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GENIODIFE - U.G.C.T.UFFICIO TECNICO OMOLOGAZIONI E VERIFICHE

INDICE

Pag.1. PREMESSA 1

2. DEFINIZIONI 2

3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

A) Decreto Legislativo 233/03 ( direttiva 99/92/CE ) 6Campo di esclusione

Sintesi del provvedimento

Titolo VIII-bis

a) Obblighi del datore di lavorob) Valutazione del rischio esplosionec) Obblighi relativi alla protezione contro le esplosionid) Termini per l’adeguamentoe) Abrogazionif) Modifiche dei luoghi di lavoro

B) DPR126/98 ( Direttiva 94/9/CE ) 9Dichiarazione di conformità e Marcatura CEOrganismi notificatiCertificato di conformità

C) LEGGE 46/90 E DPR 447/91 ( Norme sulla sicurezza degli impianti) 11Progetto dell’impianto elettricoDocumentazione

D) DPR 462/02 11

4. APPLICAZIONE IN AMBITO DIFESA : OMOLOGAZIONI E VERIFICHE DELLEINSTALLAZIONI ELETTRICHE NELLE AREE CLASSIFICATE ZONA 0, ZONA1, ZONA 20 e ZONA 21

1. Impianti nuovi 142. Impianti esistenti già denunciati all’U.T.O.V. 163. Impianti esistenti non denunciati all’U.T.O.V. 164. Verifiche periodiche 165. Casi Particolari 17

a) Impianti elettrici alimentati da cabina di trasformazione 17MT/BT di proprietà dell’A.D.

b) Centrali termiche alimentate a gas naturale(nel linguaggio comune: metano )(Norme CEI 31-30 , CEI 31-35;V2, CEI 31-35/A) 17

c) Luoghi di ricovero per autoveicoli: “ autorimesse” 18

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(Norma CEI 31-35;V1)d) Autofficine 19

5. APPROFONDIMENTI E ASPETTI APPLICATIVI DELLE NORME

a) Principi di sicurezza 19b) Procedure per la classificazione delle aree a rischio di esplosione per la 20

presenza di gas, vapori e nebbie (Norme CEI 31-30, CEI 31-35)c) Tipi delle costruzioni elettriche, in relazione alle zone pericolose, 26

previsti dalla ( Norma CEI 31-33 )d) Criteri di sicurezza di un sistema a sicurezza intrinseca con una sola 27

costruzione elettrica associata.e) Criteri di sicurezza di un sistema a Sicurezza intrinseca con più costruzioni 28

elettriche associate ( Norma CEI 31-10)f) Temperatura superficiale massima prevista per le costruzioni elettriche 29

(CEI 31-33)g) Equalizzazione del potenziale (Norma CEI 31-33) 29h) Elettricità statica (Norma CEI 31-33 ) 29i) Protezione contro le scariche atmosferiche (Norma CEI 81-1, CEI 81-8) 30j) Aperture come possibili sorgenti di emissioni (Norma CEI 31-30) 30k) Influenze esterne 30l) Interruttore di emergenza ( Norma CEI 31-33) 31m) Procedure per la classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di polveri

combustibili (Norma CEI 31-52) 31n) Tenuta alla penetrazione della polvere della custodia della costruzione 33

elettrica (Norma CEI 31-36)o) Limiti della temperatura superficiale delle costruzioni elettriche in presenza 33

di nubi di polvere combustibili (Norma CEI 31-36)p) Limitazione della temperatura per la presenza di strati di polvere fino 33

a 5 mm di spessore (Norma CEI 31-36)q) Apparecchi irradianti (Norma CEI 31-36) 33

6. BIBLIOGRAFIADisposizioni legislative citate nella circolare 34Norme CEI citate nella circolare 34

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OGGETTO: Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per ilmiglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio diatmosfere esplosive, recepita con D. Lgs. 233/03.

1. PREMESSALe sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori o nebbie e le polveri combustibili possonocausare esplosioni quando si trovano disperse nell’atmosfera in determinate concentrazioni edavviene un innesco.I luoghi dove si possono formare miscele di sostanze infiammabili o esplosive con aria sonodetti “luoghi con pericolo di incendio o esplosione”.Affinché la reazione esplosiva avvenga è necessaria la presenza contemporanea di trecomponenti fondamentali (triangolo della combustione) :il combustibile – sotto forma di gas, vapori, polveri;il comburente – ossigeno presente nell’aria;l’energia di accensione – di tipo elettrico o termico.Quando non è possibile evitare l’installazione di impianti elettrici in luoghi con pericolo diincendio o esplosione, devono essere adottate misure di protezione idonee a ridurre lapossibilità di innesco provocato da archi elettrici, scintille o superfici calde che si producanonel funzionamento normale o anche in occasione di specifici guasti degli impianti elettici stessi.Infatti, ogni costruzione elettrica costituisce, per sua natura, una possibile causa di innesco:nel funzionamento normale: a causa della produzione di archi, scintille o dell’innalzamento

superficiale della temperatura delle custodie, come avviene nel caso di interruttori,interruttori automatici, interruttori di fine corsa, sezionatori, corpi illuminanti, barre dirotori di motori asincroni di costruzione normale, ecc.;

in condizioni di guasto: a causa della formazione di archi, scintille o temperatura elevatedovute a difetti di isolamento, a sovraccarichi, a cortocircuiti, ad anomalie meccanicheesterne, al distacco di conduttori o all’allentamento di morsetti, come avviene nel caso dicavi, avvolgimenti di motori e trasformatori, bobine di elettrovalvole, strumenti di misura,ecc..

Ne consegue che le installazioni elettriche (apparecchi) da installare nei luoghi con pericolo diesplosione devono possedere caratteristiche particolari che le rendono adatte a funzionare in taliatmosfere senza costituire possibili inneschi dell’atmosfera esplosiva.Al fine di addivenire alla corretta scelta delle installazioni elettriche da impiegarsi in sicurezzain tali luoghi, occorre preventivamente analizzare e classificare gli ambienti tenendo contodelle caratteristiche chimico-fisiche dei gas infiammabili o delle polveri combustibili presenti,delle loro sorgenti di emissione, della portata di emissione di dette sorgenti e della diluizionecausata dal ricambio d’aria.E’ essenziale che per tutta la durata della vita di tali installazioni sia mantenuta l’integrità di taliparticolari caratteristiche; sono pertanto necessarie una verifica iniziale e regolari verificheperiodiche eseguite da personale esperto.I tecnici preposti alle verifiche devono poter disporre almeno della seguente documentazione:classificazione dei luoghi pericolosi, eseguita in conformità di una norma riconosciuta,

con indicazione delle sorgenti di pericolo, delle condizioni di ventilazione e dell’estensionedelle aree pericolose;

la certificazione di conformità o la dichiarazione del costruttore, in relazione al modo diprotezione delle costruzioni elettriche impiegate;

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le informazioni tecniche necessarie per individuare le particolarità dei componentidell’impianto atte a mantenere integre le caratteristiche del sistema di protezione.

2. DEFINIZIONIEsplosione“Violenta ossidazione, o reazione di decomposizione, accompagnata da un aumento repentinodi temperatura, di pressione o di entrambe simultaneamente”(Norma UNI EN 1127-1, art. 3.6).

Atmosfera esplosiva per la presenza di gas, polvere combustibile (Decreto Legislativo 12giugno 2003, n.233)“ Miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas,vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione, la combustione si propaga all’insieme dellamiscela incombusta”.

Luogo pericolosoLuogo in cui è presente un’atmosfera esplosiva e che richiede provvedimenti particolari per lacostruzione, l’installazione e l’impiego delle installazioni elettriche.

Luogo non pericolosoLuogo in cui non si prevede la presenza di un’atmosfera esplosiva per la presenza di sostanzeinfiammabili in concentrazione tale da richiedere provvedimenti particolari per la costruzione,l’installazione e l’impiego delle installazioni elettriche.

Zone (Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n.233, Allegato XV-bis: classificazione delle areea rischio di esplosione )Le aree a rischio di esplosione sono ripartite in zone in base alla frequenza e alla durata dellapresenza di atmosfere esplosive. In particolare:per i gas si definiscono le seguenti zone:

Zona 0: Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentementeun’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabilisotto forma di gas ,vapori o nebbie.

Zona 1:Area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, consistente in una miscela diaria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbie, è probabile cheavvenga occasionalmente durante le normali attività.

Zona 2:Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione diun’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabilisotto forma di gas, vapore o nebbie o, qualora si verifichi, sia unicamente di brevedurata.

per le polveri combustibili si definiscono le seguenti zone:

Zona 20:Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentementeun’atmosfera esplosiva sotto forma di nube o di polvere combustibile nell’aria.

Zona 21:Area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube dipolvere combustibile nell’aria, è probabile che avvenga occasionalmente durantele normali attività.

Zona 22:Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione diun’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora siverifichi, sia unicamente di breve durata.

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Sorgente di emissionePunto o parte di impianto da cui può essere emesso nell’atmosfera un gas, vapore o un liquidoinfiammabili con modalità tali da originare un’atmosfera esplosiva.

Gradi di emissioneSi individuano tre gradi di emissione della sostanza, di seguito elencati in ordine decrescente diimportanza:a) emissione di grado continuo : emissione continua o che può avvenire per lunghi periodi;b) emissione di primo grado: emissione che può avvenire periodicamente od occasionalmente

durante il funzionamento normale;c) emissione secondo grado : emissione che non è prevista durante il funzionamento normale

e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi periodi.Una sorgente di emissione può dar luogo ad uno di questi tre gradi di emissione o ad una lorocombinazione.

Portata di emissioneQuantità di gas o di vapore o di liquido infiammabili emessa dalla sorgente di emissionenell’unità di tempo

Funzionamento normaleSituazione in cui l’impianto funziona entro i parametri di progetto prefissati.Nota 1. Piccole emissioni di sostanze infiammabili possono essere comprese nel funzionamento

normale. Per esempio, si considerano piccole emissioni le perdite da tenute che percostruzione sono umidificate dallo stesso fluido utilizzato durante il processo.

Nota 2. Guasti, quali rottura di tenute di pompe, di guarnizioni, di flange, o spandimentiaccidentali che richiedono riparazioni urgenti o fermate, non sono considerati far partedel funzionamento normale.

VentilazioneMovimento dell’aria, con conseguente ricambio con aria fresca, causato dall’effetto del vento,da gradienti di temperatura o da mezzi artificiali (esempio: ventilatori o estrattori).

Limite inferiore di esplodibilità (LEL – Lower Explosive Level)Concentrazione in aria di gas o vapore infiammabile al di sotto della quale l’atmosfera non èesplosiva.

Limite superiore di esplodibilità (UEL – Upper Explosive Level)Concentrazione in aria di gas o vapore infiammabile al di sopra della quale l’atmosfera non èesplosiva.

Sostanza infiammabileSostanza di per sé infiammabile o in grado di produrre un gas, un vapore o una nebbiainfiammabile.

Temperatura d’infiammabilitàLa più bassa temperatura di un liquido alla quale, in condizioni specifiche normalizzate, essoemette vapori in quantità sufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile.

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Temperatura di accensione di un’atmosfera esplosiva per la presenza di gasMinima temperatura di una superficie riscaldata alla quale, in condizioni specificate, avvienel’accensione di una sostanza infiammabile, allo stato di gas o vapore in miscela con aria incontatto con detta superficie.

PolvereInsieme di piccole particelle solide, comprendenti fibre e residui volatili di filatura,nell’atmosfera che si depositano per loro peso, ma che possono rimanere sospese in aria per uncerto tempo.

Polvere combustibilePolvere in grado di ardere in aria e di formare con essa miscele esplosive a pressione etemperature normali.

Temperatura minima di accensione di uno strato di polvereTemperatura minima di una superficie calda alla quale si verifica l’innesco di uno strato dipolvere di spessore specificato depositato su detta superficie calda.

Innesco di una nube di polvereInizio di un’esplosione causata dalla propagazione di energia in una nube di polvere nell’aria.

