Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella...

44
NUMERO QUARANTACINQUE NOVEMBRE 2013 Lions Club Palermo dei Vespri - Distretto 108 Y/b - Circoscrizione I - Zona 1 Chiesa di San Matteo al Cassaro - Palermo magazine del Lions Club Palermo dei Vespri Il diario online

Transcript of Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella...

Page 1: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

NUMERO QUARANTACINQUENOVEMBRE 2013

Lions Club Palermo dei Vespri - Distretto 108 Y/b - Circoscrizione I - Zona 1

Chiesa di San Matteoal Cassaro - Palermo

ma

ga

zin

e

del Lions Club Palermo dei VespriIl diario online

Page 2: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Vesprino Magazine

2

Restauro di S. Matteo al Cassaro Attilio Carioti

Il Sud è sporco Raimondo Augello

Incontro per la formazione Attilio Carioti

Sette storie per lasciare il mondo Gabriella Maggio

Charter night del Lions dei Vespri Attilio Carioti

Un grande matematico italiano Pino Morcesi

La presentazione a Viagrande Carlo Barbieri

Il Lions Club Dei Vespri

al Parco Cassarà Attilio Carioti

Il ficodindia Pippo Sciortino

Pippo Pappalardo poeta

dialettale di Sicilia Gabriella Maggio

Anatomia umana

e fitologica Gianfranco Romagnoli

La forza distruttrice

del tifone Haiyan Il Lions dei Vespri

Fogli d’album per

riannodare il passato Salvatore Aiello

La casa editrice Einaudi

compie 80 anni Gabriella Maggio

Giornata mondiale

dei diritti del fanciullo Irina Tuzzolino

La questione della lingua Carmelo Fucarino

Il disastro della Sardegna Il Lions dei Vespri

Perché doniamo Lavinia Scolari

Riflettendoci un po’ Carlo Barbieri

Le ricette letterarie di Marinella Marinella

Giornata mondiale contro

la violenza sulle donne Gabriella Maggio

Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino

Il vino siciliano del duca d’Aumal Natale Caronia

La Traviata Salvatore Aiello

Con l’occhio dei bambini Gabriella Maggio

Le ricette letterarie di Marinella Marinella

Nuvole su Palermo Riccardo Carioti

SOMMARIO

Editoriale di Novembre

Comitato di redazione:Gabriella Maggio (Direttore)Mimmo Caruso • Renata De SimoneCarmelo Fucarino • Francesco Paolo Scalia

Hanno collaborato al n. 45 di Vesprino:

Cari Amici,Care Amiche nel corsodel 2013 abbiamo celebrato gli an-niversari di grandi scrittori o digrandi opere. Le celebrazioni hannolasciato più delusi che entusiasti,come sempre. Soprattutto nelcampo musicale, come testimonianole recenti edizioni de La Traviata,

ampiamente ed ingiustamente criti-cate in nome di un canone antiquatoche fa torto alla vitalità dell’opera .Una delle attività intellettuali più

amate del nostro tempo, infatti, è quella che quando glialtri hanno svolto un lavoro, tanti altri sono pronti a forniresoluzioni migliori. Tra i tanti grandi che sono stati ricordatici sono Niccolò Machiavelli che nel 1513 completa la suaopera più famosa Il Principe e Giovanni Boccaccio che nascenel 1313. Autori considerati pilastri della nostra cultura,vanto nei confronti delle altre d’Europa. Antesignani dellamodernità per avere affrancato l’uomo dal trascendente edaverlo saldamente ancorato alla realtà effettuale delle sueazioni, senza mistificazioni. Oggi ancora ci parlano questiautori nella loro lingua faticosa da comprendere, mentre unritmo incalzante e centrifugo ci trascina via verso mete cheancora non riusciamo ad intravedere. Ci parlano conchiarezza se ci fermiamo ad ascoltarli, se riusciamo a per-correre la strada che da noi ci porta a loro, perché è da noiche dobbiamo sempre partire. Non ci deludono perché sonoclassici, cioè sono quelli che parlano di noi a noi e del nos-tro tempo dal loro tempo. Leggere gli autori classici significacomprendere il nostro mondo, tenerci aggiornati. Natural-mente anche quelli di cui non cade un anniversario.

Gabriella Maggio

Visita > Leggi > Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Salvatore Aiello, Raimondo Augello, Carlo Barbieri, AttilioCarioti, Natale Caronia, Carmelo Fucarino, Marinella,Pino Morcesi, Gianfranco Romagnoli, Pippo Sciortino,Lavinia Scolari, Irina Tuzzolino, Riccardo Carioti.

Page 3: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Lons Club

3

L’interesse del Lions Club Palermo deiVespri per la Chiesa di S. Matteo al Cas-saro, nel cuore del centro storico dellacittà, dura ininterrottamente da cinque

anni, da quando nel 2008, durante la presidenza diPietro Manzella, ha adottato la Chiesa. Successiva-mente nel 2009, durante la presidenza di chi scrive,è stato stipulato un Protocollo d’intesa con Mon-signor Renna in rappresentanza della Curia di Pa-lermo, col quale il Lions Club si impegna asollecitare l’attenzione della pubblica opinione edelle Istituzioni ad intervenire in maniera concretain un luogo importante e rappresentativo dell’artebarocca palermitana, purtroppo in stato di degrado,e nello stesso tempo a promuovere iniziative di rac-colta fondi da impiegare in interventi di restauro.Durante la presidenza di Giuseppe Maccarone sonostati organizzati due concerti per raccogliere fondi:del maestro Di Liberto a S. Matteo, e degli ArchiEnsemble a Palazzo Mazzarino. Nel 2011 durantela presidenza Giovanni Ammirata si è svolto lo stagedegli studenti dell’Istituto d’arte A. Frangipane diReggio Calabria, finanziato da un PON, sponsoriz-zato dal Club di Vespri e dalla rivista di restauro

Kermes dell’editore Nardini di Firenze, per il re-stauro degli arredamenti lignei della sagrestia. Il pro-getto si è sviluppato in sinergia con l’Archidiocesi diPalermo e la Sovrintendenza ai BB.CC. della città.Lunedì 28 ottobre 2013 il Club, presieduto da Giu-seppe Sunseri, ha donato settemila euro, raccolticon diverse iniziative sul territorio, per la messa insicurezza dei dipinti della sacrestia.

RESTAURO DELLA CHIESADI S. MATTEO AL CASSARO

di Attilio Carioti

Monsignor Renna e Giuseppe Sunseri Da sinistra A. Carioti, G. Sunseri, P. Manzella, G.Gelardi,

M. Renna, G. Renda, V. Ajovalasit

Page 4: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

4

Attualità

di Raimondo Augello

“Una terra trasformata, resa misera colonia/

La metafora del male quasi fosse Babilonia”

(Valerio Minicillo)

Giovedì 31 ottobre la Camera dei Deputati ha de-ciso di rendere pubblici i verbali relativi all’audizionedavanti alla commissione parlamentare sulle Eco-mafie di Carmine Schiavone, il pentito che con lesue confessioni aveva fatto crollare il clan dei Casa-lesi. Si tratta di dichiarazioni rese nel lontano 1997,ma che per ben sedici anni sono rimaste coperte dalsegreto di Stato, impedendo che l’opinione pubblicapotesse avere un’idea precisa di quanto accaduto inCampania e non solo; un segreto di Stato che final-mente la Camera ha ritenuto opportuno far caderedando voce agli orrori che da quel vero e propriovaso di Pandora iniziano a venir fuori. Una sceltadovuta, secondo la presidente Boldrini, alle popola-zioni di quelle terre, investite da un dramma chepare senza fine e senza voce. In realtà già da parecchi anni si parlava dei rifiuti tos-sici seppelliti in Campania e degli accordi inconfessa-bili tra criminalità organizzata e industriali del Nordcon la supervisione di amministratori locali corrotti senon addirittura in odor di camorra ed era stato lostesso Roberto Saviano a raccontarci in Gomorracome ad un certo momento si capì che era più conve-niente lasciare che le navi colme di scorie si fermas-sero a Napoli per deporre il proprio carico di morte,piuttosto che procedere sino in Africa, come per moltotempo era accaduto, magari per accompagnarsi al bu-siness delle armi, come la vicenda di Ilaria Alpi ci hainsegnato. Non solo. Già da anni i medici di base deicomuni compresi nella cosiddetta “terra dei fuochi”(tra la provincia di Caserta e quella di Napoli), lamen-tavano un’ impennata anomala delle patologie tumo-rali: dal 2008 al 2013 le richieste di assistenza sanitariacon codice riferentesi a tale genere di patologia è au-mentato del 300%. Tutto ciò era dunque evidente,sotto gli occhi di tutti, tranne che di uno Stato che,

lungi dall’intraprendere una bonifica, ha piuttosto pre-ferito mantenere per sedici lunghi anni un segreto cheha permesso che quel “sistema” continuasse ad in-crementarsi. Un’offesa ad un intero popolo, un popolo“che hanno deciso di condannare a morte”, raccontaSchiavone in una lunga intervista concessa in questigiorni in esclusiva a Rai News. Ciò che emerge dai do-cumenti pubblicati è infatti un quadro davvero alluci-nante: non solo la Camorra, ma anche le altre più noteorganizzazioni criminali si sono rese artefici di questopatto scellerato che avrebbe portato a riempire di ri-fiuti mortali tutto il Sud Italia, dalla Campania sinoalla Sicilia, passando attraverso Puglia e Calabria. Unpatto scellerato a cui avrebbe aderito anche lo Stato

