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CITTA’ DI SOMMA VESUVIANA Consiglio Comunale del 15 settembre 2009 1 CONSIGLIO COMUNALE CITTA’ DI SOMMA VESUVIANA 15 SETTEMBRE 2009 Il Consiglio Comunale inizia alle ore 19:10. PRESIDENTE: Buonasera a tutti. Questa sera celebriamo un Consiglio Comunale in seduta straordinaria. Sarà monotematico, data l’importanza dell’argomento che andremo a trattare. Come voi Consiglieri ben sapete e conoscete, si tratta di uno strumento di intervento dell’apparato distributivo, il cosiddetto SIAD. Questo strumento è importantissimo per lo sviluppo economico ed urbanistico del nostro paese soprattutto dal punto di vista del commercio. Come Amministrazione Comunale abbiamo dato la massima diffusione della conoscenza di questo documento, invitando tutte le associazioni presenti sul territorio. Abbiamo dato il massimo supporto a tutti i Consiglieri Comunali, agli Assessori, mediante la consegna ad ognuno di un dischetto del quale è stata data massima informazione. Abbiamo ottenuto, altresì, il consenso e l’approvazione da parte di tutte le associazioni interessate e presenti sul territorio e, abbiamo ritenuto, proprio per l’importanza dell’argomento, dedicare ad esso un Consiglio monotematico. Per cui, mi aspetto, come credo tutti quanti voi, la massima attenzione, una vasta discussione e spero, se mi posso permettere, un voto unanime su un argomento importante per il futuro economico e commerciale del nostro paese. Se non ci sono interventi diamo inizio ai lavori. Facciamo un attimo l’appello. IL SEGRETARIO GENERALE PROCEDE ALL’APPELLO. PRESIDENTE: Tutti presenti, la seduta è valida. Qualcuno chiede la parola? Chiede la parola il Consigliere Maione Raffaele, ne ha facoltà, prego. CONSIGLIERE MAIONE RAFFAELE: Grazie Presidente. Innanzitutto volevo permettermi, se mi è possibile, di elogiare l’operato della Stazione dei Carabinieri di Somma Vesuviana, dei suoi membri e del Comandante

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CITTA’ DI SOMMA VESUVIANA

Consiglio Comunale del 15 settembre 2009

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CONSIGLIO COMUNALE CITTA’ DI SOMMA VESUVIANA

15 SETTEMBRE 2009

Il Consiglio Comunale inizia alle ore 19:10.

PRESIDENTE:

Buonasera a tutti. Questa sera celebriamo un Consiglio Comunale in seduta straordinaria.

Sarà monotematico, data l’importanza dell’argomento che andremo a trattare. Come voi

Consiglieri ben sapete e conoscete, si tratta di uno strumento di intervento dell’apparato

distributivo, il cosiddetto SIAD. Questo strumento è importantissimo per lo sviluppo

economico ed urbanistico del nostro paese soprattutto dal punto di vista del commercio.

Come Amministrazione Comunale abbiamo dato la massima diffusione della conoscenza di

questo documento, invitando tutte le associazioni presenti sul territorio. Abbiamo dato il

massimo supporto a tutti i Consiglieri Comunali, agli Assessori, mediante la consegna ad

ognuno di un dischetto del quale è stata data massima informazione. Abbiamo ottenuto,

altresì, il consenso e l’approvazione da parte di tutte le associazioni interessate e presenti

sul territorio e, abbiamo ritenuto, proprio per l’importanza dell’argomento, dedicare ad

esso un Consiglio monotematico. Per cui, mi aspetto, come credo tutti quanti voi, la

massima attenzione, una vasta discussione e spero, se mi posso permettere, un voto

unanime su un argomento importante per il futuro economico e commerciale del nostro

paese. Se non ci sono interventi diamo inizio ai lavori. Facciamo un attimo l’appello.

IL SEGRETARIO GENERALE PROCEDE ALL’APPELLO.

PRESIDENTE:

Tutti presenti, la seduta è valida. Qualcuno chiede la parola? Chiede la parola il

Consigliere Maione Raffaele, ne ha facoltà, prego.

CONSIGLIERE MAIONE RAFFAELE:

Grazie Presidente. Innanzitutto volevo permettermi, se mi è possibile, di elogiare l’operato

della Stazione dei Carabinieri di Somma Vesuviana, dei suoi membri e del Comandante

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Raimondo Semprevivo. A loro va il più ampio e sentito ringraziamento per il lavoro che

svolgono quotidianamente sul nostro territorio. Non tengo a precisare i vari fatti, ma la

loro presenza e, soprattutto, l’essere a fianco dei cittadini di Somma Vesuviana non può

che aumentare la fiducia verso le forze dell’ordine. Grazie di cuore. Poi, Presidente, alcune

interrogazioni, se mi è consentito. IL CONSIGLIERE LEGGE LE INTERROGAZIONI.

ALLEGATI A, B.

Presidente, in virtù di un’intervista del 24 luglio 2009 fatta al Sindaco di Somma Vesuviana

che aveva dichiarato - e su questo non ci sono dubbi - che entrambi i dipendenti dott.ssa

Maria Rea e Vincenzo Di Palma., da oggi dirigenti “si sono già distinti per le loro ottime

capacità lavorative ed organizzative e sono sicuro che sapranno operare al meglio per il

bene della nostra città”. Su questa situazione non smentisco, però mi viene da fare una

interrogazione. IL CONSIGLIERE LEGGE L’INTERROGAZIONE. ALLEGATO C.

Poi, un’ultima interrogazione, in virtù di una lettera inviata dal Sindaco di Somma

Vesuviana per l’inizio dell’anno accademico. Scrive che: “l’Amministrazione Comunale, da

me rappresentata, continuerà ad assicurare il suo impegno e, a vigilare per la tranquillità di

voi giovani cittadini”. IL CONSIGLIERE LEGGE L’INTERROGAZIONE. ALLEGATO D.

Grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Maione Raffaele. Mettiamo agli atti le interrogazioni. Ci

associamo agli elogi riguardo l’operato dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine. Qualcun

altro chiede la parola? Nessun altro. Passiamo al primo punto posto all’ordine del giorno.

OGGETTO:

I Punto all’O.d.G.

APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA PRECEDENTE.

PRESIDENTE:

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Chi è favorevole alzi la mano. Con 29 voti favorevoli, 1 astenuto, 1 contrario la delibera è

approvata. Votiamo per l’immediata esecutività della stessa. Chi è d’accordo alzi la mano?

Non serve, va bene. Passiamo al secondo punto posto all’ordine del giorno.

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OGGETTO:

II Punto all’O.d.G.

STRUMENTO DI INTERVENTO APPARATO DISTRIBUTIVO S.I.A.D. ADOZIONE ED

APPROVAZIONE REGOLAMENTO COMUNALE DEL COMMERCIO SU AREE

PUBBLICHE. ADOZIONE AD APPROVAZIONE REGOLAMENTO COMUNALE PER

IL COMMERCIO AL DETTAGLIO IN SEDE FISSA.

PRESIDENTE:

Relaziona l’Assessore alle Attività Produttive dott. Pasquale Di Mauro

ASSESSORE DI MAURO:

Buonasera a tutti e grazie di essere presenti per questo importante momento del Consiglio

Comunale. L’ASSESSORE LEGGE LA SUA RELAZIONE. ALLEGATO SUB 1. Grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo l’Assessore alle Attività Produttive per la sua esaustiva relazione. Prima di

aprire il dibattito sull’argomento volevo fare una comunicazione: sono presenti in aula i

due tecnici reattori del progetto, l’arch. Auriemma Antonio e l’ing. Di Lorenzo Giacinto,

con la supervisione del responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’arch. Iovine Filomena, i quali

saranno disponibili a qualsiasi vostra richiesta e chiarimento sull’argomento. Grazie. Chi

chiede la parola? Chiede la parola il vice Presidente, Consigliere Di Palma.

CONSIGLIERE DI PALMA:

Grazie Presidente. IL CONSIGLIERE LEGGE IL SUO INTERVENTO. ALLEGATO

SUB 2. Grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il vice Presidente Giuseppe Di Palma. Qualcun altro chiede la parola? Allora,

vogliamo prima avere un chiarimento tecnico, va bene. Allora, diamo la parola per un

chiarimento tecnico all’ing. Di Lorenzo.

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INGEGNERE DI LORENZO:

Grazie Presidente per il privilegio di avere la parola in questo Consesso. Per quanto

riguarda il nostro lavoro, che è stato ampiamente pubblicizzato, in questo momento

sintetizziamo quelle che sono le risultanze delle nostre analisi che sono state ampiamente

date a tutti i Consiglieri. Il territorio di Somma Vesuviana è stato diviso in 9 zone

omogenee. Ovviamente parliamo di zonizzazione dal punto di vista commerciale, perché

come tutti noi sappiamo ha qualche differenza dalla zonizzazione prettamente urbanistica

di Piano Regolatore. Le 9 zone si possono dividere in 2 gruppi: abbiamo delle zone che

sono compatibili con il Piano Regolatore, sono le zone illustrate nelle tavole con il retino

colorato quindi, avremo le zone con il marroncino, con il rosa, e con il colore giallo, mentre

ci sono altre zone che non sono compatibili con il Piano Regolatore, per cui la funzione

commerciale seguirà un iter di variante, e sono individuate nella cartografia con differenti

retini, che purtroppo, penso, per la scala di rappresentazione non saranno visibili a tutti

nella sala. Se vogliamo fare un esempio, abbiamo le zone che negli elaborati abbiamo

individuato con C1 C2 C3. La zona C1 sono quelle parti del territorio comunale che noi

abbiamo ritenuto urbanizzate e che comprendono la parte centrale del territorio di Somma

Vesuviana, che noi possiamo individuare fra via Pomigliano, via Duca Di Salsa e la via

Marigliano che tutti noi conosciamo. Queste zone sono individuate con un retino a bande

inclinate a 45°. Queste sono delle zone del territorio comunale che noi abbiamo ritenuto,

come dicevo prima, urbanizzate e, in queste zone, abbiamo considerato la possibilità di

procedere in variante per quanto riguarda gli edifici esistenti e consentire la possibilità

della funzione commerciale per questi edifici. Che cosa sarà possibile fare in questa zona?

