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una città per...... una città per...... ...muoversi in bicicletta. ...muoversi in bicicletta. Ci vuole tutta Ci vuole tutta Newsletter dell’associazione La Casa sull’Albero, anno VI, mese di settembre 2016 Cari amici e care amiche, le belle giornate di questo inizio di settembre ci offrono l’entusiasmo che ci vuole per far ripartire tutte le nostre attivita’ quotidiane, in primis quella della scuola di tutti i nostri giovani e di coloro che vi partecipano, che meritano il nostro miglior augurio per questo nuovo anno. E, proprio la scuola, come leggeremo tra breve, puo’ essere il “veicolo” prediletto, per facilitare uno stile che porti ad una mobilita’ piu’ sicura, piu’ sana e molto piu’ a misura di bambino sulle nostre strade. L’uso della bicicletta, fra gli altri, e’ un mezzo educa- tivo che porta equilibrio, indipendenza, coraggio verso tutto cio’ che ci circonda e che puo’ essere visto da vicino. Abbiamo chiesto a Renzo Masolo, che per l’Amministrazione della nostra citta’, ha una delega specifica per la promozione di questi temi, di far maturare la nostra riflessione e di provocarci con idee nuove da vivere, uscendo da abitudini comode, ma anche limitate e limitanti, alla ricerca di uno stile piu’ rispettoso della nostra terra e del tempo che ci appartiene. La redazione de “La Casa sull’Albero” buona partenza, Buona lettura, La redazione de La Casa sull Albero

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una città per...... una città per.........muoversi in bicicletta....muoversi in bicicletta.

Ci vuole tutta Ci vuole tutta Newsletter dell’associazione La Casa sull’Albero, anno VI, mese di settembre 2016

Cari amici e care amiche,

le belle giornate di questo inizio di settembre ci offrono l’entusiasmo che ci vuole per far ripartire tutte le nostre attivita’ quotidiane, in primis quella della scuola di tutti i nostri giovani e di coloro che vi partecipano, che meritano il nostro miglior augurio per questo nuovo anno.

E, proprio la scuola, come leggeremo tra breve, puo’ essere il “veicolo” prediletto, per facilitare uno stile che porti ad una mobilita’ piu’ sicura, piu’ sana e molto piu’ a misura di bambino sulle nostre strade.

L’uso della bicicletta, fra gli altri, e’ un mezzo educa-tivo che porta equilibrio, indipendenza, coraggio verso tutto cio’ che ci circonda e che puo’ essere visto da vicino.

Abbiamo chiesto a Renzo Masolo, che per l’Amministrazione della nostra citta’, ha una delega specifica per la promozione di questi temi, di far maturare la nostra riflessione e di provocarci con idee nuove da vivere, uscendo da abitudini comode, ma anche limitate e limitanti, alla ricerca di uno stile piu’ rispettoso della nostra terra e del tempo che ci appartiene.

La redazione de “La Casa sull’Albero”buona partenza,

Buona lettura,

La redazione de La Casa sull Albero

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Newsletter dell’associazione La Casa sull’Albero, anno VI, mese di settembre 2016

Renzo Masolo, ha risposto a queste domande per noi in qualita’ di consigliere comunale con delega alla mobilita’ ciclistica e pedonale. E’ inoltre socio fondatore di PianoperBassano e socio attivo di Fiab (Federazione Italiana Amici della bicicletta).

QUALI CAMBIAMENTI PORTA LA SCELTA DI EDUCARE I PIU’ GIOVANI ALL’USO DELLA BICICLETTA O DELLE ALTRE MODALITA’ DEL MUOVERSI SOSTENIBILE?

