Circe, nell’antro della maga (NA)

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Circe, nell’antro della maga (NA) Si svolgerà Giovedì 23 Settembre all’interno della rassegna “Do Maggiore”, patrocinata dal Comune di Napoli lo spettacolo “Circe, nell’antro della maga”, a cura de “La chiave di Artemysia”. Un viaggio che costringe Ulisse ad un percorso di presa di coscienza di sé stesso, introspezione personale e cambiamento: quando per la prima volta la sua volontà di tornare a casa viene messa a dura prova non dalla guerra, né dagli eventi, ma da una donna, anzi da una maga. Circe. Una donna seducente, figlia di Dei, esperta nell’uso dei “farmaka” e per nulla spaventata dall’idea di usarli per raggiungere i suoi obiettivi. L’amore per Ulisse diviene, quasi subito, il suo principale obiettivo. Circe trasforma i compagni di Odisseo in porci. L’eroe, per restituire loro sembianze umane è costretto a fermarsi un anno da lei.

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Circe, nell’antro della maga�� ��������� �������� ����������� �������� (NA)Si svolgerà Giovedì 23 Settembre all’interno della rassegna“Do Maggiore”, patrocinata dal Comune di Napoli lo spettacolo“Circe, nell’antro della maga”, a cura de “La chiave diArtemysia”.

Un viaggio che costringe Ulisse ad un percorso di presa dicoscienza di sé stesso, introspezione personale e cambiamento:quando per la prima volta la sua volontà di tornare a casaviene messa a dura prova non dalla guerra, né dagli eventi, mada una donna, anzi da una maga. Circe.

Una donna seducente, figlia di Dei, esperta nell’uso dei“farmaka” e per nulla spaventata dall’idea di usarli perraggiungere i suoi obiettivi. L’amore per Ulisse diviene,quasi subito, il suo principale obiettivo.

Circe trasforma i compagni di Odisseo in porci. L’eroe, perrestituire loro sembianze umane è costretto a fermarsi un annoda lei.

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Grazie ai suoi consigli Odisseo decide di intraprendere unviaggio che gli farà attraversare tutta la costa e gran partedella Campania stessa mettendolo faccia a faccia con il suoinconscio.

Inizia una catabasi nel regno dei morti scendendo nel lagod’averno.

Lì riesce a entrare in contatto con le figure dei compagniperduti durante la guerra di Troia, con la madre e conl’indovino Tiresia.

Infine quando sarà costretto adandare via, consapevole del suodestino, e a lasciare questoamore che lo ha nutrito, saràpronto ad affrontare pericoli diben altra portata, comel’insidioso canto delle sirene.

Questo si propone di mettere in scena “La chiave di Artemysia”

Un’iniziativa atta a dare vita ad una rivalutazione delterritorio che prende le sue fondamenta dalla storia deiluoghi.

Essi vanno celebrati e non dimenticati.

Il testo prende forti spunti dal lavoro di Madeline Miller,“Circe”.

Testo pregevole che sta riscontrando successo di pubblico alivello mondiale.

È il Chiostro di San Domenico Maggiore che si fa ospite della

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performance diventando, per l’occasione, la dimora della MagaCirce.

Il pubblico, insieme ad Ulisse, percorrendo le stanze,cortile, i corridoi, assiste alla sua storia vivendone paure,bellezze emozioni. Incontrandone, man mano i personaggiprincipali: Circe, Tiresia, le Sirene, ed attraversando gliInferi.

Questo perché quando la storia si mescola alla leggenda, e laleggenda alla storia, non ha bisogno che nulla vengainventato, ma contiene in sè già tutto ciò che è necessarioraccontare.

in scena:

CIRCE: Roberta Misticone

ULISSE: Errico Liguori

TIRESIA: Rodolfo Medina

PENELOPE: Orentia Marano

SIRENA: Livia Bertè

ENSEMBLE: Luisa Leone

ENSEMBLE: Diana Bevilacqua

Regia di Livia Bertè

Movimenti coreografici a cura di: Luisa Leone

Info: �� ��������� ore 21:00

BIGLIETTO 12 euro BIGLIETTO RIDOTTO 10 euro (fino a 10 anni)

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P.za S. Domenico Maggiore,

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80134 Napoli NA

***Protocollo Coronavirus***

Per garantire la sicurezza di tutti è OBBLIGATORIA LAPRENOTAZIONE.

Modalità di prenotazione

messaggio whatsapp 3404657949 – 24h su 24

Da Napoli a New York e Dubai:successo per la mostra diGiacomo Pietoso, dal PAN almondoIl servizio Rai Pubblica utilità mette a disposizione leaudiodescrizioni per non vedenti di due opere di Pietoso

Da Napoli a New York, passando per Venezia, Giacomo Pietosocontinua a stupire con la sua arte. Sono tanti gli impegnidell’artista a seguito del finissage al PAN della suapersonale “Blind Art”, a cura di Anna Esposito e MonicaPicardi dell’Associazione e casa editrice “Colorando ipensieri”, che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico,ricevendo la visita e i complimenti dell’Assessore al Comunedi Napoli Annamaria Palmieri, di Monsignor Antonio di Donna,Vescovo di Acerra, del Dott. Stefano Iuorio, Dirigente delcommissariato P. S. di Acerra, del Senatore Francesco Urraro edel Consigliere del Comune di Napoli Francesco EmilioBorrelli.

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Il servizio Rai Pubblica utilità, media partner della mostra,ha messo a disposizione due audiodescrizioni per non vedentidelle opere di Pietoso, sul sito Rai.it.