Il Sud è sporco

Page 5: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

5

Attualità

stesso, impegnato attivamente a garantire i massimiprofitti alle industrie del Nord e colpevole di omissionenon soltanto nel non avere voluto tenere conto a suotempo di quelle dichiarazioni dando inizio ad un pro-cesso di ricerca e di bonifica, ma nell’avere addiritturavoluto ostinatamente mantenere un segreto di taleportata. Un patto a cui avrebbe concorso anche laMassoneria deviata e che avrebbe portato a convo-gliare verso il Meridione non soltanto un numero im-precisato di milioni di tonnellate di scarti dilavorazione speciali, ma anche i rifiuti provenienti dailavori di bonifica di aree come Seveso o Porto Mar-ghera. E tutto ciò in un contesto a forte vocazione agri-cola, in cui chiuse le industrie una volta esistenti, laterra rimane per molti l’unica risorsa per non emi-grare. Eppure si è preferito tacere la verità su questo“sistema” , mentre nell’indifferenza generale, anchedei mezzi di informazione, parroci-coraggio, comequello di Caivano, hanno pensato con una mossa di-sperata di sensibilizzare l’attenzione delle autorità in-viando al Papa e al Presidente Napolitano migliaia difoto di bambini morti di cancro, autografate dalle ri-spettive madri; madri-coraggio, anch’esse, che hannodichiarato nelle interviste di non volere pietà, ma sem-plicemente il riconoscimento di una dignità calpestata,violata. Uno sgomento che, come accennato, investe

anche tutti i medici di quelle zone, che lamentano l’im-possibilità di fare prevenzione primaria: “Come con-sigliare ai pazienti” dichiara uno di loro “di mangiarecavolfiori per prevenire il cancro del colon-retto, se re-centi indagini hanno messo in luce una concentra-zione inimmaginabile di veleni proprio neicavolfiori?”. “E lo stesso” aggiunge un altro dottore“si può dire oltre che della terra anche dell’acqua edell’aria che si respira”. “Ma quanto sta emergendo”,aggiunge Schiavone, “è solo la punta di un iceberg”.A tutto ciò dovrebbe pensare chi, ripetendo a mo’di pappagallo il catechismo dell’incultura che gli èstato geneticamente trasmesso, dovesse avere ancorala tentazione di affermare che “al Sud non c’è sensodello Stato”.Nel mondo antico, quando una potenza imperialista(penso in particolare a quanto fecero i Persiani inGrecia) voleva saggiare la disponibilità di un popoloalla sottomissione, in modo da farne una colonia, in-viava ambasciatori per riceverne atto formale di sot-tomissione con la consegna di acqua e di terra, quasia voler significare che a tutto, anche agli elementiprimari rinunciava il popolo sottomesso a beneficiodei nuovi padroni. Con la triste vicenda del nostroMeridione sembra che il paradigma della storia troviun’ulteriore e drammatica conferma.

Il Sud è sporco

Visita > Leggi

Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 6: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

6

Lions Club

Il31 ottobre 2013 nei locali di Oli-ver wine house di via Libertà a Pa-lermo si è svolto un incontro tra iLions Club della Zona 1 : Vespri,

Mediterranea, New Century, Conca d’Oroper la formazione dei soci in un periodo dicrisi dell’associazionismo.I Relatori, Domenico Mangiafridda, Presi-dente di Zona e Pietro Manzella, Dele-gato responsabile comitato statuti eregolamenti, hanno iniziato dai concetti ba-silari del Lions International : chi siamo,cosa facciamo, perché lo facciamo. Poihanno evidenziato gli aspetti della vita delclub che non funzionano, analizzandoliper predisporre una soluzione. Consideratoche il Lionismo rispecchia la società con-temporanea, inevitabilmente ne soffre imali: egoismo, permalosità e supponenza.Un modo per tenerli a freno ed incanalarliin un cammino virtuoso è quello della va-

di Attilio Carioti

INCONTRO PER LA FORMAZIONE

Page 7: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

7

Lions Club

lorizzazione e dell’ indirizzo delle risorse umane. E’seguito un dibattito partecipato sulla necessità delcoinvolgimento dei singoli soci nelle attività di for-mazione e dell’ interazione tra i Club che devonoassicurare la loro vigile presenza sul territorio pervenire incontro alle esigenze dei meno fortunati. Per-tanto emerge l’opportunità di realizzare progetti si-gnificativi e di lunga durata che coinvolgono suampia scala più Club. La divulgazione degli esitiraggiunti inciderà positivamente sulla coesione emotivazione dei Club.Visto il successo dell’incontro si è deciso di rinno-varlo ancora nel corso dell’anno sociale.

Visita > Leggi Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in retewww.lionspalermodeivespri.it

INCONTRO PER LA FORMAZIONE

Page 8: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

8

Teatro

di Gabriella Maggio

SETTE STORIE PERLASCIARE IL MONDO

Il24 ottobre 2013 al TeatroMassimo di Palermo è andatain scena la prima rappresen-tazione assoluta di Sette sto-

rie per lasciare il mondo, testo diRoberto Andò e musiche di MarcoBetta, scena, costumi e luci di GianniCarluccio. Una così intensa e bella rap-presentazione della Sicilia purtropponon ha avuto il rilievo meritato inquanto è stata considerata non in sé,ma come sfortunata sostituzione delSiegfried di R. Wagner nell’anno delbicentenario della nascita del musici-sta, dovuta a contrasti interni alla ge-stione del Teatro. Il pubblico palermitano della lirica,non soltanto quello delle prime, ma anche quello delturno domenicale e del turno B è costituito al 99% damelomani conservatori, che già poco avevano ap-prezzato la messa in scena dell’intera TETRALOGIAwagneriana. Se anche si ricorda che ricorre il bicen-tenario di G. Verdi e che L’oro del Reno aveva apertola stagione ! Ma tra Wagner e Betta il pubblico eraben pronto a rimpiangere Wagner. Si sa tra due malisi sceglie il minore. Pertanto mancavano i presuppostiper apprezzare sine ira ac studio l’opera di Andò-Betta. Frequento le prime del Teatro dalla sua epicariapertura, con incredibile miopia spesso biasimata.Ho ascoltato lì Abbado ed i Berliner e mi sono com-mossa per essere testimone di tanta bellezza. Primaho frequentato la lirica nel turno B. Quando per laprima volta dal vivo ho visto la Tetralogia ( al Mas-simo prima della chiusura ventennale) mi è sembratameravigliosa, perciò quest’anno avevo un grande de-siderio di rivederla per intero e molto mi avevano pro-messo L’ oro del Reno e Walkiria. Per questo anch’ioho provato delusione , come tutti. Ma l’arte è tale per-chè conquista, perché mostra le sue ragioni e con que-ste trascina. Sette storie per lasciare il mondocombinando parole, immagini, suoni, gesti si ponecome opera totale che vuole rendere la complessità

inestricabile del reale, nella faustiana mescolanza dibene e di male. Il sonno è un ristoro delle faticheumane, necessario oblio per riprendere energia, ma èanche un creatore di mostri, se lo si intende comesonno della ragione. E il sonno non è l’unico modoper lasciare il mondo. Ce ne sono altri meno consa-pevoli e più violenti, che hanno inciso e continuano aincidere la storia dell’Isola. Credo che le letture del-l’opera possano essere diverse, nel senso tracciato daEco in Opera aperta.La struttura combinatoria delle foto di F. Scianna conil canto, la recitazione dei testi e la musica evoca lalinea novecentesca di G. Pèrec, di R. Queneau, di I.Calvino, per citare i più noti, che hanno ripreso la tec-nica del puzzle come strumento per comporre un’im-magine della realtà che abbia senso, ben consapevolidella difficoltà epistemologica di trovarlo.Anche la storia della Sicilia è un puzzle in cui il sensoè difficile e cangiante. Montalianamente manca unaClizia che componga un senso della storia sulla scac-chiera. In Sette storie per lasciare il mondo, mondoarcaico agricolo e mondo d’oggi si fronteggiano senzafondersi interamente. Ciascuno con la sua voce svolgeil suo discorso. Bella la musica di Marco Betta, che sot-tolinea testi ed immagini agevolandone la interpreta-zione dello spettatore.

Page 9: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Lions Club

9

Mercoledì 13 no-vembre 2013 ilLions Club Pa-lermo dei Ve-

spri ha celebrato la sua XVIIICharter a Palazzo Mazzarino,ospite dei marchesi Marida eAnnibale Berlingieri di VallePerotta, come è tradizione. Erano presenti il Governatoredel Distretto Lions 108 Yb,Gianfranco Amenta, il Segre-tario Distrettuale, Luigi Fri-cano, il Tesoriere Distrettuale,Salvatore Mogavero, il Ceri-moniere Distrettuale,UbaldoRuvolo, il Presidente dellaPrima Circoscrizione, PaoloValenti, il Presidente dellaZona 1, Domenico Mangiafridda, Officers Distret-tuali e di Club. Il Presidente del Club, GiuseppeSunseri, ha presentato al Governatore e agli Ospitii principali service del Club per l’a.s. in corso, chia-

mando a relazionare i Soci responsabili, GiuseppeGelardi per il restauro di S. Matteo, chi scrive perl’arredo e l’intitolazione a Melvin Johns della partedi Parco Cassarà adottata dal Club per concessione

XVIII CHARTER NIGHT DEL LIONSCLUB PALERMO DEI VESPRI

di Attilio Carioti

Da sinistra Gianfranco Amenta, Giuseppe Sunseri, Paolo Valenti

Da sinistra il Marchese Annibale Berlingieri, la Sig.ra Rita Sunseri moglie del Presidente del Club ed il PDG Amedeo Tullio

Page 10: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

10

Lions Club

XVIII CHARTER NIGHT DEL LIONSCLUB PALERMO DEI VESPRI

del Comune di Palermo, Antonella Saverino perla solidarietà al quartiere S. Filippo Neri e per ilCalendario 2014 in collaborazione con una scuoladi una favela di S. Paulo del Brasile, GabriellaMaggio per Vesprino Magazine, Carmelo Fuca-rino per l’integrazione degli immigrati, GiuseppeMaccarone per gli interventi formativi rivolti aidetenuti di Malaspina, Pietro Manzella per la for-mazione lionistica. Durante la serata è stata am-messa una nuova socia, Sandra La Porta.

Il Governatore appunta il distintivo

sull’abito di Sandra La Porta

Page 11: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Giuseppe Lodovico Lagrangianasce a Torino nel 1736 emuore a Parigi nel 1813. Hascritto il suo nome in modo di-

verso Giuseppe Luigi Lagrangia o La-grange da qui nei più l’equivoco che fossefrancese. Dopo avere studiato con passioneil latino, intraprende studi matematici e a19 anni è professore a Torino di matemati-che nelle Scuole teoriche di Artiglieria eFortificazione. In corrispondenza con igrandi matematici del ’700 viene propostocome membro all’Accademia di Berlino dalpresidente della sezione di Scienze , Leo-nard Euler, di cui sarà poi il successore.Resta a Berlino fino alla morte del re Fede-rico II, suo ammiratore e protettore. Suc-cessivamente viene chiamato a Parigi da Luigi XVI,dove diviene membro dell’Acadèmie des Sciences . Nel1757 fonda insieme al conte Angelo Saluzzo di Mone-siglio ed al medico Gianfrancesco Cigna una Societàscientifica a carattere privato per favorire la ricerca e lasperimentazione nelle differenti aree del sapere. Fin dasubito si affiancarono loro altri giovani studiosi pie-montesi e la casa del conte Saluzzo, sede della Società,divenne il luogo in cui fiorirono studi di matematica,meccanica e fisica raccolti e pubblicati, a partire dal1759, nella “Miscellanea philosophico mathematica So-cietatis privatae Taurinensis”, che costituiscono le at-tuali Memorie della Accademia delle Scienze di Torino.

