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CITTA’ METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA 2019-2021 1

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CITTA’ METROPOLITANA

DI

REGGIO CALABRIA

PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE

DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA

2019-2021

1

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INDICE

PARTE PRIMA – PREMESSA E NORME GENERALI

Art. 1 Analisi del contesto esterno 4

Art. 2 Analisi del contesto interno 7

Art. 3 Oggetto del piano soggetti ed obiettivi strategici 10

Art. 4 Il Responsabile della prevenzione della corruzione 11

Art. 5 I Dirigenti 12

Art. 6 I Referenti 13

Art. 7 la Consulta R.P.C.T. 13

Art. 8 Procedure di formazione e adozione del piano 14

Art. 9 Organismi partecipati 14

PARTE SECONDA – ATTIVITA’ A RISCHIO E MISURE DI PREVENZIONE

Art. 10 Individuazione delle attività a rischio 15

Art. 11 Misure di prevenzione comuni a tutti i settori a rischio 15

Art. 12 Gestione del rischio 21

Art. 13 Organismo indipendente di valutazione 37

Art.14 Sanzioni 37

Art. 15 Tutela dei dipendenti che segnalano illeciti (cd. Whistleblowing) 37

PARTE TERZA - DISCIPLINA DELLE INCOMPATIBILITA', CUMULO DI IMPIEGHI ED INCARICHI AL PERSONALE DIPENDENTE

Art. 16 Oggetto e ambito di applicazione 39

Art. 17 Incompatibilità generale 39

Art. 18 Conflitto di interessi 40

Art. 19 Incarichi extra-istituzionali a favore di enti pubblici e soggetti privati che devono essere svolti 41

previa autorizzazione

Art. 20 Criteri per la concessione di autorizzazioni 41

Art. 21 Procedimento autorizzativo 42

Art. 22 Autorizzazioni di incarichi ai dirigenti 43

Art. 23 Incarichi extra-istituzionali a favore di enti pubblici e soggetti privati che devono essere svolti 43

senza autorizzazione

Art. 24 Iscrizione ad albi o elenchi professionali 44

Art. 25 Concessione di aspettativa per attività imprenditoriale 44

Art. 26 Praticantato 44

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Art. 27 Dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale pari o inferiore al 50% 45

Art. 28 Obblighi del dipendente incaricato 45Art. 29 Incompatibilità dipendenti cessati 45

Art. 30 Incompatibilità successiva(cd pantouflage) 46

art. 31 Revoca e sospensione dell'incarico 46

Art. 32 Applicazione norme in materia di trasparenza 46

Art. 33 Violazione delle norme in materia di incompatibilità 47

PARTE QUARTA – PIANO TRIENNALE DELLA TRASPARENZA

Art. 34 La trasparenza 48

Art. 35 La struttura organizzativa della Città Metropolitana 48

Art. 36 Il sito web istituzionale 48

Art. 37 Qualità delle pubblicazioni 49

Art. 38 Misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi 50

Art. 39 Il Responsabile per la trasparenza 50

Art. 40 I Dirigenti di Settore 51

Art. 41 Il R.A.S.A. ed R.P.D. 51

Art. 42 Monitoraggio e vigilanza sull'attuazione degli obblighi di trasparenza 51

Art. 43 L'accesso civico e l'accesso civico generalizzato 52

Art. 44 Dati Ulteriori 53

Art. 45 Sanzioni 54

Art. 46 Forme di collaborazione 54

PARTE QUINTA – NORME TRANSITORIE E FINALI

Art. 47 Disposizioni finali 54

ALLEGATO A)

Obblighi di pubblicazione di cui alle “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D. Lgs. n° 33/2013 come modificato dal D. Lgs. n° 97/2016”

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PARTE PRIMA

PREMESSE E NORME GENERALI

1. La Città Metropolitana di Reggio Calabria, in virtù delle disposizioni di cui alla legge n° 56/2014, ha avviato la propria attività a partire dal 02/02/2017. Con il presente documento la Città Metropolitana attua la disposizione di cui all’art. 1 comma 8 della legge n° 190/2012 che individua quale data per l’adozione del piano triennale di prevenzione della corruzione da parte dell’organo di indirizzo su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e del Responsabile della trasparenza il 31 gennaio di ogni anno. Il Piano è stato redatto in esecuzione delle Linee guida adottate dal Consiglio Metropolitano con deliberazione n° 87 del 13 dicembre 2018. 2. Il presente Piano si compone di una parte prima di carattere generale, nella quale vengono analizzati il contesto interno ed esterno, indicati l’oggetto del Piano, le finalità e gli obiettivi strategici, specificate le funzioni del responsabile anticorruzione, dell’oragno di indirizzo politico, i compiti dei dirigenti, dei referenti, nonché le procedure per la formazione del Piano e le indicazioni sugli organismi partecipati. 3. Nella seconda parte sono indicate le aree di rischio e le correlate misure di prevenzione, nonchè le misure di prevenzione comuni a tutti i Settori a rischio e quelle riguardanti tutto il personale, i compiti dell’Organismo indipendente di valutazione relativi alla materia, la disciplina di tutela del whisteblowing.4. La terza parte è dedicata alla disciplina delle incompatibilità, delle autorizzazioni e del cumulo di impieghi e incarichi al personale dipendente. Infine la parte quarta contiene il Piano per la Trasparenza che sostituisce il programma per la trasparenza e l’integrità conformemente alle indicazioni dell’Anac.5. Al Piano è allegato un documento contenente gli Obblighi di pubblicazione di cui alle “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D. Lgs. n° 33/2013 come modificato dal D. Lgs. n° 97/2016” approvate con delibera Anac n° 1310 del 28/12/2016, nel quale sono dettagliate le descrizioni dei singoli obblighi, aggregati per tipologie di dati. A ciascun obbligo è associato il riferimento normativo, l’ambito soggettivo, la specificazione dei contenuti, la frequenza di aggiornamento richiesta e il soggetto responsabile della trasmissione/aggiornamento e pubblicazione dei singoli obblighi.

Art. 1ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO

1. L’istituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria è avvenuta, a seguito della legge n° 56/2014, al termine del mandato naturale del Presidente della Provincia,Giuseppe Raffa, dopo un semestre ( giugno 2016 - gennaio 2017) durante il quale c'è stata la transizione dalla Provincia alla Città Metropolitana. Precisamente l’attività della Città Metropolitana si è avviata a decorrere dal 02 febbraio 2017, succedendo alla Provincia di Reggio Calabria a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi ed esercitandone le funzioni.

2. La Città Metropolitana è Ente territoriale di area vasta che persegue le seguenti finalità istituzionali generali: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana, cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello. Alla stessa sono attribuite le funzioni fondamentali delle Province e le seguenti funzioni fondamentali:

a) adozione ed aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’Ente e per l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all’esercizio delle funzioni delegate o assegnate dalle regioni, nel rispetto delle leggi delle regioni nelle materie di loro competenza;

b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni compresi nel territorio metropolitano;

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c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione di servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i comuni interessati la Città Metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive;

d) mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano;

e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale,anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio di cui alla lett. a) ;

f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.

3. La Città Metropolitana esercita inoltre le seguenti funzioni fondamentali delle province, come previsto dall’art. 1 comma 85 della Legge 56/2014, nonché le eventuali ulteriori funzioni attribuite da altre leggi statali e regionali, in attuazione dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui al primo comma dell’art. 118 della Costituzione:

a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza;b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;e) gestione dell'edilizia scolastica;f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.

Il CONTESTO SOCIO – ECONOMICO

La Regione Calabria, come risulta dal report di Union Camere sullo stato e sull’evoluzione del profilo socio – economico del territorio del luglio 2018, ha risentito, al pari di tutto il Mezzogiorno, delle dinamiche recessive nazionali e degli effetti delle politiche restrittive; gli effetti negativi sul PIL sono, tra l’altro legati ad alcuni fattori propri del territorio, individuabili nella scarsa propensione agli scambi con l’estero e nella scarsa attitudine all’aggregazione produttiva e/o industriale. In tale situazione mentre il settore industriale si presenta marginale ed il settore delle costruzioni perde imprese ed addetti, il settore manifatturiero non si adegua alle nuove tecnologie ed anche il settore turistico, pur se in tendenza positiva, stenta a decollare. Dette difficoltà sia di carattere strutturale sia legate alla congiuntura economica sfavorevole si riflettono negativamente sull’occupazione, che subisce una perdita tra il 2012 ed il 2017 del 2,8% cui corrisponde un aumento della disoccupazione pari all’11,4%. Tale situazione genera condizioni di debolezza strutturale dell’economia calabrese che sfocia in una quota di famiglie in stato di povertà più alta rispetto alla media nazionale.

LA POPOLAZIONE E I FLUSSI DEMOGRAFICI

Il 28,2% della popolazione complessiva della Regione Calabria è residente nella provincia di Reggio Calabria; il tasso di natalità della regione è superiore alla media nazionale mentre il tasso di mortalità è inferiore a quello medio italiano; il risultato è che il tasso di crescita naturale della Calabria pur se negativo, si presenta meno severo rispetto a quanto si osserva in Italia. Anche il tasso migratorio interno in favore del Nord e del Centro si attesta negativo, in particolar modo per la provincia di Reggio Calabria; tale situazione determina un rapido processo di invecchiamento demografico ed un marcato depauperamento demografico, riconducibile per lo più ai citati flussi migratori interni

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LE IMPRESE E IL SISTEMA PRODUTTIVO

Il 28,2% delle circa 186.000 imprese registrate alla fine del 2017 in Calabria si trovano in Provincia di Reggio Calabria; le stesse si caratterizzano per la presenza artigiana, la guida delle stesse da parte delle donne e da parte dei giovani, la rilevante presenza di cooperative sociali con una maggiore concentrazione nella Provincia di Reggio Calabria ( 38%). La provincia di Reggio Calabria si caratterizza anche per l’alto numero di criticità imprenditoriale (procedure concorsuali e fallimenti) rispetto alle altre Province calabresi del territorio provinciale. Mentre il settore agricolo ha registrato, negli ultimi cinque anni 2012/2017 un processo di crescita del numero di imprese e degli occupati., il settore industriale, invece, presenta nel 2017 una flessione del numero delle imprese rispetto al 2012 del 3,1%, con una perdita di occupazione che, nella provincia di Reggio Calabria, si attesta intorno al 22,8%. Analoga situazione di flessione si registra anche nel settore delle costruzioni. Una dinamica favorevole si registra nei settori del commercio, turismo, trasporti e servizi di comunicazione, risultato complessivo in cui la provincia di Reggio Calabria svolge un ruolo trainante in ragione del ruolo metropolitano e logistico svolto dal capoluogo reggino.

L’OCCUPAZIONE

A Reggio Calabria il tasso di occupazione si attesta al 37,5%, quale dato più basso d’Italia. Considerando le dinamiche migratorie degli ultimi anni, i disoccupati calabresi evidenziano una moderata flessione. Tra le province, Reggio Calabria registra una crescita dei disoccupati per una percentuale pari al 7,5%. Il tasso di disoccupazione è, comunque, il più alto tra le Regioni italiane e superiore alla media nazionale con un valore pari al 21,6% nel 2017.

SCIOGLIMENTO DEI COMUNI AI SENSI DELL’ART. 143 TUEL

Nella relazione del Ministro dell’Interno sull’attività delle Commissioni per la gestione straordinaria degli enti sciolti per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso anno 2017, si rileva che le gestioni commissariali dei comuni in Calabria nell’anno 2017 hanno interessato i comuni di Bovalino, Bagnara Calabra, Rizziconi, Canolo, Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Bova Marina, Marina di Gioiosa Jonica, per un totale di n° 8 su 18 commissioni straordinarie presenti complessivamente in Calabria).

LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

La Relazione annuale al Parlamento del Ministro dell'Interno su attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia relativa al 1^ semestre 2017 riporta anche le valutazioni del Ministro dell’Interno a supporto dei decreti di scioglimento degli Enti locali, nei casi accertato condizionamento mafioso dell’attività amministrativa, valutazione che ha posto in luce uno spaccato interessante del modello comportamentale mafioso, indipendente dall’area geografica in cui si esprime, che, con riferimento ai processi di infiltrazione nella corruzione, vede nella corruzione l’humus ideale su cui attecchire. Si evidenzia che da tempo le organizzazioni criminali, agganciando il mondo delle imprese, hanno intercettato alcune componenti della società civile, una rete di contatti divenuta un vero e proprio “capitale sociale” insieme alla cd. “area grigia” composta da fiancheggiatori funzionali al conseguimento di obiettivi illeciti, che rende ancora più difficile affrontare l’intreccio tra mafia, corruzione e riciclaggio.

In particolare, per la Provincia di Reggio Calabria, le risultanze giudiziarie e gli atti investigativi, che hanno caratterizzato l’azione di contrasto alla ‘ ndrangheta tendono a consolidare la qualificazione unitaria delle cosche reggine, orientate verso l’acquisizione dei più strategici centri di potere e di produzione della ricchezza. In particolare nel mandamento centro della Provincia di Reggio Calabria si è creato un vero e proprio comitato d’affari partecipato anche da funzionari infedeli, in grado di incidere e condizionare l’operato della pubblica amministrazione. L’unificazione delle inchieste “Mamma santissima”, “Reghion”, “Sistema Reggio”, “Fata” e “Alchemia” ha portato al processo convenzionalmente denominato “Gotha” le cui prime udienze sono state celebrate proprio nel corso del 1^ semestre 2017 che potrebbe ulteriormente delineare l’operato di una serie di personaggi, facenti parte di una cupola mafiosa dalle spiccate connotazioni affaristiche ed imprenditoriali ed istituzionali. Secondo quanto ipotizzato nel capo d’imputazione, tali personaggi rappresentavano “le menti dell’organizzazione, promotori, dirigenti ed organizzatori della componente riservata della ‘ndrangheta quali componenti apicali occulti di un sistema criminale di tipo mafioso per pianificare, in ambito amministrativo, le attività dirette ad interferire sull’esercizio delle funzioni degli organi di rango istituzionale, le cui funzioni venivano piegate verso interessi di parte, in grado di

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provocare ingenti vantaggi ed utilità personali, professionali e patrimoniali. Una struttura direttiva riservata, dunque, operante in sinergia con l’organo collegiale di vertice, denominato “Provincia”, la cui esistenza è stata accertata nel processo “Crimine”.

Anche per il 2^ semestre 2017 l’analisi del fenomeno induce ad evidenziare che la ‘ndrangheta continua a rappresentare un’organizzazione di tipo mafioso, fortemente strutturata su base territoriale, fondata sulle famiglie, intese quale vincolo di parentela, e pertanto tendenzialemente refrattaria al fenomeno del pentitismo. L’analisi del semestre conferma la ramificazione della criminalità organizzata calabrese, costantemente proiettata verso la moltiplicazione della ricchezza e l’esercizio del potere. Anche in relazione al 2^ semestre 2017 si osserva che si è registrato lo scioglimento di diverse Amministrazioni comunali calabresi per infiltrazioni mafiose, ai sensi dell’art. 143 TUEL, quasi sempre intercettate grazie ad articolate indagini, che continuano a dare conto delle collusioni tra compagini di ‘ndrangheta ed apparati politico – amministrativi locali. Anche per tale periodo con riferimento al Mandamento centro della Provincia di Reggio Calabria i sodalizi spaziano dalla pressione estortiva ed usuraria nei confronti di commercianti ed imprenditori all’infiltrazione dei più vari ambiti produttivi fino al condizionamento degli apparati politico – amministrativi. Svariate sono state le operazioni di sequestro e confisca di beni ad opera della DIA di Reggio Calabria.

Articolo 2ANALISI DEL CONTESTO INTERNO

L'organizzazione interna della Città Metropolitana di Reggio Calabria (cd. Macrostruttura), che, fino al 26 Agosto 2018, si articolava in 15 (quindici) Settori oltre la Struttura Speciale Stazione Unica Appaltante, è stata modificata con deliberazione sindacale n. 37 del 17.04.2018, entrata in vigore il 27 agosto 2018 contestualmente ai decreti di conferimento degli incarichi di responsabilità di Settori e U.O.A (Unità Organizzative Autonome).

Dalla predetta data (27/08/2018) l'organizzazione della Città Metropolitana, oltre alle Strutture facenti capo al Sindaco, al Direttore Generale ed al Segretario Generale (Ufficio di supporto per i controlli di regolarità amministrativa e Ufficio di supporto per la prevenzione della corruzione), risulta articolata in 12 Settori e 3 U.O.A. con competenza nelle materie di seguito specificate.

Settore 1- Affari Istituzionali - comprende n° 2 servizi “Affari istituzionali“, “Contratti“ e n° 9 Uffici.

Settore 2- Affari generali e Risorse Umane - comprende n° 4 servizi “Affari Generali“, “Gestione giuridica del personale“, “Gestione economica del personale“, “Gestione previdenziale del personale“ e n°11 Uffici.

Settore 3- Informatizzazione e digitalizzazione - comprende n° 2 Servizi “Infrastrutture ICT Security e Business Continuity “, “Sistemi informativi -WEB -Innovazione“ e n° 6 Uffici.

Settore 4- Servizi Finanziari - comprende n° 4 Servizi “Bilancio e programmazione economica”, “Gestione finanziaria“, “Economato e Provveditorato“, “Controllo e monitoraggio“ e n° 6 Uffici.

Settore 5- Istruzione e Formazione Professionale- comprende n° 2 Servizi “ Istruzione e coordinamento programmi comunitari“ ,“ Formazione professionale“ e n°15 Uffici.

Settore 6- Sviluppo Economico - comprende n° 2 Servizi “ Promozione e sviluppo del territorio”, “ Attività culturali”e n° 8 Uffici

Settore 7- Politiche Sociali - comprende n° 1 Servizio “ Politiche Sociali” e n° 4 Uffici

Settore 8- Agricoltura- Caccia e pesca - comprende n° 1 Servizio “Agricoltura, caccia e pesca” e n° 5 Uffici.