Ancora, a ottobre l’artista riceverà l’Oscar per le arti aMontecarlo, mentre a novembre le sue opere saranno esposte aDubai. “Sono felice di proseguire con un percorso che, passodopo passo, si va delineando come una rappresentazione fisicadel messaggio di vita che desidero trasmettere a tutti coloroche incontrano le mie opere, dipinti, libri o poesie, sulproprio cammino” spiega Giacomo Pietoso.

Ad agosto l’artista ha ricevuto il Leone d’Oro a La BiennaleArte di Venezia, nello stesso mese le sue opere sono stateesposte anche a New York nel White Space di Chelsea.

“Il nodo di Odino” nellaNapoli a fumetti della BelleÉpoque: è in libreria ilromanzo della AmmiratiSi parla della Napoli che fu, bella e incantevole, masoprattutto di una storia di amore, di morte e di magia,sospesa tra scienza ed esoterismo, fantasia e realtà. “Il nododi Odino”, romanzo a fumetti scritto da Gemma Ammirati con leillustrazioni di Carmelo Zagaria e la sceneggiaturadi Francesco D’Amore, è il primo lavoro della collana “LeNuvole” di Edizioni Fioranna.

Siamo all’ombra del Vesuvio all’epoca della “Belle Époque”, in

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un clima culturale unico e contraddittorio in cui l’interesseprofondo per la scienza, le arti e il progresso si incrociacon l’idealismo, la passione per il mistero, il soprannaturalee l’esoterismo più irrazionale. In questo contesto si svolgela storia del duca Pasquale Del Pezzo, matematico, e dellamoglie Anne Charlotte Leffler, scrittrice svedese. Sullosfondo la presenza del Nodo di Odino, simbolo persistentenella mitologia nordica e segno di legame indissolubile,inciso su un misterioso medaglione dai poteri oscuri. Questooggetto, secondo la vicenda scritta da Gemma Ammirati erappresentata grazie alle illustrazioni di Carmelo Zagaria ealla sceneggiatura di Francesco D’Amore, avrà conseguenzetragiche nella vita dei due personaggi.

Gemma Ammirati, soggettista e mentore del progetto, è unmedico di famiglia che sogna la Napoli scintillante dellaBelle Époque, sul finire dell’Ottocento e l’inizio delNovecento: «Quando ero adolescente – spiega Gemma – vivevavicino a casa nostra un’anziana signorina nata agli inizidegli anni Novanta dell’Ottocento. La sua famiglia avevagiocato un ruolo significativo nel processo di unificazioneitaliana, un tempo era stato in suo possesso l’intero edificiodove abitavamo. La signorina non sapeva accendere i fornellima parlava francese, suonava il violino, dipingeva. Miraccontava della sua giovinezza in piena Belle Époque. Miparlava delle serate che si svolgevano nei salotti della suaabitazione, dei letterati, musicisti , pittori, italiani estranieri, che le frequentavano. Mi mostrava i tanti deliziosisoprammobili, gioielli, profumi, vestiti di quell’epoca cheancora erano in casa sua. Questo mondo ha continuato acoinvolgermi».

«Da donna matura ho sentito questo mondo crescere ancora eancora dentro di me. Mi sono decisa ad agire quando mi sonoimbattuta in Pasquale Del Pezzo, uomo di scienza e politico,che nella Belle Époque napoletana ha giocato un ruolo decisivo

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anche se dimenticato. Quando ho scoperto una serie di aneddotiche lo riguardavano, una sua divertente caricatura, mi sonodecisa. Un racconto non mi sembrava adatto, servivano delleimmagini e ho scelto così la strada della graphic novel. Misono presentata da Mario Punzo alla sua scuola di comics,credo mi abbia preso un po’ per stramba o forse capricciosa.Mi ha assecondata, mi ha proposto due giovani: unosceneggiatore, Francesco D’Amore, e un disegnatore con uncognome e qualche parentela un po’ impegnativi, CarmeloZagaria». La soddisfazione più grande? «Ne ho inviato unacopia ad una mia anziana conoscente nata negli anni Venti delsecolo passato. Anche la sua famiglia ha svolto un ruoloimportante negli anni a cavallo tra l’Ottocento e ilNovecento. Dopo qualche giorno mi è arrivato il suo commento,in due parole: era così».

Per Anna Fiore, titolare della casa editrice Fioranna, sitratta di un nuovo importante passo: «Una storia coinvolgenteambientata nell’affascinante Napoli della Belle Époque. Unabellissima occasione che mi ha invogliata ad allargarel’offerta culturale della casa editrice inserendo una nuovacollana. “Il Nodo di Odino” apre, infatti, la neonata collanadi graphic novel “Le Nuvole”. Quello che mi ha coinvolta dipiù della storia è prima di tutto la figura del protagonista,Pasquale Del Pezzo che, con la sua scintillante personalità, èstato uno dei protagonisti della vita culturale e socialenapoletana di quel periodo. Interessante è stato leggere comela sua vita si sia incrociata con quella di altri personaggiillustri come il filosofo Benedetto Croce, lo scrittore epsichiatra Axel Munthe, il poeta Salvatore Di Giacomo, ilpittore Edoardo Dalbono, il medico Antonio Cardarelli, illetterato Edoardo Scarfoglio, l’alchimista ed esoteristaGiuliano Kremmerz, i quali hanno giocato ruoli importanti. Insecondo luogo, lo sfondo. Sono state riscostruite tutte leatmosfere, i sogni e il clima culturale di un’epoca in cuil’interesse profondo per la scienza, le arti e il progresso

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s’incrociava con l’idealismo, la passione per il mistero el’esoterismo».