Napoleone gli conferisce la Legion d’Onore. I suoi altistudi matematici fondano la scienza moderna con ri-cerche di fondamentale importanza sul calcolo delle va-riazioni, sulla teoria delle funzioni e sulla sistemazionematematica della meccanica. Notevoli anche gli studi diastronomia, che trattano soprattutto il problema dellamutua attrazione gravitazionale fra tre corpi. In occa-sione del bicentenario della morte del suo illustre Sociofondatore, l’Accademia delle Scienze di Torino ha or-ganizzato un mostra. Lagrange, pur essendo un’emi-nente figura di scienziato è purtroppo poco ricordatonella toponomastica delle città italiane e nell’intitola-zione di scuole ed istituti di ricerca.

Cultura

11

Accademia delle Scienze a Torino

UN GRANDE MATEMATICOITALIANO

di Pino Morcesi

Visita > Leggi

Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 12: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

12

Letteratura

Lamoglie dello scrittore aveva smesso datempo di accompagnare il marito allepresentazioni dei suoi libri perché, se-condo lei, lui diceva sempre le stesse

cose... e un poco aveva pure ragione. Fu così che quandolui le fece la domanda di rito “allora ci vieni il 7 dicem-bre a Catania” e lei disse subito “Sì”, lo scrittore ci ri-mase sorpreso.-Come mai vieni?-Così.Quando lei rispondeva “così” con quel tono era come sela conversazione finisse direttamente nel reparto surgelatidel frigorifero. Faceva all’istante i ghiaccioli e finiva lì.Durante il viaggio lei parlò poco e non disse neancheuna volta “chissà che fa nostro figlio in questo mo-mento”, due inequivocabili segnali che qualcosa non an-dava. L’umore cambiò però improvvisamente davantial primo cartello che segnalava Viagrande. -Viagrande!- esclamo lei illuminandosi in un sorriso. Si

girò verso di lui tutta felice: -Allora la presenta-zione è a Viagrande, non a Catania?-Sì, Viagrande - rispose lo scrittore-marito conuno sguardo preoccupato. –Viagrande di Cata-nia. Perché?-Niente niente- fece lei con un sorrisino. -Via-grande. Ma pensa tu. Chissà che fa nostro figlioin questo momento?La serata era stata bella, il pubblico caloroso, laconduttrice e la padrona di casa eccezionali e ilbarometro della moglie dello scrittore segnavaormai sereno stabile. Rientrati in albergo, luinon si tenne più: -Ma che avevi stamattina?-Io? Niente, perché?-Come “niente perché”. Non mi accompagnimai e stavolta sei venuta senza farti pregare. Mihai tenuto il muso per tutto il viaggio e poi im-provvisamente sei diventata allegra appenasiamo arrivati a Viagrande. Ma che significa?-Significa... significa che mi ero sbagliata.

-Sbagliata su che cosa?-Sul tuo conto. Mi ero sbagliata sul tuo conto. Ti avevosospettato. -Sospettato? E di che?-Che questa cosa di Catania era tutta una scusa, chec’era di mezzo un’altra. Però se mi sono sbagliata è statoper colpa tua. Come al solito. -Mia? Ma... -E certo. Tua. Della tua mania di pigliare appunti chenon ci si capisce niente.-Spiegati per favore che mi stai facendo diventare pazzo.Lei prese un bigliettino e glielo porse. –Lo riconosci?-Ah ecco dov’era finito. E allora?-E allora che c’è scritto? -E che ci dev’essere scritto? È l’appunto che mi sonopreso per ricordarmi della presentazione di oggi. -E invece sembrava tutta un’altra cosa. Ma dico io, unoche ha una presentazione a Viagrande ti pare normaleche scriva “7 dicembre appuntam. Viagra”?

La presentazione a Viagrandedi Catania, ovvero: anche gli scrittori

hanno una mogliedi Carlo Barbieri

Page 13: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

13

Lions Club

Oggi 25 novembre 2013 il Lions Club Pa-lermo dei Vespri ha intitolato a MelvinJones, fondatore del Lions International,un’area del Parco Cassarà, dove sono stati

già piantumati dal Club 90 alberi della specie piopponero, giusto protocollo d’intesa col Comune di Palermo.Obiettivo dell’iniziativa è diffondere la cultura della tuteladella natura come bene universale e promuovere al suointerno l’incontro di bambini di culture ed etnie diversecome si legge nel Protocollo d’intesa stipulato tra il LionsPalermo dei Vespri ed il Comune di Palermo il 14-06-2013 (consultabile all’indirizzo wwww.lionspalermodei-vespri.it). Erano presenti il Governatore del Distretto 108Yb, Gianfranco Amenta, il Tesoriere Distrettuale, Salva-tore Mogavero, il Presidente della Prima Circoscrizione,Paolo Valenti, il Presidente della Zona 1, DomenicoMangiafridda, Officers Distrettuali e di Club. Il Comunedi Palermo era rappresentato dall’Assessore all’Ambiente,Verde e Arredo Urbano, Giuseppe Barbera, dal Dirigentedella struttura ex C.O.I.M.E. e da Rajendra Bitrayya,Consigliere per la Presidenza della Consulta degli Immi-grati. Hanno partecipato anche alunni delle classi ele-mentari dell’I.C. “G. Falcone” e della D.D. “N. Garzilli”che hanno disegnato il calendario del 2013 sul tema sal-viamo la terra. Unanime la soddisfazione delle Autoritàcivili e lionistiche, convinti che l’amore per la natura el’opportunità di offrire alla città spazi dedicati ai bambinirappresentano i punti di snodo della nostra proiezioneverso il futuro.

Melvin Jones, dirigente d'aziendae filantropo statunitense, con-vinto che le persone che gode-vano di successo per il loroimpegno, intelligenza, ambizioneavrebbero usato le loro qualitàper migliorare la propria comu-nità, fonda a Chicago il 7 giugno

del 1917 il primo club del Lions International. Graziealla sua dinamica leadership i Lions club acquisironoil prestigio necessario per attrarre persone interessateal bene comunitario.

IL LIONS CLUB PALERMO DEIVESPRI AL PARCO NINNI CASSARà

di Attilio Carioti

Giuseppe Sunseri, Presidente del Palermo dei Vespri,

l’Assessore Giuseppe Barbera, il Governatore Gianfranco Amenta

Page 14: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

14

Lions Club

IL LIONS CLUB PALERMO DEI VESPRIAL PARCO NINNI CASSARà

Page 15: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Lions Club

15

IL LIONS CLUB PALERMO DEI VESPRIAL PARCO NINNI CASSARà

Page 16: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

16

Visita > Leggi > Commenta> Collabora > Scrivi

VesprinoMagazine

incontriamoci

in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 17: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

17

Curiosità

di Pippo Sciortino

IL FICODINDIA

Ilficodindia è stato introdotto in Sicilia primadagli Arabi (alcune specie dalle lunghe spine,)e dopo la scoperta dell’America dagli Spa-gnoli che lo hanno importato dal Messico,

ove la Civiltà Azteca aveva creato un proprio culto perquesto frutto, ma se ne è particolarmente apprezzatala virtù recentemente. Originariamente i frutti raccolti(sanguigni, surfarini, muscareddi) erano quelli spon-tanei o “latini” che maturano ad agosto. All’inizio del-l’ottocento, per caso s’incominciarono a scoccolare ifichidindia, i cui frutti maturano ad ottobre. La “scoz-zolata” dei frutti primaticci si pratica nel periodo incui ricade la festa di S. Giovanni (24 giugno) e traeorigine dal paese di Capaci, dove un rivenditore, al di-niego di vendita di un produttore, scapitozzò i frutti inpiena fioritura. L’atto vandalico produsse effetti con-trari e i frutti rinacquero in minor numero ma turgidi,con buccia fine e polpa serrata da potersi conservareper lungo tempo e consentirne il trasporto e la com-mercializzazione. La sfrondatura fu sperimentata in se-guito da un certo Vincenzo Ferrante di Bellolampo, cheottenne pari successi. La coltivazione razionale è da farrisalire al 1819, infatti, nel maggio di quell’anno, a Ven-timiglia di Sicilia (Calamigna), Francesco Fazio, di pro-fessione di agrimensore, col fine di eliminare i fruttisuperflui e migliorare i restanti, scozzolò parzialmentei fichidindia del suo podere. Il padre, Ignazio contra-riato dall’operato del figlio, sfrondò i restanti frutti, ot-tenendo inaspettatamente una migliore qualità. Nel1839, Francesco Fazio, tentò la “scozzolata” dei fruttiresidui, ottenendo frutti poveri di glucosio ma pregia-tissimi; il figlio, Salvatore, in seguito sposò Giulia Avel-lone, appartenente a una famiglia di proprietari terrieridi Roccapalumba, ed introdusse in questo paese e so-prattutto nella frazione di Regalgioffoli, le tecniche e lepratiche già sperimentate dal padre.Nel 1855, a Roccapalumba, grazie anche alle partico-lari caratteristiche favorevoli del clima e del suolo, giàsi coltivavano circa 25 ettari di ficheti d’india. Fin daquel periodo, i fichidindia più rinomati e apprezzati diSicilia, sono stati quelli provenienti da “Calamigna”(Ventimiglia di Sicilia) e “Regalgioffoli” (Roccapa-

lumba). Recentemente, grande produzione e commer-cializzazione di questo frutto, avviene anche a S. Mar-gherita Belice (TP) e S. Cono (CT).Sia i cladodi (pale) che il frutto, sono utilizzati ultima-mente in diverse cure dietetiche e in campo medico perdiverse patologie, quali il trattamento del diabete e delcolesterolo. Con l’affermarsi della new-economy e laglobalizzazione dei mercati, visto il decadimento e lascarsa redditività della coltivazione di grano, olio, man-dorle, vino e allevamento, la scommessa per il futurodell’economia di Roccapalumba non può che essereproiettata in un vasto movimento associativo dei pro-duttori di questo frutto, associazionismo cui, tra l’altro,la storia di questo paese è particolarmente votata, in-fatti, recentemente due diversi sodalizi sono riusciti adestendere la coltivazione a più di cento ettari, miglio-rando la qualità e con l’uso di macchine spazzolatrici,offrendo al mercato frutti senza spine. E’ indubbio chenon ci si possa limitare a conferire i fichi d’india, anchese non più in cestoni (carteddi) ma in gabbiette, al mer-cato ortofrutticolo di Palermo e limitatamente al pe-riodo di ottobre-novembre, ma con un’oculataprogrammazione della filiera, diversificando anticipa-tamente la potatura delle piante, la scozzolatura e l’ir-rigazione, al fine di garantire il prodotto da agosto adicembre e consentendo una più vasta commercializ-zazione con le grandi catene di distribuzione e con leindustrie di trasformazione.