Temperatura di accensione di una nube di polvereTemperatura minima della parete calda di un forno in cui si verifica l’innesco della nube dipolvere presente al suo interno.

Costruzioni elettriche (apparecchi elettrici )Elementi impiegati in tutto o in parte nell’uso di energia elettrica, quali: apparecchiature per laproduzione, trasmissione, distribuzione, accumulo, misura, regolazione, trasformazione,utilizzazione di energia elettrica ed apparecchiature per telecomunicazione.

Costruzione elettrica a sicurezza intrinsecaCostruzione elettrica nella quale tutti i circuiti sono intrinsecamente sicuri.

Costruzione elettrica associataCostruzione elettrica nella quale i circuiti o parti di circuiti non sono necessariamente tutti asicurezza intrinseca, ma che contiene circuiti che possono influenzare negativamente lasicurezza dei circuiti a sicurezza intrinseca ad essa associati.La costruzione elettrica associata è normalmente l’interfaccia tra un circuito intrinsecamentesicuro e uno non intrinsecamente sicuro ed è spesso installato in una zona non pericolosa.

CustodiaInsieme di pareti che racchiudono le parti in tensione di una costruzione elettrica, comprendentisportelli, coperchi, protezioni di ingresso di cavi, di aste, di assi, di alberi, ecc., che assicuranoil modo di protezione e/o il grado di protezione IP della costruzione elettrica.

Modo di protezioneInsieme delle misure specifiche di protezione applicate alla costruzione elettrica per evitarel’accensione dell’atmosfera esplosiva circostante.

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Grado di protezione IP delle custodieClassificazione numerica indicante la misura in cui i provvedimenti applicati alla custodia dellacostruzione elettrica assicurano:la protezione delle persone contro i contatti diretti con parti in tensione e con parti in

movimento (diversi dagli alberi rotanti lisci e simili ) all’interno della custodia;la protezione della costruzione elettrica contro la penetrazione di corpi solidi estranei ;la protezione della costruzione elettrica contro la penetrazione di liquidi.

Massima temperatura superficialeMassima temperatura raggiunta in servizio da una qualsiasi parte o superficie di costruzioneelettrica nelle condizioni più sfavorevoli ma entro i limiti di impiego previsti per essa.

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Gruppo di una costruzione elettrica per atmosfera esplosivaClassificazione di una costruzione elettrica in relazione all’atmosfera esplosiva nella quale puòessere impiegata.Le costruzioni elettriche per l’impiego in atmosfere esplosive per la presenza di gas sonodivise in due gruppi:Gruppo I: sono destinate alle miniere grisoutose ;Gruppo II ( diviso nei sottogruppi II A, II B, II C): utilizzabili per luoghi con atmosfera

esplosiva per la presenza di gas diversi dal grisou.

ComponenteQualsiasi elemento essenziale al sicuro funzionamento dell’apparecchiatura e dei sistemiprotettivi ma senza alcuna funziona autonoma.

Figura competentePersona fisica o giuridica in grado di dimostrare conoscenza tecnica e capacità adeguate pereffettuare la valutazione della sicurezza .

3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTOLa sicurezza nei luoghi con pericolo di esplosione è attualmente regolamentata principalmenteda due direttive europee:

1) la direttiva 99/92/CE, relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tuteladella sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio diatmosfere esplosive (recepita in Italia con Decreto Legislativo 12 giugno 2003, n.233.) ;

2) la direttiva 94/9/CE (Comunemente denominata direttiva Atex), contenente disposizioniin materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosferapotenzialmente esplosiva (recepita in Italia con D.P.R. 23 marzo 1998 n.126).

A) Decreto Legislativo 233/03 ( direttiva 99/92/CE )Campo di applicazioneIl DLgs 233/03 si applica:1) nei luoghi dove i lavoratori possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive;2) ai lavori in sotterraneo ove è presente un’area con atmosfera esplosiva;3) ai veicoli destinati ad essere utilizzati in atmosfera esplosiva.

Campo di esclusioneIl DLgs 233/03 non si applica:1) alle aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti;2) agli apparecchi a gas di cui al DPR 661/96 ( apparecchi utilizzati per la cottura, il

riscaldamento, la produzione di acqua calda, il raffreddamento, l’illuminazione ed illavaggio);

3) alla produzione, manipolazione, uso, stoccaggio, trasporto di esplosivi o sostanzechimicamente instabili;

4) alle industrie estrattive di cui al DLgs 624/96;5) all’impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo.

Sintesi del provvedimentoIl DLgs 233/03 integra il DLgs 626/94 “ Attuazione delle direttive europee riguardanti ilmiglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”, introducendoil Titolo VIII – bis , che comprende gli articoli da 88-bis a 88-undecies, e gli Allegati XV-bis,ter e quarter; inoltre modifica l’art. 89, comma 2, lettera a) del DLgs 626/94 ed, infine, abrogaalcune disposizioni di legge.

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Titolo VIII-bis

a) Obblighi del datore di lavoro (1)

Il base al precetto normativo il datore di lavoro, in presenza del rischio di esplosione, ètenuto a predisporre “misure tecniche ed organizzative” finalizzate a prevenire laformazione di atmosfere esplosive e, nel caso la natura dell’attività non lo consenta, adadottare ulteriori provvedimenti atti a:

evitare l’accensione delle atmosfere esplosive; limitare i danni dovuti ad un’eventuale esplosione.

Il datore di lavoro deve inoltre adottare le misure necessarie affinché gli ambienti di lavorodove possono svilupparsi atmosfere esplosive:

siano strutturati in modo che il lavoro si svolga in condizioni di sicurezza; siano adeguatamente controllati, in presenza dei lavoratori, mediante l’utilizzo di

mezzi tecnici adeguati.

b) Valutazione del rischio esplosioneNell’ambito più generale della valutazione dei rischi effettuata ai sensi dell’art.4 del DLgs626/94, il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendoconto dei seguenti elementi:1. probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;2. probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, diventino

attive ed efficaci;3. caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;4. entità degli effetti prevedibili.

La valutazione dei rischi deve essere effettuata tenendo anche conto dei pericoli diesplosione dovuti al passaggio delle atmosfere esplosive da un ambiente all’altro tramite leaperture presenti.

(1) In base al D.M. Difesa 1.2.1997:“Il Dirigente Centrale/Territoriale è l’Autorità a livello Centrale e/o Territoriale con compiti di gestionefinanziaria delle risorse e con responsabilità in ordine alla organizzazione e gestione delle misure diprevenzione e riduzione dei rischi.Il Dirigente Periferico è il Comandante/Direttore di Ente deputato all’impiego del personale dipendente e dellerisorse assegnate con responsabilità in ordine alla esatta applicazione delle misure per la tutela della salute eper la sicurezza dei lavoratori e della valutazione dei rischi nell’ambito delle strutture militari “ (art.1, commi 2e 3).“Gli obblighi – e conseguenti responsabilità – relativi alla fornitura di dispositivi di protezione, nonché agliinterventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare la sicurezza e l’igiene dei locali e degli edifici,si intendono assolti, da parte dei soggetti in cui al precedente articolo che non hanno autonomi poteri di spesasugli appositi capitoli di bilancio, con richiesta del loro adempimento agli organi che, nell’ambito dellecompetenze stabilite all’interno dell’amministrazione della Difesa, sono investiti del potere di gestione deglioccorrenti fondi od ai soggetti, esterni all’amministrazione stessa, che ne hanno l’obbligo giuridico. In talecaso i soggetti che provvedono a richiedere l’adempimento rimangono comunque investiti di tutti gli altriobblighi – e conseguenti responsabilità – posti a carico degli stessi nella loro qualità di datori di lavoro ed, inparticolare, della valutazione dei rischi connessi alle situazioni di emergenza riscontrate nonché dell’adozione,previa informazione del rappresentante per la sicurezza, delle idonee misure di cautela e delle azioni diprevenzione alternative per garantire equivalenti condizioni di sicurezza” ( art. 2, comma 2 ).

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A seguito di detta valutazione, il datore di lavoro predispone il documento sulla protezionecontro le esplosioni.

c) Obblighi relativi alla protezione contro le esplosioniIl datore di lavoro è tenuto a:1. ripartire le aree con pericolo di esplosione in zone, come previsto dall’Allegato XV-bis;2. applicare le prescrizioni di sicurezza previste all’Allegato XV-ter alle attrezzature ed ai

luoghi di lavoro;3. segnalare i punti di accesso alle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive come

previsto dall’Allegato XV-quarter;4. predisporre il documento sulla protezione contro le esplosioni;5. denunciare gli impianti elettrici ubicati nelle zone 0,1, 20,21 all’Asl/Arpa (UTOV per il

Ministero Difesa) e far effettuare, ogni due anni, la verifica da parte dell’Asl/Arpa(UTOV per il Ministero Difesa), come previsto dal DPR 462/01.(2)

d) Termini per l’adeguamentoLuoghi di lavoro nuoviI luoghi di lavoro di nuova costruzione (ovvero utilizzati per la prima volta dopo il 30/6/03 )devono soddisfare, a partire dall’entrata in vigore del decreto in discorso (10/9/03), leprescrizioni contenute nel Titolo VIII–bis.

Luoghi di lavoro esistentiI luoghi di lavoro esistenti (ovvero già utilizzati prima del 30/6/03 ) devono essere resiconformi alle prescrizioni di cui al Titolo VIII–bis entro 30 giugno 2006.

e) AbrogazioniL’art. 4 del DLgs 233/03 prevede le abrogazioni indicate nel seguito.

DPR 320/56 – Capo X, che dettava prescrizioni in materia di scavi in terreni grisoutosi(miniere) e misure di sicurezza contro le esplosioni.

DPR 547/55 - Art. 329, comma 1, lett. a) che recitava :“ Non sono ammesse installazioni elettriche, salvo quanto è disposto negli articoli 330 e

331, nei luoghi ove esistono pericoli di esplosione o di incendio in dipendenza:a) della presenza o sviluppo di gas o miscele esplosive o infiammabili;b) della fabbricazione, manipolazione o deposito di materie esplosive.

Il presente articolo non si applica nei riguardi delle installazioni elettriche costituenti partiintegranti ed essenziali dei processi chimici di produzione, sempre che siano adottate lenecessarie misure di sicurezza”.

DPR 547/55 - Art. 331, che recitava: “ Nei luoghi ove vengono eseguite lavorazioni chesviluppino polveri comportanti pericoli di esplosione o di incendio sono ammesse soltantoinstallazioni elettriche per forza motrice di tipo “antideflagrante” o di tipo stagno o chiuso,tali da impedire l’accensione dei miscugli esplosivi, ed installazioni per illuminazionerispondenti alle prescrizioni dell’articolo seguente”.

DPR 547/55 – Art. 389, comma 1 , lett. b) .Vengono soppresse le sanzioni penali previsteper il mancato rispetto dell’art. 331.

(2) Per l’applicazione in ambito difesa del D.Lgs. 462/01 si rimanda alla circolare prot.n. 0/4/2030/J/05 – 03 /CL/02 indata 12.11.2002.

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DM 22/12/58 – Tabella A – Vengono soppresse le voci da 1 a 50 relative alle attivitàconsiderate con pericolo di esplosione, alle quali si applicava l’art. 329, comma 1 a), delDPR 547/55.Nota: “Fanno eccezione le “Materie esplosive” considerate tali dal T.U. delle leggi di

pubblica sicurezza di cui al R.D. maggio 1940 , n°.635” ( voce 51 della tabella inquestione) per le quali rimane valido l’art.329, comma 1 lettera b) del DPR 547/55.

DM 22/12/58 – Tabella B, relativa alle attività considerate con pericolo di esplosione, allequali si applicava l’art. 331 del DPR 547/55.

Nota. Si sottolinea come le abrogazioni riferite al DPR 547/55 espungano da detto decreto leprescrizioni relative alla protezione contro le esplosioni dovute a gas, vapori /nebbie epolveri . Resta invece immutato quanto riguarda le misure di sicurezza relative alpericolo di esplosione dovuto alla presenza di materie esplosive, essendo questeescluse dal campo di applicazione del DLgs 233/03.

