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1 CL SES-F&M – Risparmio e scelte finanziarie a.a. 2007/08 Risparmio e scelte finanziarie delle famiglie prof. Giuseppe Marotta Lezioni su ricchezza e indebitamento delle famiglie italiane dott.ssa Sara Colombini [email protected] Il credito al consumo in Italia Dove studiare: Barone, Felici, Pagnini, Il credito al consumo in Italia: prodotti, intermediari e diffusione territoriale, in Banca Impresa Società, n. 3, 2006 A.M. Tarantola (2007), parr. 2.1 e 3.6 T.Jappelli e F.Ghisellini sul reverse mortgage, lavoce.info, 30/11/2005 1

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1CL SES-F&M – Risparmio e scelte finanziarie

a.a. 2007/08 Risparmio e scelte finanziarie delle famiglie

prof. Giuseppe Marotta

Lezioni su ricchezza e indebitamento delle famiglie italianedott.ssa Sara Colombini [email protected]

Il credito al consumo in ItaliaDove studiare:

Barone, Felici, Pagnini, Il credito al consumo in Italia: prodotti, intermediari e diffusione territoriale, in Banca Impresa Società, n. 3,

2006A.M. Tarantola (2007), parr. 2.1 e 3.6

T.Jappelli e F.Ghisellini sul reverse mortgage, lavoce.info, 30/11/2005,

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Indebitamento

• Tradizionalmente basso in Italia - Elevati tassi di interesse; - Inefficienza del sistema giudiziario; - Difficoltà delle banche nel valutare il rischio per l’elevata evasione; - Fattori socio-culturali; - Bassa copertura del valore dell’immobile nei mutui

• In costante aumento negli ultimi anni grazie ai mutui per l’abitazione

- Riduzione dei tassi di interesse; - Incentivi fiscali; - Migliore efficienza del mkt immobiliare; - Maggiore concorrenza tra intermediari; - Nuovi competitor esteri

• Recente incremento del credito al consumo–Crescita molto intensa negli ultimi anni, anche se contenuto nel confronto internazionale (Tarantola); rischio sovraindebitamento (Tarantola)

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Il credito al consumo in Italia

Definizione: fondi concessi ad una persona fisica destinati a finanziare l’acquisto di beni e servizi, esclusi quelli concessi

per acquisto o ristrutturazione di immobili o per lo svolgimenti di attività imprenditoriali o professionali

Vantaggi per chi lo ottiene consente di smussare il profilo dei consumi

(consumption smoothing) Per chi lo offre diversifica il portafoglio delle attività e genera

profitti ulteriori

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Confronti

• Diffusione inferiore (8%), ma crescita sostenuta (+16,4%)• Lo stock sul Pil (2,8%) è circa un terzo rispetto alla Francia• L’incidenza sull’indebitamento (11,2%) è vicina al valore medio

per l’area dell’euro

In Italia sono marcate le differenze territoriali

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Caratteristiche del credito al consumo

• Elevato numero di operazioni, importi medi bassi• Valutazione del merito creditizio rapide (in alcuni casi

contestuali alle decisioni di acquisto)• Prevalenza della fase di screening (rispetto a monitoring)

basato sull’utilizzo di hard information (piuttosto che soft information)

Gli operatori trattano i finanziamenti in pooling tramite un sistema di procedure automatiche di valutazione del

rischio in maniera da abbattere i costi fissi dello screening e ridurre i tempi di valutazione.

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Prodotti del credito al consumo• Prestiti finalizzati (acquisto beni durevoli e non: auto,

arredamento, viaggi, istruzione, ecc.) e non finalizzati (personali, cessione del quinto dello stipendio, reverse mortgage)

• Revolving e non revolving

• Dal 2002 al 2005 si nota (tab.3):– Crescita sostenuta dei prestiti non finalizzati (soprattutto per

l’aumento della cessione dello stipendio) ed erogati con carta di credito

– Calo dei prestiti finalizzati per beni durevoli, dovuto a una sostituzione tra canali di finanziamento

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• Differenziazione dal lato della domanda– Prestiti diretti e indiretti (verso soggetti terzi come venditore nel caso dei

prestiti finalizzati o datore di lavoro nel caso della cessione del quinto dello stipendio)

• Differenziazione dal lato dell’offerta

Elevata concentrazione nell’industria del credito al consumo (ma bassa se confrontato con altri stati europei)

Composizione del credito per tipologia di operatori

2002 2005

Banche generaliste 35,5 25,8

Banche specializzate 22,9 28,3

Società finanziarie specializzate 8,7 12,6

Società finanziarie specializzate captives 11,3 9,1

Altri intermediari 21,6 24,2

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Differenze territoriali nel credito al consumo

•Marcate differenze nella diffusione tra le province•Indicazioni divergenti utilizzando diversi indicatori

– Prestiti bancari / Pil più elevato nelle province del centro-nord

– Credito consumo / Pil più elevato nelle province del centro-sud

•Elevata variabilità e stabilità (dal 1998 al 2004)•Le differenze tra le province rimangono anche se i dati vengono normalizzati alla popolazione (e non al pil)

