CHLAMYDIAE e MYCOPLASMI Chlamydiae Mycoplasmi...

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Lezione di Microbiologia del 22/03/2013 CHLAMYDIAE e MYCOPLASMI Oggi parliamo di Chlamydiae e di Mycoplasmi. CHLAMYDIAE Cominciamo a parlare della famiglia delle Chlamydiaceae, che comprende diversi agenti patogeni, molto importanti perché danno delle infezioni a diversi livelli: cominciando dagli occhi, danno infezioni all’apparato genitale, delle infezioni al retto, danno delle infezioni polmonari. E ora vediamo delle malattie in cui è coinvolta questa famiglia di “batteri”, direi con un virgolettato, perché ora vediamo insieme che hanno delle caratteristiche che li accomunano sicuramente ai batteri, ma ne hanno altre che li discostano dai batteri e li avvicinano anche ai virus, addirittura. Ora vediamo quindi come sono costituite, il loro ciclo replicativo, quali sono tutte le manifestazioni patologiche nell’uomo e non solo perché ora ne vediamo qualcuno che può dare Allora, come vedete, sono dei parassiti endocellulari obbligati. Questo vi fa pensare che siano simili ai batteri o ai virus? Ai virus. Quindi questa è la caratteristica che li accomuna ai virus. E perché sono parassiti endocellulari obbligati? In realtà contengono sia DNA che RNA, come i batteri; in realtà hanno delle membrane esterne che li accomunano ai batteri Gram-negativi, quindi hanno le LPS, però mancano di un componente che è il peptidoglicano nella parete esterna e non hanno la capacità di sintetizzare ATP, che è fonte di energia ed è alla base di ogni metabolismo, sia umano, di cellule eucariotiche che di cellule procariotiche, questo sicuramente lo sapete già; quindi sono parassiti endocellulari per questo motivo. Non si trovano fuori dalle cellule, ma vanno ad invadere le nostre cellule né più né meno di come possono fare i virus. Invece, sostanzialmente quasi tutti i batteri, con qualche eccezione, aderiscono alle cellule e provocano, certamente, un danno cellulare e tissutale, però non penetrano dentro la cellula: si replicano fuori e si replicano fuori per scissione binaria, i batteri; mentre i virus sapete che penetrano dentro la cellula e si replicano dentro la cellula. Questi proprio hanno la caratteristica di penetrare nella cellula e di replicarsi dentro le cellule. Hanno un’altra caratteristica che li accomuna ai virus (so che avete fatto la parte generale già di virologia, ma se c’è qualcosa che non vi è chiaro ditemelo e la chiariamo insieme); sapete che nell’interazione tra un virus e una cellula, alla base di questa interazione, ci deve essere una affinità recettoriale che lega virus e cellula: cioè alcuni virus hanno una predilezione per alcune cellule e quindi c’è questa sorta di affinità recettoriale. Lo stesso dicasi per questa famiglia di “batteri” (sempre virgolettato). Io vorrei farvi un po’ capire che è una forma quasi di transizione tra virus e batteri, più vicina ai batteri sicuramente che ai virus, quindi diciamo una forma un po’ intermedia. Hanno una membrana interna ed esterna, abbiamo detto, simile ai batteri Gram-negativi, quindi contengono lipopolisaccaride e poi hanno un’altra caratteristica che è praticamente il recettore con cui si legano alle cellule, che sono delle porine, che si chiamano MOMP. Un’altra cosa importante è che sono sprovvisti dei peptidoglicani; voi sapete che il peptidoglicano è un componente della parete della cellula sia che essa sia una cellula batterica Gram-positiva che Gram- negativa. Solo che poi sapete anche che nei batteri Gram-negativi questa componente è poco rappresentata, nei batteri Gram-positivi è molto rappresentata, perché lo spessore del peptidoglicano è molto più grande dello spessore di peptidoglicano presente nei batteri Gram-negativi. (Domanda: “Quindi sono insensibili agli antibiotici β-lattamici?” Risposta: “Certo, ottima considerazione”). Quindi non hanno il peptidoglicano. Il peptidoglicano (a parte le caratteristiche immunologiche, perché è uno stimolatore della risposta infiammatoria, come lo è l’LPS, a maggior ragione anzi), questo tipo di struttura che manca alle Chlamydiae è sostituita da altre strutture. Questo strato non ha soltanto funzione immunogena, ma ha anche (questo

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Lezione di Microbiologia del 22/03/2013

CHLAMYDIAE e MYCOPLASMI

Oggi parliamo di Chlamydiae e di Mycoplasmi.

• CHLAMYDIAE

Cominciamo a parlare della famiglia delle Chlamydiaceae, che comprende diversi agenti patogeni, molto

importanti perché danno delle infezioni a diversi livelli: cominciando dagli occhi, danno infezioni

all’apparato genitale, delle infezioni al retto, danno delle infezioni polmonari. E ora vediamo delle malattie

in cui è coinvolta questa famiglia di “batteri”, direi con un virgolettato, perché ora vediamo insieme che

hanno delle caratteristiche che li accomunano sicuramente ai batteri, ma ne hanno altre che li discostano

dai batteri e li avvicinano anche ai virus, addirittura.

Ora vediamo quindi come sono costituite, il loro ciclo replicativo, quali sono tutte le manifestazioni

patologiche nell’uomo e non solo perché ora ne vediamo qualcuno che può dare …

Allora, come vedete, sono dei parassiti endocellulari obbligati. Questo vi fa pensare che siano simili ai

batteri o ai virus? Ai virus. Quindi questa è la caratteristica che li accomuna ai virus. E perché sono parassiti

endocellulari obbligati? In realtà contengono sia DNA che RNA, come i batteri; in realtà hanno delle

membrane esterne che li accomunano ai batteri Gram-negativi, quindi hanno le LPS, però mancano di un

componente che è il peptidoglicano nella parete esterna e non hanno la capacità di sintetizzare ATP, che è

fonte di energia ed è alla base di ogni metabolismo, sia umano, di cellule eucariotiche che di cellule

procariotiche, questo sicuramente lo sapete già; quindi sono parassiti endocellulari per questo motivo. Non

si trovano fuori dalle cellule, ma vanno ad invadere le nostre cellule né più né meno di come possono fare i

virus. Invece, sostanzialmente quasi tutti i batteri, con qualche eccezione, aderiscono alle cellule e

provocano, certamente, un danno cellulare e tissutale, però non penetrano dentro la cellula: si replicano

fuori e si replicano fuori per scissione binaria, i batteri; mentre i virus sapete che penetrano dentro la

cellula e si replicano dentro la cellula. Questi proprio hanno la caratteristica di penetrare nella cellula e di

replicarsi dentro le cellule.

