Circolo OTTOBRE

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Anno I Numero 0 Circolo 15 Ottobre 2011 E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia), quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare. “La Storia” F. De Gregori Un successo la Festa dell’Unità In attesa di autorizzazione del Tribunale di Roma NUMERI LOTTERIA FESTA DELL’UNITA’ 1° Premio N° 002783 2° Premio N° 004838 3° Premio N° 003783 Lotta alla corruzione Mensile del Circolo del Partito Democratico del Versante Prenestino, relativo ai quartieri: San Vittorino, Giardini di Corcolle, Corcolle Est, Fosso San Giuliano 1 e 2, Valle Castiglione, Osa, Castelverde, Villaggio Prenestino, Lunghezza, Lunghezzina 2, Colle Monfortani e Colle Prenestino. Stare tra la gente questa è la sensazione più bella che ti rimane dopo aver fatto la Festa dell’Unità. Perché se un significato questa festa ha avuto, non può che essere quello di aver creato un’occasione in cui tanti uomini e donne hanno avuto la possibilità di incontrarsi, di sorridere ma anche di riflettere e confrontarsi. E proprio l’idea di festeggiare con i compagni di viaggio e i cittadini un anno di impegno, di confronto, di lotta e di passione durante il quale ciascuno di noi ha dato qualcosa al nostro territorio è stata ricambiata, anche quest’anno con tanto, tanto affetto da tante, tante persone. A volte, durante quest’ultimo anno, siamo stati presi da momenti di sconforto: un partito che non gira come tutti noi vorremmo, la difficoltà a stare dietro alle tante problematiche che af- fliggono questo versante dovuta fondamental- mente al fatto che nei circoli si fa volontariato e le risorse economiche provengono solo dalla festa e dal tesseramento, le critiche, a volte spietate, che non tengono conto di quanto sia difficile ricucire un dialogo con un territorio che negli ultimi anni ha conosciuto solo perso- nalismi e stenta ad identificarsi in un simbolo. Ciò nonostante, abbiamo tenuto duro, convinti che l’unica strada per ridare dignità ai nostri territori e al paese non può che essere quella del confronto e della partecipazione: nei consi- gli di municipio, nelle scuole, nelle associazioni, in mezzo agli artigiani ed ai commercianti, tra chi è più debole, per capire e per ricostituire un dialogo con il territorio che è la premessa indi- spensabile per poter fare una buona politica. E questo nostro impegno è stato ripagato. Non solo dal grande numero di persone che hanno mangiato, bevuto, ballato, ascoltato musica o seguito i dibattiti ma anche dalle tante dimo- strazioni di affetto a cui tutti noi siamo grati. Forse abbiamo imboccato la strada giusta, forse oggi possiamo permetterci un sorriso e pensare che il duro lavoro fatto nei mesi passati ci sta rendendo credibili e che in fondo nel panorama politico non siamo proprio tutti uguali. Noi siamo qui, presenti. E questo è quello che ci differenzia dagli altri: uomini e donne che si spogliano dei propri ruoli sociali per condividere un’esperienza, una festa, una battaglia, per cuocere le patatine o per attaccare un manifesto, tutti con la stessa passione. Li ringrazio tutti perché questa Festa è stata soprattutto la loro. È stata la Festa di tutti coloro che pensano che non ci si deve arrendere, che oggi più che mai è importante informarsi, uscire di casa, riempire i nostri quartieri anche la sera, quando diventano territorio di nessuno, che un sorriso vale più di tanti insulti, che se il nostro vicino non arriva alla fine del mese non è un problema solo suo, che se nelle scuole non si sono le aule non è un problema solo di coloro che hanno dei figli ma è un danno per il nostro paese, che se le nostre valli muoiono sotto una cementificazione in- controllata moriamo un pochino tutti noi. Per questo siamo orgogliosi, perché, nonostan- te la gran fatica, abbiamo dato l’opportunità a tante persone di non sentirsi sole ma di vedere che siamo in tanti, con sfumature diverse, ap- partenenti anche a forze