Page 18: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Mercoledì 23 Ottobre 2013 a Villa Mal-fitano Whitaker è stata presentata laraccolta di poesia Di mia a tia diPippo Pappalardo, edita da ILA

Palma Mazzone. Organizzatori dell’evento la So-cietà Dante Alighieri e l’Ottagono Letterario. Lapresentazione del libro è stata curata da DomenicaPerrone italianista, Giovanni Ruffino dialettologo ,Gianni Nanfa attore e Francesca Luzzio docentenei licei. Per i lettori di Vesprino ho rivolto alcunedomande all’autore che si è rivelato anche pittore.

D: Scrivere e dipingere sono linguaggi per

un unico tema?

R: Nella pittura, così come nella poesia, ho privile-giato tematiche legate alla mia terra. Il mio stile è«figurativo». I colori sono vivaci e gli oggetti dei mieiquadri sono invasi dalla luce. Si può dire perciò chei temi ispiratori della mia poesia e della mia pitturasono la tradizione e il sole della Sicilia. Ho semprenutrito una grande passione per la pittura. Agli inizidegli anni Ottanta ho sentito l’esigenza di perfezio-nare ciò che, fino ad allora, era solo un’inclinazione.Ho seguito un ciclo di lezioni presso la galleria d’arte«Il Cenacolo» (Via E. Amari) del pittore VincenzoVinciguerra. Da qualche tempo non dipingo più adolio perché i diluenti mi provocano problemi respi-ratori. Mi conforto pensando che, dopo essermi oc-cupato di musica (suonavo la chitarra) e di pittura,è venuto il tempo di occuparmi di letteratura dialet-tale. Peraltro due miei quadri fanno da copertina allesuddette due opere letterarie.

D: Quante raccolte di poesia ha pubblicato?

R: Negli ultimi due anni ho pubblicato due sillogi.La prima è edita da Aulino (Sciacca) e ha titolo«Occhi ‘i pueta». La seconda, per i tipi di I.l.a.Palma (Palermo), s’intitola «Di mia a tia». Nellaprima silloge è contenuta la lirica «Cantu dulurusu- Vint’anni ddoppu la morti dê iùdici Falcuni eBborsellinu». Questa lirica ha vinto due primi

premi, a Roma e a Sciacca. Essa è scaturita dal ri-cordo del giorno in cui, subito dopo la morte del giu-dice Falcone, Palermo si riempì di migliaia dimanifestanti che chiedevano un intervento più de-ciso dello Stato nella lotta contro la mafia.

D: Perché pensa che la lingua siciliana sia

un patrimonio che si sta perdendo?

R: Vorrei innanzitutto precisare che non si deveparlare di «dialetto siciliano» né, tantomeno, di«lingua siciliana». Non esiste un dialetto standard,una koinè del dialetto siciliano; infatti il lessico, lapronuncia e la sintassi di quest’idioma variano dazona a zona. Sarebbe più opportuno parlare di«dialetti». Per non complicare la discussione par-lerò di sicilianu, intendendo con questo termine il«denominatore comune» ai dialetti delle variezone geolinguistiche della Sicilia, cioè il substratocomune a tutti i dialetti siciliani. Ciò premesso, èinnegabile che il sicilianu è un linguaggio che ri-

Pippo Pappalardo poetadialettale di Sicilia

di Gabriella Maggio

Letteratura

18

Page 19: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

19

Letteratura

schia l’estinzione; è stato evidenziato anche daIgnazio Buttitta in una sua lirica del 1970 nellaquale il dialetto è assimilato a una chitarra caperdi na corda lu iornu. Fra le cause sta in primafila la difficoltà che incontra chi voglia scrivere indialetto. Non esiste un sistema ortografico condi-viso. I vocabolari più noti risalgono alla metà del-l’Ottocento. L’unico vocabolario moderno, editodal C.S.F.L.S. (Centro di studi filologici e lingui-stici siciliani) è in 5 volumi e ha un certo costo. Lagrammatica e la sintassi variano in funzione deltempo e dei luoghi; pertanto esse hanno valore de-scrittivo e non normativo. Inoltre i pregiudizi con-tro questo linguaggio non si sono ancora spenti. Ildialetto è tuttora considerato una lingua povera e,per ciò stesso, adatta alle persone semplici più cheagli intellettuali o ai letterati. A ciò si aggiunganoquel cinema e quella TV che hanno usato il no-stro dialetto per mettere in ridicolo la Sicilia o percrearne stereotipi negativi. Non si può infine sot-tacere dell’avversione da parte di una Scuola cheha sempre anteposto il rischio che il dialetto osta-colasse l’apprendimento della lingua italiana adogni altra considerazione di natura culturale o lin-guistica. La conclusione è che il sicilianu è parlatosempre meno dai giovani e nelle grandi città,anche se resiste nei piccoli centri e nelle campa-gne (spopolate!). Continuando così, il sicilianu fraqualche generazione potrebbe ridursi a una linguamorta, al pari del greco antico.

D: Ci sono segnali che lasciano sperare in un

risveglio del dialetto siciliano?

R: I segnali di risveglio ci sono. La nostra Università,così come quella di Catania, è in prima fila nello svol-gimento di attività a salvaguardia della cultura e delletradizioni siciliane. Quest’anno si è svolto presso laFacoltà di Lettere un corso rivolto a un centinaio didocenti delle scuole medie inferiori e superiori dellaSicilia occidentale. Un corso analogo ha interessato idocenti della Sicilia orientale. Il C.S.F.L.S. ha stam-

pato una splendida opera in 2 volumi dal titolo «Lin-gue e culture in Sicilia», curata dal prof. GiovanniRuffino e redatta dai maggiori studiosi del nostro dia-letto. L’A.L.S. (Atlante Linguistico della Sicilia) con-tinua a sostenere iniziative per la conservazione e larivalutazione del sicilianu. Sono tanti i poeti che man-tengono il gusto di scrivere in dialetto, riconoscendoa questo linguaggio una particolare forza espressiva.Ci sono molte riviste che continuano a pubblicarepoesie dialettali. Nei concorsi letterari è spesso pre-sente la sezione dialettale. Bisogna insistere! Bisognaricordare ai siciliani che il dialetto è, per molti di loro,la prima lingua, è l’idioma in cui riecheggia la vocedei genitori, dei compagni di scuola, degli amici digioventù. Bisogna ricordare che il dialetto sicilianovanta otto secoli di letteratura e che è stato adoperatoda illustri poeti quali Antonio Veneziano, GiovanniMeli, Nino Martoglio, Alessio Di Giovanni, IgnazioButtitta, etc. Bisogna evidenziare che nel dialetto c’èla storia della Sicilia perché le parlate dialettali sonointrise di termini che ci riportano alle varie domina-zioni: greci, romani, bizantini, arabi, normanni, fran-cesi, spagnoli, etc. Se tutte queste attività non cedonoalle intemperie della crisi economica e dell’incuria dimolti nostri corregionali, si può certamente sperarein un risveglio del patrimonio linguistico della Sicilia.

D: Mi parli della sua ultima raccolta «Di

mia a tia».

R: È un volumetto di 39 poesie dialettali nato dallamia reazione ai pregiudizi di cui ho parlato sopra erappresenta il mio contributo al risveglio dell’atten-zione dei lettori verso il dialetto e verso la letteraturadialettale. Il libro è diviso in due sezioni: le poesieintimiste e i «sunetti du babbìu». In tal modo ho in-teso dire che la poesia può servire ad esprimere ilmondo interiore del poeta, ma può anche servireper fini educativi, per divertire, per trattare temati-che sociali, per mettere in ridicolo i difetti umani.Mentre nella prima sezione i toni lirici prevalgononella rievocazione di stati d’animo, momenti e per-

Pippo Pappalardo poetadialettale di Sicilia

Page 20: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

20

Letteratura

sonaggi del mio vissuto, nella seconda sezione icomponimenti diventano satirici, umoristici, dida-scalici. Insomma: nella seconda sezione ogni su-nettu du babbìu, per dirla con Jean de Santeuil (noncon Orazio, come alcuni erroneamente credono),castigat ridendo mores. Le poesie sono, per la mag-gior parte, sonetti. È un richiamo alle nostre tradi-zioni. Non dimentichiamo infatti che il sonetto fuinventato dalla Scuola Poetica Siciliana di FedericoII nel XIII secolo. I miei componimenti sono ri-spettosi della metrica; anche questo è un ritorno allatradizione, direi un’inversione di tendenza rispettoal versiliberismo che caratterizza la poesia contem-poranea. La scrittura del mio libro è stata precedutada tre anni di intenso studio del dialetto su testiscientifici prodotti dal C.S.F.L.S. e dall’A.L.S. Il vo-cabolario a cui faccio riferimento è il VS. Esso tiene

in massimo conto l’aspetto fonetico delle parole, piùche quello etimologico; pertanto il VS propone al-cune scelte coraggiose, come quella di raddoppiarela consonante iniziale di tutte le parole che comin-ciano per b (es. bbeddu, bbonu).Ne è nato un testo che molti giudicano «agile di pia-cevole lettura», adatto in particolare agli studentiche si interessano del dialetto siciliano.Io sto continuando a scrivere, sia in dialetto sia inlingua.Ho tante cose da dire e mi accorgo con piacere chei lettori cominciano ad apprezzarmi. Scrivo il sici-lianu pensando in sicilianu e da siciliano.Il favore che il libro sta incontrando fra il pubblicodei lettori mi conforta sulla bontà delle mie scelte emi ripaga degli sforzi sostenuti nell’approfondi-mento di un linguaggio che mi sta molto a cuore.