In questa zona C1 sarà possibile aprire nuovi esercizi di vicinato in virtù della normativa, da

noi recepita all’interno del regolamento del SIAD, che fa riferimento alla Legge 21, che

consente la trasformazione della residenza in attività produttive. Oltre questo, sarà

possibile delocalizzare le industrie, i laboratori artigianali o le attività che siano moleste,

insalubre o siano da dismettere, e sarà possibile, nei contenitori occupate da queste attività,

insediare nuovi esercizi che fanno riferimento alla media struttura di vendita ma con un

limite di superficie di vendita di 400 mq. Abbiamo ritenuto di introdurre un limite alle

superfici di vendita proprio perché riteniamo che, per la struttura del territorio non sia

semplice recepire strutture di queste dimensioni che hanno comunque un impatto a

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livello trasportistico sulla viabilità comunale. La zona C2 sarà una zona che consente

l’insediamento, oltre che degli esercizi di vicinato in forza della legge 21, sempre negli

edifici esistenti sarà possibile anche l’insediamento della media struttura di vendita e con i

limiti di 400 mq di superficie di vendita. Successivamente abbiamo la zona C3 zona che

andrà in variante, e sarà possibile l’insediamento, oltre che degli esercizi commerciali di

vicinato delle medie strutture di vendita, anche di un grande centro commerciale nella

formulazione del GACP: centro commerciale costituito da aggregazioni poli-funzionali che

hanno una connotazione caratteristica, in quanto comprendono anche esercizi di piccolo

artigianato. Questa è la zona C3. Poi, ci sono le aree mercatali che sono anche esse in

variante, è saranno quelle aree destinate al mercato settimanale, ovviamente attrezzate, e,

nell’intenzione dei progettisti e dell’Amministrazione, al mercato ortofrutticolo ispirato

alla logica della filiera corta. Si chiama Farmer Market, sono gli agricoltori che vendono

direttamente al consumatore e, per la sua caratteristica, avrà l’esigenza della centralità

della sua localizzazione. Per quanto riguarda altre zone, quelle colorate, abbiamo le zone in

marroncino sono quelle relative al centro storico che hanno delle connotazioni

caratteristiche che riguardano gli edifici, e quindi un valore architettonico. Per queste ci

sarà una disciplina particolare che va a normare anche il costruito, le vetrine dei negozi e

sarà possibile l’insediamento degli esercizi di vicinato fino a 100 mq, e il recupero, come

diceva prima l’Assessore, dei piani cantinati che saranno recuperati come volume e quindi

come superficie commerciale, in deroga al Regolamento Edilizio, avendo la possibilità di

avere una altezza libera di 2.70 m. Poi, analogamente alla zona COM 1A di cui abbiamo

appena parlato, c’è un’altra zona importante accennata anche dall’Assessore: è la zona

C1A che comprende le masserie più significative e presenti sul territorio di Somma

Vesuviana e che segue la stessa disciplina relativa al centro storico. Per cui sarà possibile

insediare esercizi di vicinato sempre con limite di superficie di vendita fino a 100 mq. Le

zone in rosa sono state individuate come zona COM 2, ed è quella zona che comprende

tutte le zone B e C, quindi le zone residenziali in cui sarà possibile l’insediamento degli

esercizi di vicinato, e sarà incentivato, in quanto possibile, l’insediamento di strutture con

superficie di vendita fino a 400 mq solo per quelle attività che si saranno delocalizzate nella

futura area PIP, e quindi in contenitori dismessi. La zona in giallo, sono tutte le zone

industriali del territorio comunale ed, in queste zone, sarà possibile l’insediamento degli

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esercizi di vicinato e le medie strutture di vendita del tipo M1, quindi con limite di

superficie di vendita fino a 1500 mq. Detto questo, penso di avere illustrato ad ampie linee

tutto il lavoro svolto, ovviamente al lavoro grafico è allegato il regolamento per il

commercio su aree private in sede fissa e il regolamento per il commercio itinerante e il

commercio su aree pubbliche, che sarà pienamente operante nel momento in cui saranno

attuate le aree mercatali. Detto questo, ringrazio per l’ascolto e cedo la parola al

Presidente.

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PRESIDENTE:

Ringraziamo l’ing. Di Lorenzo per l’illustrazione dettagliata e tecnica. Siete soddisfatti o

volete qualche altra spiegazione? Chi chiede la parola? Chiede la parola il capogruppo

Vittorio De Filippo della PDL, ne ha facoltà, prego.

CONSIGLIERE DE FILIPPO:

Grazie Presidente. Buonasera a tutti. Volevo ringraziare, innanzitutto, i tecnici per il lavoro

adeguato che hanno fatto per l’interesse della cittadinanza e, ringraziare i membri

dell’esecutivo e gli stessi tecnici per aver esposto bene quello che è il Piano SIAD. Penso

che stasera siamo ad un appuntamento importante per il nostro paese, per la nostra

cittadinanza e, soprattutto, da un punto di vista economico, per quello che effettivamente è

lo sviluppo del nostro territorio. Ritengo che il Piano SIAD sia importante sotto 2 aspetti.

Innanzitutto sotto un piano tecnico urbanistico; è evidente che il nostro territorio, come i

territori che sono vicino a noi, è stato caratterizzato negli ultimi anni da un abusivismo

dilagante e da una illegalità generalizzata. Il Piano SIAD si propone in questi termini, di

portare una regolamentazione a quelle che sono tutte le attività produttive, e lo fa sotto

due aspetti importanti. Innanzitutto, proponendo una allocazione, una distribuzione logica

e razionale di tutte quelle che sono le attività produttive sull’intero territorio comunale,

dislocando, ad esempio, quelle che sono le attività commerciali che possono essere moleste

rispetto a quelle che sono le esigenze di vita cittadina. Lo fa dislocando queste attività nelle

zone più periferiche del territorio, non dimenticando, però da un lato, quelli che sono stati

gli sforzi, quelle che sono state le attività che fino a questo momento hanno caratterizzato il

territorio, dando la possibilità ai cittadini che svolgono una attività produttiva di continuare

e perseverare nello svolgimento delle stesse attività, e dall’altro, regolamentando quella che

è l’attività produttiva in se, disponendo dei principi, disponendo delle regole, delle misure

secondo cui si può svolgere questo tipo di attività. Mi riferisco, per esempio, alla possibilità

di stabilire dei metri precisi nel quale svolgere attività di vendita, o disponendo dei metri

precisi per quelle che possono essere le altezze dei locali commerciali. Ad esempio, in zone

come quelle del Casamale, dove particolari sono le esigenze urbanistiche, soprattutto

dovute alle caratteristiche strutturali del territorio, caratterizzati da vicoli stretti e da case

ammassate l’una all’altra. Ciò che è importante, e su cui mi voglio soffermare, è l’aspetto

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soprattutto dello sviluppo economico e produttivo del nostro territorio. Territorio che è

stato caratterizzato, da sempre, da una chiara vocazione agricola ma, che negli ultimi anni,

con la scoperta della villa Augustea, con una politica seria di rivalutazione di quelle che

sono le bellezze archeologiche, le bellezze ambientali, le tradizioni archeologiche e

culturali del nostro territorio ha chiaramente mostrato una vocazione turistica. È evidente

che non bastano solamente le bellezze paesaggistiche, ambientali, archeologiche; è

necessario, poi, dare la possibilità ai turisti di stazionare. Immagino i turisti che sbarcano

nel porto di Napoli e, oltre a visitare Pompei ed Ercolano, possano visitare anche la Villa

Augustea; villa che in termini di grandezza e di importanza archeologica si pone

immediatamente dopo gli scavi di Pompei, e probabilmente, anche prima rispetto a quelli

di Ercolano, se le previsioni sono quelle che le università, gli studi ci stanno fornendo. E’

evidente che, accogliere questi turisti significa anche dare loro la possibilità di stazionare

sul territorio, di avere strutture recettive in grado non solo di pubblicizzare i nostri

prodotti. In questo senso rientra anche l’indicazione dell’area mercatale, nella quale

portare avanti un discorso del Farmer Market, cioè dare la possibilità ai coltivatori di

vendere direttamente al cittadino quelli che sono i prodotti agricoli. Ebbene, solo attuando

questo Piano SIAD diamo la possibilità a tutti i commercianti e anche a quelli che aspirano

ad essere commercianti, di iniziare un discorso serio per fornire il paese, innanzitutto, di

strutture produttive idonee per creare posti di lavoro, per creare ricchezza, ma, anche la

possibilità a questi turisti di stazionare sul territorio, di assaggiare i nostri prodotti tipici.

Quindi la possibilità, non solo di fare una toccata e fuga nel nostro territorio, ma di

rimanere più tempo. Questo significa creare strutture alberghiere, strutture recettive e

altro. Forse la mia è una aspirazione utopistica, probabilmente, ma essendo giovane ed

essendo convinto che il territorio ha queste potenzialità, è evidente che noi dobbiamo

perseguire questi obbiettivi. Questo significa non solo sviluppo delle attività produttive ma

significa ricchezza per il nostro territorio; ricchezza significa anche possibilità per i giovani

del nostro territorio di avere possibilità lavorative serie e concrete. Poi - voglio dire -

regolamentare quello che è il settore delle attività produttive da la possibilità agli stessi

commercianti, o comunque a coloro che svolgono questo tipo di attività produttive, di

avere la possibilità di accedere a fondi che adesso invece gli sono preclusi. Come ho detto

prima, questo è un territorio in cui è stato dilagante l’abusivismo quindi, anche attività

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commerciali su cui ricade questo tipo di problematica spesso si trovano a far fronte con una

propria situazione tecnico amministrativa che non si confà bene a quelle che sono le norme

di legge e spesso i commercianti si trovano ad avere difficoltà proprio perché non c’è una

normativa idonea a far si che loro possono mettersi in regola. Ebbene, in questo modo

diamo la possibilità ai commercianti non solo – finalmente - di mettersi in regola, ma gli

diamo anche la possibilità di accedere a tanti finanziamenti in modo tale che loro da

piccole botteghe possono poi crescere sul territorio e dare maggiore ricchezza e maggiori

posti di lavoro. Penso che questo Piano sia talmente importante, che mi auspico che ci sia

la partecipazione di tutta l’Assise Comunale, non solo della maggioranza ma anche

dell’opposizione, rispetto ad un Piano che va al di là di quelle che sono le differenze

politiche, ideologiche e quelle che sono le prese di posizione. Per questo mi auguro che il

Piano sia votato da tutta l’Assise Comunale. Grazie Presidente.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il capogruppo Vittorio De Filippo. Qualcun altro chiede la parola? Chiede la

parola il Consigliere Auriemma Alfonso, ne la facoltà, prego.

CONSIGLIERE AURIEMMA:

Chiedo scusa se non mi alzo. Mi sembra sempre troppo basso il microfono e ho paura di

una scoliosi. Il Sindaco non ne ha bisogno, ha un fisiatra in famiglia. Io no. Siamo qui a

discutere del SIAD e certamente non c’è che da rallegrarsi laddove viene stabilita una

regola che possa dare certezza e semplificazione a chi vuole intraprendere una attività

commerciale o proseguirne una già iniziata. Allora l’amministratore attento non può che

esserne contento. Se mi consentite il riferimento personale, io sono figlio di commercianti e

so come è duro il lavoro del commerciante. Forse erano pure altre epoche, adesso ci sono

difficoltà diverse ma non minori. Ricordo notti insonni da parte dei miei genitori. Ricordo

feste comandate dove non si era allegri per la preoccupazione delle cose da fare il giorno

dopo. Ricordo non un giorno di vacanza, non per questioni economiche, ma perché il

mestiere non lo prevedeva. Ricordo tasse, tasse,tasse, laccioli, impedimenti e tutto quello

che possiamo immaginare a carico dei commercianti. Quindi, una regola andava bene.