politiche diverse ma tutti con lo stesso desiderio: ridare dignità al nostro paese ed ai cittadini italiani. Grazie ancora a tutti perché noi vogliamo e dobbiamo essere la vostra espressione, lo stru- mento per tutti quei cittadini che sono stanchi di una politica fatta di servilismi e ipocrisie, che vogliono far sentire la propria voce e la propria indignazione, ma anche proporre un’alternativa credibile e vera che abbia nel cuore l’interesse per i nostri territori e per le persone che vi abitano. Anche rispetto ad alcune posizioni interne al PD a volte troppo calcolatrici e poco vicine alla realtà. Noi ce la stiamo mettendo tutta e la vostra partecipazione ci ripaga e ci da forza per conti- nuare questo cammino, rispetto al quale non siamo intenzionati a tornare indietro. Perché altro modo di fare politica non conosciamo. Riccardo Pulcinelli “Il Partito Democratico promuove e sostiene la legge anticorruzione nella Pubblica ammini- strazione. Tutti i militanti, i circoli, gli organi- smi dirigenti ad ogni livello sono impegnati a questo scopo.” Il programma politico-elettorale del PD dalle circoscrizioni del più piccolo comune fino al Parlamento della Repubblica dovrebbe conte- nere questo riferimento come premessa neces- saria a recuperare la fiducia e il consenso da parte di milioni di italiani. Il vento è cambiato: lo slogan campeggiava nei manifesti della festa del PD di Roma a Cara- calla e sarebbe un peccato non intercettarne la giusta direzione in vista degli appuntamenti che ci aspettano da qui a un anno e mezzo. Perché non si tratta solo di uno slogan, ma di qualcosa di molto tangibile. L’abbiamo con- statato dalla partecipazione e dai risultati delle ultime elezioni amministrative e dall’affluenza (prima ancora che dall’esito) ai referendum. Ma insieme al desiderio di partecipazione, si insinua anche il germe dell’antipolitica al quale il Partito Democratico deve prestare attenzione. Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto esponenti di punta del PD hanno rimesso in luce quella sorta di indignazione collettiva che pervade ampi strati della società e che tocca anche elettori e simpatizzanti in generale del centrosinistra e più in particolare del PD. La sindrome del “siete tutti uguali” è forte, ma, pur riconoscendo la necessità di affrontare a viso aperto le questioni oggetto anche di indagini, la ragione non può e non deve soccombere. Perciò il Partito Democratico abbia uno scatto in avanti e si renda protagonista della lotta alla corruzione che costa al Paese 60 miliardi di euro l’anno. Gli saranno grati migliaia di mili- tanti che credono al progetto di un grande partito che si candida a governare l’Italia ma soprattutto milioni di cittadini che guardano a questa giovane proposta come all’unica grande novità nel panorama politico degli ultimi dieci anni. I. S. della spesa sociale, ha rallentato le grandi opere necessarie al territorio e ha gestito senza moralità i soldi di tutti. E tanto meglio stiamo facendo oggi, a delineare i capitoli del program- ma, vero discrimine per un arco di forze pronto a governare. Ciò che mi sento di garantire ai lettori, che saluto e ringrazio, è che selezioneremo in maniera rigorosa, per moralità e affida- bilità, senza cacicchi e paraventi, chi si candida a rappresen- tarci nelle istituzioni. Andrea Sgrulletti, Segretario PD VIII Municipio Cara Direttrice, questo vuole essere innanzitutto un messaggio di auguri: sono persuaso che Circolo sarà un veicolo di consapevolezza nel versante prenestino del Municipio VIII. Un Municipio tornato contendibile al centrodestra: lo dicono il quorum tanto alto dei referendum e le migliaia di firme raccolte ai banchetti “anti-porcellum”; lo dice tanta gente, radiosa nelle nostre Feste e indignata durante la discussione della mozione di sfiducia al Presidente Lorenzotti. Segno che facevamo bene, in tempo di conformismo, a volere invece un’opposizione intransigente contro chi ha fatto macello

