CHIAMATI ALLA SANTITA’€¦ · di Cristo al Centro che scansi il buio e l’occulto dei no-stri...

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Nel «Credo» affer- miamo «la santità della Chiesa». Que- sto il tema su cui si è soffermato papa Francesco nell’Udienza genera- le del 2 ottobre in piazza San Pie- tro. «Come può es- sere santa ha chiesto il Pontefice una Chiesa fatta di esseri umani, di peccatori?». La Chie- sa, ha spiegato, «Non è santa per i nostri meriti, ma perché Dio la rende santa [...]. Non sia- mo noi a farla san- ta. È Dio, lo Spirito Santo, che nel suo amore fa santa la Chiesa». «Siamo una Chiesa di peccatori ha osservato-; e noi peccatori siamo chiamati a lasciarci trasformare, rinno- vare, santificare da Dio. C’è stata nella storia la tentazione di alcuni che affer- mavano: la Chiesa è solo la Chiesa dei puri, di quelli che so- no totalmente coeren- ti, e gli altri vanno al- lontanati. Questo non è vero! Questa è un’eresia! La Chiesa, che è santa, non rifiu- ta i peccatori; non ri- fiuta tutti noi; non ri- fiuta perché chiama tutti, li accoglie, è a- perta anche ai più lon- tani, chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza e dal perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità di incon- trarlo, di camminare verso la santità [...]. Caro fratello, cara so- rella, è proprio questo che desidera il Signo- re; che tu gli dica: “Signore sono qui, con i miei peccati”», «vuole sentire che gli diciamo: “Perdonami, aiutami a camminare, trasforma il mio cuo- re!”. E il Signore può trasformare il cuore. Nella Chiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è come il Padre della parabola evangeli- ca» che «ti viene incontro perché ti aspetta sempre [...], così è la tenerezza del nostro Padre celeste. Il Signore ci vuole parte di una Chiesa [...] dove tutti possono essere rinnovati, trasformati, santificati dal suo a- more, i più forti e i più deboli, i peccatori, gli indifferenti, coloro che si sentono scorag- giati e perduti». E, concludendo, ha affer- mato: «Dio ti dice: non avere paura della santità, non avere paura di puntare in alto, di lasciarti amare e purificare da Dio, non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. Lasciamoci contagiare dalla santità di Dio. Ogni cristiano è chiamato alla santi- tà; e la santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agi- re Dio. È l’incontro della nostra debolezza con la forza della sua grazia». CHIAMATI ALLA SANTITA’ CHIAMATI ALLA SANTITA’ CHIAMATI ALLA SANTITA’ Il sangue dei Martiri è seme di nuovi cristiani NOVEMBRE 2013

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Nel «Credo» affer-

miamo «la santità

della Chiesa». Que-

sto il tema su cui si

è soffermato papa

Francesco

nell’Udienza genera-

le del 2 ottobre in

piazza San Pie-

tro. «Come può es-

sere santa – ha

chiesto il Pontefice

– una Chiesa fatta

di esseri umani, di

peccatori?». La Chie-

sa, ha spiegato,

«Non è santa per i

nostri meriti, ma

perché Dio la rende

santa [...]. Non sia-

mo noi a farla san-

ta. È Dio, lo Spirito

Santo, che nel suo

amore fa santa la

Chiesa». «Siamo una

Chiesa di peccatori

– ha osservato-; e

noi peccatori siamo

chiamati a lasciarci

trasformare, rinno-

vare, santificare da

Dio. C’è stata nella

storia la tentazione

di alcuni che affer-

mavano: la Chiesa è

solo la Chiesa dei

puri, di quelli che so-

no totalmente coeren-

ti, e gli altri vanno al-

lontanati. Questo non

è vero! Questa è

un’eresia! La Chiesa,

che è santa, non rifiu-

ta i peccatori; non ri-

fiuta tutti noi; non ri-

fiuta perché chiama

tutti, li accoglie, è a-

perta anche ai più lon-

tani, chiama tutti a

lasciarsi avvolgere

dalla misericordia,

dalla tenerezza e dal

perdono del Padre,

che offre a tutti la

possibilità di incon-

trarlo, di camminare

verso la santità [...].

