi sentire nulla di ciò che aveva da dire su alcun argomento, sapevo che aveva ragione. I vampiri sentivano sempre nelle ossa l'avvicinarsi dell'alba. Lo sentiva anche Lucas? Ci trovavamo nella cabina di proiezione di un cinema abbandonato, le cui pareti coperte di manifesti mostravano ancora i segni della battaglia della notte precedente. Vic, l'unico umano, sonnecchiava appoggiato alla spalla di Ranulf, con i capelli rossicci scompigliati dal sonno. Ranulf sedeva in silenzio con in grembo l'ascia macchiata di sangue, come se da un momento all'altro attendesse l'arrivo di un altro pericolo. Con la faccia lunga e magra e i capelli a caschetto, somigliava più che mai a un santo medievale. Balthazar, in piedi all'altro capo della stanza, manteneva le distanze per rispetto del mio do- lore. Eppure, così alto e ben piazzato, risultava fin troppo ingombrante. Cullavo la testa di Lucas. Fossi stata viva o vampira, tante ore di immobilità mi avrebbero indolenzita. Da spettro, invece, libera dalle pretese di un corpo, ero riuscita a stringerlo per tutta la lunga notte in cui era morto. Mi sistemai una lunga ciocca di capelli, cercando di non soffermarmi sulle punte intrise del sangue di Lucas. Charity me l'aveva ucciso sotto gli occhi, sfruttando il desiderio di Lucas di proteggere me prima che se stesso. Era stato il suo ultimo e più orribile tentativo di danneggiarmi, spinta dall'odio per chiunque fosse caro a Balthazar, suo fratello e signore. Charity aveva violato una regola- vampiresca, mordendo qualcuno che era già stato morso da un vampiro e che era addirittura già predisposto al mutamento da vivo a non-morto. In teoria spettava a me, e a me soltanto, trasformare Lucas. Ma ormai a Charity non importava più niente delle regole. Non le importava di niente e di nessuno, a parte il suo rapporto tormentato con Balthazar. Dovunque fosse andata, si stava senz'altro crogiolando nella soddisfazione di avermi spezzato il cuore e di aver gettato Lucas nell'ultimo posto in cui avrebbe mai voluto trovarsi. Preferirei morire, aveva sempre detto. Quando io ero viva e molto più innocente, avevo sognato che diventasse un vampiro insieme a me. Ma lui era cresciuto con i cacciatori di vampiri della Croce Nera, che odiavano i nonmorti e li perseguitavano con la dedizione di una setta. Da sempre trasformarsi in vampiro era il suo incubo peggiore. Ora quell'incubo si era avverato. Quanto manca? — chiesi. Pochi minuti. — Balthazar fece un passo avanti, vide la mia faccia e non si avvicinò oltre. — Meglio che Vic si allontani. Cosa succede? — La voce di Vic era roca e insonnolita. Si raddrizzò e la sua espressione passò dalla confusione all'orrore mentre guardava il corpo di Lucas insanguinato e pallido. — Ah. Per un secondo... be', pensavo di aver avuto un incubo o qualcosa del genere. Invece è vero. Balthazar scosse la testa. — Scusa, Vic, ma non è il caso che resti. Capii cosa intendeva. I miei genitori, che da sempre desideravano che seguissi la loro strada, mi avevano spiegato cosa succede nelle prime ore dopo la trasformazione. Al suo risveglio da vampiro, Pagina 1

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claudia grey 4 AfterlifeClaudia Gray Afterlife

Sta per sorgere il sole — annunciò Balthazar.Fu il primo a parlare dopo ore di silenzio. Sebbene non volessi sentire nulla diciò che aveva da dire sualcun argomento, sapevo che aveva ragione. I vampiri sentivano sempre nelle ossal'avvicinarsidell'alba.Lo sentiva anche Lucas?Ci trovavamo nella cabina di proiezione di un cinema abbandonato, le cui pareti coperte di manifestimostravano ancora i segni della battaglia della notte precedente. Vic, l'unico umano, sonnecchiavaappoggiato alla spalla di Ranulf, con i capelli rossicci scompigliati dal sonno.Ranulf sedeva in silenziocon in grembo l'ascia macchiata di sangue, come se da un momento all'altro attendesse l'arrivo di unaltro pericolo. Con la faccia lunga e magra e i capelli a caschetto, somigliava più che mai a un santomedievale. Balthazar, in piedi all'altro capo della stanza, manteneva le distanze per rispetto del mio do-lore. Eppure, così alto e ben piazzato, risultava fin troppo ingombrante.Cullavo la testa di Lucas. Fossi stata viva o vampira, tante ore di immobilità mi avrebbero indolenzita.Da spettro, invece, libera dalle pretese di un corpo, ero riuscita a stringerlo per tutta la lunga notte in cuiera morto. Mi sistemai una lunga ciocca di capelli, cercando di non soffermarmi sulle punte intrise delsangue di Lucas.Charity me l'aveva ucciso sotto gli occhi, sfruttando il desiderio di Lucas di proteggere me prima chese stesso. Era stato il suo ultimo e più orribile tentativo di danneggiarmi, spinta dall'odio per chiunquefosse caro a Balthazar, suo fratello e signore. Charity aveva violato una regola- vampiresca, mordendoqualcuno che era già stato morso da un vampiro e che era addirittura già predisposto al mutamento davivo a non-morto. In teoria spettava a me, e a me soltanto, trasformare Lucas. Ma ormai a Charity nonimportava più niente delle regole. Non le importava di niente e di nessuno, a parte il suo rapportotormentato con Balthazar.Dovunque fosse andata, si stava senz'altro crogiolando nella soddisfazione di avermi spezzato il cuoree di aver gettato Lucas nell'ultimo posto in cui avrebbe mai voluto trovarsi.Preferirei morire, aveva sempre detto. Quando io ero viva e molto più innocente, avevo sognato chediventasse un vampiro insieme a me. Ma lui era cresciuto con i cacciatori di vampiri della Croce Nera,che odiavano i nonmorti e li perseguitavano con la dedizione di una setta. Da sempre trasformarsi invampiro era il suo incubo peggiore.Ora quell'incubo si era avverato.— Quanto manca? — chiesi.— Pochi minuti. — Balthazar fece un passo avanti, vide la mia faccia e non si avvicinò oltre. — Meglioche Vic si allontani.— Cosa succede? — La voce di Vic era roca e insonnolita. Si raddrizzò e la sua espressione passò dallaconfusione all'orrore mentre guardava il corpo di Lucas insanguinato e pallido. — Ah. Per un secondo...be', pensavo di aver avuto un incubo o qualcosa del genere. Invece è vero.Balthazar scosse la testa. — Scusa, Vic, ma non è il caso che resti.Capii cosa intendeva. I miei genitori, che da sempre desideravano che seguissi la loro strada, miavevano spiegato cosa succede nelle prime ore dopo la trasformazione. Al suo risveglio da vampiro,

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claudia grey 4 AfterlifeLucas avrebbe desiderato disperatamente tutto il sangue fresco che poteva avere.Nell'impeto delrisveglio, la sete rischiava di cancellare qualsiasi altro pensiero.Sarebbe stato tanto assetato da uccidere.Vie non poteva saperlo. — E dai, Balthazar, sono stato con voi fin qui. Non voglio mollare Lucas adesso.— Balthazar ha ragione — intervenne Ranulf. — Per la tua incolumità, è meglio che te ne vada.— In che senso, incolumità?— Vie, vai — dissi. Non volevo costringerlo, ma se non capiva qual era il rischio, aveva bisogno di unadose di realtà nuda e cruda. — Se vuoi sopravvivere, vai.Lui impallidì.Con più gentilezza, Balthazar aggiunse: — Questo non è un posto da vivi. Appartiene ai morti. = Page 6 =Vie si ravviò con le dita i capelli arruffati, annuì a Ranulf e uscì dalla cabina di proiezione.Probabilmente era diretto a casa, dove avrebbe cercato di fare qualcosa di sensato: le pulizie, magari,oppure cucinare un piatto immangiabile. Le preoccupazioni umane sembravano lontanissime, in quelmomento.Andato Vic, riuscii finalmente a esprimere l'idea che mi tormentava da ore. — È davvero... — sentii unnodo in gola e dovetti deglutire con forza. — È davvero il caso di lasciare che succeda?— Secondo te dovremmo distruggere Lucas? — Pronunciate da chiunque altro, sarebbero state parolespietate e insopportabili, ma Ranulf le fece sembrare un semplice e innocuo datodi fatto. — Impedire cherinasca come vampiro e accettare la sua morte, ultima e definitiva.?— No, non voglio. Non puoi immaginare quanto sia lontana dal desiderarlo — risposi. Ogni parola chetiravo fuori era un po' di sangue che mi spremevo dal cuore. — Ma so che Lucas lo vorrebbe. — Amarequalcuno non significava forse mettere i suoi desideri al primo posto, anche in un frangente cosìterribile?Balthazar scosse la testa. — Non farlo.— Sembri così sicuro — dissi, cercando di restare calma'. In realtà, ero talmente arrabbiata conBalthazar da non riuscire neanche a guardarlo. Aveva trascinato Lucas in battaglia contro Charity,malgrado lo sapesse intontito dal dolore e incapace di combattere al meglio. Sentivo che la morte diLucas non era solo colpa di Charity, ma anche sua. — Mi stai soltanto dicendo quello che vorrei sentire?Balthazar si rabbuiò. — Quando mai l'ho fatto? Bianca, ascoltami. Se il giorno prima della miatrasformazione mi avessi chiesto se desideravo diventare un vampiro, ti avrei detto di no.— Lo diresti ancora, se ne avessi l'opportunità. Se potessi tornare indietro. Ono? — domandai.L'avevo preso in contropiede. — Non stiamo parlando solo di me. Pensa ai tuoi. APatrice, a Ranulf, aglialtri vampiri che conosci. Sarebbe davvero meglio che marcissero dentro una bara?Certi vampiri se la passavano bene. Questo valeva per quasi tutti quelli che conoscevo. Da secoli imiei genitori vivevano felici e innamorati. Forse anche tra me e Lucas poteva andare così. Per quel chene sapevo, non sopportava l'idea di essere un vampiro, ma del resto soltantodue anni prima odiava tutti i vampiri, era accecato da pregiudizi immotivati. Inpochissimo tempo eracambiato parecchio e non era detto che prima o poi non potesse accettare anche questo cambiamento.Valeva la pena rischiare. Altroché. Tutto, nel mio cuore, mi diceva che Lucas

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claudia grey 4 Afterlifemeritava un'altrapossibilità, e che meritavamo un'altra possibilità di stare insieme.Sfiorai il suo viso con un dito: la fronte, lo zigomo e il profilo delle labbra.La pesantezza e il pallore delcorpo lo facevano somigliare a una scultura funebre, immobile, priva di vita, immutabile.— Ci siamo quasi — disse Balthazar. — È il momento.Ranulf annuì. — Anch'io lo sento. È meglio che ti allontani, Bianca.— Non lo lascio.— Allora stai pronta a muoverti. Se devi. — Balthazar spostava il peso da un piede all'altro, in guardiacome un pugile pronto a combattere.Andrà tutto bene, Lucas , pensai, e desiderai che mi sentisse al di là del confine tra questo e l'altromondo. Stava per riattraversarlo e tornare da me? Forse sì. Forse, vicini come eravamo, riusciva apercepirmi. Siamo morti, ma possiamo stare ancora insieme. Non c'è niente di più importante. Siamo piùforti della morte. Niente potrà ostacolarci, ormai. Nessuno ci separerà mai più.Volevo che ci credesse. Anch'io volevo crederci.La mano di Lucas ebbe un fremito.Restai senza fiato, ma fu un riflesso del corpo che avevo creato, un ricordo dell'effetto di una sorpresasu un essere umano.— Stai pronto — disse Balthazar a Ranulf.Incerta, posai una mano sul petto di Lucas. Solo in quel momento capii che mi aspettavo di sentirebattere il suo cuore. Ma non avrebbe battuto mai più.Un piede di Lucas si mosse appena e la testa si girò di qualche centimetro. — Lucas? — sussurrai.Doveva capire che non era solo, prima di qualunque altra cosa. — Mi senti? Sono Bianca. Ti aspetto.Non si mosse.— Ti amo tanto. — Avrei voluto piangere, soltanto piangere, ma il mio corpo di spettro non producevalacrime.— Per favore, torna da me. Per favore.Le dita della sua mano destra si allungarono, tese, poi si richiusero sul palmo.— Lucas, riesci...— No! — Di colpo Lucas si levò da terra e si allontanò da me, arrancando a quattro zampe. Il suosguardo era stralunato, confuso dalla sorpresa e dallo sbalordimento. — NO! = Page 7 =Sbatté la schiena contro la parete. Ci guardò senza dare segno di riconoscerci, senza lucidità. Teneva lemani schiacciate contro il muro, le dita puntate come artigli, sembrava che volesse grattarlo. Forse eral'istinto vampiresco di uscire dalla tomba scavando.— Lucas, va tutto bene. — Aprii le braccia e feci del mio meglio per restare completamente concreta eopaca. Meglio apparire il più familiare possibile. — Siamo qui con te.— Non ti riconosce ancora — mi avvisò Balthazar.— Guarda, ma non vede.Ranulf aggiunse: — Desidera soltanto il sangue.Alla parola sangue, Lucas voltò la testa come un predatore che annusa la scia della preda. Capii cheera l'unica parola che aveva senso per lui.Il ragazzo che amavo era stato ridotto a un animale, a un mostro, al guscio malato, vuoto e assassinoche per Lucas, da sempre, era sinonimo di "vampiro".Il suo sguardo si fece torvo. Mostrò i denti e con sorpresa vidi per la prima volta le zanne da vampiro.Alteravano i suoi lineamenti tanto da renderlo irriconoscibile, e questo più di ogni altra cosa mi straziò.Si rannicchiò e capii che stava per attaccare. Uno qualsiasi di noi. Qualunque cosa si fosse mossa. Me.Balthazar scattò per primo. Con un balzo si gettò conno Lucas e l'impatto fu così forte che riempì di

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claudia grey 4 Afterlifecrepe il muro dietro di loro e staccò pezzi di intonaco dal soffitto. Lucas sbalzò via Balthazar, ma Ranulfgli fu subito addosso, nel tentativo di chiuderlo in un angolo.- Smettetela — esclamai. — Così gli fate male!Balthazar scosse la testa mentre si rialzava. — Per adesso questa è l'unica cosache capisce, Bianca. Lalegge del più forte.Lucas spinse indietro anche Ranulf, con tale violenza che me lo gettò addosso e facendomi caracollareverso il vecchio proiettore. Qualcosa di metallico e affilato mi si infilò nellaspalla. Provai dolore, dolorevero, come quello che sentivo quando avevo un corpo reale anziché quella simulazione spettrale.Quando mi toccai la spalla, sentii qualcosa di umido e tiepido sulle dita, le osservai e vidi un liquidoargenteo e strano. Non mi ero resa conto di avere ancora del sangue. Luccicava come mercurio, era quasiiridescente alla luce fioca.Il combattimento a tre che avevo davanti si faceva più violento - il piede di Balthazar nella pancia diLucas, il pugno di Lucas contro il mento di Ranulf - quando Balthazar vide che ero ferita e gridò: —Bianca, stai lontana! Sanguini!C 'he senso aveva? Era impossibile che i vampiri bevessero sangue di spettro, quindi non c'era pericoloche s'innescasse la smania assassina di Lucas. In quel momento sembrava al massimo della frenesia.Certo, era più giovane ed inesperto degli avversari, ma la disperazione lo pungolava, lo rendeva piùagguerrito. Non era detto che non potesse avere la meglio su Balthazar e Ranulf.Non sopportavo di starea guardare, ma non pensavo nemmeno di poter reggere l'alternativa. La mia paura crebbe e diventòrabbia.Basta.Mi feci avanti, con il sangue sulle dita, e gettando una mano verso di loro gridai: — Fermi!Le goccioline argentee riempirono l'aria mentre i vampiri arretravano.Da un lato, Balthazar sussurrò: — Non immischiarti.Lo ignorai e affrontai Lucas. Aveva indietreggiato fino alla parete e si guardava intorno stralunato, incerca di una via di fuga o forse di una preda viva. La morte aveva reso i suoi lineamenti più spigolosi,era più bello ma faceva anche paura. L'unico dettaglio immutato erano gli occhi.Così mi concentrai soltanto su quelli. — Lucas, sono io. Sono Bianca.Non disse niente, restò a guardarmi senza battere ciglio. Mi accorsi che non respirava. La maggiorparte dei vampiri lo faceva soltanto per abitudine, ma sembrava che ormai la morte lo avesse rapito.Non potevo permettere che succedesse.— Lucas — ripetei. — So che mi senti. Il ragazzo che amo è ancora lì. Torna da me. — Di nuovodesiderai di poter piangere. — La morte non è riuscita a separarmi da te. E non può separarti da me, senon glielo permetti.Lucas non disse niente, ma la tensione si allentò. Mani e spalle sembravano più rilassate. Era ancorainquieto, quasi fuori di sé, ma si intuiva anche una parvenza di autocontrollo.Cosa potevo fare? Dovevo dire qualcosa per scuoterlo? Qualcosa che ricordasse...Quando Lucas aveva scoperto che ero figlia di due vampiri, aveva dovuto superarel'avversione per inon-morti prima di dichiararmi il suo amore. Se avesse ricordato il momento in cui mi aveva accettataper ciò che ero, forse sarebbe riuscito ad affrontare ciò che lui stesso, ora, era diventato.Incerta, ripetei le sue parole mentre le sentivo tornare: — Anche se sei un vampiro, non m'importa. Noncambia quel che provo per te.

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claudia grey 4 Afterlife = Page 8 =Lucas sbatté gli occhi e, per la prima volta da che era tornato dal regno dei morti, non mi sembrò cieco.Mi accorsi che aveva ritratto le zanne, del vampiro gli erano rimasti soltanto il pallore e la bellezza. Peril resto, sembrava umano. Sembrava lui.Sussurrò: — Bianca?— Sono io. Oh, Lucas, sono io.Lucas mi strinse in un abbraccio forte da non crederci e io ricambiai. Sentivo le sue lacrime sulla pellee desiderai di poter piangere anch'io. Le nostre gambe cedettero e insieme crollammo a terra.Diedi un'occhiata alle mie spalle, per segnalare a Balthazar e Ranulf che potevano uscire, ma erano giàsulla porta.Quando restammo soli, passai le dita tra i capelli di Lucas, gli accarezzai la schiena e gli baciai laguancia. — Sei riuscito a tornare — dissi. — Siamo insieme. Ce la faremo.— Pensavo di non rivederti mai più. Pensavo fossi morta.— Lo sono. Lo siamo entrambi.— Ma allora... tutto questo è vero?— Sono diventata uno spettro. Ma gli spettri come me, figli di due vampiri, hanno poteri unici. Sevoglio, almeno per un po', posso avere un corpo. Se lo avessi scoperto prima... se fossi riuscita a dirtelo...tutto questo non sarebbe accaduto.— Non dirlo. — La sua voce era un sussurro.Sfiorai la sua fronte con la mia, avrebbe dovuto essere un contatto consolante, ma eravamo entrambigelidi.— Sento il corpo pesante. Sbagliato. Morto. — Le mani di Lucas si strinsero sulle mie spalle. — Eppurec'è questa fame che mi sconvolge. Mi fa impazzire. Sei tornata tra le mie braccia dopo che avevo credutodi averti persa per sempre, ma l'unica cosa che riesco a pensare, l'unico desiderio... — Non riuscì a finire.Non doveva, lo sapevo già, il suo unico desiderio era il sangue.— Migliorerà col tempo. — I miei genitori me lo dicevano sempre e i vampiri di Evernight, quasi tutti,non ne erano la prova?Senza troppa convinzione, Lucas si rassegnò a rispondere: — Devo resistere.— Bravo.Per qualche momento restammo abbracciati senza fare niente. Sembrava che le facce sbiadite degliattori ci guardassero dai poster strappati, un pubblico di occhi cupi, senz'anima. Quando mi appoggiaialla spalla di Lucas, cercai di respirare il profumo familiare della sua pelle ma non lo trovai. Forsel'aveva perso dopo la morte, forse il mio olfatto non era più quello di prima, forse entrambe le cose. Ciavevano tolto tanto, tantissimo.Ma non ci hanno divisi, dissi a me stessa. Dobbiamo ricordarcelo.Per prima cosa dovevo portarlo via dal luogo in cui lo avevano assassinato. Dovevamo andare in unposto più bello, più familiare. Il nostro nascondiglio per quasi un mese, quell'estate, era stato la cantinadella casa di Vic, mentre la sua famiglia era in vacanza in Italia. Non era certo il massimo della comoditàtornare in quell'appartamento di fortuna, dove ero morta due giorni prima, ma forse potevamo restarcimentre decidevamo cosa fare.— Andiamo. — Lo presi per mano. Il braccialetto di corallo che mi aveva regalato per il compleanno midondolava al polso. — Ci aspettano.— Chi? — Lucas non riusciva a concentrarsi, sembrava che tentasse di ascoltarmimentre parlava alcellulare. Non era maleducazione, non poteva farne a meno, il che era anche peggio.

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claudia grey 4 Afterlife— Balthazar, e anche Vic e Ranulf. Sono tornati dall'Italia dopo che gli hai scritto una e-mail, ricordi?Lucas annuì. Mi strinse la mano così forte da farmi quasi male. Forse non era ancora capace divalutare i suoi nuovi poteri, malgrado fosse già diventato più forte grazie ai miei morsi. Continuava adaprire e chiudere la bocca, come se dovesse mordere qualcuno.Se necessario, era pronta a sostenerlo. Certo, dei due ero io la più brava a essere morta, avevo avutoun giorno intero per allenarmi. Mi ci era voluta qualche ora per abituarmi all'incorporeità. Non c'era dameravigliarsi che gli occorresse un po' per fare i conti con la trasformazione in vampiro.Lasciammo la cabina di proiezione e uscimmo dal cinema. La hall non era un bellospettacolo: c'eranovampiri decapitati accasciati dappertutto e cercai di non guardare le teste abbandonate. I vampiri nonsanguinavano granché dopo la morte - non c'era un cuore a pompare il sangue - mami accorsi dellosguardo famelico di Lucas, rivolto alle gocce che sporcavano il pavimento.— So che hai fame — dissi, cercando di consolarlo.— No, non puoi saperlo. Non c'è niente di simile a questo. — Con una smorfia, Lucas scoprì le zanne. Lavista del sangue le aveva fatte rispuntare. Anch'io da viva, da semi-vampira, avevo sentito la brama = Page 9 =disperata di sangue, ma forse Lucas aveva ragione: in quel momento la sua sete era troppo forte,tutt'altra cosa rispetto alla mia.All'esterno trovammo Balthazar da solo, appoggiato alla sua auto nel parcheggio deserto. La sua ombrasi allungava, lunga e larga, sotto la luce di un lampione. Balthazar parlò primaa me. — Vic era rimastoqui davanti. Ranulf è riuscito ad allontanarlo solo accompagnandolo, non c'era altro modo.— Okay — dissi mentre mi avvicinavo. — Adesso però andiamo via. Non voglio rivedere mai piùquesto posto.Balthazar non si mosse, lui e Lucas restarono a guardarsi. Per anni si erano disprezzati e soltantoall'indomani della mia morte erano riusciti a collaborare. Ora, invece, sentivo che tra loro c'era unasintonia totale.— Scusami. — La voce di Lucas era roca. — Un po' delle cose che ti ho detto... i discorsi sulle scelte,sull'essere vampiri, eccetera... Gesù! Adesso capisco.— Mi dispiace. Vorrei che nessuno ti avesse costretto a capire. — Balthazar chiuse gli occhi per unsecondo, forse ripensando alla sua trasformazione, avvenuta secoli prima. — Andiamo. Troviamoqualcosa da bere.Di colpo mi resi conto che adesso Lucas e Balthazar si intendevano a un livello che io non avrei maipotuto cogliere. Per chissà quale ragione, mi sembrava una perdita. O forse, in quel momento, con Lucascosì lontano da me nello spirito, tutto mi sembrava una perdita.Balthazar guidò l'auto fino al quartiere di Philadelphia, dove abitava Vic. Io eLucas ci sedemmodietro, la sua mano stretta alla mia, lo sguardo perso oltre il parabrezza, verso l'orizzonte. A volte sirabbuiava e chiudeva gli occhi come fosse afflitto da un'emicrania. Puntava i piedi inquieto, sembravavolesse alzarsi o aprire un varco sul fondo dell'abitacolo. Odiava sentirsi rinchiuso: tutto ciò che locircondava era soltanto un ostacolo tra lui e il sangue di cui aveva bisogno. Sapevo che non era il casodi provare a distrarlo con le chiacchiere. Bevendo tutto si sarebbe sistemato. Per forza.

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claudia grey 4 AfterlifeBalthazar spezzò quel silenzio maledetto accendendo la radio, classici del jazz,musica come quella chemio padre ascoltava sempre a casa. Mentre Billie Holiday sussurrava, mi domandai cos'avrebbero dettoi miei genitori e quale consiglio ci avrebbero dato. Ci eravamo lasciati male quando, all'inizio dell'estate,ero scappata con Lucas, ma ora mi mancavano tanto da star male. Cos'avrebbero pensato di ciò che erasuccesso negli ultimi giorni?Gettai uno sguardo a Lucas, vidi la sua carne immobile, fredda e pallida, gli zigomi scavati e gli occhiilluminati dalla morte, e pensai, tetra: Be', hanno sempre voluto che mi mettessi con un bravo vampiro.L'auto imboccò la via di Vic, in un quartiere di lusso pieno di grandi giardini tra ville maestose. Ognicasa aveva un garage da quattro posti, era difficile trovare auto parcheggiate in strada, ma davantiall'abitazione di Vic c'erano tre veicoli. E non erano neanche le Mercedes o le Jaguar che ci si sarebbeaspettati, ma due pick-up e una station wagon malconci. Iniziai a percepire qualcosa di familiare.Poi mi accorsi che una decina di persone stazionava in strada e nel giardino di Vic. Quando scorsi unpaletto nelle mani di un uomo, capii che era armato, e forse non era l'unico.— È la tribù di Charity, questa? — chiese Balthazar. — Cerca ancora Lucas?Ricordai le e-mail che Lucas aveva spedito poco prima della mia morte, quando per disperazioneaveva chiesto aiuto a chiunque, anche a chi rischiavamo di ritrovarci contro. Qualcuno aveva rispostoal messaggio.— Non è Charity — mormorai. — È la Croce Nera. = Page 10 =— a Croce Nera — ripeté Balthazar. Se non fossi stata presente quando la Croce Nera lo avevaLcatturato e torturato, avrei giurato che l'apparizione di una banda di cacciatori di vampiri non loavrebbe turbato più di tanto. Invece intuivo i segni della paura e della rabbia sommersi nel suo sguardo.Strinse forte il volante. — Dobbiamo andarcene.— Non possiamo abbandonare Vic e Ranulf! — esclamai.Poi Lucas si sporse in avanti e sussurrò: — Mamma?Anch'io la vidi: Kate, capo di una cellula della Croce Nera e madre di Lucas. I suoi capelli d'oro, tantosimili a quelli del figlio, brillavano alla luce del lampione. Il chiaroscuro delle ombre evidenziava imuscoli tonici delle braccia e il paletto che portava alla cintura. Quando i cacciatori della Croce Neraavevano scoperto la mia vera natura e ci avevano espulsi dalla cellula, avevano tenuto Kate in disparte.Credevo che fosse per via dell'amore intenso che la donna provava per il figlio,spesso celato dietro ladisciplina e il senso del dovere, ma innegabile. Era abbastanza forte per aiutarli anche in questa si-tuazione?— Tutto okay — dissi a Balthazar. — Ha radunato qualche amico ed è venuta ad aiutare Lucas, non acaccia. Vedi? — Gli indicai un altro cacciatore il quale, sulla soglia di casa, sembrava intento ainterrogare un poco convincente Vic, che si fingeva sorpreso.— Tra questi "amici" ci sono alcuni dei cacciatori che mi hanno catturato e ti hanno scoperta, Bianca— ribatté Balthazar. — Saranno anche venuti a dare una mano, ma se ci vedono, lapartita è chiusa.— Devo parlare con lei — intervenne Lucas. — Se voi volete andare, andate.Non temevo per la mia incolumità, i cacciatori conoscevano poco gli spettri e non potevano nuocermi.Ma non significava che non avessi paura. — Credi che Kate ti possa proteggere da

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claudia grey 4 Afterlifeloro? E Balthazar?— Li terrà a bada, se glielo chiedo io — insistette Lucas.— E tu? — disse Balthazar. Strinse ancora la presa sul volante. — Chi ti terrà a bada?Lucas lo trafisse con lo sguardo. — Non attaccherei mai mia madre.— Aspetta a dirlo. Aspetta di uscire e sentire il profumo del sangue fresco. Riuscirai quasi a percepire lesue pulsazioni... come una calamita che ti attrae. — Balthazar sapeva benissimo di cosa stava parlando.La prima persona che aveva ucciso, appena trasformato in vampiro, era stata sua sorella. Nel frattempo icacciatori avevano cominciato a tenere d'occhio la nostra auto in avvicinamento.Balthazar aggiunse: —Se vogliamo andare, dobbiamo farlo adesso.— Non ce ne andiamo — rispose Lucas a denti stretti, deciso. — Posso cavarmela.Devo. E... su, è miamadre.Mentre Lucas scendeva dall'auto, Balthazar mi lanciò un'occhiata dallo specchietto retrovisore, comese di punto in bianco potessi allearmi con lui contro Lucas e scappare. Ma se Lucas si fidava delle suecapacità, mi fidavo anch'io. Così non feci altro che scendere e seguirlo. Balthazar poteva fare come glipareva.— Lucas? — chiamò Kate. Allungò il passo, gli andò incontro e un sorriso la illuminò per un istante,prima che si accorgesse di me. Vidi i cacciatori venire verso di noi, abbandonando la casa di Vic che,sospirando di sollievo, si appoggiava allo stipite della porta.— Mamma. — Lucas restò immobile, come impietrito. Si fece più teso, non staccava gli occhi dal collo diKate. Balthazar aveva ragione. Sentiva le sue pulsazioni, la presenza del sangue.Kate ci guardò torva mentre si avvicinava. — Ti credevo malata — mi disse. Ogni sua parolatraboccava sfiducia e disprezzo. — Così malata da non riuscire a muoverti.— Lo ero — risposi. — Ma... ora non più. — Non potevo esattamente dire che fossi migliorata.— Allora non è più necessario che Lucas si trattenga. — Kate offrì la mano al figlio. — Puoi tornare. Ètutto okay. Quelli che ce l'hanno con te... be', non abbiamo bisogno di loro. Purché tu ammetta il tuosbaglio. = Page 11 =Lucas non le strinse la mano. — Non ho commesso sbagli. — La sua voce era flebile, parlava a fatica. Gliocchi brillavano nella penombra, intuivo le ondate di follia omicida che lo scuotevano. Eppure, resisteva.— Amo Bianca. Ho fatto la mia scelta. Ma sono lieto che siate venuti.Mi accorsi di un movimento, in lontananza. Mi allarmai quando riconobbi due dei cacciatori, all'altrocapo del prato di Vic. Una donna tarchiata dalla pelle scura, i capelli annodatiin grosse trecce, e un'altracon pelle dorata e capelli cortissimi: Dana e Raquel. Dana era l'amica d'infanzia di Lucas, colei che ciaveva aiutati a scappare quando la mia vera natura era venuta a galla. Raquel era stata la mia miglioreamica e compagna di stanza durante il secondo anno all'Accademia di Evernight, nonché vittima dellepersecuzioni di un terribile spettro da quando era bambina. Era fuggita insieme a me e Lucas, e con noi siera arruolata nella Croce Nera.Raquel era anche colei che mi aveva denunciata alla Croce Nera dopo aver scoperto che ero figlia didue vampiri.Raquel e Dana si amavano. Possibile che adesso Raquel la pensasse come Dana e fosse passata dallanostra parte? O forse era stata Dana a mettersi contro il vecchio amico che

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claudia grey 4 Afterlifel'aveva abbandonata?Le lasciai perdere e mi concentrai su Lucas. Kate era a circa mezzo metro da noi. Irradiavadisapprovazione, ma sentivo che l'oggetto del suo odio ero soltanto io. A suo figlio rivolse un sorrisoincerto. — Lucas, pensaci — insistette. — Non siamo soltanto la tua cellula. Siamo la tua famiglia. Non èsoltanto una questione di sangue, ma di ciò che condividiamo, ciò in cui crediamo.Lucas trasalì alla parola sangue , ma Kate non se ne accorse. Era troppo arrabbiata con me e troppopreoccupata per lui.— Bianca non può averti detto subito di essere un vampiro — continuò Kate. — Ti ha mentito.Io e Lucas ci eravamo lasciati alle spalle i tanti segreti che custodivamo, ma il ricordo degli erroripassati bruciava.Lei aggiunse: — Vuoi dimenticare il tuo dovere, tutto quello che hai imparato, ebuttare via la tua vitaper correre dietro a una bugiarda? Ti facevo più furbo.Lucas aveva già buttato la sua vita, era morto sul serio, per cercare di vendicarmi. La consapevolezzadi ciò che aveva perso pur di stare con me mi fece vergognare. Lucas non se ne accorse, tremava per losforzo di trattenersi. Il bisogno di sangue era diventato travolgente, rischiavadi crollare da un momentoall'altro.— Per favore, mamma, possiamo parlare un po'... noi due, soli? — La voce di Lucas era carica disofferenza e tensione. — Ho tante cose da dirti. Un sacco di cose che devo spiegarti.Preoccupata, Kate abbandonò il tentativo di convertirlo e restò ad ascoltare. — Lucas, stai bene?Sembri pallido, si vede che hai combattuto.— Sto... — La parola bene gli si spense in gola. — Dobbiamo parlare. Tutto qui. Ho bisogno del tuosupporto in questa faccenda. — Incrociò il suo sguardo. — Ne ho davvero bisogno.L'espressione di Kate si ammorbidì. La madre aveva avuto la meglio sulla combattente. — Okay.Fece un altro passo verso di lui e aprì le braccia. Lucas si fermò per un istante solo, prima di stringerla.Lo vidi fare una smorfia quando sentì il profumo del sangue, ma non cedette.Ce l'ha fatta , esultai. Lucas sa controllale la sete.Poi Kate irrigidì le braccia e spalancò gli occhi. Non si era ancora accorta cheLucas aveva lamaglietta sporca del suo stesso sangue, non aveva ancora visto la ferita sul collo. Una ferita che soltantoun vampiro poteva infliggere.E se persino io avevo sentito quanto fosse fredda la pelle di Lucas, il dettaglio non poteva certo sfuggirea Kate.La donna arretrò di colpo e lasciò Lucas barcollante e confuso. Portò una mano al suo paletto. — Cosa tiha fatto?Lucas fece un passo verso di lei e la guardò implorante. — Non è stata Bianca. Mamma, ascoltami.— Chiedi agli altri di andarsene — suggerii. Forse c'era qualche possibilità che Kate accettasse ildestino che era toccato a suo figlio, ma non volevo rischiare con il resto dei cacciatori. — Lascia cheLucas ti spieghi.— Ti hanno ucciso. — La voce di Kate era quasi un singhiozzo. — Sei un vampiro.Dagli altri cacciatori si levò un brusio di sospiri e imprecazioni sussurrate. Dana si coprì il volto con lemani. Lanciai un'occhiata a Balthazar, ancora fermo dietro di noi con l'auto pronta a partire.Lucas non staccava gli occhi da quelli di sua madre. — Sì, lo sono. Non è come ci hanno raccontato,

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claudia grey 4 Afterlifemamma. Sono diverso ma sono ancora io. Almeno, penso di esserlo. È... assurdo e spaventoso, e devoscoprire se esiste un modo di essere la persona di prima. Per favore, aiutami a cercare quel modo.Kate si irrigidì. Il suo sguardo divenne gelido e duro come l'acciaio. — Sei soltanto il guscio vuoto di ciòche era mio figlio. Quanto l'ho amato, un mostro come te non può capirlo... = Page 12 =— Mamma, no — sussurrò Lucas.Lei continuò come se niente fosse. — E puoi provocarmi finché vuoi, con la sua voce e la sua faccia. —Le tremava la voce, ma estrasse il paletto e lo strinse con decisione. — Ma a questo punto l'unica cosache posso fare per Lucas è dargli una degna sepoltura. E questo significa la tuafine.— Lucas! — Lo presi per un braccio, per tirarlo verso l'auto, ma lui si liberò,come se non credesse chesua madre fosse capace di tanto. Poi Kate gli si gettò contro, così veloce che per evitare il colpo Lucasinciampò.Gli altri cacciatori corsero verso di noi. Ranulf scattò dalla porta di Vic con l'ascia in mano e si gettòcon coraggio nella mischia, a costo di ritrovarsi impalato e decapitato. Ma la cosa che più miterrorizzava era il destino del mio ragazzo.Bang! Kate lo colpì alla mascella e l'espressione di Lucas si spense.Bang! lui parò il colpo successivo e la guardò torvo, rabbioso, scoprendo i denti.Bang! Stavolta fu Lucas a colpirla. Le sue zanne si allungarono e io capii che la minaccia gli avevafatto superare il limite. Era in preda alla brama di sangue. Combatteva per uccidere.Strappai il fermaglio del braccialetto di corallo che Lucas mi aveva regalato, il mio legame conl'esistenza concreta. Quando cadde sul prato di Vic mi sentii più leggera, incorporea.Uno dei cacciatori mi venne incontro agitando un paletto. Io, semplicemente, mi trasformai in vapore ela sua mano mi attraversò. Strana sensazione, quasi come un crampo allo stomaco.Il cacciatore gridò perlo spavento, e in un'altra situazione l'avrei trovata una cosa divertente.Sfrecciai sopra la mischia e cercai di studiare la scena. Ranulf respingeva da solo i tre cacciatori piùvicini alla casa. Vic era corso sul prato, non per combattere ma, a quanto sembrava, per prendersela conRaquel, e tanto bastava a tenerla lontana dalla battaglia. Dana era rimasta accanto a Raquel, forse perdifenderla, forse perché non poteva assalire il suo migliore amico, anche se eradiventato un vampiro.Lucas e Kate erano nel cuore della zuffa, immersi nel corpo a corpo. Lui rispondeva a ogni colpo,artigliava ogni volta che ci riusciva e si liberò dei due cacciatori giunti in aiuto di sua madre. Se avesseavuto la meglio l'avrebbe uccisa, lo sapevo. E se l'avesse fatto, se avesse bevuto il sangue di sua madre,non se lo sarebbe mai perdonato.Sulle prime sembrò che Balthazar preferisse osservare la scena dall'abitacolo dell'auto, e la cosa mifece infuriare. Poi il motore rombò e, con uno stridio di pneumatici, la macchina piombò nel prato di Vice disperse i cacciatori. Se non investì nessuno non fu certo perché Balthazar non ci avesse provato.Io volevo proteggere chi potevo. In fretta ripresi un'apparenza concreta a terra, vicino a Raquel, Danae Vic. Ero ancora semitrasparente, ma visibile.— Ma che diavolo...? — strillò Dana, stringendosi a Raquel come se stessi per attaccarla.— Andatevene — dissi. — Dana, prendi Raquel e cerca di convincere anche gli

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claudia grey 4 Afterlifealtri a seguirti. Perfavore!— Obbedite. — Vic incrociò le braccia. — Non avete idea delle magie assurde da fantasma che sa fare.Credetemi, l'ho vista all'opera. Meglio non girarle troppo attorno.— Fantasma? — sussurrò Raquel. Impallidì. — Bianca... sei mortai— Andiamo. — Dana la trascinò verso un furgone. Lo sguardo di Raquel incrociò il mio per un istante ditormento, prima che se ne andasse.— Ehm, Bianca? — Vic cercò di picchiettarmi sulla spalla, ma la sua mano mi attraversò. — Ehi. Ecco,un po' di magia assurda da fantasma non sarebbe una cattiva idea, adesso.Due cacciatori ci corsero incontro, ma Balthazar li placcò e li abbatté. Ranulf si difendeva bene, manon sapevo per quanto potesse resistere. Altri cacciatori erano già crollati, intontiti, sul prato vicino aLucas, che combatteva contro sua madre, accecato dalla rabbia.I miei poteri di spettro potevano farmi comodo in combattimento, ma li avevo usati soltanto contro ivampiri. Erano letali per gli umani? Non ero pronta per un'eventualità del genere, anche se gli umani inquestione sembravano dispostissimi a usare armi letali contro di me.— Non ci servono i poteri — risposi in fretta. — Ci serve la polizia.— La polizia?— Vic, chiamala! Di' che c'è stata... non so, un'aggressione, un'irruzione con scasso, qualcosa! — LaCroce Nera cercava di girare sempre alla larga dalla legge, di non incuriosire troppo le forze dell'ordine.— Quando sentiranno le sirene, se ne andranno.Vie scattò a prendere il cellulare in casa. Io corsi verso Lucas, dubbiosa sul da farsi ma impaziente discongiurare la sua morte, o quella di sua madre.Lo sguardo stravolto di Lucas mi disse che tentare di ragionarci era inutile. Così urlai: — Kate, no! Nonfarlo! = Page 13 =— Lasciami dare un po' di pace a mio figlio! — Non smetteva di girare intorno a Lucas, benché avessegià un occhio nero per via dei pugni. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere se fosse riuscito acontrollarsi almeno un po'.Mi misi in mezzo: Kate non poteva nuocermi, visto che ero morta. — Non puoi ucciderlo. Non vuoi, e losai anche tu.Kate mi trapassò con lo sguardo concentrato sulla sagoma sfocata di suo figlio dietro la mia figuratrasparente. — Posso e voglio.La mia disperazione giunse al culmine. Guardai Kate, implorandola con ogni partedel mio animo difermarsi e rendersi conto che suo figlio era ancora lì, di vederlo con i miei occhi, finché non sentii ladisperazione farsi quasi una lama capace di affondare in lei.Poi un'assurda forza magnetica mi travolse e mi trascinò verso Kate. Prima ancora che riuscissi achiedermi cosa stesse succedendo, mi sentii attrarre dentro di lei, assorbita da lei. Per un istante calò ilbuio e quando ritrovai la vista, avevo gli occhi di Kate. Mi sentivo rinchiusa nel suo corpo, come inun'armatura fatta di calore, respiro e pulsazioni.Kate lasciò cadere il paletto mentre barcollava all'indietro. L'unica cosa che riuscii a pensare fu: Stopossedendo qualcuno. Sono dentro Kate. Come ho fatto? La potenza pura e semplice della disperazioneaveva fatto da ariete, aveva aperto un varco nel suo intimo. Tutti gli spettri ne erano capaci? Non neavevo idea. L'importante era che fossi riuscita a interrompere la battaglia.Lucas mi aggredì e lo schivai goffamente, turbata e spiazzata dal tentativo di controllare il corpo di

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claudia grey 4 AfterlifeKate, come alle prese con la mia prima lezione di guida. Gridai: — Andiamo via, tutti! — Parlare con lavoce di Kate era strano, ma continuai a dare ordini. — Ritirata, subito!Poi provai una sensazione ancora più strana: lo spirito di Kate lottava contro di me, cercava dicacciarmi. Era capace di farlo? Decisi comunque di concederglielo.All'istante mi sentii fluttuare, disgregata e invisibile, in una nebbia di sogno. L'illusione si spezzòquando sentii Kate confermare, con la voce che tremava di paura: — Dobbiamo andare.I cacciatori corsero sui furgoni in risposta agli ordini del loro capo, veri o falsi che fossero. Lucas le sigettò contro ma Balthazar lo trattenne e lo immobilizzò a terra.Mentre i fari dei furgoni sparivano in fondo alla Via, Vic uscì correndo di casa, le mani nei capelli,come a tenere insieme la testa. — Ma come, ho chiamato la polizia per niente?— Per prima cosa, dovresti essere felice che la Croce Nera se ne sia andata — commentò Ranulf mentre,calmo come sempre, si dava una ripulita.— Be', sta arrivando la polizia. Forse è il caso di spostare la macchina dal prato. — Vic guardò i solchidegli pneumatici nell'erba e grugnì. — La punizione che mi beccherò è indescrivibile a parole. Dovrannoinventarne di nuove. Parecchie parole nuove.Tornai solida tra i ragazzi. — Ranulf ha ragione, però. Poteva andare molto peggio.Lucas si voltò verso Vic. I suoi occhi erano ancora vuoti e ciechi, le zanne esposte. Con orrore mi resiconto che non aveva ancora bevuto sangue e che era preda dell'impeto omicida.Si scagliò contro Vic.Ranulf riuscì a spingere via l'amico e si espose all'attacco di Lucas, che pur di avvicinarsi all'essereumano, alla fonte del sangue fresco, lo avrebbe fatto a pezzi.Vie restò sbalordito. — Oh, mio Dio — farfugliò, immobile e sorpreso. — Non può essere.— Vie, scappa! — gridò Balthazar, e strappò Lucas da Ranulf. Vic fece un paio di passi malfermi, poi sirese finalmente conto di cosa stava succedendo e corse come un pazzo verso la porta di casa. Lucasdiede una gomitata secca a Balthazar che, con una certa difficoltà, riuscì a trattenerlo. Poi ordinò aRanulf: — Portalo in cantina. Tienicelo finché non avremo trovato un po' di sangue. Sposto la macchina evengo ad aiutarti.— Lucas? — implorai. — Lucas, mi senti?Era come se non esistessi. Il suo unico desiderio era il sangue, pazienza se peraverlo avrebbe dovutouccidere Vic.Ranulf trascinò Lucas all'indietro, con evidente sforzo. L'unica cosa che potevofare era aprirgli la portadella cantina. In lontananza sentimmo il frastuono delle sirene in avvicinamento.— Lasciami andare! — sbottò Lucas, e a tradimento affondò un colpo nel fianco di Ranulf, che fece unasmorfia ma non mollò la presa. — Lasciami andare!— Devi calmarti — continuai. — Per favore, Lucas, torna in te.— Non... ti sente — riuscì a dire Ranulf, mentre costringeva Lucas in un angolo. — Ricordo bene questafollia.Lucas ruggì e fu un terrificante suono animale. Tutti i muscoli del suo corpo erano tesi nel bisognodisperato di scappare, uccidere e bere sangue. Ranulf riusciva a tenerlo a bada grazie alla sua grande = Page 14 =esperienza e potenza, ma dopo la battaglia era uno sforzo estremo anche per lui.Vedere Lucas così,ridotto a un guscio vuoto e impazzito, nel piccolo appartamento dove ci eravamo amati tanto, quasi mi

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claudia grey 4 Afterlifedistrusse.Le sirene suonarono più forte. Lucas ruggì ancora e gettò Ranulf contro la parete, con tanta violenza dafar tremare le bottiglie di vino e da sfuggire alla presa del suo custode. Si lanciò verso la porta, feci perinseguirlo, ma in quel momento entrò Balthazar.Grazie a Dio, pensai. Balthazar saprà fermarlo, lo so!Ma strillai d'orrore quando vidi Balthazar stringere nella mano un paletto e affondare un colpo secco alcentro del petto di Lucas. = Page 15 =ucas crollò a terra, con il paletto conficcato nel cuore.LCaddi in ginocchio al suo fianco. — Balthazar, no! Cosa fai? — Ma un attimo prima che strappassi via ilpaletto, Balthazar mi costrinse bruscamente ad alzarmi e mi allontanò. Tornai a dissolvermi nell'aria esfuggii senza sforzo alla sua presa. — Non puoi impedirmi di prendermi cura di lui.— Rifletti — esclamò Balthazar. — Dobbiamo tenerlo buono finché ci sono i poliziotti, e impedire chevada in cerca di Vic. Non conosco altri modi per riuscirci. Tu sì?— Impalarlo non può essere l'unica soluzione.— In sostanza, è rimasto illeso — commentò Ranulf, riprendendosi dall'impatto degli ultimi colpi diLucas. — Il paletto nel cuore paralizza, non uccide. Quando lo toglieremo, Lucastornerà com'era, a parteuna cicatrice.— Lo so, ma... — Lucas accasciato ai miei piedi, rannicchiato e inerte come poche ore prima, eraun'immagine troppo forte, insopportabile.Balthazar mi si avvicinò. Nella relativa oscurità della cantina la sua sagoma ombrosa sembrava piùimponente del solito, in netto contrasto con la voce vellutata.— Una volta Lucas mi ha trafitto per salvarmi. Gli sto rendendo il servizio.— Probabilmente ti sei divertito. — Lo scansai, ma avevo compreso che per il momento non potevamosfilare il paletto dal cuore di Lucas. In quello stato era incontrollabile.— Finché non gli troviamo del sangue fresco, lasciarlo privo di sensi è fargli un favore — disseBalthazar. Sarebbe riuscito a raddolcirmi, se non avesse aggiunto: — Quando ti calmerai abbastanza dacomportarti da adulta, lo capirai.— Per cortesia, non costringetemi ad assistere a un battibecco da innamorati — gemette Ranulf.La sua richiesta era innocente, ma era anche un promemoria di ciò che era successo tra me eBalthazar, del tanto che lui aveva desiderato e del poco che io ero riuscita a dargli. Balthazar non agivaper gelosia, ma forse trafiggere Lucas gli aveva dato una certa soddisfazione.Aveva insistito per andare alla ricerca di Charity all'indomani della mia morte e aveva portato con séLucas, malgrado lo sapesse troppo debilitato dal dolore per combattere al meglio. Lucas, a un passo dalsuicidio, ci si era gettato alla cieca. E adesso doveva subire per sempre le conseguenze dell'errore diBalthazar. Questo contava più di tutti i nostri trascorsi, buoni o cattivi che fossero.Ecco cosa succede a chi frequenta i morti sbagliati, disse una voce ironica.Era Maxie, il fantasma di casa. Gli altri non potevano sentirla. Comunicava con Vic sin da quando erabambino ma non era apparsa né a lui né ad altre creature viventi, esclusa me. Siaspettava la miatrasformazione in spettro e aveva cominciato ad apparirmi quando ancora studiavoall'Accademia diEvernight: adesso che ero morta, voleva che abbandonassi il mondo dei vivi e la raggiungessi su unpiano diverso, più mistico. L'idea mi terrorizzava e non volevo parlarle,

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claudia grey 4 Afterlifetantomeno in quel momento.Un silenzio imbarazzato riempì la stanza. Un cadavere per terra rendeva pressoché impossibilechiacchierare. Balthazar osservò gli scaffali delle bottiglie per qualche minuto, forse per distrarsi, poi neprese una. — Malbec argentino. Buono.— Vuoi metterti a bere? — protestai.— Dobbiamo pur fare qualcosa. — Balthazar cercò un apribottiglie, non lo trovò e decise di spaccare ilcollo della bottiglia contro il piccolo lavabo. Il pavimento si macchiò di rosso. — Non è costosissima.Possiamo rimpiazzarla.— Non è questo il problema — protestai.— Qual è il problema, Bianca? — Anche lui era agitato, a quel punto. — Stai facendo una scenataperché non ho ancora l'età per bere? All'apparenza sembro giovane, certo, ma sono maggiorenne da circaquattrocento anni.Sapeva benissimo che il punto era un altro. Prima che potessi ribattere, Ranulf brontolò: — Questo misembra un battibecco.— Okay — sospirai. — Okay. Tregua. — Ero troppo stanca.Balthazar sembrava pronto a continuare, ma alla fine lasciò perdere. Da una tasca estrasse il miobraccialetto. — Questo l'ho trovato sul prato.— Grazie. — Lo presi con indifferenza. In realtà non vedevo l'ora di riaverlo al polso. Da quando eromorta, avevo scoperto che soltanto un paio di oggetti, quelli a cui ero più affezionata da viva, avevano il = Page 16 =potere di ridarmi un corpo: il braccialetto di corallo e una spilla d'ambra nerache Lucas teneva in tasca.Entrambi erano fatti di materiali che un tempo erano stati vivi, qualità che avevano in comune con me.Mentre il braccialetto rafforzava i miei poteri, sentii la gravità tornare ad agire, e non dovetti piùsforzarmi per mantenere un aspetto normale.Balthazar sospirò, prese due bicchieri dalla mensola vicino al lavandino e ne riempì uno per sé e unoper Ranulf. Dopo un momento, chiese: — Puoi berlo, il vino? Puoi bere?— Non lo so — risposi. — Non mi sembra di avere fame né sete. — Mi resi conto che il semplice pensierodi masticare qualcosa mi dava un leggero disgusto. Un'altra differenza tra me e i vivi.C'è di meglio che mangiare e bere , commentò Maxie. Percepii gradualmente la sua presenza, una speciedi punto freddo vicino a me, ma Balthazar e Ranulf continuarono a esserne inconsapevoli. Non seicuriosa di scoprirlo?La ignorai. Avevo occhi soltanto per Lucas, pallido e inerme sul pavimento. A contornare il paletto, unalone pallido di sangue: la prova che il cuore aveva smesso di battere per sempre. I tratti decisi che miavevano incantato, la mascella prominente, gli zigomi alti erano più in evidenza, di una bellezza tantoirresistibile quanto innaturale.L'appartamento allestito nella cantina era il luogo in cui avevamo vissuto le ultime settimane dellanostra vita, in pratica l'unico periodo che avevamo potuto condividere senza nessuna regola a separarci.Avevamo cercato di cucinare gli spaghetti sul fornello elettrico, guardato vecchi film in dvd, e dormitoinsieme. In certi momenti sembrava una situazione disperatissima, ma soltanto ora mi rendevo conto cheera stata la gioia più grande che avessimo condiviso. Forse la più grande che avremmo mai condiviso.Stiamo insieme, ricordai a me stessa. È una certezza e finché è così, devi credere che ce la faremo.

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claudia grey 4 AfterlifeQuesta convinzione non era mai stata più importante, ma non mi ero mai sentita tanto fragile.Sentii sbattere le portiere di un'auto. A quanto sembrava, Vic era riuscito a sbarazzarsi della polizia.Ranulf e Balthazar brindarono, chissà poi a cosa. Nel giro di qualche secondo sentimmo bussare eBalthazar andò ad aprire.— Non volevano crederci, alla mia versione dei fatti — esclamò. Restò sulla porta anziché entrare. — Aquanto sembra i vicini li avevano già chiamati dicendo che c'era una festa selvaggia in corso, ma non socome abbiano potuto a scambiarla per una festa. Mi hanno fatto il test del palloncino... Oddio. — Vic videLucas a terra. — Cos'avete combinato?— Il paletto non gli farà alcun male — spiegò Ranulf.— Quando verrà rimosso, Lucas riprenderà vita. Gradisci un po' di vino?Vie scosse la testa. Restò lì, imbarazzato e triste, a guardare Lucas. — Non... non può...— Non ti attaccherà — confermò Balthazar. — Per il momento, Lucas non può muoversi. E non glitoglieremo il paletto finché non potremo nutrirlo.Vie affondò le mani nelle tasche. Malgrado non dubitasse delle parole di Balthazar, non riuscì a fare unpasso avanti.Per sconvolgente che fosse ai miei occhi, per lui la situazione doveva essere molto peggio. Era l'unicoessere umano nella stanza, e anche se era cresciuto in una casa infestata dai fantasmi e aveva studiato aEvernight, nella sua esperienza le forze soprannaturali erano soltanto benevole,o lo erano state prima diquella sera, quando uno dei suoi migliori amici aveva cercato di ucciderlo.Balthazar prese una biro e un foglio di carta dalla tasca e iniziò a scarabocchiare qualcosa. — Vic, seriesci a stare sveglio ancora un po', dovresti andare a questo indirizzo — disse. — È una macelleria, incittà. Apriranno al massimo tra un'ora. E trafficano sangue sottobanco. Ti presenti con i contanti e loronon fanno domande.— Dubito che potrei dormire, adesso — rispose lui. — Non sono sicuro che riuscirò mai più a dormire. —Cercava di scherzare, ma sulle ultime parole la sua voce si ruppe.Mi avvicinai a lui e, sulla soglia, lo abbracciai. — Grazie — sussurrai. — Hai fatto tanto per noi, e noiniente per te.— Lascia perdere. — Con la mano mi sfiorò la schiena. — Siete i miei amici. Nonc'è altro da aggiungere.Come potevamo restituire a Vic almeno un po' di quanto gli dovevamo? Non era soltanto questione disoldi, che pure ci aveva prestato, ma di lealtà e coraggio. Non sapevo se ce l'avrei fatta. Noi avevamo inostri poteri ma il più forte di tutti, forse, era Vic.Quando sciogliemmo l'abbraccio, mi rivolse un sorriso incerto. — Ho dei morti per migliori amici. Ungiorno dovrò capire come è successo.— Malgrado tutto, riuscii a ridere.— Orsù, Vic — disse Ranulf mettendogli una mano sulla spalla. — Vengo con te a comprare qualchepinta. E magari durante la giornata potremo rimediare ai danni inferti al giardino davanti casa. = Page 17 =Vie scosse la testa mentre andava con Ranulf verso la porta. — Ne dubito. A menoche ai tempi deivichinghi non fossi dedito al giardinaggio.La porta si chiuse alle loro spalle e lasciò me e Balthazar praticamente soli. Difficile scegliere le parolegiuste, il silenzio tra noi era pesante. — Il sangue lo farà ristabilire almeno un po', giusto?— Non è così che funzionano i vampiri. Dovresti saperlo.

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claudia grey 4 Afterlife— Per favore, la smetti di fare il maestrino?— Senti chi parla.La situazione poteva soltanto peggiorare. Io e Balthazar avevamo bisogno di stare lontani per un po'.Slacciai il mio braccialetto e di nuovo sciolsi il legame con il mondo concreto.— Sorveglia Lucas — dissimentre cominciavo a svanire.— Non scappa. — Balthazar si sedette e bevve un gran sorso di vino.La visione della cantina scolorì fino a sfumare in una nebbia azzurra e grigia. Mentre la foschia micircondava, concentrai i miei ricordi sul volto di Maxie e sul solaio della casadi Vic, il primo posto in cuici eravamo parlate dopo la mia morte. Più lo immaginavo, con il vecchio tappeto persiano, il manichino,le cianfrusaglie sparse in giro, più prendeva forma intorno a me. E con esso, Maxie. Eccola, indossava lacamicia da notte lunga e ondeggiante in cui era morta negli anni Venti, proprio come io portavo lasottoveste bianca e i pantaloni del pigiama con le nuvolette che avevo nel momento della fine.— Mi dispiace per il tuo ragazzo — disse, e per la prima volta il suo dispiacere mi sembrò sincero. Siera un po' ammorbidita, rispetto al solito. — È davvero uno schifo che tu abbia dovuto perderlo così.— Non l'ho perso. Troveremo un modo.Maxie inarcò un sopracciglio, la sua ironia sfacciata stava tornando. — Te l'ho già detto. Vampiri espettri non è una bella accoppiata. Anzi, è brutta, pessima. Noi siamo veleno per loro, e loro non sononostri amici.— Amo Lucas. La nostra morte non cambia le cose.— La morte cambia tutto. Non l'hai ancora capito?— Di sicuro non sono cambiati i tuoi sproloqui — sbottai.Maxie abbassò la testa e il caschetto biondo le nascose la faccia. Se avesse avuto ancora sangue, forsesarebbe arrossita. — Scusa. Hai avuto un paio di giornate no. Non volevo... cerco solo di dirti come stannole cose.Giornate no. Ero morta, avevo scoperto di essere un fantasma, visto Lucas soccombere e trasformarsi invampiro, respinto un attacco della Croce Nera. Sì, in effetti erano state proprio due giornatacce.— Giocavi con Vic in questa stanza, quand'era piccolo. — Osservai il punto che mi aveva mostrato lui,dove si sedeva a leggere le storie a Maxie. — Non ti sei sepata dal mondo, dopo la morte.— Invece sì. Per quasi tutto il secolo ho soltanto... sono rimasta incastrata tra il qui e il là, non sapevobene cosa stesse succedendo. A volte sbucavo dal nulla nei sogni delle persone eli trasformavo in incubi,tanto per fare qualcosa. Per dimostrarmi che ero in grado di influire sul corso degli eventi.Avevo sentito che gli spettri facevano anche di peggio, forse per ragioni simili.Maxie si sedette sul davanzale della finestra e la sua camicia da notte bianca sembrava brillare alchiaro di luna che ne illuminava le maniche ondulate. — Come probabilmente immagini, nessuno sitratteneva più di tanto in questa casa. Ormai era diventato quasi un gioco vedere quanto impiegavo aspaventarli e farli scappare. Poi sono arrivati i Woodson e Vic era piccolissimo, aveva appena un paiod'anni. Mi vide apparire e non ebbe paura. Per la prima volta da chissà quanto tempo, ricordai cosasignificasse essere accettata. Affezionarsi a qualcuno.— Perciò lo capisci — considerai. — Vedi anche tu perché non riesco a rinunciareal mondo.— Vic è un essere umano. È vivo. Mi ancora alla vita e, almeno per un po', mi

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claudia grey 4 Afterlifeconsente di viverla. Noncredo che Lucas possa fare altrettanto per te, non più.— Invece sì. Può. Ne sono sicura. — Invece non lo ero. Nella mia esistenza di spettro rimanevano troppezone d'ombra.— Devi parlare con Christopher — continuò Maxie, in tono incoraggiante. — Lui ti aiuterà a capire.Ricordavo bene Christopher. Mi era apparso, misterioso e premonitore, a Evernight. Mi avevaattaccato con l'intento di uccidermi e garantire la mia trasformazione in spettro. Quell'estate, invece, eraapparso a me e a Lucas per salvarci da Charity.Era benevolo o malvagio? Sarei riuscita a capire se dietro le azioni dei fantasmi c'era una moralità?L'unica certezza era che Christopher godeva di un certo potere e influenza fra gli spettri. Adesso che erouna di loro, sentivo che le nostre strade si sarebbero incrociate ancora.Ripensarci mi fece innervosire. Riuscii a chiedere: — È una specie di... capo degli spettri, vero?— Non ci sono "capi". Ma molti di noi seguono i suoi consigli. Ha tanto potere,tanta saggezza. = Page 18 =— Com'è diventato così potente? È una questione di anzianità? — Tra i vampiri funzionava così. —Oppure, ecco, è come me? — Avevo già capito che la mia condizione di figlia di vampiri, mortale madestinata a trasformarsi in fantasma, mi concedeva poteri a cui la maggior partedegli spettri non potevaambire.— Nessuna delle due — rispose Maxie. — Non è nato per diventare uno spettro, come te. Christopher haimparato tutto da solo. Ha una straordinaria forza interiore. Ti piacerà, Bianca. Perché non vieni con meadesso?Non potevo. Con la sua forza straordinaria Christopher mi aveva salvata, ma mi aveva ancheaggredita. Il mondo degli spettri restava sconosciuto e spaventoso. Ancora non riuscivo a immaginarecosa c'entrassero i miei poteri con le creature fredde e vendicative che avevo incontrato all'Accademiadi Evernight. Forse era una follia temere ancora i fantasmi dopo che io stessa lo ero diventata, ma ilpensiero di unirmi a loro per sempre mi intimoriva nel profondo. Anzi, sentivo che avventurandomi inquel mondo avrei rinunciato alla vita.— Non posso — sussurrai. Maxie si rabbuiò, ma senza replicare.Mi allontanai dalla stanza e da lei per svanire di nuovo nella nebbia azzurrina,l'aspetto che la miamente dava al nulla puro. Lucas riempì i miei pensieri e con la forza di volontàtornai al suo fianco.Riapparsa in cantina, ebbi immediatamente la sensazione che per Balthazar fosse passato più tempo diquanto mi fosse sembrato. Aveva finito il bicchiere di vino ed era andato a sdraiarsi sul nostro letto,dall'altra parte della stanza.Lucas era ancora immobile nella posizione in cui era crollato. Vederlo cadavere mi sconvolse di nuovoe mi occorse tutta la forza che avevo per non svanire un'altra volta e non doversopportare il peso dellaperdita. Non lo meritava. Per difficile che fosse, sarei rimasta al suo fianco.Balthazar si accorse della mia presenza con un sobbalzo, ma non disse nulla.Non volevo più litigare; ero troppo triste, troppo stanca. Al contrario, chiesi:— Non possiamo fareniente per lui?— No. — Si mise a sedere. I suoi capelli ricci erano arruffati, segno che avevadormito. Ovvio che fosseesausto: neanche per lui erano stati giorni facili. — La brama di uccidere è potente, Bianca. Può accecare.