Per la classificazione delle aree si può fare riferimento alle norme tecniche armonizzaterelative ai settori specifici, tra le quali: EN 60079 –10 (CEI 31-30) per atmosfere in presenza di gas; EN 50281 –3 (CEI 31 –52) per atmosfere esplosive in presenza di polveri combustibili.

f) Modifiche dei luoghi di lavoroIn base all’art. 88-decies, comma 5, il datore di lavoro che provveda ad effettuaremodifiche/ampliamenti/trasformazioni del luogo di lavoro nei quali è presente il pericolo di“esplosione” è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari affinché le partimodificate/ampliate/trasformate soddisfino le prescrizioni (minime) contenute nel TitoloVIII-bis.

Esempi di impianti che possono presentare pericolo di esplosione

Impianti di trasporto e distribuzione del gas combustibile con apparecchiature dicompressione o riduzione della pressione ed i relativi accessori;

Depositi di carburanti e di gas combustibile ( benzina, gasolio, acetilene, idrogeno, ecc.);Impianti di distribuzione di carburanti (benzina, GPL, metano , kerosene, ecc.);Locali dove vengono preparate, trasferite o immagazzinate in serbatoi, sostanze che

emettono vapori, come solventi combustibili, vernici , inchiostri, ecc.

B) DPR 126/98 ( Direttiva 94/9/CE Atex )a) Dichiarazione di conformità e Marcatura CE

Gli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione devono essere realizzati conprodotti conformi alla direttiva 94/9/CE .Per prodotti si intendono:gli apparecchi,i sistemi di protezione,i dispositivi di sicurezza, di controllo e di regolazione.

Il costruttore ( fabbricante o suo mandatario stabilito nell’Unione Europea) prima di marcareCE il prodotto deve compilare e firmare la dichiarazione di conformità CE, che devecontenere i seguenti elementi (DPR 126/98, Allegato X, punto B) :nome, marchio di identificazione ed indirizzo (o del suo mandatario stabilito nella

Comunità);

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descrizione dell’apparecchio, del sistema di protezione o del dispositivo di sicurezza, dicontrollo e di regolazione ;

le disposizioni a cui soddisfa il prodotto;nome, numero di identificazione ed indirizzo dell’eventuale organismo notificato che ha

provveduto all’esame CE del tipo ed il numero del certificato di esame CE del tipo;gli eventuali riferimenti alle norme armonizzate applicate;le eventuali norme e specifiche tecniche utilizzate in carenza di norme armonizzate;le altre eventuali direttive alle quali il prodotto è soggetto e che sono state applicate;identificazione del soggetto che ha il potere di impegnare il fabbricante (o il suo

mandatario stabilito nella Comunità).

Su ciascun prodotto deve figurare, in modo leggibile e indelebile, un contrassegno(targhetta ) contenente almeno le seguenti indicazioni:nome e indirizzo del costruttore (fabbricante);marchio CE, seguito dal numero di identificazione dell’organismo notificato (vedi

appresso) incaricato della sorveglianza;designazione della serie o del tipo;numero di serie;anno di costruzione;

marchio specifico attestante la idoneità alle atmosfere esplosiva , ;

seguito dal simbolo del gruppo e della categoria del prodotto;per il gruppo II, la lettera “G” ( relativa alle atmosfere esplosive dovute alla presenza di

gas, vapori o nebbie) e/o la lettera “D” ( relativa alle atmosfere esplosive dovute allapresenza di polveri combustibili); esempi:

II 2 G; II 2 D ; II 2 GD ;

Marcature supplementariil simbolo EEx , per indicare che la costruzione elettrica corrisponde ad uno o più modi

di protezione;il simbolo relativo modo di protezione utilizzato:

“o” : costruzione immersa in olio;“p” : modo di protezione per sovrappressione interna;“q” : costruzione a riempimento polverulento;“d” : costruzione a prova di esplosione;“e” : modo di protezione a sicurezza aumentata;“ia” :sicurezza intrinseca, categoria “ia”;“ib” :sicurezza intrinseca, categoria “ib”;“m” : incapsulamento;

il simbolo del Gruppo della costruzione elettrica:“I” per le costruzioni elettriche destinate a miniere grisoutose;“II” o “IIA” o “IIB” o “IIC” per costruzioni elettriche destinate a luoghi conun’atmosfera potenzialmente esplosiva diversa dalle miniere grisoutose.

Classe di temperatura: T1, T2, T3, T4, T5, T6.

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Per esempio, una costruzione elettrica recante la seguente marcatura : EEx d IIB T4indica:EEx : conformità a norme europee relative a prodotti da utilizzare in luoghi pericolosi;d : modo di protezione a prova di esplosione;IIB : gruppo del gas;T4 : classe di temperatura.

b) Organismi notificatiPer organismo notificato si intende un soggetto giuridico al quale l’Autorità nazionale (inItalia, il Ministero delle attività produttive) ha riconosciuto l’idoneità alla attuazione di una opiù delle procedure di valutazione della conformità di cui Direttiva 94/9/CE; tale organismoviene notificato alla Commissione Europea ed agli altri Stati membri. (Il CESI, ad esempio,è stato autorizzato con DM del 27/9/2000 a svolgere i compiti relativi alle procedure per lavalutazione di conformità per tutti i prodotti destinati ad essere utilizzati in atmosferaesplosiva ai sensi della direttiva in discorso).

c) Certificato di conformitàCon il certificato di conformità, l’organismo di certificazione certifica che il prototipoesaminato, rappresentativo del futuro prodotto, ha superato le verifiche e le prove del tipopreviste ed è quindi conforme alle norme armonizzate di riferimento. Sulla scorta di talecertificato CE il fabbricante è autorizzato all’emissione della dichiarazione di conformitàCE.

C) LEGGE 46/90 E DPR 447/91 ( Norme sulla sicurezza degli impianti)a) Progetto dell’impianto elettrico

I nuovi impianti elettrici, le trasformazioni e gli ampliamenti degli impianti esistenti neiluoghi con pericolo di esplosione devono essere progettati da un professionista iscrittoall’Albo o Collegio professionale, nell’ambito delle rispettive competenze (legge 46/90,art.6 e DPR 447/91, art.4, comma1, lettera c).

b) DocumentazioneI progetti debbono contenere gli schemi elettrici dell’impianto e di disegni planimetrici,nonché una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia dell’installazione, dellatrasformazione o dell’ampliamento dell’impianto stesso, con particolare riguardoall’individuazione dei materiali e componenti da utilizzare e alle misure di prevenzione e disicurezza da adottare. Si considerano redatti secondo la buona tecnica professionale iprogetti elaborati in conformità alle indicazioni delle guide dell’Ente italiano di unificazione(UNI) e del CEI (DPR 447/91, art.4, comma 2).

D) DPR 462/01Il D.P.R. 22 ottobre 2001 n .462 “Regolamento di semplificazione del procedimento per ladenuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, didispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”, pubblicatosulla G.U. n. 6 dell’8 gennaio 2002, ha innovato i procedimenti di omologazione degliimpianti in discorso, già disciplinati dal D.M. ( Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale)12.9.1959.

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Esempio di marcatura CE che compare sulla targa di un apparecchio

Le principali novità introdotte per quanto attiene agli impianti elettrici in luoghi con pericolodi esplosione sono:la messa in esercizio di un nuovo impianto è subordinata al rilascio della dichiarazione

di conformità resa ai sensi della L. 46/90 e sottoscritta dall’installatore;entro trenta giorni dalla messa in esercizio di un nuovo impianto, il datore di lavoro

deve inviare la dichiarazione di conformità all’A.S.L. o all’A.R.P.A. competente perterritorio ( per il Ministero Difesa la documentazione da inviare all’UTOV è precisataal punto 4.1. della presente circolare );

la A.S.L. o l’A.R.P.A. ( UTOV per il Ministero Difesa ) esegue la verifica di primainstallazione e rilascia il certificato di omologazione dell’impianto;

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il datore di lavoro è tenuto a mantenere costantemente in efficienza l’impiantoeffettuando regolari manutenzioni;

il datore di lavoro deve richiedere all’A.S.L. o all’A.R.P.A. competente per territorio( UTOV per il Ministero Difesa ) la verifica periodica degli impianti, giusta quantodisposto dal comma 4-quater dell’art. 35 del D. Lgs. 626/94, così come modificatodall’art. 2 del D. Lgs. 4.8.1999 n. 359;

la periodicità delle verifiche di cui sopra è confermata in due anni.

Per gli aspetti applicativi del DPR 462/01 in ambito Ministero Difesa si rimanda allacircolare UTOV n°. 0/4/2030/J/05-03/CL/02 del 12.11.2002 .

4. APPLICAZIONE IN AMBITO DIFESA : OMOLOGAZIONI E VERIFICHE DELLEINSTALLAZIONI ELETTRICHE NELLE AREE CLASSIFICATE, ZONA 0, ZONA 1,ZONA 20 e ZONA 21

1. Impianti nuoviI nuovi impianti, nonché i loro successivi ampliamenti e trasformazioni, devono esseredenunciati all’U.T.O.V. dall’Organo esecutivo del Servizio lavori che ha provvedutoall’installazione/ampliamento/trasformazione, utilizzando il mod. ExD/DIFESA (in allegato)da inviarsi in duplice originale entro 30 giorni dalla data di ultimazione dei lavori.Alla denuncia devono essere allegati i seguenti documenti:a) il progetto dell’impianto elettrico, in originale e a firma di tecnico abilitato ed iscritto

all’Ordine/Collegio professionale (con esclusione dei laureati in Architettura), costituitoda: relazione tecnica dettagliata che indichi esplicitamente le norme di buona tecnica

adottate nella progettazione ed illustri esaurientemente i criteri seguiti nell’operarele varie scelte impiantistiche ( nel caso venga utilizzata una regola tecnica diestrazione non comunitaria, deve essere allegato un estratto di tale regola tecnicaredatto in lingua italiana nella forma della traduzione giurata );

indicazione delle sostanze da cui dipende il pericolo e le relative caratteristichechimico-fisiche, quali: temperatura di infiammabilità, temperatura di ebollizione,temperatura di accensione, tensione di vapore, densità del vapore, limiti diesplodibilità, gruppo e classe di temperatura ;

planimetrie in scala 1/100 1/500 (in relazione all’estensione delle infrastruttureservite) con indicazioni relative alla destinazione d’uso dei vari locali, allaclassificazione delle zone pericolose e all’ubicazione delle sorgenti di emissione;

la posizione e le dimensioni delle aperture di accesso e di areazione utilizzate perla ventilazione naturale;

i dati utilizzati per la scelta degli impianti elettrici a sicurezza eventualmentedestinati ai locali in cui si attuano i provvedimenti di ventilazione forzata, dicontrollo dell’esplosività e della temperatura ed ubicazione dei relativi dispositivirispetto alle sorgenti di emissione;

i dati necessari ad individuare le caratteristiche dei componenti e dei circuiti inconformità alla regola tecnica utilizzata (nome del costruttore, tipo di apparecchio enumero del certificato, categoria, gruppo della costruzione e classe di temperatura);

per eventuali sistemi a sicurezza intrinseca: parametri elettrici dei cavi impiegati( capacità, induttanza, rapporto induttanza/resistenza, lunghezza e percorso),calcoli teorici o eventuali certificati di prova di accensione allo scintillatore, inconformità alla Norma CEI 31-9 ;

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descrizione delle misure di protezione contro i contatti diretti, i contatti indiretti, isovraccarichi, i corto circuiti;

descrizione delle misure adottate per l’equalizzazione del potenziale ; descrizione delle misure di sicurezza adottate per ridurre a un livello ragionevole

gli effetti dell’elettricità statica e della radiazione elettromagnetica; descrizione dei provvedimenti presi per ridurre a un livello ragionevole gli effetti

delle fulminazioni dovuti a scariche atmosferiche; percorsi di tutte le linee elettriche; schemi elettrici unifilari del quadro generale e dei quadri di zona e di reparto,

redatti utilizzando simbologia grafica unificata; certificati rilasciati da laboratori di prova e/o dichiarazioni di conformità dei

componenti;b) copia della dichiarazione di conformità resa a mente della L. 46/90;c) copia degli allegati alla dichiarazione di conformità con particolare riferimento ai

materiali impiegati ed alla integrazione con gli impianti elettrici preesistenti.d) copia del certificato di riconoscimento dei requisiti professionali della ditta installatrice

che comprovi l’iscrizione presso la competente Camera di Commercio IndustriaArtigianato e Agricoltura provinciale o Albo delle imprese artigiane.

