Che Guevara
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Disambiguazione – "Che" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi CHE.
(ES)
« Hasta la victoria siempre. Patria o
muerte. »
(IT)
« Fino alla vittoria sempre. Patria o
morte. »
(Ernesto Che Guevara da Scritti, discorsi e diari di guerriglia)
La foto di Korda, intitolata Guerrillero Heroico. La foto che ritrae Guevara è stata una delle fotografie più stampate del XX
secolo. Nel mondo, ci sono innumerevoli immagini del Che su riviste, libri, cartoline, poster, magliette e bandiere, ma il fotografo
che la scattò, Alberto Korda, non ne trasse alcun guadagno[1].
Ernesto Guevara de la Serna, più noto come Che Guevara, el Che (in spagnolo: pronuncia [ɛl 'ʧe]) o,
in italiano, il Che (pronuncia [il 'ʧe]) (Rosario, 14 maggio 1928 [2] – La Higuera, 9 ottobre 1967 ), è stato
un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico argentino. Guevara fu membro delMovimento del 26 di luglio e,
dopo il successo della rivoluzione cubana, assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo
a Fidel Castro.
Dopo il 1965, lasciò Cuba per attuare la Rivoluzione popolare in altri Paesi, prima nell'ex Congo
Belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un
reparto anti-guerriglia dell'esercito boliviano - assistito da forze speciali statunitensicostituite da agenti speciali
della CIA - a La Higuera, nella provincia di Vallegrande (dipartimento di Santa Cruz). Il giorno successivo venne
ucciso e mutilato ai polsi nella scuola del villaggio. Il suo cadavere - dopo essere stato esposto al pubblico a
Vallegrande - fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani,
autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo
di Santa Clara di Cuba.
Indice
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1 Biografia
o 1.1 Infanzia e gioventù
o 1.2 Il Sudamerica in motocicletta
o 1.3 Il Guatemala
o 1.4 La Rivoluzione cubana
o 1.5 Nel governo cubano
o 1.6 L'allontanamento da Cuba
o 1.7 In Congo
o 1.8 In Bolivia
1.8.1 La guerriglia
1.8.2 Cattura ed esecuzione
2 Origine del soprannome "Che"
3 Vita privata
4 Guevara come icona rivoluzionaria
5 Le accuse di crimini durante il regime
6 Scritti di Guevara
o 6.1 Edizioni italiane delle opere di Guevara
7 Onorificenze
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Biografia [modifica]
Infanzia e gioventù [modifica]
Documento di nascita di Ernesto Guevara.
Ernesto Guevara de la Serna nacque a Rosario, in Argentina sul fiume Paranà, da una famiglia borghese
benestante di origini spagnole, basche ed irlandesi. I genitori erano Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna.
Relativamente alla data di nascita si hanno notizie discordi: nella biografia più completa e documentata, quella
redatta da Jon Lee Anderson viene citata l'affermazione della madre, la quale asserisce che la data corretta è il 14
maggio. Era primo di cinque fratelli (tre maschi e due femmine), sebbene il padre avrà da un secondo matrimonio
con la pittrice argentina Ana Maria Erra altri 3 figli, Ramon, Maria Victoria e Ramiro.
La casa natale di Ernesto "Che" Guevara a Rosario.
Il Che nel 1951, in Argentina
Nonostante soffrisse d'asma (male che costringerà i Guevara a trasferirsi a Córdoba e che lo affliggerà tutta la
vita), si dedicò allo sport, specialmente al rugby(militò per un breve periodo anche nel San Isidro), con ottimi
risultati. In questo contesto acquisì il soprannome "Fuser", contrazione di "Furibondo Serna", suo tipico grido
quando partiva all'attacco.
Altra passione giovanile furono gli scacchi, gioco insegnatogli dal padre. Dall'età di dodici anni partecipò a diversi
tornei scacchistici locali. Durante l'adolescenza, si appassionò alla poesia, specialmente a quella di Pablo Neruda.
Come molti sudamericani della sua estrazione sociale e culturale, nel corso degli anni Guevara scrisse diverse
poesie. Era, del resto, un lettore vorace ed eclettico, con interessi che variavano dai classici dell'avventura diJack
London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung ed ai trattati filosofici
di Bertrand Russell. Nella tarda adolescenza si appassionò alla fotografia, passando molte ore a fotografare
persone e luoghi. Anni dopo, avrebbe fotografato i siti archeologici visitati nei suoi viaggi.
Studiò dal 1941 nel "Colegio Nacional Deán Funes" e, nel 1948, si iscrisse all'Università di Buenos Aires per
studiare medicina: dopo diverse interruzioni, si laureò il 12 luglio 1953 [3] .
Il Sudamerica in motocicletta [modifica]
La motocicletta Norton utilizzata nelle riprese del film I diari della motocicletta.
Quando era ancora studente, Guevara passò molto tempo a viaggiare in America Latina. Nel 1951un suo vecchio
amico, Alberto Granado, un biochimico, suggerì a Guevara di prendere un anno di pausa dagli studi in medicina
per intraprendere il viaggio attraverso il Sudamerica che per anni si erano proposti di fare. Guevara ed il
ventinovenne Alberto partirono quindi dalla città di Alta Graciaa cavallo di una motocicletta Norton Model 18 di
500 cc del 1939, cui Granado aveva dato il soprannome di "La Poderosa II". La loro idea era di passare qualche
settimana nel lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni, a compiere attività di
volontariato. Guevara raccontò questo viaggio nel diario "Latinoamericana" (Notas de viaje) da cui, nel 2004, verrà
tratto il film I diari della motocicletta.
Dopo aver visto la povertà di massa ed esser stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo
la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell'America Latina. I suoi viaggi
gli fornirono anche l'idea di non vedere il Sudamerica come una somma di diverse nazioni, ma come un'unica
entità, per la liberazione della quale era necessaria una strategia di respiro continentale. Cominciò ad immaginare
la possibilità di una Ibero-America unita e senza confini, legata da una stessa cultura (mestizo), un'idea che
assumerà notevole importanza nelle sue ultime attività rivoluzionarie. Ritornato in Argentina, completò gli studi il
prima possibile, deciso a continuare i suoi viaggi nell'America del Sud e nell'America centrale.
Il Guatemala [modifica]
Dopo la laurea alla scuola medica dell'Università di Buenos Aires nel 1953, Guevara ricominciò a viaggiare,
visitando Bolivia, Perù, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras e El Salvador. Raggiunse
il Guatemala dove il presidente Jacobo Arbenz Guzmán guidava un governo populista che cercava di portare
avanti una rivoluzione sociale attraverso varie riforme, soprattutto fondiarie. Intorno a questo periodo Guevara
ricevette il famoso soprannome "Che", dovuto all'uso frequente che faceva del tipico intercalare argentino Che.
Secondo Jon Lee Anderson, il principale contatto di Guevara in Guatemala fu la socialista peruviana Hilda Gadea,
che lo introdusse in ambienti vicini al governo Arbenz. Hilda faceva parte dell'American Popular Revolutionary
Alliance (APRA), un movimento politico guidato daVíctor Raúl Haya de la Torre.
Guevara prese anche contatto con diversi esuli cubani, legati a Fidel Castro, tra cui Antonio "Ñico" López, che
aveva preso parte all'attacco della caserma "Carlos Manuel de Céspedes" a Bayamo, nella provincia cubana di
Oriente, e che sarebbe morto al ponte Ojo del Toro poco dopo lo sbarco a Cuba della Granma. Guevara si unì a
questi "moncadistas" nella vendita di oggetti religiosi connessi al culto del Cristo nero ed aiutò anche due
medici venezuelani specialisti della malaria, Vega e Peñalver.
La sua situazione economica era piuttosto precaria e fu costretto a dare in pegno alcuni gioielli di Hilda. Il 15
maggio 1954, sulla navesvedese Alfhem, arrivò un carico d'armi di alta qualità per la fanteria e per
l'artiglieria leggera di marca Škoda, inviato dalla Cecoslovacchia comunista al governo Arbenz.
Il carico fu stimato in 2000 tonnellate dalla CIA[4] e, abbastanza stranamente, in appena due tonnellate da Jon Lee
Anderson[5] (si pensa però che la stima di Anderson sia il risultato di un errore di stampa).
Guevara si era recato per breve tempo in El Salvador per procurarsi un nuovo visto ed in seguito era ritornato in
Guatemala. Nel frattempo, aveva avuto inizio il colpo di stato di Carlos Castillo Armas, messo in atto con
l'appoggio della CIA[4]. Le forze contrarie ad Arbenz non furono in grado di arrestare il trasporto delle armi ceche
su ferrovia. In seguito però, riorganizzate e dotate di supporto aereo, iniziarono a guadagnare terreno. Guevara
entrò in una milizia armata organizzata dai giovani comunisti, ma ben presto ritornò ai suoi impegni medici. A
seguito del colpo di stato, Guevara si era presentato volontario, ma Arbenz consigliò ai sostenitori dotati di
cittadinanza estera di abbandonare il paese. Dopo che Hilda fu arrestata, Guevara per breve tempo si rifugiò
nel consolato argentino e poi si trasferì in Messico.
Il colpo di stato contro Arbenz, consolidò l'opinione di Guevara che gli Stati Uniti fossero una potenza imperialista,
che si sarebbe sempre opposta ai governi intenzionati a ridurre le disparità economiche, endemiche in America
Latina e negli altri paesi in via di sviluppo. Questo rafforzò ulteriormente la sua convinzione secondo cui solo il
socialismo, raggiunto attraverso la lotta armata e difeso dal popolo in armi, avrebbe risolto i problemi dei paesi
poveri.