Pippo Pappalardo poetadialettale di Sicilia

Visita > Leggi > Commenta> Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 21: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Curiosità

21

Superato il concetto di sapere specialistico,che si era affermato particolarmente nel-l’Ottocento in contrapposizione all’enci-clopedismo, già caratterizzante la scienza

prearistotelica e che successivamente fu riscoperto,a più riprese, in epoca rinascimentale e poi nel se-colo dei lumi, il tempo in cui viviamo ha realizzatola conciliatio oppositorum nel concetto di interdi-sciplinarità, un criterio che è stato ritenuto ottimaleper presiedere alla formazione e alla ricerca e cheha riscosso un tale successo, che questa parola èstata ripetuta, spesso a sproposito e senza neppurecomprenderne il significato, quasi un modernomantra, da qualsiasi “gnurantuni” in vena di intel-lettualità.Nell’intento di dare un mio contributo di caratterelinguistico alla valorizzazione di tale moderna sco-perta attraverso l’analisi di un’ applicazione pra-tica, non eccessivamente paludata mapacificamente accettata a ogni livello, voglio ri-chiamare l’attenzione su modi di dire popolari (voxpopuli, vox Dei) che dimostrano come già nel co-mune sentire veniva colto tradizionalmente, eancor oggi viene colto, un costante parallelismo, oper meglio dire una misteriosa affinità tra anatomiaumana e fitologia, atta ad illuminare entrambi icampi del sapere.Riporto, a tal fine, una serie di espressioni comune-mente diffuse che si avvalgono dei nomi di parti ana-tomiche per designare unità vegetali.Per definire un ciuffo di insalata, si dice di solito “unpiede d’insalata”.Allo stesso modo, per designare ciascuna unità di unortaggio il cui uso è assai diffuso in cucina, si dice“una testa d’aglio”.Per indicare un tipo di bella siepe sempreverde, sidice “una spalla d’edera”.Fin qui, i prestiti dell’anatomia alla fitologia che mivengono in mente. Reciprocamente, annoto le se-guenti espressioni tratte dal mondo vegetale ed usateper designate una persona (riferendosi per traslato a

una sua parte anatomica) non particolarmenteacuta:- una testa di rapa;- una testa di cavolo;- andando sulle cucurbitacee, uno zuccone ovverouna zucca vuota (ogni riferimento alla festa di Hal-loween è puramente casuale).Questi modi di dire non tengono purtroppo contodella bontà di questi prodotti dell’orto, ingiusta-mente diffamati con l’accostamento a persone nonproprio stimabili, quanto meno sotto il profilo intel-lettuale.Non dimentichiamo, poi, il pomo d’Adamo, parteanatomica che, con il suo nome derivato dalla bi-blica cacciata dal Paradiso terrestre, unisce al paral-lelismo tra anatomia e fitologia un significativoriferimento alla disciplina Scritturistica. La decenza mi vieta di proseguire nel citare i paral-leli che il linguaggio del volgo, nei vari dialetti ita-

ANATOMIA UMANA E FITOLOGIAUna dissertazione quasi seria

sull’interdisciplinaritàdi Gianfranco Romagnoli

Page 22: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

22

Curiosità

ANATOMIA UMANA E FITOLOGIAUna dissertazione quasi seriasull’interdisciplinarità

liani, istituisce tra vegetali e altre parti anatomiche.Peraltro, non dobbiamo neppure dimenticare altrepiù generali espressioni riferite a persone, usateanche in letteratura, come “E’ un fiore” (di una bellafanciulla, vedasi di M. Proust: All’ombra delle fan-ciulle in fiore) o giovane “virgulto”(cfr. Isaia 11,1), ola definizione di “radici” data alle proprie origini (ve-dasi Roots: The Saga of an American Family, ro-manzo del 1976 dello scrittore afroamericano Alex

Haley, con il famoso protagonista Kunta Kinte chein realtà, essendo schiavo, kuntava assai poco). L’affinità tra questi due campi del sapere, peraltro,era stata profeticamente colta in campo artistico, nelCinquecento, dal noto pittore milanese GiuseppeArcimboldi, più noto come L’Arcimboldo, che latradusse nei suoi famosi ritratti visionari, nei qualila figura umana è costruita esclusivamente con unacombinazione dei più disparati vegetali.

Visita > Leggi > Commenta> Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci

in retewww.lionspalermodeivespri.it

Page 23: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

23

Attualità

LA FORZADISTRUTTRICE DEL

TIFONE HAIYAN

Il Presidente del Lions Club Palermo dei Vespri, Giuseppe

Sunseri, insieme a tutti i soci del club esprime la sua solida-

rietà alla popolazione filippina per il recente disastro di cui è

stata vittima.

Page 24: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Attualità

24

LA CASA EDITRICE EINAUDICOMPIE 80 ANNI

di Gabriella Maggio

GliAutori più importanti della lette-ratura italiana, europea , mon-diale sono editi da Einaudi, lagloriosa casa editrice torinese,

fondata nel 1935 da Giulio Einaudi insieme ad altriamici,Massimo Mila, Leone Ginzburg, NorbertoBobbio, Cesare Pavese, tutti formatisi al Liceo Clas-sico Massimo D’Azeglio sotto la guida di AugustoMonti, continuatore della linea culturale di PieroGobetti e della sua concezione della cultura comemissione civile. Linea che poi continueranno ElioVittorini ed Italo Calvino. Motto della casa editriceè «Spiritus durissima coquit» , l’immagine che laidentifica è lo struzzo. Ma non sono invenzioni ori-ginali perché sono stati ideati da Paolo Giovio nel1574 come “ impresa” di Girolamo Mattei Ro-mano che voleva vendicare il fratello, dopo avere alungo aspettato con pazienza. Nei Tascabili lostruzzo in corsa deriva invece da un disegno che Pi-casso donò a Giulio Einaudi; l’ultima immaginedello struzzo, che risale al 2000, è stata realizzata daGiulio Paolini. Come diceva Noberto Bobbio le case

editrici non si misurano a mesi, ma ad anni e natu-ralmente gli ottanta dell’Einaudi testimoniano lalungimiranza del suo progetto intellettuale, che ve-ramente rappresenta la storia d’Italia, e l’impegno anon piegarsi all’attualità, anche se vi si è confrontatadi continuo con una visione di ampio respiro. Nonsono mancati e non mancano come in ogni storia glierrori di valutazione di autori e di scarsa attenzioneall’amministrazione . Ma Einaudi ha anche guar-dato e continua a guardare al futuro.

Visita > Leggi > Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in retewww.lionspalermodeivespri.it

Page 25: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

25

Attualità

GIORNATA UNIVERSALE DEIDIRITTI DEL FANCIULLO

di Irina Tuzzolino

Oggi si celebra la Giornata Universale deiDiritti del Fanciullo adottati all’unani-mità dall’Assemblea Generale delle Na-zioni Unite il 20 novembre 1989:

affinché egli abbia una infanzia felice e possa godere,nell'interesse suo e di tutta la società, dei diritti edelle libertà necessari alla sua crescita in modo sanoe normale. Ancora oggi, benché la Carta dei dirittisia stata sottoscritta dalla maggior parte degli stati, siassiste a numerose violazioni dei diritti fondamen-

tali dei fanciulli. Ancora troppo numerosi sono in-fatti i bambini che vivono in condizioni disumane,costretti a lavorare per poter sopravvivere o a pro-stituirsi o ad entrare in circuiti non leciti, o esseresfruttati per il commercio degli organi. Ma esistonoforme di violenza meno appariscenti, ma altrettantogravi come isolamento, emarginazione, minacce, in-differenza emotiva e umiliazioni. Purtroppo i mezzid’informazione hanno dato scarso rilievo alla ricor-renza che rischia così di essere dimenticata.

Page 26: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

26

La questione della linguadi Carmelo Fucarino

C’è un mo-mento dellastoria cultu-rale in cui le

spinte eccentriche della co-municazione linguistica di-ventano troppo violente edeversive e si teme l’esplo-sione della biblica torre diBabele. A parte i tanti talkshow che hanno una lorostoria particolare di sottoco-dici gergali in cui si capi-scono solo gli addetti, traschiamazzi e urla e reciprociimproperi, anche la comu-nicazione dei telegiornali edei programmi culturali co-mincia ad imbarbarirsi.Mettendo anche da parte i cosiddetti incontri cul-turali che hanno loro ristretti sacerdoti e vati coni loro sorrisi e la loro parlata dialettale amicale,anche se pur pregni di alte riflessioni, quello chemaggiormente turba è la quotidiana esperienzadei telegiornali, necessaria ormai per la diffusa esi-genza di notizie istantanee. Per non essere ma-schilisti, ma in questo caso bisognerebbe invocareuna parità, data la tendenza all’inverso dei “ser-vizi” e dei report televisivi, tutti o quasi al femmi-nile, povero Mentana. Inoltre si insegnasse e sipretendesse che la balzana “opinione” personale,fosse separata da un alto muro dalla notizia, comesi pretende nella stampa anglosassone. Ultimachicca, dopo tanti “sversamenti” ed “esonda-zioni”, un servizio sulla “mondezza” napoletana.Ho immaginato che si volesse parlare delle dotidella Lucia manzoniana, piena di purezza e can-dore acqua e sapone. Poi ho subito focalizzato ilconcetto, era la “munnizza”, translitterata in sup-posto italiano. Curiosità del lessico, mi sono affi-dato al Devoto e ho scoperto che a Roma si dicecosì la “in-mondizia”, con l’eliminazione del pre-

fisso negativo. Stranezza somma che nei discen-denti dei latini si tenda all’eliminazione e non al-l’aggiunta. In genere il siciliano aggiunge ilprefisso in-, anche quando non occorre.Questo preambolo per tornare alla questione dellalingua e alle facili e fantasiose traduzioni dei nostriclassici. Negli anni difficili del dopoguerra, nontutti i paesi siciliani avevano una scuola media, lascuola elitaria che era il gradino intermedio tra leelementari (quelle ove allora si insegnavano gli ele-menti base, il leggere e far di conto) e l’istruzionesecondaria di secondo grado. Era tanto elitaria, inossequio all’ordinamento fascista di Gentile an-cora in vigore in consolidato regime repubblicano,che si richiedeva per accedervi un rigido esame diammissione. Per di più altro esame di ammissionesi richiedeva per passare dal ginnasio, detto supe-riore, al Liceo classico. Eppure quelle erano scuoleelementari di forte spessore culturale. Oggi da unquestionario europeo siamo relegati penultiminella graduatoria per la conoscenza dei “primi ele-menti”, con sommo sconcerto e scandalo dei poli-tici. In quella scuola media elitaria il titolo che la