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claudia grey 4 AfterlifeI vampiri che conosci hanno imparato a padroneggiarla, ma rappresentano una minoranza.— Nel senso che la maggioranza fa la fine di... Charity?Chiuse gli occhi per un istante, sentendo pronunciare ilnome di sua sorella. — No. Charity e quelli come lei sono casi eccezionali. Individui che hanno la forzadi andare avanti ma che non sanno più cosa significa essere umani. Sono i più pericolosi. E per fortuna,anche i più rari.— Ma allora agli altri cosa succede?Balthazar si massaggiò la tempia. Probabilmente aveva mal di testa, sempre che ivampiri nesoffrissero. — Si autodistruggono — rispose piano. — Finiscono in mano alla Croce Nera o agli umani chehanno visto abbastanza film dell'orrore da sospettare qualcosa. Oppure si suicidano. Si danno fuoco.Preferiscono bruciare piuttosto che sopportare gli istinti omicidi.Avrei voluto dire che per Lucas era un'eventualità impossibile, ma non ci riuscii. No, la Croce Nera nonsarebbe riuscita a catturarlo così facilmente. Ma l'odio per la sua natura vampiresca, unito allaconsapevolezza di aver cercato di uccidere sia sua madre che uno dei suoi migliori amici, rendevapossibile e realistico che Lucas scegliesse di suicidarsi. L'avrebbe consideratala soluzione migliore,l'unico modo di proteggere il prossimo.— Alcuni di noi sono più affamati di altri — continuò Balthazar. — Per quanto io stesso abbia sete disangue, a volte... non è niente in confronto a ciò che sopportano altri vampiri.Quelli che siautodistruggono sono sempre i più affamati. Li fa impazzire, gli rivolta il cervello.Mi guardò negli occhi, come a chiedermi se volevo che continuasse. La risposta era ovvia, avevobisogno delle sue spiegazioni.Balthazar capì. — Sembra che Lucas sia uno degli affamati.— Non possiamo fare niente per lui? — chiesi. — Non c'è un modo di dargli sollievo?Lentamente Balthazar si alzò dal letto e mi venne incontro, con un'espressione incerta. — Dubito chepotremo fare qualcosa, ma esiste un luogo in cui potremmo tenerlo al riparo da quasi tutti gli umani edalla Croce Nera. Dove Lucas potrebbe imparare a fare i conti con ciò che è diventato.L'ottimismo se ne andò quando capii dove voleva arrivare Balthazar. Ma forse mi ero sbagliata. Eraimpossibile che si riferisse a quel posto. — Dove?Balthazar confermò i miei peggiori sospetti: — Dobbiamo riportare Lucas a Evernight. = Page 19 =— Evernight? — ripetei. — Sei impazzito? Balthazar, pensaci! Lucas era un cacciatore, haAspiato Evernight per conto della Croce Nera. La Bethany lo odia, tutti laggiù loodiano. Lo ucciderannoappena lo vedranno.— No. Non possono — insistette Balthazar. — Qualunque vampiro può chiedere asiloa Evernight, inqualsiasi momento. Non importa chi è o cos'ha fatto. La Bethany deve accettarlo.— Ma questa regola l'ha stabilita lei! Può infrangerla quando le pare.Le labbra di Balthazar disegnarono la cosa più simile a un sorriso in un giorno cupo come quello. — LaBethany non infrange le regole. Dovresti saperlo. Ricorda che ha accolto anche Charity.Giusto, e odiava Charity con tutta se stessa. Eppure, non mi convinceva. Lucas era stato un cacciatoredi vampiri, senz'altro peggio che essere un vampiro anche dei più pericolosi.Qualcuno dei miei scrupoli nasceva dall'egoismo. Tornare all'Accademia di

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claudia grey 4 AfterlifeEvernight significavatornare dai miei genitori. Da un lato provavo un desiderio feroce di rivederli; dall'altro sapevo che dasempre temevano e rifuggivano gli spettri. Non potevo sopportare di vedermi rifiutata, come era successoa Lucas con Kate.Sentii dei passi sui gradini, fuori dalla porta, e andai ad aprire a Vic e Ranulf, tornati con una bustapiena di sangue, probabilmente bovino. Stavolta Vic entrò, ma non fece più di due passi oltre la soglia.Quando incrociò il mio sguardo, mi consegnò la scorta e andò a prendersi un'aranciata. — Forse è meglioche me ne stia sul retro — disse, gli occhi puntati con aria nervosa sul pavimento, dove giaceva Lucas. —Almeno finché non lo tranquillizzate un po'.— Buona idea. — Posai il sacchetto sul tavolino. — Grazie ancora, Vic.— Lasciatemi almeno un paio di giorni prima del prossimo attacco. Questo sarebbe un belringraziamento.Balthazar e Ranulf presero ognuno una dose di sangue, contenuta in una busta di plastica come quelledel cibo d'asporto. Le aprirono e iniziarono a bere mentre Lucas era ancora a terra, inerte. Lo trovai ungesto egoista ma capii subito che volevano riprendere le forze. Se al risveglio Lucas avesse avuto lostesso impeto di poco prima, quando Balthazar l'aveva impalato, ne avrebbero avuto bisogno.Presi un paio di dosi e le misi nel microonde. Il sangue aveva sempre un sapore migliore a temperaturacorporea. Quando furono pronte, guardai verso i miei amici. Ranulf stava per finire, con la busta inclinataa versare le ultime gocce; le labbra di Balthazar erano rosso scuro. Bere sangueera davvero delizioso. Miresi conto che ne avevo nostalgia, forse più di qualunque altro aspetto dell'essere vivi.I ragazzi erano pronti. Mi inginocchiai accanto a Lucas e posai le dosi a terra,a portata di mano.Lentamente strinsi l'impugnatura del paletto che spuntava dal suo costato. Mi sentii pungere il palmodalle schegge di legno e immaginai il dolore che Lucas doveva aver provato per qualche secondo primadi perdere i sensi.— Al tre — dissi. — Uno... due...Strappai il paletto. Fece un rumore disgustoso, viscido. Lucas trasalì e spalancò gli occhi. Respirò dalnaso, a fondo, annusando l'aria. Forse aveva già sentito il profumo del sangue.— Bevi — sussurrai — bevi.In un lampo la mano di Lucas scattò ad abbrancare una busta di sangue. Lo trangugiò a grandi sorsateche gli facevano sobbalzare il pomo d'Adamo sul collo allungato. In pochi secondi finì la prima dose, lagettò a terra e si avventò sulla seconda, che scolò ancora più in fretta. Lo guardavo affascinata.Terminata quella, Lucas si guardò intorno, stravolto, e Ranulf gli gettò un'altra busta di sangue. Labevve altrettanto velocemente, anche se non l'avevo scaldata. Dopo averla lasciata cadere a terra,vuota, non ne cercò più, restò a leccarsi le labbra in cerca di gocce isolate, poi si portò alla bocca le ditamacchiate di sangue per succhiare via fino all'ultimo globulo.— Va meglio? — chiesi.— Bianca. — Lucas si voltò verso di me, sempre teso ma senza quell'espressione animalesca sul viso.Era di nuovo lui, adesso. — Temevo fosse un'allucinazione. Sei qui, davvero.— Sì, davvero. Come stai? = Page 20 =Anziché rispondere, Lucas mi attirò a sé con un gesto brusco. L'abbraccio era troppo forte ma nasceva

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claudia grey 4 Afterlifeda un'emozione umana di cui gli ero grata. Passò le dita tra i miei capelli, chepiù o meno dovevanosembrargli veri. Ero molto presente, in quel momento.Ripetei: — Come stai?— Meglio — disse con voce esitante. — Prima pensavo soltanto a... no, non pensavo. Era soltanto unaspecie di sete.— Adesso stai bene.— Se tu sei con me. — Parlava a fatica e capii che il tormento non era finito. La sete di sangue non eral'unico problema. Si allontanò da me senza smettere di stringermi la mano e alzòlo sguardo versoBalthazar e Ranulf.— Neanche voi due eravate un sogno.— Benvenuto nella morte — esclamò Ranulf allegro.— Non è così male una volta che, come si suol dire, ci prendi la mano.— Grazie, amico. — Lucas salutò Balthazar con un cenno e niente più. Probabilmente ricordava laconversazione di poco prima. Ma a un tratto si immobilizzò e sul suo volto spuntò una smorfia, come dinausea. Pensai che avesse bevuto il sangue troppo in fretta, finché non sussurrò: — Mamma. Vic. Li ho...volevo...— Stanno tutti bene. Non hai fatto del male a nessuno. — Gli strinsi più forte la mano.— Avrei potuto. Volevo farlo. — Qualcosa negli occhi di Lucas mi fece temere che dicesse voglio. —Mamma non mi rivolgerà mai più la parola.Balthazar incrociò le braccia. — E tu vuoi rivolgergliela, dopo che ti ha aggredito in quel modo?— Non funziona così — replicai. Dire addio ai miei genitori mi aveva riempita di amarezza e nonpassava giorno senza che desiderassi rivederli. Quando incrociai lo sguardo di Lucas, capii che ancheper lui era così. Comprendeva il disgusto e la sfiducia di Kate verso la sua nuova natura, perché in fondocondivideva l'uno e l'altra.Ranulf si fece avanti, servizievole come sempre. — Vic non ti serba rancore. È fuori, sorseggia unabevanda all'arancia e sarà lieto di vedere che sei tornato in te.Lucas scosse la testa. — Non può essere impaziente di incontrarmi dopo che ho cercato di azzannarlo.— Suppongo che sia alquanto... sopraffatto dagli eventi della giornata, ma non ti abbandonerà —replicò Ranulf.— Nessuno di noi ti abbandonerà. — Avrei voluto tornare ad abbracciarlo ma lui restava lontano,concentrato su se stesso. Con un cenno della testa, Balthazar mi invitò a non tirare troppo la corda. Ilcontrollo che Lucas aveva ripreso era temporaneo, lo sapevamo tutti.— Ci lasciate qualche minuto? — chiese Lucas, aggiustandosi con una mano i capelli biondo scuro,ancora più arruffati di quelli di Balthazar. — Sono felice di rivedervi, ma io eBianca dobbiamo parlare.— Certo. — Balthazar diede di gomito a Ranulf. — Andiamo, aiutiamo Vic con i lavori di casa.Quando uscirono e chiusero la porta, io e Lucas ci scambiammo uno sguardo e la tristezza mi colpìquasi come un pugno. Mi scoprii persa nel ricordo del momento in cui, tempo prima, avevo scoperto cheLucas faceva parte della Croce Nera. Dopo che era fuggito da Evernight, ci eravamo ritrovati unodavanti all'altra, divisi dai vetri istoriati di una finestra, incapaci di credere che prima o poi saremmoriusciti a stare di nuovo insieme, in chissà quale modo. Il ricordo era vivido eperfetto, come se il vetrofosse ricomparso tra noi con tutte le sue sfumature.— Com'è stato, per te, morire? — chiesi.

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claudia grey 4 Afterlife— Non mi ricordo niente. — Lucas posò la testa contro la gamba del tavolino pieghevole, cedendo allafiacchezza che sentiva dopo essere tornato dall'aldilà. Restammo seduti per terra, incapaci di raccoglierele forze necessarie a muoverci. — Ecco, forse nell'attimo in cui Balthazar mi haimpalato... che cosaassurda, detta così... Be', subito dopo ho sognato. Mi sembra di avere visto Charity che veniva a darci lacaccia. — Fece una mezza risata, amara, e guardò il soffitto. — Non vedevo l'oradi ritrovarmela anchenegli incubi.Rabbrividii. Charity aveva un'aria innocente, con quel visino pallido e l'aspetto malconcio dabambina abbandonata, ma era l'esatto contrario. Chissà, forse anch'io me la sarei ritrovata per semprenegli incubi, se avessi potuto ancora sognare. E forse non potevo farlo più.— Per te com'è stato? — chiese Lucas, tornando a concentrarsi su di me. — Sei diventata subito unfantasma o è passato del tempo? Sarebbe carino pensare che hai avuto un'anteprima del paradiso.— Niente anteprime. — Strinsi le ginocchia tra le braccia e vi appoggiai il mento. — Credo di esserediventata un fantasma quasi subito, ma mi ci è voluto un po' per capire cos'era successo. All'inizio nonfacevo che apparire e scomparire.— Secondo te c'è un aldilà per i vampiri? Vanno... andiamo tutti all'inferno,se c'è un inferno? = Page 21 =— Non dirlo neanche per scherzo!— L'acqua santa mi ustiona. Non potrò mai più mettere piede su terra consacrata— continuò Lucas. —Dio ha detto chiaro e tondo da che parte sta, non credi?Mi presi il viso tra le mani. — So che l'idea ti disgusta, ma ci sono tanti modidi andare avanti, digoderti i prossimi anni. Pensaci: adesso siamo immortali. Ci siamo persi una volta, ma è stata l'unica el'ultima.Lucas distolse lo sguardo e interruppe il dialogo. Lentamente si alzò in piedi. Fece qualche passo in giroper il nostro appartamento improvvisato nella cantina e lo studiò come se lo vedesse per la prima volta:il fornello elettrico, il materasso gonfiabile sulla rete del letto, gli scatoloni di cartone che contenevano lenostre cose. Nelle settimane precedenti mi era capitato di pensare che quello fosse il posto più perfetto eromantico sulla faccia della terra. Adesso sembrava squallido e piccolo, la sua bellezza l'ultima illusioneche avevamo condiviso. Lucas disse: — Bianca, non so se posso farcela.— Sì che puoi.— Lo dici soltanto perché vuoi crederci. Non perché ci credi.— Stai rinunciando ancora prima di provarci. Lucas si voltò, negli occhi l'angoscia. — Ci provo.Gesù, Bianca, credi che non ci proverei, per te? Odio tutto questo, la sete che ho dentro, la sensazionedisgustosa di morte, ma se significa stare con te, ci provo.— Ce la farai. Imparerai a controllare la sete. Te lo prometto.— E allora dimmi come si fa. — Indicò le buste di sangue vuote, per terra. — Quante sono, tre dosi disangue? In questo momento il massimo che riesco a fare è evitare di buttarmi anche sulle altre. Già mibasta pensare a Vic, fuori... non perché sia Vic ma perché è vivo e in lui c'è del sangue che potrei bere.Tra pochi minuti...— Abbiamo altro sangue. Bevine quanto te ne serve. Possiamo prenderne ancora. —Ma era unasoluzione temporanea e lo sapevamo entrambi.Gli serviva una speranza e non c'era un solo indizio che potesse darcene. Misi da parte le obiezioni e le

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claudia grey 4 Afterlifepaure riguardo ai miei genitori: il piano di Balthazar era il migliore che avessimo.— Le lezioni cominciano tra due settimane — dissi.— A Evernight. E tu ci tornerai.Lucas mi guardò per un secondo, poi diede una testata a un mobiletto portabottiglie e fece tremare ilvetro.— Splendido, adesso sento le voci. Il primo passo verso la pazzia.— Non senti le voci. Ti iscriverai all'Accademia diEvernight come alunno, alunno vampiro, e là si prenderanno cura di te.— Si prenderanno cura di chi? L'ultima volta che ci sono andato stavo con quelli che hanno dato fuocoall'Accademia.Ricordai le parole di Balthazar e mi ci aggrappai. — Adesso sei un vampiro. Se chiedi asilo, la Bethanydeve concedertelo. A Evernight non saranno quel che si dice amichevoli, ma ti daranno un alloggio etanto sangue da bere, e consigli su come reagire alla sete. Per settimane o mesi, a seconda di quanto neavrai bisogno.— O per anni — replicò Lucas. — Balthazar ha continuato a tornarci per anni.Balthazar aveva frequentato l'Accademia di Evernight per tanti motivi, più legati alla vera missionedella scuola: aiutare i vampiri di aspetto giovanile a spacciarsi per umani, aggiornandoli sul mondomoderno. Meglio non farlo presente a Lucas, però. Non era il caso di spiegargli quanto ci sapessero fare glialtri vampiri.Lucas aggiunse: — E poi, non importa quanto mi odino. Non andremo a Evernight perché è pericolosoper te.— Per me? — Non ci avevo ancora pensato, ma Lucas aveva ragione. Sapevamo, dopoquel che erasuccesso a scuola l'anno prima, che a Evernight la signora Bethany non era una semplice preside masfruttava l'Accademia per trovare, e forse catturare, i fantasmi come me. La ragione era ancoramisteriosa, ma il suo odio per gli spettri era evidente. Qualunque mira avesse, non ci avrebbe visti dibuon occhio.Lucas mi lesse in faccia che avevo capito e annuì. La sua espressione si era fatta davvero torva. — Hocombinato guai talmente grossi da condurti alla morte — continuò. — Mai e poi mai tornerò nel posto incui la situazione potrebbe persino peggiorare.Cos'altro potevamo fare, però? Mi costrinsi a essere coraggiosa. — Ci inventeremo qualcosa.— Non chiedermi di andarci senza di te. Non lo sopporterei. — Lucas lo disse senza scomporsi, comefosse ovvio. Se ci fossimo separati, il filo sottile di volontà che lo animava si sarebbe spezzato.— Tu andrai all'Accademia di Evernight e io verrò con te. = Page 22 =— Bianca, no. È troppo pericoloso.— Lucas, sì. — Cercava sempre di proteggermi, ma era giunta l'ora di affrontarela realtà. — È piùpericoloso di quando sono entrata da vampiro nella Croce Nera? Se ce l'ho fatta allora, posso farcelaanche adesso. E poi, certi spettri sono riusciti a entrare a Evernight senza chela Bethany li distruggesse.Maxie, per esempio. Si può fare. Se non altro so essere prudente.Lucas non sembrava convinto. — Potremmo fare qualcos'altro. Rinchiudermi da qualche parte finché...— Finché non avrai più sete di sangue? — Non alzai la voce, per alleggerire l'impatto di ciò che stavoper dire. — Non succederà. E non voglio imprigionarti in chissà quale cantina o sotterraneo. Possiamofarcela, punto e basta. Possiamo perché dobbiamo.

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claudia grey 4 Afterlife— Non mi piace.— Neanche a me, ma vedrai che andrà tutto bene. Ti daranno assistenza, una scorta di sangue, cisaranno altri vampiri ad aiutarti a imparare. Ranulf e Balthazar verranno con te, te lo prometto. Etornerà anche Vic, ricordi?Spalancò gli occhi verdi e capii che Vic non era motivo di conforto, per lui. Non era più un amico, mauna preda.In fretta aggiunsi: — Se gli altri ti aiuteranno, riuscirai a frequentare anche Vic. Alla fine ti sembreràfacile.Lucas abbassò lo sguardo mentre me la prendevo con me stessa per la mia lingua lunga. Forse sì,avrebbe imparato a sopportare, ma non poteva diventare facile. Fingere che sarebbe successo nongiovava né a me né a lui.Ricordai le parole di Balthazar, la descrizione dei vampiri disposti a darsi fuoco piuttosto che andareavanti. Lucas sapeva meglio di chiunque altro come distruggere il corpo di un vampiro.— Okay. Non sarà facile — rettificai. — Non lo è mai stato. Ma non è mai bastato a dividerci.Aprì le braccia e io mi ci tuffai. La sua stretta era già più fredda, ma era ancora Lucas, eravamo ancoranoi.Sussurrando tra i miei capelli, disse: — Ti vedrò soltanto nei sogni?— Finché hai la mia spilla, potrò apparirti.Aggrottò le ciglia e tirò fuori la spilla dalla tasca posteriore dei pantaloni. Il fiore d'ambra nera, dalleincisioni raffinate, era stato un suo regalo all'inizio della nostra storia. Lo aveva preso con sé prima diandare a combattere, a morire: era l'unica cosa che mi aveva permesso di raggiungerlo. — Perché laspilla?— Gli oggetti con cui gli spettri avevano un legame forte da vivi, gli oggetti importanti come questaspilla o il mio bracciale o il gargoyle davanti alla finestra della mia vecchia stanza, be', ci servono perviaggiare. Sono come le fermate di una metropolitana: posso raggiungerli, apparire dove si trovano, più omeno. Il bracciale di corallo e la spilla d'ambra sono particolarmente efficaci perché sono fatti dimateriali che un tempo erano creature vive. — Chiusi la sua mano sulla spilla. —Perciò, fintanto che latieni con te, riuscirò sempre a trovarti. Vedi, puoi ancora proteggermi, in un certo senso.— Evernight — disse. — Okay.Più che averlo convinto, l'avevo sfinito. Continuava a temere più per me che perse stesso. Ma davveronon c'era altro posto in cui rifugiarci.Ci abbracciammo ancora, più stretti. Avrei proprio voluto credere che per Lucas ci fosse una speranza.Mentre mi stringeva, però, sapevo che il suo sguardo era fisso dietro di me, sulsangue. = Page 23 =— iposati — dissi mentre occupavamo la stanza che Balthazar aveva prenotato in un albergo nelRcentro di Philadelphia. Era di un lusso impossibile, con copriletti ricamati su grandi letti alti, abaldacchino. Troppo pulita per un non-morto imbrattato di sangue rappreso. — Dobbiamo riposare tutti edue.— Puoi dormire? — chiese Lucas. Aveva bevuto ancora parecchie dosi durante il tragitto e adessoaveva un'aria intontita che ricordavo bene, come mamma e papà il giorno del Ringraziamento. Avevamo

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claudia grey 4 Afterlifedovuto dargli tutto il sangue che poteva bere, era l'unico modo per farlo passare dalla hall dell'albergosenza che saltasse al collo di qualcuno. Mancava poco prima che crollasse.Non sono certa che i fantasmi abbiano bisogno di dormire. A volte sento di dovermi... dissolvere, direi.Ma non è proprio la stessa cosa.— E quando ti dissolvi dove vai?Mi strinsi nelle spalle. La mia natura di spettro aveva ancora tanti dettagli oscuri. — In un posto da cuiso tornare. È l'unica cosa che importa.Lucas annuì, fiacco. Attraverso la parete sottile sentivoBalthazar disfare bruscamente la sua valigia nella stanza accanto. Avevamo deciso di passare inalbergo gli ultimi giorni prima dell'inizio del semestre, perché i genitori di Vic stavano per tornaredall'Italia e per convincerli a punirlo bastava il prato devastato. Non era il caso che scoprissero ancheun'invasione di vampiri in cantina.E poi, Vic doveva respirare. Dopo l'aggressione, lui e Lucas avevano stabilito di non trovarsi più facciaa faccia. Era ovvio che Vic cercasse di farsene una ragione e altrettanto ovvio che ci sarebbe voluto deltempo.— Perché ai vampiri viene sonno? Non ha molto senso. — Lucas scalciò via gli scarponi e si sfilò ijeans. In boxer e maglietta era più facile notare come la trasformazione avesse scolpito e abbellito ancheil suo corpo. La maglietta metteva in risalto tutti i muscoli potenti del petto.Malgrado non avessi più un corpo mortale, sentivo ancora il desiderio. Spensi lalampada più vicinaalla finestra e tirai le tende per nascondere la luce del mattino. Lucas si era nutrito quanto bastava perresistere al sole, ma probabilmente il bagliore lo avrebbe infastidito.— Secondo mia madre è un'abitudine, più che altro, come se il corpo continuassea fare le cose checonosce. Hai visto? Hai anche ricominciato a respirare. Non smetterai neanche sedormi sodo.— Anche se non avrò mai più bisogno dell'aria. — Lucas lo disse per scherzare, ma non suonava comeuna battuta. Si era appena reso conto che non avrebbe mai più potuto, godersi unbel respiro profondo oun sospiro di sincero sollievo.Crollò sul letto e sprofondò soddisfatto tra i gonfi cuscini di piuma d'oca. Magari era pronto a dormirema io ero di un altro avviso.Forse la brama insaziabile di Lucas si poteva incanalare altrove, verso altri appetiti. E pazienza se sirivelavano anche quelli insaziabili.Con prudenza cercai di scrollarmi di dosso i pantaloni del pigiama con le nuvolette. In realtà erano ilricordo di un paio di pantaloni, difficile prevedere se sarei riuscita a sfilarli.Ci riuscii. I pantaloni caddero a terra e, in un certo senso, svanirono. Sperai che tornassero, più tardi.Ma speravo anche di non doverne aver bisogno per un po'.Lucas inarcò un sopracciglio.Abbozzò un sorriso quando mi infilai nel letto al suo fianco, il primo segno di entusiasmo che mostravada quando era risorto. — Funzionerà ancora? — mormorò. — Tra me e te?— Vediamo.Mi strinse in un abbraccio. Come me, era freddo al tatto ma ormai il freddo faceva parte di noi, dellanostra natura. Quando sfiorò piano le mie labbra con le sue, sulle lenzuola comparve un delicato ricamodi brina. Sulle prime Lucas fu così incerto delle sue reazioni e delle mie che sentii una tenerezzainsopportabile per lui. Come se il mio unico desiderio fosse quello di avvolgerlo come una coperta e

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claudia grey 4 Afterliferipararlo da tutto quello che avevamo subito. = Page 24 =La sua bocca si aprì sotto la mia, mentre affondava le dita nei miei capelli. Inquel momento indossavosoltanto il braccialetto di corallo, che mi rendeva concreta, che rendeva tutto possibile.Ce l'abbiamo fatta, pensai. Tutte le complicazioni sembravano svanite. Siamo tornati al punto dipartenza. La morte non ci ha preso tutto.I baci si fecero più intensi e profondi. Le mani di Lucas erano ancora le sue mani, forti e familiari. Mitoccava come sempre. Il piacere, per me, era diverso, più morbido e diffuso, ma non era certo diminuitodopo la trasformazione. E più crescevano la sicurezza e la passione, più la gioia che provavo ci riempivaentrambi.Mi fece sdraiare sulla schiena, poi la sua espressione cambiò. Vidi le sue zanne, capii e sorrisi. Anch'iosentivo la brama di mordere. Non così forte, adesso che non avevo più bisogno disangue, ma il sesso e imorsi erano sempre andati a braccetto, per me.— Tutto okay — sussurrai con le labbra sul suo collo, tra un bacio e l'altro. —La tua sete è legittima.Puoi bere.— Sì — rispose lui rauco. Mi trafisse con uno sguardo, nei suoi occhi verdi un'implorazione disperata.— Hai sete, adesso? — Mi inarcai contro di lui e reclinai la testa all'indietro, scoprendo il collo. Lucas loannusò inspirando. — Bevi da me.Con un ruggito affondò i denti nella mia carne. Sentii di nuovo il dolore vero econcreto di un corpo equello, a suo modo, fu un piacere. Con le mani gli strinsi forte la schiena e miarresi alla sua sete...... Finché lui non si allontanò da me, di colpo, gridando di dolore.— Lucas? — Balzai a sedere, stringendo il cuscino. — Lucas, cosa c'è?— Brucia!Mentre barcollava giù dal letto tenendosi il collo con le mani, tossì e sputò. Il sangue di spettro brillòargenteo a terra per un istante, prima di sparire. Sentii odore di bruciato e accesi subito l'abat-jour sulcomodino. Sulla moquette vidi un paio di piccole bruciature. Poi mi accorsi che anche le lenzuola eranocarbonizzate: gocce color caffè dov'era caduto il mio sangue. Sfiorai con una mano la ferita sul collo, chesi stava già richiudendo. La pelle si rimarginava sotto i polpastrelli con una sensazione di prurito.Per qualche secondo restammo a guardarci. L'unica cosa che riuscii a dire fu: — Adesso sappiamoperché i vampiri non bevono il sangue degli spettri.— Sì. — La sua voce era ancora rauca. Capii che si era scottato le labbra, la lingua e la gola. Era unvampiro, sarebbe guarito in fretta, ma non immediatamente.Forse vide la pietà nei miei occhi, perché si voltò. — È meglio dormire. — Andò verso l'altro letto.— Lucas... non è obbligatorio bere sangue ogni volta. Te lo ricordi anche tu.— Lo so. — Si lasciò cadere sul letto, come se non reggesse più il peso del corpo. — Troveremo... unasoluzione.Avrei voluto controbattere ma sapevo che non era il momento. Spensi la luce e tornai sotto le coperte,fredda e sola. Dopo qualche secondo sentii che restare solida non aveva senso, così mi sfilai il bracciale esvanii nel vuoto azzurro e nebbioso.E tanti saluti alla certezza che la morte non ci avesse preso tutto.— Ultima possibilità di cambiare idea — esclamai qualche giorno dopo, mentre Lucas radunava i pochieffetti personali prima di tornare a scuola. Per un attimo mi pentii della battuta. Sarebbe stato un

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claudia grey 4 Afterlifedisastro se avesse davvero cambiato idea, perché non avevamo alternative.Invece, continuò a scherzare: — Ho sempre desiderato diplomarmi, prima o poi. Immagino che "prima opoi" includa anche la morte, vero? — Cercò di sorridermi, ma non gli venne bene.— È strano per te nonvenire a lezione?Per la prima volta mi resi conto che ero morta in terza superiore, dopo essere stata cacciata da scuola.— Sì, più o meno.Non erano stati giorni facili. Avevamo dovuto continuare a nutrirlo con più sangue del previsto,mentre lui si rifiutava di uscire dalla stanza. Avevo imparato a memoria gli orari delle donne dellepulizie, per fare sì che le evitasse. Pensava ancora che Evernight fosse troppo rischiosa per me e forseanch'io, in parte, ero d'accordo. Ma quali altre opzioni avevamo?La luce dell'alba colpì le persiane mentre Lucas si infilava il maglione della divisa che Balthazar ciaveva fatto recapitare in albergo. Rispetto a quando frequentava Evernight era diventato più alto emuscoloso, il maglione gli andava un po' stretto, ma gli cadeva bene. — Stai benissimo — commentai. —Mi ricorda quando ci siamo conosciuti.— Quando cercavo di salvarti dai vampiri. — Dopo una pausa, si avvicinò e mi sfiorò una guancia. —Sai che l'unico motivo per cui lo faccio è che voglio stare con te. Rendermi presentabile, imparare acomportarmi. L'hai capito?— Sì. = Page 25 =— E sarai prudente, vero? Non correrai rischi a Evernight?— Sarò prudentissima. — Presi la sua mano nella mia e gli baciai il palmo. Poi mi sfilai il braccialetto dicorallo e argento e mentre cadeva tra le dita di Lucas, mi facevo semitrasparente. — Portalo con te.Vengo io a prenderlo.— Non lo vuoi? Per precauzione? Non puoi permetterti di perderlo e la spilla è già nel mio zaino.— Non è che non possa prenderlo — spiegai. — Ma quando divento incorporea per viaggiare non possoportare niente, di concreto con me. E poi, non c'è posto in cui sarebbe più al sicuro. — Gli chiusi la manosul braccialetto.Lucas si chinò in avanti, come per baciami. Adesso che ero immateriale, un'ombraleggera di nebbiaazzurrina con le fattezze vaghe del mio corpo, non poteva toccare le mie labbra.Ma un po' di lui miattraversò, fu un solletico debole e fresco che mi fece rabbrividire, proprio nel punto in cui mi avrebbebaciata.Feci per sorridere e qualcuno bussò alla porta: Balthazar.Era il momento di andare.***Dopo che gli altri partirono per il lungo viaggio da Philadelphia, mi preparai alla mia trasferta. Maxiemi aveva spiegato che gli spettri rimanevano legati ai luoghi e agli oggetti cheerano stati importanti perloro, da vivi. Ci si poteva sempre tornare, ovunque si trovassero. Ancora non sapevo quanti e qualifossero i miei luoghi, ma un'idea me l'ero fatta: il vecchio acero di Arrowwood sotto il quale giocavo dabambina, il cinema dove io e Lucas eravamo andati per il nostro primo appuntamento e forse la cantinadove avevamo vissuto le nostre ultime settimane. Ma per il momento, erano soltanto teorie.L'unico luogo in cui sapevo di poter viaggiare era il primo che, per puro caso, avevo visitato.L'Accademia di Evernight, in particolare il gargoyle che stava appollaiato fuori

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claudia grey 4 Afterlifedalla mia finestra.Vagai nel buio nebbioso e sulle prime fu una sensazione deliziosa, come dormire,e tentatrice. Ma restaiconcentrata sul gargoyle. Avevo passato così tanto tempo a guardarlo sogghignarecon le sue zanne radeche riuscivo a ricordarlo alla perfezione: grinfie di pietra, schiena curva, aliappuntite. Per un istanteimmaginai la sensazione della pietra sul palmo delle mie mani, fredda e dura...Poi la sentii.Il mondo si chiarì tutto intorno. Ero appollaiata sulla testa del gargoyle, in una posizione assolutamentescomoda se fossi stata ancora viva, ma non ora che potevo fluttuare a piacimento. Ghirigori di brinavelarono le finestre, segno della presenza di uno spettro.I miei genitori li avrebbero visti come la prima volta che, per caso, mi ero trovata lì? In quellaoccasione, anziché riconoscermi, avevano perso la testa, convinti che il ghiaccio venisse dall'ennesimoinvasore spettrale di Evernight.Ma non è un'invasione, ricordai a me stessa. Sono gli studenti ad attirarli qui. È la signora Bethany chefa in modo di attirarli. Dovevo restare in guardia.Dall'interno non provenivano rumori. Probabilmente i miei erano giù ad aiutare la Bethany adaccogliere gli studenti. Abbassai lo sguardo e vidi che stavano cominciando ad arrivare. Erano perlopiùumani, troppo rumorosi e troppo felici, ma di tanto in tanto una sagoma muta e vestita di nero sfilava trala folla come se tornasse a casa. In un certo senso, era casa loro. Quelli erano i vampiri.In fretta scintillai lungo il muro dell'edificio, visibile soltanto nella scia ghiacciata che mi lasciavo allespalle. Ero intenzionata a trovare un punto d'osservazione migliore, ma capii che nella scuola c'eraqualcosa di strano.Be', che sorpresa. Le cose strane erano la normalità, in un posto come Evernight. Ma stavolta c'eraqualcosa di diverso che non avevo mai percepito prima, come se certi angoli della scuola mirespingessero e cercassero di cacciarmi. Probabilmente soltanto gli spettri potevano percepirli. In quellezone mi sentivo osservata da qualcuno, al di là del muro. Curiosa, costeggiai ilfianco dell'edificio,lasciando scie di brina sulle finestre. Un punto in particolare, in cima alla torre meridionale, proprio al disopra dell'appartamento dei miei, mi sembrava impenetrabile, tanto da mettermi ibrividi.E allora non andarci, mi dissi. Non ne hai motivo, finché puoi usare qualsiasi altro punto dell'edificioper entrare e raggiungere Lucas. Il resto non conta.Eppure, la coscienza di quella strana energia minacciosa mi metteva a disagio. Sfrecciai verso il bassoper allontanarmi il più possibile e osservare i nuovi arrivati, cioè quello che davvero mi interessava.Tornai a concentrarmi sul gruppo, vidi un volto familiare e mi riempii del calore e della felicità di unsorriso. Patrice! = Page 26 =Patrice Deveraux, mia compagna di stanza del primo anno a Evernight, scese da una Lexus lunga egrigia. Persino la divisa scolastica le dava un'aria sofisticata e ordinata, in gonnella e maglione, esfoggiava i suoi ricci naturali ed elastici, un'aureola fitta e scura che le si addiceva alla perfezione.Aveva saltato l'anno precedente per divertirsi in Scandinavia con il suo nuovo ragazzo, ma uno dei duedoveva aver rotto, probabilmente Patrice, che considerava gli uomini accessori di moda o poco più.

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claudia grey 4 AfterlifeMalgrado l'ossessione per le apparenze e il lusso, Patrice era un tipo grintoso e per questo mi piaceva.Con mia sorpresa, si era mostrata comprensiva con me nell'estate successiva allamia fuga, rivelando dinon essere superficiale come a volte poteva sembrare. Che felicità pensare che non tutti i vampiri diEvernight erano sinistri e minacciosi. Inoltre, da che ero morta non l'avevo piùrivista. Avrei volutosalutarla, ma ovviamente era impossibile.Poco prima di entrare, però, Patrice si fermò sulla soglia e alzò lo sguardo proprio verso il punto da cuila osservavo. Mi vedeva? No, e lo capii subito, ma fu una coincidenza sorprendente. Dopo un secondo siaggiustò gli occhiali da sole e sparì all'interno dell'edificio.Notai qualche altro volto familiare, vampiri e umani che non conoscevo tanto bene ma con cui avevocondiviso qualche corso o qualche chiacchiera. E un paio di insegnanti, il professor Yee e il professorIwerebon che, mescolati ai nuovi arrivati, salutavano i genitori. Cercai mia madre e mio padre, un po'spaventata, un po' speranzosa, ma non c'erano. Fra gli studenti umani riconobbi Clementine Nichols, ilcui biglietto d'ingresso a Evernight era stato lo spettro che infestava l'auto dei suoi, e Skye Tierney,compagna di laboratorio di Raquel al secondo anno. Raquel aveva definito Skye "una brava persona,tutto sommato". Detto da Raquel, piena di pregiudizi e odio per chiunque, era ungrandissimocomplimento.Eppure, non avevo mai cercato di fare due chiacchiere con lei né con la maggior parte di questepersone. Possibile che non abbia mai chiesto a Clementine come ci si senta a viaggiare su un'autoinfestata? Avrei dovuto essere più socievole. Non ero mai stata particolarmenteestroversa, ma la mortemi faceva sentire più sola.Finalmente spuntò l'auto dei Woodson, dalla quale scesero Vic e Ranulf. Entrambiindossavano ladivisa regolare ma Vic, come al solito, portava in testa il berretto dei Phillies. Con mio grandedivertimento, ce l'aveva anche Ranulf.— Molto singolare. — La signora Bethany uscì dalla scuola con passo maestoso, come se avvertisse adistanza le infrazioni al protocollo. — Signor Woodson, la sua influenza sul vestiario del signor White ètanto profonda quanto sventurata.— Ce li togliamo prima delle lezioni — promise Vic, passandole davanti. — Assolutamente.— Vedete di farlo.La Bethany li osservò mentre se ne andavano, seguendoli con lo sguardo acuto di un'aquila che fissa lapreda. Emanava un fascino cupo, con i capelli folti raccolti e le unghie lunghe dipinte di rosso cremisi.Ma non riuscivo a non pensare all'ultima volta che l'avevo vista, durante l'assalto che aveva guidatocontro il quartier generale newyorkese della Croce Nera. Senza la minima esitazione, aveva ucciso ilpatrigno di Lucas sotto i miei occhi. La preside di Evernight difendeva con tutta se stessa la sua idea dilegge, che si trattasse di vendicare un attacco della Croce Nera o di stabilire le regole dell'abbigliamentoscolastico. Chissà se faceva differenza tra l'una e l'altra cosa o se per lei era soltanto una questione diprincipio.Secondo Balthazar era valida la seconda ipotesi, ma non ci avrei giurato. Io e Lucas ci eravamoconosciuti perché due anni prima la Bethany aveva improvvisamente modificato il regolamento

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claudia grey 4 Afterlifedell'Accademia di Evernight ed esteso anche agli alunni umani la possibilità di iscriversi, senzaovviamente precisare che i vivi si sarebbero ritrovati in mezzo ai vampiri. Tutti gli studenti umani, chipiù chi meno, avevano legami con il mondo dei fantasmi. La Bethany andava a caccia di spettri,creature come me, per ragioni che ancora non conoscevamo.Le mosse di quella donna erano impossibili da prevedere, ma dovevo sperare che almeno quel giorno siattenesse alle regole, perché riconobbi l'auto noleggiata da Balthazar, in arrivo sul lungo viale di ghiaia.Quando Balthazar scese dall'auto, tanti studenti vampiri e umani gli sorrisero. Non gli era mai costatotroppo sforzo farsi amare e tutti si fidavano di lui. Ma quando Lucas comparve dal lato del passeggero, isorrisi dei vampiri sparirono, rimpiazzati da espressioni di odio puro.Chi frequentava l'Accademia già da due anni sapeva che Lucas era stato infiltrato a Evernight dallaCroce Nera per spiarli, allevato dai cacciatori per uccidere i vampiri a vista. Era noto che fosse sfuggitoper un pelo alla Bethany, quando era stato scoperto. La sua trasformazione in vampiro, che tuttidovevano aver percepito, non mitigò il loro disprezzo. = Page 27 =L'unica a non restare senza parole per la sorpresa o la rabbia fu proprio la Bethany. Si fece avanti coneleganza, strusciando sul pavimento la lunga gonna nera, e andò ad affrontare Lucas. La sua espressioneera imperscrutabile mentre lo guardava negli occhi.Poteva Lucas sopportare tutto questo? La sua espressione tradiva confusione e dubbio, e chi potevadargli torto? Chiedere protezione ai vampiri, dichiararsi infine uno di loro, era come una seconda morte,per lui. La fine di ciò che era stato per tutta la vita.Ma non aveva altra scelta.Lucas respirò a fondo. — Chiedo asilo a Evernight.Scoppiò il caos. Molti vampiri cercarono di protestare, ma Balthazar li ignorò ela Bethany fece lostesso, rimanendo impassibile nel trambusto. Gli studenti umani, ovviamente, nonavevano idea di cosastesse succedendo o del perché tanti alunni si accanissero in quel modo contro il nuovo arrivato, macomprensibilmente già lo guardavano con sospetto.Lucas non reagì, malgrado il desiderio palese di rispondere agli attacchi, lo sguardo che si soffermavaun po' troppo sugli studenti umani. La Bethany lo studiò attentamente, poi gli fece cenno di seguirla apiedi fino ai confini del campus, verso la vecchia stazione di posta in cui alloggiava.Mentre Balthazar li guardava andare, e i gli studenti vampiri lo osservavano mantenendo le distanze,mi portai al suo fianco e sussurrai: — Secondo te come l'ha presa, lei?Lui sobbalzò e sbottò: — Mi hai spaventato.— D'ora in poi, fai come se fossi sempre nei paraggi.— Anche quando faccio la doccia?— Ti piacerebbe.Balthazar si guardò intorno per assicurarsi che nessuno lo vedesse parlare "da solo" e mormorò: —Credo che se lo avesse voluto allontanare, lo avrebbe già fatto. Ma non succederà mai, Bianca. Fidati.Malgrado tutto ciò che aveva fatto per Lucas da quando era diventato un vampiro,non ero ancoradisposta a fidarmi davvero di Balthazar. Era stato lui, in fin dei conti, a portare Lucas alla morte, lui acacciare Lucas in quella situazione. O no?Il dubbio era insopportabile. Preferii allontanarmi e sfrecciare all'inseguimento della Bethany e diLucas, impaziente di ascoltare il più possibile.

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claudia grey 4 AfterlifeLa vecchia stazione di posta all'altro capo del campus era un posto che conoscevo bene. Ma mi erodimenticata ili una cosa elementare, che ricordai di colpo quando mi tuffai verso il tetto, pronta adattraversarlo, e mi sentii respingere indietro con violenza. Ma certo, mi dissi. Il tetto.I metalli e i minerali che si trovano anche nel corpo umano, come il rame e il ferro, erano un fortissimodeterrente per gli spettri. Ecco perché la Bethany aveva scelto un tetto di rame: per tenerci alla larga.L'impatto mi fece ripensare alle parti "sbarrate" di Evernight, con la differenza che in questo caso tutta laresidenza era inviolabile.Be', se non potevo seguire Lucas all'interno, restava la soluzione che avevo scelto già una volta dastudente: origliare.Mi concentrai in una nuvola leggera accanto a una finestra, dove i rami dell'olmo più vicino quasitoccavano il vetro e mi avrebbero nascosta nella loro ombra. Da li riuscivo a osservare la scrivania dellaBethany, pulita e ordinatissima, con tutti gli oggetti allineati, unico ornamento la silhouette incorniciatadi un gentiluomo del Diciannovesimo secolo. Sotto il mio sguardo, eccola entrarea grandi passi nellastanza, padrona della situazione come sempre. Lucas la seguiva con le spalle in tensione e l'espressionecircospetta che aveva sempre prima di uno scontro.— C'è una domanda che dobbiamo rivolgerle, prima di tutto, signor Ross — esordìlei mentre si sedevaalla scrivania. — Dov'è Bianca Olivier?Sobbalzai per la sorpresa e le foglie intorno a me frusciarono. Per un attimo laBethany guardò verso dime ma pensò sicuramente che fosse il vento.Lucas crollò sulla poltrona davanti a lei, stringendo con forza i braccioli. — Bianca è morta.La Bethany non disse nulla. Lo fissava con i suoi occhi scuri, chiedendogli in silenzio tutta la verità.Lui continuò: — Circa sei settimane fa la sua salute è... peggiorata. Non mangiava più. Non voleva più ilsangue. Ho cercato di portarla da un dottore ma lei ha iniziato, ecco, a cambiare, e nessuno capiva piùcome curarla.— A quel punto dev'esservi stato chiaro cosa andava fatto.Lentamente, Lucas annuì. — Per sopravvivere, Bianca avrebbe dovuto trasformarsi in vampiro. Le hochiesto di uccidermi. Non potevo permettere che trasformasse anche me per salvarsi. Ma lei non havoluto. — Sull'ultima parola la sua voce si ruppe e si voltò per non guardare infaccia la Bethany. = Page 28 =Forse la mia resurrezione in forma di fantasma aveva alleviato il suo dolore, main quel momento capiiche Lucas portava cicatrici che non sarebbero mai guarite e che era stata la miamorte a infliggergliele.— Non potevate impedirlo — commentò la Bethany. Non sembrava esattamente comprensiva, ma lasua voce era lievemente più morbida. — E se non è stata Miss Olivier a trasformarla in vampiro, chi èstato?— Charity. — Lucas strinse i denti. Un brivido di odio puro mi attraversò. — Dopo la morte di Biancaci siamo scontrati, a Philadelphia. Non so perché l'abbia fatto.— Se si parla di Charity Moore, la ragione non fa quasi inai parte dell'equazione. — Era la cosa piùsimile a una battuta che le avessi mai sentito dire.— All'inizio non sapevo cosa fare. È... be', immagino che lei sappia come ci sisente dopo latrasformazione. Kilt bazar era da quelle parti, cercava sua sorella e mi ha

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claudia grey 4 Afterlifeaiutato. Ho cercato di parlarecon mia madre ma lei... è nella Croce Nera.La Bethany si irrigidì e lo trafisse con lo sguardo. — In- Icnde dire che sua madre l'ha attaccata?— Sì.— Sua madre. — Incredula, mi resi conto che la Bethany era sinceramente indignata per ciò che erasuccesso a Lu- i as. — Indecente. Assurdo. Riprovevole. È il genere di condotta che mi sarei aspettata daun qualsiasi membro della Croce Nera, certo, ma pensavo che almeno l'amo- ic materno fosse più fortedei loro dogmi anti-vampiro.— No, a quanto pare — mormorò Lucas.La signora Bethany si alzò, girò attorno alla scrivania c, avvicinatasi a Lucas,gli posò una mano sullaspalla. A giudicare da come lui spalancò gli occhi, era sorpreso quanto me. — Peccato che lei abbiadovuto pagare i suoi errori con tanto dolore. Ma ci tengo a dirle che le mie simpatie vanno sempre a chipatisce la persecuzione della Croce Nera. Consideri cancellati il suo passato daesnere umano e gli erroriche ha commesso in vita. L'Accademia di Evernight le concede asilo. La proteggeremo. Saremo i suoimaestri. Non sarà più solo.Per mezzo secondo la stimai.Lucas non si lasciò convincere così facilmente. — Grazie. Davvero. Ma non sarà semplice. Gli altristudenti mi stavano per impalare, poco fa.— Seguiranno le regole. — C'era un che di glaciale nel sorriso della Bethany. —Me ne occuperò io.— Gli studenti umani... — La voce di Lucas era strozzata. — Non ho mai ucciso.— La brama è forte. — Lo disse come un'ovvietà. — Nel suo caso più del normale,forse, ne vedo i segni.Ma qui veglieremo in tanti sulla sua condotta. Oserei dire che correrà meno rischi di nuocere a unumano qui che nel mondo esterno. Col tempo scoprirà come integrarsi tra i vampiri. Diventerà uno di noi.Lucas chiuse gli occhi per un istante e mi domandai se fosse un gesto di sollievo o disperazione. = Page 29 =ucas andò verso il gazebo di ferro battuto, gli occhi fissi sulla signora Bethany che entrava aLpronunciare il discorso di benvenuto al corpo studentesco. Quando fui certa che nessuno ci stesseguardando, osai materializzarmi al suo fianco.— Ciao — mi salutò. Si voltò appena e riuscì a farmi anche un sorriso. — Rieccoci nel luogo del nostroprimo bacio.— Come cambiano le cose. — Mentre la brezza scompigliava i suoi capelli e le foglie tutto intorno,immaginai che fossimo tornati all'inizio. Sentivo la luce del sole attraversarmi, scaldarmi. Malgrado ilvento, i miei capelli erano immobili, intatti, irreali. — Perché non entri?— La Bethany mi ha esentato, per oggi. Dice che cercherà di spiegare agli studenti e agli insegnantivampiri come lasciarmi in pace senza insospettire gli umani. Non ho nessuna intenzione di infilarmidisarmato in mezzo a un branco di vampiri prima che lei metta in chiaro le cose.— Ha reagito meglio di quanto pensassi — commentai.Si direbbe che prenda molto seriamente la questionedell'asilo.Lucas alzò le spalle. — Dice che mi proteggerà, ma sono contento che Ranulf abbia nascosto le nostrearmi nella sua valigia.— Perché non nella tua?— Se la Bethany non la perquisisce è una stupida. E quella donna non è stupida.Studiai la sua espressione, in cerca delle emozioni che cercava di nascondere. —

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claudia grey 4 AfterlifeTu non hai paura deivampiri. Non ne hai mai avuta. È la presenza degli umani che ti disturba.Fece una smorfia. — Non riesco a guardare Vic senza pensare... Bianca, stavo perucciderlo. Vic. Unodei migliori amici che abbia mai avuto. Quasi lo massacro per mangiare.— È per questo che non vuoi restare da solo con lui? — Mi lanciò un'occhiataccia e aggiunsi: —Guarda che me ne sono accorta.— Ti sbagli — replicò Lucas quasi in un sussurro. — Non sono solo io. Anche Vicmi sta alla larga. —Sentivo la sofferenza nella sua voce.Lo strinsi. Forse non era un vero abbraccio, ma lo sentii vicino, quanto bastavaa confortarlo almenoun po'. — Tornerà a fidarsi di te. Ci vuole tempo, tutto qui.— Quanto ne passerà prima che io mi fidi di me stesso?Non sapevo cosa rispondere. Dissi l'unica cosa che potevo: — Ti amo.— Anch'io. Per questo voglio farcela. Devo.* * *E se Lucas voleva imparare a comportarsi da vampiro per me, io avrei imparato a vivere da fantasmaper lui. Ciò significava che dovevo capire come funzionavano i miei poteri.I fondamentali li avevo afferrati: sapevo diventare invisibile, apparire in forma di nebbia e, quandoavevo il braccialetto o la spilla, tornare concreta. Spostarmi da un posto all'altro richiedeva una certaconcentrazione ma era fattibile.Infiltrarmi nell'Accademia di Evernight, invece, era molto più complicato. Dovevo capire quali fossero icorridoi accessibili e quali no. Lasciare scie di ghiaccio ovunque andassi rischiava di insospettire glistudenti e i professori, e malgrado non sapessi cos'altro avrebbero fatto a parte gridare, davanti a unfantasma, non mi andava di scoprirlo.Era spaventoso pensare all'infinità di modi in cui tutto poteva andare storto. Ma rinunciare significavalasciare Lucas solo e questo non potevo permettermelo.Entrò nella scuola e io lo seguii. Passare attraverso i portoni di legno era semplice, perché come me, untempo, erano stati vivi. Rieccomi nell'aula magna dell'Accademia di Evernight, tra la folla di studenti indivisa, con lo stemma della scuola in bella vista: una spada affiancata da due corvi. Mi sorpresi a = Page 30 =provare un filo di nostalgia. Forse non ero stata sempre felice a Evernight, ma qualche volta sì. Era ilposto in cui mi ero innamorata e avevo stretto tante amicizie. Era il posto in cui ero stata viva.La mia riflessione durò solo un momento, poi tornai a concentrarmi su Lucas. Nessuno lo aggredì,nessuno lo provocò, il che era un buon segno. A quanto sembrava, il discorso della Bethany avevafunzionato. Ma se da una parte nessuno aveva intenzione di ucciderlo, dall'altranessuno era disposto aperdonare o a dimenticare. Gli studenti vampiri lo fissavano senza nascondere ildisprezzo. Lucas nonesitò, non era da lui lasciarsi scoraggiare da un'occhiataccia di troppo, ma ciònon significava che gliandasse bene così.Lo abbiamo convinto a venire qui perché volevamo che si sentisse a suo agio nei nuovi panni divampiro, pensai. Ma come può riuscirci, se tutti lo respingono?Ogni volta che incrociava uno studente umano si irrigidiva, lo notavo da come sistringeva nelle spallee serrava le labbra. Eppure faceva in modo di non guardarli e non rallentò mai l'andatura. La suadeterminazione era forte quanto la sete, almeno per il momento.Lucas proseguì verso la torre settentrionale che ospitava gli alloggi maschili. Restai con lui. Qualche

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claudia grey 4 Afterlifecristallo di ghiaccio affiorò sul davanzale più vicino e mi affrettai a fluttuare sul soffitto. Finché nonriuscivo a evitare di creare il ghiaccio, era meglio restare in alto, dove notarlo era più difficile.Dalla calca giunse un mormorio di agitazione. Abbassai lo sguardo e vidi gli studenti dividersi:qualcuno fendeva la folla per avvicinarsi a Lucas. A quanto sembrava, la Bethanynon era riuscita acalmare tutti gli animi.Mi raggomitolai in un angolo. Lucas piegò la testa, avvertendo il pericolo primadi vederlo, e si voltò adaffrontare l'aspirante assalitore. Poteva essere un vampiro più giovane, venuto a Evernight perdivertirsi, pronto a trasformarsi in assassino alla prima occasione. Come Erich,l'imbecille che avevatormentato Raquel il primo anno. Lucas era perfettamente in grado di affrontare uno come lui, lo sapevo.Ma quando l'assalitore apparve, era qualcuno che Lucas non poteva affrontare. Qualcuno chenemmeno io potevo affrontare.Mia madre.Gli si piazzò davanti, i pugni sui fianchi, lo sguardo sconvolto. — È vero? Dimmelo. — Le tremava lavoce. — Voglio che mi guardi in faccia e mi dici che è vero.Per Lucas fu come ricevere un pugno nello stomaco. Mentre stava per rispondere, Balthazar si fecestrada fino a mia madre e la prese per un braccio. — Non qui - mormorò.Mia madre non si voltò neanche, come se non avesse visto né sentito Balthazar, ma dopo un momentoannuì e si diresse a grandi passi verso una scala. Sembrava sfidare Lucas a non seguirla, ma lui le andòdietro. Anche Balthazar si mosse, ma mia madre lo trafisse con uno sguardo che lo lasciò impietrito aipiedi della rampa.Guidò Lucas fino a un ufficetto al secondo piano. Io li accompagnai, malgrado non volessi affatto esseretestimone della scena.Chiusa la porta, mamma ripetè: — Dimmi che è vero, Lucas.— È vero — rispose lui. Sembrava più morto della notte in cui l'avevano ucciso.— Bianca è morta.Mia madre barcollò in avanti, come in preda alle vertigini, come se l'avessero spintonata. Sul viso unasmorfia e le lacrime. — Doveva vivere per sempre — sussurrò.Doveva restare per sempre la nostra bambina.— Signora Oliver, mi dispiace tanto.— Ti dispiace? Ti dispiace? Hai convinto nostra figlia ad abbandonare la sua casa e i suoi genitori, arinunciare all'immortalità che le spettava per diritto di nascita, e adesso è morta, scomparsa per sempre,e l'unica cosa che riesci a dire è che ti dispiace?— Sì, è tutto! — gridò Lucas. — Non ci sono parole per esprimere quello che vorrei. Per lei sarei morto.Ci ho anche provato. Ho fallito. Mi odio per questo e se potessi tornare indietro lo farei, ma... ma... —Unsinghiozzo lo soffocò. Si fece forza e riuscì a dire: — Se vuole uccidermi, non la fermerò. Non gliene faròuna colpa.Mia madre scosse la testa. Le lacrime le rigavano il viso e qualche ciocca di capelli color caramello lesi appiccicò alle guance arrossate. — Se odi te stesso come dici, se l'hai amataun decimo di quantol'amassimo noi, allora meriti l'immortalità. Meriti di vivere per sempre, così soffrirai altrettanto a lungo.Anche Lucas piangeva ma non abbassò la testa, si fece forza e sostenne lo sguardo di mia madre. Erapiù di quanto io avrei potuto fare.La colpa non era di Lucas. Era mia.Per un secondo pensai di apparire nella stanza. Se mamma avesse visto che

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claudia grey 4 Afterlifequalcosa di mesopravviveva, forse non avrebbe sofferto così tanto. Ma in quel momento il pensiero del dolore che leavevo causato era una vergogna troppo grande. = Page 31 =— Non finisce qui — concluse mamma. Sparì nel corridoio. Lucas crollò sulla sedia più vicina. Avreivoluto prendere forma e consolarlo, ma temevo che vedermi con le fattezze di un fantasma non glisarebbe stato di conforto.E c'era qualcos'altro che dovevo fare.Seguii mia madre. Si asciugò le guance ma non fece altro per nascondere il fattoche aveva appenapianto. Alcuni studenti, vampiri e umani, le rivolsero sguardi curiosi ma non troppo interessati.Salimmo i gradini di pietra della torre meridionale, verso l'appartamento dei miei. Mio padre eraseduto sul divano, con le braccia conserte e lo sguardo spento. All'arrivo di mia madre, non la guardò.Papà aveva messo su un vecchio disco che conoscevo bene, una collezione di pezzidi Henry Manciniche mi piaceva tantissimo da piccola. Audrey Hepburn cantava Moon River.— È vero — lo informò mamma con un filo di voce.— Lo so. Forse... forse lo sapevo da un pezzo. Ma non volevo... — Papà serrò gli occhi, come a escluderedalla vista la mamma, il ricordo e il mondo intero.Mia madre si allungò sul divano vicino a lui e lo abbracciò. Mentre avvicinava la guancia ai capelli dipapà, le spalle di lui cominciarono a tremare, scosse dai singhiozzi.Non potevo sopportare oltre. Per quanto mi vergognassi, per quanto fosse difficile, non poteva esserepeggio che vederli soffrire. Era il momento di apparire, di rivelare ai miei cos'era successo.Ma mentre mi concentravo per prendere forma, mentre mi sforzavo di trovare le parole giuste, miamadre, con voce soffocata, disse: — Che Dio maledica gli spettri.Restai impietrita.— È colpa loro — aggiunse. — È successo tutto per colpa loro.Papà la strinse forte. — Lo so, amore, lo so.— Li odio. Li odio tutti. Finché sarò su questa terra continuerò a odiarli... —La sua voce si perse dinuovo nei singhiozzi.Odiavano gli spettri perché mi avevano rapita, perché infestavano Evernight, perché esistevano. Sefossi apparsa non avrebbero visto nient'altro che un mostro, non la loro bambina. Come Kate aveva vistoun mostro in Lucas.Capivo quanto avessi bisogno del loro amore soltanto adesso che l'avevo perduto.Così, decisi di non apparire. Come potevo? Avrei soltanto peggiorato la situazione mia e loro, anche sein quel momento sembrava che peggio di così non potesse andare. Al confronto, morire era stato facile.Eppure restai a lungo a guardarli piangere. Avevo bisogno almeno di vederli.Piansero finché non si addormentarono e andarmene fu davvero difficile. Per un po' vagai nella miavecchia stanza. A prima vista gli oggetti di famiglia sembravano sopravvissuti all'incendio. Il Bacio diKlimt era ancora appeso al muro, gli amanti splendenti e ideali nei quali avevo sempre visto me e Lucas.Torneremo a essere così, pensai. Troveremo un modo.Attraversai la finestra senza badare al ghiaccio e andai a sedermi sul mio vecchio amico gargoyle. Lesue ali di pietra erano dello stesso colore del cielo d'autunno al calare della sera.— Ti ricordi quando abbiamo parlato qui?Sorpresa, mi voltai e vidi Maxie seduta vicino a me, sospesa a pochi centimetri dal davanzale.Sorrideva come fosse il giorno più bello di sempre.

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claudia grey 4 Afterlife— Maxie, cosa fai a Evernight?— Vengo per un saluto, non si può? Come l'ultima volta che ci siamo viste qui. Quando hai scopertoche appannando il vetro ci potevi scrivere sopra. Lì ho capito che anche una stupida come te avevaqualche speranza.Avevo appannato il vetro con il fiato, un trucco che mai più sarei riuscita a fare. — Non ce l'ho con te,ma sinceramente adesso non mi va di chiacchierare.— Smettila di tenere il broncio, morta vivente.— Maxie. No. — Non trovavo niente di bello nell'essere uno spettro, nell'esseremorta, dopo aver vistol'effetto della mia morte su mamma e papà.— Non sei sola, sai. — Maxie cercava di ostentare indifferenza, ma faceva del suo meglio per esserecomprensiva e socievole. Dopo decenni di isolamento dal mondo dei vivi, a parte qualche visita di Vic,le relazioni sociali non erano il suo forte. — Non devi avere paura di noi.Invece sì. Andare a "parlare con Christopher" equivaleva ad accettare la mia morte e ancora nonpotevo farcela. — Non stasera, okay?Perplessa e chiaramente delusa, sparì.Dopo un secondo capii che su una cosa Maxie aveva ragione: era il momento di smettere dilamentarmi e di andare da Lucas. A quel punto, fantasma o no, forse era pronto arivedermi. = Page 32 =La strada più facile per scendere mi obbligava a sciogliermi fra le pietre dellatorre, da cui mi sentiiattraversare. Non appena raggiunsi il nuovo tetto, sentii che era molto più resistente di prima ai fantasmima riuscii comunque a passare dalla porta d'ingresso e da quasi tutte le finestre. Sfrecciai dentro e fuori,cercando la strada, memorizzando i percorsi nel caso avessi dovuto sfruttarli più avanti.Di tanto in tanto sentivo un piccolo grumo d'energia dietro di me o in un angololontano, forse eraMaxie che mi seguiva. Ma poi capii che si trattava di qualcun altro.Era, o meglio, erano altri fantasmi.Christopher? pensai, con un brivido di paura. Era l'unico altro spettro che avessi incontrato aEvernight. Ma la sua era una presenza potente, inconfondibile, che adesso non percepivo. E non ce n'erasoltanto una, ma due, tre, cinque, dieci, forse di più. Semplici schegge di nebbia, brezze di sensazioni,probabilmente invisibili a chiunque tranne ai fantasmi. Ricordai di quand'ero unvampiro, di quandoavevo imparato a intuire la presenza di un mio simile, visibile o no, nei paraggi. Questi fantasmi non era-no nel mio campo visivo, percepivo soprattutto le tracce che lasciavano, ma sapevo che c'erano.Ovviamente il piano della Bethany, che voleva attirarli grazie agli studenti umani, aveva funzionato.Abbiamo sempre desiderato scoprire perché cacciasse gli spettri , pensai. Credo che presto lo sapremo.Mi librai sulla torre settentrionale e la passai al setaccio. Vidi più che altrovampiri che passavano iltempo nelle loro stanze a bere sangue e a vantarsi del sesso che avevano fatto durante le vacanze estive,oppure umani che mangiavano patatine e si vantavano, in modo meno credibile, delsesso che avevanofatto durante le vacanze estive. Se avessi avuto un corpo, avrei alzato gli occhi al cielo.Poi entrai in una stanza i cui occupanti erano seduti a una scacchiera, e sorrisi.— Il pedone adesso è una regina — disse Vic. — Beccati questa.— Il tuo animo è subdolo quanto i tuoi sotterfugi. — Ranulf aggrottò le sopracciglia e pensò alla mossa

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claudia grey 4 Afterlifeda fare.Mi svelai e presi una forma concreta. Vic e Ranulf, sorpresi, sorrisero. — Ehi, signorina fantasma. — Vicsi alzò dalla sedia come un gentiluomo d'altri tempi. — Come va?— Non proprio alla grande — confessai. — E voi?— Siamo in competizione e il premio in palio è il giaciglio più desiderabile, lontano dalla finestra epertanto meno umido d'inverno — rispose Ranulf. — Più tardi, l'iPad di Vic verràutilizzato per vedere unfilm scelto dal vincitore. La posta è ghiotta.— Detto in parole povere, tutto bene. — Vic fece una pausa. — Perlomeno in questa stanza. Al sestopiano trovi un paio di ragazzi che se la passano un po' più da schifo.— Quindi la Bethany li ha lasciati in camera insieme? — Balthazar era deciso a chiederlo, e vistol'atteggiamento degli altri vampiri verso Lucas, era sensato che la preside acconsentisse. Ma avernecertezza fu un piccolo sollievo. — Be', è già qualcosa.Vie rimase stranamente zitto per qualche secondo. Evitò il mio sguardo e studiò il vecchio posterkitsch di Elvis Presley che aveva appiccicato alla sua parete. Poi disse: — Mi sarei dovuto offrirevolontario. Come coinquilino di Lucas, cioè. Ha bisogno dei suoi amici... lo so che... ma...— No, Vic, è tutto okay. È meglio che Lucas stia con Balthazar, perché gli faràun sacco di domande acui soltanto un vampiro più esperto può rispondere. — C'erano altri motivi per cui non era ancora il casoche Lucas dormisse in stanza con Vic, ma ricordarglieli non avrebbe tranquillizzato nessuno.— Non è quel che intendevo. Voglio che Lucas sappia che credo in lui. Capisci?— Lo so, ma... aspetta ancora un po'. Non avere fretta.Vie annuì e non aggiunse altro. Proprio quando stavaper calare l'imbarazzo, un trionfante Ranulf mosse la sua regina lungo la scacchiera. — Dichiaro che ilgiaciglio più pregiato sarà mio.— Uffa. — Vic fece una smorfia e non riuscii a non sorridere. Li salutai, mi smaterializzai e salii al sestopiano. Dopo una breve ricerca trovai la stanza di Lucas e Balthazar. Stavano giàdormendo.C'era poco da meravigliarsi che fossero andati subito a letto: era stata una giornata faticosa e piena diemozioni per entrambi. Forse non avevano nemmeno disfatto le valigie. La parte di stanza occupata daLucas era spartana come sempre e Balthazar sembrava aver concluso il trasloco posando un pacchettodi sigarette e un accendino sul davanzale. Balthazar, così alto e grosso che il letto faticava a contenerlo,stava rannicchiato e rivolto verso la parete. Lucas, da buon combattente, dormiva a pancia in su, con lemani grandi e piene di cicatrici fuori dalle coperte, per essere pronto ad afferrare un'arma, se necessario.L'unica eccezione alla regola era stata quando mi aveva abbracciata per una notte intera.Sapevo che avevano bisogno di riposo, ma mi dispiaceva di non aver raggiunto Lucas in tempo peraugurargli Sogni d'oro.Poi ricordai qualcosa che Maxie mi aveva spiegato prima della morte di Lucas e sorrisi. Forse, tuttosommato, potevo dargli la buonanotte. = Page 33 =Mi concentrai sulla sagoma addormentata sperando che sognasse. Se ricordavo bene, era un po' cometuffarsi in piscina: buttarsi giù, dentro, immaginare di percorrere una linea retta.All'istante, eccomi nel sogno di Lucas.L'ambiente era familiare, la stanza dei registri in cima alla torre settentrionale. Qualche ragnatela

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claudia grey 4 Afterlifedensa imbiancava gli angoli della stanza e c'erano pagine color seppia sparpagliate ovunque. LaBethany la usava come archivio dei registri inutili, vecchie pagelle e roba del genere.Tuttavia, negli ultimi anni erano successe parecchie cose in quella stanza. Là Lucas aveva combattutoe ucciso Erich, il vampiro che perseguitava Raquel. Là io e Balthazar avevamo cercato una spiegazionealle manovre della Bethany. E là io e Lucas ci eravamo riuniti dopo che aveva scoperto le mie originivampiresche. Mi aveva accettato malgrado tutto, come io avevo accettato lui.E non sapevamo ancora che saremmo diventati qualcosa di molto peggio, pensai.Lucas, alla finestra, guardava il cielo notturno. Aveva i capelli un po' più lunghi, come quando cieravamo conosciuti. Sorrisi e in quell'istante mi resi conto che avevo un corpo o la cosa più simile a uncorpo nel mondo dei sogni. Significava che potevo abbracciarlo e condividere conlui tutto ciò che ilgiorno ci negava. Nel sonno potevamo ritagliarci un po' di solitudine e di sicurezza.Avvicinandomi notai che teneva in mano un paletto: strano. Poi la porta alle nostre spalle si aprì.— Toc toc. — A sorpresa, fu Erich a varcare la soglia. — Raquel? Grazie dell'invito. Sapevo che eriimpaziente di vedermi. — Sul suo volto la brama cedette il posto al fastidio, quando si accorse di Lucas:chissà se aveva visto anche me. — Che diavolo ci fai qui?— Volevo proprio vedere se la mia falsa lettera riusciva ad attirarti quassù — rispose Lucas. Mi passòdavanti senza notarmi. A quanto sembrava, non avevo un ruolo nel suo sogno. — Direi che la risposta èsì.— Uno stupido scherzo per rimanere solo con me? Cosa sei, un finocchio?— Sarebbe il tuo giorno fortunato se lo fossi. — Lucas girò attorno a Erich, teso e pronto a scattare. Nonappena si trovò fra lui e la porta, gli mostrò il paletto. — Ma non lo è.— Croce Nera — disse Erich con disprezzo.— Vampiro — replicò Lucas, scosso da un odio profondissimo.Si gettarono uno contro l'altro, predatore e cacciatore. Strillai quando cadderoa terra e le mani diErich strinsero il collo di Lucas.Non è la realtà, mi ripetei, ma in un certo senso lo era. Stavo assistendo all'ultimo scontro fra Lucas eErich, come lo ricordava Lucas. Non avevo mai dubitato che fosse andata così, manon mi ero mai resaconto di quanto fosse stato pericoloso per lui. Di quanto lo avesse terrorizzato, se l'incubo continuava atornare.Durante la lotta, il bracciale di cuoio bruno di Raquel cadde a terra. Probabilmente lo teneva in tascaErich. Lucas spinse via il vampiro con un gesto secco e, senza fiato, esclamò: —Un trofeo? Segui la sciadella preda?— Raquel sarà mia — rispose Erich. Le zanne in bella mostra ne deformavano il sorriso. — L'avreipresa da settimane, se la tua stupida ragazza non si fosse immischiata.— Allora arrivo giusto in tempo. — Lucas scalciò una pila traballante di vecchie scatole e la fececrollare addosso a Erich. Ma lui, come un mostro da incubo, si smaterializzò e apparve in un altro angolo,pronto ad attaccare Lucas.— Sapevi che anche la tua ragazza è una di noi? — lo provocò Erich mentre cercava di strozzarlo. —Oppure sei talmente stupido da non esserti accorto che vai a letto con una vampira?— Non coinvolgere... Bianca! — ansimò Lucas, e di nuovo si liberò.Erich continuò a sorridere. — Invece sì che la coinvolgo. Merita il trattamento che riceverai tu, qui,