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Mensile del Circolo del Partito Democratico Versante Prenestino

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Anno I Numero 0

Circolo 15 Ottobre 2011

E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia), quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare. “La Storia” F. De Gregori

Un successo la Festa dell’Unità

In attesa di autorizzazione del Tribunale di Roma

NUMERI LOTTERIA

FESTA DELL’UNITA’

1° Premio N° 002783

2° Premio N° 004838

3° Premio N° 003783

Lotta alla corruzione

Mensile del Circolo del Partito Democratico del Versante Prenestino, relativo ai quartieri: San Vittorino, Giardini di Corcolle, Corcolle Est, Fosso

San Giuliano 1 e 2, Valle Castiglione, Osa, Castelverde, Villaggio Prenestino, Lunghezza, Lunghezzina 2, Colle Monfortani e Colle Prenestino.

Stare tra la gente questa è la sensazione più bella che ti rimane dopo aver fatto la Festa dell’Unità. Perché se un significato questa festa ha avuto, non può che essere quello di aver creato un’occasione in cui tanti uomini e donne hanno avuto la possibilità di incontrarsi, di sorridere ma anche di riflettere e confrontarsi. E proprio l’idea di festeggiare con i compagni di viaggio e i cittadini un anno di impegno, di confronto, di lotta e di passione durante il quale ciascuno di noi ha dato qualcosa al nostro territorio è stata ricambiata, anche quest’anno con tanto, tanto affetto da tante, tante persone. A volte, durante quest’ultimo anno, siamo stati presi da momenti di sconforto: un partito che non gira come tutti noi vorremmo, la difficoltà a stare dietro alle tante problematiche che af-fliggono questo versante dovuta fondamental-mente al fatto che nei circoli si fa volontariato e le risorse economiche provengono solo dalla festa e dal tesseramento, le critiche, a volte spietate, che non tengono conto di quanto sia difficile ricucire un dialogo con un territorio che negli ultimi anni ha conosciuto solo perso-nalismi e stenta ad identificarsi in un simbolo. Ciò nonostante, abbiamo tenuto duro, convinti che l’unica strada per ridare dignità ai nostri territori e al paese non può che essere quella del confronto e della partecipazione: nei consi-gli di municipio, nelle scuole, nelle associazioni, in mezzo agli artigiani ed ai commercianti, tra chi è più debole, per capire e per ricostituire un dialogo con il territorio che è la premessa indi-spensabile per poter fare una buona politica. E questo nostro impegno è stato ripagato. Non solo dal grande numero di persone che hanno mangiato, bevuto, ballato, ascoltato musica o seguito i dibattiti ma anche dalle tante dimo-strazioni di affetto a cui tutti noi siamo grati. Forse abbiamo imboccato la strada giusta, forse oggi possiamo permetterci un sorriso e pensare che il duro lavoro fatto nei mesi passati ci sta rendendo credibili e che in fondo nel panorama politico non siamo proprio tutti uguali. Noi siamo qui, presenti.

E questo è quello che ci differenzia dagli altri: uomini e donne che si spogliano dei propri ruoli sociali per condividere un’esperienza, una festa, una battaglia, per cuocere le patatine o per attaccare un manifesto, tutti con la stessa passione. Li ringrazio tutti perché questa Festa è stata soprattutto la loro. È stata la Festa di tutti coloro che pensano che non ci si deve arrendere, che oggi più che mai è importante informarsi, uscire di casa, riempire i nostri quartieri anche la sera, quando diventano territorio di nessuno, che un sorriso vale più di tanti insulti, che se il nostro vicino non arriva alla fine del mese non è un problema solo suo, che se nelle scuole non si sono le aule non è un problema solo di coloro che hanno dei figli ma è un danno per il nostro paese, che se le nostre valli muoiono sotto una cementificazione in-controllata moriamo un pochino tutti noi. Per questo siamo orgogliosi, perché, nonostan-te la gran fatica, abbiamo dato l’opportunità a tante persone di non sentirsi sole ma di vedere che siamo in tanti, con sfumature diverse, ap-partenenti anche a forze politiche diverse ma tutti con lo stesso desiderio: ridare dignità al nostro paese ed ai cittadini italiani. Grazie ancora a tutti perché noi vogliamo e dobbiamo essere la vostra espressione, lo stru-mento per tutti quei cittadini che sono stanchi di una politica fatta di servilismi e ipocrisie, che vogliono far sentire la propria voce e la propria indignazione, ma anche proporre un’alternativa credibile e vera che abbia nel cuore l’interesse per i nostri territori e per le persone che vi abitano. Anche rispetto ad alcune posizioni interne al PD a volte troppo calcolatrici e poco vicine alla realtà. Noi ce la stiamo mettendo tutta e la vostra partecipazione ci ripaga e ci da forza per conti-nuare questo cammino, rispetto al quale non siamo intenzionati a tornare indietro. Perché altro modo di fare politica non conosciamo.

Riccardo Pulcinelli

“Il Partito Democratico promuove e sostiene

la legge anticorruzione nella Pubblica ammini-

strazione. Tutti i militanti, i circoli, gli organi-smi dirigenti ad ogni livello sono impegnati a

questo scopo.”

Il programma politico-elettorale del PD dalle

circoscrizioni del più piccolo comune fino al

Parlamento della Repubblica dovrebbe conte-

nere questo riferimento come premessa neces-saria a recuperare la fiducia e il consenso da

parte di milioni di italiani.

Il vento è cambiato: lo slogan campeggiava nei

manifesti della festa del PD di Roma a Cara-

calla e sarebbe un peccato non intercettarne la

giusta direzione in vista degli appuntamenti che ci aspettano da qui a un anno e mezzo.

Perché non si tratta solo di uno slogan, ma di

qualcosa di molto tangibile. L’abbiamo con-

statato dalla partecipazione e dai risultati delle

ultime elezioni amministrative e dall’affluenza

(prima ancora che dall’esito) ai referendum. Ma insieme al desiderio di partecipazione, si

insinua anche il germe dell’antipolitica al

quale il Partito Democratico deve prestare

attenzione. Le vicende giudiziarie che hanno

coinvolto esponenti di punta del PD hanno

rimesso in luce quella sorta di indignazione

collettiva che pervade ampi strati della società e che tocca anche elettori e simpatizzanti in

generale del centrosinistra e più in particolare

del PD. La sindrome del “siete tutti uguali” è

forte, ma, pur riconoscendo la necessità di

affrontare a viso aperto le questioni oggetto

anche di indagini, la ragione non può e non deve soccombere.

Perciò il Partito Democratico abbia uno scatto

in avanti e si renda protagonista della lotta alla

corruzione che costa al Paese 60 miliardi di

euro l’anno. Gli saranno grati migliaia di mili-

tanti che credono al progetto di un grande partito che si candida a governare l’Italia ma

soprattutto milioni di cittadini che guardano a

questa giovane proposta come all’unica grande

novità nel panorama politico degli ultimi dieci

anni.