L’U.T.O.V. immatricola l’impianto, restituisce un esemplare del mod. ExD/DIFESAdebitamente, vistato, istruisce il relativo fascicolo tecnico e dispone la prima verifica perl’omologazione dell’impianto, nominando un tecnico per la sua effettuazione.All’atto della prima verifica debbono essere messi a disposizione del tecnico incaricato tutti idocumenti di cui alle precedenti lettere a), b), c), d) .Alle operazioni di prima verifica devono presenziare:- il Direttore dei lavori di installazione;- il Direttore tecnico della ditta installatrice;- personale tecnico specializzato della ditta, munito della strumentazione e degli attrezzi

necessari per l’esecuzione delle prove.Il tecnico incaricato accerta la conformità dell’impianto realizzato alla regola tecnica diriferimento ed al progetto, controlla la completezza della documentazione e la suacorrispondenza alle attrezzature ed ai dispositivi installati, esegue le prove necessarie.Al termine della verifica il tecnico incaricato redige il mod. ExV/DIFESA ( in allegato ) induplice originale, nel quale annota le eventuali prescrizioni necessarie per rendere pienamenterispondente l’impianto alla norma tecnica di riferimento e al progetto, e li trasmetteall’U.T.O.V. affinché venga sancita l’omologazione.Un esemplare originale di detto modello viene trattenuto dall’UTOV per la conservazione agliatti; l’altro, debitamente vistato, viene inviato all’Organo esecutivo del Servizio lavori per lasuccessiva trasmissione all’Ente utente in sede di consegna dell’impianto.Le eventuali spese di missione sono sempre a carico dell’Ente denunciante (o dell’Enteutente, se così concordato), ad eccezione di quelle effettuate direttamente dai tecnicidell’U.T.O.V., che sono a carico di GENIODIFE.Gli impianti devono essere costantemente mantenuti in efficienza a cura dell’Ente utente.Successivamente gli impianti sono soggetti alle verifiche di cui al punto 4 seguente.N.B. Nella progettazione di un impianto di terra per zone con pericolo di esplosione, ènecessario adottare idonee misure di sicurezza per prevenire:- innesco di esplosione per guasti elettrici verso terra;- accumulo di cariche elettrostatiche (art. 335 del D.P.R n°. 547 del 27/4/1955 );- scariche atmosferiche (art. 38 del D.P.R n°. 547 del 27/4/1955 ).Ciò comporta la necessità da parte del verificatore di dover coordinare le verifiche degliimpianti di protezione contro i fulmini, degli impianti di protezione contro i contatti indiretti

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e degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione così da poter esprimere unparere completo sullo stato degli impianti.Per quanto sopra, è auspicabile che le denunce relative ai tre impianti siano inviateall’U.T.O.V. contemporaneamente.

2. Impianti esistenti già denunciati all’U.T.O.V.Gli impianti esistenti già denunciati all’U.T.O.V. e già sottoposti a prima verifica da partedell’ENPI o dell’ISPESL o dell’U.T.O.V., sono soggetti alle verifiche periodiche di cui alpunto 4. seguente.

3. Impianti esistenti non denunciati all’U.T.O.V.Gli impianti esistenti non denunciati all’U.T.O.V. ma già sottoposti a prima verifica da partedell’ENPI o dell’ISPESL devono essere denunciati all’U.T.O.V. entro 90 giorni dalla datadella presente circolare, inviando copia dei modelli C a suo tempo compilati, unitamente aglieventuali verbali di verifica ; detti impianti sono soggetti alle verifiche periodiche di cui alpunto 4. seguente.Gli eventuali impianti esistenti non denunciati e non sottoposti ad alcuna verificadebbono essere trattati come se fossero nuovi e pertanto, qualora risulti impossibile reperirei progetti originali tramite il competente Organo del Servizio lavori, l’Ente utente deveprovvedere:- all’allestimento della documentazione di cui al precedente punto 1. ;- all’accertamento di rispondenza degli impianti al progetto ed agli eventuali adeguamenti

necessari;- alla denuncia all’U.T.O.V. per la successiva omologazione.La procedura si sviluppa secondo quanto descritto nel punto 1.

4. Verifiche periodicheOgni due anni gli impianti in discorso sono soggetti a verifica periodica da richiedersiall’U.T.O.V. a cura dell’Ente utente con un anticipo di almeno tre mesi rispetto alla datanaturale di scadenza della verifica precedente.Nella lettera di richiesta l’Ente utente deve dichiarare di essere in possesso delladocumentazione tecnica aggiornata degli impianti, descritta nel precedente punto 1.L’U.T.O.V. provvede alla nomina di un tecnico verificatore a disposizione del quale debbonoessere messi tutti i documenti di cui al precedente punto 1., nonché la documentazionerelativa ad eventuali riparazioni, modifiche ed interventi manutentivi ed i verbali delleprecedenti verifiche.Il tecnico incaricato, previo accertamento dell’idoneità della documentazione, verifica larispondenza delle attrezzature e dei dispositivi installati ed esegue le prove necessarie.Alle operazioni di verifica devono presenziare:- il responsabile tecnico dell’Ente utente;- personale tecnico specializzato, munito della strumentazione e degli attrezzi necessari per

l’esecuzione delle prove.Al termine della verifica il tecnico incaricato redige il mod. ExV/DIFESA in dupliceoriginale, nel quale annota le eventuali prescrizioni necessarie per rendere pienamenterispondente l’impianto alle norme tecniche di riferimento.Un esemplare del verbale mod. Ex1/DIFESA è trasmesso all’U.T.O.V. per la conservazioneagli atti; l’altro viene consegnato all’Ente utente.Le eventuali spese di missione sono sempre a carico dell’Ente utente, ad eccezione di quelleeffettuate direttamente da tecnici dell’U.T.O.V., che sono a carico di GENIODIFE.Il ricorso ad organismi esterni all’uopo abilitati con Decreto del Ministero delle attivitàproduttive può essere autorizzato da SEGREDIFESA, su conforme nulla osta da parte di

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GENIODIFE, giusta quanto disposto con lettera prot. n. 10148/OAP/95/501/3N in data2/10/1995 di U.S.G..

5. Casi Particolari

a) Impianti elettrici alimentati da cabina di trasformazione MT/BT di proprietà dell’A.D.Quando un luogo pericoloso viene alimentato da una cabina di trasformazione MT/BT diproprietà dell’A.D, la documentazione deve comprendere, qualora non già inviataall’UTOV, anche il progetto della cabina conprensivo delle linee di alimentazione dallacabina di trasformazione al luogo pericoloso (vedasi circolare UTOV n°. 0/4/2030/J/05-03/CL/02 del 12.11.2002 )

b) Centrali termiche alimentate a gas naturale ( nel linguaggio comune: metano )(Norme CEI 31-30 , CEI 31-35;V2, CEI 31-35/A)Un locale contenente una centrale termica alimentata a metano con produzione di caloresuperiore a 35 kW può essere considerato non pericoloso se sono soddisfatte le seguenticondizioni:1. Il gas combustibile sia gas naturale con caratteristiche significative della miscela di gas

combustibili sostanzialmente uguali a quelle di seguito indicato (Norma CEI 31- 35):LEL : da 3,93 a 6,6 % vol;UEL : da 13,2 a 17,5 % vol;Temperatura di infiammabilità : < 0°;Massa molare : da 17,85 a 13,738 kg / kmol;Temperatura di accensione: 482 °C;Gruppo e Classe di temperatura: II A T1.

2. Pressione nominale di esercizio: fino a 4000 Pa (0,04 bar);3. Dimensione massima del foro di emissione dovuto a guasti ( da flange o da valvole per

uso generale su tubazioni di diametro minore o uguale a 150 mm): A = 0,25 mm2;

4. Aperture di ventilazione, realizzate e collocate in modo da evitare la formazione disacche di gas, aventi dimensioni minime:

con pressione di esercizio fino a 2000 Pa (0,02 bar): 0,3 m2;

con pressione di esercizio fino a 4000 Pa (0,04 bar): 0,5 m2.

NOTA:1) Per la definizione delle aperture di ventilazione un utile riferimento è il DM 12

aprile 1996 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per laprogettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati dacombustibili gassosi”.

2) Per la posizione delle aperture la circolare del Ministero dell’Interno prot.P1275/4134 del 30 novembre 2000 precisa che l’apertura o le aperture diaerazione sia/siano realizzato/e sempre al di sopra della metà superiore dellepareti perimetrali esterne e che le aperture contrapposte orizzontalmente everticalmente garantiscono una migliore aerazione dell’ambiente.

5. l’impianto termico sia riconosciuto costruito a regola d’arte in conformità alla circolareUTOV n°.0/4/1930/J/06-03/EL/02 in data 22/10/2002 (para 5.A.1).

6. l’impianto termico sia esercito in conformità alla destinazione d’uso e venga sottopostoalle manutenzioni e verifiche periodiche previste dalle disposizioni legislative ad essoapplicabili.

7. Quota d’installazione dell’impianto termico: fino a 1500 m sul livello del mare.

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Difatti, se sono ottemperate le condizioni di cui sopra, in genere si verifica che: le emissioni sono di secondo grado; il grado di ventilazione del luogo risulta “ALTO”, o “MEDIO”; la disponibilità della ventilazione è “BUONA”.In tal caso la Norma CEI 31-35;V2 ed. 2004-03 prescrive:“Si raccomanda di installare i componenti elettrici il più lontano possibile dagli

apparecchi a gas e dagli altri componenti dell’impianto termico anche per permettere laregolare manutenzione di tutti gli impianti”;

Il grado di protezione dei componenti elettrici deve essere adeguato alle influenzeesterne del luogo di installazione ( presenza d’acqua, polvere, ecc) .

Essendo presente solo una Zona 2 di entità trascurabile, il luogo è da considerarsi nonpericoloso e quindi non sono necessarie né la denuncia dell’impianto elettrico all’UTOVné le sue successive verifiche periodiche.(3)

Laddove, a seguito della valutazione dell’Ente utente, non risultino soddisfatte tutte lecondizioni sopra riportate sarà necessaria la classificazione dei luoghi con pericolo diesplosione nel rispetto della Norma CEI 31-30 e l’attivazione delle procedure di cui alpunto 1. del presente paragrafo.

Si raccomanda infine che, nel rispetto del DM 12 aprile 1996 del Ministero dell’interno:gli impianti elettrici siano realizzati in conformità alla Legge 186/68 e che tale

conformità sia attestata con le procedure previste dalla Legge 46/90;un interruttore generale degli impianti elettrici sia installato all’esterno delle centrali, in

posizione segnalata, accessibile e protetta.

c) Luoghi di ricovero per autoveicoli: “ autorimesse” (Norma CEI 31-35;V1)(4)

D.M. 1 febbraio 1986Si premettano alcune definizioni:per “ autoveicolo” si intende un veicolo munito di motore a combustione interna di

qualunque tipo;per “ autorimessa “ si intende un’area destinata esclusivamente al ricovero, alla sosta e alla

manovra degli autoveicoli;per “box” si intende un volume limitato da strutture da strutture aventi resistenza al fuoco

definita, di superficie non superiore a 40 m2.