La Rivoluzione cubana [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Rivoluzione cubana.
Banconota cubana da 3 pesos (fronte)
Poco dopo l'arrivo in Messico, rinnovò la sua amicizia con Ñico López e con gli altri esuli cubani che aveva
incontrato in Guatemala. López lo mise in contatto con Raúl Castro. Dopo essere stato rilasciato, Fidel
Castro arrivò a Città del Messico e Raúl gli presentò Guevara. Dopo una fervida conversazione durata tutta la
notte, Guevara si convinse che Castro era il capo rivoluzionario che stava cercando ed aderì al Movimento del 26
di luglio che aveva in programma di abbattere il dittatore cubano Fulgencio Batista. Anche se i piani prevedevano
che Guevara sarebbe dovuto essere solo il medico del gruppo, partecipò comunque all'addestramento militare
insieme agli altri membri del movimento e, alla fine del corso, fu segnalato dall'istruttore, il colonnello Alberto Bayo,
come il migliore degli allievi. Nel frattempo, anche Hilda Gadea era arrivata dal Guatemala e riprese la sua
relazione con Guevara. Nell'estate del 1955 lo informò che era incinta e lui le propose di convolare a nozze. Il
matrimonio ebbe luogo il 18 agosto 1955 e la loro figlia, che chiamarono Hilda Beatríz, venne alla luce il 15
febbraio 1956.
Quando il 25 novembre 1956 la nave Granma partì alla volta di Cuba da Tuxpan, nella
provincia messicana di Veracruz, Guevara assieme all'italiano Gino Donè Paro [6] , al messicano Alfonso e al
dominicano Ramon Mejías, detto Pichirillo, erano gli unici non cubani a bordo. Il 2 dicembre avvenne lo sbarco
a La Playa de las Coloradas, una zona paludosa vicino a Niquero (Cuba sudorientale). Poco dopo furono attaccati
dai militari di Batista e la metà di loro cadde in combattimento o fu uccisa dopo la cattura. I sopravvissuti, dodici a
cui si aggiunsero dei contadini incontrati dopo lo sbarco(per un totale di 17 uomini)[7], si riorganizzarono e
fuggirono sulle montagne della Sierra Maestra, per condurre la guerriglia contro il regime.
Negli ultimi giorni del dicembre 1958 diresse l'attacco condotto dalla sua "squadra suicida" (un reparto che svolse
le missioni più rischiose dell'esercito rivoluzionario)[8] su Santa Clara. Fu una delle battaglie decisive della
rivoluzione, anche se la serie di sanguinose imboscate, prima durante la ofensiva sulla Sierra Maestra poi sulla
Guisa e l'intera campagna delle pianure di Cauto probabilmente ebbero una maggiore importanza militare. Batista,
dopo essersi accorto che i suoi alti ufficiali, come il generale Cantillo che aveva incontrato Castro allo zuccherificio
abbandonato "Central America", stavano stipulando una pace separata con Castro, fuggì nella Repubblica
Dominicana il 1 gennaio 1959.
Nel governo cubano [modifica]
Il 2 gennaio 1959 la colonna del Che entra nella capitale di Cuba, La Havana, e occupa la fortezza militare "La
Cabaña", eretta al tempo della colonizzazione degli spagnoli a L'Avana. Per i sei mesi in cui rivestì l'incarico di
comandante della prigione sovrintese ai processi e alle esecuzioni di circa 55 militari[9], ex ufficiali del regime di
Batista, membri del BRAC (Buró de Represión de Actividades Comunistas, "Ufficio repressione attività
comuniste"). In questo periodo organizza una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti e
incontra Salvador Allende; Successivamente il Che dedicherà al futuro Presidente del Cile il libro La guerra di
guerriglia: "A Salvador Allende che con altri mezzi cerca di ottenere la stessa cosa. Con affetto, Che".
Il 7 febbraio 1959, il nuovo governo nominò Guevara "Cittadino cubano per diritto di nascita". Poco dopo, Guevara
iniziò le procedure didivorzio, per porre una fine anche formale al suo matrimonio con Hilda Gadea, da cui si era
separato, nei fatti, già prima di partire dal Messico con la Granma. Il 2 giugno 1959, sposò Aleida March, una
cubana che faceva parte del Movimento del 26 di luglio, con cui viveva dalla fine del 1958.
Il 12 giugno del 1959, in rappresentanza del governo parte per il Medio Oriente e l'Asia, alla testa di una
delegazione economica che ha come obiettivo principale l'apertura di nuovi mercati. Nello stesso anno, durante
l'estate, visitò anche l'allora Jugoslavia e fece tappa anche a Fiume, dove i funzionari locali lo accompagnarono
nelle fabbriche della zona, come ad esempio il cantiere navale "3 maggio", per capire il sistema aziendale
dell'autogestione delle stesse da parte dei lavoratori.
In seguito, Guevara divenne dirigente dell'Istituto Nazionale per la Riforma Agraria e poi presidente della Banca
Nazionale di Cuba (in un certo senso, uno scherzo del destino, poiché aveva spesso condannato il denaro.
Espresse il suo disagio firmando le banconote col soprannome "Che").
In questo periodo, riemerse la sua passione per gli scacchi e prese parte a molti tornei nazionali ed internazionali
che si tenevano a Cuba[10]. Desiderava molto incoraggiare i giovani cubani ad accostarsi agli scacchi e organizzò
molte attività per stimolare il loro interesse verso il gioco.
Già dal 1959, Guevara aiutò ad organizzare tentativi rivoluzionari, a Panamá e poi nella Repubblica Dominicana.
In questi tentativi morì Ramón López (Nené), aiutante del comandante Camilo Cienfuegos. Alcuni definiscono
queste operazioni come una purga dei fedeli di "Camilo".
Guevara con Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre a Cuba, nel 1960
Nel 1960 Guevara prese parte ai soccorsi alle vittime in seguito all'esplosione della nave La Coubre. Mentre
l'operazione di salvataggio era in corso, avvenne una seconda esplosione. I morti furono oltre cento[11]. Fu in
questa occasione che Alberto Korda scattò la sua fotografia più famosa. Non è chiaro se la nave fu sabotata o se
esplose per un incidente. Coloro che favoriscono la teoria del sabotaggio tendono ad attribuirlo alla CIA [12] e
spesso attribuiscono la colpa a William Alexander Morgan[13] un rivale di Guevara nelle forze anti-Batista delle
province centrali, che più tardi sarebbe entrato nella CIA. Alcuni esuli cubani portano avanti la teoria secondo cui
l'attentato sarebbe stato compiuto da alcuni filosovietici, nemici di Guevara[14].
Dopo essere stato direttore dell'Istituto Nazionale per la Riforma Agraria e della Banca Nazionale di Cuba,
Guevara venne nominato Ministro dell'Industria. In questa posizione, diede il suo contributo a modellare il
socialismo cubano, diventando una delle figure politiche più importanti dell'isola. Nel suo libro Sulla guerriglia,
Guevara sostenne il modello cubano di rivoluzione, iniziato da un piccolo gruppo di guerriglieri (foco), senza la
necessità di ricorrere a grandi organizzazioni che sostenessero l'insurrezione armata (dottrina del focolaio).
Questa strategia più tardi sarebbe fallita in Bolivia. Nel saggio El socialismo y el hombre en Cuba (1965) sostenne
la necessità di creare un "uomo nuovo" (hombre nuevo) assieme allo stato socialista.
Durante l'invasione della Baia dei Porci (1961), Guevara non partecipò ai principali combattimenti, essendo stato
assegnato da Castro ad un comando nella provincia più occidentale di Cuba, Pinar del Rio, dove respinse un
tentativo d'invasione (era un'operazione diversiva, escogitata per stornare l'attenzione dei cubani dal luogo del
vero sbarco). Durante lo svolgimento di questo incarico, patì una ferita al volto, che affermò essere stata causata
dallo sparo accidentale della sua pistola.
Guevara giocò un ruolo importante nello schieramento a Cuba dei missili balistici sovietici, armati con testate
nucleari, causa della crisi dell'ottobre 1962.
L'allontanamento da Cuba [modifica]
Nel dicembre 1964 Guevara andò a New York in qualità di capo della delegazione cubana e tenne un discorso
all'Assemblea Generale dell'ONU[15]. In quell'occasione, apparve nel programma domenicale d'informazione Face
the Nation sulla CBS ed incontrò diverse personalità ed esponenti di gruppi politici. Tra loro, il senatore
statunitense Eugene McCarthy, componenti del gruppo guidato da Malcolm X e dalla radicale canadese Michelle
Duclos[16][17]. Il 17 dicembre volò a Parigi, dando inizio a un viaggio di tre mesi, in cui visitò la Repubblica Popolare
Cinese, l'Egitto, l'Algeria, il Ghana, la Guinea, il Mali, il Dahomey, il Congo-Brazzaville e la Tanzania, con soste
in Irlanda, a Parigi e a Praga. Ad Algeri, il 24 febbraio 1965, fece l'ultima apparizione pubblica sul palcoscenico
internazionale, intervenendo al "Secondo seminario economico sulla solidarietà afro-asiatica". Nel suo discorso
dichiarò: "In questa lotta fino alla morte non ci sono frontiere. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quanto
accade in ogni parte del mondo. Una vittoria di qualsiasi nazione contro l'imperialismo è una nostra vittoria, come
una sconfitta di qualsiasi nazione è una nostra sconfitta"[18][19]. Sorprese quindi il suo uditorio proclamando "I paesi
socialisti hanno il dovere morale di liquidare la loro tacita complicità con i paesi sfruttatori del mondo occidentale".