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claudia grey 4 Afterlifemoltiplicato per due. Prima che abbia finito, tu sarai morto, e lei peggio che morta. Molto peggio.A quel punto Lucas perse il controllo e la concentrazione del combattente e cedette alla rabbia. — Nonti permetterò mai di farle del male. — Affondò un colpo, alla cieca, verso Erich, che lo schivò con lavelocità impossibile dell'incubo.È un sogno, ricordai a me stessa con convinzione. Puoi apparire a Lucas in sogno. Entraci e cambialo.Riprenditi questo sogno, riprendetevelo.— Lucas? — Lo chiamai e osai avvicinarmi al combattimento. Tutto sommato, Erichnon poteva farminiente. — Lucas, sono Bianca. Guardami. Ho detto guardami!— Mi sa che è occupato — intervenne Charity.Mi voltai e la vidi appollaiata su un'altra pila di scatole, con un abito grigiopieno di ragnatele e icapelli aggrovigliati come una tana di topi. Sembrava un gargoyle, il più mostruoso. Charity mi sorrise, isuoi occhi brillavano nella notte come quelli di un gatto. = Page 34 =Era ovvio che Lucas sognasse anche lei. L'aveva ucciso. Ma quanti mostri dovevo scacciare dai sognidi Lucas per ottenere qualche ora con lui?— Lucas! — gridai. Mi gettai verso la zuffa e divisi Lucas da Erich. — Guardami!— Bianca? — Lucas sembrava terrorizzato. — Cosa ci fai qui?Le mani di Erich mi strinsero, forti come l'acciaio. — Ehi, Lucas... vuoi vederela tua ragazza che soffre?— No! — Lucas mi afferrò e cercò di tirarmi verso di sé. Sembrava un combattimento davvero reale.— Lucas, non può uccidermi — esclamai mentre cercavo di sfuggire alla presa di Erich. Le sue ditaerano artigli affondati nella carne, difficile ricordare a me stessa che era tutto un sogno. — Non può fareniente neanche a te. È un sogno. Non ti ricordi?Non mi sentiva. Era in preda al panico, temeva per la mia vita molto più di quanto avesse a cuore lasua. — Bianca, resisti!Lucas continuava ad affondare il paletto verso Erich, ma il vampiro schivava tutti i colpi sfruttandomicome scudo. — Finirai per ucciderla tu — ghignò Erich. — La cremerai, pur di placare il dolore. Haipresente quelle vecchie storie che ti raccontano alla Croce Nera? La peggior tortura che si possainfliggere a un vampiro? Metti il paletto a bagno nell'acqua santa, infilalo così a fondo da mescolarel'acqua santa al sangue, e restano paralizzati per sempre. Non si svegliano, nonsi muovono. Rimangono lì,con la sensazione di bruciare vivi per l'eternità.— Non l'ho mai fatto — boccheggiò Lucas. — Nemmeno alla feccia come te. Quelli come te io li uccido ebasta.— Adesso ci provo io. — Erich parlando mi sfiorò con le labbra, sentii il suo fiato freddo di non-mortosul collo.- Lo faccio io, a Bianca. Diventerà la Bella Addormentata, ma saprai che non sta dormendo. Bruceràper sempre. Nessun altro la sentirà urlare, tranne te.— Non te lo permetterò — giurò Lucas, ma sentivo che aveva sempre più paura. Quando rischiava lavita, sapeva mantenere la calma; quando era in gioco la mia, la perdeva.Alla fine riuscii a gettarmi in avanti e a liberarmi dalla presa di Erich. Sentii un dolore alla spalla,come una frustata, le unghie di Erich, ma mentre cadevo non ci badai. Lucas si gettò contro Erich e crollòcon lui. La battaglia era furiosa, il sangue colava dalle ferite aperte e macchiava il pavimento di pietra.Il mio sangue, argenteo e lucente, mi scorreva tra le dita. Luccicava per terra

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claudia grey 4 Afterlifee si mescolava con quellodi Lucas, rosso, in intrecci bellissimi, quasi ipnotici.Escine subito! dissi a me stessa. Ero sconvolta.— Ah, che divertimento — rise Charity in cima agli scatoloni. Batté le mani comeuna bambina che haappena visto la torta di compleanno. — Salvala, Lucas! Salvala finché puoi! Ah, forse non puoi?Sul volto di Lucas spuntò un'espressione che riconobbi malgrado l'avessi vista una volta sola. Nonpotevo dimenticarla, era il tormento puro che l'aveva afflitto mentre, al mio capezzale, mi guardavamorire.In quel momento capii che era un ricordo incancellabile. Nel sogno ero impotente, rischiavo soltanto dipeggiorare le cose. Perciò dovevo andarmene.Mi resi invisibile, sia a me stessa che a lui, e mi allontanai. Quando riaprii gli occhi ero nella stanza diLucas, ai piedi del suo letto. Lui si dibatté sotto le coperte finché non passò dall'incubo a un sonno piùprofondo, senza sogni, e si rilassò.Almeno è finita, dissi a me stessa. Eppure, anche in forma eterea, sentivo il dolore fisico. Non era maisuccesso prima. Confusa, mi guardai la spalla ustionata e dolorante.Sulla pelle spiccavano i graffi di Erich, ognuno illuminato da goccioline di sangue argenteo.Uscii dalla stanza e camminai per il corridoio come fossi mortale. Doveva esserepassato più tempo diquanto credessi, perché in ogni angolo della scuola regnava il silenzio Avrei tanto desiderato di tornareda Vic e Ranulf, con la vaga speranza che mi tirassero su di morale, ma non potevo svegliarli per unmotivo così egoista.Mi resi conto che, esclusi loro, non c'erano altre persone al mondo con cui potessi parlare senzaspaventarle a morte o addirittura nuocergli.Come abbiamo fatto a combinare questo pasticcio? pensavo mentre scendevo le scale di pietra ripide etortuose. Intorno a me sentivo il crepitio del ghiaccio. Lasciavo qualche traccia, ma a quel punto nonm'importava. Il nostro unico desiderio era di stare insieme e di vivere una vita semplice e onesta. Perchétutta questa sofferenza?Per la prima volta capii quanto sarebbe stato facile seguire il consiglio di Maxie e abbandonare unavolta per tutte il mondo dei mortali. Fluttuare senza fatica né pensieri nella nebbia azzurra mi sembrava = Page 35 =una scelta più che lecita. Sarebbe stato un sollievo liberarmi dalla vergogna e dal senso di colpa, dallaresponsabilità nei confronti di chi stavo per abbandonare.Valeva anche per i fantasmi intrappolati a Evernight? Forse "intrappolati" non era la parola giusta.Forse l'Accademia era un rifugio anche per loro, un'alternativa alle case o ai luoghi che infestavano,tormentati dal ricordo di una vita perduta.No: la Bethany aveva attaccato Maxie già una volta e non era amica degli spettri. Era impossibile cheavesse costruito l'Accademia per dare asilo anche a loro.Titubante, cercai di ampliare la mia coscienza, in cerca degli altri spettri chevivevano lì. Mi sentite?Nessuno rispose, ma nell'aria sentii un movimento, la presenza di qualcuno che mi osservava.Poi le visioni mi inondarono la mente.Sembravano sogni vividi a occhi aperti, o allucinazioni, ma non nascevano dalla mia mente e losapevo bene. Gli spettri mi costringevano a vedere i vampiri nelle loro fattezzepiù mostruose, come se gliallievi di Evernight girassero per la scuola sporchi, insanguinati e con le

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claudia grey 4 Afterlifezanne in bella mostra.Aggredivano gli studenti umani nei corridoi, nelle classi, in assalti brutali.— Non è la verità — esclamai, sperando che mi sentissero. — Di solito lasciano in pace gli umani e sequalcuno esagera, la Bethany gliela fa pagare. Gli umani che avete seguito fin qui sono al sicuro.Gli spettri non mi credettero. Le immagini si fecero più intense, vicine, con tanto di rumori (urla) eodore (sangue). Disgustata, cercai di scansarle, ma come puoi scansare una cosa che hai dentro la testa?Uno dei vampiri perse improvvisamente i sensi e si trasformò in ghiaccio. Lo guardai, affascinata enauseata, mentre sulla pelle gli apparivano crepe profonde che ne sbriciolavano le guance, le labbra, latesta. Cadde in uno schianto di melma insanguinata e capii che quella era la line che gli spettridesideravano per i vampiri.E volevano che li aiutassi.— Non vi aiuterò ad aggredire nessuno!E in un istante, rieccomi sola. Non ci furono altre apparizioni o visioni, ebbi la certezza che nessuno miprestasse più attenzione.Che intenzioni avevano i fantasmi? Se prima ne avevo il terrore, adesso era molto peggio. Avevoscoperto nuovi poteri ma non ero certo in grado di difendere me stessa e le persone che amavo da unattacco come quello. Gli spettri potevano nuocere a Lucas? A Balthazar? Ai miei genitori? Se ci avesseroprovato, avrei saputo reagire?No, pensai, e sprofondai nella depressione. Non posso fare niente per nessuno di loro. Sono inutile.Sono morta.Fluttuai per l'aula magna al pianoterra, che da vuota sembrava ancora più grande. Era maestosa comesempre, ina nel silenzio diventava più bella e austera. Il chiaro di luna splendeva dalle tante finestreistoriate, alte fino al soffitto, ma soprattutto dall'unico vetro trasparente. Sostituiva quello distrutto da unmembro della Croce Nera, un vecchio predecessore di Lucas, che l'aveva sfondato per fuggire. AncheLucas ci si era buttato, forse per rinfrescare la tradizione di famiglia. Mi erosempre chiesta perché laBethany non l'avesse ripristinato uguale agli altri.Ora, finalmente, capivo. L'aveva lasciato così per ricordare. Per non abbassare mai più la guardia.Quell'edificio aveva una cicatrice. Lucas ne aveva. E anch'io sentivo che non sarei mai guarita. Erointrappolata per sempre nei miei rimorsi, isolata dal mondo reale. Lucas condivideva il mio stessotormento. Con la grande differenza che lui poteva farla finita e probabilmente l'avrebbe fatto, se nonfosse stato per me.In quel momento mi sentii consapevole del dolore che avevo inflitto a chiunque avesse cercato diamarmi. Mi sentivo inutile. Volevo arrendermi.Vidi nei paraggi la biblioteca scolastica. Probabilmente non conteneva notizie veritiere sugli spettri,ma valeva la pena di tentare. Decisi di dare un'occhiata. A quel punto, una solagrande curiositàdominava i miei pensieri: sapere se uno spettro poteva morire. Di nuovo. Per sempre.Non che volessi compiere gesti clamorosi, ma dovevo sapere se ci fosse la via d'uscita che, forse,iniziavo a desiderare.Un tempo la biblioteca mi tirava su di morale. Adoravo i tavoloni di quercia, lepareti alte ricoperte dilibri fino al soffitto, l'odore stantio di pagine vecchie e le finiture di ottone pesante annerite dal tempo e

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claudia grey 4 Afterlifedall'usura. Mi ricordava i momenti passati con Raquel, le tenerezze con Lucas, le ore di studio conBalthazar. Cose felici, semplici e vive.Con cui ormai non avevo più legami.Raggiunsi decisa il cuore della biblioteca, chiedendomi dove fossero i libri suifantasmi...... e mi sentii attrarre dal muro. = Page 36 =Fu nauseante, travolgente, come la sensazione terribile di quando ti sporgi su un burrone e per unistante ti viene voglia di saltare, con la differenza che non riuscivo a oppormialla forza che mi attraeva.La parete orientale della biblioteca aveva uno strano magnetismo che mi catturò nell'intimo. Unavibrazione densa zittì ogni altro suono, quasi mi assordò, e una specie di interferenza mi annebbiò lavista.Cercai di farmi un po' più concreta per opporre resistenza, ma non ci riuscii. Uno strano varco nero,non nel mondo ma nei sensi, mi si apriva davanti e mi attirava a sé.Dal varco sentivo giungere urla terribili. Capii che erano i lamenti di altri fantasmi imprigionati dallaforza che mi aveva presa. Erano gli stessi che mi avevano provocata poco prima? Altri? Impossibilesaperlo. Comunque, non erano in grado di salvarsi, tantomeno di salvare me.— C'è qualcuno? — gridai. — Qualcuno mi aiuti! Mi sentite?Nessuno rispose.Be', l'hai pensato tu che volevi morire, disse la vocetta dispettosa nella mia testa. Forse oppormi era unerrore. Forse avevo bisogno che accadesse.Poi capii che se l'avessi fatto non avrei mai più rivisto Lucas, né gli altri miei cari.— Lucas! — strillai. A riempire la mia mente giunse il pensiero dell'incubo in cui l'avevo lasciato evisualizzai me stessa nella stanza dei registri. L'immagine prese forma, sempre più solida, attorno a me.Lucas e Erich erano di nuovo avvinghiati in una lotta che nel sogno durava moltopiù che nella realtà,sudati e insanguinati. L'incubo era ricominciato, un tormento che probabilmente sarebbe durato tutta lanotte. Charity era sparita, capricciosa come i sogni, ma il resto era ancora terribile. Stavolta, però,dovevo entrarci. Di nuovo, con tutta la volontà che avevo, gridai: — Lucas!Si voltò, sorpreso. La sua espressione era confusa, forse non riusciva a vedermima di certo mi sentiva.— Lucas, questo è un sogno, soltanto un sogno. Sono in biblioteca e qualcosa miha catturato: deviaiutarmi!La scena si dissolse con la stessa velocità con cui si era materializzata. Avevocomunicato davverocon lui o era soltanto un'illusione? Il varco nero aveva già ingoiato quasi tutto ciò che riuscivo a vederee a sentire. Udivo soltanto i lamenti degli altri spettri.Avrei voluto chiamare Maxie o Christopher, ma non sapevo se mi avrebbero sentita, se Maxie sarebbeaccorsa a una richiesta d'aiuto. E se li avessi trascinati con me?Rabbrividii, e sentii che la sagoma vaporosa dei miei arti cominciava a sbriciolarsi. Oh, no, no, no. Cisiamo, è la fine...— Bianca!— Lucas! — Lo cercai, ma di lui percepivo a stento la presenza nella stanza. Non era che una sagoma,qualcosa che irradiava energia, paura e amore. — Mi hanno preso.— Dammi la mano! — Dovevo materializzarla per dargli un appiglio. Ma non ero certa di farcela ancora,né che servisse a qualcosa. Sembrava che non ci fosse forza fisica capace di ripescarmi dal vortice.Ma volevo stringere la mano di Lucas almeno una volta, fosse l'ultima cosa che

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claudia grey 4 Afterlifefacevo. Così, con tuttala forza e la concentrazione possibili, pensai al posto in cui doveva trovarsi la mia mano e scolpiil'immagine del polso, del palmo e delle dita. Apparve una sagoma azzurrina, fragile come un soffio difumo. Non somigliava per niente a una mano: forse era l'aspetto che avevano i fantasmi prima discomparire per sempre.Poi Lucas mi allacciò qualcosa al polso.Il braccialetto! Vidi il corallo e l'argento nello stesso istante in cui mi sentii riempire da un'ondata dienergia. In un momento il mio corpo si fece solido e crollai a terra. Il dolore del contraccolpo fumeraviglioso. Significava che c'ero, che gli ero sfuggita. Nel mio essere concreta c'era qualcosa chenegava il potere di ciò che mi aveva attratto, qualunque cosa fosse.Lucas si inginocchiò e mi prese fra le braccia. Stordita, vidi la manifestazionedel vortice che mi avevaquasi ingoiato: un turbine di nebbia e buio che si apriva nella parete della biblioteca. Sotto i nostri occhi,però, si restrinse e tornò a confondersi con l'intonaco liscio.— Cosa diavolo era? — chiese Lucas, stringendomi a sé. — Tutto okay?— Credo di sì. — Mi tremava la voce, sentivo che se avessi avuto uno stomaco probabilmente avreivomitato. Ma con il passare dei secondi passava anche il senso di disorientamento. — La Bethany non licaccia soltanto... lei... intrappola gli spettri.— Era una trappola? — Mi guardò torvo. — Stai indietro.Arretrai cercando di allontanarmi il più possibile dalla parete, mentre Lucas vifaceva scorrere unamano e poi, con tutta la sua forza di vampiro, sferrava un pugno. I pezzi di muro che caddero alzaronouna nuvola di polvere d'intonaco sbriciolato.— Così scopriranno che qualcuno è stato qui — notai. = Page 37 =— Lascia che lo scoprano. Dobbiamo capire cosa c'è dietro. — Lucas infilò una mano nel muro e neestrasse una scatoletta di metallo dalla forma curiosa, piena di strane curve e angoli: somigliava a unaconchiglia d'argento e ossidiana. Il coperchio era aperto sull'interno di madreperla. Sulle prime pensaiche fosse poco più che un grazioso portagioie antico ma poi, concentrandomi sulla madreperla, la materiavivente al suo interno, mi sentii di nuovo attirata. Grazie al braccialetto che mi dava forza e consistenzanon correvo rischi, ma la sensazione era ancora terrificante.— Lucas, chiudila! Rimettila via! — esclamai. Obbedì subito e mi guardò allarmato. Non appena lascatola si chiuse, tornò la tranquillità anche per me.Quando Lucas corse al mio fianco, dissi: — È una trappola. Una trappola per gli spettri. È stata laBethany a metterla qui. Forse... sicuramente ne ha piazzate altre in tutta la scuola. Ci dà la caccia e ciimprigiona. — Perché? pensai. Cosa può volere da noi?È soltanto odio o qualcosa di più?Lucas si rabbuiò mentre mi stringeva. — Gesù. Non tornare mai più qui.— Non senza il bracciale — replicai, e diedi uno sguardo al gioiello. — È statauna bella intuizione.— Ho pensato che magari avresti avuto qualche possibilità di reagire, così.Gli sfiorai la guancia con la mano. — Mi hai sentito. Nel sogno.— Sì. — Lucas passò le dita tra i miei capelli. — Come facevi a sapere dell'incubo? Non era la primavolta che mi facevi visita?— No. Ci ho già provato ma senza riuscire a fare una breccia, a mostrarmi.Parlò sfiorandomi la fronte con le labbra. — Ci lavoreremo. Possiamo fare di meglio.— Okay. — Mi resi conto che per la prima volta da quando era risorto, Lucas sembrava davvero se

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claudia grey 4 Afterlifestesso. Salvarmi gli aveva restituito un obiettivo, una ragione per ritornare.E capii che anche lui, per me, era una buona ragione.Mi studiò alla luce fioca della luna, di nuovo lucido e deciso. — Dobbiamo scoprire dove sono le altretrappole. Così ne starai lontana. Non ti succederà niente, Bianca. Basta. Non voglio che ti succeda piùniente.— E io mi prenderò cura di te. — Ripensai a tutti i miei timori per le persone a cui volevo bene, timoriche avevo sentito persino mentre la trappola mi risucchiava. Sì, ormai ero morta, ma il mio cuoreviveva ancora. Per il bene di Lucas e di quelli a cui tenevo, per l'amore sopravvissuto alla morte, dovevotrovare un posto nel mondo. Se questo significava restare eternamente sospesa tra il mondo dei vivi equello dei non-morti, be', pazienza, ero disposta ad accettarlo.Forse non era l'aldilà delle prediche in chiesa o dei quadri pieni di arpe, ali e nuvole soffici. Eppure,proteggere le persone a cui volevo bene sembrava un bel modo di passare l'eternità. Mentre mi stringevaforte, sentivo che anche Lucas la pensava così.C'è ancora una posta in gioco. Qualcosa per cui combattere. = Page 38 =o e Lucas restammo svegli quasi tutta la notte, abbracciati sul prato. La morte ci aveva resi immuniIal vento autunnale e al freddo della terra umida. Così ci raggomitolammo sotto una grande quercia,seminascosti dalle prime foglie cadute che il vento ci soffiò addosso a mo' di coperta. Le foglie avevano lostesso colore dei nostri capelli, rosso intenso e biondo scuro. Facevamo parte dell'autunno. E per la primavolta da molto tempo, facevamo davvero parte l'uno dell'altra.— Non hai ancora detto che dovremmo andarcene da Evernight — sussurrai.— Non credere che non ci abbia pensato. — Lucas strofinò il naso sulla mia guancia. — È assurdoquanto sia pericoloso questo posto per te, ma... devo fidarmi e sperare che abbiate calcolato bene i rischi.Questi sono gli accordi e li rispetterò.Ancora stordita per via della trappola, con la spalla indolenzita dai graffi, michiesi se fosse il caso dirielencare i rischi che correvo a Evernight. Fintanto che Lucas era così saldo, però, sapevo che restareera l'opzione migliore. — Va tutto bene. — Lo baciai, a lungo e con passione. —Ormai mi è capitato tuttoil peggio che poteva. Anzi... in un certo senso ho capito che mi possono ancora succedere tante cose belle.Posso darmi da fare, qui, per te e per tutti gli altri.Lucas abbozzò un sorriso. — Non sei un fantasma, ma un angelo.— Anche tu puoi darti da fare, come vampiro. Pensa a quanti studenti hanno aiutato mio padre e miamadre, o quante volte Balthazar ci ha tolti dai guai. Essere morti... non è il peggio che possa capitare.Per qualche momento restò in silenzio a meditare. — E soltanto che... questa sete.— Lo so.— Se dovessi perdere il controllo e fare del male a qualcuno... ucciderlo...— Non succederà. — Volevo crederci e volevo aiutare anche lui a crederci. — Seiforte, Lucas. Dapiccolo, nella Croce Nera, hai superato un addestramento capace di distruggere persino gli adulti. Ti seiinfiltrato qui a diciannove anni e l'hai passata liscia. Pensaci, hai imbrogliato la Bethany e forse perparecchio tempo resterai l'unico che ci è riuscito.Al che si fece una vera risata, più mesta che allegra, ma dovevo accontentarmi. Che bella sensazione,stargli vicino senza che il peso del mondo ci schiacciasse.Proseguii con il mio elenco. — Pensi con la tua testa, cosa molto più rara di

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claudia grey 4 Afterlifequanto ci si aspetterebbe.Sai ammettere gli errori, cosa ancora più rara. Sei leale e coraggioso, e quandostringi un'amicizia è persempre. Fa tutto parte di te. È la parte migliore di te.Serissimo, Lucas scosse la testa. — Ti sbagli.— Ascoltami...— Ascoltami tu. — Si rannicchiò ancora più vicino. — Sei tu la parte miglioredi me. Sempre.Chiusi gli occhi e posai la testa sul suo braccio, finalmente in pace. Almeno per una notte.* * *Il giorno seguente, l'Accademia di Evernight continuò le sue solite attività e traboccava di vitalità,malgrado la composizione del corpo studentesco. Gli alunni affollavano i corridoi, i vampiri eleganti eraffinati, gli altri con il sospetto di essere leggermente fuori posto. Attraversare i corridoi mi inquietava,temevo che dietro ogni angolo si nascondesse una trappola. Ma procedevo con prudenza.Cercai Lucas con l'intenzione di seguirlo durante le lezioni. Non volevo distrarlo, era sinceramentedeciso a seguire i corsi, se non altro per ammazzare il tempo. Dopo il chiarimento della sera prima, miaccontentavo di stargli vicina e sospettavo che anche per lui fosse così.Ma poi vidi qualcuno che sembrava addirittura più malinconico di Lucas. Mia madre.Era vestita come sempre, più o meno: gonna semplice, scarpe comode, maglione morbido. I capelli eranoraccolti, da che la ricordavo aveva sempre portato quella coda. Ma non c'era piùelasticità nel suo passoné luce nei suoi occhi mentre si faceva largo in corridoio, verso l'aula in cui insegnava storia delVentesimo secolo.Superata la porta, la vidi scrivere sulla lavagna. Lessi le parole insieme agli studenti: LA GENERAZIONEPERDUTA . Vidi qualche volto familiare, in particolare quello di Balthazar. Aveva vissuto quegli anni e ne = Page 39 =era fanatico, più degli altri vampiri, ma capii che probabilmente si era iscritto al corso di mia madre perstarle vicino.Ah, certo, riflettei. Adesso sì che ragioni. Perché non hai iniziato quando Lucas ne aveva bisogno?Balthazar sapeva che Lucas era fuori di sé ma lo aveva trascinato lo stesso nello scontro con Charity. Lacosa mi bruciava ancora. Ma se pensavo a mia madre, non potevo non essere grata a lui e a Patrice, chesedeva qualche fila più avanti e probabilmente partecipava al corso per lo stesso motivo, anche se nonl'avrebbe mai ammesso.— La generazione perduta. È quella di chi raggiunse la maggiore età durante la Prima guerra mondiale,o, come la chiamavano all'epoca, la Grande Guerra. Qualcuno sa il perché di questa definizione? —chiese mia madre, stanca.Ovviamente la domanda era rivolta agli studenti umani, o perlomeno ai vampiri che si eranotrasformati dopo quell'epoca. Secondo una regola non scritta di Evernight, approfittare di conoscenzestoriche raccolte in diretta equivaleva quasi a barare.Skye Tierney, seduta in prima fila, alzò la mano. — Perché la Seconda guerra mondiale non eraprevista.— Giusto. — Lo sguardo della mamma sfiorava appena gli studenti, non li toccava. Aveva occhiaiepesanti. Probabilmente non dormiva bene da settimane. — Nessuno riusciva a credere che il genereumano avrebbe commesso due volte quello stupido errore.

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claudia grey 4 AfterlifeUn paio di vampiri sorrisero, scambiandola per una frecciata agli umani, anzichériconoscere ilfatalismo di mia madre. Balthazar chiuse gli occhi per un attimo, quasi a ripararsi da tanta stupidità.Mia madre strinse il gessetto tra le mani sporcandosi i polpastrelli di polvere fine. Il suo sguardo eraassente, la voce troppo bassa per raggiungere l'intera classe. — La Prima guerramondiale stritolò lecertezze di tutti gli strati della società. La gente non riusciva più ad adorareun Dio benevolo e protettoredopo aver visto tanti figli e fratelli morire nelle trincee. I soldati che avevano patito la fame, sotto il fuocodei mitragliatori o delle bombe all'iprite, non si fidavano più dei governi e dei generali che li avevanomandati al fronte con la promessa che la guerra sarebbe durata pochi mesi. Le donne che da sole, peranni, avevano mandato avanti le fabbriche e le case, non volevano rientrare nel "recinto". — Le pennescarabocchiavano sui quaderni, i tasti dei computer ticchettavano. Tutti credevano che fosse unargomento del programma. Invece era soltanto un'immersione nei ricordi più tristi della mamma.— Alcune di quelle donne avevano perso tutte le persone più care. Avevano promesso ai propri figli diproteggerli... ma le promesse furono infrante. Dopo una tragedia come quella, siperde... persero la fiducia.Oh, mamma. Avrei tanto desiderato abbracciarla. Ma volevo stringerla e rassicurarla o ero cosìinfantile da sperare che fosse lei a consolare me?Certi vampiri, di sicuro i più vecchi che avevano vissuto quegli anni, sembravano tristi come miamadre. Balthazar, a un tratto, si concentrò sulla punta delle sue scarpe. Non gli avevo mai chiesto sedurante quella guerra avesse fatto qualcosa, e cosa. Forse ciò che aveva vissutoallora era un ricordomalinconico, o forse capiva meglio di chiunque altro l'umore di mia madre e ne era dispiaciuto.Aiutare gli altri, ricordai a me stessa. Prendermi cura di loro, anche se in questo momento li vorreiprendere a schiaffi. Sono qui per questo.Mi avvicinai a Balthazar, che teneva in mano la matita senza stringerla troppo. Era stato testimone diquegli eventi, forse non aveva bisogno di prendere appunti. Così, accompagnando la sua mano, scrissi:Secondo te sta bene?Balthazar trasalì, ma si riprese subito dalla sorpresa. Strinse la matita e scrisse: No.La lasciò andare per consentirmi di rispondere. E mio padre? Secondo te riesce ad aiutarla?Lui: Mi ha chiesto di non seguire i suoi corsi. Dice che gli ricordo troppe cose dolorose. Perciò direi dino. Bianca, perché non gli appari? Non mi va di continuare a mentire dicendo chesei sparita per sempre.Io: Mamma e papà odiano gli spettri. Hanno fatto tutto il possibile per impedirmi di diventarlo e mihanno sempre giurato che mi sarei trasformata in vampiro. Continuare era difficile, ma mi costrinsi aconcludere: Ho paura che mi rifiutino, che odino anche me.Sono i tuoi genitori. Non lo faranno mai. Ti sapranno accogliere.Come la madre di Lucas?Non seppe rispondere.Seduta davanti a Balthazar, Patrice iniziò a tremare di freddo. A quanto sembrava, la presenza di unfantasma abbassava sempre la temperatura. Si voltò in cerca dello spiffero. Mi spostai verso la porta,provata, gettando ancora un lungo sguardo a mia madre prima di uscire. Ogni volta che la vedevopoteva essere l'ultima.

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claudia grey 4 Afterlife = Page 40 =Avrei tanto voluto apparire a lei e a papà. Immaginavo di fargli visita con la camicetta bianca e ipantaloni del pigiama a nuvolette nei quali ero morta e di infilare il braccialetto per ritrovare un corpo.Se lo avessi fatto, il mio più grande desiderio sarebbe stato quello di correre ad abbracciarli.Ma poi immaginavo il loro rifiuto e non lo avrei mai potuto sopportare.Già da qualche giorno, tra gli studenti si parlava dell'imminente gita a Riverton, ma non ci avevo fattomolto caso perché dubitavo che i miei amici volessero partecipare. Le gite eranoun'innovazione recente,un regalo agli studenti umani. Di solito i vampiri le evitavano, perché andare aRiverton significavaattraversare un corso d'acqua, cosa che a un vampiro procurava brividi, nausea ea volte un leggeroshock. Inoltre, tutto ciò che piaceva agli umani era automaticamente roba da sfigati, agli occhi deivampiri. Ormai l'unico umano che frequentavo era Vic, il quale, probabilmente, preferiva restare ascuola con Ranulf.Invece i miei piani stavano per cambiare.Dopo la lezione della mamma, mentre gli studenti affollavano i corridoi, cercai Lucas. Sentivo cheaveva bisogno di me e, dopo aver visto il tormento di mia madre, anch'io avevo bisogno di lui. Ma nonappena lo avvicinai, ecco la Bethany sbucare al suo fianco. — Signor Ross.— Signora Bethany — disse, gettando un'occhiata veloce verso di me. Aveva intuito la mia presenza eovviamente voleva proteggermi. Malgrado sapessimo entrambi che ero invisibile, qualcosa mi facevasospettare che quella donna potesse scoprirmi.Invece sembrava concentrata su ben altre questioni. — Non ho ancora visto il suonome nella listadegli iscritti alla prima gita fuori dal campus. Mi sembra di ricordare che un tempo certe uscite lepiacessero.— Sì, quando riuscivo ad attraversare un fiume senza che mi venisse da vomitare.— È un disagio passeggero — obiettò la Bethany. — Lo si può superare.Lucas si strinse nelle spalle. — Non vedo il perché.— Le confido un segreto, signor Ross. Il segreto di come ho imparato a sopportare di essere morta.Perché mai gli stava raccontando un fatto così privato? A giudicare dall'espressione, Lucas erasorpreso quanto me. — Ehm, okay. — Poi tornò vigile. — Certo, mi piacerebbe conoscerlo.— Sospetto che in questo momento lei stia cercando di dimenticare ciò che più le piaceva della vita. —La gonna della Bethany frusciava mentre la preside e Lucas si facevano largo trala folla che si aprivaper farli passare.— Di prendere le distanze da certe gioie, credere che non potrà goderne mai più. Ma è un errore.Lucas rallentò, preso dallo sforzo di capire. — Però non posso certo... non saprei, andare a prendere unbuon hamburger o a nuotare nell'oceano...— No. Certe cose ci sono negate. Ma sono certa che a Riverton troverà qualche motivo di interesse.Al nostro primo appuntamento eravamo andati al cinema, a rivedere un classico. Mi aveva compratola spilla nel negozio di antiquariato. Sarebbe stato divertente tornare in certiposti insieme. E pazienza sedovevo nascondermi, potevamo fingere che fosse una specie di "appuntamento al buio".Forse Lucas colse questa mia sensazione, perché annuì lentamente. — È vero. Posso andarci.La Bethany sorrise soddisfatta. — Non dimentichi la sua vita — concluse. — Non

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claudia grey 4 Afterlifevi rinunci più delnecessario. — Poi si raddrizzò e riprese il suo contegno formale.— Aggiungerò il suo nome alla lista di Riverton.— Grazie.Mentre andavamo a zonzo per i cortili, sussurrai: — Sono felicissima che tu le abbia detto di sì.— Assurdo vederla così socievole, eh? — Ovviamente si riferiva alla Bethany.Sì, era assurdo. Più che assurdo. Sapevo di doverle essere grata, perché a modo suo sembrava volesseproteggere Lucas, ma mi spaventava troppo. Non volevo più parlare di lei né pensare a lei. Meglioconcentrarsi sui bei momenti che ci aspettavano. — Già. Ma se vuol dire che possiamo tornare al cinema,mi va più che bene.Lucas rise e io mi gustai il piacere di essere soltanto una ragazza che non vedeva l'ora di andare al suoappuntamento.Avrei potuto viaggiare anch'io sull'autobus per Riverton seguendo Lucas dall'alto, ma considerammoche rischiavo di congelare i finestrini. Alla fine Lucas prese con sé la spilla,così che potessi raggiungerlouna volta arrivato a destinazione. Infilò nello zaino anche un maglione e un paio di pantaloni della tutacosì, se nel cinema fossimo stati gli unici alunni di Evernight, come al solito,sarei potuta tornare solida estare con lui come prima. Magari persino pomiciare con lui come prima. Ci speravo proprio.Per mezz'ora, dopo la partenza dell'autobus, fui presa dall'impazienza. Il temponon passava piùmentre, accanto a un gargoyle sul tetto, mi lasciavo attraversare dalla pioggia leggera. Era inutile andare = Page 41 =da Lucas prima che arrivasse a Riverton, ma ero ansiosa di raggiungerlo. Soprattutto desideravo tornarein quel cinema, il luogo del nostro primissimo appuntamento. Mi era così caro che riuscivo a immaginarenei dettagli tutte le decorazioni dorate alle pareti, i tendaggi di velluto rosso, i poster...Alt. Poteva darsi che l'avessi amato abbastanza da instaurare un legame con quelcinema? Era uno deiposti che potevo raggiungere quando volevo, che potevo "infestare" anche dopo morta?Pioviamoci. Svanii poco a poco, abbandonai il mondo materiale che mi circondavae immaginai ilcinema con tutti i particolari che riuscivo a rievocare. Cercai di dare forma a tutto: le porte e le finestre,la struttura stessa del teatro, con un atto di volontà presero forma.Ed eccomi là.Sì! Avrei alzato il pugno in segno di vittoria, se fossi stata solida. Il cinema non era cambiato neancheun po'. C'era il vecchio distributore dei pop-corn, una gabbietta di ottone con un cartello a striscebianche e rosse. E poi la moquette con i disegni a spirale, così spessa e morbida da farmi rimpiangere dinon poterci sprofondare con i piedi. Quella sera, a giudicare dal manifesto illuminato, davano Caccia alladro. Cary Grant, fascino assicurato, sentimento assicurato. Poteva andare meglio di così?Be', forse sì. Probabilmente un film del genere avrebbe attirato parecchio pubblico, lasciandoci pochepossibilità di stare soli. Mancava ancora mezz'ora allo spettacolo ma tanti posti erano già occupati daspettatori che lanciavano occhiate nervose verso la porta dove mi ero materializzata, dietro di me, inattesa di qualcuno...Poi capii. Riconobbi qualche volto. Compresa, in prima fila, Kate.La Croce Nera. Il terrore mi travolse così forte che pensai di essere diventatadi ghiaccio. Hanno capito

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claudia grey 4 Afterlifedov'è andato Lucas dopo essersi trasformato in vampiro, e quando faceva la spia aveva raccontato lorodelle gite a Riverton. E questo non è un gruppetto di cacciatori come quello cheKate ha portato aPhiladelphia: questa è una battuta di caccia in piena regola. Hanno occupato questo posto. Aspettano diintrappolarlo e ucciderlo.Sfrecciai fuori dalla hall, sapevo di aver congelato una porta a vetri ma non miinteressava. La CroceNera non cercava me. Se non lo avvertivo in tempo, avrebbero assalito Lucas un attimo dopo il suoingresso nel cinema. La sua forza e le sue capacità non bastavano contro una dozzina di cacciatori divampiri.Mentre percorrevo la strada che portava in piazza, però, notai che la pattuglia nel cinema nonlavorava da sola. Seduta dietro un separé della tavola calda con un piatto di patatine a cui non badava,c'era Eliza Pang, il capo della cellula di New York. E peggio ancora, nascoste in un vicolo vicino allapiazza, c'erano Raquel e Dana.L'autobus per Riverton si fermò e gli studenti cominciarono a scendere. Avevo occhi soltanto per Lucas,non badavo agli altri che ridevano e parlavano passandomi davanti senza immaginare che fossi lì.Lucas fu uno degli ultimi. Sembrava molto scosso, quasi debole. L'acqua doveva avergli fatto unpessimo effetto. — Tutto okay, tu? — gli chiese l'autista.— Sì. Vado a farmi un caffè. Così mi riprendo — rispose lui. Intendeva dire che nella caffetteria sarebbepotuto restare solo, almeno per un po', senza nessuno a disturbarlo. Pensava chelo avrei raggiunto alcinema e non voleva farsi vedere in quello stato.Non importa, basta nasconderti in un angolo qualsiasi, così ti metto in guardia! Nella caffetteria nonriconobbi nessun cacciatore, ma questo non significava che tra gli avventori nonce ne fossero. Sfrecciaisubito verso Lucas sperando di sussurrargli quel che dovevo prima che entrasse.E poi, all'improvviso, mi bloccai. Mi smarrii, cieca.In un istante avevo perso la capacità di scegliere la direzione in cui muovermi. Una trappola! pensainel panico, ricordando la tremenda scatola di Evernight, ma stavolta era diverso. Al posto dell'attrazionecostante e inesorabile, mi sentivo bloccata in un punto preciso. Era come la differenza tra sprofondarenelle sabbie mobili e restare chiusi in un ascensore. Be', un ascensore buio.Erano stati quelli della Croce Nera? Cercavano proprio noi? Cosa stava succedendo? L'unica certezzaera che una trappola, qualunque cosa fosse, mi impediva di avvertire Lucas del pericolo terribile checorreva.Poi vidi un cerchio luminoso aprirsi davanti a me, acceso come una pozza d'acquaal chiaro di luna.Con cautela sbirciai fuori... e vidi lo sguardo sbalordito di chi mi aveva catturata.— Bianca?— Patrice? = Page 42 =— ianca? — Patrice era stupita quanto me. Il suo volto pareva riempire il cieloo il soffitto oBqualunque cosa fosse ciò che vedevo sopra di me in quel luogo buio e senza forma. — Sei... sei diventatauno spettro?— Patrice, non ho tempo di parlarne adesso!— Ne abbiamo parecchio entrambe, visto che siamo morte — sbottò lei, e si rabbuiò. La vecchiaruggine tra vampiri e spettri si faceva sentire. — Un'eternità, direi. Spiegami

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claudia grey 4 Afterlifecome sei morta.— C'è la Croce Nera a Riverton e se non mi lasci andare subito, probabilmenteuccideranno Lucas etutti i vampiri che trovano, te compresa!La strana morsa viscida che mi bloccava si allentò così in fretta che mi sembrò di volare. Fu comeun'esplosione di luce, ma erano soltanto i lampioni del centro di Riverton, un bel contrasto rispetto al buioin cui ero stata rinchiusa. Riprendendo contatto con il mondo, capii che mi trovavo davanti a Patrice,che a sua volta era in un vicolo poco lontano dalla via principale. In mano aveva un portacipriaincrostato di brina. Probabilmente ero visibile, almeno un po': allungai una mano e vidi una debolissimasagoma grigia, le dita e il palmo. Chi non sapeva cosa cercare, non poteva vedermi.Patrice lo sapeva. Sbatté gli occhi, poi si scrollò di dosso l'incredulità. — Dove sono appostati? — chiese.— Dimmelo subito.— Al cinema. Nella tavola calda. Non so dove altro. Lucas sta andando alla caffetteria, dobbiamoraggiungerlo prima di loro.Patrice attraversò la strada di scatto, correva veloce come se ne andasse della sua esistenza anziché diquella di Lucas. La seguii, lentamente. Restare intrappolata mi aveva tolto energie, avevo bisogno ditempo per ritrovarle, il tempo che Lucas non aveva.Patrice raggiunse la caffetteria precedendomi di cinquanta metri. Più che aprirela porta vi si lanciòcon tanta violenza da attirare subito l'attenzione dei clienti. Tra loro c'era Lucas, seduto su un divanettodi velluto verde con la testa tra le mani. Guardò Patrice, che gli offrì una mano, un chiaro invito adandarsene.In quel momento i cacciatori mi coprirono la visuale.Kate. Eliza. Milos. Altri dieci o quindici che non conoscevo, tutti con la postura tipica dei militanti dellaCroce Nera. Qualcuno aveva sparso la voce che Lucas era in città e si trovava lì. Io e Patrice eravamoarrivate troppo tardi.Oh, no, pensai. Per favore, no.— Puntate — ordinò Kate. Il mondo mi crollò addosso, pesante e rigido come ferro. Era venuta auccidere suo figlio e il peso di ciò che stava per fare le spegneva lo sguardo. Mentre i cacciatoriimbracciavano le balestre, Lucas si alzò e andò verso Patrice, pronto a fuggire... e vide sua madre. Capìche stavano per attaccarlo e che non ci poteva fare niente.Perciò, toccava a me.Mi allungai in una striscia orizzontale, lunga e sottile, immaginai di trasformarmi nella lama affilata diuna spada e infine mi slanciai in avanti.— Fuoco! — esclamò Kate proprio mentre sfrecciavo tra i cacciatori. Probabilmente li colpii come unasecchiata di ghiaccio, agile e veloce, perché tutti urlarono e la maggior parte sparò alla cieca, sprecando ipaletti sul pavimento o conficcandoli nelle pareti. Uno sbriciolò la vetrata della caffetteria in una cascatadi vetro. Gli avventori cominciarono a urlare e i passanti in strada a perdere la testa.Lucas! Non lo vedevo. Avevo il bisogno disperato di controllare che stesse beneeppure dovevo ancheterminare l'opera prima che qualcuno si facesse male. Le mie forze non erano ancora salde, ma dovevofare il possibile.I cacciatori si stavano riposizionando. Qualcuno era rimasto travolto dal mio colpo, ma già sipreparavano a un nuovo assalto. Il primo pensiero fu quello di ripossedere Kate

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claudia grey 4 Afterlifee ordinare il cessate ilfuoco. Potevo farcela? Se la disperazione, come sospettavo, era la chiave, allora sì, potevo. Ma quando migettai verso di lei sentii qualcosa che mi ricacciava indietro, fino a fermarmi.Ma cosa... Poi vidi splendere sulle sue dita mezza dozzina di anelli di rame. Il rame, come tutti iminerali che si trovano anche nel corpo umano, respingeva gli spettri. La Croce Nera non conosceva = Page 43 =bene i fantasmi, a quanto ne sapevo, ma evidentemente Kate aveva scoperto abbastanza per proteggersidalle nostre incursioni. Potevo colpirla, ma non sarei mai più riuscita a controllare il suo corpo.Non mi restava che affrontarli uno alla volta.Mi scagliai verso il cacciatore più vicino. Per colpirlo con un pugno di ghiaccio dovevo riprenderefattezze più concrete, idea tutt'altro che buona: non soltanto mi sarei svelata a un sacco di studenti diEvernight, ma avrei anche offerto un nuovo bersaglio ai cacciatori. Era probabile che avessero studiatoqualche modo per colpireo distruggere gli spettri, dopo il nostro ultimo incontro.Preferii allora girare attorno al mio avversario, come una brezza che si trasformava in burrasca, efarmi sempre più fredda. Più aumentavo la velocità, più vedevo i suoi capelli e la barba coprirsi dighiaccioli. Gettò un urlo di dolore mentre la sua pelle si faceva azzurrina.Basta. Lo lasciai andare e lo sentii cadere, privo di sensi, per lanciarmi verso un altro cacciatore. Conla coda dell'occhio studiai gli altri combattenti: Patrice affrontava Kate e rispondeva ai suoi attacchi conuna ferocia che non le avrei mai attribuito. Anche Lucas era preso. Ruggì di rabbia mentre gettava aterra Milos. Le mie emozioni erano divise tra la contentezza di vederlo salvo e il terrore che per lui fosseun'occasione di uccidere, di commettere il peccato che non si sarebbe mai perdonato.Ma in quel momento la cosa migliore per aiutarlo era continuare a combattere. Micostrinsi di nuovo adiventare un turbine e a sferzare altri attacchi di freddo. Avvolsi una cacciatrice e anche lei crollòcolpita dal gelo, o dall'ipotermia, o qualunque fosse l'effetto dei miei poteri.Ne attaccai un altro, ma sentiiLucas gridare di dolore.Non riuscivo a concentrarmi. Terrorizzata, mi voltai e lo vidi a terra con le zanne scoperte eun'espressione mostruosa, mentre Milos stava per trafiggerlo con il paletto. Da un taglio sulla fronte diLucas colava sangue. Erano troppo lontani, non sarei riuscita a raggiungerli in tempo...Poi apparve Raquel, sbucata di corsa da una traversa, c gettò qualcosa sulla testa di Milos.Milos cadde in ginocchio, sorpreso. Sotto il mio sguardo incredulo, Raquel strillò: — Lucas, fuori di qui,subito!— Cosa diavolo fai? — gridò Kate. Ma era arrivata anche Dana, con una balestra puntata su Kate.— Basta — disse Dana. Era così scossa che le tremava la voce. — Adesso basta.In lontananza sentii ululare le sirene; qualcuno aveva chiamato la polizia.Lucas si rialzò a fatica, ancora stordito dal colpo ricevuto e accecato dall'istinto di combattere, diuccidere. Lo raggiunsi subito e gli soffiai una brezza fresca sulla guancia, misero tentativo di confortarloe di aiutarlo almeno a tornare in sé.Dietro di me sentii la voce di Kate vibrare di rabbia. — Ve ne pentirete, voi due.— Con tutti i rimorsi che ho — rispose Raquel, ancora ferma, immobile tra i cacciatori e Lucas — uno in

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claudia grey 4 Afterlifepiù cosa conta?— Maledetta. — In un batter d'occhio, Kate si spostò sulla sinistra e sfoderò la balestra. Dana le si gettòaddosso e deviò la traiettoria della freccia. Per fortuna non colpì Raquel né Lucas, ma andava drittaverso una studentessa di Evernight, un'umana che, rimasta senza parole davanti alla battaglia, maisarebbe riuscita a schivare il colpo in tempo.Il momento successivo non durò più di una frazione di secondo, ma fu come se lo vedessi alrallentatore. La freccia che fendeva letale l'aria. Lucas che balzava con tutta la sua forza e velocità divampiro verso la ragazza in pericolo. La collisione tra i due corpi, i capelli neri e lucenti di lei come unascia, la caduta a un paio di centimetri dalla freccia, che si conficcò sulla parete e affondò nel pannello dilegno.Le sirene si avvicinavano e la folla era sempre più numerosa. Dozzine di testimoni, cosa che la CroceNera odiava. Kate doveva aver dato un segnale, perché sentii i cacciatori darsela a gambe, correndo otrascinandosi meglio che potevano.Dana esclamò: — Lucas!Dal marciapiede dove era caduto insieme alla ragazzache aveva salvato, Lucas la guardò. Tremava dalla testa ai piedi e non le sorrise. Sapevo che,malgrado avesse zittito la sete di sangue pur di salvarla, rischiava ancora di crollare.— Aspetta ad avvicinarti — suggerì Patrice. Anche lei aveva visto che Lucas faticava a resistere. —Siete entrambe armate. La polizia penserà che state con quelli che ci hanno assaliti.— Abbiamo dato le dimissioni ieri sera, quando Kate ci ha annunciato che il prossimo obiettivo eraLucas — precisò Dana. — Certo, non è che glielo abbiamo detto chiaro e tondo.Raquel chiese: — Cos'era quel... ciclone di ghiaccio?— Io — risposi, ancora invisibile. Tutti sobbalzarono. = Page 44 =Dana, Raquel, ascoltate Patrice. Vi arresteranno, senon ve ne andate.— E stavolta non arriverà la Croce Nera a pagare la cauzione — sospirò Dana. — Cara Raquel, è ora diandare.Si avviò, ma Raquel esitava, cercando di scorgermi nell'aria. — Bianca...— Tutto bene — dissi. — Ho capito. — Il che non era proprio vero. Non sapevo bene cos'avesse placatoin Raquel la paura che l'aveva portata a tradirmi. Ma qualcosa doveva esserci,se lei e Dana avevanorischiato la vita e abbandonato la Croce Nera pur di proteggere Lucas. Per quel che ne sapevo, eral'unica cosa importante.Raquel seguì Dana di corsa e sparì dietro l'angolo appena prima che l'auto dellapolizia accostasse.Patrice si era allontanata da me e, quando mi voltai, vidi che si era infilata tra Lucas e la ragazza cheaveva salvato - era Skye Tierney, ora la riconoscevo - per evitare che le rimanesse troppo vicino.Aveva pensato e agito in fretta e forse lo aveva aiutato a non cedere. O più precisamente, aveva salvatola vita a Skye.Quando i poliziotti scesero dall'auto, Patrice bisbigliò a voce bassissima qualcosa che soltanto io eLucas riuscimmo a sentire: — Lasciate a me le spiegazioni.Nel giro di un paio di minuti capii perché Patrice si fosse fatta avanti in quelmodo. In un secolo emezzo aveva accumulato una certa esperienza nel dare spiegazioni apparentemente razionali a eventisoprannaturali. Con maestria, recitò la parte della ragazzina terrorizzata,

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claudia grey 4 Afterlifesicura di aver riconosciutocerti teppisti che organizzavano su internet di un'iniziazione o qualcosa del genere, ma non era unaspecie di leggenda metropolitana?Forse i poliziotti non credettero alla versione di Patrice ma alla sua paura sì e, cosa più importante,stabilirono che né lei né i suoi amici avessero contribuito a far scoppiare la rissa. Gli altri testimoni,compresa Skye, potevano confermarlo. Giunti a Lucas, l'unica domanda che gli fecero riguardava la suatesta, se avesse bisogno o no di un dottore.Riuscì a rispondere con la calma necessaria. Sapevo quanta fatica gli costasse, ma almeno per ilmomento era riuscito a vincere la sete di sangue risvegliata dal combattimento.Andati via i poliziotti, non vedevo l'ora di parlargli, di controllare che stesse bene... ma non ero l'unica.Skye gli si avvicinò, raggiante di eccitazione e sollievo. — Senti, è stato proprio strepitoso — esclamò. —Mi hai salvato la vita. Sul serio. Non so come ringraziarti.— L'importante è che stai bene — rispose Lucas, e malgrado il travaglio che lo affliggeva, abbozzò unsorriso. Skye si illuminò e mi resi conto all'improvviso di quanto fosse bella: capelli neri e lisci, occhiazzurri con lunghe ciglia, pelle perfetta, magra ma non emaciata...E all'improvviso non fui più così entusiasta che Lucas l'avesse salvata. Non chela volessi morta, maera una bella ragazza che probabilmente stava per prendersi una gran cotta per il mio fidanzato. Equesto non andava bene.— Credi davvero che fosse una gang? — chiese, dubbiosa. — Mi sembravano un po' vecchi.— Non si è mai troppo vecchi per essere stupidi. — Lucas non riusciva a guardarla negli occhi.Skye gli toccò l'avambraccio. Stavo per esplodere, ma poi disse: — Sono un po' scossa... vado achiamare il mio ragazzo, a casa... ma prima che me ne vada, grazie ancora. Sul serio.E all'improvviso la trovai molto più simpatica. Quando Lucas la salutò, gli sussurrai all'orecchio: —Tutto okay. Ce l'abbiamo fatta. Hai resistito, Lucas, vedi quanto sei forte?— Ho bisogno di stare da solo. — Si allontanò a grandi passi, avrei voluto seguirlo ma rinunciai. Suamadre aveva cercato ancora una volta di ucciderlo, c'era poco da meravigliarsi che quella piccolavittoria su se stesso non contasse nulla.Mentre lo guardavo andarsene, intristita, notai qualcun altro: Patrice, da sola su una panchina.Sembrava stesse controllando se si fosse strappata la gonna a fiori. Come al solito aveva combattuto contutta se stessa, ma senza rovinarsi l'acconciatura.La raggiunsi. — Grazie.— Bianca. — Patrice sollevò la testa, con lo sguardo lontano che vedevo sempre in chi mi parlavasenza vedermi. — Sei diventata uno spettro?— Si.Si accomodò sulla panchina, molto più a suo agio di prima. — Raccontami tutto. Comincia da quandotu e Lucas vi eravate lasciati. A questo punto suppongo che non fosse esattamente la verità.Non avevo mai confidato i miei segreti a Patrice, ma dopo che si era esposta in quel modo per noi,sapevo di potermi fidare. Così le raccontai tutto, nella maniera più concisa, dall'inizio della mia relazioneclandestina con Lucas alla nostra morte, per finire con il ritorno all'Accademiadi Evernight. Lei ascoltò = Page 45 =senza mostrare troppa compassione, dispiacere o tristezza per l'accaduto, ma anche senza giudicare. Con

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claudia grey 4 Afterlifetutti i sensi di colpa che mi toccava sopportare, fu un sollievo.Finito di spiegare, mi resi conto che anch'io avevo qualche domanda. — Perché mihai intrappolata?Come hai fatto?— Ho sentito che qualcosa mi seguiva. Certo, adesso so che seguivi Lucas, ma sentivo la tua presenza.Una presenza spettrale. Non ne ero certa ma ho deciso di reagire, se t'avessi sentita di nuovo. A voltemetti i brividi, lo sai?— Ma perché non hai paura di me come gli altri vampiri?Sulle labbra carnose di Patrice spuntò subito un sorriso. — I vampiri di solito reagiscono da stupidiquando sentono parlare di spettri. Mi hanno raccontato del panico dell'anno scorso, che mucchio disciocchezze. Sai che a New Orleans, quand'ero giovane, c'era una donna, Marie Leveau, che sapeva tuttodei vampiri, dei fantasmi, degli spiriti, eccetera? Dopo la trasformazione andaisubito da lei. — Guardòl'orizzonte come se cercasse di scorgere il passato. — C'era un uomo, che era morto e che volevorivedere... Be', riportare qualcuno in vita contro la sua volontà è una cattiva idea, a quanto pare.— Immagino. — Abituarmi all'esistenza da spettro era stato difficile, per me. Probabilmente per chiriposava in pace era molto peggio. — Lo hai intrappolato in uno specchio?— E alla fine ho rotto lo specchio per lasciarlo andare. — Tirò fuori dalla borsa il portacipria che avevausato per intrappolare me. Il ghiaccio si era sciolto e quando lo aprì, vidi chela superficie riflettente eraintatta. — Da allora ho imparato a liberare i fantasmi senza rompere gli specchi. È una noia doverlirimpiazzare.Ed ecco, in poche parole, Patrice: preoccupata dei cosmetici mentre trafficava sul confine tra la vita ela morte.— E quando usi lo specchio per intrappolarli, i fantasmi dove vanno?— Speravo che me lo dicessi tu — rispose. — Nello specchio, a quanto ne so.Per me era una sorta di limbo, uno spazio tra l'esistenza e la non-esistenza, mada quando erodiventata uno spettro i misteri come quello erano quasi all'ordine del giorno. Inoltre, al momento avevopreoccupazioni terrene molto più stringenti.— Sai, a Lucas farebbe comodo avere qualche amico a Evernight. E sarebbe carinose potesse parlarecon qualcuno. — In particolare con una ragazza, pensai. Lucas, Balthazar, Vic e Ranulf erano splendidi,ognuno a suo modo, ma frequentare soltanto loro, alla lunga sarebbe risultato unpo' stantio.— Non sono propensa a fare amicizia con i cacciatori della Croce Nera, a differenza di certa gente —replicò, sdegnosa. Ma vidi subito ammorbidirsi i suoi tratti rega- I i. — Tuttavia, immagino che Lucas nonstia più con loro. Perciò aiutarlo equivale praticamente a mandare a quel paese la Croce Nera.Non proprio un giuramento di amicizia eterna, ma poteva bastare.— E direi che mi sei mancata — aggiunse Patrice.Anzi, oggi pensavo proprio a te.— Davvero? — Che bella sensazione, mancare a qualcuno.— Hai sempre avuto gusti meravigliosi in fatto di gioielli d'antiquariato e volevo passare dal negozio diRiverton a comprare qualcosa da abbinare a questo vestito. Valeva la pena di attraversare il fiume, noncredi?Patrice non si fermava davanti a niente pur di avere il look perfetto e la cosa non mi infastidiva più: latrovavo divertente, comprensibile e, be', tipica di Patrice. — Okay, vengo con te. Tanto non mi vedranno.Sarò anche morta, ma non rinuncio allo shopping.

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claudia grey 4 AfterlifeSi rianimò: — Ah, questa me la faccio scrivere su una maglietta.Feci acquisti con Patrice, consigliandole un braccialetto portafortuna antico, ma se da una parte fupiacevole ritrovarla, dall'altra buttavo via del tempo. Nel negozio di vestiti non riuscii a non ripensare aquando ci ero stata con Lucas, durante uno dei nostri primi appuntamenti. Era così felice, mentreprovava cappottoni magnifici e cappelli assurdi, così spensierato. Così vivo.Non che lo amassi di meno perché era morto, come potevo? Eppure sapevo che la sua vitalità, uno deitratti di Lucas che amavo di più, era scomparsa.Quando gli studenti cominciarono a radunarsi nella piazza in attesa dell'autobusche li avrebberiportati a scuola, Lucas non si presentò. Soltanto Skye se ne accorse. Mentre gli altri salivano a bordo,andò dall'accompagnatrice e disse: — Manca una persona. Non vorrei che si fosse fatta male.— Ross? Sta bene. — L'autista, un vampiro, chiuse il discorso. — Prima mi ha detto che aveva un altropassaggio per tornare a scuola, stasera. Lo rivedrete domani.Skye non sembrò molto felice della notizia e potevo immaginare il perché. In unascuola normale, tuttisi sarebbero preoccupati della scomparsa di Lucas: anche a Evernight, se si fosse perso uno studente = Page 46 =umano, sarebbero cominciate le ricerche e le preoccupazioni. Gli studenti vampiri, invece, godevano dimaggiore indipendenza e si dava per scontato che sapessero cavarsela da soli.Speravo fosse vero.— Vai a cercarlo — sussurrò Patrice prima di salire sull'autobus. — Ci vediamo dopo.In fretta mi allontanai dalla piazza, verso il bosco che separava la cittadina da Evernight. Lontanadalle ultime case, nella brezza notturna, trovai la solitudine che mi serviva per concentrarmi.Immaginai la spilla che Lucas aveva comprato proprio a Riverton. L'ambra nera, la sagoma del fiore, lapietra che un tempo, viva, aveva pulsato nel cuore del legno.Tutto intorno a me turbinò come una nuvola di fumo, cambiò colore e prese un'altra forma. Nonraggiunsi subito Lucas, però: la spilla stava nella tasca del giubbotto che aveva gettato a terra nel bosco.La osservai da vicino e vidi che era sporca di sangue. Pensai che l'avesse macchiata durante ilcombattimento, ma poi ne vidi dell'altro, vicino alla giacca. Un procione morto.Un uccello morto, non sodi quale specie. Una volpe morta. I loro corpi non erano stati soltanto prosciugati, erano a pezzi. A farequella strage, una furia omicida che si era abbattuta su piccoli animali anzichésugli esseri umani.Non lontano, sentii una serie di colpi sordi contro il legno, sembrava una mazzao un'ascia. Strinsi laspilla, tornai solida e seguii il suono finché non trovai Lucas. Rimasto una maglietta, prendeva a cazzottiun albero come un pugile davanti al sacco.Mi avvicinai. Lucas mi ignorò come, forse, ignorava il mondo. Colpiva l'albero con tale forza da farlodondolare a ogni pugno. Atterrita, capii che si era straziato la pelle delle mani tanto da arrivare all'ossoche iniziava a intravedersi. Il dolore che sentiva a ogni colpo doveva essere tremendo, ma luicontinuava, instancabile.— Lucas! — Corsi al suo fianco e lo presi per un braccio. — Non puoi farti questo!Si fermò ma non mi degnò di uno sguardo. Il sudore gli bagnava la pelle, gli appiccicava addosso lamaglietta e gli luccicava sul viso al chiaro di luna. Lucas fissava l'albero come se lo odiasse. — Volevo

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claudia grey 4 Afterlifeucciderla.— È tua madre — dissi. — Ti ha tradito, è stato un colpo bassissimo... è normale arrabbiarsi.— E non soltanto lei. Volevo uccidere Dana e Raquel mentre cercavano di salvarmi. Ho desideratouccidere Skye mentre la proteggevo. Adesso ci ripenso e non ne vado fiero, non mi sento forte. Ce l'ho conme stesso perché non le ho uccise e non ho bevuto il loro sangue quando potevo, per questo mi odio e...Che rabbia. Che rabbia!Lucas diede un altro pugno all'albero e, a giudicare dalla potenza, aveva immaginato di sferrarlocontro se stesso.— Non farlo, per favore. — Gli presi le braccia e avvicinai la mano ferita allamia faccia. Era undisastro di ossa, tendini e sangue, sembrava uscita da un incidente d'auto. — Famale soltanto a vederla.— La sto torturando, non voglio che guarisca — replicò. — Invece guarisce. Sento le ossa ricomporsi giàmentre le spezzo. E torna com'era prima. Non riesco a farmi a pezzi. Non ho Vic d'uscita. Non ce ne sono.Aveva ragione. Allora gli gettai le braccia al collo e lo strinsi forte.Dopo un momento, Lucas ricambiò l'abbraccio. Tremava, come se la follia lo stesse abbandonando.Soltanto per un po', lo sapevo. Ma se quello era l'unico aiuto che potevo dargli, glielo avrei dato. Chiusigli occhi e sperai che l'amore potesse davvero sconfiggere la morte. = Page 47 =opo la serata a Riverton, Lucas si fece più silenzioso.DPiù chiuso. Continuava a cercarmi, a coinvolgermi in cose divertenti ma sapevamoentrambi che nellalotta disperata in cerca dell'equilibrio potevo aiutarlo solo fino a un certo punto.E ogni volta che si rialzava, che riusciva a trascorrere un paio di giorni felici consecutivi, arrivavaqualcosa a farlo crollare.Un giorno mi intrufolai con lui a lezione di matematica, corso che di solito evitavo perché l'avevoseguito l'anno precedente e mi era bastato. Come al solito, Lucas era seduto nelle ultime file, però adifferenza del solito non era isolato, bensì affiancato da un paio di ragazzi, vampiri magri e pallidi chebadavano più a lui che all'equazione sulla lavagna.Mi avvicinai e sentii Lucas mormorare: — Taci, Samuel, okay?Il più secco dei due vampiri, uno studente nuovo che, a quanto sembrava, si chiamava Samuel, rispose:— Non posso, lo sai anche tu. Senti anche tu l'odore.L'altro vampiro, che ridacchiava in silenzio in una maniera inquietante, indicòuna ragazza sedutadue file più avanti, con i capelli biondi tagliati corti.— Senti che profumino — sussurrò Samuel. — Niente di meglio di una ragazza con le mestruazioni.Non mi ero mai resa conto che l'olfatto dei vampiri percepisse odori come quello. Fui travolta da unavalanga di mortificazione retroattiva per ogni mese dei due anni che avevo trascorso a Evernight, e seavessi avuto un corpo sarei diventata rossa, anzi rosa shocking.Anche Lucas sembrava mortificato, ma non era quello il problema. Samuel e il suopauroso amico nonvolevano metterlo in imbarazzo, cercavano di stuzzicare la sua sete.Samuel si sporse verso il corridoio centrale, rischiava di rovesciare il banco, la bocca vicinaall'orecchio di Lucas. — Ti hanno trasformato quest'estate, eh, cacciatore? Scommetto che non hai ancoraucciso nessuno. Mai bevuto sangue umano fresco. Ma ti piacerebbe, o no?Lucas strinse forte il bordo del banco. Le nocche ancora piene di cicatrici sbiancarono. Fissava gli

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claudia grey 4 Afterlifeappunti che aveva preso ma era ovvio che non vedesse niente.— Ultimamente questo posto è diventato un banchetto assurdo — insistette Samuel. — Pieno di umani.Pieno di ragazze. Non hai voglia di un drink, Lucas? Oppure la Croce Nera ti ha fatto diventare troppomoralista per nutrirti da solo? — Pronunciò le parole Croce Nera come se avesse un cattivo sapore inbocca.— Chiudi il becco.Samuel abbassò la voce, ma non smise di parlare. — Morirai di fame. Ti verrà sempre più appetito e aun certo punto ti sentirai scavare dentro. Una bella ragazza come quella, magari... ti farà saltare i nervi.Un giorno crollerai, cacciatore. Un giorno ucciderai.Lucas chiuse gli occhi.Basta , decisi. Mi appiattii sulla porta, fredda e forte, e scivolai sotto il banco di Samuel. Poi lo rovesciai.Il vampiro crollò a terra, spargendo libri e carta ovunque, e tutti scoppiarono a ridere. La professoressaRaju incrociò le braccia. — Signor Younger, non imparerà mai a risolvere le equazioni finché il suoequilibrio rimarrà un'incognita. — Tipica battuta fiacca da insegnante che però riuscì a innescarequalche ghigno. Samuel si raddrizzò, furioso e imbronciato. Per almeno un paio di giorni avrebbe smessodi tormentare la gente.Lucas non si unì alle risate. La sete l'aveva conquistato e mi resi conto che stava spremendo almassimo la concentrazione e la forza di volontà per non attaccare la ragazza seduta due file più avanti.Al termine della lezione si alzò così in fretta da spingere via il banco. Samuele il suo amico inquietanterisero, e Samuel disse: — Che fretta, Lucas. Devi cambiare il Tampax?Un paio di vampiri risero, ma Skye si voltò dalla prima fila. — Volete lasciarlostare?— Non sono affari tuoi se questo imbecille non ci sta simpatico.— Ho già davanti il più grosso degli imbecilli, e non è Lucas.Mentre Samuel e Skye litigavano, Lucas prese le sue cose e corse fuori dall'aula. Lo seguii e riuscii astare al passo soltanto perché potevo volare sulla testa degli altri studenti. Lucas spingeva e sgomitava,andava sempre più svelto, ignorando tutte le occhiatacce. Era concentrato su unacosa sola: uscire. = Page 48 =Con le mani spalancò i portoni di legno dell'aula magna. Le foglie dorate e rossicce scrocchiavano sottoi suoi passi e capii che stava per mettersi a correre. Era pronto a svanire di nuovo nel bosco, uccideretutte le creature che poteva e a spappolarsi. No, pensai, disperata. Per favore, un'altra volta no!In quel momento apparve Balthazar, che sembrava essersi materializzato dal nulla. Doveva aversfruttato la velocità di vampiro per raggiungere Lucas. — Brutta giornata? — glichiese.— Togliti di mezzo — ringhiò lui.— No. — Balthazar lo afferrò per un braccio e lo riportò dentro scuola. — Tu vieni con me.— Cosa fai? — sussurrai furiosa nell'orecchio di Balthazar.— Impedisco che si riduca a brandelli.Proprio ciò che avrei voluto anch'io. L'unico rischio era quello di peggiorare la situazione. — Devestare lontano da qui. Dagli umani. Non capisci?Balthazar fece un sorriso tetro mentre procedevamo lungo il corridoio. Era strano vederlo trascinareLucas, ma a Balthazar sembrava non importasse nemmeno di compromettere tutto parlando con me adalta voce. — So che non ti fidi più di me, ma devi fartene una ragione.I due arrivarono a destinazione nella palestra di scherma. Non c'erano lezioni a

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claudia grey 4 Afterlifequell'ora ed eradeserta, gli attrezzi in ordine. C'era soltanto qualche materassino per terra, ma per il resto l'ambiente eraspoglio. — Okay — esclamai quando la porta si chiuse, mentre tornavo visibile. —Siamo lontani dallafolla, ti basta?— Sì — rispose Lucas. Sembrava sul punto di vomitare. — Lasciatemi solo, okay? Posso... lasciatemisolo e basta.— Un "no" era sufficiente — replicò Balthazar prima di dare un pugno in faccia a Lucas.Restai a bocca aperta. Lucas indietreggiò, con una mano sul mento. Guardandolo cupo, lottava permantenere l'autocontrollo, a un passo dal disastro.— Hai bisogno di sfogarti? — lo provocò Balthazar. Si levò il maglione e rimasein maglietta. — E allorasfoghiamoci.— Io non combatto. — La voce di Lucas tremava.Balthazar sorrise. — Allora mi toccherà spaccarti le ossa.Sferrò un altro colpo, ma l'istinto del combattenteebbe la meglio su Lucas. Bloccò il pugno e spinse Balthazar all'altro capo dellastanza. Ma in un istanteritornò ad affondare il pugno nella pancia di Lucas, che replicò con più forza rovesciandogli la testaall'indietro.— Ragazzi, basta! — gridai, ma Balthazar non mi ascoltava e Lucas non riusciva a sentire. Erano duevampiri, due mostri in lotta per la supremazia, e al mondo non importava nient'altro.Pugni. Sangue. Sudore. Si gettavano uno addosso all'altro come animali. Fuori dime, cercai il modomigliore per fermarli e lo trovai. Bene, è ora di congelare la stanza. Ma un istante prima di farlo, capiicosa stesse succedendo davvero.Negli occhi di Lucas non c'era più quello sguardo sconvolto. Lucido, osservava l'avversario come sefosse di nuovo in missione per conto della Croce Nera. Tutti i pugni andavano a segno, i movimenti eranostudiati. Combattere così, contro un avversario forte quanto lui, dava sfogo all'energia disperata cheaveva dentro.Non avevo idea di cosa ci guadagnasse Balthazar, ma non perse il sorriso da pazzo nemmeno quandoLucas gli diede un calcio in faccia che lo gettò a terra, pancia all'aria.Balthazar rise, portandosi due dita alla bocca e guardando il sangue. — Soltantoun bovaro della CroceNera si abbasserebbe a tirare un calcio nei denti.— Soltanto un cadavere mezzo marcio me lo lascerebbe fare. — Lucas era quasi incredulo, avevafatto una battuta. Di punto in bianco la rissa terminò.Dopo qualche secondo di silenzio, chiesi: — Lucas, stai bene adesso?— Sì. — Ci pensò su e si rivolse a Balthazar. — Sì. Ehi, grazie.Balthazar disse: — Se ti capita un'altra volta e hai bisogno di lasciarti andare, cercami. Possiamo usarei guantoni. Il fioretto. Quel che serve. Aiuta, vedrai.Lucas non sembrava convinto ma annuì. Gli offrì una mano per farlo rialzare. Quando incrociò il miosguardo, Balthazar sorrise, tanto compiaciuto da irritarmi. — E tu non mi ringrazi? Oppure non vuoiammettere che su qualcosa avevo ragione io?— Ti sei divertito — ribattei.Balthazar si strinse nelle spalle, non poteva negarlo. Prese il maglione da terra. — Faccio una docciaprima di andare a lezione. Ci vediamo dopo.Rimasto solo con me, Lucas disse: — Bianca, scusa.— Per cosa? = Page 49 =— Per essere crollato così, davanti a te.