Se nelle autorimesse o box sono soddisfatte le seguenti condizioni:1. il carburante utilizzato dagli autoveicoli sia: benzina; gas di petrolio liquefatto (GPL); gas naturale compresso (GNC);

(3) Si ritiene opportuno evidenziare che:le centrali termiche con potenzialità maggiore di 35 kW (30.000 kcal/h ) sono soggette alle procedure di cui

circolare UTOV prot. n°.0/4/1930/J/06-03/EL/02 in data 22/10/2002;le centrali termiche con potenzialità termica al focolare globale maggiore di 100.000 kcal/h sono soggette al

rilascio del C.P.I. da parte del competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;le centrali termiche ad acqua calda con potenzialità termica al focolare globale maggiore di 200.000 kcal/h

devono essere condotte da personale munito di regolare patentino rilasciato dal competente Direzione Provincialedel Lavoro.

(4) Il certificato di prevenzione incendi (CPI), che viene rilasciato per le autorimesse private con capacità diparcheggio di più di 9 autoveicoli, per le autorimesse pubbliche, per i ricoveri di natanti ed i ricoveri di aeromobili,garantisce in generale, l’assolvimento delle prescrizioni del D.M. di cui sopra.

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2. l’unica sostanza infiammabile presente sia il carburante contenuto nei serbatoi degliautoveicoli;

3. non avvengano operazioni di riempimento e svuotamento dei serbatoi di carburante;4. non vi sia consentito l’accesso ad autoveicoli con evidenti perdite di carburante;5. siano attuale le prescrizioni riportate nel D.M. 1 febbraio 1986, con particolare riferimento

all’efficacia della ventilazione sia naturale sia, quando richiesta, artificiale;6. gli autoveicoli in parcheggio siano ordinariamente a motore spento e dispositivi

d’avviamento (chiave) disinserito o nella posizione di riposo;7. gli autoveicoli siano omologati e mantenuti in efficienza ( si ritengono tali gli autoveicoli

sottoposti con esito positivo alle revisioni di legge),esse non sono considerati luoghi con pericolo di esplosione ai fini dei requisiti degli impiantielettrici.

Laddove a seguito della valutazione dell’Ente utente, non risultino soddisfatte tutte lecondizioni sopra riportate, è necessario procedere alla classificazione dei luoghi con pericolod’esplosione in conformità della Norma CEI 31-30.

d) AutofficineLe autofficine in cui sono rispettate le seguenti condizioni : non si interviene sui circuiti dei carburanti; sono rispettate le condizioni 1.,3.,4.,5.,6.,7., di cui al punto c) precedente; le eventuali altre sostanze infiammabili presenti, oltre al carburante contenuto nei

serbatoi, degli autoveicoli siano in quantità non significative ai fini dellaformazione di atmosfere esplosive:

non sono considerate luoghi con pericolo di esplosione ai fini dei requisiti degli impiantielettrici.

Laddove a seguito della valutazione dell’Ente utente, non risultino soddisfatte tutte lecondizioni sopra riportate, è necessario procedere alla classificazione dei luoghi con pericolod’esplosione in conformità della Norma CEI 31-30

5. APPROFONDIMENTI E ASPETTI APPLICATIVI DELLE NORME

a) Principi di sicurezzaGli impianti presso i quali vengono lavorate o depositate sostanze infiammabili devonoessere progettati, eserciti e manutenuti in modo da ridurre al minimo le emissioni di talisostanze e la conseguente estensione dei luoghi pericolosi, sia nel funzionamento normale siain quello anormale.In situazioni di emergenza deve essere prevista la possibilità di interrompere l’alimentazionedell’impianto elettrico, arrestare il processo lavorativo in atto, intercettare le apparecchiaturedi processo, contenere le fuoriuscite e, se possibile, azionare un sistema di ventilazioneaddizionale di emergenza.Nei casi in cui vi sia possibilità di formazione di un’atmosfera esplosiva ogni sforzo deveessere intrapreso per:a) escludere la possibilità che l’atmosfera esplosiva si trovi in prossimità di una sorgented’innesco, oppureb) eliminare la sorgente d’innesco.Quando ciò non sia possibile, devono essere scelte ed adottate idonee misure protettive,apparecchiature di processo e procedure di lavorazione tali che la probabilità dicontemporanea presenza di atmosfera esplosiva e sorgente d’innesco sia così piccola da poteressere accettabile.

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La classificazione dei luoghi è un metodo per analizzare e classificare l’ambiente dove sipossono formare atmosfere esplosive, al fine di facilitare la corretta scelta e l’installazionedelle costruzioni elettriche (apparecchi) da impiegarsi.

b) Procedura per la classificazione delle aree a rischio di esplosione per la presenza di gas,vapori e nebbie (Norme CEI 31-30, CEI 31-35)Passi da compiere per la classificazione delle aree a rischio di esplosione:1° Passo: individuare le sostanze pericolose presenti. Nella Guida CEI 31-35 sono elencate

più di 300 sostanze infiammabili o combustibili, con i relativi parametri chimico-fisici caratteristici quali la temperatura di infiammabilità, la temperatura diaccensione, LEL, UEL, ecc., come riportato nello stralcio riportato a paginaseguente.

2° Passo: individuare le sorgenti di emissione, cioè i punti dai quali può essere emesso ungas, un vapore o un liquido infiammabile che può dal luogo ad un ‘atmosferaesplosiva.

Le sorgenti sono catalogate in base al livello di pericolosità in:1. Sorgenti di emissione di grado continuo, quando l’emissione è continua o comunque

avviene per tempi lunghi.Sono sorgenti di grado continuo:la superficie di un liquido infiammabile di un serbatoio a tetto fisso sfiato

permanente all’atmosfera;la superficie di un liquido infiammabile esposto all’atmosfera continuamente o per

lunghi periodi ( ad es. un separatore idrocarburi-acqua).2. Sorgenti di emissione di primo grado, quando l’emissione avviene in forma periodica,

ma non prolungata, od occasionale, ma comunque prevista nel normale funzionamento.Sono sorgenti di primo grado:le tenute di pompe, di compressori o di valvole, quando si prevede che possano

emettere sostanze infiammabili durante il funzionamento normale dell’impianto;i punti di drenaggio dell’acqua da recipienti contenenti liquidi infiammabili, i quali

possono emettere sostanze infiammabili nell’atmosfera durante il drenaggio;i punti di campionamento, quando si prevede che possono emettere sostanze

infiammabili nell’atmosfera durante il funzionamento normale dell’impianto;le valvole di sicurezza , gli sfiati e le altre aperture quando si prevede che possono

emettere sostanze infiammabili nell’atmosfera durante il funzionamento normaledell’impianto.

3. Sorgenti di emissione di secondo grado, quando l’emissione avviene per brevi periodi oper eventi non voluti nel normale funzionamento (per es. guasti, aperture di valvole disicurezza).Sono sorgenti di secondo grado :le tenute di pompe, di compressori o di valvole, quando si prevede che non

emettano sostanze infiammabili durante il funzionamento normale dell’impianto;le flange, le giunzioni ed i raccordi delle tubazioni, quando si prevede che non

emettano sostanze infiammabili durante il funzionamento normale dell’impianto;

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i punti di campionamento, quando si prevede che non emettano sostanzeinfiammabili nell’atmosfera durante il funzionamento normale dell’impianto;

le valvole di sicurezza , gli sfiati e le altre aperture, quando si prevede che nonemettano sostanze infiammabili nell’atmosfera durante il funzionamento normaledell’impianto.

4. Punti e parti di impianto non considerati sorgenti di emissioni.Non sono considerate sorgenti di emissioni:i punti e le parti di impianto da cui possono essere emesse nell’atmosfera sostanze

infiammabili, con modalità tali da originare atmosfere esplosive, solo a causa diguasti dovuti a eventi catastrofici;

le tubazioni e i contenitori saldati e i loro collegamenti ottenuti con dispositivi digiunzione a tenuta;

i contenitori di sostanze infiammabili che abbiano i coperchi sigillati o chiusirispettando determinate condizioni, tali che eventuali cadute non comportinofuoriuscita delle sostanze;

le doppie tenute applicate agli alberi rotanti;gli spurghi dei piccoli serbatoi di liquido aventi temperatura d’infiammabilità

inferiore a 21° C, se è presente un dispositivo di drenaggio.

3° Passo: definire la portata di emissione delle sorgenti per delimitare l’estensione della zonapericolosa in base alla quantità di sostanza pericolosa emessa.Questa portata dipende da:a) geometria della sorgente di emissione: l’ampiezza di apertura, la forma della

superficie libera, la forma della flangia dalla quale avviene la perditainfluenzano la portata;

b) velocità di emissione: più è alta la velocità con cui esce il gas o vaporeinfiammabile e maggiore sarà la sua portata; nel caso di una sostanza contenutaentro un’apparecchiatura di processo, la velocità di emissione dipende dallapressione di processo e dalla geometria della sorgente di emissione;

c) concentrazione del gas o vapore pericoloso nella miscela che fuoriesce dallasorgente: più è alta detta concentrazione tanto maggiore risulta la quantità disostanza infiammabile immessa nell’ambiente;

d) volatilità di un liquido infiammabile: dipende principalmente dalla suatensione di vapore e dal suo calore di vaporizzazione;

e) temperatura del liquido: la tensione di vapore aumenta con la temperatura,aumentando così la quantità di liquido evaporato.

4° Passo: stabilire il grado di ventilazione all’interno dell’ambiente nel quale può formarsiun’atmosfera esplosiva . La ventilazione costituisce un fattore fondamentale nellavalutazione del rischio, poiché una elevata ventilazione permette la diluizione rapidadei gas o vapori pericolosi per dispersione. Il grado di ventilazione influisce perciòprofondamente nella classificazione delle zone .La ventilazione consente il ricambio dell’atmosfera con aria fresca e può avvenire indue modi: per ventilazione naturale: è tipica degli impianti ubicati all’aperto e dipende

dalla natura del vento nel luogo di installazione, mentre per gli impianti alchiuso dipende dalle aperture appositamente realizzate allo scopo;

per ventilazione forzata: è tipica degli ambienti chiusi e può essere realizzatacon l’uso di ventilatori e aspiratori, che agiscono nell’ambiente in generale(installati a soffitto e/o pareti), oppure su una zona particolare dell’impiantoconsiderata a maggior rischio di formazione di atmosfera esplosiva.

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La Norma CEI 31-30 definisce tre gradi di ventilazione: Alto: quando la ventilazione è in grado di ridurre la concentrazione in

prossimità della sorgente di emissione in modo praticamente istantaneo,limitando la concentrazione della sostanza pericolosa al di sotto del LEL.

Medio : quando la ventilazione è comunque in grado di influire sullaconcentrazione dell’emissione, riducendone l’estensione e limitando nel tempola persistenza dell’atmosfera esplosiva formatasi.

Basso : quando la ventilazione non è in grado di controllare la concentrazionedell’emissione e/o non può prevenire la persistenza di un’atmosfera esplosivadopo l’arresto dell’emissione.

La stessa norma CEI 31-30 definisce tre livelli di disponibilità di ventilazione: buona: quando la ventilazione è presente in pratica con continuità; adeguata: quando la ventilazione è considerata presente durante il

funzionamento normale ( sono ammesse interruzioni purché siano pocofrequenti e per brevi periodi );

scarsa: quando la ventilazione non risponde ai requisiti di adeguata o buona.

5° Passo : In base al grado dell’emissione ed alla disponibilità della ventilazione sidefiniscono le zone pericolose utilizzando la tabella sotto indicata estratta dallaNorma CEI 31-30

Grado della ventilazione

Alto Medio Basso

Disponibilità della ventilazione

Gradodella

emissione

Buona Adeguata Scarsa Buona Adeguata Scarsa Buona,Adeguatao Scarsa

Continuo Luogo nonpericoloso

Zona 2 Zona 1 Zona 0 Zona 0circondatada Zona 2

Zona 0circondata da

Zona 1

Zona 0

Primo Luogo nonpericoloso

Zona 2 Zona 2 Zona 1 Zona 1circondatada Zona 2

Zona 1circondata da

Zona 2

Zona 1 o Zona 0

Secondo Luogo nonpericoloso

Luogo nonpericoloso

Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 2 Zona 1 o Zona 0

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6° Passo: occorre definire l’estensione delle zone pericolose stabilendo la massima distanzapericolosa, intesa come la distanza della sorgente di emissione a partire dalla qualela concentrazione del gas o vapore infiammabile diventa inferiore a k*LEL ( dove kè un coefficiente che vale 0,25 per emissioni di grado continuo e primo, e vale 0,5per emissioni di grado secondo). Questa distanza serve a definire il volume attornoalla sorgente di emissione che costituisce le dimensioni della zona pericolosa. Laguida CEI 31-35 fornisce le formule applicabili nei vari casi.