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Settore 9- Patrimonio -Tributi-Partecipate - comprende n° 3 Servizi “ Patrimonio”, Tributi e concessioni”, Partecipate e controllo analogo” e n° 9 Uffici.

Settore 10- Pianificazione -Ambiente- Leggi Speciali - comprende n° 5 Servizi “ Amministrativo finanziario”, “Pianificazione”, “Ambiente ed energia”, “Difesa del suolo”, “Leggi speciali”e n° 16 Uffici.

Settore 11-Viabilità comprende n° 4 Servizi “Coordinamento servizi tecnici”, Manutenzione viabilità”, “Infrastrutture”, “Mobilita' Trasporti ITS” e n.12 Uffici.

Settore 12- Edilizia - comprende n° 3 Servizi “Coordinamento servizi tecnici”, Manutenzione”, “Infrastrutture edili” e n° 9 Uffici.

U.O.A. Avvocatura - comprende n° 2 Servizi “Contenzioso”, “Liquidazioni, esecuzioni ed ingiunzioni” e n° 8 Uffici.

U.O.A. Stazione Unica Appaltante Metropolitana -comprende n° 4 Servizi “ Coordinamento e procedure complesse”, Gare sotto soglia”, “Gare lavori”, “Gare servizi e forniture” e n° 7 Uffici.

U.O.A. Polizia Metropolitana - comprende n° 3 Servizi “ Centrale operativa”, “Coordinamento servizi esterni”, “Sicurezza nei luoghi di lavoro Protezione Civile”e n° 8 Uffici.

Per completezza di informazione, si precisa che l'assetto organizzativo dell'Ente prevedeva il Settore Politiche del Lavoro, previsto con la suddetta Macrostruttura come Settore 13 “Mercato del Lavoro”. Tuttavia, dal 1 luglio 2018 le relative competenze, unitamente alle risorse umane, sono state trasferite alla Regione Calabria, giusto D.G.R. n° 6869/2018, in ottemperanza all' art. 1, comma 793 e seguenti della legge n° 205 del 27/12/2017.

La direzione dei Settori ed U.O.A. è affidata a Dirigenti di ruolo a tempo indeterminato. La direzione di quattro settori (ex 2,6,10,13) era garantita con incarichi ad interim fino all'entrata in vigore della nuova struttura organizzativa. A decorrere dal 27 agosto 2018, in applicazione della vigente Macrostruttura, gli incarichi ad interim sono riferiti invece ai Settori 1 (affari istituzionali),4 (Servizi finanziari) e 11 (Viabilità).

Il Sindaco ha conferito i nuovi incarichi dirigenziali con propri Decreti n° 20 e 21 del 09/08/2018. Nell’ambito dei nuovi incarichi il numero dei dirigenti sottoposto a rotazione è stato di n° 5 su un totale di 12 dirigenti in servizio alla data del 31.12.2018.

Con decreto Sindacale n° 43 del 30/10/2017 è stato nominato il Direttore Generale. La struttura Direzione Generale prevede n° 2 Servizi e n° 5 Uffici.

Complessivamente risultano, quindi, risultano distribuiti nei Settori e UOA n° 43 servizi e n° 137 Uffici, compresi quelli di diretta collaborazione del Sindaco, la Segreteria Generale e la Direzione Generale.

La dotazione organica dei Dipendenti di ruolo a tempo indeterminato al 31.12.2018 consta di n. 440 unità di personale, ivi compresi n° 15 dirigenti a tempo indeterminato, di cui uno in posizione di comando in uscita dal 3 luglio 2017 ed uno in aspettativa dal 1° luglio 2017.

Successivamente, con deliberazione sindacale n° 9 del 28 gennaio 2019, la struttura organizzativa dell'Ente è stata rimodulata come di seguito riportato.

Settore 1- Affari Istituzionali - comprende n° 1 Servizio “Affari istituzionali“ e n° 5 Uffici.

Settore 2- Affari generali e Risorse Umane - comprende n° 5 servizi “Affari Generali“, “Gestione giuridica del personale“, “Gestione economica del personale“, “Gestione previdenziale del personale“, “Organizzazione EE.LL” e n°14 Uffici.

Settore 3- Informatizzazione e digitalizzazione - comprende n° 2 Servizi “Infrastrutture ICT Security e Business Continuity “, “Sistemi informativi -WEB -Innovazione“ e n° 7 Uffici.

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Settore 4- Servizi Finanziari -Tributi-Partecipate- comprende n° 5 Servizi “Bilancio e programmazione economica”, “Gestione finanziaria“, “Entrate e tributi”, “Partecipate”, “Economato e Provveditorato“, e n° 10 Uffici.

Settore 5- Istruzione e Formazione Professionale- comprende n° 5 Servizi “ Istruzione, Orientamento e Professioni”, “ Formazione professionale a gestione diretta“, “Ispettivo e diritto allo studio”, “AA.GG., Commissioni esami e attestati F.P.”, Polo Formazione professionale Reggio Calabria” e n°16 Uffici.

Settore 6- Sviluppo Economico - comprende n° 3 Servizi “ Promozione e sviluppo del territorio”, “ Attività culturali”, “Turismo”e n° 9 Uffici

Settore 7- Politiche Sociali - comprende n° 2 Servizi “Associazionismo”, “Promozione sociale” e n° 4 Uffici

Settore 8- Agricoltura- Caccia e pesca - comprende n° 2 Servizi “Agricoltura, caccia e pesca”, “ Zootecnia e coordinamento degli U.A.T.” e n° 13 Uffici.

Settore 9- Patrimonio - comprende n° 2 Servizi “ Patrimonio”, “Concessioni stradali-Espropri” e n° 7 Uffici.

Settore 10- Pianificazione -Ambiente- Leggi Speciali - comprende n° 5 Servizi “Amministrativo finanziario”, “Pianificazione”, “Ambiente ed energia”, “Difesa del suolo”, “Leggi speciali”e n° 16 Uffici.

Settore 11-Viabilità - comprende n° 4 Servizi “Coordinamento servizi tecnici”, Manutenzione viabilità”, “Infrastrutture”, “Mobilita' Trasporti ITS” e n.12 Uffici.

Settore 12- Edilizia - comprende n°3 Servizi “Coordinamento servizi tecnici”, Manutenzione”, “Infrastrutture edili” e n° 9 Uffici.

U.O.A. Avvocatura - comprende n° 3 Servizi “Contenzioso e agenda legale”, “Recuperi e negoziazioni assistite”, “Liquidazioni, esecuzioni ed ingiunzioni” e n° 7 Uffici.

U.O.A. Stazione Unica Appaltante Metropolitana - comprende n° 4 Servizi “Amministrazione generale”, “Appalti lavori fino alla qualificazione obbligatoria, servizi e forniture sotto soglia”, “Appalti lavori, servizi e forniture sopra soglia e altre tipologie”, “Mercato elettronico e centrale acquisti” e n° 7 Uffici.

U.O.A. Polizia Metropolitana - comprende n° 3 Servizi “ Centrale operativa”, “Coordinamento servizi esterni”, “Sicurezza nei luoghi di lavoro -Protezione Civile”e n° 8 Uffici.

Complessivamente, dunque, con l’ultima modifica alla macrostruttura deliberata con DSM n° 9 del 28/01/2019, sono previsti n° 12 Settori e n° 3 UOA al cui interno sono individuati n° 54 Servizi e n° 162 Uffici, con un incremento rispetto alla precedente struttura organizzativa, entrata in vigore il 27/08/2018, di n° 25 Uffici e n° 11 servizi.

E’ stato istituito presso l’URP il Registro degli accessi relativo non solo alle richieste di accesso civico e di accesso generalizzato ma anche alle richieste di accesso documentale ai sensi della legge n° 241/90. Nell’anno 2018 sono state registrate complessivamente n° 30 richieste di accesso documentale e n° 7 richieste tra accesso civico e accesso generalizzato.

I controlli preventivi di regolarità amministrativa e contabile vengono effettuati su tutti gli atti deliberativi e su tutte le determinazioni dirigenziali. I controlli successivi di regolarità amministrativa vengono regolarmente effettuati sulle determine dirigenziali (di norma con cadenza semestrale) sotto la direzione del Segretario e degli stessi viene trasmesso apposito report ai Dirigenti stessi unitamente alle direttive cui conformarsi, nonchè all’organo di governo, al Collegio dei revisori ed all’OIV. A seguito dei controlli effettuati, le direttive già emanate per i singoli dirigenti (con note interne) sono state formalizzate con Delibera Sindaco Metropolitano n° 80 del 12/10/2018. Relativamente alle ultime due annualità i controlli

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sono stati effettuati, mediante estrazione a campione, per tutto l’anno 2017 e per il I^ semestre 2018, mentre il II^ semestre 2018 è attualmente in itinere.

Dalla relazione sul funzionamento dei controlli interni che, annualmente, il Sindaco invia alla Corte dei Conti risulta che non sono stati attivati il controllo di gestione, il controllo strategico, il controllo sulla qualità dei servizi.

Dal report dell’Ufficio Procedimenti disciplinari risulta che nell’anno 2018 sono stati avviati n° 8 procedimenti disciplinari a carico del personale dirigente e non dirigente, di cui n° 6 collegati a procedimenti penali.

L'Ente si è costituito parte civile in numerosi processi di mafia.

Gli organi della Città Metropolitana sono: Il Sindaco Metropolitano che per legge è il Sindaco del Comune capoluogo, il Consiglio Metropolitano composto dal Sindaco e da 14 consiglieri eletti con funzioni di indirizzo e di controllo, la Conferenza metropolitana composta da tutti i Sindaci compresi nel territorio della Città metropolitana.

Articolo 3

OGGETTO DEL PIANO, SOGGETTI E OBIETTIVI STRATEGICI

1. Il presente piano triennale dà attuazione alle disposizioni di cui alla L. 190 del 6 novembre 2012, attraverso l'individuazione di misure finalizzate a prevenire la corruzione nell'ambito dell'attività amministrativa della Città metropolitana di Reggio Calabria.

2. Il piano realizza tale finalità, in particolare, attraverso: l'individuazione delle attività dell'ente nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione; la previsione, per le attività individuate ai sensi della lett. a), di meccanismi di formazione, attuazione e

controllo delle decisioni, idonei a prevenire il rischio di corruzione; la previsione di obblighi di comunicazione nei confronti del Responsabile chiamato a vigilare sul

funzionamento del piano; il monitoraggio, in particolare, del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la

conclusione dei procedimenti; il monitoraggio dei rapporti tra l'Amministrazione metropolitana e i soggetti che con la stessa stipulano

contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti;

l'individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge;

la previsione di forme e procedure di tutela del whistleblower; la previsione di misure di contrasto della corruzione trasversali a tutti i Settori; la previsione di adeguate forme di verifica e controllo sull'adempimento degli obblighi di cui alla legge

190/2012 in capo alle Società partecipate e ad altri organismi partecipati; la introduzione di una specifica disciplina regolamentare, che costituisce una parte del piano di

prevenzione della corruzione e dell'illegalità, in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi al personale dipendente;

l'aggiornamento del Piano Triennale della Trasparenza, alla luce dei nuovi obblighi introdotti con il D. Lgs. N° 97/2016, che costituisce anch'essa una parte del presente piano;

3. Destinatari del piano, ovvero soggetti chiamati a darvi attuazione, sono:a) amministratori della Città Metropolitana;b) tutto il personale dirigente e non dirigente, anche a tempo determinato, alle dipendenze dell’Ente;c) concessionari e incaricati di pubblici servizi e i soggetti di cui all’art. 1, comma 1- ter, della L. 241/90;

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d) i collaboratori a qualsiasi titolo dell’Amministrazione

4. Obiettivi strategici del Piano sono la lotta alla corruzione mediante la riduzione del rischio di corruzione all'interno dell'Ente che si intende attuare con la creazione di un contesto sfavorevole alla corruzione mediante lo sviluppo della cultura della legalità, la promozione della innovazione, della efficienza e della trasparenza quali strumenti e misure di prevenzione. In particolare rappresenta, altresì, obiettivo strategico dell'ente la promozione di maggiori livelli di trasparenza. Gli obiettivi strategici di cui al presente Piano sono inseriti nel DUP e nel Piano della Performance dell’Ente.

Articolo 4IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

1. Il Responsabile della prevenzione della corruzione (in seguito solo Responsabile o RPC) nella Città Metropolitana di Reggio Calabria è il Segretario Generale dell'Ente, dott.ssa Sabrina Ragusa, giusto Decreto sindacale n° 22 del 26/05/2017, conformemente a quanto previsto dall’art. 1 comma 7 della legge 190 del 2012 che prevede che negli enti locali il responsabile è individuato, di norma, nel segretario comunale salvo diversa e motivata determinazione. A norma dell’articolo 1, comma 7, della Legge 6 novembre 2012, n. 190, il Sindaco può disporre diversamente, motivandone le ragioni in apposito provvedimento di individuazione del responsabile della prevenzione della corruzione, adottato con Decreto sindacale. In tal caso la scelta deve ricadere su dirigente che non sia stato destinatario di provvedimenti giudiziali di condanna, né di provvedimenti disciplinari e che abbia dato dimostrazione nel tempo di comportamento integerrimo. Inoltre occorre evitare che l’incarico venga conferito a dirigenti incaricati di quei settori tradizionalmente più esposti al rischio corruzione (Circolare n° 1/2013 della Funzione Pubblica). 2. La revoca dell’incarico di RPC deve essere espressamente ed adeguatamente motivata e comunicata all’ANAC che, entro 30 giorni, può formulare richiesta di riesame qualora rilevi che la revoca sia correlata alle attività svolte dal responsabile in materia di prevenzione della corruzione secondo le modalità previste dal “Regolamento sull’esercizio del potere dell’Autorità di richiedere il riesame dei provvedimenti di revoca o di misure discriminatorie adottati nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza per attività svolte in materia di prevenzione della corruzione” 3. Al responsabile della prevenzione della corruzione deve essere garantita, da parte dell’organo di indirizzo politico – amministrativo, piena autonomia nello svolgimento delle relative funzioni. Ai sensi della legge n° 190/2012 infatti: “L’organo di indirizzo (...omissis) individua il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, disponendo le eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività”. Pertanto, conformemente ai pareri resi da ANAC, occorre evitare che siano attribuite funzioni gestionali, al fine di scongiurare possibili situazioni di conflitto di interesse. 4. Il Responsabile esercita i compiti attribuiti dalla legge e dal presente piano; in particolare:

elabora la proposta di piano triennale di prevenzione della corruzione ed i successivi aggiornamenti da sottoporre all'organo di indirizzo politico ai fini della successiva approvazione, secondo le procedure di cui al successivo art.4;

verifica l'efficace attuazione del piano e la sua idoneità e ne propone la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti rilevanti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione;

verifica, d'intesa con i Dirigenti, l'attuazione della rotazione degli incarichi di cui al successivo art. 6 negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

definisce procedure appropriate per selezionare e formare, ai sensi del comma 10, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione;

cura la predisposizione degli interventi formativi in tema di prevenzione della corruzione da inserire nel Piano della formazione dell’Ente;

segnala all'organo di indirizzo ed all’OIV le disfunzioni inerenti l'attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza;

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attua il monitoraggio e la valutazione sulla sostenibilità del PTPC; entro il 15 dicembre di ogni anno pubblica sul sito web istituzionale dell'ente una relazione recante i

risultati dell'attività svolta e la trasmette al Sindaco, all'OIV, al Consiglio metropolitano. 5. Il Responsabile si avvale di una struttura alle sue dirette dipendenze composta da almeno n. 2 unità di personale,con funzioni di supporto, alle quali può attribuire responsabilità procedimentali, ai sensi dell’art. 5 della legge 241/90 e successive modifiche ed integrazioni. In tal caso deve essere garantita, da parte dei soggetti coinvolti nel processo, la mobilità intersettoriale dei dipendenti nominati.

6. L’individuazione dei soggetti della struttura di supporto spetta al Responsabile della prevenzione della corruzione, che la esercita autonomamente, su base fiduciaria.

7. Il Responsabile nomina ogni anno, entro 15 giorni dall'approvazione del piano, per ciascun settore amministrativo in cui si articola l'organizzazione dell'ente, un referente. I Referenti curano la tempestiva comunicazione delle informazioni nei confronti del Responsabile (RPC), secondo quanto stabilito nel piano anticorruzione dell'ente.

8. Al fine di prevenire e controllare il rischio derivante da possibili atti corruttivi il RPC, in qualsiasi momento, può richiedere ai dipendenti responsabili del procedimento e/o ai Dirigenti che hanno istruito e/o adottato il provvedimento finale di fornire adeguata motivazione in ordine alla circostanze di fatto ed alle ragioni giuridiche che sottendono all'adozione del provvedimento.

Articolo 5I DIRIGENTI

1. I Dirigenti provvedono al monitoraggio del rispetto dei tempi procedimentali e alla tempestiva eliminazione delle anomalie. I risultati del monitoraggio e delle azioni espletate sono resi disponibili nel sito web istituzionale del Comune.2. Essi informano tempestivamente il RPC in merito al mancato rispetto dei tempi procedimentali e di

qualsiasi altra anomalia accertata costituente la mancata attuazione del presente piano, adottando le azioni necessarie per eliminarle oppure proponendo al responsabile le azioni sopra citate ove non rientrino nella competenza normativa, esclusiva e tassativa dirigenziale.I dirigenti (o responsabili) monitorano, anche con controlli a campione tra i dipendenti adibiti alle attività a rischio di corruzione, i rapporti aventi maggior valore economico tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione oerogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione.

3. I dirigenti (o responsabili) adottano le seguenti misure: trasmettono entro il 31 ottobre di ogni anno al RPC le proprie proposte aventi ad oggetto l'individuazione

delle attività nelle quali è più elevato il rischio di corruzione, indicando le concrete misure organizzative da adottare dirette a contrastare il rischio rilevato (ponderazione e valutazione del rischio e misure di prevenzione);

svolgono attività informativa nei confronti del RPC, dei referenti e dell’autorità giudiziaria; verificano a campione le dichiarazioni sostitutive di certificazione e di atto notorio rese ai sensi degli artt.