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claudia grey 4 Afterlife— Non sei crollato. Sei riuscito a controllarti.— Balthazar è riuscito a controllarmi.Aveva ragione, ma era il caso di concentrarsi sui dettagli positivi. — Adesso stai meglio. Lo sento. — Sìche stava meglio. Anzi, con il sudore luccicante sulla pelle, i capelli arruffati e la divisa stropicciata, erasexy da impazzire.Se soltanto potessimo toccarci senza che in lui si scateni l'impulso di mordermi, pensai. Conoscomaniere migliori di fargli bruciare un po' di energie.— Sto... bene. — Lucas si raddrizzò. — Era da parecchio che non mi sentivo cosìcalmo. Come se ilrumore bianco che avevo in testa si fosse zittito e riuscissi a pensare davvero.Scherzando, replicai: — Magari è il momento migliore per fare i compiti di psicologia.— Anzi, sai una cosa? — Lucas indietreggiò e si aggiustò il maglione. — È il momento migliore per fareuna bella irruzione nella stazione di posta.— Alt. Cosa?— La Bethany ha disseminato trappole per spettri in tutta la scuola, o no? Non sarai al sicuro finchénon scopriamo dove le ha piazzate e perché. — Sorrise e per un istante fu il ragazzo che conoscevo: bello,aggressivo e sempre pronto a combinarne una grossa. — Ti va di scassinare un po'?— Aspettiamo almeno che si allontani dalla scuola. Oppure che sia in classe. Nonmi pare che faccialezione, a quest'ora. È pericoloso — protestai, mentre Lucas scendeva le scale.— Sarà sempre pericoloso. Almeno adesso riesco a concentrarmi su quello che faccio. Aumenta lepossibilità di successo.Non ero del tutto convinta ma Lucas aveva ragione, e per di più la decisione di provarci sembravairrevocabile. — Ti faccio da palo. Se arriva butto dei sassi sulla finestra, o qualcosa del genere.— Buona idea. — Lucas sorrise e in quel momento fu come se stessimo vivendo unagrande avventurainsieme, come quando ci vedevamo di nascosto all'inizio della nostra storia. A quanto pareva, ancheforzare una porta poteva essere molto romantico, nelle circostanze giuste.I cortili sembravano deserti. Lucas stava saltando la lezione. Non era certo l'unico a farlo e i professorichiudevano un occhio quando un vampiro non si presentava in classe. L'unica differenza era che disolito gli assenti si dedicavano a svaghi un po' più fantasiosi che gironzolare all'aperto. Al suo cennosfrecciai verso la stazione di posta della Bethany e ci girai intorno. Sbirciai a tutte le finestre, velandoappena qualche vetro con del ghiaccio. Dentro non c'era nessuno. — Via libera.— Okay. Bada che non arrivi qualcuno.Lucas si avvicinò a una delle finestre laterali. Lo vidi armeggiare con l'intelaiatura di ferro chesosteneva il vetro, la tirò e spinse fino a staccare il listello superiore. A quel punto fu facile rimuovere glialtri tre e infine il rettangolo di vetro. A quanto sembrava, la Bethany non cambiava le finestre da un belpo'. Lucas mise da parte i pezzi che aveva smontato, infilò una mano all'internoe aprì la serratura,spostando svelto la piccola schiera di violette africane. Poi si issò sul davanzale e, con un salto elegante,eccolo entrare in casa della signora Bethany.Fu molto più veloce e preciso rispetto a quando ci avevo provato io. Mi consolaipensando che avessesfruttato anche i suoi poteri di vampiro. Pensai di dirgli, per scherzo, che in fondo aveva un bell'istintocriminale.Dalla finestra lo guardai andare all'altro capo della casa, verso la scrivania

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claudia grey 4 Afterlifedove probabilmente eracustodito il materiale che riguardava la caccia ai fantasmi. Costeggiavo i muri,ansiosa di tenerlod'occhio e di controllare che la preside non arrivasse. Ma a un certo punto, rieccola. L'attrazione.Una trappola! Prima di andare nel panico, capii che non era come quella in biblioteca o che forse,nonostante fossero trappole uguali, c'era una barriera che mi proteggeva dalla caduta, forse il tetto o lepareti a prova di spettro. A quanto sembrava, la Bethany teneva le trappole in casa sua prima diinstallarle all'interno dell'Accademia.Benché non mi avesse catturata, la forza della trappola era irresistibile. L'attrazione mi investì in pienoe all'improvviso mi sentii lenta, pigra, deconcentrata. Come se avessi la febbrealta, nulla aveva senso eogni movimento sembrava richiedere troppi sforzi.Con il filo di concentrazione che mi restava, vidi Lucas sfiorare con la mano qualcosa, sulla scrivania:un'altra scatola a forma di conchiglia, uguale a quella che aveva trovato in biblioteca. Forse era lastessa, mi aveva detto che la parete danneggiata era stata riparata immediatamente. Chiuse subito lascatola e le vertigini scomparvero. Tuttavia, stavo ancora malissimo, la vicinanza di una trappolafunzionante riusciva a prosciugarmi. = Page 50 =Per un momento ebbi la tentazione di svanire, di riposare almeno un po', ma rischiavo di stare viatroppo tempo. Raccolsi tutta la mia forza di volontà e ripresi lucidità quanto bastava per tornare alpresente.Appena in tempo per vedere la Bethany che si avvicinava.Mi gettai contro la finestra con tanta forza da farla vibrare. Lucas alzò gli occhi dalla scrivania, vigile,ma era già troppo tardi. Riuscì appena ad alzarsi, prima che la Bethany entrassein casa e nello studio.Si fermò sulla soglia. Per un momento restarono a guardarsi, ai lati opposti della stanza. L'orrore mi fecerabbrividire, tanto che temevo di essermi trasformata in ghiaccio puro. Lucas sembrava in preda al maldi mare.Adesso lo attacca, o come minimo lo espelle dall'Accademia. Non avrei dovuto chiederglielo. Non avreidovuto permetterglielo.Prima che mi lanciassi verso la scuola in cerca d'aiuto, la Bethany disse, senzascomporsi: — SignorRoss, tutto sarebbe molto più semplice se lei si limitasse a chiedermi cosa le interessa sapere.Lucas non si rilassò, non si mosse. Continuava a guardarla negli occhi, pronto adifendersi o adattaccare. — Subito che me lo direbbe.— Ne dubita. — La Bethany posò le sue cose e si accomodò su una sedia di legno. Vicino a lei c'eraun'altra sedia, vuota, un invito silenzioso a Lucas. — La Croce Nera insegna a dubitare di tutte le novità,a fidarsi soltanto delle regole. Cosa fare, sacrificarsi o no, stabilire chi è un mostro e chi non lo è.Lucas digrignò i denti, pensava senza dubbio a quando Kate l'aveva attaccato.— Hanno preteso tanto da lei, e in cambio cos'ha ricevuto? Niente, a parte qualche brutto vizio, comequello di entrare di nascosto nelle case degli altri.A voce bassa, Lucas replicò: — Non mi mandi via dalla scuola. — Quelle parole dovettero costargliparecchio, lui odiava implorare.— L'immunità di Evernight la protegge — rispose la Bethany. La sua voce era stranissima e sulle primenon riuscii a trovare la differenza, ma poi capii che sembrava quasi...

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claudia grey 4 Afterlifeaffettuosa. — Non intendo punirlasoltanto perché si è comportato nell'unica maniera che conosce. La Croce Nera l'ha abituata a esseresempre subdolo. C'è un modo migliore di condurre gli affari. Spero che qui lo imparerà.Sì, l'Accademia di Evernight era la casa dell'onestà, a parte il fatto che gli studenti umani ignoravanoalla grande che i loro nuovi amici fossero vampiri.Vidi l'espressione di Lucas cambiare, diventare meno guardinga. La Bethany avevadetto proprioquello che lui voleva sentire.Cosa ancora più incredibile, forse era stata sincera.— Mi dica. Mi spieghi cosa stava cercando.— Informazioni siigli spettri.No, Lucas! Non riuscivo a credere che stesse per rivelarle il nostro segreto.Invece aggiunse: — Ho sentito che l'anno scorso davano la caccia a Bianca. Non capisco perché siamorta. Se c'entravano qualcosa loro, voglio saperlo. E voglio vendicarmi.La Bethany si raddrizzò, chiaramente lieta di aver trovato uno spirito affine. Lucas l'aveva convintache avevano un obiettivo comune, dare la caccia agli spettri. Probabilmente era l'unico modo diconvincerla a spiegare. Avrei dovuto fidarmi di più di Lucas.La Bethany indicò la sedia vicino a sé e lui andò a occuparla. — Quello che so èche gli spettricredevano di poter rivendicare diritti sulla signorina Olivier — spiegò la Bethany. — Lei è al correntedelle circostanze in cui nacque Bianca?— La storia per cui due vampiri non possono mettere al mondo un figlio senza l'aiuto degli spettri? Sì,me l'ha raccontato proprio lei.— Sembra una favola — commentò la preside. Lucas le rivolse uno sguardo perplesso. — Immagino chequella guerriera di sua madre non abbia sprecato tempo a raccontarle le storie dei fratelli Grimm. Lebasti sapere che di solito la madrina magica del neonato cela una maledizione tra i suoi doni. E questovale anche per gli spettri. Bevvero il sangue di Celia, e diedero a Celia e Adrian la possibilità temporaneadi creare la vita.Lucas ci pensò su. I suoi occhi verde scuro fissavano la finestra. Non poteva vedermi, ma sapevabenissimo dove fossi. — Perciò sua madre e suo padre hanno sempre saputo che sarebbe andata così.— Per la precisione, i suoi genitori erano certi che alla lunga Bianca avrebbe onorato le proprie originivampi- resche compiendo l'omicidio necessario a completare la trasformazione. Sapevano che l'unicaalternativa era la sua morte.— Essere una ragazza normale...— Non è mai stata una possibilità — completò la Bethany, con freddezza. — Bianca ha avuto in donouna vita limitata. = Page 51 =Crollai a terra e la nebbia disegnò l'ombra del mio corpo. Se qualcuno fosse passato in quel momento,probabilmente mi avrebbe vista, ma non mi interessava. Avevo bisogno di reggermia qualcosa di solido.Non perché le parole della Bethany mi avessero ferita, al contrario, sembravano assurdamente einnegabilmente giuste. Rimasi così sbalordita dalla mia stessa reazione che misentii privata di qualcosa.La voce della Bethany si fece più delicata. — Pessima notizia, vero? Ma sono convinta che col tempoquesta consapevolezza placherà il suo dolore. Salvarla era impossibile, signor Ross. Lei non è stato l'unicoa esporla al pericolo. Non lo accetteranno mai, ma anche i suoi genitori sono responsabili.

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claudia grey 4 Afterlife— Neanch'io lo accetterò.— Lei continua a credere che la morte sia la cosa peggiore che possa capitare. Non è così.— So che c'è qualcosa di peggio che morire — replicò Lucas, scandendo le parole, rauco. — È quello chesiamo noi.— Lei ha nostalgia della vita. — Immaginavo che volesse spiegargli che era una pazzia, nessunosembrava più felice di lei di essere un vampiro. Invece la Bethany aggiunse, conun filo di voce: —Anch'io.Lucas disse: — Non passa mai, eh?— Non è quello che ho detto.In me lo sbalordimento prese il posto della malinconia. Ridiventai trasparente per sbirciare ancora unpo' dalla finestra: la Bethany stringeva la spalla a Lucas, con le unghie laccate di smalto rosso scuro incontrasto con il maglione nero di lui. Lucas si lasciò toccare.Ma... ci sta provando? Mi rifiutavo di crederci, non era da lei un gesto del genere. Tuttavia, non sipoteva negare che tra i due fosse nato qualcosa, un legame, e che la Bethany, almeno in quel momento,sapesse mettersi meglio di me nei panni di Lucas.In silenzio gli diede una pacca sulla spalla. Lucas obbedì alla richiesta muta esi alzò in piedi. LaBethany lo accompagnò fuori dalla stazione di posta senza neanche lamentarsi dell'effrazione, e andòcon lui fino alla scuola. Lo lasciò soltanto quando furono nell'aula magna. Qualche studente che ripassavali notò e prese atto con sorpresa che Lucas fosse diventato il cocco della preside. Chissà se gli altrivampiri avrebbero reagito snobbandolo o prendendolo ancora più di mira.— La lezione di inglese chiama — disse lei. — Voglio sperare che abbia letto lepagine assegnate.Lucas rispose: — Ho letto Il giovane Holden per conto mio un paio d'anni fa, in realtà.— Ma certo. Ovviamente lei è autodidatta. Cosa ne pensa?— Che Holden Caulfield è uno sfigato piagnucolone con un sacco di tempo da perdere.La Bethany abbozzò un sorriso. — Formulerei quest'opinione con più delicatezza, ma le confesso che lamia analisi è in sintonia con la sua. Il che significa che la interrogherò. Si prepari. — Controllò l'orologiod'oro vecchio stile che portava al polso. — Ha ancora qualche minuto, se vuole fare una doccia —aggiunse, e a giudicare dal tono di voce si trattava di un consiglio da seguire senza protestare troppo.La signora Bethany andò per la sua strada e Lucas scattò subito ai piani superiori per eseguire l'ordine.Sorrise, sorrise davvero, di cuore. Mi sentii quasi gelosa, più nn'intrusa che la sua compagna, finché nonsussurrò:Ma ci credi?— In effetti hai sudato un po' combattendo contro Balthazar.— Ma no, ci credi che mi ha lasciato andare così?— No. Ma del resto sei parecchio affascinante.— Non è il fascino il mio punto forte.— Non sono d'accordo. — Con prudenza, aggiunsi: — Sai che non ti devi fidare dilei, vero?In silenzio, Lucas raggiunse il piano del dormitorio che ospitava la sua stanza.Alla fine, sulla porta,disse: — Me l'ha fatta passare liscia, contro ogni previsione.— Odia parecchio la Croce Nera e ho capito che le dispiace per te dopo quello che è successo con loro,ma... le trappole, Lucas. Vuole catturare i fantasmi come me. Una trappola mi haquasi ucciso.— Forse ha soltanto paura di una cosa che non capisce — protestò mentre si toglieva il maglione e la

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claudia grey 4 Afterlifecamicia, che gettò sul pavimento sopra gli asciugamani umidi lasciati da Balthazar dopo la doccia. —Bianca, tu stessa sei uno spettro, ma hai ancora paura dei fantasmi. Non è una reazione cosìirragionevole.Faticavo a immaginare che la Bethany potesse avere paura di qualcosa. Eppure, Lucas non sisbagliava del tutto, al suo riguardo: lo aveva consolato meglio e più dei suoi amici, me compresa.Nonostante questo, però, non potevo fidarmi di lei. Non ancora. — Non le dirai niente di me, vero? Chesono uno spettro, che sto qui con te?Sul volto di Lucas apparve un'espressione strana. — Ma scherzi? Certo che no.Il sollievo mi inondò. — Quindi non ti fidi di lei. = Page 52 =— Non so se mi fido o no. Ma se ci sei tu di mezzo, non voglio rischiare più del necessario. I tuoi segretisono i miei segreti, Bianca. Non dubitarne mai.Gli sfiorai la guancia con un soffio d'aria fresca, lui chiuse gli occhi e sorrise.Sembrava essersi ripreso alla perfezione, quindi proposi: — Sai, mi rendo conto che non possiamostare... davvero insieme...Lucas aprì gli occhi e il sorriso scomparve.Prima che si scusasse, continuai: — Però non succede niente se ti guardo mentre fai la doccia.Rise forte.Per dieci minuti restai a godermi una vista grandiosa. Tuttavia, dal primo all'ultimo secondo, nonriuscii a concentrarmi sull'immagine di Lucas: stupendo, bagnato e nudo. Un pensiero aveva fatto brecciae non riuscivo a scacciarlo.È come se chiunque potesse aiutarlo almeno un po', ma non io. Io mai. = Page 53 =edere Lucas sotto la doccia mi mandò in tilt il cervello.VLo lasciai andare a lezione, ma l'immagine dei muscoli del suo petto e delle gambe e l'acqua chescorreva tra i capelli dorati e sulle labbra carnose, mi fece ricordare quello che c'era stato tra noidurante le poche settimane di vita insieme a Philadelphia, e risvegliò la mia voglia di stare con lui. Eraun desiderio diverso, ora che non avevo più un corpo vivo, ma ciò non significava che fosse diminuito.E bramavo la nostra intimità. Io lo avevo aiutato a non perdere il legame con ilmondo, proprio comelui aveva fatto con me; se indossavo il braccialetto che mi aveva regalato non eravamo obbligatiall'astinenza eterna. Oppure sì? Sarebbe riuscito a controllarsi, a non mordermi, durante i momenti dipassione?Lucas non aveva più cercato un contatto dopo il nostro primo e terribile tentativo. Considerato iltrauma che aveva provocato a entrambi, rispettavo il suo bisogno di tenersi a distanza e sapevo che miamava comunque. Forse esageravo, però. Forse dovevo essere io a fare la prima mossa.Al calare della sera, sgattaiolai nel dormitorio dei ragazzi, fino alla stanza di Vic e Ranulf. Stavanocenando insieme, rilassati ma silenziosi. Ranulf beveva sangue da una tazza degli Eagles, Vic divoravaun sofficino scaldato al microonde. Quando mi vide apparire, sorrise e salutò: —Ehi, Bianca! Che belloche sei passata. Stavamo per guardare un film di Jackie Chan. Uno di quelli vecchi in cui spacca, non laroba americana che fa ridere.— In tutte le sue incarnazioni, spacca sempre qualcosa o qualcuno — lo interruppe Ranulf. — Continuo

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claudia grey 4 Afterlifea non comprendere del tutto perché ciò sia un merito.— Spacca, sempre e comunque — confermò Vic. — Negli anni Settanta spaccava ancora di più. Ci faicompagnia, Bianca, così lo vedi coi tuoi occhi?— In realtà speravo che chiedeste a Balthazar di farvi compagnia. Per un paio d'ore, magari.Vie annuì, ammiccando. — Ah, è il momento della cravatta sulla maniglia, allora.— Quando Ranulf loguardò perplesso, aggiunse: — Bianca e Lucas vogliono stare da soli.— Ora colgo il simbolismo della cravatta sulla maniglia.— Alt, no — esclamò Vic. — Non è questo il senso. Almeno, non credo...La conversazione stava per degenerare. — Ti va di andare tu a chiederglielo? Mi farebbe davveropiacere.Vie sorrise. — Consideralo già fatto.Dieci minuti dopo, quando salii in camera di Lucas, lo trovai solo: Vic e Ranulferano già passati aprendere Balthazar. Lucas era circondato dai libri, come fosse nel pieno dell'ultima studiata prima degliesami. — Caspita — osservai mentre riprendevo forma. — Si è abbattuto uno tsunami di compiti o cosa?— Studiare aiuta — rispose Lucas a bassa voce. — Mentre studio riesco a concentrarmi su qualcosache non siano i miei pensieri.I libri, i fogli e il computer davanti a lui sembravano diversi, adesso. A un tratto lo rividi tra icacciatori della Croce Nera, circondato dalle sue armi. La scoperta della brama di studiare era un modocome un altro per difendersi, stavolta dai demoni interiori.Speravo di potergli offrire un'alternativa. — Puoi fare una pausa?Lucas alzò lo sguardo, i suoi occhi erano così verdi e liquidi che quasi mi fecesciogliere. — Per te?Sempre.— Siamo soli. — Gli accarezzai i capelli. Lui chiuse gli occhi, godendosi il contatto. — Posso tornaresolida per un po'. Magari potremmo... provare un'altra volta a stare insieme?Restò in silenzio per qualche istante. Con la mano strinse la mia e di nuovo sentii la sensazioneeffervescente che mi dava il contatto con lui quando non ero concreta al cento per cento. Un frescodelizioso che sprigionava piccole vibrazioni di piacere dentro di me. Mi sporsi a baciarlo, ma prima chele nostre labbra si sfiorassero, lui disse: — Meglio di no.— Lucas... perché? — Non mi sentivo rifiutata, lo sentivo irradiare desiderio eamore per me. Perciò noncapivo cosa potesse separarci. — Lo so, l'ultima volta è andata male, ma adesso sappiamo cosa succede.Cos'è lecito e cosa no. — Al momento, le cose lecite erano molto più interessanti di quelle vietate.— Il bisogno di sesso e quello di sangue... sono intrecciati, Bianca. Lo sono sempre stati, per noi. = Page 54 =— Ma non è la stessa cosa. — Gli baciai la fronte, la guancia, l'angolo della bocca. Lui fece un sospiro,secco, e sentii che il suo desiderio era grande quanto il mio, forse ancora di più. — Sai che bere il miosangue ti fa male. Che forse potrebbe distruggerti. E questo significa che non perderai il controllo, che nonmi morderai.Lucas strinse forte le mie mani e mi guardò negli occhi. — So che bere il tuo sangue potrebbedistruggermi — confermò. — Proprio per questo ti voglio mordere.Calò il silenzio, pesante e orribile come quella nuova certezza. Sapevo che Lucas era in difficoltà manon mi ero resa conto che il suo desiderio di autodistruzione fosse ancora così immediato e forte.Dovevo avere un'espressione annichilita, perché Lucas aggiunse: — Oh Dio, Bianca, scusa. Scusa

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claudia grey 4 Afterlifedavvero.— Hai detto la verità — riuscii a rispondere. — È la cosa più importante.Mi abbracciò più forte che poteva, malgrado il mio stato semisolido. — Ti sogno a occhi aperti, sempre— sussurrò lui tra i miei capelli. — Sempre. Se non riuscissi a ricordare com'era stare con te, non so cometirerei avanti. Ma a volte penso che... se potessi farla finita, una volta per tutte, mentre sto con te, ecco, èla cosa più simile al paradiso che posso immaginare.— Lucas, no.— Non ti farei mai una cosa del genere — continuò. — Mai. Ma... Bianca, non possiamo.Annuii e accettai che tra noi ci fosse una barriera. Non era per sempre, bastavache Lucas imparasse acontrollare la sete di sangue e il terribile disprezzo per se stesso che la Croce Nera gli aveva inculcato.Ma quanto dovevamo aspettare?Ci sarebbe mai riuscito?Come se mi leggesse nel pensiero, Lucas disse: — Verrà il giorno.— Verrà il giorno — ripetei, una promessa a lui e a me stessa.Più tardi, in piena notte, ancora presa dalla sconforto e dalla preoccupazione per Lucas, fluttuai finoall'aula magna. A quell'ora era deserta, persino i vampiri dormivano.A quanti vampiri non riesce la transizione? pensai. Quanti cedono agli impulsisuicidi, alla sete disangue o a entrambe le cose? Sospettavo che fosse un numero più alto di quanto mi avessero lasciatointuire i miei genitori. Tornò la nostalgia, violenta e improvvisa. Non solo mi mancava la loro presenza,ma sentivo che, se fossimo riusciti a parlare davvero, senza più bugie, magari avrei capito come aiutareLucas a sopportare il suo fardello.Forse fu l'intensità della concentrazione, il modo in cui mi isolai nei pensieri, o forse fu un trucco delluogo in cui mi trovavo, perché le trappole, le barriere e i passaggi segreti diEvernight creavano unasorta di architettura spirituale nella pietra... Comunque fosse, mi accorsi di colpo che non ero sola.Percepivo gli spettri.La loro presenza era più nitida che mai. Oltre a sapere che c'erano, riuscivo a farmi un'idea di quantifossero, almeno una dozzina. Spiccavano nella mia coscienza, ognuno come un'entità distinta ma ancheparte di un tutto, come le stelle nel cielo, punti di luce che formavano costellazioni. Era come seall'improvviso avessi scoperto il cielo notturno, come se per una vita lo avessiignorato, per restarne dipunto in bianco sbalordita.Con la differenza che le stelle erano splendide e pacifiche, mentre ciò che percepivo attorno a me eradisperazione e pazzia. Anziché l'entusiasmo, sentivo la morsa gelida della paura.Alcuni spettri solitari restavano compressi nelle crepe più sottili tra pietra epietra, in preda ai crampie alla sofferenza. Quelli intrappolati erano i peggiori, perché da loro non sentivo arrivare nient'altro cheterrore puro. Erano diventati soltanto lunghe grida senza parole.Poi ce n'erano altri, stretti gli uni agli altri, come per farsi coraggio.E di nuovo cominciarono le apparizioni.Vidi immagini della Bethany proiettate nei miei pensieri come un film sullo schermo. Qualcosa lafaceva a pezzi, letteralmente, vividamente, ossa e tendini e sangue e budella, la cosa più disgustosa cheavessi mai visto. Mi sentii stringere la gola, quasi soffocavo, ma l'immagine miriempiva la mente, ormai,e non riuscivo a scacciarla.I Cospiratori, così li ribattezzai, ripeterono: Aiutaci.Oppure? Oppure avrebbero attaccato in quel modo le persone che amavo? Oppure

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claudia grey 4 Afterlifesarebbero venuti acercare me? Cosa poteva fare un fantasma a un altro fantasma? Non ne avevo idea,ma sospettavo chele possibilità fossero terribili, collegate alla distruzione raccapricciante della Bethany.Aveva la bocca aperta, la mascella lussata, ma l'urlo disperato che sentivo era il mio...Poi uno squarcio di luce si aprì nel sogno. La Bethany svanì e le "stelle" sparirono come fosse l'alba. = Page 55 =Quando ritrovai la vista, capii che al mio fianco, nell'aula magna, c'era Maxie.La sua camicia da nottebianca svolazzava appena, mossa da una brezza invisibile, e sembrava facesse parte della nebbia chevedevo fuori dalle finestre.— Mi hai salvata — dissi.— Li ho scacciati. È il massimo che posso fare. — Mi guardò perplessa, come se fosse strano che leisalvasse me da qualcosa. — Sei tu quella con i superpoteri, nel caso non l'avessi ancora capito.Cos'altro poteva fare un fantasma a un altro fantasma? Quella paura, nuova e netta, mi controllavacon la stessa potenza dei Cospiratori di poco prima. Guadagnai tutto l'equilibrio che potevo, diventai unpo' più concreta.— Quelli sono gli... scagnozzi di Christopher? Scagnozzi fantasma? O cosa?— Christopher non c'entra niente — ripose Maxie. — Ed è un peccato per loro. Sono troppo legati almondo degli umani per accettare l'esistenza da fantasmi.— Odiano Evernight — spiegai. — Odiano la Bethany. Perché non se ne vanno?Maxie incrociò le braccia. — Continui a credere che tutti noi sappiamo fare quello che sai fare tu.Invece no. La maggior parte degli spettri non può scegliere dove andare come te,o come me. Hannoseguito le loro ancore umane fin qui perché il legame era forte ed è solo l'istinto che impedisce loro diabbandonare questo posto. Non ragionano, punto e basta. Sono soltanto emozioni che agiscono alla cieca.— E cos'è che li tormenta?— È la fine che facciamo tutti, se non stiamo attenti.Azzardai: — Nel senso che rischiamo di... impazzire?— Perdiamo l'equilibrio. La stabilità. Succede a chi vive nel mondo degli umanisenza farne parte. —L'occhiataccia che mi diede lasciava intendere che io stessa stavo andando in quella direzione.— Tu frequenti Vic sin da quand'era piccolo — obiettai. Vic era il suo punto debole e pazienza se erocostretta a sfruttarlo.Abbozzò un sorriso quando lo sentì nominare. — Li puoi guardare. Puoi persino...amare. — Sull'ultimaparola la sua voce tentennò. — Ma non puoi vivere. Il danno lo fai se ti ostini a fingere di vivere.— Io non fingo — insistetti.— Ah, no?— Bianca, se soltanto venissi a parlare con Christopher...Di nuovo la paura mi travolse, e scossi la testa. — No.Il solito atteggiamento sarcastico di Maxie aveva ceduto il posto a un'implorazione sincera. — Bianca,tu sei fondamentale per gli spettri. Non capisci? Le cose che sai fare, rispettoa noi... non è soltantoquestione di fumo e nebbia. È importante. Tu sei importante. — La mia curiosità stava per scalzare iltimore, ma appena prima che le facessi una domanda, Maxie fu presa dalla disperazione, quasi dallapaura, e aggiunse: — Abbiamo bisogno di te.— Non siete gli unici ad avere bisogno di me. — Sgusciai via dall'aula magna, con la paura che miseguisse. Invece mi lasciò andare.

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claudia grey 4 Afterlife— Sicura che vuoi imparare? — Patrice incrociò le braccia e mi osservò con lo stesso piglio dellaBethany durante gli esami del primo semestre.La risposta sincera era che non ero sicura. A suo modo, quel che stavo per fare mi spaventava comel'addestramento della Croce Nera. Non mi ero mai sentita a mio agio a imparare ad attaccare i mieisimili.L'unico modo per guadagnare la libertà era aumentare il mio potere. E ciò significava saper contrastaregli attacchi degli spettri, se necessario.— Cominciamo — dissi.Patrice tirò fuori il portacipria. — Per catturare uno spettro — spiegò — prima di tutto deviindividuarlo.— Facile. — Quando Patrice mi guardò in cagnesco, irritata dall'interruzione, aggiunsi: — Sono un po'nervosa, oggi, okay?— Capisco. Adesso guarda. — Aprì il portacipria lentamente, con movimenti esagerati, come davanti auna bambina dell'asilo. Avrei riso, se la situazione fosse stata seria e il contesto un po' meno inquietante.Fuori, una pioggia fitta e fredda cadeva dal mattino e aveva tolto al cielo tutti i colori. Malgrado Patriceavesse acceso entrambe le lampade nella sua stanza, la luce non riusciva a sconfiggere la tetraggine.Una lampada dondolava sullo specchietto aperto e gettava il suo riflesso sulle pareti di pietra. — Deviaprire lo specchio quando percepisci la presenza di uno spettro, ma prima di trovartelo davanti. Nonfunziona come le trappole della Bethany, uno spettro può resistere allo specchio, se sa che sta per essereattaccato. = Page 56 =L'ilarità a quel punto ebbe la meglio. Quando iniziai a sorridere, Patrice mi guardò di traverso, confusa.Dissi: — Scusa, ma è davvero assurdo sentirti parlare di attacchi e combattimenti.— Come?— Ma sì, non hai paura di romperti un'unghia o qualcosa del genere?Patrice sembrava irritata, ma capì che stavo solo scherzando. Inarcò un sopracciglio. — Mi hai vistapreoccupata, mentre facevo il culo a quelli della Croce Nera?— Assolutamente no.— E bada, sono un po' fuori allenamento. Ne ho abbastanza di uccidere, la mia parte l'ho fatta. E poi tipuzza il fiato, quando bevi sangue. Fosse per me, introdurrei un corso di igienequi a Evernight, perchécerta gente, be', non mi sembra abbia colto il messaggio.Non ero interessata a scoprire chi soffrisse di alitosi da sangue. — E tu... haiucciso?— Non molto — rispose Patrice indifferente. — Qualche schiavista e qualche sceriffo bifolco, ai mieitempi. Prima che proclamassero l'emancipazione, in questo paese c'era sempre qualcuno che cercava ditoglierti la libertà, se avevi la pelle nera. Letteralmente, dico; metaforicamente è ancora così. Ma dopoche sono diventata un vampiro, non è più stato un problema.Quasi tutti i vampiri che conoscevo, in un momento o nell'altro della vita, avevano ucciso - esclusi imiei genitori, ma forse era un segreto di cui non mi avevano mai messa a parte. Persino i migliori, comePatrice e Balthazar, avevano bevuto il sangue degli umani che avevano ammazzato.Gli assassinii diBalthazar erano avvenuti quasi tutti durante la guerra, e non potevo rinfacciareniente a Patrice, che siera opposta a chi tentava di schiavizzarla. Tuttavia, era sangue umano quello che avevano bevuto.

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claudia grey 4 AfterlifeBalthazar aveva persino ucciso sua sorella, e le conseguenze ancora ci tormentavano.Voleva dire che per Lucas sarebbe stato uguale, che prima o poi, inevitabilmente, sarebbe crollato? Loconoscevo bene, ero sicura che non se lo sarebbe mai perdonato. C'era poco da meravigliarsi che fossetanto deciso a trovare un modo di contrastare la sete di sangue. Forse la Bethany sarebbe riuscita adargli ciò che più desiderava al mondo.— Torniamo alla lezione, o no? — Patrice picchiettò un'unghia perfetta, color lilla, sullo specchio. —Okay. È importante cogliere il vento, la brezza, qualcosa che ti indichi in quale direzione va lo spettro.Se è visibile, bene. Altrimenti devi fare molta attenzione a dettagli come la temperatura dell'aria, ilghiaccio, eccetera. E punti lo specchio perpendicolare a quella direzione.— Lo tieni lì come un guantone da baseball e lo spettro ci vola dentro?— Magari. — Patrice esitò. — In pratica, bisogna pensare alla propria morte.Sorpresa, chiesi: — Perché?— No, non pensarci. Essere tutt'uno con essa. È come se dovessi pescare da quella per... far risuonareuna frequenza morta. Trovare ciò che hai in comune con gli spettri. È questo cheli attira nello specchio:ti si avvicinano, per via della frequenza che fai risuonare, e la strana magia dello specchio si occupa delresto.Non dovette spiegarmi la "strana magia dello specchio". Uno dei misteri irrisolvibili dell'esistenzavampiresca era che l'immagine riflessa di un vampiro rimasto da troppo tempo a digiuno di sanguetendeva a sbiadire. Un fenomeno illogico e tuttavia reale. La semplice proprietàfisica della riflessioneaveva un potere che nessuno di noi capiva ma che tutti rispettavamo.Patrice continuò: — Per te dovrebbe essere più facile che per un vampiro, immagino che tu riesca aentrare molto meglio in risonanza con gli altri spettri. Un umano non saprebbe cosa farsene, di questotrucco.— Okay. Mi sembra piuttosto semplice.— Ti sembra — replicò sorridendo. — Va fatto qualche tentativo prima di imparare, o almeno, per me èstato così.Mi guardò negli occhi e la sua maschera di indifferenza cadde. Forse mi si leggeva in faccia il terrore.— Mi fanno paura — confessai. — Sono come loro, ma... non so.— Tu sei forte, Bianca. — La voce di Patrice era un sussurro. Non l'avevo mai vista così seria, o cosìsincera. — Più forte di quanto io credessi, per essere così giovane. Se qualcunopuò affrontarli e vincerli,sei tu.— Non so se ho paura che mi facciano del male o...— O cosa?— O che mi portino via da qui, da Lucas e da voi. Che mi impediscano di tornare.Patrice scosse la testa. La lampada dietro di lei le illuminava i riccioli. — Tuno. Troverai sempre lastrada di casa, io lo so.Magari fossi stata anch'io così sicura. = Page 57 =Patrice mi vide riluttante, così si alzò e si rimise in ordine la divisa. — Quello che dobbiamo fare è dartiqualcosa che sia più di una casa a cui tornare.— Dove andiamo? — chiese Lucas mentre lo guidavo su per la ripida scala della torre dell'ala maschile.— È più divertente di astronomia?— Hai sempre detto che la mia astronomia ti interessava!— Sì. Ma più che altro mi interessavi tu.— È un segreto — risposi, arruffandogli i capelli, in forma di brezza fresca. —

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claudia grey 4 AfterlifeLo vedrai quando ciarriviamo.Incrociammo Samuel Younger e vidi Lucas irrigidirsi quando gli passò davanti. Samuel disse: — Parlida solo, sgorbio?— A volte tocca farlo, se cerchi un po' di conversazione intelligente — risposeLucas. Samuel gli fece ungestac- cio ma non si fermò.Quando fummo di nuovo soli, dissi: — Dobbiamo stare più attenti.— Va bene così. E poi, è assurdo quante cose gli sfuggano.A quel punto io e Lucas eravamo quasi in cima allatorre, vicino alla vecchia stanza dei registri. — Io e Patrice pensavamo che stare troppo da soli non fabene a nessuno di noi.— Non sono mai solo, se ci sei tu.Mentre parlava, Lucas aprì la porta e si ritrovò davanti Patrice, che stendeva una sciarpa sopra unbaule impolverato prima di sedervisi; Vic e Ranulf, che avevano portato qualche poster di film e unapoltrona gonfiabile; e Balthazar, che sbuffava fumo di sigaretta fuori dalla finestra. Nell'angolo eranoparcheggiati un iPod e una dock station con le casse accese a volume alto ma nonfastidioso.Mentre Lucas osservava la scena a bocca aperta, sussurrai: — Staremo sempre insieme... ma possiamostare anche con loro.— Ehi, ragazzi! — Vic fu il primo a notarci. — Pensavamo di ravvivare questo posto. Niente comequalche poster dei film di Elvis aggiunge il tocco di classe.— Io sarei di un'altra idea — commentò Patrice, e a giudicare dal tono di voce non era affatto convintache quello fosse un "tocco di classe". Però sorrideva.— È sicuro, qui?Balthazar spense la sigaretta sul davanzale di pietra. — Non vedo perché no. Magari ci beccano, ma sesuccede penseranno che è soltanto un posto in cui veniamo a passare il tempo.— E ne passeremo, di tempo, qui — dissi — ma seriamente, ci serve un posto di cui la Bethany nonsappia niente. Un posto in cui pianificare le nostre... strategie. Capire cosa sta macchinando. Trovare unmodo migliore per comunicare con gli spettri. Cose così. Non posso continuare a bisbigliarvi nell'orecchiotra una lezione e l'altra.— È impossibile che scoprano che Bianca è quassù con noi — commentò Patrice. — E se qualcuno cisente parlare tutti insieme, non sembrerà strano. Bianca ha ragione. Se continuiamo a incontrarci con leiuno alla volta, sembrerà che parliamo da soli e questo sì che è un comportamentostrano. Inoltre, lei puòlasciare qui qualcosa, a mo' di ancora. Le farebbe comodo avere un legame con unposto, oltre che con lepersone.L'entusiasmo iniziale di Vic era un po' scemato, mentre studiava Lucas con occhiate circospette. Lucasintervenne: — Non sono così... sicuro.Di poter frequentare Vic, cioè. Di potersi avvicinare più di tanto a un essere umano.Vie bofonchiò: — Guarda che mi sono inzuppato.— Cosa? — Lucas era confuso e non potevo dargli torto.— Insomma, ho chiesto ai miei di spedirmi dell'acqua santa, e non sai cosa mi ècostato spiegarglielo, eadesso credono che voglia farmi prete, il che, sinceramente, non accadrà mai, però me l'hanno mandata.La tengo in un flacone di acqua di colonia sulla scrivania. E mi ci sono inzuppato. — Vic si sbottonò ilcolletto della camicia: la ballerina di hula sulla cravatta dondolò appena. — Misono cosparso il collo diacqua santa. Così, se perdi il controllo e mi mordi, cosa che non mi auguro,

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claudia grey 4 Afterlifebrucia. Come mordere un...peperoncino piccante. A quel punto mi staresti alla larga. — Rivolse un'occhiataagli altri. — Giusto?— Ehm, può darsi. — commentò Patrice, e fu l'unica a farlo.Lucas, ovviamente, era perplesso quanto noi, ma annuì piano. — Sai, sembra assurdo, ma puòfunzionare. Non credo che sia il caso di restare soli, qui, io e te, ma... sì. Okay.Vie si rilassò un po'. C'era ancora una barriera tra loro, ma era più fragile. Forse la difficoltà di mordereVic poteva aiutare Lucas, fargli capire come resistere alla tentazione e ricucire il legame con il vecchioamico. — E dai. Non ti spacco le ossa a scacchi da più di un anno. È ora che impari un po' di umiltà. = Page 58 =Ranulf disse: — Adesso lui sfida te perché non sa più battere me. — Vic finse diallontanarlo da unascacchiera immaginaria.Dopo che Lucas mi diede il mio braccialetto, lo infilai e ripresi forma. Finalmente potevo passare un po'di tempo con i miei amici, come chiunque altro. Era la cosa più simile alla normalità che mi potessiconcedere. — Funzionerà. Vedrete.— Sì — disse Lucas. Ma era ancora inquieto riguardo a Vic e a tutto il resto.Abbi pazienza, dissi a me stessa, e a lui.Così, mentre scendeva il tramonto, più presto del solito, e le foglie cominciavano a ricoprire la terracome un tappeto, Lucas mi aveva restituito il braccialetto e aveva tenuto con séla spilla, in modo chepotessi raggiungerlo in qualsiasi momento.Su suggerimento di Patrice, riposi il bracciale dentro una scatoletta che nascosi dietro un mattone chesi sfilava dal muro. Così potevo tornare a prenderlo ogni volta che volevo ridiventare solida.— È un'ottima idea — disse Lucas. — Se dovesse succedere qualcosa a me o alle mie cose almeno nonrimarrai bloccata.— Non succederà niente — commentai, ma sapevo che aveva ragione. E non potevo immaginare chepresto gli eventi lo avrebbero dimostrato.Più tardi, quella notte, io e Lucas stabilimmo che era venuto il momento di rientrare nei suoi sogni. —Stavolta saprò che arrivi — disse, e ovviamente cercava di prepararsi psicologicamente. — e mi aiuteraia spezzare il ciclo dell'incubo.Quest'ultima frase, il modo in cui parlava di incubi come se niente fosse, mi fece capire che tutti i suoisogni erano incubi, ormai.— Andrà tutto bene — lo rassicurai. Ero certa che fosse così, ma un po' mi sembrava una bugia. Non gliavevo mai parlato dei graffi misteriosi che mi ero fatta mentre sognava di combattere contro Erich.Avevano smesso di bruciare quasi subito ed erano completamente svaniti dopo pochi giorni. Inoltre,erano soltanto graffi. Quanto poteva nuocermi una cosa del genere?Lucas era già abbastanza preoccupato per me. Le ferite o i graffi mistici che miprocuravo mentre glifacevo visita in sogno non potevano avere grosse conseguenze, ma se iniziava ad aver paura prima dicominciare, i suoi pensieri e i suoi sogni ne avrebbero risentito. Aveva bisognodi una via di fugadall'ansia, non di un altro motivo per alimentarla. Meglio tacere.A tarda sera, scesi nella stanza di Lucas e di Balthazar, che erano quasi prontiper mettersi a letto. Nonannunciai la mia presenza, anche se sapevo che Lucas la avvertiva, e me ne pentii quando Balthazar, dicolpo, si spogliò.Completamente.

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claudia grey 4 Afterlife— Ehm, Balthazar? — fece Lucas.— Sì? — lui gettò i boxer nel cesto della biancheria. Cercai di non guardare, ma il poco che vidi con lacoda dell'occhio bastava e avanzava a farmi desiderare un'altra sbirciatina.— Lo sai che non siamo esattamente soli, vero?Balthazar restò impietrito, e dopo un attimo afferrò uncuscino che usò per coprirsi. — Guarda che quando parlavo di seguirmi sotto la doccia scherzavo,Bianca!Disegnai una parola tremula tracciandola con il ghiaccio sulla finestra: Scusa!Lucas aggrottò la fronte. — E quando avreste parlato di doccia insieme, voi due?Mentre cercava di infilarsi l'accappatoio senza perdere il cuscino, Balthazar sbottò: — Vado nei bagnicomuni a cercare un po' di privacy. Il che è semplicemente ridicolo. — Prese il pigiama e uscì in fretta.All'orecchio di Lucas, sussurrai: — Non ho parlato di fare la doccia con Balthazar.— Lo so — disse lui, e si lasciò cadere sul letto. — Ti credo. Però mi piace stuzzicarlo, ogni tanto. Midiverto.— Pronto?Lucas annuì e respirò a fondo, come se già cercasse di calmarsi in vista del sonno. — Sì. Proviamo.Mezz'ora dopo Lucas dormiva sodo e Balthazar sembrava ancora impegnato nella doccia più lunga delmondo. Aspettai che le palpebre e le ciglia folte di Lucas cominciassero a muoversi rapide, per poiconcentrarmi e spiccare un salto lungo e profondo, sperando di arrivare nei suoisogni.Quel mondo prese forma intorno a me. Tuttavia, la sensazione di trionfo svanì quando capiidov'eravamo: nel cinema abbandonato dove Lucas era stato ucciso. Mi trovavo qualche passo dietro dilui, nell'atrio. Lo vedevo stringere un paletto in una mano, e con l'altra coprirsi il naso e la bocca. Capii ilperché quando sentii la puzza di fumo e vidi da dove arrivava la nebbia che ci avvolgeva.Sullo schermo brillava una scintilla, che non era un film, ma un incendio. = Page 59 =Sì, è un altro incubo , pensai. Adesso vediamo se riesco a svegliarlo.Prima che potessi parlare, Lucas disse: — Charity.— Ciao, piccolo. — Charity emerse dall'ombra. Non disse piccolo a mo' di vezzeggiativo, sembravaproprio che parlasse a un bambino. La luce del fuoco danzava tra i suoi ricci pallidi. Il suo vestito lungo,di pizzo, per una volta era pulito: succedeva soltanto nei sogni. — Come sta il mio caro piccolino,stanotte?— Lasciami andare — disse lui, con voce rotta.— Non potrei neanche se volessi. — Sorrise trionfante. — E non voglio.— Lucas — intervenni. — Va tutto bene. Non guardarla. È soltanto un sogno. Guarda me.Ma lui non mi guardava. Mi misi tra lui e Charity, sperando di spezzare l'incantesimo che gli impedivadi riconoscermi davvero, ma non servì a nulla. Per lui ero trasparente, quasi inesistente.— Cerchi Bianca? — La preoccupazione di Charity poteva sembrare sincera, a patto di non conoscerlaper niente. — Forse è intrappolata nel fuoco. Devi salvarla!Lucas corse verso le fiamme. Mentre io, come un turbine, lo inseguivo, Charity disse: — Adesso è mio,Bianca. Non lo riavrai mai più.Com'era possibile che Charity mi vedesse se Lucas non si era accorto della mia presenza, se lei erasoltanto una parte dell'incubo?Mi guardò dritto negli occhi. Il suo sorriso cambiò e si fece meno spavaldo, piùcospiratorio. Come sesoltanto io e lei sapessimo che era tutto uno scherzo. Possibile che tutto

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claudia grey 4 Afterlifequesto accadesse in un sogno?Impossibile.Capii che Charity non faceva parte dell'incubo, ma che ne era la causa. Non era una Charity di sogno,ma quella vera. Lì. Nella mente di Lucas.In quel momento se ne accorse anche lei, forse, perché il suo sorriso si allargòlasciando intravedere lezanne. — Te l'ho detto, Lucas è mio. = Page 60 =— a come ci riesci? — gridai fra il crepitare delle fiamme. — Come fai a entrare nella testa diMLucas?— Io ho creato Lucas. — Charity, civettuola, giocava con una ciocca di capelli biondo chiaro. Eramorta a quattordici anni e sembrava troppo giovane per essere così cattiva, con le guance morbide comequelle di un neonato.— Io l'ho rimesso al mondo. Ciò significa che i suoi pensieri e il resto di luiappartengono a me, ora eper sempre.Nessuno me ne aveva mai parlato. Nel mio caso era diverso: figlia di due vampiri, non avevo bisognodi nessuno che mi "rimettesse al mondo". Certo, sapevo che quel genere di relazione creava un legamepotente, ma non avevo mai pensato che arrivasse fino a quel punto.— Smettila di trascinarlo in questi incubi, ti prego.— Odiavo doverla implorare, ma non sapevo cos'altro fare. — Ha già abbastanza problemi.Charity mi guardò di sbieco mentre si avvicinava, inquietante e minacciosa persino nel regnodell'immaginazione. — Non ho creato io quest'incubo, è stato Lucas. Oppure tu? Èsempre te che cerca disalvare.Dal cuore del cinema in fiamme sentii le mie urla.— Continuano a minacciarti e non smettono mai — spiegò Charity. — E ogni volta,ogni volta, tiuccidono. Certi vampiri sognano i propri incubi, altri i propri rimorsi. Lucas no. I fantasmi della suamente, gli incubi che sopporta, parlano tutti della stessa cosa, dal primo all'ultimo: del momento in cui tiha persa.E al risveglio, a consolare Lucas non arrivava la consapevolezza che fosse statosoltanto un sogno,perché ero morta davvero. Stargli vicino da fantasma non poteva guarire del tutto quella ferita.— Sono i suoi sogni — mi sussurrò all'orecchio. — Io mi limito a peggiorarli. Faccio scottare le fibre escorrere più veloce il sangue, per aumentare il panico. Al posto di bere il suo sangue, adesso bevo il suodolore.— Ti odio.— Il suo dolore, e il tuo.Mi allontanai e attraversai di corsa il cinema. Avrei fatto più in fretta se mi fossi concentrata su Lucas,ma ricordai subito che nel mondo dei sogni non avevo poteri speciali. I vecchi limiti umani miappesantivano.Mentre correvo, lo sentii esclamare: — Resisti, Bianca! Arrivo!Ciò che vidi mi riempì d'orrore. Lo schermo era in fiamme, si staccava dalla parete ridotto a brandellicarbonizzati sgualciti e arricciati dal calore. Le cornici di plastica sulle pareti si scioglievano ediventavano strisce ribollenti. E sulle poltrone, che ricordavo vuote, c'erano cadaveri, raggrinziti einsanguinati. Avevano la gola tagliata.Sono le vittime dei vampiri. Quelle che Lucas ha visto. Quelle che ha paura di creare. Anche alcuni

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claudia grey 4 Afterlifecadaveri bruciavano.Disgustata e nauseata, caracollai lontano dai corpi e caddi all'indietro. All'impatto con il pavimento,sentii le fiamme sferzarmi il polpaccio. Senza fiato mi rialzai e vidi un lividorosso, pieno di vesciche,appena sotto il ginocchio: probabilmente mi ero scottata con un pezzo di legno ancora ardente.Il pericolo si faceva sempre più concreto. Dovevo trovare una via d'uscita per tutti e due. — Lucas! —gridai.E di nuovo lo sentii chiamare dalla voce di un'altra me.Mi feci strada nel fumo, con il bruciore agli occhi e la gola secca, e finalmente riuscii a scorgerlo. Eradall'altra parte del cinema, dove una parte del tetto era crollata in un groviglio di ferro e legno. Sotto letravi, il volto una smorfia di dolore... c'ero io. O meglio, la versione di me sognata da Lucas. I capelli rossiallungati a terra erano lo specchio della pozza di sangue che mi circondava l'addome. La me del sognoera ustionata e piena di vesciche. Faticavo persino a guardarla.— Lucas, no! Sono qui! — Mi avvicinai, decisa a farmi sentire. = Page 61 =E lui mi sentì e si voltò a guardarmi. La sua espressione, però, rimaneva disperata, e disse soltanto: —Tutto okay, Bianca, adesso ti tiro fuori.Non aveva ancora squarciato il potente velo del sogno, ma adesso capivo perché Lucas credesse cosìdisperatamente alle sue illusioni: era Charity a costringerlo. Decisa a raggiungerlo, mi feci avanti, ma unamano fredda si chiuse sul mio polso.— Deve capire che non può salvarti — sibilò Charity. I suoi riccioli biondi avevano il colore dellefiamme. — E tu devi capire che non puoi salvarlo, perché lui è mio.Una scarica ustionante di energia mi attraversò come una scossa elettrica. Urlaipiù forte di quantopensassi di poter fare e il dolore cessò.Aprii gli occhi e mi ritrovai a fluttuare nella stanza di Lucas e Balthazar. Charity mi aveva scacciatadal sogno.— Ma che... — Balthazar si alzò a sedere proprio mentre Lucas riapriva gli occhi. Dovevo avere urlatosia nel sogno che nella realtà.Lucas mi vide e strabuzzò gli occhi. — Bianca?— Sono qui! — Mi lanciai tra le sue braccia e lo strinsi forte, cercando di restare il più solida possibile.— Tutto okay!— Nel sogno, eri... Non ti è successo davvero, o sì? Non ti è toccato quel supplizio?— No — risposi, pensando soltanto alla versione bruciacchiata e ferita di me che aveva scorto. Maquando strisciai la gamba contro il fianco del suo letto, feci una smorfia di dolore e Lucas mi guardòpreoccupato. Dai pantaloni del pigiama colavano gocce di sangue argenteo, a rivelare l'ustione sulpolpaccio.— Bianca! — Lucas scese dal letto per guardare più da vicino. Sollevò il pigiama, che mi pizzicava, efece una smorfia peggiore della mia: il mio sangue di spettro lo ustionava. Ma non gli importava. Dallesue dita si alzavano sbuffi di fumo mentre esaminava la ferita. — È successo davvero. Le cose cheaccadono nei miei sogni hanno il potere di colpirti.— Guarirò. Non è niente di grave. Mi basta dissolvermi una volta e il peggio passa. — Cercavo dirassicurarlo ma mi tremava la voce. L'ustione faceva male, più di quanto pensavodi poter patire dopo lamorte.Balthazar si grattò la testa, insonnolito, e si avvicinò a noi. Spalancò gli

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claudia grey 4 Afterlifeocchi davanti alla mia ferita.— Com'è successo?Mi voltai verso di lui e la mia paura si trasformò immediatamente in rabbia. — Perché non ci haispiegato cosa c'è tra un vampiro e il suo creatore?— Ma cosa dici? — Sorpreso dal mio sbalzo di umore, Balthazar sembrava a corto di risposte. — Sapeteentrambi cos'è un vampiro creatore, no? Mi stupirei se non lo sapeste.— Parlo del fatto che il creatore si intrufola nei sogni del vampiro che ha creato. — Mi alzai dal letto diLucas e andai da Balthazar, avvicinandomi quanto bastava per guardarlo dritto infaccia. Mi facevamale la gamba, ma proseguii. — Perché non ce l'hai spiegato?Balthazar restò senza parole e barcollò all'indietro quando capì cosa intendevo.— Maledetta —esclamò. — Charity.Lucas impallidì. — Aspetta, nei miei sogni... c'è la vera Charity?— Davi per scontato che quella santerellina di tua sorella non l'avrebbe fatto?— domandai. — Oppureil divertimento stava nell'aspettare che lo scoprissimo da soli?L'umore di Balthazar cambiò così in fretta che mi sconvolse. Mi piombò letteralmente addosso, con unasmorfia rabbiosa e cupa che non gli avevo mai visto. — Primo, non c'è niente di divertente in tuttoquesto. Né per te, né per Lucas, né per me.— Ma allora perché non hai...— Stai. Zitta. — scandì Balthazar. Lucas si alzò di scatto, forse era pronto a gettarsi nella discussioneper difendermi, ma Balthazar non lo degnò di uno sguardo. Continuava a fissarmi.— Secondo, non vi homessi in guardia perché non succede spesso. Prima di fare un passo del genere, il vampiro creatoredev'essere più che certo di volerlo compiere. Uno sforzo come quello lo indebolisce per giorni. Osettimane. Ecco perché nessuno lo fa. Se davvero passa le notti a rovinare i sogni di Lucas, Charitydev'essere... peggio che ossessionata.— In altre parole, la Charity che conosciamo bene — obiettai.Lucas non partecipava al dialogo ma le nostre parole gli fecero effetto. — Charity è davvero dentro imiei pensieri — mormorò. — È lei a rendermi così pazzo.Balthazar fece una smorfia di disgusto. — Sì, è lei. So che è un gesto perverso,da malati... e, sì, ormai soche Charity è malata. Anche quando mi manca, anche quando credo di poterla salvare... — Con un filo divoce, non smise di parlare. — Lo so, sempre, che ormai è guasta. = Page 62 =— Balthazar — mormorai, cercando di consolarlo.— Dio, ma non riesci a tacere quando qualcuno parla?Si fece ancora più vicino, com'era stato soltanto quando ci eravamo baciati. — Terzo, e ultimo, voglioche una cosa te la cacci in testa una volta per tutte. Qualunque errore abbia commesso dopo che seimorta, non sono stato io a trasformare Lucas. È stata Charity. E non ti ho certocostretta a far risorgereLucas. Smettila di darmi la colpa.Dopodiché si voltò, prese l'accappatoio e le sigarette e andò verso la porta. Avrei voluto protestare masapevo che rischiavo di fargli saltare davvero i nervi. Lucas, però, lo chiamò: — Ehi, Balthazar.Il vampiro si fermò con la mano sulla maniglia. — Cosa?— Forse non dovevi urlare. — Lucas rabbrividì e disse: — Ma non hai torto.Balthazar si limitò a uscire in fretta, sbattendo la porta. In fondo al corridoio sentii qualcunolamentarsi del chiasso.Anche Lucas li sentì e commentò: — Spero che nessuno abbia riconosciuto il tuo nome, mentre logridava.

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claudia grey 4 Afterlife— Non riesco a credere che stai dalla sua parte.— Sto dalla tua parte. Comunque vada. — Lucas posò le mani sulle mie spalle, abbastanza solide dasopportarne il peso. — Ma tu non hai smesso un attimo di trattarlo male, da quando... da quando siamomorti, direi. E questo non è giusto.— Non doveva portarti con sé, quella sera!— Non avrei dovuto seguirlo. Ma ho scelto io, l'ho voluto io. E poi... — Era ovvio che non gli andasse diammetterlo, ma proseguì. — Perderti è stato un brutto colpo anche per lui. Se quel giorno ci siamocomportati da irresponsabili, è stato perché eravamo entrambi sconvolti.Mi allontanai da lui, fluttuando verso il davanzale, dove mi rannicchiai con le ginocchia tra le braccia.Raggomitolarmi così nei momenti più critici, come una bambina, era un'abitudine che non avevo perso.— Lo so che hai il bisogno disperato di dare la colpa a qualcuno — continuò Lucas. — Qualcuno che siaqui, presente, da tormentare. Ma Balthazar è nostro amico, Bianca. Ha fatto tanto per noi.Lentamente annuii. — Mi sento una stupida.— Non sei stupida. — Dopo un momento aggiunse: — Stavi per distruggermi prima che rinascessi comevampiro e Balthazar ti ha convinta a non farlo.— Sì, mi sono lasciata convincere. — Il peso della domanda che non gli avevo mai posto erainsopportabile, adesso: dovevo sapere. — Ho sbagliato? Lucas, io ti amo tanto. Non potevo lasciartiandare. Ma adesso capisco che... forse era quello che volevi.— Ormai è acqua passata. So che hai fatto la tua scelta per amore. E tanto basta — replicò lui.Mi sentivo ancora malissimo, perché avevo pensato di distruggerlo e non ce l'avevo fatta, ma sapevoche mi aveva perdonata. Quanto avrei voluto che bastasse davvero.— Vorrei poter piangere.Mi sfiorò la mano, come se con quel contatto potesse scacciare la tristezza. — Come va la gamba?— Non benissimo. — La piegai e sentii dolore. — Se mi dissolvo, però, starò meglio.— Non lo rifaremo mai più — decise Lucas, severo.— Se Charity riesce a farti del male nei sogni, ti proibisco di entrarci.Ricordai il primo sogno che avevamo condiviso, quando Lucas era ancora vivo. Ci eravamoabbracciati in una libreria che eravamo soliti frequentare, mentre il cielo notturno, miracolosamente, siapriva sopra di noi. Era stato bello, romantico, all'epoca pensavo che fosse l'unica consolazione possibilealla morte. Ma adesso non ci rimaneva neanche quella.Dovevo avere un'espressione sconvolta, perché Lucas mi baciò la fronte, la guancia e poi la bocca, conil più leggero e tenero dei tocchi. — Va tutto bene. — Non sembrava depresso quanto me. Considerato ilcarico emotivo che sopportava, temevo che sapere di Charity e della sua presenzatorturatrice nei suoisogni sarebbe bastato a farlo esplodere. Invece sembrava più solido: — Cioè, pensaci. Balthazar ne hasentito parlare dell'invasione dei sogni. A quanto pare non è l'unico, anzi. Ciòsignifica che forse qualcunosa come fare a combatterla. A costruire una barriera, o qualcosa del genere.— Forse. — Idea incoraggiante. Mi illuminai, malgrado tutto. — È possibile.— Balthazar non sa come respingere Charity, ma forse la Bethany sì. Dev'esserciuna maniera, giusto?— Giusto — risposi, assente. All'improvviso Charity non mi sembrava più l'unicoproblema di cuidovevamo occuparci.Lucas voleva credere alla Bethany. Voleva condividere con lei le sue paure più intime, chiederleaiuto. Forse lei sarebbe riuscita dove io avevo fallito e lo avrebbe salvato.