Siamo contenti di poterne discutere e mi auguro che possiamo votare all’unanimità questo

Piano, depurato di alcune cose che non ci piacciono. Mi associo al ringraziamento dei

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tecnici, che hanno fatto un lavoro corposo, in parte condivisibile. Diciamo che se si votasse

ad articoli forse ne approverei la maggior parte, altri parti meno e su questo ne discutiamo,

e se troviamo un’intesa sarebbe bello uscire di qui con un documento votato all’unanimità.

Su questo, dopo di me, il capogruppo del mio partito farà una proposta. Io, però, devo

rimarcare alcune cose, se non altro per non passare per “fesso”, scusatemi. Ho delle riserve

in ordine alla metodologia con cui si è arrivato a questo Piano. Un Piano che, per alcuni

contenuti inseriti, ha conseguenze serie e irreversibili sul territorio, e noi non sappiamo chi

le ha comandante. Quando l’ente locale compie atti che incidono così significativamente

sul territorio e sulle attività umane che sul territorio insistono, c’è sempre alla base un

documento politico previsto dalla normativa che detta gli indirizzi formulati dai

rappresentati del popolo, cioè da questo Consiglio Comunale, o da un altro Consiglio

Comunale precedente. Per continuità amministrativa varrebbero anche gli indirizzi dettati

da un Consiglio Comunale di 10 anni fa; finché un atto non lo modifica è sempre valido.

Qui dov’è l’atto di indirizzo politico? Non c’è. Nessun Consiglio Comunale ha dettato gli

indirizzi da dare ai tecnici per fare questo lavoro in un certo modo. Perché individuare

certe zone e non altre, chi l’ha dato? La risposta è semplice. Non me ne vorranno il

Sindaco e gli Assessori. L’ha dato l’esecutivo, o una parte dell’esecutivo, i quali si sono

sopperiti al Consiglio Comunale, hanno tolto di mezzo il Consiglio Comunale, che era

l’unico deputato a dare questi indirizzi, ed hanno dato loro indirizzi in riunioni

forzatamente al chiuso. Mi verrebbe da dire, senza offesa per nessuno, “carbonare”, perché

per me è carbonara nell’attività politica qualsiasi riunione che non venga tenuta nella sede

istituzionale prevista. Loro hanno dettato questi criteri, questi indirizzi, sottraendoli alla

potestà del Consiglio Comunale. Quando si elaborano documenti così importanti, l’atto

politico ci deve essere sennò che democrazia è questa? Sennò il popolo dove incide in

queste cose? Siamo noi il popolo o mi sbaglio? Anche il Sindaco è popolo, certamente.

Però, siamo anche noi Consiglieri. Ed ecco che si fa ricorso all’elaborato del professor

Ragone, che è un economista, un tecnico incaricato dall’Amministrazione D’Avino di

redigere il PAP. Il lavoro del prof. Ragone, sicuramente non sono deputato a giudicarlo,

era ottimo e appropriato per il 2002, l’anno in cui fu fatto. Ma, il prof. Ragone non è il

Consiglio Comunale, e il suo lavoro non è stato approvato da nessun Consiglio Comunale,

nemmeno da quello dell’Amministrazione committente, che era l’Amministrazione

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D’Avino. Quindi, noi adesso ci troviamo a fare delle scelte di cui non sappiamo chi ha

manovrato i fili, o forse lo sappiamo, però, non ci piace. Siamo qui per onorare un

impegno, almeno personalmente, e non mi piace essere messo da parte e andare a

ratificare cose decise altrove e non nella sede opportuna in cui bisognava decidere. Quindi,

un elaborato tecnico che è diventato un documento politico, ispiratore di scelte che

influenzeranno pesantemente la redazione del PUC se, e quando, questa Amministrazione

deciderà di farlo, come il Sindaco ha scritto nel suo documento programmatico e come ha

confermato in incontri successivi. Mi rendo conto che così è più facile fare le cose, ma la

democrazia è difficile. Non sono, certamente, un ammiratore del ventennio però mi rendo

conto che, per la mancanza di democrazia che c’era allora, stranamente le cose

funzionavano più velocemente. Qui in 20 anni non riusciamo a fare un ospedale. Lì si

facevano, perché c’era chi decideva. Uno solo e basta e si andava avanti così. Ma adesso i

tempi sono cambiati, fortunatamente, ed è bravo l’amministratore che riesce a fare tutti i

passaggi previsti dalla normativa con velocità, competenza e trasparenza, non

l’amministratore che prende scorciatoie, più o meno legittime, utilizzando forzature che

rendono nebuloso ciò che dovrebbe essere chiaro come la luce del sole. Poi, andando nello

specifico, queste scelte così pesanti di grosse strutture commerciali influenzeranno anche il

PUC. Dovrebbe essere il contrario, il piano commerciale, il SIAD, dovrebbe essere

complementare al PUC. Qui il PUC non l’abbiamo. Adesso l’abbiamo capito perché

l’Amministrazione, il Sindaco mi contesterà sicuramente per questo, intende lavorare sul

territorio “a pezzi e a bocconi”, senza avere un piano di insieme. Prima di tutto,

bisognerebbe vedere che fare di questo paese, prevedendo lo sviluppo in anni avvenire e

lavorare intorno a questa idea, e dopo dovrebbero venire questi piani normativi. Bisogna

dire che ci sono cose buone che, effettivamente, in una certa misura, porteranno benefici,

anche se l’impressione è che questo Piano sia troppo sovradimensionato rispetto alla

vocazione mercantile di Somma. Noi non siamo San Giuseppe, purtroppo, dove mi risulta

che tra l’altro non sono nemmeno riusciti a farlo. Quindi questo Piano andrà a scontrarsi

con quello che hanno deciso gli organismi sovracomunali; per i paesi vesuviani e per

Somma, in particolare, hanno deciso altre cose in parte anche dette dal capogruppo del

PDL. Si prevedono attività commerciali ma non in modo così massiccio da caratterizzare

addirittura il paese. Io così la vedo. Perdonatemi, sono chiaro e franco. Può darsi, pure,

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che sia una scelta vincente. Si prevedono queste varianti al Piano Regolatore, adesso

andiamo a votarle senza che sappiamo chi le abbia proposte, da dove escono fuori e

perché? Io ho già votato a favore di varianti proposte da questa Amministrazione, però

pensavo che fosse l’emergenza di un momento, che fosse un fatto eccezionale. Ma questo è

un metodo. Varianti parziali senza lanciare il PUC, e senza approvare nemmeno un

documento programmatico sul PUC? Questa è una cosa grave. L’ho detto già, scusatemi la

ripetizione, un SIAD doveva esser complementare al PUC, ma non condizionarlo

addirittura. Non voglio andare avanti, rinnovo il mio invito agli amici della maggioranza di

essere un po’ più morbidi su questa situazione. Siamo tutti in buona fede, non vogliamo

ostacolare niente. Ho detto già che il Piano in parte è condivisibile e vorremmo approvarlo,

quindi non tolgo argomenti al mio capogruppo che farà una proposta articolata in cui

potremmo arrivare tutti insieme al risultato che ci promettiamo. Vi ringrazio.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Auriemma Alfonso. Chiede la parola il Consigliere Cimmino

Luigi, ne ha facoltà, prego.

CONSIGLIERE CIMMINO LUIGI:

Anche io mi associo a chi ha fatto i complimenti ai tecnici incaricati della redazione del

Piano. Mi viene di iniziare l’intervento con una battuta: vorrei, e spero lo possa fare, vedere

in che modo la filiera corta che si prevede nel Piano del SIAD possa concorrere con la

grande distribuzione, che forse, probabilmente, venderà la frutta molto al di sotto di

quanto la filiera corta potrà permettere di fare. Questo non lo dico io, è un dato oggettivo

di mercato. E’ evidente che la filiera corta, di cui si parla, propone nella distribuzione

qualità del prodotto, ma dal punto di vista competitivo è evidente che non è paragonabile

in termini economici ad una grande distribuzione, che raccatta il prodotto primo su ampia

scala per poi venderlo al di sotto di quel prezzo. Parto da questa battuta per fare una

domanda a me stesso e alla logica di ispirazione che si muove nel disegnare una città.

Prendendo spunto anche dalle cose che sono state dette nella relazione dell’Assessore e in

alcuni interventi che mi hanno preceduto mi chiedo: la legge regionale del 2000, cioè di ben

9 anni fa, diceva che bisognava fare il SIAD. Ebbene, l’urgenza, dopo 9 anni, di una

programmazione esclusivamente commerciale, senza un disegno chiaro di quelle che

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possano essere almeno le linee di indirizzo generale che questo Consiglio Comunale può

approvare prima di un Piano del genere da dove discende?. Da questo punto di vista è utile

fare una domanda e capire perché la metodologia è inversa, capire qual è l’urgenza, anche

legittima se si vuole, di affrontare un disegno solo parziale e che si sovrappone ad un

vetusto Piano Regolatore - così come detto da tutti gli interventi a partire da quello

dell’Assessore, a partire da quello del capogruppo della PDL - un piano di sviluppo

commerciale di questo genere, senza avere approvato, o quanto meno, esplicitato, fatto

discutere i cittadini sulle linee di indirizzo generale del disegno della città? Ci deve essere

un’urgenza. L’urgenza probabilmente – e uno la domanda se la fa - è dettata da quelle che

possono definirsi “2 righe” che ci sono non nella delibera di approvazione ma in un'altra

delibera, dove si revoca l’incarico ai progettisti che avevano l’onere di fare il Piano

Regolatore. Ci sono delle richieste comprovate, protocollate sul piano amministrativo, di

alcune società o di alcune persone fisiche che chiedono legittimamente di poter utilizzare il

nostro territorio per impiantare un’attività produttiva o commerciale che allo stato delle

cose non è possibile attuare e che, invece, grazie allo strumento che stasera si è portato qui

si può attuare? Se questa è l’unica motivazione rispetto a un quadro più generale mi

vengono, quantomeno nel metodo, dei dubbi sulla conduzione dell’Amministrazione del

disegno di questa città. Perché, ritornando alla battuta di prima, per andare di fretta poi

veramente non riesco a immaginare il tessuto produttivo - soprattutto quello agricolo -

come possa competere domani con la grande distribuzione se oggi si sana un punto di

esigenza che è del tutto momentanea e contingente: probabilmente da qui a 10 anni, in

termini di prospettiva, si può ovviare ad altro. Io non sto qui a ricordare - è evidente che

sono cose studiate non da me – che il piano di sviluppo economico di una società moderna

come la nostra è così in evoluzione che quello che 10 anni fa poteva essere un punto di

sviluppo economico serio oggi non lo è più. Assistiamo, sotto gli occhi di tutti, al fatto che

la grande distribuzione è in piena crisi. Ci sono licenziamenti su tutta la catena, abbiamo

dei centri commerciali nelle nostre vicinanze che sono vuoti, con il risultato che si è giunti

alla desertificazione delle attività commerciali, cioè al deserto della piccola e media

impresa e del piccolo e medio commercio. A queste domande io penso si debba dare una

risposta. Non a me ma alla genuinità della coscienza dei cittadini e sarebbe anche

tremendamente mediocre carpire la buona fede dei cittadini pensando di riservare in