Page 27: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

27

Cultura

La questione della lingua

distingueva dall’avviamento professionale era lostudio obbligatorio del latino, profondo e com-pleto. Nel programma di insegnamento della lin-gua italiana, a parte la noiosa, ma strutturanteanalisi logica e grammaticale, si studiavano i clas-sici epici antichi, l’Iliade in primo anno (la guerradegli eroi belli), e a seguire l’Odissea in seconda el’Eneide in terza. Il Manzoni della salvezza gian-senista si rimandava alla maturità del ginnasio,viatico il dolciastro commento di Luigi Russo.L’epica classica si leggeva nelle bellissime tradu-zioni poetiche di Monti, Pindemonte e AnnibalCaro, delle quali si imparavano a memoria le partipiù esaltanti. Che emozione quell’altisonante Can-tami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta. Sultesto si lavorava inoltre con la parafrasi e il neces-sario riassunto. Mi fermo a queste riflessioni, chefanno inorridire i moderni pedagoghi e gli inse-gnanti à la page. Venne poi la riforma con lascuola media “unica” e si fece guerra al latino, per-ché Cesare era un guerrafondaio sanguinario. Ineffetti si studiava alla media soltanto l’innocuo Eu-tropio e il didascalico Cornelio Nepote, le dolci fa-volette di Fedro, altro che le orripilanti fiabenordiche di cappuccetti rossi, delle quali si decan-tano le qualità psico-terapeutiche. Ma c’eranotanti latinisti di sinistra di gran buon cuore e ne-mici delle guerre. Sì, anche perché il latino era eli-tario e perciò invece di insegnarlo a tutto il bassopopolo si ritenne meglio toglierlo a tutti i cittadini,ricchi e poveri. Anche se qualche scuola dei ricchilo mantenne come optional di lusso. Andando alsorpasso e all’eliminazione del peso e del disturbodell’apprendimento scolastico i classici latini egreci forse si leggeranno fra poco solo nelle pes-sime traduzioni fatte in semplice ed arida prosasgrammaticata. Fra i nostri esimi traduttori catte-dratici mancano purtroppo i poeti. Allora i poetitraducevano in poesia le traduzioni dei cattedra-tici e degli esperti. Fino all’ultimo Quasimodo,alunno dell’Istituto Tecnico matematico-fisico diPalermo e discepolo privato per le discipline clas-

siche di monsignor Mariano Rampolla del Tin-daro, si dice.A proposito di latino, non ricorderò le eccelse at-tività di ricerca della Columbia University di NewYork, ma inviterò soltanto a visitare un sito per mestrabiliante, data la pratica che ho avuto delle lin-gue classiche in Italia. Prende nome dalla messag-gera degli dei, Iris on line, ed è nato dalla passionee dalla fede di Lorna Richardson. Con la sua te-stardaggine ha portato avanti l’introduzione del la-tino nelle scuole elementari inglesi (alcunecentinaia ad oggi), in un paese di lingua sassone enon neolatina. Sostenuta da Boris Johnson (sulquotidiano The Independent, Id quod cirmumi-ret, circumveniat - Latin makes a comeback), hatrovato un valido sostegno in Harry Mount ed inun suo libro dal titolo ammiccante e sornione, cheè divenuto un best-seller (vedere copertina): Amo,amas, amat and that all – how to become a latinlover (London, 2008). Ha scritto qualcosa che danoi sarebbe ritenuto una follia, votati ormai ai sim-boletti e alla semeiotica dei ditini e dei visini sce-motti: «If children learn ethnic studies, in tenyears they will earn absolutely nothing from it.The ones who learn Latin will be the ones who willbe able to go on to jobs in the City, or as lawyers,or journalists».

Page 28: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Attualità

28

IL DISATRODELLA SARDEGNA

Il Presidente del Lions Club Palermo dei Vespri, Giuseppe

Sunseri, esprime a nome di tutti i Soci solidarietà alla popola-

zione sarda tanto duramente colpita dall’alluvione.

Page 29: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

29

Perché doniamo? Una breve“antropologia” del dono

di Lavinia Scolari

Il2 Novembre il mondo cattolico celebra lacommemorazione di tutti i defunti, unaricorrenza religiosa che in alcuni luoghid’Italia è percepita come una vera e pro-

pria festività civile, sebbene non sia riconosciutaufficialmente come tale. Festività, sì, perché in al-cune regioni, e in Sicilia soprattutto, il 2 Novem-bre è una festa: la “festa dei Morti”. Se le nuovegenerazioni di bambini siciliani sembrano mesco-lare la tradizione sicula con rituali di “importa-zione” americana, per i loro genitori e i loro nonnila “festa dei morti” era avvertita (e ancora lo è)con un’intensità tale da renderla in alcune fami-glie perfino più partecipata del Natale. L’usanzaprevede che la notte tra l’1 e il 2 Novembre i mortitornino a visitare i loro cari ancora in vita por-tando dei doni, in particolare ai più piccoli. In ge-nere si tratta di cesti pieni di cibo e qualchegiocattolo, per lo più di dolci tipici, come le Pupedi Zucchero o la Frutta di Martorana. I nostrinonni preparavano la sera prima intere tavolate dicesti traboccanti di “pasta reale”, la pasta di man-dorle, dalle forme più disparate, frutta secca e altribalocchi. Come è noto, il cibo crea aggregazionee socialità. Intorno a qualsiasi tipo di banchettofacciamo esperienza di condivisione. Una cosanon dissimile accade nel caso della prassi del dono.Il 2 Novembre, infatti, anticipa la tradizione delloscambio dei regali tipica del Natale: la notte dellavigilia i bambini sanno di dover andare a letto pre-sto per non disturbare l’arrivo di Babbo Natale,che sistemerà i loro regali sotto l’albero e, in alcunicasi, si rifocillerà mangiando qualche biscotto ebevendo un bicchiere di latte. Anche questa leg-genda, come la tradizione siciliana dei Morti, cidice qualcosa sull’importanza del dare e del con-traccambiare come espressione di un legame. «Il dono è ovunque» dice Jacques T. Godbout nelsuo libro dal titolo Lo spirito del dono (1992, pp.12-14). E ha ragione. La sicilianissima festa dei

Morti e il rito annuale del Natale, pur con un si-gnificato spirituale certamente più profondo, sonodue diversi momenti in cui il dono diventa prota-gonista in modo esplicito, diventa (o torna a essere)sacro. Ma perché doniamo? Che cosa “significa” il dono?La parola dono è la trasparente evoluzione del la-tino donum, che indica propriamente il “dono”nel senso più concreto: la “cosa donata”, il “re-galo”, e meno frequentemente il fatto di donare.Il termine è riconducibile alla radice *dō-, cheesprime l’idea di “portare per conservare” (=prendere) e “portare per offrire” (= donare). Siaper i Romani sia per noi “moderni”, però, il dononon è soltanto ciò che si può toccare e vedere. Puòanche trattarsi di qualcosa di invisibile agli occhi,purché susciti gioia e piacere, sia spontaneo e vo-lontario, utile e vantaggioso. Il dono, d’altronde,assume molteplici sfaccettature. Uno dei regali piùgrandi che possiamo fare, infatti, è il tempo che

Page 30: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

30

Perché doniamo? Una breve“antropologia” del dono

dedichiamo a qualcuno. Il dono, allora, non è l’og-getto che regaliamo, ma un’azione di aperturaverso l’altro, un atto spontaneo e gioioso che in-staura una relazione. Il dono è relazione e noi do-niamo perché abbiamo bisogno di renderetangibile e corporeo il legame che avvertiamo coni nostri cari.Quando doniamo non facciamo altro che avvici-nare l’interlocutore, stabilire un rapporto con lui,un rapporto del quale la “cosa donata” è simbolo.Il destinatario del dono, nel migliore dei casi, de-sidererà contraccambiare, rispondere al nostrogesto di affetto con un contro-dono, in un mecca-nismo di dare e ricevere che conferma la relazione,la nutre e ci parla di essa. Il dono serve così a creare legami oppure a rinsal-darli, a dire a chi amiamo “ho pensato a te, ai tuoibisogni, alla tua felicità”. Quando, indossando ipanni dei nostri cari defunti, portiamo ai bambinidoni da parte loro, non facciamo altro che dire chei nostri morti non ci hanno lasciato, che voglionomantenere un legame con noi, e che ci chiedono diricambiarlo. Così dovrebbe accadere a Natale,quando ci si riunisce per scambiarsi i regali, vale adire per riaffermare la relazione, alimentare i rap-porti umani, gettare le basi di una continuità, avolte ricominciare da capo. Uno dei più grandi studiosi della prassi del dono,Marcel Mauss, antropologo e sociologo francesedel secolo scorso, nel suo Saggio sul dono raccontache le popolazioni tribali dell’Oceania, oggetto deisuoi studi, ritenevano che ogni donatore lasciassenell’oggetto-dono traccia del suo passaggio e che idoni conservassero memoria delle persone tra lequali circolavano: in essi si pensava albergasse unospirito, lo hau, lo “spirito della cosa donata”, chein qualche modo “obbligava” il donatario a con-traccambiare il dono ricevuto, a proseguire la re-lazione. Sì, perché nella pratica del dare è insito ilrischio della perdita. Il dono non è un contratto,

né un impegno legalmente perseguibile, ma un’in-tenzione, una promessa di legame che esclude lacertezza del contraccambio. Il dono è una scom-messa, qualcosa che diamo senza pretesa di resti-tuzione e comporta fiducia.Obbligo e libertà sono i due poli tra i quali la pra-tica del donare si muove. Per essere “pura”, do-vrebbe coincidere con un libero atto di scelta. Avolte, però, esistono doni occasionali, “dovuti”,proprio come quelli che ci si scambia per Natale,come se la festa ci obblighi a donare. Munera, lichiamerebbe Festo, ovvero doni cum causa, doniche si offrono per un motivo specifico e che impli-cano reciprocità. Ma che cos’è allora che fa la dif-ferenza? che rende un dono tale? L’intenzione. Ladisposizione interiore è una delle componentiprincipali che fa sì che il dono assuma moltepliciaspetti. Esso, infatti, ha una natura duplice, unostatuto talmente debole che rischia di trasformalonel suo contrario: il dono è potenzialmente “peri-coloso”, non solo perché implica il rischio dellaperdita, ma anche perché spesso è usato come ma-schera per nuocere. Nel folklore germanico, adesempio, come nella tradizione mitica classica e inquella favolistica, esso può diventare un’arma del“fare il male” nella forma del “dono avvelenato”:si pensi alla mela che la strega offre a Biancaneveoppure ai doni nuziali che Medea fa recapitare allasua rivale e che, indossati, l’avvilupperanno tra lefiamme. Se il dono “benevolo” stabilisce legami sociali, ildono “malefico”, che ne è la controparte, si servedella sue qualità formali per avvicinare il nemicoe distruggerlo. Spesso, nei miti e nelle fiabe, esso èuno strumento efficace di vendetta e di offesa.Detto altrimenti, il dono “positivo” crea relazione,il dono avvelenato la cancella, perché proviene daun nemico, da qualcuno che non mira a creare unlegame armonioso di reciprocità, ma a nuocere edistruggere l’altro. Lo impara a sue spese l’eroe

Page 31: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

31

Perché doniamo? Una breve“antropologia” del dono

greco Aiace, che nella tragedia di Sofocle senten-zia (Aiace, v. 665): «non sono doni i doni dei ne-mici, né sono vantaggiosi». Ma com’è possibile che il dono possa avere esititalmente differenti?Una risposta parziale ce la offre Lucio Anneo Se-neca nel suo trattato in sette libri de beneficiis, de-dicato all’indagine intorno alla pratica delbeneficio nella società del suo tempo. Basterà so-stituire la parola beneficium con la parola dono ene avremo una definizione perfetta:Itaque, non quid fiat aut quid detur, refert, sed quamente, quia beneficium non in eo, quod fit autdatur, consistit, sed in ipso dantis aut facientisanimo.