Facilitare il cambiamento delle abitudini e degli stili di vita delle persone in un’ottica di sosteni-bilità è una grande sfida, molto impegnativa. Non si può costringere nessuno a fare dei cambia-menti, ma allo stesso tempo non si può aspettare all'infinito che la gente capisca e si attivi per cambiare un mondo che sta andando a rotoli. Per questo si cerca di assumere un ruolo di promotore o facilitatore di questo processo di responsabilizzazione. E' necessario partire con le giovani generazioni ed in particolare dal mondo della scuola. E' in questo ambito che i ragazzi possono affrontare ed approfondire questi temi attraverso i lavori svolti in classe ma soprattutto attraverso alcune attività pratiche molto educative ed efficaci da provare e, si spera, da farLe diventare buone abitudini per tutta la vita. Nella nostra città molti ragazzi della scuola elementa-re da diversi anni possono usufruire del servizio Piedibus organizzato dai genitori e che si dimostra molto efficace come metodo educativo e al tempo stesso molto divertente per i ragazzi che in questo modo possono anche fare una buona attività fisica in buona compagnia. Da quest'anno abbiamo sperimentato anche un evento che è durato una settimana ed è stato un grande successo di partecipazione: il Green to School. Tutti gli studenti degli 11 comuni aderenti potevano iscriversi sul sito Pianoperbassano e scegliere di andare a scuola in maniera Green cioè a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici o condividendo l'auto e facendo così Car Pooling (in questo caso un genitore cercava di riempire l'auto anziché portare solo il proprio figlio). E' stata una bella esperienza e sono stati preparati molti lavori da parte delle classi per documentarla con foto, video, disegni ecc... La settimana del Green to School è stata fatta insieme a quella del Green to Work ormai sperimentata già da 4 anni. La cosa significativa è che ci si sta rendendo sempre più conto che è necessario creare una forte collaborazione tra i comuni vicini facendo un percorso di crescita condiviso. Facciamo parte di uno stesso territorio e se non ci convinciamo che è necessario confrontarsi sempre più per arrivare ad avere uno stesso approccio nella risoluzione dei problemi ed uno stesso impegno nell'educazione a dei

cittadini alla mobilità, non si riuscirà mai ad ottenere risultati efficaci e si disperderanno risorse ed energie. Io mi

auguro che il Green to Work ed il Green to School arrivi-no ad unirsi in un unico progetto e che l'iniziativa che li unirà possa avere una grossa forza per influenzare le scelte delle amministrazioni a favore di una mobilità sempre più sostenibile e a misura di bambino. Penso che due iniziative, per le quali mi impegnerò il prossi-mo anno, possano essere molto utili per formare ed educare i ragazzi nell'ambito della scuola alla mobili-tà sostenibile. La prima è un progetto intercomunale

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di EDUCAZIONE STRADALE o meglio di EDUCAZIONE ALLA MOBILITA' che prima di arrivare ai ragazzi, fruitori del progetto, passerebbe attraverso la collaborazione della Polizia Locale con associazioni sensibili al tema (Fiab in primis), le insegnanti, la comunità scientifica (ulss e pedia-tri per tutto ciò che riguarda il movimento e la prevenzione) e tutte le amministrazioni coinvolte. La seconda è invitare le insegnanti più sensibili al tema e magari già con esperienze fatte negli anni passati ad organizzare in classe assieme ai ragazzi le GITE SCOLASTICHE DI FINE ANNO o LE VISITE DI ISTRUZIONE in bicicletta. Questa sarebbe una splendida occasione per i ragazzi di fare un percorso formativo lungo l'intero anno scolastico che prevede attraverso la scoperta della bicicletta di arrivare a tutti gli aspetti della mobilità sostenibile. Ovvero la scoperta del territorio e la pianificazione del viaggio che può essere di un giorno per la scuola primaria o di più giorni fino ad una settimana per la scuola secondaria di primo e secondo grado. La cono-scenza della bicicletta e di tutte le sue componenti, della sua manutenzione, la scoperta degli accessori necessari per intraprendere un viaggio, il vestiario adatto ad ogni condizione meteo-rologica e il trasporto della bicicletta, per eventuali avvicinamenti, con i mezzi pubblici: treni, pulman o altro, anche fluviali o marini. Quella delle gite sarebbe un'esperienza molto importan-te per i ragazzi e per le loro famiglie e, cosa di non trascurabile importanza, li metterebbe nelle condizioni di andare anche a scuola in bici visto che tutto è in regola per muoversi bene in strada. Metterebbe sicuramente ai ragazzi la voglia di farsi regalare una bici adatta per le esigenze di viaggio e allo stesso tempo sarebbe anche un’occasione per approfondire il tema del contrasto al furto delle bici, insegnando ai ragazzi a legare correttamente i loro mezzi con dispositivi adeguati e pretendendo dalla scuola o dalle varie amministrazioni anche rastrelliere adeguate.