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termini leghisti - come si accennava nella relazione dell’Assessore - la possibilità di

preservare attraverso la nascita di nuovi elementi commerciali le possibilità riservate ai soli

sommesi. Questo è inverosimile. Perché queste possibilità sono soltanto clientelari cioè: se

conosco chi impianta l’attività mi metto a lavorare se non lo conosco non so come

raggiungerlo. Questo è veramente carpire la buona fede della gente perché se l’unico

motivo per cui si sta agendo è rappresentato da questa espressione: “ah guardate si fa

questo perché domani lavorate” - aperta e chiusa parentesi - tutto quello che è avvenuto

nel nostro circondario tra gli impiegati e gli occupati in questa realtà quasi nessuno, in

termini di grande distribuzione, è del luogo. Perché quei contratti, li conoscete meglio di

me: sono infami, sono dei contratti veramente pessimi. Questo è un primo aspetto. Per

quanto concerne il secondo aspetto, riprendo le parole che diceva il Capogruppo della

PDL e cioè che all’interno di questo piano si parte da una premessa: non c’è stato o non

c’è un elemento che regolarizza l’uso dello sviluppo commerciale in questa città, questo ha

determinato “un abusivismo dilagante”. Se questo piano surrettiziamente condanna

l’abusivismo dilagante, indirettamente lo condanna ma lo sana attraverso questa

possibilità? Se interviene soprattutto per le zone che sono già urbanizzate e che hanno una

caratteristica di attività produttiva ma per una serie di ragioni non lo sono - l’hanno detto

precedentemente gli altri interventi - c’è bisogno anche in questo - e qui conforta l’idea del

disegno generale - di capire su cosa bisogna intervenire e su cosa è stato commesso in

termine di scempio o di illogicità un disegno di una città e cosa si può salvare. Nello spirito

del legislatore e anche di chi ha fatto la legge regionale del 2000 - riprendendo la relazione

dell’Assessore al ramo - il SIAD si integra, almeno questo mi è sembrato di capire,

sostanzialmente su quella che è la pianificazione urbanistica della città. Questa

pianificazione urbanistica della città si integra con questo strumento che è il piano del

commercio. Allora, se lo spirito è questo, se bisogna integrare alla pianificazione

urbanistica della città il piano commerciale e se tutti noi diciamo che lo strumento è

vetusto perchè ha 15 anni, per quale motivo non si pensa a dirci qual è l’idea di sviluppo di

pianificazione urbanistica che c’è attraverso una discussione proprio su questo e non

surrettiziamente su quello che poi avverrà? Mi direte: “è un problema di velocità, di

tempistica rispetto a questo”. Io non parlo di fare il piano regolatore, parlo di capire qual è

il disegno complessivo della nostra città. Perché se 2 o 3 tasselli vengono messi attraverso

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anche delle varianti, che sono state illustrate precedentemente e che sono necessarie per

rendere operativi gli obbiettivi del piano, tecnicamente necessari ma politicamente e

socialmente non necessari probabilmente se il disegno della città è un altro. Perché il punto

è questo: se il disegno della città è un altro, queste varianti non sono necessarie. Il disegno

della città è quello dello sviluppo cui si faceva riferimento prima. Ma se si pensa che l’Ente

possa rimediare allo sviluppo latente, basso, di questo paese attraverso la semplice

possibilità di donare l’apertura di spazi commerciali enormi non si è sulla strada giusta. Io

penso che la pubblica Amministrazione, che il Comune nel suo piccolo, per quello che può

fare, deve partire da quelle che sono le esigenze del territorio. E lasciatemi passare che le

esigenze di questo territorio non sono la filiera corta del contadino, perché la filiera corta

del contadino già esiste dal punto di vista pratico. Le esigenze di questo territorio,

probabilmente, sono la creazione di un polo di trasformazione del prodotto tipico che

migra al nord. Questa può essere una politica di ordine economico e di sviluppo. Può

essere pure che questa infrastruttura, laddove creata, possa andare in conflitto con un’altra

grande infrastruttura. Voi mi direte: “ma il nostro territorio è così grande, 32 Kmq, che ci

possiamo mettere dentro sia il centro commerciale che il polo di trasformazione agricola”.

Ma sostanzialmente non mi convince l’idea, che diceva il Capogruppo precedentemente,

che il turista ha bisogno non di un posto dove andare a fare la spesa: in realtà ha bisogno

di un posto che sia confortevole, ha bisogno di ristoro, ha bisogno di un albergo, ha bisogno

di stanziare, ma non di un posto dove comprare……Ho inteso male allora Capogruppo.

Allora, se è necessaria questa pratica così come veniva illustrato precedentemente, il punto

vero è quello del confronto su quale disegno città bisogna fare: il piano commerciale

bisogna farlo rispetto a questo, ma dare l’idea della fretta e operare delle varianti senza

capirne il perché - probabilmente sarà un nostro limite - è veramente incomprensibile. Ora

un’ultima cosa e termino: io penso che non c’è una favola sottointesa a questa azione

amministrativa, non penso - perché non voglio pensare - che alla fine della fiera con le

impossibilità che ci sono per la creazione di questi spazi, tutto questo risulta o potrebbe

risultare (come purtroppo è già accaduto in altri Comuni) soltanto un’opera di

speculazione edilizia per la costruzione di nuove attività o di grandi attività. Io non penso

proprio che questo sia nella testa di chi ha redatto il piano e sicuramente non c’è neanche

nella testa di chi amministra questa città. Allora penso che sia utile fare un confronto più

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approfondito e dire prima il disegno complessivo della città che si vuol fare e poi

intervenire a spezzoni all’interno di un disegno già definito, altrimenti diteci con chiarezza

qual è questo disegno così comprendiamo il fine del raggiungimento. Io penso che sono

cose del tutto logiche ed elementari, né tanto meno si può dire che queste cose sono state

già illustrate all’interno delle linee programmatiche che, ricordo, sono state fatte un po’ di

tempo fa. Il punto vero è proprio questo. Allora, per dare credibilità ad una proposta del

genere, non farla montare soltanto di retorica, entriamo nel merito della prospettiva e

cerchiamo di capire altrimenti monta soltanto di retorica, di falsa retorica e spinge su delle

leve che non auguro a nessuno di noi di avere, sui bisogni che magari alcuni cittadini hanno

per delle condizioni disagiate nelle quali versano.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Luigi Cimmino, chiede la parola il Consigliere Umberto

Maione ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MAIONE UMBERTO:

Grazie Presidente. Io mi associo alle parole degli amici del Partito Democratico che mi

hanno preceduto e sicuramente va un grosso plauso da parte di tutta all’operato dei

professionisti che hanno lavorato al SIAD. Naturalmente mi associo anche alle

considerazione che hanno fatto gli amici del partito e, personalmente, mi premeva

sottolineare qualche altro aspetto che non era stato toccato dagli amici che mi hanno

preceduto. Soltanto una piccola nota - prima di iniziare questa piccola osservazione che io

voglio portare avanti - al Capogruppo della PDL, ma con molta simpatia. Io sono stato

qualche volta al Vulcano Buono come sono stato qualche volta alle porte di Napoli. Per la

verità io ho parcheggiato la macchina al vulcano buono, ho girato nel vulcano buono e me

ne sono tornato a casa. Non ho visitato né il foro Boario e né, alle porte di Napoli, ho

visitato Afragola. Questo per dire che - a mio personale avviso - le grandi strutture in

genere non aiutano l’economia del posto se questa economia del posto è incentrata nel

valorizzare le risorse del posto. Perché, magari, uno va al vulcano buono, compra qualcosa

di elettronico o qualche altra cosa e poi se ne torna a casa, ma certamente non fa visita alla

città e non compra quello che è il prodotto della città. Ecco perché io credo che questo non

aiuti l’economia. Ma questa è una mia considerazione personale, l’economia in nessun

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modo, soprattutto quando sono mega strutture progettate per questi territori come quelli

della fascia vesuviana. Una considerazione io la volevo fare, e mi rivolgo anche ai tecnici:

nello studio e nelle valutazioni delle norme che hanno preceduto questo elaborato -

secondo me - è mancata la considerazione in particolare, cioè la valutazione o la lettura o

la considerazione delle norme che prevede la legge regionale n° 16 del 22 dicembre 2004 -

che parla di norme sul governo del territorio – e la legge n° 21 del 10 dicembre 2003 che

verte sulle norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico

dell’area vesuviana. Dico questo perché? Perché proprio da quest’ultima legge, cioè dalla

seconda, è stato varato nel 2006 un piano strategico operativo (PSO) che è previsto da

questa legge. Io non vi sto ad annoiare su quanto dice questo PSO ma vi volevo soltanto

fare qualche piccola considerazione sugli spunti che questo piano dava, soprattutto per la

zona vesuviana e per Somma Vesuviana. Parlava di creazione di nuova recettività turistica

alberghiera; lo sviluppo del settore agricolo e agroalimentare, che comprende la creazione

di offerta agrituristica, anche attraverso la crescita e la cooperazione per tutelare e

valorizzare i prodotti tipici locali; il sostegno alle piccole e medie imprese e alle imprese

artigiane favorendo processi di localizzazione di nuove imprese e di ampliamento delle

imprese esistenti, compatibilmente con le potenzialità di assorbimento del territorio e in

funzione delle disposizioni contenute negli strumenti urbanistici vigenti; la realizzazione di

strutture di terziario avanzato per sostenere le piccole e medie imprese nelle attività di

ricerca e di innovazione tecnologica, con particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie

pulite connesse alle potenzialità derivanti dalla raccolta differenziata e dai rifiuti solidi

urbani. Poi, in maniera più specificata per lì agricoltura, parlava di promozione delle

innovazioni produttive allo sviluppo delle produzioni tipiche locali. La valorizzazione delle

produzioni tipiche locali attraverso il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti

e dell’efficienza dei processi produttivi; la promozione per l’attivazione di strategie di

marketing per la valorizzazione dei prodotti agricoli e agroindustriali dell’area, specie delle

produzioni tipiche, attraverso attività integrate di produzione e commercializzazione delle

produzioni DOP, IGP, DOC e IGT; l’incentivazione all’insediamento di nuove imprese

agricole e al miglioramento di quelle gestite da agricoltori anche associati; il miglioramento

dell’efficienza delle aziende agricole mediante il rafforzamento della riorganizzazione delle

loro strutture e la promozione di attività e servizi complementari; la riqualificazione delle