46-49 del d.P.R. n. 445/2000; assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione; vigilano e provvedono al monitoraggio periodico in merito a:

- Rispetto del codice di comportamento dell’Ente;- Corretta applicazione delle misure di contrasto e prevenzione,

attivano tempestivamente le azioni correttive laddove vengano riscontrate mancanze o difformità nell’applicazione del piano e dei suoi contenuti;

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provvedono alla trasmissione annuale della dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità o incompatibilità, condizione per l’acquisizione dell’efficacia dell’incarico, da pubblicarsi sul link “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale;

provvedono alla trasmissione della relazione finale in merito alle attività svolte nel corso dell’anno, propedeutica alla stesura relazione annuale del RPCT;

svolgono incontri periodici tra dipendenti per finalità di aggiornamento sull’attività, circolazione delle informazioni e confronto sulle soluzioni gestionali;

regolano l’istruttoria dei procedimenti amministrativi e dei processi mediante circolari e direttive interne; attivano controlli specifici, anche ex post, su processi lavorativi critici ed esposti a rischio corruzione; aggiornano la mappa dei procedimenti con pubblicazione sul sito delle informazioni e della modulistica

necessari; rispettano l’ordine cronologico di protocollo delle istanze, dando disposizioni in merito; redigono gli atti in modo chiaro e comprensibile con un linguaggio semplice, dando disposizioni in

merito; adottano le soluzioni possibili per favorire l’accesso on line ai servizi con la possibilità per l’utenza di

monitorare lo stato di attuazione dei procedimenti; attivano i controlli specifici sulla utilizzazione da parte di soggetti che svolgono attività per conto

dell’ente di dipendenti cessati dal servizio, anche attraverso la predisposizione di una apposita autodichiarazione o l’inserimento di una clausola nei contratti (cd. Pantouflage);

implementano la sezione “Amministrazione trasparente” del sito dell’ente.4. Gli esiti delle attività e dei controlli di cui sopra sono trasmessi al RPC. 5. Responsabile dell’iscrizione ed aggiornamento dei dati nell’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti

(cd.RASA ) è la Dirigente S.U.A.P. dott.ssa Maria Grazia Blefari.

Articolo 6I REFERENTI

1. I referenti svolgono attività informativa nei confronti del RPC, affinchè questi abbia elementi e riscontri sulla intera organizzazione ed attività dell’amministrazione, e di costante monitoraggio sull’attività svolta dai dirigenti, con riferimento all’attuazione delle misure del piano, ivi compresi gli obblighi di rotazione del personale. Essi osservano le misure previste dal PTCP.

Articolo 7LA CONSULTA RPCT

1. Nel corso dell’anno 2019, alla luce del ruolo propulsivo e di supporto ai Comuni che Anac ha assegnato alle Città metropolitane nel PNA 2016, saranno poste in essere le procedure, già avviate dal dicembre 2018, per l’istituzione di una Consulta dei responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria, composta dai RPCT della Città Metropolitana e dei Comuni ricadenti nel territorio metropolitano ed eventualmente da altri Enti. La Consulta avrà come obiettivi l’individuazione di buone pratiche e la programmazione di attività come:

• analisi congiunta del contesto esterno, anche in raccordo con la Prefettura di Reggio Calabria;• individuazione delle aree comuni di rischio, anche per zone omogenee, al fine di proporre efficaci misure

di prevenzione;• attività di formazione prevista obbligatoriamente in materia di trasparenza e anticorruzione;• individuazione e proposta di buone pratiche, all’esito di un confronto tra le diverse realtà territoriali.

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Articolo 8PROCEDURE DI FORMAZIONE E ADOZIONE DEL PIANO

1. Entro il 31 Ottobre di ogni anno ciascun Dirigente di Settore, trasmette al Responsabile della prevenzione le proprie proposte aventi ad oggetto l'individuazione delle attività nelle quali è più elevato il rischio di corruzione, indicando, altresì, la ponderazione del rischio e le concrete misure organizzative da adottare dirette a contrastare il rischio rilevato. Qualora tali misure comportino degli oneri economici per l'ente, le proposte dovranno indicare la stima delle risorse finanziarie occorrenti.

2. Il Consiglio Metropolitano approva un documento di carattere generale (linee guida) sui contenuti che dovrà avere il piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, che verrà successivamente approvato con delibera del Sindaco metropolitano.

3. Entro la fine del mese di Gennaio il Responsabile della Prevenzione, previa consultazione degli stakeholders, anche sulla scorta delle indicazioni raccolte ai sensi del precedente comma e delle proposte avanzate dai Dirigenti di Settore, elabora il Piano di prevenzione della corruzione, recante l'indicazione delle risorse finanziarie e strumentali occorrenti per la relativa attuazione, e lo trasmette al Sindaco.

4. Il Sindaco metropolitano approva il Piano triennale della prevenzione della corruzione della trasparenza (PTPCT) entro il 31 gennaio di ciascun anno, salvo diverso altro termine fissato dalla legge. Detto Piano deve contenere gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione.

5. Il Piano, una volta approvato, pubblicato in forma permanente sul sito internet istituzionale dell'ente in apposita sottosezione all'interno di quella denominata “Amministrazione Trasparente”, salvo diverse indicazioni da parte dell'Anac .

6. Nella medesima sottosezione del sito viene pubblicata, a cura del Responsabile, entro il 15 dicembre di ciascun anno la relazione recante i risultati dell'attività svolta.

7. Il Piano può essere modificato anche in corso d'anno, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione, allorché siano state accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano rilevanti mutamenti organizzativi o modifiche in ordine all'attività dell'amministrazione ovvero quando se ne rilevi la necessità.

8. Per il presente Piano è stato pubblicato l’Avviso sul sito istituzionale dell’Ente dal 27/11/2018 per 30 giorni consecutivi con invito agli stakeholders a trasmettere, entro il 28/12/2018, osservazioni e/o proposte di cui tenere conto in fase di aggiornamento del Piano di prevenzione per la corruzione e la trasparenza per il triennio 2019/2021. Alla data di scadenza non sono pervenute osservazioni e/o segnalazioni.

Articolo 9ORGANISMI PARTECIPATI

1. Gli organismi partecipati dalla Città metropolitana sono tenuti ad introdurre e ad implementare adeguate misure organizzative e gestionali al fine di dare attuazione alla norme contenute nella legge 190/2012 e successive modifiche ed integrazioni ed alle disposizioni sulla trasparenza contenute nel D. Lgs. n° 33/2013 e successive modifiche ed integrazioni.

2. I suddetti organismi nominano il Responsabile del proprio Piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza. Essi sono tenuti al rispetto delle norme previste in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e a conformarsi alle deliberazioni e determinazioni adottate dall’ANAC ove agli stessi, anche indirettamente, riferibili.

3. La Città Metropolitana di Reggio Calabria esercita il controllo sulle società partecipate con le modalità previste dal vigente Regolamento sul controllo analogo e verifica, tramite l’Ufficio per il controllo analogo incardinato nel Settore Partecipate, il rispetto delle norme previste dalla legge in materia di trasparenza e di prevenzione della corruzione nonché la conformità alle specifiche determinazioni da parte di ANAC in materia di Società partecipate.

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PARTE SECONDA ATTIVITA’ A RISCHIO E MISURE DI PREVENZIONE

Articolo 10INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA' A RISCHIO

1. Costituiscono area di attività a maggior rischio di corruzione, quelle che implicano:A) Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetti economici diretti;B) Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico immediato e diretto per il destinatario (concessioni ed erogazioni di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed Enti pubblici e privati);C) Contratti pubblici (Selezione del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, nonché ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblico disciplinato dal d.lgs. n. 50/2016 e successive modifiche ed integrazioni);D) Acquisizione e progressione del personale.

2. A seguito di quanto rappresentato dall’Anac nella Determinazione 12/2015 di Aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione sono state individuate altre Aree con alto livello di probabilità di eventi rischiosi, che si aggiungono alle precedenti, e precisamente: E) Gestione delle entrate e delle spese;F) Gestione del patrimonio; G) Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;H) Affari legali e contenzioso;I) Incarichi e nomine 3. Per ciascuna delle aree di attività indicate al 1° comma, il Piano prevede nel successivo art. 8 : a) l'individuazione dei processi/ procedimenti da monitorare;b) la mappatura del rischio; c ) la valutazione del rischio per ciascun processo/procedimento (se alto, medio o basso);

d ) il trattamento del rischio con l'individuazione delle specifiche misure organizzative di prevenzione, ulteriori rispetto a quelle previste dal successivo articolo 7.

Articolo 11MISURE DI PREVENZIONE COMUNI A TUTTI I SETTORI A RISCHIO

Le misure di prevenzione di cui al presente piano costituiscono obiettivi strategici, anche ai fini della redazione del piano delle performance. Gli obiettivi contenuti nel PTPC sono assunti nel Piano della performance.A tal fine, l’OIV dell’Ente, in sede di valutazione degli obiettivi di performance individuale, valuta:

a) l’assolvimento da parte del Dirigente di Settore, degli obblighi imposti dal presente piano, ivi compresi gli obblighi di trasparenza;b) la sussistenza o meno, a carico del Dirigente di Settore e di ogni altro dipendente soggetto a valutazione, di una qualsiasi sanzione disciplinare definitivamente irrogata, nei cinque anni antecedenti, in violazione al Codice di Comportamento, previa comunicazione da parte dell’Ufficio Procedimenti disciplinari.

Al Dirigente o al dipendente al quale viene rilasciata una attestazione negativa in merito a quanto previsto supra a), ovvero che abbia subito una sanzione disciplinare di cui alla precedente lettera b), è applicata una congrua decurtazione, stabilita dal Sistema permanente di valutazione, di quanto dovuto a titolo di retribuzione di risultato o di salario accessorio per produttività.Oltre alle specifiche misure indicate nel successivo art. 8 si individuano, in via generale, per il triennio 2019-2021, le seguenti attività, valide per tutti i settori, finalizzate a contrastare il rischio di corruzione nei settori di cui al precedente articolo:

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A) Meccanismi di formazione e attuazione delle decisioniAi fini della massima trasparenza dell'azione amministrativa e dell'accessibilità totale, tutti i procedimenti concernenti le attività ad alto rischio di corruzione devono essere conclusi con provvedimenti espressi assunti nella forma della determinazione amministrativa ovvero nelle altre forme di legge (autorizzazioni, concessioni etc), salvo i casi in cui sia prevista la deliberazione del Sindaco o del Consiglio metropolitano.I provvedimenti conclusivi:- devono riportare in narrativa la descrizione del procedimento svolto, richiamando tutti gli atti prodotti, anche interni, per addivenire alla decisione finale.- devono essere sempre motivati con precisione, chiarezza e completezza, specificando i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'Amministrazione in relazione alle risultanze dell'istruttoria ed alle norme di riferimento.- devono essere redatti con stile il più possibile semplice e diretto per consentire a chiunque di comprendere appieno la portata di tutti i provvedimenti.- di norma il soggetto istruttore della pratica (Responsabile del procedimento) deve essere distinto dal titolare del potere di adozione dell'atto finale (dirigente).L'ordine di trattazione dei procedimenti, ad istanza di parte, è quello cronologico, fatte salve le eccezioni stabilite da leggi e regolamenti.Per i procedimenti d'ufficio si segue l'ordine imposto da scadenze e priorità stabilite da leggi, regolamenti, atti deliberativi, programmi, circolari, direttive, etc.Sussiste l’obbligo di astensione dall'adozione di pareri, di valutazioni tecniche, di atti endoprocedimentali e del provvedimento finale da parte del Responsabile del procedimento e del Dirigente che si trovino in situazioni nelle quali vi sia conflitto d'interessi anche potenziale.

B) Censimento dei procedimenti Entro il 30 APRILE 2019 ciascun Dirigente di Settore dovrà aggiornare, alla luce della nuova Macrostruttura approvata con Delibera Sindacale n° 09 del 28/01/2019, ai fini della relativa pubblicazione sul sito istituzionale, il censimento dei procedimenti di propria competenza con indicazione delle seguenti informazioni previste dall’art. 35 del D. Lgs. n° 33/2013: a) una breve descrizione del procedimento con indicazione di tutti i riferimenti normativi utili; b) l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria; c) l'ufficio, unitamente ai recapiti telefonici e alla casella di posta elettronica istituzionale, nonché, ove diverso, l'ufficio competente all'adozione del provvedimento finale, con l'indicazione del nome del responsabile dell'ufficio, unitamente ai rispettivi recapiti telefonici e alla casella di posta elettronica istituzionale; d) per i procedimenti ad istanza di parte, gli atti e i documenti da allegare all'istanza e la modulistica necessaria, compresi i fac-simile per le autocertificazioni, nonché gli uffici ai quali rivolgersi per informazioni, gli orari e le modalità di accesso con indicazione degli indirizzi, dei recapiti telefonici e delle caselle di posta elettronica istituzionale, a cui presentare le istanze; e) le modalità con le quali gli interessati possono ottenere le informazioni relative ai procedimenti in corso che li riguardino; f) il termine fissato in sede di disciplina normativa del procedimento per la conclusione con l'adozione di un provvedimento espresso e ogni altro termine procedimentale rilevante; g) i procedimenti per i quali il provvedimento dell'amministrazione può essere sostituito da una dichiarazione dell'interessato, ovvero il procedimento può concludersi con il silenzio assenso dell'amministrazione; h) gli strumenti di tutela, amministrativa e giurisdizionale, riconosciuti dalla legge in favore dell'interessato, nel corso del procedimento e nei confronti del provvedimento finale ovvero nei casi di adozione del provvedimento oltre il termine predeterminato per la sua conclusione e i modi per attivarli; i) il link di accesso ai servizi on line, ove già disponibili in rete;

l) le modalità per l’effettuazione dei pagamenti eventualmente necessari;

m) il nome del soggetto a cui è attribuito, in caso di inerzia, il potere sostitutivo, nonché le modalità per attivare tale potere, con indicazione dei recapiti telefonici e delle caselle di posta elettronica istituzionale;

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C) Meccanismi di controllo delle decisioni e di monitoraggio dei termini di conclusione dei procedimentiSalvi i controlli previsti dai regolamenti adottati ai sensi e per gli effetti di cui al D.L. n. 174/2012, convertito in legge n. 213/2012, con cadenza semestrale i referenti individuati ai sensi del precedente art. 2, comma 4, dal Responsabile della prevenzione della corruzione, comunicano a quest'ultimo, con cadenza semestrale (Giugno e Dicembre 2018) ai fini della relativa pubblicazione su "Amministrazione trasparente" un Report indicante, per le attività a rischio afferenti il settore di competenza:

il numero dei procedimenti per i quali non sono stati rispettati gli standard procedimentali di cui alla precedente lett. A);

il numero dei procedimenti per i quali non sono stati rispettati i tempi di conclusione dei procedimenti e la percentuale rispetto al totale dei procedimenti istruiti nel periodo di riferimento;

la segnalazione dei procedimenti per i quali non è stato rispettato l'ordine cronologico di trattazione.

D) Monitoraggio dei rapporti, in particolare quelli afferenti i settori di cui al precedente art. 4, tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere.

Con cadenza semestrale i Referenti comunicano al Responsabile della prevenzione un Report circa il monitoraggio delle attività e dei procedimenti a rischio del settore di appartenenza, verificando, anche sulla scorta dei dati ricavabili dai questionari sottoposti al personale dipendente di cui alla successiva lettera F), eventuali relazioni di parentela o affinità fino al secondo grado, sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti dei soggetti che con l'Ente stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere e i Responsabili di Settore e i dipendenti, che hanno parte, a qualunque titolo, in detti procedimenti.

E) FORMAZIONE DEL PERSONALE E SUPPORTO AI COMUNI

La scelta del personale da assegnare ai settori individuati a rischio deve prioritariamente ricadere su quello appositamente selezionato e formato.A tal fine, entro il 30 Novembre di ogni anno, i Dirigenti di Settore propongono al Responsabile della Prevenzione della Corruzione i nominativi del personale da inserire nei programmi di formazione da svolgere nell'anno successivo, ai fini dell'assegnazione nei settori a rischio.La partecipazione al Piano di formazione da parte del personale selezionato e da parte dei Dirigenti di Settore rappresenta un'attività obbligatoria.La formazione, tenendo conto delle risorse finanziare a disposizione, dovrà riguardare tutti i soggetti che, a vario titolo, partecipano alla formazione ed attuazione delle misure di prevenzione previste dal Piano e, in particolare il Responsabile della prevenzione della corruzione, i Referenti, i Dirigenti, gli Organi di indirizzo, i componenti della struttura di supporto, i Responsabili dei servizi e degli uffici, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Il Responsabile della prevenzione della corruzione definisce procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione sulle materie di cui al presente documento a più elevato rischio di corruzione ed, in generale, sui temi dell'etica e della legalità , compatibilmente con i tempi di attivazione dei percorsi formativi da parte dei soggetti istituzionalmente preposti alla formazione del personale degli Enti Locali e fatta salva ogni specifica indicazione che in merito perverrà sulla base delle intese ex art.1 comma 60 della L.n.190/2012. A tal fine, giusta Determinazione dirigenziale n° 3519 del 31/12/2018 è stato previsto che, per l’anno 2019, previo accordo con l’Università Tor Vergata di Roma, sarà erogata la formazione in materia di anticorruzione sia a carattere generale (Legge 190/2012, codice di comportamento, d. lgs. 39/2013, D. Lgs. n° 33/2013, whislteblowing, etc) sia di carattere specialistico per dirigenti, referenti, responsabile anticorruzione, ufficio a supporto RPC, OIV. Tale attività formativa sarà estesa a tutti i Comuni dell’Area Metropolitana, nell’ambito dell’obbligo che il PNA 2016 assegna alle Città Metropolitane di supporto ai comuni in ordine alle seguenti materie di comune interesse: analisi del contesto esterno, individuazione delle aree a rischio, formazione su anticorruzione e trasparenza, inquadrandosi la stessa nell’ambito delle attività di competenza della istituenda CONSULTA dei RPCT dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria.