Caro fratello, cara so-

rella, è proprio questo

che desidera il Signo-

re; che tu gli dica:

“Signore sono qui,

con i miei peccati”»,

«vuole sentire che gli

diciamo: “Perdonami,

aiutami a camminare,

trasforma il mio cuo-

re!”. E il Signore può

trasformare il cuore.

Nella Chiesa, il Dio

che incontriamo non è un giudice spietato,

ma è come il Padre della parabola evangeli-

ca» che «ti viene incontro perché ti aspetta

sempre [...], così è la tenerezza del nostro

Padre celeste. Il Signore ci vuole parte di

una Chiesa [...] dove tutti possono essere

rinnovati, trasformati, santificati dal suo a-

more, i più forti e i più deboli, i peccatori, gli

indifferenti, coloro che si sentono scorag-

giati e perduti». E, concludendo, ha affer-

mato: «Dio ti dice: non avere paura della

santità, non avere paura di puntare in alto,

di lasciarti amare e purificare da Dio, non

avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito

Santo. Lasciamoci contagiare dalla santità

di Dio. Ogni cristiano è chiamato alla santi-

tà; e la santità non consiste anzitutto nel

fare cose straordinarie, ma nel lasciare agi-

re Dio. È l’incontro della nostra debolezza

con la forza della sua grazia».

CHIAMATI ALLA SANTITA’CHIAMATI ALLA SANTITA’CHIAMATI ALLA SANTITA’

Il sangue dei Martiri

è seme di nuovi cristiani

NOVEMBRE 2013

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06 41 400 216

Un uomo andò da un maestro di preghiera e gli chiese: ”Insegnami a pregare”. Il

maestro gli disse: “Perché vuoi pregare?” “Perché pregare è la somma scienza”. Il

maestro lo mandò via dicendogli: “Torna tra un anno”. L’anno dopo, l’uomo tornò, si

ripeté la scena, ma cambiò la risposta: “Perché voglio diventare santo”. Il maestro

gli disse ancora una volta: “Torna

tra un anno”. Ritornato da lui,

l’uomo gli disse subito: “Insegnami

a pregare, per- ché voglio cercare

Dio”.

La vera preghie- ra nasce dal deside-

rio di Dio. Cer- care Dio per Dio,

perché è Lui, così come noi siamo

contenti di es- sere cercati per noi

stessi e non per quello che facciamo

o che abbiamo. Cercarlo ogni gior-

no: la preghiera come la vita è quo-

tidiana, aver pregato ieri non

serve se non prego anche oggi. È

più utile alla crescita spirituale

dedicare ogni giorno anche solo

qualche minuto alla preghiera che

aspettare di a- vere più tempo e

più voglia per farlo. Nella preghie-

ra non è impor- tante “sentire”, rice-

vere consolazioni, posso pregare anche quando non riesco a concentrarmi o mi di-

straggo, poiché ciò che conta non è l’attenzione ma l’intenzione: sapere verso chi sto

andando, chi desidero incontrare. Pregare non è riflettere su Dio, parlare di Lui, ma

parlare a Lui, sintonizzarsi con il suo cuore, accogliere e vivere la sua volontà. Se

prego cambio davvero, se prego divento riflesso della sua bellezza e santità.

Bisogna tendere con tutte le forze alla santità ma non esiste la santità senza la pre-

ghiera… il cristiano vale quanto prega… le nostre comunità devono diventare sempre

più luoghi di preghiera, luoghi di contemplazione e di lode, dove il cuore dell’uomo si

riempie dell’amore di Dio (Giovanni Paolo II).