I. S.

della spesa sociale, ha rallentato le grandi opere necessarie al territorio e ha gestito senza moralità i soldi di tutti. E tanto meglio stiamo facendo oggi, a delineare i capitoli del program-ma, vero discrimine per un arco di forze pronto a governare. Ciò che mi sento di garantire ai lettori, che saluto e ringrazio, è che selezioneremo in maniera rigorosa, per moralità e affida-bilità, senza cacicchi e paraventi, chi si candida a rappresen-tarci nelle istituzioni. Andrea Sgrulletti, Segretario PD VIII Municipio

Cara Direttrice, questo vuole essere innanzitutto un messaggio di auguri: sono persuaso che Circolo sarà un veicolo di consapevolezza nel versante prenestino del Municipio VIII. Un Municipio tornato contendibile al centrodestra: lo dicono il quorum tanto alto dei referendum e le migliaia di firme raccolte ai banchetti “anti-porcellum”; lo dice tanta gente, radiosa nelle nostre Feste e indignata durante la discussione della mozione di sfiducia al Presidente Lorenzotti. Segno che facevamo bene, in tempo di conformismo, a volere invece un’opposizione intransigente contro chi ha fatto macello

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PAGINA 2 Circolo NUMERO 0

L’Europa trema per l’Italia gravemente malata

“Molti italiani, secondo me, si accorgo-no benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favo-ritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno rice-vuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenu-ti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di ricever-ne, o temono di non riceverne più. Vuole una conferma di quanto dico? Confronti il voto che gli italiani hanno dato in occa-sione dei referendum e quello delle nor-mali elezioni politiche e amministrative. Il voto ai referendum non comporta favo-ri, non coinvolge rapporti clientelari, non mette in gioco e non mobilita candidati e interessi privati o di un gruppo o di parte. È un voto assolutamente libero da questo genere di condizionamenti. Ebbene, sia nel '74 per il divorzio, sia, ancor di più, nell'81 per l'aborto, gli italiani hanno fornito l'immagine di un paese liberissi-mo e moderno, hanno dato un voto di progresso. Al nord come al sud, nelle città come nelle campagne, nei quartieri borghesi come in quelli operai e proleta-ri.” Enrico Berlinguer, 1981

Dolce Enrico

Ma una manovra più sistematica e ragionata dell’ultima approvata quantomeno allontane-rebbe gradualmente il rischio materiale di de-fault e la sfiducia dei nostri partner finanziari, laddove, invece, una manovra pesante non aiuta la crescita e blocca i consumi, creando una situazione di stallo che penalizza la ripresa dell’economia interna. Se l’economia italiana è al limite del default, rischia di contagiare il continente intero, minando la stabilità di tutta la zona euro. La storia insegna che le turbolen-ze economiche provocano profonde insoffe-renze sociali che spesso sfociano in disordini e rivolte contro lo Stato. Lo spettro di un immi-nente crollo ha sollecitato l’Europa a mettere in sicurezza la zona euro, con un maxi piano da 3mila miliardi che, ricapitalizzando le ban-che e fornendo più risorse al fondo salva-stati, consentirebbe un default pilotato della Grecia

Secondo le stime di società di monitoraggio dei mercati (Cma Datavision, Markit, …), le pro-babilità che l’Italia dichiari bancarotta entro il 2016 sono pari a 34,94%. Tradotto, una possi-bilità su tre. Ma cosa succede se lo Stato non è più in grado di far fronte ai suoi debiti e di-chiara il fallimento? Nel caso di default, i di-pendenti pubblici perderebbero lo stipendio, le pensioni non potrebbero essere pagate, la sicurezza dei cittadini non potrebbe più essere garantita dalle forze dell’ordine, si verifichereb-bero licenziamenti di massa e il sistema pubbli-co (sanitario, scolastico, …) e quello bancario salterebbero a gambe all’aria. Per allontanare questa disastrosa possibilità, uno Stato ha ne-cessità di recuperare ricchezza e liquidità, e il modo più veloce suggerisce l’aumento delle entrate e la diminuzione delle spese. In quest’ottica, una delle scelte del governo, forse una delle più contestate dell’ultima manovra, è stata quella di aumentare l’Iva dal 20 al 21%. Scelta che con molte probabilità assottiglierà i consumi, con un impatto deprimente su tutta la filiera del lavoro e della crescita. Contempo-raneamente il governo, per diminuire le spese, con molta probabilità proseguirà nella sua strada di attuare una politica che aggredisca i costi delle pensioni e dei salari, oltre a quella già in atto dei tagli ai servizi sociali e sanitari. È certo che il debito complessivo supera i 1.900 miliardi di euro. Qualsiasi manovra, pur rigorosissima, non rassicurerebbe del tutto i mercati che chiedono maggior garanzie di sistema contro un reale rischio di insolvenza.