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vecchie residenze rurali, masserie, ai fini di una utilizzazione recettiva extra alberghiera

come agriturismi; lo sviluppo del tessuto sociale delle zone rurali assicurando un equo

tenore di vita per gli agricoltori e incrementando l’occupazione. Non sono solo questi. Ma

quello che mi premeva dire è che noi - fondamentalmente l’opposizione tutta - siamo

estremamente d’accordo che quello del commercio è sicuramente un problema; che il

SIAD è uno strumento di grande valore e che Somma ne ha un’estrema necessità: su

questo si concorda. E’ il discorso dello stravolgimento del territorio che viene operato a

margine di questo SIAD che non ci trova concordi. Soprattutto perché nel redigere un

SIAD è chiaro che devono essere assolutamente fissate le linee programmatiche, le linee

programmatico-politiche per il territorio. Interventi a zone senza nessun valore dal punto

di vista di inquadramento generale del territorio è chiaro che non ci vedono condividere

questo intervento. Da qui viene una proposta che faccio a nome di tutta l’opposizione, è

una mozione. Approvare la proposta di delibera stralciando il punto F, e lo leggo: “ciò

premesso si propone di deliberare, cioè di adottare la variante al PRG per le disposizioni

non conformi al PRG vigente e in particolare quelle esplicitate per le zone C1, C1a, C2, C3

e C4”, ovviamente l’opposizione si propone di essere disponibile a partecipare, a

concordare un prossimo Consiglio Comunale avente ad oggetto questo ordine del giorno,

dove contestualmente vengono fissate le linee programmatiche del redigendo PUC. Questa

è la mozione. Allora, la proposta mozione: “approvare la proposta di deliberazione

dell’argomento all’ordine del giorno stralciando il punto F, facendone oggetto di

argomento di altro Consiglio Comunale, anche prossimo, dove contestualmente vengono

fissate le linee programmatiche del PUC”.

SEGRETARIO GENERALE:

La proposta che si chiede di approvare è la seguente: “la proposta di delibera va stralciata

del punto F e verrà riproposta nel prossimo Consiglio Comunale che definirà

contestualmente anche le linee programmatiche del PUC”, giusto?

PRESIDENTE:

Quindi continuiamo il dibattito e poi alla fine vedremo la proposta che ha fatto il

Consigliere Maione, se non vuole aggiungere altro. Qualcun altro chiede la parola? Chiede

la parola il Consigliere Carotenuto Gennaro, ne ha facoltà.

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CONSIGLIERE CAROTENUTO:

Buonasera Presidente, grazie. Anche io mi associo ai complimenti, non di rito ma personali

e sinceri, ai 2 Tecnici, anche perché hanno reso chiaro e comprensibile un argomento così

complicato e complesso tale da suscitare, forse, tra i Consiglieri chissà quali idee. Ma dopo

vorrei rispondere a qualche Consigliere. Un plauso va al Sindaco che ha voluto fortemente

questo SIAD. Si parlava di urgenza: forse non si sa che a grande voce è stato chiesto da

grandi e piccoli commercianti sommesi di avere questo piano. Un pizzico di presunzione va

a questa Amministrazione, a questa maggioranza, che ha il merito di affrontare delle

problematiche e di dare dei risultati. Questo atto importante, dovuto alla legge regionale n°

1 del 2000, che rende obbligatorio questo strumento di intervento per l’apparato

distributivo per tutti i Comuni, è di tale importanza che, secondo me, un Comune non ne

può fare a meno. Vorrei dire che questa nuova classe dirigente politica forse sta crescendo.

Forse sta iniziando a risolvere qualche problema ed è tanto trasparente da volere suscitare

all’opposizione delle idee alquanto…non vorrei usare la parola maligne….ma poco ci

manca. Voglio dire e ricordare che mi compiaccio con alcuni Consiglieri che condividono

in parte questo strumento: capisco la loro dialettica e politica di sminuire un atto così

importante forse per non rendere così alto questo consenso che oggi la maggioranza ci da.

Voglio rispondere ad Alfonso quando mi dice “chissà com’è comandato e manovrato

questo piano” che questo piano è “comandato e manovrato” da dettami del territorio, da

infrastrutture presenti, da zone del piano regolatore. Noi è vero che non abbiamo un PUC,

ma abbiano un piano regolatore che, per quanto vecchio sia, comunque un po’ lo dobbiamo

tener presente. Voglio continuare dicendo che è molto facile proporre 100 senza aver

iniziato da 0….l’opposizione fa politica giustamente di ostruzionismo. Tralasciando i non

pochi fattori burocratici e tecnici che già sono stati discussi, vorrei dire che secondo me il

criterio che hanno adottato i Tecnici è stato molto semplice: si è partiti da un concetto cioè

si è partiti dal centro per arrivare in periferia, delocalizzando le attività di grandi strutture

più in periferia, quelle dell’esercizio di vicinato più in periferia, tenendo conto della

congestione, tenendo conto di tanti fattori, tenendo conto delle tante attività presenti sul

territorio. Io vorrei rispondere anche all’amico Luigi per quanto riguarda l’urgenza: io

domanderei ai commercianti, sommesi e non, se c’è o no questa urgenza. Vorrei sapere se

è valida la legge regionale che ci obbliga a dare una risposta come Comune. Ed è vero,

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c’è questo aspetto così negativo dei centri commerciali, di una politica e di una economia

che oggi non sta andando bene ma, come si dice, non può piovere per sempre. Io forse

sono più ottimista e, per rispondere ancora a Luigi, noi non andiamo a sanare alcun

abusivismo edilizio, noi non parliamo di “edificazione speculativa” anche perché questa

variante vale solo per gli edifici esistenti. Per quanto riguarda il Dottore Maione, le grandi

strutture non funzionano eppure a me capita di vederle sempre piene. Io personalmente ho

comprato, spero che Lei quando è andato in qualche struttura magari ha messo la benzina

se non ha comprato niente. Voglio completare con un aspetto più positivo, secondo me,

senza tralasciare gli aspetti burocratici e tecnici che i Tecnici e i miei colleghi hanno

delucidato già ampiamente. Vorrei parlare dell’importanza di questo SIAD dal punto di

vista economico. Ci troviamo in un periodo di crisi economica, ci troviamo in un disagio

totale che, purtroppo, abbraccia l’intero paese: e allora perché questo strumento operativo

non potrebbe essere un rilancio, un punto di partenza per l’economia del nostro paese?

Perché commercianti e imprenditori non possono mettersi in regola, oppure ampliare,

oppure integrare, oppure iniziare altre attività dando una spinta a questa economia che

oggi è ferma? Grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Carotenuto, chi chiede la parola? Il Consigliere Luigi Aliperta.

CONSIGLIERE ALIPERTA LUIGI:

Io parto con il rispondere al Consigliere Carotenuto, il quale penso che abbia sentito gli

altri interventi. Da parte dell’opposizione c’è stata solo una grande volontà, addirittura

tramite il Consigliere Auriemma ha fatto una mozione per addivenire a una votazione

all’unanimità rispetto a questo nuovo strumento del SIAD. Io parto da un criterio: il SIAD

è una cosa positiva per il paese è innegabile, ma senza dubbio bisogna integrarlo con il

PUC, il piano urbanistico comunale. Non possiamo, visto che il SIAD è integrato con il

piano urbanistico comunale, approvare prima un piano che fa parte dell’intero PUC e poi il

PUC. La questione della metodologia – en in ciò mi associo con i miei colleghi

dell’opposizione - sta nel fatto che sicuramente i Tecnici hanno fatto un ottimo lavoro ma il

problema è dell’individuazione delle aree e mi riferisco soprattutto a quelle che non sono

compatibili con il piano regolatore generale cioè le zone C1, C1a, C2, C3 e C4. Non si

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sono espressi indirizzi politico-economico-sociali-culturali rispetto a un insediamento del

genere ed è questo l’errore di fondo. Perché caro Consigliere Carotenuto Lei mi sa

indicare le zone C1, C1a, C2, C3 e C4 chi le ha scelte, chi le ha comunicate ai nostri bravi

Tecnici, chi le ha divise, in che zone del territorio vanno, quali attività commerciali devono

essere condivise, chi ha deciso che devono essere fatti 10 attività medio-grandi, sarebbe

superiori a 250 mq, 5 per attività alimentari, 5 per attività extra alimentari, mi sa dire

perché è stata individuata una sola area per la grande vendita e non ne potevano essere

individuate 2, 3, 4 o nessuna? Mi sa dire chi ha fatto tutti questi indirizzi? Lo so che poi alla

fine alzate le vostre 18, 19, 20 ipotesi perché, per fortuna vostra, siete sempre in aumento e

approvate tutto, ma fate partecipare per queste cose che sono importanti per la

realizzazione e lo sviluppo del paese. Come sempre accade le decisioni e le responsabilità

sono della maggioranza, voi come sempre dite che noi facciamo opposizione e

ostruzionismo ma in questo caso vedete che non è così. Volevo poi innanzitutto fare

qualche domanda all’Assessore, dove all’inizio lui nella sua relazione ha detto che il SIAD

deve porre freno alla chiusura dei piccoli esercizi commerciali, ai grandi abusi edilizi,

ricordo a me stesso e a tutti noi che il SIAD non è un condono. Proprio rispetto a questa

cosa era molto più corretto, molto più sensibile rispetto ai problemi della cittadinanza,

elaborare prima il PUC e poi il SIAD. Perché a questo punto nelle cosiddette zone che voi

avete individuato, C1, C1a, C2, C3 e C4, io dico sempre queste perché le altre, Comma 1,

Comma 2 e COM se non ricordo male, sono già previste, attuabili e compatibili con il

piano regolatore, quindi le altre sono tutte in variante. Allora per dare una mano ai

cittadini, affinché questo SIAD sia un volano per lo sviluppo economico di questo paese

noi ci troveremo sicuramente di fronte a una marea di istanze da parte di cittadini a

variante del piano regolatore, perché “si avete approvato il SIAD però dammi la possibilità

di lavorare, dammi la possibilità di fare un insediamento produttivo, dammi la possibilità di

aprire lo stabilimento, dammi la possibilità di aprire il piccolo esercizio commerciale”,

quindi ci troveremo di fronte a una marea di istanze di variazioni di destinazioni d’uso. A

questo punto io credo che questo piano SIAD sia un rattoppo, mentre si doveva valutare

un piano che tenesse conto delle esigenze tecnico-economico-sociali-culturali del paese,

cioè un piano urbanistico comunale. Poi mi sarei aspettato, visto che i membri della

maggioranza hanno più volte detto che siamo in un periodo di crisi dei piccoli

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commercianti e per questo motivo dobbiamo approvare il SIAD, ma mica diamo il SIAD

come un finanziamento, se un commerciante sta in crisi o non ha i soldi per aprire

l’esercizio commerciale non è che con il SIAD risolve il problema, quindi mi sarei aspettato

che l’Amministrazione comunale dicesse che nell’approvare il SIAD e nell’insediamento di

nuovi esercizi commerciali artigianali e produttivi questo Ente, verso questi nuovi

imprenditori, da 3 anni di agevolazioni in termini di tasse, cioè una riduzione della

TARSU, una riduzione dell’ICI, una riduzione in modo tale da incentivare. Perché ricordo

a tutti che per fare alberghi c’è bisogno che vengano persone; perché vengano le persone

bisogna rivalutare il centro storico e non lasciarlo nello stato in cui si trova, bisogna fare si

che il Casamale, il centro storico, la chiesa di Santa Maria del pozzo o la villa Augustea

siano inseriti in un circuito di visite guidate, altrimenti noi costruiamo gli alberghi a Somma

Vesuviana ma chi ci mettiamo? I ristoranti li facciamo pure, ma chi ci viene a mangiare?