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claudia grey 4 AfterlifeMi sembrava che ogni cosa, Charity, la Bethany, la sete di sangue, fosse in competizione con me perl'anima di Lucas. = Page 63 =Il mattino dopo tornai nella palestra di scherma. Non erano previste lezioni, per quel giorno, ma non latrovai vuota. Balthazar, in divisa bianca, con la maschera sollevata sulla testa, si asciugava il sudoredalle sopracciglia. Dopo che i compagni se n'erano andati era rimasto a perfezionare la tecnica, acombattere contro avversari invisibili che esistevano soltanto nella sua testa.Ricordai che lo faceva spesso, quand'era sotto stress: la sera precedente era stata difficile per lui comeper me.Lentamente presi forma dall'altra parte della stanza e gli lasciai il tempo di decidere se parlare con me.Restò dov'era. Dopo qualche secondo si voltò a guardarmi.— Ehi — feci. Banale, ma forse all'inizio era meglio mantenere un profilo basso.— Ciao. — Balthazar soppesò la spada, prima con una mano, poi con l'altra, comese l'arma fosse unanovità anziché una vecchia amica. — Sei venuta ad allenarti?— La scherma non è mai stata il mio forte.— Hai imparato tanto. Non abbatterti.Riusciva a essere gentile con me persino in quel momento. — Scusa — dissi. — Nonavrei dovuto urlarticontro, ieri sera. Non me la sarei dovuta prendere con te per quello che è successo a Lucas, mai.Balthazar abbozzò un affondo contro un manichino poco lontano. La lama si curvò in un arco sottile. —Non avrei dovuto assalirti così. Eri ferita e addolorata.— Hai detto solo quel che andava detto.— Ma avrei potuto scegliere un modo migliore. — Si sfilò la maschera dalla testa e la mise sotto ilbraccio mentre si avvicinava a me. La divisa da schermidore gli aveva sempre donato molto e per unattimo ricordai la sensazione della sua vicinanza.Non mi sarei mai pentita di aver scelto Lucas, ma ciò non significava che non sapessi a cosa avevorinunciato.Come se mi leggesse nel pensiero, Balthazar sorrise.— Siamo ancora amici?— Sì, per favore. — Avrei voluto abbracciarlo ma probabilmente era una cattiva idea.— Sai, il più delle volte, quando non sei arrabbiata, sei molto brava ad ascoltare.Prima di liquidarlo con un "grazie" e di sentirmi sollevata dalle accuse della sera precedente, che miavevano punta sul vivo, capii che forse alludeva a qualcos'altro. — E adesso c'èbisogno che ascolti?— Charity. — Il nome cadde tra di noi come un sasso.— Avevi ragione, mi sono rifiutato di pensare che potesse arrivare a tanto. Haisempre avuto ragionetu. E in un certo senso, lo so da sempre.Sentivo già la rabbia stuzzicare la mia coscienza, ma stavolta mi costrinsi a ricordare che ce l'avevocon Charity, non con Balthazar. — È tua sorella. — Parlai con voce calma e ferma, e ne fui lieta. — Levuoi bene. Non può essere altrimenti.— Non è una scusa per lasciarla a piede libero, permettendole di danneggiare ilprossimo. O per nonpensare a quello che potrebbe fare a Lucas, e a te.— Lui però non si è confidato con te. — Con me Lucas era sempre sincero, ma mi resi conto che forsecon gli altri non si apriva allo stesso modo. Nemmeno ora che la fiducia e la simpatia reciproca eranoaumentate, Lucas osava parlare con Balthazar dei suoi incubi. — E hai detto che per invadergli la mente,

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claudia grey 4 AfterlifeCharity si indebolisce. Non me lo sarei mai aspettato.— Lo sento girarsi e rigirarsi nel sonno da un mese, ormai, e non ho mai fatto uno più uno. Unastupidaggine colossale, degna della strigliata che mi hai dato.— Era l'ultima, per quel che mi riguarda, okay? Per sempre. — Il senso di colpagli pesava sulle spalle egli oscurava anche gli occhi, così mi avvicinai e con delicatezza posai una mano sul suo braccio. — L'haidetto tu che invadere i sogni altrui in quel modo è... raro.Balthazar annuì. — Io non l'ho mai fatto. Nessuno l'ha mai fatto a me. Probabilmente Charity passa iltempo a dormire, deve essere esausta. D'altro canto, se dorme riesce a esserci ogni volta che Lucas sogna.Che rabbia.Importava soltanto una cosa. — Esiste un modo di proteggere Lucas dall'invasione? Da Charity?— No, che io sappia. Ma fammici pensare. — Studiò la mia faccia per qualche momento. — A giudicaredalle cose che vi siete detti tu e Lucas ieri sera, e dalla scottatura sulla tuagamba... sembra che Charity,in sogno, dia la caccia anche a te.Annuii. — Ma non può manipolarmi come fa con Lucas. Forse perché nel sogno io sono una semplicevisitatrice.— Stai attenta, Bianca. — La voce di Balthazar, inaspettatamente, era severa. —È il sogno di Lucas eprobabilmente significa che l'influenza di Charity sulla sua mente è maggiore diquanto immagini. Ma = Page 64 =quando tu ci entri... sei proprio tu, non soltanto il tuo subconscio. Per questosei rimasta ustionata, ierinotte. Non so se rischi qualcosa di peggio, ma non è il caso di scoprirlo.— Non ci riproveremo più — ammisi.Forse mi si leggeva in faccia un po' di tristezza, perché Balthazar si rifece gentile. — Come va lagamba?— Non benissimo, ma neanche così male. — La indicai per mostrargli che riuscivoa muoverla. Quandoridiventavo solida, o quasi, sentivo ancora pizzicare la ferita, ma il dolore era meno intenso. Altre paure,più infide, minacciavano il mio cuore. — Secondo te la Bethany sa come scacciareCharity dai sogni diLucas?— Ne dubito. — Balthazar mi guardò di sbieco. — Perché adesso mi sembri... sollevata?— È strano avere la sensazione che lei possa aiutarlo più di me — ammisi.— Però è il motivo che ci ha portati qui a Evernight, o no? Siamo venuti a sfruttare l'esperienza di chivive qui, per dare a Lucas un posto sicuro in cui ritrovare l'equilibrio. La Bethany è un elementofondamentale in ciò che rende sicuro questo posto.— Non mi fido di lei.— Neanch'io, tutto sommato, mi fido di lei. Ma mi fido della sua devozione allascuola e ai vampiri chevengono qui.— Fintanto che dà la caccia agli spettri, è nostra nemica.Balthazar fece una pausa. — Non possiamo saperlo. Cisono troppe cose che non sappiamo.— Be', almeno su questo siamo d'accordo.Balthazar sorrise e, malgrado le molte incertezze, fuuna bella sensazione sapere che lo strappo tra noi si era ricucito.Dopo che Balthazar andò a prepararsi per le lezioni del pomeriggio, tornai incorporea e fluttuai per lascuola, assorta nei miei pensieri. Per un po' guardai mio padre insegnare fisica, scarabocchiare formulesulla lavagna con tanta energia da nascondere la tristezza nei suoi occhi a chi non lo conosceva bene.Quando fu troppo doloroso da sopportare, fuggii dal professor Yee che insegnava

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claudia grey 4 Afterlifetecnologia moderna espiegava il funzionamento della lavatrice a un gruppo di vampiri vecchi e poco aggiornati. Mentre sidilungava sulla centrifuga, mi rannicchiai in un angolo e meditai su tutto quello che avevamo capito esu quello che ancora non sapevamo.Dovevamo scoprire in che modo allontanare Charity dai sogni di Lucas e impedire che io mi facessidel male se avessi cercato di aiutarlo.Dovevamo scoprire quante trappole c'erano nell'Accademia di Evernight, e dove sitrovavano, pergarantire la mia incolumità.E, cosa più importante, dovevamo scoprire quali piani avesse la Bethany, non soltanto capire cosatramasse contro gli spettri ma anche per stabilire una volta per tutte se fosse degna di fiducia.Nessuno dei vampiri che conoscevo e di cui mi fidavo aveva o sapeva dove trovaretutte questeinformazioni. Ciò significava che se volevo le risposte... dovevo confrontarmi con le mie paure.Dovevo andare dagli spettri.Decisa, mi rialzai dal mio angolo... e vidi gli occhi di metà classe puntati su di me.Oh, merda, sono visibile! Capii che non lo ero, ma concentrata nei miei piani, avevo lasciato che unfitto ricamo di ghiaccio coprisse la parete e le finestre. Per i più sagaci era l'equivalente di una grossainsegna al neon con la scritta SPETTRO NEI PARAGGI.— Professor Yee! — strillò qualcuno.— Restate calmi, per favore — esclamò Yee. Di solito era un tipo imperturbabile, ma sembrava sulpunto di sbroccare. — Chiamiamo subito la signora Bethany.Via di qui! Cominciai a pensare a tutti i luoghi con cui sentivo un legame, alle "stazioni della metro"che potevo raggiungere. In quel momento la meta ideale era un posto lontano, e altrettanto velocementecapii che la via di fuga mi avrebbe permesso anche di mettere in atto la mia ultima idea.Philadelphia. Casa di Vic, dove vivevo con Lucas. Il solaio...L'Accademia di Evernight svanì in un turbine nebuloso. Il vapore riprese subito forma e disegnò icontorni della soffitta di Vic, con le sue cianfrusaglie familiari.E la madre di Vic davanti a me, con un paio di borse di vecchi vestiti in mano.— Jerry! — strillò, lasciando le borse e correndo verso le scale. — C'è di nuovo il fantasma! Dobbiamochiamare quelli della televisione!Quando la porta del solaio si chiuse, una voce dietro di me disse: — Ottimo, grazie. Adesso ciriempiranno di telecamere e operatori e spunteranno un mucchio di sfigati che fingeranno di saperecome sono morta. = Page 65 =— Ciao, Maxie — dissi, e le rivolsi un sorriso. Non sembrava entusiasta di vedermi, almeno finché nonseppe perché ero tornata. — Sono pronta a conoscere Christopher.Il suo viso si illuminò. — Finalmente fai sul serio — esclamò Maxie. — Ti unisciagli spettri. = Page 66 =— arà tutto diverso, ora che sei una di noi. — Maxie era raggiante, nel vero senso della parola:Sera illuminata da un'aureola dorata di gioia. — Aspetta e vedrai.— Sono una di voi da quando sono morta.— Non fino in fondo. Non se te la fai con i vampiri. Sarà tutto molto più bello, adesso.Non le confessai che non avevo alcuna intenzione di abbandonare Lucas e gli altri. Ero stanca di bugiee avrei preferito non doverle mentire, ma non ero neanche pronta a fidarmi

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claudia grey 4 Afterlifeciecamente degli spettri.— Quindi, come si fa? — chiesi. — Cioè, come lo troviamo, Christopher? — Mi guardai intorno. —Immagino che non bazzichi il tuo solaio.— Certo che no — rispose lei, sprezzante. — Come se Christopher perdesse il suotempo sul pianomortale. — Poi fece una pausa. — Come non detto. Ogni tanto ci viene.— Nel solaio?— Sul piano mortale, tonta. Ma soltanto se ha un obiettivo preciso. Per esempio, aiutare uno spettrosmarrito a ritrovare la strada. Cose del genere. Christopher non infesta le case.— Come te?Voleva essere una frecciata a Maxie, un'allusione al fatto che neanche lei avesse rinunciato del tuttoal mondo dei mortali. Invece lei annuì con solennità e dolcezza. — Se verrai connoi, finalmente potròabbandonare questo posto. E anche... anche Vic. — Abbassò lo sguardo sull'angolodella moquette doveun tempo Vic si sedeva a evocarla. — Sarà difficile, ma posso farcela.— Perché proprio io? Io e te non siamo certo amiche intime.— Ti spiegherà tutto Christopher. — Maxie scintillava di impazienza, letteralmente. — Pronta?Difficile rispondere senza sapere a cosa dovessi tenermi pronta.— Svanisci insieme a me. Forza.Per chissà quale motivo, in quel momento svanire fu più difficile del solito. Era un po' come quando ticostringi a dormire perché devi riposare, non ci riesci e va a finire che non chiudi occhio per ore. Mamentre Maxie si trasformava in pura luce, riuscii a seguirla. Lentamente il mondo si trasformò in unanebbia grigio-azzurra, una foschia misteriosa senza alto, basso, centro né confini. Il bagliore di Maxielampeggiò appena tra il turbinare delle nebbie, e sparì.Okay, Bianca. Più che udirla, percepivo la sua voce senza nemmeno sapere come. Adesso molla.Molla che cosa?Tutto.Cioè, Lucas, i miei amici...No, molla TUTTO . Lasciati andare, concentrati su te stessa e poi... molla.Cosa voleva dire? Senza troppa convinzione, cercai di obbedirle. Mentre ci provavo, però, iniziai acapire... e mi lasciai andare.Fu terribile. Come scoprire che sei capace di arrestare i battiti del tuo cuore o di annullare la gravità.Capovolgere le leggi dell'universo. Non c'era più la nebbia grigio- azzurra ma solo il nulla assoluto,estraneo ma assurdamente familiare, qualcosa di così vasto che, malgrado fosse da sempre sotto il mionaso, non ero mai riuscita a scorgere. Fluttuavo libera nella mia mente, o in quella di qualcun altro,chissà, e non mi sentivo più completamente me stessa.Riuscirò mai a tornare? In quel momento sembrava impossibile. Era questo che nascondevano letrappole? Lucas, scusami, non pensavo che sarebbe andata così.Poi sentii un'altra voce, più profonda, maschile. — Vieni qui.E tornai in me stessa. Calpestavo la terra, vedevo la luce, avevo un corpo. Sbattei le palpebre, un postonuovo prese forma intorno a me e all'inizio riuscii soltanto a sbarrare gli occhi.Come descrivere la scena? Mi trovavo nel cuore di una città, di una folla enormee brulicante, che eracontemporaneamente il luogo più terrificante e bello che avessi mai visto. Un tempio greco dai coloriluminosi si ergeva davanti a noi, accanto a una torre di pietra tozza e bassa e,più indietro, a unboschetto di prugni, i rami degli alberi avvolti da fitte nuvole di trifoglio.All'orizzonte si stagliavano grattacieli, case, tende, colline, un castello, uno

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claudia grey 4 Afterlifechalet: ogni genere distruttura e di veduta immaginabile, qualcuna sfarzosa, qualcun'altra in rovina. Vicino alla strada diciottoli che io e Maxie percorrevamo, scorreva un torrente torbido e marrone. Sfiorava le rocce così = Page 67 =rapido che, se vi fossi caduta, ero certa mi avrebbe travolta. La calca di persone che ci circondava eravestita in modi diversi, in jeans, abiti vittoriani, tuniche da beduino e toghe.Mi vedevano, qualcuno migettò un'occhiata, ma nessuno si avvicinò. Per fortuna, perché la mia vecchia timidezza in mezzo allafolla ritornò moltiplicata per cento.Mi guardai e mi accorsi che non indossavo più il pigiama che avevo quand'ero morta. — Il miomaglione verde! — esclamai. — Non l'ho più trovato, da quando ci siamo trasferiti a Evernight. Era il miopreferito e... ehi, questi jeans! Adoravo anche loro, ma... non dovrebbero essere un po' troppo piccoli,adesso?— Quasi tutto quello che hai perso, lo puoi ritrovare qui — spiegò Maxie, che si pavoneggiava in uncappotto di pelliccia. Aveva i capelli a caschetto, liscissimi, e sfoggiava scarpe d'argento con la fibbia, ilmassimo della moda anni Venti. Capii che quando era viva, quando era al culmine della felicità, il suoaspetto era quello. — Ma ti avverto subito che vale sia per le cose belle che per quelle brutte. Non si puòmai sapere.Fatta chiarezza su un argomento frivolo come il guardaroba, cominciavo a intuirecosa ci fosse dietrolo scenario che ci si era aperto. — Maxie, siamo... no, non può essere il paradiso. — Ero certa che ilparadiso non potesse essere così sporco. Malgrado la bellezza degli edifici, quel posto era lurido.Magnifico e tuttavia vagamente disgustoso... a dirla tutta, mi ricordava parecchio le mie primeimpressioni di New York.— Non siete ancora arrivate in paradiso — intervenne la voce maschile. — Questoè un luogo di rifugio,credo, ma pretendere di capirlo è da presuntuosi. Meglio stare alle sue regole senza protestare.Mi voltai e lo vidi, in un elegante abito del Diciannovesimo secolo, i capelli castani lunghi e folti. Eraadulto, senza aver ancora raggiunto la mezza età, o meglio, non l'aveva ancora raggiunta quand'eramorto. Il viso largo, dalla mascella squadrata, somigliava ai ritratti di grandisoldati o ammiragli chevanno in battaglia sotto cieli tempestosi e splendidi: spalle imponenti, vita sottile, espressione decisa esguardo penetrante.Maxie sorrise e si strinse nel cappotto. — Christopher, ho portato con me Bianca. Bianca, ti presentoChristopher.— Ci conosciamo — risposi, con parole inadatte a riassumere le strane circostanze in cui le nostrestrade si erano già incrociate. Quando mi era apparso, a Evernight, le sue minacce mi avevanoterrorizzato. Ma aveva anche impedito alla tribù di Charity di uccidere me e Lucas, l'estate precedente.Aggiunsi: — Sono più che sicura che una volta voi due abbiate tentato di uccidermi.Christopher non negò, non sembrava neanche turbato. — Non ti restava tanto da vivere. Prima o poisaresti diventata un vampiro o uno spettro. Siamo venuti da te a Evernight quando ancora bevevisangue e ti stavi avvicinando alla tua natura vampiresca.— Mi volevate con voi.

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claudia grey 4 Afterlife— È stato anche per il tuo bene — rispose Christopher. — Diventare un vampiro non sarebbe stato ungran sacrificio, per te, ma avresti espresso solo una minima parte del tuo potenziale.— E poi i vampiri sono volgari — aggiunse Maxie. Le lanciai un'occhiataccia, malei fece spallucce. —Senza offesa, però è vero. Sono corpi morti. Che se ne vanno in giro. Bleah.— Ti assicuro che questo non ha influenzato la mia decisione. — Christopher sembrava quasidispiaciuto per la maleducazione di Maxie. — Bianca, da vampira saresti stata una delle tante. Daspettro, hai poteri che quasi nessuno di noi ha, e capacità di cui ancora non tirendi conto.— Ecco perché hai salvato me e Lucas da Charity, l'estate scorsa. Per impedirmidi diventare unvampiro. Non è mai stata una questione... personale, per te, uccidermi o salvarmi.Sembrava divertito. — Come può essere una questione personale se ci siamo appenaconosciuti? —Forse capì subito che mi stava facendo arrabbiare, perché si affrettò ad aggiungere: — Quando si è mortida tanto tempo, come me, le prospettive cambiano.Splendido, prima di capirci qualcosa mi aspettavano secoli di non-morte. D'altrocanto, non era il casodi perderci la testa. Ero diventata uno spettro, ecco la realtà con cui fare i conti. Christopher era l'unicoche potesse aiutarmi.Non era il capo degli spettri, secondo Maxie, e a quanto sembrava non c'erano capi. Tuttavia il suoamico era il più influente, per ragioni che ancora non avevo scoperto. Non soltanto era potentissimo, maaveva anche alluso a certi miei poteri che ancora dovevano manifestarsi. Scoprire le mie capacità,sviluppare a pieno la mia nuova natura di spettro, comportava frequentare Christopher. Tutto sommato,non mi pareva un gran prezzo da pagare. — Okay. Quel che stato è stato, e pazienza. Voglio solo capire.— Facciamo due passi?— Certo. = Page 68 =Maxie ci salutò, affrettandosi verso una specie di chiosco delle bibite. Il tacco di una scarpa dallafibbia lucida le rimase incastrato tra le pietre del selciato e lei inciampò, perché a quanto sembravaanche lì si poteva cadere, ma riprese l'equilibrio. Così io e Christopher restammo soli in quel luogomisterioso. — Se non siamo in paradiso — chiesi — come siamo arrivate... qui?— Chi tra noi comincia a vedere con chiarezza dopo la morte, chi non sente più il bisogno di tornarenel mondo dei mortali, porta con sé ciò che ha amato. — Una brezza marina, fresca e fetida al tempostesso, gli scompigliò i capelli ondulati. Su una collina, in lontananza, vidi un egizio avanzare sul suocarro, seguito da un vecchio pick- up che sputava gas di scarico dalla marmitta.— Ma non le personeche ha amato, ahimè. L'anima è inscindibile dalle persone, appartiene soltanto aloro. Ma i luoghi che cierano cari, i ricordi migliori e peggiori della nostra vita ci raggiungono qui, dove tutto ciò che abbiamoperso può essere ritrovato.La terra delle cose perdute, pensai. Come nome andava benissimo. — Ma se i fantasmi possono venirequi, che bisogno c'è di tornare a spaventare la gente? Questo posto è molto meglio che nascondersi in unsolaio.— Non tutti gli spettri possono. — Dagli occhi scuri irradiava uno sguardo intenso che turbava,soprattutto ora che aveva fattezze umane. — A crearci è quasi sempre un

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claudia grey 4 Afterlifeomicidio. E intendo il piùspregevole degli omicidi, figlio non della passione cieca ma della premeditazione, dell'egoismo di chicompie un tradimento.La voce di Christopher si fece più roca e mi domandai cosa fosse successo a lui,a Maxie e ai tantifantasmi di cui brulicava la strada.Si ricompose e aggiunse: — Non è facile superare una morte come quella. La maggior parte di noi sirisveglia sola, in forma di spettro, incredula di fronte alla propria morte, al tradimento, allaconsapevolezza che il paradiso ci è negato, forse, per sempre. A volte vediamo coloro che ci amavanogioire della nostra scomparsa. C'è da meravigliarsi se in tanti diventano così... perfidi? Così morbosi?— Direi di no. — Mi sentivo lo stomaco sottosopra. — È successo anche a te? Qualcuno che amavi...— Amici — rispose piano. — Uomini che credevo compagni fedeli tramarono contro di me. Di coloro cheavevo più cari, soltanto la mia amata moglie fu sincera. E un destino peggiore l'attendeva.Scenario davvero pessimo. Chissà cosa poteva essere successo... Forse gli amici l'avevano uccisa olasciata a morire di fame, sola e senza un soldo. Oppure uno degli assassini si era insinuato nella sua vitafino a sposarla, senza mai lasciarle intuire chi fossero i responsabili della morte di Christopher.D'accordo, la mia immaginazione era fin troppo fervida. Cambiai argomento e chiesi: — Quindi mi staidicendo che la maggior parte degli spettri rimane incastrata di là. Non accettano di essere mortiassassinati e impazziscono.— In sostanza, sì. Vedere condannati i nostri assassini ci fa sentire risarciti. E questo aiuta molti di noia sciogliere i legami e ad ascendere. — Christopher alzò lo sguardo malinconico verso il cielo: dopo tuttoquel tempo, aspettava ancora il paradiso. — Ma capita anche che gli assassini sfuggano alla condanna oche la giustizia non basti a guarire le ferite. In questi casi si rimane sulla Terra per sempre, sempre piùtormentati ed estranei, talvolta pericolosi. Molti di noi diventano malvagi comele forze che li hannodistrutti.— Ho sentito parlare di spettri come questi — dissi. — Ma il resto di voi, quelli che abitano qui, perchénon è in paradiso o in qualunque posto ci sia dopo?— Restano ancorati al mondo dei mortali.— Ancorati. — Era la parola del momento. — Cosa significa?Christopher mi guidò oltre una fontana riccamente decorata che anziché gorgogliare allegra, era pienad'acqua stagnante e putrida, zeppa di alghe che rendevano la pietra viscida.— Un'ancora è qualcuno o qualcosa che ti lega alla Terra. Le ancore migliori timantengono sano eforte. Possono essere sorgenti d'amore profondo e durevole. — Lanciò un'occhiataverso il chiosco dibibite in cui avevamo lasciato Maxie: scorsi la sua sagoma mentre, appoggiata al banco, beveva da ungrosso bicchiere ghiacciato. — Maxie era a un passo dall'abbandonare il mondo dei mortali per sempre,quando il bambino che viveva in casa sua l'ha scoperta e ha cominciato a leggerle delle storie.— Vie.— Sì. L'affetto per lui l'ha legata di nuovo alla Terra... con gran disappunto da parte sua, sospetto. — Perla prima volta sentii una nota di ironia nella voce di Christopher. — Non lo ammetterà mai, ma potrebbelasciarlo in qualsiasi momento e sperare che la vita del ragazzo sia felice e intensa. Ma ha aspettato già

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claudia grey 4 Afterlifeottant'an- ni, dopo che è morta, qualche decennio in più non farà molta differenza.— Le ancore migliori, hai detto. Ce ne sono anche di cattive?— A volte non è l'amore che ci lega alla nostra ancora, ma l'ossessione. La morbosità. E quando accade,più passa il tempo più lo spettro si fa perverso. — Mentre Christopher parlava ricordai lo spettro che = Page 69 =aveva preso di mira e tormentato Raquel. Un esempio perfetto di ciò che stava descrivendo. — In quellesituazioni il pericolo è così grande che persino gli spettri con ancore migliori, come me e Maxie,considerano una disgrazia i legami con il mondo. Anche noi speriamo di andare oltre, nonostante siadifficile lasciare le persone che amiamo.Stavo per chiedergli se anch'io avessi un'ancora, ma conoscevo già la risposta. Lucas, i miei genitori,Balthazar, Vic, Ranulf, Patrice, Raquel... erano loro a tenermi, per così dire, con i piedi per terra. Forsepotevo lasciarli, ma non volevo. Un pensiero mi fece preoccupare. — A chi è ancorato quell'antico egizio?Christopher sorrise. — Collaborò alla progettazione delle piramidi e ne va ancora piuttosto fiero.Scommetto che gli piace tornare a Giza ogni mattina a veder sorgere il sole.All'orizzonte vedemmo turbinare nuvole più scure, illuminate per un istante da quello che sembravaun fulmine. — Okay, mi era sembrato di capire che qui aveste bisogno di me — dissi. — Cos'è che mirende così potente o speciale? A parte la capacità di crearmi un corpo vero, cioè. Che peraltro ègrandiosa.Christopher tornò serio e si mise davanti a me. — Sai già che puoi viaggiare pertutti i nostri mondi epuoi farlo molto più facilmente di chiunque altro, persino di me.— Maxie è capace.— A volte, ma non facilmente, a parte quando sfrutta la tua presenza — spiegò lei. — Tu percepisci lapresenza degli altri spettri, dote che pochissimi di noi hanno. A volte restiamoinvisibili gli uni agli altri,e questo vale soprattutto per chi è smarrito o spaventato nel mondo dei mortali.Una volta stabilito uncontatto diventa tutto meno complicato, ma non è mai facile.Capii dove voleva arrivare. — Volete che vi aiuti a trovarli. A guarirli dal malessere prima che ildanno sia irreversibile.— Fintanto che gli resta una possibilità di venire qui a ristabilirsi.— Vuoi che vi aiuti a scovare tutti i fantasmi del mondo?Scosse la testa. — La maggior parte, prima o poi, trova la strada. Tu, però, potresti arrivare anche aquelli che non ce la fanno, per il bene loro e di chi tormentano sulla Terra. Per guidarli. Per aiutarli atrovare la strada che porta qui. Sai viaggiare da un mondo all'altro, Bianca. Sei un ponte tra il mondo deivivi e quello dei morti.Le nuvole all'orizzonte non erano più tanto lontane; il cielo sembrava sempre più scuro, malgrado su glialtri fantasmi splendesse la luce del sole. La brezza fresca e umida che mi scompigliava i capelli nontoccava nessun altro, sulla strada. Capii che ogni abitante di quel luogo aveva un cielo che ne rifletteval'umore: più crescevano la paura e l'insicurezza, più si avvicinava il temporale.Christopher non rispose. — È un compito importante, molto, molto impegnativo. Mail bene che puoifare è infinito.Aveva ragione. Sembrava un'impresa degna, più che degna di essere compiuta. Importante. Il genere dicosa alla quale volevo dedicare la mia vita ultraterrena. A trattenermi restava

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claudia grey 4 Afterlifesolo il timore diabbandonare le persone a cui volevo bene. — Perché non te ne occupi tu? Maxie dice che anche tu seisuperpotente e tutto il resto.— Non sono figlio di spettri. Non ho i tuoi poteri naturali. Le mie doti sono mediocri, le ho sviluppate daautodidatta nel tempo.— Perché non addestri anche gli altri?— La loro ancora nel mondo dei mortali non è potente quanto la mia — rispose. Il suo sguardo eralontano. — Il mio legame è durato più a lungo della norma, ed è stato più intimorispetto alla norma.Si accese un lampo e sentii la pioggia picchiettarmi sui capelli e sulle spalle,malgrado fossi l'unica abagnarsi. — Non posso. Mi dispiace... lo so, il ruolo che vuoi darmi è positivo... è importante... ma nonposso.Christopher non sembrava scoraggiato come mi aspettavo. — Hai tutto il tempo perpensarci — rispose.Aveva ragione, certo, avevamo letteralmente un'eternità per discuterne. Mentre mi allontanavo da lui,già impaziente di andarmene, Christopher aggiunse in fretta: — Non è necessario che ti separi del tuttodai tuoi cari, neanche qui. I tuoi poteri ti concederebbero di osservarli.— Davvero? — Non che bastasse a convincermi, certo, volevo restare con le persone a cui volevobene, non soltanto guardarle. Ma sapere che certi legami sopravvivevano era, in un certo senso,incoraggiante.Forse anche Christopher prese coraggio, e annuì: — Cerca nel profondo del tuo spirito fino a che nontrovi qualcuno che ami.In che senso, cerca nel tuo spirito? Poi ricordai l'impressione che mi aveva fatto il cielo. Era un riflessodella parte più recondita di me, dovevo concentrarmi sulle nubi del temporale, sempre più scure. = Page 70 =Chiusi gli occhi, ma dietro le palpebre vedevo ancora i bagliori dei lampi nel cielo. Le gocce fredde dipioggia mi bagnavano il viso, ma allargai le braccia e accettai la tempesta comefosse una parte di me.Spalancai gli occhi quando sentii gridare un nome. Il mio.Qualcuno è nei guai. Pensai subito a Lucas, ma la voce nel tuono sembrava familiare.Somigliava a quella di mio padre. = Page 71 =— apà — sussurrai. Lo udivo, anche se "udire" non era la parola giusta. Era piùuna percezione, laPsensazione che nel rumore del tuono e nel vento freddo che mi sferzava trapelassero la sua paura e lasua angoscia.— Vai da lui? — Christopher non sembrava approvare né disapprovare. Restò a guardarmi come agiudicare le mie capacità.Potevo tornare da mio padre, affrontare il rischio che mi ripudiasse per sempre o che mi assalisse?Poi giunse un altro tuono e sentii la paura nel cuore di mio padre più forte persino della mia. Qualcosadi terribile stava succedendo, qualcosa di più importante delle risposte che cercavo. Non potevopermettere che Christopher mi ostacolasse o cercasse di imprigionarmi. Dovevo trovare papà, se potevo.— Sì, vado.Christopher non era arrabbiato e per la prima volta sentii che mi potevo fidare di lui. — Allora speroche tornerai.— Te lo prometto. Voglio saperne di più.

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claudia grey 4 Afterlife— E io ti dirò quello che so.— Come faccio a raggiungerlo?— Quando una persona a cui vuoi bene desidera disperatamente la tua presenza — spiegò Christopher— è impossibile andare altrove.Il suo tono era triste e mi domandai chi fosse a desiderare disperatamente lui. Ma non avevo più tempoda dedicare a Christopher, non ora che papà era minacciato da un pericolo, dall'angoscia o daqualunque cosa riempisse il cielo di nuvole. E non avevo più tempo neanche per me. Le mie paure eranostate soltanto una reazione egoista, adesso lo capivo. La terra delle cose perdute dava a ogni entitàvisibile e invisibile una chiarezza brillante.Chiusi gli occhi e pensai a mio padre. Per la prima volta da quando ero morta, non pensai soltantoall 'idea di lui. Lasciai che il ricordo mi prendesse, che mi riempisse il cuore. Mio padre che mirimboccava le coperte quand'ero piccola. Che ballava un lento con la mamma mentre la voce di DinahWashington usciva dallo stereo. Che chiacchierava con i nostri vicini di Arrowwood nel tentativo diambientarsi. Che mi portava alla mia adorata spiaggia, nonostante odiasse la luce del sole. Che si la-mentava di doversi alzare presto la mattina, con i capelli spettinati. Che mimava la sua resurrezione conun bambolotto di Ken per un pubblico composto da una bambina molto interessata equalche Barbieassai sorpresa. Tutto ciò che faceva di lui papà.Quando aprii gli occhi, eccolo.O meglio, eccomi vicina a lui, a Evernight. Era calata la notte, non sapevo direquanto tempo fossetrascorso da che me n'ero andata. Mi sembravano pochi minuti ma potevano essere state anche ore ogiorni. Mio padre era al centro della biblioteca scolastica.La biblioteca! pensai, terrorizzata, ricordando la trappola. Ma Lucas l'aveva rimossa e forse non erastata rimpiazzata. Stavo bene. Mio padre invece sembrava volersi riparare da un vento fortissimo. Unaburrasca, impetuosa e fredda come il ghiaccio, si era scatenata nella sala. Papàera in trappola, ilghiaccio si era addensato tra gli scaffali e creava un labirinto solido, alto tre metri, senza via d'uscita, alcui centro c'era lui. Una sagoma scintillante, grigio-azzurra spiccava nell'angolo più lontano, magra,ossuta, vecchissima, quasi calva. Poteva essere un maschio come una femmina. Di sicuro era uno spettro.— Ci prova — sibilò la cosa, con una voce che sembrava ghiaccio sbriciolato. Lo riconobbi, era uno deiCospiratori. — Ci prova, ma è troppo stupido per capire che sta sbagliando.Papà replicò: — Prima o poi verrete risucchiati. Non potete resistere per sempre. — Ma non sembravacrederci. Il suo sguardo non era arrabbiato né impaurito, soltanto triste come quando lo avevo rivistodopo il mio ritorno a Evernight. Come quello di Lucas prima di avventurarsi nella battaglia finale controCharity. Capii perché avesse pensato a me, perché mi avesse chiamata: era convinto di trovarsi a unpasso dalla morte definitiva.Compresi che aveva cercato di guidare il fantasma fino alla trappola e vidi una delle scatole a formadi conchiglia, color rame, ai suoi piedi, spezzata in due e ormai apparentementeinnocua. Perché papàaiutava la Bethany?Il sibilo diventò una risata. — Congelatelo. Spezzatelo in due. Niente testa, niente rumore. = Page 72 =L'espressione di mio padre non cambiò perché probabilmente non sapeva di cosa

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claudia grey 4 Afterlifestesse parlando lospettro. Io sì, invece. Io stessa avevo sfruttato quel potere, la capacità di penetrare in un vampiro e ditrasformare il suo corpo in ghiaccio. Avevo visto che effetto faceva e non dubitavo che in quel modo sipotesse anche uccidere.Lo spettro si gettò in picchiata ed era lo spirito maligno dei miei incubi peggiori, la personificazione ditutto ciò che ancora mi spaventava nel mondo dei fantasmi. Non sapevo cosa fare,non sapevo se i mieipoteri fossero efficaci contro di loro. Rischiavo che distruggessero anche me, oltre a mio padre? Cosapotevo fare?Pensai al braccialetto di corallo nella stanza dei registri, dove il mio spiritosi materializzò. Vic, sedutosu un pouf a leggere un fumetto, quasi si soffocò con un sorso di bibita quando mi vide apparire. — Ehi,Bianca! La prossima volta avverti.Speravo di trovare Lucas o Balthazar, ma chiunque potesse darmi una mano andava bene, forsebastava una piccola interruzione per scacciare il fantasma. — Mio padre è nei guai, vai in biblioteca!Svelto!Altrettanto velocemente pensai al gargoyle, ed eccomi a fluttuare fuori dalla finestra della mia vecchiastanza. Valeva la pena far prendere un colpo a mia madre, pur di spedirla in biblioteca ad aiutare papà,ma non la trovai. Frustrata, sfrecciai lungo il muro di pietra in cerca di un volto familiare e per fortunaavvistai Patrice, sola, impegnata a darsi gli ultimi tocchi di smalto sulle unghie. Capii che era di lei cheavevo davvero bisogno. Congelai il vetro così in fretta da farlo tremare, e lei aprì e si affacciò allafinestra. — Bianca?— In biblioteca! Porta anche il tuo specchio, subito!Devo tornare da papà. Ma il legame si era spezzato, quel genere di potere non sembrava funzionare nelmondo dei mortali. Dovevo prendere la strada più lunga. Per non lasciare una scia di ghiaccio avreidovuto calmarmi e rallentare, ma non era il momento.Volai attraverso la stanza di Patrice e lungo i corridoi, ignorando la brina e iricami di luci azzurre einquietanti che irradiavo, anche quando gli altri studenti cominciarono a urlare. Skye, che usciva dalladoccia, quasi lasciò cadere l'asciugamano, e vidi le ciocche dei suoi capelli bagnati appuntite e induritedal ghiaccio. Scusa, pensai distrattamente. In quel momento mio padre veniva prima di chiunque altro.Impiegai pochi minuti per raggiungere la biblioteca, ma mi sembrarono un'eternità. Quando passaiattraverso le porte con una fitta legnosa che sentii in tutto il corpo, vidi la luce azzurra e tremula riflessasopra e dentro quella che ormai era un'enorme gabbia di ghiaccio. Da qualche parte in quella prigionescintillante e crepitante c'era mio padre. Mi feci largo fino al centro, penetrando nel ghiaccio.Là, con grande orrore, lo vidi: dondolava sui piedi, piegato all'indietro in un'angolazione impossibile, neltentativo disperato di opporsi al pugno di ghiaccio che gli affondava nel petto.Lo spettro ridacchiò. — Cosa stupida. Cosa stupida.— Stagli lontano! —gridai. Non sapendo cos'altro fare, mi lanciai con foga contro di lui. Lo spettro si fecetrasparente e mi lasciò passare. Se non altro, avevo creato un diversivo e il fantasma levò la manoghiacciata da mio padre per voltarsi verso di me.Era la cosa più brutta che avessi mai visto. Credevo che fosse soltanto vecchio,ma le persone vecchienon erano così. La "carne" che portava addosso sembrava andargli troppo larga,

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claudia grey 4 Afterlifele borse sotto gli occhierano talmente flosce e pesanti da scoprire tutta l'orbita, le labbra gli penzolavano fino al mento. Arretraifino a toccare il ghiaccio. Avrei potuto attraversarlo, ma ciò significava abbandonare papà.Sentii una voce fioca e incredula: Bianca!Papà! Ma in quel momento non potevo rivolgermi a lui, dovevo continuare ad attirare l'attenzionedello spettro.I suoi occhi rotondi e inquietanti si accesero come braci. Non immaginavo che potessimo fare una cosadel genere e non era il momento di imparare. — Una bambina — commentò.— Sarò anche una nuova arrivata, ma ti garantisco che posso... — Cosa potevo fare? — Posso batterti,se non lo lasci stare.— Puoi portarci là — rispose, strisciandomi incontro con un'impazienza quasi infantile e perciò ancorapiù allarmante.Era questo che intendeva Christopher? Che avrei dovuto aiutare creature così spaventose?Poi mi sentii a disagio. Se non fossi stata capace di crearmi un corpo e di interagire con le persone chemi volevano bene, forse anch'io mi sarei trasformata in un mostro. Se avessi accompagnato lo spettronella terra delle cose perdute, magari avrebbe smesso di seminare il terrore e sarebbe tornato in sé.Avevo pensato che lavorare con i morti fosse una passeggiata, considerato i morti che conoscevo già.Illusione stupida. = Page 73 =— Ti ci porterò, te lo prometto. — Ancora non sapevo bene come, ma mi era chiaro che per impararepotevo contare sull'aiuto di Christopher. — Però lascia andare quest'uomo, okay?Possiamo andare viasubito.Lo spettro esitò. Forse non credeva alla sua fortuna.Poi i suoi occhi fiammeggianti si fecero torvi, accesi da un fuoco azzurro e ultraterreno. — Non gli èconcesso di scappare — sibilò. — Non dopo ciò che ha fatto.— Non mi interessa cosa stesse facendo. Non importa! Puoi andartene da qui adesso. Non tieni di più aquesto?Lo spettro non rispose. Era diviso tra la speranza e l'odio, incapace di scegliere.A voce bassa, aggiunsi: — Il posto dove andremo... può essere bellissimo. È meglio che infestare unascuola, comunque. Devi vederlo. Forza. — Mi costrinsi a offrire una mano allo spettro, malgrado le suedita ossute somigliassero ad artigli.Esitò per un altro momento. Provai a guardare mio padre e me ne pentii immediatamente. Miosservava, con il volto rigato di lacrime, e forse piangeva perché mi ero trasformata in una cosa tantoorribile, proprio come la creatura che aveva cercato di fargli del male.Poi, all'improvviso, lo spettro strillò di rabbia: — No! Non gli permetterò di scappare.L'odio aveva vinto.Si scagliò contro mio padre e cercai di frappormi. Non riuscii a fermarlo, ma restammo come annodati enessuno dei due era solido né separato dall'altro. Come del formaggio sciolto inun panino, un pasticcioappiccicoso e molle. Lo spirito dello spettro si intrecciava al mio, più perverso e triste di quanto potessiimmaginare, e mi fece tremare di disgusto.— Lasciami andare! — Tentai di spingerlo via e ci riuscii. Il fantasma schizzò sopra di noi, una strisciaazzurra e attorcigliata di elettricità appena sotto il soffitto. All'improvviso lo immaginai mentre si

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claudia grey 4 Afterlifescagliava su di noi come un fulmine. Chi avrebbe colpito per primo? Mio padre o me? E cosa sarebbesuccesso?Poi lo spettro gridò, straziato, e si dissolse in una nuvola azzurrina che turbinò fino alla porta dellabiblioteca. Nel giro di un secondo la luce si spense e calò il silenzio.Capii cos'era successo. — Patrice?— È nel mio nuovo portacipria — rispose lei da dietro il ghiaccio. — Che tra l'altro è un Laura Mercier.Meglio che stia attento a non romperlo.Poi sentii la risata sbalordita di Vic. — Che figata incredibile.— Faccio quello che posso — commentò lei.Le pareti di ghiaccio circondavano mio padre e me. Immaginavo che prima o poi si sarebbero sciolte,ma non potevamo aspettare che lo trovassero il mattino dopo. — Ragazzi, riuscitea tirarci fuori?— Sì, aspetta! —Vie sembrava entusiasta della cosa. — Vado a prendere la scure antincendio. Provo afare qualche mossa alla Ranulf.Li sentii andare in corridoio in cerca della scure e capii che ormai non potevo evitarlo. Mi preparai alpeggio e mi voltai ad affrontare mio padre.— Bianca — ripeté lui. Aveva le guance rigate di lacrime. — Sei... davvero tu?— Sì. — Mi era rimasto un filo di voce. — Papà, scusa.— Scusa! — Papà mi afferrò e mi strinse così forte che quasi spezzò il mio corpo semisolido, ma riuscii aresistere. — La mia bambina. Non devi scusarti di nulla. Sei qui. Sei qui.E capii che non gli importava se ero un fantasma, se avevo commesso troppi errori stupidi o se ilnostro ultimo dialogo era sfociato in un litigio. Mio padre mi voleva comunque bene.Se avessi potuto, avrei pianto. La gioia che mi invase si trasformò in luce e calore, morbidi come quellidi una candela, e sentii che riuscivo a placare il dolore di mio padre. — Mi seimancato — sussurrai. — Tue la mamma mi siete mancati tanto.— Perché non sei venuta da noi?— Avevo paura che non mi voleste più. Adesso che sono uno spettro.— Sei mia figlia. Questo non cambierà mai. — Sul suo volto c'erano rughe di dolore. — Li odiamo cosìtanto... avevamo così paura di loro. E ovvio che ne avessi anche tu. Siamo statitroppo... ostinati e miopiin tutto questo. Avremmo dovuto spiegarti.— Se avessi saputo... — Impossibile dire come avrei reagito se lo avessi saputo. Mi sarei trasformata invampiro? Avrei scelto l'altra strada? Non sapevo dirlo e non importava. Ormai era andata. — Scusa sesono scappata così. Vi ho spaventati, lo so.L'espressione di mio padre mi fece capire che non potevo immaginare quanto, ma non smise diabbracciarmi. — È colpa di quel ragazzo. È sempre stato una cattiva influenza... = Page 74 =— No, papà. Ho deciso da sola di andarmene. Lucas mi ha aiutato e protetto, ma è stata una scelta mia.Se siete arrabbiati, e avete ragione di esserlo, cercate di capire che è colpa mia. Soltanto mia.Papà mi accarezzò i capelli senza dire niente. Non mi credeva, lo sapevo.— Lucas ha bisogno del vostro aiuto — sussurrai. — La trasformazione lo sta facendo dannare. Odia ciòche è, non riesce a non pensarci. Voi potreste aiutarlo.— Mi chiedi troppo.— Non chiedo altro. — Ma forse, dopo tutto quello che gli avevo fatto passare negli ultimi mesi, nonavevo il diritto di pretendere tanto. — Quando sarete pronti. Pensateci.Le porte della biblioteca cigolarono e sentii Vic urlare: — Arrivano i pompieri!Strinsi la mano di mio padre mentre Vic e Patrice iniziavano a farsi largo nel ghiaccio a colpi di scure.Scoppiarono a ridere in quel pasticcio umido, e io riuscii a sussurrare ancora

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claudia grey 4 Afterlifequalcosa in privato a miopadre: — Possiamo andare dalla mamma?Speravo che ne fosse entusiasta, invece tentennò. — Meglio aspettare... devo pensare al modo miglioredi affrontarla.Che delusione. — Secondo te non riuscirà ad accettare la situazione. Odia gli spettri. Odierà anche me?— Tua madre ti amerà per sempre — rispose convinto. — Come me. Ma ha avuto esperienze pessimecon gli spettri. Dopo il Grande Incendio di Londra e la distruzione di massa deifantasmi, i pochisopravvissuti erano... be', scatenati è un eufemismo. Celia resistette per giorni, sopportando le ferite, esarebbe morta se non l'avessi... Intrappolata tra la vita e la morte, fece alcune esperienze terribili. Nonpotrai mai capire quanto fu difficile per lei, in seguito, accettare il breve incontro con lo spettro che hacreato te. Queste cose la spaventano parecchio ancora oggi.— Mamma avrebbe... paura di me?— Ce la faremo — promise lui. Mi sembrava che stesse già meglio rispetto al nostro primo incontro.Nei suoi occhi c'era luce, dietro il suo sorriso neanche un'ombra.Non voglio più vederla vivere nel lutto, ma è meglio non avere fretta. Voglio pensare al modo miglioredi dirglielo.— Okay. — Mi sembrava giusto. Non vedevo l'ora di tornare da mia madre, di raddoppiare la felicità diquel momento, ma mi fidavo del giudizio di papà. La amava da quasi quattrocento anni, ormai, nessunopoteva saperne quanto lui. — Un momento. Hai parlato del Grande Incendio di Londra. Distrusse tutti ifantasmi.Mi guardò dritto negli occhi. — Bianca, non lo sai? Se un fantasma resta intrappolato in un edificio chebrucia, l'incendio lo distrugge. Devi stare attenta. Il fuoco è pericoloso per te.Sembrava che stesse dicendo alla me stessa di tre anni di stare lontana dalla stufa quand'era accesa.— Non preoccuparti. Non ho intenzione di farmi intrappolare.La parete di ghiaccio si sbriciolò e noi sobbalzammo. Dall'altra parte, coperti di cristalli ghiacciatic'erano Vic e Patrice. Sembrava che Vic, con la scure in mano, non si fosse mai divertito tanto.Circospetta, Patrice si scostò dal viso qualche ciocca bagnata. — Come va, professor Olivier? — chieseVic, allegro.Patrice ci porse il suo costoso portacipria, coperto da uno strato di ghiaccio. — E adesso cosa ci faccio,con questo? Non ho intenzione di rimetterlo nella borsa del trucco.Papà guardò loro e me, in cerca di una spiegazione. — Aspetta... i tuoi amici...sanno di te? Tifrequentano?— Sì. Mi ci è voluto un po' per capire come, ma ce l'abbiamo fatta.— Lucas... Balthazar... — Papà aggrottò la fronte.— Sì, l'hanno sempre saputo — risposi. — E non prendertela con loro, se non te l'hanno detto. Anchequesta è stata una decisione mia.— Che imbarazzo. — Vic nascose la scure dietro la schiena, come se l'intoppo fosse quello. — Meglio cheandiamo?— Io questa cosa non la porto con me — insistette Patrice, tenendo il portacipria con due dita, come sepuzzasse.— Dammelo. — Papà la vide indecisa e sospirò. — Te lo restituiremo.Patrice, dubbiosa, gli consegnò il portacipria. —Be', felice di avervi aiutati. Ci vediamo dopo, okay?— Okay — risposi. Vic annuì e la seguì. Prima che uscissero, la vidi lanciarsi un'occhiata di fastidio alle

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claudia grey 4 Afterlifeunghie: a quanto pareva, nella fretta di aiutarmi, si era rovinata la manicure. Era il segno che ci tenevadavvero.Restai di nuovo da sola con mio padre. Senza parole, ci allontanammo dai blocchidi ghiaccio perandarci a sedere in un angolo appartato della biblioteca, su un divanetto accanto a due alte librerie. Era = Page 75 =un bel posto per parlare, anche se al momento non stavamo parlando. Le cose da dire erano tante e nonsapevo da dove cominciare. Iniziai dallo scontro appena terminato.— Cosa facevi con quella scatola?— Cercavo di catturare uno spettro. — Con lo sguardo andò nel punto in cui aveva messo la trappola.Mi strinse le mani, come se non volesse lasciarmi andare neanche per un secondo.— Ci era entrato...— Ma non sei riuscito a imprigionarlo. Perché la trappola era rotta. — Per la prima volta mi resi contoche forse mio padre aveva già le risposte che cercavo. — Papà, cosa succede? Perché la Bethany piazzale trappole per gli spettri?— Per fermarli, ovviamente. Non sono tutti come te. La maggior parte è come quello che abbiamoappena catturato.— No, la maggior parte è come me... siamo ancora noi, perlopiù, come eravamo prima. Ma quelli comenoi non li vedi. Non infestano come gli altri.Fece per controbattere ma intuì che ne sapevo più di lui. — Se avessimo capito...Lasciò cadere il discorso, ma avevo intuito dove volesse arrivare. — Mi avreste detto che rischiavo ditrasformarmi in spettro, vero? Ma la credevate una cosa spaventosa, orribile... che vi avrebbe portatovia per sempre vostra figlia.— Non riesco neanche a dirlo. E avevamo paura di spaventarti. — Papà sembrava stanchissimo. —Abbiamo soltanto cercato di renderti il vampirismo la cosa più attraente possibile. Non ci sembravalogico che potessi criticarlo, o rifiutarlo.No, ma poi mi sono innamorata di un umano, pensai. Ecco la vera fonte della rabbia che provavanoper Lucas. Mi aveva dato un'alternativa, mi aveva portata a criticare tutto ciò che fino a quel momentoavevo dato per scontato. Chissà se anche papà se n'era reso conto.Ripresi il discorso. — E comunque, la maggior parte dei fantasmi non è pazza come quello.— Invece sembra di sì — ribatté. — Ricordi il Ballo d'Autunno dell'anno scorso?Come se potessi dimenticare che stavo quasi per restare schiacciata da un enormespuntone dighiaccio. — Ma se sono così pericolosi, perché la Bethany li attira qui?— In che senso? Bianca, cosa stai dicendo?In breve gli spiegai quale fosse il tratto comune a tutti gli studenti umani di Evernight: ognuno venivada una casa infestata ed era legato a uno o più fantasmi, fantasmi che li seguivano fino all'Accademia. —Per questo ha aperto le iscrizioni agli umani. Per portare qui gli spettri.— Forse è anche perché gli umani aiutano i vampiri ad adattarsi, non credi? Il modo migliore perambientarsi nel mondo degli umani è passare del tempo con loro. — Mi strinse forte le mani, come seavessi detto una sciocchezza che poteva perdonarmi.Scossi la testa: — Forse. Ma seriamente, papà, tutti gli umani qui hanno un fantasma. Al mondo non cisono così tanti spettri, anzi. È impossibile che sia una coincidenza.— Perciò la Bethany ha un altro obiettivo, oltre alla cattura dei fantasmi. Un obiettivo che nonconosciamo. Cercherò di indagare. — A quel punto l'espressione di mio padre cambiò, si fece assorta e

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claudia grey 4 Afterlifedistante, come se ce l'avesse con qualcuno.— Papà?— È che... niente. — Tornò ad abbracciarmi forte. Il mio bagliore di felicità accese l'intera biblioteca e latrasformò in oro. — Conta soltanto che sei tornata.— Restammo insieme ancora un po', dopo che ci eravamo detti le cose più importanti. Presto avrebbeinformato anche la mamma e, fino ad allora, stabilimmo di vederci ogni giorno dopo le sue lezioni perpassare qualche minutoinsieme per riabituarci, per capire come riprendere il ruolo di padre e figlia ora che tante cose eranocambiate. Era un punto di partenza e sentivo che non avevamo bisogno di altro.Dopo mezzanotte, quando mio padre tornò finalmente al suo alloggio, mi sentivo esausta e avevobisogno di "svanire" per un po'. Ma c'erano cose più importanti da fare. Anche se avevo conosciutoChristopher e capito che non dovevo temere tutti i fantasmi, era suonato un campanello d'allarme adirmi quanto potessero nuocere ai miei cari. Avevo combattuto contro uno spettroed era il momento discoprire cos'altro sapevo fare, senza l'aiuto di Patrice.La mia esperienza nella Croce Nera, se non altro, mi aveva insegnato a combattere. Era il momento dimettere in pratica i loro insegnamenti.Ovviamente, per mettermi alla prova c'era bisogno di uno spettro contro cui combattere. Da qualchegiorno avevo in mente un candidato, un fantasma che, senza alcun dubbio, usava isuoi poteri in modomalvagio. Come inizio sembrava buono. = Page 76 =— Grandioso — esclamò Lucas il pomeriggio seguente, seduto sui gradini insieme ame. — Sul serio,Bianca. È un'ottima cosa che tuo padre sappia. Vedrai che il rapporto con i tuoimigliorerà.Mentre parlava, il suo sguardo si incupì. Sapevo che non c'entrava niente con lariconciliazione tra mee mio padre, era il ricordo degli attacchi brutali di Kate a velarlo. La crudeltà con cui lo aveva respintobruciava molto di più anche a me, adesso che avevo affrontato mio padre. In quelmomento mi erosentita spaventata e vulnerabile. Lucas aveva mostrato di avere molto più coraggio e fede di me, dinutrire una fiducia immediata e assoluta in Kate. In cambio, lei l'aveva tradito. Non riuscivo neanche aimmaginare quanto ci soffrisse.— Magari prima o poi tua madre capirà — mormorai. — Ogni cosa a suo tempo.Lucas fece un sorriso tetro e scosse la testa. — Per lei non sono che un mostro.Non sarò mai piùnient'altro.Gli sfiorai il viso. — Non sei un mostro.— Sì, lo sono. Ho anche le zanne.— Allora non sei soltanto un mostro. Sei anche una brava persona. — Sorrisi e diffusi un bagliore fioconell'androne delle scale. Sperai di averlo confortato, ma forse era meglio cambiare discorso. — Allora, chete ne pare del mio piano?— Orribile.— È una cattiva idea?— No — ammise. — È una buona idea. Prima o poi dovrai scontrarti con uno spettro e sono d'accordoche non ci sia candidato migliore di quel verme. Ma è pericoloso. La cosa orribile è che non possoproteggerti.— So proteggermi da me.Senza volerlo, sorrise. — Lo so. Ti credo. E ho visto cosa sei capace di fare quando ti metti d'impegno.Ma ho sempre voluto essere io quello che badava a te, sai? Devo imparare a

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claudia grey 4 Afterlifelasciarti affrontare le tuebattaglie... almeno quelle che non posso combattere al posto tuo.— Non deve piacerti per forza.— Esatto... — Tacque, sentendo dei passi sulle scale. Svanii e mi trasformai inuna nuvola di nebbiasottile per nascondermi facilmente in un angolo. Lucas si alzò, si aggiustò il maglione della divisa e dissealla persona che scendeva: — Ciao!Salutò con troppa decisione nel tentativo di mostrarsi allegro e finì per spaventare la ragazza chepensava di essere sola. Sentii un gridolino di sorpresa e un tonfo. Lucas accorse, salendo due gradini allavolta, e io lo seguii.Là, con la gonna della divisa praticamente arrotolata in vita e tutti i libri rovesciati in giro, c'era Skye.Quando vide Lucas, si affrettò a sedersi e ad abbassare il gonnellino, rossa di vergogna. — Mi haispaventata! Credevo non ci fosse nessuno — esclamò. — E queste scale... si scivola...— Non devi scusarti di essere caduta — fece Lucas. — Ti ho messo paura e, sì, igradini fanno schifo.Tutto okay, Skye?— Un po' in imbarazzo, ma sì.— Tranquilla, sono io. Tutto bene, quindi. — Si chinò, forse per aiutarla ad alzarsi o a raccogliere ilibri... e rimase impietrito.Me ne accorsi un momento dopo. Cadendo, Skye si era sbucciata il ginocchio. Sulla pelle chiara dellagamba c'erano piccoli graffi da cui gocciava sangue.Lucas la guardò torvo e sentii il suo corpo tendersi mentre ne annusava il profumo.Anche Skye vide la ferita e fece una smorfia. — Be', è soltanto un graffio. Immagino che tu non abbiadei cerotti, vero?— No — ripose Lucas, lentamente. Il suo sguardo, tutto il suo essere, era concentrato sul sangue.Digrignò i denti rischiando di mostrarle le zanne.Lucas, no. Lucas, fermati subito. Era il caso di materializzarmi? Avrei fatto morire Skye di paura, mase Lucas stava per morderla... no. Non poteva.— Ovvio che non hai un cerotto. I ragazzi non vanno in giro con la borsetta — continuò Skye, come arimproverare se stessa. Piegò la gamba per avvicinare il ginocchio al viso, al suo e a quello di Lucas. —Forse ho un fazzoletto nello zaino, ma ho paura di avere lasciato il kit di pronto soccorso in camera.Fammi controllare.Mentre cercava, i capelli castani lucenti le caddero sulla faccia, coprendole lavisuale su Lucas. Losentivo irradiare brama, come calore. Voleva il sangue, il suo sangue, subito. Lo voleva più di ogni altracosa, quanto bastava a dimenticare che lo stavo guardando, a dimenticare tutto tranne la sua sete divampiro. = Page 77 =Decisi di apparire e mi concentrai, pronta a farlo, quando sentii i passi di qualcun altro giungere dalpiano superiore. Skye alzò gli occhi verso il ticchettio delle scarpe, Lucas nonli staccò dalla feritasanguinante.— Miss Tierney. — La voce intensa della signora Bethany echeggiò appena nell'androne. La vidiapparire prima come ombra nell'oscurità, come fosse fatta di pura notte. — Vedo che ha avuto un piccoloincidente. E il signor Ross la sta aiutando.Skye sorrise imbarazzata. — Sì, sono inciampata e mi sono fatta male.Mentre parlavano, Lucas riuscì finalmente a ricomporsi, di soprassalto. Sembravanon ricordasse

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claudia grey 4 Afterlifedov'era o come fosse arrivato lì. Offrì subito il braccio a Skye per aiutarla adalzarsi.La Bethany tirò fuori un fazzoletto bianco di pizzo.— Stringa la ferita meglio che può, finché non trova il kit di pronto soccorso.— Ma è così bello — protestò Skye, accarezzando con le dita il pizzo delicato. — Non voglio sporcarlodi sangue.— Se lo immerge in acqua fredda prima possibile, le macchie spariranno quasi del tutto — replicò laBethany.— E preferisco di gran lunga rovinare un fazzoletto che ritrovarmi una studentessa a sanguinarecopiosamente in corridoio.Ovviamente la Bethany sapeva che non era il caso di tentare la metà non-morta del corpostudentesco.Skye ringraziò la Bethany e Lucas, mentre lui le rimetteva i libri nello zaino eglielo restituiva. Pocoprima di andare, gli gettò un'ultima occhiata curiosa: forse si era accorta che non aveva più aperto boccadopo aver visto il ginocchio sbucciato. Ma non fece commenti e tornò zoppicando in camera sua.Quando la Bethany e Lucas furono di nuovo soli, a parte me, lei lo fissò severa.— È stato difficile,vero?Lucas annuì. Non riusciva a guardarla negli occhi. Lo sentivo, era tormentato dalla vergogna. Si odiavaper aver desiderato il sangue, e la tentazione di attaccare un essere umano, perdi più un umano che erasempre stato gentile con lui, era insopportabile.— Coraggio, signor Ross. — Con un gesto familiare, la Bethany gli posò la mano sulla spalla. — C'è unmodo per superare le sue attuali difficoltà.— È possibile impedire a un vampiro di desiderare il sangue?— Sì.Restò a guardarla, spiazzato e sorpreso, almeno per quanto riuscivo a vedere. Iostessa ero tropposbalordita e scossa per farci caso.Il desiderio di sangue era l'essenza stessa dei vampiri. E poi, l'Accademia di Evernight era quasicompletamente abitata da vampiri che non attaccavano gli umani. Non insegnavano forse quello,anziché a guidare un'automobile?Di fronte alla reazione stupita di Lucas, la Bethany accennò un sorriso. Strinsele dita sulla sua spalla.— Cancellare per sempre la sete di sangue — mormorò — è possibile. E scoprirò come si fa.Lucas, immobile, la guardava rapito. — Lo insegni anche a me.— Quando sarà pronto. — Fece per andarsene, ma prima di salire la scala, reggendosi la lunga gonnacon le mani, aggiunse: — E penso che accadrà prestissimo.Quando fummo di nuovo soli, sussurrò: — È vero? Bianca, avrà detto la verità?— Non lo so.Il resto della giornata trascorse avvolto in una strana foschia. L'ansia per come la Bethany si stavaguadagnando la fiducia di Lucas non mi aiutava a concentrarmi su niente, neanchesulla missione chestavo per compiere. Ma quando calò la sera e Lucas e i miei amici andarono a letto, mi costrinsi areagire.Se il tentativo fosse fallito, non avrei più avuto il coraggio di mettermi contro gli spettri. E ciòsignificava che forse non sarei più riuscita a controllare il mio destino.Mi concentrai su un oggetto che era stato importante per me quand'ero viva, una potenziale "fermata"che potevo raggiungere in qualsiasi momento. Sembrava difficile, però, perché l'oggetto non eraappartenuto a me. Era di qualcuno che forse non voleva rivedermi, ma stava per

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claudia grey 4 Afterlifefarlo.Concentrai tutti i pensieri su un'immagine, per renderla sempre più vivida, per diventare tutt'uno conessa: un bracciale intrecciato di cuoio bruno.L'Accademia di Evernight sparì. Tutto si fece scuro. Mi guardai attorno e vidi qualche punto luminoso.La luce che trapelava dalle persiane chiuse, dietro cui si intravedevano il neonsgargiante dell'insegna diun motel da quattro soldi e i numeri squadrati di un orologio digitale. = Page 78 =Con sollievo capii che era una stanza privata, non un covo della Croce Nera. Lo avevo sospettato, maesserne certa era più rassicurante. Decisi che nella camera serviva un'altra sorgente di luce e cominciaia brillare, riempiendola di riflessi azzurri che evidenziavano la mia sagomaspettrale. Ora vedevo il letto e le due persone addormentate che lo occupavano.Una si mosse sotto le coperte, poi si alzò a sedere di colpo. Sbatté gli occhi edisse: — Bianca? Sorrisi. —Ciao, Raquel. = Page 79 =aquel mi fissò, con i capelli spettinati e gli occhi sbarrati. — Sto sognando? —sussurrò.R— No.Diede un pugno alla ragazza che le dormiva accanto, Dana, che si alzò lentamentestropicciandosi gliocchi. — Che c'è, amore?Mi illuminai di più e presi una forma più definita. — Ciao, Dana.Dana reagì a scoppio ritardato e in altre circostanze l'avrei trovata una cosa divertente.— Sei venuta a tormentarmi? — chiese Raquel. Si era rintanata contro la testiera del letto, come sevolesse scappare. Appeso alla parete c'era uno dei suoi collage assurdi, ritaglidi giornale e oggetti variche le piaceva trasformare in arte. — Lo sapevo.— Cosa? No. — Poi capii il perché di quell'aria impaurita e colpevole. Raquel credeva che fossi ancoraarrabbiata con lei dopo che mi aveva denunciata alla Croce Nera.E in effetti, un po' lo ero. Me ne accorgevo soltanto adesso che non avevo un'orda di cacciatori divampiri tra i piedi.Dana ci interruppe: — Come sta Lucas? A Riverton non l'ho visto molto in forma.— Non se la passa bene. — Come descrizione era un po' misera, ma non sapevo cos'altro dire.Dana si lasciò cadere sul letto, annichilita. Era cresciuta insieme a Lucas e come lui era stataindottrinata dalla Croce Nera, al punto da considerare il vampirismo il peggior destino possibile. Forseera l'unica a capire fino in fondo il disprezzo che ora Lucas provava per se stesso. Mi guardò negli occhi,ardeva di rabbia. — Perché non l'hai decapitato?Era un'eventualità orribile ma ci avevo pensato, mi aveva tormentato e sapevo cosa rispondere: —Perché io stessa ero un vampiro. Sapevo che non era la cosa peggiore al mondo. Ho pensato che forse sela sarebbe potuta cavare, e continuo a pensarlo.— Non eri altro che un vampiro — sbottò Dana. Raquel ci guardava discutere senza più interferire,come se temesse di ricordarci la sua presenza. — Come fai a sapere cos'è peggio?Io sono sicura che se mitrasformassero vorrei la garanzia di non risvegliarmi mai tra i non-morti. È la promessa più sacra chefacciamo a noi stessi. Io e Lucas ce la siamo fatta mille volte. — Aveva il fiato corto, era sempre piùindignata. — Se lo avessi amato, lo avresti fatto per lui.Fu uno schiaffo, malgrado sapessi che Lucas mi aveva già perdonata. — Promettereè facile. Ma se fossistata lì, se avessi visto Lucas morto e se avessi potuto scegliere tra perderlo

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claudia grey 4 Afterlifeper sempre o parlare dinuovo con lui nel giro di un paio d'ore... be', allora non sarebbe stato affattofacile. — Di nuovo desideraiche gli spettri potessero piangere. Era uno strazio custodire un ricordo così triste e non avere uno sboccoal dolore. — Per quanto sia difficile, ha ancora i suoi amici. Ha me. Sinceramente, ti sembra peggio chenon avere più niente di niente?Dana restò in silenzio per qualche secondo. — Non lo so — confessò infine. — Ma per me vale, okay,amore? — Guardò negli occhi Raquel. — Se mi trasformano in vampiro, assicurati che io non riveda maipiù la luce del sole, mai più.— Promesso. — La voce di Raquel uscì così bassa, così decisa, che il suo amore per Dana riempì lastanza. Se io e Lucas ne avessimo parlato più spesso, se anch'io gli avessi fatto quella promessa, avreitrovato la forza di separarmi da lui? La stessa forza di Raquel? Non ne ero certa.Per alcuni istanti restarono a guardarsi mentre Raquel le stringeva forte la mano. Ma poi Dana si rivol-se a me. — Sei venuta qui a parlare di Lucas? — La sua voce si ammorbidì un poco. — Ha bisogno di me?Perché... se devo intrufolarmi tra i pazzi vampiri di quella scuola, lo farò.Raquel sbottò: — Ma cosa ci fate all'Accademia di Evernight? Siete scemi? — Poi tornò a rannicchiarsiin un angolo, spaventata.— Va tutto bene, più o meno. La Bethany non era neanche arrabbiata. Odia la Croce Nera al puntoche... averle strappato Lucas per lei è una vittoria. — Tutto sommato era ovvio che la sua reazionenascesse in buona parte da lì. — Comunque, non ti consiglierei di presentarti a Evernight in qualità dicacciatrice della Croce Nera. Però tra poco organizzeranno un'altra gita a Riverton. A meno che... pensiche la Croce Nera tornerà a cercarlo, se esce dalla scuola? = Page 80 =— La prossima volta la Bethany manderà qualcuno dei suoi ad aspettarli — rispose Dana, scuotendo latesta. — E i cacciatori lo sanno. Se per caso dovessero incontrare di nuovo Lucas, gli sarebbero addossoin un istante, ma dopo il fiasco a Riverton non credo che torneranno più da quelle parti.— Allora si può fare. Potresti incontrarlo a Riverton, Dana. Lucas... ho paura che sia convinto che nonlo vuoi più vedere.— Quel ragazzo non ha mai capito niente. — Lo sguardo accigliato di Dana era ilsegno del suo affettoper Lucas, più forte che mai. — Dimmi il giorno. Ci saremo.A quel punto mi guardai bene intorno: era una stanza d'albergo economica ma comoda e, a giudicaredal disordine, la occupavano da un po'. Risparmiare denaro per trovarsi una sistemazione privata eravietato dalla Croce Nera, dove tutti i soldi erano proprietà del gruppo anziché dei singoli membri. —Quindi ce l'avete fatta. Avete lasciato la Croce Nera per sempre.— Non che avessimo altra scelta, dopo che ci siamo messe contro Kate — replicò Raquel. Per la primavolta mi guardò negli occhi. — Ma lo rifaremmo, quant'è vero che siamo vive. — Poi tentennò, nel timoredi avere fatto una gaffe con me che ero morta.Dana sospirò. — I primi dubbi ci sono venuti vedendo come ti hanno trattata a New York. Poi, quandohanno assalito Lucas a Philadelphia... quello è stato il momento critico. Un paio di settimane fa abbiamomollato. Siamo nascoste qui, ma prima o poi troveremo qualcosa di più serio. Prendiamo lo stipendiominimo e ce la passiamo bene.