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L'individuazione dei partecipanti per ciascuna iniziativa formativa sarà, a seconda delle materie, autorizzata dai Dirigenti di Settore. Dovrà comunque essere garantita a tutti la possibilità di partecipare a corsi di formazione e pertanto si dovrà adottare un criterio di rotazione nella scelta del dipendente da autorizzare, tenuto conto della materia trattata.

Si dovranno, altresì, prediligere corsi di formazione inerenti materie che siano state oggetto di recenti e importanti modifiche o novità normative, la cui complessità sia tale da richiedere approfondimenti nonchè in relazione a particolari esigenze d'ufficio o situazioni contingenti comunicate anche dai Dirigenti di Settore. L'Ente dovrà garantire, con riferimento all'applicazione del principio di rotazione, una adeguata formazione ai dirigenti cui vengono assegnati nuovi incarichi ed ai dipendenti che vengono adibiti allo svolgimento di altre attività. La formazione, tenendo conto delle risorse finanziare a disposizione, dovrà riguardare tutti i soggetti che, a vario titolo, partecipano alla formazione ed attuazione delle misure di prevenzione previste dal Piano e, in particolare il Responsabile della prevenzione della corruzione, i Dirigenti, i Referenti, gli Organi di indirizzo, i componenti della struttura di supporto, i Responsabili dei servizi e degli uffici, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Il bilancio di previsione per l'anno 2019 dovrà prevedere gli opportuni interventi di spesa finalizzati a garantire la formazione di cui al presente documento.Dovranno, altresì, essere privilegiati i Corsi di formazione organizzati da Associazioni, Enti di formazione, Società che prevedono la partecipazione gratuita per gli Enti aderenti ovvero il pagamento in misura ridotta.

Il Responsabile per la prevenzione della corruzione sovrintende alla programmazione delle suddette attività di formazione nelle materie dell’anticorruzione e della trasparenza.

F) ROTAZIONE DEL PERSONALE

Il personale impiegato nei settori a rischio deve, ove possibile, essere sottoposto a rotazione periodica, secondo un intervallo compreso tra tre e cinque anni, salvaguardando comunque l'efficienza e la funzionalità degli uffici. Alla rotazione periodica in un intervallo compreso tra tre e cinque anni è soggetto anche il personale dirigente.

L'attuazione della rotazione richiede un'adeguata programmazione che tenga conto dell'individuazione delle aree maggiormente esposte a rischio, dell'esigenza di garantire continuità ed efficacia all'azione amministrativa e del coordinamento con adeguate e preventive fasi di formazione del personale. Essa va calibrata in relazione alle peculiari caratteristiche della struttura organizzativa e della dotazione organica dell’Ente, tenendo conto di un criterio di gradualità per mitigare l'eventuale rallentamento dell'attività amministrativa ordinaria.

A tal fine ogni Dirigente di Settore, comunica al Responsabile della prevenzione della corruzione, annualmente, entro il 30 Settembre, il piano di rotazione relativo al Settore di competenza.

Nel piano devono essere indicati per ciascun dipendente interessato il tempo di permanenza nello specifico ruolo/funzione considerati a rischio. La maggior durata dell'incarico ricoperto rappresenta un criterio di priorità nell'individuazione del personale da sottoporre a rotazione.

La rotazione deve comunque essere applicata correttamente in un quadro di elevazione delle capacità professionali complessive dell'Amministrazione senza determinare inefficienze e malfunzionamenti, per cui va accompagnata da adeguati percorsi di formazione che consentano una riqualificazione professionale. Essa non risulta possibile nei casi in cui la legge richiede una specifica qualifica professionale, correlata a determinati titoli od iscrizione ad albi professionali, nonché nei casi di figure infungibili. In tale ultimo caso saranno adottate dall’ente, su proposta del dirigente interessato, ulteriori ed aggiuntive misure di prevenzione del rischio corruttivo (a titolo esemplificativo intensificazione delle forme di controllo interno, implementazione attività di verifica dei tempi di conclusione dei procedimenti ovvero del rispetto dell'ordine cronologico di trattazione delle pratiche).

Si dà corso alla rotazione straordinaria dei dirigenti e dei dipendenti nel caso in cui siano avviati nei loro confronti procedimenti disciplinari e/o penali per fatti che siano ascrivibili a condotte di natura

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corruttiva. Ferma restando la possibilità di adottare la sospensione del rapporto, l’Amministrazione procede per il personale dirigenziale, con atto motivato, alla revoca dell’incarico in essere e il passaggio ad altro incarico ai sensi dell’art. 16 comma 1 lett. l) quater del d. lgs. n° 165/2001. Analoga misura è adottata per il personale non dirigenziale, da parte del Dirigente di Settore e UOA competente, con assegnazione ad altro servizio ai sensi del citato art. 16.

La rotazione è qualificata come potere gestionale datoriale e, come tale, l’unica relazione sindacale formale prevista è quella dell’informazione successiva.

G) INCOMPATIBILITA’ ED INCONFERIBILITA’ - OBBLIGO DI ASTENSIONE E SEGNALAZIONE CONFLITTO DI INTERESSI

1. Ai sensi dell’art. 35-bis del d.lgs. 165/2001, così come introdotto dall’art. 46 della L. 190/2012, coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale:

a) non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi;b) non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati;

c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere.2. Il dipendente, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, è tenuto a comunicare – non appena ne viene a conoscenza – al Responsabile della prevenzione, di essere stato sottoposto a procedimento di prevenzione ovvero a procedimento penale per reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale.3. Ai sensi dell’art. 6-bis della L. n. 241/90, così come introdotto dall’art.1, comma 41, della L. 190/2012, il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale, ai loro superiori gerarchici. I Dirigenti di Settore formulano la segnalazione riguardante la propria posizione al Segretario Generale ed al Sindaco.4. Quale misura di prevenzione per il conflitto di interessi, ciascun Dirigente dovrà riportare in calce ai provvedimenti (concessione, autorizzazione, determinazione dirigenziale) e comunque in calce ad altre tipologie di atti che implicano un processo decisionale (es. ordini di servizio) la dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi, così come prevista dalla legge e dai codici di comportamento 5. A tutti i dipendenti in servizio presso la Città Metropolitana di Reggio Calabria è sottoposto, con cadenza annuale, a cura del Dirigente di riferimento, un questionario, ove dovranno essere indicati e attestati ai sensi e per gli effetti di cui al D.P.R. 445/00:

a) i rapporti di collaborazione, sia retribuiti che a titolo gratuito, svolti nell’ultimo quinquennio e se sussistono ancora rapporti di natura finanziaria o patrimoniale con il soggetto per il quale la collaborazione è stata prestata;b) se e quali attività professionali o economiche svolgono le persone con loro conviventi, gli ascendenti e i discendenti e i parenti e gli affini entro il secondo grado;c) eventuali relazioni di parentela o affinità fino al secondo grado, sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti dei soggetti che con l'Ente stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, limitatamente agli ambiti di lavoro di competenza.

6. I dati acquisiti dai questionari avranno in ogni caso carattere riservato, nel rispetto di quanto previsto in materia di tutela della privacy. Sarà cura di ciascun Dirigente di Settore adottare, nel caso in cui si ravvisino possibili conflitti d’interessi, le opportune iniziative in sede di assegnazione dei compiti d'ufficio, ai sensi dell’art. 53, comma 5, del d.lgs. n. 165/2001, così come modificato dall’art. 1, comma 42, della L. 190/2012.I questionari compilati da parte dei Dirigenti di Settore sono trasmessi al Sindaco ed al RPC ai fini delle valutazioni ai sensi del predetto articolo.

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7. Restano ferme le disposizioni previste dal D.Lgs. 165/2001 in merito alle incompatibilità dei dipendenti pubblici, e in particolare l’art. 53, comma 1 bis, relativo al divieto di conferimento di incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale (cioè competenti in materia di reclutamento, trattamento e sviluppo delle risorse umane) a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni.8.A tutto il personale dirigente e non dirigente dell’Ente, indipendentemente dalla categoria e dal profilo professionale, si applica il “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs. n. 165/2001, come sostituito dall’art.1, comma 44, della L. n. 190/2012 ed il codice di comportamento integrativo approvato dalla Giunta Provinciale con deliberazione n° 15 del 12 febbraio 2014. La violazione del codice di comportamento costituisce illecito disciplinare.9. Tutti i dirigenti e dipendenti dell’ente, all’atto dell’assunzione e, per quelli in servizio, con cadenza annuale, sono tenuti a conoscere e prendere atto del piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza in vigore, pubblicato sul sito istituzionale dell’ente.10. Il personale dipendente, dirigente e non dirigente, è impegnato a dare applicazione alle previsioni dettate dalla normativa per la prevenzione della corruzione e dal presente piano. La mancata applicazione di tali previsioni costituisce, fatta salva la maturazione di forme di altre forme di responsabilità, violazione disciplinare.

11.I dipendenti devono astenersi, ai sensi dell'art. 6-bis della Legge n. 241/1990 e del DPR n. 62/2013, in caso di conflitto di interessi, anche potenziale, segnalando tempestivamente ai Dirigenti di Settore ogni situazione di conflitto, anche potenziale; i Dirigenti devono astenersi in caso di conflitto di interesse e, a tal fine, inseriscono la dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce alle autorizzazioni, concessioni, ordini di servizio ed altre tipologie di atti che implicano un processo decisionale. Segnalano, ove ricorrano, tali situazioni al Sindaco ed al Responsabile della prevenzione della corruzione.

12.I dipendenti che svolgono la propria attività nell’ambito di quelle ad elevato rischio di corruzione informano il proprio dirigente in merito al rispetto dei tempi procedimentali e a qualsiasi anomalia accertata, segnalando in particolare l’eventuale mancato rispetto dei termini o l’impossibilità di eseguire i controlli nella misura e tempi prestabiliti, spiegando le ragioni del ritardo.

13.All'atto del conferimento degli incarichi di Dirigente di Settore, i Dirigenti incaricati sono tenuti a rendere apposita dichiarazione, nei termini ed alle condizioni di cui all'art. 46 del D.P.R. n. 445/2000, circa la sussistenza di eventuali condizioni ostative, ai sensi dell'art. 20 del d.lgs. n. 39 del 2013. In conformità alle Linee guida adottate dall'Anac con determinazione n° 833 del 03/08/2016 nella dichiarazione deve essere riportata l'elencazione di tutti gli incarichi ricoperti del soggetto che si vuole nominare nonché delle eventuali condanne subite per i reati commessi contro la Pubblica Amministrazione. Su dette dichiarazioni verranno effettuate le verifiche, a campione, circa la sussistenza di cause di inconferibilità e/o incompatibilità. La verifica si effettua mediante richiesta del certificato del Casellario Giudiziale alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di riferimento. 14.La dichiarazione deve essere pubblicata sul sito istituzionale dell'ente nella sezione “Amministrazione Trasparente” - sottosezione “incarichi Amministrativi di vertice”, a cura del Dirigente del Settore I.15.Oltre che all'atto del conferimento dell'incarico di Dirigente di Settore, la predetta dichiarazione deve essere resa con cadenza annuale.16. I Dirigenti di Settore hanno l'obbligo di “comunicare le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolgono” nonché l'obbligo di dichiarare se hanno “parenti e affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che dovranno dirigere o che siano coinvolti nelle decisioni o nelle attività inerenti l'ufficio”.17. La legge n° 190/2012 ha integrato l'art. 53 del D. Lgs. N° 165/2001 con l'inserimento di un nuovo comma 16 ter che vieta ai dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, di svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è

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fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti. Pertanto, al fine di evitare tale rischio, ciascun contraente od appaltatore dell'ente, all'atto della sottoscrizione del contratto dovrà rendere una dichiarazione, ai sensi del D.P.R. n° 445/2000 circa l'inesistenza di contratti di lavoro o rapporti di collaborazione vietati a norma dell'art. 16 ter del D. Lgs. N° 165/2001 e succ. mod. ed int.

H) PROTOCOLLO DI LEGALITA’

La Città Metropolitana di Reggio Calabria provvede all’inserimento, nei bandi di gara, delle clausole previste nel protocollo di legalità, sottoscritto in data 05/07/2011, tra la Provincia di Reggio Calabria e la Prefettura di Reggio Calabria ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici.

Nell’anno 2019 si dovrà provvedere all’aggiornamento del protocollo di legalità a cura del dirigente SUAM, d’intesa con il RPC e la Prefettura di Reggio Calabria.

L’attività di regolare esecuzione delle opere pubbliche si avvarrà anche della realizzazione con la Prefettura di Reggio Calabria del sistema “Sciamano” secondo il protocollo approvato con deliberazione di Giunta Provinciale n° 96 del 07/06/2013. Detto sistema consente di attivare un controllo informatizzato in tempo reale sui cantieri aperti di maggiore interesse, che contribuirà ad evidenziare anomalie nella fase di esecuzione delle opere.

I) PORTALE GARE TELEMATICHE

La Città Metropolitana di Reggio Calabria provvede ad effettuare le procedure di aggiudicazione di lavori pubblici mediante il sistema delle gare telematiche per lavori, servizi e forniture, secondo le prescrizioni del Regolamento dell’Ente approvato con deliberazione consiliare n° 16 del 12/03/2013. Il portale dedicato è accessibile dal sito istituzionale dell’Ente nell’area “Portale gare telematiche”.

L) MONITORAGGIO PROCEDURE DEI LAVORI PUBBLICI.

L’Ente è dotato di una piattaforma web che gestisce l’iter delle opere pubbliche e degli interventi di manutenzione sul patrimonio della Città metropolitana. Tale strumento rende possibile il monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori da parte dell’organo di governo e della Dirigenza, che potrà, conseguentemente, evidenziare eventuali anomalie o carenze nella fase di esecuzione delle opere.

Il Referente unico della banca dati delle Amministrazioni pubbliche (BDAP) per l’inserimento dei dati relativi al monitoraggio delle opere pubbliche è individuato nel Dirigente del Settore 10 – Lavori pubblici.

Art. 12GESTIONE DEL RISCHIO

Per ciascuna Area individuata all’art. 6 sono state individuate i procedimenti a rischio con relativa graduazione/valutazione dello stesso e le misure di prevenzione anche ulteriori rispetto a quelle generali di cui all’art. 7

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A) PROVVEDIMENTI AMPLIATIVI DELLA SFERA GIURIDICA DEI DESTINATARI PRIVI DI EFFETTO ECONOMICO DIRETTO.

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Rilascio/Diniego/revoca di autorizzazioni in materia di Turismo

- Eccessiva discrezionalità nella individuazione del destinatario della autorizzazione.- Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Abuso di procedimenti di rinnovo, proroga, revoca.- Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi; - Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000- Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. - Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Rilascio/Diniego/revoca di autorizzazioni in materia di Agricoltura Caccia e pesca

- Eccessiva discrezionalità nella individuazione del destinatario della autorizzazione - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Abuso di procedimenti di rinnovo, proroga, revoca. Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Rilascio/Diniego/revoca di autorizzazioni in materia di Viabilità e trasporti

- Eccessiva discrezionalità nella individuazione del destinatario della autorizzazione - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Abuso di procedimenti di rinnovo, proroga, revoca. Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. Dichiarazione, in calce al

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provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Rilascio/Diniego/revoca di autorizzazioni in materia di lavoro

- Abuso nell’adozione dei provvedimenti al fine di favorire determinati soggetti. - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- - Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000richieste per l’inserimento in graduatorie.Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Rilascio/Diniego/revoca di concessioni demaniali

- Abuso nell’adozione dei provvedimenti al fine di favorire determinati soggetti. - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Autorizzazioni ambientali per impianti produttivi

- Abuso nell’adozione dei provvedimenti al fine di favorire determinati soggetti. - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa

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l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

Rilascio concessioni o autorizzazioni di qualsiasi altra tipologia (ad es. in materia di turismo, apertura B&B)

- Abuso nell’adozione dei provvedimenti al fine di favorire determinati soggetti. - Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; Monopolio decisionale

Medio - Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Definizione dei criteri e requisiti generali e pubblicazione sul sito istituzionale degli stessi.- Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. - Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

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B) PROVVEDIMENTI AMPLIATIVI DELLA SFERA GIURIDICA DEI DESTINATARI CON EFFETTO ECONOMICO DIRETTO.

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Tutti i provvedimenti aventi ad oggetto sovvenzioni, contributi e sussidi a persone fisiche e a persone giuridiche pubbliche e private

- Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti; - Previsione di requisiti “personalizzati” al fine di favorire candidati o soggetti particolari;- Mancata previsione a priori dei criteri e delle modalità previsti per l’accesso al beneficio e/o mancata pubblicazione degli stessi.

Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.Predeterminazioni dei criteri di scelta per l’erogazione dei vantaggi.- Adozione di adeguate misure di pubblicizzazione della possibilità di accesso alle opportunità pubbliche e dei relativi criteri di scelta.- Predisposizione di atti adeguatamente motivati r di chiara e puntuale formulazione. - Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000.- Rispetto dei regolamenti interni e/ aggiornamento degli stessi.- Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi- Sospensione dell’attribuzione di contributi nei 30 giorni antecedenti e successivi alla data delle consultazioni elettorali politiche, regionali ed amministrative.