Hanno un’altra caratteristica che li accomuna ai virus (so che avete fatto la parte generale già di virologia,

ma se c’è qualcosa che non vi è chiaro ditemelo e la chiariamo insieme); sapete che nell’interazione tra un

virus e una cellula, alla base di questa interazione, ci deve essere una affinità recettoriale che lega virus e

cellula: cioè alcuni virus hanno una predilezione per alcune cellule e quindi c’è questa sorta di affinità

recettoriale. Lo stesso dicasi per questa famiglia di “batteri” (sempre virgolettato). Io vorrei farvi un po’

capire che è una forma quasi di transizione tra virus e batteri, più vicina ai batteri sicuramente che ai virus,

quindi diciamo una forma un po’ intermedia. Hanno una membrana interna ed esterna, abbiamo detto,

simile ai batteri Gram-negativi, quindi contengono lipopolisaccaride e poi hanno un’altra caratteristica che

è praticamente il recettore con cui si legano alle cellule, che sono delle porine, che si chiamano MOMP.

Un’altra cosa importante è che sono sprovvisti dei peptidoglicani; voi sapete che il peptidoglicano è un

componente della parete della cellula sia che essa sia una cellula batterica Gram-positiva che Gram-

negativa. Solo che poi sapete anche che nei batteri Gram-negativi questa componente è poco

rappresentata, nei batteri Gram-positivi è molto rappresentata, perché lo spessore del peptidoglicano è

molto più grande dello spessore di peptidoglicano presente nei batteri Gram-negativi. (Domanda: “Quindi

sono insensibili agli antibiotici β-lattamici?” Risposta: “Certo, ottima considerazione”). Quindi non hanno il

peptidoglicano.

Il peptidoglicano (a parte le caratteristiche immunologiche, perché è uno stimolatore della risposta

infiammatoria, come lo è l’LPS, a maggior ragione anzi), questo tipo di struttura che manca alle Chlamydiae

è sostituita da altre strutture. Questo strato non ha soltanto funzione immunogena, ma ha anche (questo

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nei batteri) una funzione di protezione, di rigidità della cellula, gli dà una certa consistenza. Quindi qua

saremmo di fronte a delle cellule, se così fosse e non ci fossero altre forze che lo sostituiscono, saremmo di

fronte a delle cellule molto fragili dal punto di vista fisico, pleiomorfe e facilmente aggredibili da agenti

esterni. Allora questa carenza che hanno rispetto ai batteri viene sostituita da altri componenti.

Facciamo un riepilogo, ma poi lo vediamo meglio: avevamo detto che i recettori che usano le cellule di

questa famiglia delle Chlamydiaceae sono queste MOMP. MOMP è un termine che sta per major outer

membran proteins; inoltre, vedete, la parete cellulare, la mancanza di peptidoglicano, viene sostituita da

proteine ricche di cisteina fortemente legate da ponti disolfuro, per cui la consistenza che verrebbe meno

per la mancanza di peptidoglicano viene in qualche modo sopperita dalla presenza di queste CRP (qualcuno

le chiama in altre maniere, PRC a seconda dei testi). Sono in grado, abbiamo detto, di sintetizzare acidi

nucleici, lipidi e proteine, però quello che gli manca è l’ATP, che vanno a recuperare dalle cellule che

parassitano. Poi ancora i loro recettori, dicevo prima,

risiedono in queste MOMP; queste MOMP non sono altro

che delle porine, cioè sono delle proteine che assumono,

diciamo, una forma simile a un poro per cui vi è un

passaggio di metaboliti dall’esterno all’interno della cellula.

Qua, tanto per fare un esempio, per ricordarvi la struttura

esterna dei batteri Gram-positivi e Gram-negativi, come

vedete, lo strato di peptidoglicani, qua è abbastanza spesso

(nei batteri Gram-positivi), mentre nei batteri Gram-negativi

(la struttura è questa qui) lo strato di peptidoglicano è

estremamente sottile ed è molto ridotto. E questo spiega che cosa? Il fatto che questo è spesso e questo è

sottile cosa spiega? Il diverso comportamento alla colorazione di Gram.

Perfettamente, il differente comportamento alla colorazione di Gram; perché quando viene colorato un

batterio con il primo colorante, un batterio che ha questa composizione, questo strato spesso di

peptidoglicano, una volta che è penetrato, lo imbriglia tra queste maglie, e questo colorante non riesce ad

uscire; e quindi si colora con il secondo colorante, giusto? No, resta questo e non accetta il secondo.

Andiamo al secondo caso; avendo queste maglie molto sottili, questo colore, una volta che si fa la

decolorazione, che cosa fa? Esce dalla cellula e quindi questa cellula perde il primo colorante (che è il

violetto di genziana, il blu di metilene) e assume il secondo colorante e quindi compaiono rossi. Alla base di

questa diversa struttura, dal punto di vista chimico, della parete c’è anche questa suddivisione dei batteri in

Gram-positivi e Gram-negativi. E allora, questi batteri di cui parliamo oggi non contengono peptidoglicano

assolutamente e quindi ripeto, oltre a queste caratteristiche, non avrebbero neanche una certa protezione

da parte di questa parete, che sostituiscono con queste altre strutture che abbiamo detto che sono questi

legami, questa ricchezza di queste proteine che contengono

cisteina. E qua vi faccio vedere com’è costituito: perciò,

l’LPS ce l’hanno quindi hanno una struttura simile ai batteri

Gram-negativi, poi hanno queste MOMP, che sono queste

porine, proteine di membrana (che qua sono indicate in

verde, lì sopra) che sono delle porine, proprio perché hanno

la funzione delle porine di tutte le cellule, anche di quelle

eucariotiche. E poi questo strato ricco di cisteina, che

sostituisce la mancanza di peptidoglicano e per cui una

certa consistenza e una certa protezione dall’ambiente

esterno la posseggono. Poi ancora abbiamo la membrana citoplasmatica e questa, la membrana, è uguale a

quella dei batteri Gram-negativi. Allora vi dicevo che queste MOMP praticamente sono i recettori che usa la

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Chlamydia per infettare le cellule. Queste MOMP si legano agli eparani e ai glicani che sono presenti sulla

superficie delle cellule mucose e successivamente vengono endocitati. Quando queste strutture esterne di

queste cellule sono integre, una volta che vengono endocitate… Che cosa succede normalmente se un

microrganismo, qualunque esso sia entra dentro una cellula? Diciamo così, dove va a finire? Si forma prima

l’endosoma (qui si chiama fagosoma) e poi il fagolisosoma, perché c’è la fusione tra il fagosoma e il

lisosoma. Il lisosoma che cosa fa? Inietta nel fagosoma degli enzimi litici. Questo è quello che avviene

normalmente. Se la struttura esterna di queste Chlamydiae è integra questa fusione viene impedita. Quindi

una volta che la cellula viene endocitata (perché abbiamo detto che è un microrganismo intracellulare e

quindi deve essere endocitato per poter svolgere il suo ciclo cellulare, il suo ciclo vitale, e per potere

infettare le cellule), quindi una volta che penetra, se è integro, la fusione fago-lisosoma non avviene e nel

fagosoma avviene la moltiplicazione per scissione binaria di questi microrganismi. Hanno due fasi in tutto

ciò, due fasi particolari che hanno due nomi diversi: corpo elementare e corpo reticolare.