Legenda 1 Superficie del liquido 2 FossaSerbatoio di stoccaggio liquido infiammabile

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Sintesi delle procedure di classificazione dei luoghi pericolosi

7° Passo : Una volta individuate le zone di pericolo, stabilito quali gas, vapori o altri materialipericolosi siano presenti e per quanto tempo nel corso dell’anno, quali siano le loroclassi di appartenenza, quale sia la temperatura d’accensione ecc., si può operare lascelta delle apparecchiature elettriche che possono essere installate in ogni zona..Per ridurre il pericolo di esplosione è necessario eliminare o ridurre uno o piùcomponenti del triangolo della combustione e pertanto le apparecchiature vengonoprogettate per evitare che i tre componenti siano presenti contemporaneamente.Fondamentalmente i criteri su cui si basano i diversi tipi di protezione sono iseguenti:contenimento dell’esplosione all’interno di apposite custodie;segregazione o isolamento delle parti elettriche in tensione o segregazione o

isolamento delle superfici calde delle custodie;

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aumento dell’affidabilità dei componenti elettrici in modo che nel normale diutilizzo non possano provocare scintille né raggiungere temperature superficialitali da innescare la miscela esplosiva.

All’interno dei tre metodi di protezione citati, sono previste diverse tecnicheapplicative.La scelta di un modo di protezione specifico per una determinata costruzioneelettrica, dipende innanzitutto dalla zona ove questa apparecchiatura verrà installatae da altri fattori quali: le dimensioni fisiche del materiale elettrico da proteggere; la facilità di manutenzione ordinaria e straordinaria; l’affidabilità del sistema e la sua flessibilità; i costi di realizzazione e di manutenzione.

c) Tipi delle costruzioni elettriche, in relazione alle zone pericolose, Norma CEI 31-33 )

Costruzioni elettriche per uso in Zona 0Costruzioni e circuiti elettrici possono essere impiegati in Zona 0 solo se sono in accordocon la Norma CEI EN 50020 (CEI 31-9): categoria “ia” – sicurezza intrinseca – (v.appresso).Tale metodo di protezione si applica alla quasi totalità delle strumentazioni di misura, dicontrollo e di regolazione utilizzate nei processi industriali ( ad esempio: misura delvolume e temperatura all’interno di un serbatoio di combustibile).

Costruzioni elettriche per uso in Zona 1In Zona 1 possono essere impiegate costruzioni elettriche adatte per la Zona 0 ocostruzioni realizzate con uno o più dei seguenti modi di protezione: a prova di esplosione - Ex “d”; a sovrapressione interna - Ex “p”; sotto sabbia - Ex “q”; per immersione in olio - Ex “o”; a sicurezza aumentata - Ex “e”; a sicurezza intrinseca – Ex “i”; a incapsulamento – Ex “m” .

Costruzioni elettriche per uso in Zona 2Le seguenti costruzioni elettriche possono essere installate in Zona 2:a) costruzioni elettriche per Zona 0 o Zona1; oppureb) costruzioni elettriche progettate specificamente per Zona 2 ( ad esempio con il modo

di protezione “n”) oppurec) costruzioni elettriche conformi alle prescrizioni di una Norma riconosciuta italiana o

estera.

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M odi di protezione delle costruzioni elettriche

d) Criteri di sicurezza di un sistema a sicurezza intrinseca con una sola costruzioneelettrica associata.Un circuito elettrico è considerato a sicurezza intrinseca (Norma CEI 31–9) quandonessuna scintilla né alcun effetto termico possono provocare, nel corso delfunzionamento ordinario o in condizioni di guasto, l’accensione dell’atmosferaesplosiva per la quale il circuito è progettato.Un circuito elettrico, per quanto complesso, è sempre riconducibile a una somma di trecircuiti elementari, rispettivamente: resistivo, induttivo, capacitivo.L’energia fornita dalla sorgente di alimentazione si può accumulare nella capacità onell’induttanza del circuito e può successivamente scaricarsi per effetto di un guasto odi una anomalia di funzionamento.In un circuito a sicurezza intrinseca l’energia rilasciata sotto forma di scintilla o effettotermico è inferiore alla minima energia di innesco del gas presente nell’atmosfera.La sicurezza intrinseca si basa su un sistema composto essenzialmente dai seguenticomponenti:una costruzione elettrica a sicurezza intrinseca installata all’interno della zona

pericolosa (es. trasduttori e trasmettitori di grandezze fisiche, convertitorianalogico/digitale, elettrovalvole, ecc.) ;

una costruzione elettrica associata che costituisce l’interfaccia tra un circuitointrensecamente sicuro e uno non intrinsecamente sicuro ed è spesso posto nellazona sicura dell’impianto (es. trasformatore di rete, trasformatore di segnali, rele’,fotoaccoppiatore, ecc.);

un cavo di collegamento ( cavo schermato) tra le due parti.Per la scelta di un sistema a sicurezza intrinseca, devono essere rispettate le seguentiindicazioni:la costruzione elettrica a sicurezza intrinseca deve essere idonea alla zona

pericolosa, cioè deve appartenere alla categoria “ia” se installata in zona 0, ed alla

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categoria “ib” se installata in zona 1, essere classificata nell’adeguato gruppo di gasper il quale è stata costruita e possedere classe di temperatura adeguata;

la costruzione elettrica associata deve essere idonea alla zona pericolosa e allacostruzione elettrica a sicurezza intrinseca a cui è connessa;

i valori della tensione di ingresso Ui, della corrente di ingresso Ii, e della potenza di

ingresso Pi della costruzione elettrica a sicurezza intrinseca devono risultare uguali

o maggiori rispettivamente della massima tensione Uo, della massima corrente Io e

della massima potenza Po di uscita della costruzione elettrica associata ;

la somma della capacità interna equivalente della costruzione a sicurezza intrinsecae della capacità dei cavi di collegamento non deve eccedere la massima capacitàammessa per i circuiti a valle della costruzione associata;

la somma dell’induttanza interna equivalente della costruzione a sicurezzaintrinseca e dell’induttanza dei cavi di collegamento non deve eccedere la massimainduttanza ammessa per i circuiti a valle della costruzione associata.

Esempio di un sistema a sicurezza intrinseca con una sola costruzione elettrica associata

e) Criteri di sicurezza di un sistema a Sicurezza intrinseca con più costruzionielettriche associate ( Norma CEI 31-10)Se due o più circuiti a sicurezza intrinseca sono interconnessi, la sicurezza intrinsecadell’intero sistema deve essere controllata a mezzo di calcoli teorici o con una prova diaccensione allo scintillatore in conformità della Norma CEI 31-9.Il sistema deve essere progettato da un professionista esperto, il quale deve fornire unaesauriente relazione tecnica comprensiva dei calcoli necessari, nella quale siano descrittigli elementi delle costruzioni elettriche ed i parametri elettrici del sistema, compresiquelli dei cavi di interconnessione.

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Esempio di costruzioni elettriche associate collegate in serie

f) Temperatura superficiale massima prevista per le costruzioni elettriche (CEI 31-33)La costruzione elettrica deve essere scelta in modo tale che la massima temperaturasuperficiale raggiunta dalla stessa non si avvicini alla temperatura di accensione del gaso del vapore presente nel luogo di installazione.

Relazione fra la classe di temperatura, la temperatura superficiale e latemperatura di accensioneClasse di temperaturadella costruzioneelettrica

Massima temperaturasuperficiale della costruzioneelettrica

Temperatura diaccensione del gas ovapore

T1 450 °C > 450 °CT2 300 °C > 300 °CT3 200 °C > 200 °CT4 135 °C > 135 °CT5 100 °C > 100 °CT6 85 °C > 85 °C

g) Equalizzazione del potenziale (Norma CEI 31-33)Nei luoghi pericolosi è richiesta l’equalizzazione del potenziale. Per i sistemi didistribuzione elettrica TN, TT, e IT tutte le masse e le masse estranee devono essereconnesse al sistema equipotenziale. Esso può comprendere: conduttori di protezione, tubimetallici, guaine metalliche dei cavi, armature in fili d’acciaio e parti metalliche distrutture, ma non deve comprendere il conduttore del neutro che è collegato a terra, oveprevisto, in altra parte dell’impianto. Le connessioni devono essere di tipo antiallentante.

h) Elettricità statica (Norma CEI 31-33 )Nella progettazione degli impianti devono essere indicati i provvedimenti adottati perridurre ad un livello sicuro gli effetti dell’elettricità statica.

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Collegamenti di terra equipotenziali tra i contenitori durante il travaso di liquidi con pompa

i) Protezione contro le scariche atmosferiche (Norma CEI 81-1, CEI 81-8)Nella progettazione degli impianti elettrici nei luoghi pericolosi devono essere indicati iprovvedimenti adottati per ridurre ad un livello sicuro gli effetti della fulminazione.In particolare, per i circuiti a sicurezza intrinseca installati in Zona 0 deve essereinstallato un dispositivo di protezione contro le sovratensione (es.: scaricatore) il piùvicino possibile al limite della Zona 0, al fine di scongiurare il pericolo di sviluppo dipericolose differenze di potenziale tra la costruzione elettrica e la costruzione associata.Esempi di tali situazioni sono i serbatoi di stoccaggio di liquidi infiammabili, le unità ditrattamento e le colonne di distillazione negli impianti petrolchimici.

j) Aperture come possibili sorgenti di emissioni (Norma CEI 31-30)Le aperture di comunicazione tra luoghi diversi si devono considerare come possibilisorgenti di emissione. Il loro grado di emissione dipende da: tipo di zona dalla quale proviene il pericolo (a monte dell’apertura); frequenza e durata dei periodi di apertura; efficacia delle tenute (es.: guarnizioni) e dei giunti; differenza di pressione tra i luoghi comunicanti.

k) Influenze esterneLe costruzioni elettriche devono essere scelte e installate in modo che risultino protettedalle influenze esterne (per esempio: chimiche, meccaniche, termiche, elettriche,vibrazioni, umidità) che potrebbero avere effetti negativi sulla protezione contro leesplosioni.

l) Interruttore di emergenza ( Norma CEI 31-33)Per motivi di sicurezza, al di fuori del luogo pericoloso devono essere previsti uno o piùdispositivi atti ad interrompere le alimentazione elettriche afferenti al luogo pericoloso,a condizione che l’interruzione non provochi rischi maggiori.

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m) Procedure per la classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di polvericombustibili (Norma CEI 31-52)

Le polveri combustibili sono pericolose in quanto, se disperse in aria, possono formareatmosfere potenzialmente esplosive. Inoltre, strati di polveri combustibili possonoaccendersi e fungere da sorgenti di innesco di un’atmosfera esplosiva. Pertanto, leapparecchiature poste in ambienti nei quali possono formarsi nubi di polvere devonoessere di tipo protetto contro la penetrazione delle polveri ed essere soggette a limitazionedella temperatura superficiale ad un valore inferiore a quello d’innesco di una nube o diuno strato di polvere pericolosa.La classificazione delle aree pericolose si esegue utilizzando procedure simili a quelleutilizzate per i gas ed i vapori infiammabili.

1° Passo: individuare le sostanze pericolose presenti ed identificare le caratteristiche dellepolveri: dimensione delle particelle, contenuto di umidità, temperatura minimadi innesco della nube e dello strato, resistività elettrica, ecc..Esempi di polveri pericolose sono : polvere di carbone, segatura, polvere dicarta, latte in polvere, zucchero, cacao, polvere di grano, farina, polveri dimagnesio ed alluminio, zolfo, polistirolo, ecc.