Rispetto a questa cosa l’Amministrazione deve creare anche gli incentivi affinché si possa

incentivare il turismo nel territorio e, soprattutto, possa dare una mano agli imprenditori,

soprattutto i giovani, che vogliono intraprendere questa attività sotto forma di un “nuovo

lavoro” e non più alla ricerca di posti statali. Stiamogli vicino in termini di riduzione di

tasse, grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Aliperta, ha chiesto di intervenire il Consigliere Raffaele

Maione prego.

CONSIGLIERE MAIONE RAFFAELE:

Grazie Presidente. Innanzitutto io vorrei chiedere all’Assessore competente alcuni

chiarimenti. Lui ha parlato di alcuni obbiettivi che ha ribadito anche il Consigliere Luigi

Aliperta, porre un freno alla chiusura degli esercizi commerciali, e ha collegato questa

affermazione attraverso un riordino amministrativo e funzionale delle attività commerciali.

Come si fa a collegare - egregio Assessore - questa situazione alla costruzione di un centro

commerciale quando da un lato non si è data nessuna preferenza per i commercianti del

nostro paese e, ancora di più, non si è data nessuna preferenza a quei piccoli esercenti

commerciali a cui l’avvio di un centro più ampio, di un polo commerciale, potrebbe anche

determinarne la fine. E ancora non riesco a capire, caro Assessore - non so se l’ha detto

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l’Assessore e su questo chiedo anche scusa se non erro è stato il Capogruppo della PDL –

come può essere collegato un centro commerciale con le risorse archeologiche di questo

paese. Pompei ha il centro commerciale e ha gli scavi, chi va al centro commerciale non va

agli scavi per cui non dobbiamo interpretare il centro commerciale con lo stretto

collegamento ad una attività di natura diversa da quella commerciale. Chiunque di noi

vada al centro commerciale, anche noi giovani caro Vittorio, non va a visitare il museo, e tu

l’hai detto Vittorio……hai parlato di un polo commerciale. Mi dispiace che non è in aula il

Consigliere - e ciò dimostra come si rientra in aula e si dice tutto diverso da quello che poi i

Consiglieri di opposizione hanno detto -……non ho mai interrotto e penso che non è il

caso che Lei debba interrompermi…...la maggioranza, caro Consigliere Di Palma - così

glielo riferisce al Consigliere Carotenuto - cresce di numero ma non di consenso popolare e

lo dimostra - e mi dispiace dirlo in questa Assise comunale - il fatto che il candidato della

PDL alle provinciali è stato bocciato. Per cui cresce di numero, da 18 passa a 19, poi passa

a 20, poi passerà a 23 io non lo so, però non cresce di consenso tra il popolo e l’ha

dimostrato alle elezioni. Non l’ho dimostrato io certamente, l’ha dimostrato il popolo che

ha bocciato il candidato…….

PRESIDENTE

Cons. Maione si attenga all’argomento.

CONS. MAIONE

Carotenuto non si è attenuto e io ho risposto a Carotenuto. L’Assessore Di Mauro nella

sua relazione ha parlato di costruzione spontanea, abusi edilizi, condoni edilizi che hanno

comportato una crescita disordinata del paese consentendo l’allocazione di officine

meccaniche e di industrie accanto a complessi residenziali, etc etc. Poi ha letto “il SIAD

diventa così momento anche di riqualificazione del territorio”. Noi non possiamo

denunciare lo scempio in un paese che - per carità - può avere i suoi abusi edilizi. Ma poi

“il SIAD potrebbe riordinare questi abusi edilizi”, noi dobbiamo scindere le due cose. La

relazione dell’Assessore, nulla contro, mi da un collegamento tra gli abusi e il polo

commerciale che personalmente io non vedo proprio. E qui chiedo all’Assessore, anche in

virtù delle richieste fatte dal Consigliere Aliperta, di intervenire in questa Assise comunale

e rispondere a questi nostri quesiti. Il SIAD è positivo - io alzo le mani - ma è stata fatta

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da questa minoranza una proposta, una mozione, non so come chiamarla. Il SIAD è anche

positivo per alcuni finanziamenti regionali - non lo possiamo negare – e sarà anche

importante però in stretto collegamento con quello che ha detto il Consigliere Aliperta, il

quale ha parlato di certe situazioni - lui è commercialista se non sbaglio - anche di eventuali

finanziamenti alle piccole attività, sempre perché voi li abbiate collegati al di fuori del

centro commerciale. Io, invece, ho più volte ribadito che si dovevano preferire anche gli

elementi che hanno fatto la storia: mio padre per esempio ha ereditato quella che era la

macelleria del padre di Alfonso Auriemma e parlo di mio padre per dire un qualsiasi altro

piccolo esercente commerciale. Si doveva dare una preferenza anche a quelli che sono,

diciamo anche dei supermercati un po’ più vasti del piccolo esercizio commerciale, ne

abbiamo più o meno una decina. Io non so quantitativamente quante ne abbiamo di attività

di supermercati, ma anche quelli dovevano essere presi in considerazione. Alla fine ci si

reca al centro commerciale e non andiamo più nel piccolo esercizio commerciale. Questa è

una consuetudine anche se non sto dicendo che “per legge” tutti andranno al centro

commerciale a spendere, è consuetudine dirlo. In linea generale il SIAD è positivo, è

positivo per i finanziamenti, è positivo per il riassetto della situazione commerciale, però io

veramente vi invito a prendere seriamente la nostra proposta perché noi tante volte, e

questo anche Carotenuto l’ha smentito, quante volte abbiamo votato con questa

maggioranza? Non ce lo potete negare. Abbiamo fatto il nostro dovere di Consiglieri di

opposizione ma abbiamo fatto anche il nostro dovere di Consiglieri, abbiamo approvato

determinate vostre proposte. Io vi chiedo di prendere seriamente questa proposta fatta a

nome di tutti i Consiglieri di opposizione dal collega Maione, prendetela seriamente e

approvatela insieme a noi qualora ci siano i numeri, perché darete anche l’impressione

definitiva di una collaborazione che e mancata. Premesso che mi associo ai complimenti ai

Tecnici, alla dirigente Iovine, a chiunque ha collaborato per questo piano, però diamo

dimostrazione di collaborazione che è mancata, il semplice dischetto dell’affermazione di

inviare proposte non basta. Penso che è il caso di convocare una riunione della

maggioranza con una serie di persone della minoranza per questo piano commerciale, per

il SIAD e per il piano commerciale. Andava fatto questo passaggio e non l’avete fatto, però

ora è il momento di prendere sul serio questa proposta e di votarla, grazie.

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PRESIDENTE:

Ringraziamo il consigliere Raffaele Maione. Chi chiede la parola? Il Sindaco, ne ha

facoltà.

SINDACO:

Signor Presidente, signori Consiglieri, gentile pubblico presente in aula, questa sera

accolgo e noto con piacere il tono pacato, diciamo politicamente corretto, che è stato usato

in relazione ad un argomento così importante qual è quello del SIAD. Per cui, al di là delle

valutazioni e complimenti da fare ai Tecnici che si sono prodigati nella relazione e nello

stilare questo SIAD, questo piano commerciale, io i mi voglio complimentare con questa

Assise e con quanti la compongono e, lasciatemelo dire con la sincerità che mi

contraddistingue, ho notato con mio sommo piacere che gran parte dei miei Consiglieri mi

hanno rubato le argomentazioni, dimostrando sotto questo aspetto la loro maturità

politica, e di questo ne vado fiero ed orgoglioso. Per cui a me non resta che fare delle

piccole considerazioni, soprattutto in relazione a quanto ha detto la minoranza che, ripeto,

si è comportata in modo politicamente corretto e che merita per rispetto politico e non solo

una risposta. Io ho cercato di annotare le vostre varie osservazioni, non so se riuscirò a

rispondere a tutto ma grosso modo penso di poter svolgere bene il mio compito. E voglio

partire da una considerazione - non me ne vorrà l’amico Gennaro Aliperta il quale fece

qualche settimana fa, o se vogliamo qualche mese fa, una considerazione che io ho sposato

e sposo tuttora appieno. Ogni giorno che passa per l’approvazione del SIAD è un giorno

che noi togliamo ai commercianti di Somma Vesuviana per la loro possibilità di muoversi,

di risollevarsi sotto l’aspetto economico. Io questa affermazione la faccio mia, e questa è la

prima valutazione: Somma ha già aspettato abbastanza, Somma, in relazione alla legge che

risale al 2000, ha aspettato circa 10 anni per l’approvazione del SIAD, noi andiamo fieri,

orgogliosi, di passare come quella Amministrazione che ha dotato Somma Vesuviana di

uno strumento così importante qual è il piano commerciale. Seconda considerazione. Mi

viene rimproverato, per certi aspetti, o annotato che questo SIAD non ha un indirizzo

politico, che questo SIAD non ha visto convocate le minoranze, le varie associazioni e sigle

sindacali, i vari professionisti: e allora vedete, la mia seconda valutazione è che io

personalmente ho provveduto a mandare in tempi non sospetti, 7 luglio, ad ognuno di voi

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Consiglieri di maggioranza e Consiglieri di minoranza un file, un dischetto, e a qualcuno

anche un cartaceo - al mio amico Gennaro Aliperta il quale volle il SIAD in termini

cartacei e gli consegnammo quello che ha era l’originale del SIAD - per cui l’indirizzo

politico se è vero come è vero che è stato dettato dalla maggioranza nella misura in cui

andava ad ubbidire a quelle che erano le esigenze ormai improcrastinabili, datate da oltre 9

anni, di quelle che erano le esigenze dei commercianti, l’indirizzo politico è stato dettato,

se è vero come è vero, dalla maggioranza che se ne assume le responsabilità. Perché le

varie associazioni non sono state presenti nella loro complessità, le varie professionalità,