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claudia grey 4 Afterlife— Mangiamo solo ramen — aggiunse Raquel — ma almeno mangiamo.Uno strano silenzio calò nella stanza. — Raquel, in realtà sono venuta a parlarecon te — dissi.— Scusa. — Raquel tremava, ma era scesa dal letto. Indossava una vecchia maglietta sgualcita,pantaloni della tuta e ovviamente il bracciale di cuoio, quello che ricordavo così bene da averlosfruttato per raggiungerla. — Bianca, mi dispiace tanto, tantissimo. Non so dirti quanto... lascia perdere,non importa come sto io. Sei una buona amica, avrei dovuto proteggerti. Faccio schifo. Se vuoiperseguitarmi o... o non so cosa, me lo merito.Capii che avevo bisogno di sentirmelo dire. Ma anch'io avevo bisogno di dirle qualcosa. — Ti homentito. Avevo le mie ragioni, ma l'ho fatto. Se ti avessi messa a parte della verità, forse non sarebbestato così difficile.— Non basta a scusarmi — ribatté Raquel con voce tremula. Stringeva forte i pugni, ero stupita divederla così nervosa. — Potevano ucciderti. Cioè, ucciderti davvero. Sai cosa voglio dire. Quando hocapito cosa stavano per fare... se l'avessi saputo non avrei mai aperto bocca. Mai.— Lo so. L'ho sempre saputo, forse. E poi, siete accorse ad aiutare Lucas nel momento più cruciale.Questo è ciò che conta.Abbozzai un sorriso a Raquel, che cercò di ricambiare. Il suo tradimento pesava ancora, ma era menoingombrante di prima. Ci voleva del tempo prima che la ferita guarisse, però adesso era tutto alla lucedel sole. Stavamo ancora dalla stessa parte. Tutto il resto sarebbe passato.— In realtà non sono venuta a parlarti di questo — continuai.La lasciai senza parole. Scambiò un'occhiata con l'altrettanto perplessa Dana e chiese: — E allora dicosa?— Dello spettro che infestava la tua vecchia casa — risposi, pronta al peggio. — Quello che titormentava.Raquel puntò gli occhi scuri dentro i miei, come a implorarmi di non risvegliareun ricordo cosìdoloroso. — Cosa c'entra?— Adesso ci occupiamo di lui. Una volta per tutte.Dana e Raquel vivevano in un sobborgo di Boston, non lontanissimo da dov'era cresciuta Raquel.Inoltre, andandosene dalla Croce Nera, avevano preso un furgone appartenuto ai cacciatori.— Qualcuno direbbe che lo abbiamo rubato — commentò Dana allegra mentre salivamo sul vecchioautomezzo che puzzava di polvere da sparo e patatine. — Ma siccome la Croce Neral'aveva rubato a unvampiro morto, la considero una riconversione. È più carino così, non credi?— Vedo che avete "riconvertito" anche un po' di armi.— Diedi un'occhiata all'arsenale nel retro. — Paletti, acqua santa e... quello è un lanciafiamme?— Può sempre tornare utile — disse Raquel, e non riuscii a non sorridere.Le battute, però, finirono presto. Più ci avvicinavamo alla casa, più Raquel diventava nervosa. Tenevauna mitragliatrice sulle ginocchia. — Come funziona? — chiese.— È piuttosto semplice. — Tralasciai il fatto che per me fosse la prima volta. Non c'era bisogno diaggiungere nervosismo. — Ci basta uno specchio. Avete un portacipria? Una trousse, qualcosa delgenere? = Page 81 =Eravamo ferme a un semaforo, perciò Dana e Raquel riuscirono entrambe a girarsi verso di me. Dopoun secondo, Dana rispose: — Ciao, ci conosciamo?— Okay, niente trucco su questo furgone — sospirai.

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claudia grey 4 Afterlife— Ma dobbiamo trovare uno specchio.Una sosta veloce a un drugstore ci procurò un portacipria. Ero più solida che eterea ma faticavo atoglierlo dalla scatola, perciò lo passai a Raquel. Strappò la carta e la plastica con le mani chetremavano, torturandole più del necessario.— Non li sento da tantissimo — disse. — E adesso mi presento a casa loro alle due di notte e, ehi,ricordate quel fantasma che secondo voi non esisteva?— Non è detto che dobbiamo svegliarli — intervenne Dana. Una pioggia leggera cominciò a cadere e leiaccese i tergicristalli, con il loro delicato flap flap. — Acchiappare un fantasma è una faccenda tantorumorosa, Bianca?— Ehm, dipende. Ma non è detto che lo sia. — Speravo fosse vero. — Ci proviamo.Raquel aveva sempre messo bene in chiaro che lei non era ricca come la maggior parte degli studentidi Ever- night, vivi o morti. Il suo quartiere, però, non era malconcio come lo avevo immaginato. Forsenella mia ingenuità credevo che essere poveri significasse vivere nei bassifondicome quelli che sivedono in certi brutti telefilm, pieni di macchine carbonizzate e delinquenti a piede libero. Invece era unquartiere tranquillo di case basse senza giardino. Più che squallida o violenta l'atmosfera era grigia edimessa, come i graffiti sciatti sui cassonetti della spazzatura.— Per fortuna piove — commentò Raquel. — Altrimenti gli angoli delle strade sarebbero pieni digentaglia.Nella casa al centro del quartiere abitava la famiglia di Raquel. Appena scendemmo dal furgone,capimmo che era vuota. — Dove potrebbero essere? — chiese Dana mentre sbirciavamo una pila discatoloni dalla finestra. — I mobili sono qui, non hanno traslocato.— Da Frida, forse? — Raquel diede uno sguardo furtivo. — Sembra che abbiano tirato su mezzopavimento della cucina. Forse il tubo è scoppiato di nuovo e stanno riparando l'impianto.— Non ci sono — dissi. — È la cosa più importante. Possiamo metterci al lavoro.Raquel era immobile. — Non so se ce la faccio.Dana le cinse le spalle. — È tutto okay. Va bene anche se rimani qui fuori. Vero, Bianca?Stavo per darle ragione, ma cambiai idea. — Se vuoi, resta pure qui — risposi. —Ma secondo medovresti affrontarlo.Serrò le labbra e scosse la testa.— Forza, Raquel! Da quando scappi davanti a una battaglia? — Non mi guardava più, ma continuai: —Se non vedi con i tuoi occhi cosa succede, ne avrai sempre paura. Sempre. Se invece lo vedi sconfitto,sarà così che lo ricorderai. Battuto. Non è quello che vuoi?— Stai calma, okay? — Dana si mise in mezzo. — Non pressarla.— No — fece Raquel. Toccò la spalla di Dana e con delicatezza la fece spostare.— Bianca ha ragione.Entro.Mentre la pioggia cadeva leggera e picchiettava sulla tettoia di ferro, Dana scassinò la porta d'ingressoin un attimo, come Lucas. Peccato che non sono stata nella Croce Nera abbastanza a lungo da impararequesto trucco , pensai.La porta si aprì cigolando. Dana entrò in punta di piedi cercando di non fare rumore. Raquel, terrea, laseguì. Io mi trasformai in vapore, una nebbia sottile e azzurra alle loro spalle.— Ehi — esclamò Raquel, sorpresa. — Mi hai spaventato.— Sssh! Stiamo cercando di fare silenzio! — Dana teneva il portacipria davanti a sé, sperando di usarlocome scudo. Dovevo farmelo ridare, ma glielo avrei chiesto soltanto dopo aver

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claudia grey 4 Afterliferipreso forma.— Tutto okay — dissi. — Prima o poi dovremo fargli capire che siamo qui.Amplificai i sensi fino a percepire la casa intera e scoprii che riuscivo a farmi un'idea di tutte le stanzesenza vederle, a intuire quale fosse appartenuta a Raquel: c'erano ancora traccedella sua essenza.E c'era qualcos'altro.La voce risuonava su una frequenza più simile a una vibrazione nell'etere che a un rumore. Ragazzina.Ragazzina. Sei tornata a giocare.Raquel iniziò a tremare. — È qui — sussurrò. — Lo sento.Non aveva sentito la voce, come non l'aveva sentita Dana. Si guardavano intorno agitate, in attesa diveder spuntare lo spettro da un momento all'altro. Però Raquel ne coglieva la presenza a un livello piùprofondo di quanto io stessa potessi spiegarmi. Chissà quale legame intimo si era creato tra loro, quanto afondo lo spettro aveva conficcato i suoi artigli in lei.Mi hai portato qualche amichetta con cui giocare! = Page 82 =All'improvviso vidi una stanza diversa, un'altra realtà, falsa, che mi circondava, semitrasparente maavvolgente, come una gabbia fatta di vetro. Somigliava alla cameretta di una bambina. Sulle prime lascambiai per la stanza di Raquel quand'era piccola, ma mi ricredetti subito. Nonce la vedevo in unacamera tutta rosa e pizzi, con il letto a baldacchino e un'infinità di bambole in esposizione. Non ne avevomai viste tante...E non mi ero mai sentita osservata da così tante bambole. Non sapevo come ma mi guardavano conocchi neri e vitrei, fin troppo vivi. Sentii un fruscio leggero fra le loro sottovesti morbide e una bambolacadde sul fianco con un movimento secco. Erano vive ma non lo erano, mi guardavano senza guardare, emettevano i brividi. Quasi me la facevo addosso, proprio io che ero un fantasma.Questa è la stanza di una bambina come se la immagina qualcuno, pensai. È l'imitazione esagerata delposto in cui dovrebbe dormire. Creata da un tizio che ha passato troppo tempo pensando a bambinedentro un letto.— Mostrati — ordinai. Nell'altra realtà, quella concreta, vidi Raquel e Dana sobbalzare. — Smetti dinasconderti dietro la bambole. Esci.— Le bambole — sussurrò Raquel. Probabilmente le aveva sognate.Nella stanza di sogno, un altro fruscio rovesciò le bambole in un groviglio di riccioli dorati e castani. Alcentro, lo vidi.Se non avessi percepito la paura profonda di Raquel, gli avrei riso in faccia. Lo spettro era tutt'altroche spaventoso, grassoccio e quasi pelato. Neanche tanto alto. Eppure, mentre mistudiava ciondolandola testa, nel suo sguardo assente e nel sorriso ingordo c'era qualcosa che mi metteva a disagio.Bella. Bella rossa. Sei venuta a giocare con meiSgusciò fuori dalla nuvola di bambole. Era nudo e disgustoso, e la mia paura divenne presto ribrezzo einfine rabbia.Riposi: — Non sono qui per giocare.Patrice mi aveva detto di "risuonare". Non sapevo come, perciò mi concentrai su di lui e pensai allamia morte. Ricordai la strana sensazione di sprofondare mentre il corpo si arrendeva e cedeva. Ricordaile lacrime di Lucas che mi teneva per mano. Era un'immagine insopportabile, troppo vivida, e tuttaviasentivo che il ricordo attirava sempre più lo spettro. Mi ritrovai a pronunciarecon la mente parole che

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claudia grey 4 Afterlifesomigliavano a un incantesimo: In nome di ciò che ci separa dai vivi, io ti separo da questo luogo. Innome dell'oscurità che dimora in noi, io ti consegno all'oscurità. In nome dellamorte che mi dà potere, diogni potere io ti privo.Lo spettro iniziò a strillare, e fu un ululato sovrumano che risuonò in tutta lacasa. Dana si coprì leorecchie, forse per il dolore, e il portacipria le cadde a terra. Raquel non si scompose. Afferrò lo specchio elo gettò verso di me mentre mi materializzavo, in tempo per prenderlo al volo.Non appena lo strinsi, la magia cominciò ad attirare il fantasma. Posizionai lo specchio come avevovisto fare a Patrice e lo spettro si dissolse davanti ai miei occhi, non nella forma di nebbiolina a cui eroabituata ma come un corpo solido smembrato, sangue e tendini e urla di dolore. Finì per polverizzarsi evolò nel portacipria, senza smettere di ululare...Finché non calò il silenzio. Il mondo di sogno era svanito. Al centro del soggiorno, guardavamo lospecchio ghiacciato che tenevo sollevato appena sopra la testa.— È... L'abbiamo preso? — chiese Dana senza fiato, le mani ancora sulle orecchie.— Oh mio Dio. — Raquel fece un sospiro tremante.— L'abbiamo catturato.— E fintanto che nessuno rompe lo specchio, non uscirà.— Avevo combattuto. Avevo vinto. Sapevo come affrontare uno spettro da sola, adesso. Ero libera,finalmente?— È intrappolato in uno specchio? — Raquel era perplessa. — Non nel mondo dei fantasmi o qualcosadel genere?Feci spallucce. — Ovunque sia, non può più uscire.Raquel scoppiò a ridere di gioia pura e mi si gettò al collo. Cercai di rimaneresolida con tutte le forze,perché non volevo perdermi l'abbraccio.— Ci sei riuscita — ansimò. — Sul serio. Quella cosa orribile...— È sistemata. — Cercai di confortarla quando capii che le risate stavano diventando lacrime. — Nonti toccherà mai più.— Hai fatto questo per me dopo quello che ti ho combinato.— L'ho fatto anche per me stessa... = Page 83 =— Stai zitta, okay? — Raquel mi strinse più forte, obbedii all'ordine e continuai ad abbracciarlamentre piangeva. Dietro di lei scorsi il sorriso beato di Dana che mi guardava come se fossi il suo nuovoeroe.Quando Raquel si calmò, la lasciai a Dana, che mi sostituì negli abbracci, e tornai a concentrarmi sullospecchio. Era coperto da uno strato spesso di ghiaccio ma nei riflessi mi sembrava di scorgere unmovimento.— Cosa facciamo con quello? — chiese Raquel. — Lo cementiamo da qualche parte?— Non è una cattiva idea.Poi sentii l'attrazione quasi fisica, come se qualcosa mi trascinasse via.— Bianca? — Raquel fece un passo avanti. — Stai diventando invisibile!— Riverton! Non dimenticate! — esclamai, prima che perdessi la capacità di farmi sentire. — Cercheròdi portare anche Lucas!— Bianca! — gridò di nuovo Raquel, ma in un istante sparii balzando nel nulla nebuloso e azzurrino.Poi atterrai, in un certo senso. Vidi un prato d'erba soffice e, quando mi voltai, ecco Maxie in piedi vicinoa me. Indossava uno strano cappotto di pelliccia scura, più inquietante che lussuoso.— Ma cosa fai? — domandò. — Adesso stai con loro contro di noi?— Dovevo fermarlo, quel coso.— Quel coso? Coso? — Maxie sembrava pronta a schiaffeggiarmi. — Tanto vale

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claudia grey 4 Afterlifeche aiuti la Bethany apiazzare le trappole.Una terza voce interruppe la discussione. — C'è una differenza tra ciò che ha fatto Bianca e i tentatividella Bethany.Ci voltammo e vedemmo Christopher. Così, rieccomi nella terra delle cose perdute, a cui stavolta erostata riportata contro la mia volontà. Maxie mi aveva detto che Christopher erapotente, ma non avevoancora sperimentato la sua forza straordinaria.Non avevo paura, perché adesso sapevo di potermi difendere. Qualunque potere avesse Christopher,non era detto che anch'io, con il tempo, non lo avrei sviluppato. Probabilmente in meno tempo di quantoavesse impiegato lui.Il sole illuminò i capelli castano scuro di Christopher e il suo cappotto retro,verde bottiglia. Eravamoai piedi di una specie di pagoda e un treno dei primi del Novecento sferragliavasu una sopraelevata,sullo sfondo.— L'ho portata via da là prima che potesse combinarne di peggio — spiegò Maxie.Quindi era stata lei,non Christopher, a intervenire. — E comunque, non avresti dovuto lasciarla tornare indietro.— Maxie, calmati. — Christopher le posò le mani sulle spalle. — Non spetta a mepermettere o vietare aBianca di viaggiare. È più libera di noialtri. Non ha i nostri stessi vincoli. Mi rendo conto che per te siadifficile accettarlo, ma devi provarci.Maxie sbottò: — Non vedo differenze tra ciò che fa la Bethany e ciò che ha fattoBianca. Si è messacontro un suo simile, uno spettro. Non importa?Ripetei: — Quel coso...— Ancora il coso!— ... tormentava le persone, Maxie — continuai. — Nessuno ha il diritto di farlo.Christopher annuì. — Un conto è agire in difesa del prossimo. Farlo per egoismo non è certo la stessacosa.Vedendolo così mesto non osai fare altre domande. Eppure, la sua tristezza attirava la mia attenzione.Sembrava che qualunque cosa riguardasse la Bethany lo ferisse nell'intimo, nel profondo. Erapreoccupato solo per gli spettri? No, tutto questo pareva riguardarlo da vicino,e non per ciò che eradiventato, leader dei fantasmi o chissà cosa, ma per l'uomo che era stato in vita.Mi venne un'idea ridicola, che però poteva anche essere plausibile. Christopher mi osservava e intuìche stavo arrivando alla verità.Sorrise amaramente— È proprio così, Bianca — disse. — Il tuo intuito non sbaglia. Qui vedrai tante coseche altrove ti rimarrebbero nascoste.La chiarezza di quel mondo aveva di nuovo esercitato il suo influsso magico su di me... Comunquefosse, non riuscivo a crederci. Feci la domanda meno diretta possibile, per non rischiare. — Christopher...cosa ti tiene ancorato al mondo? O... chi?— La mia adorata moglie, malgrado non parli con lei da quasi duecento anni.Avevo capito bene? — Ma allora sei...— Christopher Bethany — confermò. — Ovviamente conosci già mia moglie. = Page 84 =a signora Bethany è tua moglie — ribadii. L'avevo già indovinato da sola, ma nonriuscivo aLcapacitarmene. Il capo degli spettri marito di una delle vampire più spietate e potenti al mondo? — Maallora perché odia così tanto i fantasmi? — Se era sposata con uno di loro,

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claudia grey 4 Afterlifedovevano piacerle. O forse no.Magari aveva rotto con lui, o qualcosa del genere. Probabilmente divorziare dopoduecento anni dimatrimonio era una supergrana.Christopher scosse la testa. — Non parlo con lei da che sono morto.— Perché? Perché è diventata un vampiro? È stata... ti ha ucciso lei? No, certoche no. È l'unica che tiera rimasta fedele.— Questa storia riguarda me, e me soltanto — dichiarò Christopher, e nella sua voce c'era un'acredineche non avevo più avvertito dopo i nostri primi incontri a Ever- night. Percepì la mia tensione e sicalmò. — Eppure, adesso tocca anche te e chi ti è vicino, quindi è un tuo diritto sapere.Maxie restò a bocca aperta, aveva già dimenticato l'indignazione per come mi aveva trattataChristopher. — Stai per dirci da dove vieni? — Ebbi l'impressione che fosse un segreto molto bencustodito.Christopher la inchiodò con lo sguardo. — Lo dirò a Bianca, perché interessa anche la sua esistenza,non la tua.Maxie sbuffò e se ne andò a grandi passi, ticchettando sull'asfalto con le scarpe di vernice. Sparì in unafolla di persone ricoperte di piume e poco altro. Mi rivolsi a Christopher. — Senon ne vuoi parlare, perme va bene. Sono affari tuoi. — Volevo delle risposte, ma certo non ficcare il naso nelle vite altrui.— Presto capirai perché le nostre strade si sono incrociate. Gli eventi che mi hanno segnato stannoentrando a far parte anche della tua storia.Fece un gesto ampio con la mano e il cielo diventò buio, come se non fossimo piùall'aperto ma dentrouna specie di planetario. La marea caotica della terra delle cose perdute era svanita ed eccoci soli in unaspecie di vuoto. Senza che ci fosse bisogno di dirmelo, capii che pochi spettri,e non di certo io, avevanoun potere come quello, una dote che Christopher aveva affinato nei secoli, intrappolato tra i due mondi.— Caspita — esclamai. — Cos'è?— Torniamo a vedere il passato.— Andiamo indietro nel tempo? — Dopo tutto quello che era successo, riuscivo ancora a sorprendermi.Sembrava di stare in un film di fantascienza. Vic l'avrebbe trovata una cosa strepitosa.Ma Christopher scosse la testa. — Andiamo a vedere il passato — sottolineò. — Nessun potere, mortale oimmortale, può influenzare gli eventi accaduti.Non capivo bene che differenza facesse, ma non c'era tempo per le domande. Attorno a noi prese formauna foresta, attraversata da uno stretto sentiero, solcato dalle tracce di ruotee cavalli. Una carrozzaveniva verso di noi, trainata da due cavalli grigio pallido e illuminata da due lanterne. Ai miei occhi eraun'immagine romantica, uscita da un romanzo delle Brontë.O meglio, mi sembrò tale finché non vidi qualcuno saltare fuori dal buio e avventarsi contro lacarrozza. I cavalli nitrirono e sbuffarono quando una delle sagome ne afferrò i finimenti e fece fermare ilconvoglio.Mi sfuggì un gridolino ma nessuno mi sentì: ecco la differenza, forse, tra vedere il passato ed essercidentro. Christopher restò in silenzio al mio fianco mentre osservavamo i briganti, sempre che lo fossero,aprire gli sportelli della carrozza. Alla luce delle lanterne vidi i loro volti,i sorrisi cattivi, e le zanne:vampiri all'attacco. — Bene, bene. Cos'abbiamo qui? — ringhiò uno di loro. — Ospiti per cena?

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claudia grey 4 Afterlife— Vi dico io cos'avete. — La signora Bethany, con un abito lungo, i capelli raccolti in una crocchia alta,si sporse e sembrava impassibile davanti all'aggressione. Era questo il momento in cui l'avevanotrasformata?Poi imbracciò una balestra.— Vi conviene scappare — dichiarò.1 I vampiri si sparpagliarono troppo tardi. La Bethany ne colpì uno in pieno, centrandolo al cuore con ilpaletto acuminato. In un lampo, il cocchiere e gli stallieri furono in azione, armati, decisi e pronti arincorrere i vampiri nella foresta. = Page 85 =— Svelti! — esclamò la Bethany balzando giù dalla carrozza con la gonna svolazzante. Aveva giàricaricato la balestra e, nonostante il buio, prese la mira e abbatté un altro vampiro. Il suo sorrisosplendeva nella notte. — Sono nostri!Rise ad alta voce mentre estraeva una spada. Quando la sollevò in aria, distolsilo sguardo: avevo giàvisto decapitare un vampiro e mi era bastato. Quando sentii il tonfo sordo, trasalii... e aprii gli occhi.— Il suo modo di combattere... la foga con cui si è difesa... — Tutto già visto.— Bene addestrata, non credi? — Christopher non staccava gli occhi da lei.— Se andava a caccia di vampiri e sapeva cosa fare, era... doveva essere... la signora Bethany facevaparte della Croce Nera?Tornai a osservarla, curiosa. Il combattimento era finito, i vampiri polvere ai suoi piedi. Al chiaro diluna, il suo sorriso si addolcì e si fece affettuoso mentre correva verso uno dei cocchieri: un Christopherdi qualche anno più giovane. Si abbracciarono, lui la strinse forte e la baciò con tale passione damettermi in imbarazzo.— Entrambi siamo nati e cresciuti tra i cacciatori della Croce Nera — spiegò lui mentre guardava sestesso felice insieme a sua moglie. — Quando emigrai in America, poco dopo l'Indipendenza, entrai incontatto con la prima cellula di Boston. E là ci conoscemmo. A quei tempi le donne cacciatrici eranopoche, ma nessuno la criticò mai. Era la migliore. E i vampiri... quando smettevano di sottovalutarla erasempre troppo tardi. Tra di loro nacque la leggenda di una cacciatrice bellissima e letale, a cui perònessuno credeva. Peggio per loro. A volte, prima di venire trafitti, le loro ultime parole erano: «È propriolei».I contorni della foresta si confusero di nuovo nel buio e affiorarono altre forme. Vidi una casettasemplice, con una stanza grande che faceva sia da cucina che da soggiorno. Il camino era enorme, tantogrande da poterci stare dentro in piedi e lungo come il lato della casa. Una teiera bolliva sul fuoco mentrela signora Bethany preparava una torta; Christopher sedeva a tavola insieme ad altri uomini vestiticome lui, con giacche lunghe e fazzoletti bianchi annodati al collo. Avevano grandi tazze di metallopiene di qualcosa che somigliava a birra e ridevano sguaiatamente.Era la nitidezza delle mie sensazioni a dirmi che gli altri fingevano di essere felici? Che osservavanoChristopher furtivi mentre mandava giù l'ennesimo bicchiere?— Soci in affari. — La faccia di Christopher era illuminata dal fuoco del passato. Era come se fossimo inun angolo della stanza, avvolti dall'ombra. — Li credevo amici. Avevamo investito in una società dispedizioni. Commercio di tessuti preziosi tra Europa e America, un settore in espansione, l'opportunità di

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claudia grey 4 Afterlifeaccrescere il capitale della mia famiglia. Io ero abituato soltanto alla compagnia dei cacciatori divampiri. Pensa quello che vuoi della Croce Nera, ma tra loro non ci sono imbroglioni da quattro soldi. Miavevano insegnato a credere che tutto il male fosse concentrato nei vampiri. Nontemevo di trovarlo inchi si diceva mio amico.— Cosa fecero? — sussurrai, pur sapendo che nessuno poteva sentirci.— Non volevano creare una società commerciale. Volevano soltanto tenersi i soldi che diedi loro comeinvestimento iniziale. — Sembrava ancora vagamente sconcertato: dopo duecento anni, ancora non sicapacitava del tradimento. — Dopo qualche mese cominciai a chiedere che fine avessero fatto i mieisoldi. Volevo vedere i guadagni, i profitti, i bilanci. Ma quelli inventavano inmille scuse perché nonavevano niente da mostrarmi. Alla fine giurai di portarli tutti in tribunale. E proprio quella sera, mentretornavo a casa, mi aggredirono. Ero disarmato e convalescente dopo una malattia invernale. L'addestra-mento della Croce Nera non mi fu utile. Mi lasciarono a morire dentro un fosso. L'ultimo rumore che udiifu quello delle loro risate mentre se ne andavano.— Mi dispiace. — Davanti a noi avevamo ancora quel quadretto di felicità e amicizia. Forse preferivaquesto al ricordo della sua morte e non potevo dargli torto. Neanche a me piaceva ricordare la miamorte, e io me n'ero andata in un letto, con Lucas al mio fianco. — È orribile.Christopher guardò i suoi assassini, che in quel momento ridevano di una sua battuta. La signoraBethany servì la torta ma non sembrava allegra come gli altri. Anzi, la sua espressione era inquieta. Adifferenza di suo marito, sentiva puzza di guai.Poi la stanza si trasformò in qualcos'altro mentre la Bethany vi restava immobile al centro, il suovestito passava da un colore all'altro e la sua espressione dal disagio alla rabbia. — In che senso, nonpotete agire?Eccoci in una specie di sala riunioni, o di deposito. Era la sede della Croce Nera, lo capii dalle armiappese alle pareti. Un uomo dai capelli lunghi, raccolti in una coda, sedeva su un predellino basso.Doveva essere il capo. Scosse la testa. — Signora Bethany, la morte di suo marito è dolorosa, ma noncerto opera di un intervento soprannaturale. Pertanto, non riguarda la Croce Nera. = Page 86 =— Il magistrato non vuole ascoltarmi — insistette lei. — È convinto che sia opera di banditi e mi ritieneuna sciocca per aver dubitato di due così "bravi gentiluomini". — Pronunciò le ultime parole condisprezzo, come se sputasse del veleno. — Potrei ucciderli io, ma sono scappati ai Caraibi. Il patrimonio difamiglia di Christopher è andato perso a causa del loro tradimento. Almeno concedetemi dei soldi per ilviaggio, perché giustizia sia fatta.Il capo della Croce Nera lanciò alla signora Bethany uno sguardo compassionevole, lo stesso che Kateaveva rivolto a Lucas quando si era rifiutata di restituirgli la latta del caffèpiena di soldi. — I nostrifondi finanziano la lotta e ne abbiamo bisogno fino all'ultimo penny. Lo sa beneanche lei. Il suo dolorel'ha portata all'isteria.La signora Bethany non perse un briciolo della sua fierezza, ma vidi una cosa che non mi sarei maiaspettata: i suoi occhi si riempirono di lacrime. Eppure, parlò con voce ferma. — Dopo tutto quello che hofatto, tutto quello che vi ho dato, questa è la vostra risposta.

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claudia grey 4 Afterlife— Quale altra risposta credeva di avere?Indietreggiò appena e lo squadrò con un'occhiata intensa, piena di disprezzo, una posa che conoscevobene. Forse finalmente capisce chi ha di fronte , pensai.Christopher disse: — In quell'istante la sua dedizione alla Croce Nera si trasformò in odio. Puòsuccedere a tutti di odiare ciò che si amava, con lo stesso impeto.La stanza svanì, rimpiazzata dal sentiero nel bosco che avevamo visto all'inizio. Ma adesso erainverno, i rami nudi degli alberi scintillavano di ghiaccio e uno strato spesso di neve copriva la terra. Lasignora Bethany cavalcava da sola, all'amazzone, avvolta in una pesante mantelladi pelliccia. Il suosguardo era penetrante e attento, malgrado le ombre sempre più cupe del tramontoche si allungavanosotto un cielo blu cobalto. Poi si raddrizzò sulla sella: aveva notato qualcosa.Un vampiro sbucò da dietro uno degli alberi più grossi, inquieto. — Qualunque trappola tu abbiapreparato, cacciatrice, rischi grosso. Chi può aiutarti è troppo lontano.— Non ho teso alcuna trappola — rispose la signora Bethany. Scese da cavallo e andò lenta verso ilvampiro, nella neve. — Non sono armata.— Allora suppongo che tu sia venuta a morire, cacciatrice.A testa alta, la Bethany rispose al sarcasmo: — Sì.Il vampiro sembrava stupito quanto me. All'inizio non disse nulla, non la aggredì e non scappò.Lei alzò le mani avvolte in guanti verdi e mostrò che non portava armi. Una folata di vento le arruffò icapelli e staccò dai rami una doccia di neve che le investì la chioma e il cappuccio. — Mi hanno giàmorsa una volta. Lo sapevi? Ne hai sentito parlare?— Lo raccontano in tanti — rispose il vampiro. — Tanti mentono.— Uno dice la verità — rispose lei. Scoprì appena il collo e mostrò una vecchiacicatrice sulla gola. —All'epoca riuscirono a salvarmi. Ma sono conscia di essere pronta, da sempre. Seun vampiro mi mordessee mi uccidesse, risorgerei tra i non-morti.Il vampiro, incredulo, le si avvicinò. — È un imbroglio.— No.— Tu odi la nostra razza. Perché aspiri a diventare una di noi?— Voglio essere libera dai legami e dalle preoccupazioni umane. — Per un istante un velo diindecisione la sfiorò. — Io... ho bisogno di superare i limiti umani, di varcareil confine.Questo le fruttò una risataccia del vampiro. — Pazza. Sei impazzita.Lei replicò: — Trasformami e vedrai.Il vampiro le balzò addosso gettandola a terra. La signora Bethany non oppose resistenza e non gridònemmeno quando il suo sangue zampillò sulla neve bianca, caldo e fumante.— La vendetta — commentò Christopher — è un incentivo potente.Poi ci trasferimmo in un luogo più caldo. Le fronde di una palma sfioravano una finestra e c'erano vasipieni di fiori tropicali. La villa doveva essere stata molto bella prima di essere devastata. C'erano mobilirovesciati, specchi rotti. Due cadaveri giacevano a terra, mentre in un angolo la signora Bethanycontemplava la scena, compiaciuta. Si pulì il sangue dalla bocca con il dorso della mano.— Si è presa la rivincita — osservai. Malgrado l'orrore per la scena del delitto, non riuscivo a nonpensare che quei due se lo fossero meritato.Christopher annuì. — Ma a quale prezzo? Ha sacrificato la sua vita. E forse, cosa più importante, la suamissione. La sua anima.— E tu dov'eri, nel frattempo? — chiesi. — Perché non le sei apparso? Se avessesaputo che eri unfantasma, che poteva parlare con te...— Non ero ancora capace di apparire. — La scena caraibica e la Bethany

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claudia grey 4 Afterlifesvanirono e tornammo nellaterra delle cose perdute. Eravamo nello stesso posto? Il panorama era cambiato, anziché la città c'era uno = Page 87 =spazio aperto, un deserto troppo desolato per essere bello. Il sole picchiava e notai uno scorpione chezampettava nella sabbia. Christopher sedeva su una pietra bassa e piatta,- il suo bel profilo spiccavasullo sfondo roccioso e per la prima volta riconobbi in lui la silhouette che campeggiava sulla scrivaniadella Bethany. — Come sai, per imparare a usare i poteri di spettro occorre del tempo, molto più diquanto ne sia servito a te. Quando riuscii ad apparirle, mia moglie aveva già sviluppato un grande odioper gli spettri, nemici naturali dei vampiri. E con i suoi gesti mi aveva mostrato che il suo odio era piùforte dell'amore.Avrei voluto controbattere, ma ricordai quanto fosse stato difficile anche per me apparire ai mieigenitori. La paura del rifiuto era potente. E come dimostrava il comportamento della madre di Lucas, nontutti erano abbastanza forti da continuare ad amare malgrado la trasformazione.Lucas, pensai. Era logico che la Bethany fosse così comprensiva con lui. Logicoche gli offrisse aiuto e locapisse. Si era ritrovata esattamente nella stessa situazione. Ma questo non faceva di lei una personagenerosa o buona.Era animato soltanto dall'odio verso la Croce Nera. Lucas doveva rendersene conto al più presto.— Devo andare — dissi. — Tornerò, va bene?Mi aspettavo che Christopher protestasse o che per capriccio scatenasse una tempesta di ghiaccio purdi trattenermi. Invece non staccò lo sguardo dalla corsa affannata dello scorpione sulla sabbia. — Vai —disse. — Sono stanco.Assistere ancora una volta alla morte della signora Bethany, seppure in forma diricordo lontano, erastato difficile per lui come per me veder morire Lucas. Gli posai una mano sullaspalla. — Grazie perquello che mi hai mostrato.— Vai — ripeté più piano e nascose il viso tra le mani.Mi concentrai su un luogo, la stanza dei registri, e attraversai la nebbia azzurra finché non la vidimaterializzarsi. C'era Patrice, da sola, che studiava tedesco. Quando mi vide apparire sussultò, ma siriebbe subito. — Ehi, eccoti. Lucas cominciava a preoccuparsi.— Vado subito da lui — risposi mentre andavo a prendere il braccialetto nascosto dietro il mattone.Quando lo indossai tornai concreta e sentii un'enorme ondata di sollievo. — Ho bisogno di almeno unsecondo di pausa in cui essere... meno spettrale. Se la cosa ha senso.— Come preferisci — replicò Patrice, senza malizia. — Ma oggi ha un compito in classe, ricordi? Gliandrà meglio se sa che ci sei e che stai bene.— Lo so. — Non mi andava di togliere subito il braccialetto, ma non avevo scelta. — Vieni con me?— Certo. Tanto dovevo scendere a lezione.La seguii in forma di vapore sulle scale. — Mi stai lontana dai capelli, per favore? — mormorò Patrice.— A volte sei umida da matti. Me li increspi.— Non è facile, sai.— Neanche stirarmi i capelli.Stavo per ridere quando dalle classi giunse del trambusto. Gente che urlava, gran rumore di passi sulpavimento, il tonfo di un corpo contro il muro...— Una rissa — intuì Patrice.— Lucas. — Lo capii senza bisogno di chiedere.Patrice corse, con me a mezz'aria sopra di lei, fino al luogo della lite. Ed

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claudia grey 4 Afterlifeecco Lucas e Samuel, a terra,avvinghiati, con il naso insanguinato.— Ti ho detto di lasciarla stare — ringhiò Lucas.— La vuoi tutta per te, eh? È questo che vuoi? — A giudicare dal sorriso perverso, Samuel non parlavadi corteggiamento. Qualunque umana avesse preso di mira, scatenando l'interventodi Lucas, era troppoappetitosa come spuntino serale. Capii chi fosse quando Skye, confusa nella folla, gettò un libro controSamuel, che lo schivò senza fatica.Lucas diede una testata all'avversario, così forte che lo sorprese e lo fece crollare. Stordito, portandosiuna mano alla fronte, Lucas rispose: — Vorrei solo chiuderti la bocca.Le risate cessarono quando gli spettatori si fecero da parte per far passare la signora Bethany. Era cosìdiversa ai miei occhi, dopo che l'avevo vista più giovane, umana, innamorata, viva. Ma era anche laBethany di sempre, tutta pizzi inamidati, gonne lunghe e autorità impassibile. Di fronte alla rissa si limitòa inarcare un sopracciglio. — Signor Ross. Signor Younger. Suppongo che abbiate risolto la contesa, aquesto punto?— Sì, è risolta. — Lucas si alzò in piedi, malfermo, e si asciugò il naso con la manica. Samuelcontinuava a guardarlo in cagnesco, come se fosse pronto ad assalirlo di nuovo, anche sotto gli occhidella preside. = Page 88 =— Signor Younger? — ribadì la Bethany. — Non mi costringa a prendere... provvedimenti disciplinari.Temo che stia sottovalutando i miei metodi.— D'accordo — rispose Samuel, non granché come risposta, ma se non altro si alzò e se ne andòciondolando senza aggiungere altro.Mentre tutti tornavano ai propri affari, disperdendosi come foglie nella burrasca, cercai di parlare conLucas ma Skye riuscì ad anticiparmi. — Grazie per avermi difesa.— Tranquilla.Quel suo modo di sorridere, un po' obliquo, rendeva meno altera la sua bellezza.Perché io sembravouna scema, invece, con il mio sorriso strano? — Sei una specie di guardia del corpo, sai. E chi l'avrebbemai detto che in una scuola come questa ci fosse bisogno di soccorso speciale?Forse scherzava, ma toccò un tasto delicato per Lucas, che la prese per il braccio e disse: — Dobbiamoparlare.— Tra cinque minuti abbiamo il compito... non devi darti una pulita?— Lascia perdere la pulizia. E lascia perdere il compito. È importante.Li seguii fino alle scale. Patrice ci guardò preoccupata, ma non si azzardò ad avvicinarsi. Bene, perchéprobabilmente avrebbe perso la testa. Conoscevo troppo bene Lucas, sapevo cosa stava per dire ed erocerta che fosse una buona idea.Era il momento di dire la verità a Skye.— Cosa c'è? — L'espressione di Skye si incupì, mentre la luce che filtrava dall'arco stretto della finestrale illuminava i capelli. — Hai deciso finalmente di dirmi cosa c'è che non va inte?Lucas si fece guardingo. — In che senso?— Sei così... arrabbiato — sussurrò lei con dolcezza. — Sempre arrabbiato per tutto. Non dico che siasbagliato, ma Lucas... c'è qualcosa che non va. Cosa? Puoi dirmelo?Se avesse tentato di ingannarlo o di forzarlo a parlare, Lucas non avrebbe mai risposto. Ma la sinceritàpura e semplice riusciva sempre a infrangere le sue barriere. — Bianca, la mia ragazza... è morta l'estatescorsa. L'amo ancora. E l'amerò sempre.Ecco la verità, o almeno una parte della verità, che riuscì ancora una volta a

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claudia grey 4 Afterlifescaldarmi edemozionarmi. A sorprendermi fu il modo in cui colpì anche Skye: i suoi occhi azzurri si riempirono dilacrime. — Anch'io ho perso qualcuno quest'estate. Il mio fratello maggiore.— Oh, Gesù. — Lucas non se lo aspettava. — Skye, mi dispiace.Lei gli strinse una mano. — Credimi, so com'è. Forse nascondo la rabbia meglio di te, ma a volte vorrei...— Skye sbuffò d'impazienza ma riuscì a sorridergli mentre si asciugava una lacrima. — Bianca era...straordinaria? Scommetto di sì.Lucas ebbe un brivido. Parlare di me al passato gli ricordò che ero morta e scatenò ancora una volta ildolore. — Lo era.— Se può aiutarti, io credo... anzi, so che chi muore non se ne va per sempre. — Parlò con la fermezzache soltanto chi era cresciuto in una casa infestata dai fantasmi poteva avere. Skye, almeno a quellivello, aveva conosciuto i non-morti. — Ci guardano. Ci sono vicini. E forse sirendono conto di quanto liamiamo, forse più di quand'erano vivi.Mentre Skye parlava sfiorai una mano a Lucas, con delicatezza. Lui si ricompose,confortato dallacertezza che ero lì e stavo bene, ma forse ancora più commosso di prima. — Anch'io ci credo.— Di sicuro vorrebbe vederti felice — continuò Skye. — Non eternamente arrabbiato.— Ci provo. — Lo diceva anche a me.Per un attimo restarono a guardarsi mentre cercavano un po' di lucidità. Skye deglutì e chiese: —Quindi, cosa volevi dirmi?— Questa scuola è pericolosa, Skye. Tutto quello che la riguarda è pericoloso. Stai attenta.— Sì, più o meno l'ho capito quando quei teppisti quasi mi trafiggevano con le frecce. Che roba, unabanda di criminali con le balestre.Lucas le si avvicinò per guardarla dritto negli occhi. Dall'unica finestra il sole inondava i suoi capelli eli accendeva d'oro puro. — No, dico sul serio. Alcuni studenti... non sono semplici studenti.Skye incrociò le braccia. — Nel senso che sono anche degli enormi imbecilli?— Nel senso che sono vampiri.Skye guardò Lucas. Lucas guardò lei. Mi aspettavo che cominciasse a urlare, a fare domande o che sela desse a gambe immediatamente.Invece scoppiò a ridere.Mentre Lucas indietreggiava, stupito, lei esclamò: — Quasi ci casco!— Skye... = Page 89 =— Okay, ho capito. — Le risate quasi confondevano le sue parole. — La giornata era un po' pesante,visto e considerato che ci aspetta il compito di matematica. Grazie per avermi fatto ridere. Ne avevobisogno.Lucas, senza parole, si arrese. — Quando vuoi.— Forza, andiamo in classe. — Skye puntò verso la porta. Lucas si voltò a guardare e io scintillaiappena nella luce per mostrargli che ero lì. Il suo sorriso timido fu il migliorbenvenuto che potessiimmaginare.Ovviamente volevo dirgli subito della Bethany ma preferii aspettare. Forse si era gettato a capofittonello studio soltanto per alleviare il dolore, ma la sua scelta imponeva rispetto. Attendere la fine dalcompito non sarebbe certo stato un problema.Non tutti, però, erano altrettanto disciplinati riguardo alla scelta del momentogiusto per parlare.Mentre mi accomodavo nella stanza dei registri, sola e pronta a godermi un po' di tempo con il

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claudia grey 4 Afterlifebraccialetto al polso, qualcun altro decise di farmi visita.— Toh, ecco la reginetta del ballo scolastico dei morti — esclamò Maxie. Si materializzò dall'altra partedella stanza senza che me ne accorgessi, concentrata com'ero, e mi fece spaventare. Indossava di nuovola sua camicia da notte e anch'io ero tornata nel mio solito pigiama. — Dimmi, come ci si sente a esserecosì speciali da poter infrangere tutte le regole?— Malissimo — risposi. — Perché alla fine anche quelli che credevi tuoi amici ti odiano.Maxie restò senza parole. Chinò la testa e i capelli le coprirono gli occhi. — Io non ti odio.— A volte sembra di sì.— Bisogna fare delle scelte — replicò. Per la prima volta da che la conoscevo vidi in lei un'adulta e nonuna bambina petulante.— L'ho capito. Credimi.— I vampiri sono nostri nemici.— Forse è vero la maggior parte delle volte — confessai, pensando alla Bethany — ma non per Lucas. Oper Balthazar, Patrice e Ranulf. Perché ti ostini a dividere il mondo in categorie, bianco o nero? Perchégiudichi tutti per quello che sono, e non per chi sono?— Aiuta — sussurrò. — Quando non sei vivo ma neanche completamente morto... haila sensazione chetutto sia grigio. Hai bisogno del bianco. E del nero.— Lo so. — Sì, lo sapevo.In quel momento si aprì la porta e Vic entrò insieme a Ranulf. Era l'intervallo.— Alt, alt — diceva Vic.— Hai convinto Cristina Del Valle a venire con te al Ballo d'Autunno? Come ci sei riuscito? È la ragazzapiù sexy della scuola.— La mia sagacia ben si addice a certe donzelle — rispose Ranulf. Entrambi ammutolirono quandovidero me... e Maxie, che non aveva fatto in tempo a svanire e ora sembrava troppo spaventata perfarlo, o per fare qualsiasi cosa a parte guardarli stupita.In fretta li presentai: — Maxie, ovviamente conosci già Vic. Questo invece è Ranulf.— L'ennesimo spettro — sospirò Ranulf. Aveva avuto qualche difficoltà a riprendere i contatti con me,dopo la mia morte, ma gli bastarono pochi secondi per superare l'imbarazzo. — Benvenuta. Ti vedremospesso? Se sì, ti prego di non congelare troppi posti a sedere. Spesso Bianca liraffredda a tal punto che èimpossibile accomodarvisi.— Ehi! — protestai, ma Ranulf andò subito a esaminare i poster di Elvis.Vie non riusciva a staccare lo sguardo da Maxie. Si conoscevano da una vita ma lei non gli era maiapparsa. — Wow — disse. — Ehm, wow. Ehilà.— Ciao — sussurrò Maxie. Era la prima volta che gli rivolgeva la parola. Aveva oltrepassato il confine,lo stesso che voleva impedirmi di superare, e ne fui lieta. Forse cominciava a pensare con la sua testa, acapire che i confini tra vampiri, spettri e umani erano confusi come quelli tra i vivi e i morti?— Ti va di... restare con noi? — Vic si guardò attorno, agitato, alla ricerca disperata di un pretesto pertrattenerla. — Potremmo fare due chiacchiere o... ho un po' di musica...— Meglio che vada — rispose Maxie. Ma prima di deludermi, aggiunse: — Un giornoo l'altro tornerò.Vie sorrise. — Grande. Cioè, è... sarebbe grandioso.Maxie svanì ma avvertivo ancora la sua presenza. Lasciò la stanza molto lentamente, più riluttante diquanto avesse lasciato intendere. Quando infine attraversò il soffitto, Vic si rivolse a me ed esclamò: —Ma è incredibile!— Sei contento di averla conosciuta, finalmente? — Gli sorrisi. Un po'

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claudia grey 4 Afterlifesorrideva un po' era rimasto abocca aperta per lo stupore. = Page 90 =— Mi sa che... non ho mai capito... cioè, sapevo che era una lei, eccetera, ma non mi sono mai resoconto che il mio fantasma fosse una ragazza.Ranulf commentò: — Vic non ha ancora appreso le arti dell'interazione con le femmine.— Mi insegni qualche trucco tu? — chiese Vic.— È semplice, basta solo prestare attenzione per qualche secolo.— Ottimo — sospirò Vic, e gettò a terra il suo zaino.— Torno subito. — Mi sfilai il bracciale e mi smaterializzai, fluttuando verso il soffitto. Comesospettavo, trovai Maxie sospesa nel cielo. Riuscivamo a vederci, due sagome nebulose che nessuno daterra sarebbe riuscito a scorgere.— Ho parlato con Vic! — esclamò. Il suo sorriso si mescolava alla luce del solepomeridiano. — Hoparlato con lui e mi ha risposto!— Vedi quant'è divertente varcare le soglie?— Non è sbagliato andare oltre — affermò, più decisa. — Lo sai che là si sta meglio che qui. Ma...fintanto che abbiamo un piede anche di qua...— Io credo che al centro della nostra vita ultraterrena ci debbano essere le persone che amiamo. —Salii piùin alto, curiosa di scoprire dove potessimo arrivare. — È l'unica cosa che conta.— Ma io non conoscevo Vic, prima. Da viva — protestò Maxie.— Secondo me non c'entra il quando. Se ami qualcuno, lo ami e basta.Parlare d'amore in quel modo risvegliò il pensiero di Lucas e delle notizie che volevo condividere conlui, con un'urgenza e un'impazienza infuocate. Ma avevo ancora mezz'ora da occupare. Così mi spinsiancora più su e Maxie mi seguì.— Quanto riusciamo a salire? — chiesi.— Ah, un sacco. Sopra la troposfera. Volendo puoi andare a vedere le stelle anche di giorno.— Davvero? — Potevo osservarle in qualsiasi momento. Senza telescopio, certo, ma sarebbe statocomunque un bel vedere, come una foto scattata dallo Hubble. — Andiamo?Maxie scoppiò a ridere e capii che non aspettava altro. Non le interessava che scegliessi da che partestare, ma che diventassi davvero sua amica, in quello spazio tra un mondo e l'altro. — Okay, certo.Volammo in alto finché l'Accademia di Evernight non fu che un puntino e infine sparì dietro le nuvole.Il sole era più che luminoso. Accecava.Poi un'enorme sagoma argentea apparve in lontananza, sempre più vicina e più veloce di quantoriuscissi a immaginare. — Ma che diamine è?— Tieniti forte! — strillò Maxie.Ma è... un aereo!In un lampo il jet di linea che sfrecciava verso di noi prese una forma più definita con i finestrinianteriori, i piloti, e poi bang, io e Maxie ci ritrovammo dentro l'aereo, prima nella cabina, poi lungocorridoio con decine di passeggeri e il carrellino delle bibite, la coda... e infine sparì. Ci avevaattraversate.Restammo a mezz'aria, stordite, per un momento interminabile. Alla fine Maxie disse: — Secondo tequalcuno ci ha viste?— Andavamo troppo veloci — risposi. — Magari l'hanno scambiata per una turbolenza.Scoppiò a ridere e io con lei.Maxie avrebbe voluto continuare a provocare "vuoti d'aria" al traffico aereo diretto a Boston, ma la

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claudia grey 4 Afterlifesalutai quando sentii che probabilmente la lezione di Lucas era finita. Ci promettemmo di tornare prestoa caccia di stelle, e nonostante fosse una prospettiva allettante, più mi riavvicinavo alla Terra, piùurgenti diventavano le mie preoccupazioni.Lucas, come al solito, mi aspettava sotto il gazebo. Aveva gettato per terra lo zaino e sedeva a testabassa, con gli avambracci sulle ginocchia. — Sembri stanco — sussurrai, e mi trasformai in nebbia sottilevicino a lui.— Sono stanco.— Sei stato su fino a tardi a preoccuparti per me?— A preoccuparmi, sì — confermò. — Ma so che sai badare a te stessa, perciò sono rimasto sveglioanche per studiare. E ad ascoltare musica. E a navigare in internet. E a fare tutto quello che potevo purdi non dormire.Superfluo chiedergli perché. — Charity? — Lucas non rispose ma deglutì con un movimento secco erapido del pomo d'Adamo. Gli sfiorai con delicatezza la guancia, sperando che sentisse il mio tocco fresco.— È peggiorata? = Page 91 =— Peggiorata? No. Dal primo giorno ha sempre fatto il massimo possibile per tormentarmi e nella suacattiveria va detto che non perde un colpo. Tutte le notti è una cosa orribile. Tutte le notti, nessunaesclusa. — Lucas si alzò di scatto. Strinse la ringhiera di metallo del ga- zebo, tendendo i muscoli dellaschiena tanto che riuscii a scorgerne i contorni sotto il maglione della divisa.— A volte ritorna Erich, cheminaccia di torturarti con paletti imbevuti d'acqua santa. A volte altri vampiribevono il tuo sangue, eper non so quale ragione ti uccidono anziché trasformarti in una di loro. A volte è mia madre che titaglia la testa. O uno di quegli ubriachi... ricordi, il nostro primo appuntamento? Nei sogni non cercano diproteggerti. Vogliono darti fuoco. In tutti i sogni ti perdo, e non finisce mai.La sofferenza e l'esasperazione nella sua voce mi fecero venire voglia di tornare solida, per quantorischioso fosse, pur di abbracciarlo forte. — Charity ti ha trasformato soltantoper portarti via da me —spiegai. — È colpa mia.— Non è colpa tua — replicò Lucas. Magari ne fossi stata convinta come lui. — Però, sì, a Charity piacel'idea che io ti perda per sempre. Le piace tanto da inscenarla di continuo nella mia testa.— Per favore, fammici tornare. Ora so che, se entrassi nei tuoi sogni, potrei stabilire davvero uncontatto con te.Lucas scosse la testa. — Assolutamente no. Nei sogni Charity è pericolosa anche per te. Non sonodisposto a correre il rischio.Anche se l'unica alternativa era sopportare tutto quel dolore? Pessima prospettiva, ma per il momentonon c'era altro da fare.Lucas chiese: — Bianca, è un po' che volevo chiedertelo. Cosa succede dopo Evernight?— In che senso?— Non posso restare in questa scuola per sempre — spiegò Lucas. — Cioè, immagino che tecnicamentepotrei, ma non mi ci vedo a ripetere il corso di letteratura inglese un semestresì e uno no per chissàquanti secoli.E tu non puoi passare l'eternità a nasconderti negli angoli. Aspettando me.Non avevo ancora affrontato quel problema, o meglio, non ci avevo voluto pensare. Ora che conoscevoi miei poteri e sapevo in quanti posti potessi andare, quante cose potessi fare,

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claudia grey 4 Afterlifenon temevo più l'eternitàche avevo davanti. Per Lucas era diverso.— Di solito i vampiri cominciano a... viaggiare, senza meta. Sfruttano l'immortalità per girare il mondo.Dopo qualche decennio di esperienza, sembra che non sia così difficile iniziare a guadagnare soldi. Equando diventi ricco, be', più o meno riesci a fare quello che vuoi.L'inquietudine lo sfiorò alle parole qualche decennio. Lucas disse: — Non ho bisogno di diventare ricco.Né di fare quello che voglio. Perché in questo momento non sono certo che usereibene quel potere.— Smettila di avere paura di te stesso. O di quello che sei diventato.— So bene cosa sono diventato — replicò. — È proprio per questo che so di dovermi temere.Sentii la stretta della paura quando mi resi conto che stava per dire qualcosa tipo: "Voglio che tu sialibera". Credeva ancora di essere una zavorra per me e si sbagliava di grosso. —Sei diventato la miaancora — confessai. — La persona che mi tiene legata a questo mondo.Non riusciva a credermi. — Davvero?— Sempre.Lucas fece un lungo sospiro. — Vorrei soltanto essere sicuro di riuscire a dartiquello che meriti.— Ma lo fai già. Ogni secondo. Non dubitarne.— Okay — disse, ma sapevo che non era convinto.Meglio aiutarlo a concentrarsi sui problemi del presente. — Senti — continuai. —Ho qualcosa da dirtiriguardo alla Bethany.Si voltò appena e riuscii a guardarlo in faccia. — Dobbiamo proprio riparlarne?— Ho delle novità.Il più in fretta possibile, gli spiegai chi era Christopher e ciò che mi aveva rivelato del passato suo edella Bethany. Quando gli dissi che era stata nella Croce Nera, Lucas mi guardò stupito ma non aprìbocca. Conclusi il discorso: — Solo perché tutto a un tratto è diventata gentile, non significa che siacomprensiva. Odia la Croce Nera quanto la odi tu.— E allora?Guardai Lucas, ferita. Sembrava più irritato di prima.— Bianca, avercela con la Croce Nera significa per forza perdere la ragione persempre? O dimenticarecos'è la gentilezza? Se sì, sono fregato.— Non è quello che ho detto.— Ah, no? — Lucas diede un calcio al gazebo facendo tremare l'edera. — Perché la odi così tanto? = Page 92 =— È un'assassina. — Non mi ero accorta di poter parlare a voce alta, in un tonocosì deciso, quand'eropoco più che uno sbuffo di vapore. — Ha ucciso Eduardo, ricordi? E quanti altri membri della tuacellula?— La cellula della Croce Nera che ha invaso questo posto con l'obiettivo di ucciderla? E quanto aEduardo... — Strinse la ringhiera con tanta forza da farsi male. Lucas non era mai stato particolarmenteaffezionato al suo patrigno, ma il pensiero che sua madre fosse rimasta sola lo tormentava ancora. — Èsuccesso quando è venuta a New York per salvare te. Oppure te ne sei dimenticata?— Voleva vendicare l'attacco alla scuola! Era semplice vendetta! E ti sei dimenticato delle trappole pergli spettri?— Anche tu volevi intrappolarli, prima di diventare una di loro! — Lucas si accorse che stavamocominciando a gridare e respirò a fondo per calmarsi. Nel mio stato non potevo respirare ma cercai dirimanere ferma. I litigi tra me e Lucas di solito erano rari ma violenti, ma nonpotevamo permetterci di

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claudia grey 4 Afterlifeattirare troppo l'attenzione. A voce più bassa, continuò: — Le cose non si fannoper una sola ragione.— Se c'entra la Bethany, è la ragione sbagliata.— Ne sei davvero convinta? Seriamente, Bianca, perché non ti fidi di lei, a parte il fatto che in classe èuna iena?Mi prese in contropiede. — La gente che ha ucciso...— Io ho ucciso tantissimi vampiri — rispose Lucas. — E adesso mi rendo conto che erano persone ancheloro. Ti fidi di me?— Ma certo. Sempre. — Ero frastornata. Quand'era nato il mio timore per la Bethany? Era soloun'antipatia adolescenziale per un'insegnante severa? Non riuscivo a crederlo manon avevo spiegazionimigliori. — Chiamalo istinto, Lucas. Non mi fido di lei.— Non possiamo disprezzarla basandoci solo sull'istinto. Non ora che mi sta offrendo...— Che cosa, a parte qualche vaga promessa?— Un posto in cui vivere — replicò. — Il tempo di capire come stanno le cose. Eforse la fine della miasete.Lucas guardò in fondo al prato, dove oziava un gruppo di studenti. Umani. Persino in quel momento,nel pieno di una discussione appassionata, Lucas ne sentiva il profumo e bramavadi uccidere la suaprima vittima.— Ah, Lucas. — Mi azzardai a diventare un po' più concreta, quanto bastava a prenderlo per mano.Serrò gli occhi quando mi sentì. — Credi che sia possibile?Si allontanò dalla ringhiera, pieno di una nuova energia. Con aria risoluta, grazie a chissà quale sestosenso, riuscì a incrociare il mio sguardo. — Sto per scoprirlo.— Lucas, aspetta! — Ma era troppo tardi. Uscì dal gazebo e puntò dritto verso lastazione di posta.Lucas stava per cacciarsi nella tana della Bethany e in quel momento capii che se lei gli avesse fattola promessa giusta, rischiavo di perderlo per sempre. = Page 93 =eguii Lucas fino alla stazione di posta. Sarei potuta intervenire ancora, tentare di impedirglielo,Sma rinunciai.Dobbiamo sapere, pensai. Se davvero può aiutarlo, meglio che la lasci fare.Mi opponevo soltanto per gelosia, perché la Bethany, e lei soltanto, poteva dargli qualcosa di tantoprezioso? Che cosa gretta, meschina. Era ovvio che ispirasse fiducia a Lucas, sea confronto con lei mimostravo così debole.Avrei ascoltato e osservato. Forse avrei scoperto che per Lucas era davvero possibile sbarazzarsi dellasete. In quel caso, promisi a me stessa che non avrei mai più parlato male dellapreside.Mentre Lucas bussava alla porta, mi sistemai accanto al davanzale, nell'angolo che ormai conoscevobene, lieta di non percepire trappole nei dintorni. Ma subito trasalii. C'era già qualcuno davanti allascrivania della Bethany: Samuel, che senza dubbio era stato convocato a causa della rissa. Questorischiava di essere un ostacolo alla conversazione tra Lucas e la preside. Da parte mia, non sapevo seconsiderarla o no una buona notizia.Ma quando la signora Bethany aprì la porta e vide Lucas, disse: — Tempismo impeccabile, signor Ross.Prego, entri pure.Tra Lucas e Samuel era difficile stabilire chi fosse meno felice di vedere l'altro. — È per via del nostrolitigio di poco fa?— Non proprio. — La Bethany indicò una poltrona nell'angolo della stanza. —

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claudia grey 4 AfterlifeParlavo con il signorYounger delle sue tante difficoltà disciplinari nel corso dell'anno scolastico. C'è un altro argomento di cuiavrei voluto parlare con lei, signor Ross, ma a pensarci bene, tanto vale affrontarlo adesso.Il signor Younger, alias Samuel, si raddrizzò sulla sedia, ovviamente offeso. — E da quando i vermidella Croce Nera hanno a che fare con la gestione di questo posto?— Qui l'unica autorità sono io e io soltanto. — La signora Bethany tornò alla scrivania, con la lungagonna che ondeggiava dietro di lei. Quando posò la mano sul tavolo, notai ancorauna volta la silhouettenella cornice d'argento. Christopher: ogni giorno aveva il suo volto davanti. Loteneva vicino. Tantobastò a mettermi un po' di malinconia e la paura fugace di averla giudicata malesin dal primo giorno.Continuò: — E in quanto ad autorità, mi risulta che più di un educatore l'abbia già ammonita perinfrazioni che vanno dalle chiacchiere in classe alle prepotenze verso i suoi compagni.Samuel mi era sempre sembrato il classico bullo, ma la sua espressione si incattivì e per la prima voltacolsi l'antico mostro nascosto nel ragazzo. — Questa non è una scuola vera, o sel'è dimenticato? Non hobisogno di studiare algebra. Devo capire come si fa a passare per umani. Tutto il resto è tempo sprecato.— E tormentare gli studenti umani le sembra forse un modo migliore di impiegareil suo tempo? — LaBethany inarcò un sopracciglio.— Ma cosa ci fanno qui? — ribatté Samuel. — Non capisco a cosa servano, se non per farci unospuntino.La Bethany sorrise appena e scambiò uno sguardo fugace con Lucas, che sembrava perplesso quantome. — Le sfuggono troppe cose, signor Younger.— Ne ho abbastanza. — Samuel fece per alzarsi, ma lo sguardo glaciale della donna lo inchiodò sullasedia.La preside posò le mani sulla scrivania e parlò lentamente, con prudenza. — Ho invitato gli studentiumani perché erano necessari a realizzare un... progetto che mi stava a cuore. Eche interessa anche alsignor Ross. — Guardò Lucas e specificò: — L'eliminazione della brama di sangue nella nostra razza.Samuel sbuffò. — Non ne voglio sapere. La brama di sangue ce l'ho e me la tengo.Mi piace. È la cosamigliore di quello che siamo.— Temo che lei sia troppo entusiasta di essere un vampiro — rispose la Bethany.— Ha dimenticatol'alternativa.— E anche se fosse? Per quel che ricordo, essere umano era una bella schifezza.Ero debole, dovevomangiare la verdura e in più non dimenticare di andare in bagno più volte al giorno. Tempo sprecato.La signora Bethany lo squadrò di sbieco mentre tirava fuori qualcosa dal cassetto della scrivania: unascatoletta di metallo. Una trappola, da cui però non mi sentivo attirata. — Vedremo.— Cosa? — chiese Samuel. Ma la Bethany non gli prestava più attenzione. = Page 94 =A Lucas, disse: — Lei sa cos'è questa?— Una trappola — rispose lui. Non staccava gli occhi dalla scatola. — Per gli spettri.Mi accorsi che il contenitore era incrostato di ghiaccio. Ecco perché non aveva poteri su di me.Conteneva già un fantasma.— Molto bene, signor Ross. — La Bethany si alzò in piedi. — Ora, osservi.Sussurrò qualcosa in latino e aprì la scatola. Ne uscì uno spettro che, in forma

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claudia grey 4 Afterlifedi fulmine, colpì Samuelal centro del petto. Il vampiro crollò a terra, in preda a scosse violente; il fantasma sembrava volerloavvolgere stretto, aveva le sembianze di un vapore instabile che gli avvolgeva ogni arto e la faccia,mentre la vittima cercava di sfuggirgli ma non riusciva a muoversi.— Ma che diavolo? — Lucas si alzò in piedi, cercando il modo di aiutare Samuel,se fosse statopossibile. Ma la signora Bethany gli fece cenno di fermarsi.Sbalordita, la vidi estrarre un lungo pugnale dalla lama nera: ossidiana. Malgrado le pareti della casafacessero da barriera, l'ossidiana esercitava la sua forza anche su di me.Poi la preside affondò il colpo, nello spettro e in Samuel. Il sangue argenteo si mescolò con quello rosso,ed entrambi gridarono.Il fantasma venne assorbito dal vampiro, entrò in Samuel, che ebbe un ultimo sussulto e fece un respiroprofondo. E poi un altro. Si sollevò sui gomiti con lo sguardo fisso sul bracciosanguinante. Il sanguepulsava e gocciolava.Pulsava...Il sangue circola, pensai. Il suo cuore batte.Samuel, ammutolito dallo shock, alzò uno sguardo stravolto e vuoto verso la Bethany. Lei, dritta eimpettita, sfoggiò un sorriso raggiante che per qualche secondo la fece sembrarepiù giovane. Bella.Terribile. Lucas, esitante, indietreggiò di un passo e crollò sulla poltrona, come se la sua unica alternativafosse cadere.— Funziona — sussurrò lei.— Sono... — Samuel non smetteva di toccarsi, come se soltanto in quel modo riuscisse a capirciqualcosa. — Oddio. Sono umano.La Bethany scoppiò a ridere. — Lei è vivo.La mia mente si svuotò di colpo, era soltanto luce ed elettricità statica. Ciò che avevo appena visto eraimpossibile, eppure l'avevo visto.— Basta così. Basta così. — Samuel artigliò il maglione della divisa come se volesse squarciarsi il pettoe strappare via il cuore che batteva.Lucas indugiò per qualche istante, sconvolto, prima di riuscire a chiedere: — Cosa... cosa gli ha fatto?— Lo spettro e il vampiro rappresentano due metà della morte, signor Ross. — Lavoce della Bethanytornò asciutta e professionale, ma la luce calda nei suoi occhi non si era spenta. Si avvicinò a Samuel,che a quel punto si dimenava sul pavimento come fosse tormentato dal suo corpo mortale. — E tuttavia,rappresentano anche due metà della vita. La carne e lo spirito. Se li si unisce di nuovo, il risultato è... laresurrezione.— Non ne ho mai sentito parlare — disse Lucas. — Alla Croce Nera nessuno ce l'ha mai insegnato.— Eppure soltanto i cacciatori e pochissimi altri ne sono al corrente. È proprio tra i documenti dellaCroce Nera che l'ho scoperto. — La Bethany si chinò su Samuel, imperturbabile e gioiosa malgrado lostrazio del ragazzo. — Perché i cacciatori non hanno mai condiviso queste informazioni? E dire che ilrisultato sarebbe stata la diminuzione del numero dei vampiri... invece no. La Croce Nera non volevasemplicemente dare sicurezza agli umani. Cercava anche la vendetta. Ma è una vera vendetta restituirela vita ai vampiri?— Lo faccia smettere — ripeté Samuel. La sua voce era sottile, quasi irriconoscibile. Come se tornarealla vita lo avesse fatto impazzire.Lucas si avvicinò a Samuel, malgrado non sapesse come aiutarlo. Disse: — Non può

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claudia grey 4 Afterlifeessere vero.— Gli senta le pulsazioni! — La Bethany agguantò il polso di Samuel, che emise un gemito ma nonoppose resistenza. Poi lo lasciò andare e si ricompose. — Mi perdoni. Conosco lateoria da quasi quattroanni, ma questa è la prima volta che l'esperimento mi riesce.Poi Lucas alzò la testa, in un lampo di consapevolezza. — Bianca — esclamò, e per un istante pensaiche stesse parlando con me. Invece continuò: — I genitori di Bianca sono riusciti ad averla grazie a unpatto con gli spettri...— Un altro modo di creare la vita attraverso l'unione tra fantasmi e vampiri — rispose la Bethany. —Sebbene in questo caso il risultato sia la creazione di un terzo essere indipendente. Noi, invece,prendiamo l'energia dello spettro e la uniamo al corpo del vampiro. In teoria, la coscienza dello spettroviene cancellata e la sua energia viene trasmessa al vampiro che risorge, e ritorna l'umano che era. = Page 95 =La coscienza dello spettro veniva cancellata? L'essenza degli spettri era pura coscienza. La Bethanynon li stava semplicemente intrappolando. Era decisa a ucciderli, a sacrificarliper ridare la vita aivampiri.E Lucas non se n'era ancora andato.È sotto shock, pensai, e anch'io ero sbalordita. Ma sapevo quanto odiasse essere un vampiro. Se avesseavuto la possibilità di vivere ancora, di tornare pienamente umano, quale prezzoavrebbe pagato pur disfruttarla?Lucas era tornato a concentrarsi su Samuel, che aveva cominciato a sbattere la testa sul pavimento.Avrebbe dovuto essere ridicolo, ma il modo sgraziato e goffo in cui si muoveva era troppo inquietante. —Cos'ha che non va?La signora Bethany sospirò. — Come temevo, usare uno spirito instabile genera unessere umanoinstabile. Credevo che questo fosse un esemplare superiore, molto più convincente degli spettri che sonoriuscita a intrappolare finora... eppure, ovviamente, non è abbastanza saldo.— Per favore — sussurrò Samuel. Era scoppiato a piangere e mi accorsi che in mano aveva dei capelli:se li era strappati dalla testa. Capii che la pazzia dello spettro era diventatauna parte di lui, tantoquanto il sangue o le ossa. La Bethany gli aveva ridato la vita ma lo aveva anche rovinato per sempre.— Perciò questo... — Lucas la guardò. — Questo era un esperimento.— Non avevo alcuna intenzione di essere io la prima — rispose la Bethany — e ilsignor Youngeraveva seri problemi di comportamento. Ho molto di meglio da fare che sprecare ilmio tempo in castighie punizioni.Lucas si rabbuiò, come faceva sempre quando sentiva montare la rabbia. Malgrado i suoi trascorsi conSamuel, non gli avrebbe mai augurato un destino come quello. — Poteva almeno avvertirlo.— Pensavo ci fossero buone probabilità di ridargli la vita e la salute — spiegòla Bethany. Aprì laporta, Samuel si alzò goffo e uscì di corsa. Procedeva con passo malfermo e si diresse verso i boschiinvece di tornare a scuola. In cuor mio sapevo che non l'avremmo rivisto mai più. La Bethany siavvicinò alla mia finestra, costringendomi a restare nascosta tra i rami del cespuglio più vicino, e loguardò mentre se ne andava. — Chi può dirlo? Può darsi che nel giro di un decennio riacquisti un po' diequilibrio.