Il corpo elementare sarebbe la Chlamydia fuori dalla cellula (la

stessa differenza ritengo che ve l’abbia già detta il professore

Bonina per i virus: la differenza tra virus e virione ve l’ha fatta?

Vi ha detto che il virione è quando il virus è fuori dalla cellula

quindi questa macromolecola potenzialmente dannosa,

diventa virus, diciamo così. È una sorta di divisione molto

accademica, volendo, però rende bene l’idea). Quindi fuori

dalla cellula è il corpo elementare, in grado di infettare le

cellule; dentro la cellula cambia, si idrata, si rigonfia,

all’aspetto ha una forma di reticolo (all’aspetto microscopico) e quindi si chiama corpo reticolare.

Questo è il meccanismo della endocitosi e della clearance dei microrganismi ad opera del fagolisosoma,

quello che abbiamo appena accennato con la collega. Vi è chiaro questo meccanismo? Quindi questo

meccanismo è un meccanismo che normalmente avviene e porta alla lisi del microrganismo che è

penetrato (o è stato fagocitato anche, perché anche ad opera dei fagociti avviene un meccanismo simile).

Mentre laddove (vedete le MOMP che sarebbero i recettori che usa la Chlamydia) i corpi elementari sono

integri, questo meccanismo viene bloccato. Quindi la fusione dei granuli e il killing vengono bloccati, per cui

non ci sarà la lisi di queste cellule e la protezione, diciamo, della cellula dall’infezione. Se questo

meccanismo è bloccato, vediamo che una volta che penetrano, questi corpi elementari rimangono nel

fagosoma e si moltiplicano per scissione binaria come fanno tutti i batteri. Quindi non si vanno a replicare,

come sapete, come si replicano tutti

i virus, ma si replicano come i

batteri. Infatti, abbiamo detto che

sono dei batteri, un po’ anomali, ma

sono dei batteri. In questa

immagine si mettono in evidenza le

differenze tra il corpo elementare e

il corpo reticolare:

• Il corpo elementare è leggermente

più piccolo del corpo reticolare che,

abbiamo detto, una volta che è

dentro il fagosoma si rigonfia, si

idrata e quindi diventa più grande.

• Poi abbiamo la parete cellulare rigida/parete cellulare fragile (perché non ha bisogno, a questo punto di

avere una parete che lo protegge, già è dentro la cellula); è un momento di transizione, perché uscirà dalla

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cellula non come corpo reticolare, ma, di nuovo, come corpo elementare; quindi è un momento di

transizione legato alla replicazione.

• I corpi reticolari, ovviamente, non sono delle forme infettive perché modificandosi, ed essendo questo un

atto di replicazione della cellula, perdono le caratteristiche che sono invece ben mantenute nel corpo

elementare e cioè questi recettori che stanno nelle MOMP e così via. Quindi assumono nuove

caratteristiche.

E poi, vediamo un po’ quest’altra immagine: questa

è una cellula col suo fagosoma; vedete la

Chlamydia (vedete che sono diversi?): il corpo

elementare penentra dentro la cellula, è nel

fagosoma, a questo punto vedete che si idrata,

diventa corpo reticolare. Solo dentro le cellule

avviene questo, mai fuori dalle cellule:

morirebbero subito, non avrebbero motivo.

Vedete che poi il corpo reticolare si disidrata,

riassume le stesse caratteristiche del corpo

elementare, lisa la cellula e fuoriesce, pronto ad

infettare altre cellule.

Un altro punto molto importante, che vorrei che voi focalizzaste subito perché da qua capirete le patologie

che sono connesse con questo tipo di infezione: i recettori cellulari per i corpi elementari della Chlamydia

trachomatis, ma non solo, sono presenti (ragazzi ricordatelo perché è importantissimo) sulle cellule

epiteliali colonnari, cuboidali o di transizione che si trovano sulle membrane mucose di uretra, endocervice,

endometrio, tube di Falloppio, ano-retto, tratto respiratorio e congiuntiva. Che cosa significa? Che tutte

queste mucose possono essere aggredite da un’infezione con questi microrganismi e quindi passeremo da

una congiuntivite a una uretrite, a una infezione delle tube (che può portare, anzi, esita in delle cicatrici tali

che porta alla sterilità femminile), all’ano-retto (con perdita di funzioni), al tratto respiratorio (abbiamo

detto, con le forme polmonari anche queste gravi), all’endometrio endometriti ed endocervicite perché

predilige proprio nelle donne le cellule colonnari che si trovano nel collo dell’utero. E questo è importante

non soltanto perché vi dà contezza delle patologie connesse, ma è importante perché voi sappiate a che

livello, se volete fare delle indagini di diagnostica di laboratorio, dove dovete andare a reperire i campioni.

Perché se sospettate di avere una Chlamydia in una donna a livello di una infezione della cervice, è inutile

andare a recuperare il tampone vaginale, ma bisogna andare a recuperare queste cellule che si trovano nel

collo dell’utero, quindi presuppone l’utilizzo di uno speculum. Non è così semplice, perché nella maggior

parte delle volte in laboratorio si hanno dei risultati falsati proprio perché il prelievo del campione non è

idoneo.

Questa è una immagine al microscopio elettronico che vi fa

vedere come in questa cellula, quindi è un’immagine reale,

vedete i corpi reticolari? Questi qua un po’ più grandi e un

po’ più diafani come colori, un po’ più trasparenti. Questi

altri sono i corpi elementari.

Vedete quest’altra cellula?

Si sta lisando e stanno

uscendo i corpi elementari,

pronti ad infettare altre

cellule; qua c’è un’altra

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cellula vicina, pure questa infettata.

Quindi se io vi chiedessi cos’è questo corpo reticolare, tu come me lo definiresti? Studentessa: “La forma

non infettiva della Chlamydia, che si trova all’interno della cellula”. Quindi legata alla replicazione, solo alla

replicazione.