COSA POTREBBERO FARE LE AMMINISTRAZIONI PER FAVORIRE QUESTO PROCESSO E PER STIMOLARE NELLE GIOVANI GENERA-

ZIONI LA VOGLIA DI MUOVERSI IN MANIERA PIU' SOSTENIBILE?

Le Amministrazioni possono fare molto se solo si convincono che questa è una priorità assoluta per la quale è necessa-

rio investire risorse: soldi e servizi. Soldi per interventi strutturali per modificare la viabilità a favore dell'uten-

za debole, cercando di ristabilire un equilibrio perso ormai da molti decenni e che vede la

prepotente supremazia dell'auto privata su tutti gli altri mezzi di trasporto. Servizi da

creare per favorire altre modalità di spostamento. Per tutti è normale che

esista nei comuni l'ufficio trasporti, nel quale i dipen-

denti si occupano del trasporto pubblico

scolastico e altro,

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sembrerebbe invece strano alla maggior parte delle persone, che un dipendente comunale venis-se incaricato ad avviare ed organizzare servizi Piedibus e Bicibus nel territorio comunale (o in collaborazione con altri comuni), cercando in questo modo di diminuire considerevolmente le auto in circolazione durante gli orari di entrata e uscita da scuola, magari incentivando economi-camente le scuole che si attivano con più convinzione. Questo è solo un esempio per far capire che questi sarebbero soldi e servizi spesi bene e che porterebbero benefici immediati in termini di sicurezza, inquinamento, movimento, senso civico e educazione alla sostenibilità dei ragazzi. E' vero che le amministrazioni hanno sempre meno mezzi economici e meno risorse per fare interventi significativi, è anche vero però che sempre più amministrazioni stanno realizzando cose che solo pochi anni fa sarebbero state impensabili e non solo all'estero, ma anche in Italia. Senza pensare alle buone pratiche dei paesi sopra le alpi ed evitando di fare il confronto con città come Copenaghen, che ha raggiunto già il 40% degli spostamenti totali con la Bicicletta, possiamo pensare che anche in Italia qualcosa si sta muovendo e che alcuni comuni hanno iniziato ad incentivare economicamente i dipendenti che decidono di recarsi al lavoro in bici, altre città hanno deciso di unirsi in un “Club delle Città 30 e lode”, impegnandosi a trasformare la maggior parte delle strade comunali, in strade con il limite di 30 km/h, e molto altro ancora. La nostra città, Bassano, si sta muovendo e vuole cambiare in un’ottica di mobilità ciclistica, ma il cambiamento è lento e le resistenze sono molte, da parte delle persone che a parole chiedono meno traffico, meno inquinamento e più sicurezza, ma nella pratica faticano molto a rinunciare alla comodità dell'auto privata. Anche quelli che all'auto privata potrebbero facilmente rinunciare, guadagnandoci e di molto, in soldi salute e serenità. Pensiamo solo che Bassano con i suoi 43.000 abitanti possiede circa 26.000 auto (610 auto ogni 1000 abitanti). E se pensiamo che un auto mediamente occupa 12 mt quadrati abbiamo una superficie totale occupata dalle auto di 312.000 metri quadrati. E' vero che in parte quando sono ferme se ne stanno nei garages, ma ormai la maggior parte viene parcheggiata nelle strade e nei parcheggi pubblici, costruiti per necessità dalle amministrazioni. Se dovessimo parcheggiare le auto di Bassano tutte assieme in un unico posto, potremmo riempire 44 campi da calcio. Forse molti di voi non hanno mai fatto questo conto, ma forse dovremmo pensarci più spesso. La perce-zione è un po' sfalsata per il fatto che le auto sono distribuite dap-pertutto e per questo non ce ne rendiamo conto, ma se iniziassimo ad utilizzare di più la bici- cletta, ci renderemmo più conto che Bassano, come tutti gli altri comuni italiani, negli ultimi 40 anni si è trasformato in un parcheggio diffuso, dove le auto hanno sottratto spazio, agli alberi, alle aiuole, ai parchi e al verde, alle panchine, alle rastrelliere, allo spazio libero, ai vuoti , alle relazioni, agli spazi