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claudia grey 4 Afterlife— Non dovremmo rincorrerlo? — domandò Lucas. — Se questo è il meglio che riescea fare, forse nonavrebbe dovuto usarlo come cavia.— È arrabbiato, signor Ross? — La Bethany sembrava più che altro divertita. — Perché mai? Nondubito delle sue buone intenzioni ma non posso crederla indignato soltanto per ciò che è accaduto alsignor Younger.— Ma lei l'ha... distrutto! Per verificare la sua teoria!Più Lucas si arrabbiava, più affettuoso si faceva il sorriso della Bethany. — Lei è deluso perché non hafunzionato, perché non è andata come avrebbe voluto. Perché crede che io non abbia la risposta che leho promesso.— No, non è...— Non è così? — Gli posò le mani sulle spalle. Adesso erano vicini, faccia a faccia. — Possiamorinascere. L'ho dimostrato. Possiamo intrappolare gli spettri, anche questo ho dimostrato. Ora è soltantoquestione di trovare gli spettri giusti, quelli più stabili, più forti. Che abbiano un legame sensato con ilmondo. Se riusciamo a trovare spettri come questi e a intrappolarli, io e lei torneremo a vivere.Il volto di Lucas era una maschera di rabbia, ma alle sue ultime parole, torneremo a vivere, chiuse gliocchi.La voce della Bethany si fece più bassa, delicata, dolce. — Lo vedo come guarda gli studenti umani.Conosco la sua sete... è un tratto che abbiamo in comune. Ho scambiato la mia vita da essere umano conquella da vampiro per amore e per vendetta, e dopo due secoli sono ancora intrappolata nella prigionedel mio cadavere. È insopportabile trascinare un corpo morto, sapere di essere dei mostri e odiare ogninostro istinto, vero? Ma è quasi finita, Lucas. Siamo quasi liberi.Lucas aprì gli occhi. Per un secondo interminabile restarono a guardarsi, e disperata pensai: L'ho perso.Stavolta l'ho perso sul serio.— Diventi mio alleato — gli propose — e torni a vivere.Lucas si levò le mani della Bethany dalle spalle. — No.La preside indietreggiò, portandosi una mano alla gola. — Signor Ross...— Lei si è sbarazzata di quel ragazzo come non valesse nulla — continuò Lucas. — L'ha liquidato senzafare una piega. È disposta a distruggere gli spettri come se fossero nullità, compresi... compresi quelli chepiù somigliano a creature viventi, e nemmeno davanti a questo fa una piega. Non posso farlo, non lo farò = Page 96 =mai, neanche per... Sa, non importa quali magie lei conosca. Anche se ci riesce,anche se il suo cuoretornerà a battere, sarà sempre morta dentro.Silenzio. Restarono a guardarsi come due estranei. La Bethany sembrava... triste. Affranta. Alla finedisse, a mezza voce: — Speravo che lei volesse avere una parte in tutto questo.— Anch'io l'ho sperato — confessò Lucas. — Ma non voglio averci niente a che fare. — Andò alla porta euscì.Come avevo potuto dubitare di lui? Lucas mi aveva difesa. Aveva mantenuto il miosegreto. Avevaresistito alla tentazione suprema senza vacillare. Tra lo sconvolgimento e il terrore sentii anche una gioiaprofonda e travolgente. Filai verso di lui, in forma di brezza che soffiava sui cortili e faceva volare lefoglie rosse e dorate, staccandole dai rami.Lucas sfrecciò in direzione della foresta e sulle prime pensai che volesse correre in aiuto di Samuel,malgrado non riuscissi a immaginare come. Invece, non appena gli alberi lo nascosero alla vista, in una

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claudia grey 4 Afterlifepiccola radura che riconobbi come il luogo del nostro primo incontro, crollò in ginocchio. Respirava conaffanno, capii che stava per piangere.Presi forma lentamente perché potesse chiedermi di andarmene, se preferiva stareda solo. Invece sifrugò in tasca, prese la mia spilla e me la diede. Al contatto con l'ambra, il mio corpo divenneimmediatamente solido e Lucas mi strinse a sé con tutta la forza che aveva.— C'è una via d'uscita — ansimò. — C'è una via d'uscita e non potrò mai imboccarla.Lo abbracciai ancora più forte. Perché non mi ero resa conto che adesso stava molto peggio di prima?Gli avevano mostrato la liberazione da un'esistenza che considerava peggio di qualsiasi prigione, ed eratutto vero: le promesse della Bethany erano reali. Erano la via per la libertà, una soglia che non avrebbemai potuto varcare.Poi ci pensai. Una vaga sensazione di paura mi si agitava dentro, ma riuscii a controllarla.Stringevo Lucas, che nascondeva il viso nella curva della mia spalla, mentre il suo corpo tremavascosso da emozioni violente. Parlai soltanto quando fui sicura.Alla fine dissi: — Potremmo farlo.Lucas si allontanò quanto bastava a guardarmi in faccia. — Cosa?— Il rituale. Quello della Bethany. — Mi feci forza. — Io potrei ridarti la vita.— No. Rinunceresti al poco di esistenza che ti resta, spariresti per sempre.— Anche tu ti eri offerto di farlo per me, ricordi?— E tu sei stata così coraggiosa da morire al mio posto.— Lucas mi sfiorò le guance con le dita e cullò ilmio viso tra le mani. — Non voglio essere da meno.Lo strinsi forte e crollò tra le mie braccia, esausto. Nonostante l'influenza della Bethany su di lui si fosseesaurita, portava un fardello pesante che non si sarebbe alleggerito. Eravamo condannati a non morire ea non vivere mai più. = Page 97 =uella sera, nella stanza dei registri, raccontammo agli altri quello che avevamovisto. Così,Qanziché limitare lo shock a me e Lucas, condividemmo il silenzio assoluto per quasi un'ora. L'impresadella Bethany, restituire la vita a un vampiro, sfidava ogni legge fisica e soprannaturale checonoscevamo ma era impossibile negare ciò a cui avevamo assistito.Balthazar, per la settima o ottava volta, ripetè: — Mi sembra ancora così... irreale. Che esista un mododi riavere la vita.— La cosa non mi stuzzica — lo liquidò Patrice, tralasciando il fatto che dopo la nostra rivelazioneavesse passato dieci minuti a ripetere "Oh mio Dio" senza sosta. — L'ho scopertoa mie spese che quandoqualcuno è morto, comunque finisca, è meglio non immischiarsi. — Poi si concentrò sui suoi anelli, masapevo che nei suoi pensieri c'era Amos, l'innamorato che aveva rievocato in forma di fantasma. Era unastoria troppo intima per rivelarne i dettagli, ma si capiva che aveva avuto un esito tragico.Vie annuì. — In effetti resuscitare i morti è roba da stregoni, bisogna starci attenti. Tu cosa ne pensi,Ranulf?Ranulf, di gran lunga il più sereno di fronte alla novità, rispose: — Ho vissutoper diciassette anni esono un vampiro da circa milletrecento. Ormai la mia natura è questa.— Io lo farei — intervenne Balthazar. Mi guardò negli occhi, contrito. — Se nonci andasse di mezzo lavita di un altro essere, certo. Se ci fosse un'altra maniera... una qualsiasi...non esiterei a tornare indietro.

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claudia grey 4 Afterlife— Così adesso conosciamo i suoi piani — concluse Lucas. Nel suo sguardo c'era una lucidità sinistra:per distrarsi dal dolore doveva restare attivo. — E sappiamo che bisogna fermarla. Perciò dobbiamotrovare le trappole. Ripulire questo posto, renderlo sicuro per Bianca e per glialtri spettri non ancoraintrappolati.— Non male, come piano — commentò Balthazar. Occupava l'unica sedia della stanza, mentre Vic ePatrice stavano sui pouf. Ranulf e Lucas si appoggiavano a delle vecchie casse, io levitavo a metà tra ilpavimento e il soffitto. — Basta dividere la scuola in sezioni e perlustrarle, quando avremo tempo.Lucas scosse la testa. — Voglio passare tutto al setaccio il più in fretta possibile. Probabilmente laBethany ne piazza sempre di nuove, ma se riuscissimo a liberarci delle trappole almeno per un po', forsepoi sarebbe più facile seguire le sue mosse.— Quando potremo agire? — chiese Patrice. — Qualcuno se ne accorgerà.Lucas rispose: — A notte fonda, magari...— Altolà — lo interruppe Vic. — Arriva un'idea brillante. Che ne dite del Ballod'Autunno?All'evento più importante dell'Accademia di Evernight, la versione vampiresca del ballo di fine anno,mancava soltanto una settimana. A quanto ne sapevo, l'unico che aveva già una dama era Ranulf. Più lasoppesavo, più l'idea mi sembrava sensata. — Saranno tutti in giro, ci sarà parecchio traffico di gente chesi nasconde nelle stanze a pomiciare o a bere. È una buona copertura per quello che dobbiamo fare noi —dissi.— Niente "noi" — ribatté Lucas. — Per te è troppo pericoloso.Avrei voluto protestare, ma Lucas non esagerava. Mandare un fantasma in cerca ditrappole per glispettri era un po' come spedire un vampiro a ispezionare una fabbrica di paletti.— Be', allora ho trovato qualcosa da fare mentre voi siete indaffarati. È una distrazione perfetta...Balthazar, ricordi che l'anno scorso eravamo riusciti a sbirciare nei registri scolastici?Mi pentii subito di quelle parole. Non era mai una grande idea ricordare a Lucas, o a Balthazar, chel'anno prima io e Balthazar eravamo usciti insieme.Calò un silenzio imbarazzato che riempì la stanza fu Vic a romperlo. — Okay! — esclamò, con troppaenfasi. — Tutti al Ballo d'Autunno, quindi. Io e Ranulf abbiamo una dama. E voi,ragazzi?— Da quando hai una dama? — chiesi, e assecondai il tentativo di alleggerire l'atmosfera.Vie sembrava a disagio. Ranulf spiegò: — Da me interrogata, la mia damigella ha confessato di avereun'amica di fattezze gradevoli ma ahimè sfortunata nelle questioni amorose. Abbiamo pertanto fatto inmodo che sia Vic ad accompagnarla al ballo.— Gli hai combinato un appuntamento? — esclamai. Pensai che Maxie forse si sarebbe ingelosita.— Avevo in programma di fare un viaggio, in quel fine settimana — considerò Patrice — ma immaginoche se rimango potrò indossare il mio Chanel nuovo. Che ne dici, Balthazar? Sarai mio complice? = Page 98 =— Certo. Ma prima o poi vorrei andare alla festa con qualcuno che voglia davvero uscire con me.— Perciò resta solo Lucas — riassunse Vic. — Il che crea un certo imbarazzo.Lucas alzò le spalle. — Interpreterò quello che non viene alla festa. Ne approfitto per curiosare nellecamerate.— No — obiettai. Per quanto sgradevole, era la verità: — Chi va alla festa è

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claudia grey 4 Afterlifemeno controllato degli altri,la sera del ballo. Oltretutto, i professori penseranno che se non sei in camera tua è perché stai combinan-do qualcosa.— Vuoi che chieda a un'altra di uscire con me? — La sua incredulità.— Be', no. Ma non c'è qualcuna che potresti portare con te come semplice amica?— Ebbi un'esitazionequando mi resi conto che a scuola Lucas aveva una sola amica. Ma forse bastava. — Skye, per esempio.— E lei capirebbe che non ci sono secondi fini? — osservò Patrice.— Certo — risposi. — Anche a lei andrebbe bene un semplice amico, visto che a casa ha già un ragazzo.— Non proprio — replicò Lucas. — Oggi l'ho sentita dire a Clementine che a quanto pare il suo ragazzol'ha mollata. Ma ha anche detto che uscirà di nuovo con qualcuno "sei mesi dopo che l'inferno si saràcongelato" perciò immagino che al momento cerchi soltanto amicizie. Ma il vero problema è un altro.— Non la attaccherai — dissi, cercando di rassicurarlo. — Sei sempre più forte.E poi vi vedrete alprimo piano e resterete tutto il tempo in mezzo alla gente. Se perdessi la calma, cosa che non accadrà,qualcuno ti fermerebbe all'istante.Lucas scosse la testa. — Troppo rischioso. Fammi andare con Patrice. E tu, Balthazar, invita Skye.— Ma non ci siamo mai parlati — protestò Balthazar.— Probabilmente non sa neanche chi sono.Io e Patrice ci scambiammo un'occhiata. A volte Balthazar non si rendeva bene conto di quanto fossebello. Forse non aveva mai parlato con Skye, ma a Evernight non c'era ragazza etero né ragazzo gay chenon sapesse esattamente chi fosse lui.— Allora invita un'altra — propose Lucas.Con più decisione, Balthazar disse: — Credo che passare un po' di tempo con un umano ti farebbe bene.— Diede un'occhiata a Vic. — Un umano... non inzuppato. Non potrai restare a lungo a Evernight, se lasituazione con la Bethany si complica. Prima o poi dovrai metterti alla prova. Cerca di affinarel'autocontrollo. Come ha detto Bianca, questa è una buona occasione.— D'accordo. — Lucas mi guardò, indeciso. — Bianca, ne sei davvero sicura?Sinceramente ero un po' gelosa. Non perché temevo che potesse succedere qualcosatra Lucas e Skye,di lui mi fidavo ciecamente. Ero invidiosa di Skye, che poteva vestirsi elegante, andare al ballo edanzare con il suo cavaliere per tutta la notte mentre a me toccava guardarli dal soffitto con indosso laversione spettrale del pigiama in cui ero morta. Però era un motivo alquanto stupido. — Se afferra ilconcetto del "siamo solo amici" sì. Sono sicura.Dal suo pouf, Vic guardò Lucas di sbieco e gli sorrise.— Okay, è un po' da sfigati farsi rimediare un appuntamento dal migliore amico — ammise. — Ma èmolto più da sfigati se a rimediartelo è la tua ragazza.Lucas lo fulminò con lo sguardo, ma nonostante l'umore tetro era chiaro che scherzasse. — Taci.I preparativi per il ballo richiedevano tempo. Dal momento che non dovevo prendere parte alla ricercadelle trappole, feci il possibile per dare una mano con l'organizzazione. Dividemmo la scuola in zone edecidemmo chi le avrebbe perlustrate, e quando.Lucas sembrava posseduto da un'energia inesauribile, disperata. Macchinava più degli altri, studiavaancora più del solito e costringeva Balthazar ad allenamenti di scherma di ore. Forse nella stanchezza enell'esaurimento fisico costante cercava una distrazione, qualcosa che scacciasse il pensiero che tornarea vivere era possibile, sì, ma non per lui. Persino le lezioni di ballo che

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claudia grey 4 Afterlifeprese da Patrice furono intense eprive di gioia: Lucas imparava i passi a memoria come mosse di combattimento della Croce Nera.Per importanti che fossero i nostri piani, però, non potevo impiegare tutto il tempo nei preparativi perla perlustrazione del Ballo d'Autunno. In certi momenti mi era difficile anche solo pensarci. Eroconcentrata su qualcosa di altrettanto importante.Alla fine, un mercoledì sera, venne il momento.Aspettai tra gli alberi del bosco, con il braccialetto a portata di mano, entusiasta ma nervosa, finchénon vidi arrivare mio padre. In fretta infilai il braccialetto e corsi ad abbracciarlo. Mi accolse con tantaforza e calore da farmi tornare per un secondo la bambina con la paura del temporale che chiede al papàdi proteggerla dai fulmini.— È qui? — sussurrai.— Arriva. — Papà mi strinse le mani. — Gliel'ho detto un paio d'ore fa. = Page 99 =— Sta bene? — Malgrado le rassicurazioni di mio padre non potevo non temere chemia madre nonriuscisse ad accettarmi, in forma spettale.— Sì. — Nella sua voce c'era una strana nota di incertezza. La paura mi trafisse; papà se ne accorse,perché scosse subito la testa. — Tua madre ti vuole bene. Soltanto... non riescead accettare che ti siasuccessa una cosa tanto terribile. È questo che la sconvolge. Ma per lei è importantissimo riuscire a staredi nuovo con te.Una cosa tanto terribile. Sentii risuonare quelle parole in me e non fu una bella sensazione. Avreivoluto riflettere e capire il perché, ma non c'era tempo: sentii i passi di mia madre risuonare sul tappetodi aghi di pino che ricopriva la terra.La cercai guardando oltre mio padre. Da spettro la mia vista notturna non era più raffinata comequand'ero un vampiro. Perciò, prima di scorgerla, la sentii esclamare qualcosa.— Mamma? — Mi allontanai da mio padre e vagai verso il limitare del bosco, poi la vidi. Eraspaventata, immobile, quasi tremava, con le mani infilate nelle tasche del lungocappotto. — Mamma,sono io.— Oh, mio Dio. — La sua voce era bassissima, quasi inudibile. — Oh, mio Dio.Sembrava che non riuscisse a muoversi, perciò andai da lei, non di corsa come avevo fatto con miopadre, ma lentamente, per darle modo di abituarsi a me. La sua espressione non cambiò: restò aguardarmi, sbattendo gli occhi, identica a un coniglio troppo spaventato per sfuggire al cacciatore. Maquando finalmente la raggiunsi, respirò a fondo e disse: — Bianca.Poi mi strinse a sé e anche papà corse ad abbracciarci, e per un po' non ci furono altro che calore,lacrime e dichiarazioni d'affetto. Una scena assurda, ma contava soltanto che finalmente la mia famigliasi fosse riunita.— Bambina mia — esclamò mia madre quando finalmente sciogliemmo l'abbraccio. — Povera bambinamia. Sei... in trappola, qui?— No, non sono qui per merito della signora Bethany. — ironizzai, ma poi decisiche era meglioaspettare, prima di parlarne. — Questo è uno dei posti in cui riesco a viaggiaree a trattenermi. Sono quida un po', perché c'è Lucas — mia madre affilò lo sguardo, ma continuai — e poi Balthazar, Patrice, Vic,Ranulf... e voi.Gettò un'occhiata a mio padre. — Sei qui da un paio di mesi e riesci a... frequentare i tuoi amici? Comefosse una cosa normale?

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claudia grey 4 Afterlife— Lo è — risposi. — Per me lo è.— Possiamo... sistemare la tua vecchia stanza. — Mamma abbozzò un sorriso. — Potresti vivere con noi,se volessi.Il pensiero di tornare a occupare la mia camera, a guardare la neve che d'inverno copriva la testa delgargoyle, mi sembrava il più bel passatempo immaginabile. — Sono già capace di raggiungerla. Se larenderete un posto sicuro, ci starò tutto il tempo.Mia madre si rabbuiò. — Un posto sicuro. Nel senso... libero dalle trappole.— Tua madre ha paura — la interruppe papà. — È turbata da ciò che abbiamo vistofinora.— Gli spettri non sono tutti come quelli imprigionati a Evernight. — Era il momento di dire le cose comestavano. — Qualcuno sì, mette i brividi. Come certi vampiri, del resto. Ma tantialtri non sono moltodiversi da me. Sono... persone, e basta. Non smetti di essere te stesso soltantoperché muori.Mia madre non si lasciò convincere tanto facilmente. — E allora perché tutti quegli spettri attaccano lanostra scuola?— La attaccano perché sono stati trascinati qui. E intrappolati. Dalla Bethany.Con mia sorpresa, papà ci interruppe di nuovo. — Celia, pensaci. Tutto quello che la Bethany ci hainsegnato riguardo alla scuola, tutto ciò da cui ci ha messi in guardia... è piùuna questione di attacco chedi difesa. E secondo me lo sa dall'inizio.— Esatto — intervenni. — Da sempre il suo obiettivo è quello di catturare i fantasmi...Prima che concludessi rivelandole il miracolo nascosto fra le macchinazioni della signora Bethany, miopadre continuò: — Quel che voglio dire è che lei ha sempre saputo di Bianca.Mamma si strinse il bavero del cappotto per proteggersi da un freddo nuovo. — Adrian, cosa dici?— Dico che la Bethany va a caccia di spettri e ha sempre saputo che Bianca rischiava di trasformarsiin spettro. Col senno di poi, sospetto che questo sia il motivo per cui ci ha proposto di venire a insegnarequi.— La Bethany va a caccia di spettri — ripetè mamma. — E secondo te ha preso di mira proprio Bianca.Non può essere. Perché mai dovrebbe farlo?A quel punto, tutto quadrava. La signora Bethany voleva tornare a vivere. Sapevache catturare glispettri le avrebbe dato il potere di creare la vita, ma soltanto sacrificando unfantasma potente e stabile = Page 100 =avrebbe evitato di impazzire dopo la trasformazione. E io, grazie alla mia condizione speciale di spettrofiglio di vampiri, alle tante relazioni che mi ancoravano a questo mondo, alla guida di altri spiriti potentiche mi avevano trovata dopo che anch'essi erano stati attirati a Evernight, facevo perfettamente al casosuo.Per la signora Bethany ero l'occasione più ghiotta che poteva capitarle. Non pensai nemmeno per unsecondo che avrebbe esitato: se la sua resurrezione passava per la mia eliminazione, mi avrebbe fattofuori con il sorriso sulle labbra.— Io so perché — dissi. Mamma e papà si presero per mano, in attesa di un colpo terribile, e io mipreparai a spiegarglielo con tutta la cautela possibile.Il resto della riunione di famiglia non fu confortante come avrei voluto. Quandoaccantonavano larabbia contro la Bethany, mamma e papà se la prendevano con se stessi e con la decisione di venire aEvernight. Anziché ricordar loro che mi ero sempre opposta all'idea (a volte "vel'avevo detto" non è il

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claudia grey 4 Afterlifecommento migliore da fare, anche se i fatti dimostrano che avevi ragione da vendere) spiegai il pianoche avevo architettato insieme ai miei amici. Per tutta risposta, si offrirono di fare da sorveglianti la seradel ballo, per permetterci di andare e venire più facilmente. Erano entusiasti che anche Balthazar ePatrice collaborassero ma non facevano commenti quando nominavo Lucas. Preferii non bruciare letappe e sperare che riuscissero a parlare un po' con lui la sera della festa. Forse, lottando per un obiettivocomune, avrebbero trovato un compromesso civile.Perciò cominciai a pensare alla festa, al ballo, alla caccia e a tutto il resto con impazienza. Quandofinalmente venne il giorno, ero troppo su di giri per starmene rintanata nell'aula magna in attesa chearrivassero gli altri. Decisi di godermi i preparativi facendo visita a Patrice-per aiutarla a vestirsi.L'invidia quasi mi travolse. Il suo abito doveva costare all'incirca come un'utilitaria, se non di più.Aderente, color ghiaccio, era ricoperto di perle dalle spalline all'orlo, e le scarpe erano tempestate dicristalli pregiati. — Perché non posso apparire con un vestito come quello? — milamentai mentre laaiutavo a tenere su i capelli e lei si aggiustava le ultime treccine. — È quasi color spettro. Molto piùangelico di questo stupido pigiama.— È un pigiama carino, grazie al cielo. — Patrice spalancò gli occhi davanti allo specchio. Come quasitutte le vampire della scuola, si era messa a dieta di sangue per sembrare più magra e affamata la seradel ballo. Questo significava anche che gli specchi non la riflettevano al meglio. — Se fossi morta dentrouna di quelle magliette che mettevi il secondo anno... non oso pensarci.— Anche se fossero i più bei pantaloni del pigiama del mondo, non sarebbero meglio di un abito dasera.— Vero — ammise Patrice. Il suo sorriso splendeva. Niente le piaceva come vestirsi elegante.O era raggiante per qualche altro motivo?— Quindi tu e Balthazar — azzardai — siete solo amici, eh?Sbuffò scomposta, una caduta di stile rara per lei. — Te l'ho già detto, ricordi? Non è il mio tipo.— Sì, ricordo. — A Balthazar, ancora una volta, toccava aspettare per avere un po' di romanticismo.Se non altro Patrice, alle prese con i vestiti, si divertiva. Comprensibile, dalmomento che indossavaabiti costosi e bellissimi. Gli orecchini a goccia di diamanti splendevano come il raffinato braccialetto.Aveva raccolto le trecce in una crocchia elegante.Quando finì di prepararsi, dissi: — Vado. Provo a salutarvi durante il ballo.— Scendi già? — Patrice indossava soltanto l'intimo di pizzo intanto che si arricciava le ciglia; l'abitocolor ghiaccio era appeso all'anta dell'armadio. — Perché?— Ehm, magari do un'occhiata a Lucas mentre va a prendere Skye.Patrice mi guardò di sbieco. — Lo sai che non succederà niente, vero?— Sì. Ma lei se ne va alla festa con il mio ragazzo, al posto mio. Se vado a trovarli adesso, dopo avervisto quanto sei strepitosa tu, al confronto lei mi sembrerà insignificante. Aiuta, sai?Patrice rise, compiaciuta dalle mie lusinghe. — Allora vai pure.Fluttuai fino ai piedi delle scale, dove le ragazze si ritrovavano in attesa deicavalieri. Ranulf e Vicavevano appena incrociato le loro dame. L'affascinante Cristina sembrava felice di stringersi al bracciodi Ranulf, Vic e la sua compagna si scambiarono qualche occhiata sospettosa.Non appena si allontanarono, ecco Lucas. Era riuscito a noleggiare o a farsi prestare un abito da sera.Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che di sicuro non aveva perso troppo

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claudia grey 4 Afterlifetempo a sceglierlo, ma glistava a pennello, evidenziandogli le spalle, la vita e i fianchi. Aveva pettinato i capelli all'indietro, cosache faceva raramente. Così acconciati sembravano più scuri e lo facevano sembrare un po' più grande.Non l'avevo mai visto in tenuta elegante e forse era il primo evento mondano a cui partecipava in vitasua. Ma scoprii che la sua bellezza spiccava tanto in nero quando in jeans e camicia. Sembrava uscitoda un film con Cary Grant. No, sembrava Cary Grant. = Page 101 =Non vedo l'ora di potergli dire quant'era bello stasera , pensai sognante. Ah,magari avessimo potutopartecipare almeno una volta a un ballo.La mia gioia e tutte le chiacchiere si spensero non appena Skye apparve sulle scale.Tutti i maschi presenti ammutolirono. Persino le ragazze, me compresa, restaronoa bocca aperta. Anzi-ché scioglierli, Skye aveva raccolto i capelli castani in un'acconciatura morbida che lasciava qualcheciocca libera di ricamarle il viso ovale, e scopriva un collo lungo e sottile. L'abito con una spallina solasfoggiava appena sotto il seno una fascia di ricami raffinatissimi, dalla qualepartiva il velo di chiffonche sfiorava terra. Il colore, vinaccia scuro, evidenziava la pelle chiara e gliocchi azzurri.Di norma Skye passava per ragazza carina. Quel giorno era fuori della norma. Aveva deciso di farsinotare e nessuno riusciva a levarle gli occhi di dosso.Nauseata dalla gelosia, avrei voluto sfrecciare via piuttosto che vedere Lucas prenderla a braccetto.Se l'avessi fatto, però, mi sarei torturata chiedendomi cosa le avrebbe detto, cos'avrebbe risposto lei etutto il resto. Sapevo che Lucas mi amava ma non riuscivo a non sentirmi insicura paragonata a unaragazza splendida con un corpo così magnifico... diamine, una ragazza con un corpo vero, che nonspariva mai.Così restai e osservai Lucas mentre le si avvicinava. Sorrideva di approvazione ma anche diqualcos'altro. Incertezza, forse? — Ehi. Caspita, Skye. Sei strepitosa.— Grazie. — Sembrava si fosse afflosciata. Perché mai, dopo un complimento comequello? Ma poiprese tra le dita un lembo di chiffon. — Bel vestito, eh?— Altroché.— L'avevo comprato per lasciare a bocca aperta Craig. Craig, che attualmente esce con una che sichiama Britnee. Con due e. Non so perché ma le due e peggiorano le cose. — Mi resi conto che noncercava di fare colpo. Il suo aspetto delizioso, quella sera, era una dichiarazione di guerra, il segno chenon intendeva arrendersi malgrado avesse il cuore a pezzi.— Non farti rovinare la serata — le suggerì Lucas. — Lascia perdere quel cretino, okay?Skye annuì e io mi rilassai. Non c'era motivo di essere gelosa. A parte il vestito stupendo. — Ho finito dipiangere per lui. Stasera voglio solo stare con gli amici e ballare.— Pronto ad aiutarti. — Quando Lucas le offrì il braccio, non mi infastidì.Il Ballo d'Autunno era sempre uno spettacolo, sembrava uscito da un altro secolo, una rievocazione dieventi grandiosi ai quali tanti studenti vampiri avevano partecipato in gioventù. Anziché un deejay oun gruppo rock c'era una piccola orchestra che suonava musica classica, molto più ballabile di quanto sipotesse immaginare. Anziché da luci scintillanti o decorazioni moderne, l'aula magna era illuminata dacentinaia di candele, molte delle quali venivano posizionate davanti ad antichi specchi di ottone

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claudia grey 4 Afterlifebattuto, che ne riflettevano il bagliore in tutta la sala. I ragazzi erano in vestito scuro o in smoking; leragazze in abito lungo, alcune indossavano anche i guanti. Era il genere di occasione mondana a cui ogniragazza - e più ragazzi di quanti siano disposti ad ammetterlo - vorrebbe partecipare almeno una volta.Ci ero andata due volte con Balthazar e mi ero goduta il vestito, il ballo e il resto. Tuttavia, eraaltrettanto divertente vedere la scena dall'alto, sfrecciando tra i candelabri sospesi. A volte ridevo,guardando Lucas condurre prudente Skye durante un valzer e contare a fior di labbra "un due tre".Oppure Vic e la sua dama, che badavano a non starsi troppo addosso e cercavano una scusa persalutarsi al più presto. In altri momenti mi riempivo di ammirazione: alcuni ballerini erano veri espertiche sfoggiavano doti perfezionate nei decenni. Balthazar e Patrice erano i più belli di tutti e simuovevano con grazia nel cuore della danza. E ovviamente, di tanto in tanto, unodi loro sgattaiolavafuori a proseguire la caccia. I miei genitori annuivano vedendoli passare. Mammaportava un bel vestitodi seta color crema che non le avevo mai visto.Lucas era quello che usciva più spesso, quanto tutti gli altri messi insieme. Forse perché anche Skye siassentava spesso per andare a scherzare con gli amici ai margini della pista da ballo? O perché non sifidava delle proprie reazioni, a stretto contatto con un essere umano? Le due cose sommate, sospettavo.Ogni volta che usciva, passava davanti ai miei e il nervosismo tra loro era palpabile. Ma perlomenoavevano smesso di ignorarsi, ora che mamma e papà cominciavano a mettere da parte la rabbia, esperavo che fosse un segno positivo.Tutto filò liscio finché non sentii un brivido... e le visioni ricominciarono.La mia mente si riempì di immagini degli umani che danzavano sotto di me, persone che nonconoscevo bene ma con cui sentivo un legame profondo come l'amore. Volti, emozioni, età diverse: ogniumano era prezioso per me. E sulla loro incolumità incombeva un velo sempre più cupo di terrore e diodio per i vampiri in mezzo ai quali danzavano.Gli spettri. I Cospiratori. Li sentii minacciare il ballo, densi come nuvole di temporale. Era così cheanche l'anno precedente era cominciato l'attacco? = Page 102 =— Cosa fate? — sussurrai, certa di trovarmi tanto in alto da annegare le mie parole nella musicadell'orchestra.Le immagini si trasformarono in violenza: vampiri in fiamme, congelati e imprigionati nel ghiaccio,presi da trappole come quelle che la Bethany tendeva ai fantasmi. Nessun piano prese forma ma capiiche significato avesse tutto ciò. I fantasmi temevano per l'incolumità delle loro ancore e per la propria. Egridavano vendetta ai vampiri, alla Bethany e al suo piano.Sono al sicuro, ve lo garantisco. Se volete passare oltre, sapete che io vi posso aiutare.Mi aspettavo di sentirli sorpresi, felici, magari impazienti di partire. Invece fui colpita da un'ondata ditimore ancora più intenso. Sinceramente, io stessa non avevo meno paura di primae non sapevo ancoracome e se sarei riuscita a usare i poteri magnifici che mi attribuiva Christopher. Perciò, in nome di cosafacevo quelle promesse?Ma sentii che se mi avessero seguita avrei dovuto provarci. Nella ricerca di un modo per fermare laBethany, condurre via gli spettri da Evernight contava quanto tutti gli altri

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claudia grey 4 Afterlifetentativi che stavamofacendo.Invece il loro rifiuto mi arrivò come un violento maremoto sulla costa, d'inverno. E poi un tumultocrescente di energia, puntato verso il basso, appuntito come cento frecce...Cosa succede? pensai. Disorientata, guardai giù. Balthazar e Patrice erano usciti a caccia di trappole,tutti gli altri a cui tenevo erano rimasti a ballare. Non c'era neanche il tempodi avvertirli.L'energia si abbatté sul pavimento come una serie di fulmini e mi aspettavo una pioggia di ghiaccio oneve. Di apparizioni spettrali, magari.Non pensavo che avrei visto crollare a terra, privi di senso, tutti gli umani presenti.La musica dell'orchestra si diluì in qualcosa di irriconoscibile mano a mano chegli strumentismettevano di suonare, uno alla volta, e i vampiri reagivano. Qualcuno era all'oscuro di tutto, tanto chescoppiò a ridere, ma la maggior parte era preoccupata per gli umani a cui tenevao perché stavasuccedendo qualcosa di pericoloso.Lucas si inginocchiò e con due dita tastò la gola di Skye per sentirle le pulsazioni. Ranulf tenevaCristina tra le braccia, inerte e con la testa reclinata all'indietro. Vic giaceva a faccia in giù, braccia egambe scomposte, come una bambola abbandonata.Ma poi si mosse, o meglio, fu il suo corpo a muoversi. Perché qualunque cosa fosse, a muoversi non eraVic.Ma certo. Io non ero l'unico spettro capace di possedere gli umani.Altri umani cominciarono a rialzarsi e i loro occhi erano annebbiati, di un verde lattiginoso, senzapupilla né iride. Ma nessuno era cieco. Si muovevano lenti e goffi, come se non lo facessero da parecchiotempo. Lucas indietreggiò quando Skye, o meglio, la cosa con le fattezze di Skye, gli gettò un'occhiataostile dal pavimento.Vie drizzò le spalle e la schiena. Se non avessi già intuito che Maxie non era tra gli assalitori, misarebbe bastato guardarlo in faccia per capire che dentro di lui non c'era la mia amica. Avevaun'espressione che non gli avevo mai visto, irradiava un'emozione che non gli apparteneva: la crudeltà.Gridò: — Signora Bethany!Non era la voce di Vic. Era un suono stridente e roco che mi fece pensare a una gola tagliata. Desideraipoterlo intrappolare in uno specchio... ma le trappole funzionavano anche se lo spettro stava possedendoun essere umano? Ricordai quanto mi fossi sentita protetta quand'ero entrata dentro Rate e sospettai chela risposta fosse negativa.La Bethany si fece avanti. Non sembrava impaurita. Solo vagamente interessata. Indossava un abitodi pizzo, candido.— Libera i nostri simili — ordinò Vic. La voce folle e roca quasi fece rabbrividire tutto il salone. —Liberaci. Altrimenti colpiremo e saranno i tuoi simili a perire.Impassibile, lei rispose: — Se mi costringete a esorcizzarvi da loro, le vostre ancore soffrirannoterribilmente. Qualcuna potrebbe morire.La maschera di crudeltà sul volto di Vic non cedette. — Sei stata avvertita.Poi, all'improvviso, come se qualcuno avesse tagliato i fili alle marionette, tutti gli umani crollarono dinuovo a terra, ma stavolta per un attimo. Pochi secondi dopo si rialzarono perplessi e confusi. Nessunosembrava ricordare bene l'accaduto e tutto sommato fu una fortuna.Cercai di essere ottimista. Stavamo finalmente per raccogliere tutte le trappole. Una volta stabilito

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claudia grey 4 Afterlifecome agire senza rischi, avremmo liberato gli spettri. E con un po' di tempo avrei convinto tanti di loro aseguirmi e ad abbandonare il piano mortale, poiché ne andava della loro incolumità.Eppure sentivo che qualcosa di terribile si era messo in moto, qualcosa che forse neanche noipotevamo fermare. = Page 103 =— on ci posso credere di essere diventato così cattivo. — Vic sedeva sui gradini del gazebo, dove ciNeravamo radunati una volta passato il caos. Non era ancora mezzanotte ma il Ballo d'Autunno potevaconsiderarsi concluso. — Sparavo fiamme dagli occhi o qualche altra figata del genere?— No, ci hai messo soltanto una paura del diavolo. — Lucas era appoggiato alla ringhiera del gazebo.Si era allentato il nodo della cravatta e sbottonato il colletto, una vista che avrei voluto godermi con piùcalma. Skye, come quasi tutti gli umani e parecchi vampiri, era già tornata in camera sua a calmare lospavento, scelta logica dopo una possessione di massa come quella. — Proprio nonti hanno ascoltata,Bianca?— Ascoltavano ma avevano paura. — Ero seduta sulla ringhiera accanto a lui, solida. A parte il nostrogruppo, non c'era in giro nessuno. — Qualunque piano abbiano, agiranno presto. Se non li liberiamo infretta, ho paura che gli spettri inizieranno a colpire i vampiri, gli umani, tutti.Patrice, che non avendo assistito alla scena era un po' più lucida di noi, cominciò a fare il punto dellasituazione.— Siamo riusciti a setacciare quasi tutte le zone. Nella stanza dei registri abbiamo raccolto in totalequaranta- sette trappole. È ragionevole pensare che non le abbiamo trovate tutte, ma la maggior parteora è in mano nostra. Stando così le cose, può anche essere che gli spettri abbiano cambiato idea, no? Oche se non altro abbiano qualche speranza in più, accorgendosi di avere degli alleati.Mia madre, in piedi, ebbe un capogiro e mio padre andò a sorreggerla, cingendolacon un braccio.Faticava a considerarsi alleata degli spettri ma, anziché fuggire, era rimasta con noi.— Dobbiamo liberare gli spettri intrappolati — dichiarai. — E distruggere le trappole che abbiamo, perimpedire alla Bethany di usarle ancora.— È improbabile che la distruzione di qualche trappola riesca a scalfire la determinazione dellasignora Bethany — commentò Ranulf.Annuii. — Ma quando avremo liberato chi è in trappola, gli spettri di Evernight non avranno piùpaura. Magari convincerò qualcuno di loro ad andarsene.— E magari non è una cattiva idea mettere qualche pulce nell'orecchio agli studenti umani —aggiunse Balthazar.— Le apparizioni non li hanno spaventati, ma la possessione forse sì.Lucas aggiunse: — E se non basta la possessione, proveremo con i vampiri. Sono disposto a mostrare lezanne, pur di allontanare per sempre dalla scuola qualche studente umano.— Perciò possiamo davvero bloccarla. — Cominciavo a entusiasmarmi: per la primavolta da tempoimmemorabile, mi sembrava di avere un vantaggio sulla signora Bethany. — Distruggere le trappole emandare via dalla scuola tutti tranne i vampiri che hanno bisogno di restarci.Mio padre sembrava incerto. — Una volta distrutte le trappole, la magia che contengono si disperderà.

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claudia grey 4 AfterlifeSarà un'emissione di energia enorme. È impossibile che nessuno se ne accorga.Lucas fece una smorfia. — In altre parole, la Bethany capirà che le abbiamo rovinato i piani. Nonquando cominceremo a dirlo agli umani, ma subito.Da sotto il gazebo, seduto su una delle panchine, Balthazar aggiunse: — E reagirà. Immediatamente.Appena passeremo all'azione dobbiamo aspettarci la sua controffensiva.— Ma non ucciderebbe mai... — un altro vampiro, avrei voluto dire, ma non ci riuscii, non dopo ciò cheaveva fatto a Samuel Younger. Da due secoli la signora Bethany si dedicava a quel piano, al suodesiderio più grande, e non avrebbe esitato a distruggere chiunque l'avesse ostacolata. Quando guardaimio padre, confermò con un cenno della testa.— Invece sì — disse. — E quest'anno non ha nascosto le sue preferenze, sia tra gli alunni che tra iprofessori. Ho il sospetto che altri vampiri siano al corrente del piano. Se nonvogliamo finire impalati opeggio, è meglio che ce ne andiamo non appena avremo liberato gli spettri.Lucas si rivolse ai miei genitori, per la prima volta da quando, all'inizio dell'anno scolastico, si erascontrato con mia madre. — C'è qualche possibilità che per un motivo o per l'altro si allontani dallascuola, prossimamente? = Page 104 =Il breve imbarazzo che seguì mi fece trasalire, ma papà riuscì a non perdere la calma. — Magari, ma èimprobabile. Potremmo creare un diversivo. Una crisi che la costringa ad andarsene anche solo per ungiorno. Al ritorno scoprirebbe cos'è successo, ma nel frattempo potremmo scappare senza lasciare tracce.— Saprà che sono coinvolto — considerò Lucas. — È ovvio, dopo che me ne sono andato in quel modo,l'altro giorno. Ma se tutto fila liscio, potrò aiutare voi a scappare.Mia madre si schiarì la gola, come se parlare educatamente con Lucas fosse uno sforzo. — La signoraBethany sospetterà anche di noi, soprattutto se avrà abbandonato la scuola per causa nostra. Perciòdirei di stabilire che a esporci saremo soltanto noi tre. E nessun altro.— Ehi, non è necessario — protestò Balthazar.— Risparmiami la posa da gentiluomo, okay? — Lucas gli lanciò un'occhiataccia. — Nessuno vuoleavere contro quella donna, se possibile. Quindi non fare lo stupido.Balthazar mi sorprese con un ghigno: — Sei un buon amico, Lucas. Anche se non loammetterai mai.I due si scambiarono un sorriso e i miei si resero conto che, contro ogni pronostico, Lucas e Balthazarerano in ottimi rapporti. Per chissà quale motivo, il fatto che io amassi e accettassi Lucas non avevaavuto su di loro lo stesso impatto di quella semplice dimostrazione di amicizia.Vie fece una con le mani. — Time out al cameratismo maschile, okay? C'è una cosadi cui non Tabbiamo parlato. Bianca.— Cosa c'entro io?— Tu sei più o meno un superfantasma, no? La Bethany è a caccia esattamente di una come te. — Vicguardò gli altri uno alla volta, forse nella speranza che qualcuno lo contraddicesse, ma ovviamentenessuno lo fece. — Okay, quindi come facciamo a non farle capire che sei uno spettro? E che sei qui?Perché figurati se non ha drizzato le antenne.— Siete stati tutti molto prudenti — replicò mamma. Per un istante incrociò lo sguardo di Lucas, comeper ringraziarlo di avermi protetto. Fu un momento brevissimo, ma mi fece venirevoglia di abbracciarlapiù forte che mai. — La Bethany sa che Bianca è diventata uno spettro, questo è certo, ma... forse non si èresa conto che è qui. Altrimenti avrebbe già cercato di catturarla, o no?

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claudia grey 4 AfterlifeIn effetti aveva ragione. Non c'erano prove che le trappole fossero state piazzate per me, e nella stanzadi Lucas non ce n'erano.Mamma aggiunse: — Non è piacevole non conoscere quante cose sappia la Bethany, ma spero che nonci sia bisogno di continuare la discussione. Entro un paio di settimane, immagino che tutti e tre avremoabbandonato l'Accademia di Evernight per sempre e... tu verrai con noi, vero, Bianca?— Ovunque andrete. — Avevo posato la testa sulla spalla di Lucas. Le ciocche luminose dei miei capelligli cadevano sul petto. — È là che mi troverete.Alla fine, mentre gli altri si preparavano a rientrare, divenni invisibile, pocopiù che uno sbuffo divapore nel cielo. Balthazar si alzò dal suo posto ma anziché seguire gli altri si trattenne sotto il gazebo. Ilchiaro di luna ne evidenziava la sagoma tra gli ornamenti in ferro battuto e l'edera.Abbassandomi, sussurrai: — Tutto okay?— Certo — rispose in un tono strano. Ricordai il Ballo d'Autunno di due anni prima, quando eravamousciti insieme a guardare le stelle; quella notte gli avevo detto che amavo Lucas, e l'effetto delle mieparole su di lui non si era ancora placato. Anche lui ripensava a quella sera?Balthazar alzò gli occhi verso di me. — Lucas va a dare un'altra occhiata alle trappole, a controllareche siano ben nascoste. Passerà almeno un'ora prima che vada a letto.— Sì. E allora?— Voglio che mentre sogno, tu entri nella mia mente.Capii subito il perché di quella richiesta. — Balthazar...non so se è una buona idea. Dobbiamo prepararci a combattere. Hai bisogno di tutte le tue forze.— Me la caverò. Mi ci è voluto tanto tempo per affrontare ciò che devo... ma oraè tutto chiaro. Nonpossiamo più rimandare. — La sua espressione era imperscrutabile, ma la voce ferma. — Fidati.Dopo averlo giudicato responsabile di una colpa che non era sua, glielo dovevo. — Okay. Verrò.Tornammo nella scuola. Lo sfarzo dell'aula magna si era disfatto: le candele spente, i fiori rovesciati perterra dagli studenti presi dal panico, il palco dell'orchestra abbandonato di corsa. Balthazar si sciolse ilpapillon, si slacciò i polsini e salì le scale, i suoi passi riecheggiavano sulla pietra. Dopo quello che erasuccesso, ero pronta a scommettere che la maggior parte degli studenti avrebbe faticato a dormire perore, eppure nessuno si sarebbe arrischiato a uscire da solo a mezzanotte.Quando entrammo nella sua stanza, Balthazar non accese le luci. Probabilmente lofece per avere unpo' di privacy mentre si svestiva e, comunque, guardai da un'altra parte. Il chiaro di luna, però,splendeva ancora, perciò vidi la sua ombra sul muro mentre si sfilava la camiciae slacciava la cintura. = Page 105 =E non è il tipo di Patrice? pensai. Proprio non capisco.Quando sentii il fruscio delle coperte tornai a guardarlo, fluttuando sopra il suo letto. Balthazar erasdraiato sul fianco e sembrava uno dei fortunati a cui basta chiudere gli occhi per sprofondare nel sonno.Dopo pochi minuti sentii che stava sognando.Ero in imbarazzo, quasi come se condividere quell'esperienza con un altro equivalesse a untradimento, ma mi concentrai e mi tuffai al centro esatto della mente assopita di Balthazar.E rieccomi nella foresta, di notte.Sulle prime la scambiai per i boschi che circondavano Evernight, invece mi sbagliavo. Gli alberi eranopiù alti, alcuni enormi. Forse erano piante secolari. In lontananza sentii

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claudia grey 4 Afterlifequalcuno parlare e altri rumori,come zoccoli di cavallo. Sbirciando nel buio pesto, mi accorsi che si trattava di persone a bordo di unavecchia carrozza, su un sentiero di terra, con indosso abiti strani, ampi cappelli e mantelle lunghe. Percerti versi somigliava alla scena che avevo intravisto nei ricordi di Christopher, ma avevo la sensazioneche questa fosse ancora più antica.— Ce l'hai fatta — disse Balthazar.Mi voltai e lo vidi accanto a me, vestito come gli altri. Da vicino notai i pantaloni lunghi fino alginocchio e gli stivali alti leggermente svasati. Portava una giacca chiusa da una cintura e un mantellocon il bordo di pelliccia. Il cappello... be', nonostante tutto mi venne da ridere. — Sembri uscito dallarecita del Giorno del Ringraziamento.— Credevo che lo sapessi, ma era tutto di gran moda tra i coloni, nel 1640. — Si aggiustò il cappello,un po' più sulle ventitré.Mi feci più seria e chiesi: — È questo che sogni? La tua vita?— A volte. — Balthazar indicò una luce lontana, il bagliore di una lampada a olio alla finestra di unpiccolo cottage. — Andiamo a vedere.Camminai con lui nel bosco finché non raggiungemmo la radura davanti alla casa di legno. Era piùspartana di quanto immaginassi, ma c'era da aspettarselo, probabilmente Balthazar aveva aiutato suopadre a costruirla a mani nude e con i pochi utensili che possedevano. Un pennacchio di fumo spuntavadal comignolo storto e l'unica finestra era chiusa da una specie di foglio di carta cerata anziché dal vetro.Vicino all'ingresso c'era un cane dal pelo lungo. Balthazar sorrise e si abbassòad accarezzarlo. — Ciao,Fido.Fido non si mosse. Forse nel sogno non si sentì toccare.Poi sentii una voce femminile acuta e arrabbiata provenire dall'interno. — La tua disobbedienza ciesaspera, Charity.— Mi dispiace tanto, madre. — La voce di Charity squillò, chiara, forte e per nulla dispiaciuta. — Matemo che dovrò disobbedirvi ancora.Aspettavo quel momento da quando Balthazar mi aveva chiesto di entrare nel suo sogno, ma nonbastava certo ad alleggerire la tensione. A giudicare dal terrore nel suo sguardo, anche Balthazar lapensava così.Aprì la porta. Dentro vidi Charity, con un vestito lungo e scuro, un grembiule bianco e una cuffia dicotone candido in testa. Il viso era più giovane di quanto ricordassi, mancavanoancora un paio d'annialla sua morte, era soltanto una bambina. Gli adulti che le stavano davanti, ovviamente, erano i genitoridi Charity e Balthazar, con lo stesso abbigliamento austero dei figli, le espressioni rigide e impassibili.Charity fece un ghigno, un'espressione fin troppo adulta sul viso rotondo e paffuto da bimba. Alzò lacuffia e scoprì i ricci biondi. — Non voglio più coprirmi la testa. Anzi, credo che non coprirò più nemmenoil mio corpo, se non mi va.— Il diavolo è entrato in te, bambina — tuonò suo padre. Sembrava Balthazar in versione più vecchiae appesantita, per certi versi più dura. Non c'era traccia d'amore in lui mentresgridava la figlia, masoltanto biasimo.— Proprio così! — Charity rise, fiera di disobbedire ai genitori. — Volete vedere cos'è capace di farmifare il diavolo?A Balthazar sussurrai: — È sempre stata così?

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claudia grey 4 Afterlife— Una volta credevo che fosse semplice ribellione — disse. — Però sì. Charity èsempre andata in cercadi guai, sin dall'inizio.In quel momento si accorse di noi. La sua espressione trionfante e compiaciuta si fece subito confusa. —Cosa ci fai qui? Cosa ci fa lei qui?— Lasciala a me — sussurrai. Dopo quello che aveva fatto a Lucas avevo voglia di distruggerla.— No — replicò Balthazar, e mi si piazzò davanti. — Qui può nuocerti. Per me, invece, è soltanto unsogno. Su di me non ha alcun potere.Proprio come lei ha attaccato Lucas... Balthazar sta per attaccarla. = Page 106 =Balthazar balzò in avanti, si gettò su Charity e cadde a terra travolgendola. Nélui né la sorellabadarono alle proteste dei genitori: erano soltanto ombre. Il combattimento, invece, era reale. Lei lo colpìcon un violento manrovescio ma Balthazar riuscì a piegarle un braccio dietro la schiena e a spingerlaverso il camino. Giunta a pochi centimetri dalle fiamme, iniziò a strillare: — Basta! Basta! Balthazar, mifai male!— E ci soffro. — Gli tremava la voce. — Lo sai anche tu.— Non ti è bastato uccidermi! — Charity si dimenò con violenza per sfuggire alla presa e cercare digraffiarlo con la mano libera, ma non ci arrivava. La scena, di per sé terribile, peggiorò quando capiiquanto Charity sembrasse infantile e inerme. — Adesso mi vuoi torturare?— Voglio lasciarti in pace. Come tu vuoi lasciare in pace me. Ma devi rinunciare a Lucas.Charity rise, malgrado i suoi ricci avessero cominciato a bruciare. — È mio. Solo mio. Le hai voluto piùbene che a me, e lei lo amava più di quanto amasse te. Ma non sarà mai più suo, ora è soltanto mio.— Rinuncia a Lucas — ribadì Balthazar. — Altrimenti... tutte le notti entri neisuoi sogni per torturarlo?Io verrò nei tuoi e farò lo stesso con te.— Non ne hai il diritto! Non dopo quello che mi hai fatto!— Se potessi tornare indietro e uccidermi, anziché trasformarti, lo farei. — Balthazar tremava, sia perlo sforzo di tenere Charity vicina al fuoco sia per la violenza delle emozioni. — Ma per troppo tempo misono arreso al senso di colpa. Sei una minaccia, Charity. Sei una cacciatrice e un'assassina, avrei dovutofermarti tanto tempo fa.— Uccidendomi? — La voce di Charity era cambiata, si era riempita di dolore vero. — Un'altra volta?Balthazar non rispose. — Rinuncia a Lucas. Smetti per sempre di invadere i suoi sogni. E setrasgredisci, anche solo una volta, lo verrò a sapere e ti garantisco che te ne pentirai.Charity cercò di nuovo di artigliarlo ma non aveva più forza. Sentivo puzza di capelli bruciati. — Famale, Balthazar, è caldo.— Rinuncia a Lucas. — Balthazar non arretrò, ma aveva gli occhi umidi. Malgradotutto volevaproteggere sua sorella minore, e allo stesso tempo, era disposto ad agire per Lucas e per me.Dopo un istante interminabile Charity mugolò, in un sussurro quasi inudibile: — Va bene.— Giura.— Lo giuro! Adesso basta! Smettila!Balthazar allontanò Charity dal camino e la gettò a terra. La cenere le aveva annerito il grembiule e leguance, rigate dalle lacrime. — Lo fai per lei, vero? — Mi indicò con una mano tremante. Il suo viso eraterribilmente giovane. — Hai scelto di salvare un'altra ragazza perché non puoi salvare me?

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claudia grey 4 Afterlife— Non posso salvarti — ripetè lui impassibile. — Ma ti voglio bene, Charity.Lei gli gettò contro la scopa del camino e lo insultò. Probabilmente era il suo modo di dire "anch'io".Mentre la sorella singhiozzava, Balthazar si alzò e uscì passando davanti alle sagome ora mute e inertidei suoi genitori. Lo seguii senza dire niente. Si fermò davanti al cane per qualche secondo e lo guardòdormire.Trovai il coraggio di parlare e dissi: — Non dovevi.— Invece sì. — Balthazar si strinse nel mantello bordato di pelo. — Era l'unicomodo di fermarla.— Manterrà la parola?— Sì. Ti sembrerà strano ma quando fa una promessa, la mantiene.Ci allontanammo dalla casa e rientrammo nel bosco. L'aria era fresca e pulita, non c'erano ancora nél'inquinamento, né i motori né lo smog. — So che è stato difficile— dissi — violare il vostro legame inquesto modo. Farla soffrire così.Balthazar sussultò. — Ho fatto quello che dovevo. Forse adesso Lucas troverà un po' di pace.— Lo credi davvero?— Forse — ripetè, e capii che Balthazar, come me, si era reso conto di quanto fosse disperato..Poi alzò la testa, osservò l'orizzonte e sulle sue labbra spuntò un mezzo sorriso. Seguii il suo sguardoverso un'altra capanna, lontana. — Cos'è?— Là viveva Jane. — Per la prima volta lo sentivo parlare del suo amore perduto. Non mi aveva mairaccontato perché fosse finita tra loro, ma sapevo che la passione per lei lo agitava da quattrocento anni.— Vuoi andare a trovarla? Io posso dileguarmi.— Sarebbe soltanto un sogno. — Balthazar mi guardò, triste. — Ne ho abbastanza dei sogni.Per un momento ci prendemmo per mano e fu un contatto fugace. Poi mi sollevai involo e uscii dalsogno.Quando ripresi forma nella stanza, Balthazar dormiva ancora. Non sognava più, riposava e basta.Piena di gratitudine, gli sfiorai i ricci scuri con la mano. = Page 107 =Il giorno dopo, sulla scuola calarono il freddo e il silenzio. La prima brinata invernale aveva copertod'argento gli alberi e i prati, ma dopo quel che era successo al ballo sembrava il segno di un'invasionespettrale più che del normale corso delle stagioni. Gli studenti vampiri, quasi tutti terrorizzati daifantasmi, non uscivano dalle stanze; persino gli umani, che di solito si scomponevano meno davanti aquei fenomeni, considerato che venivano da case infestate, sembravano allarmati a causa dellapossessione. Qualcuno se n'era già andato e forse non ci saremmo dovuti sforzaretroppo per convincereanche il resto di loro ad abbandonare la scuola. Sfrecciando per i corridoi, finalmente libera di muovermisenza timore, non incrociai quasi nessuno e non sentii chiacchiere né risate. Congelato, pensai. È tuttocongelato e immobile.La Bethany rimase nella stazione di posta. Vidi un paio di volte la sua sagoma alla finestra. Dubitavoche avesse paura degli spettri, o di qualsiasi altra cosa, ma sembrava decisa a rifugiarsi dentro unastruttura completamente impenetrabile alle invasioni dei fantasmi.Aveva già scoperto che le sue trappole non c'erano più? Se sì, non ne dava segno. Nel frattempo, la suaassenza dagli edifici scolastici ci concesse un breve intervallo in cui riunircisenza il timore di essereosservati.Ci radunammo nell'appartamento dei miei. Vic era stravaccato sul divano, con le

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claudia grey 4 Afterlifeguance coperte dauna leggera peluria nei punti in cui non aveva finito di radersi. Accanto a lui,Ranulf e Patrice bevevanoil caffè che mia madre ci aveva preparato. Lucas occupò la sedia nell'angolo piùlontano della stanza,come se temesse che i miei lo potessero cacciare da un momento all'altro, ma mamma servì il caffè anchea lui. Restai al suo fianco e Maxie osò materializzarsi sulla soglia, mostrandosi a tutti.— Il prossimo fine settimana avremo l'occasione migliore — annunciò mamma mentre posava lacaffettiera. — A volte la Bethany sfrutta le gite a Riverton per assentarsi un paio di giorni. Possiamoincoraggiarla in questo senso.Vie si illuminò. — Sì, e mentre gli altri umani sono in città, venerdì, avremo meno possibilità che ciscoprano, no? Oddio, li ho appena chiamati umani.— In realtà no — lo contraddisse papà. — Gli studenti vampiri organizzano le feste più sfrenatedell'anno quando non ci sono gli umani. Il che è un inferno per i sorveglianti, e per quanto ci riguarda,complica le possibilità di combinare qualcosa. Ma se aspettiamo fino alla sera dopo, il sabato, tra unasettimana esatta, la Bethany non sarà ancora rientrata e avremo via libera.Lucas mi guardò negli occhi. Disse: — Avevamo in programma di parlare con certi nostri amici, exmembri della Croce Nera, a Riverton.— La Croce Nera — mormorò mia madre, nello stesso tono di voce che usava quandoimprecava.— È Raquel, mamma — spiegai. — E Dana, che l'anno scorso ci ha aiutati a scappare quando stavanoper prenderci. Sono nostre amiche, sanno combattere e hanno un po' di esperienzanella cattura deglispettri. Dobbiamo coinvolgere anche loro. Potrebbero aiutarci, sia con gli spettri sia quando tu, papà eLucas avrete bisogno di scappare.Mamma e papà, titubanti, annuirono. Mi rivolsi a Maxie. — Okay, quando gli spettri saranno liberi...impazziranno.— Esatto — confermò Maxie. — Si parla di fuochi d'artificio, come il Quattro Luglio. Energia, luce eghiaccio che schizzano ovunque. Bianca dovrà guidarli verso la loro meta, cioè nelle case da cuivengono oppure nell'altro mondo, a seconda. L'importante è che sia lontano da qui. Farò quello che possoper dare una mano.— Strepitoso — esclamò Vic e scambiò un'occhiata veloce con Maxie prima che leichinasse la testaper nascondere un sorriso.Patrice annuì. — Quindi, una volta svuotate le trappole, le distruggiamo. Non è facile, però. In totalefanno una novantina di chili di ferro.— Occorrerà una grande forza, una specie di cataclisma — suggerì Ranulf. — All'esplosivo baderò io.— Ehi, aspetta, cowboy — lo interruppe Lucas. — Non dobbiamo scomporle in atomi. Basta renderleinutilizzabili. La Bethany non può averne una scorta infinita.Mio padre intervenne:— Dobbiamo concentrarci sull'elemento magico che sta dentrole trappole. Nonne so molto e credo che nessuno di noi ne sappia, ma non è semplice come mandareal macero dellaspazzatura. Potrei anche trovare una soluzione chimica che funzioni, ma il risultato sarebbe comunque...come l'hai descritto, Maxie?— Fuochi d'artificio.— Non vedo la differenza con l'esplosivo — insistette Ranulf.Si scatenò una risata collettiva, dopo la quale tutti cominciarono a discutere animatamente del piano e

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claudia grey 4 Afterlifedelle probabilità di successo. Era straordinario vederli così uniti. A prima vista, l'unica cosa che li legavaera l'amicizia o la parentela con me, ma non erano qui per me, o meglio, non soltanto per me. Si erano = Page 108 =riuniti perché avevano imparato a mettere da parte i pregiudizi e le paure, a vedere il prossimo per ciòche era. La disponibilità di Maxie a lasciarsi coinvolgere dal mondo dei vivi, la prontezza con cui ivampiri avevano accettato di collaborare alla pari con umani e fantasmi, l'abilità di Lucas di prenderegli aspetti positivi del suo addestramento nella Croce Nera e scinderli da quelli negativi, la capacità diVic di destreggiarsi tra mondo soprannaturale e naturale: ecco cosa ci univa, adesso.Per un momento il nostro piano mi sembrò facile. Se eravamo riusciti a collaborare, eravamo capaci ditutto. = Page 109 =— om'è possibile che in una cittadina come Riverton sopravviva un cinema che proietta soloCclassici? — chiese Lucas, davanti alle luci lampeggianti rosso e oro dell'insegna.— È una città piccola dai gusti molto raffinati — gli sussurrai all'orecchio.Dietro di noi, nella piazza centrale, gli ultimi studenti scendevano dall'autobus dell'Accademia diEvernight. Per via dell'imboscata della Croce Nera di qualche mese prima, ce n'erano meno del solito. Incentro non si trovava granché: una pizzeria, una tavola calda, un paio di negozid'antiquariato equell'incredibile cinema. Quella settimana davano Un amore splendido, il mio film preferito con CaryGrant. Magari fossimo davvero entrati per vederlo.Lucas teneva le mani nelle tasche dei jeans. In una custodiva la mia spilla d'ambra, ma non stava certocontrollando che fosse al suo posto. Sembrava più un tentativo di mantenere la calma.— Sei nervoso — mormorai. — Dana aveva ragione quando ha detto che la Croce Nera non sarebbetornata, vero?— Direi di sì. Ciò non toglie che sono comunque nervoso. Non dovrei?Ancora non era certo di come l'avrebbe accolto Dana, adesso che era un vampiro. Forse dubitavaancora del suo autocontrollo. — Andrà tutto bene, te lo prometto.Lucas comprò un biglietto e io entrai fluttuando invisibile al suo fianco. Fece un mezzo sorriso quandosalimmo la scala che portava in balconata. — Certo che costi poco, tu.— Zitto, altrimenti ti tocca offrirmi la cena.— Ma se non mangi neanche!— Non importa.Ci sedemmo mentre il film cominciava, con i titoli di testa in corsivo svolazzante e le sviolinate dellacolonna sonora. In platea c'era qualche spettatore, in balconata soltanto noi, perciò mi materializzai eLucas premette la spilla d'ambra sul palmo della mia mano per facilitarmi il passaggio. Mi appuntai laspilla sulla maglia e Lucas mi offrì il suo cappotto per non far vedere proprio a tutti che la ragazzaseduta al suo fianco era in pigiama.Era strano trovarmi così lontana dalla scuola in quel momento di grande agitazione. I miei genitoricuravano i movimenti della Bethany: toccava a loro controllare se fosse uscita eper quanto, oppuretrovare una scusa per farla allontanare almeno per un giorno. Nel frattempo gli altri, di nascosto,trasferivano le trappole nell'aula magna in vista delle fatiche del sabato. Andare al cinema a vedere uno

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claudia grey 4 Afterlifedei miei film preferiti, era un po' come marinare la scuola.Goditelo, mi dissi. Tutto sta pei cambiare.Mentre Vic Damone cantava suadente di una storia d'amore, altri due spettatori si fecero strada versole nostre poltroncine e sedettero vicino a noi: Raquel accanto a me, Dana dalla parte di Lucas.— Ho preso i popcorn — esordì Raquel.Ci scambiammo un sorriso e in quel momento fu come se non fosse successo niente... No, mi corressi, èsuccesso, e ne siamo uscite nonostante tutto.Accanto a noi, Dana e Lucas non trovavano le parole. Lucas era sprofondato nellapoltrona come seavesse esaurito le forze e non riuscisse ad andare oltre; malgrado il buio, riuscii a vedere le lacrime negliocchi di Dana.Lo prese per mano e ricordai lo shock di quando avevo toccato Lucas e per la prima volta lo avevosentito freddo, senza pulsazioni. Era sempre stato la persona più viva che conoscessi. Nonostante i poterie le doti vampiresche che aveva acquisito, era impossibile dimenticare ciò che aveva perso.— Fratellino, cosa ti è successo? — Le tremava la voce.— Continuo a pensare che sia un brutto sogno — rispose Lucas. — Ma non ci si può svegliare. Non daquesto.— Però... sei sempre tu — replicò Dana.Lucas sospirò. — Più o meno.— Non ce l'hanno mai detto, alla Croce Nera. — Dana si asciugò le lacrime con il dorso della mano. —Perché non ce l'hanno mai detto?Lui si voltò verso lo schermo, dove Cary Grant passeggiava sul ponte di un transatlantico. Si capivache del film non gli importava niente e lottava per non perdere il controllo. — Mia madre diceva sempre = Page 110 =che, se l'avessero presa, dovevo dimenticare di aver avuto una madre. Immagino che adesso lei abbiadimenticato di avere un figlio, eh?Raquel si portò una mano alla bocca. Quel piccolo gesto di compassione per un vampiro mi disse cheanche lei era cambiata.— Tutto okay — disse Lucas, ma poi si corresse: — No, non è okay, ma è finita.Dana avvolse Lucas in un abbraccio da orso, tra le sviolinate della colonna sonora. — Ti ho semprecoperto le spalle, Lucas. Lo sai, vero?— Buono a sapersi — intervenni — perché ci serve il vostro aiuto.Mentre Deborah Kerr civettava con Cary Grant sullo schermo, spiegai cosa stessimo cercando di fare.Dana e Raquel non ebbero nemmeno un istante di incertezza. — Possiamo farvi uscire — disse Raquel. —E vi porteremo ovunque.— La Croce Nera mi ha insegnato a falsificare documenti alla perfezione — garantì Dana. — Sareteliberi e belli, qualunque cosa vogliate fare dopo. A proposito, che intenzioni avete?Io e Lucas ci scambiammo un'occhiata. Non sapevamo cosa rispondere.Dopo una pausa di qualche secondo, Dana aggiunse: — Certo, deciderete poi. Dite agli altri diaspettarci, okay?— E dite a Balthazar... — per Raquel parlarne era difficile, ma ci riuscì. — Ditegli che avrei dovuto faredi più, l'ultima volta che l'ho visto. Avrei dovuto aiutarlo, come voi.— Non preoccuparti. Glielo dirai di persona, okay? Probabilmente gli farà piacere sentirlo.Raquel annuì. — Meglio che andiamo. Se mi vede qualcuno che l'anno scorso era a Evernight, potrebbeinsospettirsi.— Grazie — dissi.