evitando la tanto temuta bancarotta a cascata. Ed è probabile che la Bce, per facilitare l’accesso delle banche alla liquidità e dar mag-gior sostegno alle imprese, annunci un taglio d’emergenza dei tassi. L’Italia, colpita dalla crisi più di altri paesi, è percepita come la zona sulla quale porre massima attenzione sia per l’importanza che il Paese riveste, sia per l’impatto che un default italiano avrebbe nell’ambito europeo e mondiale. È per questo necessario che il Paese prenda decisioni rapide non solo per l’assottigliamento del debito ma soprattutto per il rilancio della sua economia. Decisioni che presuppongono un governo solido e compatto, più efficace e meno “in altre faccende affaccendato” di quello che attualmente sta arrestando ogni attività di que-sto Paese. Daniela Ferdinandi

re su ulteriori aumenti. E qui arriva il bello, perché proprio il sindaco di Roma, su questo terreno, va bocciato senza appello. Gli scandali hanno un costo soprattut-to economico che si sta scaricando interamen-te sulle bollette dei cittadini romani che sono già i più tartassati d’Italia a fronte di servizi che, soprattutto in periferia definire scadenti sarebbe un complimento (e lo studio di Roma TRE ne è la riprova). Con che coraggio Ale-manno vorrà aumentare l’ICI, o come si chia-merà l’IMU, ai piccoli commercianti del nostro Municipio? Le sue proteste contro i tagli agli enti locali non sono credibili e arrivano fuori tempo massimo dal momento che lo stesso sindaco, esponente di punta di questa maggioranza di governo, ha sostenuto il federalismo municipa-le della lega. Di Lorenzotti che dire? Quasi imbarazza sparare sulla croce rossa, su chi rappresenta il Municipio peggiore di Roma, hanno detto tutto i cittadini presenti al consi-glio del 26 settembre. I tentativi di sfilarsi dalle responsabilità da parte dei nostri amministratori locali sono già in atto; sta ai cittadini onesti, al Partito Demo-cratico e alle altre forze di opposizione di cen-trosinistra, dimostrando come le scelte delle nostre giunte locali siano perfettamente in linea con quelle del governo nazionale. La politica presuppone delle scelte e queste sono state fatte anteponendo, a volte, quelle cliente-lari a quelle utili ai cittadini. Dirottare le risorse per assunzioni pilotate, come nel caso dell’amministrazione Alemanno, o finanziare attività che sono poco più che di ricreazione, come per la giunta Lorenzotti, a scapito dei servizi sociali o della scuola è prova evidente di tale unità d’intenti.

Irene Silvestri

Nell’ultima classifica stilata dal “Laboratorio di sviluppo locale ed economia sociale” dell’Università di Roma Tre, il Municipio VIII è risultato ultimo tra i Municipi di Roma negli standard di benessere e qualità della vita. Lo studio ha considerato indicatori di carattere economico e aspetti relativi alle opportunità sociali, all’istruzione, alla disponibilità di servi-zi. Le ultime misure introdotte dal governo si aggiungeranno alle norme a carattere locale frutto del cosiddetto federalismo municipale, che entreranno in vigore gradualmente (in anticipo già dal 2012?) e che daranno con tutta probabilità l’ultimo colpo a questo territorio già duramente provato a dimostrazione dell’iniquità di tanti provvedimenti che colpi-scono in maniera indiscriminata e che per tale ragione si abbattono maggiormente sui cittadi-ni, sulle famiglie e sulle attività produttive dei territori più svantaggiati come il nostro. All’aumento dell’IVA (tassa iniqua per eccel-lenza) dal 20% al 21%, si aggiungerà gradual-mente la Cedolare secca, un’imposta voluta da questa maggioranza per semplificare la norma-tiva di tassazione sugli affitti. Peccato che la semplificazione avvantaggi sempre i soliti noti, dal momento che si passerà da una imposizio-ne che teneva conto delle differenze di reddito ad una aliquota fissa, uguale per tutti. Ne deri-va che un cittadino medio, che voglia affittare una casa per esempio nel nostro municipio, risparmierà in proporzione molto meno di un ricco proprietario che voglia affittare un appar-tamento di pregio. Non va meglio ai piccoli negozianti, agli artigiani e ai proprietari di uffici i quali dovranno misurarsi con l’IMU, altro balzello frutto della fantasia dei nostri gover-nanti, che sostituisce l’ICI, aumentandola di un punto e dando ai sindaci il potere di interveni-

Le proteste di Alemanno

non sono credibili

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PAGINA 3 Circolo NUMERO 0

Nuova discarica a Corcolle – San Vittorino

Circolo Periodico del Circolo PD Versante Prenestino

direzione, redazione, amministrazione Via Massa San Giuliano 337 Roma 00132

EDITORE Riccardo Pulcinelli

DIRETTORE RESPONSABILE Valeria Sipari

SEGRETARIA DI REDAZIONE Daniela Ferdinandi

GRAFICO Danilo Proietti COLLABORATORI

Irene Silvestri, Claudio Calderan Sergio Funcati, Enza Spada,

Roberta Cerchiaro, Tiziana Vadalà, Davide Campoli, Sergio De Marchis.