Possibili cause - diverso grado di tutela dei creditori; - capacità di fare

rispettare le norme; - ruolo del capitale sociale

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Analisi econometrica• Dati: 103 province italiane dal 1995 al 2004 (panel), provenienti da varie fonti• Variabile dipendente: Credito al consumo / Pil o Credito al consumo procapite• Regressori: fattori di domanda e fattori di offerta (e trend temporale)

Variabile Proxy Segno atteso

DOM

Tasso di occupazione Sviluppo economico + / -

Ln(auto imm./pop) Domanda prestiti finalizzati +

25-59anni/popolazione Richiedenti +

Indice di Gini Ypc (regionale) Concentrazione redditi +

OFFERTA

Ln(durata processi) Tutela diritti -

Ln(supermarket/pop) Offerta credito consumo +

Sofferenze/impieghi Rischiosità -

Indice di Herfindahl Concorrenza +

Partecipazione elezioniCapitale sociale

+

Donazioni sangue +

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Risultati

• I fattori di domanda hanno un ruolo fondamentale nello spiegare le differenze territoriali: il tasso di occupazione (proxy dello sviluppo economico e per estensione del benessere delle famiglie) ha effetti negativi; la domanda di prestiti finalizzati e i potenziali richiedenti ha effetti positivi

• I fattori di offerta segnalano l’effetto positivo dello sviluppo della grande distribuzione e negativo del grado di concentrazione del mercato

• Risultati poco interpretabili considerando l’efficienza della giustizia e la dotazione di capitale sociale.

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Altri risultati

Dato il legame inverso tra sviluppo economico (e quindi di benessere in termini di reddito e ricchezza) e mercato del credito al consumo, esistono altri fattori, legati ad esempio alla sua distribuzione?

Nella terza regressione viene aggiunto tra i regressori l’indice di Gini del reddito calcolato a livello regionale

(ed escluse le proxy del capitale sociale)

Conclusioni: nelle province appartenenti a regioni dove la distribuzione del reddito è più disuguale il credito al

consumo ha una diffusione maggiore.

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Prestito vitalizio ipotecario o reverse mortgage

• È uno strumento finanziario che sostiene il consumo degli anziani senza rinunciare all’abitazione di proprietà

• È presente negli Stati Uniti e in altri paesi anglosassoni e è stato introdotto per la prima volta in Italia alla fine del 2005

• "Il prestito vitalizio ipotecario ha per oggetto la concessione da parte di aziende, istituti di credito, intermediari finanziari, … , di

finanziamenti a medio e lungo termine con capitalizzazione annuale di interessi e spese, e rimborso integrale in unica soluzione alla

scadenza, assistiti da ipoteca di primo grado su immobili residenziali, riservati a persone fisiche con età superiore ai 65 anni compiuti."

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• Diverso da un contratto di mutuo dove un individuo prende a prestito da una banca per acquistare un’abitazione e restituisce poi il prestito con rate periodiche.

• Il reverse mortgage consente invece al proprietario con più di 65 anni di prendere a prestito a fronte del valore dell’abitazione.

• Solitamente il debitore non è tenuto al pagamento degli interessi, fino a quando il debitore (oppure il coniuge superstite) muore o vende la casa.

• Il creditore non riceve la casa in pagamento: il prestito e gli interessi sono restituiti dal debitore o dal suo erede con i proventi della vendita della casa o anche con altri fondi.

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• L’ammontare del prestito concesso dipende da: – il valore dell’abitazione: più elevato il valore dell’abitazione, tanto

maggiore il prestito;– il tasso di interesse: all’aumentare del tasso di interesse, aumenta

anche il valore del capitale da restituire e a parità del valore dell’immobile, l’ammontare del prestito si riduce quando il tasso è elevato;

– l’età del debitore: tanto più anziano il debitore, tanto minori gli anni in cui si accumuleranno gli interessi e quindi tanto maggiore l’ammontare del prestito.

– Il debitore può in genere scegliere con quale modalità ricevere il prestito: un vitalizio, una linea di credito, un capitale in unica soluzione, o una combinazione tra queste.

• Il debitore può scegliere con quale modalità ricevere il prestito: un vitalizio, una linea di credito, un capitale in unica soluzione, o una combinazione tra queste

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Pro e contro

• Debitore: continua a vivere nella propria abitazione ma non lascia una eredità ai figli; costi elevati per la stipula del contratto, dell’assicurazione sulla casa, di liquidazione dell’immobile

• Creditore: il prestito può superare il valore dell’immobile, se il debitore ha scelto di ricevere un vitalizio, i prezzi delle abitazioni si riducono rispetto alla data di stipula del contratto, o i tassi di interesse aumentano (nel caso di un mutuo a tasso variabile)

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Alcune considerazioni (tratte da F.Ghisellini su lavoce.info)

• I proprietari dell’abitazione di residenza con più di 65 anni sono circa 5 milioni uno strumento che potrebbe diventare ‘quantitativamente’ importante

• Può ancora dare contributo alla solidarietà intergenerazionale (come alternativa alla eredità) e anzi contribuire a risolvere il problema dei figli trentenni che vivono con i genitori se viene utilizzato come ‘sostegno’ per il pagamento del mutuo

• Ruolo del settore pubblico (comuni e stato) per incentivare lo strumento e tutelare i cittadini.