«Non importa ciò che si fa o si dà, ma con qualeintenzione, poiché il beneficio [e il dono] non con-siste in ciò che si fa o si dà, ma nella disposizioned’animo di chi lo dà o lo fa».Seneca lo sapeva già,che il dono non lo puoi toccare, esso è impalpabileeppure concreto, perché è una res che mette in co-municazione le nostre sfere interiori, che permetteai nostri animi di guardarsi (res inter animos geri-tur, ben. II 34.1). Noi doniamo perché siamo “ani-mali sociali”, perché viviamo delle relazioni cheintessiamo, perché abbiamo bisogno di scambiarcidi continuo le nostre interiorità.

Visita > Leggi > Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazine

incontriamoci in retewww.lionspalermodeivespri.it

Page 32: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Riflettendoci un po'...

Riempire la nostra vita

della vita degli altri

forse non la allunga

ma certamente la allarga.

Riflettendoci un po'...

Le due cose più brutte che le nostre generazioni hanno

fatto a quelle più giovani sono state l'indicare prima

i sogni sbagliati, e poi convincerle che non valeva più

la pena sognare.

Riflessioni

32

RIFLETTENDOCI UN PO’Di Carlo Barbieri

Page 33: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cucina

33

I MENU LETTERARI DI MARINELLA

Preparazione:

Fondere il burro, unire il succo di limone, il prezzemolo finemente tritato,il peperoncino in grossi pezzi. Disporre le pannocchie su un foglio dialluminio, bagnarle con abbondante salsetta , chiudere l’alluminio acaramella e cuocere nel forno a 200° per 25 minuti.

PannoCChIe aL foRno

Ingredienti:

Pannocchie, burro q. b., limone q. b.

,prezzemolo, peperoncino, sale q.b.

Il romanzo Amatissima di Toni Morrison, Premio Nobel per la Letteratura nel 1993, trattail tema della schiavitù attraverso la drammatica fuga di una donna. Pur nel crudo svolgersidella storia uno dei personaggi Paul D dà una ricetta di pannocchie al forno.

Page 34: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Attualità

34

GIORNATA MONDIALECONTRO LA VIOLENZA

SULLE DONNE

a noMe DI TUTTe PeR TUTTe

Di Gabriella Maggio

Page 35: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

35

Teatro

Sipuò replicare un’opera teatrale nellostesso teatro a due condizioni: 1. Che lerepliche proseguano ininterrottamenteper diecine di anni, come avviene in qual-

che teatro di Londra o di Broadway; 2. Che la singolareplica stagionale sia interrotta almeno da qualchequinquennio. C’è per la Traviata forse un’attenuante,che è l’opera più presente e rappresentata nei tabel-loni teatrali di tutti i tempi. Pertanto solo con un’operadi estrema popolarità si poteva sostituire il Götter-dämmerung di Wagner venduto con il troppo ambi-zioso programma della stagione 2013. Per altro La Traviata è fresca fresca di scena al Tea-tro Massimo di Palermo e ciò può suscitare qualcheincrescioso e spiacevole paragone. È stata presentatail 21 febbraio 2012 e di quella versione ho scritto qual-che mia riflessione su questo blog il 26 febbraio e sultema e sul valore dell’opera ad essa rinvio (in web suquesto sito vedi Carmelo Fucarino, «Tutta Parigi im-pazza… è carnevale»). Perciò in questo mio inter-vento aggiungerò qualche considerazione sui dueallestimenti così a ridosso l’uno dell’altro e sul cast rin-novato pur con alcune precedenti compresenze. En-

trambi gli allestimenti sono di teatri del Nord, quellodel 2012 creato dalla Fondazione Pergolesi Spontinidi Jesi, l’odierno è del Teatro Regio di Torino in col-laborazione con il Santa Fe Theatre Opera Festival.Per contestualizzare, tutti sanno del valore del Regiodi Torino, nessuno invece della città statunitense, dicirca ottantamila abitanti, capitale del New Mexico,la più alta della federazione a 2.132 metri. Cionondi-meno possiede dal 1956 un moderno avveniristicoteatro d’Opera. Tornando al parallelo delle due rea-lizzazioni, abbiamo potuto godere della direzione diCarlo Rizzi nel 2012 e ora di Matteo Beltrami condiversa lettura musicale dell’opera verdiana. Così sipuò dire pure della regia, quella sontuosa e dinamicadi Henning Brockhaus del 2012 e l’odierna più “mi-nimalista” di Laurent Pelly, che si è occupato anchedei costumi. Originale il coup de théâtre che sviluppail doloroso preludio iniziale con il funerale di Violetta.Un completo ribaltamento di realizzazione sono statele scene, esplosive e di grandissimo movimento e resacromatica quelle di Josef Svoboda del 2012, la ripeti-zione dell’arido gioco di parallelepipedi, che altrevolte abbiamo ammirato in moto perpetuo nella sce-

di Carmelo Fucarino

Page 36: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Teatro

36

nografia odierna di Chantal Thomas. Quiperò rappresentano le tombe fra le quali sisvolge l’azione, cimitero che un solo lampa-dario trasforma in salone delle feste. Perchédi questo si tratta, per chi non l’avesse capito,così le lenzuola che coprono i mobili di unacasa che chiude, mentre Violetta muore suuna tomba. La bigia scena fissa dovrebbedire tutto questo, con una forte dose di fan-tasia, ad alludere alla vita di una giovane de-stinata alla morte. Così per i costumi diVioletta si passa dalla versione da caffè chan-tant a quella di paggetto. Cosa dire delle in-terpretazioni delle due protagoniste? Iparagoni sono sempre sgradevoli e gli ap-passionati possono far da sé tra la Violetta diMariella Devia, eccellenza nel ruolo dal1973 a Treviso fino al Regio di Parma e allaScala nel 2006 e quella odierna di Desirée Rancatore,per la prima volta nei panni della dama delle came-lie, come lei stessa ha rimarcato: «Da quando ho co-minciato a studiare canto sognavo di interpretarequesto ruolo, uno dei più belli di tutto il repertorio. Èanche una delle opere che più ho ascoltato nella miavita». Si può dire che ha giocato in casa con il fini-mondo di applausi e di grida, sostenuta da StefanoSecco acclamato Romeo all’Arena di Verona. Cosache non si può dire del baritono palermitano Vin-cenzo Taormina, anche se la sua interpretazione èstata accurata e partecipata emotivamente ed elogiatain altri teatri. Patrizia Gentile, soprano palermitana,

è diventata Flora dall’Annina della precedente prova,mentre sono tornati nella loro parte di un anno e tremesi fa Bruno Lazzaretti – Gastone, l’altro palermi-tano Giovanni Bellavia – Douphol, Manrico Signo-rini – Grenvil. Diremmo con il poeta «sanza ‘nfamiae sanza lodo».Si può solo sperare che, chiusa la fase del Commis-sariamento, la nomina dei nuovi presidente, sovrin-tendente e direttore artistico di alto livello possaridare slancio, grandezza e fama al teatro più bellodel mondo. Che ha bisogno del sostegno di tutti,perché torni a risplendere nel mondo della lirica.Viva il Massimo!

Ieri e oggi, foto stampa Teatro Massimo

Foto Teatro Massimo Santa Fe Opera Festival, Violetta Brenda Rae,

Alfredo Michel Fabiano

Page 37: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

37

di Natale Caronia

IL VINO SICILIANODEL DUCA D’AUMALE

Tutti conosciamo l’esistenza del Palazzod’Aumale di Terrasini, oggi museo regio-nale; le botti di vino e carri lì presenti cidicono l’antica vocazione vinicola della

struttura. Ma chi era questo Duca d’Aumale? En-rico Eugenio Filippo Luigi d’Orleans, Duca D’Au-male, figlio del Re dei Francesi Luigi Filippo,esiliato, acquistò in Sicilia una vasta proprietà inquel dello Zucco, presso Palermo, nell’anno 1853.Dobbiamo agli studi sugli Orleans dell’Avv. EnnioParmigiano, esperto collezionista e cultore, che hafatto ricerche storiche e si è recato anche a Chan-tilly, già proprietà del Duca d’Orleans e che ha pub-blicato un volume sull’argomento, se oggipossediamo la puntuale storiografia degli avveni-menti. A seguito degli avvenimenti legati alla rivo-luzione francese, nel 1908 era giunto a PalermoLuigi Filippo d’Orleans, dopo che il padre Luigi Fi-lippo Egalitè era stato ghigliottinato. A Palermo in-contrò la Corte napoletana, fuggita da Napoli perl’arrivo dei francesi, composta dal re Ferdinando IV,la moglie Maria Carolina e le figlie Maria Cristina,Maria Amelia ed il figlio Leopoldo. L’incontro traLuigi Filippo e Maria Amelia sfociò nel loro matri-monio, che avvenne il 25 novembre del 1809 nel Pa-lazzo Reale di Palermo.Dopo la caduta di Napoleone, il 27 luglio del 1814,gli sposi con tre figli ed il quarto in arrivo, si imbar-carono sul piroscafo “Ville de Marseille” per la Fran-cia, dato l’interesse di Luigi Filippo per il trono diFrancia. Il 17 gennaio 1822 nasceva a Parigi HenriEugène Philippe Luis, Duca d’Aumale. All’età diotto anni egli venne adottato dal Principe di Condé,Duca di Borbone, ricchissimo e proprietario del bel-lissimo castello di Chantilly. A dieci anni venne am-messo nel Collegio Militare Henry IV di Parigi e,quale ufficiale, venne inviato nel 1840 in Algeria; permeriti militari ebbe la Legion d’Onore e, nel 1847venne nominato governatore dell’Algeria. Intantoaveva preso come moglie nel 1843 la principessaMaria Carolina Agusta, figlia di Leopoldo, Principedi Salerno; dalla loro unione nacquero quattro figli,