2° Passo: individuare le sorgenti di emissione, cioè i punti dai quali può essere emessauna polvere pericolosa nell’ambiente.Le sorgenti sono catalogate in base al livello di pericolosità in :Sorgenti di emissione di grado continuo: quando l’emissione è continua o

comunque avviene per tempi lunghi.Esempio : superficie di una polvere combustibile esposta all’atmosferadirettamente o attraverso uno sfiato.

Sorgenti di emissione di primo grado: quando l’emissione avviene in formaperiodica. ma non prolungata, od occasionale , ma comunque prevista nelnormale funzionamento.Esempio: punti di riempimento svuotamento di contenitori di polvere.

Sorgenti di emissione di secondo grado: quando l’emissione avviene perbrevi periodi e non è prevista nel normale funzionamento.Esempio: aperture attraverso le quali può uscire polvere, ma che vengonoutilizzate poco frequentemente e per un periodo limitato di tempo.

Non vengono invece considerate sorgenti di emissione:le tubazioni e le condotte prive di giunti;i serbatoi;le tenute di valvole e flange, quando ideate appositamente per non emettere

polvere;gli involucri.

3°Passo: definire la portata di emissione delle sorgenti per delimitare l’estensione dellazona pericolosa in base alla quantità di polvere emessa. Questa portata dipendeessenzialmente dalla pressione alla quale si trova la sorgente.

4° Passo: stabilire il grado di ventilazione all’interno dell’ambiente nel quale puòformarsi un’atmosfera esplosiva e nelle zone vicine alle sorgenti di emissione.

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5° Passo: definire le zone pericolose in base alla tabella seguente:

Presenza di polveri combustibili Zona di classificazione dellearee da nubi di polvere

Presenza continua di una nube di polvere 20Emissione di primo grado 21Emissione di secondo grado 22

Ad esempio vengono indicate:come zone 20 i serbatoi, i silos, le tramogge e i contenitori aperti;come zone 21 le immediate vicinanze di punti di svuotamento e

riempimento;come zone 22 le vicinanze di macchine con aspirazione delle polveri.

6° Passo: definire l’estensione delle zone pericolose basandosi sulle indicazioni fornitedalla norma come illustrato nella figura seguente.

Carico di automezzi con tramoggia non provvista di sistema di aspirazione polveri

7° Passo: scelta delle costruzioni elettriche (Norma CEI 31-36)La polvere combustibile può essere incendiata dalla costruzione elettrica indiversi modi:dalle superfici della costruzione elettrica che si trovano ad una temperatura

superiore a quella di accensione della polvere interessata;dalla formazione dell’arco o di scintille su parti elettriche quali interruttori,

contatti, commutatori, spazzole o simili;dalla scarica di cariche elettrostatiche accumulate;da energia irradiata (per es.: radiazione elettromagnetica);da scintille di origine meccanica.

Al fine di evitare pericoli di accensione è necessario che:la temperatura delle superfici su cui la polvere può depositarsi, o che

potrebbe essere in contatto con una nube di polvere, venga mantenuta al disotto della temperature di accensione tipica di ogni polvere;

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tutte le parti elettriche che possono originare scintille siano racchiuse in unacustodia che prevenga adeguatamente la penetrazione di polvere, oppurel’energia dei circuiti elettrici sia limitata in modo tale da evitare archi,scintille o temperature in grado di accendere la polvere combustibile;

siano evitate tutte le altre sorgenti di accensione.

n) Tenuta alla penetrazione della polvere della custodia della costruzione elettrica(Norma CEI 31-36)Si riportano in tabella i gradi di protezione che devono possedere le costruzionielettriche per essere ritenute idonee all’installazione in una particolare zona pericolosa

Zona 20 Zona 21Zona 22 con polvere

conduttrice

Zona 22

IP 6X(totalmente protetto

contro la polvere)

IP 6X(totalmente protetto contro la

polvere)

IP 5X(protetto contro la polvere)

ContrassegnoII 1 D

ContrassegnoII 2 D

ContrassegnoII 3 D

o) Limiti della temperatura superficiale delle costruzioni elettriche in presenza di nubidi polvere combustibili (Norma CEI 31-36)

La temperatura massima superficiale della costruzione elettrica Tmax non deve superare

di due-terzi la temperatura di accensione Tcl (espressa in °C) della miscela polvere/aria

interessata

Tmax ≤ 2/3 Tcl

p) Limitazione della temperatura per la presenza di strati di polvere fino a 5 mm dispessore (Norma CEI 31-36)

La temperatura massima superficiale della costruzione elettrica deve essere minore dialmeno 75 °C rispetto alla temperatura minima di accensione di uno spessore di 5 mmdello strato della polvere deposto T5mm.

T max ≤ T5mm –75 °C

q) Apparecchi irradianti (Norma CEI 31-36)Le apparecchiature irradianti in qualsiasi campo di frequenza (per es.: ad ultrasuoni,ionizzanti, a radiofrequenza, spettrale) installate in, o in prossimità di, aree pericolosepossono costituire possibili sorgenti di accensione.Presentano questo rischio: apparecchi laser (telemisuratori, rilevatori e telemetri), lampade,apparati radiotrasmettitori, radar, per cui essi possono essere utilizzati in prossimità deilupghi pericolosi solo se la densità di potenza irradiata non supera i valori indicati nellanorma.Esempio:

5 mW/mm2 per laser ad onda continua ed altre sorgenti ad onda continua;

0,1 mJ/ mm2 per laser ad impulsi o sorgenti luminose ad impulso, con intervalli diimpulso di almeno 5 s.

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6. BIBLIOGRAFIADisposizioni legislative citate nella presente circolare1) DPR 25 aprile 1955, n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”.2) Legge 1° marzo 1968, n. 186 “ Disposizioni concernenti la produzione di materiali,

apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici”.3) Legge 5 marzo 1990, n. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”.4) DPR 6 dicembre 1991, n. 447 “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n. 46 in

materia della sicurezza degli impianti”.5) D.Lgs 19 settembre 1994, n.626 “Disposizioni generali per la protezione della salute e la

sicurezza dei lavoratori”.6) D.M. Interni12 aprile 1996 “ Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la

progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibiligassosi”.

7) D.M. Difesa 1 febbraio 1997 “Responsabilità del Comandante/Direttore di un’Ente Difesa sullatutela e la sicurezza dei lavoratori”.

8) DPR 23 marzo 1998, n.126 “Norme relative ad apparecchi e sistemi di protezione utilizzati inatmosfera potenzialmente esplosiva”.

9) DPR 22 ottobre 2001, n. 462 “Regolamento di semplificazione del procedimento per ladenuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, didispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”.

10) D.Lgs. 12 giugno 2003, n. 233 “Prescrizioni per la tutela della sicurezza e la salute deilavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive”.

Norme CEI citate nella circolare1) CEI 31-9 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive – Sicurezza intrinseca “i”.2) CEI 31-10 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive – Sistemi elettrici a sicurezza

intrinseca “i”.3) CEI 31-30 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas –

Classificazione dei luoghi pericolosi.4) CEI 31-33 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas – Impianti

elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas diversi dalle miniere.5) CEI 31-34 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas – Verifica e

manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza digas diversi dalle miniere.

6) CEI 31-35 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di gas – Guidaall’applicazione della Norma CEI 31-30 - Classificazione dei luoghi pericolosi.

7) CEI 31 - 36 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di polverecombustibile – Costruzioni elettriche protette da custodie.

8) CEI 31 - 52 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per presenza di polverecombustibile – Classificazione dei luoghi dove possono essere presenti polveri combustibili.

9) CEI 81-1 – Protezione delle strutture contro i fulmini10) CEI 81-8 – Guida all’applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione sugli impianti

elettrici utilizzatori di bassa tensione.

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Mod. ExD/DIFESA

MINISTERO DELLA DIFESADIREZIONE GENERALE DEI LAVORI E DEL DEMANIO

UFFICIO TECNICO OMOLOGAZIONI E VERIFICHEPIAZZA DELLA MARINA, 4 – 00196 ROMA

Norme di prevenzione degli Infortuni sul lavoro

CONTROLLO INSTALLAZIONI ELETTRICHE IN LUOGHI PERICOLOSI PER LA PRESENZA DI ATMOSFERAPOTENZIALMENTE ESPLOSIVA DA GAS INFIAMMABILE O POLVERE COMBUSTIBILE

( Art. 18 D.M. M.L.P.S. 12/9/59 – D.M. DIFESA 26/01/98 )

Matr. N. …………………………………..… (1)

COMANDO/ENTE……………………………………………………………………………………………………………..

VIA/P.ZA……………………………………………………COMUNE……………….....................………………………..

PROVINCIA……………………………………..C.A.P. ………………………… TEL………………….………………….

DENUNCIA DELGLI IMPIANTI IN LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE (Art. 4 e 5 delD.P.R. 22 ottobre 2001, n. 462 e Art. 88-undecies del D.Lgs. 12 giugno 2003, n.233 )

Prima installazione (2)

Per modifica sostanziale dell’impianto (2)

SOSTANZA PERICOLOSA ELEMENTI DESCRITTIVI DEI LUOGHI DI LAVORO(Gas, vapori infiammabili, polveri, prodotti trattati,

utilizzati o immagazzinati) (3)………………………………………………….…………………………………………………………….……………………………………………………………….…………………………………………………………….…………………………………………………………….…………………………………………………………….…………………………………………………………….…………………………………………………………….………………………………………………………….…………………………………………………………………….………………………………………………….………………………………………………………………………….…………………………………………………………….…………………………………………………………….

(Luoghi di lavoro e lavorazioni eseguite) (3)

…………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….……………………………………………………………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….……………………………………………………………….……………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………….………………………………………………………………….………………………………………………………………….

………………………., li ……………….. (4)IL COMANDANTE/DIRETTORE

….……………………………………………(1) Numero di matricola riservato all’Ufficio Tecnico Omologazioni e Verifiche.(2) Barrare con crocetta il quadratino indicante la corrispondenza.(3) Per ogni luogo di lavoro indicare la sostanza che costituisce il pericolo, l’operazione che interessa la sostanza medesima (v.

D.M. 22/12/1958) nonché il numero di P.G. del fabbricato interessato.(4) Luogo e data.

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DOCUMENTAZIONE TECNICA ALLEGATA (2):Progetto dell’impianto elettrico, in originale e a firma di tecnico abilitato ed iscrittoall’Ordine/Collegio professionale (con esclusione dei laureati in Architettura), costituito da: relazione tecnica dettagliata che indichi esplicitamente le norme di buona tecnica adottate

nella progettazione ed illustri esaurientemente i criteri seguiti nell’operare le varie scelteimpiantistiche ( nel caso venga utilizzata una regola tecnica di estrazione non comunitaria,deve essere allegato un estratto di tale regola tecnica redatto in lingua italiana nella formadella traduzione giurata );

indicazione delle sostanze da cui dipende il pericolo e le relative caratteristiche chimico-fisiche, quali: temperatura di infiammabilità, temperatura di ebollizione, temperatura diaccensione, tensione di vapore, densità del vapore, limiti di esplodibilità, gruppo e classedi temperatura ;

planimetrie in scala 1/100 1/500 (in relazione all’estensione delle infrastrutture servite)con indicazioni relative alla destinazione d’uso dei vari locali, alla classificazione dellezone pericolose e all’ubicazione delle sorgenti di emissione;

la posizione e le dimensioni delle aperture di accesso e di areazione utilizzate per laventilazione naturale;

i dati utilizzati per la scelta degli impianti elettrici a sicurezza eventualmente destinati ailocali in cui si attuano i provvedimenti di ventilazione forzata, di controllo dell’esplosività edella temperatura ed ubicazione dei relativi dispositivi rispetto alle sorgenti di emissione;

i dati necessari ad individuare le caratteristiche dei componenti e dei circuiti in conformitàalla regola tecnica utilizzata (nome del costruttore, tipo di apparecchio e numero delcertificato, categoria, gruppo della costruzione e classe di temperatura);

per eventuali sistemi a sicurezza intrinseca: parametri elettrici dei cavi impiegati (capacità, induttanza, rapporto induttanza/resistenza, lunghezza e percorso), calcoli teorici oeventuali prove di accensione allo scintillatore, in conformità della Norma CEI 31-9 ;

descrizione delle misure di protezione contro i contatti diretti, i contatti indiretti, isovraccarichi, i corto circuiti;

descrizione delle misure adottate per l’equalizzazione del potenziale ; descrizione delle misure di sicurezza adottate per ridurre a un livello ragionevole gli

effetti dell’elettricità statica e della radiazione elettromagnetica; descrizione dei provvedimenti presi per ridurre a un livello ragionevole gli effetti delle

fulminazioni dovuti a scariche atmosferiche; percorsi di tutte le linee elettriche; schemi elettrici unifilari del quadro generale e dei quadri di zona e di reparto, redatti

utilizzando simbologia grafica unificata; certificati rilasciati da laboratori di prova e/o dichiarazioni di conformità dei componenti; copia della dichiarazione di conformità resa a mente della L. 46/90; copia degli allegati alla dichiarazione di conformità con particolare riferimento ai materiali

impiegati ed alla integrazione con gli impianti elettrici preesistenti; copia del certificato di riconoscimento dei requisiti professionali della ditta installatrice

che comprovi l’iscrizione presso la competente Camera di Commercio IndustriaArtigianato e Agricoltura provinciale o Albo delle imprese artigiane.

