Che fare in caso di terremoto

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Anche se di modesta entità il terremoto, spesso, scatena esagerate paure e comportamenti sbagliati. In realtà, il terremoto, tranne poche e circoscritte situazioni, non costituisce un pericolo per la vita umana, soprattutto se si abita in un edificio in cemento armato che, generalmente, durante un terremoto, vibra molto di più di uno in muratura. Ciò preserva dal crollo ma può provocare il distacco di elementi rigidi quali vetrate o tegole. Per difenderci da questi pericoli è importante non farsi prendere dal panico durante la “scossa” e conoscere alcune elementari regole. Prima del terremoto Decidete già ora dove la famiglia dovrà riunirsi dopo un terremoto. Fissate alle pareti i mobili che potrebbero cadere durante la scossa. Insegnate ai bambini come chiudere l'interruttore del gas immediatamente dopo il terremoto. Durante il terremoto Mettetevi sotto un tavolo o nell'andito di una porta per proteggervi dalla caduta di calci- nacci. Non usate le scale o l'ascensore. Non uscite dall'edificio: potreste restare colpiti da vetri o calcinacci. State lontano da vetrate, pentole sul fuoco.... Dopo il terremoto A casa controllate eventuali perdite di gas o altre situazioni di pericolo. Se è il caso, recatevi nelle aree indicate nel Piano di emergenza: accompagnate lì persone in difficoltà. Non usate il telefono. State lontano da macerie e linee elettriche. Terremoto a scuola Ogni edificio scolastico, anche ai sensi del D.M. 626/94, dovrebbe essere dotato di un Piano di protezione civile da verificarsi con periodiche esercitazioni. Al di là di quanto previsto dal Piano, vi sono delle norme generali da seguire in caso di terremoto. Durante la "scossa" rifugiatevi sotto il banco; dopo, con calma e senza portarvi dietro libri e zainetto, mettetevi in fila con gli altri alunni e, seguendo il percorso stabilito, raggiungete lo slargo previsto dal Piano. Aspettate lì le disposizioni che vi saranno impartite. La storia millenaria della Campania è scandita da ter- remoti, alcuni catastrofici come quelli verificatesi nel Beneventano (5 giugno 1688), in Irpinia (8 set- tembre 1694), a Casamic- ciola (28 luglio 1883) in Irpinia (23 novembre 1980)... Per affrontare il rischio sismico la Regione Campania, oltre a dotarsi di una articolata struttura di Protezione Civile, prima tra le regioni italiane, ha approvato l'aggiornamento della classificazione sismica del suo territorio (inserendo 129 comuni in prima categoria sismica, 360 in seconda categoria, 62 in terza categoria) ed emanando nel contempo precise norme per le nuove costruzioni e per il consolidamento degli edifici più a rischio. Il terremoto può essere misurato valutando l'energia liberata o gli effetti di questo sull'abitato. liberata viene misurata, generalmente, con la "Scala Richter". Il terremoto nell'Irpinia del 23/11/1980, ad esempio, è stato misurato in 6.8 Scala Richter (si legge "sei punto otto", in quanto la scala è logaritmica) : l'equivalente dell'esplosione di 15 bombe atomiche del tipo usato ad Hiroscima. del terremoto, in Italia, viene usata la "Scala Mercalli Cancani Sieberg" suddivisa in 12 gradi. Sono molti i parametri che legano l'energia liberata dal terremoto ai suoi effetti (e, quindi, il valore della Scala Richter a quello della Scala Mercalli). Innanzitutto, la profondità dove si verifica il terremoto: è evidente che più lontano è l'ipocentro dall'epicentro più ridotto sarà l'effetto del terremoto. Altri parametri che influiscono sul rischio sismico sono connessi alle caratteristiche dei terreni attraversati dalle onde sismiche, alla vulnerabilità delle costruzioni, alla possibilità del verificarsi di frane, alla densità abitativa... Misurare il terremoto Una regione a rischio Stampa: maggio 2009 Testi e grafica: F.S. © Regione Campania - Settore Protezione Civile PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI EMERGENZA Campagna educativa realizzata dal Settore Protezione Civile - Regione Campania

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Sette manifesti per le scuole della Campania Scaricando il file e stampandolo (con un plotter o in uno dei tanti server) si otterrà, ad un costo contenuto, un manifesto, in formato 100 x 70 cm, che può essere affisso, ad esempio, nei corridoi della scuola, per illustrare agli alunni alcuni comportamenti da tenere in caso di emergenza.