Ma vediamo che ci sono diversi sierotipi e questi sierotipi diversi sono stati così classificati in base a delle

caratteristiche antigeniche delle MOMP. E allora

vediamo che ci sono sierotipi A, B, Ba e C che sono

legati al tracoma endemico. Che cos’è il tracoma? Il

tracoma, ora lo vediamo, è un’ infezione oculare

data dalla Chlamydia, perché, se vi ricordate,

c’erano anche le cellule della congiuntiva, perché, in

effetti, dà una congiuntivite; c’è un’infezione, ma c’è in concomitanza una risposta immune di tipo

infiammatorio molto cospicua tale da determinare una ritorsione delle ciglia verso l’interno dell’occhio e

quindi uno sfregamento della cornea, che poi residua in delle cicatrici e queste cicatrici portano alla cecità.

Nelle zone in cui ciò è endemico (il tracoma da Chlamydia è endemico nell’Africa del Nord, nel Sud America

e in altre zone dove le condizioni igienico-sanitarie non sono eccellenti), molta gente non riesce ad avere

una diagnosi né una terapia per cui un’infezione oculare da Chlamydia determina la cecità in molte

persone. La percentuale che si ha nella non terapia di questa infezione, che porta a cecità, mi pare che sia

intorno al 30% di queste persone infette. Altri sierotipi, vedete, danno infezioni genitali, quindi sono

malattie che si possono trasmettere con i rapporti sessuali; e ancora altri sierotipi che hanno la sigla L

danno il linfogranuloma venereo. Ora vediamo un po’ nel dettaglio queste forme.

Questa è la Chlamydia thrachomatis: su 500˙000˙000, 9˙000˙000 sono

diventati ciechi (1,8%).

•Contagio diretto interumano: quindi l’infezione passa da un individuo

all’altro; •Stato infiammatorio, che vi dicevo prima: l’edema palpebrale e

questa secrezione mucosa, sono tutte caratteristiche di questa infezione;

•Congiuntivite follicolare; •Cicatrizzazione con retrazione del margine

palpebrale superiore; •Lesione traumatica della cornea: cioè la cornea non è

oggetto di infezione da parte della Chlamydia, non è il target della

Chlamydia; la cornea diventa opaca, si

opacizza, e quindi porta a cecità a causa di

questa retrazione della palpebra, che ora vi

faccio vedere meglio: queste sono le (→)

cicatrici tarsiali che si hanno nella palpebra.

Ma ora ve ne faccio vedere un’altra:

( ←) qua vedete che c’è questa retrazione?

Immaginate che avete le ciglia all’interno e quindi sfregano la cornea. È questo

che determina poi la cecità. Quindi non è tanto l’infezione: la Chlamydia non

infetta la cornea, la Chlamydia infetta le cellule mucose della congiuntiva. Vi

ricordate quel tropismo che abbiamo visto prima? (Sapete che cos’è il

tropismo? Studente: “La allocazione”. Quindi è qualcosa che è legato al

movimento, qualcosa che porta una persona verso un’altra, quindi un microrganismo verso qualcos’altro.

Quindi in questo caso il tropismo della Chlamydia era per quelle cellule mucose situate laddove abbiamo

visto. Il tropismo del virus dell’epatite è per il fegato, per l’epatocita; il tropismo di un virus neurotropo è

per le cellule nervose; quindi questa sorta di attrazione fatale tra una cosa e l’altra. Il trofismo è un’altra

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cosa, è legata al nutrimento). Allora vedete, deviazione patologica delle ciglia verso l’interno: trichiasi del

tracoma. Va bene ragazzi questo concetto? Opacità della cornea.

Vediamo invece i sierotipi

che danno le infezioni

genitali. Ovviamente

nell’uomo che cosa possono

dare? Uretrite, scarsamente

purulenta. Però spesso

questa infezione da

Chlamydia si associa ad un

altro tipo di infezione che è

quella da Neisseria gonorrhoeae, spesso. E pare che il terreno fertile perché attecchisca il gonococco sia

proprio determinato dalla Chlamydia , quindi ci può essere una concomitanza di infezioni. Però se

l’infezione fosse dipesa esclusivamente dalla Chlamydia ci sarebbe una secrezione non purulenta o poco

purulenta nell’uomo. [Provoca poi] epididimiti, proctite, congiuntivite follicolare da inclusioni; perché?

Perché questi sierotipi (anche se questi D,E, F… sono prettamente legati alle infezioni dei genitali) possono,

a loro volta, anche infettare delle altre parti del corpo, per cui potrebbe essere un’autoinfezione, quindi

questa infezione dai genitali può passare alle vie oculari. Un’infezione alle vie oculari può anche passare ai

genitali. Cioè, non è una netta divisione delle funzioni; considerate che ogni Chlamydia ha quel tropismo e

quindi se l’infezione si trova nell’occhio e io sto attenta ad isolare quest’infezione all’occhio e a curarla

soprattutto (prima a curarla), ma non a traferirla ad altre zone del corpo, è importantissimo. Intanto devo

sapere che ho un’infezione, quindi è importante anche una diagnosi precoce e una terapia. Altrimenti

un’infezione all’occhio potrei anche passarla alle vie aeree e avere una polmonite; oppure ai genitali, se non

uso molto le condizioni igieniche essenziali che mi portano a dovermi lavare le mani continuamente. Perché

è importantissimo, perché è con le mani che si trasferiscono un sacco di infezioni da una persona all’altra,

ma anche nell’ambito della stessa persona: le autoinfezioni.

Nella donna, abbiamo detto, le cellule colonnari che si trovano nella cervice, quindi può dare le cerviciti che

di solito non danno sintomi. Paucisintomatica significa che dà quasi niente come sintomatologia per cui

molte donne che hanno la Chlamydia, situata in queste cellule della cervice, non sono coscienti di avere

questo tipo di infezione, perché non hanno sintomi o hanno lievissimi sintomi che magari imputano ad altri

fattori. Nella donna, a parte quindi la cervicite,[provoca] l’endometrite, che causa infertilità con alterazione

delle tube perché, vi dicevo, si formano queste cicatrici, la distruzione delle cellule ciliate che impedisce

quindi il movimento dell’ovulo dall’ovaio (perché le ciglia delle tube hanno questa funzione, di far scivolare