Al Campania Teatro Festival2021 Ellegipì TEATRO 20debutta con ALLUCCAMM 22giugno nel GiardinoPaesaggistico di Porta Miano– ore 22:30Martedì 22 giugno, alle ore 22:30, a Capodimonte, nel GiardinoPaesaggistico di Porta Miano (Porta Miano), Ellepigì TEATRO 20debutta con ALLUCCAMM e rientra nel programma del CampaniaTeatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio, realizzata conil sostegno della Regione Campania e organizzata dallaFondazione Campania dei Festival, presieduta da AlessandroBarbano. Lo spettacolo è scritto e diretto da Luca Pizzurro,con Andrea Fiorillo e Mauro Collina, con le musiche originalidi Enzo Gragnaniello. Le coreografie sono a cura di LuanaIaquaniello, i costumi di Graziella Pera, le scenografie diFabrizio Piergiovanni e l’assistente alla regia di SandroGallo.

Per la compagnia, è la prima produzione in assoluto e vanta ilpatrocinio del Di’Gay Project DGP. Il testo integrale dellospettacolo è pubblicato da Gremese Editore e si è subitoaggiudicato il secondo posto al Premio LetterarioInternazionale Città di Castrovillari.

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SINOSSI

Potrebbe essere solo una delle tante storie disperate dellavita durante la seconda guerra mondiale. Potrebbe anche volerraccontare come nacque ed esplose quella rivolta conosciutacon le 4 giornate di Napoli. Potrebbe essere una storia diinfanzia rubata, di ricerca di identità, di violenza, quellestorie che ben conoscono i femminelli di Napoli. Ma, forse,vuole essere qualcosa di più di questo. Vuole essere qualcosadi più di un racconto, vuol essere un viaggio nei sentimenti,nelle emozioni, di chi vive in un corpo che non senteadeguato, di chi vorrebbe essere in grado di conoscere lagioia di una maternità, che è loro negata. Sì, tutto questo,ma è soprattutto una storia di umanità, di vita, nonostantetutto.

Info: https://campaniateatrofestival.it/spettacolo/alluccamm/

ELLA AND FRANK Lunedì 21giugno 2021, il giorno dellaFesta Europea della Musica,“Ella Fitzgerald è l’unica performer con cui ho lavorato chemi rendeva nervoso. Credo che lei sia la più grande cantanteal mondo”: parola di “The Voice”, Frank Sinatra.

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Emilia Zamuner – ph.Riccardo Piccirillo

Nonostante l’ammirazione che Ella Fitzgerald e Frank Sinatranutrivano reciprocamente, le due più incredibili voci delNovecento non hanno mai realizzato un disco insieme. I duejazz-singer italiani Emilia Zamuner e Sergio Carlino hannoprovato a immaginare un ideale incontro discografico tra i dueartisti in questo loro album, intitolato “Ella and Frank”, inuscita il 21 giugno 2021 – in occasione della Festa Europeadella Musica – con l’etichetta Useless Label.

Il disco esce in concomitanza con il 35esimo anniversariodalla scomparsa della Fitzgerald, avvenuta nel giugno del1996: Ella è la cantante che, più di ogni altra, ha spintoSinatra su territori improvvisativi da lui non semprefrequentati, come ha spesso ricordato lo stesso “The Voice” ecome dimostrato dai loro duetti, inaugurati nel 1959 suglischermi televisivi statunitensi.

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Sergio Carlino – ph.Riccardo Piccirillo

Nelle tracce del disco di Zamuner e Carlino, che alternaduetti d’autore e brani per voce solista, trovano spazio lapirotecnica “Air Mail Special”, la sinuosa “The Lady is aTramp”, le palpitanti “They can’t take that away from me” o“Puttin’ on the Ritz” e molto, moltissimo altro.

Affiancati da tre dei più autorevoli musicisti della scenajazz italiana – il pianista Piero Frassi, ilcontrabbassista Massimo Moriconi e il batterista Massimo DelPezzo – Zamuner e Carlino regalano agli ascoltatori dueinterpretazioni sorprendenti, uniche nel loro genere: ladivertita “Suicide”, composta da Sir Paul McCartney per FrankSinatra e mai incisa dal cantante italoamericano, e laromantica “Moonraker”, firmata dai grandi Hal David e JohnBarry per l’omonimo film della saga cinematografica di JamesBond e originariamente destinata alla voce di Sinatra, primadi essere interpretata da Shirley Bassey.

Emilia Zamuner e Sergio Carlino dedicano “Ella and Frank” adue voci che sono, letteralmente, due ‘documenti sonori’ diassoluto rilievo del XX secolo, due straordinari protagonistidella Musica della contemporaneità.

NAPOLI Galleria Toledo: amaggio tre spettacoli perripartire!Il Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo riapre alpubblico in presenza e propone tre spettacoli per il mese di

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maggio: Quartett dal testo di Heiner Müller con la regiadi Alessandro Marmorini (11 e 12 maggio), il thrillerpsicologico In casa con Claude diretto da Giuseppe Bucci (dal18 al 20 maggio) e La conoscenza della non conoscenza.05,performance di danza contemporanea con Adriana Borriello (22 e23 maggio). Lo storico spazio culturale di avanguardia e diricerca in Via Concezione a Montecalvario 34, diretto da LauraAngiulli e da trent’anni al centro della scena artisticanapoletana, presenta tre opere di successo recuperando alcunidei titoli previsti nella stagione sospesa 2020-2021. “Riapriamo le porte del nostro teatro per dimostrare anchesimbolicamente che la cultura deve ripartire – commenta LauraAngiulli – e per dare il segno di una presenza che vuoleabbracciare i differenti linguaggi della scena. Abbiamo sceltodegli spettacoli a cui teniamo molto e che siamo felici direcuperare, non solo per la grande finezza dei registi e degliinterpreti, ma anche per le tematiche più che mai attuali cheaffrontano. Ma non ci fermeremo qui. Continuiamo le attivitàcon le scuole e con gli atenei, e stiamo lavorando alla nuovaedizione della rassegna Doppio Sogno, che tornerà nel periodoestivo a Villa Pignatelli”.Gli spettacoli, a capienza ridotta, si svolgeranno nel pienorispetto delle normative anti-Covid con obbligo di indossarela mascherina per tutta la durata dello spettacolo. E’ graditala prenotazione.