STAMPA: FDP STAMPA di Danilo Petrolati

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ISSUU: pdversanteprenestino

È aperto il TESSERAMENTO al PD presso il CIRCOLO

PD Versante Prenestino

Via Massa San Giuliano 337

Catelverde - Roma

l’entrata in funzione della nuova discarica. Il circolo PD Versante Prenestino non ricoprirà i manifestanti con le sue bandie-re, preferendo fare un passo indietro ri-spetto alla partecipazione dei cittadini, per non lasciar adito a facili accuse di dema-gogia a quanti privi di altri argomenti. Ma questo non vuol dire che non sosterrà con tutte le proprie risorse l’indignazione dei cittadini di un territorio che sta subendo già notevoli disagi in termini di qualità

Quanto paventato la scorsa estate si è concretizzato pochi giorni fa, quando il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, nominato commissario straordinario ai rifiuti, ha indicato il sito di Corcolle – San Vittorino come alternativa a Malagrotta. Una decisione presa per la necessità di evitare una nuova proroga per la discarica già colma. Una decisione d’urgenza dovu-ta però anche all’incapacità della Regione Lazio (l’ente competente in materia di rifiuti) guidata da Renata Polverini, di proporre un’alternativa, nella politica e nei fatti, all’emergenza rifiuti nella Capitale. In questo panorama, la scelta di quartieri periferici verso i quali destinare l’immondizia romana rispecchia l’assoluto abbandono delle periferie, di cui è primo responsabile lo stesso Alemanno, nonché l’assoluta incapacità dell’attuale Presidente del municipio, Massimiliano Lorenzotti, di difendere l’integrità del territorio che do-vrebbe governare e la salute dei cittadini che lo abitano. La sua protesta dei giorni scorsi altro non è stata che un inutile ten-tativo di opporsi a una decisione che non ha saputo contestare nei modi e luoghi opportuni ai suoi stessi compagni di parti-to. Sono loro a sedere nei banchi della maggioranza sia alla Pisana che in Campi-doglio. In risposta a questa decisione, e per niente addolciti dalla pillola della “temporaneità” del sito, i cittadini del quartiere interessa-to, sostenuti da quelli delle zone limitrofe, si stanno mobilitando, forti di un malu-more che parte in realtà da molto lontano: da quando hanno visto costruire accanto alle loro case l’A24 e la TAV, ancora in attesa delle opere di compensazione pro-messe. Il segretario del Comitato di Quar-tiere Giardini di Corcolle, Danilo Proietti, ribadisce come questo sia “un quartiere che necessita di forte riqualificazione, non certo della presenza di un ulteriore fardello. I cittadini hanno proposto la sperimentazione di una raccolta diffe-renziata porta a porta, manifestando di non essere indifferenti al problema dei rifiuti nella Capitale, ma insieme l’esigenza di fornire soluzio-ni alternative”. Soluzioni alternative che la Regione Lazio non ha neppure preso in considerazione, preferendo scaricare l’onere della decisione sul Prefetto ed evitare così l’impasse politica. Facile immaginare dunque che la mobilita-zione dei cittadini prenderà presto diverse forme, arrivando con molta probabilità a coinvolgere l’intero versante prenestino, che in effetti subirà in egual misura i disagi che conseguiranno l’avvio dei lavori e poi

della vita, sicurezza, ambiente e mobilità, nella convinzione che, di fronte a proble-mi oggettivi, quello che fa la differenza è la strategia scelta per risolverli: una strate-gia che dovrebbe passare, in questo caso, per il ripensamento dell’intera politica dei rifiuti, dalla promozione della raccolta differenziata all’adozione di pratiche di sostenibilità.

Valeria Sipari

Incatenati per gioco contro la discarica di CORCOLLE

L’immagine del Presidente dell’VIII Municipio, Lorenzotti, incatenato da-vanti al cimitero di San Vittorino, ha riempito di speranza i pochi cittadini intervenuti alla manifestazione contro la discarica prevista in questa zona dal Commissario straordinario, indicato dal Consiglio dei Ministri. La speranza è durata poco, perché si è subito visto che il Presidente del Municipio era affianca-to da alcuni esponenti della maggioran-za ed anche da rappresentanti dell’opposizione. Inoltre la chiave del lucchetto che bloccava la catena non veniva dispersa nella campagna, ma col-locata nelle tasche di uno degli incatena-ti. Fine automatica della speranza dei pochi cittadini presenti. La manifestazione ha registrato la parte-cipazione di un gruppo di esponenti municipali del PD, un partito fortemen-te impegnato nella difesa dell'ambiente e quindi nella battaglia contro la colloca-zione delle discariche vicino a luoghi abitati da cittadini. Pochissimi erano invece gli uomini della maggioranza ed ancora meno della zona di San Vittorino coinvolta nella vicenda della discarica. Una cosa alla fine della manifestazione è emersa con evidenza: nonostante l'inizio ridanciano dell'incatenamento si prean-nuncia una lunga battaglia contro la discarica a San Vittorino che impegnerà tutti i quartieri del versante prenestino, i singoli comitati di quartiere, il partito democratico e tutti i partiti dell'opposi-zione. Molto discussa è l'adesione alla battaglia dei partiti di governo di carattere locale.