Delineò anche una serie di misure che, secondo lui, i paesi del blocco comunista avrebbero dovuto prendere per
raggiungere questo scopo[20][21]. Ritornò a Cuba il 14 marzo, ricevuto solennemente all'aeroporto di L'Avana da
Fidel e Raúl Castro, Osvaldo Dorticós e Carlos Rafael Rodríguez. Due settimane dopo, Guevara si ritirò dalla vita
pubblica e scomparve. Dove fosse restò il grande mistero cubano per tutto il 1965, anche se era sempre
genericamente considerato il "numero due" del regime dopo Castro. La sua latitanza fu variamente attribuita al
relativo insuccesso del piano d'industrializzazione che aveva portato avanti da ministro dell'Industria, alle pressioni
esercitate su Castro dai Sovietici, allarmati dalle tendenze filo cinesi di Guevara, in un momento in cui la frattura
tra Mosca e Pechino si approfondiva, oppure a gravi divergenze tra Guevara ed il resto della dirigenza cubana
sullo sviluppo economico dell'isola e sulla sua linea politica. È anche possibile che Castro fosse stato reso
diffidente dalla popolarità di Guevara, che poteva farlo diventare una minaccia. I critici di Fidel affermano che le
sue spiegazioni sulla scomparsa di Guevara sono sempre sembrate sospette e molti trovano sorprendente che
Guevara non dichiarasse mai le sue intenzioni in pubblico, ma solo con una lettera priva di data a Castro.
L'orientamento filo-cinese di Guevara era sempre più problematico per Cuba, mano a mano che l'economia del
paese diventava sempre più dipendente dall'Unione Sovietica. Dai primi giorni della rivoluzione cubana, Guevara
era stato considerato un sostenitore della strategiamaoista nell'America Latina. Il suo piano per una rapida
industrializzazione di Cuba per molti era comparabile alla campagna cinese delgrande balzo in avanti. Secondo
diversi osservatori occidentali della situazione cubana, l'opposizione di Guevara alle raccomandazioni ed alle
condizioni sovietiche, che Castro aveva dovuto accettare, potrebbe essere la ragione del suo allontanamento dalla
vita pubblica. D'altronde, sia Guevara che Castro sostenevano l'idea di un fronte unico tra Unione Sovietica e
Cina, tentando anche, senza successo, di riconciliare le due maggiori potenze comuniste.
Durante la crisi dell'ottobre 1962, Guevara percepì come un tradimento sovietico la decisione - presa da Nikita
Khruščёv senza consultare Castro - di ritirare i missili da Cuba. Divenne quindi più scettico nei confronti
dell'URSS. Come emerso dal suo ultimo discorso ad Algeri, del 24 febbraio 1965, aveva iniziato a vedere
l'emisfero settentrionale, guidato ad ovest dagli Stati Uniti e ad est dall'Unione Sovietica, come unica entità
sfruttatrice dell'emisfero meridionale.
Di fronte alle più diverse ipotesi sul destino del rivoluzionario argentino, Castro, il 16 giugno 1965, disse che
l'opinione pubblica sarebbe stata informata su Guevara quando lo stesso Guevara avesse ritenuto opportuno
farlo. Intanto le voci si diffondevano sia a Cuba che all'estero. Il 3 ottobre di quello stesso anno, Castro rese
pubblica una lettera priva di data[22] presumibilmente scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in cui questi
riaffermava la sua solidarietà con Cuba, ma dichiarava anche la sua intenzione di abbandonare l'isola e di andare
a combattere altrove per la Rivoluzione. Spiegava che "Altri paesi nel mondo hanno bisogno dei miei modesti
sforzi". Nella stessa lettera Guevara annunciava di dimettersi da tutte le cariche che occupava, nel governo, nel
partito e nelle forze armate. Rinunciò anche alla cittadinanza di Cuba, che gli era stata concessa nel 1959 per i
suoi meriti nella rivoluzione.
Durante un'intervista con quattro giornalisti stranieri il 1 novembre, Castro disse di essere al corrente dove fosse
Guevara e aggiunse, riguardo alle voci su una possibile morte del vecchio compagno d'armi, che questi, al
contrario, godeva di ottima salute. Dove fosse Guevara restò, comunque, un mistero per i successivi due anni,
durante i quali i suoi movimenti rimasero segreti.
In Congo [modifica]
Durante un incontro, durato tutta la notte tra il 14 ed il 15 marzo 1965, Guevara e Castro si trovarono d'accordo sul
fatto che il Che avrebbe guidato personalmente la prima azione militare cubana in Africa. Alcune fonti, di solito
affidabili, affermano che Guevara convinse Castro ad affidargli questa impresa, mentre altre fonti, di uguale
affidabilità, sostengono che fu Castro a convincere Guevara ad intraprendere la missione, argomentando che le
condizioni sociali dei diversi paesi latino americani presi in considerazione come possibili "fuochi" di guerriglia non
erano ancora ottimali. Lo stesso Castro ha confermato questa seconda versione.
L'operazione cubana nell'ex Congo Belga (più tardi Zaire e attualmente Repubblica Democratica del Congo) era
finalizzata al sostegno del movimento marxista dei Simba, favorevole a Patrice Lumumba.
Durante la missione africana, per un certo periodo Guevara fu assistito dal capo guerrigliero Laurent-Désiré
Kabila, che aiutava i sostenitori di Lumumba a condurre una rivolta, soppressa dall'esercito congolese nel
novembre di quello stesso 1965. Guevara considerò Kabila insignificante, scrivendo di lui "Niente mi fa credere
che sia l'uomo adatto al momento"[23].
Guevara aveva 37 anni ed era privo di un'istruzione militare formale. La sua asma gli aveva infatti evitato il servizio
militare in Argentina, un fatto di cui fu felice, date le sue opinioni politiche di opposizione al governo. Aveva
comunque al suo attivo le esperienze della rivoluzione cubana, in particolare la vittoriosa marcia su Santa Clara,
che fu basilare nella vittoria finale delle forze castriste.
Mercenari sudafricani e britannici come Mike Hoare ed esuli cubani lavorarono con l'esercito congolese per
ostacolare i piani di Guevara. Furono in grado di monitorare le comunicazioni dei reparti agli ordini del
rivoluzionario argentino, di tendere imboscate ai guerriglieri ed alle truppe cubane ogni volta in cui tentarono un
attacco, di interrompere le linee di rifornimento di Guevara[24][25]. Il proposito di Guevara era quello di esportare la
rivoluzione cubana indottrinando i Simba all'ideologia comunista ed insegnando loro le strategie della guerriglia.
L'incompetenza, il settarismo e le lotte intestine delle varie fazioni congolesi furono indicate da Guevara come le
principali ragioni del fallimento della rivolta.
Dopo sette mesi, malato, sofferente per l'asma e frustrato dalle avversità, Guevara abbandonò il Congo con i
cubani sopravvissuti (sei membri della sua colonna erano morti). Ad un certo punto, Guevara fu tentato di
rimandare a Cuba soltanto i feriti, rimanendo a combattere da solo in Congo fino alla fine, per offrire un esempio ai
rivoluzionari. I suoi compagni d'armi e due emissari di Fidel Castro lo convinsero però a lasciare il campo di
battaglia.
Dal momento che Fidel Castro aveva reso di dominio pubblico una lettera che Guevara gli aveva inviato, in cui il
rivoluzionario argentino scriveva della sua intenzione a recidere ogni legame con Cuba per dedicarsi interamente
alla rivoluzione in altre parti del mondo, il Che non se la sentì moralmente di tornare sull'isola e passò i successivi
sei mesi vivendo clandestinamente a Dar-es-Salaam, Praga e nellaRepubblica Democratica Tedesca. Durante
questo periodo, scrisse le sue memorie sull'esperienza in Congo e iniziò ad elaborare altri due libri, uno di filosofia
(Apuntes Filosóficos) e uno di economia (Notas Económicas).
In tutti questi mesi, Castro seguitò a esortarlo perché tornasse a Cuba, ma Guevara accettò solamente quando
capì che sarebbe rimasto sull'isola per i pochi mesi necessari a preparare una nuova impresa rivoluzionaria
in America Latina e che la sua presenza sarebbe rimasta strettamente riservata.
In Bolivia [modifica]
La guerriglia [modifica]
Le ipotesi su dove Guevara potesse essere continuarono a inseguirsi per tutto il 1966 e i primi mesi del 1967.
Rappresentanti del movimento indipendentista mozambicano FRELIMO raccontarono di incontri con lui alla fine
del 1966 o all'inizio del 1967 a Dar es Salaam, dopo i quali rifiutarono la sua offerta di aiuto al loro progetto
rivoluzionario. In un discorso tenutosi durante la manifestazione del Primo maggio 1967 al'Avana, il ministro delle
forze armate facente funzione, maggiore Juan Almeida, annunciò che Guevara stava "servendo la rivoluzione da
qualche parte nell'America Latina". Le notizie, sempre più consistenti, secondo cui stava conducendo la guerriglia
in Bolivia vennero infine considerate degne di fede.