Ingegneri e Architetti, invitate non sono state presenti, i vari Consiglieri Comunali, più

volte invitati, non hanno fatto una sola osservazione. L’amico Umberto Maione,

giustamente, il giorno prima di questa seduta consiliare, mi invitava a fare un dibattito

pubblico al quale io non mi sono sottratto, perché mi sembrava logico fare questo dibattito

pubblico, dibattito pubblico che io, caro Umberto, ti dico che farò con voi, con la città di

Somma Vesuviana, con i commercianti, per spiegare bene questo argomento, perché

capisco che questa sera passa un messaggio non completo ma questo non lo dovete

addebitare a noi ma lo dovete in parte addebitare a quella che è stata, non so per quale

motivo, una vostra deficienza. Noi in realtà l’indirizzo politico ce lo siamo fatto dettare,

così come vi ho detto, dalle esigenze dei cittadini di Somma Vesuviana e segnatamente

dalle associazioni. Ce lo siamo fatto dettare da vari incontri che abbiamo avuto con le varie

commissioni consiliari, ce lo siamo fatto dettare - come ti ho detto caro Alfonso - da quelle

che erano le osservazioni del PTCP, da quelle che erano le osservazioni del piano

strategico operativo, le abbiamo fatte nostre e le abbiamo redatte e abbiamo dato corpo a

quello che poi è diventato il nostro piano commerciale. Caro Alfonso ti prego di non

interrompermi, verosimilmente è una tua deficienza, è una tua mancanza, è una tua colpa

nel momento in cui non hai sentito il bisogno di interpellarmi, di compulsarmi, di invitarmi

a fare un Consiglio Comunale ad hoc. Io ho capito che forse voi non avevate queste

intenzioni e che in quel caso, forse in modo politicamente non corretto, volevate che questa

maggioranza non redigesse il nostro piano regolatore, che la città nelle sue varie

espressioni ha fortemente voluto e che io, insieme ai miei Consiglieri, mi accingo a votare.

Questo è uno dei motivi, caro Umberto, per cui io non posso accettare la tua mozione.

Perché spiegatemi: nel momento in cui voi non venite, non accettate il mio invito, stasera

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invece quell’invito non recepito me lo ponete in questa aula? Secondo me è un poco troppo

tardi, non lo posso accettare per rispetto di questa maggioranza, per rispetto di questi

Tecnici, per rispetto del mio ufficio tecnico, nella persona di Filomena Iovine, tutte

persone che hanno lavorato sodo e che hanno prodotto un piano commerciale il cui filone

portante era legato, soprattutto, alle esigenze della città. Questa variante, questa lettera F

di cui tu mi chiedi a malincuore ti debbo dire - e invito il mio gruppo a fare altrettanto - che

noi non la possiamo accettare. Non la possiamo accettare per quello che ho detto prima,

perché Somma non può aspettare, perché i commercianti di Somma non possono

aspettare, perché sono anni che aspettano questo SIAD. E poi diciamocela tutta, il SIAD

voi lo volete vedere come un elemento il quale andava condizionato da un probabile,

possibile studio di fattibilità o un vero e proprio PUC. Noi abbiamo ragionato in modo

leggermente diverso da voi, noi abbiamo detto che questo piano commerciale era

un’esigenza della città, rispetta quelle che erano le osservazioni del PTCP, rispetta quelle

che erano le osservazioni del piano strategico operativo - e non abbiamo vergogna a dirlo –

confrontandoci con la stessa Regione e con la stessa Provincia abbiamo pensato di farlo

precedere da questo SIAD. E qua vi invito a cogliere e a votare insieme a noi perché, se è

vero come è vero, che niente avete da eccepire sull’aspetto tecnico, sulla relazione fatta dai

tecnici, voi intrinsecamente mi venite a dire che questo piano ha tutti i crismi della bontà,

della fattibilità, della fruibilità da parte della città. E allora fatemi fare un’ultima

considerazione, voi che cosa mi obbiettate? Voi mi obbiettate la parte della variante

normativa. Vedete, è in quella variante normativa che voi dovete vedere tutta la nostra

volontà di venire incontro a quelle che sono le esigenze di questa città. Chi vi parla in tempi

non sospetti, ostacolato da qualche Consigliere che oggi siede tra le fila della minoranza, si

portò in Regione dove chiese, con molta umiltà, di fare sì che i concittadini commercianti

potessero continuare ad operare, ottenendo un certificato di destinazione d’uso

temporaneo in attesa della realizzazione dei PIP. Il SIAD è propedeutico ai PIP come è

propedeutico al piano urbanistico comunale, per cui io sono convinto di avere reso un

favore a questo Paese, insieme alla mia maggioranza. E mi auguro che voi possiate rivedere

le vostre posizioni e che possiate anche voi partecipare a questo momento che io ritengo un

momento storico - da un punto di vista amministrativo sia ben chiaro - per la città di

Somma Vesuviana. Perché noi stiamo vivendo un momento importante, perché lo scopo

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è quello di dare vigoria ai futuri commercianti, potendo permettere in un momento di crisi

economica una rinascita economica. Questo è il nostro scopo, questo è quello che noi

vogliamo realizzare. E se è vero che il mio Assessore è stato frainteso - perché E’ stato

frainteso e basta leggere la sua relazione - in realtà noi non vogliamo fare altro, con

l’approvazione di questo piano - voleva dire il mio buon Pasquale Assessore alle attività

produttive – che porre freno alla chiusura di quei tanti piccoli negozi commerciali che oggi

non riescono ad andare avanti. E poi - se mi consentite - vorrei fare un’ultima valutazione

perché ho visto che è stato oggetto della vostra attenzione. Vedete, tra le varie

considerazioni che vi invito a fare, c’è quella per cui in un momento di crisi economica

abbiamo ritenuto di rispettare quella che è l’attività degli attuali commercianti, riducendo

quello che poteva essere una possibile area commerciale in metri quadri nel lontano 2001-

2002 per una bozza preparata dal Professor Ragone - il quale prevedeva di occupare 61500

mq di aree commerciali – prevedendo esattamente la metà dei metri quadri, ovverosia

30000 mq. Questo nel tentativo di non intralciare quelle che sono le attività commerciali

presenti sul territorio. Noi abbiamo ragionato ad ampio spettro, a 360°, ci siamo messi

davanti tutte le varie situazioni che potevano implicare le attività commerciali, anche il

centro urbano, anche le masserie di periferia. Tu immagina Resina, Duca di Salsa, Starza

della Regina, laddove noi possiamo permettere un’attività commerciale per una superficie

di 100 mq. Tu riesci ad immaginare che noi diamo impulso ad una nuova attività

commerciale? Io immagino, a differenza vostra, a partire da domani, a partire

dall’approvazione di questo Piano Commerciale, a partire dall’approvazione della variante

da parte della Provincia, la rinascita economica di questo paese. Stasera noi stiamo

ponendo le basi per questa rinascita. Per cui, vi invito tutti a votare questo Piano

Commerciale che, badate bene, attraverso la mia persona, con l’ausilio dei miei consiglieri,

a cui va questa sera tutto il mio plauso, e se me lo consenti, tutto il mio affetto, non

abbiamo permesso, lo ripeto, non abbiamo permesso speculazione alcuna, perché noi

parliamo del fabbricato esistente. Noi non parliamo di variazione di volumetria, non lo

consentiamo e non l’abbiamo consentito a nessuno, e nessuno me l’ha chiesto, ben sapendo

questo Sindaco come ragionava. Allora, noi non abbiamo fatto altro che mettere in

condizione i commercianti di Somma Vesuviana di poter ottenere, in modo trasparente,

quel benedetto certificato di destinazione d’uso che, in tempi non sospetti - caro Alfonso

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- andavano a mendicare in altro modo. E qui mi fermo. Vi rinnovo l’invito a votare insieme

a me questo Piano Commerciale, impegnandomi fin da subito - perché, vedete, sarei

tentato di farlo, sarei tentato di spiegare ai cittadini ed alla città tutta fin da stasera che

cosa andiamo a votare, però ci vuole più tempo, ci vogliono vari dibattiti - a fare una serie

di incontri in varie contrade di Somma Vesuviana, nei vari rioni di Somma Vesuviana per

far capire che cosa noi stasera stiamo facendo o che cosa noi stasera andiamo ad

approvare. Vi invito a votare insieme a me questo SIAD, questo Piano Commerciale

affinché - permettetemi l’ardire - voi con noi possiate condividere questo momento positivo

per i commercianti di Somma Vesuviana e per la città di Somma Vesuviana. Questo, senza

dubbio alcuno, sicuramente è un momento storico per la rinascita economica di questo

paese, a cui io sono legato a cui io voglio bene, così come ne sono certo tutti quanti voi.

Grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Sindaco. Una breve replica. Chiede la parola il Consigliere Auriemma

Alfonso, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE AURIEMMA ALFONSO:

Non vado per le lunghe, solo una precisazione. Tutto il mio intervento di prima era sul

fatto che mancava il documento politico: è una cosa grave in democrazia. L’organo

deputato a dare il documento non è stato interpellato, non è stato convocato: questo era

quello che ho detto. Il sindaco mi ha detto: “vi abbiamo invitato a proporre dei correttivi”.

Ma a cose fatte? Noi come Consiglieri Comunali dobbiamo fare il documento

programmatico, poi, se c’è bisogno di correttivi perché riteniamo che i tecnici non abbiamo

ben interpretato quel documento, allora si fanno pure. Ma manca l’atto essenziale, il

documento programmatico di competenza del Consiglio Comunale. Questo SIAD parte

senza che ci sia una condivisione delle basi: non c’era e non c’è adesso. Ribadisco la

volontà di votare insieme a voi, all’unanimità, una parte del documento. E’ una proposta

seria, non è ostruzionismo, caro mio Presidente di Commissione. Qui l’ostruzionismo, in un

certo senso, lo fa la maggioranza nei confronti dell’opposizione. Quindi, per favore,

votiamo questa proposta. La seconda parte, quella della variante, può aspettare. Non

falliranno i commercianti. Dove sta l’ostruzionismo? Quando le cose ci convincono

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votiamo insieme a voi. Ce ne dovete dare atto, a meno che qualcuno non sia in mala fede, e

non pensi che - come spesso pensa il nostro capo del Governo - pensarla diversamente da

lui sia ostruzionismo. No. Ognuno ha le sue idee e le porta avanti, l’importante è portarle

avanti con onesta intellettuale e con coerenza. Per cui Vi invito a considerare meglio la

nostra proposta. Non è un rinvio per quanto riguarda le varianti. Mi sembra giusto

preparare un documento del Consiglio Comunale che prepari quelle varianti. Mi sembra

doveroso per non rinunciare al nostro ruolo, sennò siamo qui solo ad avallare decisioni già

prese altrove. Mi sembra una diminuzione fortissima del ruolo di Consigliere Comunale, di

maggioranza o di opposizione che sia. Grazie.