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per radunarsi, per incontrarsi, agli spazi di gioco per i bambini. Amministratori, educatori, insegnanti, genitori e tutte le persone che si spostano in auto (per cui anche i ragazzi e bambini che vengono accompagnati ovunque) non possono capire questa criticità in quanto dall'auto questa è la normali-tà. E' successo come la rana del famoso esperimento che se ne sta ferma nell'acqua che si scalda un po' alla volta, e non si rende conto del fenomeno perché è lento, quasi impercettibile e non salta fuori dalla pentola.

AVETE PERCEPITO NUOVI SOGNI SU QUESTO TEMA DA PARTE DELLE GIOVANI GENERAZIONI CHE AVETE COINVOLTO NEL COSTRUIRE NUOVE ABITUDINI NEGLI SPOSTAMENTI? A CHE COSA ASPIRANO?

Lo scorso anno abbiamo fatto un questionario proprio prendendo spunto da un bel lavoro svolto dalla Casa sull'Albero. Il questionario era parte di un progetto che prendeva il nome di “Io vado a scuola da solo” che prevedeva anche l'individuazione di percorsi casa-scuola più sicuri e allo stesso tempo voleva fotografare la situazione in termini di abitudini alla mobilità di due scuole di S.Croce di Bassano. Sono stati intervistati i ragazzi e i loro genitori e da entrambi è uscita chiaramente l'esigen-za di poter utilizzare di più la bicicletta e di poter avere più autonomia nel percorso casa-scuola fatto da soli o in compagnia. Penso che questo bisogno, o meglio DIRITTO, debba essere atteso e forte-mente voluto dalla comunità. E' necessario concentrare la nostra attenzione in questi temi e non distrarsi in mille piccoli problemi insignificanti. I bambini amano muoversi, meglio se in compagnia. Amano camminare e correre, amano la bici perché per loro è il primo mezzo di emancipazione e conquistando l'abilità di guidarla migliorano la loro autostima e si sentono grandi. I bambini e i ragazzi portati sempre in auto vengono educati all'uso dell'auto e quando saranno adulti, quello concepiranno come mezzo di spostamento, mentre vedranno la bicicletta come mezzo di svago o alternativa faticosa e poco confortevole. Siamo noi che stiamo indicando la strada ai bambini e ai ragazzi e stiamo insegnando loro con quale mezzo percorrerla. Per favore iniziamo a pedalare di più, a muoversi di più guadagnandoci gli spostamenti con una fatica che ci allungherà la vita. Ricordia-moci che i ragazzi non useranno la bici e non indosseranno il caschetto se ci vedranno in bici solo per il giretto domenicale e poi in auto per fare la spesa nel negozio che dista 200 metri da casa.

E ricordiamoci infine che l'auto più ecologica...è quella che lasci a casa.

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Grazie per l'attenzione!

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Info

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