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claudia grey 4 Afterlife— Non devi ringraziarmi — ribatté decisa. Ci sorridemmo e fu una bella sensazione sapere cheavevamo capito come tornare a essere amiche.Rimasi sola con Lucas a guardare il film fino alla fine. Di solito andava così perché non riuscivo astaccarmi da un film di Cary Grant. Ma quella volta a bloccarci erano gli interrogativi rimasti in sospesotra noi, ancora senza risposta.Alla fine chiesi: — Dove vuoi andare, dopo Evernight?— Non lo so — rispose. — Non sono mai rimasto a lungo nella West Coast. Potremmo provare là.— O in Europa — proposi. — Secondo Balthazar è più facile attraversare una grande massa d'acquache un fiume.Lucas fece una smorfia. Passare sopra il fiume per arrivare in città era stato un trauma anche stavolta.— Se lo dice lui.Sullo schermo, Cary e Deborah promisero che se il loro era un amore vero, si sarebbero rivisti in cimaall'Empire State Building. Presi la mano di Lucas tra le mie. — So che trasferirsi in un posto nuovo fapaura...— Non è quello che temo. Non ho mai vissuto per più di qualche mese nello stesso posto... mai in vitamia. Ma cosa faremo? Non siamo riusciti a guadagnarci da vivere a Philadelphia, quando entrambipotevamo lavorare.Non ci avevo pensato, ma in effetti essere un fantasma azzerava le mie probabilità di trovareun'occupazione. — Stavolta ci aiuteranno mamma e papà. Sono ricchi e sanno come destreggiarsi nelmondo degli umani. Te lo insegneranno. Non dobbiamo preoccuparci.A Lucas non andava di dover chiedere altri soldi in prestito, certo, ma non era quello il nostroproblema più urgente. — Prima, vicino a Dana e Raquel... sentivo battere i loro cuori.— Imparerai a sopportare la sete. Lo so che ce la farai. Guarda Balthazar, i miei genitori e Ranulf.— Per me è più difficile, lo sai anche tu. E se non sono migliorato dopo un paio di mesi a Evernight,dubito che succederà dopo.— Ce la farai, vedrai. Non sarai mai un assassino come Charity.— Se uccido anche solo una volta... se cedo, e Dio, Bianca, in cuor mio so che prima o poi cederò... saràmeglio morire.— No — insistetti e gli presi il viso tra le mani. — Lucas, io ci sarò sempre. Non ti lascerò mai. Devipromettermi che non mi abbandonerai. Devi essere forte.Lucas mi guardò negli occhi e capii che stava per fare la più solenne delle promesse. — Non tiabbandonerò mai. Qualunque cosa succeda, noi staremo insieme.Avrei dovuto essere felice, toccata dalla sua sincerità. Invece mi resi conto dell'enormità delle miepretese. Lucas non sopportava di essere un vampiro e ogni giorno, in ogni istante, pativa una sete disangue così potente da rischiare di abbatterlo. Per lui continuare così era una tortura e il nostro amoreoffriva una consolazione temporanea, nulla di più. Aveva giurato di sopportare quest'esistenza per = Page 111 =un'infinità di secoli, piuttosto che lasciarmi sola. Potevo convincerlo a tenereduro, ma non sarei mairiuscita a farlo tornare normale. Niente poteva tornare normale. La nostra ultima possibilità di esseredavvero felici era tramontata dopo che Charity l'aveva trasformato.Lo abbracciai forte e lui ricambiò. Con la voce smorzata dalla mia spalla, disse: — Vorrei che non me loavesse mai rivelato. È peggio sapere che c'è una via di fuga e che non posso

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claudia grey 4 Afterlifeprenderla.La Bethany gli aveva mostrato come tornare a vivere. Aveva tentato di convincerlo ad allearsi con leied era ben conscia che il rifiuto e la possibilità gettata al vento avrebbero tormentato Lucas in eterno.Cercai di ripetermi che andava tutto bene, fintanto che eravamo insieme, ma il mondo non era cosìsemplice. Ormai lo sapevo.Sullo schermo, Deborah Kerr cercava di raggiungere l'Empire State Building, ma sapevo come andavaa finire. Sapevo che non ce l'avrebbe fatta.Quella notte mi sarebbe piaciuto tornare nei sogni di Lucas. Adesso che Charity era stata esiliata dallasua mente, potevamo stare un po' insieme senza rischi. Invece, affranta del senso di colpa scatenato dalleconsapevolezze di quella sera, temevo di non riuscire ad affrontarlo. Vagai per i corridoi, inquieta. Per laprima volta mi sentivo davvero un fantasma.Dovrei mettermi un lenzuolo in testa , pensai. E cominciare a fare "uuuh!" quando incontro qualcuno.Potrei infestare le stanze delle ragazze o l'aula magna...E poi realizzai che se il piano fosse andato come speravamo, quella sarebbe stata la mia ultima notteall'Accademia di Evernight.Malgrado le cose terribili successe lì, per certi versi ci ero affezionata. Non riuscivo a immaginare dinon tornarci mai più. Era diventata una parte di me. Avevo un legame con ognuna delle pietre che lacomponevano. Anche dopo l'addio, ne avrei sentito il richiamo.Così tornai in tutti gli angoli che ricordavo, riascoltai parole dette tanto tempo prima, rividi tutticom'erano allora. Raquel torva in fondo all'aula magna, mentre nel primo giorno di scuola la Bethanyteneva il discorso di benvenuto. Balthazar che imparava a scattare foto con il cellulare durante unalezione di Tecnologia Moderna. Vic e Ranulf che guardavano le stelle insieme a me nei cortili. Patrice chemi faceva la treccia la sera del mio primissimo appuntamento. Courtney che spettegolava nell'andronedelle scale. Mamma e papà che mi sorridevano quando li incrociavo in corridoio tra una lezione e l'altra.E ovunque, Lucas: bisbigliava in biblioteca, correva a salvarmi dopo l'incendiodell'anno precedente, mibaciava per la prima volta sotto il gazebo.Ma pensare a Lucas mi ricordò il dilemma davanti a cui si trovava.Come posso chiedergli di affrontare l'immortalità se è l'ultima cosa che desidera?Decisi di tornare solida. Ne avevo bisogno, spesso mi dava forza e lucidità, e c'era qualcosa diconsolante nella semplice possibilità di potermi stringere in me stessa. Così fluttuai fino alla stanza deiregistri e cominciai a prendere forma.A quell'ora di notte erano tutti sotto le coperte e nella stanza non c'era nessuno. Le trappole eranonascoste dentro dei bauli nei sotterranei della scuola; la stanza, per l'ultima volta, era ridiventata ilnostro luogo di ricreazione. I manuali di tedesco di Patrice occupavano il pouf e Vic aveva dimenticatouna delle sue cravatte con le ballerine hawaiane. Sorridendo appena, levai dallaparete il mattone chenascondeva il braccialetto di corallo...E mi sentii attrarre da una forza di gravità nauseante, orribile.Una trappola! Cercai di abbrancare il davanzale della finestra, le pietre del muro, qualsiasi appiglio,ma non riuscivo a rendere solide le mani. Qualcuno aveva tolto il braccialetto dal nascondigliosostituendolo con la trappola di rame verdastro; la spilla d'ambra ce l'aveva Lucas, addormentato e

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claudia grey 4 Afterlifelontano. Cercai di concentrarmi su di lui, sulla mia ancora, uno tra i tanti luoghi che potevo raggiungere,ma era tardi.La trappola era troppo vicina e ci avevo praticamente infilato una mano. Mentre scivolavo verso ilfondo di quel pozzo scintillante cercai di chiamare Lucas un'ultima volta, ma riuscii soltanto a pensare ilsuo nome prima che calassero le tenebre.Fu come sprofondare nel catrame caldo. Non riuscivo a materializzarmi né a smaterializzarmi. Nonpercepivo il mondo che mi circondava e non capivo se mi trovassi sul piano dei mortali o degli spettri.Dopo essere morta avevo attraversato un momento del genere, e anche quando avevoviaggiato per laprima volta nella terra delle cose perdute, ma quei vuoti tremendi e senza profondità erano durati pochisecondi. Questo non finiva più. Un soffocamento dell'anima, reso ancora più orribile dalla paura.È logico che poi impazziscano, pensai smarrita, ricordando gli strilli degli spiriti che avevo percepitonelle trappole di Evernight. Impazzirò anch'io, da un momento all'altro, e sonoqui da pochi minuti... o dipiù? Lo capirò mai? Questa è l'eternità? È questa la morte dopo la morte? = Page 112 =Basta così, aveva detto Samuel. Basta così. Il fantasma che c'era in lui, intrappolato come me in quelmomento, aveva perso la capacità di pensare ad altro. Anch'io stavo per fare quella fine. La disperazionestava per prendere il sopravventoPoi, in quel vuoto senza forma, si aprì un rettangolo di luce fioca. Mi ci buttai, senza badare a cosafosse o cosa significasse: era qualcosa in un mondo fatto di nulla, e tanto bastava.Incorniciata dal rettangolo, gigantesca, vidi la signora Bethany.— Miss Olivier. — Sorrise placida come sempre, ma la luce avida nei suoi occhi era inconfondibile. —Finalmente. La stavo aspettando. = Page 113 =on potevo controbattere, non potevo fuggire. Ero costretta a guardare la signoraBethany dalNbasso verso l'alto. In quel momento era, letteralmente, l'unica cosa nel mio mondo.— Speravo di poter convincere il signor Ross a portarla da me — disse. — Ma le èpiù fedele di quantoimmaginassi. Poi, finalmente, ho trovato il suo braccialetto nella stanza dei registri, dopo settimane diricerche, e ho capito che rimpiazzarlo con una trappola e imprigionarla con le mie mani sarebbe statouno scherzo.Sapeva da sempre che frequentavamo la stanza dei registri. Sapeva da sempre di me. — Come ha fattoa scoprire che ero qui, a scuola?La signora Bethany chinò la testa, come se le dispiacesse per me. — Stando alla sua condotta degli annipassati, era logico dare per scontato che dove si trovasse il signor Lucas, si sarebbe trovata anche lei.La odiavo così tanto che avrei potuto ridurre la trappola in cenere. Ma la rabbia non bastava asciogliere il metallo, a spezzare la pietra. — È per me che ha assunto i miei genitori, vero? Fa tutto partedel suo piano.— Le ho concesso tutte le possibilità che potevo, sa. — Sembrava calma. Soddisfatta. — Se mi divertissia torturare vittime inermi, non avrei mai fondato una scuola come Evernight. Inoltre, i suoi genitori mistavano piuttosto simpatici. Sono bravi insegnanti. Così mi sono sentita in obbligo di esplorare tutte le

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claudia grey 4 Afterlifealternative, prima. Ho modificato le regole di ammissione per fare iscrivere studenti collegati a spettri,con la speranza di trovarne un altro che facesse al caso mio. Ogni volta che l'ho vista deviare dallastrada che i suoi genitori le avevano tracciato, ho cercato di ricondurvela con energia. L'estate scorsa ledissi che non valeva la pena di rinunciare alle sue possibilità per amore. Ma lei non mi ha mai ascoltata.Si è buttata a capofitto verso il destino che l'attendeva. E adesso sono libera di agire come ritengoopportuno.— Lei non vuole più essere un vampiro — mormorai. — Ma se mi usa... diventerà peggio di qualsiasivampiro.— Sarò viva. — La signora Bethany non mostrava un briciolo di indecisione. — Unvecchio tradimentosarà finalmente riparato. Potrò morire come dovevo: da umana. E lei non sarà piùmorta di quanto non losia già.Un turbinare di luce e il mondo prese forma intorno a me. Sulle prime credetti di essere libera e mipreparai a svanire, a correre o a qualunque cosa potessi fare... finché non capii dove mi trovavo.Davanti a me, con la trappola in mano, c'era la Bethany, al centro di una stanzache scintillava dicolori, pavimento, soffitto, pareti. Notai che aveva le stesse dimensioni della stanza dei registri, ma alposto della pietra nuda e della polvere c'era luce brillante e forte. Madreperla. E il tetto di rame dellatorre meridionale, la strana sensazione che sentivo spesso giungere dalla stanzavuota sopral'appartamento dei miei... era lì che aveva portato la trappola. Ecco dov'ero.— Ha trasformato la stanza in una trappola — dissi. Avevo già capito che uscirne era impossibile.— Secondo la mia teoria, grazie a lei tanti di noi torneranno a vivere — continuò la signora Bethany. —Lei restituirà la vita a più di dieci individui, Miss Olivier. Forse la cosa potrà esserle di consolazione.Indietreggiai. Sentivo la madreperla scivolosa sotto i piedi... ma no, non era quello. Non riuscivo aessere né solida né incorporea, non potevo fluttuare, non potevo correre. In quella dimensione vaga eropriva sia delle mie doti umane che di quelle spettrali. Sentivo di trovarmi all'interno di una trappola, maera pur sempre una trappola che erodeva la percezione della realtà e di me stessa. Il tempo si dilatava,era una morte più lenta. Con più dolcezza, la Bethany aggiunse: — Se preferisce,si consideri unadonatrice di organi.Ero riuscita a sentire gli spettri urlare anche mentre erano intrappolati...Con tutta me stessa, con ogni grammo di forza, gridai anche dentro di me, aiuto! Nell'urlo misi il luogoin cui mi trovavo, la Bethany che mi stava davanti, tutto ciò che pensavo, sentivo e sapevo. Lo sforzo,da solo, bastò a farmi sentire più piccola di prima, come se avessi scacciato unpo' di me stessa in quelgrido.— La stanza è insonorizzata — mi informò la Bethany. — Nessuno la sentirà.Non con le orecchie, forse. Ma se Maxie o Christopher mi avessero intercettata, se Lucas riusciva asentirmi in sogno... = Page 114 =Un colpo alla porta mi sorprese e mi diede speranza. La Bethany invece non si scompose. Si limitò adaprire la trappola e a posarla per terra. Il vuoto grigiastro e instabile mi si riaprì davanti ancora unavolta e cercai disperatamente di non finirci dentro. Mentre annaspavo e mi sbracciavo, incapace di

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claudia grey 4 Afterliferesistere, sentii un mormorio di voci: non erano certo i soccorritori che speravo.La trappola venne richiusa. Per qualche secondo fui travolta da una sensazione di sollievo e cercai didare un senso a ciò che riuscivo a vedere. Eravamo ancora nella stanza di madreperla ma la porta erastata già richiusa, negandomi ogni possibilità di fuga. E adesso io e la Bethanynon eravamo sole. C'eranomezza dozzina di vampiri, in cerchio, e ognuno mi guardava con la stessa brama della preside. Quasitutti erano professori, ma c'erano anche un paio di studenti. Non ne conoscevo bene nessuno, però erosicura che fossero antichi e potenti. La Bethany aveva scelto bene i suoi complici.— Non so quanti di noi potrà far risorgere, Miss Olivier. — La preside frugò nella tasca della gonna e neestrasse il coltello che le avevo visto usare su Samuel. — Ma posso esprimerle la più profondagratitudine, a nome mio e di chi mi seguirà?— Può andare all'inferno — risposi.— Siamo vampiri — rispose lei, e per un istante vidi il riflesso della cupezza e del disprezzo di sé cheavevo scorto in Lucas nei mesi precedenti. — Siamo già all'inferno.— Sta per uccidermi. — Ancora non riuscivo a crederci, ma il momento era arrivato.— Se la cosa può aiutarla, sappia che anche lei ucciderà me. — La Bethany sorrise come se fosse unagrande notizia. — Non ho intenzione di vivere a lungo, come essere umano. La miaprolungata esistenza èstata più una tortura che un piacere. Voglio morire come avrei dovuto.— Morire? Sta facendo tutto questo soltanto per... morire di nuovo?— Per morire come avrei dovuto — ripeté. Una profonda tristezza le velò lo sguardo. — Andare doveavrei dovuto dopo la morte e riunirmi a coloro che ho conosciuto durante la miaunica vera vita.Christopher. Crede che se morirà da essere umano potrà tornare da Christopher.Arrotolò la manica della camicia orlata di pizzo, inclinò la lama e si lacerò lapelle del polso. Il sanguedi vampiro iniziò a scorrerle sulla mano e mi riempì di una sete incontrollabile, folle come non avevo maisentito. Non volevo berlo, volevo unirmi al suo sangue. L'istinto di gettarmi dentro di lei, di diventare unaparte di lei e perdermi per sempre, era più potente di quanto potessi immaginare.No! Aspetta! Ricordati di Lucas, di tutti i tuoi cari, resisti per loro! Ma mentre formulavo questopensiero e cercavo di aggrapparmici con tutte le forze, sentii la decisione crollare insieme al resto di mestessa. La mia forma pseudo-umana cominciò a trasformarsi in una nuvola di vapore. La Bethany alzò latesta, trionfante. Stava per ridiventare umana e io stavo per diventare... niente.Poi un altro colpo alla porta fece sobbalzare i vampiri. Un altro colpo ancora ela porta crollò gettandoovunque schegge di legno e madreperla, mentre Lucas faceva irruzione nella stanza armato di balestra.Forse capì immediatamente quale fosse la situazione, oppure era già deciso a ucciderla senza perderetempo in chiacchiere. Imbracciò la balestra, ma la preside gli si gettò contro edeviò il colpo, che andòverso il soffitto.— Lasciala andare — le ordinò Lucas mentre lottavano per il controllo dell'arma.— Non è più tua — replicò la Bethany respingendolo. — È mia.Anche gli altri vampiri lo aggredirono, ma Lucas non era solo. Balthazar e mia madre abbatterono quelche restava della porta; Balthazar aveva con sé il fioretto e mamma non fece altro che abbrancare il

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claudia grey 4 Afterlifevampiro più vicino e colpirlo con forza.Mentre turbinavo, disorientata e incapace di resistere, il combattimento si fecepiù serrato. Ai mieiocchi andava al rallentatore, come un sogno, ma era di una violenza tanto nitidaquanto terrificante.Apparve mio padre che brandiva la gamba di una sedia a mo' di paletto. Vidi Balthazar accasciarsi sulpavimento con una smorfia di dolore e rialzarsi barcollando. Lucas riprese la balestra e sparò, ma laBethany schivò con agilità la freccia, mandandola ad affondare in un altro vampiro, che urlò mentrecominciava a sanguinare.Sangue di vampiro che mi attirava e mi trascinava sempre più verso il nulla.Al di là della trappola, sentii la voce di Maxie. — Bianca! Devi uscire di lì! Forza! — Riuscivo appena ascorgerne la sagoma, mentre sulla soglia rischiava la sua esistenza nel tentativo di aiutarmi. Qualchealtro volto apparve dietro di lei: studentesse che alloggiavano ai piani superiori dell'ala femminile,svegliate dal trambusto, e Vic, impegnato nel tentativo disperato di portarle inun posto più sicuro.Cercai di fare quello che diceva Maxie, ma ero troppo debole. Troppo smarrita.In quel momento, nella zuffa, la Bethany corse verso la porta a velocità da vampiro, afferrò la trappolapiccola e la aprì, proprio davanti a Maxie.No! pensai, ma era troppo tardi. Ebbi giusto il tempo di vedere il terrore sul volto di Maxie prima che ilvortice la ingoiasse, rinchiudendola nella scatola. = Page 115 =— Ehi! — protestò Vic. Per la prima volta lo sentii davvero infuriato. — Quello è il mio fantasma!La Bethany colpì Vic in faccia con la trappola facendolo finire gambe all'aria. Le studentessecominciarono a strillare mentre la preside si faceva largo tra di loro.— Sta scappando — gridò Balthazar.— Non importa! — Lucas trafisse un altro vampiro con la balestra; nella stanza era calato il silenzio malui non se n'era accorto. — Dobbiamo tirare fuori Bianca!— Si è presa il mio fantasma ! — Vic scese di corsa le scale e Balthazar lo seguì. I miei genitori e Lucasrimasero.— Andate — sussurrai. Fu l'unica cosa che ebbi la forza di dire. Maxie non meritava di essere distruttacosì.— La trappola... la stanza... oh mio Dio, ti sta uccidendo — disse Lucas. — Bianca, vieni. La porta è aper-ta. Puoi uscire.Così sembrava. Eppure, raggiungerla era impossibile.— Amore, ti prego — mi implorò mamma. Gli occhi di papà si riempirono di lacrime mentre le stringevale spalle. — Puoi farcela.— La spilla! — Lucas si frugò in tasca e tirò fuori la mia spilla d'ambra. Per un momento sentii un filo disperanza; se fossi riuscita a tornare solida anche solo per un secondo, sarei potuta uscire dalla stanza eforse riprendermi. Ma la spilla passò attraverso il fumo azzurro che era diventata la mia mano. Nonriuscivo più a toccarla e non potevo più ricorrere al suo potere.Il fiore d'ambra nera sbatté sul pavimento di pietra, scuro come inchiostro in quel mondo scintillante, ericordai i sogni che un tempo mi avevano guidato fin lì. Mi avevano messa in guardia dalle tempestepronte a scoppiare ogni volta che avessi cercato l'amore. E in nessuno dei miei sogni riuscivo a salvarmi.A trovare Lucas.Lucas scosse la testa. — Non ci credo — gemette con voce roca. — Non è possibile. Forza, Bianca, forza.Torna da me.

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claudia grey 4 Afterlife— Bianca? — chiamò una voce sconosciuta. Sulla soglia c'era una sagoma femminile, in vestagliaazzurro chiaro.— Skye, cosa ci fai qui? — esclamò Lucas. — È pericoloso! Torna giù!Skye non si mosse. Mostrava una freddezza rara in una situazione del genere, ma del resto anche leiera cresciuta in una casa infestata dagli spettri. Forse era una questione di territorio. — Bianca era laragazza che amavi, quella che è morta... ora è un fantasma?— È un fantasma, è in trappola e stiamo cercando di tirarla fuori da qui — rispose Lucas senzastaccarmi gli occhi di dosso. — E adesso devi andartene!Invece Skye fece due passi e parlò, rivolgendosi a me:— Bianca, vieni dentro di me. Come hanno fatto gli spiriti al ballo.Voleva che la possedessi? Potevo farcela?— Ma cosa fai? — Mia madre cercò di allontanare Skye.— È pericoloso!— So cosa vuol dire perdere una persona cara — rispose Skye. — Se qualcuno potesse fare untentativo come questo con mio fratello, vorrei che ci provasse. Perciò voglio provarci. Bianca, è tuttookay. Forza! Fallo!Abbandonai la mia essenza vaporosa e lasciai che l'energia turbinante della stanza mi guidasse versoSkye. Tutto svanì, e all'improvviso sentii la pietra dura contro la schiena, e il dolore. Provai a respirare,ma mi mancava il fiato...Respirare. Il dolore. Un cuore che batteva. Aprii gli occhi, i suoi occhi, e vidi i miei genitori e Lucaschini su di me.— Bianca? — balbettò Lucas.— Sono io — risposi. — Siamo noi.Perché c'era anche Skye. Non era come quando avevo posseduto Kate: Skye mi avevaaccolta, perciòil suo spirito e il mio coesistevano. Era spaventata, il cuore le batteva forte come quello di un uccellino,ma non batté ciglio.Grazie, le dissi nel pensiero.Lei rispose: Prego. Ma non credi che sia il caso di scappare!— Buona idea — dissi. Che cosa strana parlare con la sua voce. Sotto lo sguardoincredulo dei mieigenitori e di Lucas, presi per mano il mio ragazzo. — Andiamo. Dobbiamo cercare di salvare Maxie.— L'importante è uscire da qui — suggerì mia madre mentre Lucas mi aiutava a rialzarmi. Fu unasorpresa riuscire a guardarlo negli occhi senza fatica: Skye era più alta di me. = Page 116 =— Amore, mi dispiace per la tua amica — continuò mia madre — ma è alla tua incolumità chedobbiamo pensare, prima di tutto.— Maxie non ha pensato alla sua, quando è venuta a salvarmi — replicai. — E poi, Vic è corso in suoaiuto. Volete lasciarlo da solo contro la Bethany?Lucas mi guidò fino alla porta. — Certo che no. Andiamo.I miei si scambiarono un'occhiata dubbiosa ma ci seguirono. Ora che il corpo di Skye mi proteggevacome un'armatura calda e viva, la stanza-trappola non poteva farmi più niente. Uscire e scendere lescale fu semplice. Ero goffa, certo, e dovevo imparare a muovermi nel corpo di Skye, che come me erascossa dall'accaduto.Dopo qualche scalino, chiesi: — È stata Maxie a dirvi dov'ero?— Sì — rispose Lucas. Mi cinse i fianchi per aiutarmi a stare dritta e mi toccava con cautela, per nonmettere a disagio Skye. — Ci siamo accorti stamattina che non c'eri, era impossibile che non avessiparlato con nessuno di noi del piano...— Sono rimasta in trappola per un giorno intero? — Mi era sembrata sia

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claudia grey 4 Afterlifeun'eternità che un batter diciglia.Lucas annuì. — Sì, a quanto pare. Abbiamo messo sottosopra la scuola per cercarti.— Quando abbiamo rubato le trappole, la Bethany deve aver capito che l'avevamo scoperta — spiegòpapà. — Al Quindi ha smesso di aspettare ed è passata all'attacco.Quando tutto questo sarà finito, pensò Skye, qualcuno mi spiegherà cosa sta succedendo?Certo, risposi. Se riesco a capirlo. — E le trappole? La Bethany le starà cercando.— Se va tutto bene, non potrà nemmeno provarci — mi rassicurò mamma mentre scendevamo le scaledi pietra. A quel punto tutti gli studenti sembravano svegli e consci del pericolo,- c'erano mormorii egrida in tutti i corridoi. — Credo che Patrice e Ranulf se ne stiano occupando proprio adesso...A interromperla giunse l'urlo di tutte le pietre di Evernight.Fu proprio un urlo, anche se non aveva niente di umano. Era come se l'intero edificio avesse preso vitasuo malgrado. Era il frantumarsi del reale contro l'irreale, esisteva in dimensioni che non avevano nientea che vedere con il suono ma che tuttavia risuonavano dentro di noi. Ci tappammole orecchie con leriverberavano, escluso Lucas che mi teneva stretta con una smorfia di dolore. — Ma che diavolo è? —gridò nel trambusto.In quel momento li sentii: risalivano strisciando dalle ossa della scuola, si arrampicavano verso lalibertà. — Gli spettri — dissi. — Sono liberi.Erano liberi e arrabbiati. Anziché correre al fianco delle persone che li ancoravano, abbandonare ilmondo dei mortali o tornare nei luoghi che avevano infestato, stavano attaccandol'Accademia diEvernight e tutto ciò che conteneva. Un tempo non avrei capito perché fossero così irragionevoli, perchéseguissero solo l'istinto. Ora, dopo aver trascorso un giorno intero dentro una trappola, tutto mi era piùchiaro. La prigionia cancellava la percezione di se stessi. Bastava poco a trasformarsi in paura e rabbiapura.Il mio fiato si condensava in nuvole di nebbia e la brina cominciava a ricamare le pareti, i gradini, isoffitti. Mio padre rischiò di scivolare sulle incrostazioni di ghiaccio che si formavano così velocementeda pizzicarmi i piedi e quasi intrappolarli. I mormorii dei piani superiori si trasformarono in urla.— Svelti — esclamai, mentre ritrovavo le forze e una lucidità nuova.Continuammo a correre, anche se era difficile. Il gelo era molto più intenso chedurante gli altriattacchi degli spettri, sembrava che la scuola intera fosse fatta di brina. Tra il crepitare e lo sbriciolarsidella pietra sotto la pressione del ghiaccio, caracollammo fino a un androne che, a quel punto, eradiventato una specie di grotta innevata.Infine raggiungemmo l'aula magna, ed era chiaro che quello fosse l'occhio del ciclone anche senzasapere che avevano liberato gli spettri proprio là. La sala sembrava un grande labirinto scolpito dentroun blocco di ghiaccio. C'erano Patrice e Ranulf che tremavano, imbiancati dalla brina, accasciati vicinoall'entrata e incapaci di muoversi.— Tutto okay, ragazzi? — chiesi, e corsi da Patrice. Le strinsi la mano, era congelata.— Sto bene, Skye — rispose Patrice battendo i denti. — Devi uscire da qui.— Dobbiamo uscire tutti — esclamò Lucas. Mi lasciò andare e afferrò Patrice. Lei restò rigida fra le suebraccia, ma riuscì a rialzarsi insieme a lui. Mamma e papà sollevarono Ranulf e

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claudia grey 4 Afterlifeportarono via anche lui.Uscii di corsa dalla scuola e mi ritrovai nei cortili. Alzai lo sguardo su Evernight e rimasi senza fiato:sembrava scolpita nel cristallo, la sua sagoma era confusa e frattale come il profilo dei fiocchi di neve.Altri studenti si erano radunati all'esterno e rabbrividivano nei loro pigiami davanti a quello spettacolosconcertante. Doveva anche aver nevicato, perché qualcuno sprofondava nella nevefino al ginocchio. = Page 117 =Potrebbero passare ore prima che arrivino i soccorsi, pensai. Rischiamo che qualcuno muoiaassiderato. Devo agire subito.Cosa? pensò Skye, sempre più preoccupata. Considerato che condividevo il suo corpo non potevo darletorto.Poco lontano vidi Balthazar combattere contro uno dei vampiri fedeli alla Bethany. I due contendentiringhiavano e si aggredivano mostrando le zanne.Skye gridò e per un istante il terrore le fece riprendere il controllo del suo corpo. Ma cosa sono?Vampiri. Ricordi cosa ti aveva detto Lucas? Anche lui è un vampiro. Anche i mieigenitori. Anche... be',un sacco di gente. Poi ti spiego meglio. Adesso devo fare una cosa.E lei ripetè: Cosa?Non preoccuparti, posso farla soltanto da sola.Al che uscii da Skye. Entrambe cademmo e fu come se l'impatto del corpo contro la terra ci avesseseparate. Rotolai via, semisolida, senza lasciare impronte nel manto nevoso. Skye si alzò a sederesputacchiando, con i fiocchi di neve a guarnirle i capelli scuri. La sua espressione era strana,terrorizzata, come se avesse dimenticato l'attimo in cui mi aveva permesso di possederla. Invece disse: —Li sento.— Che cosa?Cominciò a tirarsi i capelli, come se infliggersi dolore potesse distrarla da qualcosa di molto peggio. — Ifantasmi... tutti... mi sembra di averli nella testa.La mia presenza le aveva schiuso le percezioni di un altro mondo? Non era il momento di pensarcitroppo. — Me ne occupo io, Skye. Promesso.A qualche passo da noi, mentre cercava di far riprendere conoscenza a Patrice, Lucas mi chiamò: —Bianca, cosa fai?— Torno subito. Hai preso la mia spilla?Si picchiettò la tasca e si immobilizzò. — Guai in vista.Come se non ce ne fossero abbastanza. Seguii il suo sguardo e vidi la stazione di posta della Bethany,le finestre chiuse ermeticamente e i riflessi di luce bianca filtrare dalle persiane. Sembravano coltelli chesquarciavano la notte. La Bethany stava dando inizio al suo incantesimo: era pronta a distruggereMaxie e a risorgere. Forse con lei c'era anche qualcuno dei suoi scagnozzi. Riuscii a scorgere la sagoma diVic che prendeva a spallate la porta per salvare Maxie.— Vai ad aiutarli — dissi. — Ti prometto che torno preso.Lucas diede un'ultima occhiata a Patrice, che sembrava finalmente in grado di stare seduta da sola, escattò verso la stagione di posta.Abbandonai la mia forma concreta e fluttuai verso l'alto come pura energia. Evernight era sotto di me,più che vederla la percepivo come un'adunata di spiriti smarriti e disperati, capaci di provare soltantopaura. Se non avessi provato anch'io cosa significava essere imprigionati non liavrei mai capiti. Nonsarei riuscita a comunicare con loro. Adesso sapevo cosa fare.Ripensando al tempo passato in trappola, creai attorno a me il ricordo di quel

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claudia grey 4 Afterlifevuoto buio e senza fondo.Con tutta la forza che avevo, scagliai quell'immagine verso gli spettri, che la riconobbero. E non appenali sentii reagire, nel tormento e nel panico, aprii un cerchio di luce sfavillante: l'uscita.E oltre il cerchio visualizzai la terra delle cose perdute, splendida, orribile e caotica. Fu come seprendesse forma in miniatura, come i castelli magici dentro le palle di vetro con la neve: una vecchiavilla in stile Tudor, una roulotte, un cavallo baio con le ginocchia nodose e losguardo amichevole, unsentiero tortuoso. Immagini che non venivano dalla mia memoria, ma da quella degli spiriti che lecustodivano.L'energia sotto di me cambiò e la paura cedette il posto a qualcosa che sembravasperanza.Li afferrai. Tutti, dal primo all'ultimo. Non so dire come feci, ma probabilmente era un potere che avevodentro da sempre. In quell'istante li conobbi tutti, visualizzai i loro volti, le personalità, vidi frammentidelle vite che avevano vissuto. Mi erano vicini, nei pregi e nei difetti, come vecchi amici, e sentii che inme riconoscevano un'amica. Ma soprattutto, sentii che riconoscevano se stessi, ciò che erano prima che ilbuio e la paura li travolgessero. Poi mi sollevai insieme a loro e sfrecciai in alto, dentro quella sfera diluce.Infine giunsero le risate, gli applausi e gli abbracci. Mi trovavo in uno spiazzo assolato vicino a unpalazzo che ricordava il Taj Mahal, nero anziché bianco, e ancora più bello. Un centinaio di persone miturbinavano attorno, in tutti gli abiti possibili e immaginabili.— Grazie — mi sussurrò una donna in un vestito elegante, con tanto di crinolina e parasole, mentre miabbracciava forte. — Ci hai fatti uscire. Ci hai portati qui. = Page 118 =Ricambiai l'abbraccio, senza dimenticare che là il tempo passava velocissimo e che dovevoassolutamente tornare indietro.Apparve Christopher, senza sbuffi di fumo o lampi di luce: di punto in bianco, eccolo lì. Il sorriso lotrasformò nell'uomo che era nei ricordi della sua vita, più giovane e più felice. — Bianca. Sapevo che cel'avresti fatta.— Sì, è grandioso e tremendo insieme, ma abbiamo un problema — spiegai. — La Bethany ha catturatoMaxie. Sta per distruggerla. Possiamo intervenire?Il suo sorriso si spense. — Povera piccola. Sarà terrorizzata.— Cosa possiamo fare? Tua moglie... so che la ami, ma non possiamo permetterglielo! — Temevo perMaxie, ero spaventata anche per Lucas e Balthazar, i miei genitori, Vic... tuttiquelli che avevo lasciato aEvernight. I vampiri che proteggevano la Bethany sapevano di avere in lei l'unica opportunità dirivivere. La battaglia in corso era disperata e per qualcuno sarebbe stata fatale.— No, non possiamo. — Christopher drizzò le spalle. — Torneremo giù, nell'altromondo, insieme.— Puoi tirare Maxie fuori dalla trappola? — chiesi, ma ero certa che fosse impossibile.— Un modo c'è — la sua risposta mi sorprese. — Soltanto uno.E sparì. A quanto pareva, per le spiegazioni dovevo aspettare. Pensai alla mia spilla, al fiore nero esplendido dei miei sogni, e tentai di serrarmi nel suo cuore.Ripresi forma... e caddi nella neve, nel mio corpo, vicino a Lucas crollato insieme a me. Il sangue gliimbrattava la faccia, gli rigava la pelle e dava un'aria sinistra ai suoi occhi verdi. Mi guardò per un

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claudia grey 4 Afterlifeistante, prima di alzare la balestra e ripararsi da un'ascia. Un fedele della Bethany stava menandofendenti e doveva averlo colpito più volte.Cadendo, Lucas aveva perso la spilla, che giaceva opaca nella neve. La afferrai,felice di poterlastringere, e me la infilai in tasca. Tornata nel mio corpo, cercai di valutare la situazione.La battaglia infuriava. I miei amici vampiri combattevano corpo a corpo contro ivampiri fedeli allasignoraBethany. Al di là dei cortili, lAccademia di Evernight si scioglieva, o meglio, il ghiaccio che l'avevaricoperta svaniva. Gli studenti mezzi congelati stavano già rientrando in cerca di rifugio. Non vedevoVic e nessuno sembrava aver fatto breccia nella stazione di posta.Il rombo di un motore squarciò la notte, e quando mi voltai vidi i fari venire velocissimi verso lascuola. Riconoscere il furgone fu un gran sollievo e mi riempì di speranza. Corsi nella neve e gridai: —Raquel! Dana!Frenarono di colpo. Dana saltò giù dal veicolo e osservò la scena. — Vi avevo detto di non cominciarela festa senza di noi.— Sono tutti vampiri — osservò Raquel, stringendo il suo paletto. — Di quali cioccupiamo?— Se combattono contro un vampiro che conoscete, prendeteli! Spiega tu a Dana chi è chi! — Cercaiun'arma per me e scelsi una piccola scure.— Raquel! — Vic corse verso il furgone. Probabilmente era andato nel bosco per prendere un legno concui abbattere la porta della Bethany. — Dammi qualcosa! Qualsiasi cosa!Partii di corsa nella neve, decisa ad aiutare Lucas e gli altri. Quando vidi quant'erano armati gliscagnozzi della Bethany, presi la spilla. Il mio corpo era ancora solido.I più vicini a me erano mio padre e il vampiro più grosso della scuola, un tizio tanto largo quanto alto.Con una mano prendeva a pugni mio padre; nell'altra teneva un coltello, lungo abbastanza dadecapitarlo. Papà, in ginocchio, non poteva più difendersi. Gridai: — Ehi!II vampiro si voltò. Con un ghigno pigro affondò il coltello verso di me.Lasciai cadere la spilla e divenni nebbia. Il coltello mi attraversò e non sentii niente. La scure chenascondevovolò nell'aria altrettanto veloce e si infilò nella schiena del nemico senza incontrare ostacoli.Il vampiro cadde a terra, non l'avevo abbattuto ma sorpreso e ferito. In fretta recuperai la spilla e presiper mano papà. — Forza! Dobbiamo entrare là!— Dobbiamo andarcene — protestò mio padre.Scossi la testa. — Non sarà finita finché non avremofermato la Bethany, e finché non sarà finita non saremo fuori pericolo.La casa della Bethany distava pochi passi. Fu Vic ad arrivarci per primo, e quando vidi cos'aveva inmano, rimasi sbalordita.Non avrei mai pensato che potessero lasciargli il lanciafiamme.Vie puntò l'arma verso un muro e una lingua di fuoco lo accese.Ma Vic non sa che il fuoco rischia di uccidere Maxie per sempre. = Page 119 =Corsi alla stazione di posta senza sapere cosa fare o come aiutare Maxie. Poi vidi una sagoma sbiaditanella neve: era lei, che usciva dalle fiamme, stordita.— Maxie! — gridai. Vic le si avvicinò insieme a me e le diedi la mia spilla. Ormai aveva quasi persosostanza, ma riuscì a stringerla,- la magia dell'ambra la rese concreta e le ridiede un po' di forza.— Tutto okay? — Vic le scostò una ciocca dorata dalla fronte.Lei scosse la testa. — Christopher — riuscì a dire.— Cosa c'entra? — dissi. — È stato lui a farti uscire?

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claudia grey 4 Afterlife— Sì, ma... — Maxie guardò il fuoco che consumava la stazione di posta. — Ha preso il mio posto. —Stravolta dal dolore e dalla stanchezza, Maxie si accasciò sulla spalla di Vic. Lui mollò il lanciafiamme ela strinse forte.Li lasciai soli e andai verso l'incendio. Sapevo che erapericoloso avvicinarmi al fuoco o a una trappola, ma non potevo lasciar morire Christopher senzaalmeno provare a salvarlo.Quando ricordai la sua espressione triste prima di tornare nel mondo degli umani, però, capii chesalvarlo era impossibile. Sapeva già che si sarebbe perso per sempre, che si sarebbe sacrificato perMaxie.Sbirciai nel cuore delle fiamme e scorsi la signora Bethany, con i capelli sciolti sulle spalle. Il suo visoera sporco di fuliggine, sembrava giovanissima. — Christopher! — gridò. L'aveva visto nell'istante in cuiaveva preso il posto di Maxie. — Christopher, sono qui, sono qui!Malgrado stesse per morire carbonizzata, la signora Bethany... sorrideva. Capii che Christopher si erasbagliato: il suo amore per lui era più forte dell'odio. Ma entrambi l'avevano compreso troppo tardi.Maxie era stata liberata prima che la Bethany riuscisse a trasformarsi. Perciò poteva usareChristopher per tornare a vivere. Eppure preferì non farlo. — Possiamo uscire diqui — tossì, frugando trai tozzi di legno arroventati malgrado il rischio che correva. Cercava la trappola che imprigionava suomarito. — Staremo insieme, te lo prometto.Sentii la voce di Christopher, poco più che un sussurro nel crepitio delle fiamme. — Mia amataCharlotte.Poi una doccia di scintille mi costrinse a indietreggiare, e vidi crollare la stazione di posta. Non nerestavano che ceneri ardenti, fiamme e fumo. La morte certa per un vampiro e peruno spettro. I Bethanyse n'erano andati, per sempre.Sconvolta, tornai a osservare la battaglia, o ciò che era stata. I vampiri che si scontravano con i mieiamici avevano gettato le armi, forse per via dei rinforzi giunti con Dana e Raquel, forse scoraggiati dallascomparsa del loro capo e della possibilità magica di risorgere. Vidi mia madre che aiutava mio padre arialzarsi, Raquel e Patrice che allontanavano i vampiri nemici, e tutti gli altri radunati intorno a uncorpo caduto nella neve.Il corpo di Lucas. = Page 120 =frecciai verso il gruppetto raccolto attorno a Lucas.SGiaceva immobile e insanguinato nella neve, aveva profonde ferite di coltello sul petto e sulla fronte.Dana prese la sua testa tra le mani, Balthazar sfiorò con un dito la ferita al petto e trasalì. Poco lontanoc'erano Vic e Maxie, ancora abbracciati, mentre Ranulf si stringeva alla scure come un bambino con ilsuo giocattolo preferito. Lucas sembrava privo di sensi.— Cosa succede? — Mi inginocchiai vicino a lui. — È ferito?— Gravemente — rispose Balthazar. Nella sua voce avvertii la preoccupazione piùcupa.— Sta male, ma... si riprenderà. Non è vero?Nessuno mi rispose.Balthazar, impassibile, si voltò verso di me. — L'altro vampiro aveva cosparso le sue armi d'acquasanta. È una tattica pericolosa, per noi, ma...Con un cenno lo zittii. Ciò che stava per dire era insopportabile, ma del resto lo sapevo già.

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claudia grey 4 AfterlifeL'addestramento della Croce Nera ci aveva messi al corrente di quella tecnica, eanche Erich, apparsonei sogni di Lucas, aveva detto che i paletti inzuppati nell'acqua santa potevano paralizzare e torturareun vampiro per sempre.Era come bruciare vivi, dentro anziché fuori.Nessuno ne aveva la certezza assoluta, però. Forse non era così. Ma Lucas non simuoveva. Eraimprigionato in quel fuoco terribile, infinito.Presi la sua mano: era più fredda del solito, congelata dalla neve che ci circondava. Le dita eranopesanti, inerti. — Lucas — sussurrai, ma sapevo che non riusciva a sentirmi.L'unica liberazione possibile da quel tormento era la decapitazione. La rinunciadefinitiva a lui. Nelleore successive all'attacco di Charity avevo dovuto scegliere se uccidere Lucas ono, e ora di nuovo lostesso dubbio. Ma non potevo. Non potevo proprio.Strinsi più forte la sua mano. Dana, che aveva cominciato a singhiozzare, si asciugò le guance con unamano. La testa di Lucas, libera dalle mani che l'avevano cullata, si piegò di lato. Dalla ferita sulla fronte ilsangue era colato fino alla gola e si era raggrumato appena sotto il pomo d'Adamo. Mi ricordava la primavolta che l'avevo morso.Sangue di vampiro, pensai. Durante il rituale mi aveva attratta intensamente, come se il sangue fossela vita stessa.Poi tutto si chiarì in un istante.Da vampiro, bere il sangue di Lucas mi aveva dato tanta vita ed energia.Gli spettri si univano ai vampiri per creare figli di vampiro come me, perché gli spettri e i vampirierano le due metà della vita, capaci insieme di appiccare un fuoco.Il rituale di resurrezione della Bethany aveva come scopo quello di disgregarmi per introdurmi in unvampiro, di fonderci in una cosa sola.Il sangue degli spettri era veleno per i vampiri, ma il sangue di un vampiro eravita per noi.Io e Lucas eravamo diventati ognuno una parte dell'altro sin da quando avevo ceduto al desiderio dimordergli la gola. Io ero Lucas, e lui era me.E sapevo cosa fare.— Spostatevi — ordinai. Tutti mi guardarono perplessi ma obbedirono e si allontanarono dal corpo diLucas. Con delicatezza, Dana gli appoggiò la testa per terra prima di alzarsi, eRaquel, dietro di lei, andòad abbracciarla forte. Ranulf aveva chinato il capo e Vic, mano nella mano con Maxie, tirava su con ilnaso come se stesse per piangere. I miei genitori restarono in disparte dagli altri ma li vidi sinceramentepreoccupati per Lucas. Era arrivato anche qualcun altro, un gruppetto di studenti umani e vampiri,disorientati. Skye ci venne incontro a passo malfermo, sconvolta e indebolita daciò che aveva passatoma decisa ad aiutare Lucas nel momento del bisogno. Quando la vide barcollare e rischiare di cadere,Balthazar andò a sorreggerla.La neve intorno a Lucas era sporca del suo sangue rosso vivo. Altri fiocchi avevano cominciato acadere. Un vento insistente e freddo ci frustava e gli arruffava i capelli. Allungai una mano verso Maxie = Page 121 =che, dopo un momento di confusione, capì e mi restituì la spilla d'ambra. Ne avevo bisogno per ritornaresolida. Sentii l'orlo affilato dei petali affondarmi nel palmo.Ripensai a quanto lo amassi, a quanto volessi renderlo una parte di me. Sognai la ricchezza del suosangue che mi aveva fatto sentire così viva. Ricordai di quand'ero un vampiro...e sentii le zanne

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claudia grey 4 Afterliferiemergere, appuntite contro le labbra e la lingua. Il mio animo vampiresco, malgrado fossi morta, non sen'era andato.Poi mi chinai a mordere il collo di Lucas.Sangue. Freddo, ma pur sempre il suo sangue, pur sempre lui. Il sangue di vampiro portava con sé laconoscenza e mi fece sentire tutto ciò che lui aveva sentito, sapere tutto ciò che sapeva. Sentii il suoamore per me e la paura, mentre nella torre aveva cercato di salvarmi. Vidi il combattimento con i suoiocchi, un turbinare di lame, pugni, e la neve sempre più fitta. Deglutii a fondoe ingoiai tutto il sangue chepotevo, più di quanto ne avessi mai bevuto da vampiro. Intorno a me sentivo le deboli proteste deglialtri, ma erano troppo lontane per farci caso. E poi trovai lui: Lucas, il suo spirito, la sua anima, al centrodel suo essere.Bianca. Dove siamo?Insieme.Cosa succede?Bevo il tuo sangue. Lo faccio mio. Lucas... bevi da me.Gli coprii la bocca con la mano, seguendo il profilo delle labbra con la pelle sottile tra il pollice el'indice.Fidati. Bevi.Era paralizzato e non riusciva a mordere, perciò schiacciai la pelle morbida contro la punta dei dentiche la spezzarono. Sentii il dolore, più acuto di qualunque ferita mortale, ma non ritrassi la mano.Il mio sangue gli colò in gola. Ciò che prima lo avrebbe ustionato non lo scalfì, perché avevo mescolatoal mio sangue il suo. Il potere corrosivo del sangue di spettro non gli faceva più niente. Era libero di berlo.Libero di riempirsi di vita.Sentii le vertigini mentre il legame tra noi si rafforzava. Eravamo un solo organismo, un essere, unofluiva nell'altro. Mi lasciai andare e sentii il suo corpo come fosse mio; i tagli sulla fronte e sul pettobruciavano, la neve fredda su cui era sdraiato. E lo sentii meravigliato davantialla percezione di me: lapostura di braccia e gambe, il sapore del suo sangue, la vicinanza del mio spirito.Il sangue che bevevo cominciò a scaldarsi.È questo che succede quando si muore! pensò Lucas. Allora non ho più paura. Non se significa sentirmifinalmente così vicino a te.Concentrai tutte le mie energie su di lui, puntai al centro del suo essere, al rosso del cuore. Questa non èla morte. Questa è la vita.Quando Lucas prese fiato, mi rimisi a sedere. Sentivo il suo sangue appiccicoso sulla bocca, luisembrava più imbrattato di prima, ma aveva gli occhi aperti. Fece un altro respiro e un altro ancora.— Cos'hai fatto? — chiese Balthazar.Raquel, che ancora abbracciava Dana, disse: — Sì, cos'era, pronto soccorso vampiresco o cosa?Non staccai lo sguardo da Lucas nemmeno per un istante. I tagli sulla faccia si rimarginavano più infretta del solito e guarivano alla perfezione. Mi guardò, indebolito dalle ferite ma con un sorriso incredulo.— È impossibile.— No. — Scoppiai a ridere di gioia pura. — È vero.— Stai guarendo velocissimo, da matti, ma sanguini ancora, sai. — Vic gli porseun fazzoletto.— Sanguina — esclamò Balthazar in tono agitato. Aveva capito prima di tutti. — Bianca, ce l'hai fatta.— A fare cosa? — chiese Dana.Abbracciai forte Lucas. E stavolta, quando lo sentii stringere, era caldo.

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claudia grey 4 Afterlife— Sono vivo — sussurrò Lucas. — Bianca mi ha ridato la vita.Gli altri cominciarono a parlare di colpo, meravigliati, confusi o esultanti. Dana fece addirittura unsalto a braccia alzate, in segno di vittoria.Io non ci feci caso. Non era ancora il momento dei festeggiamenti e delle spiegazioni. In quel momentomi bastava perdermi nell'abbraccio di Lucas, posare la testa sul suo petto e sentire il battito del suocuore.Nel giro di un'ora arrivarono i soccorsi: auto della polizia, ambulanze e un paio di camion dei pompieri,anche se della casa della Bethany non restava che un mucchio di braci ardenti. Imiei genitori avevanotrovato una linea telefonica ancora attiva nonostante la grande gelata, ed eranostati loro a darel'allarme. = Page 122 =— È finita — disse mia madre mentre Ranulf trascinava un paio di vampiri morti nel fuoco, per evitarel'imbarazzo all'arrivo dei tutori della legge. — Senza la signora Bethany non c'è nessuna Accademia diEvernight. Gli studenti devono tornare dalle loro famiglie.— E questo posto cosa diventerà? — chiesi, guardando la sagoma massiccia delle torri di pietra nelcielo nuvoloso.— La villa di qualche milionario, forse. Oppure lo Stato potrebbe trasformarla in qualcosa, non so, unaresidenza per chi ha bisogno. In un'altra scuola. — Mamma fece un sorriso dolce a papà. — Meno maleche non abbiamo mai venduto la casa di Arrowwood, eh?— Non possiamo tornarci — la corresse lui. — Chi si ricorda di noi ci troverebbe troppo giovani.— Certo, caro. Ormai so come funziona, ricordi? — Gli diede di gomito, ironica e affettuosa. — Mapossiamo vendere la casa e usare i soldi per andare altrove.Lui le cinse le spalle. — Hai nostalgia dell'Inghilterra?Mamma si illuminò e sospettai che presto avrebbero preso casa dalle parti della sua amata Londra.Restò concentrata su di me, però. — E tu, Bianca?— Resto con Lucas — risposi. — Ma non importa dove. Posso tornare da voi in un batter d'occhio. Civedremo ogni volta che vorremo. Non sarò più, mai più lontana.Mia madre si accigliò. — Non è giusto. Puoi ridare la vita a qualcun altro, ma resterai uno spettro persempre.— Mamma, non importa. — Ormai ci rimuginavo su da giorni e dopo gli eventi straordinari di quellasera, sapevo perfettamente cosa dirle. — Smettila di credere che mi sia successauna cosa terribile. Voi,più di chiunque altro, dovreste sapere che la morte non è la fine. Inoltre... iosono nata per diventare unospettro. Ora lo sento. Questi poteri, queste doti... non potrei più stare senza.È il mio destino. È ciò chedevo essere. — Dopo un momento di pausa, aggiunsi: — E mi ci diverto un sacco.I miei genitori scoppiarono a ridere e mi strinsero in un lungo abbraccio.Mentre i poliziotti registravano le dichiarazioni confuse degli alunni e una molto prudente di Lucas, leluci blu e rosse dei loro veicoli lampeggiavano irregolari e cambiavano il colore della di neve. Vic eRanulf aiutarono Skye a scendere i gradini di Evernight. Continuava a tremare e cercava di trascinarecon goffaggine una sacca da viaggio grossa quanto lei. Quando ci passarono davanti, la sentii dire: —Vampiri, cacciatori di vampiri e fantasmi... e sono tutti in guerra?— Esclusi i presenti — rispose Vic, voltandosi, con un sorriso. Sentivo la presenza di Maxie chefluttuava al suo fianco. — Sai, fosse per me non dovrebbero esserci fazioni. Cioè, meglio quelli normali e

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claudia grey 4 Afterlifefichi contro gli scemi fuori di testa. E ci sono esseri umani, vampiri e fantasmi da entrambe le parti, haipresente?— Noi militiamo tra i fichi — asserì severo Ranulf.— Se lo dici tu. — Skye non vedeva l'ora di lasciar perdere il soprannaturale, annessi e connessi, e farsiun bel sonnellino. Non potevo darle torto, ma non potevo lasciarla andare senza prima ringraziarla.— Skye — chiamai mentre le andavo incontro. Mi guardò con l'aria stanca. — Quello che hai fatto... tene sarò sempre grata. Anche Lucas.— Lucas mi ha salvato la vita — replicò. — Volevo aiutarlo e questo significavaaiutare te. Ma l'ho giàdetto, vorrei che qualcuno lo facesse per me.La sua voce era fiacca, lo sguardo ancora terrorizzato. Scelsi le parole con cura e chiesi: — Ti hoposseduta a lungo, nel bel mezzo di fenomeni soprannaturali intensi. Sicura di stare bene?La sua espressione si irrigidì. — Starò bene appena me ne sarò andata da qui. — Respirò a fondo. — Di'a Lucas che sono felice per voi. E... salutamelo. — Poi marciò nella neve verso l'auto della polizia, senzaguardare indietro.In lontananza vidi Balthazar, isolato. Andai a raggiungerlo. Sulle spalle avevo il cappotto di mio padre,così largo che sembrava un mantello. Balthazar non si voltò subito, ma quando gli fui vicina disse: —Qualcuno dovrà badare alle stalle.Seguii il suo sguardo fino alle stalle della scuola, dove certi studenti tenevano i loro cavalli. — Non ciavevo pensato.— Ci vado io, stasera, a controllare che gli animali abbiano da mangiare e stiano al caldo — mormorò.— Probabilmente i proprietari torneranno a prenderli presto, ma è meglio tenerlid'occhio. Ah, aproposito, mentre ti cercavamo, oggi... ho preso questo. — Tirò fuori dalla tasca il mio braccialettod'argento e corallo e me lo fece cadere in mano. — Era sotto il pouf. Immagino che ce l'abbia messo laBethany quando lo ha rimpiazzato con la trappola.— Grazie — risposi, ma sapevo che non bastava. . — Ho bevuto anche il tuo sangue in passato —aggiunsi. — Ciò che ho fatto a Lucas, il ritorno alla vita... potrebbe funzionare anche per te. Se lo vuoi. = Page 123 =Bere il sangue di qualcuno era un gesto profondamente intimo, non mi sarei offerta di farlo pernessun'altra causa: equivaleva a un tradimento. Ma in cuor mio sapevo che Lucas non avrebbe maivoluto privare Balthazar della possibilità di tornare a vivere.Con mia sorpresa, Balthazar scosse la testa. — No. Non è garantito che funzioni e se non funzionasseresterei avvelenato.— Vale la pena tentare.— Non funzionerebbe. — Guardò torvo l'orizzonte, come se la luna riflessa sullaneve lo accecasse. —Quello che è successo stasera... non è una questione di sangue, ma di legame travoi. Siete le due metàdella stessa cosa. Io e te non lo siamo mai stati.Gli toccai un braccio. — Balthazar, mi dispiace.Alzò le spalle. — Non sto peggio di prima. E... sono felice per Lucas. Dico sul serio.Mi alzai sulla punta dei piedi per baciarlo sulla guancia. Lui mi sorrise ma capii che voleva stare dasolo. Così tornai ad aiutare agli, sperando che i poliziotti credessero alla nostra versione dei fatti.Ovviamente fu così. Per loro fu molto più facile stabilire che un guasto alle tubature causato dal freddo

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claudia grey 4 Afterlifeavesse riempito la scuola d'acqua e di ghiaccio e innescato il corto circuito che aveva incendiato lastazione di posta. Perché mai credere a un pugno di adolescenti nel panico che blateravano di fantasmi?Impossibile prevedere cos'avrebbero scritto sui rapporti ufficiali, ma sapevo come si sarebberoconclusi: con la conferma che l'Accademia di Evernight non esisteva più.In seguito Raquel e Dana ci portarono nella città in cui abitavano. Il loro motel non era elegante mapulito e sicuro, e c'erano stanze vuote. Forse la coppia stanca che lo gestiva restò un po' perplessa difronte all'arrivo di sette ospiti alle due di notte, ma nessuno di loro disse nulla.Neanche i miei genitori fecero commenti quando presi una camera insieme a Lucas.Mia madre glicontrollò persino le bende e gli disse che il mattino dopo gli avrebbe messo un po' di pomata antibiotica.Lui annuì, incerto, e capii che sentiva la mancanza di sua madre e di come si sarebbe presa cura di lui.Probabilmente mamma e papà pensavano che stessimo per buttarci uno nelle bracciadell'altra. Ideapiacevole, ma sapevo che quella notte Lucas e io dovevamo prendere molte altre decisioni, decisioni cheavrebbero plasmato il nostro futuro.Quando fummo soli, lo aiutai a togliere il giubbotto e la camicia. A ogni movimento trasaliva. Dissi: —Sai... ora che sei tornato umano... se volessi chiamare Kate...— No. — Mi guardò con occhi tristi. — Le voglio ancora bene. Gliene vorrò sempre. Ma adesso so cheha... dei limiti. Non riesce a vedere oltre le sue paure. Non potrà mai far parte della nostra vita. Forse, ungiorno, potrei... non so, spiegarle cos'è successo. Si toglierebbe un bel peso, se sapesse che sono tornatoumano. Ma non la rivedrò mai più.Mi sedetti vicino a lui, sul materasso. — Sei triste?— No. Avevo già messo in conto che non ci saremmo più rivisti. — con una mano mi accarezzò il mentoe sorrise. — E come faccio a essere triste, oggi? Dio, Bianca, sei... un miracolo.Presi la sua mano nella mia. — Sei ancora vivo — dissi con voce tremante. — Perciò voglio dirti chiaroe tondo che sei libero, okay? Libero di prendere le tue decisioni. Anche se... anche se vuol dire lasciarmi.— Cosa? — Lucas mi guardò esterrefatto, incredulo. — E perché dovrei lasciarti?— Non sei più obbligato a combattere contro i vampiri o gli spettri. Mi hai sempre detto che voleviuna vita normale e adesso puoi averla. Potresti iscriverti al college come sognavi. Conoscere una ragazzaviva e vegeta e non dover mai... mai più aggredire qualcuno o uccidere. — A quelpunto non riuscivo piùa guardarlo negli occhi. — Potresti sposarti, un giorno. Avere dei figli. Sono cose che io non potrò maidarti.Lucas restò in silenzio. Forse meditava sulle mie parole. Non mi aspettavo che fosse subito d'accordo,ma doveva iniziare a pensarci. Col tempo avrebbe scelto di realizzare il suo sogno più antico: viverecome tutti. Avere una casa, un lavoro, una famiglia. Accantonare per sempre le vecchie battaglie.Poi disse: — Come fai a saperlo?— Che cosa?— Che non possiamo avere figli.Mi prese in contropiede. Sinceramente, non avevo mai pensato di poter avere figli: per i vampiri eraquasi impossibile, i miei genitori erano un'eccezione rara. Diventare un fantasma non aveva fatto checonfermarne l'impossibilità. — Lucas, io sono molta.— Anche i tuoi genitori lo erano.

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claudia grey 4 Afterlife— Non ho un corpo.Prese la mia faccia tra le mani, con una tenerezza da pelle d'oca. — A me sembradi sì. = Page 124 =Se mi andava potevo avere un corpo, o no? E a quanto ne sapevo, potevo anche occuparlo senza limitidi tempo. — Non sappiamo se è possibile — protestai. — Nessuno ce lo garantisce.— Vuol dire che non sappiamo neanche se è impossibile. — Lucas mi sorrise, i suoi occhi verdibrillavano. — Bianca, prima di stasera nessuno avrebbe mai immaginato che potessi ridarmi la vita così.Invece ci sei riuscita. E adesso troveremo un modo. Non parlo di figli, o meglio, non soltanto di figli. Cioè,qualunque cosa ci aspetti, ce la caveremo. Ti amo troppo, non posso lasciarti andare.La gioia mi travolse. — Sicuro?— E tu? — Per un momento la sua espressione si fece dubbiosa. — Sei la più straordinaria creaturasoprannaturale del mondo, io sono soltanto un tizio che prima o poi invecchierà.— Mi farò venire i capelli grigi per intonarli ai tuoi — promisi. — E al momento giusto aggiungerò anchele rughe. — Non credevo di poter avere voglia di ridere e piangere nello stesso momento. — Ma, Lucas,sicuro di non volere una vita normale?— Ma chi la vuole, la normalità. — sorrise. — Noi saremo straordinari.Ci baciammo e per la prima volta da quando si era trasformato, non ci fu nessunabarriera, nessunaesitazione.Scoprii che con un po' di concentrazione non dovevo neanche togliermi i vestiti.Desiderai chesparissero e sparirono: rimase soltanto il bracciale d'argento e corallo che mi scintillava al polso.Stare con lui, adesso che era vivo, era diverso. In un certo senso fu anche meglio. Provai tutte lesensazioni che provava, sentii il suo piacere insieme al mio. E il contatto tra noi non era più unasemplice connessione di nervi e neuroni, non creava una reazione soltanto fisica. Al contrario, sentivo ilsuo tocco per ciò che era - l'espressione dell'amore tra noi - e bastava a eccitarmi come nient'altro almondo.— Bianca — sussurrò sul mio collo, e il suo fiato era di nuovo caldo, il profumo della sua pelle miavvolgeva. — Sei la mia vita.— E tu la mia. — Era la verità. Il battito del suo cuore, i muscoli, tutto ciò che lo rendeva umano mirisuonava dentro, forte come la mia stessa esistenza. In me custodivo tutta la meraviglia della vitasoprannaturale che vivevo e di quella umana che avevo vissuto. Ecco cosa significava sentirmiancorata, sentirmi amata.Più tardi, ancora avvinghiati uno all'altra, Lucas mi passò le dita tra i capelli. Con lo sguardo al soffitto,disse: — C'è solo un dettaglio che mi preoccupa.— Che cosa?— L'unica cosa che non mi piace dell'essere mortale: che dovrò lasciarti. Non fino all'ultimo giorno dellamia vita e, credimi, sono deciso a vivere a lungo e bene. Ma prima o poi quel giorno verrà.Sentii una fitta di dolore e lo strinsi più forte. — Ci penserò quando sarà il momento. Se posso stare peraltri cinquanta o sessant'anni con te... se possiamo stare insieme, felici per tutta la tua vita... allora è ciòche voglio. Preferisco piangere la tua morte che piangere perché non ti ho avuto.Lucas mi baciò con passione e mi riprese tra le braccia. — Allora è ciò che faremo.— E tu? — sussurrai. — So che sei felice di essere vivo, ma... potevi vivere

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claudia grey 4 Afterlifeper sempre, e invece haiperso l'immortalità. È una sensazione strana?— Io non morirò mai — replicò. Prima che potessi protestare, mi chiuse la boccacon due dita. Il suosorriso dolce sembrava riempire la stanza di luce e capii che nelle sue parole c'era una verità piùprofonda di quanto potessi mai immaginare. — Tu vivrai per sempre, ed esistere nei tuoi ricordi è l'unicaimmortalità che desidero. Sopravvivere in te... Bianca, questa è la mia idea di paradiso.

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