Su richiesta di Fidel Castro, un pezzo di terreno in una zona remota era stato comprato dai comunisti boliviani
perché Guevara lo utilizzasse come base e campo d'addestramento. Probabilmente, per Guevara ed i cubani che
lo accompagnavano, la scelta di non iniziare a combattere subito, ma di addestrarsi in questo campo nella regione
di Ñancahuazú comportò maggiori rischi. Poco fu fatto per gettare le basi di un esercito guerrigliero. La presunta
ex operativa della Stasi (qualità negata dalle autorità della DDR, oggi dopo il crollo della DDR non vi sono
informazioni che possano far presumere la sua appartenenza alla Stasi) Haydèe Tamara Bunke Bider, più nota
con il nome di battaglia di Tania, che si era installata a La Paz come principale agente di Guevara, vennero diffuse
voci su una sua collaborazione col KGB e si è spesso ritenuto che abbia servito inconsapevolmente interessi
sovietici, portando le autorità boliviane sulle tracce dei guerriglieri. Tania cadde in Bolivia qualche tempo prima di
Guevara. Il diario, trovato addosso al suo cadavere, avrebbe aiutato i boliviani a individuare i movimenti dei
cubani.
Le numerose foto di Guevara e degli altri membri del gruppo, lasciate nel campo base dopo che questo fu
abbandonato a seguito dei primi scontri con l'esercito boliviano nel marzo 1967, fornirono al presidente René
Barrientos Ortuño la prova della presenza del rivoluzionario argentino nel paese. Si dice che, dopo averle viste,
Barrientos espresse il desiderio di vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di La
Paz. Ordinò quindi all'esercito di dare la caccia al gruppo cubano.
Il reparto di Guevara, composto da circa 50 combattenti e denominato ELN (Ejército de Liberación Nacional de
Bolivia), era ben equipaggiato e inizialmente conseguì un certo numero di successi contro le forze boliviane, sul
terreno difficile e montuoso della regione di Camiri. In settembre, tuttavia, l'esercito riuscì ad eliminare due gruppi
guerriglieri, uccidendo uno dei capi.
Nonostante la natura violenta del conflitto, Guevara fornì cure mediche a tutti i militari boliviani che i guerriglieri
presero prigionieri e, di seguito, li rilasciò. Anche dopo l'ultima battaglia di Quebrada del Yuro, in cui fu ferito e
catturato, quando fu condotto in un centro di detenzione provvisoria e vide che lì si trovavano diversi militari
boliviani rimasti feriti nel combattimento, si offrì di fornirgli assistenza medica (offerta rifiutata dall'ufficiale boliviano
in comando)[26].
Il piano di Guevara per fomentare la rivoluzione in Bolivia si basava su alcune concezioni sbagliate:
Si aspettava di dover affrontare solo il governo militare locale ed il suo esercito,
male armato e poco equipaggiato. Al contrario, appena il governo statunitense
ebbe confermata la sua presenza in Bolivia, inviò personale della CIA e di altre
agenzie per aiutare ad organizzare la contro guerriglia. L'esercito boliviano venne
addestrato da consiglieri appartenenti alle forze speciali dell'esercito
statunitense, incluso un nuovo battaglione dei Rangers esperto in combattimento
nella giungla. I reparti speciali statunitensi probabilmente presero parte anche a
certi combattimenti.
Si aspettava di ricevere assistenza e cooperazione dai locali oppositori al
governo. Queste aspettative vennero frustrate ed il Partito comunista boliviano,
filosovietico e non filocubano, non lo aiutò affatto, anche se alcuni membri, come
Rodolfo Saldana, Serapio Aquino Tudela e Antonio Jimenez Tardiolo lo fecero a
titolo personale o si arruolarono nei suoi reparti, contro la volontà dei vertici di
partito.
Si aspettava di rimanere in contatto radio con l'Avana. Al contrario, le due
trasmittenti ad onde corte che gli erano state fornite erano difettose, impedendo
le comunicazioni con Cuba. Dopo qualche mese, il registratore a nastro che
utilizzavano per registrare e decodificare i messaggi radio provenienti da Cuba fu
perso durante l'attraversamento di un fiume.
Oltretutto, la sua inclinazione al confronto più che al compromesso contribuì probabilmente alla sua incapacità di
sviluppare un buon rapporto di lavoro con i dirigenti boliviani, come era avvenuto anche in Congo[27]. Questo tratto
del suo carattere era emerso anche nel corso della guerriglia a Cuba, ma era stata tenuta sotto controllo dalla
guida di Fidel Castro[28].
In realtà l'ipotesi che il Che stesse preparando la rivoluzione in Bolivia sembra non essere corretta. È più
probabile, come confermano anche le ricerche del giornalista boliviano José Luis Alcázar, che stesse preparando
una scuola d'addestramento per guerriglieri, per portare in un secondo tempo queste forze a sud ed entrare nel
suo Paese d'origine, l'Argentina [29] .
Cattura ed esecuzione [modifica]
Già da più di un mese, dal 31 agosto, l'avanguardia di Guevara era rimasta sola dopo l'annientamento da parte
dell'esercito della retroguardia comandata da Joaquin, a Puerto Mauricio, sul Rio Grande. L'imboscata avvenne
dopo la delazione del contadino Honorato Rojas che, sotto minaccia dell'esercito (la moglie si lamentò per le
percosse inferte al marito), informò su luogo del possibile attraversamento del fiume da parte dei guerriglieri.
La caccia a Guevara in Bolivia fu guidata da Félix Rodríguez, un agente della CIA che era stato infiltrato a Cuba
per prendere contatto con i ribelli dei Monti Escambray e con ambienti anti castristi di l'Avana prima dell'invasione
alla Baia dei Porci e che era stato con successo fatto uscire dall'isola dopo il fallimento dello sbarco[30][31]. In Bolivia
Felix Rodriguez agiva con il nome di Felix Ramos.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo,
si rifugiò in un canalone (quebrada) dove fu circondato dalle forze militari. Qui Guevara fu catturato dall'esercito
boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'8 ottobre del 1967 nella quebrada del Yuro, a pochi km dal villaggio di La
Higuera. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe. Il capo dell'esecutivo boliviano René Barrientos, appena
informato della cattura, ordinò l'esecuzione e diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto
in combattimento. Invece Rodrìguez voleva chiedere istruzioni ai suoi superiori. Guevara fu recluso nella piccola
scuola del paese, dove passò la notte.
Rodríguez riferì la notizia della cattura tramite la rete dell'Agenzia in Sud America, al direttore generale della
CIA, Richard Helms, a Langley, in Virginia, mentre governava l'amministrazione Johnson. Che Guevara fu ucciso
nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967. Fu scelto a sorte tra alcuni volontari, Mario Terán, un sergente
dell'esercito. Su quanto accadde dopo, esistono diverse versioni. Qualcuno dice che Terán era troppo nervoso, al
punto di uscire dal locale e dover essere ricondotto dentro a forza. Per altri, non volle guardare Guevara in faccia,
così da sparargli alla gola, ferita che sarebbe stata fatale. Per altri ancora, il sergente avrebbe avuto bisogno di
ubriacarsi, al fine di portare a termine il compito. La versione più accreditata dai simpatizzanti racconta che
Guevara ricevette diversi colpi d'arma da fuoco alle gambe, sia per evitare di deturpargli il volto e ostacolarne
l'identificazione, sia per simulare ferite in combattimento, così da nascondere l'esecuzione sommaria del
prigioniero. Il colpo di grazia al cuore, fu sparato da Felix Rodriguez. Guevara pronunciò diverse parole prima della
morte. Si è detto che avrebbe accolto così il suo uccisore: "So che sei qui per uccidermi. Spara dunque, codardo,
stai solo uccidendo un uomo"[32],[33]. Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove
venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa[34]. Le fotografie prese allora fecero
nascere leggende come quelle di San Ernesto de La Higuera e El Cristo de Vallegrande [35] . Dopo l'esecuzione,
Rodríguez prese per sé oggetti personali di Guevara. Negli anni seguenti, avrebbe spesso mostrato con orgoglio
ai giornalisti questi cimeli. Dopo che un medico militare ebbe amputato le mani al cadavere, l'esercito boliviano
fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati.
Il mausoleo di Che Guevara
Secondo una versione opposta la CIA non aveva interesse nella morte di Che Guevara, secondo l'agente segreto
americano William Blum, il programma della CIA era di portare Guevara a Panama e usarlo per fare un processo
contro Cuba[36]. A sostegno di questa tesi, Antonio Moscato scrive che Barrientos, non voleva il processo di Che
Guevara, perché si sarebbe trasformato in una tribuna rivoluzionaria, come aveva fatto anni prima Fidel
Castro a Cuba conBatista [37].
Un altro fatto, di minore rilevanza, collegato alla cattura ed alla morte di Guevara fu l'arresto diRégis Debray.
Nell'aprile 1967 le forze governative boliviane catturarono Debray, un giovanefrancese, professore
di filosofia all'Università dell'Avana, che aveva studiato all'Ecole Normale Supérieure con il filosofo marxista Louis
Althusser [38] , accusandolo di collaborare alla guerriglia. Debray dichiarò con forza di lavorare solo come giornalista
e rivelò che Guevara, scomparso da tempo, stava guidando la guerriglia. Il processo a Debray (che divenne un
caso internazionale) era appena iniziato quando le autorità boliviane, l'11 ottobre, riportarono (falsamente) che
Guevara era stato ucciso nello scontro con le forze governative dei giorni precedenti.
Il 15 ottobre Castro riconobbe pubblicamente la morte di Guevara e proclamò tre giorni di lutto nazionale. La morte
del Che fu vista come un grave fallimento per i movimenti rivoluzionari d'impronta socialista operanti nell'America
latina e nel resto del terzo mondo.