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Il 31 Ottobre notte,per noi cristiani è l’ingresso nella Festa di Tutti i Santi. Allora la nostra iniziativa par-

rocchiale “easy”, in Sant’Alessandro,sarà quella di riempire le “zucche” di tante luci per rimettere la Luce di Cristo al Centro che scansi il buio e l’occulto dei no-

stri giorni di crisi economica, sociale,culturale, che non ci piacciono perché solo la luce di Cristo potrà andare

Incontro ai Volti belli e luminosi dei nostri fratelli i San-ti. In ogni tempo della nostra storia, anche in momen-ti di crisi economica dove sono vissuti, i Santi, hanno

sempre portato la forza e la passione di credere che la

Santità, l’impegno personale in ogni campo della vita vince il malcontento, il buio, la diavoleria. Anche noi

siamo chiamati in questa strada di Luce vincente.

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“La santità, la pienezza della vita cristiana non consiste nel compiere imprese straor-

dinarie, ma nell’unirsi a Cristo, nel vivere i suoi misteri, nel fare nostri i suoi atteg-

giamenti, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. La misura della santità è data dalla

statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, mo-

delliamo tutta la nostra vita sulla sua. E’ l’essere conformi a Gesù” spiega il Papa che

cita sant’Agostino: “Viva sarà la mia vita tutta piena di Te“ (Confessioni, 10,28).La

vita santa non è frutto del nostro sforzo: è Dio che ci rende santi. “Come può avve-

nire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diventino il pensare e l’agire con

Cristo e di Cristo? Qual è l’anima della

santità? Di nuovo il Concilio Vaticano II

precisa; ci dice che la santità cristiana non

è altro che la carità pienamente vissuta”

spiega il Papa che an- cor più concretamen-

te dice “Che cosa è essenziale? Essenzia-

le è non lasciare mai una domenica senza

un incontro con il Cri- sto Risorto

nell’Eucaristia; questo non è un peso ag-

giunto, ma è luce per tutta la settimana.

Non cominciare e non finire mai un giorno

senza almeno un bre- ve contatto con Dio.

E, nella strada della nostra vita, seguire

gli “indicatori stradali” che Dio ci ha comu-

nicato nel Decalogo letto con Cristo, che

è semplicemente l’esplicitazione di che cosa sia carità in determinate situazioni. Mi

sembra che questa sia la vera semplicità e grandezza della vita di santità: l’incontro

col Risorto la domenica; il contatto con Dio all’inizio e alla fine del giorno; seguire,

nelle decisioni, gli “indicatori stradali” che Dio ci ha comunicato, che sono solo forme

di carità. Perciò il vero discepolo di Cristo si caratterizza per la carità verso Dio e ver-

so il prossimo” (Lumen gentium, 42). Questa è la vera semplicità, grandezza e pro-

fondità della vita cristiana, dell’essere santi“.

“Ecco perché sant’Agostino, commentando il capitolo quarto della Prima Lettera di

san Giovanni, può affermare una cosa coraggiosa: “Dilige et fac quod vis”, “Ama e

fa’ ciò che vuoi”. E continua: “Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla

per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per a-

more; vi sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se

non il bene” (7,8: PL 35). Chi è guidato dall’amore, chi vive la carità pienamente è

guidato da Dio, perché Dio è amore. Così vale questa parola grande: “Dilige et fac

quod vis”, “Ama e fa’ ciò che vuoi“.

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Santa Messa feriale ore 18.00 Mercoledi e Venerdi ore 08.00

Vertice della santità e della perfezione è amare Cristo, nostro sommo be-

ne, nostro salvatore, nostro Dio. E, infatti, proprio lui a dirci: «Il Padre stesso vi ama, perché voi avete amato me» (Gv 16, 27). «Alcuni – nota san Francesco di Sales – fanno consistere la perfezione in una vita austera, altri nella pre- ghiera o nella frequenza dei sacramenti e altri an- cora nelle o-pere di carità… Ma

sbaglia- no. Vera per-fezione è amare Dio con tutto il cuore». Scri-ve, infat- ti, l’apostolo Paolo: «Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché è sol-tanto l’amore che

tiene per- fettamente u-niti» (Col 3, 14). E

sant’Agostino aggiunge: Ama Dio e fa’ quel che vuoi, perché a una persona che ama Dio, sarà lo stesso amore a farle evitare ciò che dispiace e fare ciò che gli è gradito. Forse Dio non merita il nostro amore? Egli ci ha amato fin dall’eternità:

«Ti ho sempre amato e continuerò a mostrarti il mio amore incrollabi-le» (Ger 31, 3). «Uomo – sembra dire il Signore -, sappi che io sono sta-to il primo ad amarti. Tu ancora non eri venuto al mondo, anzi non c’era neppure il mondo, ed io già ti amavo. È da quando, si potrebbe dire, so-no Dio che ti amo; da quando ho amato me, ho amato anche te!».(Pratica Amare G.C. pag.35) «Gravissima poi è l’affermazione che Dio non vuole tutti santi! L’apostolo Paolo, infatti, ci ricorda:”Questa è la sua volontà: vivete in modo degno

di Dio” (1Ts4,3) Dio vuole tutti santi e ognuno nel proprio stato di vita: il religioso da religioso, il laico da laico, il sacerdote da sacerdote, lo spo-sato da sposato, il commerciante da commerciante, il militare da milita-re, e così via».(S.Alfonso Maria de’ Liguori)

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1020 Per il cristiano, che unisce la propria morte a quella di Gesù, la morte è come un andare verso di lui

ed entrare nella vita eterna. Quando la Chiesa ha pronunciato, per l'ultima volta, le

parole di perdono dell'assoluzione di Cristo sul cristiano morente, l'ha segnato, per l'ultima volta, con una unzione fortificante e gli ha dato Cristo nel viatico come nutri-

mento per il viaggio, a lui si rivolge con queste dolci e rassicuranti parole: « Parti, anima cristiana, da questo mondo, nel nome di Dio Padre onnipotente che ti

ha creato, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che è morto per te sulla cro-ce, nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono; la tua dimora sia oggi

nella pace della santa Gerusalemme, con la Vergine Maria, Madre di Dio, con san

Giuseppe, con tutti gli angeli e i santi. [...] Tu possa tornare al tuo Creatore, che ti ha formato dalla polvere della terra. Quando lascerai questa vita, ti venga incontro la

Vergine Maria con gli angeli e i santi. [...] Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno ». 604

I. Il giudizio particolare 1021 La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al

rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo. 605 Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venu-

ta, ma afferma anche, a più riprese, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sa-rà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede. La parabola del povero

Lazzaro 606 e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone 607 così come altri testi del Nuovo Testamento 608 parlano di una sorte ultima dell'anima 609 che può essere

diversa per le une e per le altre. 1022 Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale

la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a

Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, 610 o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, 611 oppure si dannerà immediatamente per sempre. 612

« Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore ». 613 II. Il cielo

1023 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamen-te purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo

vedono « così come egli è » (1 Gv 3,2), « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12): 614 « Con la nostra apostolica autorità definiamo che, per disposizione generale di Dio, le

anime di tutti i santi morti prima della passione di Cristo [...] e quelle di tutti i fedeli morti dopo aver ricevuto il santo Battesimo di Cristo, nelle quali al momento della

morte non c'era o non ci sarà nulla da purificare, oppure, se in esse ci sarà stato o ci sarà qualcosa da purificare, quando, dopo la morte, si saranno purificate, [...] anche

prima della risurrezione dei loro corpi e del giudizio universale — e questo dopo l'a-scensione del Signore e Salvatore Gesù Cristo al cielo — sono state, sono e saranno

in cielo, associate al regno dei cieli e al paradiso celeste con Cristo, insieme con i

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santi angeli. E dopo la passione e la morte del nostro Signore Gesù Cristo, esse han-

no visto e vedono l'essenza divina in una visione intuitiva e anche a faccia a faccia, senza la mediazione di alcuna creatura ». 615

1024 Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine

Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata « il cielo ». Il cielo è il fine ultimo dell'uomo e la realizzazione

delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.

1025 Vivere in cielo è « essere con Cristo ». 616 Gli eletti vivono « in lui », ma conservando, anzi, trovando

la loro vera identità, il loro proprio nome: 617

« Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi Regnum – La vita, infatti, è stare con Cri-

sto, perché dove c'è Cristo, là c'è la vita, là c'è il Regno ». 618

1026 Con la sua morte e la sua risurrezione Gesù Cristo ci ha « aperto » il cielo. La vita dei beati consiste

nel pieno possesso dei frutti della redenzione compiuta da Cristo, il quale associa alla sua glorificazione

celeste coloro che hanno creduto in lui e che sono rimasti fedeli alla sua volontà. Il cielo è la beata comuni-

tà di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui.