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Anche se di modesta entità il terremoto, spesso, scatena esagerate paure ecomportamenti sbagliati.

In realtà, il terremoto, tranne poche e circoscritte situazioni, non costituisceun pericolo per la vita umana, soprattutto se si abita in un edificio in

cemento armato che, generalmente, durante un terremoto, vibra moltodi più di uno in muratura.Ciò preserva dal crollo ma può provocare il distacco di elementi rigidi

quali vetrate o tegole.Per difenderci da questi pericoli è importante non farsi prendere dal panico

durante la “scossa” e conoscere alcune elementari regole.

Prima del terremotoDecidete già ora dove la famiglia dovrà riunirsi dopo un terremoto.Fissate alle pareti i mobili che potrebbero cadere durante la scossa.Insegnate ai bambini come chiudere l'interruttore del gas immediatamente dopo il terremoto.

Durante il terremotoMettetevi sotto un tavolo o nell'andito di una porta per proteggervi dalla caduta di calci­

nacci.Non usate le scale o l'ascensore.Non uscite dall'edificio: potreste restare colpiti da vetri o calcinacci.State lontano da vetrate, pentole sul fuoco....

Dopo il terremotoA casa controllate eventuali perdite di gas o altre situazioni

di pericolo.Se è il caso, recatevi nelle aree indicate nel Piano di emergenza:

accompagnate lì persone in difficoltà.Non usate il telefono.State lontano da macerie e linee elettriche.

Terremoto a scuolaOgni edificio scolastico, anche ai sensi del D.M. 626/94, dovrebbe essere dotato di un

Piano di protezione civile da verificarsi con periodiche esercitazioni. Al di là di quantoprevisto dal Piano, vi sono delle norme generali da seguire in caso di terremoto.Durante la "scossa" rifugiatevi sotto il banco; dopo, con calma e senza portarvi dietro libri

e zainetto, mettetevi in fila con gli altri alunni e, seguendo il percorso stabilito, raggiungetelo slargo previsto dal Piano. Aspettate lì le disposizioni che vi saranno impartite.

La storia millenaria dellaCampania è scandita da ter­

remoti, alcuni catastroficicome quelli verificatesi nel Beneventano (5 giugno1688), in Irpinia (8 set­tembre 1694), a Casamic­ciola (28 luglio 1883) inIrpinia (23 novembre

1980)...

Per affrontare il rischio sismico la Regione Campania, oltrea dotarsi di una articolata struttura di Protezione Civile, primatra le regioni italiane, ha approvato l'aggiornamento dellaclassificazione sismica del suo territorio (inserendo 129 comuniin prima categoria sismica, 360 in seconda categoria, 62 in terzacategoria) ed emanando nel contempo precise norme per le nuovecostruzioni e per il consolidamento degli edifici più a rischio.

Il terremoto può essere misurato valutando l'energialiberata o gli effetti di questo sull'abitato.

liberata viene misurata, generalmente, con la "ScalaRichter". Il terremoto nell'Irpinia del 23/11/1980, adesempio, è stato misurato in 6.8 Scala Richter (si legge"sei punto otto", in quanto la scala è logaritmica) :l'equivalente dell'esplosione di 15 bombe atomiche deltipo usato ad Hiroscima.

del terremoto, in Italia, viene usata la "Scala MercalliCancani Sieberg" suddivisa in 12 gradi. Sono molti iparametri che legano l'energia liberata dal terremoto aisuoi effetti (e, quindi, il valore della Scala Richter a quello

della Scala Mercalli). Innanzitutto, la profondità dove si verifica il terremoto: è evidente che piùlontano è l'ipocentro dall'epicentro più ridotto sarà l'effetto del terremoto. Altri parametri cheinfluiscono sul rischio sismico sono connessi alle caratteristiche dei terreni attraversati dalle ondesismiche, alla vulnerabilità delle costruzioni, alla possibilità del verificarsi di frane, alla densitàabitativa...

Misurare il terremoto Una regione a rischio

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