11-12 maggio 2021 ore 19.30Compagnia Tiberio Fiorilli / Officina dinamo

QUARTETT

Tratto da uno dei testi più celebri e controversi di Heiner

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Müller, tra i maggiori drammaturghi tedeschi del XX secolo, lacoproduzione tra la Compagnia Tiberio Fiorilli e Officinadinamo porta sul palco di Quartett l’11 e il 12 maggio. Lastoria di due amanti, che richiama Le relazionipericolose di Laclos, diventa occasione per un’approfonditaindagine sul tempo storico e sugli archetipi dei rapporti trageneri. La regia è di Alessandro Marmorini, sul palco CristinaGolotta e Roberto Negri

18-20 maggio 2021 ore 19.30Produzione Piccola Città Teatro

IN CASA CON CLAUDE

Dal 18 al 20 maggio torna lo spettacolo In casa con Claude,produzione Piccola Città Teatro, tratto dall’omonima opera del

drammaturgo canadese René-Daniel Dubois scritta negli anni’80, tradotta, adattata e diretta da Giuseppe Bucci. Unthriller psicologico sul tema dell’emarginazione degli

omosessuali, con Mario Autore e Ettore Nigro.22 – 23 maggio 2021 ore 19.30Produzione AB Dance Research

LA CONOSCENZA DELLA NON CONOSCENZA.05

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Spazio alla danza con La conoscenza della nonconoscenza.05 (22 e 23 maggio), produzione AB Dance Research.Una lecture-performance di improvvisazione con AdrianaBorriello, straordinaria e raffinata espressioneinternazionale della danza contemporanea, e Ilenia Romano. Ledue artiste condivideranno con il pubblico l’alternarsi tra laparola e il movimento, in base alle pratiche, ai principi eagli strumenti narrativi impiegati dalla Borriello nel suolavoro di coreografa e pedagoga della danza.

“Parthenopei”, unatrasmissione televisiva cheracconta la storia dellalingua napoletanaDa “ ‘a Maronna ce accumpagna” a “s’arricuorda ‘o cippo aFurcella”, da “me pare ‘nu mamozio” a “guappo ‘e cartone”,sono solo alcuni dei tanti temi di “Parthenopei”, formatideato e condotto dall’attore e scrittore Salvatore Zanni.

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Il giovedì alle 19:20 suCampania Felix Tv, Zanniveste i panni delprofessore alla riscopertadei segreti della linguapartenopea, nel programmache unisce comicità ecultura della tradizionedella nostra terra.

In studio anche Giacinto Esposito (Tino D’Afragola) e RosarioRollo (Rosi Rò) in veste di inviati per sondare quanto inapoletani siano preparati sui modi di dire e le espressioniproposti in puntata.

Al tempo dei teatri chiusi a causa della pandemia da Covid 19,“Parthenopei” ha il potere di conciliare il palcoscenicotelevisivo con quello teatrale mettendo in scena delle storiee dei personaggi dal grande spessore sociale. Un esempio è lafamiglia del piano di sopra, coinquilini del palazzo, compostada Antonio Sellitti (Don Antonio), sua moglie Marisa Di

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Costanzo (donna Assunta) e la figlia Marianna Patanella(Nunzia). Altra intrusione è quella di un simpatico barista,Gionatan Monfrecola (Ciro) che porta caffè, arancini e crocchèalla fine di ogni puntata inscenando con gli altri interpretisimpatiche gag.

Lo scopo del programma, dunque, non è solo quello diintrattenere, ma di porre l’accento sulla cultura partenopealegata alle radici più profonde della nostra storia e cherivive nella vita di tutti i giorni attraverso le espressionie i modi di dire spesso citati senza conoscerne le origini.

Il prossimo appuntamento con “Parthenopei” è fissato pergiovedì 25 marzo su Campania Felix Tv alle 19:20. Per rivederele puntate precedenti, basta andare sul canale YouTube diSalvatore Zanni.

NAPOLI Assunta Pacifico,imprenditrice de ‘A figliad”o Marenaro: “Resistiamo peri nostri 60 collaboratori ele loro famiglie.”Resilienza è il termine giusto per descrivere l’indole deinapoletani. Questa volta è anche la risposta all’ultimo Dpcm ariguardo dei ristoranti da parte de ‘A figlia d”o Marenaro: “resistiamo per i nostri 60 dipendenti e le loro famiglie”. E’stato questo, infatti, il primo pensiero della imprenditricenapoletana Assunta Pacifico, titolare dello storico brand chelo scorso marzo chiuse le porte del ristorante dapprima del

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decreto lanciato da Conte. Lo storico ristorante di via Foriaannuncia l’apertura a pranzo per tutti i giorni dellasettimana e festivi. Per cena, invece, servizio d’asportoattivo fino alle ore 22:30, mentre per chi non potesseraggiungere il locale, c’è la consegna a domicilio con Glovo(menù digitale: bit.ly/afigliadomarenaro). In base alle ultimeordinanze, si cambia anche l’assetto in sala e si rispetta lanorma che prevede i tavoli occupati da un massimo di quattropersone.