S.D.M

LIBERTÁ È

PARTECIPAZIONE

Giorgio Gaber

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PAGINA 4 Circolo NUMERO 0

Atac e periferia: dopo gli scandali, la scure del governo

Sport e progetto educativo

Gli Azzurri del Paraolimpico che colpiranno le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento, il fondo per le politiche sociali e quello per la non autosufficienza. E lo faranno proprio in una fase politico-economica del nostro Paese in cui sono le famiglie a rischiare il default, andando a penalizzare quanti già si trovano in diffici-lissime condizioni. Vale la pena ricordare anche l’articolo 9 della correzione di bilancio, norma che rischia di ripristinare i reparti confino per i lavoratori disabili, valsa all’Italia un recente monito europeo in uno dei campi in cui il nostro Paese aveva in passato dimostrato progressismo e civiltà. Un motivo in più

A Luca brillano gli occhi quando gli chiedo se ha con sé quella medaglia. Il suo cuore è ancora là, oltre l’ostacolo. Perché, quando a pochi minuti dallo scadere del tempo sei sotto di due reti, devi gettarlo proprio lì il cuore, per andare a conquistare la vitto-ria cui ambisci. È quello che è successo di fronte al pubblico tedesco del Warnsteiner Hockey Park di Monchengladbach, ed è successo alla nazionale azzurra di hockey guida-ta da Jacopo Fabrizio, che battendo ai rigori la rap-presentativa olandese si è aggiudicata il prestigioso trofeo Walter Mayer Tal, il più importante in Europa nella pratica dell’hockey destinato ai disabili con diversità intellettiva relazionale. Una vittoria che ripaga gli atleti e chi quotidianamen-te li sostiene di tutte le difficoltà affrontate. Perché non è così facile percorrere sentieri di civiltà in una società che minaccia una rinnovata emarginazione dei disabili. Un’emarginazione che parte proprio da quei contesti di socializzazione deputati a rendere ogni individuo parte di una comunità, a svilupparne le singole virtù, a consentirne ogni emozione. Un’emarginazione che sembra far capolino nella discussa proposta, avanzata dal governo, di privatiz-zare il sostegno scolastico agli studenti disabili delle scuole italiane, proposta che neanche nella più rosea delle ipotesi produrrebbe alcun reale cambiamento positivo nella qualità dell’insegnamento e nel perse-guimento dell’obiettivo dell’inclusione scolastica: i timori, espressi anche dalla FISH (la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), riguarda-no infatti tanto il rischio che nell’ambito scolastico entrino figure professionali prive di competenza, quanto il paventato ripristino delle classi differenzia-li. Lo stato di mobilitazione delle associazioni di disabili è ulteriormente interessato anche dagli im-patti della riforma fiscale sul sistema assistenziale,

Quando si parla di trasporto pubblico e di linee Atac, affiora sempre, da parte dei cittadini, un grande scoramento e un senso di demoralizzazione. Soprat-tutto se i cittadini in questione vivono lungo il Ver-sante Prenestino. Sono note a tutti le carenze dei mezzi pubblici, le centinaia di richieste per aumenta-re le frequenze su alcune linee e le decine di propo-ste inoltrate al Municipio, al Comune e all’Atac per modificare il tragitto di altre, al fine di ottimizzare i percorsi (compresa la richiesta di una linea notturna per i nostri territori). Ma, come purtroppo risulta, restano parole al vento e lettere senza risposta. Pochi e rari sono stati gli interventi in questi anni volti a intensificare e migliorare il servizio, nonostante i quartieri si siano riempiti con migliaia di nuovi citta-dini (e gli incolonnamenti lungo via Prenestina, la Roma-L’Aquila o la Collatina ne sono una testimo-nianza). Tra gli imbarazzi politici, la mancanza di fondi e di progettualità a lungo termine, le prospettive sono tutt’altro che rosee.