l’uovo dall’ovaio all’utero, per la

fecondazione). Quindi se queste cellule

ciliate sono state distrutte da un’infezione e

ha residuato una cicatrice, questo

movimento, in qualche maniera, è impedito,

più o meno. E allora, poi vediamo il

peritoneo. Perché il peritoneo? Perché può

risalire dalle tube all’ovaio e riversarsi nel

peritoneo e quindi dare una infiammazione

pelvica (→ PID: pelvic inflammatory

disease), con complicanze epatiche (perché

addirittura può anche andare a prendere il

fegato) e poi ancora la congiuntivite

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follicolare da inclusioni, di cui abbiamo già parlato. E stiamo parlando, vi dicevo, di quelli che danno

infezioni genitali; quindi qua la congiuntivite è per autoinfezione. Nel neonato, ovviamente, se un neonato

passa attraverso il canale del parto da una madre infetta, perché il collo dell’utero è infetto, è chiaro che

questo bambino potrebbe riportare il tracoma (quindi l’infezione della congiuntiva), ma potrebbe anche

inspirare da quetse mucose infette e avere una polmonite e quindi anche questa è una malattia che può

essere trasferita (perinatale, direi). Non è una malattia legata al trasferimento madre-feto, è una malattia

legata proprio al passaggio nel canale del parto infetto.

Infezione dei genitali, questo l’abbiamo visto. Autoinoculazione sia nella uretrite femminile, sia nella

uretrite maschile, che, vedete, porta a tutta una serie di altre infezioni, quindi congiuntivite ad inclusi,

cicatrizzazione corneale e quindi cecità, salpingite, PID e poi ancora una periepatite.

Questa è la differenza tra la secrezione trasparente che dà una

uretrite da Chlamydia thrachomatis [immagine a sinistra] e invece

una infezione purulenta che di solito è data dalla Neisseria

gonorrhoeae [immagine a destra]. Se c’è la concomitanza di

ambedue le infezioni, ovviamente la secrezione sarà purulenta e

quindi questo può fare pensare al micologo, al medico che sia una

Neisseria gonorrhoeae. La si cura con gli antibiotici che sono le

penicilline e i derivati, però penicilline e derivati, abbiamo detto, alla Chlamydia non gli fanno niente perché

non ha la parete (l’azione delle penicilline è lì nella parete). Non avendo la parete, la Chlamydia permane e

quindi alla fine passerà l’infezione purulenta, ma si continueranno ad avere fastidi e queste secrezioni,

invece, non purulente. Allora a quel punto bisogna andare a vedere se si tratta di una Chlamydia e

intervenire con gli antibiotici giusti, che sono le tetracicline, i macrolidi, antibiotici che hanno la capacità di

penetrare dentro le cellule e andare ad uccidere i corpi reticolari (i corpi elementari sono fuori; entra

dentro la cellula e gli impedisce di replicarsi, altrimenti se potesse agire fuori…). Questa è una immagine

che vi dà un’idea di come questa infezione dal collo

dell’utero possa passare, vedete, alle tube e poi

passare oltre, uscire dalle tube. Vedete che provoca

delle cicatrici con blocco delle funzioni tubariche.

Serovar L1,L2,L3: questi sono invece i sierotipi che

danno il linfogranuloma venereo. Allora, che cosa

succede? Questi ceppi L che danno il linfogranuloma

venereo oltre ad avere quella sorta di tropismo per

quelle cellule che abbiamo visto prima, hanno la capacità di replicarsi nei fagociti mononucleati del sistema

linfatico. Quindi hanno in più questa altra caratteristica. Per cui, che cosa significa “linfogranuloma”? Il

granuloma che cosa è? È una sorta di formazione data dall’interazione del germe con una serie di cellule

immunocompetenti, laddove si instaura una lotta tra il germe e le cellule immunocompetenti. Tutto ciò ti

dà la formazione di questo corpo che ha una sua consistenza (non so se avete mai visto un’immagine anche

di un granuloma dentario, così ci capiamo meglio). Quindi questa sorta di formazione ha all’interno il germe

che l’ha determinata e all’esterno tutte queste cellule che tentano di arginare l’infezione. Quindi, dalla

rottura di questo granuloma ci potrebbe essere la fuoriuscita di germi. Se questo avviene in un linfonodo è

chiaro che questo linfonodo si ingrossa perché si forma questa sorta di lotta tra batterio e sistema immune,

quindi c’è il rilascio di citochine, di chemochine, attrazione verso altre cellule che non sono i fagociti, ma

sono le cellule linfocitarie (i linfociti T citotossici, gli helper, i suppressor), tutta una serie di cellule che

accorre in questo sito; ecco perché si ha la formazione di questa sorta di bubbone, laddove si sta

instaurando proprio una guerra aperta. Questo linfonodo però in questo caso, siccome queste cellule

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riescono ad infettare queste cellule mononucleate, le cellule mononucleate sono le cellule immuno-

mononucleate, quindi sta combattendo contro le cellule immuni la Chlamydia del linfogranuloma. Quando

si lisano queste cellule è chiaro che tutta questa zona viene interessata da questa infezione. La fuoriuscita e

la rottura di questo linfonodo interessato determina

quindi delle ulcere che possono anche avere uno sbocco

esterno.

Guardate questa immagine, questo è un paziente con

linfogranuloma venereo con bubboni ingunali bilaterali

(si chiama linfogranuloma venereo perché interessa

l’apparato genitale). Vedete che poi su questo linfonodo

interessato la pelle diventa così sottesa che si spacca e quindi fuoriesce pus, ma fuoriescono anche le

Chlamydiae. Quindi potrebbe essere una sorta di fonte di infezione.

Per una diagnosi ottimale quindi si deve avere a disposizione il test di riferimento e il campione biologico

più idoneo e prelevato nel modo corretto. Il test di riferimento è la coltura cellulare, però ha molte

limitazioni; intanto perché ha dei costi elevatissimi, perché ci vuole un personale specializzato che sappia

coltivare in vitro le colture di cellule. Perché queste Chlamydiae possono essere coltivate, ma non certo nei

terreni di batteriologia: possono essere coltivate, come i virus, in un tappeto di cellule; e ci sono delle

cellule sensibili che si chiamano Mc Coy che sono delle cellule fibroblastiche e che hanno i giusti recettori

per poter far penetrare dentro di loro la Chlamydia e darle la possibilità di replicarsi. Però questa indagine

prevede la costante presenza in un laboratorio di cellule in uno stato ottimale di vitalità e di condizioni di

passaggi e questo comporta una spesa enorme. Penso che ormai non lo faccia più nessuno, però è il

metodo di elezione perché, una volta che si dà alla Chlamydia la possibilità di replicarsi, si mettono in

evidenza con degli anticorpi monoclonali, quindi all’osservazione a un microscopio a fluorescenza (che

sfrutta la luce ultravioletta). Per cui, osservando questo tappeto di cellule, se c’è stata un’infezione si