Dall’astice blu alla zuppa di cozze, passando per la pizza –anche di mare – si potrà continuare a godere dell’arteculinaria de ‘A figlia d’’o Marenaro e degli abbinamenticonsigliati. “La sicurezza prima di tutto, siamo stati tra iprimi a dirlo. Abbiamo investito, come altri, per adottare lenorme di sicurezza da loro studiate – afferma la Pacifico -,appositamente per farci essere un luogo sicuro. E lo siamo:qui, è certo che si rispettano le distanze, l’igiene sirispettava già da prima e la cucina è sempre fornita di ottimamateria prima. Ora, se vogliamo davvero rialzare la testa,dobbiamo iniziare a garantire la tenuta psicologica dellepersone. Rassicurarle, far capire che andare al ristorante èpiù sicuro di altri luoghi”.

‘A figlia d”o Marenaro non è solo un ristorante, ma è uno deiluoghi di cultura enogastronomica che divulga nel mondo latradizione partenopea. “Il nostro ristorante è famoso per laconvivialità, per divulgare attraverso i piatti ma anche lamia voce – racconta l’imprenditrice partenopea – la storia diNapoli e del Sud, avendo come punto di forza la trasmissionedell’identità partenopea”. Soprannominata la “regina deicrostacei”, dopo aver collezionato diversi riconoscimenti, laPacifico sottolinea: “Voglio ricordare che siamo il motoretrainante di pescatori, agricoltori, casari, produttori divino, oltre che di ben 60 famiglie. La catena è più lunga diquella che si può immaginare: abbiamo tutti bisogno disperanza, di fiducia, di sostegno, e di poter guardare negli

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occhi altre persone. E, guardandole, di credere che davvero neusciremo vincitori. Tutti.”.

Il teatro Galleria ToledoNAPOLI da il via alla suatrentesima stagione artisticaÈ la stagione del trentennale per il Teatro Stabiled’Innovazione Galleria Toledo, lo spazio culturaled’avanguardia nel cuore dei Quartieri Spagnoli di Napoli e alcentro della scena artistica della città. Diretto dallaregista e drammaturga Laura Angiulli sin della sua fondazionenel 1991, il Teatro presenta il cartellone 2020/2021 damartedì 27 ottobre al 21 aprile 2021, data dell’anniversariodi Galleria Toledo, con un programma trasversale einterdisciplinare che vuole essere di ‘formazione’, aperto amolteplici linguaggi artistici e pronto ad offrire nuoveopportunità di riflessione.

Venti gli spettacoli nella sala di Via Concezione aMontecalvario, 34, a capienza ridotta per le norme anticovid,con drammaturgie contemporanee, classici e rappresentazioniinedite. L’inaugurazione è con il progetto firmato da Angiullie prodotto dal Teatro, “La Congiura”, da due opere di WilliamShakespeare: “Giulio Cesare” (27-31 ottobre) e “Antonio eCleopatra” (16-22 novembre). Poi spazio ai grandi protagonistidella scena italiana, come i registi Premio Ubu MassimilianoCivica e Sandro Lombardi, Alessandro Benvenuti, MassimoVerdastro, la regista ‘vocale’ Chiara Guidi, ilpianista Antonio Ballista, la cantautrice Violetta Zironi egli interpreti Paolo Calabresi, Ginestra Paladino e GiovanniBattaglia, insieme ai napoletani Lino Musella, AnielloArena, Alessandra D’Elia e molti altri. In programma,

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allestimentida Shakespeare, Gadda, Buzzati, Viviani, Nabokov e Muller. Eancora, produzioni originali di Galleria Toledo, che confermala storica collaborazione con il fotografo Cesare Accetta peril disegno luci e lo scenografo Rosario Squillace, il ritornodi spettacoli di successo della scorsa stagione e il recuperodi quelli sospesi per il lockdown.È una stagione che nascesull’incertezza – dice Laura Angiulli – e, nell’impossibilitàdi fare dal vivo il consueto lavoro con scuole superiori euniversità, abbiamo voluto dare un segnale significativoattraverso un programma di ‘formazione’, finestra di dialogocon giovani generazioni e pubblico di raffinata sensibilità.Questa scelta appare quanto mai appropriata nella celebrazionedel trentesimo anno di Galleria Toledo, e nella volontà diriaffermare il sentimento che ne accompagnò gli inizi.Galleria Toledo si propose subito come punto di riferimentoper i “ragazzi” dei vivaci anni ’90, alcuni dei quali sonooggi importanti figure del parterre culturale nazionale.Nonostante le difficoltà del passato e del presente siamosempre riusciti a tenere in piedi il teatro e la sua identità,e anche oggi presentiamo un cartellone che possa segnareopportunità di osservazione in vari ambiti artistici, con unosguardo lanciato verso elaborazioni di margine e di confine”.

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in foto: Rosario Squillace, direttore organizzativoIl programma nel dettaglio:

Il debutto della nuova stagione teatrale di GalleriaToledo è affidato al progetto “La Congiura” ispirato alleopere di William Shakespeare, con due spettacoli scritti e

diretti da Laura Angiulli e prodotti da GalleriaToledo. “Giulio Cesare” è in programma martedì 27 ottobre,con repliche fino a sabato 31 ottobre. Potenza, umanità,fragilità dei destini, una riflessione politica sulla

società e le sue derive, con Pietro Pignatelli, AlessandraD’Elia, Stefano Jotti, Luciano Dell’Aglio, Paolo

Aguzzi, Antonio Marfella e Giovanni Battaglia. Dal 16 al22 novembre va in scena “Antonio e Cleopatra”: dramma

politico, sconfitta del mal riposto amore, vicenda strettanella complessità dei sentimenti e delle aspirazioni. Lospettacolo è interpretato da Pietro Pignatelli, Alessandra

D’Elia, Luciano Dell’Aglio, Paolo Aguzzi, AntonioMarfella, Giovanni Battaglia.