A minare ulteriormente la speranza di un servizio pubblico in costante miglioramento, arriva la 13° manovra finanziaria varata da questo governo: una manovra che taglia i trasferimenti dello Stato per il trasporto agli Enti Locali per oltre 600 milioni di euro. Questo vuol dire che le Regioni diminuiranno i versamenti economici ai Comuni, i quali avranno la scusa per rivedere al ribasso i contratti di servizio con le aziende di trasporto, creando immaginabili ripercussioni sulla quantità e qualità del servizio erogato. Così la scure del governo si abbatte su un’Azienda già straziata dalle varie parentopoli e appaltopoli, ben lontana dall’affrontare il problema della mobilità nella sua interezza, con un progetto sostenibile, che sappia guardare al futuro di Roma come città metropolitana, superando vecchie logiche, garantendo finanziamenti al trasporto pubblico e dando risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Claudio Calderan

per eliminare quell’articolo, mettendo fine a quello stato di inquietudine che sta investendo i disabili italiani e i loro familiari, nel timore di una allarmante cancellazione dei diritti sociali fin qui acquisiti. Ga-rantire adeguati standard di vita ai disabili, battersi per il loro diritto ad un’istruzione di qualità e a un lavoro edificante, consentire senza discriminazioni la pratica di attività ad alto livello di socializzazione – come quelle sportive – sono condizioni fondamenta-li di una società che voglia dirsi civile. V. S.

Lo sport giovanile in genere ed il calcio in particolare negli ultimi anni si sono allontanati dallo spirito e dalla filosofia che dovrebbero animarli, conquistando al contrario sempre più una dimensione non in linea con le sue premesse. Quel che conta è ormai il pro-fessionismo, con una conseguente dose di competiti-vità che spesso sfocia nei contrasti individuali, nell'o-biettivo del successo e del guadagno da raggiungere ad ogni costo, specchio a volte della frustrazione di genitori che ripongono nei figli le proprie delusioni giovanili, trasformandoli in una sorta di investimento col miraggio di lauti incassi a scapito dei valori più tradizionali. L'attività sportiva è svuotata sempre più dei suoi valori più tradizionali: lo sport è invece condivisione, amicizia, collaborazione nel raggiungi-mento di traguardi, stimolo per il miglioramento, motivo di integrazione morale e religiosa, momento educativo importante per i giovani destinati ad af-frontare una società complessa e difficile dove spesso prevalgono interessi personali e settoriali. Sono i veri valori dello sport che dovrebbero costituire l'elemen-to fondante di ogni iniziativa giovanile che Enti ed Associazioni affrontano, senza dimenticare la solida-rietà e la cultura. Sport, Solidarietà e Cultura costitui-scono un connubio che racchiude in sé l'esigenza di connotare la pratica sportiva con un progetto educa-tivo che contempli la sensibilizzazione dei giovani verso tematiche di carattere sociale.

Sergio Funcati

PER LE SCUOLE UNA DIFFICILE PARTENZA Da via Catignano al resto d’Italia mancano fondi e progettualità

Oggi sono a casa con i miei quattro nipoti, impegnati con i compiti. Mi rendo conto che sulla scuola che frequentano so veramente poco, cosi decido di chie-dere qualcosa a Michela. Michela è una donna di 39 anni; mamma di Roberta, che frequenta la quarta elementare, e di Mattia, che è in prima media. Iniziamo subito a parlare della scuola di via Catignano, a Castelverde. Purtroppo, i primi ad emergere sono i problemi e le carenze che accomuna-no questo edificio a molti altri di Roma e d’Italia: aule troppo piccole per bambini che devono stare in classe per sei ore, talmente piccole che anche durante la ricreazione sono costretti a starsene seduti sulla sedia, e di andare in giardino non se ne parla perché la sicurezza è a livello zero. Se le aule didattiche sono piccole, quelle ricreative (dedicate ad attività che vanno dalla pittura all’informatica) sono assenti, così come manca uno spazio dove svolgere adeguata attività motoria. Michela si lamenta anche del numero troppo esigo del personale docente e di servizio, della mancanza di servizi per disabili (il cui unico bagno è destinato a luogo di magazzino, vista l’assegna di un altro posto dove poter depositare il materiale didatti-co). Non chiedo a Michela come i suoi bambini tornano a casa, perché già so che davanti l’edificio scolastico chi

si serve di pullman o autobus non ha un luogo ben preciso e sufficientemente sicuro dove prendere il mezzo che lo porterà a casa. E la mancanza di sicu-rezza si riversa su tutta la struttura dello stabile, viste le pericolanti scale antincendio, praticamente inutiliz-zabili all’occorrenza. Divento perplessa quando mi parla infine dei fondi scolastici, contributi (teoricamente non obbligatori) che vengono versati dai genitori per permettere ai propri figli un anno scolastico tranquillo e il materia-le, che va da quello didattico al mobilio delle stesse aule, necessario alla loro istruzione. E così, perplessa e turbata, decido di informarmi sul futuro della scuola e sulle proposte del PD al riguar-do. Così aspetto che qualcuno sappia veramente realizzare quanto proposto: dalla trasformazione dell’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto per ogni bambino, alla certezza delle risorse per l’innovazione della didattica; dal maggior investi-mento sulle risorse umane (comprese quelle dotate di una professionalità specializzata per ragazzi con bisogni speciali) alla stabilizzazione dei precari e alla continua formazione dei docenti, fino alla battaglia per una moderna edilizia scolastica. Enza Spada