formerà un’immunofluorescenza, perché l’anticorpo monoclonale si lega alla Chlamydia (se la Chlamydia

c’è, ovviamente) e quindi la luce ultravioletta sollecita la formazione della fluorescenza che poi viene

osservata al microscopio ultravioletto. Ci sono dei test di amplificazione genica, il famoso test PCR di cui

tanto si parla, che ovviamente è molto più rapido di una osservazione su una coltura di cellule, più

economico e richiede personale meno specializzato ovviamente, perché basta che impari bene quella

metodica. Poi, nell’uomo utilizziamo i campioni di urina del primo getto. Voi sapete bene che quando fate

un esame colturale delle urine per ricerca di germi comuni ma anche di germi patogeni (per vedere se avete

una cistite ecc.) il primo getto viene eliminato perché si cerca di eliminare i germi che si trovano in una zona

a contatto con l’esterno, che è ricca di più di un tipo di batterio. In questo caso però noi abbiamo bisogno di

prendere le cellule che ricoprono l’epitelio dell’uretra, quindi ci interessa più il primo getto che il resto.

Certo, ovviamente, ci saranno altri germi; ma le tecniche di isolamento e di visualizzazione e di messa a

fuoco di questo germe sono diverse da quelle batteriche comuni, quindi l’interferenza dei batteri è molto

relativa: non inficia una buona metodica per la diagnosi della Chlamydia. Più problematica è invece la

diagnosi nella donna dato che la localizzazione dell’infezione può essere cervicale e uretrale: cervicale,

abbiamo detto che con lo speculum, con un tampone, si va a prelevare le cellule che si trovano nel collo

dell’utero; uretrale, è un’indagine dolorosa, ma bisogna proprio entrare con questi tamponcini molto sottili

nell’uretra per prelevare le cellule della mucosa dell’uretra eventualmente infettate dalle Chlamydiae

(anche nell’uomo è abbastanza antipatico). Questo è un esame colturale sulle cellule Mc Coy però, vi

ripeto, qua i vantaggi/ svantaggi sono tanti. Il test di determinazione dell’antigene può essere

un’immunofluorescenza diretta, ma anche una ELISA diretta, cioè un test immunoenzimatico diretto (che si

chiama anche ELISA). Che cosa mette in evidenza il test di immunofluorescenza diretta? Queste benedette

MOMP, che sono queste proteine presenti sulla membrana esterna delle Chlamydiae. La specificità è

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abbastanza buona di questi test, il vantaggio è che sono rapidi; però, vedete, 70% o 68%, questi numeri non

ci dovrebbero essere; e questi numeri infatti non ci sono in altre metodiche [Queste percentuali, riportate

in una delle slide mostrate a

lezione, fanno riferimento alla

sensibilità all’immunofluorescenza

diretta (IFD): uomini → 70-100%;

donne → 68-100%]. [Facendo

riferimento a questa immagine]:

qua [test di immunofluorescenza

ELISA], per esempio, mette in

evidenza l’antigene, non le MOMP,

ma le LPS delle Chlamydiae (perché

contengono LPS: abbiamo detto che

hanno una struttura simile ai batteri

Gram negativi, vi ricordate?).

Questo è un test immunoenzimatico; questo è per la determinazione dell’acido nucleico e ci sono test di

ibridizzazione e test di amplificazione genica. La sierologia prevede la ricerca di anticorpi, sia a livello del

siero sia a livello, a volte, anche delle lacrime e del secreto congiuntivale quando si ha sospetto di

congiuntivite da Chlamydia.

L’immunità da Chlamydia non è un’immunità che perdura per molto tempo, è un’immunità molto breve e

quindi una reinfezione dà sicuramente dei danni legati di più a una risposta immune eccessiva; e quindi una

reinfezione dell’occhio può essere veramente molto grave. Gli antibiotici di elezione sono le tetracicline, i

macrolidi e i chinolonici (però queste cose poi le rivedrete sicuramente in farmacologia, comunque non vi

dico di ricordarvi i nomi, ma almeno le classi: tetracicline, chinolonici e macrolidi).

La Chlamydia pneumoniae: abbiamo parlato quindi di quella che dà infezioni oculari, di quella che dà

infezioni genitali, ora vediamo quella che dà infezioni polmonari, che riguardano tutto il tratto respiratorio;

quindi dalla faringite, alla bronchite e alle forme di polmonite atipica oppure ancora detta CAP (che significa

acquisita in comunità, community acquired). Allora, i meccanismi sono uguali, i recettori sono uguali, ma le

patologie, ovviamente, sono diverse. La replicazione è uguale per tutti, i tropismi sono diversi. Oggi, per

poterla chiamare bene, si dovrebbe chiamare Chlamydophila pneumoniae; inevece il termine di Chlamydia

è relegato alla trachomatis che dà infezioni oculari e genitali: solo la trachomatis rimane Chlamydia, le altre

si dovrebbero chiamare Chlamydophile. Quindi abbiamo una Chlamydophila pneumoniae. Inoltre queste

cose che vi ho voluto mettere in evidenza sono cose nuove e molto recenti perché PARE che l’associazione

tra un’infezione cronica da Chlamydia e una patologia cardiovascolare, pare, che ci sia una stretta

connessione. E inoltre è stata trovata la presenza di Chlamydia pneumoniae in persone che sono affette da

sclerosi multipla ed è stata ritrovata nel liquor di questi soggetti, quindi nel liquido cefalo-rachidiano. Però

questo ancora è tutto da verificare perché con la sclerosi multipla hanno trovato non soltanto la

Chlamydia,a volte trovano l’Herpes a volte il Morbillo [Morbillovirus]: trovano diversi agenti collegati; se

siano concause o no questo ancora non si sa, però tra queste concause c’è pure la Chlamydophila

pneumoniae.

Questa è la psittaci [Chlamydia psittaci], è una ornitosi e la fonte di questa malattia sono i pappagallini.

L’infezione viene trasmessa per inalazione di che cosa? Bisogna avere un pappagallo in casa ovviamente,

altrimenti non ci sarà questa trasmissione. Dà delle forme simil-influenzali, delle forme polmonari che a

volte possono portare a una polmonite interstiziale grave che spesso è accompagnata da compromissione

sistemica, addirittura. Quali sono le caratteristiche? Sono la febbre persistente [39-40°], la tosse secca,

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l’esame obiettivo dei polmoni rivela dei modesti rumori, ipotensione (queste cose sono più di microbiologia

clinica, ve le riservo per il prossimo anno).