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La compagnia “Chille de la balanza” presenta “Napoli ’70”,di e con Claudio Ascoli, con la partecipazione di SissiAbbondanza e le musiche di Dario Ascoli (27-29 novembre).La pièce è il racconto del fermento creativo degli anni

’70 a Napoli, un decennio culturale e artistico restituitoattraverso sogni e speranze, per ricordare tutto ciò chedi quel tempo è stato perso, e tutto quello che ancora

resta.L’associazione culturale Seven Cults porta in

scena “Elisabetta I – Le donne e il potere” (3-6 dicembre)di David Norisco per la regia di Filippo

d’Alessio e Maddalena Rizzi nel ruolo dell’ultima sovranadella dinastia Tudor.

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in foto: Massimo Verdastro

Dall’8 al 10 dicembre torna “Eros e Priapo”, l’invettiva di Carlo EmilioGadda contro il ventennio fascista, spettacolo interrotto lo scorso aprileper l’emergenza sanitaria. Massimo Verdastro interpreta il suo monologotratto dal feroce e satirico libro scritto nel 1944 contro il delirio

della dittatura e del carisma persuasivo di Benito Mussolini, secondo unarilettura psicologico-sessuale. Una produzione firmata Galleria

Toledo e Compagnia Diaghilev. Lo spettacolo è ancora una volta unasignificativa prova attoriale di Verdastro che da oltre quarant’anni calcai palchi per dar voce a un pensiero scenico di assoluta autonomia, spesso

affidato all’assunzione poetica di pagine letterarie.Dal capolavoro di Dino Buzzati “Il deserto dei Tartari”, l’adattamento ela drammaturgia di Massimo Roberto Beato, regia di Elisa Rocca. Sono in

scena, con lo stesso Beato, Alberto Melone e Matteo Tanganelli.Produzione “La Compagnia dei Masnadieri” (11-13 dicembre). “Il deserto dei

Tartari, pubblicato nel 1940 e primo capitolo della “Trilogia deglisconfitti”, è progetto di ricerca sulla generazione nata tra gli anni ’70e gli anni ’80 e riflette sugli ‘anti-soggetti’, personaggi socialmenteinadatti e condannati al fallimento, impegnati nella perenne battaglia

degli sconfitti.

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in foto: scene da “Il deserto dei Tartari” e “Quartett”

La produzione “Officina dinamo” presenta “Quartett”, uno deitesti più celebri e controversi di Heiner Müller, tra i

maggiori drammaturghi tedeschi del XX secolo, cherichiama “Le relazioni pericolose” di Laclos (18 e 19

dicembre). La storia di due amanti diventa occasione perun’approfondita indagine sul tempo storico e sugli archetipidei rapporti tra generi. La regia è di Alessandro Marmorini,

sul palco Cristina Golotta e Roberto Negri.A chiudere il 2020 è “Pescatori” di Laura Angiulli, dal 26dicembre all’1 gennaio 2021, una produzione di Galleria

Toledo già presentata al Napoli Teatro Festival 2020 pressola Rotonda Diaz ma qui riportata alle esigenze, anche

poetiche, dell’ambientazione “in teatro”. Sul palco AnielloArena, Alessandra D’Elia, Pietro Pignatelli, Agostino

Chiummariello, Franco Pica e altri sette attori. Ispiratoall’omonima opera di Raffaele Viviani, l’allestimento

richiama con puntualità i personaggi del dramma che, liberatidallo stereotipo interpretativo di genere partenopeo, silasciano portare piuttosto verso un’intensa pervasione dalcomplesso e pungente intreccio della vicenda: intrico di

affetti e ossessioni, la trama si sviluppa in modo essenzialee incisivo, richiamando nella nettezza e nella schematicità

degli eventi la grande tragedia classica.

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in foto: scene da “Pescatori” e “Pinocchio”

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Il 2021 si apre con ancora un’opera prodotta da GalleriaToledo, scritta e diretta da Laura Angiulli. È

il “Pinocchio” di Carlo Collodi, dal 3 al 6 gennaio, giàin scena nella scorsa estate al Napoli Teatro Festival. Leimmagini realizzate da Mimmo Paladino guidano la galleria

dei personaggi interpretati da Ginestra Paladino eriportano, nelle figure che accompagnarono la nostrainfanzia, le tappe di quel viaggio di formazione

rappresentato dalle vicissitudini del burattino più famosodella letteratura.

Dal 15 al 17 gennaio in programma “Fauno”, di e con NicolaVicidomini, una produzione “Baracca Vicidomini”, con lacollaborazione de “Il cantiere” e “Teatro Vascello”. Lospettacolo è assimilabile a una possessione visionaria,autentico attentato all’uomo e al retaggio strutturale

della sua narrazione, oscena apparizione di un Satiro congambe caprine e zoccoli, puro sberleffo della dittatura

del senso.