Incarichi professionali all’esterno(Trasversale per tutti i Settori)

- Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti; - Previsione di requisiti “personalizzati” al fine di favorire candidati o soggetti particolari;

Alto - Preventiva verifica di eventuale presenza di professionalità interne all’Ente; - Pubblicazione sul sito istituzionale degli avvisi di selezione o manifestazioni di interesse con predeterminazione di criteri oggettivi;- Tenuta di Albo aggiornato od Elenco aggiornato di professionisti in possesso dei prescritti requisiti. - Adozione di misure in materia di inconferibilità e/o incompatibilità degli incarichi ai sensi del D. Lgs. n° 39/2013(obbligo della

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dichiarazione al momento del conferimento incarico).- Obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse. - Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi

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C) CONTRATTI PUBBLICIPROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE

DEL RISCHIOMISURE DI PREVENZIONE

DELLA CORRUZIONEProgrammazione di lavori, servizi e forniture

- Definizione di fabbisogni non rispondente a criteri di efficienza, efficacia economicità;- Ritardo o mancata approvazione degli strumenti di programmazione per acquisizione di lavori, servizi e forniture;

Alto - Obbligo di adeguata motivazione in fase di programmazione sulla base di esigenze effettive e documentate da parte degli uffici richiedenti;- Obbligo di programmazione annuale di servizi e forniture;- Controllo periodico in ordine alle future scadenze contrattuali, al fine di evitare il ricorso a proroghe;

Progettazione - Nomina di RUP in rapporto di contiguità con imprese concorrenti;- Fuga di notizie circa procedure di gara non ancora pubblicate al fine di favorire alcuni operatori economici;- Improprio utilizzo di sistemi di affidamento, di procedure negoziate ed affidamenti diretti per favorire un dato operatore;

Alto Previsione di procedure interne che individuino criteri di rotazione nella nomina del RUP ed atte a rilevare l’assenza del conflitto di interesse in capo allo stesso - Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza; Obbligo di motivazione nella determina a contrattare in ordine alla scelta della procedura da adottarsi;

Selezione del contraente con specifico riguardo alle procedure negoziate, affidamenti diretti previsti dal D. Lgs. n° 50/2016

- Definizione dei requisiti di accesso alla gara e dei requisiti tecnico – economici al fine di favorire una determinata impresa - Uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa finalizzato a favorire un’impresa; - Utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge;- carente esplicitazione degli elementi essenziali del contratto; - Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti; - Previsione di requisiti “personalizzati” al fine di favorire candidati o soggetti

Alto - Utilizzo dei bandi - tipo approvati da ANAC. - Espressa previsione negli avvisi, nei bandi di gara e nelle lettere - invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità costituisce causa di esclusione.- Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.- Dichiarazione, in calce al provvedimento, circa l’insussistenza di situazioni di conflitto di interessi- Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara e puntuale formulazione. - Presenza di più incaricati nell’espletamento degli atti istruttori, ferma restando la responsabilità del

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particolari; procedimento in capo ad un unico dipendente. - Ricorso al mercato elettronico (MEPA) ed alle Convenzioni quadro stipulate da Consip nei casi previsti dalla legge. - Applicazione del protocollo di legalità. - Programma annuale per l'acquisizione di servizi e forniture.

Affidamento lavori di urgenza e provvedimenti di somma urgenza

- Uso distorto della norma finalizzato a favorire un’impresa; Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali;

Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara e puntuale formulazione. - Intensificazione controlli a campione sulle dichiarazioni sostitutive di certificazioni e di atto notorio rese ai sensi del DPR 445/2000.- Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte del RUP e del Dirigente..- Verifica dell’assolvimento dell’obbligo di trasmissione all’ANAC da parte del dirigente competente. - Registro annuale degli affidamenti effettuati con la procedura della somma urgenza da pubblicare sul sito istituzionale/Amm.ne trasparente recante le seguenti informazioni: - Estremi del provvedimento;- Oggetto della fornitura;- Operatore economico affidatario;- Importo impegnato e liquidato

Verifica aggiudicazione e stipula contratto

- Alterazione od omissione dei controlli e delle verifiche al fine di favorire un aggiudicatario privo dei requisiti;- Mancata od incompleta effettuazione delle comunicazioni inerenti le

Medio - Alto - Check list di controllo sul rispetto degli adempimenti e formalità di comunicazione previsti dal Codice;- Fissazione di un termine per la pubblicazione dei risultati della procedura di aggiudicazione

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esclusioni e le aggiudicazioni di cui al Codice dei contratti

Esecuzione del contratto - Mancata o insufficiente verifica dell’effettivo stato avanzamento lavori al fine di evitare l’applicazione di penali o la risoluzione del contratto;- Approvazione di modifiche sostanziali degli elementi del contratto definiti nel bando di gara o nel capitolato d’oneri

Alto - Check list relativa alla verifica dei tempi di esecuzione del contratto;- Controllo sull’applicazione di eventuali penali per il ritardo;- Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte dei soggetti coinvolti (direttore dell’esecuzione, Rup, etc.);

Varianti in corso di esecuzione del contratto

- Ammissione ingiustificata di varianti in corso di esecuzione al fine di favorire l’appaltatore;- Motivazione illogica o incoerente del provvediemnto di variante con riferimento ai requisiti richiesti dalla legge;

Alto - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara e puntuale formulazione con riferimento ai presupposti previsti dalla legge per la legittimità delle varianti.- Verifica dell’assolvimento dell’obbligo di trasmissione all’ANAC. Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte dei soggetti coinvolti (direttore dell’esecuzione, Rup, etc.);

Rendicontazione del contratto

- Alterazioni od omissioni nelle attività di controllo al fine di perseguire interessi privati;- Attribuzione dell’incarico di collaudo a soggetti compiacenti per ottenere il certificato di collaudo anche in assenza dei requisiti

Alto - Predisposizione e pubblicazione di elenchi aperti di professionisti in possesso dei requisiti per la nomina di collaudatore, applicando il principio della rotazione.- Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi da parte del collaudatore nominato.

Transazioni, accordi bonari ed arbitrati previsti dal Codice dei contratti

- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Abuso nell'utilizzo dei rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali finalizzato a riconscere all'appaltatore somme superiori a quelle spettanti.

Alto - Obbligo di astensione nel caso di conflitto di interessi.-Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte dei soggetti coinvolti

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D) ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Reclutamento del personale

- Previsione di requisiti “personalizzati” in bandi e/o Avvisi al fine di favorire determinati candidati -Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti; - Irregolare composizione della Commissione finalizzata al reclutamento di candidati particolari.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara e puntuale formulazione. - Presenza di più incaricati nell’espletamento degli atti istruttori, ferma restando la responsabilità del procedimento in capo ad un unico dipendente. - Specifico avviso per la raccolta delle candidature relative a indizione di selezioni. - Estrazione a sorte dei nominativi, tra le candidature pervenute, per la composizione definitiva della Commissione esaminatrice. - Acquisizione da parte dei componenti della Commissione di non trovarsi in rapporti di lavoro o di parentela o affinità con i partecipanti al concorso ovvero in situazioni di conflitto di interesse.

Progressioni economiche o di carriera

- Previsione di requisiti “personalizzati” in bandi e/o Avvisi al fine di favorire determinati candidati - Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati dipendenti/candidati; - Irregolare composizione della Commissione finalizzata al reclutamento di candidati particolari.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara e puntuale formulazione. - Puntuale applicazione della normativa e predisposizione di apposito Regolamento interno.- Specifico avviso per la raccolta delle candidature relative a indizione di selezioni. - Estrazione a sorte dei nominativi, tra le candidature pervenute, per la composizione definitiva della Commissione. - Previsione di criteri selettivi compatibilmente con la professionalità richiesta. - Acquisizione da parte dei componenti della Commissione di non trovarsi in rapporti di lavoro o di parentela o affinità con i partecipanti al concorso ovvero in situazioni di conflitto di interesse.

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E) GESTIONE DELLE ENTRATE E DELLE SPESE

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Riscossione entrate tributarie

- Mancata verifica della regolarità/congruità delle entrate da esigere/riscuotere al fine di agevolare determinati soggetti.- Uso distorto e manipolato della discrezionalità al fine di favorire determinati soggetti o risultati; - Scelta arbitraria dei soggetti da controllare.- Indebito riconoscimento di agevolazioni, esenzioni, riduzioni, etc.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Previsione a priori dei criteri sulla base dei quali effettuare il controllo e delle attività da svolgere. - Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli.- Applicazione Regolamenti interni sulla materia ovvero aggiornamento degli stessi

Riscossione entrate extratributarie (Canoni locativi; canoni concessori)

- Mancata verifica della regolarità/congruità delle entrate da esigere/riscuotere al fine di agevolare determinati soggetti.- Uso distorto e manipolato della discrezionalità al fine di favorire determinati soggetti o risultati; - Scelta arbitraria dei soggetti da controllare.- Indebito riconoscimento di agevolazioni, esenzioni, riduzioni, etc.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Previsione a priori dei criteri sulla base dei quali effettuare il controllo e delle attività da svolgere. - Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli.Applicazione Regolamenti interni sulla materia ovvero aggiornamento degli stessi

Gestione delle spese

- Liquidazione e pagamento di somme non dovute al fine di favorire determinati soggetti.- Pagamenti effettuati senza rispetto dell’ordine cronologico al fine di agevolare determinati soggetti. - Mancata verifica Equitalia

- Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi- Pubblicazione sul sito istituzionale dell’attestazione su tempi medi di pagamento. - Possibilità da parte dei creditori di accedere alle informazioni sullo stato della procedura dei pagamenti.

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F) GESTIONE DEL PATRIMONIO

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA

CORRUZIONE

Alienazioni e acquisti immobiliari

- Abuso nella determinazione del valore degli immobili e nella determinazione delle condizioni di acquisto - Ricorso ad acquisti immobiliari fuori dai casi consentiti dalla legge eludendo i principi di trasparenza, pubblicità e concorrenza al solo scopo di favorire determinati beneficiari.

MEDIO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. - Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza. - Previsione a priori di criteri oggettivi. - Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. - Ricognizione di tutto il patrimonio immobiliare.

Locazioni attive e passive – Comodati d’uso – Concessioni beni immobili a terzi

- Abuso nella definizione dei criteri di accesso e nella determinazione dei canoni di locazione allo scopo di favorire determinati soggetti. - Ricorso a contratti di locazione non rispondenti alle esigenze di contenimento della spesa pubblica al solo scopo di favorire determinati soggetti.- Mancato controllo e mancata azione di recupero dei canoni pregressi dai locatari allo scopo di favorire questi ultimi

MEDIO - ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.- Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza. - Previsione a priori di criteri oggettivi. - Coinvolgimento di più soggetti nel procedimento con rotazione dei ruoli. - Ricognizione di tutto il patrimonio immobiliare al fine di valutare la necessità del ricorso a locazioni passive e la dismissione di quelle esistenti.

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G) CONTROLLI, VERIFICHE, ISPEZIONI E SANZIONI

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA

CORRUZIONE

Controlli ambientali, paesaggistici, della Polizia Metropolitana su esercizio di attività/utilizzo di beni di proprietà dell’ente

Sanzioni.

Abusi, ritardi od omissioni nell’attività di controllo al fine di favorire determinati soggetti.- Abusi nella determinazione delle sanzioni al fine di favorire determinati soggetti.-Tardiva attivazione delle procedure sanzionatorie al fine di favorire determinati soggetti.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.-Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte dei soggetti coinvolti. - Previsione a priori dei criteri sulla base dei quali effettuare il controllo e delle attività da svolgere. - Coinvolgimento di più soggetti delle verifiche in sede di controllo. - Standardizzazione delle procedure mediante la redazione di apposite check – list in materia di controlli

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H) AFFARI LEGALI E CONTENZIOSO

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

Nomina degli Avvocati esterni per la rappresentanza in giudizio dell’Ente

- Inosservanza di regola procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti. - Uso distorto della discrezionalità al fine di favorire determinati soggetti o di favorire determinati risultati.

ALTO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.-Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza.- Preventiva verifica interna e adeguata motivazione nei casi di incarico legale all’esterno. - Garantire i principi di rotazione, parità di trattamento, concorrenza, etc. previsti dal Codice dei contratti sulla materia. - Predisposizione di atti adeguatamente motivati e di chiara, sintetica e puntuale formulazione. - Applicazione delle linee guida approvate dal Sindaco metropolitano con delibera n° 50/2017 - Approvazione di apposito Regolamento per la disciplina degli incarichi legali alla luce delle Linee - guida dell’Amministrazione Metropolitana.- Pubblicazione sul sito istituzionale/Amm.ne trasparente dell’Elenco degli incarichi legali conferiti all’esterno con le seguenti informazioni: - Estremi del provvedimento;- Autorità giudiziaria;- Valore della controversia;- Legale incaricato;- Importo impegnato e liquidato

Liquidazione parcelle Avvocati esterni

- Mancata verifica della regolarità delle prestazioni e della documentazione comprovante l’attività difensiva correlata alla liquidazione;

MEDIO - Puntuale applicazione del D.M. in materia di parcelle Avvocati e delle Linee guida in materia emanate con delibera del Sindaco metropolitano;- Monitoraggio sul rispetto dei termini previsti dalla

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legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti;- rispetto dell’ordine cronologico di trattazione delle pratiche.- Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. - Dichiarazione di insussistenza di conflitto di interessi in calce ai provvedimenti di competenza da parte dei soggetti coinvolti

Mediazioni negoziate ex D.L. 132/2014

Uso distorto della discrezionalità al fine di favorire determinati soggetti o di favorire determinati risultati.- Monopolio decisionale.

ALTO - Valutazione ponderata della economicità e della efficacia ed obbligo di congrua motivazione relativamente a detti profili;- Rispetto dell’ordine cronologico di trattazione delle pratiche;

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I) INCARICHI E NOMINE

PROCEDIMENTI RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO

MISURE DI PREVENZIONE DELLA

CORRUZIONE

Incarichi di consulenza

- Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l’adozione di atti o provvedimenti;- Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di scelte discrezionali; - Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza ed imparzialità al fine di favorire determinati soggetti; -Mancato rispetto delle condizioni di compatibilità/conferibilità dei soggetti prescelti ai sensi dell’art. 39 D. Lgs. 39/2013 al fine di favorire determinati soggetti.

MEDIO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi.- Preventiva verifica di eventuale presenza di professionalità interne all’Ente; - Avvisi pubblici per l’affidamento dell’incarico di consulenza;- Adozione di misure in materia di inconferibilità e/o incompatibilità degli incarichi ai sensi del D. Lgs. n° 39/2013(obbligo della dichiarazione al momento del conferimento incarico)e verifiche a campione.

Designazioni e nomine presso organismi partecipati

- Elusione delle regole riguardanti i requisiti necessari per la nomina in Enti, Aziende, e Istituzioni

MEDIO - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi. - Adozione di misure in materia di inconferibilità e/o incompatibilità degli incarichi ai sensi del D. Lgs. n° 39/2013(obbligo della dichiarazione al momento del conferimento incarico)- Attivazione di verifiche, anche a campione, sulle dichiarazioni rese dal soggetto da nominare/designare. - Previsione a priori dei criteri e dei requisiti richiesti per la nomina-

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Art. 13ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE

1. L’organismo indipendente di valutazione, ai fini dell'attuazione del Piano svolge le seguenti funzioni:a) supporta, attraverso la verifica del rispetto dei vincoli previsti dal presente Piano ed attraverso le attività aggiuntive richieste dall'Ente, Il RPC nella verifica della corretta applicazione del presente Piano di Prevenzione della corruzione da parte dei destinatari dello stesso;b) verifica la coerenza tra gli obiettivi contenuti nel PTPCT con quelli previsti nei documenti di programmazione strategico – gestionale e nel Piano della Performance, valutando altresì l'adeguatezza dei relativi indicatori;c) verifica che nella misurazione e valutazione della performance si tenga conto degli obiettivi connessi all'anticorruzione ed alla trasparenza;c) Verifica ed attesta periodicamente all'ANAC l'assolvimento degli obblighi di trasparenza;d) verifica i contenuti della relazione recante i risultati dell'attività svolta che il RPCT predispone e trasmette annualmente in rapporto agli obiettivi inerenti la prevenzione della corruzione e la trasparenza; e) riceve dal RPCT le segnalazioni riguardanti eventuali disfunzioni inerenti l'attuazione dei PTPC;f) riferisce all'ANAC sullo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Articolo 14SANZIONI

Il Responsabile della prevenzione della corruzione, risponde ai sensi dell'art. 1, commi 12, 13 e 14 primo periodo, della L. 190/2012.

Ai sensi dell'art. 1, comma 14, secondo periodo, della L. 190/2012, la violazione, da parte dei dirigenti e dipendenti dell'ente, delle misure di prevenzione previste dal presente piano costituisce illecito disciplinare.