PRESIDENTE:

Qualcun altro vuole intervenire? Allora, Consigliere Luigi Cimmino per una breve replica.

CONSIGLIERE CIMMINO LUIGI:

Forse siamo stati un po’ infelici da questo punto di vista, anche se, alcune domande poste

non hanno avuto risposta, o almeno parzialmente. Il Sindaco l’aveva detto in premessa che

risulta difficile, data la complessità dell’argomento; forse era giusto ragionare con più

calma. Dico velocemente delle cose: io ho fatto una domanda precisa riguardo al fatto che

manca, probabilmente c’è sicuramente nella testa dell’Amministrazione, anche in termini

legittimi, quale è l’idea di città che bisogna produrre. Questa idea di città, forse, va

socializzata. Rispetto poi al fatto della sanatoria indiretta, il Sindaco nell’intervento finale

ha detto: “noi non è che facciamo costruire cose nuove, noi permettiamo a cose che già ci

sono di potersi adeguare”. Il problema è che quelle cose che sono nate e già ci sono, come

sono nate forse lo sai più tu che io. Ma in termini anagrafici perché sei più grande di me,

non dal punto di vista né politico né amministrativo - bada bene - assolutamente non mi

sarei mai permesso di dire questo. Il punto vero è lo “spontaneismo” - chiamiamolo così -

delle attività produttive. Faccio un esempio: immagino nella mia testa la strada di

Pomigliano D’Arco, strada che sostanzialmente nel nostro Piano Regolatore aveva tutte

altre cose. Ebbene ci sono delle attività produttive, come sono nate quelle attività

produttive? Non è responsabilità, ovviamente, di chi c’è in questa situazione, ma si è avuta

una auto-genesi - diciamo così - nel nostro territorio delle attività produttive che ora sono

impiantate. Quella auto-genesi bisogna ricordarla, anche se oggi è una realtà consolidata.

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Quindi, lungi da me dire: “questa realtà consolidata deve essere smantellata”. C’è un

problema che è puramente politico rispetto al disegno complessivo della città. Oggi,

sostanzialmente, chi ha sbagliato o, furbescamente, ha impiantato delle attività che

produttive in quelle zone non erano, un dato di fatto si trova ad avere ragione rispetto ad

un atto non proprio normale. Uno può dire: “oggi si prende atto di questo” o che qualcuno

potrebbe anche dire “si è vero quello c’era li ma non poteva starci in nessun modo”. Faccio

un esempio c’è un gruppo di attività produttive a ridosso di un quartiere urbanizzato: per

me quello lì non può starci. E’ una scelta politica. Questo non c’è.

SINDACO:

……è tutto il contrario, cioè: chi ha costruito abusivamente “abusivo” rimane; mentre chi

ha chiesto in tempi non sospetti un condono, quell’area condonata, nel momento in cui

rinunzia alla residenza, può diventare attività commerciale. Quindi, è tutto il contrario di

quello che tu stai dicendo, scusami.

CONSIGLIERE CIMMINO LUIGI:

Questo è evidente, perché chi non ha proprio dichiarato l’attività, anche in termini di

condono, è un illegale e basta. Chi invece l’ha fatto ma si è tutelato rispetto ad uno

strumento, quantomeno opinabile - cioè quello che sanciva in termini legislativi lo scempio

del territorio - si adegua. Il punto vero di questa progettazione è questo. E’ evidente che un

intervento di questo genere presuppone che non possono sussistere altri interventi. Da

questo punto di vista presuppone l’affiancamento di un’altra strumentazione. Faccio un

esempio: si pone la fine rispetto a quello che è il margine di attività produttive perché lo si

regolamenta. Ma abbiamo gli strumenti necessari nel nostro Piano Regolatore? o

attraverso gli strumenti che abbiamo non riusciamo ad impedire?....... in che modo si può

impedire in termini urbanistici la nascita di attività che non rientrano in quella

regolamentazione? Non c’è scritto questo, perché non c’è il disegno di intervento

complessivo. Rispetto a questa cosa nessuno pensa che sia irrilevante far partire il

commercio. Nessuno pensa che il Piano Commerciale e quindi l’intervento di

regolamentazione in un settore così importante non debba essere effettuato, e le

Amministrazioni che non l’hanno fatto hanno gravi responsabilità. Però, non si può

raccontare la storia per cui grazie all’approvazione SIAD si rilancia l’economia…. se è

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solo grazie all’approvazione del SIAD allora approviamo le regole del SIAD! Punto. Poi,

rispetto alle altre cose, inquadriamo un disegno più ampio. Mi rendo conto che volete

mettere l’accento su questo lato per far passare in secondo piano un altro provvedimento,

altre possibilità che ci sono. Allora, mi auguro che questa è una legittima diversità di

sviluppo della città. Mi auguro che su questo possiate avere ragione, però rispetto agli

impegni a cui tu hai fatto riferimento devo sottolineare: mi ricordo che quando parlammo

della variante normativa che fu votata in questo Consiglio Comunale, la maggioranza prese

l’impegno di portare in Commissione Urbanistica - dagli atti del Consiglio - le linee di

indirizzo del PUC. E’ passato quasi un anno, la tua maggioranza non le ha portate, perché,

probabilmente, ha un'altra legittima visione di linee programmatiche. Allora, è possibile

aprire un confronto su questo argomento ad un anno di distanza dall’impegno che tu ti sei

preso? Perché poi quella delibera porta in calce che dopo questo ci ritroveremo ad

approvare varianti del PIP all’interno di questo Consiglio. E’ un altro pezzo di quello che, il

PUC non scritto nella vostra testa, mette nella città. Allora abbiate la gentilezza di

dichiarare alla città e a noi quale è il vostro disegno legittimo su cui, poi, possiamo

confrontarci.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Cimmino Luigi e diamo la parola al Consigliere Luigi Aliperta,

ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ALIPERTA LUIGI:

Avevo fatto due domande abbastanza specifiche all’Assessore e non ho avuto risposta.

Volevo replicare al Sindaco che dissento in due passaggi. Il primo è quando lui riferisce che

l’opposizione è stata abbastanza “deficiente” nel non produrre qualche elemento di

integrazione rispetto al progetto SIAD. Volevo ricordare al Sindaco che il dischetto è

arrivato il 10 luglio, almeno a me. Ma la questione fondamentale è questa: nel momento in

cui mi arriva il dischetto a casa, significa che gli indirizzi politici rispetto a quel progetto

erano già stati presi dalla maggioranza. Il Sindaco ha detto molto onestamente: “noi ce ne

assumiamo tutte le responsabilità”. L’opposizione, invece, aveva fatto rilevare che, rispetto

a questa cosa, era opportuno - io dico necessario ma è un fatto personale - condividere

prima con l’opposizione e poi mandare il dischetto. Onestamente, Sindaco, le dico molto

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sinceramente che tecnicamente io non ne capisco di ingegneria, allora che ho fatto? Ho

stampato il dischetto e l’ho dato ad un tecnico di mia fiducia. Giustamente, luglio, agosto e,

non a caso gli amici capigruppo hanno chiesto un rinvio, è vero? Un rinvio del Consiglio

Comunale proprio perché il tecnico stava elaborando delle osservazioni rispetto al progetto

SIAD. Resta comunque un problema politico: voi avete mandato un dischetto già con le

vostre intenzioni, con le vostre decisioni e l’opposizione non ha partecipato, perché la

prima osservazione che andava fatta è che il SIAD non è propedeutico al PUC, ma è

l’inverso, perché sia il SIAD che il PIP sono parti integranti del PUC. Quindi, come ha

ribadito qualche collega di opposizione, noi stiamo qua a fare tutta una serie di varianti a

questa situazione, che - e secondo me è da verificare - si andranno a scontrare con il Piano

che esiste in Provincia o in Regione. Ho qualche perplessità perchè credo che questo

progetto SIAD sarà in qualche modo bloccato dalla sovrintendenza o chi per essa e ci

troveremo nella difficoltà che da un lato abbiamo promesso un rilancio dell’economia e poi

dall’altro, per un fatto tecnico, ci blocchiamo su queste cose, grazie.

PRESIDENTE:

Ringraziamo il Consigliere Aliperta. Qualcun altro vuole intervenire? Allora, nessuno

vuole intervenire. Poiché la minoranza ha proposto una mozione, Segretario,

cortesemente, la vuole rileggere?

SEGRETARIO GENERALE:

Si chiede di:

approvare la proposta di delibera stralciando il punto F che verrà riproposto in un

prossimo Consiglio Comunale, che definirà contestualmente anche le linee

programmatiche del PUC.

PRESIDENTE:

Mettiamo a votazione la proposta. Chi è d’accordo alzi la mano. 9 voti favorevoli. Chi è

contrario? 21 voti contrari. Nessuno astenuto.

La proposta è bocciata.

Allora, passiamo alla votazione e all’approvazione della proposta. Prima di votare la

proposta di delibera dovremmo fare una precisazione, nel regolamento R2 e nel

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regolamento stralcio R2S alla pagina 12 rigo n° 7 dopo la parola “delocalizzazione” manca

la seguente dicitura “contenuta nella presente proposta di delibera e alla quale va

uniformato ogni allegato omissis nel rispetto del limite di superficie di vendita di 400 mq”.

Il Segretario Generale deve fare una precisazione. Prego.

SEGRETARIO GENERALE:

Nella proposta di delibera trovate, precisamente alla pagina 3 tra il paragrafo zona COM1

e il paragrafo zona COM2, un ultimo rigo dove si dice: “….e/o ospitanti attività artigianali

moleste o insalubre da delocalizzare, nel rispetto del limite di superficie di vendita di 400

mq”. Questa frase, che voi trovate dopo la parola delocalizzare, deve essere

obbligatoriamente contenuta anche nel regolamento R2 e nel regolamento stralcio R2S,

dove - per un errore materiale - risulta omessa. Siccome è contenuta nella proposta di

delibera va ovviamente uniformata negli allegati, perché la proposta di delibera è quella

che conta, gli allegati per un errore materiale non contengono questa frase.

PRESIDENTE:

IL PRESIDENTE LEGGE LA PROPOSTA DI DELIBERA ALLEGATA AGLI ATTI.

Passiamo alla votazione. Chi è favorevole? 22 voti favorevoli. Chi è contrario? 4. Chi si

astiene? 4. La proposta è approvata. Con la stessa votazione si approva l’immediata

esecutività della delibera. La seduta è sciolta alle ore 22:05. Grazie della partecipazione ai

Consiglieri e al pubblico.

IL CONSIGLIO COMUNALE TERMINA ALLE ORE 22:05.