Il 28 giugno 1997 i resti del cadavere di Guevara furono esumati in una fossa comune vicino alla pista di volo
a Vallegrande. A guidare gli scavi fu l'antropologo cubano Jorge Gonzalez che il 2 luglio annunciò lo storico
rinvenimento[39][40]. Pochi giorni dopo le spoglie del Che venivano riportate a Cuba e accolte nella base militare di
San Antonio de los Banos, 35 km a Sud dell'Avana, da Fidel Castro, suo fratello Raúl, ministro delle FAR (Forze
armate rivoluzionarie), la vedova del Che, Aleida March, i figli Aleida, Celia, Camilo ed Ernesto, alcuni dirigenti
politici e militari e gli amici[41].
Dall'11 al 13 ottobre 1997 a Cuba fu proclamato lutto nazionale[42]: le ossa di Guevara assieme a quelle di sei altri
combattenti cubani morti durante la campagna in Bolivia, furono pubblicamente commemorate[43] e quindi tumulate
il 17 con tutti gli onori militari in un mausoleo costruito appositamente nella città di Santa Clara[44], dove trentanove
anni prima aveva vinto quella che era stata ritenuta la battaglia decisiva della rivoluzione cubana.
Il monumento è corredato da una grande statua con la scritta "Hasta la victoria siempre" e da una lapide recante
la parte iniziale del testo del famoso ordine di servizio firmato da Fidel Castro il 21 agosto 1958, con cui venivano
comunicate le istruzioni operative per la colonna numero 8, comandata da Guevara: "Se asigna al comandante
Ernesto Guevara la misión de conducir desde la Sierra Maestra hasta la provincias de Las Villas una Columna
rebelde y operar en dicho territorio de acuerdo con el plan estratégico del Ejército rebelde".
Origine del soprannome "Che" [modifica]
Il soprannome di "Che" venne attribuito a Guevara dai compagni di lotta cubani in Guatemala, e deriva dal fatto
che Guevara, come tutti gli argentini, pronunciava spesso la locuzione "che" usata per chiamare l'attenzione di un
interlocutore ed equivalente alle locuzioni italiane tu, teo ehi, bene, dunque[45].
Vita privata [modifica]
Nella foto, da sinistra a destra:Aleida March, Camilo, Hilda, Celia e Aleida, 1963.
Ernesto Guevara si sposò due volte ed ebbe cinque figli.
Il primo matrimonio fu con Hilda Gadea [46] il 18 agosto del 1955, in Messico. Hilda era un'economista e
dirigente peruviana del APRA che conobbe Guevara in Guatemala. Insieme ebbero una figlia, Hilda Beatriz
Guevara Gadea (1956-1995), nata il 15 febbraio del 1956. Guevara divorziò da Hilda nel 1959, dopo la rivoluzione
Hilda ricoprì alti carichi a Cuba dove si era definitivamente trasferita, scrivendo anche un libro dal titolo Che
Guevara: los años decisivos. Morì nel 1974 a L'Avana.
Il secondo matrimonio fu con Aleida March Torres, avvenuto a L'Avana il 9 giugno del 1959. Aleida era una
militante del Movimento del 26 luglio della provincia di Villa Clara, e conobbe Guevara quando questi stava
sviluppando la sua offensiva finale al regime di Batista, poco prima dellabattaglia di Santa Clara. Insieme ebbero
quattro figli: Aleida Guevara March, nata il 17 novembredel 1960, Camilo Guevara March (nato il 20 marzo 1962),
Celia Guevara March (14 giugno 1963), ed Ernesto Guevara March (24 febbraio 1965).
Lo storico messicano Jorge Castaneda nel suo libro "Companero, vita e morte di un mito" menziona anche di un
figlio di Guevara avuto da una relazione extramatrimoniale con Lidia Rosa López, Omar Perez, nato il 18
marzo del 1964 [47].
Guevara come icona rivoluzionaria [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Che Guevara nella cultura popolare e Guerrillero Heroico.
Monumento al Che - La Higuera (Bolivia)
2011: Durante la protesta Occupy Wall Street, un manifestante porta un cartello col motto del "Che"
La figura di Ernesto Guevara è assurta alla dimensione del "mito", essendo divenuto un'icona di livello
internazionale per quella parte di persone che si riconoscono nei suoi ideali rivoluzionari.
A testimonianza della grande risonanza mediatica dell'immagine di Guevara si può portare ad esempio il fatto che
la fotografia del Che scattata il 6 marzo 1960 dal fotografo Alberto Korda e da questi regalata all'editore
italiano Giangiacomo Feltrinelli è diventata una delle immagini più famose del XX secolo, tanto da essere
considerata la più riprodotta in assoluto della storia della fotografia. Meno nota è la circostanza dello scatto: i
funerali di 81 cubani morti durante un attentato terrorista finanziato ed appoggiato dagli anticastristi e
dalla CIA nell'ambito dell'Operazione Mongoose.
Guevara è stato interpretato al cinema da Francisco Rabal (1968), Omar Sharif (1969), Antonio Banderas (1996),
Alfredo Vasco (1999), Gael García Bernal (2002), Eduardo Noriega (2003), Jesu Garcia (2005) e Benicio Del
Toro (2008).
Le accuse di crimini durante il regime [modifica]
Alcuni autori hanno accusato Guevara di aver commesso crimini contro l'umanità e violazioni dei diritti umani,
usando l'autorità che gli era stata conferita nell'ambito dell'esercito rivoluzionario. Di questi riferiscono in
particolare Il libro nero del Comunismo [48] e lo scrittore Alvaro Vargas Llosa, anche sulla base di quanto scritto dal
Che nel proprio diario[49][50][51], ma anche altri autori [52].
Alcuni di questi hanno affermato come gli episodi di violenza che imputano a Guevara siano conseguenza anche
della sua concezione ideologica, che reputano esemplificata tra l'altro dalla seguente dichiarazione del Che, da
essi non raramente citata:
« L'odio come fattore di lotta; l'odio intransigente contro il nemico, che permette all'uomo di superare i suoi limiti naturali e lo trasforma in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così: un popolo senza odio non può distruggere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta: nelle sue case, nei suoi luoghi
di divertimento. Renderla totale. Non bisogna lasciargli un minuto di tranquillità [...] farlo sentire come una belva braccata. »
(dal Messaggio alla Tricontinental[53], articolo di Ernesto Guevara pubblicato[54] sulla rivista Tricontinentalall'Avana il 16 aprile 1967[55], leggibile nel suo testo originale (in spagnolo)[56], in inglese[57] ed in italiano[58][59].)
Accuse di crimini vengono mosse anche in relazione al ruolo che Che Guevara ha avuto come giudice d'appello
nel contesto dell'applicazione delle cosiddette "Ley de la Sierra": si trattava di una normativa penale risalente al
XIX secolo[60]. Tali "Ley de la Sierra" comminavano la pena capitale per numerosi crimini [61] e vennero estese
all'intero territorio cubano nel 1959, allo scopo di perseguire coloro che erano considerati "criminali di guerra" ed
oppositori politici.
Nel corso dei processi tenutisi a La Cabana nel periodo summenzionato venne inflitta la pena di morte per
fucilazione[62] a parecchie decine di persone, seppure le fonti siano discordi sul numero esatto dei fucilati[63][64][65]. A
La Cabana furono istituiti due tribunali rivoluzionari, uno per giudicare poliziotti e soldati, uno per i civili [66];
Guevara non era membro di nessuno dei due, ma, nella sua posizione di comandante della guarnigione,
esaminava le richieste di appello ed i direttori dei tribunali erano suoi subordinati [67].
Tali processi e le relative esecuzioni sono state tacciate di arbitrarietà: il rispetto dei diritti dell'imputato, come la
presunzione d'innocenza ed il diritto ad un giusto processo, secondo i critici, sarebbe stato meramente formale e
non sostanziale, il che sarebbe dimostrato dalla brevità dei procedimenti giudiziali e dalla violazione fattuale del
diritto di difesa[68]. Si sarebbe trattato in sostanza di processi farsa, nei quali non sarebbero stati coinvolti solo
criminali di guerra ma soprattutto semplici oppositori politici[68]. Il modo in cui i processi vennero condotti e le
condanne inflitte suscitarono scandalo e proteste presso la stampa occidentale ed in particolare presso il Time [61].
Alvaro Vargas Llosa afferma che, in base alle testimonianze raccolte nelle sue ricerche, coloro che furono fucilati a
La Havana nel periodo di comando di Guevara potrebbero superare il numero di 2000 persone[69] e sostiene che
già nel 1959 Guevara si sarebbe reso responsabile dell'esecuzione sommaria di numerosi oppositori politici[70].
Nel 1960 inaugura il sistema concentrazionario cubano, venendo posto a capo del primo campo di
concentramento castrista, creato quell'anno a Guanahacabibes sulla penisola di Guahana allo scopo di punire, per
stessa ammissione di Guevara, "la gente che ha mancato nei confronti della morale rivoluzionaria" [71]. Il periodo di
attività del campo si protrasse ben oltre il periodo in cui Guevara ne fu a capo[72][73][74][75]. In particolare, nel 1965
Guevara introdusse a Cuba il sistema delle Unità Militari di Aiuto alla Produzione (UMAP), dove vennero detenuti
e sottoposti a tortura intellettuali contrari alla dittatura Castrista, dissidenti, omosessuali e religiosi (tra
cui cattolici,testimoni di Geova, evangelisti e avventisti)[76][77]. Tali accuse gli sono state imputate anche dai
saggisti Jay Nordlinger e Massimo Caprara, ex segretario personale di Palmiro Togliatti [78] .
Régis Debray, ideologo dei focolai di guerriglia rivoluzionari e compagno di Guevara in Bolivia, affermò con
riferimento a questi che «è stato lui e non Fidel a ideare il primo "Campo di lavoro correzionale"»[79]. Guevara è
stato visto da alcuni come la mente del regime castrista nella sua prima fase di vita (all'incirca tra il 1959 ed il
1965) ed è stato pertanto considerato responsabile o comunque complice dei crimini commessi in questa parte
della storia di Cuba[80], ma anche della politica di collettivizzazione delle campagne[81].