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in foto: Nicola Vicidomini e Massimiliano Civica

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Grande attesa per i due spettacoli di Massimiliano Civica,tra i più innovativi registi italiani e Premio Ubu nel

2017, prodotti entrambi dal Teatro Metastasio di Prato. Il22 e 23 gennaio “Scampoli – da Robert Mitchum ad AndreaCamilleri”, e qui Civica racconta aneddoti, pensieri edepisodi della vita di alcuni protagonisti del mondo del

teatro e del cinema come Robert Mitchum, RobertoRossellini, Jerry Lewis, Emanuele Luzzati, Andrea

Camilleri. Attraverso le vite di questi e di altri uominidi spettacolo si compone il ritratto dei nostri artistiideali, modelli forse irraggiungibili ma proprio per

questo esemplari. Il 24 gennaio, in data unica, è la voltadi “L’angelo e la mosca. Commento sul teatro di grandiMistici”: racconti e buffi indovinelli sono sempre stati

utilizzati dai grandi Maestri dell’Occidente edell’Oriente per “contrabbandare” insegnamenti profondi,aprendo il cuore degli uomini ad una comprensione piùelevata della realtà, e svelando ciò che c’è oltre ilnostro abituale modo di vedere le cose. I racconti del

Baal Shem Tov e dei Rebbe dello Chassidismo, le storie deiSufi e le poesie di Jalal al-Din Rumi, gli indovinelli

dello Zen e le parabole di Jesù nei Vangeli Apocrifi sonomateriali posti al servizio di un percorso illustrativovolto a illustrare e spiegare aspetti, comportamenti esituazioni del mondo del Teatro e dei suoi protagonisti.A consolidare il successo della scorsa stagione torna sul

palco di Galleria Toledo lo spettacolo “In casa conClaude” (27-30 gennaio), produzione T.T., tratto

dall’omonima opera del drammaturgo canadese René DanielDubois scritta negli anni ’80, riadattata e direttada Giuseppe Bucci. Un thriller psicologico sul tema

dell’emarginazione degli omosessuali.

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in foto: Paolo Calabresi

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L’attore Paolo Calabresi e la cantautrice ViolettaZironi sono i protagonisti di “Lolita”, dal romanzo

di Vladimir Nabokov, drammaturgia di Giuseppe Zironi (5-7febbraio). La celebre trasposizione cinematografica

di Stanley Kubrick ha contribuito a imprimerenell’immaginario mondiale la figura della piccola emaliziosa Dolores Haze, detta Lolita, relegando il

protagonista maschile a un ruolo marginale che non glirende giustizia. Paolo Calabresi affronta la lettura di

ampi stralci del romanzo insistendo sulla vicenda personaledi Humbert, dal racconto della sua prima giovinezza fino

all’omicidio del suo rivale e alter ego, Claire Quilty. Lastoria di Humbert, l’uomo dedito a mille sotterfugi perimpadronirsi del corpo e della mente di Lolita, riemerge

come diario di una redenzione impossibile, tra automobili,tristi motel, dolciumi e canzonette.

Attore di cinema e teatro, drammaturgo, sceneggiatore eregista, Alessandro Benvenuti scrive e dirige “Certi diesistere” (16-21 febbraio), una produzione Compagnia TBMTeatro. Storia di cinque attori, salvati e vissuti dasempre all’ombra di un autore padre-padrone, che dopotrent’anni ricevono da lui in dono un testo orribile,

elemento imprevisto e indecifrabile che fa saltare tutti iloro schemi. Con Maddalena Rizzi, Maria Cristina Fioretti,Marco Prosperini, Andrea Murchio, Bruno Governale, Livia

Caputo.Dal 26 febbraio al 7 marzo in scena “La dodicesima notte”,

pièce firmata da Galleria Toledo Produzioni con ladrammaturgia di Laura Angiulli. Tratta da una tra le piùevolute e strutturate commedie del sistema scespiriano si

conforma in un’articolata narrazione e una raffinatacomposizione sul tema dell’amore, gestito in rapporti di

contrapposizioni, contrasti, rispecchiamenti eimprevedibili soluzioni.

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in foto: scene da “La dodicesima notte”

Torna in scena, dopo la felice performance della scorsastagione, “Troia City, la verità sul caso Aléxandros” (12-14

marzo), a cura di Lino Musella, Antonio Piccolo e Marco Vidino,da un’idea di Gian Maria Cervo. Il testo è di Antonio Piccolo;

interpretano Antonio Piccolo e Marco Vidino (cordofoni epercussioni); la produzione è condivisa da “Quartieridell’Arte” e “Galleria Toledo”. A procedere dall’opera

di Euripide “Aléxandros”, narrazione giunta incompleta eambientata prima della guerra di Troia, un investigatore

compirà un’indagine per mettere insieme i pezzi di una tragediaperduta, ricostruire la vicenda e i personaggi. Un giallo epicoper un mondo passato che tenta di riprendere vita con il suonodi un racconto, con una voce che canta in greco, con le notedegli strumenti che suonano dal vivo, con una geniale idea

scenografica.Spazio alla danza con “La conoscenza della non

conoscenza.04” (20-21 marzo), produzione AB Dance Research. Unalecture-performance di improvvisazione con Adriana Borriello,straordinaria e raffinata espressione internazionale delladanza contemporanea, e Donatella Morrone. In riflessione

intorno alle pratiche, ai principi e agli strumenti narrativiimpiegati dalla Borriello nel suo la voro di coreografa e

pedagoga della danza, entrambe condivideranno con il pubblicol’alternarsi tra la parola e il movimento.

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In foto: scene da “La conoscenza della non conoscenza.04”e “Il regno profondo. Perché sei qui?”