………………………, li ………………. (4)IL COMANDANTE/DIRETTORE

………………………………

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Mod. ExV/DIFESA

MINISTERO DELLA DIFESADIREZIONE GENERALE DEI LAVORI E DEL DEMANIO

UFFICIO TECNICO OMOLOGAZIONI E VERIFICHEPIAZZA DELLA MARINA, 4 – 00196 ROMA

Norme di prevenzione degli Infortuni sul lavoro

CONTROLLO INSTALLAZIONI ELETTRICHE IN LUOGHI PERICOLOSI PER LA PRESENZADI ATMOSFERA POTENZIALMENTE ESPLOSIVA DA GAS INFIAMMABILE O POLVERE

COMBUSTIBILE( Art. 18 D.M. M.L.P.S. 12/9/59 – D.M. DIFESA 26/01/98 )

VERBALE DI VERIFICA INIZIALE/PERIODICA/STRAORDINARIA (1)

Matr. N. …………………………………………

Il sottoscritto ………………………………………………………ha provveduto in data …………….alla verifica delle installazioni elettriche nei luoghi dove esistono pericoli di esplosione o diincendio presso il fabbricato n. .. ...di P.G. adibito a …….………………………………….…….. del:

COMANDO/ENTE…………………………………….……………………………………….....................…

INDIRIZZO…………………………………………………………………………………………..………..

e, in seguito ai controlli effettuati, ha rilevato quanto segue:

1. Le sostanze da cui dipende il pericolo sono correttamente identificate ? :

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

2. L’ubicazione delle sorgenti di emissione la loro portata ed i loro gradi di emissione sonocorrettamente documentate ?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

3. Il grado e la disponibilità della ventilazione nel luogo pericoloso sono sufficienti? :

SI NO

(1) Cancellare le voci non pertinenti

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Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

4. La classificazione e l’estensione del luogo (zona) pericoloso è corretta e correttamente documentata? :

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

5. Il/I modo/i di protezione dell’impianto elettrico è/sono corretto/i e correttamente documentato?:

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

6. L’impianto risponde alla documentazione di progetto? :

SI NO

Osservazioni :…….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………………...…………………………

Norma CEI 31-34 - Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosioneper la presenza di gas –Check list di verifica per gli impianti in Zona 1, i cui modi di protezione sono :Ex “d”, Ex “e”, Ex “p”.

A. Costruzioni elettriche

7. Le costruzioni elettriche sono adatte alla classificazione del luogo pericoloso ?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...……………………………………………

8. Il gruppo di appartenenza delle costruzioni elettriche è corretto?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...………………………………………

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9. La classe di temperatura delle costruzioni elettriche è corretta?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...………………………………………

10. L’identificazione dei circuiti delle costruzioni elettriche è corretta?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...………………………………………

11. L’identificazione dei circuiti delle costruzioni elettriche è documentata ?

SI NO

Osservazioni: ……….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...……………………………………………

12. Le custodie, le parti in vetro, le guarnizioni e/o i materiali di tenuta tra vetro e metallo sono incondizioni soddisfacenti ?

SI NO

Osservazioni: ………………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

13. Esistono modifiche non autorizzate visibili?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

14. Esistono modifiche non autorizzate ?

SI NO

Osservazioni:……………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

15. Viterie, dispositivi d’ingresso cavi (diretti ed indiretti ) ed elementi di chiusura sono di tipo correttocompleti ed a tenuta ( solo Ex “d”, Ex “e”)?

SI NO

Osservazioni: …………………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

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16. Le superfici dei giunti piani sono pulite, non danneggiate e le eventuali guarnizioni sono in condizionisoddisfacenti ( solo Ex “d”) ?

SI NO

Osservazioni: …………………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

17. Gli interstizi dei giunti piani sono conformi ai valori ammessi ( solo Ex “d”) ?

SI NO

Osservazioni: ….……………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

18. Le caratteristiche nominali, il tipo e la posizione delle lampade sono corrette ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

19. Le connessioni elettriche sono ben serrate ( solo Ex “e”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

20. Le condizioni delle guarnizioni delle custodie sono soddisfacenti (solo Ex “e”) ?

SI NO

Osservazioni:……………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

21. Le ventole dei motori sono ad una distanza sufficiente dalla custodia e/o dagli elementi di protezione (solo Ex ”d”) ?

SI NO

Osservazioni:…………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

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B. Impianti

22. I tipi di cavi sono appropriati ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………..…………………...………..…………...…………………………………………

23. I cavi presentano danni evidenti ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

24. La sigillatura di passanti, condotti, tubi e/o tubi protettivi è soddisfacente (solo Ex “d”, Ex “e”)?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

25. I raccordi di bloccaggio e le cassette di giunzione dei cavi sono correttamente riempiti ( solo Ex “d ”)?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

26. E’ mantenuta l’integrità dei sistemi con tubo protettivo e la relativa interfaccia con sistemi misti (soloEx “d”)?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

27. I conduttori di terra, compresi tutti i collegamenti equipotenziali supplementari, sono soddisfacenti (peres. le connessioni sono serrate ed i conduttori hanno una sezione sufficiente)?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

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28. L’impedenza dell’anello di guasto (sistema TN) o la resistenza di terra (sistema IT) è soddisfacente ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

29. La resistenza d’isolamento è soddisfacente?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

30. I dispositivi elettrici automatici di protezione operano entro i limiti ammessi o previsti?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………...………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

31. I dispositivi elettrici automatici di protezione sono correttamente tarati ( il ripristino automatico non èpossibile in zona 1) (solo Ex “d”, Ex “e”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

…………………………………………………………………………………………………32. I dispositivi elettrici automatici di protezione sono correttamente tarati (solo Ex “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………33. Sono rispettate le speciali condizioni d’uso (ove applicabili) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

34. Le estremità dei cavi non utilizzati sono correttamente protette ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

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35. Gli ostacoli adiacenti ai giunti flangiati delle custodie a prova di esplosione sono in accordo con laNorma CEI 31-33 ( solo Ex “d” )?

SI NOOsservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………36. La temperatura del gas di protezione immesso è inferiore a quella massima specificata (solo Ex

“p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………37. I condotti, le tubazioni e le custodie sono in buono stato (solo Ex “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

38. Il gas di protezione è privo di impurità (solo Ex “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

39. La pressione e/o la portata del gas di protezione è adeguata (solo Ex “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

40. I manometri e/o gli indicatori di portata, gli allarmi e gli interblocchi funzionano correttamente (soloEx “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………….…

41. Il tempo di lavaggio prima di fornire tensione è adeguato (solo Ex “p”) ?

SI NO

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Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

42. Le condizioni d’installazione delle barriere antiscintilla ed antiparticelle nelle canalizzazioni di uscitagas che attraversano luoghi pericolosi sono soddisfacenti (solo Ex “p”) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

C. Condizioni ambientali

43. Le costruzioni elettriche sono adeguatamente protette contro la corrosione, gli agenti atmosferici, levibrazioni ed altri fattori nocivi?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

…………………………………………………………………………………………………………

44. Esiste accumulo inammissibile di polvere e sporcizia ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………45. Gli isolanti sono puliti e asciutti ( solo Ex “e”)?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

Check list di verifica per gli impianti in Zona 0, modo di protezione Ex “ i ”.

A. Costruzioni elettriche

46. La documentazione dei circuiti e/o delle costruzioni elettriche è adatta alla classificazione del luogopericoloso ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

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47. Le costruzioni elettriche installate sono quelli precisate nella documentazione ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

48. La categoria ed il gruppo del circuito e/o della costruzione elettrica sono corretti ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

49. La classe di temperatura delle costruzioni elettriche è corretta ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

50. Le installazioni sono chiaramente etichettate ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

51. Esistono modifiche non autorizzate visibili?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

52. Esistono modifiche non autorizzate ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

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53. Le barriere di sicurezza, i relè ed altri dispositivi di limitazione dell’energia sono di tipo approvato,sono installati secondo i requisiti della certificazione e sono convenientemente messi a terra, senecessario ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

54. Le connessioni elettriche sono ben serrate?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

55. I circuiti stampati sono puliti e non danneggiati?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

B. Impianti

56. I cavi sono installati conformemente alla documentazione?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..…………………………………………………………………………………………………………………………………………

57. La schermatura dei cavi è collegata a terra secondo la documentazione?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

58. I cavi presentano danni evidenti ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

Page 52: Circolare Ex - Difesa.it · combustibili (Norma CEI 31-52) 31 n) Tenuta alla penetrazione della polvere della custodia della costruzione 33 elettrica (Norma CEI 31-36) o) Limiti della

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59. La sigillatura dei passanti, dei condotti e dei tubi e/o tubi protettivi è soddisfacente?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

60. Le connessioni punto a punto sono tutte corrette?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

61. La continuità e l’efficacia dei conduttori di terra sono soddisfacenti ( per es. le connessioni sonoserrate ed i conduttori hanno una sezione sufficiente) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

62. Le connessioni a terra inficiano l’integrità del modo di protezione ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

63. I circuiti a sicurezza intrinseca sono isolati rispetto alla terra o sono messi a terra soltanto in un punto(riferirsi alla documentazione ) ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

64. La separazione dei circuiti a sicurezza intrinseca da quelli non a sicurezza intrinseca è assicurataladdove tutti i circuiti sono in una stessa custodia di distribuzione od in uno stesso scomparto ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

…………………………………………………………………………………………………………

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65. La protezione dal cortocircuito dei circuiti di alimentazione, ove applicabile, è in accordo con ladocumentazione ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

66. Sono rispettate, ove richiesto, le speciali condizioni d’uso ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

67. Le estremità dei cavi non utilizzati sono correttamente protette ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

C. Condizioni ambientali

68. Le costruzioni elettriche sono adeguatamente protette contro la corrosione, gli agenti atmosferici, levibrazioni ed altri fattori nocivi?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

……………………………………………………………………………………………………………

69. Esiste accumulo inammissibile di polvere e sporcizia ?

SI NO

Osservazioni: …….……………..………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………..……………………………

…………………………………………………………………………………………………………

In relazione a quanto accertato si sono riscontrate le seguenti deficienze che debbono essere eliminate:………………...………………………………………………………………………………………………………………………...………………………………………………………………………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………

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Eventuali osservazioni:………..……………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………..………………………………………………………..……………………………………………………………….……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………...……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..……………………………………………………………

per ricevuta

Il RAPPRESENTANTE DEL COMANDO/ENTE Il TECNICO DEL L’A.D.

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