Scritti di Guevara [modifica]
Guevara fu autore di poesie e di saggi letterari e storici, interessanti anche perché contengono le sue osservazioni
politiche, come è possibile per esempio riscontrare nel commento che scrisse sul libro di Pablo Neruda Canto
Generale[82].
Guevara fu autore di La guerra di guerriglia, un libro di strategia militare, che tratta del modo di
condurre guerre irregolari. Venne considerato per un certo tempo un testo utile per comprendere, condurre e
contrastare le strategie di guerra basate sulla guerriglia. Secondo molti, invece, la sua uccisione in Bolivia
testimonia come, in materia, non esistano strategie risolutive.[senza fonte] Guevara credeva che un piccolo gruppo
(foco) di guerriglieri, attaccando violentemente il governo, avrebbe potuto stimolare fra la popolazione sentimenti
rivoluzionari, grazie ai quali non sarebbe stato necessario costituire dei movimenti molto forti e portare avanti la
lotta rivoluzionaria con fasi regolari prima di lanciare l'insurrezione armata finale. Era infatti convinto che il
consenso popolare fosse indispensabile per la rivoluzione, e che senza di esso non fosse possibile portare avanti
alcun movimento rivoluzionario.
Coloro che sostengono ancor oggi la validità delle strategie esposte in Sulla Guerriglia attribuiscono l'insuccesso
di Guevara in Bolivia alla particolare realtà boliviana, nella quale i contadini, che avrebbero dovuto costituire la
base dell'esercito di Guevara per la progettata rivoluzione boliviana, guardavano con diffidenza gli stranieri che
dicevano di combattere per loro, il che determinò l'isolamento del gruppo di Guevara. Essi affermano che sulle
cause dell'insuccesso boliviano avrebbe pesato anche il contesto internazionale: i partiti comunisti boliviani non
avrebbero collaborato alla progettata insurrezione, e in quella fase delicata della guerra fredda ogni tentativo di
riproporre la "rivoluzione mondiale" non sarebbe stato ben visto nei maggiori paesi del blocco socialista.[senza fonte]
Tra i suoi scritti anche Prima di morire. Appunti e note di lettura, che raccoglie citazioni ritrovate dopo la morte di
Guevara in un suo quaderno di appunti.
Edizioni italiane delle opere di Guevara [modifica]
La guerra per bande, Milano, Edizioni Avanti!, 1961[83].
Sulla Sierra con Fidel. Cronache della rivoluzione cubana, Roma, Editori Riuniti,
1965.
Creare due, tre molti Viet-Nam. È la parola d'ordine, Milano, Libreria Feltrinelli,
1967.
Da un altro Vietnam, Roma, Samonà e Savelli, 1967.
La guerra di guerriglia e altri scritti politici e militari, Milano, Feltrinelli, 1967.
Lettere, diari e scritti, Roma, Tindalo, 1967.
Il socialismo e l'uomo a Cuba, Milano, Libreria Feltrinelli, 1967.
Ai giovani; Cuba non è un'eccezione storica, Roma, Samona e Savelli, 1968.
Contro la burocrazia; Che cos'è un quadro rivoluzionario; Operai e partito, Roma,
Samonà e Savelli, 1968.
Diario in Bolivia , Milano, Feltrinelli, 1968.
Opere, 3 voll., Milano, Feltrinelli, 1968-1969.
I, La guerra rivoluzionaria, Milano, Feltrinelli, 1968.
II, Le scelte di una vera rivoluzione, Milano, Feltrinelli, 1968.
III, Nella fucina del socialismo, Milano, Feltrinelli, 1969.
Questa grande umanità, Roma, Tindalo, 1968.
Scritti, discorsi e diari di guerriglia. 1959-1967, Torino, Einaudi,
1969.
Il marxismo vivente del Che. Raccolta di scritti di Ernesto Che
Guevara, Milano, Nuove Edizioni Internazionali, 1987.
Scritti politici e privati di Che Guevara, Roma, Editori Riuniti,
1988. ISBN 88-359-3152-5
Latinoamericana . Un diario per un viaggio in motocicletta, Milano,
Feltrinelli, 1993. ISBN 88-07-81259-2
Latinoamericana. Due diari per un viaggio in motocicletta, Milano,
Feltrinelli, 1993. ISBN 88-07-42069-4
La costruzione del partito nel pensiero del Che, Sesto San
Giovanni, Il papiro, 1993.
Scritti scelti, 2 voll., Roma, Erre Emme, 1993. ISBN 88-85378-50-1
L'anno in cui non siamo stati da nessuna parte. Il diario inedito di
Ernesto Che Guevara in Africa, Firenze, Ponte alle Grazie,
1994. ISBN 88-7928-275-1
Diario da Cuba, Roma, Libera informazione, 1994.
Calida presencia. Lettere di Che Guevara a Tita Infante, 1952-
1956, Milano, Punto rosso, 1996.
La conquista della speranza. Diari inediti 1956-1957, con Raul
Castro, Milano, M. Tropea, 1996. ISBN 88-438-0000-0
Ideario, Roma, Grandi tascabili economici Newton, 1996. ISBN 88-
8183-384-0
Diario della rivoluzione cubana, Roma, Grandi tascabili economici
Newton, 1996. ISBN 88-8183-544-4
I giovani, Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-110-3
Cuba: eccezione storica o avanguardia nella lotta al colonialismo?,
Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-106-5
L'economia, Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-107-3
Politica e sviluppo, Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-
157-X
Lettere scelte, Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-159-
6
Opere scelte, 2 voll., Milano, Baldini & Castoldi, 1996.
I, L'azione armata, Milano, Baldini & Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-185-5
II, La trasformazione politica, economica e sociale, Milano, Baldini & Castoldi,
1996. ISBN 88-8089-186-3
La rivoluzione dei popoli oppressi, Roma, Datanews,
1996. ISBN 88-7981-036-7
Breviario, Milano, Rusconi, 1997. ISBN 88-18-36116-3
Passaggi della guerra rivoluzionaria, Roma, Erre Emme-
La Habana, Editora politica, 1997. ISBN 88-457-0107-7
Testi essenziali, Roma, Erre Emme, 1997. ISBN 88-457-
0108-5
Prima di morire. Appunti e note di lettura , Milano,
Feltrinelli, 1998. ISBN 88-07-81491-9
Poesie e scritti sulla letteratura e l'arte, Roma, Grandi
Tascabili Economici Newton, 1999. ISBN 88-8289-237-9
Otra vez, Milano, Sperling & Kupfer, 2000. ISBN 88-200-
2990-1
Il sogno rivoluzionario, Roma, Newton & Compton,
2000. ISBN 88-8289-451-7
Diario della rivoluzione cubana, Roma, Grandi Tascabili
Economici Newton, 2002. ISBN 88-8289-753-2
Poesie, Napoli, Liguori, 2002. ISBN 88-207-3464-8
America latina. Il risveglio di un continente, Milano,
Feltrinelli, 2005. ISBN 88-07-42116-X
Leggere Che Guevara. Scritti su politica e rivoluzione,
Milano, Feltrinelli, 2005. ISBN 88-07-42113-5
La storia sta per cominciare. Una biografia per immagini,
Milano, Oscar Mondadori, 2005. ISBN 88-04-54879-7
Sui giovani e sull'università, Napoli, La Città del Sole,
2005. ISBN 88-8292-271-5
Giustizia globale, Milano, Oscar Mondadori, 2006. ISBN
88-04-55373-1
La guerra rivoluzionaria a Cuba, Milano, Mondadori,
2008. ISBN 978-88-0458-080-5
Onorificenze [modifica]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale della Croce del Sud
— agosto 1961 [84]
Note [modifica]
1. ̂ (EN) Vedi. Nel 2000 Korda ottenne dal produttore di
alcoliciSmirnoff un risarcimento di 50 000 dollari per
l'utilizzo illecito dell'immagine in una campagna
pubblicitaria. Tale cifra venne, però, donata dallo stesso
Korda al servizio sanitario cubano
2. ̂ Il certificato di nascita di Ernesto Guevara riporta la
data del 14 giugno del 1928. Julia Constenla, storica e
amica personale della madre di Ernesto Guevara, Celia
de la Serna, riporta come quest'ultima le abbia confidato
di essere incinta al momento del matrimonio con Ernesto
Guevara Lynch, che la vera data di nascita del figlio era
il 14 maggio e che il certificato di nascita era stato
falsificato posticipando la data di nascita di un mese per
evitare lo scandalo. In una biografia di Paco Ignacio
Taibo II, docente universitario di origine spagnola che
vive a Città del Messico,Senza perdere la tenerezza,
l'autore afferma di avere «scavato in una massa ingente
di lettere personali e pubbliche, diari, appunti, articoli,
poesie, discorsi, conferenze, interviste, frasi riportate da
testimoni attendibili, è entrato nei recessi degli archivi
cubani e ha attinto largamente al famoso "Diario del
Ministero dell'Industria", ancora inedito» ((ES) Intervista a
Julia Constenla di Luciana Peker , Pagina/12, 3 marzo
2005). Il biografo Jon Lee Anderson ritiene valida questa
versione dei fatti. Cfr: Anderson, Jon Lee, Che Guevara:
una vida revolucionaria, Barcellona: 1997, Anagrama,
pag. 17 e, nella traduzione in inglese, Che Guevara: A
Revolutionary Life, New York: 1997, Grove Press, pp. 3
e 769.