Articolo 15TUTELA DEI DIPENDENTI CHE SEGNALANO ILLECITI (cd. Whistleblowing)

1. Ai sensi dell'art. 54-bis del d.lgs. 165/2001, così come introdotto dall’art. 1, comma 51, della L. 190/2012, fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione discriminatoria, diretta o indiretta. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato.2. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 24, e successive modificazioni.3. La segnalazione può essere indirizzata:a) direttamente all'autorità giudiziaria o alla Corte dei Conti;b) al Responsabile per la prevenzione della corruzione;

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c) al superiore gerarchico che, tempestivamente e garantendo la riservatezza, deve inoltrarlo al responsabile per la prevenzione della corruzione.Qualora il whistleblower rivesta la qualifica di pubblico ufficiale, l'invio della segnalazione ai suddetti soggetti, non lo esonera dall'obbligo di denunciare all'autorità giudiziaria i fatti penalmente rilevanti e le ipotesi di danno erariale. 4. Per l'inoltro al Responsabile della Prevenzione della corruzione, dall’anno 2019, al fine di garantire maggiormente l’anonimato del segnalante, sarà utilizzato il software messo a disposizione da ANAC (Comunicato del Presidente del 15 gennaio 2019) che consente la compilazione, l’invio e la ricezione delle segnalazioni di illecito da parte di dipendenti/utenti interni dell’amministrazione. E’ individuato nel Dirigente del Settore “informatizzazione e digitalizzazione” ing. Fabio Nicita il soggetto che provvederà a rendere operativa detta piattaforma entro il 31 marzo 2019. Fino a tale data le segnalazioni potranno essere inviate esclusivamente al seguente indirizzo istituzionale: [email protected]. In tal caso l’identità del segnalante sarà conosciuta solo dal responsabile prevenzione della corruzione che ne tutelerà la riservatezza. 5. Il whistleblower deve fornire tutti gli elementi utili per verificare la fondatezza dei fatti oggetto di segnalazione. A tal fine la segnalazione deve contenere i seguenti elementi:a) generalità del soggetto che effettua la segnalazione, con indicazione della qualifica o ruolo ricoperto all'interno dell'amministrazione; b) una chiara e completa descrizione dei fatti oggetto di segnalazione, con indicazione delle circostanze di luogo e di tempo in cui sono stati commessi; c) l'indicazione di eventuali altri soggetti che possano riferire sui fatti oggetto di segnalazione;d) l'indicazione di eventuali documenti a conferma della fondatezza dei fatti;e) ogni altra utile informazione. 6. Per ogni segnalazione ricevuta il Responsabile per la prevenzione della corruzione dovrà svolgere adeguata attività istruttoria per verificare quanto segnalato.7. Le condotte illecite, oggetto di segnalazioni, meritevoli di tutela comprendono non solo l'intera gamma dei delitti contro la Pubblica Amministrazione di cui al Titolo II, Capo I, del codice penale, ma anche le situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, si riscontri l'abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, nonché i fatti in cui – a prescindere dalla rilevanza penale – venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite. Le condotte illecite segnalate devono riguardare situazioni di cui il soggetto sia venuto direttamente a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, ossia a causa o in occasione di esso.8. Per quanto non previsto dal presente articolo, si rinvia alle Linee guida ANAC in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti di cui alla Determinazione n° 6 del 28/04/2015.

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PARTE TERZA

DISCIPLINA DELLE INCOMPATIBILITA',CUMULO DI IMPIEGHI ED INCARICHI AL PERSONALE DIPENDENTE

Articolo 16OGGETTO E AMBITO DI APPLICAZIONE

1. La presente sezione del piano di prevenzione della corruzione e dell'illegalità disciplina, ai sensi dell'art.53, comma 5, del D.Lgs. n.165/2001, come modificato dall'art.1, comma 42, della Legge n.190/2012, i criteri e le procedure di conferimento ai dipendenti comunali degli incarichi extraistituzionali a favore di Enti Pubblici o di soggetti privati nonchè a favore dello stesso Ente di appartenenza.

2. Per incarichi extraistituzionali si intendono le prestazioni non comprese nei compiti e doveri d'ufficio del dipendente o che non sono ricollegate direttamente dalla legge o da altre fonti normative alla specifica categoria istituzionalmente ricoperta dal dipendente.

3. I criteri previsti dal presente Regolamento rispondono all’esigenza di escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto, nell'interesse del buon andamento dell'amministrazione o situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi, che pregiudichino l'esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente, tenendo tuttavia presente che lo svolgimento di incarichi extra- istituzionali può rappresentare per il dipendente un'opportunità di arricchimento professionale e culturale utile a determinare una positiva ricaduta sull'attività istituzionale ordinaria.

4. La presente disciplina regolamentare si applica a tutto il personale dipendente dirigente e non dirigente con rapporto di lavoro a tempo determinato e indeterminato, a tempo pieno e a tempo parziale, con le precisazioni ivi contenute in caso di prestazione lavorativa pari o inferiore al 50%.

5. Esso si applica anche ad eventuale personale incaricato ai sensi dell'art.110 D.Lgs. n.267/2000 (TUEL).

Articolo 17INCOMPATIBILITA' GENERALE

1. Fatte salve le eccezioni previste da leggi speciali, al dipendente con prestazione a tempo pieno (o a tempo parziale superiore al 50%) è precluso, ai sensi dell'art.60 D.P.R. n.3/1957, richiamato dall'art.53 comma 1 del D.Lgs.165/2001:

a) esercitare attività commerciale e industriale.Sono considerate tali le attività imprenditoriali (continuative e remunerate) di cui agli artt. 2082, 2083, 2135 e 2195 del Codice Civile.b) esercitare attività professionaleSono considerate attività professionali, anche nella forma di consulenza e collaborazione, quelle per il cui esercizio è necessaria l'iscrizione ad Albi o Registri o l'appartenenza ad Ordini professionali e che risultano connotate da abitualità, sistematicità e continuità.c) instaurare, in costanza di rapporto di lavoro con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, altri rapporti di impiego alle dipendenze di privati;d) assumere in società con fini di lucro cariche che presuppongono l'esercizio di rappresentanza, l'esercizio di amministrazione o l'esercizio di attività in nome e per conto della società, con esclusione di quelle a prevalente capitale pubblico che gestiscono servizi pubblici locali costituite o partecipate dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria;

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2. Al dipendente è, inoltre, precluso:a) assumere altri impieghi pubblici ai sensi dell'art.65, comma 1, D.P.R. n.3/1957, fatte salve le eccezioni previste da leggi speciali (art.92, comma 1, D.Lgs. n.267/2000 e art.1, comma 557, della legge n.311/2004)b) stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa (CO.CO.CO.) e di collaborazione continuata a progetto (CO.CO.PRO)ai sensi delD.Lgs. n.276/2003 e succ.mm.ed ii..

3. Ai dirigenti si applicano, altresì, i casi di incompatibilità assoluta di cui agli artt. 9 e 12 del D.Lgs. n.39/2013.4. Ai sensi dell'art.1, comma 56 bis, L. n.662/1996 ai dipendenti pubblici in part time pari o inferiore al 50% iscritti in Albi professionali e che esercitano attività professionale non possono essere conferiti incarichi professionali da amministrazioni pubbliche.

Articolo 18CONFLITTO DI INTERESSI

1. Sono incompatibili gli incarichi che generano ovvero siano idonei a generare conflitto di interessi anche potenziale con le funzioni svolte dal dipendente presso il Servizio/Settore di assegnazione, ovvero, più in generale, con i compiti istituzionali dell’Ente.2. A titolo esemplificativo e non esaustivo sono incompatibili i seguenti incarichi:

a) incarichi di collaborazione, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto, nel biennio precedente un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio di appartenenza.Possono avere un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all'ufficio quei soggetti che:-siano o siano stati, nel biennio precedente, aggiudicatari di appalti, sub-appalti, cottimi fiduciari o concessioni, di lavori, servizi o forniture, nell'ambito di procedure curate personalmente dal dipendente o dal servizio di appartenenza, in qualsiasi fase del procedimento e a qualunque titolo;-abbiano in corso procedimenti volti ad ottenere, o abbiano già ricevuto nel biennio precedente, sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari o vantaggi economici di qualunque genere, nell'ambito di procedure curate personalmente dal dipendente o dal servizio di appartenenza, in qualsiasi fase del procedimento e a qualunque titolo;-siano, o siano stati nel biennio precedente, destinatari di provvedimenti a contenuto autorizzatorio concessorio, o abilitativo, permessi, nulla osta o altri atti di consenso da parte dell'Amministrazione, curate personalmente dal dipendente o dal servizio di appartenenza, in qualsiasi fase del procedimento e a qualunque titolo;

b) incarichi attribuiti da soggetti privati nei confronti dei quali il dipendente svolga attività di controllo o di vigilanza e ogni altro tipo di attività ove esista un interesse da parte dei soggetti conferenti;

c) incarichi attribuiti da soggetti pubblici o privati destinatari di finanziamenti nei confronti dei quali il dipendente svolga funzioni relative alla concessione e alla erogazione di finanziamenti.Non rientrano nel divieto i soggetti "intermedi" che ricevono il finanziamento solo per ridistribuirlo ad altri soggetti senza alcuna discrezionalità nè gli incarichi resi a favore di soggetti che beneficiano di un finanziamento predeterminato in forma generale e fissa;

d) incarichi affidati da soggetti che abbiano in corso contenziosi con l'Ente.

e) attività di collaborazione e consulenza a favore di soggetti pubblici e/o privati con i quali la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha instaurato, o è in procinto di instaurare, un rapporto di partenariato.Per i dipendenti dei Settori Tecnici incarichi tecnici (progettazione, direzione lavori, collaudo etc) di cui al D.Lgs. n. 50/2016 per la realizzazione di opere pubbliche, comprese le opere di urbanizzazione, per le quali il dipendente abbia rilasciato (o abbia ricevuto istanza di rilascio di) autorizzazioni o abbia espresso pareri in ordine alla loro progettazione e/o esecuzione .

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Articolo 19INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI

A FAVORE DI ENTI PUBBLICI E SOGGETTI PRIVATICHE DEVONO ESSERE SVOLTI PREVIA AUTORIZZAZIONE

1.Salva la valutazione del conflitto di interessi, e previa autorizzazione è consentito al dipendente con rapporto di lavoro a tempo pieno (o parziale superiore al 50%) esercitare a favore di Amministrazioni pubbliche diverse da quelle di appartenenza o a favore di società o persone fisiche che svolgano attività d'impresa o commerciale (art.53 comma 5 D.Lgs.n165/2001) le seguenti attività extraistituzionali di seguito indicate a titolo esemplificativo:

a) partecipazione in società agricole a conduzione familiare, qualora la stessa richieda un impegno modesto e non abituale o continuato durante l'anno (circolare Funzione Pubblica n.6/1997 e art.12 legge di attuazione delle direttive Consiglio Comunità Europea n.153/1975);b) assunzione di cariche sociali presso società cooperative qualora non sussista interferenza fra le attività connesse alla carica sociale e il contenuto della prestazione lavorativa del pubblico dipendente unitamente alle competenze dell'Amministrazione (art.61, comma1, del D.P.R. n.3/1957- circolare Funzione Pubblica n.6/1997);c) assunzione di cariche sociali presso associazioni e/o società sportive, ricreative, culturali, qualora non sussista interferenza fra l'oggetto sociale e lo svolgimento dell'attività d'ufficio del dipendente (art.5 D.P.R. n.62/2013); d) partecipazione nelle società di capitali in qualità di semplice socio ;e) nelle società di persone:socio accomandante nella società in accomandita semplice e socio con limitazione di responsabilità ex art.2267 nella società semplice. f) incarico di amministratore di condominio relativamente all'immobile ove è fissata la propria residenza;g) attività di rilevazione indagini statistiche;h) incarichi di docente in corsi di formazione, perito, arbitro, revisore dei conti, membro del Collegio Sindacale di Società Miste a maggioranza pubblica, membro di Commissione Tributaria, membro del Nucleo di Valutazione o O.I.V., membro di commissioni giudicatrici di concorso o di gare d'appalto, Commissario ad Acta, Curatore Fallimentare, Consulente tecnico (per il quale è richiesta l'iscrizione nell'Albo Speciale dei consulenti tecnici formato presso il Tribunale ai sensi dell'art.61 c.p.c.);i) incarichi di progettazione, direzione, coordinamento lavori e collaudo opere pubbliche, servizi e forniture.l) l’attività di mediazione, di cui al d.lgs. 4.3.2010, n.28. In relazione allo svolgimento di tale attività, è fatto obbligo al dipendente di dare preventiva comunicazione all’amministrazione rispetto alla manifestazione di disponibilità all’organismo, di cui all’art. 6, comma 2 lett. a) del D.M. 18.10.2010, n.180. Tale comunicazione preventiva, comunque, non comporta automatica acquiescenza da parte dell’amministrazione rispetto allo svolgimento degli incarichi e/o al rilascio dell’autorizzazione allo svolgimento degli stessi.

Articolo 20CRITERI PER LA CONCESSIONE DI AUTORIZZAZIONI

1. L' autorizzazione è concessa qualora l'incarico da autorizzare:a) sia di carattere temporaneo ed occasionale, definito nella sua natura e nella sua durata temporale;b) si svolga totalmente al di fuori dell'orario di lavoro;c) non comprometta per l'impegno richiesto e/o per le modalità di svolgimento, un completo, tempestivo e puntuale assolvimento dei compiti e dei doveri d'ufficio da parte del dipendente o comunque influenzarne negativamente l'adempimento;d) non assuma un carattere di prevalenza economica rispetto al lavoro dipendente. A tal fine l'incarico non può prevedere un compenso lordo che, né complessivamente, né rapportato pro quota e sommato con altri compensi per incarichi di qualsiasi tipo percepiti nel corso dell'anno solare, risulti superiore al 20% della retribuzione annua lorda percepita dal dipendente nell'esercizio precedente. Resta applicabile l'art.1, comma 123, L. n.662/1996. Se trattasi di incarico da espletare nel corso di più annualità, il limite del 20%

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non si riferisce al compenso previsto per l'intera prestazione, bensì alla quota percepibile per ogni anno di riferimento dell'incarico.e) non produca conflitto, anche potenziale, di interesse con le funzioni svolte dal dipendente all'interno della struttura di assegnazione o, comunque, con l'Amministrazione metropolitana, in conformità a quanto previsto dall'art.3 del presente Regolamento.f) non comprometta il decoro e il prestigio dell'Amministrazione metropolitana e non ne danneggi l'immagine;g) non comporti l'utilizzo di beni, strumentazioni o informazioni di proprietà dell'Amministrazione Metropolitana;h) comporti un arricchimento professionale per il dipendente o per l'Ente.

2. L'autorizzazione non può superare l'arco temporale di 12 mesi, fatti salvi gli incarichi che, per la loro natura, hanno una durata pluriennale comunque predeterminata. In tal caso, il dipendente annualmente presenta apposita comunicazione.3.Ai fini dell'autorizzazione, il singolo incarico dovrà essere svolto al di fuori dell'orario di lavoro. Tuttavia, quando lo stesso debba essere effettuato durante l'orario di lavoro, non potrà comunque determinare un'assenza dal servizio superiore a 5 giornate lavorative in uno stesso mese. A tal fine il dipendente dovrà utilizzare le ferie e non potrà usufruire dei permessi con recupero

Articolo 21PROCEDIMENTO AUTORIZZATIVO

1. Il dipendente che intende svolgere un incarico per il quale non sia prevista un'incompatibilità assoluta, deve presentare domanda di autorizzazione, al Dirigente del Settore cui è assegnato, utilizzando il modulo da quest'ultimo predisposto.L'autorizzazione può essere richiesta anche dai soggetti pubblici o privati che intendono conferire l'incarico.2. La domanda viene presentata al Dirigente almeno 30 giorni prima dell'inizio dello svolgimento dell'incarico, salvi casi eccezionali debitamente motivati.3. Nella domanda il dipendente deve indicare:

- la tipologia dell'incarico (specificare l'oggetto dell'attività);- il soggetto a favore del quale svolge l'incarico con indicazione del luogo di svolgimento dell'attività, nome o ragione sociale del soggetto conferente indicandone il codice fiscale o partita IVA e la sede legale;- se si tratta di incarico da conferire in base ad una normativa specifica;- la data iniziale e finale prevista.

4. La domanda contiene la dichiarazione, sotto la propria responsabilità, da parte del dipendente:a) che l'incarico ha carattere temporaneo ed occasionale e che non rientra tra i compiti e doveri d'ufficio;b) che non sussistono situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi o motivi di incompatibilità, di diritto o di fatto, secondo le indicazioni del presente Regolamento;c) che l'incarico verrà svolto al di fuori dell'orario di lavoro, fatto salvo quanto previsto dall'art.5, comma 3, del presente Regolamento. d) che l'incarico non prevede un compenso lordo che, né complessivamente, né rapportato pro quota e sommato con altri compensi per incarichi di qualsiasi tipo percepiti nel corso dell'anno solare, risulta superiore al 20% della retribuzione annua lorda percepita dal dipendente nell'esercizio precedente.e) che l'incarico non compromette il decoro e il prestigio della Città metropolitana e non ne danneggia l'immagine;f) che si impegna ad assicurare il tempestivo, puntuale e corretto svolgimento dei compiti d'ufficio;g) che si impegna a non utilizzare beni, mezzi ed attrezzature della Città Metropolitana per lo svolgimento dell'incarico;h) che si impegna a fornire immediata comunicazione al Responsabile del Settore I di eventuali incompatibilità sopravvenute provvedendo all'immediata cessazione dell'incarico.

5. Alla domanda deve essere allegato autocertificazione attestante l'assenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi, di incompatibilità di diritto o di fatto con l'attività istituzionale svolta dal dipendente (accertabili sulla base della dichiarazione fornita e sulla conoscenza dei propri uffici) e non sussistenza di

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esigenze organizzative tali da impedire l'autorizzazione, tenuto conto delle necessità di servizio e dell'impegno richiesto dall'incarico. 6. Al fine di verificare le caratteristiche dell'incarico o della carica da autorizzare, il Dirigente di Settore può richiedere ulteriori elementi di valutazione all'interessato od al soggetto a favore del quale la prestazione è diretta. In tal caso i 30 giorni per l'istruttoria decorrono dalla data in cui vengono acquisiti tutti gli elementi necessari all'autorizzazione.7. Decorsi 30 giorni dal ricevimento dell'istanza, qualora non vengano richieste ulteriori informazioni ai sensi del comma 6, la domanda di autorizzazione s'intende accolta per incarichi presso altre pubbliche amministrazioni e negata per incarichi presso altri soggetti (art.53, comma 10, ult. cpv, D.Lgs. n.165/2001)-8. Salvo i casi di cui sopra, il procedimento si conclude entro 30 giorni dal ricevimento dell'istanza con apposita determina del Dirigente del Settore cui il dipendente è assegnato. L'autorizzazione è comunicata all'interessato e, per conoscenza, al Responsabile del Settore personale per i successivi provvedimenti.

Articolo 22AUTORIZZAZIONI DI INCARICHI AI DIRIGENTI

1. L'autorizzazione all'assunzione di incarichi esterni da parte dei Dirigenti viene concessa solo ove si tratti di incarichi di carattere occasionale e temporaneo, in considerazione del fatto che ad essi è richiesto di destinare ogni risorsa lavorativa a tempo pieno ed in modo esclusivo all'espletamento dell'incarico dirigenziale affidato.2. Le autorizzazioni ai Dirigenti di Settore sono rilasciate con le stesse modalità previste dagli articoli della presente disciplina regolamentare dal Dirigente del Settore Personale, previo nulla – osta del Direttore Generale, ove nominato, ovvero del Segretario Generale nel caso di assenza della figura del Direttore generale.