due morti subito dopo il parto e, gli altri due, in gio-vane età. A seguito dei moti del 1848 avvennel’espulsione dalla Francia del re Luigi Filippo e dellaregina Maria Amelia, che si rifugiavano in Inghil-terra; il Duca d’Aumale a sua volta lasciava l’Algeriaper l’Inghilterra. Nel 1853 il Duca d’Aumale acqui-stava la tenuta dello Zucco e, nel 1855, la madreMaria Amelia gli faceva dono del Palazzo d’Orleansdi Palermo, oggi sede della Presidenza della RegioneSiciliana. A seguito della sconfitta di Napoleone IIIa Sedan, il Duca d’Aumale poté rientrate in Franciaed essere eletto nell’Assemblea Nazionale e, a seguitodei suoi meriti culturali, venne chiamato a far partedell’Accademia di Francia, grazie alla sua notevolecultura e quale grande bibliofilo e collezionistad’arte. In tale occasione donò allo Stato Francese ilCastello di Chantilly con quanto in esso contenuto,compresa la vasta collezione di volumi rari e ricercatie di migliaia di quadri, a condizione che quanto inesso contenuto non potesse essere spostato. Nel1883, a seguito dell’approvazione della legge che im-pediva ai reali di abitare in territorio francese, ilDuca dovette ancora una volta lasciare il suo Paeseper l’Inghilterra ed il Belgio. Ciò non gli impedì direcarsi costantemente in Sicilia nella sua proprietà

Palazzo d’Aumale- Terrasini

Page 38: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cultura

38

dello Zucco ove, con vigneron francesi, aveva im-piantato vigneti, provveduto alla bonifica del terri-torio, all’irrorazione dei campi, all’avviamentoagricolo industriale, organizzato un sistema di vini-ficazione che gli permetteva la produzione di vinipregiati, fatto arrivare la ferrovia e, cosa ancora piùimportante, operato la promozione sociale dei con-tadini che vivevano in stato di miseria. Per esportarevia mare i suoi prodotti fece costruire il Palazzod’Aumale a Terrasini, oggi museo regionale, ove ilvino veniva immagazzinato in attesa della sua spe-dizione. Questa attività permise il notevole progressoeconomico dei contadini di quell’area, soprattutto diMontelepre che lavorarono nello Zucco, ricevendopaghe superiori alle medie vigenti. Il legame delDuca con lo Zucco ed i suoi contadini fu tale che egli

volle venire a morire in terra di Sicilia, nella sua te-nuta; centinaia di contadini, in segno di affettuosorispetto, baciarono la fronte, le mani ed i piedi dellasalma del Duca che, successivamente venne traslatanel mausoleo degli Orleans, a Dreux. L’attuale pro-prietario dello Zucco, Pietro Galioto, ha ripreso laproduzione del vino più pregiato dello Zucco, il Mo-scato, con la collaborazione dell’enologo e ricerca-tore Giacomo Ansaldi. L’Assessorato Regionaleall’Agricoltura, sotto la guida dal Dr. Dario Carta-bellotta, tutela questa tenuta, tanto storicamente im-portante quanto misconosciuta dalla nostrapopolazione. A noi corre il dovere di ricordare que-st’Uomo, che ha reso al mondo un grande servizioculturale e grande promozione sociale al nostro ter-ritorio.

IL VINO SICILIANODEL DUCA D’AUMALE

Visita > Leggi > Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 39: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

39

Teatro

LA TRAVIATA

IlMassimo di Palermo ha concluso le cele-brazioni verdiane con La Traviata, operainsigne della trilogia romantica, non acaso Marcel Proust sosteneva: “La tra-

viata mi piace. E’ un’opera che va all’anima……Verdi ha dato alla Dame aux camelias lo stile chele mancava. Dico questo non perché mi sembritrascurabile il dramma di Alexandre Dumas figlio,ma perché, quando un’opera drammatica tocca isentimenti popolari, ha bisogno di musica”. Conquesto titolo popolarità e successo sono assicuratima ha bisogno anche di proposte in “regola”. Lamessa in scena di Chantal Thomas c’è sembrata,una scelta infelice poiché oltre a non tenere contodebitamente della società e del mondo (epoca diLuigi Filippo) in cui si accampa la vicenda ne tra-diva l’animus non giovando nè alla musica né aicantanti impegnati e distratti, continuamente, inun gioco di sali e scendi da quelle anonime, grigiepedane che invadevano ammucchiate su un pal-coscenico in cui si consumava la storia di amore emorte di una delle creature più vicine al cuore delcompositore che la riteneva una “povera pecca-trice”. Inoltre la regia di Laurent Pelly, ripresa daAnna Maria Bruzzese, ci ha lasciati delusi nelleaspettative e perplessi per molte ingenuità e gra-tuiti ammiccamenti erotici . Procedeva in fla-shback, durante le note del preludio, col corteofunebre per la tumulazione, nel cimitero di Mon-tmartre, della infelice fanciulla per poi rappresen-tarci quel destino di amore e morte che attanagliala protagonista che animata da una sfrenata vo-lontà di vivere si abbandona ad un erotismo in-controllato proprio dei tisici. Scoprirà così l’amore,scegliendolo e rivelando in se stessa una verità euna purezza che la porterà al sacrificio e a slancigenerosi vanificati dalla fine prematura. Nellospettacolo minimalista di cifra contemporanea,agiva Desirèe Rancatore che si è distinta fra tuttiper la sua interpretazione e per il suo canto, dise-gnando un personaggio a tutto tondo, lucida e de-terminata, pronta a sfidare con le estreme forzel’inesorabile destino. Sappiamo, per tradizione che

l’opera richiederebbe ben tre soprani, come si suoldire, per l’impegno notevole e diverso della scrit-tura musicale ma la cantatrice ha saputo gestirel’anima di Violetta in tutte le sue pieghe trovandouna voce per ogni situazione, una vocalità che si èirrobustita e che ci ha sentitamente commossi econvinti soprattutto nel terzo atto per le messe divoci tenere, e all’occasione drammatiche, per gliarchi di fiato sempre sostenuti e per il dominio sce-nico: morire sola, aggrappata ad un lenzuolo èstata la rappresentazione del deserto dell’anima incui “la sventurata “ si è venuta a trovare amata datutti e da nessuno perché, come sosteneva qual-cuno,” quando si muore si muore soli”. L’Alfredodi Stefano Secco si faceva solo apprezzare perl’impegno di una voce prevalentemente lirica, te-nacemente e cautamente sorvegliata che gli ha ga-rantito in genere una linea stabile e coerente.Imponente il Germont di Vincenzo Taormina; au-stera figura di padre ottocentesco impegnato a di-fendere e testimoniare i valori borghesi dellafamiglia, con una voce nobile, un’emissione fluida,un buon dominio tecnico; la frequentazione delruolo potrà assicurargli un fraseggio più sostan-ziato di autentiche espressioni sentimentali. Dibuon spessore l’Annina di Valeria Tornatore quisacrificata in un ruolo minore e con lei completa-vano il cast Patrizia Gentile (Flora Bervoix), BrunoLazzaretti (Gastone di Letorieres), Giovanni Bel-lavia (Il barone Doupfol), Italo Proferisce (Il mar-chese D’Obigny), Manrico Signorini (Il dottorGrenvil), Marco Palmeri (Giuseppe), Riccardo

di Salvatore Aiello

Page 40: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Teatro

40

LA TRAVIATA

Schirò (Un domestico). A Matteo Beltrami era af-fidata la direzione orchestrale vigile a non sovra-stare mai le voci e a gestire con destrezza ilrapporto tra l’orchestra e il palcoscenico conun’attenzione al suono e indirizzato a cogliere so-norità liriche nei momenti più teneri rinunciandoa muscolose sonorità nei momenti più accesi ri-

cordandosi che la partitura riecheggia in più partil’ambito donizettiano. Senza sbavature il coro di-retto da Piero Monti.Danzavano tra gli altri Mo-nica Piazza e Giuseppe Bonanno primi ballerini (coreografia ripresa da Giancarlo Stiscia). Pubblicodiviso tra approvazioni totali per i cantanti assaimeno per ciò che ci è toccato vedere.

Visita > Leggi > Commenta> Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci

in retewww.lionspalermodeivespri.it

Page 41: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Lions Club

41

di Gabriella Maggio

Il disegno è costituito da tre immagini : la bandiera dell’Italia ed una scritta in lingua italianain onore degli amici disegnatori, il globo terrestre dove è ben distribuito l’elemento naturalee quello umano, una città di oggi soffocata dallo smog. Concreta l’individuare delle minacceall’ecosistema e la speranza per il futuro.

Visita > Leggi > Commenta > Collabora > Scrivi

VesprinoMagazineincontriamoci in rete

www.lionspalermodeivespri.it

Page 42: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

Cucina

42

I MENU LETTERARI DI MARINELLA

Preparazione:

In una pentola d’acqua fredda portare ad ebollizione la gallina ed i porri,privati delle foglie dure, tagliati nel senso della lunghezza. Fare cuocere per30 mm. e lasciare raffreddare. Tritare i porri, aggiungere le prugne e farecuocere per 15mm. Spolpare la gallina e rimetterla nel brodo, aggiustaredi sale e pepe; unire il prezzemolo finemente tritato. Servire la zuppa bencalda.

DUe GaLLIne RUSPanTI PeR IL PoeTa

Ingredienti:

1 gallina ruspante, 6-8 porri,

pepe nero, prugne secche

denocciolate (q. b.) prezzemolo, sale

Il poeta Dylan Thomas, che apprezzava il buon cibo, in una lettera ringrazia i genitori peravergli donato a Natale due galline ruspanti che ha cucinato secondo l’uso inglese.

Page 43: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

43

NUVOLE SU PALERMO

Lions Club

Foto di Riccardo Carioti

Page 44: Chiesa di San Matteo al Cassaro - Lions Palermo dei Vespri · la violenza sulle donne Gabriella Maggio Oggi si replica traviata Carmelo Fucarino Il vino siciliano del duca d’Aumal

NUMERO QUARANTACINQUENOVEMBRE 2013

Lions Club Palermo dei Vespri - Distretto 108 Y/b - Circoscrizione I - Zona 1

Chiesa di San Matteoal Cassaro - Palermo

ma

ga

zin

e

del Lions Club Palermo dei VespriIl diario online