3. ̂ Jorge Castañeda, Compañero. Vita e morte di Ernesto
Che Guevara, 1997, p. 61: nel 1952 Guevara dette gli
ultimi esami «in quattro sessioni: uno in ottobre, tre in
novembre e dieci in dicembre». L'uomo d'affari e attivista
anti-castrista Enrique Ros, nel suo libro Ernesto Che
Guevara: mito y realidad dubita che Guevara si sia
effettivamente laureato, sostenendo che all'Università di
Buenos Aires non esisterebbe documentazione al
riguardo.
4. ^ a b U.S. Department of State, "Foreign Relations,
Guatemala, 1952-1954". Online, visionato il 4 marzo
2006
5. ̂ Anderson, Jon Lee. Che Guevara: A Revolutionary
Life, New York: 1997, Grove Press, p. 144
6. ̂ (morto nel 2008 a San Donà di Piave all'età di
ottantatré anni)
7. ̂ Paco Ignacio Taibo, Senza perdere la tenerezza,
2009, p. 144
8. ̂ Ernesto Che Guevara, "Suicide Squad: Example Of
Revolutionary Morale (brano tratto da Episodes of the
Cuban Revolutionary War - 1956-58). The Militant
Online, visionato il 27 marzo 2006.
9. ̂ Anderson, Jon Lee. Che Guevara: A Revolutionary
Life, New York: 1997, Grove Press, p. 372 e p. 425
10. ̂ chessgames.com, Miguel Najdorf vs Ernesto Che
Guevara".Online at chessgames.com, visionato il 5
gennaio 2006.
11. ̂ Cuban Information Archives, "La Coubre explodes in
Havana 1960". Online, visionato il 26 febbraio 2006. Si
possono vedere fotografie al sito cubano fotospl.com.
12. ̂ Defensa Nacional, "SABOTAJE AL BUQUE LA
COUBRE"Online, visionato il 26 febbraio 2006
13. ̂ The Miami Herald, "Dockworker set ship blast in
Havana, American claims". Online, visionato il 26
febbraio 2006
14. ̂ Guaracabuya.org, "Recuento Histórico:El porque el
PCC ordenó volar el barco "La Coubre".Online, visionato
il 26 febbraio 2006
15. ̂ ascolta (Richiede RealPlayer), oppure leggi)
16. ̂ Montreal Gazette, "Liberals picked the wrong
issue". Online, visionato il 26 febbraio 2006
17. ̂ Guaracabuya.org, "TERRORISTS CONNECTED TO
CUBAN COMMUNIST GOVERNMENT". Online,
visionato il 26 febbraio 2006
18. ̂ Ernesto Che Guevara (curatori Rolando E. Bonachea
e Nelson P. Valdés), Che: Selected Works of Ernesto
Guevara, Cambridge, MA: 1969, p. 350.
19. ̂ Ernesto Che Guevara, "English Translation of
Complete Text of Algiers Speech", Online su
Sozialistische Klassiker, visionato il 4 gennaio 2006
20. ̂ Ernesto Che Guevara, (curatori Rolando E. Bonachea
e Nelson P. Valdés), Che: Selected Works of Ernesto
Guevara, supra, pp. 352-59.
21. ̂ Ernesto Che Guevara, "English Translation of
Complete Text of Algiers Speech", Online su
Sozialistische Klassiker, visionato il 4 gennaio 2006.
22. ̂ Ernesto Che Guevara, "Che Guevara's Farewell
Letter", 1965. Traduzione inglese: Su Wikisource.
23. ̂ BBC News,"ProFile: Laurent Kabila", 26 May
2001. Online at BBC News, visionato il 7 agosto 2006.
24. ̂ African History Blog, "Che Guevara's Exploits in the
Congo", Che Guevara's Exploits in the Congo Online at
African History, visionato il 5 gennaio 2006.
25. ̂ Sito di "Mad" Mike Hoare, "Mad Mike". Online at
Geocities.com, visionato il 5 gennaio 2006.
26. ̂ Taibo, Paco Ignacio II. Ernesto Guevara, también
conocido como el Che, Barcelona, 1999: Editorial
Planeta, p. 726.
27. ̂ Ernesto Che Guevara, "Excerpt from Pasajes de la
guerra revolucionaria: Congo", Online at Cold War
International History Project, visionato il 26 aprile 2006.
28. ̂ Castañeda, Jorge G. Che Guevara: Compañero, New
York: 1998, Random House, pp 107-112; 131-132.
29. ̂ José Luis Alcázar. Ñacahuasu, la Guerrilla del Che en
Bolivia.
30. ̂ Rodriguez, Felix I. and John Weisman. Shadow
Warrior/the CIA Hero of a Hundred Unknown Battles
(Hardcover), New York: 1989, Publisher: Simon &
Schuster
31. ̂ MaxNews, "Félix Rodríguez:Kerry No Foe of
Castro". Online, visionato il 27 febbraio 2006
32. ̂ Anderson, Jon Lee. Che Guevara: A Revolutionary
Life. New York: Grove Press, 1997.
33. ̂ Paco Ignacio Taibo II. Senza perdere la tenerezza.
Vita e morte di Ernesto Che Guevara. Il Saggatore.
2004.
34. ̂ Richard Gott, "Bolivia on the Day of the Death of Che
Guevara".Online at Mindfully.org, visionato il 26 febbraio
2006
35. ̂ El Nuevo Cojo Ilustrado, "Galeria Che
Guevara". Online, visionato il 27 aprile 2006.
36. ̂ Libro nero degli Stati Uniti. William Blum. Fazi.
2003. ISBN 8881124548; ISBN 9788881124541
37. ̂ Il Che e le colpe degli USA. Antonio Carioti. Corriere
della Sera. 13 novembre 2006. pag. 27.
38. ̂ marxists.org website, "Louis Althusser" Online,
visionato l'11 marzo 2006.
39. ̂ "Sì, sono i resti di Che Guevara"
40. ̂ "Quello scheletro è il Che"
41. ̂ La figlia Aleidita: "Non tornano da vinti ma da eroi"
42. ̂ Da oggi le spoglie all'Avana
43. ̂ Tutti in fila per il Che
44. ̂ Che , la rivoluzione è finita
45. ̂ Che Guevara: la più completa biografia, Roberto
Occhi, Verdechiaro edizioni, 2007, ISBN 8888285296,
9788888285290, pag. 70
46. ̂ Cecilia Bustamente scrive su Hilda Gadea e Ernesto
Che Guevara , Blogger
47. ̂ (ES) Sitio del Che Guevara
48. ̂ Dal capitolo "L'America Latina alla prova" a pag. 608
dell'opera: Il Libro Nero del Comunismo, 1998, Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A., Milano
49. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui si afferma che "In January 1957, as his
diary from the Sierra Maestra indicates, Guevara shot
Eutimio Guerra because he suspected him of passing on
information: “I ended the problem with a .32 caliber
pistol, in the right side of his brain.... His belongings were
now mine.” Later he shot Aristidio, a peasant who
expressed the desire to leave whenever the rebels
moved on. While he wondered whether this particular
victim “was really guilty enough to deserve death,” he
had no qualms about ordering the death of Echevarría, a
brother of one of his comrades, because of unspecified
crimes: “He had to pay the price.”"
50. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui si afferma che "At other times he would
simulate executions without carrying them out, as a
method of psychological torture."
51. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui si afferma che "In 1958, after taking the
city of Sancti Spiritus, Guevara unsuccessfully tried to
impose a kind of sharia, regulating relations between
men and women, the use of alcohol, and informal
gambling—a puritanism that did not exactly characterize
his own way of life. He also ordered his men to rob
banks, a decision that he justified in a letter to Enrique
Oltuski, a subordinate, in November of that year: “The
struggling masses agree to robbing banks because none
of them has a penny in them.” This idea of revolution as
a license to re-allocate property as he saw fit led the
Marxist Puritan to take over the mansion of an emigrant
after the triumph of the revolution."
52. ̂ Ad esempio Andrea Morigi in "Che Guevara, il bandito
santificato", 2007, Il Timone
53. ̂ considerato, data la morte avvenuta in quello stesso
anno, il testamento politico di
Guevara:http://www.ecn.org/asicuba/cuba/tricont2.htm
54. ̂ in quattro lingue, ovverosia spagnolo, inglese, francese
e italiano, a cura della Segreteria Esecutiva
dell'OSPAAAL, l'Organizzazione della Solidarietà dei
Popoli d'Africa, Asia e America Latina e distribuito in
Europa dalle Edizioni Maspero a Parigi e dalla Libreria
Feltrinelli a Milano
55. ̂ citato in Guido Crainz, Storia del miracolo italiano,
Donzelli, 2003.
56. ̂ Che Guevara (1967): "Mensaje a los pueblos del
mundo a traves de la Tricontinental."
57. ̂ Message to the Tricontinental
58. ̂ Che Guevara: La rivoluzione dei popoli oppressi
59. ̂ La Rivoluzione Dei Popoli Oppressi
60. ̂ Gómez Treto 1991, p. 115. "The Penal Law of the War
of Independence (July 28, 1896) was reinforced by Rule
1 of the Penal Regulations of the Rebel Army, approved
in the Sierra Maestra February 21, 1958, and published
in the army's official bulletin (Ley penal de Cuba en
armas, 1959)" (Gómez Treto 1991, p. 123).
61. ^ a b Antonio Moscato, Breve storia di Cuba, terza
edizione riveduta e ampliata, Datanews, Roma, 2006,
pag. 78
62. ̂ Niess 2007, p. 60
63. ̂ Different sources cite different numbers of
executions. Anderson (1997) gives the number
specifically at La Cabaña prison as 55 (p. 387.), while
also stating that as a whole "several hundred people
were officially tried and executed across Cuba" (p. 387.).