• MYCOPLASMI

Classificazione, ora, di Mycoplasmi [o Micoplasmi] patogeni. Quindi, abbiamo visto le Chlamydiae, passiamo

ora ad altri batteriuzzi, che sono pure questi

particolari, che si chiamano Mycoplasmi.

I Mycoplasmi sono: • Mycoplasmi veri e propri,

che sarebbe il Mycolpasma pneumoniae che

dà delle infezioni dell’apparato respiratorio,

quindi dà delle polmoniti; •Ureaplasma

urealyticum e Mycoplasma hominis, sono

invece delle infezioni che si trasmettono per

trasmissione sessuale. Quindi anche qui

abbiamo Mycoplasmi che danno le infezioni ai

polmoni e Mycoplasmi che danno le infezioni

ai genitali.

Il genere è Ureaplasma, capostipite di questi Ureaplasma è l’Ureplasma urealyticum, che lisa l’urea. E

questi sono a trasmissione sessuale e non solo. Si moltiplicano sulla superficie degli epiteli mucosi senza

invaderli. Gli epiteli sono sempre mucosi: quella di prima, la signora Chlamydia, penetrava dentro le cellule;

questo non è capace di penetrare dentro le cellule, quindi rimane fuori dalle cellule, però le invade. Là il

danno era dovuto alla lisi della cellula, qua il danno è dovuto al fatto che tra l’altro questi batteri, strani e

anomali pure questi, hanno la capacità di produrre un enzima che è la neuraminidasi che distrugge le ciglia

delle cellule ciliate. Quindi il danno praticamente è sempre quello, alla fine il danno c’è: quelle lo inducono

perché si moltiplicano dentro le cellule e uccidono quelle cellule lisandole prima di uscire da queste cellule,

quindi prima di far uscire la progenie dalle cellule; queste, inevece, si legano a queste cellule, non le

invadono, però producono delle esotossine che distruggono le ciglia delle cellule ciliate che rivestono le

mucose.

Quindi sono parassiti cellulari di superficie: non penetrano come le Chlamydiae, ma aderiscono alla

membrana plasmatica dell’epitelio, determinando un danno cellulare. Essendo privi di peptidoglicano pure

questi non hanno una parete cellulare, posseggono però, non la cisteina con i legami disolfuro molto forti,

ma gli steroli. Infatti per coltivare questi batteri sono sufficienti dei terreni amorfi senza cellule (non

abbiamo bisogno di cellule qua, d’altronde non si replicano dentro la cellula; non hanno la incapacità di

formare l’ATP come quelle che abbiamo visto prima, si replicano fuori dalle cellule), però hanno bisogno dei

fattori nutrienti che contengono gli steroli. Abbiamo quindi bisogno di aggiungere a questi terreni

particolari sostanze quali sono il siero, quali sono gli steroli stessi oppure ancora il lievito di birra: questi

sono i componenti che vanno aggiunti ai terreni amorfi, quindi un terreno a base di agar. Posseggono gli

steroli che danno una consistenza rigida alla membrana, senza i quali avrebbero addirittura una consistenza

fluida. Ma questi steroli non hanno, diciamo, una grande rigidità, per cui sono pleiomorfi (significa che

possono assumere diverse forme a seconda dell’ambiente e delle circostanze). L’attacco a una cellula ciliata

e la distruzione della cellula: lisano le cellule ciliate perché, fondamentalmente, producono questo enzima.

Questo è come si presentano: vedete come sono? Un po’ tonde e un po’ allungate, pleiomorfe. Questa è

un’altra bella immagine: vedete come sono strane? Proprio perché mancano di questa rigidità, mancano

quindi del peptidoglicano e poi questi steroli non gli danno una grande consistenza [si riferisce ad immagini

di microscopia elettronica a scansione che non ho trovato]. Quindi: •parete cellulare assente; •sono i più

piccoli batteri dotati di vita autonoma [0,2 – 0,4 micron]; •sono obbligati a vivere in condizioni di ossigeno

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ottimale, quindi sono aerobi; •presentano una membrana cellulare che contiene steroli e che permette ai

Mycoplasmi di mostrare una certa plasticità con pleiomorfismo cellulare; •l’infezione si diffonde mediante

goccioline di saliva; •contengono un doppio strato lipidico che contiene questi steroli; •i recettori

glicoproteici delle ciglia delle cellule epiteliali sono il target che usano per infettarle; il recettore del

Mycoplasma è una adesina che si chiama adesina P1: quindi tra l’adesina P1 del Mycoplasma e i recettori

glicoproteici delle cellule ciliate avviene questa sorta di attrazione

fatale, questo tropismo, e avviene la distruzione delle ciglia e delle

cellule epiteliali ciliate, quindi inibizione della clearance delle vie

respiratorie e quindi con i danni conseguenti; •crescono in terreni

quindi abiotici, significa terreni a base di agar arricchiti di siero

animale, con gli steroli, e il lievito.

Questo è l’aspetto “a uovo fritto” di colonie di Mycoplasma, che è legato a tutti i Mycoplasmi meno quello

pneumoniae. L’aspetto del Mycoplasma pneumoniae è a mora. Perché formano questo sorta di aspetto “a

uovo fritto”? Perché affondano nel terreno; essendo anche morbidi, diciamo così, perché non hanno una

grande consistenza, riescono ad affondare bene nel terreno, per cui dalla proliferazione poi viene fuori

questa sorta di “uovo fritto”.

Andiamo ai Mycoplami genitali: [Mycoplasma] hominis e [Ureaplasma] urealyticum. Il Mycoplasma hominis

e soprattutto l’Ureaplasma urealyticum sono chiamati in causa in un ampio range di patologie del tratto

uro-genitale. Nella donna sono responsabili di vaginiti e uretriti e aborto precoce, addirittura. Nell’uomo

possono determinare uretriti, prostatiti che, spesso, sono accompagnate a emospermia e inferitilità. Sono

stati anche descritti casi di epididimiti e balaniti. Frequenti sono le forme asintomatiche. È stato accertato

come il Mycoplasma hominis e, in modo particolare, l’Ureaplasma urelythicum siano responsabili di una

diminuzione della motilità degli spermatozoi. Infatti, alla fase di adesione nella zona del colletto flagellare

seguirebbe un effetto di natura biochimica: un enzima prodotto dai microrganismi, la neuraminidasi,

modificando l’acido sialico, concentrato proprio nell’acrosoma del colletto dello spermatozoo,

compromette l’attività motoria dello spermatozoo. Quindi, la diagnosi di Ureaplasma urealythicum è

importante perché bisogna intervenire con la giusta terapia.