Articolo 23INCARICHI EXTRA-ISTITUZIONALI

A FAVORE DI ENTI PUBBLICI E SOGGETTI PRIVATICHE POSSONO ESSERE SVOLTI SENZA AUTORIZZAZIONE

1. Non necessita di autorizzazione né di comunicazione lo svolgimento delle attività, anche a titolo oneroso, riconducibili alle categorie di cui all'art.53, comma 6, del D.Lgs. n.165/2001 e precisamente:

a) la collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili quando tali prestazioni non si traducano in attività continuativa o professionale implicante rilevante impegno operativo e costante applicazione;b) l'utilizzazione economica da parte dell'autore o inventore di opere dell'ingegno e di invenzioni industriali svolta in forma non professionale;c) la partecipazione a convegni e seminari in qualità di relatori svolta in forma non professionale;d) gli incarichi per i quali viene corrisposto all'interessato solo il rimborso delle spese documentate (viaggio- vitto-alloggio) ove l'attività non sia di intensità tale da costituire attività prevalente o, comunque, pregiudizievole per l'attività svolta nell'ambito del rapporto di lavoro con l'Amministrazione;e) gli incarichi per il cui svolgimento il dipendente venga posto in posizione di aspettativa, di comando o di fuori ruolo senza oneri per l'Ente;f) gli incarichi conferiti dalle Organizzazioni Sindacali a dipendenti distaccati presso le stesse, oppure posti in aspettativa non retribuita;g) le attività di formazione diretta ai dipendenti della Pubblica Amministrazione nonché di docenza e di ricerca scientifica, ove esercitate in forma occasionale e non professionale.

2. Necessita di comunicazione al Dirigente di Settore di appartenenza lo svolgimento delle attività a titolo gratuito che il dipendente è chiamato a svolgere in considerazione della professionalità che lo caratterizza all'interno dell'Amministrazione (art. 53, comma 12, D.Lgs. n.165/2001- P.N.A.- D.P.R. n.62/2013 ).Entro 5 giorni dalla comunicazione, redatta secondo apposito modulo, da inviare per conoscenza anche al Responsabile del Settore Personale ai fini del successivo art. 24, il Dirigente del Settore di appartenenza del dipendente deve valutare l'eventuale sussistenza di situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale e, se del caso, comunicare al dipendente il diniego allo svolgimento dell'incarico.

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A titolo esemplificativo e non esaustivo rientra nell'obbligo di comunicazione lo svolgimento delle seguenti attività rese a titolo gratuito:

a) attività presso associazioni di volontariato e società cooperative a carattere socio- assistenziale senza scopo di lucro (art.1, comma 61, Legge n.662/1996)b) svolgimento di attività nell'ambito delle società e associazioni sportive dilettantistiche (art.90 comma 23 Legge 289/2002);c) svolgimento di attività artistiche ( pittura, scultura, musica) purché non si concretizzino in attività di tipo professionale.d) qualsivoglia attività di collaborazione prestata presso esercizi commerciali, bar, ristorazione.

Articolo 24ISCRIZIONE AD ALBI O

ELENCHI PROFESSIONALI

E' incompatibile con la qualità di dipendente con rapporto di lavoro a tempo pieno (o parziale superiore al 50%) l'iscrizione ad Albi professionali qualora i relativi ordinamenti professionali richiedano come presupposto dell'iscrizione l'esercizio dell'attività libero professionale.

2. Qualora la legge professionale consenta al pubblico dipendente l'iscrizione in Albi professionali (R.D. n.2637 del 5.06.2001 integrato da DPR n.328 del 23.10.1995 consente l'iscrizione all'Albo per ingegneri e architetti) o l'iscrizione in Albi speciali ( art.3, lett.b, rdl 27.1.1933 n.1578 per gli avvocati impiegati presso il Settore Avvocatura della Città Metropolitana), resta comunque fermo il divieto di esercitare la libera professione.

3. Ai dipendenti non è consentito essere titolari di Partita Iva.

4. E' consentita l'iscrizione nel Registro dei Revisori, previa autorizzazione dell'Amministrazione di appartenenza.

Articolo 25CONCESSIONE DI ASPETTATIVA

PER ATTIVITA' IMPRENDITORIALE

1. Il dipendente può chiedere di essere collocato in aspettativa, senza assegni e senza decorrenza dell'anzianità di servizio, per un periodo massimo di dodici mesi, anche per avviare un'attività autonoma o imprenditoriale (art.18 della L.n. 183/2010 Collegato Lavoro).

2. Tale periodo di aspettativa è autorizzato dal Dirigente del Settore I – Personale su domanda documentata del dipendente e può essere usufruito anche per periodi inferiori all'anno purché non superi la durata complessiva di un anno nella vita lavorativa del dipendente.

3.Resta fermo quanto previsto dall'art.23 bis del D.Lg n.165/2001.

Articolo 26PRATICANTATO

1. Nel caso di praticantato obbligatorio previsto dalla legge, il dipendente a tempo pieno o con prestazione superiore al 50% deve formulare richiesta corredata dal parere del Dirigente del Settore di assegnazione e dell'impegno a rispettare le seguenti condizioni:

a) che l'impegno richiesto non sia incompatibile con lo svolgimento dei compiti d'ufficio;b) che le eventuali assenze dal servizio siano preventivamente autorizzate;

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c) che il dipendente si astenga dal curare pratiche o dalla trattazione di questioni che possano interferire con le attività istituzionali che gli competono o nelle quali possa ravvisarsi un conflitto d'interesse con l'Amministrazione;

che l'attività di tirocinio non dissimuli l'esercizio di una libera professione e sia finalizzata esclusivamente al sostenimento dell'esame di abilitazione.

2. Il dirigente del Settore di assegnazione adotta il provvedimento di autorizzazione entro 30 giorni dal ricevimento della domanda comunicandolo al Responsabile del Settore I.

Articolo 27DIPENDENTI CON RAPPORTO DI LAVORO

A TEMPO PARZIALE PARI O INFERIORE AL 50%

Ai sensi del D.P.C.M 17 marzo 1989 n.117"Norme regolamentari sulla disciplina del rapporto di lavoro a tempo parziale", il dipendente con rapporto di lavoro a tempo parziale pari o inferiore al 50% di quella a tempo pieno, previa motivata autorizzazione dell'Amministrazione di appartenenza, può esercitare ulteriori attività lavorative di lavoro autonomo o subordinato a condizione che le stesse a) non arrechino pregiudizio alle esigenze di servizio e b) non siano incompatibili o in conflitto, anche potenziale, con gli interessi dell'Amministrazione .

Per il rilascio dell'autorizzazione si rinvia ai precedenti articoli.

3. Ai sensi dell'art.1, comma 56 bis, della Legge n.662/1996, i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale con prestazione pari o inferiore al 50% possono iscriversi agli Albi Professionali, essere titolari di Partita Iva ed esercitare attività libero professionale.Agli stessi dipendenti non possono essere conferiti incarichi professionali dalle Amministrazioni Pubbliche.

Articolo 28OBBLIGHI DEL DIPENDENTE INCARICATO

1.Il dipendente cui sia conferito un incarico ai sensi della presente disciplina regolamentare ha l'obbligo:a) di svolgere l'attività al di fuori dell'orario di lavoro e comunque al di fuori del complesso di prestazioni rese in via ordinaria e straordinaria all'Ente in virtù del rapporto di pubblico impiego;b) di non utilizzare per lo svolgimento dell'attività locali, mezzi o strutture dell'Ente se non previa espressa autorizzazione;c) di rendere pienamente compatibili lo svolgimento dell'attività oggetto dell'incarico con quella resa in forza del rapporto di pubblico impiego e con quelle eventualmente rese a favore di altri soggetti pubblici o privati in ragione di altri incarichi assegnati ai sensi dell'art.53 D.Lgs. n.165/2001;d) di non utilizzare i risultati dell'attività oggetto dell'incarico conferito dall'Amministrazione per fini personali o in relazione ad altri incarichi esterni.

Articolo 29INCOMPATIBILITA' DIPENDENTI CESSATI

1. Ai sensi dell'art.5, comma 9, D.L. n.95/2012 (Spending Review) convertito nella Legge n.135/2012 , così come modificato dall'art. 6 del d.l. n. 90/2014, convertito con legge n. 114/2014, “non possono essere attribuiti incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. (...) E', altresì, fatto divieto di conferire ai medesimi soggetti incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni (...) e degli enti e società da esse controllati, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali (...). Incarichi e collaborazioni sono consentiti, esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione. Devono essere rendicontati eventuali rimborsi di spese, corrisposti nei limiti fissati dall'organo competente dell'amministrazione interessata. “2. Per quanto non previsto, si richiamano le Circolari emanate dalla Funzione Pubblica sulla materia.

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Articolo 30INCOMPATIBILITA’ SUCCESSIVA (CD. PANTOUFLAGE)

1. Ai sensi dell'art.53, comma 16 ter, D.Lgs. n.165/2001 come introdotto dalla Legge n.190, art.1 comma 42, i dipendenti a tempo determinato e indeterminato che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi e negoziali per conto di pubbliche amministrazioni, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti ed accertati ad essi riferiti.2. Nel caso di violazione la sanzione è la nullità del contratto concluso e dell’incarico conferito in violazione del predetto divieto. Inoltre ai soggetti che hanno conferito l’incarico è preclusa la possibilità di contrattare con le pubbliche amministrazioni nei tre anni successivi, con contestuale obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti ed accertati ad essi riferiti. In caso di violazione del divieto, l'ente agirà in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti dell'ex- dipendente.3. Nei bandi di gara dell’Ente dovrà essere riportato l’obbligo da parte degli operatori economici di rendere la dichiarazione circa l’insussistenza di cause ostative alla partecipazione di cui all’art. 53 comma 16 ter del D. Lgs. n° 165/2001.

Articolo 31REVOCA E SOSPENSIONE DELL'INCARICO

1. L'Amministrazione metropolitana si riserva la facoltà di revocare l'incarico conferito o autorizzato al Dirigente o al dipendente qualora risulti compromesso il buon andamento della stessa o sopravvengano condizioni di conflitto, anche potenziale, di interessi o di incompatibilità di fatto o di diritto o qualora vengano contestate violazioni alle norme che disciplinano il regime degli incarichi.2. Grava sui dipendenti l'onere di comunicare tempestivamente al Dirigente del Settore di appartenenza (al Direttore generale o al Segretario Generale per i Dirigenti di Settore) il sopravvenire di condizioni di incompatibilità o di conflitto di interessi o qualsiasi altra causa ostativa alla continuazione dell'incarico.3. In caso di revoca dell'incarico, il dipendente ha diritto al compenso per l'attività svolta fino a quel momento.4. L'autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni concessa e gli incarichi conferiti ai sensi della presente disciplina regolamentare può essere temporaneamente sospesa o definitivamente revocata per gravi esigenze di servizio che richiedono la presenza dell'interessato in orario di lavoro ordinario o straordinario coincidente con lo svolgimento delle prestazioni autorizzate o conferite.

Articolo 32APPLICAZIONE NORME IN MATERIA DI TRASPARENZA

1. L'Amministrazione, una volta conferito o autorizzato un incarico, anche a titolo gratuito, ai propri dipendenti comunica per via telematica, tramite il sito www.perlapa.gov.it"Anagrafe delle prestazioni", nel termine di 15 giorni, al Dipartimento della Funzione Pubblica gli incarichi conferiti o autorizzati ai dipendenti stessi, con l'indicazione dell'oggetto dell'incarico e del compenso lordo, ove previsto.

L’Amministrazione, tramite il Settore I Personale, è tenuta a comunicare tempestivamente al Dipartimento della funzione pubblica, in via telematica, per ciascuno dei propri dipendenti e distintamente per ogni incarico conferito o autorizzato, i compensi da esse erogati o della cui erogazione abbiano avuto comunicazione dai soggetti pubblici o privati.

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3.L'elenco degli incarichi conferiti o autorizzati ai dipendenti della Città Metropolitana, con l'indicazione della durata e del compenso spettante per ogni incarico deve essere pubblicato a cura del Dirigente del Settore I nel sito internet della Città Metropolitana, Sezione "AmministrazioneTrasparente", sotto sezione livello 1" Personale ", sotto sezione livello 2" Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti ", denominazione singolo obbligo " Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti".

Articolo 33VIOLAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI INCOMPATIBILITA'

1. Il Dirigente di Settore (e per essi il Segretario generale o, ove nominato, il Direttore generale) vigila sul rispetto delle regole in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi ed incarichi di lavoro da parte dei propri dipendenti, al fine di evitare pratiche illecite di doppio lavoro.2. Pertanto, ove il Dirigente di Settore accerti che il proprio dipendente (a tempo pieno ovvero a tempo parziale con prestazione lavorativa superiore al 50%) svolge altra attività lavorativa senza la prevista autorizzazione, verificata l'incompatibilità o il conflitto di interessi, diffida il dipendente a cessare, ai sensi dell'art.63 D.P.R. n.3/1957, la situazione di incompatibilità entro 15 giorni, pena la decadenza dall'impiego.3. Contestualmente alla diffida, il Dirigente del Settore provvede all'avvio del procedimento disciplinare, informando l'Ufficio Procedimenti disciplinari per i provvedimenti di competenza.4. Ai sensi dell'art.53 del D.Lgs. n.165/2001, il compenso dovuto per le prestazioni eventualmente svolte senza la preventiva autorizzazione o che eccedono i limiti regolamentari deve essere versato dal dipendente nel conto dell'entrata del bilancio dell'Amministrazione per essere destinato al fondo di produttività. Nel caso in cui il dipendente non provveda al versamento, l'Amministrazione procederà al recupero delle somme dovute mediante trattenuta sulla retribuzione.5.Ai sensi dell'art.1, comma 61, della Legge n.662/1996, la mancata comunicazione di inizio di attività o di diversa attività da parte di chi usufruisce del part-time in misura pari o inferiore al 50% del tempo pieno, o le informazioni non veritiere in materia comunicate dal dipendente, costituiscono giusta causa di recesso dal rapporto di lavoro.

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PARTE QUARTA

PIANO TRIENNALE DELLA TRASPARENZA

Articolo 34LA TRASPARENZA

1. La trasparenza dell'attività amministrativa, che costituisce livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, è assicurata mediante la pubblicazione, nel sito web istituzionale dell’Ente, delle informazioni relative ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d'ufficio e di protezione dei dati personali.

La trasparenza rappresenta una delle principali misure di contrasto alla corruzione ed all'illegalità nella pubblica amministrazione e deve essere finalizzata a:

Favorire forme di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche;

Concorrere ad attuare il principio democratico ed i principi costituzionali di uguaglianza, imparzialità e buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche.

prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l'integrità attraverso l'emersione delle situazioni in cui possono annidarsi forme di illecito e di conflitto di interessi e la rilevazione di ipotesi di cattiva amministrazione

Le informazioni pubblicate sul sito devono essere accessibili, complete, integre e comprensibili. I dati devono essere pubblicati secondo griglie di facile lettura e confronto. Qualora questioni tecniche (estensione dei file, difficoltà all’acquisizione informatica, etc.) siano di ostacolo alla completezza dei dati pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente, deve essere reso chiaro il motivo dell’incompletezza, l’elenco dei dati mancanti e le modalità alternative di accesso agli stessi dati. L’Ente deve, comunque, provvedere a dotarsi di tutti i supporti informatici necessari a pubblicare sul proprio sito istituzionale il maggior numero di informazioni possibile.

Il Presente Piano Triennale della Trasparenza, in quanto strumento per la lotta alla corruzione, costituisce una delle parti in cui si articola il presente Piano per la prevenzione della corruzione.

Articolo 35LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELLA CITTA’ METROPOLITANA

1.La struttura organizzativa dell'ente è articolata in n. 12 Settori e n° 3 U.O.A., Segreteria generale e Direzione Generale. Essa esercita, con autonomia gestionale, funzioni nell'ambito dei programmi indicati dalla Città metropolitana. La struttura organizzativa è disciplinata dal vigente Regolamento uffici e servizi approvato con deliberazione del Sindaco n° 55 del 01/08/2017 così come successivamente modificata, da ultimo, con delibera sindacale n° 09 del 28/01/2019..

Articolo 36IL SITO WEB ISTITUZIONALE

1. La Città metropolitana è dotata di un sito web istituzionale, visibile al link http://www. cittametropolitana.rc.it nella cui home page è collocata la sezione denominata "Amministrazione trasparente", all'interno della quale vanno pubblicati i dati, le informazioni e i documenti indicati nel D.Lgs. n.33/2013 come modificato ed integrato dal D. Lgs. N° 97/2016.

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2. La sezione è organizzata e suddivisa in sotto-sezioni nel rispetto delle specifiche strutturali stabilite nell'Allegato al D.Lgs. n. 33/2013 intitolato "Struttura delle informazioni sui siti istituzionali". Sono, comunque, fatti salvi gli adeguamenti che si renderanno necessari per conformate la sezione ai modelli, agli standards e agli schemi approvati con successive disposizioni attuative o di modifica della normativa vigente.

3.Nel sito è disponibile l'Albo Pretorio on line che, in seguito alla L. n. 69/2009, è stato attivato per consentire la pubblicazione degli atti e dei provvedimenti amministrativi in un'ottica di informatizzazione e semplificazione delle procedure.

Articolo 37QUALITA' DELLE PUBBLICAZIONI

1 .L'art. 6 D.Lg. 33/2013 stabilisce che "le pubbliche amministrazioni garantiscono la qualità delle informazioni riportate nei siti istituzionali nel rispetto degli obblighi di pubblicazione previsti dalla legge, assicurandone l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità, la facilità, accessibilità, nonché la conformità ai documenti originali in possesso dell'amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità".