This is supported by Lago who gives the figure as 216
documented executions across Cuba in two years.
64. ̂ secondo Robertio Occhi i fucilati in tutta Cuba per
crimini di guerra furono, nel biennio 1959-1960, tra le
200 e le 500 persone. Vedi Roberto Occhi, Che
Guevara. La più completa biografia, Verdechiaro, 2007,
pag. 147
65. ̂ Paco Ignacio Taibo II riporta la testimonianza di Duque
de Estrada, secondo il quale i fucilati furono 55. Vedi
Paco Ignacio Taibo II, Vita e morte di Ernesto Che
Guevara, edizione ampliata, Il Saggiatore, 2004 pag.
324
66. ̂ Roberto Occhi, Che Guevara. La più completa
biografia, Verdechiaro, 2007, pag. 147
67. ̂ Paco Ignacio Taibo II, Vita e morte di Ernesto Che
Guevara, edizione ampliata, Il Saggiatore, 2004 pag.
324
68. ^ a b Dal capitolo "L'America Latina alla prova"
dell'opera Il Libro Nero del Comunismo, 1998, Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A., Milano
69. ̂ Dall'articolo riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui afferma che "How many people were
killed at La Cabaña? Pedro Corzo offers a figure of some
two hundred, similar to that given by Armando Lago, a
retired economics professor who has compiled a list of
179 names as part of an eight-year study on executions
in Cuba. Vilasuso told me that four hundred people were
executed between January and the end of June in 1959
(at which point Che ceased to be in charge of La
Cabaña). Secret cables sent by the American Embassy
in Havana to the State Department in Washington spoke
of “over 500.” According to Jorge Castañeda, one of
Guevara’s biographers, a Basque Catholic sympathetic
to the revolution, the late Father Iñaki de Aspiazú, spoke
of seven hundred victims. Félix Rodríguez, a CIA agent
who was part of the team in charge of the hunt for
Guevara in Bolivia, told me that he confronted Che after
his capture about “the two thousand or so” executions for
which he was responsible during his lifetime. “He said
they were all CIA agents and did not address the figure,”
Rodríguez recalls. The higher figures may include
executions that took place in the months after Che
ceased to be in charge of the prison."
70. ̂ Lo afferma in "Il Mito di Che Guevara e il Futuro della
Libertà", pubblicato nel 2005
71. ̂ Paco Ignacio Taibo II, Vita e morte di Ernesto Che
Guevara, edizione ampliata, Il Saggiatore, 2004 pag.
455-457
72. ̂ [http://www.loccidentale.it/autore/stefano+magni/
dalla+dittatura+di+castro+e-
che+guevara+solo+morte+e+povert%C3%A0.0013583
Dalla dittatura di Castro e Che Guevara solo morte e
povertà]
73. ̂ Dal capitolo "L'America Latina alla prova" dell'opera: Il
Libro Nero del Comunismo, 1998, Arnoldo Mondadori
Editore S.p.A., Milano
74. ̂ Armando Valladares, Contro ogni speranza. Dal fondo
delle carceri di Castro, SugarCo, Milano 1987
75. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui si afferma che "Counterrevolutionary” is
the term that was applied to anyone who departed from
dogma. It was the communist synonym for “heretic.”
Concentration camps were one form in which dogmatic
power was employed to suppress dissent. History
attributes to the Spanish general Valeriano Weyler, the
captain-general of Cuba at the end of the nineteenth
century, the first use of the word “concentration” to
describe the policy of surrounding masses of potential
opponents—in his case, supporters of the Cuban
independence movement—with barbed wire and fences.
How fitting that Cuba’s revolutionaries more than half a
century later were to take up this indigenous tradition. In
the beginning, the revolution mobilized volunteers to
build schools and to work in ports, plantations, and
factories—all exquisite photo-ops for Che the stevedore,
Che the cane-cutter, Che the clothmaker. It was not long
before volunteer work became a little less voluntary: the
first forced labor camp, Guanahacabibes, was set up in
western Cuba at the end of 1960. This is how Che
explained the function performed by this method of
confinement: “[We] only send to Guanahacabibes those
doubtful cases where we are not sure people should go
to jail ... people who have committed crimes against
revolutionary morals, to a lesser or greater degree.... It is
hard labor, not brute labor, rather the working conditions
there are hard."
76. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535
77. ̂ Félix Luis Viera, Il lavoro vi farà uomini. Omosessuali e
dissidenti nei gulag di Fidel Castro, Edizioni Cargo, 2005
78. ̂ Vincenzo Merlo. Che Guevara non studiò a Parigi. URL
consultato il 13 aprile 2011.
79. ̂ Il Corriere Del Sud - Articoli - Il mito di Che Guevara
80. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui si afferma, citando il periodico
americano Time Magazine, che "so Time magazine may
have been less than accurate in August 1960 when it
described the revolution’s division of labor with a cover
story featuring Che Guevara as the “brain” and Fidel
Castro as the “heart” and Raúl Castro as the “fist.” But
the perception reflected Guevara’s crucial role in turning
Cuba into a bastion of totalitarianism. "
81. ̂ Dall'articolo dello scrittore Alvaro Vargas Llosa
riportato
inhttp://www.independent.org/newsroom/article.asp?
id=1535 in cui afferma che "Land reform took land away
from the rich, but gave it to the bureaucrats, not to the
peasants. (The decree was written in Che’s house.) In
the name of diversification, the cultivated area was
reduced and manpower distracted toward other
activities. The result was that between 1961 and 1963,
the harvest was down by half, to a mere 3.8 million
metric tons. Was this sacrifice justified by progress in
Cuban industrialization? Unfortunately, Cuba had no raw
materials for heavy industry, and, as a consequence of
the revolutionary redistribution, it had no hard currency
with which to buy them—or even basic goods. By 1961,
Guevara was having to give embarrassing explanations
to the workers at the office: “Our technical comrades at
the companies have made a toothpaste ... which is as
good as the previous one; it cleans just the same,
though after a while it turns to stone.” By 1963, all hopes
of industrializing Cuba were abandoned, and the
revolution accepted its role as a colonial provider of
sugar to the Soviet bloc in exchange for oil to cover its
needs and to re-sell to other countries. For the next three
decades, Cuba would survive on a Soviet subsidy of
somewhere between $65 billion and $100 billion." e che
"In his memoirs, the Egyptian leader Gamal Abdel
Nasser records that Guevara asked him how many
people had left his country because of land reform.
When Nasser replied that no one had left, Che
countered in anger that the way to measure the depth of
change is by the number of people “who feel there is no
place for them in the new society.”"
82. ̂ America latina. Il risveglio di un continente, Milano,
Feltrinelli, 2005, pp. 118-124.
83. ̂ Cfr. Quando Guevara era il «chi?»
84. ̂ [1]
Bibliografia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Che Guevara.
Franco La Guidara, Un amore più forte della vita - Notte di
guerriglia con "Che" Guevara, Roma, Edizioni
Internazionali, 1967.
Adriano Bolzoni, El Che Guevara, Roma, Trevi, 1967.
Fidel Castro, Che Guevara, esempio di internazionalismo
proletario, Milano, Libreria Feltrinelli, 1967.
Fidel Castro, Orazione funebre per Ernesto Che Guevara,
Milano, Feltrinelli, 1967.
Filippo Gaja, La vita di Che Guevara. La prima biografia
completa con 150 foto inedite per l'Italia, Milano, S.n.,
1968.
David Allport, Che Guevara da Cuba al Terzo Mondo,
Milano, Mondadori, 1968.
Franco Pierini, Che Guevara, Milano, Longanesi, 1968.
Ruben Vasquez Diaz, La Bolivia del "Che", Milano, Jaca
Book, 1968.
Michael Lowy, Il pensiero del Che Guevara. La filosofia,
sociologia della rivoluzione, guerra di guerriglia, Milano,
Libreria Feltrinelli, 1969.
Antonio Melis, Che cosa ha veramente detto Che
Guevara, Roma, Ubaldini, 1970.
Paolo Senise, Vento dei Caraibi. Da Guevara ai
Tupamaros, Roma, Barone, 1970.
Jean-Jacques Nattiez, Che Guevara. La vita, il pensiero, i
testi esemplari, Milano, Accademia, 1971.
Voci correlate [modifica]
Storia di Cuba
Rivoluzione cubana
Movimento del 26 luglio
Crisi dei missili di Cuba
Storia contemporanea della Bolivia
Guerriglia
Comunismo
Socialismo
UMAP
Alberto Granado
Abd el-Krim
Fidel Castro
Camilo Cienfuegos
Raúl Castro
Harry Villegas
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Collegamenti esterni [modifica]
Ernesto Guevara de la Serna è il "Che" di Steven
Soderbergh
Discorso pronunciato da Fidel Castro alla morte del Che
Recordando al Che Da Fusi Orari.org, una riflessione sulla
figura di Che Guevara in occasione del quarantesimo
anniversario dalla scomparsa
L'Eredità di Che Guevara - Rassegna di eventi in
occasione del 40º anniversario della morte di Ernesto Che
Guevara (1967-2007)
"Il Che... era mio padre" - Parla Camillo Che Guevara, il
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(ES) Che, Guía y Ejemplo: - Raccolta di immagini, video,
lettere e canzoni dedicate al Che
(ES) Che Guevara: anatomia di un mito - Video vicino alle
posizioni degli esuli cubani, critico nei confronti di Che
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