1027 Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibi-

lità di comprensione e di descrizione. La Scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di

nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso: « Quelle cose che occhio non vide,

né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano » (1

Cor 2,9).

1028 A motivo della sua trascendenza, Dio non può essere visto quale è se non quando egli stesso apre il

suo mistero alla contemplazione immediata dell'uomo e gliene dona la capacità. Questa contemplazione di

Dio nella sua gloria celeste è chiamata dalla Chiesa « la visione beatifica »:

« Questa sarà la tua gloria e la tua felicità: essere ammesso a vedere Dio, avere l'onore di partecipare alle

gioie della salvezza e della luce eterna insieme con Cristo, il Signore tuo Dio, [...] godere nel regno dei cie-

li, insieme con i giusti e gli amici di Dio, le gioie dell'immortalità raggiunta ». 619

1029 Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri

uomini e all'intera creazione. Regnano già con Cristo; con lui « regneranno nei secoli dei secoli » (Ap

22,5). 620

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PROGRAMMA

NOVEMBRE 2013

5 MARTEDI ORE 21.00 CENTRI D’ASCOLTO

6 MERCOLEDI ORE 16.45 PROVE CANTO

8 VENERDI ORE 16.45 PROVE CANTO

11 LUNEDI ORE 18.45 LECTIO DIVINA

13 MERCOLEDI ORE 18.00 CATECHISTI

19 MARTEDI ORE 18.45 CATECHESI ADULTI

26 MARTEDI ORE 18.45 LETTORI

29 VENERDI ORE 18.45 GRUPPO MISSIONE

POPOLARE A

CASAL MONASTERO.

7 14 21 28 ORE 17.00 ADORAZIONE

DATA DA DEFINIRE INCONTRO CASE FAMIGLIE

“LA CARITA’ SUL TERRITORIO

DELLA PARROCCHIA”

30 SABATO ORE 16.00

INCONTRO RELIGIOSE

11 e 21 ORE 16.00

CENTRO D’ASCOLTO CARITAS

Ufficio Parrocchiale MARTEDI 10-12;16-17. MERCOLEDI 16.30-18.00 VENERDI 10-12;16.30-18.00 SABATO PER APPUNTAMENTO

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NOVEMBRE 2013 OTTAVARIO DEFUNTI

31 Ottobre ore 17.00 Adorazione Eucaristica

CRISTO LUCE DELLE NOSTRE

FAMIGLIE. 31 Ottobre ore 18.00 S.Messa prefestiva

SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI

1 NOVEMBRE 10.00.11.30 18.00 Celebrazione Eucaristica

2 NOVEMBRE Commemorazione dei Fedeli Defunti

Alle ore 09.00 Santa Messa

Alle ore 18.00 Santa Messa e ricordo dei Fratelli morti nell’Anno Pasto-

rale 2012-2013.

INIZIA L’OTTAVARIO DI PREGHIERA DEI FEDELI DEFUNTI

Domenica 3 ore 18.00 Ricordo dei Defunti Famiglie

di Via Nomentana. Lunedi 4 ore 18.00 Ricordo dei Defunti Famiglie

di Cesarina-Coazzo

Martedi 5 ore 18.00 Ricordo dei Defunti Famiglie Zona delle Ville.

Mercoledi 6 ore 08.00 Ricordo dei Sacerdoti,

Religiose della nostra Parrocchia defunti.

Giovedi 7 ore 18.00 Ricordo Defunti Famiglie

Zona Casal Monastero. Venerdi 8 ore 18.00 Ricordo Defunti Famiglie

Incidenti stradali. Sabato 9 ore 18.00 Ricordo defunti Parrocchia

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Marco Lo Muscio organo

Bona Kim Soprano

Dario Paolini Tenore

Antonello Bucca Violino