Ecco qua un Ureplasma: •parete cellulare? Assente; •sono i più piccoli batteri (l’abbiamo detto prima,

perché le caratteristiche generali sono uguali, non cambia molto); •presentano una membrana cellulare

contenente steroli (l’avevamo detto anche per il Mycoplasma pneumoniae, non è una novità). Quindi il

comportamento, i meccanismi che usano per infettare le cellule o dell’uretra o dell’epitelio respiratorio

sono esattamente uguali; •la caratteristica (che non so se c’è nei libri, forse l’ho presa in qualche rivista

scientifica) è questa che vi dicevo io, legata a questa patologia spesso presente in molti uomini; •quali sono

recettori e co-recettori? Adesina P1 [e recettori glicoproteici].

Diagnosi: come si potrebbe fare la diagnosi? Crescono, abbiamo detto, nei terreni amorfi aggiunti di steroli

e di lievito perché hanno bisogno di questo nutriente per potere formare questa sorta di sostitutivo della

parete. L’esame dell’espettorato, un esame del secreto uretrale o delle cellule dell’uretra. I meccanismi con

cui si può mettere in evidenza sono dalla immunofluorescenza diretta, a una ELISA diretta (diretta significa

che va a cercare l’antigene, indiretta che ricerca l’anticorpo) e, ancora, coltivazione nei terreni arricchiti e

idonei per la crescita dei Mycoplasmi, oppure, al solito, PCR per la ricerca con i metodi di ibridizzazione o di

amplificazione genica, oppure ancora la ricerca sierologica (che significa la ricerca di anticorpi presenti nel

soggetto; prima, ovviamente, compariranno le IgM, poi compariranno le IgA e poi compariranno le IgG). Da

questo quadro si può capire se è un’infezione recente, un’infezione che invece va avanti da un bel po’ e poi,

ancora, se ci sono soltanto IgM significa che è appena iniziata, se non ci sono le IgM e ci sono le IgG significa

che è un’infezione che si è protratta nel tempo. La trasmissione di queste malattie date dall’Ureaplasma

urealythicum e dal Mycoplasma hominis, prevalentemente, sono malattie a trasmissione sessuale. Anche la

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donna può avere delle sintomatologie legate a questa infezione e spesso però è paucisintomatica e quindi

spesso sono infezioni, insieme a quelle della Chlamydia, che passano inosservate. Ovviamente il tampone è

cervico-vaginale e uretrale nella donna per la ricerca di questi germi.

Qua c’è una metodica che fa vedere la presenza di questi microrganismi con un sistema colorimetrico, cioè

c’è una bassa crescita, una moderata crescita o un’alta crescita, c’è questa variazione di colore (ma non so

se questo vi può interessare, non credo).

Poiche è i Mycoplasmi non hanno parete cellulare, i maggiori determinanti antigenici sono glicolipidi e

proteine di membrana (perché non hanno componenti della parete). Questi antigeni presentano reattività

crociata con tessuti umani, cioè è come se ci fossero degli epitopi in comune tra tessuti umani e questi del

Mycoplasma. Questi antigeni perciò presentano reattività crociata (cioè una cosa che è reattiva dentro la

Chlamydia [Mycoplasma] lo può essere anche per alcune cellule umane, questo significa reattività crociata).

Poiché i Mycoplasmi non hanno parete cellulare, sono insensibili a penicilline, cefalosporine, vancomicine e

tutti gli altri antibiotici che interferiscono con la sintesi della parete batterica (l’abbiamo già visto per

quanto riguardava la Chlamydia, che era la stessa cosa perché il principio è uguale, e avevamo detto che

infatti gli antibiotici di elezione erano le tetracicline, i macrolidi e qualche chinolonico); antibiotici di

elezione, anche in questo caso, tetracicline, chinolonici e macrolidi, così come per le Chlamydiae.

Ovviamente penicilline e derivati della penicillina non gli fanno nulla. Poi abbiamo anche detto che una co-

infezione (Chlamydia e Neisseria in quel caso) di Mycoplasma con altre forme batteriche che hanno la

parete, può nascondere l’infezione da Mycoplasma, così come lì poteva la Neisseria gonorrhoeae

nascondere l’infezione da Chlamydia, la stessa cosa avviene qua. Ovviamente, curato con l’antibiotico per il

Mycoplasma sbagliato, che potrebbe essere la penicillina, viene fuori che magari agisce su un altro germe

che in quel momento trova il terreno fertile (perché quando c’è un’infezione da Chlamydia, da Mycoplasma

si crea un dismicrobismo). Voi sapete che noi conviviamo con i batteri; alcuni ci sono molto amici, infatti

l’uso indiscriminato di antibiotici ha fatto delle cose veramente assurde e continua farle. Quindi noi viviamo

in simbiosi con alcuni batteri, ci danno pure molto aiuto; alcuni batteri intestinali ci producono delle

vitamine che noi non siamo in grado di sintetizzare. Quando infatti assumiamo degli antibiotici per bocca, di

solito dobbiamo prendere un sostitutivo della flora che poi sarebbero i fermenti lattici, che sopperiscono in

qualche maniera e colonizzano di nuovo il nostro intestino. Questo uso di alcuni antibiotici determina,

ovviamente, la uccisione di alcuni batteri tra cui alcuni amici nostri e la proliferazione di alcuni agenti

patogeni perché si crea un ambiente più idoneo: non c’è più la competenza territoriale tra i batteri buoni,

amici nostri, e i patogeni; uccidendo molto più facilmente quelli buoni, quelli cattivi prendono il

sopravvento. E quindi, altro messaggio di questa lezione: l’uso degli antibiotici deve essere fatto ad hoc e

nei casi veramente necessari, perché si stanno selezionando dei germi che hanno delle resistenze agli

antibiotici incredibili. Alcuni germi, per esempio, oggi non è possibile attaccarli con nessun antibiotico a

nostra disposizione. Stanno comparendo germi, che chiamano killer (che ogni tanto ammazzano qualcuno,

e finisce in televisione), dovuti a questa selezione. Perché sono selezionati dall’uso di antibiotici che si fa,

pure nei cibi (se pensate a quanto antibiotico contiene un pollo, perché i polli vengono allevati in batteria

quindi se se ne ammala uno c’è una moria di polli e quindi gli danno antibiotici a lavare, ma non solo al

pollo; e quindi l’uovo), quando noi mangiamo tutta questa roba ci mangiamo pure gli antibiotici. Tutta

questa diffusione di antibiotici, sia voluti, perché molti sono prescritti… Quando hai un'influenza che è data

dal virus influenzale per quale motivo dovete prendere l’antibotico? Ammazzate i batteri che, tutto

sommato, vi possono dare una mano e favorite la diffusione del virus.

Chiara Stelitano