Il 27 e 28 marzo la regista Chiara Guidi, apprezzata espressione dellapiù raffinata ricerca intorno all’uso della voce nella sua potenza dimateria drammaturgica, sarà in scena con “Il regno profondo. Perché sei

qui?”, scritto da Claudia Castellucci per la produzione dellacompagnia Socìetas Raffaello Sanzio e interpretato da Chiara

Guidi e Claudia Castellucci. Lo spettacolo è la terza parte del ciclo“Il regno profondo” dopo “La vita delle vite” e “Dialogo deglischiavi”; una lettura drammatica che ruota sul dialogo tra due

personaggi che si sviluppa nella generazione continua di domandeinsaziate, insoddisfacenti perché provvisorie, incluse quelle fornite

dalla religione.Chiude la stagione (21-23 aprile) lo spettacolo “Il canto dei colori.Viaggio nella vita e nelle opere di Henri Matisse”, con voce recitantedi Sandro Lombardi, attore e scrittore tra i più poliedrici della scenateatrale italiana, quattro volte vincitore del Premio Ubu, accompagnato

dal pianoforte del maestro Antonio Ballista. Il testo è di MariaAntonietta Centoducati, su musiche di Debussy, Milhaud, Satie e

Poulenc; la produzione è di Reggio Iniziative Culturali.Nel 1941, a 72 anni, convalescente dopo un’operazione chirurgica, HenriMatisse rilascia una lunga intervista al critico Pierre Courthion conricordi e racconti sugli argomenti più disparati, ma al momento dellapubblicazione ritira il consenso giudicando i contenuti troppo intimi eprivati. Da quell’intervista deriva lo spettacolo, che ripercorre le

tappe essenziali della vita e della poetica dell’artista in un percorsoche mette insieme arte, musica e teatro.

Il Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo è diretto da LauraAngiulli

organizzazione e programmazione di Rosario Squillace, Lorenza Pensato,Lavinia D’Elia, Alessandra D’Elia, Anna Fiorile, Roberta Tamburelli,

Samantha Munasinha Mudiyanselage.grafica

Solimena Francesco ArmittiUfficio stampa

Simona Martino e Sarah ManocchioTel. +39 3351313281; +39 3402352415

Email: [email protected], [email protected]

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biglietteria

PRENOTAZIONE CONSIGLIATA!

CHIARA DYNYS OPERE INEDITEPER LA NUOVA MOSTRA ALLAGALLERIA CASAMADRE NAPOLI, 22OTTOBRESi presentano a Napoli le raffinate suggestioni ottiche e lecreazioni di Chiara Dynys.Inaugura giovedì 22 ottobre alle19:00 presso la Galleria Casamadre Arte Contemporanea, lanuova personale dell’artista mantovana che presenterà duecicli inediti di opere, “La Blancheur” e “Kaleidos”, conventilavori mai esposti prima, concepiti appositamente perl’esposizione partenopea.

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Chiara-Dynys-Kaleidos-2020-Acciaio-vetro-specchio-e-vernice

In La Blancheur l’artista trae ispirazione dalle candide operedi Canova, accogliendo e scomponendo l’immagine delle scultureall’interno di forme riflettenti che ne modificano lapercezione. Con Kaleidoslo sguardo è invece rivolto agliartifici che ingannano la vista dello spettatore, comesuggestioni racchiuse nella magia di un caleidoscopio.

Opere intense, ironiche e affascinanti che si collocano incontinuità con la poetica di Chiara Dynys, capace con il suolavoro di costruire mondi e raccontare storie, senzanecessariamente ricorrere all’impostazione narrativa, maponendosi in dialogo diretto con l’immaginazione dellospettatore. Giocando con la luce e con lo spazio, l’artista siripropone di indagare l’ambiente con cui l’opera entra incontatto, superando le superfici materiche, trasformando laluce stessa in elemento linguistico fondante e instaurando unprocesso reciproco di costruzione di significato.

“Se si pensa a tutta la produzione di Chiara Dynys –variabile, multiforme ed eclettica – sotto una superficie dicolori, materie e linguaggi, si può avvertire in profondità lascossa che spinge in un continuo rimbalzo emotivo eintellettuale. Il suo punto di vista tiene in gran conto la

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relazione tra i sensi e la mente, così che il codice nonproduce più enunciati astratti ma entra nella vita enell’esperienza concreta dell’artista. Perciò i Kaleidos sonoletteralmente forme belle in cui specchiarsi o idee platonichein fuga verso l’iperuranio. E la Blancheurcon i suoi angoliaguzzi in cui si frantuma lo splendore canoviano infligge lanostalgia di una bellezza ideale, che è biancore astratto,pallore mortale”scrive Eduardo Cicelyn, fondatore di CasamadreArte Contemporanea.

Chiara Dynys -La Blancheur –Legno, vernice a gesso,specchio, stampa fotografica– 35 x 30 x 11 cm

Conclude la mostra, un’installazione video dedicata alla cittàpartenopea, dal titolo Nothing to lose,in cui scorrono senzasosta immagini di mari e di cielidi diversi luoghi del mondo,alcune della stessa Napoli. Scene in cui l’orizzonte è peròsempre negato da un disturbo visivo, evocando come in un sognoquella prospettiva d’infinito che la continua trasformazione estratificazione nei secoli di storia della città fa scaturiredal rapporto tra l’umanità e il suo presente, il suo passato eanche il suo futuro.

“Da molti anni Chiara Dynys sperimenta diverse tecniche, anchecon la collaborazione di artigiani dai molteplici saperi

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incontrati in luoghi spesso remoti. Il suo modo di affidarsicon entusiasmo agli altri, cercando il calore del contattoumano, è ciò che rende particolare e notevole il suo lavoro.La sua figura morbida e duttile incarna la socievolezza delfatto artistico, come procedura empatica e partecipativa. Lesue “cose”, che lei qualche volta definisce dispositivi, nonsono congegni astrusi. Sono opere sempre aperte, piene diluce, come pervase da un ottimismo senzaremore” sottolineaEduardo Cicelyn.