2.Nella prospettiva di raggiungere un appropriato livello di trasparenza e consentire all'utenza la reale fruibilità dei dati, informazioni e documenti, la pubblicazione nella sezione "Amministrazione Trasparente" deve avvenire nel rispetto dei criteri generali di seguito evidenziati:

a) Completezza: la pubblicazione deve essere esatta e riferita a tutti i Settori. In particolare:-L'esattezza fa riferimento alla capacità del dato di rappresentare correttamente il fenomeno che intendedescrivere.-L'accuratezza concerne la capacità, del dato di riportare tutte le informazioni richieste dalle previsioni normative.b) Aggiornamento: per ciascun dato, o categoria di dati, deve essere indicata la data di pubblicazione e, conseguentemente, di aggiornamento.Si precisa che con il termine "aggiornamento" non si intende necessariamente la modifica del dato o dell'informazione, ma anche il semplice controllo dell'attualità delle informazioni pubblicate, a tutela degli interessi individuali coinvolti.Il Decreto Legislativo 33 ha individuato quattro diverse frequenze di aggiornamento:Aggiornamento "annuale”In relazione agli adempimenti con cadenza "annuale", la pubblicazione avviene nel termine di quindici giorni dalla data in cui il dato si rende disponibile o da quella in cui esso deve essere formato o deve pervenire all'Amministrazione sulla base di specifiche disposizioni normative.Aggiornamento "trimestrale” o “semestrale”'Se è prescritto l'aggiornamento "trimestrale" o "semestrale", la pubblicazione è effettuata nei quindici giorni successivi alla scadenza del trimestre o del semestre.Aggiornamento “tempestivo”Quando è prescritto l'aggiornamento "tempestivo" dei dati, ai sensi dell'art-8 D.Lgs.33/2013, la pubblicazione avviene nei sette giorni successivi alla variazione intervenuta o al momento in cui il dato sirende disponibile.Per le tempistiche di aggiornamento, per ciascuno degli obblighi di pubblicazione, si rinvia all'allegato B).c) Durata della PubblicazioneI dati, le informazioni e i documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria, ai sensi della normativa vigente, andranno pubblicati per un periodo di 5 anni, decorrenti dal 1 gennaio dell'anno successivo a quello da cui decorrere l'obbligatorietà di pubblicazione e, comunque, fino a che gli atti pubblicati producono i loro effetti.d) ArchiviazioneAllo scadere del termine di durata dell'obbligo di pubblicazione, i documenti, le informazioni e i dati sono conservati e resi disponibili all'interno di distinte sezioni del sito di archivio, collocate e debitamente

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segnalate nell'ambito della sezione "Amministrazione Trasparente", fatti salvi gli accorgimenti in materia di tutela dei dati personali nonché l'eccezione prevista in relazione ai dati di cui all'art.14 del D.Lgs. n.33/2013 che, per espressa previsione di legge, non debbono essere riportati nella sezione di archivio.e) Dati aperti e riutilizzoI documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria devono essere resi disponibili in formato di tipo aperto e riutilizzabili secondo quanto prescritto dall'art.7 del D.Lgs.33/2013 e dalle specifiche disposizioni legislative ivi richiamate.Sono dunque esclusi i formati proprietari.Come specificato nell'Allegato 2 alla delibera CIVIT n.50/2013 (Documento tecnico sui criteri di qualità della pubblicazione dei dati) è possibile utilizzare sia software Open Source (es. Open Office), sia formati aperti (es. Rtf per i documenti di testo e csv per i fogli di calcolo).Per quanto concerne iI PDF è passibile d'impiego del formato PDF/A, i cui dati sono elaborabili a differenza del PDF in formato immagine, con scansione digitale di documenti cartacei, che non assicurainformazioni elaborabili.f) Trasparenza e PrivacyÉ garantito il rispetto delle disposizioni recate dal Decreto Legislativo 30 giugno 2003,n.196 in materia di protezione di dati personali ai sensi degli artt.1, comma 2, e 4, comma 4, D.Lgs. n. 33/2013. Le procedure saranno adeguate alle nuove disposizioni normative previste dal regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali. I contributi economici erogati a soggetti che versano in una situazione di disagio economico o che sono affetti da condizioni patologiche andranno pubblicati ricorrendo a forme di anonimizzazione dei dati personali (ad es. codici numerici) al fine di consentire, in caso di ispezioni, ai competenti organi di verificarne la corrispondenza con i soggetti indicati nella graduatoria agli atti dei Settori competenti .

Articolo 38MISURE ORGANIZZATIVE VOLTE AD ASSICURARE LA REGOLARITA' E LA

TEMPESTIVITA' DEI FLUSSI INFORMATIVI

1. L'art.43 del D.Lg. 33/2013 stabilisce al comma 3 che "I dirigenti responsabili dell'Amministrazione degli uffici garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla Legge". A tal fine, nell'Allegato “A” sono indicati i singoli obblighi di pubblicazione previsti dal D.Lgs.n.33/2013, come modificati dalla tabella allegata alla delibera ANAC n° 1310 del 28/12/2016 aggiornata al D. Lgs. N° 97/2016, la denominazione delle sezioni e delle sotto-sezioni di I e II livello all'interno della sezione "Amministrazione Trasparente" del sito web istituzionale, i riferimenti normativi, i Responsabili della pubblicazione e la periodicità dell'aggiornamento delle pubblicazioni.

Articolo 39IL RESPONSABILE PER LA TRASPARENZA

1. Il Responsabile della trasparenza nella Città Metropolitana di Reggio Calabria è il Dirigente del Settore “Sistemi informatici - Innovazione tecnologica - Statistica” ing. Fabio Nicita, confermato con provvedimento motivato del Sindaco Metropolitano n° 33 del 14/07/2017.

2. Il Responsabile svolge stabilmente un'attività di controllo sull'adempimento da parte dell'amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando all'organo di indirizzo politico, all’O.I.V, all'Autorità Nazionale Anticorruzione e, nei casi più gravi, all'Ufficio per i procedimenti disciplinari i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.

3. Il Responsabile provvede all'aggiornamento del Piano triennale della trasparenza.

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4. Il Responsabile della Trasparenza si avvale di una struttura di supporto composta da una unità alla quale può attribuire responsabilità procedimentali, ai sensi dell'art. 5 della legge n° 241/90 e successive modifiche ed integrazioni.

5. L’individuazione dell'unità di supporto spetta al Responsabile della Trasparenza, che la esercita autonomamente, su base fiduciaria. Di norma tale unità si identifica con il Responsabile della gestione del sito istituzionale, cui compete il materiale caricamento dei dati, ove non sia consentito dai programmi in uso all'ente il diretto inserimento degli stessi da parte dei singoli Dirigenti di Settore.

Articolo 40I DIRIGENTI DI SETTORE

1. Adempiono agli obblighi di pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti, di cui all'Allegato“A” del presente Piano.

2. Garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare in formato aperto.

3. Garantiscono l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la facile accessibilità e la conformità ai documenti originali in possesso dell'Amministrazione, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità delle informazioni pubblicate.

4. In applicazione dell'art.6, comma 1, lett. d), della L.241/1990 ogni Dirigente dovrà individuare e/o confermare, entro 10 giorni dall’approvazione del presente Piano, tra i propri collaboratori, il/i Responsabile/i della trasmissione dei dati ai fini degli obblighi di pubblicità di cui al D. Lgs. n° 33/2013 e successive modifiche ed integrazioni, ove diversi dai responsabili di procedimento. Tale indicazione andrà trasmessa tempestivamente al Responsabile per la Trasparenza.

Art. 41IL R.A.S.A. E IL R.P.D.

1. Al fine di assicurare l'effettivo inserimento dei dati nell'Anagrafe Unica Stazione Appaltante (AUSA) il Responsabile Anagrafe Unica Stazione Appaltante (RASA) è individuato nel Dirigente della Stazione Unica Appaltante.2. Il Responsabile per la protezione dei dati è soggetto interno all’Ente dott. Malara Demetrio.

Articolo 42MONITORAGGIO E VIGILANZA SULL'ATTUAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA

1. I1 monitoraggio sull'attuazione degli obblighi di trasparenza è, in primo luogo, affidato ai Dirigenti di Settore dell'Ente, che vi provvedono costantemente in relazione al Settore di competenza.

2. I1 monitoraggio e la vigilanza sullo stato di attuazione del Piano triennale per la Trasparenza sono, inoltre, affidati al Responsabile per la Trasparenza. Tale monitoraggio verrà attuato:

- attraverso appositi controlli a campione a verifica dell'aggiornamento delle informazioni pubblicate;- attraverso il monitoraggio effettuato in merito all'accesso civico.

3.Per verificare l'esecuzione delle attività programmate, il Responsabile della Trasparenza attiverà unsistema di monitoraggio, costituito dalle seguenti fasi:

a) predisposizione - con periodicità semestrale - di rapporti da parte dei Dirigenti di Settore dell'Ente, al fine di monitorare sia il processo di attuazione del Programma sia l'utilità ed usabilità dei dati inseriti;b) predisposizione di una relazione riassuntiva - annuale - da inviare ai componenti dell’Organismo indipendente di valutazione i quali la utilizzeranno per la loro attività di verifica, per l'attestazione sull'assolvimento degli obblighi di trasparenza ed, eventualmente, per segnalare inadempimenti.

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Articolo 43L’ACCESSO CIVICO e L'ACCESSO CIVICO GENERALIZZATO

1. L'accesso civico è il diritto, sancito dall'art. 5 comma 1 del d.lgs. 33/2013 come modificato dal D. Lgs. N° 97/2016, di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni o i dati che le pubbliche amministrazioni abbiano omesso di pubblicare pur avendone l'obbligo.

2. La richiesta è gratuita, non deve essere motivata e va indirizzata al Responsabile dell’Accesso Civico, individuato nel Responsabile della prevenzione della coruuzione. Il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo il rimborso del costo sostenuto per la riproduzione su supporti materiali.

3. La richiesta può essere presentata con istanza in carta semplice o sul modulo, appositamente predisposto, e presentata tramite:- posta elettronica all'indirizzo del Responsabile URP del Settore I, così come indicato sul sito istituzionale dell'ente;- posta elettronica certificata all'indirizzo del Responsabile URP del Settore I, così come indicato sul sito istituzionale dell'ente;- posta ordinaria all'indirizzo: Città metropolitana di Reggio Calabria – Piazza Italia;

- direttamente presso l'Ufficio Protocollo della Città metropolitana di Reggio Calabria;

4. Il Responsabile dell’Accesso Civico, dopo aver ricevuto la richiesta tramite l?URP, la trasmette al Dirigente di Settore competente per materia ed al responsabile per la trasparenza e ne informa il richiedente.

5. Il Responsabile dell’Accesso Civico, entro trenta giorni, acquisisce il documento, l’informazione o il dato richiesto e provvede a trasmettere lo stesso al responsabile per la trasparenza per la pubblicazione sul sito istituzionale della Città metropolitana, www.cittametropolitana.rc.it e contemporaneamente comunica al richiedente l'avvenuta pubblicazione, indicando il relativo collegamento ipertestuale; altrimenti, se quanto richiesto risulti già pubblicato, ne dà comunicazione al richiedente indicando il relativo collegamento ipertestuale.

6. Nel caso in cui il Responsabile dell’Accesso Civico ritardi o ometta la pubblicazione o non dia risposta, il richiedente può ricorrere, utilizzando il medesimo modello, al Responsabile della trasparenza mediante:

- posta elettronica certificata all'indirizzo: [email protected] posta ordinaria all'indirizzo: Città Metropolitana di Reggio Calabria – Piazza Italia;

- direttamente presso l'Ufficio Protocollo della Città metropolitana di Reggio Calabria.

7. Contro le decisioni e contro il silenzio sulla richiesta di accesso civico connessa all'inadempimento degli obblighi di trasparenza il richiedente può proporre ricorso al giudice amministrativo entro trenta giorni dalla conoscenza della decisione dell'Amministrazione o dalla formazione del silenzio.

8. Per “accesso civico generalizzato” si intende l'accesso di cui all'art. 5 comma 2 del d.lgs. 33/2013 come modificato dal D. Lgs. N° 97/2016, ai sensi del quale chiunque ha diritto di accedere ai dati ed ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, secondo quanto previsto dall'art. 5 bis.

9. In conformità alle linee guida dettate dall'Anac con delibera n° 1309 del 28/12/2016, poiché l'istanza deve identificare i dati, le informazioni o i documenti richiesti, non sono ammesse richieste di accesso civico

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meramente esplorative volte semplicemente a scoprire di quali informazioni l'Amministrazione dispone, né richieste generiche che non consentono l'individuazione del dato, del documento o dell'informazione. Per quanto concerne la richiesta di informazioni, poiché la richiesta di accesso civico generalizzato riguarda i dati e i documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni resta escluso che, per rispondere a tale richiesta, l'Amministrazione sia tenuta a formare o raccogliere informazioni che non siano già in suo possesso. Pertanto l'Amministrazione non ha l'obbligo di rielaborare i dati ai fini dell'accesso generalizzato, ma deve solo consentire l'accesso ai documenti nei quali siano contenute le informazioni già detenute e gestite dalla stessa.

10. Nei casi di accesso civico generalizzato viene seguita la stessa procedura prevista per l’accesso civico di cui ai precedenti commi. In tal caso il Responsabile dell’accesso civico la trasmette al Dirigente del Settore competente che detiene i dati o i documenti oggetto di accesso e quest’ultimo provvederà ad istruirla secondo i commi 5 e 6 dell’art. 5 del d. lgs. 33/2013, individuando preliminarmente eventuali controinteressati, cui trasmettere copia dell’istanza di accesso civico. Il controinteressato può formulare la propria motivata opposizione entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione, durante i quali il termine per la conclusione resta sospeso; decorso tale termine l’amministrazione provvede sull’istanza. Laddove sia stata presentata opposizione e l’amministrazione decida di accogliere l’istanza, vi è l’onere di dare comunicazione dell’accoglimento dell’istanza al controinteressato e gli atti o dati verranno materialmente trasmessi al richiedente non prima di 15 giorni da tale ultima comunicazione. In base al comma 6 dell’art.5 “il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso e motivato”; inoltre“il rifiuto, il differimento e la limitazione dell’accesso devono essere motivati con riferimento ai casi e ai limiti stabiliti dall’art. 5-bis”.

11. In presenza delle esigenze di tutela indicate nell'art. 5 bis l’accesso può essere rifiutato, oppure differito se la protezione dell’interesse è giustificata per un determinato periodo, oppure autorizzato per una sola parte dei dati.

12. Nelle ipotesi di mancata risposta entro il termine di 30 giorni (o in quello più lungo nei casi di sospensione per la comunicazione al controinteressato), ovvero nei casi di diniego totale o parziale, il richiedente può presentare richiesta di riesame al Responsabile della prevenzione della corruzione che decide con provvedimento motivato entro 20 giorni. In ogni caso, l’istante può proporre ricorso al TAR ex art. 116 del c.p.a. sia avverso il provvedimento dell’amministrazione sia avverso la decisione sull’istanza di riesame.

13. Nel corso dell’anno 2019 sarà integrata la modalità di gestione del Registro degli accessi attraverso l’utilizzo dei sistemi di gestione del protocollo informatico e dei flussi documentali in conformità alle indicazioni della Circolare del Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione n° 2/2017.

Articolo 44DATI ULTERIORI

1. La trasparenza intesa come accessibilità totale comporta che le Amministrazioni si impegnino a pubblicare sui propri siti istituzionali "dati ulteriori” rispetto a quelli espressamente indicati da norme di legge.

2. La L.190/2012 prevede la pubblicazione di "dati ulteriori” come contenuto obbligatorio del piano triennale di prevenzione della corruzione (art.7, comma 9, lett. f)).

3. A tal fine, nella sezione "Amministrazione Trasparente” sottosezione “altri contenuti” verranno pubblicati i dati e le informazioni previste nelle schede di cui all'allegato “A” del presente piano di prevenzione della corruzione.

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Articolo 45LE SANZIONI

1. L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dal D.lgs n. 33/2013 ed il rifiuto, il differimento e la limitazione dell'accesso civico costituiscono elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine dell'Amministrazione ed è, comunque, valutato ai fini della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei Responsabili.

2. Il responsabile non risponde dell'inadempimento degli obblighi di cui al comma 1 se prova che tale inadempimento è dipeso da causa a lui non imputabile.

3. Per le sanzioni previste dal D.Lgs. n.33 /2013 si rinvia agli artt. 15-22-46 e 47 .

ART. 46 FORME DI COLLABORAZIONE

1. Nell’anno 2019 si intendono altresì valorizzare le relazioni con gli enti locali della Città metropolitana e con la Prefettura al fine di individuare buone pratiche e programmare attività quali l’analisi congiunta del contesto esterno, l’individuazione dei rischi, la formazione obbligatoria.2. A tal fine è prevista l’istituzione di una Consulta dei Responsabili prevenzione della corruzione e trasparenza dell’Area metropolitana.

PARTE QUINTANORME TRANSITORIE E FINALI

Articolo 47DISPOSIZIONI FINALI

1. Il presente piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza di aggiornamento del già vigente Piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019/2021 entra in vigore a seguito della esecutività della relativa delibera di approvazione. 2. Lo stesso dovrà essere pubblicato la pubblicazione sul sito istituzionale dell'ente nella sezione “Amministrazione Trasparente”.

3. Con le disposizioni del presente piano di prevenzione della corruzione e dell'illegalità si intende abrogata ogni altra norma regolamentare vigente presso l’ente eventualmente incompatibile.

4. Per quanto non previsto espressamente dal presente Piano si applica la normativa vigente in materia di anticorruzione e trasparenza. (Legge n° 190/2012 e s. m. ed i. - D. Lgs. N° 33/2013 e succ. mod. ed int.).

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